“SI’ ALLA CREMAZIONE, Le Quote sociali per l’anno 2017 MA … · 2017. 1. 16. · della Fede...

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1 Notiziario dell’Associazione Lodigiana di Cremazione “Paolo Gorini” SOCREM Associazione di Promozione Sociale 26900 - Lodi - Via dell’Acquedotto, 1 - Tel. e Fax. 0371- 420303 - e-mail [email protected] ANNO VII - N° 1, MAGGIO 2017 “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/LO” Facciamo un po’ di chiarezza sul recente documento che la Chiesa cattolica porta a conoscenza, tramite l’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede “Ad resurgendum cum Christo” il suo pensiero in materia di se- poltura dei defunti, entrando nel merito anche della cremazione e della successiva col- locazione delle ceneri. In estrema sintesi nel documento viene ribadito che “perché la Chiesa non è contraria alla crema- zione non scorge ragioni dottrinali per impedire tale prassi”. Allo stesso tempo, però, specifica che “le ceneri del defunto devono essere con- servate di regola in un luogo sacro, cioè nel ci- mitero o, se del caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica”. Per questo motivo si dichiara contraria alla conservazione dell’urna in una abitazione privata. Questo perché la mancata conservazione delle ceneri in un luogo sacro contribuisce a sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. Per quanto riguarda invece la dispersione delle ceneri in natura o in altro modo la chiesa dichiara di non poterla ammettere così da evitare “ogni equi- voco naturalista o nichilista”. Vietata infine la conversione delle ceneri in ricordi commemorativi (in pezzi di gioielleria o in altri oggetti). Il documento si chiude con la minaccia che “nel caso il defunto avesse di- sposto la dispersione in natura delle proprie ceneri si devono negare le ese- quie, a norma del diritto”. Prosegue a pagina 2 “SI’ALLA CREMAZIONE, MA CENERI AL CIMITERO” Vietato disperderle, custodirle in casa, affidarle al vento o trasformarle in gioielli. Chiesa cattolica e cremazione Le Quote sociali per l’anno 2017 La quota annuale continua ad essere di € 10,00 (oltre, ovviamente, alle eventuali somme per le annualità arretrate). Come sempre sono esenti dal versamento i Soci benemeriti e tutti coloro che abbiamo raggiunto l’ottantesimo anno di età. Le quote potranno essere versate secondo le seguenti modalità: a. presso la Sede dell’Associazione in via dell’Acquedotto, n. 1 nei giorni e negli orari canonici di apertura: martedì, giovedì e sabato (escluso i festivi) dalle ore 9,00 alle 11.00. b. presso gli Uffici postali utilizzando il bollet- tino di c/c allegato al presente “Notiziario” c. presso gli istituti bancari a mezzo bonifico con riferimento alle seguenti coordinate: IBAN IT44 W 05584 20300 000000000010 Per evitare mancati riconoscimenti da parte del Comune circa l’autorizzazione alla crema- zione il termine ultimo per il versamento delle quote sociali è fissato al 30 giugno 2017. ATTENZIONE Questo numero contiene il bollettino postale per versare la quota annuale 2017

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Notiziario dell’Associazione Lodigiana di Cremazione “Paolo Gorini”SOCREM Associazione di Promozione Sociale

26900 - Lodi - Via dell’Acquedotto, 1 - Tel. e Fax. 0371- 420303 - e-mail [email protected] VII - N° 1, MAGGIO 2017

“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/LO”

Facciamo un po’ di chiarezza sul recente documento che la Chiesa cattolicaporta a conoscenza, tramite l’Istruzione della Congregazione per la Dottrinadella Fede “Ad resurgendum cum Christo” il suo pensiero in materia di se-poltura dei defunti, entrando nel merito anchedella cremazione e della successiva col-locazione delle ceneri.In estrema sintesi nel documentoviene ribadito che “perché laChiesa non è contraria alla crema-zione non scorge ragioni dottrinaliper impedire tale prassi”.Allo stesso tempo, però, specifica che“le ceneri del defunto devono essere con-servate di regola in un luogo sacro, cioè nel ci-mitero o, se del caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata atale scopo dalla competente autorità ecclesiastica”.Per questo motivo si dichiara contraria alla conservazione dell’urna in unaabitazione privata. Questo perché la mancata conservazione delle ceneri inun luogo sacro contribuisce a sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordodei parenti e della comunità cristiana.Per quanto riguarda invece la dispersione delle ceneri in natura o in altromodo la chiesa dichiara di non poterla ammettere così da evitare “ogni equi-voco naturalista o nichilista”.Vietata infine la conversione delle ceneri in ricordi commemorativi (in pezzidi gioielleria o in altri oggetti).Il documento si chiude con la minaccia che “nel caso il defunto avesse di-sposto la dispersione in natura delle proprie ceneri si devono negare le ese-quie, a norma del diritto”.

