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“Parliamo dei nostri ricordi, ampliandoli e

correggendoli, e ne parliamo come uomini e

donne di un tempo e di uno spazio

particolari, coinvolti in varie guise nella

storia; ne parliamo come attori di un

dramma - per quanto insignificanti siano

state le nostre parti come osservatori del

nostro tempo e, non da ultimo, come

persone le cui opinioni sono state formate

da ciò che noi siamo giunti a considerate

come i suoi eventi cruciali. Noi siamo parte

di questo secolo ed esso è parte di noi.”

Hobsbawm

“Le radici nella memoria storica rappresentano i

collanti di questa identità collettiva, che lega

effettivamente l’individuo al suo villaggio, alla sua città,

alla sua regione, alla sua nazione. Così come

nell’individuo singolo, anche nella collettività il senso

della comunità e dell’identità con se stessa è

condizione indispensabile per muoversi nel presente,

per capire i caratteri della propria realtà attuale, e

insieme per collegarsi alle altre realtà, per capire la

diversità altrui, per cooperare con l’esterno”

“La terra vista dalla luna” n°4, Nadia Baresi.

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“ITIS E STORIA: DA UN’ IDEA ALLA REALTÀ”

Si ringraziano per la collaborazione il Dirigente scolastico Prof.ssa Simonetta Tofani e il DSA Franco Altamura. Hanno lavorato alla realizzazione del progetto Gli alunni delle classi: IA LST, IB LST, IC LST; I docenti: Falcone Anna, Lunghi Angela Patrizia, Mannello Caterina, Molinaro Agostino (responsabile biblioteca scolastica), Pinchera Elisabetta, Rossi Paolo Savarese Patrizia. Si ringraziano per la disponibilità e la collaborazione: Dott. Luigi Marozza (bibliotecario comunale), Ing. Giorgio Lambertini (ex funzionario SNIA), Sig. Renzo Rossi (ricercatore della storia locale).

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Anno scolastico 2005-2006

Introduzione

L’adesione al progetto attivato dalla Biblioteca provinciale di Roma “Scuola e storia locale: percorsi di ricerca sul territorio” per l’a.s. 2005/06 ha visto impegnate le tre classi prime del liceo scientifico tecnologico del nostro Istituto per la realizzazione di un lavoro finalizzato alla ricerca e alla produzione di materiale di storia settoriale e locale. Si è cercato di riconciliare i giovani studenti alla storia e alla ricerca sui fatti e sulle situazioni in funzione della scrittura tradizionale o multimediale. In aggiunta, un altro motivo che ci ha fatto credere in questa proposta, è derivata dalla convinzione che la storia dell’I.T.I.S. possa avere una funzione educativa e formativa nella ricerca della propria identità, nella scoperta della diversità e nell’assimilazione delle proprie radici culturali e storiche. Coinvolgere i ragazzi di oggi in qualsiasi tipo di attività è un compito arduo, figuriamoci se le loro energie devono confluire in un laboratorio di storia! Il lavoro di un docente, però, è proprio questo cercare di individuare qualcosa che faccia scattare la molla della curiosità, molla che permette loro di conoscere, di comprendere, di ricercare, di analizzare i fatti, gli eventi, le situazioni che portino ad una crescita individuale e collettiva. Per tale motivo, nel cercare un argomento che potesse accomunare gruppi eterogenei di alunni, la nostra attenzione si è rivolta verso il vissuto quotidiano, punto di partenza per un cammino a ritroso per le strade della storia. La nostra scuola, luogo di incontro, di scambio, di conoscenza, di dolori e di gioie, di rinuncia e di soddisfazione è oggi un’entità complessa e vitale che ospita una popolazione scolastica di circa 900 studenti provenienti da Colleferro e dai diversi paesi limitrofi, ma come è nata, perché, quando? Semplici banali domande che hanno stimolato la curiosità delle classi coinvolte. Per l’anno scolastico 2005/2006 un nutrito gruppo di alunni si è impegnato nella realizzazione di un filmato da utilizzare come strumento di accoglienza e di presentazione dell’Istituto alle classi terze delle scuole medie del comprensorio. Tale realizzazione ha fatto scaturire l’idea di un’attività di ricerca. E’ cominciato così semplicemente questo cammino a ritroso per arrivare da un’idea del passato alla realtà del presente.

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PRESENTAZIONE SCUOLA ATTUALE

I.T.I.S. Stanislao Cannizzaro: la scuola del futuro Non è come le scuole anglosassoni ma grazie ai laboratori i ragazzi non passano troppo tempo rinchiusi in aula; non è una scuola professionale anche se tutti coloro che vi escono trovano lavoro con facilità; non è una scuola perfetta anche se per quanto riguarda il personale scolastico e non, migliore di molte altre. Ma allora che scuola è? Semplice, l’I.T.I.S. Cannizzaro di Colleferro, una scuola ottima sotto tutti i punti di vista. Ma cosa caratterizza questa scuola tanto da renderla migliore delle altre? Semplice, non si studia nel solito modo! Solitamente, infatti, quando pensiamo a scuola ci viene in mente un' aula in cui sono rinchiusi dei “prigionieri” per un tempo infinito; invece questo istituto è l’eccezione che conferma la regola. Gli alunni non solo studiano un determinata legge, ma poi la dimostrano in uno dei laboratori presenti in questa struttura scolastica, e ve ne sono davvero tanti. Per non parlare dei progetti a cui la scuola partecipa ogni anno: scambi con classi estere, redazioni di libri e giornali, sensibilizzazioni su importanti argomenti di attualità, corsi di approfondimento, ecc.. Ma il vero punto forte di questa scuola sono coloro che insieme agli studenti si occupano di tali progetti, cioè, i docenti. Sono loro la vera macchina di questa scuola e con la loro umanità e la loro competenza nelle materie specifiche aiutano i poveri “prigionieri” a rendere l’aula e la scuola in se un posto più vivibile. Non dico che in questa scuola manchino i problemi: a volte qualche professore non è proprio simpatico, a volte gocciola il tetto e a volte i termosifoni non funzionano alla perfezione ma, nonostante ciò, non ci si trova nel solito penitenziario in cui si aspetta solo l’ora d’aria, questo istituto è una vera e propria scuola dove si va per insegnare a vivere ed ad andare avanti. Ed è anche per questo motivo che non mi pento e non mi pentirò mai della mia scelta, perché più vado avanti e più so di aver

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imboccato il giusto sentiero verso il futuro che mi aspetta. Ecco finalmente una scuola protesa verso il futuro , una scuola del futuro in pratica, e pensare che io ci vado tutti i giorni! IDENTITÀ CULTURALE L’Istituto Tecnico Industriale Statale (ITIS) di Colleferro allo stato attuale

presenta corsi di studio ad indirizzo industriale ed un indirizzo scientifico-

tecnologico di recente istituzione.

