Appunti di Antropometria e Costituzionalistica

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LINEE DI COSTITUZIONALISTICA E DI ANTROPOMETRIA

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LINEE DI COSTITUZIONALISTICA E DI ANTROPOMETRIA

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GLI STUDI SULLA COSTITUZIONALISTICA

Nel passato medici e studiosi dell'uomo hanno riconosciuto nella variabilità di una popolazione il ripetersi e l'accentuarsi di somiglianze che trascendono il semplice dato fisionomico e che invece sottolineano caratteri d'insieme, definiti da Ippocrate come “abito”. Esso indica particolari predisposizioni a malattie e particolari tipi di carattere e di comportamento.

Ippocrate classificava i “tipi” umani dividendoli in due categorie fondamentali:

•  a corpo lungo e snello (abito ptisico)

•  a corpo breve e massiccio (abito apoplettico).

Galeno sulla base di una sua teoria degli umori, definì quattro tipi fondamentali che presentano alcune coincidenze coi biotipi moderni (linfatico, sanguigno, bilioso, melanconico o nervoso).

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LA TEORIA DEGLI UMORI

Secondo tale teoria gli umori, o elementi fondamentali costitutivi del corpo umano, sono: il sangue, elemento caldo proveniente dal cuore, la flemma, elemento freddo che proviene dal cervello; la bile gialla, asciutta, secreta dal fegato; e la bile nera, elemento umido, prodotta dalla milza.

La salute di un organismo viene ricondotta a un rapporto proporzionato (crasi) fra i vari umori. Allorché questo rapporto viene alterato (discrasia) si origina la malattia che, secondo il particolare umore alterato, si distingue in sanguigna, flemmatica, biliare e atrabiliare.

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DEFINIZIONE DI COSTITUZIONALISTICA

Termine usato soprattutto in psicologia per designare la scienza costituzionalistica, che ha per scopo lo studio dei caratteri fisici, psichici e morfologici dei singoli individui al fine di giungere alla classificazione di tipi ben definiti (biotipi o tipi costituzionali).

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IL COSTITUZIONALISMO ITALIANO ACHILLE DE GIOVANNI (1838-1916)

Secondo De Giovanni, l'analisi clinica deve partire dall'esame delle condizioni del singolo individuo. A questo fine, sostenne la necessità di un sistema di misurazioni antropometriche, grazie al quale individuò tre tipi principali a seconda delle proporzioni morfologiche della persona.

Ognuno di questi tre tipi è costituzionalmente predisposto a sviluppare determinate patologie. L'obiettivo di De Giovanni era quindi la trasformazione della clinica in scienza esatta, sperimentalmente fondata.

In questo quadro tutte le patologie erano riconducibili alla "costituzione" individuale, prendendo necessariamente in considerazione anche i fattori ereditari (pur in assenza di qualsiasi teoria dell'ereditarietà).

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ALCUNI INDIVIDUI SONO PIÙ RESISTENTI DI ALTRI •  De Giovanni sottolineava la maggiore resistenza di alcuni individui

rispetto ad altri, chiamando quindi in causa la variabilità individuale.

•  Egli pensava che nel loro svolgersi correlato le funzioni organiche determinassero l'aspetto anatomico dei relativi organi, delle «combinazioni morfologiche».

•  In questo senso era possibile accertare attraverso misurazioni antropometriche la predominanza di specifici sistemi funzionali, le disfunzioni, e quindi l'inclinazione costituzionale verso determinate malattie.

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LA RICERCA ANTROPOMETRICA

•  “Tutto ciò che nell'individuo segna una disarmonia morfologica, od una anomalia nel processo della evoluzione (Ontogenesi), è fonte, o può essere fonte, di morbilità".

•  Non esiste, peraltro, un tipo umano ideale, esente da disarmonie; questo tipo umano esprime un concetto astratto, "mentre il tipo morfologico dell'individuo è una realtà".

•  L’antropometria permette di individuare tre tipi morfologici, tre combinazioni che espongono a differenti rischi morbosi:

•  nella prima combinazione prevale la lunghezza degli arti, •  nella seconda "lo sviluppo del torace" •  nella terza quello della "cavità addominale".

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LE LEGGI DI CORRELAZIONE

Le leggi di correlazione rappresentavano il meccanismo definitorio dell'ambito di variazione individuale, ed era la loro presenza a rendere incompatibile la vita al di là di certi limiti della variabilità.

Le correlazioni, mutue compenetrazioni strutturali davano vita ad un insieme compatto, olisticamente concepito, in cui le leggi di correlazione descrivevano la densa sostanza che univa idealmente ogni carattere biologico dell'uomo.

Eredità ed ambiente fanno la costituzione, il fenotipo è l'espressione della correlazione tra patrimonio ereditario e fattori ambientali, secondo il lamarckiano principio condiviso dai costituzionalisti italiani a partire da Achille De Giovanni.

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CHE COS’È LA COSTITUZIONE LA DEFINIZIONE DI NICOLA PENDE (1880-1970)

Rappresenta « la risultante morfologica, fisiologica, e psicologica, variabile da individuo ad individuo, delle proprietà di tutti gli elementi cellulari ed umorali del corpo, nonché della loro combinazione in un tipo speciale di fabbrica corporea, in uno speciale stato cellulare avente un suo proprio equilibrio e rendimento funzionale, una data capacità di adattamento e maniera di reagire agli stimoli dell'ambiente.

Tale risultante è essenzialmente determinata dalle leggi dell'ereditarietà ed accessoriamente dalle azioni perturbatrici esercitate dall'ambiente sull'attuazione del piano ereditario di organizzazione dell'individuo.»

