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Per me Preve un filosofo fondamentale. Mi sono occupato pi volte del suo pensiero attraverso articoli che ho pubblicato in rete, ora in questo mio intervento vorrei focalizzare sulla questione del comunitarismo, riprendendo alcune riflessioni gi esposte nei suddetti articoli, ma aggiungendone altre che nel frattempo ho elaborato. Preve un pensatore molto complesso, a dispetto dello stile semplice e chiaro che pu trarre in inganno chi si ferma ad una prima lettura. Devo dire che fino a qualche mi chiedevo: ma di fatti Preve cosa intende per comunitarismo? Pi cercavo di addentrarmi nella lettura pi mi sfuggiva l'elemento essenziale. Diciamo che ora credo di essere giunto ad una comprensione pi complessiva che cercher di esporre brevemente, nei limiti del presente intervento. C' da dire anceh che il pensiero di Preve non esente da contraddizioni in merito, come vedremo pi avanti, come inevitabile quando si cerca di elaborare un nuovo concetto, non nuovo in s, ma sicuramente una novit la sua applicazione alla storia del comunismo. Ma prima di addentrarci nell'analisi del conceetto di comunitarismo necessaria una premessa sul percorso che porta all'elaborazione di questo concettoPreve stato un pensatore interno al movimento comunista. Certo il suo pensiero non si esaurisce in questo, e lo testimonia la sua capacit di interessare anche chi non ha appartenuto al comunismo, ma questo un aspetto importante della sua personalit di studioso, senza tenere conto di questo aspetto ci sfuggono elementi essenziali della sua riflessione. Lo stato da pensatore libero, non da intellettuale organico, concetto gramsciano che non apprezzava.

Preve un pensatore epocale. In che senso? Il carattere epocale del suo pensiero lo si coglie nella reazione all'evento cruciale del nostro tempo

Il convitato di pietra inizia proprio con la riflessione sul triste spettacolo dato dal movimento comunista dopo il crollo del muro, la cui reazione era ispirata all'insegna del si salvi chi pu, a parte poche personalit eccezionali come Fidel Castro. Dunque era necessaria una spiegazione dei motivi per cui il comunismo produceva questo tipo di uomini e una spiegazione solo di carattere strutturale non era sufficiente. Gli occhetto, i veltroni, i dalema, i bertinotti, i vendola, i luxuria, i diliberto sono sorti dal nulla? evidente che no, a meno che non vogliamo presupporre l'azione di capricciose forze demoniache che si divertono a disfare i progetti umani. Oppure stata colpa di Belluscone ? Dovremmo in questo caso retrodatare la sua potente azione malefica a prima della sua discesa in campo, ma non so se la demonologia antiberlusconiana pu arrivare a tanto, ma non da escludere.

La natura di pensatore epocale di Preve emerge dal fatto che egli segue una strada diversa rispetto sia alle schiere che sono passate sul carro del vincitore, adottando una qualsiasi ideologia liberale premarxiana, magari in veste post-moderna che occulta le diseguaglianze oggi abissali che produce il rapporto sociale capitalistico, sia alle sette residuali dei testimoni di marx, sia allo sfruttamente dell'identit residuale comunista da parte dei dirigenti pcisti e post-sessantottini poi conflitti in rifondazione, da tradurre in voti da sputtanarsi in parlamento rinnegando qualsiasi principio. La strada che sceglie Preve quella di guardare in avanti, intrapendendo un ampio percorso di ripensamento del comunismo sulla base dell'esperienza storica, accompagnato in questo percorso da pochi altri come La Grassa, anch'egli per altri versi un pensatore epocale. Una cultura e una conoscenza non comune, unita ad una forza morale anch'esse non comune hanno fatto di Preve un pensatore epocale, di un'epoca di trapasso precisasmente

Per spiegare la inglorosia liquefazione del comunismo novecentesco Preve ricorre alla filosofia. E in primo luogo ad un filosofo che Preve ha detto pi volte di non amare Nietzsche. E in particolare di Nietzsche riprende il tema della morte di dio e le sue conseguenze. Soltanto che per Preve la morte di dio non un evento accidentale, oppure addirittura effetto di morte violenta. Possiamo dire che si tratta di morte naturale, causata dagli

Il nichilismo per preve essenzialmente paura di affronare le conseguenze della perdita di fondamento a causa dell'azione distruttiva, inevitabile, della scienza. Per questo quindi non perdita del fondamento di per s, ma necessit di affrontare le conseguenze di questa perdita.