La stessa denominazione dell’Istituto, intitolato a Stanislao Cannizzaro, uno dei massimi chimici nell’età liberale, rivela la vocazione originaria della scuola connessa alla crescita del settore chimico e al ruolo assunto dalla SNIA BPD. L’emergere di nuove esigenze e la necessità di offrire un più ampio spettro di offerte formative, hanno determinato negli anni ‘70-‘80 la nascita delle nuove specializzazioni di Meccanica, Elettronica e Telecomunicazioni. Nell’anno scolastico 1995/1996 l’Istituto partecipa al progetto coordinato

“Brocca-Indirizzo Scientifico Tecnologico” e dal 1° Settembre 2000 tale

indirizzo è entrato in ordinamento ai sensi del D.M. 234/00.

Da diversi anni è attivo il corso serale per studenti lavoratori, che conduce al

conseguimento del diploma di perito tecnico industriale.

Un punto di orgoglio per l’istituto è la sua connotazione “di frontiera”, di cui

va fierissimo, tra un’area metropolitana romana dei cui influssi

indubbiamente risente e la realtà della provincia più avanzata e

intraprendente, non priva di una sua peculiare vivacità culturale.

A conferma di tale evoluzione continua il numero degli alunni è in costante

crescita e si delinea la possibilità di superare le mille unità.

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LA REALTA’ ITALIANA DEL SECONDO DOPOGUERRA L’Italia del miracolo economico

Tra il 1949 – ’53 in Italia, come in altri paesi europei (Francia, Gran Bretagna, Germania, ecc…) si verificò un grande slancio ricostruttivo che portò ad una rapida rinascita dalle distruzioni operate dalla guerra, in seguito presero l’avvio una serie di trasformazioni che determinarono il miracolo economico del decennio successivo. L’intensità e la forza con cui si verificò il fenomeno, trasformarono completamente il paese spingendolo verso la cosiddetta “società di massa o società dei consumi”. I settori trainanti di questa crescita furono molto diversificati: dall’industria automobilistica alla produzione di elettrodomestici, dalla chimica all’attività manifatturiera. Fattori determinanti del boom economico furono:

• L’abbondanza di manodopera • I bassi salari e quindi elevati profitti imprenditoriali • Elevata domanda di beni di consumo • Contenuto costo dell’energia • Creazione di un più ampio mercato internazionale in cui i prodotti

italiani erano ricercati per il basso costo. Le novità della Chimica Il secondo dopoguerra vide la definitiva affermazione della chimica del petrolio rispetto a quella del carbone. Già durante il conflitto mondiale si era riusciti a produrre acetilene da idrocarburi leggeri e alla fine degli anni Quaranta, grazie a nuove tecnologie capaci di trasformare chimicamente il petrolio, si diffuse in tutto il mondo la produzione di altri idrocarburi, come il benzene e il toluene, utilizzati per la preparazione di importanti prodotti chimici (coloranti, materie plastiche, tritolo, ecc.). Sempre dal petrolio veniva inoltre ricavato il butadiene, usato per la produzione di resine sintetiche. Nylon, vernici e materiali isolanti sintetici esistevano già alla vigilia della seconda guerra mondiale, ma molte altre sostanze sintetiche furono realizzate negli anni immediatamente successivi. Nel 1962, per esempio, la Du Pont produsse la prima fibra sintetica elastica, la lycra. La comparsa di questi nuovi materiali modificò i processi tradizionali di lavorazione e lo scenario degli oggetti di uso quotidiano. Oggi le fibre sintetiche vengono utilizzate per produrre capi di abbigliamento, elettrodomestici, suppellettili per la casa, insetticidi pneumatici; esse hanno reso più impermeabili i tessuti, hanno

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permesso l’introduzione di colori più vivaci di quelli ottenuti con le sostanze naturali. Un’ulteriore applicazione di questi prodotti è costituita dalle fibre conduttrici di elettricità, introdotte dalla General Electric nel 1965.

Industria Italiana negli anni del miracolo economico

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LA REALTÀ INDUSTRIALE DI COLLEFERRO NEGLI ANNI ‘50/’60/’70

Il centro industriale di Colleferro nasce il 26 ottobre 1912 ad opera dell’ing. Leopoldo Parodi Delfino, che in partnership con il senatore Giovanni Bombrini fonda la Società B.P.D., per la fabbricazione, l’acquisto, la trasformazione, la vendita di materie esplosive e chimiche su incarico del governo italiano. Le caratteristiche geografiche, logistiche e infrastrutturali dell’area territoriale di Colleferro risultano essere favorevoli alla realizzazione dell’industria

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bellica: uno scalo ferroviario attivo, la presenza del fiume Sacco, la vicinanza alla capitale. Alla fine della prima guerra mondiale, l’industria degli esplosivi subisce una contrazione: vengono avviati nuovi impianti di fertilizzanti e prodotti chimici per l’industria e l’agricoltura; realizzati stabilimenti per la produzione di cementi e leganti idraulici. L’area di Colleferro si afferma come principale polo industriale a sud di Roma. Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, dirigenti e maestranze locali affrontano i problemi di riconversione e di assetto aziendale, secondo le direttive dei responsabili della Società BPD e le esigenze lavorative del territorio di Colleferro, dove il progressivo sviluppo industriale aveva procurato una concentrazione demografica non indifferente. Dalla Direzione Generale dipendono quattro Divisioni (esplosivi, meccanica, tessile, chimica), che affidano ad una Direzione centrale il funzionamento produttivo e il coordinamento tecnico-amministrativo. 1945- 1965 Le produzioni del dopoguerra.