Le debolezze di costituzione, Bardi, Roma, 1928

Una scienza secondo la quale «forma e funzione, soma e psiche, non possono più considerarsi indipendentemente, formando l'essere una unità psicofisica, in cui la forma è l'immagine plastica della funzione»

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L’OGGETTO DELLA COSTITUZIONALISTICA

Pende rappresenta l'oggetto di questa nuova disciplina utilizzando la forma della piramide.

La base racchiude il patrimonio dei caratteri ereditati dall'individuo e le varianti determinatesi durante le tappe evolutive.

Le tre facce sono le seguenti:

•  la faccia morfologica

•  la faccia dinamica umorale (temperamento)

•  la faccia psicologica (carattere, intelligenza)

La sintesi delle tre facce è l'apice della piramide, cioè la sintesi delle proprietà vitali dell'individuo, la sua resistenza all'ambiente, il suo rendimento dinamico complessivo.

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I BIOTIPI DI N. PENDE

Pende, in definitiva, stabilisce l’esistenza di quattro biotipi:

•  longilineo tonico-stenico;

•  brevilineo tonico-stenico;

•  longilineo atonico-astenico;

•  brevilineo atonico-astenico.

Ciascuno di questi possiede, secondo lo studioso, ben definiti caratteri psicologici; inoltre, varianti di tali tipi caratterizzano in modo categorico le varie “razze”.

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LA CLASSIFICAZIONE DI VIOLA

Viola elaborò una classificazione fondata su metodi antropometrici, in base alla quale concluse che tutti gli individui derivano da un biotipo ideale (normotipo) secondo due linee:

•  longilinei microsplancnici : sviluppo ridotto dei visceri e quindi dell’addome, torace stretto e addome poco sviluppato

•  brevilinei macrosplancnici: visceri e addome sviluppato

•  biotipi non differenziati (mixotipi) : presenta alcuni caratteri somatici di due o di tutti e tre i tipi costituzionali (longilineo, normolineo e brevilineo.

Le classificazione è stata ripresa negli anni Settanta da vari studiosi, fra i quali l'italiano Brian, che ha proposto un test antropometrografico per applicazioni costituzionalistiche-mediche, che ha largo seguito anche all'estero.

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WILHELM JOHANNSEN (1909)

Le caratteristiche ereditarie sono quelle per cui è possibile riconoscere, grazie all’analisi degli alberi genealogici, l’esistenza di un fattore ereditario, una sorta di germe, un’entità allora soltanto ipotetica presente nelle cellule germinali di almeno uno dei genitori, che lo studioso propose di chiamare gene.

La patologia costituzionale incorporò questa nuova nozione di ereditarietà concettualizzandola costituzione, la diatesi, come disposizione o vulnerabilità trasmissibile, trasformabile in malattia da un fattore o più fattori esterni.

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I TIPI PSICOSOMATICI

Nel sec. XX si sono affermate classificazioni di tipo psicosomatico, basate sul rapporto esistente in ogni individuo fra sviluppo del sistema endocrino e del sistema nervoso e struttura corporea in generale.

La più nota fra queste è quella del tedesco E. Kretschmer che si basa essenzialmente sulla divisione degli psicotici nei due grandi gruppi:

•  gli schizofrenici, di norma astenici o leptosomici (longilinei);

•  i maniaco-depressivi, i picnici (brevilinei);

•  Oltre a questi due tipi, ne definì un terzo, l'atletico, con notevole sviluppo scheletrico e muscolare e con caratteri psichici affini a quelli del tipo picnico

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I TRE TEMPERAMENTI DI KRETSCHMER

Nei soggetti normali individuò tre temperamenti fondamentali:

•  schizotimico, caratterizzato da tendenza all'autismo, con ricca vita interiore, e difficoltà nei rapporti sociali;

•  ixotimico, caratterizzato da rigidità intellettiva, vischiosità affettiva, equilibrio, tenacia;

•  ciclotimico, caratterizzato da forte reattività emotiva, risonanza con l'ambiente, socievolezza, tendenza ai cambiamenti d'umore, tipico.

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LE COMPONENTI PRIMARIE DEL FISICO SECONDO W. H. SHELDON E S. S. STEVENS

Negli anni Quaranta W. H. Sheldon e S. S. Stevens isolarono negli individui alcune “componenti primarie” del fisico:

•  Endomorfismo, prevalenza dei visceri e dell'apparato digestivo Biotipo rotondo e flaccido, altezza e larghezza corporea che spesso si avvicinano, addome prevale su torace, arti corti. Il viscerotonico è contraddistinto da estroversione e amore per le comodità

•  Mesomorfismo, prevalenza delle ossa e della muscolatura. Massiccia impalcatura osseo-muscolare, tronco robusto, spalle larghe, arti ipertonici e proporzionati, a livello psicologico si considera come un somatotonico,

•  Ectomorfismo, prevalenza del sistema nervoso e dell'apparato tegumentario. Essenzialmente longilineo, gracile, scarso sviluppo osseo e muscolare e a livello psicologico può essere inquadrato come un cerebrotonico, introverso e inibito.

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GLI STUDI DI QUETELET

Gli studi di Quetelet sulle proporzioni ideali dei segmenti corporei per ottenere le misure dell'uomo medio (secondo la legge di Gauss), hanno portato alla fondazione dell'antropometria, branca dell'antropologia.

Questi studi sono stati continuati da diversi autori, tra cui Richer, che per primo usò il calibro, Oeder che usò la plica ombelicale per la misura dell'obesità, e Matiegka, che creò una serie di equazioni per predire i valori della muscolatura, della struttura scheletrica e dei lipidi corporei, a partire dalla statura, dalle circonferenze e dallo spessore delle pliche.

