“Qui tu:o è sublime e toccante, tu:o parla d’amore” (Stendhal) · “Il punto preciso di...

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STUDIO PER LA FUSIONE CERNOBBIO MOLTRASIO CARATE URIO PROVINCIA DI COMO 1 “Il punto preciso di confine tra il cielo e la terra non è mai stato definito ma potrebbe essere qui” (Herb Caen, premio Pulitzer, sul diario degli ospi7 di Villa d’Este, 1973) “Questo lago supera in bellezza qualsiasi aspe:a;va” (Percy Bysse Shelely) “Qui tu:o è sublime e toccante, tu:o parla d’amore” (Stendhal)

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PROVINCIADICOMO

1

“Ilpuntoprecisodiconfinetrailcieloelaterranonèmaistatodefinitomapotrebbeesserequi”

(HerbCaen,premioPulitzer,suldiariodegliospi7diVillad’Este,1973)

“Questolagosuperainbellezzaqualsiasiaspe:a;va”(PercyBysseShelely)

“Quitu:oèsublimeetoccante,tu:oparlad’amore”(Stendhal)

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INDICE DEGLI ARGOMENTI

INTRODUZIONE

Sintetica presentazione dei tre comuni..........................................................................................pag.3

Inquadramento normativo...................................................................................................................pag.5

Breve analisi SWOT relativa a fusione........................................................................................pag.9

SEZIONE PRIMA: IL CONTESTO DEI TRE COMUNI INTERESSATI ALLA FUSIONE

Elementi geografici........................................................................................................................pag.11

Brevi cenni sugli aspetti paesaggistici........................................................................................pag.11

Breve descrizione generale e paesaggistica, aspetti storici e patrimonio culturale......................pag.13

Aspetti demografici........................................................................................................................pag.18

Contesto territoriale.......................................................................................................................pag.24

Tessuto Economico provinciale.....................................................................................................pag.26

Tessuto economico dei tre enti......................................................................................................pag.27

Turismo in Provincia di Como....................................................................................................pag.31

Turismo locale...............................................................................................................................pag.31

SEZIONE SECONDA: FATTIBILITA’ TECNICA DELLA FUSIONE

Personale ed organizzazione..............................................................................................................pag.37

Rapporti già in atto tra i tre comuni..................................................................................................pag.46

Sistemi informativi.........................................................................................................................pag.47

Bilancio, patrimonio, imposte e tributi in genere..........................................................................pag.48

Aspetti economici della fusione......................................................................................................pag.52

Linee guida per la fusione..............................................................................................................pag.54

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE

Gestione dell’erogazione dei servizi e dei procedimenti amministrativi......................................pag.58

ALLEGATO 1

Scheda Excel dati aggregati dei tre enti........................................................................................pag.61

ALLEGATO 2

La procedura di istituzione di nuovi comuni mediante fusione:

procedura dettata dalla L. R. 29/2006........................................................................................pag.62

ALLEGATO 3

Stralcio normativa di riferimento: TUEL (D. Lgs. 267/2000)....................................................pag.65

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La presente relazione supporta la decisione dei primi tre comuni della sponda occidentale del Lario, Cernobbio, Moltrasio e Carate Urio, di fondersi per

costituire un nuovo ed unico ente.

Sintetica presentazione dei tre comuni.

CERNOBBIO

Cernobbio è un paese di 6745 abitanti (al 31 12 2015), primo paese della sponda occidentale del Lario, confinante con i Comuni di Moltrasio, Maslianico, Como e Blevio nonché con la Confederazione Elvetica. La Città di Cernobbio, andata al voto il 26 maggio 2013, ha eletto Sindaco Paolo Furgoni. L’elezione, svoltasi secondo le disposizioni contenute nell’articolo 16 del D.L. n. 138/2011,

convertito dalla L. n. 148/2011, ha altresì eletto 10 Consiglieri comunali organizzati in tre diversi gruppi: uno di maggioranza (7 membri di cui 4 donne e 3 uomini), un gruppo di minoranza composto da 2 membri e un gruppo formato da un solo membro. In base alle “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli

e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali” (legge 23 novembre 2012 n.215) per la prima volta si sono potute esprimere due diverse preferenze con alternanza di genere, cosa che ha consentito di avere un consiglio comunale con il 40% di genere femminile rappresentato. La composizione della Giunta comunale, oltre al Sindaco, vede la presenza di 4 assessori: di cui un uomo e tre donne. Il Consiglio comunale andrà a naturale scadenza nella primavera del 2018.

MOLTRASIO

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Moltrasio, che conta 1607 abitanti al 31 12 2015, segue Cernobbio proseguendo verso il centro lario e confina con i Comuni di Cernobbio, Carate Urio, Schignano, Blevio, Torno nonché con la Confederazione Elvetica. Il Comune di Moltrasio è andato al voto il 25 maggio 2014 e ha eletto Sindaco, per il secondo mandato, Maria Carmela Ioculano. L’elezione, svoltasi secondo le norme individuate della Legge 7 aprile 2014 n.56 e secondo la legge

23 novembre 2012 n.215, ha eletto 10 Consiglieri divisi in due diversi gruppi: uno di maggioranza composto da 2 donne e 5 uomini e un gruppo di minoranza da 3 membri, 1 donna e 2 uomini. La giunta comunale è composta dal Sindaco e da 2 assessori di cui un uomo ed una donna. Il consiglio comunale andrà a naturale scadenza nel corso del 2019.

CARATE URIO

Carate Urio, 1171 abitanti al 31 12 2015, ultimo comune a nord di Moltrasio che partecipa alla fusione, confina con: Torno, Moltrasio, Laglio, Faggeto Lario, Brienno e Schignano nonché con la Confederazione Elvetica. Il Comune di Carate Urio è andato al voto il 5 giugno del 2016 eleggendo Sindaco Daniele Aquilini. Anche in questo caso le norme applicate alle elezioni sono quelle contenute nella Legge 7 aprile

2014 n.56 e nella Legge 23 novembre 2012 n.215 che hanno dato origine ad un Consiglio comunale formato da 10 membri di cui 8 uomini e due donne, oltre che dal Sindaco. I gruppi consiliari sono due: uno di maggioranza che conta 7 membri ( 2 donne e 5 uomini) ed uno di minoranza composto da 3 membri (tutti e tre di genere maschile) La giunta comunale è composta dal Sindaco e da altri 2 assessori (di cui un uomo ed una donna) Il Consiglio comunale andrà a naturale scadenza nel corso del 2021.

----------------------------------- I tre comuni ritengono che la fusione sia un’opzione da considerare seriamente, per semplificare il quadro istituzionale e i processi decisionali degli enti. Le finalità che si intendono perseguire sono quelle legate alla valorizzazione del territorio per renderlo maggiormente attrattivo, grazie anche alle incomparabili bellezze naturali ed artistiche, e per acquistare maggiore forza rappresentativa presso gli enti sovraordinati, in un periodo storico in cui stanno venendo meno le Province che fino ad oggi sono stati importanti enti intermedi tra i Comuni e le Regioni. Obiettivi a più breve periodo sono la riduzione dei costi di gestione, il miglioramento dell’efficienza complessiva al fine di rendere servizi più adeguati ai cittadini, la specializzazione del personale. Tutto questo mantenendo adeguate forme di partecipazione e rappresentanza dei cittadini nei municipi, previsti dalla Legge, e che possono coincidere con gli attuali tre Comuni, istituendo pure la presenza dei Referenti o ProSindaci. La scelta della fusione è stata perseguita con forza dai tre comuni proponenti, in particolare l’iniziativa è partita dal comune di Cernobbio, l’unico tra i tre enti a non dover obbligatoriamente gestire in forma associata servizi e funzioni, in quanto consapevole del valore aggiunto portato dalla costituzione di un nuovo e più grande comune, che arriverebbe a superare di poco i 9500 abitanti.

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Di seguito, dopo un’analisi relativa all’inquadramento normativo ed ad un’analisi swot rispetto alla scelta della fusione, nella prima sezione vengono illustrate le realtà territoriali, paesaggistiche, demografiche, sociali ed economiche delle tre amministrazioni comunali. Questo perché ogni percorso di fusione si determina in corrispondenza di contesti territoriali, sociali ed economici che rappresentano lo scenario che condiziona le scelte di forte integrazione delle Amministrazioni comunali ed è il riferimento rispetto al cambiamento atteso. La seconda sezione è invece dedicata ad un approfondimento della fattibilità tecnica della fusione.

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Inquadramento normativo

Negli ultimi anni, il legislatore nel più ampio quadro degli interventi legislativi volti al riordino ed alla semplificazione dell’assetto degli enti territoriali ha promulgato norme finalizzate all’unione dei servizi per i comuni di più modeste dimensioni, auspicando, in tal modo, un recupero di efficienza nell’erogazione dei servizi primari ai cittadini congiunto ad un contenimento delle spese correnti, obiettivo prioritario della finanza pubblica nel contesto economico e finanziario italiano ed europeo. Pertanto, già con il D.L. n. 78/10, convertito in legge n. 122/2010, era stato introdotto, per i comuni con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 abitanti, un vero e proprio obbligo della gestione associata dell’esercizio delle funzioni fondamentali, attraverso convenzione o unione. La Regione Lombardia, era poi intervenuta con propria legge (legge regionale 22/2011) stabilendo in 5.000 abitanti il limite demografico minimo da raggiungere come ambito ottimale per l’esercizio in forma associata delle funzioni fondamentali. Allo stato attuale, le funzioni fondamentali dei comuni, che non possono essere esercitate singolarmente, sono individuate dal comma 27 dell’art. 14 del DL 95/2012 (co. 27 art. 14 del DL 78/2010, come modificato dall’art. 19 del D.L. n. 95/2012) come segue:

a) organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i

servizi di trasporto pubblico comunale; c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente; d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla

pianificazione territoriale di livello sovracomunale; e) attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei

primi soccorsi; f) l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei

rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi; g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative

prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall'articolo 118, quarto comma, della Costituzione; h) edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione

e gestione dei servizi scolastici; i) polizia municipale e polizia amministrativa locale; l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici

nonché in materia di servizi elettorali, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale l bis) i servizi in materia statistica.

Le modalità per lo svolgimento delle funzioni associate sono tre:

1) convenzione, con durata minima di legge triennale e con limite demografico sotto indicato 2) unione di comuni: in Lombardia vige il limite demografico minimo di 5.000 abitanti per le

Unioni di Comuni e le Convenzioni. 3) Fusione tra comuni o fusione per incorporazione, quest’ultimo istituto introdotto dalla

Legge del Rio ed recentemente disciplinata dalla LR 14/2016. La normativa prevede pure che i comuni non possano svolgere singolarmente le funzioni fondamentali svolte in forma associata. La medesima funzione non può essere svolta da più di una forma associativa. Le convenzioni devono, per legge, avere durata almeno triennale e alle medesime si applica, in quanto compatibile, l’articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Ove alla scadenza

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del predetto periodo, non sia comprovato, da parte dei comuni aderenti, il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza nella gestione, secondo modalità stabilite con decreto del Ministro dell’interno, i comuni interessati sono obbligati ad esercitare le funzioni fondamentali esclusivamente mediante unione di comuni. (Decreto 11/9/2013) I termini per adempiere ai dettami che impongono la gestione associata di tutte le funzioni sono stati più volte modificati, attualmente il Decreto Milleproroghe 210/2016 (DL 210/2010, c.d. Decreto Milleproroghe per il 2016) ha fatto slittare al 31 dicembre 2016 il termine per la gestione associata delle funzioni fondamentali da parte dei piccoli comuni. Rimane comunque in vigore la sanzione che prevede, in caso di decorso dei termini di cui sopra, che il Prefetto assegni agli enti inadempienti un termine perentorio entro il quale provvedere. Decorso inutilmente detto termine, trova applicazione l'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131. (ovvero intervento sostitutivo del Governo).

I principali provvedimenti statali che dal 1990 ad oggi hanno recato previsioni in materia di fusioni fra Enti Locali sono riconducibili ai seguenti: - Legge n. 142 del 1990 (articolo 11); - Decreto – legge 25 novembre 1996, n. 599, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 1997, n. 5 (articolo 1, comma 2); - Legge 23 dicembre 1996, n. 662 (articolo 1, comma 164); - Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (articolo 15); - Decreto Ministero dell’interno 1 settembre 2000, n. 318; - Decreto – legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 (articolo 20); - Decreto del Ministero dell’interno del 10 ottobre 2012; - Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (articolo 1, comma 730); - Decreto – legge 6 marzo 2014, n. 16 (articolo 12); - Legge 7 aprile 2014, n. 56 (articolo 1, comma 130); - Decreto del Ministero dell’Interno dell’11 giugno 2014; - Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (articolo 1, comma 450); - Decreto Ministero dell’interno del 21 gennaio 2015. La legge di stabilità per l’anno 2015, al fine di promuovere la razionalizzazione e il contenimento della spesa degli enti locali attraverso processi di aggregazione e di gestione associata, ha introdotto ulteriori misure volte a favorire i processi di unione e fusione di comuni. Nel dettaglio, per i comuni istituiti a seguito di fusione, che abbiano un rapporto tra spesa di personale e spesa corrente inferiore al 30 per cento, fermi restando i limiti previsti dalla legislazione vigente e la salvaguardia degli equilibri di bilancio, non si applicano, nei primi cinque anni dalla fusione, i vincoli e le limitazioni relativi alle facoltà assunzionali e ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Con il decreto del Ministero dell’interno del 21 gennaio 2015, sono state definite, a decorrere dall’anno 2014, le modalità ed i termini per il riparto e l’attribuzione dei contributi spettanti ai comuni istituiti dall’anno 2014 in conseguenza di procedure di fusione di comuni o fusione per incorporazione. Da ultimo, con la legge di stabilità 2016, come si evidenzierà più avanti, ai suddetti enti spetta, per un periodo di dieci anni, un contributo straordinario pari al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti ai medesimi enti per l’anno 2010. Tale contributo viene erogato entro il limite degli stanziamenti finanziari previsti ed in misura non superiore, per ciascuna fusione, a 2 milioni di euro.

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L’ampliamento del numero di enti facenti parte di un comune costituito mediante fusione comporta la rideterminazione del contributo straordinario originariamente attribuito.

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Breve analisi swot relativa a fusione

Sicuramente sono punti di forza della creazione di un unico ente locale :

• la possibilità di fornire servizi più qualificati per gli utenti, utilizzando al meglio le professionalità dei dipendenti dei comuni

• la realizzazione di economie di scala, sia a breve termine (si pensi alla riorganizzazione dei settori del’ente e di conseguenza alla riduzione complessiva delle posizioni organizzative) sia a lungo termine (si pensi alla maggiore forza contrattuale nelle procedure di appalto)

• la possibilità di assolvere all’obbligo normativo della gestione associata dei servizi in modo semplificato (rispetto alla gestione di 10 convenzioni diverse o con enti diversi e con le conseguenti ricadute sui bilanci interni)

• una maggiore flessibilità nella gestione e nell’utilizzo del personale, che farebbe capo ad un unico datore di lavoro

• la possibilità di sfruttare le sinergie in atto rispetto ai servizi già unificati e con riferimento agli ambiti sovra comunali di riferimento

• Inoltre, motivazione da non sottovalutare, la creazione di un unico ente comporta, da una lato, la deroga dal rispetto delle rigide norme del saldo finanziario in pareggio, dall’altro ad un incremento dei trasferimenti erariali nella misura, a legislazione vigente, del 40% dei trasferimenti erariali del 2010, per un periodo di dieci anni (con il limite massimo di due mln di euro per nuovo comune).