Seppure nel suo libro Elogio del comunitarismo non viene esplicitametne detto per Preve Prima contraddizione: se Marx uno dei principali esponenti del comunitarismo moderno perch necessaria una correzione comunitaria del comunismo.

Secondo Preve Marx ebbe successo nella creazione di una nuova scienza delle formazioni sociali soltanto che tale scienza si fondava su basi filosofiche incerte in quanto marx rinunci alla ontologia dell'essere sociale che sarebbe potuta risultare troppo idealistica per una sorta di positivismo dialettico. Il non aver affrontato da parte di Marx il problema cruciale il nichilismo, cio la morte di dio, porta alla creazione di ontogenesi immaginarie, che sono state quelle poi criticate da Althusser. L'identificazione della classe filosofica dei proletari con la classe sociologica dei lavoratori di fabbrica crea il sociologismo che una forma di nichilismo, cio un'ontogenesi immaginaria. La dimostrazione dell'esistenza del plusvalore non dimostra l'esistenza di una classe filosofica portatrice del progetto di emancipazione, ed infatti questa idea stata sempre degli intellettuali e non degli operai in carne ed ossa, che hanno optato solitamente per un miglioramentoo delle loro condizioni di lavoro e di retribuzione.

In marx il ristabilimento della comunit originaria un mito dell'Origine e del Fine, una ontogenesi immaginaria. La consapevolezza della morte di Dio porta alla necessit di demolire le ontogenesi immaginarie, mentra l'assenza di consapevolezza porta alla creazione di nuove. A fianco delle ontogenesi immaginarie c' in Marx una robosta ontologia antinichilistica fondata sulla contraddizione tra sviluppo del genere umano. Questa ontologia fondata sul genere un elemento importante per l'elaborazione del concetto di comunitarismo da parte di Preve.

Per Heidegger il collettivismo la soggettivit dell'uomo posto a livello della collettivit. Heidegger un passaggio importante per l'elaborazione del comunitarismo. Questo passaggio di Il convitato di pietra importante per la formulazione successiva del comunitarismo.

Arriviamo quindi al dunque: se lo dovessimo dire in breve, cos' il comunitarismo in Preve? Il comunitarismo la teoria che si basa sulla natura sociale dell'uomo, ma questa natura sociale non una natura sociale in astratto ma appartenenza dell'essere umano ad una comunit determinata. Presupporre una natura sociale astratta significa saltare tutte le determinazioni intermedie, famiglia societ civile, stato che ci sono tra il singolo essere umano e l'appartenenza al genere. la famosa furia del dileguare, la critica hegeliana a Rousseau e alla rivoluzione francese che Preve ritiene applicabile anche alla rivoluzione russa.

Purtroppo qui non c' lo spazio per affrontare adeguatamente la questione, ma io credo che Preve, da marxista, non vada fino in fondo nella critica dell'individualismo marxiano, che stata affrontata egregiamente da Louis Dumont, del quale diciamo solo che risulta molto convincente quando mette in luce come in Marx il soggetto della produzione resta il singolo individuo, e anche sul piano della prassi politica l'obiettivo di marx resta l'emancipazione, seppure Marx ha abbandonato le aspirazione utopiche e ultraindividualiste della giovent che volevano il singolo la mattina cacciatore, la sera critico, e il giorno successivo magari chess minatore, nel Capitale la finalit principale del comunismo resta quello dello sviluppo della personalit del singolo. La questione dell'emancipazione non va abbandonato ma subordinata alla necessit della riproduzione sociale, altrimenti si crea quella frattura tra libert e necessit, tra diritti civili e diritti sociali che oggi uno dei principali problemi.