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LA SCOMPOSIZIONE DEL CORPO UMANO

I costituenti biochimici (grasso, massa muscolare, liquidi organici, sali minerali, ecc.), sia in quelli della distribuzione delle masse e delle dimensioni dei vari segmenti corporei, rivestono notevole importanza per le ricerche e le applicazioni in diverse discipline, dalla genetica delle popolazioni alla medicina dello sport, dalla fisiopatologia alla scienza dell'alimentazione e alla stessa igiene mentale.

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I METODI DELLA DISCIPLINA

•  Nel 1950 l'antropometria nutrizionale diventa una disciplina rigorosa con metodi e strumenti di misura riconosciuti e codificati.

•  Le metodiche e gli strumenti oggi utilizzati rimangono simili: calibro, metro, bilancia, statimetro, plicometro.

•  Sono tutti strumenti semplici, veloci e non invasivi, utili non solo per la stima dei compartimenti, ma anche per la definizione del somatotipo, della distrettualità adiposa, muscolare, e della struttura scheletrica.

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UTILITÀ DELLA TECNICA ANTROPOMETRICA

La tecnica antropometrica oggi consente di essere predittiva per i due compartimenti FAT e FFM.

FFM - La massa magra è data dal contributo di ossa, denti, muscoli, organi interni, tessuto connettivo e grasso essenziale. Il grasso primario risulta essenziale per la salute dell'individuo. Il grasso primario costituisce circa il 3% della massa corporea maschile ed il 12% di quella femminile.

FAT - La massa grassa (FM, dall'inglese Fat Mass) rappresenta la quantità totale di lipidi estraibili dal corpo umano (grasso primario + grasso di deposito). Una massa grassa inferiore al 3% nell'uomo ed al 12% nella donna non è compatibile con una buona salute e nei casi più drastici addirittura con la vita stessa dell'individuo.

Sono innumerevoli le tabelle di riferimento, relative alla composizione corporea, suddivise per fascia di età, sesso, fisiologia speciale, patologia ed etnia.Eppure l'antropometria non ha il necessario riscontro nella routine clinica, spesso per motivi di scarsa conoscenza sulla reale potenzialità diagnostica.

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RANGE DI NORMALITÀ DEL GRASSO CORPOREO

La percentuale di grasso corporeo considerata accettabile è compresa tra il 10% ed il 18% per gli uomini e tra il 18% ed il 26-28% per le donne.

La differente percentuale di grasso corporeo tra uomo e donna è determinata dalla maggior quantità di grasso "essenziale" della donna (12% contro il 3-5% dell'uomo) e dal diverso corredo ormonale (che favorisce un maggior accumulo di massa magra nell'uomo.

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GRASSO PRIMARIO E GRASSO DI DEPOSITO

Il grasso primario o essenziale rappresenta la quota di adipe contenuta nel sistema nervoso centrale, nel midollo osseo, nelle ghiandole mammarie, nei reni, nella milza ed in altri tessuti.

Il grasso di deposito - che sommato a quello primario ci dà l'entità del grasso corporeo totale - è concentrato a livello sottocutaneo, toracico - addominale, intra ed intermuscolare.

Rispetto alla popolazione generale, le percentuali di grasso corporeo desiderabili per i soggetti fisicamente attivi, e ancor più per gli atleti d'alto livello, sono generalmente inferiori.

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PERCENTUALE DI GRASSO CORPOREO TOTALE PER LE DIVERSE CATEGORIE DI SOGGETTI

Maschi Femmine

Atleti 5.0 - 13.0 12.0 - 22.0

Persone attive 12.0 - 18.0 16.0 - 25.0

Leggero soprapeso 19.0 - 24.0 26.0 - 31.0

Obesi > 24.0 > 31.0

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CONSUMO DI CALORIE •  Il metabolismo basale è direttamente proporzionale alla massa

magra di un soggetto.

•  Il valore metabolico è influenzato soprattutto dal tessuto muscolare: più muscoli abbiamo e più calorie consumiamo nel corso della giornata, indipendentemente dall'età, dalla funzionalità tiroidea e dal livello di attività fisica.

•  Il muscolo, infatti, richiede un consumo metabolico nettamente superiori rispetto al tessuto adiposo (dieci volte).

•  La determinazione della massa grassa può avvenire secondo diverse metodologie, che differiscono per praticità, accuratezza e costi (plicometria, bioimpedenziometria, circonferenze corporee, Dexa, creatinina, risonanza magnetica, TAC, K40 ed ultrasuoni.

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LA PLICOMETRIA

E’ una delle più semplici, precise e meno costose rilevazioni

Il plicometro è costituito essenzialmente da una pinza e da una scala graduata che misura la distanza tra le punte. Il plicometro dovrebbe esercitare una pressione costante tra le pliche di 10g/mm ²

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TECNICA DI RILEVAZIONE

•  Effettuare le misurazioni sul lato sinistro del corpo per convenzione (senza tener conto del lato di preferenza del soggetto, a meno che il sx non sia impossibilitato o si voglia rilevarli entrambi o solo il dx per problemi di riabilitazione)

•  Individuare il sito e marcare con lapis dermografico

•  Tenere il calibro con la mano dx e afferrare tra pollice e indice della mano sx una plica cercando di scollare il tessuto muscolare sottostante.

•  Le dita devono distare 8 cm, su una linea perpendicolare all'asse longitudinale del pannicolo.

•  Esercitare con la mano dx una pressione per separare le branche del calibro, applicare il calibro alla base tenendolo a 90°.

•  Effettuare la lettura dopo 2 secondi.