ESPLOSIVI 1946 Produzione di esplosivi di scoppio

tritolo, tetrile, pentrite , dinamiti plastiche e polverulenti per cantieri e per miniere polveri a doppia base per cannoni e mortai, per razzi, per caccia

Produzione di esplosivi di lancio

polveri a singola base per armi di piccolo calibro,per cannoni, per caccia (C7, Perfecta, Universal)

Produzione di esplosivi per innesco fulminato di mercurio, azoturo di piombo,stifnato di piombo e miscele;

Produzioni di parti metalliche miscele traccianti a base di perossidi, nitrati, metalli finemente suddivisi

Produzione di munizioni complete

Produzione di propellenti solidi per razzi

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MECCANICA e METALLURGIA. 1946 Fabbricazione di elementi metallici di munizioni: : bossoli, proiettili, spolette, capsule, involucri per tracciatori. Fabbricazione di munizioni complete:riunione di tutti gli intermedi quali parti metalliche, miscele innescanti, miscele traccianti, esplosivi di lancio e di scoppio. Caricamento di bombe, mine terrestri e subacque Costruzione di stampati ed recipienti metallici estrusi.

Realizzazioni di fusioni di ghisa,bronzo,alluminio; lamiere, bandelle e nastri di rame, tombacco, cupronichel, ottone ed alluminio. 1946 Riparazioni veicoli ferroviari 1948 Costruzioni carri ferroviari aperti, chiusi, serbatoio, frigoriferi. Costruzioni impianti industriali, autoclavi, distillatori, essiccatoi, convertitori, scambiatori, fermentatori, scagliettatori. 1956 Costruzione di contenitori Costruzione di razzi completi per uso scientifico e militare.

CEMENTI (impianto totalmente ricostruito ) 1946 impianto 1947 Produzione di cemento pozzolanico normale e ad alta resistenza. Produzione di agglomerti speciali per opere marittime. Produzione di calci idrate, cemento bianco e cemento ad altissima resistenza iniziale (ARI)

TESSILE 1955 Trattamento a ciclo completo per la pettinatura e la filatura a pettine della lana, dotato di tintoria in pettinato e

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in filo e stampa vigoureux. In tale impianto si producono filati greggi e tinti in una gamma completa per tessitura, maglieria, aguglieria e calzificio. Produzione della fibra sintetica poliamidica Delfion, in fiocco nastri continui e pettinati. Questi prodotti sono principalmente destinati alla filatura in mischia con lana ed altre fibre. Produzione di filo continuo poliamidico Delfion, munito anche di reparti per la torcitura l’orditura e l’incollaggio. Il filo è prodotto nei titoli e tipi occorrenti per la tessitura, maglieria calzificio e per la produzione di fili trasformativi.

CHIMICA

Produzione per l’industria

Acido solforico, oleum, mono e binitrotoluoli, nitrobenzolo, paranitroacetofenone 1945 Anidride ftalica e anidride maleica; Alchilarilsolfonati, antifermentativi, detergenti sintetici, fungicidi; Resine poliestere (per stampaggi, bottoni, vernici, mastici, ecc.).

Produzione per l’agricoltura

Sostanze attive (dinitroortocresolo, esaclorocicloesano, lindano ecc.); Insetticidi; Olii estivi e invernali, acaricidi e diserbanti; Anticrittogamici; Fertilizzanti fosfatici e fertilizzanti-insetticidi.

Produzione per uso domestico

Insetticidi a base dei più importanti principi attivi ( DDT, lindano,piretro,duldrin)

Deodoranti e purificanti dell’atmosfera Detersivi sintetici a base delle più moderne sostanze attive, adatti per

ogni applicazione.

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PRODUZIONI 1965-1990

ESPLOSIVI 1960 Produzione di Propellenti solidi per missili, acceleratori e generatori di gas.

SPAZIO 1966 Razzi sonda completi per uso scientifico e militare. Propulsori a reazione a propellente solido per razzi e missili. 1966 Motore d’apogeo per Eldo Pass 1968 Nel 1968 avviene l'incorporazione della BPD (BOMBRINI PARODI DELFINO), che ha stabilimenti a Colleferro, Castellaccio, Ceccano con la SNIA ("SOCIETA' DI NAVIGAZIONE ITALO AMERICANA") Le attività industriali dello Stabilimento di Colleferro sono numerose e molto diversificate tra di loro (siamo al 1970): - Materiale rotabile ferroviario - Contenitori - Serbatoi - Imballi metallici - Apparecchiature aerospaziali: i motori di apogeo della SNIA hanno contribuito alla messa in orbita di quasi tutti i satelliti artificiali europei. - Impianti per industrie chimiche, farmaceutiche, alimentari ecc. - Esplosivi e munizionamento. Motori d’apogeo

Propulsori a liquido 1977 Motori per Sirio,Telecom,Meteosat,Geos,Giotto

Motori di separazione stadi Motori di decollo Arianne Propulsori a solido per Olympus

(controllo d’assetto) e Italsat 1992 Stadio di perigeo per Iris ( Columbia) per Atlantis

Piattaforma per lanciatore Vega 2000 Propulsione elettrica.

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COLLEFERRO: UNA REALTÀ INDUSTRIALE

Divisione esplosivi Le produzioni sono organizzate in vari reparti distinti, ma reciprocamente integrati e cioè: fabbriche di propellenti e di esplosivi; officine metalmeccaniche per la produzione dei componenti metallici delle munizioni; officina pirotecnica per il montaggio e imballaggio delle munizioni. La fabbrica è inoltre dotata di numerosi laboratori e linee di tiro per la creazione e prova dei prodotti al fine di migliorarli.

Divisione Meccanica La base delle produzioni meccaniche della B.P.D. fu posta quando nel 1931, ebbe inizio l’installazione delle officine destinate alla fabbricazione di parti metalliche per le munizioni. Infatti tutte le operazioni meccaniche, soprattutto di stampaggio, adottate per tale fabbricazione, sono servite ad accrescere negli anni successivi il patrimonio tecnologico dei reparti meccanici, patrimonio che è stato

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successivamente utilizzato per la produzione di manufatti ad uso civile. La graduale obsolescenza ha posto, ad un certo punto, la loro sostituzione; le più recenti cognizioni tecniche e commerciali hanno indirizzato l’azienda verso l’adozione di un ciclo di estrusione a caldo e successive operazioni di trafilamento, in sostituzione del ciclo di laminazione. È recente infatti l’istallazione di una pressa di estrusione da 2.500 tonnellate,

collocata in un vasto capannone di 4500 mq., in cui sono anche sistemati i macchinari accessori ed i servizi. L’allestimento del nuovo impianto di estrusione ha consentito di aggiornare, secondo tecniche più moderne, la produzione dei semilavorati occorrenti per le parti metalliche delle munizioni, nonché di introdursi nel mercato civile con una vasta gamma di prodotti in ottone, come barre, profilati, sagomati, destinati alle industrie meccaniche di stampaggio e torneria.

