Apprendimento informale e autovalutazione nel web 2.0: Flickr

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 Apprendimento informale e autovalutazione nel web 2.0: il caso Flickr Stefano PENGE 1 1  Lynx, Roma (RM) e Sapienza Università di Roma (RM) Abstract Quest o breve articol o propon e un'analisi di un caso di apprendime nto informale mediat o da Soc ial Net wor k Ser vic es. Si ce rca di evi den ziar e le att ivi fin aliz zat e all 'ap pre ndi mento e all'a utova lutazione messe in atto dagli utenti di Flick r sulla base di un'osservazi one partecipa ta durata circa due anni. L'ipotesi è che questa analisi potrebbe applicarsi al di là del dominio della  fotografia digitale, ad esempio quello della produzione di testi scritti. Keywords: apprendimento informale, social network system, valutazione, scrittura Introduzione  Nell'ambito dell'apprendimento informale insieme all'emergere di nuove opportunità si pongono delle questioni nuove. Quello che ha sempre costituito la base del processo educativo è la condivisione del modello, il profilo d’arrivo della formazione. Le difficoltà percepite nella scuola e nell'università trad izional i sono probab ilment e effet ti di una causa unica: in quest o mome nto storico, per varie ragioni, la condivisione del modello tra docente e studente è cessata. Questo naturalmente genera le difficoltà e dubbi ben noti: come può il (giovane?) apprendente sapere in anticipo qual è il profilo finale verso cui tendere? Come può giudicare il suo percorso verso quel profilo ed eventualmente correggerne il tiro? Come si può validare il suo apprendimento? Se gli ambienti digitali di apprendimento informale (il cosiddetto e-learning 2.0, i Personal Learning Environment) vogliono dare una risposta positiva a questi dubbi, devono affrontare il problema della valutazione  , intesa come strumento di gestione del processo di apprendimento, come misura continua del miglioramento e come quadro per la riprogettazione delle strategie di apprendimento. E' possibile una valutazione informale? Descrizione dell'oggetto Flickr è considerato un caso particolare di Social Network Service (SNS nel seguito): nato come ambiente per il gioco online, si è trasformato nel tempo in un ambiente per la condivisione di foto grafie dig itali [1]. Rispe tto ad altri SNS orientat i ai media , come YouTube, Flickr per mette la convivenza degli utenti in cerca di un semplice deposito privato di foto di famiglia con fotografi di livello amatoriale, se non semi-professionale, che lo utilizzano per dialogare ( Kodak culture  e Snaprs culture, [2]). Gli stessi responsabili dello sviluppo sottolineano non solo le funzioni di organizzazione delle pro prie fot o, ma quelle che per metton o di organ izzare le foto alt rui (es.  favs e gallerie)[3]. Probabilmente per questo, nel 2010 Flickr ha ricevuto il Webby Award come migliore community online. Que llo che ci intere ssa qui però è F. come ambiente di appren dimento inf ormale, ovv ero l'u so consapevole di F. per migliorare il proprio livello di performance in un dominio specifico.  Negli ambienti di apprendimento formali si entra per imparare, e si sottoscrive un patto formativo; in quelli informali non si sottoscrive un patto, ma si impara lo stesso [4]. Non ci sono garanzie di risultati; ma per certi versi sembra che, per citare un noto paradosso, non si p ossa non imparare. Flickr è attualmente usato come supporto per la formazione (non formale) in almeno due domini diver si: quello, natu rale, dell a fotograf ia digitale , attraver so la crea zione di appositi gru ppi che  permettono agli studenti di un corso in presenza di sottomettere i propri lavori per la valutazione e la

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Questo breve articolo propone un'analisi di un caso di apprendimento informale mediato daSocial Network Services. Si cerca di evidenziare le attività finalizzate all'apprendimento eall'autovalutazione messe in atto dagli utenti di Flickr sulla base di un'osservazione partecipatadurata circa due anni. L'ipotesi è che questa analisi potrebbe applicarsi al di là del dominio dellafotografia digitale, ad esempio quello della produzione di testi scritti.

