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La Voce di Nardò PERIODICO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE CITTADINA • ANNO XL • FEBBRAIO 2018 1,50 “... abbiamo un sogno disperato, l’anima corrosa da idee favolose...” COPIA OMAGGIO Storia di Marta tra fede e dubbi A PAGINA 7 DON ANGELO CORVO Quando la politica perde la bussola IL RAGLIO DELL’ASINELLO A PAGINA 8 Il diritto alla vita e le facili promesse RIFLESSIONE DI FERNANDO FIORITO A PAGINA 15 In piazza il comizio di Gino La ’Nguilla A PAGINA 15 UN RACCONTO DI ANDREA BACCASSINO Il libro: Mario Nanni cronista curioso FRESCHI DI STAMPA A PAGINA 13 Appunti di storia del basket neritino A PAGINA 16 LE INTERVISTE IMPOSSIBILI Vittorio Raho e le idee forti LIVIO ROMANO a pagina 12 A 50 ANNI DALLA RIVOLTA Il vento del ’68 e il liceo occupato ANTONIO MUCI a pagina 9 ALLE URNE TRA CONFUSIONE E SPERANZA A d ogni elezione nelle nostre città compa- iono le plance su cui i diversi contendenti possono proporre ai cittadini elettori, in varia forma grafica, le loro proposte per il futuro che ogni volta è sempre più incerto. Mai, forse, come questa volta, i cui esiti, complice una pessima legge elettorale, sono incerti, contrad- dittori, pieni di insidie per il governo del Paese. Mentre scriviamo, nelle ultime ore in cui è possibile rendere noti i sondaggi sulle intenzioni di voto, la situazione, per definizione “sempre in evoluzione”, sembrerebbe ulteriormente cambiata e almeno in uno dei due rami del Parlamento, ci sarebbe una maggioranza. Una, ma tra quali dei Partiti che si presentano a chiedere il voto degli italiani? E per realizzare quali programmi, con quali costi economici, finanziari, politici, sociali, umani? Sulle tradizionali plance la maggior parte degli spazi sono vuoti. Qualche candidato ammicca sornione al passante, ma il più delle volte si tratta dei soliti noti che con- tinuano a non trascurare l’occasione di una ve- trina, purtroppo appannata dall’incalzare delle nuove, sempre più pervasive forme di comunica- zione digitale. Si “celebra” quest’anno il ’68. Lontano mille anni da questo 2018 che segna la reviviscenza di rigur- giti fascisti alimentati dagli egoismi e dai pregiudizi della peggior parte del nostro Paese. Dicevamo delle plance più o meno deserte e fredde di partecipazione sociale e civile. Che nel ’68 e poi ancora negli anni seguenti aveva anche l’odore della colla di farina che serviva per attaccare in ogni dove manifesti elettorali, appan- naggio di manipoli di militanti armati di secchi, scope e scale per raggiungere i punti più impensati, ma più ambiti per la visibilità che davano al candi- dato. Erano altri tempi, governati da sistemi elettorali certo non perfetti ma che avevano il pregio di met- tere in competizione un ceto politico selezionato tal- volta con l’uso improprio della mala pratica clientelare, ma molto spesso, il più delle volte, edu- cato alla scuola della strada e del contatto diretto con i cittadini e i loro bisogni. CONTINUA A PAGINA 13 AMBIENTE DA SALVARE La pesca di datteri desertifica i fondali RAFFAELE ONORATO a pagina 14 Oltre il mito e la demagogia il ricordo di Renata Fonte FOCUS 2/IL DIFFICILE PASSAGGIO DA PAESE A CITTÀ “Impegno per un reale cambiamento” Il primo voto tra emozione e speranza D’Alema-Fitto, due leader a confronto “La Città ha bisogno di essere rappresentata” LE PICCONATE di Gongolo DAL PORCELLUM AL PORCELLINUM STORIA DI UNA DEMOCRAZIA A RISCHIO Il caravan-serraglio della campagna elettorale si è messo in moto all’indomani della definizione delle candidature nelle liste che concorrono al conseguimento dei seggi parlamentari. Una fase, quella della formazione delle liste, che nella nostra regione ha lasciato sul terreno molti illustri esponenti di ciascuna forza politica. Le esclusioni più eclatanti sono state senza dubbio quelle del non più immortale senatore Latorre, già braccio destro dell’ex leader Mas- simo D’Alema nel centro sinistra, e quella dell’im- marcescibile senatore Azzolini, già stimatissimo Presidente della Commissione Bilancio del Senato, nel centro destra. CONTINUA A PAGINA 14 POLITICHE 2018 / LISTE E CANDIDATI A SENATO E CAMERA NEI COLLEGI DI NARDÒ UN VOTO PER LA DEMOCRAZIA Tra disillusione e speranza si recano alle urne molti gio- vani al primo voto. Chiedono meno promesse e più fatti. SERVIZIO A PAGINA 4 C on un sistema elettorale e in un clima di grande incertezza sulla governabilità del Paese e pericolosi segnali di populismo ed estremismo, domenica 4 marzo si voterà per il rinnovo del Parlamento Italiano. Gli italiani dovranno eleggere i rappresentanti alla Camera dei Deputati e al Senato. I neritini chiamati alle urne saranno circa 26.500 alla Camera e 23.100 al Senato. Dato “curioso” è che circa 3.500 voteranno all’estero e i loro voti concorreranno a eleggere i candidati delle circoscrizioni estere. Si voterà solo domenica dalle ore 7 alle ore 23. Per la Camera voteranno tutti coloro che avranno compiuto 18 anni; per il Senato l’età ri- chiesta è di 25 anni. Al seggio sarà necessario presentare un documento d’identità e la tessera elettorale. Chi vota solo per la Camera riceverà una scheda rosa; chi vo- terà anche per il Senato due schede, una rosa per la Camera e una gialla per il Se- nato. In esse saranno indicati i nomi dei candidati per i collegi uninominali e a fianco i simboli dei partiti con i candidati per i collegi plurinominali. Si vota crociando il nome del candidato o della lista prescelta. è possibile apporre una croce sulla lista prescelta e automaticamente si voteranno anche il candidato del collegio uninomi- nale o votando il candidato al collegio uninominale il voto si estenderà alla lista o alle liste collegate. Non è consentito il voto disgiunto, ovvero, votare un candidato al collegio uninominale e una lista di altro partito al collegio plurinominale. A PAGINA 2 TUTTI I CANDIDATI NEI COLLEGI DI CUI FA PARTE NARDÒ Chiede di essere “il Senatore di Nardò” Massimo D’Alema, tornato in campo nella lista di Liberi e Uguali. Promette una politica lontana da estremismi e populi- smo Raffaele Fitto, candidato alla Camera in Puglia. Due leader che a distanza di anni tornano a sfidarsi. LE INTERVISTE A PAGINA 3 è un faticoso passaggio quello della comunità neritina, da paese a città. Nei cambiamenti urbani- stici e nella vita sociale. Si po- trebbe vivere meglio, e come fare? Ospiti del focus sono Ales- sandra Gaballo, Jusef Ezzat e Norberto Pellegrino, i quali espri- mono interessanti punti di vista. LE INTERVISTE ALLE PAGINA 6 E 7 Riuscirà Nardò ad avere un rappresentante neri- tino in Parlamento? L’appello e i programmi di Soave Alemanno, Gregorio Dell’Anna e Marcello Risi. LE INTERVISTE A PAGINA 5 Massimo D’Alema Alessandra Gaballo Jusef Ezzat Norberto Pellegrino Soave Alemanno Francesca Strafella Francesca Rocca Federico Leuzzi Alessandro Personè Gregorio Dell’Anna Marcello Risi Raffaele Fitto A 34 ANNI DALL’EFFERATO DELITTO IL SERVIZIO ALLE PAGINE 10 E 11

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  • La Voce di NardòPERIODICO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE CITTADINA • ANNO XL • FEBBRAIO 2018 € 1,50

    “... abbiamo un sogno disperato, l’anima corrosa da idee favolose...”