La comunit del genere umano dunque il fondamento. Ma tale comunit non si manifesta come astratta appartenenza del singolo individuo al genere, ma attraverso comunit determinate la famiglia, l'ambito professionale attraverso cui il singolo fornisce il suo fondamentale contributo lavorativo alla societ, e lo stato, cio la comunit politica. In Preve assente quella patologia del comunitarismo che vede le comunit determinate come orizzonte ultimo, il nazionalismo, e anche il familismo, che resta tuttora una delle patologie della societ italiana, in quanto queste sono determinazioni (per usare una terminologia hegeliana) del genere umano, ma altrettanto necessaria superare la patologia opposta che ho definito individualismo-universalismo.

Il fondamento, ripercorrendo quanto di meglio ha prodotto la filosofia occidentale, la comunit umana pensata come ente naturale generico, fondata sul concetto di individuo comezoon politikon, cio animale politico e comunitario (nella lingua greca antica il secondo termine ha entrambi i significati). Per questo Preve ci tiene a sottolineare l'appartenenza di Marx alll'idealismo tedesco che principalmente ha elaborato il concetto di ente naturale generico, per il quale la comunit umana una costruzione, in cui il momento ideale essenziale, e non dettata principalmente dalla biologia,

Preve quindi, dio mio, stalinista? Certo preve e a ragione stato un critico delle ideologia unica imposta dallo stato, dello stato di eccezione permanente, ma non per questo dobbiamo buttare il bambino con l'acqua sporca, non dobbiamo buttare il patrimonio dell'esperienza storica del comunismo, non dobbiamo essere succubi dell'ideologia liberale, i cui rappresentanti sul piano politicohanno commesso crimini che non hanno nulla da invidiare al comunismo e anche al nazismo, anzi. Esperienza storica che non stata elaborata teoricamente, se non da pochi, come Preve. Due sono i punti principali: la questione nazionale, che la questione principale intorno a cui ruota il concetto di comunitarismo, e lo sganciamento dell'anticapitalismo dalla sinistra (quest'ultima questione pur sarebbe interessante da affrontare ma dobbiamo attenerci alla questione del comunitarismo, mi riferisco comunque al famoso emiro afgano di staliniana memoria), entrambi formulati precedentemente da Stalin. Esse sono frutto dell'esperienza storica del comunismoSu tali questioni Preve stato inequivocabile, contravveniamo una volta all'anti-citatologia militante fondata da preve e a cui aderisco, lasciatemi citare questo passo da un recente testo di preve sul comunitarismo.

Veniamo ora quella che pi che una critica vuole essere un'elaborazione del concetto previano di comunitarismo, il quale va inteso a mio parere in questo senso. La continuit e lo sviluppo della comunit umane. La quale garantita non solo dalla cooperazione tra gli esseri umani, ma anche dal conflitto come strumento essenziale dell'evoluzione sia dei singoli che delle comunit umane, sia come strumento, il conflitto, per il ripristino di una adeguata riproduzione della societ quando questa messa in discussione. E in merito bisogna rifarsi ancora alla filosofia tedesca e in particolare ad Hegel, mi riferisco in particolare ad un importante scritto di Kant, che sentitizziamo qui con la metafora della foresta, in cui gli alberi posti uno accanto agli altri per raggiungere la luce crescono alti e dritti, argomentazioni poi riprese da Hegel

Il valore prioritario la continuit e lo sviluppo della comunit, attraverso cui si risolve il limite dellindividuo costituito dalla morte, tuttavia tale sviluppo e continuit della comunit umana si realizzano nel singolo individuo, e nei singoli raggruppamenti umani, cio famiglia, classi sociali, stati, i quali perseguendo il loro naturale fine egoistico tendono a separarsi dallintero causando la crisi della riproduzione della comunit umana, per tale regione esplode il conflitto che riaffermando con la morte il limite del singolo ristabilisce la priorit dellintera comunit umana. Ecco perch in determinate condizioni la tragedia necessaria per la continuit della comunit umana.