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Apprendimento informale e autovalutazione nel web 2.0:

il caso Flickr 

Stefano PENGE1

1 Lynx, Roma (RM) e Sapienza Università di Roma (RM)

Abstract

Questo breve articolo propone un'analisi di un caso di apprendimento informale mediato da

Social Network Services. Si cerca di evidenziare le attività finalizzate all'apprendimento eall'autovalutazione messe in atto dagli utenti di Flickr sulla base di un'osservazione partecipata

durata circa due anni. L'ipotesi è che questa analisi potrebbe applicarsi al di là del dominio della

 fotografia digitale, ad esempio quello della produzione di testi scritti.

Keywords: apprendimento informale, social network system, valutazione, scrittura

Introduzione

 Nell'ambito dell'apprendimento informale insieme all'emergere di nuove opportunità si pongono delle

questioni nuove. Quello che ha sempre costituito la base del processo educativo è la condivisione del

modello, il profilo d’arrivo della formazione. Le difficoltà percepite nella scuola e nell'università

tradizionali sono probabilmente effetti di una causa unica: in questo momento storico, per varie

ragioni, la condivisione del modello tra docente e studente è cessata. Questo naturalmente genera le

difficoltà e dubbi ben noti: come può il (giovane?) apprendente sapere in anticipo qual è il profilo

finale verso cui tendere? Come può giudicare il suo percorso verso quel profilo ed eventualmente

correggerne il tiro? Come si può validare il suo apprendimento?

Se gli ambienti digitali di apprendimento informale (il cosiddetto e-learning 2.0, i Personal LearningEnvironment) vogliono dare una risposta positiva a questi dubbi, devono affrontare il problema della

valutazione , intesa come strumento di gestione del processo di apprendimento, come misura continua

del miglioramento e come quadro per la riprogettazione delle strategie di apprendimento. E' possibile

una valutazione informale?

Descrizione dell'oggetto

Flickr è considerato un caso particolare di Social Network Service (SNS nel seguito): nato come

ambiente per il gioco online, si è trasformato nel tempo in un ambiente per la condivisione di

fotografie digitali [1]. Rispetto ad altri SNS orientati ai media, come YouTube, Flickr permette la

convivenza degli utenti in cerca di un semplice deposito privato di foto di famiglia con fotografi dilivello amatoriale, se non semi-professionale, che lo utilizzano per dialogare ( Kodak culture e Snaprsculture, [2]). Gli stessi responsabili dello sviluppo sottolineano non solo le funzioni di organizzazione

delle proprie foto, ma quelle che permettono di organizzare le foto altrui (es.  favs e gallerie)[3].

Probabilmente per questo, nel 2010 Flickr ha ricevuto il Webby Award come migliore community

online.

Quello che ci interessa qui però è F. come ambiente di apprendimento informale, ovvero l'uso

consapevole di F. per migliorare il proprio livello di performance in un dominio specifico.

 Negli ambienti di apprendimento formali si entra per imparare, e si sottoscrive un patto formativo; in

quelli informali non si sottoscrive un patto, ma si impara lo stesso [4]. Non ci sono garanzie di

risultati; ma per certi versi sembra che, per citare un noto paradosso, non si possa non imparare.

Flickr è attualmente usato come supporto per la formazione (non formale) in almeno due dominidiversi: quello, naturale, della fotografia digitale, attraverso la creazione di appositi gruppi che

 permettono agli studenti di un corso in presenza di sottomettere i propri lavori per la valutazione e la

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discussione [5]; e quello, altrettanto prevedibile, dell'apprendimento del lessico di una lingua

straniera, sfruttando la possibilità di ricerca semantica utilizzando titoli, descrizione e tag e

georeferenziazione delle immagini [6,7,8].