Divisione Tessile La divisione tessile sovrintende ad un ramo di attività di recente creazione, che si differenzia dagli altri avviati in precedenza. Per questo si è ritenuto opportuno far sorgere i relativi impianti nella località di Castellaccio, distante circa sette km. Con questa realizzazione la BPD ha compiuto un notevole sforzo nel campo industriale, ha dato un concreto aiuto all’industrializzazione del Mezzogiorno. Il Centro Tessile di Castellaccio, entrato in produzione negli anni 1955-1956, comprende i seguenti impianti: Impianto a ciclo completo per la pettinatura e la filatura a pettine della lana, dotato di tintoria in pettinato e in filo e stampa vigoureux.In tale impianto si producono filati greggi e tinti in una gamma completa per tessitura, maglieria, aguglieria e calzificio. Impianto per la produzione della fibra sintetica poliamidica Delfion, in fiocco nastri continui e pettinati. Questi prodotti sono principalmente destinati alla filatura in mischia con lana ed altre fibre.

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Impianto per la produzione di filo continuo poliamidico Delfion, munito anche di reparti per la torcitura l’orditura e l’incollaggio. Il filo è prodotto nei titoli e tipi occorrenti per la tessitura, maglieria calzificio e per la produzione di fili trasformativi. Questo ultimo impianto è già stato ampliato, tanto che la sua potenzialità attuale è di cinque volte quella del nucleo produttivo iniziale, testimoniando così il successo incontrato da questi nuovi prodotti B.P.D.

Divisione chimica

Questa branca di attività sorse inizialmente a lato della fabbrica esplosivi con l’impianto per la produzione di acido solforico, venduto anche come materia prima per la grande industria chimica. Accanto a questo reparto sono venuti a collocarsi successivamente altri impianti chimici destinati alla produzione di altri prodotti basilari per l’economia aziendale. Tali prodotti sono utilizzati sia per la vendita a terzi sia per il ciclo produttivo all’interno dell’azienda. La divisione prodotti chimici raggruppa le sue diverse produzioni in tre distinti

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settori (prodotti chimici per l’industria, per l’agricoltura e per uso domestico), che, nell’applicazione e nell’aggiornamento della loro attività si giovano largamente degli studi e delle sperimentazioni dell’attrezzatissimo Centro studi chimico, riuscendo cosi a adeguare continuamente i loro processi di fabbricazione al sempre maggiore progredire della chimica nella vita moderna. Il Centro chimico, inaugurato nel 1955, espleta attività di ricerca sulle lavorazioni già in atto e di studio su nuove attività nella serie di laboratori di chimica fisica, fisica e chimica analitica di cui è dotato l’edificio che lo ospita. Il complesso edilizio presenta apparecchiature, strumenti scientifici e tecnologici, laboratori biologici e installazioni moderni e aggiornati. Il Centro esplosivistico, ritenuto il migliore esistente in Europa, è attrezzato per lo studio e la messa a punto di manufatti esplosivi oltreché dotato di strumentazione atta allo studio dei propellenti solidi e propulsori per razzi e missili.Tale corredo permette l’effettuazione di rilievi chimici, chimico-fisici e tecnologici sui propellenti e i loro componenti, altresì consente l’effettuazione di prove statiche di propulsori completi, di accelerazione su centrifuga e comportamento al volo in gallerie attrezzate. Il Centro tessile, attrezzato nello stabilimento di Castellaccio, è dotato di apparecchi di polimerizzazione, teste di filatura e imbobinatrici, telai a catena per maglieria e teali circolari per calze, macchine per tintura e fissaggio e apparecchiatura chimica e tessile per la ricerca.

Fabbrica di acido solforico (Oleum)

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L’ISTRUZIONE E FORMAZIONE A COLLEFERRO Colleferro, grazie allo sviluppo industriale, da piccolo borgo arriva a diventare città. E’ la presenza della B.P.D. che accelera il progresso civile e sociale. Nel 1934 funzionavano due scuole elementari: Segni Scalo (comune di Valmontone dipendente dal Governatorato di Roma) Con la legge del 13 Giugno del 1935 viene costituito il comune di Colleferro riportato sulla G.U. dell’8 Luglio. La nuova realtà cittadina per crescere ha bisogno di istruzione, nascono così nuove scuole: per volontà dell’industriale Leopoldo Parodi è istituita la prima scuola di avviamento professionale, con corsi di aggiustatori meccanici, tornitori e chimici per preparare i futuri lavoratori da inserire nella fabbrica. Nel ’36 è iniziata la costruzione del nuovo edificio scolastico, destinato alla scuola elementare, intitolata a Gerardo Parodi Delfino. Nel ’39 viene avviato il biennio dell’Istituto Tecnico Inferiore, in memoria di Paolo Parodi Delfino (PPD). Con Decreto del 27 maggio 1947 si autorizza l’apertura graduale del Liceo scientifico comunale per l’anno1946-’47, con G.M. n° 29 del 28 aprile 1948 il riconoscimento, nel 1950 il riconoscimento legale, completato nel 1958, nel C.C. n° 137 del 20 dicembre 1961 viene richiesta la statalizzazione del Liceo, la sede era ubicata presso la Scuola di avviamento al lavoro. Nel C.C. n° 220 del 24 ottobre 1955 viene approvato il progetto per la costruzione della scuola elementare “Scalo”. Con il C.C. n° 45 del 12 marzo 1961 c’è l’approvazione del progetto per la costruzione di un edificio destinato a scuola media statale (L. da Vinci) che doveva comprendere anche il Liceo, ma con delibera del C.C. del 30 aprile 1969 viene approvata la variante al Piano Regolatore Generale per la costruzione del Liceo scientifico per cui l’Amministrazione Provinciale aveva stanziato la somma di lire trecento milioni.

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LA SCUOLA DEL PASSATO

Perché l’ITIS a Colleferro?