• Opportunità Nell’ambito delle opportunità offerte dalla fusione si segnalano:

• la specializzazione professionale che i dipendenti possono raggiungere, limitando il proprio lavoro ad un settore più specifico e meno ampio

• la migliore organizzazione funzionale del personale • l’esenzione dalle regole dell’ex patto di stabilità (ora saldo finanziario in pareggio) per un

quinquennio, permettendo la realizzazione di investimenti infrastrutturali di ambito sovra comunale nonché le manutenzioni straordinarie degli immobili;

• la possibilità di accedere a maggiori finanziamenti esterni, nonché il conseguimento di punteggi di favore nel caso di partecipazione a bandi regionali (che premiano le associazioni comunali)

• il raggiungimento, nel tempo, di una pianificazione urbanistica omogenea sul territorio, che facilita il rapporto con i professionisti, le imprese ed i cittadini.

Rischi Sicuramente l’operazione comporterà diversi problemi e difficoltà gestionali, tra le quali si segnalano:

• la gestione dei trasferimenti di personale e risorse, con la conseguente contrattazione decentrata e ridefinizione dei ruoli di responsabilità apicale;

• una diversa riorganizzazione della rappresentatività politica • una potenziale opposizione da parte dei cittadini all’istituzione di un nuovo ente, che

potrebbe sfociare in un voto contrario nel referendum da tenere successivamente

• l’onogeneizzazione dei procedimenti nonché dei processi informatici degli enti

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Debolezze Le debolezze maggiormente significative dell’intervento di fusione potrebbero riscontrarsi:

• nella procedura di armonizzazione regolamentare e tributaria, che potrebbe aggravare per alcuni utenti la contribuzione fiscale nei confronti del nuovo ente

• una diversa dislocazione degli uffici comunali, con aperture ridotte degli sportelli presso alcuni enti

• nei costi relativi all’attivazione di un nuovo ente, collegati anche alla redazione di un nuovo strumento urbanistico e di tutti gli strumenti attuativi collegati ad esso tenuto conto, comunque, della possibilità di predisporre un documento pianificatorio di coordinamento tra i Piani al fine di consentire l’attuazione degli obiettivi previsti dai Piani medesimi

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SEZIONE PRIMA: IL CONTESTO DEI TRE COMUNI INTERESSATI ALLA FUSIONE

Elementi geografici

I tre Comuni interessati alla fusione sono considerati all’interno del piano territoriale di coordinamento provinciale nell’ambito territoriale n. 3 “Lario Intelvese” che comprende i comuni di Argegno, Blessagno, Brienno, Carate Urio, Casasco d’Intelvi, Castiglione d’Intelvi, Cerano d’Intelvi, Cernobbio, Claino con Osteno, Colonno, Dizzasco, Laglio, Laino, Lanzo d’Intelvi, Lenno, Mezzegra, Moltrasio, Ossuccio, Pellio Intelvi, Pigra, Ponna, Ramponio Verna, Sala Comacina, San Fedele Intelvi, Schignano e Tremezzo e con ruolo di comuni “polo attrattore” Cernobbio, Lanzo d’Intelvi, Lenno e San Fedele Intelvi. Gli ambiti territoriali omogenei sono connotati da elementi di omogeneità socio-economica e geografica e di sviluppo urbanistico- territoriale. All’interno di ogni ambito sono individuati i centri urbani di rilevanza sovracomunale - poli attrattori, corrispondenti a quei Comuni che per il loro ruolo di “centralità” storica, per condizioni di accessibilità e dotazione di funzioni e servizi esistenti e potenziali rappresentano una “polarità” rispetto ad un ambito territoriale di riferimento.

Brevi cenni sugli aspetti paesaggistici

I tre comuni appartengono a quella parte del territorio lariano che si caratterizza per le bellezze naturali, per quel lago dolce e romantico, che richiama turisti da tutto il mondo e che ha ispirato personalità come (e solo per citarne alcuni) Goethe, Stendhal, Vincenzo Bellini e Manzoni; un lago che mantiene intatto il suo fascino rappresentato dai suoi molteplici paesaggi: le insenature, la ricca vegetazione, la fisionomia selvaggia delle montagne si oppongono allo spettacolo di ville e parchi. Qui l’intervento dell’uomo ha saputo inserirsi nell’asprezza naturale e addolcirla senza contraddirla. Le località affacciate a lago godono dello splendido influsso climatico lacustre, il territorio offre paesaggi differenti con un’impressionante suggestione di colori e atmosfere. Il ramo occidentale del lago, in particolare, è costellato di splendide dimore. In un contesto talmente variegato, l’ambito in cui si posizionano i tre comuni appartiene al “basso Lario”, che è una porzione di territorio esteso da Argegno fino a Cernobbio compresi i versanti sovrastanti i paesi, e i versanti che scendono verso il confine svizzero. Le parti montuose sono costituite prevalente mente da boschi ad esclusione di piccoli alpeggi ancora utilizzati e rifugi sulla cresta. Solo la zona del Monte Bisbino presenta una maggiore antropizzazione con la sistemazione di baite con funzione turistica, così come i nuclei rurali sopra Moltrasio e Carate Urio. I paesi veri e propri si sviluppano prevalentemente lungo le rive del lago e lungo la Nuova Regina. Queste zone presentano una forte connotazione turistica. Le aree urbanizzate si concentrano principalmente lungo le rive del lago di Como e la marcata vocazione turistica ha consentito agli abitati di espandersi sul territorio a partire dal XIX secolo

Accanto a borghi rivieraschi sviluppatisi a partire dagli antichi insediamenti di pescatori e barcaioli che ora sono diventati fulcro di una fiorente attività turistica e ricettiva, le parti alte dei tre territori hanno visto lo sviluppo di centri abitativi dedicati storicamente alle attività dell’agricoltura e dell’allevamento, ora per lo più soppiantata da zone residenziali ad alta antropizzazione.

Perfettamente integrati e contigui, i borghi rivieraschi e quelli a ridosso del Monte Bisbino presentano peculiarità ancora oggi riconoscibili.

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Anche il territorio montano, interessato da baite e sporadici nuclei abitativi, rappresenta un continuum che riflette lo sviluppo parallelo dei tre Comuni. Il territorio dei tre enti si colloca in un ambito geografico tipicamente pedemontano, sviluppandosi, da nord a sud, lungo un gradiente altimetrico ed ecosistemico piuttosto diversificato, chiuso dal lago da una parte e dalla montagna dall’altro.

In particolare le frazioni di Cernobbio sono Piazza Santo Stefano e Rovenna (già Comuni autonomi fino agli anni trenta) e Mornello. Queste ultime due si sviluppano su territorio montano anche con le loro località (Olzino, Piazzola, Pievenello, Casnedo, Madrona, Toldino, Stimianico). A Moltrasio ci sono: Borgo,Carisciano, Casarico, Creolino, Luscesino, Roiano, Somaino, Tosnacco, Vergonzano, Vighinzano, Vignola, Casarevolo e per finire a Carate Urio possiamo trovare le frazioni di Cavadino e le località di Sassello, Olzavino e Genesio, Greppone, Lestresio, Pangino, Riva

Attraversati dall’asse stradale della ex Strada Statale 340 “Regina” (ora SP340), i tre Comuni condividono pregi e difetti di questa importante e strategica via di comunicazione che ha segnato lo sviluppo del territorio, trasformato nel tempo da luogo rurale a centro produttivo e turistico.

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Breve descrizione generale e paesaggistica, aspetti storici e patrimonio culturale

Cernobbio

Il comune di Cernobbio si estende su una superficie di 11,72 Kmq, posta ad una quota sul livello del mare variabile tra 199 e i 1.325 m (con un escursione altimetrica complessiva pari a 1.126 m) a confine con i comuni di Maslianico ad ovest, Moltrasio a nord, Blevio ad est, Como a sud. Il comune conta una popolazione di 6.745 abitanti al 31 dicembre 2015 ed un densità di 584,4 abitanti per Kmq. Il territorio urbanizzato è suddiviso in diversi nuclei abitati, tra cui: Garzegallo, Madrona, Scarone, Piazzola, Pievenello, Duello, Alpetto Gombèe, Casnedo con Stimianico, Piazza Santo Stefano (Olzino, Gentrino, Nolcino, La Valle), Rovenna (Toldino, Stomaino, Porgino, Stravalle), Garotto, S. Andrea, Vergello, S. Giuseppe e Mornello. L’economia di Cernobbio si fondava un tempo sulla filatura della lana, della seta e sulla produzione della carta, oggi soprattutto sul turismo, grazie anche alla presenza del lago e delle sue ville. La più celebre è Villa D'Este, (a destra immagine dei giardini) progettata secondo una tradizione non documentata da Pellegrino Tibaldi intorno alla seconda metà (1569) del 500, più volte modificata fino ad assumere l’attuale conformazione all’epoca della trasformazione

in albergo (1873). Altre ville degne di nota sono: Villa Pizzo, la più antica, formata da due edifici risalenti al XVI secolo che sorgono in uno splendido parco, Villa Erba, (immagine a sinistra) circondata da un esteso parco secolare in cui sorge anche Villa Nuova, oggi Gastel, eretta nel primo Ottocento

dalla trasformazione del soppresso monastero medioevale delle Benedettine, che sorge all'ingresso di Cernobbio, Villa Lazzaroni-Mira, oggi sede della Posta, la settecentesca Villa Besana Ciani, fra la via Enrico Besana e la Riva, Villa Bolognini, presso la Riva edificata intorno alla metà dell’ottocento in zona chiesa S. Vincenzo, e la coeva Villa Lejnati (oggi Allamel), fra la Riva e la Chiesa S. Vincenzo, Villa Bernasconi (nell’immagine in basso a destra), di proprietà comunale, dell’architetto liberty Alfredo Campanini, che sorge all’ingresso di Cernobbio, Villa Belinzaghi, di ispirazione neoclassica, risalente al 1860 ed il coevo villino Cima, all’interno del parco di Villa d’Este. Degni di nota sono anche la secentesca Chiesa di San Michele Arcangelo, che sorge nella frazione di Rovenna, caratterizzata da una croce processionale romanica e da un altare barocco di G. Battista Barberini, l’Oratorio della Vergine delle Grazie, nel cui interno si conserva un dipinto raffigurante l'Immacolata Concezione e la Chiesa di San Vincenzo, la cui facciata realizzata in stile barocco risale alla seconda metà dell’Ottocento. Al suo interno custodisce un altare in stile barocco con sculture di legno intagliato e dorato e un paliotto in gesso colorato. Si evidenzia anche lo storico santuario della Vergine del Bisbino, che conserva un simulacro in marmo della Madonna del XVI secolo, epoca del nucleo originario della chiesa e la parrocchiale di Casnedo, eretta all’inizio dell’Ottocento dopo la soppressione del monastero delle Benedettine, di cui conserva diverse opere d’arte. Fra i numerosi edifici religiosi minori sparsi sul territorio sono inoltre da segnalare

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l’Oratorio della Vergine delle Grazie in Cernobbio, nel cui interno si conserva un dipinto secentesco della scuola del Morazzone raffigurante l’Immacolata Concezione, l’Oratorio secentesco dell’Asnigo (monumento nazionale) e quello settecentesco dell’Addolorata in località Olzino, che conserva una pala d’altare di Giuseppe Mazza. Di particolare rilevanza storica il nucleo originario della Cernobbio a lago, con l’insieme delle abitazioni rinascimentali di piazza Castello. Diverse le testimonianze storicoartistiche di natura civile, quali l’imbarcadero liberty della Navigazione e i monumenti della Riva. Un’area apprezzabile dal punto di vista dell’archeologia industriale, in relazione sia all’impianto urbanistico, sia alla presenza di elementi distintivi (edifici, ciminiere, sede di mulini) si stende tra le frazioni di S. Giuseppe in Cernobbio e la Val Breggia. Con decreto del Presidente della Repubblica del 24 maggio 2005 al Comune di Cernobbio è stato concesso il titolo di Città per la sua rilevanza a livello non solo nazionale. Infatti ogni anno Cernobbio, nel mese di settembre, divien luogo di incontro del forum Ambrosetti, un meeting ormai tradizionale e noto a livello internazionale in cui Capi di Stato e di Governo, massimi rappresentanti delle istituzioni internazionali, Ministri, premi Nobel, imprenditori, manager ed esperti di tutto il mondo si riuniscono per confrontarsi sui temi di maggiore impatto per l’economia globale e la società nel suo complesso.

Moltrasio

Il comune di Moltrasio (225 m slm - 1.150 m slm), si trova nella parte nord-occidentale della Provincia di Como ed é composto da numerose frazioni abbarbicate sulle pendici del Monte Bisbino, sul versante verso il lago tutto esposto a solatio: fra le principali, Tosnacco é a quota più alta; il Borgo, sede del Municipio e della Parrocchiale, é a mezzacosta; San Rocco si affaccia sul lago. La testimonianza più antica della presenza dell'uomo a Moltrasio é un'ascia di rame rinvenuta alla fine del secolo scorso durante i lavori di ampliamento del cimitero: l'oggettorisale al periodo compreso fra il 2500 e il 2000 avanti Cristo. diversi altri ritrovamenti archeologici testimoniano che la zona fu insediata da tempi remoti: nel 1910 venne portato alla luce l'arredo di una tomba gallica risalente a due secoli prima di Cristo. Di epoca romana invece un pavimento a mosaico e alcune monete di cui una coniata dall'imperatore Giordano. Indubbiamente, Moltrasio fu

sempre località favorevole all'insediamento umano per la presenza di fitta vegetazione e relativa cacciagione, una riva pescosa e un terreno adatto all'agricoltura. Soprattutto per i romani, poi, le sponde del lago furono ricercate per la costruzione di ville e terme. Inoltre, la ricchezza di cascate ha alimentato nel tempo diversi mulini. Ma se la panoramica riva del Lario ha dato notorietà a Moltrasio, il suo retroterra roccioso non é da meno: la

presenza delle cave, da cui si estrae una rinomata pietra calcarea da costruzione, ha costituito nel tempo un'importante fonte economica di sostentamento per la popolazione locale avendo fornito per anni lastre di pietra usate per ricoprire i tetti delle case e poi esportate in tutte le località circostanti. Denominata appunto "il Moltrasio", la pietra é un calcare grigio risalente al periodo giurassico

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facile da tagliare, ed è stato utilizzato dai maestri comacini per realizzare moltissimi monumenti dell'età romanica. É infatti subito dopo l'anno mille che Moltrasio vive il suo periodo di maggior splendore. É in questo periodo che vengono realizzati i monumenti più antichi del paese, ovviamente con funzione religiosa, quale la chiesa di Sant'Agata, nominata in una carta di vendita del 1197. Incerta anche la data di costruzione della chiesa di San Martino, la cui esistenza é comunque già documentata in un atto notarile del 1207. Di fronte all'edificio sacro sorgeva invece il municipio. In epoca medioevale, il piccolo borgo si reggeva già come comune autonomo. In questo periodo, Moltrasio prese parte con Como alla guerra decennale contro Milano (1118-1127) e, come del resto fecero tutti i centri del Lario, partecipò alle guerre fra Guelfi e Ghibellini. Nel 1522 il borgo fu poi messo a ferro e a fuoco dagli abitanti di Torno, sulla sponda opposta del lago, a loro volta puniti per aver fomentato una rivolta filo-francese e anti-spagnola. Concluso così un periodo di prosperità, occorreranno secoli prima che Moltrasio possa lasciare la miseria della dominazione spagnola alle spalle. Gli impulsi derivanti dal governo austriaco si fanno sentire anche sulla sua sponda, che si popola di ville e personaggi famosi, quali il musicista Vincenzo Bellini, che soggiornò in Villa Scalvi dove compose anche alcune delle sue opere e dove visse un lungo periodo di intensa creatività che lo portò a comporre le più celebri arie come La Straniera e La Sonnambula,

anche grazie al sodalizio con la sua interprete preferita, Giuditta Pasta, che risiedeva nella sua villa di Blevio, sull’altra sponda del lago. La marchesina Giuseppina Raimondi, dopo la rottura del suo matrimonio con Giuseppe Garibaldi, per molto tempo abitò nella villa "Il Casino". Mentre Villa Passalacqua, ricca di opere d'arte, é sicuramente la dimora più prestigiosa, la casa "alla Punta" ha ospitato Anna Maria Berthier, duchessa di Piacenza e principessa di

Wagram. Villa Le Rose, invece,famosa per i suoi giardini, ha ospitato per una breve vacanza Winston Churchill.