Prosegue a pagina 2

“SI’ ALLA CREMAZIONE,MA CENERI AL CIMITERO”Vietato disperderle, custodirle in casa, affidarle al vento o trasformarle in gioielli.

Chiesa cattolica e cremazione

Le Quote sociali per l’anno 2017

La quota annuale continua ad essere di € 10,00(oltre, ovviamente, alle eventuali somme per leannualità arretrate).Come sempre sono esenti dal versamento iSoci benemeriti e tutti coloro che abbiamoraggiunto l’ottantesimo anno di età.Le quote potranno essere versate secondo leseguenti modalità:a. presso la Sede dell’Associazione in viadell’Acquedotto, n. 1 nei giorni e negli oraricanonici di apertura: martedì, giovedì e sabato(escluso i festivi) dalle ore 9,00 alle 11.00.b. presso gli Uffici postali utilizzando il bollet-tino di c/c allegato al presente “Notiziario”c. presso gli istituti bancari a mezzo bonificocon riferimento alle seguenti coordinate:

IBAN IT44 W 05584 20300 000000000010

Per evitare mancati riconoscimenti da partedel Comune circa l’autorizzazione alla crema-zione il termine ultimo per il versamento dellequote sociali è fissato al 30 giugno 2017.

ATTENZIONEQuesto numero contiene il

bollettino postale per versare la quota annuale 2017

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vita associativa

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PROSEGUE DA PAGIANA 1Ora, tutto questo premesso, teniamo achiarire che:Primo. Questa è la posizione espressadalla chiesa Cattolica, non dallo Stato ita-liano, per cui le norme sulla cremazione esulla destinazione delle ceneri restano in-variate. La chiesa può certamente espri-mere il suo parere ma non ha alcun poteredi modificare la legge italiana o di impe-dire una dispersione se quest’ultima erastata espressa in vita per iscritto.Secondo. Se la persona ha scelto la disper-sione, o l’affido dell’urna, come può ilparroco scelto per il funerale venire a co-noscenza delle volontà il socio deceduto?La volontà depositata in So.Crem restastrettamente confidenziale e, una volta av-venuto il decesso la stessa viene inviata ri-

servatamente e solamente all’Ufficio diStato civile del Comune in cui è avvenutoil decesso per le previste autorizzazioni diLegge. Quindi se un problema ancoraresta è unicamente di ordine morale e ri-guarda chi, essendo cattolico, non vuolecontrariare la volontà della chiesa.Terzo. Nel documento, quando si parladell’affido ai familiari delle ceneri, si di-chiara che “le ceneri non possono esseredivise tra i vari nuclei familiari e vannosempre assicurati il rispetto e le adeguatecondizioni di conservazione”; ci sentiamodi tranquillizzare l’Ordine cattolico perchéla divisione delle ceneri per la legge ita-liana viene considerata vilipendio di cada-vere ed è punito con la reclusione da unoa tre anni. Infine sempre nel nostro paeseè vietata anche la realizzazione di dia-

manti dalle ceneri e infatti queste trasfor-mazioni avvengono in uno stabilimentosvizzero.In conclusione, senza timore alcuno, con-tinuiamo a credere che la dispersione siauna scelta che rientra nell’ambito dellebattaglie per i diritti civili e il fatto che chisceglie la cremazione in buona percen-tuale chiede anche che le ceneri siano di-sperse è, per noi, un segnale forte dilibertà. Detto questo resta sottinteso che se qual-cuno dei nostri Soci decidesse di rinun-ciare alla dispersione sarà sufficientecontattarci e potrà tranquillamente mo-dificare la volontà depositata come, tral’altro, si è sempre potuto fare.

