APPUNTI ALESSANDRINI N.8-08

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Pubblicazione non destinata alla vendita a circolazione interna mediante diffusione on-line ANNO 2 N. 8 AGOSTO 2008 Newsletter mensile di politica e attualità [email protected] La questione morale nell’Italia berlusconiana LA GRANDE ECLISSI Associazioni e movimenti tra scelte ecclesiali e politica/2 Alla ricerca di una nuova dimensione dell’agire politico Walter Fiocchi La disperazione non è che sussista una questione morale. La disperazione sta piuttosto nella connivenza silenziosa e talvolta spe- ranzosa di ricavare anche benefici personali e di gruppo dall’immoralità e illegalità dei potenti. La disperazione sta nel silenzio, an- che della Chiesa: un silenzio che dura da troppo. Ricordo solo due momenti nei quali è risuonata alta e coraggiosa la voce della Chiesa italiana (salvo gli inter- venti di Vescovi isolati e talora pe- santemente attaccati). Il 23 ottobre 1981 il Consiglio Per- manente della CEI pubblicava La Chiesa italiana e le prospettive del Paese; e dieci anni dopo, il 4 ottobre 1991, la Nota pastorale della Com- missione ecclesiale Giustizia e Pace “Educare alla legalità”. Nel primo si diceva, e sembra si parli dell’oggi e delle attuali lacerazioni interne: «Il Paese non crescerà, se non in- sieme. Ha bisogno di ritrovare il senso autentico dello Stato, della casa comune, del progetto per il futuro» (n. 8). «Il consumismo ha fiaccato tutti. Ha aperto spazi sempre più vasti a com- portamenti morali ispirati solo al be- nessere, al tornaconto degli interessi economici o di parte. (segue a pag.4) Lodovico Como Nel numero precedente di Appunti Alessandrini Roberto Massaro si è soffermato sulle differenze tra una associazione, l’Azione Cattolica Ita- liana, e un movimento, Comunione e Liberazione, nel rapporto con il mondo delle istituzioni e della poli- tica “partitica”. L’analisi si arresta alla prima metà degli anni ’90, quando la fine dell’unità politica dei cattolici sotto l’egida della Democrazia Cristiana ha aperto una fase che non è possi- bile ricostruire in poche battute, ra- gione per cui mi limito a condivide- re alcune considerazioni in merito al complesso rapporto tra partiti poli- tici e mondo cattolico. La prima considerazione riguarda la cattiva abitudine dei mass media a collocare i cattolici e il laicato orga- nizzato in una continua tensione tra fede e militanza politica. In realtà vi è un terzo elemento, l’appartenenza civile, che viene fre- quentemente trascurato: il creden- te è, come tutti, un cittadino che ha nelle istituzioni il suo riferimento e contribuisce alla promozione della dignità umana, della solidarietà, della pace come singolo o in modo organizzato. Questa tendenza ad etichettare le esperienze ecclesiali ascrivendole ad uno schieramento considera ancora “i cattolici” come un ser- batoio elettorale, mortifica il va- lore sociale e culturale dell’impegno civile di tanti cre- denti e impoverisce il mondo del- la politica, incapace di cogliere la ricchezza e rispettare l’autonomia di questa testimonianza. L’etichettatura di associazioni e mo- vimenti risponde piuttosto alla ricer- ca di nuove forme di collateralismo. Alle forzature interpretative sarebbe bene giustapporre una rinnovata lai- cità, che ponga le istituzioni e la po- litica come punto di incontro e di confronto, anche serrato, tra le dif- ferenti esperienze religiose, culturali e civili. La seconda considerazione riguarda le culture della “presenza” e della “mediazione”, o meglio, i loro esiti. I “presenzialisti” sembrano aver de- clinato la loro azione su due piani: un piano pragmatico del potere e- conomico e politico, in cui la dimen- sione economica tende a prevalere e spinge a valicare i confini della le- galità (vedi l’inchiesta “Why not?” in Calabria); un piano ideologico della difesa dei valori cristiani (insieme a compagni di strada tardivamente scopertisi devoti) con la conseguen- te riduzione dell’impegno politico dei credenti a lobby a difesa di una “religione civile” strumentale alla coesione e all’identità nazionale piuttosto che a «cercare il regno di Dio trattando le cose temporali or- dinandole secondo Dio» (Lumen Gentium, 31), cioè orientandole «al- la giustizia sociale, all’equità, alla di- gnità della persona umana, alla pace sociale e internazionale» (Gaudium et spes, 29). I “mediatori” invece hanno patito una serie di battute d’arresto legate da una parte alla appropriazione in- debita da parte ecclesiastica del ruo- lo del laicato, dall’altra a una certa frammentazione e alla fatica di ri- pensare le forme attraverso cui tra- durre i valori cristiani nella storia umana. EDITORIALE