    COPIA OMAGGIO

    Storia di Martatra fede e dubbi

    A PAGINA 7DON ANGELO CORVO

    Quando la politicaperde la bussola

    IL RAGLIO DELL’ASINELLOA PAGINA 8

    Il diritto alla vitae le facili promesse

    RIFLESSIONE DI FERNANDO FIORITOA PAGINA 15

    In piazza il comiziodi Gino La ’NguillaA PAGINA 15 UN RACCONTO

    DI ANDREA BACCASSINO

    Il libro: Mario Nannicronista curioso

    FRESCHI DI STAMPAA PAGINA 13

    Appunti di storiadel basket neritino

    A PAGINA 16

    LE INTERVISTE IMPOSSIBILI

    Vittorio Rahoe le idee forti

    LIVIO ROMANO a pagina 12

    A 50 ANNI DALLA RIVOLTA

    Il vento del ’68e il liceo occupato

    ANTONIO MUCI a pagina 9

    ALLE URNE

    TRA CONFUSIONE

    E SPERANZA

    Ad ogni elezione nelle nostre città compa-iono le plance su cui i diversi contendentipossono proporre ai cittadini elettori, invaria forma grafica, le loro proposte per il futuroche ogni volta è sempre più incerto.Mai, forse, come questa volta, i cui esiti, compliceuna pessima legge elettorale, sono incerti, contrad-dittori, pieni di insidie per il governo del Paese.Mentre scriviamo, nelle ultime ore in cui è possibilerendere noti i sondaggi sulle intenzioni di voto, lasituazione, per definizione “sempre in evoluzione”,sembrerebbe ulteriormente cambiata e almeno inuno dei due rami del Parlamento, ci sarebbe unamaggioranza.Una, ma tra quali dei Partiti che si presentano achiedere il voto degli italiani?E per realizzare quali programmi, con quali costieconomici, finanziari, politici, sociali, umani?Sulle tradizionali plance la maggior parte deglispazi sono vuoti.Qualche candidato ammicca sornione al passante,ma il più delle volte si tratta dei soliti noti che con-tinuano a non trascurare l’occasione di una ve-trina, purtroppo appannata dall’incalzare dellenuove, sempre più pervasive forme di comunica-zione digitale.Si “celebra” quest’anno il ’68. Lontano mille annida questo 2018 che segna la reviviscenza di rigur-giti fascisti alimentati dagli egoismi e dai pregiudizidella peggior parte del nostro Paese.Dicevamo delle plance più o meno deserte e freddedi partecipazione sociale e civile. Che nel ’68 e poi ancora negli anni seguenti avevaanche l’odore della colla di farina che serviva perattaccare in ogni dove manifesti elettorali, appan-naggio di manipoli di militanti armati di secchi,scope e scale per raggiungere i punti più impensati,ma più ambiti per la visibilità che davano al candi-dato.Erano altri tempi, governati da sistemi elettoralicerto non perfetti ma che avevano il pregio di met-tere in competizione un ceto politico selezionato tal-volta con l’uso improprio della mala praticaclientelare, ma molto spesso, il più delle volte, edu-cato alla scuola della strada e del contatto direttocon i cittadini e i loro bisogni.

    CONTINUA A PAGINA 13

    AMBIENTE DA SALVARE

    La pesca di datteridesertifica i fondali

    RAFFAELE ONORATO a pagina 14

    Oltre il mitoe la demagogia

    il ricordodi Renata Fonte

    FOCUS 2/IL DIFFICILE PASSAGGIO DA PAESE A CITTÀ

    “Impegno per un reale cambiamento”

    Il primo voto tra emozione e speranza

    D’Alema-Fitto, due leader a confronto

    “La Città ha bisogno di essere rappresentata”

    LE PICCONATE di Gongolo

    DAL PORCELLUM AL PORCELLINUMSTORIA DI UNA DEMOCRAZIA A RISCHIOIl caravan-serraglio della campagna elettorale si è messo in motoall’indomani della definizione delle candidature nelle liste checoncorrono al conseguimento dei seggi parlamentari. Unafase, quella della formazione delle liste, che nella nostraregione ha lasciato sul terreno molti illustri esponentidi ciascuna forza politica. Le esclusioni più eclatantisono state senza dubbio quelle del non più immortalesenatore Latorre, già braccio destro dell’ex leader Mas-simo D’Alema nel centro sinistra, e quella dell’im-marcescibile senatore Azzolini, già stimatissimoPresidente della Commissione Bilancio del Senato, nelcentro destra.

    CONTINUA A PAGINA 14

    POLITICHE 2018/ LISTE E CANDIDATI A SENATO E CAMERA NEI COLLEGI DI NARDÒ

    UN VOTO PER LA DEMOCRAZIA

    Tra disillusione esperanza si recanoalle urne molti gio-vani al primo voto.Chiedono menopromesse e più fatti.

    SERVIZIO A PAGINA 4

    Con un sistema elettorale e in un clima di grande incertezza sulla governabilitàdel Paese e pericolosi segnali di populismo ed estremismo, domenica 4marzo si voterà per il rinnovo del Parlamento Italiano. Gli italiani dovrannoeleggere i rappresentanti alla Camera dei Deputati e al Senato. I neritini chiamatialle urne saranno circa 26.500 alla Camera e 23.100 al Senato. Dato “curioso” èche circa 3.500 voteranno all’estero e i loro voti concorreranno a eleggere i candidatidelle circoscrizioni estere. Si voterà solo domenica dalle ore 7 alle ore 23. Per laCamera voteranno tutti coloro che avranno compiuto 18 anni; per il Senato l’età ri-chiesta è di 25 anni. Al seggio sarà necessario presentare un documento d’identitàe la tessera elettorale. Chi vota solo per la Camera riceverà una scheda rosa; chi vo-terà anche per il Senato due schede, una rosa per la Camera e una gialla per il Se-nato. In esse saranno indicati i nomi dei candidati per i collegi uninominali e a fiancoi simboli dei partiti con i candidati per i collegi plurinominali. Si vota crociando ilnome del candidato o della lista prescelta. è possibile apporre una croce sulla listaprescelta e automaticamente si voteranno anche il candidato del collegio uninomi-nale o votando il candidato al collegio uninominale il voto si estenderà alla lista oalle liste collegate. Non è consentito il voto disgiunto, ovvero, votare un candidatoal collegio uninominale e una lista di altro partito al collegio plurinominale.

    A PAGINA 2 TUTTI I CANDIDATI NEI COLLEGI DI CUI FA PARTE NARDÒ

    Chiede di essere “il Senatore di Nardò”Massimo D’Alema, tornato in camponella lista di Liberi e Uguali. Promette unapolitica lontana da estremismi e populi-smo Raffaele Fitto, candidato alla Camerain Puglia. Due leader che a distanza dianni tornano a sfidarsi.

    LE INTERVISTE A PAGINA 3

    è un faticoso passaggio quellodella comunità neritina, da paesea città. Nei cambiamenti urbani-stici e nella vita sociale. Si po-trebbe vivere meglio, e comefare? Ospiti del focus sono Ales-sandra Gaballo, Jusef Ezzat eNorberto Pellegrino, i quali espri-mono interessanti punti di vista.

    LE INTERVISTE ALLE PAGINA 6 E 7

    Riuscirà Nardò ad avereun rappresentante neri-tino in Parlamento?L’appello e i programmidi Soave Alemanno,Gregorio Dell’Anna eMarcello Risi.

    LE INTERVISTE A PAGINA 5

    Massimo D’Alema

    Alessandra Gaballo Jusef Ezzat Norberto Pellegrino

    Soave Alemanno

    Francesca Strafella Francesca Rocca Federico Leuzzi Alessandro Personè

    Gregorio Dell’Anna Marcello Risi

    Raffaele Fitto

    A 34 ANNI DALL’EFFERATO DELITTO

    IL SERVIZIO ALLE PAGINE 10 E 11

  • 2 La Voce di NardòP

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  • FEBBRAIO 2018 3

    MASSIMO D’ALEMACandidato al Senato nella lista di Liberi e Ugualinel Collegio uninominale 06Puglia di cui Nardò è il comune più grande.È capolista al Senato nel Collegio plurinominalePuglia 02

    RAFFAELE FITTOCandidato capolistaalla Camera dei Deputati nei Collegi plurinominali della Puglia (1 Bari, 2 Leccee 3 Taranto-Brindisi)nella lista di Noi con L’Italia,quarta forza della coalizionedi Centro-destra

    Leader a confronto • I programmI, La pugLIa, L’ILva e La XyLeLLa, IL futuro deL SaLento

    D’Alema-Fitto, la sfida si rinnova«Una prospettiva nuovaper la sinistra e l’Italia”

    “Forza di governo distanteda estremismi e populismo”