Se non colleghiamo il conflitto alla comunit rischiamo di trasformare tale concetto in un sostegno ad un generico umanesimo, come tal volta si tende a interpretare il pensiero di preve, il quale invece un pensatore prettamente politico. Questo ha creato un doppio equivoco, da una parte si pensato che Preve riproponesse un generico umanitarismo ed universalismo, dallaltra, in senso opposto, che riproponesse un comunitarismo, basato sulla priorit delle singole comunit, con tutte le ristrettezze di vedute che esso comporta. Questi equivoci (tali sono in quanto Preve non propone n luno n laltro concetto) derivano dallincompletezza del discorso di Preve, il quale, anche per esigenze dovute alla sua ricerca filosofica stessa, astrae la questione della comunit dal resto, principalmente dalla questione del conflitto.

Veniamo all'Italia, comunitarismo un concetto molto importante per questo povero paese, vuol dire ricostruire un'identit collettiva per questo paese allo sbando. Per questo paese in cui l'individualismo assume spesso e volentiere una forma gretta e meschina, e non di rado di ammnta di fraseologia rivoluzionaria. Vuol dire sposare l'asse dall'emancipazione alla responsabilit verso la societ, alla necessit di ripristinare una riproduzione sociale adeguata rispetto ad un sistema che taglia fuori fasce sempre pi ampie di popolazione.

Citazioni

La nazione , innanzitutto, una comunit, una determinata comunit di persone.
una comunit non di razza n di stirpe. Lattuale nazione italiana stata formata da romani, germani, etruschi, greci, arabi, ecc. La nazione francese stata costituita da galli, romani, britanni, germani, ecc. Lo stesso va detto degli inglesi, dei tedeschi e degli altri popoli, che si sono costituiti in nazioni con genti di diverse razze e stirpi.
La nazione non dunque una comunit di razza n di stirpe, ma una comunit di persone, formatasi storicamente.
Daltra parte, non c dubbio che i grandi stati di Ciro o di Alessandro non possono esser chiamati nazioni, sebbene si siano formati anchessi storicamente, si siano formati con stirpi e razze diverse. Non erano nazioni, ma conglomerati casuali e debolmente legati di gruppi che si disgregavano o si costituivano secondo i successi o le sconfitte di questo o quel conquistatore.
La nazione non dunque un conglomerato casuale n effimero, ma una stabile comunit di persone.
Stalin, Il marxismo e la questione nazionale,