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Associazioni e movimenti tra scelte ecclesiali e politica/2 Walter Fiocchi ● ANNO 2 N. 8 AGOSTO 2008 ● Newsletter mensile di politica e attualità ●  [email protected] (segue a pag.4) Pubblicazione non destinata alla vendita a circolazione interna mediante diffusione on-line L La a q qu ue es st ti io on ne e m mo or ra al le e n ne el ll l’ ’I It ta al li ia a b be er rl lu us sc co on ni ia an na a

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Pubblicazione non destinataalla venditaacircolazione internamediante diffusione on-line

ANNO 2 N. 8 AGOSTO 2008 ● Newsletter mensile di politica e attualità ● [email protected]

LLaa qquueessttiioonnee mmoorraalleenneellll’’IIttaalliiaa bbeerrlluussccoonniiaannaa

LA GRANDE ECLISSI

Associazioni e movimenti tra scelte ecclesiali e politica/2

Alla ricerca di una nuova dimensione dell’agire politico

Walter Fiocchi●

La disperazione non è che sussistauna questione morale.La disperazione sta piuttosto nellaconnivenza silenziosa e talvolta spe-ranzosa di ricavare anche beneficipersonali e di gruppo dall’immoralitàe illegalità dei potenti.La disperazione sta nel silenzio, an-che della Chiesa: un silenzio che durada troppo.Ricordo solo due momenti nei qualiè risuonata alta e coraggiosa la vocedella Chiesa italiana (salvo gli inter-venti di Vescovi isolati e talora pe-santemente attaccati).Il 23 ottobre 1981 il Consiglio Per-manente della CEI pubblicava LaChiesa italiana e le prospettive delPaese; e dieci anni dopo, il 4 ottobre1991, la Nota pastorale della Com-missione ecclesiale Giustizia e Pace“Educare alla legalità”.Nel primo si diceva, e sembra si parlidell’oggi e delle attuali lacerazioniinterne:«Il Paese non crescerà, se non in-sieme. Ha bisogno di ritrovare ilsenso autentico dello Stato, dellacasa comune, del progetto per ilfuturo» (n. 8).«Il consumismo ha fiaccato tutti. Haaperto spazi sempre più vasti a com-portamenti morali ispirati solo al be-nessere, al tornaconto degli interessieconomici o di parte.

(segue a pag.4)

Lodovico Como●

Nel numero precedente di AppuntiAlessandrini Roberto Massaro si èsoffermato sulle differenze tra unaassociazione, l’Azione Cattolica Ita-liana, e un movimento, Comunionee Liberazione, nel rapporto con ilmondo delle istituzioni e della poli-tica “partitica”.L’analisi si arresta alla prima metàdegli anni ’90, quando la finedell’unità politica dei cattolici sottol’egida della Democrazia Cristianaha aperto una fase che non è possi-bile ricostruire in poche battute, ra-gione per cui mi limito a condivide-re alcune considerazioni in merito alcomplesso rapporto tra partiti poli-tici e mondo cattolico.La prima considerazione riguarda lacattiva abitudine dei mass media acollocare i cattolici e il laicato orga-nizzato in una continua tensione trafede e militanza politica.In realtà vi è un terzo elemento,l’appartenenza civile, che viene fre-quentemente trascurato: il creden-te è, come tutti, un cittadino che hanelle istituzioni il suo riferimento econtribuisce alla promozione delladignità umana, della solidarietà,della pace come singolo o in modoorganizzato.Questa tendenza ad etichettare leesperienze ecclesiali ascrivendolead uno schieramento consideraancora “i cattolici” come un ser-batoio elettorale, mortifica il va-lore sociale e culturaledell’impegno civile di tanti cre-denti e impoverisce il mondo del-la politica, incapace di cogliere laricchezza e rispettare l’autonomiadi questa testimonianza.

