Parliamo di te

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COME SI REAGISCE ALLE COME SI REAGISCE ALLE ESPERIENZE TRAUMATICHEESPERIENZE TRAUMATICHE

Cosa sono le “esperienze traumatiche”?Sono le brutte cose che possono succedere nella vita, cose che fanno così male che fanno pensare che non si può reagire e non si può trovare il modo per stare meglio. Per esempio un incidente di macchina, una malattia grave, la morte improvvisa di una persona cara, un terremoto, vedere o subire botte in famiglia, vedere o subire cose brutte, di sesso.

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Quando accade una di queste brutte cose,

la natura si mette in moto per farci restare vivi. Ecco che, automaticamente, arrivano le REAZIONI POST TRAUMATICHE

Le reazioni post traumatiche non sono tante: sono solo 3!

Ma si possono mescolare in tanti modi …..

Aspetta e scoprirai quali sono!

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Termine tecnico

Cosa vuol dire A cosa serve Esempi di pensieri

Come si vede

Iper-vigilanza Agitazione internaAllarme Eccitazione

A cercare di tenere tutto sotto controllo E’ come essere sulle montagne russe!Sono in pericolo!Sto scoppiando!

Si è sempre tese, non si riesce mai a rilassarsi.

Non si riesce ad addormentarsi o ci si sveglia di notte.

Si è sempre pronte a litigare.

Ci si mette nei guai.

Si vive nella paura che succedano brutte cose.

Depressione Essere sempre stanche.

Essere di cattivo umore.

Non avere voglia di fare nulla.

Essere tristi.

A stare rintanate

Non valgo niente! Niente è importante!Niente mi piace!Non ce la farò mai!Per me è finita!

Si è sempre tristi.

Niente fa stare bene.

Si pensa e si ripensa sempre alle stesse cose. Non si hanno speranze.

Ci si vergogna.

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Termine tecnico

Cosa vuol dire A cosa serve Esempi di pensieri

Come si vede

Dissociazione Ce la posso fare solo se i pezzi di me vanno per conto proprio, solo se stacco i pensieri e faccio volare via la mia testa come un palloncino, solo se mi metto nel congelatore

A tenere lontani e tutti separati i pensieri

mi si stacca la spina, che bello essere su Marte, in fondo che problema c’è, non mi ricordo, se non ci penso sto meglio

Si ha sempre male da qualche parte (testa, pancia ecc (è il mio corpo che sta male, mica io..), la testa è sempre sulle nuvole (non sento, non penso),si fa tanto movimento per non pensare, si parla in continuazione o si hanno sempre mille cose da fare, Si fanno cose di sesso con altri bambini, non ci si riesce a concentrare e si dimenticano o si perdono le cose

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Avrai di sicuro riconosciuto delle cose che capitano proprio a te!

QUESTE REAZIONI SONO NORMALI! Capitano a tutte le persone, grandi o bambini, a cui sono successe brutte cose….

Ma c’è un guaio: sono reazioni che sono state inventate dalla natura per durare poco tempo, cioè fino a quando ci si può mettere al sicuro di nuovo.

AHIA!

E se invece al sicuro non si può andare? Se l’esperienza brutta è stata davvero bruttissima? Se ti capita quando sei piccola e indifesa? Se chi ti ha fatto male è una persona a cui vuoi bene e che avrebbe dovuto tenerti al sicuro? Se le brutte cose durano tanto tempo?

Allora succede che il cervello continua a usare quelle reazioni e impara a usarle sempre. Cioè: impari a comportarti come se fossi sempre in pericolo, anche se magari non lo sei più.

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E’ come se ti mettessi un paio di ‘OCCHIALI’, che non riesci più a togliere, anzi, ti ci abitui tanto che neanche ti accorgi di averli! E fai partire tutto da lì, pensieri, comportamenti, sensazioni nel corpo.

Ecco gli occhiali

Il mio mondo è un posto malsicuro e malvagio

Tocca a me perché non valgo niente

Quindi si continua a vivere senza che quelle reazioni, quelle della tabella, possano mai finire. Addio pace! Addio sicurezza! Addio tranquillità!