Flickr è stato studiato a fondo dal punto di vista dei SNS [8] ma non ci risultano studi su questo

specifico aspetto dell'apprendimento informale. Il presente articolo vuole essere la proposta di

un'ipotesi di lavoro basata su due anni di osservazione partecipata.Alcuni dati: si stima che siano registrati in Flick circa 5 milioni di utenti; gli upload toccano il miliardo

l'anno, con punte di 6-7000 foto al minuto. Sono stati creati più di 10.000 gruppi diversi.

Tra gli utenti registrati, solo il 60 % è attivo (oltre a navigare, invia proprie foto, crea gruppi); di

questi, il 7% (utenti PRO, a pagamento) è responsabile dell'invio del 60% del totale delle foto presenti

[9], e il 93% del restante 40%. Come i ogni SNS, anche qui si potrebbe indagare oltre le classiche

distinzioni tra utenti partecipanti e utenti lurkers: ci sono utenti che non vogliono mostrarsi ma

esplorare, e capire meglio quello che fanno attraverso un confronto “muto”.

In sostanza si tratta di un ambiente in cui accanto ad utenti che depositano foto di famiglia (cultura

Kodak), è documentabile da parte di utenti desiderosi di migliorare le proprie capacità (fotografi

amatoriali) un'attività sociale mediata da strumenti digitali (cultura Snaprs) che può essere definita di

apprendimento informale. Tuttavia non è facile basarsi sui soli dati numerici per un'analisi dellestrategie di apprendimento. Per questa ragione, nei due anni passati abbiamo partecipato direttamente

alle attività di Flickr come utenti, postando circa 700 foto, iscrivendoci a gruppi, seguendo le azioni

degli altri utenti, verificando la dipendenza degli indicatori di gradimento dalle azioni svolte.

Perché scegliere proprio Flickr come oggetto di analisi? Per la sua organizzazione interna, per le

funzionalità presenti, e per alcune caratteristiche legate al mezzo specifico, la fotografia:

1) la parola (che è il veicolo principale della formazione formale, frontale e guidata dal docente) non è

centrale in F.; si possono studiare qui strategie non verbali di apprendimento;

2) l'immagine oggi non è un oggetto mediaticamente forte come il video o l’audio. Saper fare belle

foto non rende automaticamente più visibile nel mondo esterno il suo autore come farebbe un

“tormentone” su Youtube; le motivazioni che spingono a pubblicare in Flickr non solo (soltanto)

quelle legate al riconoscimento del proprio ego;3) la foto è un prodotto che ha conservato legami col passato molto di più del video e dell’audio. E'

vero che la foto digitale ha aperto nuovi spazi di elaborazione e creatività, ma i criteri generali con i

quali le foto sono scattate, organizzate e giudicate sono rimasti fondamentalmente gli stessi. Ciò

significa che l'importanza della tradizione (in termini di categorie, metodologie, concetti) è ancora alta

e così il riconoscimento di questo valore da parte degli utenti.

Apprendimento e valutazione

Quali sono, in concreto, le azioni che ogni utente mette in opera per curare il proprio miglioramento

continuo?

1) andare in cerca di foto attraverso la ricerca libera per parole chiave2) iscriversi a gruppi tematici e studiarne regole e oggetti

3) scegliere dei contatti che siano vicini per stile argomenti trattati, ma anche possibili sorgenti di

idee e modi diversi di vedere / trattare questi argomenti

4) inviare foto di cui non si è sicuri e osservare le reazioni dei conoscenti e dei contatti

5) creare set personali per categorizzare questi esperimenti e rifletterci a posteriori

6) commentare e rispondere ai commenti sulle proprie foto

7) chiedere supporto esplicito in un gruppo o direttamente ad un utente esperto

8) titolare le proprie foto per chiarirle, reinterpretarle (anche in maniera opposta a quanto

suggerito dalla visione immediata)

9) creare dei gruppi pubblici e moderarli

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Ognuna di queste azioni può scatenare reazioni, è un esperimento per verificare direzioni e scelte. Si

 potrebbe anzi dire che la loro qualità di azioni per l'apprendimento sta appunto in questo.