L’etichettatura di associazioni e mo-vimenti risponde piuttosto alla ricer-ca di nuove forme di collateralismo.Alle forzature interpretative sarebbebene giustapporre una rinnovata lai-cità, che ponga le istituzioni e la po-litica come punto di incontro e diconfronto, anche serrato, tra le dif-ferenti esperienze religiose, culturalie civili.La seconda considerazione riguardale culture della “presenza” e della“mediazione”, o meglio, i loro esiti.I “presenzialisti” sembrano aver de-clinato la loro azione su due piani:un piano pragmatico del potere e-conomico e politico, in cui la dimen-sione economica tende a prevaleree spinge a valicare i confini della le-galità (vedi l’inchiesta “Why not?” inCalabria); un piano ideologico delladifesa dei valori cristiani (insieme acompagni di strada tardivamentescopertisi devoti) con la conseguen-te riduzione dell’impegno politicodei credenti a lobby a difesa di una“religione civile” strumentale allacoesione e all’identità nazionalepiuttosto che a «cercare il regno diDio trattando le cose temporali or-dinandole secondo Dio» (LumenGentium, 31), cioè orientandole «al-la giustizia sociale, all’equità, alla di-gnità della persona umana, alla pacesociale e internazionale» (Gaudiumet spes, 29).I “mediatori” invece hanno patitouna serie di battute d’arresto legateda una parte alla appropriazione in-debita da parte ecclesiastica del ruo-lo del laicato, dall’altra a una certaframmentazione e alla fatica di ri-pensare le forme attraverso cui tra-durre i valori cristiani nella storiaumana.

EDITORIALE

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APPUNTI ALESSANDRINI Ap ● PER UN DIBATTITO POLITICO2

LQUI ALESSANDRIAL Un’utile occasione estiva di confronto con la popolazione

Il PD e il rapporto con il territorio. Primarie per le elezioni provinciali?

Agostino Pietrasanta

●Il Partito democratico (PD) sta pren-dendo forma. Evidenzia, nel frat-tempo, parecchie difficoltà e non so-lo di organizzazione e di assetto del-le dirigenze nazionale e locali.Non manca, in ogni caso,un’interessante vivacità, anche eforse soprattutto nella base: nefanno testimonianza i dibattiti che sistanno svolgendo nelle feste localidei “democratici”, in corso nel co-mune di Alessandria.Se non sono emerse soluzioni speci-fiche sono stati individuati alcuninodi che dovranno essere comun-que risolti nel prossimo futuro.Mi limito ad indicarne alcuni.Intanto ci si chiede se ci sia la perce-zione delle ragioni del partito.Forse la campagna elettorale che havisto la dirigenza preoccupata, enon senza motivo, di recuperare ilvoto moderato/centrista, ha fattoperdere di vista l’istanza ispiratricedel partito che è quella di riprende-re la proposta di una democraziasolidale, così come l’avevano con-cepita i padri/costituenti.Il partito, in sostanza ripropone, odovrebbe farlo, la ripresa di unaconvergenza tra gli eredi più signifi-cativi di coloro che hanno scritto laCostituzione e che ne hanno fattofondamento di un sistema democra-tico che non si accontenta delle re-gole, ma si preoccupa della capacitàdel cittadino di essere protagonista,in qualunque condizioni si trovi: siasul piano sociale che economico.I dibattiti delle feste locali lo hannotrattato ed è significativo che la futu-ra “festa provinciale”(27 agosto/7settembre) voglia affrontare momen-ti di riflessione sulla Costituzione.In secondo luogo, e proprio come con-seguenza delle cose dette sul primopunto, si chiede la presenza del parti-to. Giustamente, anche in previsionedelle elezioni provinciali si proponeun “laboratorio del programma”.

E tuttavia per quanto cospicui pos-sano essere i risultati di tale labora-torio, rischierebbero di rimanereobsoleti, ininfluenti sul piano eletto-rale e della stessa vita della coali-zione del centro/sinistra, se non di-ventassero oggetto di dibattito fra icittadini della provincia e di coinvol-gimento della loro presenza.

Il dibattito alla Festa del Cristosui 60 anni della Costituzione

Peraltro è appunto questa la fun-zione di qualsiasi partito: organizza-re la presenza del cittadino/elettoreai fini della determinazione della po-litica nazionale e locale.Si risponde in tal modo, io credo, alradicamento del partito sul territorio;problema complesso e urgenze, afronte delle sfide della Lega: un radi-camento però che non si limita ad in-dividuare un’identità locale sia purenecessaria, ma a fare del PD un “luogodi relazione”, come viene richiamatoanche dalla dirigenza provinciale.Nei dibattiti cui accenniamo hannopartecipato anche non pochi esponen-ti della cosiddetta “sinistra radicale”.Alcuni di essi hanno espressamenterichiesto le primarie per le candida-ture delle provinciali, in caso contra-rio potrebbero non appoggiare lacoalizione di centro/sinistra.Ne prediamo atto preoccupati e fac-ciamo brevi considerazioni, indipen-dentemente peraltro dalle regoleche al riguardo propone lo statutodel partito, cui gli esponenti della si-nistra non sono ovviamente tenuti.