Pietro Steffenoni

Secondo consolidata giurisprudenza am-ministrativa l'autorizzazione alla crema-zione e l'autorizzazione alla dispersionedelle ceneri rispondono ad esigenze di-verse. Viene pertanto respinta la tesi se-condo cui in mancanza di una specificadisciplina legislativa della materia devenecessariamente farsi ricorso, in via ana-logica, alla normativa relativa alla cre-mazione, per la quale la competenza alrilascio dell'autorizzazione è dell'uffi-ciale di stato civile del Comune nel qualeè avvenuto il decesso. E’ accaduto piùvolte infatti che un Comune abbia ne-gato ad un residente l'autorizzazione alladispersione delle ceneri del defunto ge-nitore, già residente in altro Comune edivi deceduto, che aveva chiesto di esserecremato e che le sue ceneri fossero di-sperse. Il diniego dell’Ente Locale èstato impugnato davanti al Giudice am-

ministrativo che ha accolto il ricorso, ri-tenendo non pertinente il ricorso all'ana-logia attesa la mancanza dell'elementodell' “eadem ratio”. Nel primo caso sus-sistono innanzi tutto ragioni di ordine esicurezza pubblica e di giustizia, inquanto è preminente l’esigenza di accer-tare le cause della morte, sia per impe-dire che la cremazione sia utilizzata peroccultare casi di morte violenta, maanche per valutare (e ciò a fini non solopenalistici, ma anche di natura civili-stica, per esempio in tema di filiazione)l'interesse pubblico alla conservazionedei resti organici del defunto con riferi-mento ad esigenze di indagini giudizia-rie, ove possa sorgere la necessità diestrarne prove genetiche. Il soddisfaci-mento delle suddette esigenze si realizzainteramente con il procedimento di cre-mazione. Tali esigenze risultano del tutto

assenti nel procedimento di dispersionedelle ceneri, nel quale invece preval-gono ragioni di carattere igienico-sanita-rio. Viene quindi meno la “ratio” perattribuire, anche relativamente a tale pro-cedimento, la competenza all'emana-zione del provvedimento finaleall'ufficiale di stato civile del Comune incui è avvenuto il decesso. È infatti nelterritorio del Comune in cui si chiedeche venga effettuata la dispersione delleceneri che si verificano gli effetti dalpunto di vista igienico-sanitario dell'ope-razione materiale. Se ne deduce che è perdetto territorio che sussiste la necessitàdella previa verifica dell'insussistenza diragioni ostative, essendo l'inesistenza dimotivi ostativi di ordine pubblico o digiustizia già stata accertata, a monte, neldistinto procedimento di cremazione.

Francesco Paolo Ramunni

AUTORITA' COMPETENTE AD AUTORIZZARE LA DISPERSIONE DI CENERIDERIVANTI DA CREMAZIONE

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Sabato 10 dicembre nel salone della So-cietà generale operaia di m. s. di Lodi siè svolta la cerimonia del ringraziamentodi tutti i benefattori che hanno contri-buito al restauro della statua di PaoloGorini in Lodi. Pietro Steffenoni, Presidente dellaSo.Crem, ha chiamato una dopo l’altrale varie persone che hanno partecipatoall’iniziativa, chi con denaro chi colproprio lavoro. Si tratta per quanto ri-guarda i privati cittadini di Mario Acci-nelli Fasoli, Agnese Chitelotti,Domenico Gellera, Felice Lodigiani,Silvana Boriani, Giovanni Maddè, Ma-rina Montini, Giuliana Poggi, MichelaSfondrini, Francesca Taramelli, Anto-nietta Taramelli e Carlo Castellotti.Per quanto riguarda le società e le asso-ciazioni sono state ringraziate con unamedaglia d’argento (opera dell’artistalodigiano Maurizio Fusari) la Fonda-zione Comunitaria della Provincia diLodi - Onlus, la Banca di Credito Coo-perativo di Borghetto Lodigiano, la So-cietà generale operaia di m. s., il CentroStudi “Paolo Gorini”, “il Cittadino”, Sale fratelli Marchesi.Un ringraziamento particolare é stato ri-

volto a Luigi Polettti che ha donato leincisioni raffiguranti la statua di PaoloGorini, “Marmi Guarnieri. S.n.c.” cheha restaurato la lapide di Primo Giudici,Eleonora Ariano direttrice dei lavori,nonché Cinzia Pernigoni e alla sua col-laboratrice che hanno completato il re-stauro.Durante la serata Angelo Stroppa hapresentato un breve e divertente testo incui ha raccontato passioni e aneddotisulla vita di Paolo Gorini.

A Lodi,in piazza della Vittoria

Domenica 18 settembre la nostra Associa-zione ha partecipato, dalle 10.00 alle 19.00,alla “Giornata del Volontariato e della coo-perazione sociale” che si è tenuta in piazzadella Vittoria a Lodi.La manifestazione promossa dalla “Fonda-zione Banca Popolare di Lodi” e Lausvol –Centro Servizi per il Volontariato ha per-messo alla So.Crem lodigiana di promuo-vere le proprie finalità istituzionali nel cuore“pulsante” della città di Lodi.

vita associativaDONAZIONI DEI SOCI

NEL SECONDO TRIMESTRE 2016

La Socrem è un’Associazione di volontariato che si sostiene unicamente con la propria attività e con il contributo dei propri Soci.