Carate Urio Il territorio del comune di Carate Urio risulta compreso tra i 199 e i 1.351 metri sul livello del mare ed è connotato da una superficie pari a 689,00 Ha (ettari), è geograficamente collocato lungo la sponda occidentale del Lario come importante paese rivierasco della Comunità Montana “Lario Intelvese”. La struttura urbana è storicamente riconducibile al sistema interrelato delle frazioni lacuali (Carate, Urio) con le principali località di mezza costa (Cavadino, Chiesa e cimitero di Santa Marta, Sassello). Con la realizzazione nel 1962 della variante alla S.S. n. 340, la cosidetta “Pizzo Torriggia”, tale assetto territoriale ha subito necessariamente una “stratificazione” per fasce orizzontali: la prima, spondale, innervata sulla Vecchia Regina dove la sequenza delle ville e delle darsene ha ricostituito la continuità con l’acqua; la seconda, di appoggio, costituito dai nuclei di antica formazione e dal tessuto urbano progressivamente insediatosi a valle della Regina Nuova, soprattutto lungo la direttrice di via Santa Marta, saldatura verticale della mobilità sovracomunale; la terza, a monte della S.S. n. 340, contrassegnata precipuamente dalla frazione storica di Cavadino protetta in quota dalla chiesetta di Santa Trinità, dal complesso monumentale di Santa Marta (Chiesa e Cimitero), dall’insediamento del Sassello e, più a nord, dalla zona artigianale e dal recente impianto edilizio residenziale convenzionato. La maggiore attrazione fruitiva si esercita lungo la

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direttrice della vecchia strada Regina che intercetta, procedendo progressivamente da ovest: 1) Il compendio del Castello di Urio, contermine al sito storico della chiesa dei S.S. Quirico e Giulitta, con le connesse attività didattico – educative e sportivo – ricreative, nonché l’imbarcadero della Navigazione Lariana; 2) L’ex immobile scolastico, munito di autosilo multipiano e campo polifunzionale coperto, con il sottostante belvedere a lago, che funge da recapito civico, associativo e culturale; 3) La Chiesa dei S.S. Giacomo e Filippo a Carate e la piazza antistante unitamente al complesso civico (sede del Comune) e dell’ufficio postale; 4) Il posteggio e l’attracco natanti approntati in località S. Bernardo presso il confine con il comune di Laglio, contestualmente al recupero abitativo dell’ex albergo Larius. COMPLESSI ARCHITETTONICI DI RILIEVO

Castello di Urio, villa con accesso a lago e circondata da un vasto parco, Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo, Parrocchiale fondata nel 1537, con interno barocco mosso da stucchi, freschi, scagliole e tele, notevole quella dedicata ai santi titolari nel presbiterio. Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta Chiesa romanica che si affacciava, con i suoi due campanili originari, con un sagrato ombreggiato da platani, direttamente sul lago. La parrocchiale fu rifatta con aspetto rinascimentale un campanile fu demolito mentre il superstite, ristrutturato, ha mantenuto i due ordini di bifore. Santuario di S. Marta: E’ raggiungibile grazie ad una gradinata affiancata dalle 14 cappelle della Via Crucis realizzate nel 1752 Fu fondata nel 1000 e consacrata nel 1095 dal papa Urbano II, subì manomissioni e ripristini che la portarono ad avere l’aspetto attuale a tre navate e munita di locali accessori. CENNI DI STORIA LOCALE

Carate e Urio hanno origini comuni e molto antiche, come testimoniano le tombe galliche e le epigrafi romane rinvenute nel compendio durante il XIX secolo. Se da una parte il suffisso “---ate” richiama certamente una etimologia celtica, dall’altra non può escludersi l’ipotesi che Urio derivi da “oros”, monte, termine riconducibile alla popolazione degli orobi, la quale, provenendo da regioni montagnose, fu probabilmente la prima a innalzare capanne e rifugi sulle sponde del Lario. Le comunità locali furono poi interessate dalla colonizzazione romana nonché successivamente coinvolte nella decennale guerra fra Como e Milano (1118 – 1127) con il

relativo corredo di perdite umane e distruzioni. Analogamente alle vicende che hanno interessato nel tempo il territorio del lago, famiglie nobili costituirono il proprio feudo nelle due località e l’appropriazione delle rive per realizzarvi sontuose dimore e parchi scenografici divenne fenomeno assai diffuso. Inoltre a partire dal XVIII secolo anche Carate Urio partecipò al consolidarsi del turismo lacuale e della villeggiatura, riscoprendo l’attitudine ricettiva non più unicamente riservata alla citata “elite” aristocratica ma estesa alla nuova classe borghese imprenditoriale prepotentemente affermatasi nel periodo post-unitario. Alberghi e

ville ridisegnano il paesaggio, amalgamandosi con l’ambiente: La villa diventa la grande protagonista dell’attività edilizia in provincia di Como e lo stile eclettico, seguito dal liberty, viene interpretato in manifestazioni espressive assai articolate e tese a valorizzare le risorse panoramiche

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dei siti. Ne rappresentano importante testimonianza locale il Castello di Urio (Centro Studi Internazionale), la Villa Italia e la Villa dei Cedri.

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Aspetti demografici

La popolazione complessiva del nuovo ente sarebbe di 9526 abitanti, contati al 31.12.2015, come da prospetto seguente:

Cernobbio Carate

Urio

Moltrasio NUOVO

COMUNE Totale

popolazione aggregata

6745 1171 1610 9526

Di seguito vengono riportati grafici relativi all’andamento demografico della popolazione residente nei tre comuni dal 2001 al 2015. (Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno).

CERNOBBIO: 6745 abitanti al 31 12 2015

Si rileva che dal 2007 vi è stata una riduzione costante del numero degli abitanti, ormai quasi assestata sui medesimi valori dal 2011.

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MOLTRASIO 1610 abitanti al 31 12 2015

Anche il Comune di Moltrasio, da circa tre anni, è assestato su valori comunque inferiori a quelli registrati agli inizi degli anni 2000.

CARATE 1171 abitanti al 31 12 2015

Il comune di Carate Urio, dal 2007, perde costantemente residenti.

I tre enti hanno quindi visto un picco massimo di popolazione negli anni precedenti (Moltrasio nel 2003, Cernobbio e Carate Urio nel 2007), a cui è seguito una lenta ma progressiva discesa non ancora arrestata nei comuni di Cernobbio e di Carate Urio.

Uno degli obiettivi della fusione è pure quello di frenare il disagio demografico ed economico, tipico di molti piccoli centri italiani, che porta ad abbondono della case e del territorio, rendendo maggiormente attrattivo il territorio quanto a servizi offerti e potenzialità economiche.

Il flusso migratorio della popolazione nei tre enti dice che a Cernobbio le iscrizioni e le cancellazioni operate dall’anagrafe sono praticamente equivalenti e si attestano a circa 300 movimenti annui, gli altri due enti, in quanto minori, registrano circa 70 movimenti Moltrasio tra i

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50/60 Carate. Il flusso migratorio è significativo nei tre enti , con conseguente incremento di lavoro presso i demografici, anche per la vicinanza con la Svizzera e la necessità per i frontalieri di stabilire la residenza vicino al confine.

Movimento naturale della popolazione

Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. L’andamento del saldo naturale dei tre enti è purtroppo in negativo, anzi il Comune di Cernobbio vanta il primato, tra i comuni della Provincia di Como superiori a 5.000 abitanti, del più basso tasso di natalità. I sottostanti grafici mostrano il saldo naturale dei tre comuni.

CERNOBBIO

Saldo 2015: - 49

MOLTRASIO

Saldo 2015: - 9

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CARATE URIO

Saldo 2015: -6

L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani: 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.

Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’ampliamento della forbice tra nuovi nati e decessi impone una riflessione sui servizi che in futuro i tre Comuni dovranno offrire ai loro cittadini.

Un aumento delle richieste di intervento e supporto da parte della popolazione anziana e la contemporanea diminuzione di forze lavorative ed economiche dall’altra spinge a creare sinergie sempre più stringenti per ottimizzare le economie di scala di quei servizi essenziali che rappresentano la natura stessa del Comune come prima entità territoriale che risponde alle necessità quotidiane dei cittadini.

Seppur esistono forme di collaborazione in atto e attuabili, solo una perfetta integrazione degli uffici, del personale, in via di riduzione a causa del blocco delle assunzioni e del tour-over, e dei sistemi di protezione delle categorie fragili potrà in futuro garantire quel livello ottimale dei servizi che rappresenta il fulcro della ragione d’essere dell’entità territoriale comunale.

Ciò significa accentrare i processi e localizzare gli interventi provvedendo ad una distribuzione ponderata degli uffici e dei servizi in base alle quantità e peculiarità dei servizi offerti.

La struttura per età evidenza che il Comune di Cernobbio ha un progressivo incremento dell’età media. Ora assestata a 47,5 anni, che porta l’ente a raggiungere il primato del comune con l’età media più alta dei comuni superiori a 5000 abitanti della provincia di Como e ben sopra la media nazionale.

Moltrasio e Carate Urio presentano dati simili a Cernobbio, con superamento dell’età media della popolazione rispetto al dato nazionale pari a 44,6. (Moltrasio 48,9 anni, Carate Urio 47,9)

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Analisi della struttura per età della popolazione L'analisi della struttura per età della popolazione dei tre Comuni considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. Le tabelle relative allo sviluppo demografico dei comuni evidenziano una sostanziale omogeneità in ordine alla diverse fasce di età della popolazione medesima che porta a ritenere simili pure i bisogni da soddisfare.

Cernobbio

Carate Urio

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Moltrasio

Popolazione straniera

Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.

Gli stranieri residenti a Cernobbio al 1° gennaio 2016 sono 450 e rappresentano il 6,7% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dallo Sri Lanka

(ex Ceylon) con il 14,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalle Filippine (9,8%) e dalla Romania (8,4%).

Gli stranieri residenti a Moltrasio al 1° gennaio 2016 sono 75 e rappresentano il 4,7% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 14,7% di tutti gli stranieri presenti sul territorio.

Gli stranieri residenti a Carate Urio al 1° gennaio 2016 sono 55 e rappresentano il 4,7% della popolazione residente. Le comunità straniere più numerosa provengono dalla Svizzera, dal Senegal e dal Regno Unito, tutte con il 9,1 % di tutti gli stranieri presenti sul territorio.

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Contesto territoriale

L’estensione territoriale dei tre enti è la seguente:

CERNOBBIO CARATE

URIO MOLTRASIO

NUOVO COMUNE

SUPERFICIE (in Kmq) 11,72 6 8,9 26,62

Il nuovo comune avrebbe, quindi, un’estensione territoriale notevole con una densità abitativa pari a 357,85 abitanti /Km. inferiore alla media provinciale assestata a 469 (dati 2014)

L’altitudine massima maggiore raggiunge i 1.351 mslm, mentre l’escursione altrimetrica maggiore è di 1.152 m.

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Quanto a risorse idriche e strade:

CERNOBBIO CARATE

URIO MOLTRASIO

Laghi 1 1 1 RISORSE IDRICHE Fiumi e torrenti 3 2 1

Statali 2 2 3 Provinciali 2,85 2 3,2 Comunali 35,5 2 9 Vicinali 0 0 12

STRADE (in Km)

Autostrade 0 0 0

La conformazione orografica dei tre comuni rende possibile la tracimazione di valletti a carattere torrentizio configurandosi quindi un potenziale rischio idrogeologico su tutto il territorio.

I territori dei comuni di Cernobbio, Moltrasio, Carate Urio ricadano dal punto di vista sismica in zona 4 (zona a bassa sismicità)

Per quanto riguarda lo stato della pianificazione urbanistica:

CERNOBBIO CARATE

URIO MOLTRASIO

Strumento urbanistico Piano di

Governo del Territorio

Piano di Governo del

Territorio Data di approvazione 23/03/13 04/08/10 28/03/13

adottata 24/06/2015 Varianti generali

20/09/16

Appartenenza a Comunità Montana/Parchi Comunità

Montana Lario Intelvese

Comunità Montana Lario

Intelvese

Comunità Montana Lario

Intelvese Appartenenza Consorzio Forestale X X X PRIC X - X Piano cimiteriale - X - Piano zonizzazione acustica X - X Piano sottoservizi PUGSS X - - Piano parcheggi X - - Piano commerciale - - - Altri piani

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Tessuto Economico provinciale

Analisi del contesto della Provincia di Como come dall'ultimo rapporto annuale pubblicato dalla Camera di Commercio relativo all'economia comasca anno 2014 (stralcio):

“Il 2014 è l’anno dell’attesa: si presagisce un miglioramento che ancora non si è concretizzato.. .Aumenta il numero dei frontalieri e cresce il numero di italiani che lasciano la provincia per

trasferirsi definitivamente all’estero. L’attrazione di turisti stranieri e di consumatori svizzeri

è fondamentale per fare quadrare i conti delle attività alberghiere e commerciali, mentre la ricerca di mercati esteri sempre risulta imprescindibile anche per le piccole imprese. È passato un anno e la provincia di Como ha visto decrescere di quasi 1.000 unità le imprese registrate (-2,0%) e di quasi 800 quelle attive (-1,8%), in quasi tutti i settori economici. Il numero delle cancellazioni, in calo, è ampiamente superiore a quello delle nuove iscrizioni, anche esse in calo. Sono le imprese artigiane quelle che soffrono di più, perdendo il 2,7% delle unità attive (-457 imprese attive). Nel manifatturiero la produzione è finalmente cresciuta del +2,2% rispetto al 2013, ma il rallentamento del tasso a fine anno desta più di una perplessità. (…). Per le imprese di piccola dimensione la performance è risultata inferiore alla media e questo vale a maggior ragione per quelle artigiane (-0,3%)... Il loro fatturato invece cresce, trainato dai mercati esteri sempre più essenziali per la sopravvivenza d’impresa anche quando questa conta solo pochi addetti. Una boccata d’ossigeno arriva infatti dalle esportazioni cresciute del +2,7%, rispetto al 2013 e dal saldo commerciale, ai massimi storici. (…). Analoghe considerazioni valgono anche per due delle prime tre voci merceologiche esportate (tessile e meccanica) che restano al di sotto dei volumi 2008, compensate da altre produzioni. Si fa sempre più stretta la relazione privilegiata con la Svizzera. Per il commercio interno, il 2014 non è stato un anno positivo, in particolare per gli esercizi di piccole dimensioni. È calato il fatturato, i metri di vendita e il numero di esercizi. L’unica nota positiva arriva dalle vendite (a valore) di prodotti di largo consumo in supermercati e ipermercati. (…). Anche il turismo ha registrato una lieve battuta d’arresto (-1,9% gli arrivi e -1,8% le presenze), dovuta principalmente ma non esclusivamente al prevedibile ulteriore calo registrato dai turisti italiani (lombardi in particolare). La minore dinamicità rilevata tra i turisti stranieri è da imputare quasi integralmente alla defezione degli olandesi, tra i primi clienti storici del Lario. Purtroppo il meteo non ha aiutato l’annata. (…) Per le costruzioni il 2014 si conclude in continuità con la serie iniziata nel 2008, all’insegna del ridimensionamento… I servizi hanno registrato una ulteriore seppur limitata riduzione del volume d’affari (-0,5%). In compenso è tornato positivo a fine anno il saldo tra il numero di imprese in crescita e quelle in difficoltà. Per quanto riguarda l’innovazione, motore dello sviluppo e innegabile strumento per il mantenimento e la crescita della competitività, i dati a disposizione sono davvero pochi e parziali. Nel corso del 2014 si è registrata una minore richiesta di protezione della proprietà intellettuale da parte di residenti della provincia di Como... Tra le note positive della provincia vi è il ruolo delle industrie culturali e creative che generano il 6,9% del valore aggiunto locale (era il 6,3% nel 2013), percentuale superiore sia a quella regionale (6,2%) che nazionale (5,4%). Queste danno lavoro al 7,8% degli occupati esistenti in provincia e rappresentano il 10,1% delle imprese registrate... Il tasso di disoccupazione certificato dall’Istat è ulteriormente aumentato, passando dall’8,6% del 2013 al 9,0% del 2014 (sale al 25,9% per i giovani da 15 a 29 anni). I dati sono ovviamente inferiori a quelli nazionali, ma preoccupa l’accelerazione che ha eroso l’iniziale posizione di vantaggio della provincia rispetto alla media regionale…Tra gli elementi di stabilizzazione del mercato del lavoro ci sono quasi 25.000 frontalieri, in crescita del