In linea teorica non siamo contrari al-le primarie per nessuna candidatura.In fondo, le scelte delle passate ele-zioni ed i metodi di quelle scelte av-venivano in un contesto politico edorganizzativo assolutamente diver-so dall’attuale e si potrebbe conclu-dere che, in situazione diversa, di-versi debbano essere i criteri di scel-ta anche per le elezioni.Mi limito, e mi permetto di farlo, adosservare che per affrontare le pri-marie ci vogliono le candidature ecandidature realmente e concreta-mente alternative, altrimenti si cadenella banalizzazione dello stesso vo-to: credo che nessuno di noi lo voglia.

AFeste nazionali di PartitoA

Pdl: è in preparazione perottobre a Milano.

Fi: Gubbio. Appuntamentodall'11 al 13 settembre.

An: a Mirabello (FE), dal 28agosto al 7 settembre.

Pd: prima festa democratica.A Firenze, dal 23 agosto al 7settembre.

Lega: la più importante è latradizionale tre giorni che ametà settembre si apre sulMonviso e termina a Venezia.

Udc: 4 giorni a Chianciano,dall'11 al 14 settembre.

Idv: dal 12 al 14 settembre aVasto, in Abruzzo.

Prc: a settembre con una 4giorni romana di dibattiti.

Sd: a Bacoli (NA) dal 25 luglioal 3 agosto.

Pdci: dal 26 luglio al 2 agosto igiovani della Fgci sono a Pine-to, in Abruzzo.

Udeur: è in programma un

evento verso fine settembre.

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APPUNTI ALESSANDRINI Ap ● PER UN DIBATTITO POLITICO3

LL’INTERVISTAL Il giudizio sul programma per il welfare del nuovo governo

Le idee per rilanciare redditi, PartitoDemocratico e rappresentanza sindacale

A cura di Marco Ciani●

Come giudica i primi provvedimentidel governo Berlusconi in tema diwelfare?Profondamente sbagliati perché nonaiutano la crescita del paese, la suacompetitività e non vanno nella di-rezione dell’equità fiscale.La riduzione delle risorse destinatealle infrastrutture e alla pubblicaamministrazione, senza principi diselettività, penalizzano fortemente ilpaese. Le infrastrutture rappresen-tano un elemento fondamentale perla modernizzazione e i tagli operatinel settore pubblico ridurrannol’efficienza a svantaggio dei cittadini.Secondo l’OCSE, in Italia il salariomedio da lavoro dipendente è sensi-bilmente inferiore alla mediadell’eurozona, mentre si rileva unpreoccupante ristagno della produt-tività. Quali rimedi indicherebbe?E’ necessario che le parti sociali tro-vino un accordo sul modello contrat-tuale. Questo consentirebbe di indi-viduare un indicatore di stampo eu-ropeo più idoneo dell’inflazione pro-grammata per adeguare, nei contrat-ti nazionali, le retribuzioni.Va rilanciato il salario di produttivitàa livello di azienda o di territorio, at-traverso un’ estensione della con-trattazione decentrata.Inoltre, sarebbe fondamentale l’azio-ne dell’esecutivo per diminuire lapressione fiscale sulle retribuzioni.Purtroppo, il Governo non ha favoritoil negoziato tra le parti sociali perché,fissando l’inflazione programmataall’1,7% per il 2008, causerà una di-minuzione delle retribuzioni, a partiredal settore del pubblico impiego.A fronte di un’ inflazione del 3,8%,due punti in meno significano, peruna retribuzione media di 2000 eurolordi mensili, una perdita annua dioltre 500 euro.Nonostante le promesse elettorali, ilcentro destra non ha provveduto amettere risorse per la diminuzionedella pressione fiscale sulle retribu-zioni e, per quanto riguarda le pen-sioni, ha previsto una misura“compassionevole” per i pensionati