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A seconda del tipo di occhiali che ci si infila, si vede la vita diversamente e quindi ci si comporta diversamente.

Anche gli occhiali non sono tantissimi, ….e come vedi qui sotto, sono proprio uguali alle reazioni della tabella!

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Sono quelli che ha per esempio la strega Karaba, ricordi?

OCCHIALI DELLA RABBIAOCCHIALI DELLA RABBIA

Le era stato fatto del male, le avevano messo quella tremenda spina nella schiena che le faceva tanto male e lei come reagiva? Con tanta rabbia, con scenate, con cattiveria!

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Sono i classici occhiali che fanno vedere tutto nero! Fanno pensare e dire: ‘E’ tutta colpa mia, me lo sono meritato, starò sempre male!’ ecc. Con questi occhiali addosso non c’è nessuna speranza!

OCCHIALI DELLA DEPRESSIONEOCCHIALI DELLA DEPRESSIONE

Un po’ così è Ih-Oh, l’asinello amico di Winny Pooh, che è sempre triste, solo e vede tutto nero.

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Sono quelli che fanno vivere come se si fosse sempre da un’altra parte….sai come si dice: “Non ci sono…. e se ci sono, dormo!!!”

OCCHIALI DELL’EVITAMENTOOCCHIALI DELL’EVITAMENTO

Ti ricordi per esempio Dory? E’ la pesciolina di Nemo che perde continuamente la memoria e non riesce mai a ricordare niente!

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quelli che fanno vedere la vita con un po’ più di coraggio e di speranza… quelli del ‘CE LA POSSO FARE!!!’Sono gli ‘occhiali’ di Pollyanna, per esempio…. Chissà se sai chi è!? E’ una bimba cheanche se le succedono un sacco di esperienze traumatiche riesce a continuare a sperare grazie a un ‘gioco’ che permette a lei e a tutte le persone che lo imparano di trarre motivo di gioia anche da fatti dolorosi.

OCCHIALI POSITIVIOCCHIALI POSITIVI

Ma c’è una buona notizia!! C’è un altro modo di vedere la vita, ci sono gli

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E sono gli ‘occhiali’ anche di Penny

la povera orfanella che vive nell’istituto, dove non perde la speranza di essere adottata. Poi succede però che viene rapita dalla cattivissima Madame Medusa…. Ma Penny non si perde d’animo, chiede aiuto mandando il messaggio nella bottiglia e viene così trovata e salvata da Bianca e Bernie.

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Leggi la storia qua sotto e segui i colori: capirai meglio come sono importanti gli ‘occhiali’ che si mettono!

ROSSO = agitazione, paura, rabbia

GRIGIO = tristezza, vergogna, ritiro

AZZURRO = via con la testa, far finta di niente

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LA STESSA STORIA?

Sara fa un giro in bicicletta, vuole raggiungere le amiche in un certo posto in cui è stata solo una volta.È in campagna. Sbaglia strada e si trova in un posto mai visto prima: non ci sono case e il percorso finisce sul bordo di una discesa ripida e rocciosa.

Ilaria fa un giro in bicicletta, vuole raggiungere le amiche in un certo posto in cui è stata solo una volta.È in campagna. Sbaglia strada e si trova in un posto mai visto prima: non ci sono case e il percorso finisce sul bordo di una discesa ripida e rocciosa.

Sara si ferma.Si chiede: “Dove sono finita?” Si sente sola e ha paura, si dà della stupida per aver sbagliato strada, il cuore le batte forte al pensiero di non riuscire più a cavarsela: e se sbaglia anche la strada del ritorno?

Ilaria si ferma. Guarda in giro. Beh, il posto è tranquillo. Sul bordo della discesa arriva un’arietta piacevole, che la rinfresca. Tra le rocce spuntano dei bei fiori profumati.Giù in basso, in fondo, c’è un laghetto. Guardando bene, c’è un modo per arrivarci! Portandosi la bici a mano, si avvicina al sentiero che scende: si può fare facilmente a piedi…L’acqua ha dei bellissimi colori. Chissà se ci sono pesci? Sarebbe bello tornarci con le amiche, un’altra volta!