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TECNICA DI RILEVAZIONE

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PUNTI DI RILEVAZIONE DELLA PLICA

•  Petto: la plica viene presa in direzione diagonale tra l'ascella ed il capezzolo;

•  Sottoscapolare: la plica viene presa in diagonale, all'angolo inferiore della scapola;

•  Ascellare: la plica viene presa orizzontalmente al di sotto della zona ricoperta di peli;

•  Soprailiaca: la plica viene presa in obliquo, appena sopra la cresta iliaca;

•  Addominale: la plica viene presa in verticale (od orizzontale a seconda degli autori), 2 cm lateralmente all'ombelico;

•  Tricipite: la plica viene presa in verticale, a metà del braccio misurato flesso;

•  Bicipite: la plica viene presa in verticale, a metà del braccio misurato disteso;

•  Coscia: la plica viene presa in verticale, al centro della distanza tra la piega inguinale e la rotula;

•  Polpaccio: la plica viene presa in verticale, nel punto di maggior sviluppo della parte e nella sua porzione mediale;

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OBESITÀ

L'obesità è una condizione morbosa caratterizzata da un eccesso di massa adiposa rispetto alla massa magra, in base ai limiti ritenuti normali per età, sesso e statura. In linea generale, si parla di obesità quando: il peso corporeo supera il peso ideale di una quantità pari almeno al 20%; oppure quando l'indice di massa corporea (I.M.C) è superiore a 30. Bisogna sempre tenere in conto il giusto rapporto tra massa magra e massa grassa. Per esempio, a parità di altezza, sesso, età e peso, un longilineo sedentario potrebbe risultare obeso mentre la sua controparte brevilinea e sportiva potrebbe avere una massa adiposa nella norma. In quest'ultimo caso non si può parlare di obesità poiché l'eccesso ponderale è dovuto soprattutto alla maggiore massa ossea e muscolare. Il B.M.I. è quindi un indicatore approssimativo poiché il peso corporeo non è condizionato solo dalla massa grassa ma anche da quella magra.

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OBESITÀ E INDICI DI BMI MASCHIO/FEMMINA

UOMO DONNA

Normalità 20-25 18.7 -23.8

Sovrappeso (obesità di I° grado) 25-30 23.9-28.6

Obesità di II° grado 35-40 28.7-40

Obesità di terzo grado > 40 > 40

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VALUTAZIONI ANTROPOMETRICHE

•  Staturo-ponderale •  (Definizione del BMI, delle curve di crescita, dei centili età-

peso). Permette la costruzione delle curve di crescita, dei centili altezza, peso ed età, nei bambini e negli adolescenti. Comprende il BMI, o indice di massa corporea, utile nello screening dello stato nutrizionale sulla popolazione.

•  La valutazione staturo - ponderale trova, quindi, la migliore collocazione clinica nello studio della variabile peso in relazione ai fattori ambientali, metabolici, o semplicemente in relazione ai regimi dietetici presenti.

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STRUTTURA SCHELETRICA (CLASSIFICAZIONE IN ESILE, MEDIA E

ROBUSTA)

Circonferenza polso, indice di Grant e tipo morfologico

La circonferenza polso può essere utilizzata per definire la tipologia morfologica o costituzionale. A tale scopo può essere utilizzata da sola o in combinazione all’altezza utilizzando l’indice di Grant:

Indice di Grant=altezza (cm)/circonferenza polso (cm)

La tipologia morfologica era molto utilizzata per calcolare il peso ideale dell’individuo in base appunto alla sua tipologia morfologica

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DEFINIZIONE DEL TIPO MORFOLOGICO IN BASE ALLA CIRCONFERENZA DEL POLSO.

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DEFINIZIONE DEL TIPO MORFOLOGICO IN BASE ALL’INDICE DI GRANT

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MORFOLOGIA E SPORT La costituzione corporea può essere calcolata, ancor più rapidamente, misurando la circonferenza del polso destro alla base della mano: •  Brevilineo (o brachitipo): eccelle negli sport di forza, come il sollevamento pesi o sport da combattimento.

•  Normolineo (o normotipo): è adatto alla pratica di tutti gli sport, in particolare delle discipline di velocità e mezzofondo. •  Longilineo (o longitipo): predilige gli sport di corsa resistente e di salto.

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LE MISURAZIONI ANTROPOMETRICHE VENGONO EFFETTUATE SECONDO PRECISI PUNTI DI RIFERIMENTO DETTI PUNTI ANTROPOMETRICI CHE SONO SUDDIVISI IN PUNTI ANATOMICI O FISSI SE REPERITI SEMPRE NELLA MEDESIMA SEDE ANATOMICA, COME LE PROMINENZE DELLO SCHELETRO LOCALIZZABILI ATTRAVERSO LA CUTE, ED IN ARTIFICIALI O MOBILI SE NON HANNO UNA SEDE FISSA, COME I CAPEZZOLI CHE SI POSSONO TROVARE AD ALTEZZE DIFFERENTI RISPETTO ALLE COSTE. I PUNTI SOMATOMETRICI SI POSSONO SUDDIVIDERE ANCHE RISPETTO ALLA LORO SIMMETRIA IN : MEDIANI, SE SITUATI SUL PIANO SAGITTALE MEDIANO E LATERALI, IN NUMERO PARI, SE POSTI SUGLI EMISOMI DESTRO E SINISTRO. I PUNTI PIÙ VICINI AL CENTRO DEL CORPO SI DEFINISCONO PROSSIMALI MENTRE I PIÙ LONTANI SI DICONO DISTALI.