    Onorevole Massimo D’Alema, ilsegretario del PD Renzi asserisceche votare Liberi e Uguali corri-sponderebbe a votare M5Stelle opeggio la Lega. è così ?«è un’opinione di cui gli sono grato,vista la propensione dell'elettorato afare il contrario di quanto Renzi sug-gerisce. La verità è che se sarà scon-giurata l'affermazione di una destradai tratti antimeridionalisti o dell'im-provvisazione dei 5 stelle, sarà grazieal voto a Liberi e Uguali. Noi ci ri-volgiamo, tra gli altri, a milioni dielettori delusi dalle attuali forze po-litiche, compreso il Partito Democra-tico. Anziché demonizzarci,dovrebbero ringraziare un tentativocosì generoso di non abbandonarequeste persone all’astensione o alvoto di protesta».L’endorsement di Prodi verso ilPD che sentimenti le ha suscitato?«Prodi ha dichiarato di non essereaffatto convinto di votare il PD.Con lui concordo sulla necessità diricostruire il centrosinistra. Trovoperò sbagliato che speri di farlo vo-tando personalità come Pierferdi-nando Casini al collegio diBologna. Devo dirle che sincera-mente non ce lo vedo. Sono con-vinto che l'unica condizione perchéil Partito Democratico cambi stradaè che Liberi e Uguali esca fortedalla prova elettorale». Lei alcuni mesi ebbe, tra altro, adichiarare: “la base sociale dellaSinistra, tutto il mondo dei più de-boli è passata dall’altra parte enon solo in Italia”. Come pensa di poter recuperarequesto “mondo”?«Lo si recupera avanzando un pro-getto di governo serio, credibile, de-terminato a dare speranza a chi l'haperduta. è impensabile recuperareelettori arrabbiati e disillusi con qual-che appello alla responsabilità. Se sivuol compiere un tentativo serio, sideve dire chiaramente da che partesi vuol stare. Noi vogliamo un pianodi investimenti all’altezza della ne-cessità, che crei occupazione, rilancila crescita, migliori i servizi ai citta-dini e le nostre infrastrutture. Perpromuoverlo va ripristinata la giusti-zia fiscale, vanno combattuti i grandievasori e messe in discussione posi-zioni di ingiustificato privilegio».Si candida in Puglia, nel Salentoche Lei conosce molto bene. Siamoin molti a ricordare la manifesta-zione a Gallipoli nel 2001, quandoFabio Fazio Le regalò il modellino

    di un elicottero che simboleggiavail Berlusconi arrivato, appunto, inelicottero per contrastare la suaelezione in aiuto dell’On. Manto-vano. Lei vinse. Pensa di vincereanche questa volta?«Vinsi perché, come questa volta, miproposi come parlamentare non diparte, ma del Salento, offrendo aiutoe collaborazione a chiunque dimo-strasse di volersi prendere cura dellanostra terra e di chi la abita, andandooltre le appartenenze politiche. I tantiamministratori e cittadini che mihanno chiesto di tornare a impe-gnarmi hanno tutti sottolineato conpreoccupazione il vuoto di rappre-sentanza che si è manifestato in que-sti anni. Per me sarà anche la giustaoccasione per onorare il mio debitodi gratitudine con il Salento. I salen-tini mi hanno sempre onorato delloro sostengo e della loro fiducia.Confido che vogliano continuare afarlo, anche vista l'accresciuta gra-vità dei problemi che li affliggono».Si definisce un “candidato locale”,uno “che dà una mano”. Le sueproposte per lo sviluppo del Mez-zogiorno, del Salento?«Vorrei innanzitutto soffermarmi sudue questioni che considero qualifi-canti per chi voglia impegnarsi peril Salento: la localizzazione dellaTap e il dramma della Xylella. Perparte nostra, riteniamo saggio so-spendere i lavori del cantiere di Me-lendugno, per consentire unconfronto tra Regione e Comuni. ènecessario individuare un sito piùragionevole, che non sia una localitàturistica prestigiosa. Quanto ai nostriulivi, siamo stati i primi ad attivarsiperché si riconosca lo stato di cala-mità, per facilitare la destinazione dirisarcimenti ai grandi e piccoli agri-coltori colpiti dalla Xylella. Ciòdetto, occorre ricordare che il pro-blema strutturale che pesa sulle no-stre spalle è il divario tra il Nord delPaese e il Mezzogiorno, che intendoimpegnarmi a ridurre drasticamente.Esso non è frutto di un destino ci-nico e baro, ma di precise scelte po-litiche. Gli oltre 30 miliardi che ilGoverno disperde tra bonus e sgravialle grandi imprese, si riversanoprincipalmente nelle aree più ricchee sviluppate del Paese. Inoltre, l'as-senza di una programmazione ade-guata di politica industrialeimpedisce di creare opportunità perimprese e lavoratori, la cui urgenzaè nota».Come giudica il Governo regio-

    nale presieduto da Michele Emi-liano?«Noi sosteniamo Emiliano e lo inco-raggiamo a fare meglio. Tuttavia,colpisce il fatto che malgrado al go-verno ci sia il suo partito, egli debbabaccagliare con i magistrati per di-fendere la Puglia. Credo dunque chesia anche suo interesse che siedanoin Parlamento personalità capaci difarsi sentire con efficacia».Un collegio difficile quello nelquale Lei è candidato. Si dovràconfrontare anche con la ex com-pagna di partito, On. Bellanova.Che “ duello” sarà?«Io non intendo ingaggiare alcunduello, ma dare rappresentanza alSalento nel rispetto di tutti. Se lo vor-rete, intendo fare il senatore di Nardòcon la stessa passione con cui hofatto il deputato di Gallipoli».Dopo il 4 marzo Governo del Pre-sidente o nuove elezioni se nessunPartito avrà la maggioranza?«Cosa accadrà il giorno dopo il votodipende dai rapporti di forza deter-minati dagli elettori e dalle decisionidel Presidente della Repubblica,della cui saggezza ho grande consi-derazione. Senza dubbio, è moltodifficile che una forza politica abbiai numeri per governare da sola.Renzi, Berlusconi e Salvini hannovarato una legge elettorale scritta ap-positamente per escluderlo. In que-sto senso, è auspicabile che si formiun governo presieduto da una perso-nalità di indiscusso valore, per con-sentire al Parlamento di approvareuna legge elettorale finalmente seria. Dopo il 4 marzo la Sinistra conti-nuerà a essere divisa?«Innanzitutto bisogna unire il popolodel centrosinistra che si è allontanatoper le scelte politiche (jobs act,buona scuola, favori fiscali ai più ric-chi...) che sono state compiute inquesti anni. Se noi saremo forti e sesarà sconfitto un gruppo che ha di-viso la sinistra in questi anni, pensosi aprirà una prospettiva nuova».Parliamo del 1968. Sono trascorsi50 anni. Le sue emozioni, i suoi ri-cordi di quella indimenticabile sta-gione di lotte, sogni, speranze. «Il '68 è stato un anno straordinarioe appassionate, che io ho vissuto congrandissima intensità. Ricordo isogni, le speranze e anche gli errori.Certamente, però, non sono pentitodi avere partecipato a quelle lotte. èstato uno straordinario momento diformazione non solo politica maanche umana».

    Onorevole Raffaele Fitto, l’obiettivo di “Noi conl’Italia” di cui lei è il leader nazionale e nella cui listaè candidato alla Camera, è quello di contribuire aportare la coalizione di centrodestra oltre il 40%. Il ritorno con Berlusconi è solo un’alleanza eletto-rale o c’è di più?«C’è un progetto politico serio. Un progetto politico cheintende restituire credibilità al centro destra, uscendofuori dalla logica del capo assoluto e dalla corsa alla lea-dership, che nel tempo ha distrutto il concetto di classedirigente, e che rimette insieme, a partire dal simbolo,forze di ispirazione liberale e popolare che unite possonodare un contributo decisivo per garantire stabilità al fu-turo governo. E a riprova di questo dopo le elezioni an-dremo verso la celebrazione di un congresso».E l’alleanza con la Lega di Salvini? Avete pro-grammi e atteggiamenti così lontani nei contenuti enella forma…«Guardi, lo andiamo sostenendo con molta chiarezza:all’interno della coalizione noi abbiamo il compito diabbassare il livello della tensione, di non parlare allapancia del Paese ma alla testa. Perchè se parliamo allapancia del Paese per ottenere qualche voto in più com-promettiamo il nostro progetto politico come centro de-stra, e non è questo il nostro intento. Noi non siamoassociati a degli slogan, né possiamo partecipare ad unacampagna elettorale nella quale chi urla di più la vincee ha la possibilità di essere più visibile. Noi dobbiamocontinuare a mantenere un profilo che sia quello di pro-porre un cdx di governo. In questi anni abbiamo avutomilioni di elettori che hanno abbandonato il cdx e sisono rifugiati nell’astensione perchè non credevano piùnelle cose che gli venivano dette. Ora certe uscite dellaLega, certi estremismi rischiano di spaventare e di al-lontanare ulteriormente le persone. Perciò lo voglio ri-petere chiaramente: noi non siamo uguali alle altre forzedel centro destra, siamo in questa coalizione con laschiena dritta e con una identità di credibilità, serietà ecoerenza. Una forza di governo responsabile deve pren-dere le distanze da estremismi e populismi. Noi conl’Italia ha la funzione importante di riequilibrare questacoalizione, di catalizzare un consenso serio, moderatodi chi non dice le cose tanto per dirle, di chi propone lesoluzioni vere ai problemi».Se il voto di marzo lo rendesse necessario, quantocredito ha l’ipotesi di un governo basato su un’alle-anza tra D’Alema e Berlusconi? «La mia storia parla da sé: io non ho condiviso il pattodel Nazareno e ho pagato il prezzo di una coerenza chenon mi può essere contestata. L’idea di un alleanza conla sinistra non appartiene al mio Dna». Il Movimento 5 Stelle è sempre vivo: dà solo voce aun elettorato sempre più disamorato della politicao lo ritiene in grado di elaborare un progetto politicorealistico?«Il Movimento 5 stelle è il risultato del fallimentodelle politiche precedenti, in cui è convogliata la de-lusione e la rabbia di un elettorato al quale non si èstati capaci di dare delle risposte. Ma da qui a esserein grado di rispondere ai bisogni delle persone met-tendo mano ad una politica seria ne passa. E l’esem-pio di Roma lo dimostra. Non bastano le buoneintenzioni, non basta cavalcare il malcontento, o ap-pellarsi alla presunta purezza, è necessaria compe-tenza, esperienza, credibilità».