Osservando il grafico è evidente che una parte del flusso migratorio è diretto dalle Marche al Lazio a conferma della necessità da parte della BPD di reperire tecnici nelle altre regioni italiane; da ciò l’idea di formare periti industriali sul territorio.

Flusso migratorio negli anni del miracolo economico

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I PRIMI DOCUMENTI

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Il giorno 7 –Febbraio – 2006 ci siamo recati con le nostre insegnanti nella biblioteca comunale di COLLEFERRO per ricercare informazioni relative alla nascita e allo sviluppo dell’ idea di istituire un Istituto Tecnico Industriale nel nostro paese. Grazie all’ attenzione di due alunne e alla loro instancabile sete di conoscenza abbiamo potuto collocare il “ parto” dell’idea della nostra scuola nel 23 Aprile 1956 su proposito dell’ assessore Mario Colabucci. Con l’ aiuto del bibliotecario comunale Luigi Marozza abbiamo preso dei faldoni sui quali erano scritti le date relative al periodo a cui si riferivano. Abbiamo iniziato a sfogliare questi giganteschi libri ricoperti da un sottile strato di polvere e ci sentivamo tutti dei piccoli Manzoni, come se avessimo ritrovato un’ antico manoscritto e ne volessimo render noto il suo contenuto. Nuotando in quel mare di notizie pescavamo informazioni del tipo : “Al bidello Franco Melana è stato aumentato lo stipendio per la nascita del suo terzo figlio” ,e il compito di ricercare nozioni sull’I.T.I.S. in mezzo a tutte quelle scartoffie era reso ancora più difficile dalla nascita in quello stesso periodo,di altre scuole , come asili,medie e anche lo scientifico parificato . Tutte quelle scuole (compresa la nostra)nascevano in principio come succursali di altre scuole di Roma , Palestrina etc. In seguito abbiamo sfogliato i fascicoli riguardanti gli anni 1958-59 . Sull’argomento non sono emerse molteplici informazioni ma proseguiremo a sfogliare nuovi faldoni per continuare il nostro percorso di ricerca .

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L’I.T.I.S. A COLLEFERRO

Anno 1962: si concretizza l’istituzione dell’I.T.I.S. a Colleferro e funzionerà in una sede concessa gratuitamente dalla B.P.D. come sezione staccata del VII Istituto Industriale di Roma per poi essere denominato nel 1964 Giovanni XXIII. Nel 1967 diventa Istituto Tecnico Industriale di stato di Colleferro. Il Professor Ferruccio Minisola è nominato Presidente dell’Istituto stesso.

Via Artigianato – ex dormitorio B.P.D. Sede del Triennio

Casa 23 Via degli esplosivi Sede del Biennio

Luglio 1970, trasferimento dell’ITIS in Via Consolare Latina Sede Attuale

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ELENCO ISCRITTI

ANNI SCOLASTICI 1962/63 - 1969/70

Anno scolastico Numero iscritti

1962/63 116

1963/64 216

1964/65 190

1965/66 157

1966/67 160

1967/68 154

1968/69 153

1969/70 186

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ESAMI DI MATURITA’

A.S. 1967/68 Chimica Industriale

1. Aldo

2. Bontempi Massimo 3. Briganti Alessandro Antonino 4. Bufo Salvatore 5. Caratelli Carlo 6. Carocci Cesare 7. Carrarini Domenico 8. Cipriani Rosa 9. De Santis Doriano 10. D’Ippoliti Mario 11. Dragone Rossana 12. Gabrielli Anna Pia 13. Giorni Giorgio Mario Aristodemo 14. Giovannini Alessandro 15. Giranadi Vladimiro 16. Grande Luigi Paolo 17. Guidi Angelo 18. Lazzarini Aldo 19. Mentuccia Luciano 20. Miccocci Maria 21. Nanni Sergio 22. Nido Mario 23. Pacciani Daniela Assunta 24. Parravano Rosa Pia 25. Prioreschi Maria Emilia Guglielma 26. Romani Gabriella 27. Salvitti Ettore

28. Tulli Federico 29. Vittori Brunello 30. Volpicelli Mario

31. Anselmi Sisto 32. Bruni Luciano 33. Ceccaroni Giorgio 34. Coletta Franco 35. Corsetti Vittorio 36. Crosariol Renzo 37. Di Pretorio Eliseo 38. Fasanella Ezio 39. Fiacchi Alfredo 40. Fitini Enedino 41. Giannetti Elio Giuseppe 42. Loffredi Gino 43. Martini Roberto 44. Marzollo Giovanni 45. Matturro Dario 46. Paluzzi Felice 47. Pesoli Vincenzo 48. Pironi Macello 49. Prosperi-Porta Bruno 50. Pucello Silvano 51. Caviglia Mario 52. Rizzuto Carlo 53. Sabatini Lorenzo 54. Sardella Luciano 55. Simoni Vincenzo 56. Tasini Walter 57. Vari Enzo 58. Vari Gaetano 59. Vespa Alberto 60. Sozzi Valentino

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A.S. 1968/69 Chimica Industriale 1. Andreini Dante Andreino 2. Azzarone Gianfranco 3. Barzetti Giovanna Ermelinda Gilda 4. Biancone Cesare 5. Carapellotti Alfredo 6. Cefaloni Enzo 7. Cicini Maurizio Achille 8. Cittadini Sandro Domenico Paolo 9. Colabucci Maurizio 10. Colagiacomo Armando 11. Coletta Franco 12. Coletta Giovanni 13. Corsi Franco 14. De Rosa Ennio 15. Fantauzzi Paolo 16. Francesconi Claudio Massimo Umberto 17. Galeotti Luciano 18. Giansanti Sandro 19. Graziani Alessandro 20. Iovino Anna Emma Maria 21. La Fragola Maria Vincenza 22. Marzolo Giovanni 23. Matturro Dario 24. Montemurro Michele 25. Mortari Rossana 26. Pagliaccia Loretta 27. Palazzi Claudio 28. Parravano Andrea 29. Petrella Giuseppe 30. Renzi Roberto 31. Rognini Giovanni 32. Sellari Giovanni 33. Spaziani Silvano 34. Testa Romano 35. Tranquilli Angela 36. Tucci Nella

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A.S. 1969/70 Chimica Industriale