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+5,4% sul 2013: ormai sfiorano il 10% del totale degli occupati comaschi… A fine 2014 le imprese straniere erano 3.872, in calo rispetto al 2013 (-2%). Anche l’imprenditorialità straniera ha risentito quindi del peso della crisi economica (a causa in particolare della forte rilevanza del settore delle costruzioni che nel corso del tempo ha subito un ridimensionamento). Le imprese giovanili sono invece calate del -4,8% a causa principalmente della perdita della qualifica “giovanile” per il naturale avanzare dell’età degli imprenditori, segnale d’allarme per il ricambio generazionale nei prossimi anni.”

Tessuto economico dei tre enti

I dati delle attività economiche del territorio sono tratte dalle banche dati in possesso della Camera di Commercio di Como, relativi sia alla presenza degli addetti sul territorio e riferiti al 2013, sia al censimento dell’industria del 2011.

Archivio: Unità locali con addetti-dettaglio comunale, Dicembre 2013 - Fonte: SMAIL Como - Numero di unità locali con addetti per comune

Unità locali con addetti

CERNOBBIO 562

CARATE URIO 77

MOLTRASIO 88

Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013

COMUNI Imprese Addetti di cui

dipendenti Imprese Addetti

di cui

dipendenti Imprese Addetti

di cui

dipen

denti

CERNOBBIO 466 1.395 877 458 1.426 916 455 1.389 881 CARATE

URIO 63 100 31 63 116 52 64 118 52

MOLTRASIO 82 188 90 82 228 129 79 227 131

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Cernobbio – Censimento 2011

Attività industriali 107 unità locali 728 addetti 36,71% della forza lavoro occupata

Attività di servizio 115 unità locali 257 addetti 12,96%

Attività

amministrativa 36 unità locali 244 addetti 12,30%

Altre attività 202 unità locali 754 addetti 38,02%

Risultano occupati complessivamente 1.983 individui, pari al 29,77% del numero complessivo di abitanti del comune.

Turismo: 11 esercizi alberghieri con 359 camere e 22 suites

30 ristoranti di cui 2 etnici

1 Agenzia di viaggio

Ufficio informazioni e di Accoglienza Turistica

Centro Espositivo “Villa Erba”

Carate Urio – Censimento 2011

Attività industriali 26 unità locali 55 addetti 42,9% della forza lavoro occupata

Attività di servizio 9 unità locali 12 addetti 9,38%

Attività

amministrativa 4 unità locali 8 addetti 6,25%

Altre attività 39 unità locali 53 addetti 41,41%

Risultano occupati complessivamente 128 individui, pari al 10,59% del numero complessivo di abitanti del comune.

Turismo: 2 esercizi alberghieri con 17 camere

2 affittacamere con 8 camere e 16 posti letto

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1 rifugio

4 ristoranti

Moltrasio – Censimento 2011

Attività industriali 35 unità locali 103 addetti 30,84% della forza lavoro occupata

Attività di servizio 18 unità locali 45 addetti 13,47%

Attività

amministrativa 18 unità locali 78 addetti 23,35%

Altre attività 38 unità locali 108 addetti 32,34

Risultano occupati complessivamente 334 individui, pari al 18,89% del numero complessivo di abitanti del comune.

Turismo: 2 esercizi alberghieri con 107 camere e 2 suites

1 rifugio con 10 posti letto

5 ristoranti

Stabilimenti balneari

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

I dati ISTAT riferiti all’anno 2014 dimostrano che i tre Comuni hanno un reddito medio

ragguardevole rispetto al reddito medio provinciale, classificandosi, rispettivamente:

Carate Urio al secondo posto con euro procapite 22.400

Moltrasio al terzo posto con euro procapite 20.078

Cernobbio al quarto posto con euro procapite 19.953

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Per quanto riguarda, invece, la diffusione di punti erogatori di servizi pubblici e di strutture sul territorio la seguente tabella mostra come a Cernobbio vi sia una maggiore presenza di servizi per i cittadini di cui potranno godere anche gli altri comuni interessati alla fusione.

CERNOBBIO CARATE

URIO MOLTRASIO

Asili nido n.1 per posti 39 0 Scuole materne statali n.1 per posti 50 0 1 per posti 48 Scuole materne private n. 2 per posti 108 0 Scuole elementari n.2 per posti 297 0 1 per posti 80 Scuole medie n.1 per posti 218 0 0 Strutture residenziali per anziani

n1 0 0

Farmacie comunali 0 0 0 Farmacie non comunali 2 1 1 Esistenza depuratore 0 SI SI Aree verdi, parchi, giardini

6 1 3

Punti luce illuminazione pubblica

1120 450 396

esistenza isola ecologica

1 0 0

Veicoli 10 2 5 Personal computer 46 9 13 Ambulatori medici di base

5 1 1

Ambulatori medici privati

3 0 0

Ambulatori diagnostici riabilitativi

3 0 0

Sede CRI 1 0 0 Ambulatori veterinari 1 0 0 Banche 4 1 0 biblioteche 1 1 1 Caserme Carabineri 1 0 0 Cimiteri 4 2 1 Mercati 1 0 0 Poste 1 1/2 1/2 Stazionamento Taxi 1 0 0 Pontili pubblici 1 1 1

Strutture sportive 1(affidata ad associazioni

1

Palestre 2 (scolastiche) 0 1

STRUTTURE SUL

TERRITORIO

Attracchi lacuali pubblici

2 1 2

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Turismo in Provincia di Como

Lo studio sul turismo in Provincia di Como, anno 2015, della Camera di Commercio di Como, rileva che la stagione turistica 2015 è stata decisamente positiva per il territorio comasco, sicuramente grazie anche alla concomitanza all’EXPO oltre che al verificarsi di condizioni climatiche favorevoli: con oltre 1.071.000 arrivi e 2.766.000 presenze ha fatto registrare infatti i massimi storici, con quasi 73.000 arrivi in più rispetto allo stesso periodo del 2014 (+7,3%) ed una crescita di circa 195.000 pernottamenti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+7,6%), che, invece, aveva registrato un calo rispetto ai trend storici. I turisti italiani hanno fatto segnare un leggero cedimento sul fronte degli arrivi, 2.000 in meno rispetto al 2014 a conferma di un trend decresceste ormai da 4 anni; decisamente meglio i pernottamenti in aumento di oltre 60.000 unità (+9,5%), grazie al prolungamento del Periodo medio di soggiorno da 2,2 a 2,4 giorni. I turisti esteri hanno confermato la loro considerazione per il territorio lariano: gli arrivi registrati sono stati 777.554, +10,7% rispetto al 2014, mentre le presenze hanno fatto segnare un +6,9%, a quota 2.066.929 (+134.000 In dodici mesi). Tre ospiti su quattro sono stranieri. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 2015 mostra un andamento positivo in quasi tutte le tipologie di strutture ricettive. • Crescono gli alberghi (notevole il +12,5% dei 3 stelle e delle strutture a 1 stella), con la sola

eccezione delle residenze turistico-alberghiere ( ‐12,3%).

• Crescono gli esercizi complementari: dai campeggi (+6,8%) ai rifugi (+42,7%), dagli alloggi in affitto (+16,6%) agli agriturismi (+35,1%), fino ai bed & breakfast (+39,7%); fanno eccezione gli

ostelli, in flessione del ‐ 2,3%.

Turismo locale

Il territorio dei tre comuni ha una connotazione fortemente turistica, la fusione dovrà rilanciare il brand turistico del basso Lario, partendo da una realtà già strutturata e che, nel comune più piccolo e distante dal capoluogo, Carate Urio, può essere solo incrementata.

In particolare il comune di Cernobbio ha una vocazione prevalentemente turistica, da quanto emerge dagli studi sul turismo della Camera di Commercio di Como tale vocazione viene confermata, come risulta dai seguenti dati che non contemplano mai il comune di Carate Urio e solo per alcune voci il comune di Moltrasio:

Arrivi e presenze complessive in provincia di Como. Graduatoria delle principali località turistiche e resto del territorio.

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PROVINCIA DI COMO

32

1° semestre anni 2013/2015

2013 2014 2015 N. Paesi

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

1 COMO 90.552 191.224 92.486 197.428 104.634 217.324

2 PORLEZZA 13.575 50.925 15.559 57.210 14.059 56.142

3 GRIANTE 27.952 100.354 26.985 98.026 26.829 98.816

4 BELLAGIO 26.256 67.016 29.275 73.340 31.744 79.577

5 TREMEZZINA 20.800 59.734 21.483 59.790 23.787 64.308

6 DOMASO 9.639 32.332 10.817 38.663 10.503 37.708

7 CERNOBBIO 20.345 45.245 20.986 47.696 22.828 50.478

RESTO

DELLA

PROVINCIA

228.418 413.933 206.601 418.171 198.051 433.848

TOT.

PROVINCIA 437.537 960.763 424.192 990.324 432.435 1.038.201

La stagione turistica 2014 (ultimo dato complessivo rendicontato) di Cernobbio è risultata molto positiva, con oltre 121.000 presenze (+5,9% rispetto al 2013) e un buonissimo andamento della clientela italiana (pernottamenti in crescita del +20,2%), anche se permane una vocazione prettamente internazionale (gli ospiti stranieri rappresentano oltre l’80% del totale).

La provincia di Como è un territorio connotato da un alto livello di ospitalità turistica, la quale viene misurata dal numero di posti letto offerti rispetto ai cittadini residenti. I turisti lariani hanno avuto complessivamente a disposizione quasi 6 letti ogni 100 abitanti; il dato regionale è intorno a 3,4 posti letto.

Disaggregando il dato provinciale, emergono alcuni comuni lacuali in cui l’intensità dell’offerta turistica è veramente rilevante: per le zone in cui prevalgono le strutture complementari, si segnalano Domaso con 255 posti letto ogni 100 abitanti, Sorico con 192 e Porlezza con 101; per i territori dove prevale l’alberghiero, si distinguono Griante con 168, Bellagio con 39, Menaggio con 30, Tremezzina con 23, mentre Cernobbio segue con 12.

L’offerta turistica del capoluogo Como nel 2014 è risultata di 3,7 letti ogni 100 residenti. Quindi Cernobbio si pone sopra il dato medio regionale, ma al di sotto di altri importanti centri turistici del lago.

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33

In ogni giorno dell’anno 2014 si sono registrati mediamente in provincia di Como 1,2 pernottamenti di turisti italiani ed esteri ogni 100 abitanti. Disaggregando questo dato, si ottengono dei risultati interessanti: il comune di Griante ha ospitato ogni giorno dell’anno mediamente un numero di turisti quasi pari a quello degli abitanti, Moltrasio ha contato mediamente 59 pernottamenti ogni 100 residenti (secondo comune in Provincia) seguono a distanza Domaso (24), Sorico (16), Bellagio (14), Porlezza (13), Tremezzina e Menaggio (8), Cernobbio (5).

Il rapporto sul turismo sopra citato aggiunte: “Per valutare la congruenza del dimensionamento dei servizi turistici provinciali ricettivi, è utile considerare la percentuale dei letti mediamente utilizzati durante il periodo di apertura di un esercizio: il dato medio provinciale si è confermato pari al 27%. Spicca la performance di Griante che ha fatto segnare il 73% di utilizzo medio della dotazione offerta. Ottima la crescita di Moltrasio, con il 59%. Grandate, Tremezzina, Bellagio e Cernobbio hanno avuto un utilizzo intorno al 55%. Como ha raggiunto ormai il 50%, davanti a Montano

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Lucino, Lomazzo e Menaggio. Le strutture complementari (in particolare a Domaso e Porlezza) registrano chiaramente un indice di utilizzo più basso, intorno al 15/20%, delle loro potenzialità. Il dato complessivo provinciale risente della cattiva performance di aree territoriali come la Valle d’Intelvi e il Triangolo Lariano (circa al 10%), che presentano un insufficiente utilizzo della propria rilevante dotazione storica di posti letto offerti.”

Anche in questo caso il dato di Cernobbio pur superando la media della provincia di Como, si pone al di sotto di altri importanti centri lacustri. Molto significativo, invece, il dato di Moltrasio, secondo comune della Provincia.

Il dato sopra illustrato non tiene conto, però, della presenze turistiche nelle strutture ricettive non alberghiere (bed and breakfast, case vacanze, affittacamere) che nel corso dell’ultimo biennio hanno avuto uno sviluppo notevole nel territorio cernobbiese (7 B&B, 1 Agriturismo, 6 affittacamere e 18 casa vacanze).

La realtà di Cernobbio è caratterizzata anche dalla presenza di strutture alberghiere di extra lusso che portano sul territorio un turismo di alto livello, con una capacità di spesa interessante di cui, in parte, traggono profitto pure esercizi pubblici e commerciali del territorio.

CERNOBBIO CULTURA E TURISMO

Il comune di Cernobbio ha dimostrato nel corso degli anni vivacità e dinamismo culturale e continua a dare prova di una capacità unica di attuare strategie di integrazione per lo sviluppo turistico-culturale su scala più ampia.

Il Comune di Cernobbio ha preso parte a numerosi progetti associati, tra i quali in questa sede è opportuno citare:

● Progetti ancora in corso: Protocollo di adesione e d’intesa alla “Route Européenne de l’Art Nouveau” (nell’ambito

del Primo Programma europeo a favore della cultura, 2000-2004) ● Progetti chiusi:

Accordo quadro di sviluppo territoriale ai sensi della l.r. 14 marzo 2003, n. 2 per la realizzazione degli interventi riguardanti: “La valorizzazione culturale del Lago di Como e in particolare dell’area dei “Magistri Comacini”.

Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera 2007-2013, Piano Integrato Transfrontaliero Saperi Alpini (SAPALP,) composto dal seguente Progetti Ordinario: Cultura Alpina: saper valorizzare il territorio

POR FESR 2007-2013 – Asse IV, Linea d’intervento 4.1.1.1 P.I.A. Ecolarius Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera 2007-2013, Progetto Ordinario:

Turismo Alpino: saper fruire il territorio in modo sostenibile Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera 2007-2013, Progetto Ordinario: I

cammini della Regina. Percorsi transfrontalieri legati alla Regina

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Tutti i progetti attuati e in corso di attuazione pongono al centro la "persona" e rivolgono particolare attenzione alla riduzione dell'impatto ambientale, alla promozione di soluzioni di "mobilità dolce" e di forme integrate di progettazione.

Il target di riferimento principale sono le famiglie, con una particolare attenzione per la nicchia di mercato dei turisti interessati alla protezione e alla riscoperta sostenibile del patrimonio paesaggistico e culturale.

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SEZIONE SECONDA: FATTIBILITA’ TECNICA DELLA FUSIONE

Dopo aver fornito alcuni dati complessivi sul contesto esterno, in questa sezione vengono prese in esame alcune dimensioni organizzative e tecniche, per dare una prima valutazione della fattibilità organizzativa della fusione.

–Personale ed organizzazione

–Rapporti in atto tra i tre enti

–Sistemi informativi

–Bilanci imposte e tributi

- Aspetti economici della fusione

-Linee guida per la fusione

- Osservazioni conclusive

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Personale ed organizzazione

COMUNE DI CERNOBBIO

Struttura organizzativa suddivisa in aree.

L’attuale sistema organizzativa prevede sei aree, strutturate a loro volta in servizi, come unità

organizzativa minima di contatto con l’utenza,/espletamento pratiche.

Area

Amministrativa

Area

Risorse

Finanziarie

Area

Servizi

alla

Persona

Area

Cultura e

Tempo Libero

Area

Territorio

Corpo

Polizia

Locale

Segreteria e

ufficio staff al

Sindaco

Programma

zione

finanziaria e

gestione

bilancio

Demografici

, leva ed

elettorale

Istruzione e

diritto allo

studio

Urbanistica

ed edilizia

Sicurezza e

Controllo del

Territorio

Affari Generali

ed Istituzionali Economato

Protocollo e

deposito

atti

Cultura,

biblioteca,

archivio

Conservazio

ne e

Sviluppo

Infrastruttu

re

Viabilità

Notifiche atti Patrimonio

Carta

sconto

benzina

U.R.P. e

Comunicazion

e

Tutela ed

Igiene

Ambientale

Segnaletica

Stradale

Asilo Nido Tributi Servizi

Sociali

Giovani, sport

e tempo libero

Tutela

Montana

ed Aree

Verdi

Attività di

commercio su

aree pubbliche

ed

autorizzazioni

PS e varie

Personale Turismo Protezione

Civile

Trasporti e

mobilità ed

occupazioni

suolo pubblico

Se

rviz

i co

lle

ga

ti

Qualità Informatica e

CED SUAP

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Al vertice di ciascuna area è posto un titolare di posizione organizzativa designato con decreto del Sindaco ai sensi degli artt. 107 e 109 del D.Lgs 267/2000. Il personale apicale è inquadrato in categoria D1 giuridica, fatti salvi i responsabili della Polizia locale e dell’area territorio, inquadrati come D3 giuridico.

Tre Responsabili sono laureati: il responsabile del finanziario (dottore in economia e commercio), il responsabile della cultura (dottore in lettere classiche) ed il responsabile dell’area territorio (dottore in ingegneria).

Le indennità di Responsabilità annuali sono seguenti:

Area amministrativa 12.120,28 €

Area Servizi alla persona 12.120,28 €

Area Cultura e tempo libero 12.120,28 €

Area finanziaria 12.120,28 €

Area territorio 12.911,42 €

Polizia locale 10.829,14 €

Totale 72.221,68 €

Il costo indennità/Responsabile di area per abitante è pari a: Euro 10,70.

Il personale al primo gennaio 2016 era pari a 43 unità.

Il Comune gestisce in collaborazione con il comune di Maslianico e la Provincia di Como servizi di pattugliamento della Polizia locale. Inoltre due agenti di PL assicurano servizio a Carate Urio, al momento privo di personale in servizio (agente di PL in comando in Tribunale).

Viene gestito in convenzione il servizio di segreteria comunale con comune di Cadorago.

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COMUNE DI CARATE URIO

Struttura organizzativa suddivisa in aree.

L’attuale sistema organizzativa prevede quatto aree, strutturate a loro volta in servizi, come

unità organizzativa minima di contatto con l’utenza,/espletamento pratiche.

Servizi finanziari e

affari generali Area Territorio

Servizi

demografici

Servizi tributi e

commercio

Bilanci e contabilità Servizio paesistico

ambientale

Anagrafe e

stato civile Tributi e commercio

Personale videosorveglianza elettorale ecologia

Segreteria generale e

amministrativa Lavori pubblici statistica

Protocollo sistemi

informatici e

conservazione

URP e comunicazione urbanistica cimiteri Patrimonio e demanio

Cultura, sport e

tempo libero Edilizia privata

Se

rviz

i co

lle

ga

ti

Servizi Sociali e

Scolastici

Al vertice delle aree è posto un titolare di posizione organizzativa designato con decreto del Sindaco ai sensi degli artt. 107 e 109 del D.Lgs 267/2000. Il personale apicale è inquadrato in categoria D1 giuridica ed in categoria C (responsabile tributi e responsabile paesistica ambientale). Il Responsabile dell’area affari generali ed il Responsabile area tributi sono laureati.

Le indennità di Responsabilità annuali sono seguenti:

DEMOGRAFICI € 12,911,00

SERVIZI FINANZIARI € 12,911,00

TRIBUTI € 7,500,00

PAESISTICA AMBIENTALE € 7,500,00

Totale € 40.822,00

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40

Il personale in servizio ad ogni titolo al primo gennaio 2016 sommava a 09 unità di cui 3 ex art. 90 e 6 a tempo indeterminato

Il costo indennità/Responsabile di area per abitante è pari a: Euro 34,86.

La sede di segreteria comunale è al momento vacante.

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COMUNE DI MOLTRASIO

Area Affari Generali Area Economico

Finanziaria

Area

Assetto del

Territorio

Area Vigilanza

Segreteria e Protocollo

Programmazione

finanziaria e gestione

bilancio

Urbanistica Sicurezza e Controllo

del Territorio

Demografici Elettorale

Leva Tributi

Edilizia

Pubblica Viabilità

Messi Personale Edilizia

Privata Segnaletica Stradale

Servizi Sociali Informatica Demanio

Trasporti e mobilità

ed occupazioni suolo

pubblico

Istruzione e Cultura Patrimonio Tutela

ambientale

Servizi Cimiteriali Economato

Servizio

gestione

rifiuti

Se

rviz

i co

llS

sdd

ieg

ati

Commercio - Suap Servizi Idrici

Le indennità di Responsabilità annuali sono seguenti:

Area Affari Generali €10.000,00

Area Assetto del Territorio €9.000,00

Area Economico Finanziaria €.0,00

Area Vigilanza €0,00

Totale €19.000,00

Al vertice dell’area affari generali e dell’area assetto del territorio è posto un titolare di posizione organizzativa designato con decreto del Sindaco ai sensi degli artt. 107 e 109 del D.Lgs 267/2000, mentre l’area economico finanziaria e l’area di vigilanza fanno capo ad un organo politico. Il personale apicale è inquadrato in categoria D1 giuridica.Il Responsabile dell’area territorio ha laurea in architettura.

Il costo per Responsabile di area per abitante è pari a: 11,80

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I dipendenti al primo gennaio 2016 erano 10. Viene gestito in convenzione il servizio di segreteria comunale con i Comuni di Limido ed Oltrona San Mamette.

------------------------

Personale in servizio raggruppato per aree di competenze secondo lo schema indicato nei documenti allegati al bilancio previsionale all’1.1.2016

Comune di Cernobbio

AREA TECNICA AREA ECONOMICO - FINANZIARIA

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A 4 2 A 0 0

B 2 2 B 2 2

C 4 3 C 3 3

D 3 3 D 2 1

TOT 13 10 TOTALE 7 6

AREA DI VIGILANZA AREA DEMOGRAFICA-STATISTICA

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A 0 0 A 0 0

B 0 0 B 1 1

C 5 5 C 2 2

D 3 1 D 4 4

TOT 8 6 TOTALE 7 7

ALTRE AREE TOTALE

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A 3 2 A 7 4

B 4 3 B 9 8

C 11 8 C 25 21

D 3 2 D 15 11

TOT 21 15 TOTALE

TOTALE 56 44

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Comune di Carate Urio

AREA TECNICA AREA ECONOMICO - FINANZIARIA

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A A

B 1 1 B

C 2 1 C 1 0

D D 1 1

TOT 3 TOTALE 2

AREA DI VIGILANZA AREA DEMOGRAFICA-STATISTICA

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A A

B B

C 1 1 C

D 1 D 1 1

TOT 2 TOTALE 1

ALTRE AREE TOTALE

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A A

B B 1 1

C 2 1 C 6 3

D D 3 2

TOT 2 TOTALE 6

6

TOTALE 10 Oltre 2 a T.D.

Comune di Moltrasio

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AREA TECNICA AREA ECONOMICO - FINANZIARIA

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A A

B 2 2 B

C 1 1 C 1 1

D 1 1 D

TOT 4 TOTALE 1

AREA DI VIGILANZA AREA DEMOGRAFICA-STATISTICA

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A A

B B

C 1 1 C 2 2

D D

TOT 1 TOTALE 2

ALTRE AREE TOTALE

Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio Categoria

Previsti in

dotazione

organica

N^. in servizio

A A

B 1 1 B 3 3

C C 5 5

D 1 1 D 2 2

TOT TOTALE

TOTALE 10

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I dati sopra indicati dimostrano che vi sono le risorse umane per garantire al nuovo comune di iniziare la propria attività senza particolari carenze, per quanto sarà necessario rinforzare alcuni ambiti come quello della Polizia locale e dei servizi sociali. Inoltre il nuovo comune non potrà che abbassare il costo medio del personale per abitante, nel contempo ottimizzando e migliorando i servizi resi.

La struttura organizzativa del nuovo comune è in corso di progettazione, in via preliminare si può ipotizzare una macrostruttura del seguente tipo che vede la struttura dell’ente organizzata in sette aree o settori:

L’organigramma evidenzia l’area del Segretario, al quale spetta il raccordo tra la parte politica ed i funzionari, oltre al coordinamento degli stessi.

La polizia locale, come previsto anche dalla LR 6/2015, è posta sotto il coordinamento del Sindaco, lo schema di possibile organigramma evidenzia aree o settori di staff quali: affari generali e risorse finanziarie programmazione e personale, ed aree o settori di line: servizi alla persona e welfare, pianificazione territoriale e sviluppo economico, promozione turistica, culturale, sportiva ed innovazione a supporto dell’attività del Segretario e di tutte le aree, è proposto un settore dedicato al controllo alla qualità ed alla trasparenza, che potrebbe essere coordinato da un Responsabile del procedimento o da un apicale.

Polizia locale e protezione civile

SINDACO

SEGRETARIO Controllo qualità e trasparenza

Affari generali ed istituzionali

Promozione turistica, culturale,

sportiva ed innovazione

Pianificazione territoriale e

sviluppo economico

Servizi alla persona e welfare

Risorse finanziarie programmazione e

personale

Lavori pubblici e manutenzioni

Demanio lacuale

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Rapporti già in atto tra i tre comuni

I tre comuni, negli anni, hanno convenzionato una serie di servizi oltre a far parte di medesimi piani sovra comunali settoriali o enti territoriali. Come esempi virtuosi di queste sinergie già attive si citano:

• convenzione a tre per scuola secondaria di primo grado • convenzione dei tre enti, oltre altri, per gestione associata appalto servizi di igiene urbana • convenzione tra i tre enti ed altri per il funzionamento del Sistema bibliotecario

intercomunale di Como • convenzione Cernobbio Carate Urio per utilizzo isola ecologica di Cernobbio • convenzione gestione servizi scolastici Moltrasio e Carate Urio ed altri • convenzione commissione per il paesaggio Moltrasio e Carate Urio ed altri • collaborazione per il servizio di polizia locale tra Cernobbio e Carate Urio

Inserimento degli Enti coinvolti nel percorso di fusione in ambiti territoriali connessi

• comunità montana lario intelvese, • consorzio imbrifero montano del lago di Como Brembo e Serio • consorzio forestale, • ATTS Insubria, • Piano di zona di Como, • medesima stazione dei Carabinieri (con sede presso il comune di Cernobbio)

Si segnala altresì che il comune di Cernobbio nel 1996 ha assunto per mobilità il personale educativo del micronido del comune di Moltrasio, gestendo poi il servizio in convenzione fino al 2010.

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Sistemi informativi

Comparazione dei software in uso nei Comuni nei diversi uffici o attività e previsione di ottimizzazione.

I tre comuni utilizzano già da ora la medesima software house per la fornitura dei programmi in uso negli uffici. L’ integrazione sistemica dei tre enti porterebbe in primo luogo ad un risparmio per ciò che concerne la spesa per licenze e utilizzo oltre a consentire una maggior efficienza del sistema a vantaggio del cittadino sia per ciò che interessa la spesa pubblica, sia per la maggior rapidità di accesso alle informazioni da parte del comune che si troverebbe a lavorare su piattaforme completamente integrate in un territorio di quasi 10.000 abitanti.

Inoltre l’utilizzo della medesima software house riduce l’investimento per l’addestramento del personale ai nuovi applicativi su cui migrare.

Alcuni dei programmi, opportunamente implementati, porterebbe inoltre ad un progressivo sviluppo dei servizi on-line che avvicinerebbero l’amministrazione pubblica al cittadino.

Grazie alle maggiori risorse disponibili in seguito ad un processo di fusione, alcuni apparati hardware potrebbero essere sostituiti aggiornando la pubblica amministrazione degli attuali tre Comuni e proiettandoli verso un nuovo rapporto col cittadino, fornendo più ampi servizi di e-governement.

Si segnala che il comune di Cernobbio ha già una ricca modulistica editabile on line sul proprio sito, redatta dagli uffici già dal 2015 come da piano di informatizzazione dell’ente, di cui potrebbe beneficiare il nuovo comune.