A tutti coloro che contribuiscono con la loro generosità esprimiamo ringraziamento e riconoscenza

MARIANI Francesco; BUSSI Bassano; Famiglia LODIGIANI; BARONI Luigi;BUCCILLI Aquilina BOSI; VAILATI Cecilia; CATTANEO Bruna; SPOLTI Rosa;FRANCHI Rosa; MISANI Celestina; SANTELLI Alarico; LUNINI Mariuccia eLOMBARDO Sebastiano; FERRARI Giuseppe; DENTI Ida in memoria del coniugeFERRARI Gianfranco; VISMARA Flavio.

Un ringraziamento a tutti coloro che hannodato un contributo al restauro del monumento

Il folto gruppo dei premiati presso la Società generale operaia di mutuo soccorso

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Riceviamo dalla nostra socia Yvonne Gallay diNizza una toccante lettera che ci restituisce in-tatta una vicenda meravigliosa che ha coinvoltodue giovani perdutamente innamorati.Volentieri la riproduciamo nelle pagine del no-stro Notiziario.

«Mulheim Saarn (Germania), 19 agosto 1944: alcampo di lavoro dove mi trovavo ho ricevuto unalettera di mia madre, che mi informava della mortedel mio amato fratello Bernard, ucciso in un bom-bardamento vicino a Tours. Erano giorni intensidopo lo sbarco americano sulle coste normanne.Quel giorno ricorreva il mio ventesimo comple-anno: ciò che ho provato nel sentire quella notizia èinesprimibile al punto che, in seguito, ho anche ten-tato un’evasione per ritornare dai miei genitori, mal’armata americana era troppo vicina e questo miobbligò a ritornare al campo. Da quel momento hopassato i giorni e i mesi come insensibile a tuttoquello che mi circondava, chiusa in me stessa.Arrivò Natale e una compagna, “Maguy”, mi pro-pose di accompagnare lei e un suo amico ad unballo che alcuni prigionieri francesi organizzavanonel loro campo per le feste di fine anno! Io le ho ri-sposto che non avevo affatto voglia di uscire. Leiinsistette tanto da convincermi e il giorno dopo miaiutò a vestirmi e presentarmi a quel ballo.Il luogo in cui ci si doveva incontrare era a circa duechilometri dal nostro campo.Al nostro arrivo siamo stati accolti dai prigionieriin modo molto amichevole. Un fisarmonicista suonava in un angolo di una salache solitamente fungeva da dormitorio: i letti eranostati spostati in un angolo e avevano lasciato, così,

uno spazio per dan-zare.Entrando io mi sonoandata a sedere suuna panca che erastata preparata men-tre i miei compagnihanno iniziato subitoa ballare. Personalmente misentivo ancora piùtriste del solito, ve-stita di nero, per illutto di mio fratello:dovevo sembrare diuna tristezza infinitaquando dalla portad’ingresso arrivò ungruppo di cinque osei giovani e, in mezzo loro, uno solo sembrava di-verso, per il suo contegno nell’abbigliamento e so-prattutto per la sua grande bellezza.Ho guardato quell’uomo con un’insistenza, di cuiio stessa rimasi sorpresa: non riuscivo a distoglierelo sguardo da lui.Andò subito ad invitare a ballare una giovane chenon conoscevo. Io continuavo a fissarlo attraversogli altri ballerini e tanto da averne quasi vergogna.Terminato il ballo va ad appoggiarsi ad un letto. E’in piedi ed io non vedo nient’altro, non distolgo dalui lo sguardo ma spero non mi veda. Abbasso latesta qualche istante: davanti ai miei piedi ci sonole sue scarpe … davanti ai miei occhi il bel giovaneuomo che mi invita a ballare… Cosa dire della miaemozione in quel momento? Mi sono ritrovata tra

le sue braccia, evi-dentemente turbata. Iniziò a dirmi qual-che parola in fran-cese, cercando dispiegarmi cheaveva imparatoquesta lingua du-rante i suoi studi,ma che non l’avevausata abbastanzaper parlarla corret-tamente: di questosi scusava. Io gli horisposto che l’avevocomunque capito eciò lo fece sorri-dere. Si chiamava Dino,