    Cosa pensa della recrudescenza dei movimenti raz-zisti e dei cosiddetti nuovi fascismi? «Nei giorni scorsi sono accaduti fatti gravissimi. Maquello che si è visto a Macerata non è il ritorno del fa-scismo, piuttosto l’azione di un folle che va derubricatacome tale e che non può essere usata o strumentalizzatada un punto di vista politico. Penso che l’immigrazionesia un tema epocale, e che il governo uscente in questi5 anni abbia totalmente fallito tanto sulle politiche del-l’immigrazione che sul tema della sicurezza. Sono staticommessi degli errori clamorosi e oggi siamo in questasituazione per colpa loro. Detto questo il problema nonsi risolve con uno slogan o con una battuta ma cercandodi capire dove loro hanno sbagliato e dicendo agli ita-liani che noi non sbaglieremo nel recuperare ruolo ecredibilità nel rapporto con gli altri paesi europei , conle altre istituzioni europee, per far si che questo non siaun problema esclusivamente italiano ma diventi un pro-blema realmente europeo».Che Italia è quella che va al voto e quale attenzionevi è verso il Sud da parte della politica nazionale?«Il Mezzogiorno è stato derubricato dal governouscente: è un territorio splendido che ha potenzialità fa-volose con imprese che pur in condizioni impossibiliriescono ad ottenere risultati importanti che meriterebbeun attenzione centrale da parte di ogni governo respon-sabile. E’ vero che c’è una ripresa in Italia, ma è con-centrata solo in alcune regini mentre al Sud la situazioneresta drammatica. E’ necessario un cambio di passo cul-turale nella visione del mezzogiorno, che non si appe-santisca sulla spesa pubblica, attuando una politica cheabbia il coraggio di tagliare i rami secchi, rendendo ef-ficienti gli strumenti della semplificazione amministra-tiva, ad es. E facendo fruttare le risorse messe adisposizione dall’Europa: ben132 miliardi della pro-grammazione 2014/20, di cui se ne sono spesi solo dueo tre. E in un Paese con il più alto tasso disoccupazionegiovanile questo è paradossaleE la Puglia? Meglio il governo Vendola o quello diEmiliano? Tap, Ilva, Xylella sono vicende diversema la politica non ha dato risposte adeguate, o no?Qual è la sua posizione?«Le risposte sono state totalmente inadeguate per nondire indecenti, all’insegna di una litigiosità istituzionaletra governo centrale e regionale che di fatto ha tenutoin stallo la situazione. Parlo dell’Ilva rispetto alla qualel’emergenza ambientale e occupazionale è finita con loscivolare in secondo piano, facendo da sfondo alla po-lemica politica. Una condotta di totale irresponsabilitàsu uno dei settori più importanti a livello nazionalequale quello della produzione dell’acciaio. La salva-guardia dell’ambiente e dell’occupazione devono in-vece tornare al centro, anche per quanto riguarda laxylella, con tutte le ricadute che la malattia sta avendosul comparto olivicolo pugliese e che rischia di avereanche su quello turistico, se si pensa all’effetto che iltaglio di migliaia di ulivi nel cuore della valle d’Itriapuò avere su un patrimonio di bellezza paesaggisticafamoso in tutto il mondo. Anche rispetto a questa emer-genza la giunta Emiliano ha finito col perdere del tempoprezioso, che rischia di vanificare il lavoro fatto in Eu-ropa col collega De Castro, cioè la possibilità di reim-pianto con cultivar resistenti al batterio, che di questopasso non vedrà la luce in tempi brevi».

  • Ricordo perfettamente l’enorme emozionedi quando ho aperto la busta contenente lamia tessera elettorale, una gioia enorme; ilprimo voto poi, non ne parliamo. Ora è ilvostro turno: quali sono le emozioni delprimo voto? Alessandro - Disillusione e speranza sonoforse gli stati d'animo più comuni e contro-versi tra chi, come me, dovrà votare per laprima volta il 4 marzo. è da quando siamopiccoli che ci viene ripetuto che il nostroPaese è in crisi, che la politica è corrotta eche i giovani sono pigri, ma una rispostadobbiamo darla, perché anche noi siamoprotagonisti del futuro di questa nazione. Francesca S. - Il passaggio alla maggioreetà si concretizza con il sorgere di nuove re-sponsabilità, tra cui l’opportunità di avere fi-nalmente voce in capitolo su ciò cheriguarda il mondo in cui viviamo. è dove-roso affrontare il primo voto in maniera fi-duciosa, con la speranza di poter davverocambiare qualcosa, nel tentativo di eliminareil velo di rassegnazione causato dalla situa-zione di negativa staticità degli ultimi anni.Federico - Soprattutto ansia e incertezza,ma anche entusiasmo. Per me è una grossaresponsabilità e mi sto informando moltoper non fare scelte avventate.Francesca R. - Ottimismo e senso del do-vere. Queste le emozioni che accompa-gnano il mio primo voto. Sono felice dipoter avere voce in capitolo, prendendo ilfuturo come qualcosa da gestire e non da su-bire.

    Qualche considerazione sul sistema eletto-rale: secondo la normativa italiana voi po-trete votare solo per la Camera deiDeputati. Ritenete che sarebbe giusto vo-tare anche per il Senato a 18 anni? Alessandro - è evidente come la scelta at-tuale sia l'espressione di una società basatasu logiche patriarcali, che castra il processodecisionale, tagliando fuori la generazionepiù precaria. Garantire il diritto di voto allaCamera a tutti non è solo una scelta demo-cratica, ma un percorso di civiltà. Francesca S. - La differenza tra Camera eSenato è minima, avendo entrambi stesse re-sponsabilità nei confronti del Paese di cuioggi noi diciottenni facciamo parte, cosìcome ne faremo parte a 25 anni. Reputo chel’Italia sia tanto dei più giovani quanto degliadulti dei più grandi, dunque perché nonavere pari diritto decisionale?Federico - Secondo me sarebbe giusto: que-sta distinzione tra elettori si basa sul presup-posto infondato che i cittadini con piùesperienza di voto siano più adatti a sce-gliere i membri più anziani del Parlamento.Ciò raramente corrisponde alla realtà, inquanto un’età più avanzata non conferisce“magicamente” all’elettore una migliorecultura politica o una maggiore competenza.è ancor di più un controsenso se ci ricor-diamo che nel bicameralismo italiano il Se-nato e la Camera hanno la stessa rilevanza ele stesse funzioni.

    Francesca R. - Ritengo che l’età sia relativaquando si considera la responsabilità del-l'elettore. Noi giovani dovremmo avere piùvoce in capitolo perché è il nostro futuro aessere messo in ballo. Siamo figli della crisie vittime delle scelte di generazioni più “an-ziane”‚ ed egoiste. Questo dovrebbe far ri-flettere e portare ad un'innovazione che cigarantisca un ruolo da protagonisti.

    Allarghiamo lo sguardo all’ordinamento eai suoi attori più in vista, i politici: cosapensate della politica e delle istituzioni? Alessandro - Un muro tra chi agisce e chisubisce. Negli ultimi anni siamo stati vittimedi numerose “rivoluzioni passive” dalmondo del lavoro a quello della scuola,senza poter incidere realmente sulle riformeche venivano attuate. La politica dovrebbetornare ad analizzare i bisogni dei cittadini,

    dando risposte concrete a problemi reali. Francesca S. - Se le istituzioni fossero ge-stite da persone davvero interessate a con-tribuire al miglioramento del Paese,potremmo riconoscere alla politica quell’ac-cezione positiva propria dell’originaria “artedel governare”, ma oggi nella maggior partedei casi ciò non accade in Italia, poiché essaè diventata uno strumento per acquisire po-tere a scopo personale.Federico - Mi sono avvicinato da poco allapolitica, mi sembra un mondo interessantee complesso. Sono cautamente ottimista ecredo nella possibilità di un miglioramento.La classe dirigente, del resto, è lo specchiodel popolo, e molti problemi si risolvereb-bero se quest’ultimo si interessasse attiva-mente alla politica. Francesca R. - Sono molto disillusa rispettoall'ambiente politico che mi circonda, per-

    ché sono cresciuta studiando la storia di per-sonalità forti e responsabili e, ad oggi, mi ri-trovo a dover votare per il famoso “menopeggio”. è brutto da dire, ma non credo chela politica sia considerata come uno stru-mento utile a migliorare le condizioni ditutto il Paese. I politici di oggi, inoltre, sonospesso inclini al trasformismo, alla costantericerca di un tornaconto.