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Bilancio, patrimonio, imposte e tributi in genere I seguenti dati relativi alla gestione del 2015 sono tratti dal sito “La posta del Sindaco”

Indicatori CERNOBBIO MOLTRASIO CARATE URIO

INDICATORI GENERALI SULLA GESTIONE 2015

Autonomia finanziaria % 96,1 98,6 98,2

Incidenza spesa per il

personale sulle entrate

correnti

% 28,7 22,2 26,4

Rigidità strutturale % 52,7 36,6 42,2

Velocità di pagamento delle

spese correnti % 74,5 83,2 80,6

Velocità di pagamento delle

spese in c/capitale % 64,5 85,9 17,4

Incidenza residui attivi da

gestione residui - parte

corrente

% 27,1 20,3 14,2

Incidenza residui passivi da

gestione residui - parte

corrente

% 11,4 4,2 28,5

Pressione tributaria per

abitante € p.c 606,1 732,96 958,1

ENTRATE CORRENTI PROPRIE

Entrate tributarie accertate € p.c. 608,8 736,6 958,1

Entrate tributarie incassate € p.c. 516,7 679,7 779,5

Entrate extra tributarie

accertate € p.c. 204,1 372,7 318,4

Entrate extra tributarie

incassate € p.c. 135,6 225,7 246

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Indicatori CERNOBBIO MOLTRASIO CARATE URIO

Spese generali di

Amministrazione € p.c. 257,6 431,1 780,9

Polizia locale € p.c. 45,7 22,9 43,3

Territorio e Ambiente € p.c. 185,9 219,8 193

Istruzione € p.c. 45,7 73,6 17,7

Cultura e beni culturali € p.c. 27,9 21,1 12,2

Sport e attività ricreative € p.c. 6,1 0 0

Turismo € p.c. 27,7 1,7 0

Viabilità e Trasporti € p.c. 39,7 94,2 122,3

Servizi sociali € p.c. 113,3 91 46,6

Totali € p.c. 749,6 955,5 1.216,10

SPESE CORRENTI PER INTERVENTI

Personale (spese

complessive,

comprensive di oneri

riflessi)

€ p.c. 242,7 249,5 343,3

Acquisto di beni e servizi € p.c. 408,1 506,6 611,3

Trasferimenti € p.c. 43,1 120,9 122,8

Interessi passivi sui

mutui € p.c. 36,6 56,5 93,7

Utilizzo di beni di terzi

(canoni di locazione) € p.c. 1,8 0 15,6

Imposte e tasse € p.c. 15,7 22 29,3

Oneri straordinari della

gestione corrente € p.c. 1,5 0 0

Totali € p.c. 749,6 955,5 1.216,10

Cernobbio Moltrasio Carate Urio

valore valore valore ENTRATE ACCERTATE

procapite € procapite € procapite €

Entrate tributarie 608,8 736,6 958,1

Entrate derivanti da

contributi e

trasferimenti correnti

32,9 15,8 23,1

Entrate extratributarie 204,1 372,7 318,4

Entrate correnti 845,8 1.125,20 1.299,60

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Entrate derivanti da

alienazioni, da

trasferimenti di capitale

e da riscossione di crediti

147,2 414,6 219,3

Entrate derivanti da

accensione di prestiti 76,2 0 547,6

Entrate da servizi per

conto di terzi 174,7 206,9 184,1

Totale generale entrate 1.243,90 1.746,60 2.250,60

Spese correnti 749,6 955,5 1.216,10

Spese in conto capitale 97,2 270,9 841,9

Spese per rimborso di

prestiti 166,5 105,9 111,6

Spese da servizi per

conto di terzi 174,7 206,9 196,4

Totale generale spese 1.188,00 1.539,20 2.365,90

Dai dati risultanti dalla sito della Finanza locale risulta che per il 2016 lo Stato trattiene per ogni cittadino residente dei tre enti la seguente somma:

Cernobbio: 222,70 €

Moltrasio: 277,30 €

Carate: 161,05 €

Altri dati completi rispetto alle entrate dei tre enti sono rinvenibili nelle allegate schede in excell che illustrano anche le aliquote del tributi comunali e dell’IRPEF.

Per quanto riguarda in particolare i tributi, la norma prevede che il comune risultante da una fusione, ove istituisca i municipi, può mantenere tributi e tariffe differenziati per ciascuno dei territori degli enti preesistenti alla fusione, non oltre l'ultimo esercizio finanziario del primo mandato amministrativo del nuovo comune. Le aliquote IMU e TASI del Comune di Cernobbio sono più articolate rispetto a quelle dei due enti più piccoli, anche per la presenza di numerose seconde case sul territorio. L’aliquota IRPEF comunale, invece, è fissa e pari allo zero quattro per mille a Moltrasio, fissa allo zero otto per mille a Carate Urio e differenziata secondo le fasce di reddito dal quattro all’otto per mille a Cernobbio.

E’ da sottolineare inoltre che il nuovo assetto comunale potrà comportare risparmi ed anche consentire maggiori entrate, così da poter riconsiderare complessivamente l’assetto del proprio sistema tributario e delle entrate. Sarà comunque necessario rivedere e omogeneizzare le aliquote.

La tassa di soggiorno è un’entrata molto importante per il comune di Cernobbio, che è solito utilizzarla per eventi turistici e culturali, mentre non viene applicata dagli altri due enti.

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Anche il Comune di Carate Urio applica tale imposta per finanziare interventi di carattere turistico.

Le allegate tabelle in excell riportano le aliquote IMU, TASI ed IRPEF comunale, vigenti nei tre enti, nonché gli introiti dell’imposta di soggiorno (Cernobbio e Carate Urio) e della gestione dei parcometri (Cernobbio e Moltrasio).

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Aspetti economici della fusione

Mediante la fusione è possibile conseguire risparmi di spese fisse connesse alla gestione degli enti, quali le indennità di funzione per Sindaci ed Assessori, per Revisori dei conti, per Segretari comunali, per il funzionamento di uffici e servizi e per tutta una serie di ulteriori fattispecie che, se unificate, potrebbero generare un considerevole risparmio.

La Legge di stabilità 2016, innovando la precedente normativa, prevede che a decorrere dall'anno 2016 il contributo straordinario ai Comuni nati dalla fusione o dalla fusione per

incorporazione, è elevato al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010 nel limite degli stanziamenti finanziari previsti e in misura comunque non superiore a 2 milioni di euro per ciascun beneficiario. In caso di fabbisogno eccedente le disponibilità, è stabilito che venga data priorità alle fusioni o incorporazioni avente maggiori anzianità. Tale priorità è assicurata anche ai fini del riparto delle eventuali disponibilità eccedenti il fabbisogno, nel qual caso occorrerà tener conto della popolazione e del numero dei Comuni oggetto della fusione o incorporazione. Infine il contributo straordinario è assicurato alle fusioni di Comuni realizzate negli anni 2012 e successivi. Altra importante novità dell’ultima legge di stabilità riguarda la maggiore possibilità di assumere personale per le fusioni. Infatti i Comuni istituiti già a decorrere dall’anno 2011 a seguito di fusione possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100 per cento della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio nell’anno precedente, invece del 25% vigente per le altre realtà locali, limite che può arrivare al 75% in presenza di particolare elemtni di virtuosità (solo per i comuni inferiori a 10.000 abitanti).

Per quanto riguarda l’ex patto di stabilità interno (ora saldo finanziario in pareggio): la normativa precedente escludeva per un quinquennio i comuni istituiti con fusione dal rispetto delle regole di patto di stabilità, ora la normativa, Legge di stabilità 2016, prevede che gli spazi finanziari concessi dalla Regione (patto verticale), da non recuperare nel biennio successivo, sono prioritariamente distribuiti a piccoli comuni e agli enti istituiti per fusione a partire dal 2011.

Inoltre, il DL 2010/2015, convertito in L 21/2016, prevede che i comuni istituiti a seguito dei processi di fusione, che hanno concluso tali processi entro il 1° gennaio 2016, debbano rispettare l'obbligo delle norme di pareggio del saldo finanziario dal 1° gennaio 2017.

Grazie poi alla Legge 7 agosto 2016 n. 160 “Misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio” sono state estese a tutti i Comuni istituiti a seguito di fusione le deroghe alle limitazioni assunzionali per i primi cinque anni dalla fusione introdotte dalla legge di stabilità 2015. Di conseguenza ai comuni istituiti a seguito di fusione, fermi restando il divieto di superamento della somma delle spese di personale sostenute dai singoli enti nell'anno precedente alla fusione e il rispetto del limite di spesa complessivo definito a legislazione vigente e comunque nella salvaguardia degli equilibri di bilancio, non si applicano, nei primi cinque anni dalla fusione, specifici vincoli e limitazioni relativi alle facoltà assunzionali e ai rapporti di lavoro a tempo determinato.

Da ultimo è stato consolidato, sempre con la legge di stabilità 2016, all’interno del fondo di

solidarietà il contributo statale annuale di 30 milioni di euro da destinare alle Unioni di Comuni ed alle fusioni. Senza tale disposizione i fondi sarebbero terminati nel 2016.

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Il contributo erariale decennale, comunque subordinato alle disponibilità statali drasticamente ridotte dalla corrente crisi economica internazionale, non è soggetto ad alcun vincolo di destinazione. E’ in ogni caso consigliabile destinare tale contributo al sostegno degli interventi necessari per la realizzazione della fusione ovvero degli investimenti che possono determinare un risparmio nelle spese correnti del nuovo ente locale. Pare inopportuno utilizzare tale contributo per spese correnti ricorrenti, dato che trattasi comunque di un’entrata straordinaria avente una durata massima di dieci anni e che potrebbe esporre il nuovo comune a squilibri finanziari nel momento della sua cessata erogazione.

Utilizzando gli ultimi dati disponibili, cioè i dati delle spettanze per l’anno 2010, desunti dal sito della Finanza locale, si avrebbe la seguente ipotesi di contributi, da considerarsi però come somma massima:

Contributi erariali 2010 Incentivo massimo 40%

Cernobbio €1.295.805,25

Moltrasio €398.777,67

Carate Urio €337.928,08

Totale €2.032.511,00 €813.004,40

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Linee guida per la fusione

Il nuovo Comune, nato dalla fusione di Cernobbio, Moltrasio e Carate Urio, conterà più di 9.500 abitanti.

E’ facile prevedere che questo nuovo assetto istituzionale possa indurre alcuni cittadini, specie quelli più anziani, a temere un allontanamento delle figure di riferimento della propria comunità e, di conseguenza, la sensazione di non avere più possibilità di interazione con la parte politica dell’amministrazione, caratteristica del livello locale.

Per prevenire fenomeni di scollamento tra popolazione ed amministrazione sarà necessario provvedere alla definizione di un modello di rappresentanza permanente sul territorio che partirà dalla costituzione delle Municipalità nei tre ex Comuni.

Queste suddivisioni territoriali dovranno essere il fulcro del rapporto cittadino/comune senza per questo sostituirsi alla struttura unica né replicare la figura del vecchio comune.

Le strutture saranno rette da Referenti o “Prosindaci”, eletti (o nominati, ancora in fase di definizione) attraverso un sistema collegato a quello delle elezioni amministrative che avranno luogo subito dopo il processo di fusione che presteranno, tutti, la loro opera a titolo gratuito.

Queste figure dovranno essere il collegamento tra l’amministrazione centrale e la popolazione e dovrà essere previsto un loro futuro scioglimento qualora il processo di integrazione sia tale da non rendere necessario alcun sistema di rappresentanza e presidio locale.

La loro sede naturale sarà negli ex Municipi dei tre Comuni fusi. Lo stesso Municipio sarà il luogo privilegiato per l’apertura degli sportelli delocalizzati del nuovo Comune dove saranno offerta ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno nei modi e nei tempi che la struttura organizzativa e le necessità territoriali consentirà.

La struttura municipale ovviamente non sarà più occupata negli spazi al 100%: ciò consentirà di recuperare stanze, luoghi per scopi civici e per favorire l’aggregazione sociale e il progresso culturale delle popolazioni coinvolte.

I principali servizi che dovranno disporre di sportelli delocalizzati saranno: anagrafe, servizi sociali e sportello tributi.

Sembra logico prevedere, in un’ottica di ottimizzazione della struttura e dell’efficienza, l’accorpamento anche fisico presso un’unica sede dei servizi di polizia locale, i servizi finanziari, tributari, amministrativi, quelli tecnici ed il SUAP.

Per sopperire a questo accentramento si istituirà, all’interno dei singoli municipi, lo sportello relazioni col pubblico che dovrà saper ricevere le richieste dei cittadini, indirizzarle e aiutare gli utenti nelle loro pratiche.

L’ufficio relazioni con il pubblico potrà anche riceverà richieste e domande da inoltrare agli uffici competenti e tale funzioni dovrà essere svolta con particolare attenzione agli stati più fragili della

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popolazione. Si auspica che tale funzione venga sempre più assolta con l’ausilio del web e delle aree dedicate del sito internet comunale dedicato alla così detta amministrazione 2.0.

Sicuramente un settore che dovrà essere da subito dotato di adeguate risorse umane e finanziare sarà quello dedicato al turismo, alla sua promozione e implementazione. Tra le ragioni che spingono le tre amministrazioni ad intraprendere questo processo di fusione ci sono proprio quelle legate alla necessità di agire in modo uniforme e coordinato su un bacino turistico e ricettivo di importanti dimensioni. La competizione globale per la conquista di spazi commerciali nel settore impongono investimenti e azioni di indirizzo politico di ampio respiro che non devono limitarsi a iniziative locali ma guardare al territorio nel suo complesso.

Il servizio dedicato al turismo dovrà per l’appunto guardare ai mercati nazionali ed internazionali, creare linee di indirizzo operativo ed agire per la crescita economica di questo comparto tenendo conto delle peculiarità territoriali e al target di riferimento del sistema turistico.

Altro strumento che dovrà essere valorizzato affinché il processo di fusione sia vicino alla popolazione sarà quello del sistema di democrazia diretta, regolato da norme che dovranno essere contenute nel futuro statuto. Tale strumento dovrà essere adeguatamente valorizzato all’interno del sistema democratico cittadino e dovrà essere rivolto alle scelte fondamentali dell’intero territorio.

Per i cittadini deve cambiare poco, ma soprattutto in meglio.

E’ noto come nei processi di fusione un elemento ostativo sia la diffidenza della popolazione per un percorso che sembra allontanare la struttura di governo locale dalle proprie esigenze e che viene percepita, a volte, come una perdita di identità.

L’esperienza insegna che questo non è vero e, se ben gestita, la fusione libera risorse ed energie per valorizzare le comunità locali ed i loro territori.

Probabilmente nel primo periodo, il nuovo comune dovrà affrontare criticità e difficoltà che porteranno a qualche disagio fino a quando gli uffici si adegueranno al nuovo assetto e impareranno ad interagire tra loro nel modo ottimale.

Altra criticità sarà quella del “livellamento” o meglio omogeneizzazione dei servizi offerti: tale adeguamento tra tre diversi sistemi non dovrà essere un avvicinamento ad una media dei tre modelli ma un innalzamento del livello dei servizi al pari della miglior offerta possibile.

Il nome e i simboli del nuovo comune devono riflettere l’identità dell’area.

A tale proposito, al fine di ricordare le origini del nuovo Comune, affinché ogni cittadino riveda nei nuovi simboli la propria identità, sembra sensato provvedere all’individuazione di una grafica del Gonfalone che preveda sia l’inclusione di elementi cromatici e grafici dei tre ex Comuni, sia elementi di innovazione, quanto meno nel loro significato.

Per ciò che concerne i colori si rileva che Cernobbio utilizza il colore BLU e ROSSO, Moltrasio il colore GIALLO e Carate Urio i colori ROSSO E BIANCO.

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La scelta dei colori rappresentativi della comunità può essere orientata in due diverse direzioni: cercare di comprendere i colori esistenti e condivisi all’interno dei tre comuni, integrandoli, oppure scegliere nuovi colori dal forte significato simbolico.

Una terza via, che questo progetto di fusione vorrebbe perseguire, è quella che prevede l’inclusione di alcuni vecchi colori con nuovi significati.

Elemento comune alle tre comunità è il lago ed il colore che lo rappresenta è certamente il BLU, da collocarsi, per logica, nella metà inferiore del gonfalone.

Altra condivisione importante che accomuna il territorio, e che si riflette nella forte devozione popolare, è l’appartenenza spirituale alla comunità che si aggrega intorno al Santuario della Beata Vergine del Bisbino, Santuario Mariano ove ad oggi si celebrano in maniera condivisa delle importanti ricorrenze riconosciute come proprie dalle comunità della zona.

Il colore mariano è il Giallo, già presente nel gonfalone moltrasino, e sembra ovvio utilizzare questo colore nella metà alta del nuovo gonfalone, sia per ricordare il Santuario sia la montagna che è parte fondamentale del nostro progetto.