L’ex Ministro del Lavoro DAMIANO

cosiddetti “poveri”: una specie dicarta per l’acquisto di beni di primanecessità.Non sarebbe stato meglio proseguiresulla strada individuata dal centro si-nistra con l’istituzione della 14° per ipensionati (quest’anno è di circa 400euro medi per coloro che percepisco-no una pensione fino a 700 euro almese), rendendola più sostanziosa?I più recenti sondaggi del dopo ele-zioni registrano un calo sensibile diconsensi nei confronti del PartitoDemocratico e del suo leader Vel-troni. Con quali mezzi potrebbe veri-ficarsi un rilancio del PD?Era prevedibile un calo di consensidopo la sconfitta elettorale.Per recuperare il terreno perduto ènecessario, in primo luogo, costruireil Partito democratico, radicarlo nelterritorio e nei luoghi di lavoro e so-prattutto , costruire una piattaformasociale che parli al paese e ai ceti po-polari, lavoratori dipendenti, pensio-nati e piccoli imprenditori che guar-dano con speranza al nostro partito.La mobilitazione prevista per il 25 ot-tobre prossimo è l’occasione perpresentare al paese i nostri contenu-ti, a partire dal potenziamento delpotere d’acquisto delle retribuzioni edelle pensioni.Inoltre non va sottovalutato l’attaccoche il governo sta portando allo statosociale e alle tutele del lavoro. Perquesto occorre difendere, applicare eulteriormente migliorare il Protocollodel 23 luglio 2007 e il Testo Unico sullasalute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il sindacato è sottoposto a critichesevere. Il successo editoriale de“L’altra casta” di S. Livadiotti necostituisce un sintomo. Da ex diri-gente CGIL ed ex Ministro del Lavo-ro del governo Prodi, potrebbe in-dicare percorsi efficaci per il rilan-cio della rappresentanza sindacale?Il sindacato è sottoposto a numerosepressioni: la trasformazione del mo-dello produttivo dell’impresa e, diconseguenza, del mercato del lavoroimpone un cambiamento radicale dipolitiche e di modello organizzativo.Altrimenti il sindacato non sarà in gra-do di intercettare né l’impresa diffusané i lavoratori che operano in essa.Inoltre, la divisione del mercato dellavoro tra lavoratori stabili e flessibilie la massiccia presenza di questi ul-timi nelle nuove assunzioni, rendeancor più problematico l’eserciziodella tutela e della rappresentanza.L’attuale Governo poi, non nascon-de l’intenzione di procedere in mo-do unilaterale anche sulle materie dicompetenza delle parti sociali comeil mercato del lavoro e di ricercareun “consenso senza concertazione”che certo non favorisce l’unità delsindacato. In questa situazione vie-ne meno il profilo della confederali-tà ed emergono maggiormente lespinte corporative.Per il sindacato è una prova ardua chepotrà essere superato mantenendo ilmassimo di unità, arrivando ad un ac-cordo sul modello contrattuale e ri-lanciando una politica di “flessicurez-za” (flessibilità per l’impresa e sicurez-za per i lavoratori) nel mercato del la-voro a livello nazionale ed europeo.

Cesare DAMIANO è nato a Cuneoil 15 giugno 1948. Ex dirigente di

CGIL e DS, di cui è stato responsabiledel Dipartimento Lavoro, ha tenutocorsi presso le Università di Firenze,Teramo, Pisa e Venezia. Autore di

saggi, ha appena pubblicato il libro“IL LAVORO INTERROTTO”. Ministrodel Lavoro nel 2° Governo Prodi, èattualmente capogruppo PD nella

11^ Commissione permanentelavoro pubblico e privato

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APPUNTI ALESSANDRINI Ap ● PER UN DIBATTITO POLITICO4

LLAA GGRRAANNDDEE EECCLLIISSSSII(Editoriale - continua da pagina 1)