1. Aiaci Roberto 2. Andreotti Lorenzo 3. Aversano Silverio Antonio Tommaso 4. Bernabei Natale 5. Bernabei Natale 6. Bernoni Bruno Aldo Antonio 7. Blonk-Steiner Mauro Carlo Scipione 8. Buratti Mauro 9. Calvano Giulio 10. Cialone Gabriele 11. Colaiacomo Gianluca 12. Costantini Glauco 13. De Polis Massimo 14. Del Tosto Maria Pia 15. Felici Rino 16. Giacomi Mario 17. Graziani Angelo 18. Lo Presti Antonino Giuseppe 19. Mandova Giuseppe 20. Mantenuto Giuseppe 21. Maurizi Maurizio Angelo 22. Passa Gino 23. Pavia Franco 24. Pititto Giuseppe Antonio 25. Prioreschi Marcello Giuseppe Mario 26. Pro Maurizio 27. Righini Sandro 28. Ripi Gabriella 29. Ronzoni Sergio Eugenito 30. Talone Mirella 31. Vari Luigi 32. Vernile Antonio

33. Bovanio Rodolfo 34. Cacciotti Cesare 35. Cancia Franco 36. Cristofanilli Vincenzo 37. De Vizi Giampaolo Domenico 38. Fagiolo Ettore Guglielmo 39. Gabrielli Carlo 40. Giorgi Lamberto 41. Lauri Luca 42. Manfrellotti Saverio 43. Pacifici Mario Mauro Fausto 44. Pagliarella Mauro 45. Palazzi Salvatore 46. Palombelli Giuseppe 47. Panetta Sandro 48. Pardi Fausto 49. Piediferro Riccardo 50. Pizziconi Carlo Alberto 51. Pompilli Alberto 52. Priori Rinaldo 53. Proietti Roberto 54. Ricci Nazzareno 55. Scerrati Giuseppe 56. Schiavi Carlo 57. Simonelli Rocco Bernardo 58. Sperati Marcello 59. Spirito Franco 60. Todini-Manzocchi Luigi 61. Turco Augusto 62. Venturini Enzo 63. Verrelli Sante 64. Zangrilli Giampietro

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INTERVISTE

Intervista al Sig. Giorgio Salani “L’ istituto tecnico che ho iniziato a frequentare dall’ anno scolastico 1962/63, a Colleferro, è nato per volontà dell’allora sindaco della cittadina, Della Rosa”. Con queste parole è iniziato l’ incontro tra gli allievi della I Alst con il signor Salani uno dei primi diplomati in chimica industriale presso l’ ITIS di colleferro. L’ intervista è poi proseguita attraverso una lunga sequenza di domande che hanno messo in evidenza aspetti e particolari del nascente istituto tecnico; la curiosità degli alunni è stato appagata dalla cordiale disponibilità dell’ intervistato che, attraverso le sue risposte puntuali, ha come ricreato quei lontani ani proiettandoli nel presente, facendo quasi rivivere ai giovani di oggi l’ esperienza da lui vissuta tanto tempo fa.

- “L’ istituto era una sezione staccata del VII istituto industriale di Roma , ribattezzato poi Giovanni XXIII le aule erano situate in un edificio della BPD in via degli esplosivi. In questa sede ho frequentato il biennio, poi per il triennio siamo stati trasferiti in un altro edificio sito in via dell’ artigianato sempre di proprietà della BPD gli ambienti erano molto piccoli, il corridoio e il bagno erano i luoghi in cui si svolgeva la ricreazione che durava circa 10 minuti e interrompeva la giornata scolastica suddivisa in re di 50 minuti ;due giorni a settimana la campanella che segnava la fine delle lezioni suonava alle 13,45. Per le ore di educazione fisica ci recavamo all’esterno dell’edificio, nella palestra messa a disposizione dalla B.P.D. L’attività fisica riguardava la pallacanestro e il pugilato.

- Quanti erano i corsi di specializzazione? “L’unica specializzazione era quella di chimica, molti studenti che frequentavano la scuola venivano dai paesi vicini:Segni Morolo, Frosinone, alcuni addirittura da Roma. Per raggiungere la scuola bisognava percorrere un bel tratto di strada a piedi perché i mezzi pubblici si fermavano nella piazza del paese” - Le classi erano miste? “Gli studenti erano prevalentemente maschi, unica eccezione la presenza di una ragazza, Roscioli Ombretta, proveniente da Segni iscritta nella sezione A. le sezioni erano solo tre A,B,C - C’ erano corsi pomeridiani?

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“No, ad alcune persone che lavoravano in fabbrica veniva dato il permesso di frequentare la scuola al mattino mentre nel pomeriggio dopo la fine delle lezioni riprendevano il lavoro. -Quanti laboratori c’ erano? “nella sede di via degli esplosivi dove ho frequentato il biennio, non c’ erano laboratori. Uno solo di chimica si trovava nella sede di via dell’ artigianato, non era molto attrezzato, gli strumenti presenti erano stati dati dalla BPD. -Quando si è diplomato? Il sig. Salani, mostrandoci con celato orgoglio e modestia il diploma risponde alla domanda: “Mi sono diplomato nell’anno scolastico 1966-67. Gli esami si svolgevano durante il periodo estivo, dall’inizio di luglio fino alla fine del mese ma nel mio caso si sono protratti alla sessione autunnale. Il professore di chimica industriale mi interrogò sulla essiccazione, un argomento non trattato durante l’anno scolastico, poiché non seppi rispondere mi rimandò a settembre. Ripensandoci si è trattato di un errore comprensibile che però si è rivelato per me un momento difficile che ho dovuto studiare durante l’estate.” Questi sono i ricordi che tornano alla mente al sig. Salani che, a volte, insieme ad alcuni dei suoi vecchi compagni torna a visitare quei luoghi dove le vecchie costruzioni scolastiche sono ancora in piedi.