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SCOPO DELLE MISURE ANTROPOMETRICHE

Misure antropometriche Peso e statura Lunghezze segmentali scheletriche (tronco e arti) Diametri scheletrici Circonferenze degli arti Circonferenza vita, addome, fianchi Pliche cutanee

Finalità delle misurazioni Dimensioni corporee complessive Proporzioni corporee Taglia corporea Indici dello sviluppo muscolare Indice di distrettualità del tessuto adiposo Indici di distribuzione topografica del tessuto adiposo

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STATURA TOTALE IN PIEDI

La statura totale in piedi (ST) è la distanza in cm tra il piano passante per il punto più alto della testa o Vertex ed il piano di appoggio della pianta dei piedi. Tale misura esprime attraverso un solo parametro la lunghezza di tutti e quattro i segmenti corporei: testa, collo, tronco, arti inferiori. Col passare degli anni la statura tende a diminuire, a causa delle modificazioni e alterazioni a carico delle vertebre, dei dischi intervertebrali e del mantenimento della postura. La misurazione della ST va eseguita con il soggetto in posizione eretta standard, posto di spalle all’asta metrica e privo di scarpe. La superficie posteriore del corpo deve sfiorare l’asta nei seguenti punti: protuberanza occipitale esterna, regione delle scapole, regione glutea e talloni; il cursore dell’ altimetro può essere abbassato fino a porlo a contatto con il vertex solo dopo aver verificato che la testa sia posizionata secondo il piano orizzontale di Francoforte.

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LUNGHEZZE SEGMENTALI CORPOREE

La determinazione delle lunghezze segmentali scheletriche trova campo di applicazione e utilizzo in medicina clinica e riabilitativa (lunghezza segmentale toracica) oltre che in antropologia ed in medicina dello sport nella valutazione biomeccanica delle prestazioni del corpo umano (lunghezza segmentale arti). Lunghezza segmentale del tronco

I punti somatometrici mediani del tronco sono : •  Cervicale: sulla linea mediana posteriore del collo,corrisponde al processo

spinoso di C7 •  Giugulare o Sovrasternale: centro incisura giugulare dello sterno •  Mesosternale: dove il piano passante per lo sterno incontra il piano orizzontale

passante per il punto di inserzione della quarta costa •  Xifoideo: apice del processo xifoideo dello sterno •  Epigastrico:unione tra la linea mediana del corpo e la linea passante lungo il

margine inferiore degli archi della decima costa •  Ombelicale

Synphysion: punto mediano del margine antero-superiore della sinfisi pubica •  Lombare: sporgenza del processo spinoso di L4

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I PUNTI SOMATOMETRICI LATERALI

Acromiale: punto più laterale del processo acromiale della scapola Ascellare posteriore: margine posteriore della piega ascellare Iliocristale: punto corrispondente alla massima sporgenza esterna della cresta iliaca (spina iliaca antero superiore)con il soggetto in stazione eretta Iliospinale anteriore: punto corrispondente alla spina iliaca anterosuperiore Sottoinguinale: punto più interno e superiore della plica inguinale

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I PUNTI SOMATOMETRICI DELL’ARTO INFERIORE Trocanterico: punto laterale più alto del gran trocantere Tibiale mediale: punto prossimale del margine interno della testa della tibia Tibiale laterale: punto prossimale del margine esterno della testa della tibia Sphyrion fibulare: punto laterale distale del malleolo fibulare

Pterion: punto più sporgente posteriore del calcagno

Acropodion: punto più sporgente delle dita del piede

Metatarsale: punto più esterno medialmente e lateralmente alla radice del primo e del quinto dito

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IMPEDENZIOMETRIA L’impedenziometria (BIA o Body Impedence Assessment) permette una valutazione della composizione corporea in base alla misura della resistenza offerta dal corpo umano in toto o nei suoi distretti (arti inferiori, arti superiori, tronco e torace) al passaggio di una corrente di tipo alternato e di basso voltaggio. L’Analisi di Impedenza Bioelettrica (BIA) è un metodo basato sul fatto che il corpo umano sia costituito da conduttori e non-conduttori. La massa Magra del corpo umano presentando grandi quantità di acqua (ed elettroliti), funziona come conduttore, mentre la massa grassa essendo praticamente anidra, funziona come non-conduttore. Il metodo BIA classico misura l’impedenza di tutto il corpo, presupponendo che esso venga considerato come un cilindro per l’applicazione del modello.

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LUNGHEZZE SEGMENTALI DEGLI ARTI

La misurazione delle lunghezze segmentali degli arti è importante per lo studio delle proporzioni corporee e la comprensione dei meccanismi di crescita ed in medicina dello sport nella valutazione biomeccanica delle prestazioni del corpo umano.

I Punti somatometrici dell’arto superiore sono : Omerale: sporgenza laterale del condilo esterno dell’omero Radiale: pinto più prossimale del margine laterosuperiore del capitello del radio Stylion: punto più distale laterale del processo stiloideo del radio a livello dell’interlinea del polso

La Lunghezza totale dell’arto superiore va dal punto acromiale allo stylion, escludendo la misura della mano (dactylion è il punto più distale del terzo dito della mano).