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Sara tutta sudata si affretta a girare la bicicletta, pedala veloce per tornare indietro, con ansia e preoccupazione si guarda in giro cercando di riconoscere dei punti già visti: un cespuglio, un muretto, un albero …Alla fine si ritrova sulla strada da cui era partita: lì conosce tutto.

Ilaria pensa: Beh, ora si è fatto tardi e bisogna tornare a casa. Rimonta sulla bici e rifà la strada al contrario. Va tranquilla, ritrova dei punti noti: un cespuglio, un muretto, un albero. Alla fine si ritrova sulla strada da cui era partita:lì conosce tutto.

Si calma un po’, ma continua a pensare:”Che brutta avventura! Che paura!”

È contenta di essere tornata in un posto che conosce, ma continua anche a pensare alla sua scoperta.

Pensa che quando incontrerà le amiche, che le chiederanno dove è stata, inventerà qualcosa. Se sapessero che ha sbagliato strada, certo la prenderanno in giro… non la capiranno.Tanto vale stare zitte. E se insistono risponderà male!!

Non vede l’ora di incontrare le amiche e di raccontare la sua avventura. Ha trovato una cosa nuova e interessante: le amiche la ascolteranno e potranno fare insieme dei bei progetti di gioco.

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Anche a casa con papà e mamma Sara non dice nulla: figurarsi, la mamma comincerebbe a sgridarla, il papà penserebbe che ha una figlia incapace e pasticciona, che non sa neanche dove è finita…

Anche la sera a casa, Ilaria racconta cosa le è successo.La mamma è un po’ preoccupata, le dice di stare attenta e di essere più prudente un’altra volta. Il papà è d’accordo con la mamma, ma è anche molto contento di avere una figlia che non si perde d’animo.

Sara si sente male, pensa che è stata proprio una stupida, e anche sfortunata. La sera fa fatica ad addormentarsi, le viene addosso quel terrore di quando si è accorta di essersi persa. Vorrebbe cacciare via quelle immagini che non la lasciano in pace e smettere di pensare.Che peso doversi tenere tutto dentro! Si addormenta triste, tutta raggomitolata in fondo al letto.

Ilaria è stanca, ma si sente soddisfatta e più forte. Pensa che, dopo tutto, è stata fortunata.La sera, a letto, ripensa a quel pomeriggio, fantastica e fa progetti per il giorno dopo. Si addormenta serena.

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Ma non è finita…….A volte può succedere che ci sia qualcosa, cose che fai o che qualcuno fa a te, qualcosa che vedi, magari dei posti o delle persone, o che senti, magari delle parole o dei suoni, o anche degli odori che all’improvviso ti fanno stare male, ti fanno spaventare o agitare o diventare tanto triste…e ti sembra che proprio in quel momento stiano di nuovo succedendo quelle brutte cose. Che paura, magari ti batte forte il cuore, o ti senti tutta sudata… oppure ti senti senza forze…. oppure il cervello si congela…..

Ma c’è una cosa che devi ricordare: quelle brutte cose sono successe tanto tempo fa, ora non ci sono più, sono solo brutti ricordi: è il tuo cervello che per via di quella cosa che hai visto o che hai sentito, si mette a funzionare come quando il pericolo c’era davvero. Ma ora sei al sicuro!

Allora che fare?

Prima di tutto devi imparare a riconoscere quali sono le cose che scatenano i brutti ricordi e che fanno stare male anche se ora sei al sicuro. Queste cose si chiamano RI-ATTIVATORI che vuole dire che ‘attivano’ il cervello proprio nello stesso modo di quando ti capitavano le brutte cose.

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Prova a fare un elenco dei tuoi riattivatori…

COSE CHE VEDO

COSE CHE SENTO

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GUSTI

ODORI

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POSTI

PERSONE

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COSE CHE FAI

COSE CHE FANNO A TE

ALTRO

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Poi devi ricordare al tuo cervello che ora tutto è finito!Scrivi qui sotto cosa puoi fare se ti succede un riattivatore per tornare a sentirti al sicuro:

1……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………..

2……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………..

3……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………..