Inoltre, da un punto di vista cromatico, i due colori scelti sono compatibile ed equilibrati fra loro.

Pertanto si ritiene di adottare il colore BLU nella parte inferiore e il colore GIALLO in quella superiore del nuovo gonfalone.

Comunque la soluzione grafica più idonea sarà oggetto di successivo approfondimento.

Quanto al simbolo, un’ipotesi di lavoro dovrebbe tener conto di quanto già presente nei tre stemmi e degli elementi geografici comuni (lago e monti).

La denominazione La proposta di fusione è tenuta anche all’individuazione della denominazione del nuovo Comune generato dalla fusione, o all’individuazione di una rosa di denominazioni. I Sindaci attualmente in carica propongono per il Comune di nuova istituzione, i nomi di: Cernobbio e Riva Romantica Cernobbio e Riva di Ponente Cernobbio e Riviera delle Cave Sulla base delle denominazioni proposte, oltre alla fusione dei Comuni, anche la denominazione che assumerà il nuovo Comune sarà oggetto di quesito referendario.

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Osservazioni conclusive A conclusione dei dati sopra indicati, alcuni dei quali possono essere visionati in comparazione nelle allegate tabelle, è importante evidenziare ancora i benefici della scelta intrapresa e che si intende sottoporre alla valutazione dei cittadini. In primo luogo il processo di fusione consente agli enti di ottenere un rafforzamento del loro ruolo istituzionale: si ottengono benefici per negoziare, da una posizione di maggiore forza, condizioni migliori quando si tratta di entrare in rapporto con aziende fornitrici di servizi, altre istituzioni pubbliche con le quali realizzare progetti comuni, altre istituzioni pubbliche e sponsor privati per l’acquisizione di finanziamenti agevolati o a fondo perduto proposti da enti nazionali o europei. In secondo luogo, in termini di dipendenza dall’ambiente, la soluzione associata consente d'incrementare la probabilità, in particolari situazioni, di ridurre la dipendenza esterna e interna da risorse critiche consentendo:

• un maggior livello di attrazione dei fornitori disposti a qualificare la qualità del proprio contributo, spinti dalla possibilità di incrementare i termini della propria collaborazione per ottenere, in particolare, vantaggi in termini di: minori costi di gestione del cliente, per esempio diminuendo i costi di contratto o consegna;

• possibilità di vendere maggiori quantità e, di conseguenza, diminuire i prezzi di vendita. In questo modo si allargano le possibilità di scelta, riducendo la possibilità che si creino cartelli o posizioni di rendita dovute alla scarsa convenienza a fornire servizi a realtà di dimensioni limitate;

• una diminuzione del grado di dipendenza da singoli operatori, evitando così pericoli d’interruzione nell’erogazione dei servizi nel caso di loro assenza;

In terzo luogo, il nuovo soggetto istituzionale di maggiori dimensioni può promuovere e sostenere meglio, secondo il principio della sussidiarietà, le associazioni locali ed il mondo del volontariato, patrimonio da mantenere ed anzi potenziare.

Dal punto di vista dello sviluppo delle strategie istituzionali, la realizzazione di una fusione consente di:

• integrare e coordinare in modo stabile scelte riguardanti territori omogenei, allargando il campo di azione nel quale definire e perseguire obiettivi strategici di sviluppo di servizi e di promozione dell’economia locale ed in particolare del turismo legato al brand Lago di Como;

• governare unitariamente una massa di risorse decisamente più ampia rispetto a quella a disposizione di ogni singolo Comune, rendendo così effettiva l’opportunità di realizzare interventi che richiedono disponibilità economiche non presenti presso le singole realtà comunali. Il risparmio di risorse dovuto al recupero di efficienza e alla possibilità di acquisire nuove risorse rende possibili investimenti e aumenti della spesa corrente di ampliamento e miglioramento dei servizi esistenti o di creazione di servizi del tutto nuovi senza effettuare manovre di aumento della pressione fiscale o delle tariffe;

• influenzare una maggiore integrazione dell’azione delle associazioni con finalità sociali, sportive e turistiche.

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Nei rapporti istituzionali, la presenza di una rappresentanza territoriale espressione di un territorio vasto consente di accrescere la forza di negoziazione con amministrazioni locali di pari livello e di livello più elevato. Oltreché offrire ai Comuni costituenti la possibilità di condividere risorse, la fusione può rappresentare un punto di forza anche per lo sviluppo di reti interistituzionali nelle quali si realizza un’integrazione di differenti livelli della Pubblica Amministrazione, nonché l’integrazione tra questa e altri soggetti del sistema sociale di riferimento, al fine di produrre un valore pubblico attraverso la cooperazione interorganizzativa secondo una logica di pubblic governance destinata a creare consenso tra i vari stakeholders interni ed esterni. Una particolare importanza assume, nella riconfigurazione dei rapporti con gli stakeholder, la ridefinizione dei sistemi di rappresentanza politica. Uno dei temi ricorrenti quando si affronta un'ipotesi di fusione è quello delle garanzie di un’equa distribuzione non solo dei servizi e della loro accessibilità ai cittadini di tutti Comuni costituenti il nuovo Ente, ma anche della rappresentanza politica e degli interessi territoriali e di comunità all’interno del nuovo e più grande Comune. Il tema di una equilibrata rappresentanza politica delle comunità locali riconducibili a identità è stata affrontata precedentemente. Rispetto a quanto già scritto si può aggiungere che il successo di una fusione è profondamente dipendente dal dispiegamento delle capacità delle rappresentanze politiche, in un contesto dinamico di regole istituzionali, di condividere visioni di medio e lungo periodo, gestendo in modo non traumatico le scelte, anche divergenti e di conciliare le differenti istanze dei cittadini sviluppando procedure decisionali in grado di garantire non solo un efficace dibattito politico fra i rappresentati istituzionali dei cittadini, ma anche fra i cittadini stessi, mediante l’attivazione di sistemi di partecipazione strutturati. L’applicazione di tali principi garantisce l’effettivo sfruttamento delle opportunità associabili alla fusione e ne rappresenta l’impianto che ne garantisce un funzionamento di successo. Quanto enunciato colloca in una più appropriata dimensione il valore delle regole giuridicamente fondate riguardanti le forme di rappresentanza della comunità locale. La loro definizione rappresenta un importante tassello contestuale sul quale risulta importante il confronto, ma che non può essere considerato l’origine fondante per garantire un’efficace rappresentanza politica dopo la fusione. Le scelte di specifici sistemi di rappresentanza connessi al percorso di fusione si collocano in un contesto di ridimensionamento degli organi politici per ciascuno dei Comuni costituenti, così come stabilito dalla normativa vigente.

Gestione dell’erogazione dei servizi e dei procedimenti amministrativi

Costituire un nuovo Comune dalla fusione di altri Comuni implica che dal primo giorno il nuovo Comune avrà “clienti” cittadini cui dare risposte, e procedimenti amministrativi da avviare, istruire o chiudere. Deve essere ricordato che vi sono diversi procedimenti amministrativi che sono legati nel loro svolgimento ai regolamenti e agli strumenti di pianificazione generale dei singoli Comuni. Si pensi ai regolamenti edilizi, piuttosto che a un regolamento in materia tributaria. Altro problema è rappresentato dalla modifica della struttura organizzativa del nuovo ente, con probabile ridisegno dei settori, gestiti da apicali, e nuova articolazione dei responsabili dei procedimenti e dei provvedimenti, che può verificarsi per l’assegnazione del personale ad altre mansioni, o la diversa articolazione delle competenze all’interno del nuovo Comune. Si pone quindi, in particolare per i procedimenti che non si riuscirà a chiudere anteriormente alla costituzione del nuovo Comune, la necessità di definire una regola per la soluzione dei procedimenti che si sviluppano nel loro iter a cavallo tra il vecchio e il nuovo Comune. Deve poi

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rilevarsi che il nuovo Comune difficilmente sarà in grado di dotarsi di disposizioni regolamentari “nuove” sin dalla sua nascita, e conseguentemente anche rispetto a queste sarà necessario definire come operare nel periodo posto tra la costituzione del nuovo Comune e l’attivazione dei nuovi strumenti regolamentari. Comunque in questo ambito soccorrono le recenti norme della cd. Legge Del Rio che espressamente prevedono:

a) tutti gli atti normativi, i piani, i regolamenti, gli strumenti urbanistici e i bilanci dei comuni

oggetto della fusione vigenti alla data di estinzione dei comuni restano in vigore, con riferimento

agli ambiti territoriali e alla relativa popolazione dei comuni che li hanno approvati, fino alla data

di entrata in vigore dei corrispondenti atti del commissario o degli organi del nuovo comune;

b) alla data di istituzione del nuovo comune, gli organi di revisione contabile dei comuni estinti

decadono. Fino alla nomina dell'organo di revisione contabile del nuovo comune le funzioni sono

svolte provvisoriamente dall'organo di revisione contabile in carica, alla data dell'estinzione, nel

comune di maggiore dimensione demografica;

c) in assenza di uno statuto provvisorio, fino alla data di entrata in vigore dello statuto e del

regolamento di funzionamento del consiglio comunale del nuovo comune si applicano, in quanto

compatibili, le disposizioni dello statuto e del regolamento di funzionamento del consiglio

comunale del comune di maggiore dimensione demografica tra quelli estinti.

Vi sono poi numerose attività necessarie alla costituzione del nuovo Comune che vanno ricordate sommariamente, e che sono assolutamente necessarie al corretto funzionamento e alla corretta gestione dei rapporti con gli altri enti e soggetti, spesso anche per l’adempimento di obblighi di legge. Tra questi si segnalano:

• acquisizione del nuovo codice identificativo catastale all’Agenzia delle Entrate, Direzione Generale Amministrazione, Pianificazione e Controllo. Le sezioni catastali rimangono distinte fini all’eventuale loro ridefinizione. I nuovi accatastamenti, in attesa della ridefinizione delle sezioni, sono riferiti alle attuali sezioni. La rideterminazione degli estimi avviene con decreto del Ministero delle Finanze. Tale attività potrà essere svolta nell’ambito della revisione degli estimi su tutto il territorio nazionale. Si sottolinea che gli interventi sul sistema catastale non si determineranno immediatamente dopo la costituzione del nuovo Comune;

• segnalazione all’ISTAT dell’avvenuta fusione per l’assegnazione del nuovo codice identificativo ISTAT;

• richiesta all’agenzia delle entrate della nuova partita IVA del Comune; • segnalazione della fusione e dell’istituzione del nuovo comune agli enti pubblici centrali e

periferici (Ministero della difesa per la leva, Ministero degli esteri per gli iscritti l’AIRE, Camera di Commercio, ATTS, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Direzione Generale per la Motorizzazione per le patenti di guida, enti previdenziali e assistenziali, Agenzia delle Entrate, Agenzia del Territorio, al Tribunale e alla Corte d’Appello per gli albi dei giudici popolari e presidenti di seggio, ISTAT);

• revisione del pacchetto assicurativo attraverso un broker incaricato; • ridefinizione della toponomastica solo nel caso di sovrapposizioni di denominazione. In fase

transitoria identiche denominazioni sono gestibili indicando la località per consentire un’univoca identificazione

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Tra i primi adempimenti, attesa l’imminente indizione delle consultazioni per l’elezione del Sindaco e consiglio comunale, si rende necessario provvedere all’unificazione delle liste elettorali, delle anagrafi comunali, delle liste degli AIRE, dello stato civile, delle liste di leva, del protocollo generale. Occorre anche procedere alla revisione delle sezioni elettorali e relativa predisposizione e consegna delle nuove tessere elettorali. La costituzione del nuovo Comune, con l’avvio delle procedure amministrative di riallineamento dei rapporti con altre istituzioni pubbliche e private, determina alcune conseguenze sulla vita dei cittadini nella nuova situazione che possono essere così sintetizzate:

• la carta di identità e il passaporto conservano la loro validità fino alla scadenza, senza alcuna necessità di aggiornare la denominazione del Comune;

• il codice fiscale non subisce alcun cambiamento; • la patente di guida e il libretto di circolazione rimangono invariati fino alla scadenza o al

primo cambio di residenza, atteso che non si sia in presenza di alcun trasferimento di abitazione; potrebbe comunque essere opportuno che il cittadino sia munito di apposita attestazione comunale circa l’avvenuta istituzione del nuovo comune (Circolare Ministero dei Trasporti n. 6916 in data 16 settembre 1994);

• le eventuali posizioni INPS, INAIL-INPDAP verranno aggiornate d’ufficio da parte degli stessi enti previdenziali;

• la Carta regionale dei Servizi rimarrà valida fino a scadenza; • ogni modifica e variazione delle iscrizioni presso la Camera di Commercio sono effettuate

d’ufficio dalla stessa CC.I.AA. e, qualora dovessero verificarsi incongruenze, devono essere risolte a seguito di semplice segnalazione;

• il comune provvede a comunicare l’istituzione del nuovo comune ai gestori delle utenze elettriche, telefoniche, riscaldamento;

• è opportuno comunicare alle compagnie di assicurazione private la variazione del toponimo del comune;

• per quanto riguarda i rapporti con le banche, a seguito dell’istituzione del nuovo comune cambia il codice IBAN

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Allegato 1 Scheda excell dati aggregati dei tre enti

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Allegato 2

La procedura di istituzione di nuovi comuni mediante fusione: procedura

dettata dalla L. R. 29/2006

La procedura di istituzione di nuovi comuni attraverso la fusione di due o più comuni contigui è oggi regolata dalla LR 15 dicembre 2006 n. 29, “Testo unico delle leggi regionali in materia di circoscrizioni comunali e provinciali” recentemente modificata. A mente dell’art. 7, l’iniziativa legislativa può essere attivata sia dalla maggioranza degli elettori residenti nei comuni, nelle frazioni o nelle borgate interessate, sia con deliberazione dei Consigli comunali, assunta a maggioranza dei consiglieri assegnati. La richiesta deve essere presentata alla Giunta regionale, affinché questa promuova la relativa procedura.

Le fasi della procedura sono, nel dettaglio, le seguenti: 1. i consigli comunali, con deliberazione assunta a maggioranza dei consiglieri assegnati, o

la maggioranza degli elettori residenti nei comuni, possono presentare richiesta al Presidente della Giunta regionale per la promozione della relativa procedura e per la presentazione del progetto di legge, previa verifica dei requisiti formali della richiesta; le firme degli elettori richiedenti devono essere autenticate ai sensi delle vigenti norme regionali in materia di iniziativa popolare (Art. 7 c. 3).

2. La richiesta dei consigli comunali o della maggioranza degli elettori residenti nei comuni, è presentata al Presidente della Giunta regionale entro e non oltre il 1° gennaio di ogni anno (nuovo termine che decorre dal primo gennaio 2017) (Art. 7 c. 3bis ).

3. A seguito della verifica dei requisiti formali da parte della Giunta regionale, il Presidente della Regione trasmette il progetto di legge al Presidente del Consiglio regionale entro il 1° aprile (Art. 7 c.4).