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LA PRESA DI PRECISIONE L’oggetto, di solito piccolo e qualche volta fragile, è collocato tra i polpastrelli delle dita che si dispongono attorno all’oggetto conformemente alla sua forma. In questa classe di presa possono esserne identificati alcuni tipi: PRESA A PINZA (OPPOSIZIONE TERMINALE): le punte dei polpastrelli, o a volte le estremità delle unghie, sono usate per prendere piccoli oggetti come uno spillo. Questa è la più fine e la più precisa di tutte le prese di precisione e di conseguenza è facilmente disturbata nei traumi della mano. OPPOSIZIONE SUBTERMINALE: le superfici palmari del dito pollice e del dito indice (o un altro dito) vengono in contatto come quando sostengono una penna, o un figlio di carta. OPPOSIZIONE SUB TERMINO-LATERALE (O PRESA A CHIAVE):il polpastrello del pollice pressa contro il fianco di una qualsiasi delle falangi di un altro dito. ADDUZIONE TRA DUE DITA: usualmente tra l’indice e il medio, con il pollice che non prende parte alla presa, come per sostenere una sigaretta.

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LA PRESA DI POTENZA

E’ una prese in cui entra in azione tutta la mano. Possono essere evidenziate due modalità di presa di potenza: PRESA PALMARE: è la più potente. La mano intera si avvolge attorno all’oggetto, il cui asse lungo viene a giacere lungo la doccia palmare, con il pollice che agisce come un sostegno e le dita sono chiuse attorno all’oggetto. Il volume dell’oggetto determina la forza della presa, che è massimale quando il pollice può ancora toccare il dito indice. PRESA AD UNCINO: l’oggetto è tenuto fermamente tra la superficie palmare delle dita flesse, senza che il pollice vi prenda in alcun modo parte

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  L’ERGONOMIA

Nel 1949 fu fondata in Inghilterra la prima società nazionale di ergonomia ad opera dello psicologo gallese K.F.H. Murrell, che utillizzò per la prima volta il termine “Ergonomia” Gli americani indicano l’Ergonomia come Ingegneria dei Fattori Umani (Human Factors Engineering). A ciò fece seguito, nel 1961, la creazione dell’”Associazione Internazionale di Ergonomia” (I.E.A. - International Ergonomics Association), la quale, attualmente, rappresenta le società di ergonomia presenti in 40 Paesi. Per ciò che concerne l’Italia, sempre nel 1961, nacque la S.I.E. - Società Italiana di Ergonomia - con sede a Milano, presso la Clinica del Lavoro (la prima clinica del lavoro al mondo nata nel 1906 ad opera di Luigi Devoto)

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CHE COS’E’ L’ERGONOMIA? Il termine “Ergonomia” deriva dalle parole greche “ergon” (lavoro) e “nomos” (legge); negli Stati Uniti viene spesso usato il termine “human engineering” ad indicare tutto ciò che riguarda l’ergonomia, vale a dire la progettazione di sistemi, macchinari, utensili, compiti tecnici e quant’altro volto ad un adattamento alle caratteristiche umane, tale da poter migliorare la sicurezza, la salute, il comfort e le prestazioni degli utenti/operatori. Il ruolo primario nell’ergonomia viene assunto contemporaneamente da numerosi fattori che includono: postura e movimento corporeo (ad es.: seduta, posizione eretta, sollevamento, trazione e spinta), fattori ambientali (ad es.: rumore, vibrazioni, illuminazione, clima, sostanze chimiche), informazioni ed operazioni (ad es.: informazioni ottenute sia visivamente sia attraverso altri sensi, controlli, relazioni tra i video ed i controlli), organizzazione del lavoro (ad es.: compiti appropriati, lavori non ripetitivi e monotoni).

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L’ERGONOMIA HA UN SIGNIFICATO SOCIALE

L’ergonomia attinge le sue conoscenze da diversi settori delle scienze umane e della tecnologia (ad esempio: l’antropometria, la biomeccanica, la fisiologia, la psicologia, la tossicologia, l’ingegneria meccanica, il disegno industriale, la tecnologia dei mezzi di comunicazione e l’organizzazione del lavoro). L’ergonomia è contraddistinta dalla sua natura applicativa unita al suo approccio interdisciplinare ed al soggetto della sua ricerca: lo studio dei fenomeni d’interfaccia tra l’essere umano e il cosiddetto evento interagente, cioè tutto ciò che interagisce con l’Uomo provocando un rapporto positivo, negativo o neutro. Un gran numero di problemi sociali legati alla sicurezza, alla salute, al comfort ed all’efficienza possono essere risolti grazie al contributo dell’ergonomia.

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Nei paesi occidentali, ad esempio, le malattie del sistema muscolo scheletrico (soprattutto riferite alla zona lombare) ed i disturbi psicologici (quadri ansioso-depressivi e psicosomatizzazioni) costituiscono la causa principale di assenza per malattia e incapacità lavorativa. Queste condizioni possono essere parzialmente ricondotte all’inadeguatezza nella progettazione di attrezzature, di sistemi tecnici e dell’organizzazione del compito, ed anche in questo caso, l’ergonomia può aiutare a ridurre i problemi migliorando le condizioni di lavoro.

Alcuni principi ergonomici sono divenuti standard ufficiali il cui obiettivo è quello di stimolare l’applicazione dell’ergonomia. Una serie di tematiche è inclusa negli standard internazionali dell’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (International Standardization Organization - ISO), negli standard Europei EN del Comitato Europeo per la Normalizzazione (Comité Européen de Normalisation - CEN) e negli standard nazionali, ad esempio, dell’Italia (UNI), Inoltre, indicazioni ergonomiche specifiche vengono applicate in specifiche aree e settori industriali.

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UN PRODOTTO ERGONOMICO

Un prodotto ergonomico, per essere considerato tale, deve rispondere ai seguenti requisiti: deve essere centrato sull’utente, amichevole nell’interazione, sicuro, facile e soddisfacente nell’utilizzo. E’ comprensibile come l’ergonomia, in quanto area di studio che persegue il benessere dell’Uomo, abbia sviluppato dei criteri ben precisi che possono guidare la progettazione di nuovi sistemi “user friendly” (amichevoli per l’utilizzatore) e la valutazione di prodotti già esistenti. Un prodotto ergonomico è caratterizzato da un elevato grado di usabilità (neologismo derivato dal termine inglese ‘usability’).