diminutivo di Alfredo, ed io Yony, diminutivo diYvonne. Ci sedevamo per continuare a parlare e,ogni tanto, ballavamo sempre insieme…. fino almomento di ripartire con i miei compagni, che miavevano avvisato che si stava facendo tardi. Conrammarico ho dovuto salutare Dino che, allora, miha proposto di accompagnarmi. Ho accettato. Pren-dendomi sottobraccio abbiamo camminato così finoal mio campo.Ciò che è successo in seguito sono stati 75 giorni difelicità immensa e di dolore.Dopo 15 giorni di incontri regolari, Dino ha iniziatoa parlare correttamente il francese; ciò ci ha per-messo di parlare più agevolmente scoprendo le no-stre personalità, i nostri gusti, i progetti da attuare

Prosegue a pagina 5

vita associativa

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TESTAMENTO BIOLOGICOLa So.Crem raccoglie e conserva le “disposizioni anticipate di fine vita” dei propri Soci e dei loro famigliari

Ne abbiamo parlato più volte ed oggi siamo pronti – noi come altri – a dare concretezza alle riflessioni svolte per fare un un passo in avanti.Abbiamo elaborato in comune con le altre So. Crem di Lombardia un modello di “Testamento biologico”

che ora è a disposizione dei soci e dei loro familiari che ne volessero far uso. Coloro che fossero interessati dovranno sottoscrivere il modulo “personalmente” – quindi presso gli uffici della So.Crem –

accompagnati da chi dovrà agire da fiduciario e che firmerà a sua volta la dichiarazione. Il tutto alla presenza di due testimoni (che potranno essere collaboratori presenti della So.Crem stessa).Tutti i martedì, giovedì e sabato dalle ore 9,00 alle 11,00 presso la sede di via Acquedotto, 1 in Lodi

gli incaricati saranno a disposizione di tutti i Soci interessati.Scegliere in modo consapevole come affrontare le incognite del futuro è una forma di libertà!

UNA STORIA D’ALTRI TEMPIIl grande amore fra Dino Piontelli e Yvonne Mariette Gallay

(classe 1924) durata 75 giorni, dal 25 dicembre 1944 al 9 marzo 1945

Yvonne Gallay in giovane età

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(lui era studente di medicina ed io studente infer-miera), di ridere e di essere felici insieme. Tutto que-sto malgrado la guerra e i suoi bombardamenti, ilnostro ambiente e la promiscuità della vita delcampo.In seguito, una sera, Dino fu ferito da un poliziottotedesco che sparò alla cieca, ferendolo al braccio ealla coscia sinistra. Egli è stato in ospedale più diquindici giorni e ogni giorno mi sono recata al suocapezzale.Alla sua uscita dall’ospedale mi fece una domanda:quella di sposarlo perchè pensava che ci avrebberoseparato, poiché gli americani si avvicinavano len-tamente alla Ruhr, che poteva essere accerchiata.Ho subito rifiutato, lui appartenente ad una famigliaagiata ed io ad una famiglia modesta; io credevo cheavrei portato scompiglio nella sua famiglia, cosa chenon mi auguravo per niente.Egli arrivò a convincermi del contrario, spiegan-domi che sua madre e suo fratello Luigi, ci avreb-bero aiutato in tutti i modi.Fu allora che abbiamo iniziato a preparare il nostromatrimonio.Matrimonio autorizzato dopo indagine tedesca, pertutte le coppie formate durante la prigionia (e che lodesideravano).

Presentandosi al Municipio di Mulheim con unacarta d’identità e due testimoni, ci avrebbero rila-sciato un libretto di famiglia che andava fatto con-validare una volta rientrati nel nostro paese.La vigilia del nostro matrimonio, quel 9 marzo del1945, Dino è andato a cercare, al suo campo, tutti isuoi effetti personali, al solo scopo di rimanere de-finitivamente con me il giorno dopo, il 10 marzo,dovendoci sposare.E fu andando a cercare i suoi effetti personali chevenne ucciso da una bomba, caduta su un vialeasfaltato vicino a lui e nascondendosi dietro ad unalbero, troppo piccolo per proteggerlo: la deflagra-zione gli fece scoppiare i polmoni.Io credo di non aver mai superato il lutto di questafine tragica di Dino. Da quì la ragione di riposarevicino a lui a Lodi.Io l’ho visto morto, l’indomani, accatastato con altrimorti, sdraiato in un granaio. E’ stata detta unamessa.Il suo anello non c’era. Io ci sono andata con tutti isuoi compagni, tranne due che erano stati bruciatinel loro campo in fiamme.In seguito è stato seppellito nel cimitero di MulheimDimbeck. Nessuno ha saputo in quale giorno, iocontinuo ancora a pensarci.