Lo smarrimento prodotto da similecostume di vita pesa particolar-mente sui giovani, intacca il ruolodella famiglia e indebolisce il sensodella corresponsabilità, tre dei car-dini portanti di un sicuro tessutosociale».La Nota del ’91 denuncia invece ipericoli che la democrazia corre nelnostro Paese, a motivo della perdi-ta di tensione etica.«Le leggi, che dovrebbero nascerecome espressione di giustizia, edunque di difesa e di promozionedei diritti della persona, e da unasuperiore sintesi degli interessicomuni», a causa del prevalere dipoteri e interessi forti, finiscono coltrasformarsi in «leggi “particolari-stiche”, in favore di qualcuno».Il 6 dicembre 1995 (non ieri o lascorsa settimana!) il Cardinal Mar-tini disse: «La Chiesa non deve ta-cere perché è in gioco la sopravvi-venza dell’ethos politico. Non è laChiesa come tale a essere in perico-lo; è la natura stessa della politicae quindi della democrazia».E il Cardinale indicò esplicitamentei principali pericoli che la democra-zia oggi corre nel nostro Paese, difronte ai quali i vescovi non posso-no tacere.La Chiesa non può rimanere neu-trale o muta nei confronti di unacultura politica che contesta la fun-zione dello Stato nella tutela deipiù deboli.Nei confronti di una logica decisio-nistica che cerca di estorcere il con-senso per via plebiscitaria.

Dinanzi al diffondersi di un liberi-smo utilitaristico che fa del profittoun fine, a cui subordina le ragionidella solidarietà.«Non è dunque questo un tempo diindifferenza, di silenzio — conclu-deva il Cardinale — e neppure didistaccata neutralità…È questo un tempo in cui occorreaiutare a discernere la qualità mo-rale insita non solo nelle singolescelte politiche, bensì anche nelmodo generale di farle e nella con-cezione dell’agire politico che esseimplicano.Non è in gioco la libertà della Chie-sa, è in gioco la libertà dell’uo-mo…».Per la Chiesa di oggi questi non so-no più temi “eticamente sensibili”?Lo sono solo quelli che riguardanola vita, la morte, la sessualità, lagenetica?Il silenzio attuale non sta forse nelfatto che non si declina più il pre-zioso verbo “discernere” e si prefe-risce affidarsi ai “valori non nego-ziabili”?Dal punto di vista politico condivi-do quanto scriveva Ilvo Diamanti suRepubblica: «Con il berlusconismonon c’è più scandalo che riesca ascandalizzare», ed «è dilagato unprofondo disincanto.La convinzione che tutto è lecito.Basta non farsi scoprire... Il sensocinico ha avvolto e logorato il sensocivico».Il che ci lascia con «un Paese soffo-cato dal sottobosco, con la città ci-nica retta dalla tribù dei più furbi».

Questa Newsletter non é una testata giornalistica, pertanto non deve essere considerato un prodotto editoriale soggetto alla disciplina della legge n. 62 del 7.3.2001Questa Newsletter non é una testata giornalistica, pertanto non deve essere considerato un prodotto editoriale soggetto alla disciplina della legge n. 62 del 7.3.2001

LL’’aappppaarrtteenneennzzaa cciivviillee(continua da pagina 1)

Così da una parte in occasione delreferendum sulla legge 40 il presi-dente della Conferenza EpiscopaleItaliana non solo espresse (legitti-mamente) la posizione (legittima)dell’episcopato sulla materia, maindicò anche lo strumento politicocon cui affrontare la consultazione(l’astensione) comprimendo ognispazio di dibattito e dialogo tantotra associazioni e movimenti eccle-siali, quanto tra i parlamentari cat-tolici dei due schieramenti che giàavevano collaborato nello scrivereed approvare quella stessa legge.Ma le colpe dell’afasia, o della “po-li-fasia” del laicato cattolico sui temisociali sono riconducibili al dibattitoframmentato - le mille etichette deiteocon, pezzottiani, popolari, catto-lici-democratici etc.- e sempre e-sposto alle secche delle contingen-ze politiche e delle continue consul-tazioni elettorali.Quali prospettive, quindi? In pocherighe posso esprimere l’auspicio diuna rinnovata idea di laicità, il su-peramento della logica della “riser-va di caccia” cattolica sulle spogliedella DC, la convergenza delle espe-rienze culturali e civili che si con-centrano intorno al concetto di«bene comune» e alle forme perpraticarlo nella quotidianità dellapolitica locale e nazionale.

APPUNTI ALESSANDRINIAp ● per un dibattito politico

ANNO 2 N.8 Agosto 2008

Coordinatore: Agostino Pietrasanta

Staff: Marco Ciani ● Walter FiocchiDario Fornaro ● Roberto Massaro

Carlo Piccini

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Ancora un lieto evento per Ap!L’amico LODOVICO COMO è

infatti divenuto padre nel mesedi luglio di un bellissimo

maschietto di nome ELIA.A lui ed alla neo-mamma vannole felicitazioni di tutta la Redazione.

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