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ANTROPOMETRIA SPORTIVA O CHINANTROPOMETRIA L’Antropometria è usata anche in campo sportivo per lo studio, al fine di valutarne le modificazioni dell’aspetto morfologico indotte dall’attività sportiva.

IL RAGAZZO SUBIRA’ DELLE MODIFICAZIONI DELLE SUE MISURE CORPOREE DOVUTE ALL’ACCRESCIMENTO

L’ATTIVITA’ FISICA SPORTIVA INDURRA’ INEVITABILMENTE DELLE MODIFICAZIONI SULLE STRUTTURE E QUINDI SUIVALORI ANTROPOMETRICI DEL RAGAZZO.

L’educazione fisica e sportiva deve tendere allo sviluppo armonico di tutte le qualità fisiche del soggetto, nei suoi attributi morfologici e funzionali, senza squilibri e sperequazioni che siano fonti di disarmonie e di veri fatti patologici.

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•  Esiste una stretta relazione tra appropriate caratteristiche fisiche e morfologiche individuali e il raggiungimento di risultati sportivi di alto livello, specie se si associa un adeguato allenamento al fine di migliorare le prestazioni.

•  La statura assume valore SELETTIVO E DETERMINANTE non solo negli sports che si trovano nella parte alta della graduatoria, ma anche in quelli che si trovano in fondo, in quanto vi sono degli sport che possono essere influenzati positivamente da una bassa statura

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TABELLA DEI VALORI MEDI DELLA STATURA IN ORDINE DECRESCENTE (FUCCI):

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L’INDICE PONDERALE (PESO/STATURA), PUÒ AVERE UN’IMPORTANZA SELETTIVA E DETERMINANTE PER LA RIUSCITA IN UNA DISCIPLINA SPORTIVA

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Nella parte superiore vi sono tutti gli sport di squadra e tutti gli sport acquatici; Nella parte medio-bassa si trovano esclusivamente le discipline sportive individuali

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VENERANDO CORRENTI (PATERNÒ, 1909 – ROMA, 1991)

•  Si pose il problema se esistesse o no un TIPO SOMATICO che si potesse considerare caratteristico e maggiormente idoneo per ciascuna specialità sportiva o per un gruppo di specialità affini tra loro.

•  Si consideri però che il rendimento di un atleta dipende da una serie di combinazioni che derivano sia dalle caratteristiche morfologiche (dimensioni e proporzioni del soma) sia dalla efficienza funzionale dei vari organi ed apparati.

Pertanto, il problema di provare a correlare i valori antropometrici con il rendimento di un soggetto che pratichi una specialità sportiva, non è per niente di facile soluzione.

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MISURE ANTROPOMETRICHE E PERFORMANCES

Correnti ha effettuato uno studio comparativo di alcune DIMENSIONI E PROPORZIONI DEL SOMA in gruppi di sportivi praticanti specialità diverse.

Egli identificò qualitativamente e determinò quantitativamente le dimensioni e le proporzioni corporee correlate in senso positivo o negativo con il RENDIMENTO NELLE DIVERSE SPECIALITA’ SPORTIVE. Egliritiene che il rendimento ottimale di un individuo in una determinata disciplina sportiva sia subordinato ad alcuni CARATTERI MORFOLOGICI O MORFOMETRICI, che vengono divisi in due gruppi:

•  PREDISPONENTI: esistono già all’inizio della attività specialistica e sono caratteri prevalentemente scheletrici.

•  DA ESERCIZIO: modificabili con l’esercizio sportivo stesso in quanto riguardanti le parti molli

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PROPORZIONI GENERALI CORPOREE (MORFIA)

La valutazione delle effettuate dal Correnti mediante la correlazione tra la statura con la somma dei 4 diametri del tronco: Diametro trasverso toracico misurato a livello del punto mesosternale

Diametro antero-posteriore toracico allo stesso livello

Diametro bicrestale-iliaco

Diametro antero-posteriore ipocondriaco misurato a livello del punto ipocondriaco. Ricavati questi dati il Correnti ha costruito, per ciascun sesso, dei grafici o morfosomatogrammi nei quali la “morfia” viene rappresentata secondo le proporzioni corporee evengono definiti 3 biotipi: •  leptomorfi (da leptos, sottile): sottili •  eurimorfi (da euros, larghezza): larghi

•  eumorfi = armonici

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COSA SI INTENDE PER MORFIA La morfia corrisponde alle proporzioni del corpo che sono importanti per le attività sportive.

Gli atleti del lancio del peso e del giavellotto sono prevalentemente eurimorfi perché eccedono i loro diametri anteroposteriori su quelli verticali.

Gli atleti del salto della corsa 400 m., 200 m., staffetta 4x400 presentano una leptomorfia accentuata a causa della dimensione verticale a carico degli arti. I saltatori in lungo, 3000 siepi,, fondisti dei 5000, maricatori presentano un grado accentuato di leptomorfia per la ridotte dimensioni orizzontali.

Atleti dalle proporzioni corporee eumorfiche si distinguono nella corsa a d ostacoli (con dimensioni al di sopra della media), nei velocisti dei 100 m., nei maratoneti (con dimensioni al di sotto della media).