Ci sono andata, in seguito, fino alla mia partenza perla Francia.I suoi compagni mi hanno consegnato tutti gli effettia lui appartenuti che mi sono fatta spedire in Franciae che ho poi fatto recapitare alla sua famiglia a Lodi.Dopo quel giorno un rapporto epistolare si è stabilitocon sua mamma, Anita Piontelli; corrispondenzache è durata circa quindici anni. Di recente a Cha-tellerrault, nell'anno 2012 ho ricevuto tre lettere daElena Piontelli, moglie di Luigi.Nel 1995 la sua famiglia ha fatto tornare le spogliedi Dino a Lodi, dove, di recente, riposa.Dall’anno 1990, periodo in cui ho divorziato, hopianto sulla sua tomba a Lodi quattro volte l’anno:il 9 marzo, il 10 maggio, il suo compleanno, Ognis-santi e Natale, il giorno del nostro incontro.Un nipote di Dino, il signor Padachini mi ha telefo-nato a Chatellerault, una sola volta, da Milano, poisilenzio completo. Non ho capito!»

Yvonne Gallay

Il nostro presidente Pietro Steffenoni e Yvonne Gallay durante un recente incontro in Costa Azzurra.

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STATO DI CONSERVAZIONEIl monumento è una delle più celebri realizzazionidi Primo Giudici, scultore attivo nella secondametà dell’ottocento, originario di Viggiù. Si compone di un imponente basamento di por-fido rosso a struttura piramidale composto da piùblocchi avvicinati.In parte è scolpito e in parte presenta facce liscesu una delle quali è inciso il nome dell’illustre per-sonaggio cui è dedicato il monumento.Sulla sommità del basamento sta la scultura dimarmo bianco di Carrara che rappresenta PaoloGorini in piedi abbigliato con un cappotto a dop-pio petto.La scultura è di dimensioni superiori al vero, sicaratterizza per un’attenta descrizione del vero,infatti, da come è stata lavorata la superficie delcappotto si percepisce la pesantezza del tessuto,inoltre, la sottolineatura di alcuni dettagli inducelo spettatore ad attribuire al personaggio alcunepeculiarità caratteriali.

Lo stato di conservazione non è buono.La scultura, osservata da lontano non sembra dan-neggiata da rotture ma il marmo è molto sporcosia per il deposito di sporco generico che in alcunicasi sembra aver generato vere e proprie crostenere, sia perché attaccato da colonie di muschi elicheni che vegetano soprattutto nella parte altadella statua.Qui la presenza della microflora fa temere che, acausa delle micro radici e delle sostanze acide daloro prodotte, sia stata compromessa la coerenzacristallina del marmo.

Anche il basamento è attaccato dal degrado bio-logico, sono presenti soprattutto licheni.Il retro è stato purtroppo vandalizzato dai wraiterche con le bombolette spay hanno deturpato le su-perfici con scritte ma il problema maggiore delbasamento dipende dal fatto che i blocchi di por-fido che compongono sono gravemente scon-nessi.Il problema deve aver destato le attenzioni di chiha pensato di restituirgli stabilità attraverso lamessa in opera di una doppia cerchiatura confasce di acciaio in tensione.Se dal punto di vista statico il basamento è tornatoad essere stabile, dal punto di vista estetico questi

due elementi estranei creano un impatto visivo digrande disturbo .Infine, i movimenti che hanno causato il dissestodel basamento ha generato degli spazi vuoti tra unconcio e l’altro, questi, lasciati aperti, col passaredel tempo si sono riempito di sporcizia e terric-cio.