4. Ciascun progetto di legge è accompagnato da una relazione che pone in evidenza le esigenze di più razionale assetto del territorio, di carattere economico e finanziario e di organizzazione e gestione dei servizi che lo giustifichino. (art. 7 comma 5);

5. Il progetto di legge per la istituzione di nuovi comuni, sono trasmessi, per la formulazione del parere di merito con deliberazione assunta a maggioranza dei consiglieri assegnati, ai consigli comunali interessati che non si siano già espressi a norma dell'articolo 7, comma 3;

6. il progetto di legge viene trasmesso altresì al Consiglio provinciale territorialmente competente nonché, qualora si tratti di un comune montano, all’assemblea della Comunità montana competente, per la formulazione di un parere di merito (art. 8 comma 2). I pareri dei due livelli istituzionali citati sono obbligatori, ma non vincolanti: essi devono essere trasmessi al Consiglio regionale entro trenta giorni dalla ricezione del progetto di legge, e decorso tale termine si intendono favorevoli (art. 8 comma 3);

7. L'effettuazione del referendum, ai fini di quanto previsto dall'articolo 133 della Costituzione è deliberata dal Consiglio regionale, su proposta della commissione consiliare competente, entro il 15 maggio di ogni anno, successivamente alla trasmissione dei progetti di legge per i pareri di cui all’articolo 8 (art. 9 c.2)

8. La consultazione referendaria deve riguardare l'intera popolazione dei comuni interessati da modifiche territoriali ed i risultati del referendum sono valutati sulla base sia del risultato complessivo sia degli esiti distinti per ciascuna parte del territorio diversamente interessata. (art. 9 c. 3 e 4), la votazione si intende favorevole in caso di

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conseguimento, in ogni comune interessato, della maggioranza dei voti validi favorevolmente espressi (art. 9 c. 4bis).

9. Qualora i residenti aventi diritto al voto siano in numero non superiore a cinquanta alla data di presentazione del progetto di legge, il Consiglio regionale può deliberare di effettuare la consultazione della popolazione interessata secondo modalità semplificate, il contenimento della spesa pubblica e nel rispetto dei diritti di segretezza e libertà del voto (c. 5).

10. La data di effettuazione della consultazione è fissata con decreto del Presidente della Giunta regionale, sentito il comune o i comuni interessati. La consultazione si svolge presso la sede del comune o dei comuni interessati; a tal fine gli uffici comunali preposti, in aula aperta al pubblico:

a) procedono allo spoglio dei voti; b) computano i voti favorevoli e contrari alla proposta; c) redigono e trasmettono al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale i verbali di scrutinio e di proclamazione dei risultati entro dieci giorni dalla data di svolgimento della consultazione (art. 9 c. 5 bis).

11. Il Presidente della Giunta regionale, non appena ricevuti i verbali ne dispone con decreto la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. I pareri della provincia e della Comunità montana e i risultati della consultazione sono trasmessi, a cura del Presidente del Consiglio regionale, alla competente commissione consiliare per l'ulteriore corso del procedimento legislativo (art. 9 c. 5 ter).

12. Le spese per lo svolgimento delle operazioni attinenti alle consultazioni fanno carico alla Regione. Le spese relative agli adempimenti spettanti ai comuni sono rimborsate dalla Regione ai sensi del comma (5 quinquies) nei limiti della disponibilità di bilancio e secondo criteri e modalità stabiliti dalla Giunta Regionale (9 bis)

13. La data di effettuazione dei referendum viene fissata, previa intesa con il competente organo statale, con decreto del Presidente della Giunta regionale, emanato entro il 20 luglio e comunicato ai presidenti delle corti d'appello e delle commissioni elettorali circondariali interessate. I referendum si svolgono nella stessa data (Referendum Day), di norma in una domenica di ottobre,(c. 7).

14. . L'ufficio centrale per il referendum proclama i risultati della consultazione (7-bis). 15. Il Presidente della Giunta regionale, non appena ricevuto il verbale del risultato del

referendum ne dispone la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione con decreto. (art. 10 c.1)

16. Il Presidente del Consiglio regionale trasmette i pareri (provincia e comunità montana) e i risultati del referendum alla competente commissione consiliare per l'ulteriore corso del procedimento legislativo; il Consiglio regionale delibera, di norma, entro quarantacinque giorni dal ricevimento del verbale dell'ufficio centrale per il referendum, e comunque in modo da consentire in caso di approvazione, l’entrata in vigore della legge di fusione il primo gennaio dell’anno successivo. (art. 10 c. 2)

I rapporti conseguenti all’istituzione del nuovo comune (art. 11) sono regolati dalla Provincia o dalla Comunità montana competente per territorio. Il comune di nuova istituzione subentra ai comuni che si sono fusi nella titolarità delle posizioni e dei rapporti giuridici attivi e passivi, che attengono al territorio e alle popolazioni interessate.

La Provincia (o la Comunità montana) competente deve inviare alla Giunta regionale copia dei provvedimenti adottati in merito (art. 12). Qualora la Provincia (o la Comunità montana) non

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adempia, la Giunta regionale, previa diffida ed assegnazione di un termine a provvedere, esercita il potere sostitutivo ed adotta i necessari provvedimenti, d’intesa con la Commissione consiliare competente. Ciò significa che, in caso di inerzia, è direttamente la Regione a regolare le situazioni che discendono dall’istituzione del nuovo comune, sostituendosi agli enti territoriali intermedi quali la Provincia o la Comunità montana ed adottando provvedimenti di loro competenza.

Le spese sostenute dalle Province per lo svolgimento delle funzioni indicate dalla LR 29/2006 sono a totale carico della Regione (art. 13).

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale della legge con la quale si realizza la fusione dei comuni e prima delle elezioni amministrative del nuovo ente, il nuovo Comune sarà retto da un Commissario fino all’elezione del nuovo Sindaco e del nuovo Consiglio comunale.

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Allegato 3

Stralcio normativa di riferimento: TUEL (D. Lgs. 267/2000)

Articolo 15 Modifiche territoriali, fusione ed istituzione di comuni

1. A norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei comuni sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale. Salvo i casi di fusione tra più comuni, non possono essere istituiti nuovi comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri comuni scendano sotto tale limite.

2. I comuni che hanno dato avvio al procedimento di fusione ai sensi delle rispettive leggi

regionali possono, anche prima dell'istituzione del nuovo ente, mediante approvazione di testo

conforme da parte di tutti i consigli comunali, definire lo statuto che entrerà in vigore con

l'istituzione del nuovo comune e rimarrà vigente fino alle modifiche dello stesso da parte degli

organi del nuovo comune istituito. Lo statuto del nuovo comune dovrà prevedere che alle

comunità dei comuni oggetto della fusione siano assicurate adeguate forme di partecipazione e

di decentramento dei servizi.

3. Al fine di favorire la fusione dei comuni, oltre ai contributi della regione, lo Stato eroga, per i dieci anni decorrenti dalla fusione stessa, appositi contributi straordinari commisurati ad una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si fondono.

4. La denominazione delle borgate e frazioni è attribuita ai comuni ai sensi dell'articolo 118 della

Costituzione.

Articolo 16 Municipi

1. Nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui lo statuto comunale può

prevedere l'istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse.

2. Lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le funzioni dei municipi, potendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto. Si applicano agli amministratori dei municipi le norme previste per gli amministratori dei comuni con pari popolazione.

Legge Del Rio (L. 56/2014)

116. In caso di fusione di uno o più comuni, fermo restando quanto previsto dall'articolo 16 del testo unico, il comune risultante dalla fusione adotta uno statuto che può prevedere anche forme particolari di collegamento tra il nuovo comune e le comunità che appartenevano ai comuni oggetto della fusione.

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117. L'articolo 15, comma 2, del testo unico è sostituito dal seguente: «2. I comuni che hanno dato avvio al procedimento di fusione ai sensi delle rispettive leggi regionali possono, anche prima dell'istituzione del nuovo ente, mediante approvazione di testo conforme da parte di tutti i consigli comunali, definire lo statuto che entrerà in vigore con l'istituzione del nuovo comune e rimarrà vigente fino alle modifiche dello stesso da parte degli organi del nuovo comune istituito. Lo statuto del nuovo comune dovrà prevedere che alle comunità dei comuni oggetto della fusione siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi».

118. Al comune istituito a seguito di fusione tra comuni aventi ciascuno meno di 5.000 abitanti si applicano, in quanto compatibili, le norme di maggior favore, incentivazione e semplificazione previste per i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e per le unioni di comuni.

118-bis. L'articolo 20 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è sostituito dal seguente: 'Art. 20. - (Disposizioni per favorire la fusione di comuni e razionalizzazione dell'esercizio delle funzioni comunali). - 1. A decorrere dall'anno 2013, il contributo straordinario ai comuni che danno luogo alla fusione, di cui all'articolo 15, comma 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, o alla fusione per incorporazione di cui all'articolo 1, comma 130, della legge 7 aprile 2014, n. 56, è commisurato al 20 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010 (ORA 40%) , nel limite degli stanziamenti finanziari previsti in misura comunque non superiore a 1,5 milioni di euro (ORA 2 Milioni di euro). 2. Alle fusioni per incorporazione, ad eccezione di quanto per esse specificamente previsto, si applicano tutte le norme previste per le fusioni di cui all'articolo 15, comma 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni. 3. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano per le fusioni di comuni realizzate negli anni 2012 e successivi.

119. I comuni istituiti a seguito di fusione possono utilizzare i margini di indebitamento consentiti dalle norme vincolistiche in materia a uno o più dei comuni originari e nei limiti degli stessi, anche nel caso in cui dall'unificazione dei bilanci non risultino ulteriori possibili spazi di indebitamento per il nuovo ente.

120. Il commissario nominato per la gestione del comune derivante da fusione è coadiuvato,

fino all'elezione dei nuovi organi, da un comitato consultivo composto da coloro che, alla data

dell'estinzione dei comuni, svolgevano le funzioni di sindaco e senza maggiori oneri per la

finanza pubblica. Il comitato è comunque consultato sullo schema di bilancio e sull'eventuale

adozione di varianti agli strumenti urbanistici. Il commissario convoca periodicamente il

comitato, anche su richiesta della maggioranza dei componenti, per informare sulle attività

programmate e su quelle in corso.

121. Gli obblighi di esercizio associato di funzioni comunali derivanti dal comma 28 dell'articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge

30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni, si applicano ai comuni derivanti da fusione entro i limiti stabiliti dalla legge regionale, che può fissare una diversa decorrenza o modularne i contenuti. In mancanza di diversa normativa regionale, i comuni istituiti mediante fusione che raggiungono una popolazione pari o superiore a 3.000 abitanti, oppure a 2.000 abitanti se

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appartenenti o appartenuti a comunità montane, e che devono obbligatoriamente esercitare le funzioni fondamentali dei comuni, secondo quanto previsto dal citato comma 28 dell'articolo 14, sono esentati da tale obbligo per un mandato elettorale.

122. I consiglieri comunali cessati per effetto dell'estinzione del comune derivante da fusione continuano a esercitare, fino alla nomina dei nuovi rappresentanti da parte del nuovo comune, gli incarichi esterni loro eventualmente attribuiti. Tutti i soggetti nominati dal comune estinto per fusione in enti, aziende, istituzioni o altri organismi continuano a esercitare il loro mandato fino alla nomina dei successori.

123. Le risorse destinate, nell'anno di estinzione del comune, alle politiche di sviluppo delle risorse umane e alla produttività del personale di cui al contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al comparto regioni e autonomie locali del 1° aprile 1999, dei comuni oggetto di fusione confluiscono, per l'intero importo, a decorrere dall'anno di istituzione del nuovo comune, in un unico fondo del nuovo comune avente medesima destinazione.

124. Salva diversa disposizione della legge regionale:

a) tutti gli atti normativi, i piani, i regolamenti, gli strumenti urbanistici e i bilanci dei

comuni oggetto della fusione vigenti alla data di estinzione dei comuni restano in vigore, con

riferimento agli ambiti territoriali e alla relativa popolazione dei comuni che li hanno

approvati, fino alla data di entrata in vigore dei corrispondenti atti del commissario o degli

organi del nuovo comune;

b) alla data di istituzione del nuovo comune, gli organi di revisione contabile dei comuni

estinti decadono. Fino alla nomina dell'organo di revisione contabile del nuovo comune le

funzioni sono svolte provvisoriamente dall'organo di revisione contabile in carica, alla data

dell'estinzione, nel comune di maggiore dimensione demografica;

c) in assenza di uno statuto provvisorio, fino alla data di entrata in vigore dello statuto e

del regolamento di funzionamento del consiglio comunale del nuovo comune si applicano, in

quanto compatibili, le disposizioni dello statuto e del regolamento di funzionamento del

consiglio comunale del comune di maggiore dimensione demografica tra quelli estinti.

125. Il comune risultante da fusione:

a) approva il bilancio di previsione, in deroga a quanto previsto dall'articolo 151, comma 1, del testo unico, entro novanta giorni dall'istituzione o dal diverso termine di proroga eventualmente previsto per l'approvazione dei bilanci e fissato con decreto del Ministro dell'interno;

b) ai fini dell'applicazione dell'articolo 163 del testo unico, per l'individuazione degli stanziamenti dell'anno precedente assume come riferimento la sommatoria delle risorse stanziate nei bilanci definitivamente approvati dai comuni estinti;

c) approva il rendiconto di bilancio dei comuni estinti, se questi non hanno già provveduto, e subentra negli adempimenti relativi alle certificazioni del patto di stabilità e delle dichiarazioni fiscali.

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126. Ai fini di cui all'articolo 37, comma 4, del testo unico, la popolazione del nuovo comune corrisponde alla somma delle popolazioni dei comuni estinti.

127. Dalla data di istituzione del nuovo comune e fino alla scadenza naturale resta valida, nei

documenti dei cittadini e delle imprese, l'indicazione della residenza con riguardo ai riferimenti dei comuni estinti.

128. L'istituzione del nuovo comune non priva i territori dei comuni estinti dei benefìci che a essi si riferiscono, stabiliti in loro favore dall'Unione europea e dalle leggi statali. Il trasferimento della proprietà dei beni mobili e immobili dai comuni estinti al nuovo comune è esente da oneri fiscali.

129. Nel nuovo comune istituito mediante fusione possono essere conservati distinti codici di avviamento postale dei comuni preesistenti.

130. I comuni possono promuovere il procedimento di incorporazione in un comune contiguo. In tal caso, fermo restando il procedimento previsto dal comma 1 dell'articolo 15 del testo unico, il comune incorporante conserva la propria personalità, succede in tutti i rapporti giuridici al comune incorporato e gli organi di quest'ultimo decadono alla data di entrata in vigore della legge regionale di incorporazione. Lo statuto del comune incorporante prevede che alle comunità del comune cessato siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi. A tale scopo lo statuto è integrato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge regionale di incorporazione. Le popolazioni interessate sono sentite ai fini dell'articolo 133 della Costituzione mediante referendum consultivo comunale, svolto secondo le discipline regionali e prima che i consigli comunali deliberino l'avvio della procedura di richiesta alla regione di incorporazione. Nel caso di aggregazioni di comuni mediante incorporazione è data facoltà di modificare anche la denominazione del comune. Con legge regionale sono definite le ulteriori modalità della procedura di fusione per incorporazione.

130-bis. …

131. Le regioni, nella definizione del patto di stabilità verticale, possono individuare idonee misure volte a incentivare le unioni e le fusioni di comuni, fermo restando l'obiettivo di finanza pubblica attribuito alla medesima regione.

132. I comuni risultanti da una fusione, ove istituiscano municipi, possono mantenere tributi

e tariffe differenziati per ciascuno dei territori degli enti preesistenti alla fusione, non oltre

l'ultimo esercizio finanziario del primo mandato amministrativo del nuovo comune.

133. I comuni risultanti da una fusione hanno tempo tre anni dall'istituzione del nuovo comune per adeguarsi alla normativa vigente che prevede l'omogeneizzazione degli ambiti territoriali ottimali di gestione e la razionalizzazione della partecipazione a consorzi, aziende e società pubbliche di gestione, salve diverse disposizioni specifiche di maggior favore.