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COSA SI INTENDE PER SOMIA

La somia corrisponde alla grandezza del corpo. In base alla massa somatica la classificazione degli individui origina:

•  normosonici eumorfi (ben formati e di grandezza media)

•  Questa tipologia di atleti è prevalente nelle attività che richiedono prestazioni diverse da quelli naturali (marciatori dei 50 km., ostacolisti, corridori nei 200 m., 100 m.

•  iposomici (di grandezza inferiore a quella attesa) •  Questa tipologia di atleti risulta prevalente nelle attività che

richiedono prestazioni prolungate (maratoneti, corridori sui 10.000 m., ecc •  ipersomici (di grandezza superiore a quella attesa)

•  Sono atleti più frequentemente impegnati in specialità quali: salto in lungo, corsa dei 400 m., salto con l’asta, lanci (disco, peso, giavelloto, martello)

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BARIA O PESO

La correlazione tra peso e statura permette di definire una classificazione rappresentata dal grafico definito baromorfogramma e di classificare i soggetti. Gli atleti ipobarici sono prevalentemente quelli che praticano specialità fondate in prestazioni sportive prolungate.

•  Corsa: 10.000 m., 1.500 m., 3000 siepi, maratona, salto in altro, salto con l’asta

I normobarici son coloro i quali praticano corsa più breve •  salto triplo, decathlon

Gli iperbarici sono gli atleti che si dedicano al lancio del peso, del disco, del martello. Il boromorfogramma permette di stabilire la correlazione tra statura e perimetro toracico e stabilire se i soggetti sono corrispondenti più o meno avanzati o arretrati.

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SPORT E ANTROPOMETROGRAMMA

Rappresenta un utile strumento per un soggetto che voglia praticare uno specifico sport: si effettua un raffronto tra l’antropometrogramma personale con quello tipico risultante dalle misure medie ottenute dai più affermati atleti della specialità. Gli atleti che corrono su piccole distanze sono elettivamente di statura media e longilinei ma con sviluppo della muscolatura molto diversa; quelli impegnati su distanze maggiori sono longilinei ma spesso anche di statura più bassa rispetto alla media. I saltatori sono longilinei e alti e pertanto sono in numero limitato. I lanciatori si caratterizzano in rapporto all’oggetto lanciato:

•  giavellotto: tendenza longilinea •  peso: brevilinei con muscolatura toracica massimamente sviluppata e bassa

statura •  atletica pesante: spiccatamente brevilinei, bassa statura, muscolatura e torace

sviluppato al massimo Nuotatori: presentano buona muscolatura e sviluppo del pannicolo adiposo sottocutaneo, sono di forma corporea longilinea

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PALLACANESTRO E PALLAVOLO

Nel basket prevalgono i longilinei, con buona muscolatura e ottime capacità cardiorespiratorie. I valori medi della statura risultano elevati con una media dei praticanti professionisti pari a 194, 8 cm, con una statura da seduto di 100 cm e una lunghezza dell’arto inferiore di 94,8. Nella Pallavolo gli atleti hanno un’altezza superiore alla media (valore selettivo e determinante) e una prevalenza del torace sull’addome e gli arti relativamente lunghi. La statura è elevata (media di 195,9 cm, BMI di 23,4 e la misura del reach dell’arto superiore dominante pari a 257,8 cm. Statura e reach sono determinanti per gli atleti centrali e sono più importanti rispetto ai palleggiatori e agli atleti universali.

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NUOTO Nel nuoto sono favoriti i soggetti morfologicamente non massicci, allungati. I velocisti presentano caratteri antropometrici diversi dai fondisti: I primi hanno una statura elevata ( altezza media di 181,8 , statura da seduto di 92,6 con una lunghezza dell’arto inferiore di 89,2; i secondi presentano parametri di poco superiore alla media. Gli arti superiori sono di misura più elevati rispetto a quelli inferiori, perché la propulsione proviene dai primi, mentre i secondi hanno una funzione inferiore. Importante è la funzione della gabbia toracica, per i volumi polmonari che può esprimere e della presenza dell’adipe sottocutaneo, in quanto caratterizza la muscolatura degli arti in forma arrotondata, favorendo il galleggiamento.

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CALCIO Nel calcio, le variabili antropometriche sono condizionate dal ruolo svolto dall’atleta.

Al di là del portiere, gli altri ruoli sono caratterizzati da costituzione normotipo, a secondo della zona che essi devono occupare in campo (centrali e laterali).

Sono favoriti coloro che presentano un ottimo sviluppo della muscolatura degli arti inferiori e un forte e sviluppato apparato cardiorespiratorio.

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PREDISPOSIZIONE SPORTIVA E SOMATOTIPO

Il soggetto endomorfo o endoblastico è caratterizzato per una presenza all’aumento adiposo, spesso eè brevilineo, gli arti inferiori sono corti, voluminosi. La massa muscolare si sviluppa con attività aerobiche protratte o footing. Gli sport maggiormente indicati sono il calcio, il cisclismo, la marcia, il baseball, l’Hockey. Il soggetto mesomorfico o mesoblastico presenta la corporatura con spalle larghe e vita stretta , scheletro robusto, buono sviluppo della massa muscolare. Gli sport indicati sono quelli in cui è richiesta forza e energia. gli sport maggiormente indicati sono: sollevamento peso e cultura fisica, bodybuilding, atletica leggera (alcune specialità). Il soggetto ectomorfo o ectoblastico è di taglia medio-alta sottile, dalla corporatura gracile, scarso sviluppo toracico e muscolare: La struttura si presenta caratterizzata da sviluppo verticale e scarsamente orizzontale. Presenta facilmente scoliosi e cifosi, arti lunghi e gracili. Gli sport indicati sono : ciclismo, pallacanestro, pallavolo, corso di fondo, salto in alto, salto con l’asta.