Come verifico il mio apprendimento (supposto che mi interessi farlo, magari solo per decidere se il

tempo perso valeva la pena) in un ambiente informale come Flickr in cui non esistono esercizi ed

esami, ma nemmeno esperti incaricati di svolgere il ruolo di valutatori esterni?

Una valutazione informale è legata prima di tutto alla percezione da parte dei pari della qualità del proprio lavoro. Il numero delle visite alle proprie foto è considerato un indice di successo, e così il

numero di preferenze espresse e di commenti (positivi; ma in Flickr tutti i commenti lo sono). Flickr 

mette anche a disposizione (i risultati di) un algoritmo di calcolo dell'interesse (interestingness) che

valuta in qualche modo le foto tenendo conto di vari aspetti. Le foto con interestingness maggior 

vengono proposte a tutti gli utenti e quindi aumentano esponenzialmente le probabilità di essere viste.

Ci sono meccanismi di premiazione espliciti, come i gruppi la cui partecipazione è vincolata a regole

del tipo P1/C3 (“post 1, comment 3”) o gruppi in cui possono essere inserite solo foto con un certo

livello di visibilità o di preferenza.

Ma ci sono anche strategie di autovalutazione che mirano non tanto alla collocazione in una scala,

quanto al posizionamento in una mappa non ordinata.

Il primo passo è lo studio e il confronto: guardare le foto degli altri. Dopo una fase in cui si è fieri del proprio lavoro, piano piano si scopre che tutto quello che si è prodotto era già stato fatto prima e

meglio. Si cerca il simile per scoprire le differenze.

Il passo seguente è scoprire le altre possibilità tecniche: altre inquadrature, ottiche, editing. Si scopre

che il proprio bagaglio tecnico ed esperienziale è un sottoinsieme di un universo molto più esteso.

Contemporaneamente, ma su un altro piano, si studiano i titoli, le descrizioni, le tag, i gruppi, cioè le

categorie. Si scoprono universi di senso differenti, a cui il proprio lavoro appartiene pienamente,

marginalmente o affatto. Di nuovo si scopre il proprio posto in mezzo all’universo, la propria

collocazione in un insieme.

Altre applicazioni possibiliSarebbe possibile generalizzare e applicare strategie di apprendimento ed autovalutazione di questo

tipo in un ambito diverso, per esempio quello dell'apprendimento della scrittura? Immaginiamo una

 piattaforma parallela dedicata alla scrittura in cui si possano fare le stesse attività:

1) scrivere e pubblicare un testo

2) ricercare e confrontare testi simili e dissimili

3) marcare il proprio testo (titolo, categoria stilistica, tematica) e inserirlo in gruppi

4) commentare e leggere i commenti altrui

5) sperimentare modelli e verificarne l'efficacia, in termini di reazioni della comunità

6) ripensare il proprio testo, la sua posizione nella categorizzazione del mondo.

Se la piattaforma fosse pensata esplicitamente con lo scopo di favorire l'apprendimento di competenzee di concetti (come in alcuni forum dedicati al “creative writing”) potrebbero essere inseriti dei

dispositivi appositi: gruppi a tema, gruppi vincolati, quest , concorsi, giochi.

Il passaggio al dominio della scrittura, se snaturerebbe alcune caratteristiche sopra evidenziate,

 permetterebbe anche l'applicazione di funzioni di analisi e confronto automatico del testo che nel caso

dell'immagine sono ancora embrionali [10]. Sarebbe facilmente possibile per ogni utente avere accesso

a funzioni come la valutazione automatica della leggibilità in base a indicatori standard (Flesch-

Kinkaid, Gunning fog), una misura delle dimensioni del proprio lessico, una evidenziazione statistica

dei termini più usati, etc. Tutti questi valori potrebbero essere usati – come in effetti, in misura minore,

accade in Flickr – per segnalare altri utenti o gruppi di utenti che possono essere di interesse perché in

qualche modo simili. Ma laddove i meccanismi di “calcolo della somiglianza” restano oscuri in Flickr,

come lo sono quelli dell'interestingness, in questo caso si potrebbero rendere espliciti, fino a permettere una ricerca di altri testi basata appunto su tutti questi parametri.