    Tornando al 4 marzo, la disinformazioneè senz’altro uno dei rischi più evidenti diquesta campagna elettorale. Conoscete iprogrammi di massima dei vari schiera-menti? Siete più orientati a dare il vostrovoto a un partito con cui sentite una certacomunanza ideale o la scelta sarà più det-tata dalla volontà di sostenere uno deicandidati in lizza?Alessandro - Abbandonare personalismi e

    iniziare ad avere una visione complessiva èfondamentale. Votare un candidato senzatener conto della lista, vuol dire avereun'idea semplicistica delle conseguenze cheprovoca.Francesca S. - Trovo che la nuova leggeelettorale sia complessa e per certi versi con-troversa, vuole che il mio voto vada in ognicaso ad uno dei candidati agli uninominali,ma il criterio con cui lo esprimerò saràquello di valutare i programmi delle varieliste per capire quale si avvicina di più allemie idee.Federico - Finora mi sono fatto un’idea ge-nerale di tutti programmi delle liste in corsae ho intenzione di approfondire quelli deipartiti che mi interessano di più. Non cono-sco i candidati al mio collegio uninominale,preferisco votare un partito che mi rappre-senti.Francesca R. - Mi sono informata sulle pro-poste delle forze politiche in lizza e voteròper quello che reputerò più vicino alle mieidee. Darò più importanza al programma,perché, purtroppo, la storia di quasi tutte lepersonalità schierate presenta delle zoned’ombra.

    La Voce di Nardò, per sua natura, vuole es-sere un veicolo di idee, un microfono perle voci. E quali voci sono più interessantise non quelle dei giovani? Con la speranzadi fare da megafono alle tue opinioni, vichiediamo: al di là dei programmi eletto-rali, cosa chiedeste ai parlamentari che sa-ranno eletti il 4 marzo? Alessandro - Investite su di noi, finanziatele scuole e le università. Create politiche in-clusive che mirano ad abbattere le disegua-glianze tra centri e periferie, tra nord e suddel paese. Non è vero che non ci sono fondi,dovete solo far diventare la nostra genera-zione la priorità.Francesca S. - Vorrei che i nuovi parlamen-tari gestissero i fondi in maniera equa, mi-rando ad abbattere le disuguaglianze semprepiù forti tra Mezzogiorno e Settentrione, conun occhio di riguardo per la sanità che pre-senta situazioni precarie e talvolta squallide.Federico - Chiederei loro di riformare radi-calmente e sensatamente l’istruzione, di in-vestire sulla ricerca scientifica e diconsolidare le libertà individuali, la legalitàe la laicità, dello stato combattendo l’oscu-rantismo, la criminalità e gli estremismi diogni sorta.Francesca R. - Chiederei che le belle pro-messe di cui si fanno promotori si tramutas-sero in fatti concreti. Chiederei piùagevolazioni per gli studenti che, come me,dovranno essere condizionati dalle condi-zioni economiche nella scelta del percorsodi studi. Vorrei che tutti noi avessimo lestesse possibilità per andare avanti e acce-dere al mondo del lavoro. Chiederei inoltre di valorizzare il nostro pa-trimonio culturale, senza chiudere le portealla multiculturalità essenziale per il nostroprogresso.

    La prIma voLta aLLe urne • tra disillusione e speranza la vigilia di quattro neo maggiorenni

    “Meno promesse e più sostegno ai giovani”Dal cancelletto degli #hashtag aggiunti alla descrizione del-l’ultima foto postata su Instagram, alla croce tracciata sulsimbolo elettorale di questa o quella lista il passo è breve,anche graficamente. Lo sanno bene i giovani nati nel nuovo Millennio (o poco prima), lematricole classe ’99 e 2000 (e qualche ’98 “ritardatario”), che il pros-simo 4 marzo si recheranno per la prima volta alle urne, chiamati afar parte del corpo elettorale che eleggerà i rappresentanti del popoloitaliano in Parlamento e, seppur indirettamente, il nuovo Presidentedel Consiglio. Non c’è dubbio sul fatto che questa nuova generazione di elettorinon abbia tra le passioni più forti quella per la politica. O almeno, lamaggior parte di loro. Del pari, è fuori di discussione il fatto che lenuove tecnologie e i social network abbiano tradito le loro enormipotenzialità in termini di facilità e rapidità d’informazione, di crea-zione di nuovi spazi di discussione con cui andare oltre i limiti delladistanza e confrontarsi su piattaforme di respiro, tendenzialmente,internazionale. Laddove si auspicava un facile accesso a una pluralità di fonti d’in-formazione, vi è disinformazione, proliferazione delle fake news econfronti sterili degni del bancone del peggior bar; su quelli che sa-rebbero potuti essere luoghi di confronto d’ampio respiro, si parladei temi più futili e, quando si tratta di politica, si fa fatica a contarei commenti che incitano all’odio razziale e al nazionalismo.

    Il che, senz’ombra di dubbio, non giova al raggiungimento di unacoscienza politica matura, così come di un’informazione solida intema di programmi elettorali, di un’adeguata consapevolezza delpeso delle proprie decisioni. Nel discorso di fine 2017 il PresidenteMattarella ricordava come, cent’anni fa, i diciottenni erano mandatinelle trincee, a combattere la Grande guerra. Oggi, un secolo dopo,i loro coetanei hanno la possibilità di decidere le sorti del Paese. La responsabilità è grande, anche per questo. Ed è una responsabilitàche, purtroppo, non grava solo sui neo-diciottenni, matricole del seg-gio. Ma anche su tanti veterani, che, nonostante l’età e l’esperienzamaturata, trascurano ancora la reale importanza di ogni loro singolovoto. Ma al di là di considerazioni di merito che - probabilmente -sfocerebbero in un pessimismo leopardiano, è opportuno considerareanche il lato umano degli elettori, quella parte che li accomuna tutti,al di là dei colori politici e degli ideali di parte. è innegabile che, perchi si reca per la prima volta al voto, la consapevolezza del passaggioall'età adulta e la responsabilità di esercitare un importante diritto-dovere suscita certamente delle emozioni e, per quanto si possa es-sere disinteressati rispetto alla sfera della politica, inevitabilmenteinduce a riflettere sulla propria appartenenza a una comunità, per ilfuturo della quale è necessario compiere delle scelte.

    E sebbene a scrivere sia uno che a marzo voterà solo per la terzavolta, un fratello maggiore non troppo lontano dal mondo dei natinel nuovo Millennio, d’altro canto il dovere di verità impone di an-dare alla direttamente fonte e, nel nostro caso, di confrontarsi senzaintermediazioni con i diretti interessati, far descrivere le emozionidel primo voto direttamente a loro: Alessandro, Francesca, Federicoe Francesca sono i quattro neretini, tutti classe ’99, a cui La Voce harivolto alcune domande. Quattro amici, non un campione di indagine selezionato con metodoscientifico, che hanno avuto la gentilezza di rispondere, denotandoidee chiare e voglia di partecipazione. Il che, se si rileggono le con-siderazioni avanzate in precedenza, risolleva non poco l’asticelladella speranza.Un misto di sentimenti contrastanti - speranza e disillusione - masenz’altro una voglia condivisa di partecipare, di contare. Di parte-cipare alla costruzione del proprio futuro.Un appello all’onestà, alla concretezza e al coraggio di cambiare, diriformare il sistema. La richiesta ai parlamentari è una e forte: più investimenti sull’istru-zione, sulla cultura. Tanto al nord quanto al sud. Tanto agli italianiquanto agli immigrati. Tanto ai meno abbienti quanto ai più facoltosi. Insomma, come diceva lo slogan scandito nei cortei degli studentidelle medie superiori qualche anno fa, “Ora i conti li fate con noi”.Anzi, con loro. Servizio a cura di LUIGI TARRICONE

    FRANCESCA STRAFELLA,classe ’99, Liceo Classico “G. Galilei” Nardò

    FEDERICO LEUZZIclasse ’99, Liceo Classico “G. Galilei” Nardò

    “In questo clima di sfiducia e pessimismoabbiamo il dovere di guardare al futuro

    con la consapevolezza di essere protagonisti”

    “Chiediamo finanziamenti per le scuolee le università e politiche inclusiveper abbattere le diseguaglianze”

    ALESSANDRO PERSONÈclasse ’99, Liceo Scientifico “A. Vallone” Galatina

    FRANCESCA ROCCAclasse ’99, Ist. Tecnico Comm.le “E. Vanoni” Nardò

    4 La Voce di Nardò

  • 1 • «L’apertura del Movimento alla societàcivile mi ha dato l’input per impegnarmi inprima persona contro una politica che ogginon mi rappresenta. Trovo che ciascuno dinoi sia chiamato a dare il proprio contri-buto alla costruzione di un Paese libero daisoliti giochi politici e dalle lotte all' acca-parramento delle poltrone. La vera politicadovrebbe essere al servizio del cittadino, edè ciò che intendo fare.Conosco i miei “avversari politici” e li ri-spetto, ma ritengo che esista una sostan-ziale e non secondaria differenza: lorohanno avuto la possibilità di amministraree i cittadini ricordano sicuramente conquali risultati. Io sono un volto nuovo e de-sidero avere, attraverso la voce del Movi-mento 5 Stelle, la possibilità, di costruireun Paese migliore».