Procedimenti tecnici di intervento: Scultura• Eliminazione meccanica di muchi e licheni • Eliminazione della polvere e dello sporco su-perficiale incoerente con l’ausilio di pennelli mor-bidi • Preconsolidamento parti fragili con silicato dietile• Trattamento biocida con benzalconio cloruroal 3% in acqua.• Prima pulitura con soluzione detergente appli-cata a pennello, lasciata agire e successivamenterimossa con abbondante acqua, spugne e spaz-zolini• Asportazione depositi crostosi neri con microsabbiatura, utilizzando ossido di alluminio 120mesh ad una pressione variabile 2/3 atmosfere• Perfezionamento pulitura tramite impacchi lo-cali di polpa di cellulosa e ammonio carbonato.• Consolidamento delle poche zone interessateda sfarinamento con silicato di etile • Stuccatura delle locali microfratture e taroli conmalta a base di calce idraulica e inerti minerali• Riequilibratura cromatica dove necessario • Trattamento biocida preventivo• Trattamento finale con idrorepellente all’acquaBasamento• Eliminazione meccanica e asportazione dellaproliferazione vegetale• Generale spolveratura superficiale con pennellimorbidi• Trattamento biocida per devitalizzare muschie licheni• Rimozione delle scritte presenti sul retro con gelsvernicianti• Pulitura tramite apparecchiatura a getto d’ac-qua a pressione variabile• Pulizia meccanica degli spazi tra i conci• Riempimento delle fessure di grande entità conmateriale espanso e successiva sigillatura conmalta a base di calce idraulica e inerti minerali• Trattamento delle fasce in ferro di contenimentocon primer e loro tinteggiatura con colori all’ac-qua ad imitazione del porfido.• Riequilibratura cromatica delle stuccature.• Ritocco del testo inciso commemorativo del retroe sul fronte rispettando il tono cromatico origi-nale.• Applicazione protettivo anti graffiti.

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storia & società

RELAZIONE SUL RESTAUROdel monumento commemorativo a Paolo Gorini.

Progetto a cura dello studio di “Architettura” ELEONORAARIANORestauratori: Studio ARTE ROSARESTAURO - Operatrici: CINZIA PERNIGONI, VERONICAALAMPI e ALESSANDRA BARBERO.

SETTEMBRE - NOVEMBRE 2016

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storia & societàOsservando la superficie marmorea in controluceè stato possibile riconoscere le tracce lasciate daalcuni strumenti da taglio usati dall’autore con unacerta maestria. Usando una subbia fine alternataallo scalpello con la testa tonda e ad una piccolagradina, il Giudici ha reso il marmo morbido,tanto da percepire la pelliccia di Astracan del cap-potto.Nel basamento in porfido, invece, si sono ritrovatii piccoli fori del pantografo che serviva allo scul-tore per riportare dal modello in gesso al bloccodi marmo punti di riferimento utili per definire leforme.

Cinzia Pernigoni

In occasione dei lavori di pulitura e restauro con-servativo del monumento che Lodi ha dedicato aPaolo Gorini, la nostra Associazione lodigiana dicremazione sostenuta dalla “Fondazione Comu-nitaria della Provincia di Lodi” e da altri sodalizilocali (la Società generale operaia di mutuo soc-corso ed il Centro Studi e Documentazione “PaoloGorini”), da prestigiose istituzioni del territorio(come la Banca di Credito Cooperativo di Bor-ghetto Lodigiano), nonché dal quotidiano “il Cit-tadino”, ha ritenuto doveroso di onorare lamemoria dello scultore Primo Giudici, autore dellamonumentale opera, provvedendo, grazie ancheal sostegno dell’azienda lodigiana “Marmi Guar-nieri. S.n.c.”, al restauro della sua lapide funerariaconservata al cimitero Maggiore. A Lodi Primo Giudici sarà ricordato, soprattutto,come autore della statua (la sua opera più impor-tante) che da più di un secolo si erge in città, a pe-renne ricordo dello scienziato pavese d’origine malodigiano d’adozione. Da oltre cent’anni infatti Paolo Gorini è sempre lìin piazza dell’Ospitale, di fianco al tempio di SanFrancesco, con un sorriso che resta a mezza via frail buono ed il malizioso; un po’ curvo e infagottatonella sua proverbiale palandrana di marmo biancodi Carrara. Una vicenda singolare, quella della realizzazionedella statua a Paolo Gorini, che occuperà spessole prime pagine dei giornali locali e nazionali: unpercorso lungo e complesso che prenderà le mossefin dal 1881. Dopo alterne vicende, con la morte

di Giuseppe Grandi (avvenuta nel novembre del1894), artista cui era stato inizialmente affidatol’incarico di scolpire il monumento, tramonterà lapossibilità che lo scultore potesse eseguire l’opera.Nel 1896 inizierà quindi a farsi strada in Lodi laconvinzione «di assegnare ad altro artista di buonafama l’esecuzione della tanto desiderata opera» ecosì, nell’estate dello stesso anno, verrà indetto dalComune un concorso pubblico. Alla gara parteci-peranno cinque artisti, Pasquale Joli, Eugenio Pel-lini, Primo Giudici, Alessandro Laforet e RiccardoRoncoroni: complessivamente verranno presentatiquattordici bozzetti. Qualche tempo dopo, nel gennaio del 1897, si riu-nirà la Commissione incaricata di esaminare leopere che giudicherà migliore quella di PrimoGiudici con questa motivazione: «la figura delprotagonista è vera e somigliante, e nella sua in-dovinata movenza, nello sguardo pensoso, intentoa scrutare i segreti della natura, suscita, nell’animodi chi la osserva, un’ottima impressione, perché èla esatta visione di Paolo Gorini, monumentaliz-