Gruppo classe anno scolastico 1962- 63

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Intervista Al Sig Fabio Mucci Quando si è diplomato? Mi sono diplomato nel 1968 con la specializzazione di elettronica conseguita a Frosinone. I primi due anni a partire dal 1962 ero iscritto all’I.T.I.S. di Colleferro che allora era una succursale del Giovanni XXIII di Roma. Finito il biennio però mi sono trasferito a Frosinone perché l’unica specializzazione presente a Colleferro era quella di chimica, mentre la mie attitudini erano nell’ambizione di elettronica. L’I.T.I.S. di Colleferro ha avuto origini con me e i miei compagni, potremmo dire di essere stati i pionieri. Quante sezioni c’erano? Il primo anno (1962) iniziò con tre sezioni. Io frequentavo la Ic. Ricordo che l’anno successivo ci fu un incremento di un’ altra sezione, perciò gia nel 1963 risultarono esserci quattro I e tre II: non male per essere agli inizi!!! Quanti eravate in classe? Non ricordo esattamente il numero, ma eravamo più di trenta, molti più di quanti siete oggi. Tutti maschi con una sola eccezione una ragazza: Roscioli. Pensa che nelle altre sezioni erano tutti maschi. L’anno successivo arrivarono altre ragazze, non molte per la verità ma tra loro c’era quella che poi è diventata mia moglie (Maria). Chi erano i suoi professori? Non li ricordo tutti, anche perché molti erano di Roma e quindi già l’anno successivo se ne andarono. Però ricordo il professore Morenga di disegno e tecnologia diventato poi famoso per le trasmissione radiofoniche e il suo umorismo. Che spasso le sue lezioni già allora faceva pensare al suo futuro di comico. La professoressa Franceschetti di inglese, una ragazza molto dolce, alle prime esperienze di insegnamento. Il professore Torti di educazione fisica, oggi radiologo all’ospedale di Colleferro. All’epoca infatti chiunque poteve insegnare educazione fisica. La professoressa Pozzuoli di scienze, una donna alta e imponente, molto energica. Il professore Del Cornò di fisica, che svolgeva anche la funzione di vicepreside, un uomo dall’aspetto burbero, severo, ma quello che si definisce un buon’ uomo. Quanto era grande la scuola? La scuola era abbastanza grande, era situata in via degli Esplosivi, vicino all’entrata della SNIA, oggi è un edificio abbandonato. Vi erano numerose e

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ampie aule. Finito il biennio coloro che hanno proseguito con la specializzazione di chimica si sono trasferiti nel caseggiato vicino la banca di Roma, nella zona del mercato. Quali laboratori c’erano nella scuola? C’era solo il laboratorio di tecnologia meccanica. Era situato in un edificio di fronte la scuola. Era una grande sala con dei banchi egli unici strumenti che ricordo erano morse e lime. All’interno della scuola c’era un aula situata all’ultimo piano che doveva essere adibita a laboratorio di scienze, mi ricordo di averlo scarsamente frequentato perché ancora non era attrezzato. Per quanto riguarda la palestra abbiamo utilizzato per un periodo quello della scuola elementare GPD e successivamente la palesra della BPD collegata al campo sportivo. I servizi erano gli stessi di oggi? Cosa intendi per servizi? Non c’ era il bar all’ interno, non avevamo i computer, non avevamo i laboratori che avete voi oggi, non avevamo la biblioteca e nemmeno una palestra tutta nostra. Quindi direi proprio di no Quanta gente faceva parte del personale? Ricordo una sola segretaria “Lorenzini Graziella” che svolgeva tutte le funzioni amministrative. D’ altra parte presumo che essendo, la scuola una succursale del Giovanni XXIII, il resto del personale fosse in altra sede. Ricordo inoltre due “bidelli”, un uomo ed una donna. NN credo ci fosse altro personale. Quanti erano gli studenti? Nel 1962 erano un centinaio, l’ anno successivo siamo diventati circa 230. Molti ragazzi provenivano da paesi limitrofi: Segni, Carpineto, Gorga, Anagni..... In che si è diplomato? In elettronica Le è servito nella vita? Direi proprio di si, oggi lavoro nonostante la distanza di quaranta anni nello stesso settore.

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Intervista ad un ex-dipendente dell’ I.T.I.S. Cannizzaro Il signor Italo Casale di anni 72 è stato un assistente di laboratorio del nostro istituto dal1962 al 1990. Assunto negli anni ’60 per la precedente esperienza in ambito farmaceutico presso la farmacia comunale di Colleferro, ha prestato servizio nei primi anni presso l’edificio “casa 23” in via degli Esplosivi,successivamente nella sede di via dell’Artigianato, dove erano attivi i laboratori per il triennio. Inizialmente, l’istituto era una sede staccata del 7° istituto industriale di Roma; successivamente fu denominato “Giovanni XXIII”. Intorno agli anni ’70 fu trasferito nell’attuale ubicazione dell’istituto Il signor Casale percepiva mensilmente 900 lire e non aveva un riferimento sindacale.. Le caratteristiche dal vecchio istituto erano diverse da quelle attuali. I laboratori da allora non sono cambiati molto; le norme di sicurezza erano le stesse di quelle di oggi: mascherine, camici,guanti, … Come allora tutti i materiali di laboratorio erano depositati negli armadietti chiusi a chiave. I rapporti tra lui e il suo datore di lavoro era strettamente professionali; così anche per i collaboratori e gli altri assistenti. L’ex-dipendente dell’I.T.I.S. era addetto alle apparecchiature, in particolare alle bilance. Uno dei suoi doveri era quello di fornire della necessaria strumentazione i docenti e gli alunni durante le esperienze di laboratori. Il signor Casale rammenta anche l’avvenuta occupazione dell’istituto negli anni ’70, da parte di studenti scontenti per 3 giorni e 2 notti. Gli studenti si sono uniti in una grande protesta con scioperi e occupazioni per manifestare il loro dissenso verso l’organizzazione della scuola e la mancanza di insegnanti e di laboratori.