    2 • «C’è davvero tanto lavoro da fare. Il no-stro territorio si trascina problemi di vec-chia data che la politica degli anni passatinon ha saputo affrontare e risolvere inmodo adeguato. Basti pensare alla chiusura

    dell’Ospedale, alla discarica di Castellino,ai reflui di Nardò e Porto Cesareo, allamancanza di pianificazione turistica e agri-cola. Il Movimento, è notorio, non contem-pla alleanze di alcun genere, tuttavia, comegià dichiarato dal nostro leader politicoLuigi Di Maio, una volta al Governo pre-senteremo i nostri punti e chiederemo atutte le forze politiche una convergenzaprogrammatica».

    3 • «Sicuramente garantirebbe ai cittadiniil vantaggio di avere un rappresentante lo-cale che ama profondamente la sua terra edesidera fortemente riscattarla dai pro-blemi che la affliggono, una rappresen-tante di un Movimento cha fa quello chedice. Sono fiera di far parte della primaforza politica che andrà a governare il

    Paese, Nardò ha l’opportunità concreta dieleggere una rappresentante locale che sifaccia portavoce delle numerose istanze eproblematiche della città come mai è av-venuto in passato».

    4 • «La politica del Movimento è semprestata quella di porre il cittadino al centro diuna società più equa per tutti. L’abbatti-mento delle disuguaglianze sociali, in pri-mis. Sicuramente attraverso il reddito e lapensione di cittadinanza potremo restituiredignità ai cittadini rimasti senza lavoro e aipensionati che stentano ad arrivare a finemese con un assegno al di sotto della sogliadi povertà. Daremo maggior fiato alle im-prese ed alle famiglie dimuendo la pres-sione fiscale e alleggerendo la burocraziache ormai occupa troppo tempo della no-

    stra vita sottraendolo alla produttività. In-vestiremo nella green-economy, nel ciclodei rifiuti e ci batteremo per la tutela delMade in Italy contro i trattati internazionaliche stanno danneggiando le nostre eccel-lenze in campo agroalimentare. Tuteleremol'ambiente puntando sulle energie rinnova-bili che produrranno nuovi posti di lavoroe rilanceranno l'economia.Il programma è vasto e noi abbiamo lecompetenze, ma soprattutto la credibilitàper realizzarlo».

    5 • «Il Movimento 5 Stelle è l'unica forzapolitica che è entrata in Parlamento dimez-zandosi gli stipendi, ha rinunciato ai vitalizie al finanziamento pubblico ai partiti, oggichiamato rimborso elettorale.La nostra campagna elettorale invece sarà

    completamente autofinanziata dai candi-dati, dagli attivisti, dai simpatizzanti e datutti coloro che ci sostengono con micro-donazioni. Costerà il minimo indispensa-bile, la nostra vera forza sono i cittadini checredono in noi».

    6 • «Perché non sono una politica “navi-gata”. Conosco i problemi ed i punti diforza del mio territorio.Perché è giunto il momento di far prevalereil buon senso e gridare a gran voce che ab-biamo bisogno di impegno, volontà e de-terminazione per risolvere i problemi checi attanagliano e, non ultimo, il fatto che ilMovimento 5 Stelle è l'unica forza politicache ha sempre attuato ciò che ha detto. Esoprattutto perché della politica che ha go-vernato fino ad oggi non ci si può fidare:quando hanno avuto l’opportunità di cam-biare il Paese non lo hanno fatto. Non ini-zieranno sicuramente adesso, dopo 30 annidi spartizioni di poteri, privilegi, favoriti-smi agli amici degli amici. Non hanno quelche serve per agire: le mani libere».

    1 • «Ho accettato di candidarmiperché ritengo che la terra dovesono nato e per la quale mi sonospeso nel corso degli anni passatideve essere rappresentata da chiogni giorno vive i problemi dellasua gente e per contribuire con spi-rito di servizio a dare soluzioni utilie concrete ai bisogni, alle attese,alle urgenze che assillano i giovanied i meno giovani salentini, perevitare che gli imprenditori, i pro-fessionisti, i lavoratori, i disoccu-pati che in questo periodo vivonoun forte rancore sociale alimentatodalla lunga crisi economica in attonon si sentano soli e privi di ogniriferimento, per contribuire dauomo di scuola quale sono a rap-presentare i problemi e le difficoltadi quanti operano e si relazionanocon essa ed allo stesso tempo eser-citare una forte azione propulsivanell’urgente riordino di un sistemascolastico nazionale che nonostantegli ultimi provvedimenti legislativiemanati continua ad essere non ri-spondente alle attese delle nuovegenerazioni e di una società semprepiù globalizzata. Non conosco Ale-manno e Giuri volti nuovi della po-

    litica neritina che partecipano aquesta tornata elettorale. A loro au-guro di vivere questa esperienzacome una bella occasione di con-fronto politico e di crescita demo-cratica. Con il candidato MarcelloRisi invece ho avuto modo primadi confrontarmi, quando ho rico-perto la carica di Sindaco di Nardò,da posizioni avverse e poi succes-sivamente di condividere diverseesperienze insieme, ultima in or-dine di tempo la stagione referen-daria. Conoscendolo bene possoaffermare che possiede spiccate co-noscenze e competenze politico-amministrative».

    2 • «Sono candidato nel collegioplurinominale del Senato Puglia 2come capolista nella lista CivicaPopolare alleata con le liste di +Eu-ropa, Insieme e Partito Democra-tico. La mia precedente esperienzaparlamentare maturata da Deputatonella XIV Legislatura mi ha datol’opportunità di contribuire a risol-vere diversi problemi del territorio,in particolare nell’ambito dei lavoripubblici, dell’ambiente, dei tra-sporti, del recupero dei beni culturali

    ed architettonici.I cittadini di Nardò da oltre un de-cennio non hanno un loro rappre-sentante nel Parlamento Italiano eciò ha prodotto loro non poche dif-ficoltà. Se in queste elezioni politi-che del 4 marzo grazie al generosoe forte consenso dei cittadini diNardò e degli altri comuni delgrande Salento dovessi essere rie-letto orienterò il mio impegno versola scuola e l’edilizia scolastica, la tu-tela dell’ambiente, le infrastruttureper il territorio, la sanità ed il dirittoalla salute, il trasferimento di impor-tanti risorse utili a creare occasionidi lavoro».

    3 • «Nardò innanzitutto non conti-nuerà a rimanere isolata come lo èdal 2007. I cittadini di Nardò poi po-tranno contare sulla mia disponibi-

    lità all’ascolto e sul mio costante im-pegno nel ricercare le possibili solu-zioni alle tante attese e urgenze chemi saranno rappresentate. Le istitu-zioni locali potranno fare affida-mento sulla mia tenacia nel ricercarestrumenti e iniziative finanziarie chepossono contribuire a dare alla cittàopportunità di sviluppo e di crescita.Il mondo dell’impresa potrà viverela certezza di non essere solo perchémi prodigherò per rappresentare leloro istanze ed aspettative ad ogni li-vello al fine di ricevere la dovuta at-tenzione da parte degli organicompetenti, essere valutate ed avererisposte ed informazioni utili».

    4 • «Civica Popolare vuole esserela risposta seria e coerente della po-litica all’antipolitica, intende con-trapporre la serietà e la concretezza

    dell’azione e dei risultati al popu-lismo dilagante ed al qualunquismoimperante. E’ un organismo poli-tico riformista laicamente ispiratoal cattolicesimo democratico di DeGasperi e Moro che vuole valoriz-zare la democrazia rappresentativaampliando gli istituti di partecipa-zione.I punti del nostro pro-gramma, elaborato con l’apportodella società civile e delle rappre-sentanze economiche e del mondoproduttivo, che caratterizzano lanostra azione politica sono: Demo-crazia, sicurezza e lavoro; crescitaeconomica: impresa e lavoro; lottaalla povertà; famiglia e salute; ri-sollevare il ceto medio; scuola;Sud; Europa.è un programmacomplesso fatto di cose sempliciche può essere letto, conosciuto, edapprofondito in tutti suoi contenutiaccedendo al sito web oppure alprofilo Facebook di Civica Popo-lare. Non contiene false promesseperché la nostra è la politica deifatti concreti».

    5 • «Come ho sempre fatto in occa-sione di altre competizioni elettoraliche mi hanno visto coinvolto in-

    sieme agli amici, ai volontari e aquanti mi sostengono o vorrannosostenermi mi attrezzerò per rag-giungere ed incontrare quante piùpersone, associazioni, rappresen-tanti di categoria e di lavoratori perascoltare e parlare con loro. La mia sarà una campagna elettoralesobria ed educata vissuta con umiltàma anche con tanta tenacia, grinta epassione.Il costo previsto della campagnaelettorale sarà di poche migliaia dieuro. Le spese saranno sostenutesolo ed esclusivamente da me. Lesomme stanziate saranno utilizzateper la stampa di manifesti e opu-scoli, per pubblicità da realizzare sugli organi di informazione locali,per l’acquisto di carburante da uti-lizzare per gli spostamenti da unpaese all’altro del collegio, per ma-teriale di facile consumo e di segre-teria, per spese telefoniche emateriale informatico».