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Ora che hai capito cosa succede dopo che è capitata un’esperienza traumatica,

è ora di fare qualcosa per mandare via i brutti ricordi e per cercare davvero di

mettere gli ‘occhiali positivi’!

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C’è un sistema che funziona proprio bene e si chiama

EMDR

... che strano nome, eh?!!

E’ in inglese, significa:

Eye Movement Desensitization and Reprocessing ,

è complicato, non devi per forza impararlo tutto, basta la parte in verde!!

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vuole dire che muovendo gli occhi

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o facendo 'i tamburelli'

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si possono ‘digerire’ i brutti ricordi e i

brutti pensieri collegati a quello che ti è

successo, in modo che smettano di farti

stare male!

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Leggi questa storia: ti aiuterà a capire un po’ meglio di cosa si tratta

L’automobile da corsa e l’allarme

C’era una volta una Ferrari rossa con i sedili in pelle e un motore potentissimo. Era un’automobile da corsa molto rara e costosa, perciò il suo padrone ci aveva messo il migliore sistema di allarme che aveva potuto trovare per proteggerla dai ladri: se qualcuno si avvicinava per rubarla, l’allarme suonava fortissimo e il cattivo scappava spaventato.

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La Ferrari, anche se era solo una macchina, sapeva di essere potente e veloce. Quando era parcheggiata in strada o in un posteggio, molte persone le si avvicinavano e le facevano un sacco di complimenti.

L’automobile capiva che queste persone non avevano cattive intenzioni e faceva attenzione che l’allarme non funzionasse. Le faceva piacere sentire ragazzi e ragazze dire:” Quando sarò grande mi comprerò una Ferrari proprio come questa!”.

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Ma se capitava che chi si avvicinava avesse cattive intenzioni come volerle bucare le gomme o rigare la sua bella vernice rossa con una chiave, la Ferrari se ne accorgeva subito: anche se era solo una macchina, capiva benissimo la differenza tra chi voleva ammirarla e chi voleva maltrattarla, e allora subito l’allarme si metteva a suonare:”VAI VIA, MI FAI MALE!” allora quello si spaventava e scappava via veloce veloce.

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La Ferrari non avrebbe potuto immaginarsi una vita migliore! Ogni fine settimana il suo proprietario la portava su un circuito dove non c’erano limiti di velocità, così poteva andare a più di 200 chilometri all’ora. Ogni tanto andava a raduni e a sfilate di auto dove veniva ammirata ancora di più e decorata con medaglie...

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Ma come a volte succede a molte persone, e anche alle automobili, un giorno capitò una cosa bruttissima: iniziò a piovere e piovve per giorni e giorni e ci fu un’alluvione proprio dove l’auto era parcheggiata. Il fiume uscì dalle sponde e arrivò fino sulla strada, portandosi dietro un mare di fango, che ricoprì tutta la macchina, fino alla capote, facendola sparire. L’acqua e il fango entrarono anche nel motore!

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Quando il tempo migliorò e il fiume tornò al suo posto, il padrone cercò di recuperare la sua automobile: la lavò, l’asciugò e la lucidò. Ma non si accorse del problema al motore: l’acqua e il fango avevano infatti danneggiato il sistema elettrico, che è quello che dà i comandi, come una specie di ‘cervello’ dell’auto.

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Credendo che non ci fossero altri guai, il padrone andò a fare un giro con la sua Ferrari. Ma quando provava ad accelerare pian piano, la macchina invece partiva come un razzo, oppure frenava di colpo, o faceva strani rumori: era molto diversa dalla Ferrari di una volta!

A volte per paura che le altre auto le tagliassero la strada, o le facessero fare un incidente, allora le superava e le faceva finire fuori strada.

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E poi c’era un’altra cosa: quando la macchina era

posteggiata e i suoi ammiratori si avvicinavano

per dirle come era bella, l’allarme si metteva a

suonare e a dire: “:”VAI VIA, MI FAI MALE!”.

A volte addirittura l’allarme scattava anche

solo se qualcuno le passava vicino, anche se non

la degnava nemmeno di uno sguardo!