zata nel suo modesto e caratteristico atteggia-mento. La base semplice, originalissima è costi-tuita da diverse composizioni raffiguranti le suemaggiori invenzioni, artisticamente accoppiate».Valutazione positiva che porterà il Consiglio co-munale di Lodi a deliberare di affidare ufficial-mente a Giudici l’esecuzione del monumento. Nell’estate del 1898 l’opera sarà pronta e «l’effigedi Paolo Gorini, in marmo bianco di Carrara, altametri 2,80 con al piede qualche libro per dare mag-giore robustezza alla parte inferiore della statua»potrà essere collocata nel luogo che da anni erastato individuato in città.«Il basamento [è] costituito -- si legge in una vi-vace cronaca di quei giorni -- da un monolite dipietra a diverse tinte mercè la lavorazione di m.1,10 d’altezza per 2,30 di larghezza, di forma ir-regolare da cui sporge superiormente e per pocaaltezza un plinto di forma geometrica. Sulla partescultoria da tre fronti appaiono in bassorilievo glielementi sui quali lo scienziato dedicò con mag-gior intensità di studi la sua esistenza, e precisa-mente: sulla fronte Platonismo - Geologiasperimentale (vulcani) e negli altri lati la purifica-zione ed imbalsamazione».La statua sarà ufficialmente inaugurato il 30 apriledel 1899.Nato a Viggiù (VA) il 14 gennaio 1852 Primo Giu-dici si spegnerà a Lodi il 27 giugno 1905.

Angelo Stroppa

Primo Giudici, lo scultore che eseguì la statua di Paolo GoriniRestaurata dalla So.Crem la lapide dell’artista conservata al cimitero Maggiore di Lodi

Il monumento prima del restauro Il monumento dopo il restauro

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“PAOLO GORINI”Notiziario dell’AssociazioneLodigiana di Cremazione“Paolo Gorini”Anno VII– n°. 1Gennaio 2017.Autorizzazione del Tribunaledi Lodi n°. 476 del 6 aprile2010.Spedizione in abb. postalePoste Italiane Spa70%. LO/LO.Direttore responsabile:PASqUALINO BORELLA

Direttore editoriale:ANGELO STROPPA

Redazione:Massimo Marchetti, Matteo Papagni, Pietro SteffenoniImpaginazione:L’Immagine – Lodi Direzione, redazione e ammi-nistrazione: presso laSOCREM, Associazione Lodigiana di Cremazione“Paolo Gorini” 26900 Lodi, Via dell’Acquedotto n° 1Tel. e Fax 0371.420303 e-mail: [email protected]: Sollicitudo Soc. coop. sociale 26900 Lodi, via della Selvagreca

Associazione Lodigiana di Cremazione“Paolo Gorini”

Associazione di Promozione Sociale

ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCIAvviso di convocazione

I signori soci sono convocati in Assemblea ordinaria il giorno 28 aprile 2017 alle ore 7,30 in prima convocazione ed occorrendo in seconda convocazione

DOMENICA 14 maggio 2017

ALLE ORE 9,30 Presso la Sala conferenze della Società generale operaia di mutuo soccorso

di via C. Piazza n° 7, in Lodi

PER DISCUTERE E DELIBERARE SUL SEGUENTEORDINE DEL GIORNO:

Relazione morale del Presidente.Relazione del Tesoriere sui bilanci Consuntivo 2016 e Preventivo 2017.

Relazione del Collegio dei Revisori.Dibattito ed approvazione delle Relazioni.

(Si rammenta che ogni associato in regola con i versamenti annuali della quota che non possapartecipare all’Assemblea potrà rilasciare DELEGA scritta ad altro socio ma nessuno potràraccogliere più di tre deleghe.I componenti del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori non potranno rappresentarenessun iscritto.Lodi, 15 gennaio 2017

Il PresidentePietro Steffenoni

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Io sottoscrittodelego a rappresentarmi all’Assemblea ordinaria del 28 aprile e del 14 maggio 2017 il signor socio

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