    6 • «Chiedo di essere votato per darevoce e rappresentanza alla nostraterra e per contribuire con spirito diservizio a essere utile ai miei con-cittadini ed alla gente salentina».

    Potrà tornare Nardò e essere rappresentata in Parlamento da un neritino? Sono quattro i concittadini can-didati nelle elezioni del 4 marzo: Soave Alemanno, nella lista del Movimento 5 Stelle, due ex sindaci, Grego-rio “Rino” Dell’Anna, con Civica Popolare, Marcello Risi, con Liberi e Uguali, e Pierpaolo Giuri, diCasapound. A tre candidati abbiamo rivolto alcune domande comuni sulle scelte e i programmi dei loroschieramenti. La Redazione ha ritenuto di non dover ospitare il quarto candidato, perché espressione di unmovimento xenofobo, razzista e di ispirazione fascista.1) In questa tornata elettorale un volto nuovo, una giovane donna e due “navigati” politici. Quali motivi vi hanno spinto ad affrontare e a riaffrontare le “fatiche” di una campagna elettorale che si preannuncia dura e spigolosa? Che pensa dei suoi “compagni di avventura”?2) Nardò in Parlamento: per fare cosa e con chi?3) Quali “vantaggi” avrebbe Nardò da una sua elezione? 4) Quali sono i punti del programma del vostro Partito o Movimento che ritenete caratterizzanti la vostra azione politica?5) Quanto costerà e chi finanzierà la vostra campagna elettorale? 6)In dieci parole un motivo per il quale i neritini dovrebbero votarvi?

    SOAVE ALEMANNO • MOVIMENTO 5 STELLE

    “Mani libere per agire in modo corretto”

    1 • «In questi giorni si decideranno le sortidel Paese per i prossimi anni. I cittadini sce-glieranno quale strada l'Italia dovrà imboc-care. Il Paese è davanti ad un bivio: da unaparte la politica disastrosa che abbiamo co-nosciuto con le sue false alternative. In so-stanza Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio,vecchio e finto nuovo tutto mescolato inuna brodaglia abbastanza rancida che nulladi buono potrà dare al Paese. Dall'altra partedel bivio c'è la sola vera novità di questacampagna elettorale: Liberi e Uguali. Si ri-trovano nel nuovo simbolo diverse anime ediverse passioni del centro sinistra e dellasinistra, tutte accomunate dall'obiettivo didare in fretta una svolta all'Italia. Soffriamoun divario sempre più crescente tra ricchi epoveri, fra tutelati e precari, fra sud e nord.Non possiamo voltarci dall'altra parte. è ilmomento di mettere mano con coraggio aquesta rete diffusa di sofferenze. Io credoche la nostra città debba essere in prima filain questa partita: è questa la ragione per cuiho accettato di mettere la faccia, e anche ilcuore, in una campagna elettorale non fa-cile. Ho sempre creduto però che è nellepartite difficili che bisogna mostrare corag-gio e determinazione. Quando si giocano le

    partite facili la schiera di volontari è semprelunghissima. E poi non mi è mai piaciutal'idea che a Nardò i giochi li debbano farepersonaggi e capi-bastone che non hannonulla a che vedere con la storia e l'animadella nostra comunità. Il 4 marzo i cittadinidi Nardò hanno fra le mani la micidiale ma-tita con la quale possono affermare l'orgo-glio e l'identità di Nardò per respingere leinteressate e subdole attenzioni dei nemicidi questa città. Dobbiamo respingere conforza la Lega Nord e il suo prestanome.Dobbiamo respingere con forza MicheleEmiliano, fido alleato di Mellone, e i suoiproconsoli baresi candidati nel Partito De-mocratico. Dobbiamo respingere con forzale chiacchiere degli imbroglioni a 5 stelle.Il 4 marzo Nardò andrà al voto con laschiena dritta. Io sono in campo per darealla mia città questa possibilità.Non è mia abitudine esprimere giudizi di ca-rattere personale sugli altri candidati. La mia

    sensazione è che quello che chiamate voltonuovo sia in realtà il più vecchio della com-pagnia. L’ho visto all'opera in qualche cir-costanza e sconsiglio fermamente diprendere anche solo in considerazione l’ideadi votarlo a tutti coloro che hanno a cuore ivalori della libertà e della dignità dell’uomo.A Rino Dell'Anna e Soave Alemanno, in-vece, mi legano sentimenti di stima, masono convinto che in questa partita stianogiocando nella squadra sbagliata.

    2 • «Nardò è turismo, bellezze naturali, sto-ria, cultura, industria tessile di primissimolivello, prodotti agricoli straordinari. Potremmo dire che Nardò esprime il megliodel Sud. è proprio quel Sud che i governi diRenzi e di Berlusconi prima, hanno dimen-ticato. è quel Sud in coda ai pensieri degliimbroglioni a 5 stelle, troppo concentrati acamuffare scontrini e rimborsi. Il nostroSud, il Sud di cui Nardò è una delle città più

    significative, deve tornare al centro del-l’agenda politica nazionale. Mi candido alparlamento perché sull'agenda d'Italia qual-cuno scriva forte il nome Nardò».

    3 • «La nostra città ha bisogno di suoi citta-dini che nelle istituzioni del paese la difen-dano e la proteggano. Le grandi scelte nonsi prendono a Nardò, si prendono a Bari o aRoma. Lo abbiamo imparato molto bene inquesti anni. Sono certo che se Nardò avesseavuto un rappresentante cittadino a Bari o aRoma, il nostro ospedale sarebbe ancora lì,con più reparti e con più personale».

    4 • «Il divario tra ricchi e poveri è andatosempre più crescendo fino a dilatarsi,aprendo una voragine tra chi, in qualchemodo, ha retto i colpi della crisi e chi si ètrovato sbalzato ai margini. è da qui chedobbiamo partire. La crescita economica èfondamentale per redistribuire la ricchezza

    e ridurre le disuguaglianze. Devono tornareal centro della nostra vita la scuola, il lavoroe l’ambiente. Le emergenze del territorio,lo sfregio del gasdotto a Melendugno, lavergogna degli scarichi dei reflui fognarisotto costa, reclamano una politica che nonfaccia solo parole. E sulla sanità occorre uncambio di marcia. Negli ultimi anni sonodiminuiti i posti letto e sono aumentati i tic-ket: la ruota ha girato a rovescio. Va inver-tita la tendenza”».

    5 • «Liberi e Uguali è una lista nata dapoche settimane con poche risorse finanzia-rie e con pochi mezzi. Questa volta, più chenelle altre, saranno fondamentali la pas-sione e l'entusiasmo dei cittadini che hannodeciso con generosità di sostenermi. Lecampagne elettorali non si vincono con isoldi. Si possono vincere con le idee e conla forza dei valori. Non ho mai speso moltoper le mie campagne elettorali, e non saràun problema affrontare anche questa senzagrande dispendio di mezzi finanziari».

    6 • «Nardò deve pretendere amore, espe-rienza e competenza: sono il candidato giu-sto per rappresentarla».

    MARCELLO RISI • LIBERI E UGUALI

    “Un cambio di marcia per la nostra Città”

    GREGORIO DELL’ANNA • CIVICA POPOLARE

    “La mia esperienzaal servizio di tutti”

    Soave Alemanno Gregorio Dell’Anna Marcello Risi

    FEBBRAIO 2018 5

  • 6 La Voce di Nardò

    1Indubbiamente il 2017 è statoper me un anno indimenticabile.Non per sperati traguardi lavorativie professionali, ma per un eventomeraviglioso e sconvolgente, unodi quelli in grado di cambiare la vitadelle persone, capovolgendone ob-biettivi e priorità: dapprima l’emo-zione per la notizia di un bimbo inarrivo e poi, a novembre, la nascitadi Carlo Alberto. Devo ammettereche per quanto possa essere com-plicato, ritengo di trovarmi a mioagio nel ruolo di neo-papà.

    2Non nascondo che dopo gli annipassati lontano da casa è statoper me una sorta di trauma ritornarea casa, Nardò appunto, nel maggio2011 per occuparmi dell’attività difamiglia. Una cittadina, nei miei ri-cordi un po’ trascurata, quasi inlento declino. Devo dire che appenaarrivato mi son dovuto subito ricre-dere. Ho trovato una città miglio-rata, con una maggiore attenzioneall’ambiente e al territorio, vera ri-sorsa della nostra terra. Gli episodio i luoghi di bivacco per la micro-delinquenza che ricordavo ai tempidel liceo erano meno frequenti oquantomeno visibili, forse per unnaturale ricambio generazionale.