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All’inizio il padrone cercò di aggiustarla da solo, ma non ci riuscì: non sapeva proprio come fare a ripararla. Allora la portò da molti meccanici, solo che la Ferrari sembrava avere paura di lasciare che i meccanici lavorassero su di lei: appena aprivano il cofano, suonava l’allarme:”VAI VIA, MI FAI MALE!”.

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Un giorno il padrone lesse sul giornale la pubblicità di un meccanico specialista proprio nel riparare le macchine che erano state danneggiate dall’alluvione, allora siccome desiderava tanto che la sua bella Ferrari rossa tornasse a funzionare come prima, la portò in quella officina. Arrivato lì, spiegò al meccanico tutta la storia: che la macchina era stata coperta di acqua, fango e sabbia, che l’allarme suonava anche se non c’erano pericoli, che l’auto spingeva le altre macchine fuori strada, che qualche volta andava troppo veloce e altre volte troppo piano e che l’aveva già portata da tanti meccanici ma nessuno aveva saputo come ripararla.

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Questa- continuò il padrone- è un’auto di grande valore ed è importantissimo che venga aggiustata bene! E’ la migliore automobile che io abbia mai avuto e voglio tenermela per sempre!!”.

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All’inizio la Ferrari si comportò come sempre e si mise a suonare l’allarme fortissimo. Ma questo meccanico era diverso dagli altri perché sapeva come l’acqua e il fango cambiavano il modo di funzionare del motore e cosa ci voleva perchè iniziasse a funzionare di nuovo in modo normale. “Ho lavorato con tante automobili che erano state rovinate dalle alluvioni - disse al proprietario – Queste macchine devono essere riparate in un modo diverso da quelle che hanno problemi per altri motivi! L’alluvione ha provocato un guasto al sistema elettrico e anche se può sembrare strano, la cura deve essere fatta usando la luce delle frecce!”

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Allora iniziò a lavorare: accese i fari della Ferrari, poi iniziò a tirare la leva delle frecce su e giù, poi disse all’auto: “Pensa al ricordo del fiume di fango che ti ha ricoperta tutta, mentre io accendo prima una freccia e poi l’altra, una volta a destra e una volta a sinistra, finchè riuscirai a pensare che quella cosa è successa tanto tempo fa ma ora sei al sicuro! Vedrai che presto riuscirai a andare alla velocità giusta senza uscire fuori strada e vedrai che il tuo allarme suonerà solo se c’è davvero pericolo”.

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Il padrone vide che il meccanico accendeva le frecce e parlava alla sua Ferrari … era una cosa un po’ strana e si chiese se avesse fatto bene a portare la sua preziosa auto in quella officina ....

Poi il meccanico consegnò la macchina al padrone dicendogli di riprendere a guidarla senza sforzarla troppo. Il padrone fece come gli era stato detto, tanto non aveva niente da perdere, visto che nessun altro l’aveva aggiustata, e la portò a casa.

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Presto, con sua grande sorpresa, la Ferrari iniziò a comportarsi come faceva un tempo: cioè a funzionare come era stata progettata per fare!

Quando era posteggiata, l’allarme scattava solo se qualcuno arrivava e si metteva a darle un calcio, o se cercavano di rubarla o di farle del male.

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Poi il padrone la portò al circuito per la prova finale: la Ferrari andò ai 200 all’ora, restando sempre sulla pista, senza sbandare, facendo rombare il suo motore forte come fa un’auto da corsa quando si sente la migliore del mondo!!

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Da allora quando capitava che il padrone vedesse altre macchine rovinate dall’alluvione, parlava al loro proprietario e gli consigliava il meccanico specialista che riparava le auto usando la luce delle frecce.

© Nancy Davis. Tradotto e adattato da: Once Upon A Time Therapeutic Stories that Teach & Heal

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Sei ora arrivata alla fine di questa lunga spiegazione

e hai imparato molte cose importanti su di te, su come

funzioni e su cosa puoi fare per stare meglio. Potrai

guardare questo libretto ogni volta che vorrai, e

soprattutto potrai rileggerlo con le persone che si

occupano di te e potrai parlarne con loro!