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Intervista al Prof. Verrelli e alla Prof.ssa Talone Il professor Verrelli e la professoressa Talone, docenti nell’attuale Itis, ci raccontano quale sia stata la loro esperienza di studenti nell’Itis “S.Cannizzaro” dal 1965 al 1970. Tra ricordi più o meno chiari e piccoli particolari ci mettono al corrente della realtà scolastica presente in quegli anni: una realtà ben diversa da quella in cui viviamo ora nella stessa scuola. Per cominciare, la nostra curiosità ci porta a chiedere come fosse il rapporto tra alunni e professori,e scopriamo che il metodo di insegnamento era molto rigido e i comportamenti assunti da ognuno portavano ad evidenziare in maniera molto marcata i diversi ruoli. Gli alunni non potevano certo avere un rapporto amichevole con i loro insegnanti, a differenza di ora. Il divario che si creava era molto accentuato e non si vedeva possibilità di miglioramento. Andando avanti, quello che colpisce di più è il fatto che in quegli anni gli studenti non avevano tutte le possibilità e le concessioni che abbiamo in questo momento. Per esempio non si potevano avere veri e propri laboratori di chimica in cui poter sperimentare tutto quello che era stato acquisito teoricamente e tanto meno ci si poteva riunire in assemblee di classe o d’istituto. Lo stesso discorso deve esser fatto per quanto riguarda le gite scolastiche .I professori,a quel tempo alunni,ricordano di esser stati accompagnati dagli insegnanti. al di fuori delle mura scolastiche solamente un giorno per recarsi in una fabbrica,ma tutto si sarebbe svolto in un orario molto ristretto pur di non rientrare dopo l’orario scolastico. Ciò fa capire che non si pensava assolutamente al tipo di gite che si programmano in questa epoca. Avevano, però, il permesso, nel giorno di carnevale,di uscire un’ora prima e il giorno seguente potevano posticipare l’entrata di un’altra ora!Ad essi va riconosciuto il pregio di non esser ragazzi esigenti e di non pretendere niente di così impossibile,avevano rispetto di tutto e non danneggiavano niente. Purtroppo ora i ragazzi di oggi fanno il contrario, e questo è un difetto che va riconosciuto a tutti. La società si è evoluta ma sembra che i problemi si siano moltiplicati. Tornando al racconto dei professori possiamo,ancora,scoprire che ogni alunno indossava un grembiule nero e che l’istituto era strutturato in maniera diversa rispetto ad oggi. Gli spazi di elettronica e meccanica non esistevano poiché queste sono materie che entreranno solamente in futuro; c’erano molte vetrate, grandi spazi verdi. Le classi invece erano molto ampie poiché dovevano ospitare un gran numero di ragazzi. Infatti ogni classe aveva circa 30 alunni quasi tutti maschi ma, come ricorda la prof.ssa Talone, vi erano anche alcune ragazze. Il piano di studi non comprendeva,come già accennato,le materie di meccanica ed elettronica;quella che ora viene chiamata tecnologia e disegno in quegli anni veniva definita con il nome di “aggiustaggio” all’interno dell’unico indirizzo di chimica dell’Istituto.

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Sintesi di un’intervista al Bibliotecario Dott. Luigi Marozza Nato nel 1951, Luigi Marozza si è diplomato nell’anno scolastico ‘70/’71 come perito chimico nell’ITIS Stanislao Cannizzaro di Colleferro e ha conseguito la laurea di dottore in Filosofia presso l’università La Sapienza di Roma. STORIA DI UNO STUDENTE La situazione dei ragazzi negli anni ’60 non era delle migliori:la differenza tra benestanti e poveri si notava anche nella scelta del corso di studi da intraprendere. Infatti,i figli dei benestanti potevano scegliere di intraprendere la frequenza della scuola media,che avrebbe permesso di proseguire studi umanistici,mentre i figli dei poveri potevano accedere alla scuola di avviamento professionale,che avrebbe consentito l’inserimento nel mondo del lavoro,e quindi il proseguimento verso studi tecnico-pratici. Per fortuna o per altro esistono le eccezioni. Nella Colleferro industriale, Luigi Marozza vive gli anni ’60, quelli dei mutamenti economici e sociali a livello nazionale sollevati dal famoso “miracolo economico”. Sono gli stessi anni che vedono l’allargamento delle basi del sistema politico, attraverso l’ingresso dei socialisti nell’area di governo e del signor Biagio Della Rosa, di formazione socialista, dal ’52 al ’68 nell’esercizio di sindaco della città di Colleferro. Gli studenti si caratterizzano, nella Colleferro industrializzata dalla BPD e dalla SNIA-BPD, con un rifiuto critico della società in cui vivono e con una richiesta di nuovi contenuti culturali. La popolazione locale, straordinariamente aumentata e non omogeneizzata, rivelava stratificazione e schematismi di separazione sociale: operai ed impiegati usavano stili di vita e comportamenti diversificati, gli studenti liceali potevano divertirsi e intrattenersi in feste da ballo nei locali messi a disposizione dalla BPD-SNIA, agli studenti dell’ITIS era negata la possibilità di sfruttare gli stessi locali; la stessa struttura urbanistica era rigorosamente divisa in zona residenziale di tipo impiegatizia e zona riservata agli operai con tipologia di appartamento differente per l’una e per l’altra. Insomma, la discriminazione sociale imperava ed era quasi data per scontata. Forse, la coscienza del disagio e il bisogno crescente di partecipare alle scelte di studi e del lavoro conducono la mobilitazione studentesca dell’ITIS all’occupazione della scuola per la prima volta. Il dottor Luigi Marozza vive da giovane studente le trasformazioni ed i cambiamenti della scuola operati dai primi governi di centro-sinistra. Le riforme riguardavano la scuola dell’obbligo: viene unificata ne ’62 la scuola media, che prima era di due tipi( avviamento professionale per chi non

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continuava gli studi, scuola media per gli altri) in modo da garantire a tutti la stessa istruzione fino ai quattordici anni. La crescita della popolazione scolastica crea problemi di spazi e di aule per la mancanza di edifici scolastici adeguati: ciò rese necessari turni di frequentazione doppi e tripli; inoltre, l’aumento della domanda di cultura, il miglioramento del tenore di vita e le difficoltà di trovare un lavoro se sprovvisti di un titolo di studio adeguato provocarono un incremento del numero degli studenti iscritti alle scuole superiori e all’università, anche senza un orientamento preciso per la scelta della facoltà da intraprendere.

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Bibliografia

Archivio comunale di Colleferro Archivio dell’ ITIS “Cannizzaro” di Colleferro Storia di una comunità- Luciano Lepore Storia di una comunità industriale- Luciano Lepore Dal borgo alla città industriale- Umberto Mazzocchi Colleferro: frammenti ed immagini- Renzo Rossi L’industria di Roma e del Lazio- a cura dell’ Unione industriali del Lazio Mezzo secolo di SNIA viscosa, 1970 Tecnologia- evoluzione delle tecniche e sviluppo economico- Bulgarini 2001 Progetto OMLP- ITIS “Cannizzaro” Colleferro 1999/2000