Fin quando i comunisti erano rimasti un movimento di opposizione era stato possibile conservare lo schema dualistico oppressi contro oppressori, dominati contro dominanti, quando i comunisti si trovarono a dover gestire lo stato sorto dalla rivoluzione sovietica questo schema venne meno. Lo stato sovietico si trov come avversario lo stato inglese, sostenuto da partiti provenienti dal movimento operaio, mentre le offerte di alleanza vennero dallemiro dellAfganistan espressione di forze semifeudali subito accolte da Lenin. Le conseguenze teoriche che necessariamente ne derivavano furono sviluppate successivamente da Stalin:Nelle condizioni delloppressione imperialistica, il carattere rivoluzionario del movimento nazionale non implica affatto obbligatoriamente lesistenza di elementi proletari nel movimento, lesistenza di un programma rivoluzionario o repubblicano del movimento, lesistenza di una base democratica del movimento. La lotta dellemiro afghano per lindipendenza dellAfghanistan oggettivamente una lotta rivoluzionaria, malgrado il carattere monarchico delle concezioni dellemiro e dei suoi seguaci, poich essa indebolisce, disgrega, scalza limperialismo, mentre la lotta di certi ultra democratici e socialisti rivoluzionari e repubblicani dello stampo, ad esempio, di Kerenski e Tsereteli, Renaudel e Scheidemann, Cernov e Dan, Henderson e Clynes durante la guerra imperialista, era una lotta reazionaria, perch aveva come risultato di abbellire artificialmente, di consolidare, di far trionfare limperialismo.
La lotta dei mercanti e degli intellettuali borghesi egiziani per lindipendenza dellEgitto , per le stesse ragioni, una lotta oggettivamente rivoluzionaria, quantunque i capi del movimento nazionale egiziano siano borghesi per origine e appartenenza sociale e quantunque essi siano contro il socialismo, mentre la lotta del governo operaio inglese per mantenere la situazione di dipendenza dellEgitto , per le stesse ragioni, una lotta reazionaria, quantunque i membri di questo governo siano proletari per origine e appartenenza sociale e quantunque essi siano per il socialismo. E non parlo del movimento nazionale degli altri paesi coloniali e dipendenti, pi grandi, come lIndia e la Cina, ogni passo dei quali sulla via della loro liberazione, anche se contravviene alle esigenze della democrazia formale, un colpo di maglio assestato allimperialismo, ed perci incontestabilmente un passo rivoluzionario. Lenin ha ragione quando afferma che il movimento nazionale dei paesi oppressi si deve considerare non dal punto di vista della democrazia formale, ma dal punto di vista dei risultati effettivi nel bilancio generale della lotta contro limperialismo, cio non isolatamente, ma su scala mondiale . (Stalin, Principi del leninismo)-------------A differenza di come ha predicato la scolastica trotzkista consolatoria, i burocrati mangioni, prepotenti e maialoni non hanno affatto usurpato e tantomeno tradito la meravigliosa rivoluzione consiliare operaia e proletaria, ma hanno semplicemente sostituito con il loro potere dispotico la pittoresca incapacit dei lavoratori manuali di garantire una sintesi sociale funzionante sulla sola base dellautogoverno politico diretto e della autogestione economica diretta. In mancanza di questa variante utopica della mano invisibile marxista e della armonia prestabilita comunista, il provvidenziale baffuto georgiano Stalin ha preso felicemente le cose in mano, garantendo la sopravvivenza dellesperimento di ingegneria sociale dispotico-egualitaria sotto cupola geodesica protetta.E stata provvidenziale o nefasta la prosecuzione di questo esperimento di ingegneria sociale dispotico-egualitaria sotto cupola geodesica protetta chiamato comunismo, lunico veramente esistito (spero che nessuno chiami comunismo il balbettare esistenzialistico del signor Ingrao o della signora Rossanda)?Dipende dalle opinioni, ovviamente, e dipende dalla nostra interpretazione globale del novecento (la mia opposta a tutto il variopinto circo dei seppellitori del novecento come secolo mostruoso delle ideologie assassine e delle utopie totalitarie, circo che va dal Dipartimento di Stato USA fino ai teorici dei centri sociali, della corte dei miracoli Bertinotti-Caruso-Luxuria e dellarmata Brancaleone della sovietologia universitaria). In proposito, la mia opinione pu essere compendiata cos:Molto positivo, incondizionatamente positivo. Tentativo positivo di riaffermare il primato della politica sulleconomia (Polanyi). Il primato delleconomia sulla politica infatti la pi schifosa religione idolatrica dei nostri tempi, e ad essa appunto si oppone il comunitarismo. Perch, che cosa credete che sia il comunitarismo, se non al novanta per cento esattamente questo?Molto positivo, perch ha mostrato alla luce dellesperienza storica che sempre possibile opporre un modello concretamente contrapposto al capitalismo, sia pure nella fattispecie cattivo. Ma il fatto stesso che abbia potuto avere luogo, indica che potrebbe ripetersi in futuro. Per questo i capitalisti e gli oligarchi finanziari foraggiano generosamente gli ideologi dellorrore totalitario e del Doppio Baffo Dispotico Hitler-Stalin, trovando anche cretini e/o ingenui che ci cascano, come i contadinotti nelle stazioni ferroviarie cascavano davanti ai tavolini dei giocatori delle tre carte.

Costanzo Preve, Breve manifesto personale sul Comunismo e sul Comunitarismo