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Conclusioni

L'analisi qui abbozzata meriterebbe certamente un approfondimento attraverso l'uso di altri strumenti

di ricerca, quali questionari, interviste, focus group. Sarebbe interessante verificare il ruolo della

 prosecuzione del processo di apprendimento al di fuori di Flickr con contatti reali con gli altri utenti,

o quanto sia decisivo l’approfondimento degli elementi di informazione (per esempio degli stili, delle

scuole, delle epoche, delle tecniche, dei fotografi) su altri media, più o meno tradizionali. E infineverificare con un'indagine estesa quali prerequisiti sono necessari perché un ambiente informale di

questo tipo abbia efficacia: età, competenze alfabetiche, capacità di autogestirsi, tempo libero, etc.

Tuttavia si possono trarre alcune semplici conclusioni anche per quanto riguarda la formazione

tradizionale. Confrontando le attività svolte all'interno di Flickr (o che si potrebbero svolgere in un

ambiente Flickr-like dedicato alla scrittura) con quelle che si svolgono un contesto di educazione

formale tradizionale come la scuola o l'università, saltano agli occhi delle differenze. A nessuno

studente viene proposto di leggere cose scritte da pari, né viene chiesto di produrre testi e diffonderli.

 Non gli si propone nessun mezzo per ricercare e selezionare tra i testi altrui quelli che possono essere

interessanti come stimoli, verifiche, confronti. Non viene invitato a sperimentare, a produrre testi per 

gioco, con vincoli di dimensioni o di tempo, su tematiche scelte casualmente.

Il gradimento – o l'interesse – degli altri studenti non è considerato elemento significativo dellavalutazione. Manca la possibilità di riposizionare il proprio prodotto all'interno di una mappa di stili,

tipologie formali e di contenuto. L'unico soggetto attivo della valutazione resta il docente: la posizione

dei prodotti e degli autori (tanto nella scala di valori che nel sistema dei concetti) viene assegnata da

qualcun altro.

Si tratta probabilmente di limiti che potrebbero essere superati anche in contesti di educazione

formale.

Bibliografia

[1] Jefferson Graham. Flickr of idea on a gaming project led to photo website, USA TODAY,

http://www.usatoday.com/tech/products/2006-02-27-flickr_x.htm

[2] Andrew D. Miller and W. Keith Edwards. Give and take: a study of consumer photo-sharing

culture and practice. In Proceedings of the SIGCHI conference on Human factors in

computing systems (CHI '07). ACM, New York, NY, USA, 347-356.

[3] http://www.flickr.com/about/

[4] CEDEFOP. European Guidelines for validating non formal and informal learning

http://www.cedefop.europa.eu/en/news/4041.asp

[5] Lynette Zeeng. Capturing, Analysing and Critiquing the Visual Image Using Web 2.0 in

Studio Classes, http://www.studioteaching.org/?

 page=download&file=CaseStudyLynetteZeeng5nov

[6] http://www.tofugu.com/2010/04/05/how-to-learn-japanese-using-flickr/[7] Aaron Campbell, Motivating language learners with Flickr. TESL-EJ, 11(2), 2007, 1-17.

[8] Steven Graham, A Case Study of University Students’ Use of Flicker Photographic

  Networking to Develop Confidence, English Language Fluency and Shape World

Consciousness, http://dppd.ubbcluj.ro/adn/article_2_1_11.pdf 

[9] Christophe Prieur, Dominique Cardon, Jean-Samuel Beuscart, Nicolas Pissard, Pascal Pons.

The Stength of Weak cooperation: A Case Study on Flickr, http://arxiv.org/abs/0802.2317v1

[10] Gang Wang, Derek Hoiem, David Forsyth. Learning Image Similarity from Flickr Groups

Using Stochastic Intersection Kernel Machines, 2009 IEEE 12th International Conference on

Computer Vision, Sept. 29 2009-Oct. 2 2009, 428 - 435