    Un centro storico spento e vetustoha lasciato spazio a un contenitoresempre più ricco di attività com-merciali, tra cui bar e ristoranti, maanche spettacoli ed eventi di piazza,che hanno reso visibile quanto dibello questa città ha da offrire, dallastoria, ai palazzi, all’arte, ai chilo-metri di costa meravigliosa

    3Onestamente non credo vi sianoconcrete opportunità di impiegoe sviluppo in settori diversi daquelli tradizionalmente radicati nelnostro territorio. Indubbiamenteoggi è il turismo nella sua acce-zione più lata a dare le maggiori op-portunità di occupazione nel nostroterritorio. I chilometri di costa, lebellezze artistiche, il patrimonioenogastronomico, sono infatti ri-sorse ancora troppo poco valoriz-zate. Per riuscire ad esprimerne lereali potenzialità tuttavia, è indi-spensabile comprendere che la for-mazione di figure competenti eprofessionali nel settore è la chiaveper far si che il trend positivo inne-scato negli ultimi anni divengastrutturale e non si interrompa bru-scamente, infrangendo sogni e spe-ranze di tutti noi.

    4Ritengo che negli ultimi diecianni l’attenzione alla cosa pub-blica sia lentamente aumentata, perquanto tanto ci sia ancora da fare. Ilcentro storico, che quindici anni fanessuno considerava interessante, èoggi piuttosto animato, ricco di pic-coli locali più o meno attrattivi. Le

    marine sono indubbiamente cre-sciute, Santa Maria in particolare,in termini sia di numero e qualitàdelle attività commerciali, sia intermini di tenuta degli spazi pub-blici. Mi permetto però di puntua-lizzare che tali miglioramenti sonosostanzialmente merito degli sforzie della perseveranza dei piccoli im-prenditori e commercianti chehanno continuato ad investire, mi-gliorare e implementare le loro at-tività, in modo quasi sempresinergico. Non si tratta dunque amio avviso del merito di una ammi-nistrazione in particolare.

    5Nessuna dicotomia, solo unmodo errato di vedere la que-stione. Generazioni diverse sonol’una lo specchio dell’altra. èguardando al passato che pos-siamo comprendere ciò che siamo,quali errori abbiamo compiuto inpassato e trovare il fondamentoper l’innovazione e il cambia-mento. La sinergia e lo scambiogenerazionale sono la chiave per

    un cambiamento che innovi e nondistrugga.

    6Se proviamo a pensare a pregie difetti di una popolazione nonpossiamo far a meno di personifi-carli prendendo a riferimento alcunipersonaggi che nel bene o nel malediventano un campione dell’interapopolazione. Tra i pregi mi vienequindi in mente la tenacia e capar-bietà di chi non si arrende, e difronte alle mutate condizioni eco-nomiche sa sempre inventarsi qual-cosa di nuovo o almeno una viad’uscita. Di contro, tra i difetti piùinsopportabili, il desiderio di talunidi apparire al di sopra delle reali ca-pacità o possibilità, con risultatispesso imbarazzanti.

    7Alla mia città auguro di non per-dersi per strada, di non sprecaregli sforzi fatti negli ultimi anni. Dicontinuare a migliorare, coscientedelle proprie potenzialità, per di-ventare un luogo in cui ciascunodesideri rimanere e costruire.

    FOCUS 2/La testimonianza di Alessandra Gaballo, Jusef Ezzat e Norberto Pellegrino

    “Impegno per un reale cambiamento”LE DOMANDE

    1A inizio anno si fa un bilancio di esperienze individualie collettive, piccole e grandi. C’è un avvenimento del2017 che ha suscitato in voi particolari emozioni e pen-sieri che siete disposti a condividere con i lettori de LaVoce?

    2Avete scelto di vivere a Nardò. Come giudicate il li-vello di qualità della vita per ambiente, sicurezza,occasioni di socialità ed eventi culturali?

    3L’economia locale, un tempo prevalentemente agri-cola, ha trovato nuovi comparti di sviluppo dal tes-sile-abbigliamento al turismo. Quali altri settoripotrebbero dare un’occasione ai giovani e ai tanti di-soccupati?

    4È soddisfacente l’amministrazione del bene co-mune? Parliamo di tutela del patrimonio architetto-nico (centro storico), viabilità, verde pubblico, servizi peranziani …

    5“Giovani” contro “vecchi”: dicotomia fondata o er-rata?6E i neritini? Quali i pregi dei nostri concittadini e idifetti più difficili da eliminare?7Il vostro augurio per il prosieguo del nuovo anno?

    I PROTAGONISTIJUSEF EZZAT - Festeggerà il 35° compleanno il 21 aprile.Dal 2011 è l’anima e la mente di Art Nouveau, aperto setteanni prima dal gruppo di cui fa parte lo storico ristorante LaPergola e, dal 2012, il Pergolino. Una solida tradizione di fa-miglia, rinverdita dal padre Mario, egi-ziano trapianatato in Italia, e la madreRosanna, erede della tradizione dell’in-dimenticabile Gino Lezzi. Una realtàimprenditoriale di primo piano che dàlavoro a 40 dipendenti, 55 nel periodoestivo e ha dato un impulso ricettivodecisivo a Santa Maria al Bagno. Laureato in Amministrazione, Finanzae Controllo alla “Bocconi” di Milanocon 110 cum laude, Jusef Ezzat in pre-cedenza ha lavorato alla Rreef delGruppo Deutsche Bank in Italia e conla Zero Sgr. Madrelingua italiano, parla un inglese fluente eha una buona conoscenza di spagnolo e arabo. Tra i suoihobby la pesca sportiva, i romanzi storici e la lingua araba.È sposato con Diletta e padre del piccolo Carlo Alberto.

    ALESSANDRA GABALLO - Nel 2005 consegue la Laurea inGiurisprudenza presso l’Università degli Studi di Lecce, discu-tendo la tesi in Istituzioni di diritto privato, dal titolo “Le mo-bili frontiere del contratto diconvivenza”. Dal 2005 collabora constudi legali di primaria importanza. At-tualmente collabora con lo studiodell’Avv. David Dell’Atti, a Nardò. Nel 2006 è stata borsista presso il Cen-tro Studi Giuridici “Michele De Pietro”,in Lecce, partecipando al Corso di For-mazione in Diritto Penale dell’Econo-mia. Dal 2010 collabora con la CaritasDiocesana di Nardò Gallipoli, svol-gendo attività di consulenza ed assi-stenza legale presso il Centro di Ascolto, con sede inGalatone. Dal giugno 2014 partecipa a “Progetto Presidio”di Caritas Italiana, svolgendo attività di operatrice e di avvo-cato. Dal 2016 è Responsabile dell’Area Promozione Mondia-lità e Pace della Caritas Diocesana di Nardò Gallipoli.

    NORBERTO PELLEGRINO - È nato nel 1949 a Brindisi, doveil padre Ennio (classe 1899, chiamato alle armi all’età di 16anni, come tutti i famosi “ragazzi del ’99”) era all’ultimo suocomando di Stazione dei Carabinieri. Rientra con la famiglianel 1952 a Nardò, qui compie gli studi fino alla maturità clas-sica, poi si trasferisce a Roma dove consegue la laurea in Me-dicina e Chirurgia presso l’Università “La Sapienza”, poiall’Università di Ferrara dove consegue la specializzazione inChirurgia generale. Sposato con Pinuccia dal 1978, ha duefigli, Gabriele e Riccardo e due nipoti dalfiglio maggiore Gabriele, sposato conMichela. Impegnato negli anni a Nardòin associazioni di carattere culturale, dipromozione territoriale e di solidarietà,sia laiche che religiose, nella ParrocchiaCattedrale e di San Francesco d’Assisi.Inizia l’attività professionale chirurgica aLecce al “Vito Fazzi” per poi trasferirsi,vincitore di concorso, in ruolo all’Ospe-dale San Giuseppe - Sambiasi di Nardò, dove ha percorso letappe della carriera fino all’incarico di Responsabile della Divi-sione di Chirurgia Generale, e alla pensione. Dal 2008 impe-gnato in missioni sanitarie-umanitarie nello Stato africano delBenin e con l’Associazione di volontariato “Medici e professio-nisti senza vacanze”, di cui è socio co-fondatore dal 2009,come chirurgo presso l’Hopital “La Croix”, ha oggi al suo attivo16 missioni con una notevole casistica operatoria, in appoggioall’unico chirurgo locale.

    Non si critica solo per partito preso o al fine di denigrare glialtri. Spesso puntare l’indice contro le cose che non vanno è un

    atto di coraggio. Lo si fa per affetto verso i propri figli, per ilbene della famiglia, o della comunità della quale si è scelto difare parte. La riflessione fatta a margine del primo confrontodella Voce di Nardò dedicato al lungo e faticoso cammino nel

    cambiamento di Nardò da paese a città, vale anche per questaseconda puntata. Altri tre concittadini intervengono da un osser-

    vatorio privilegiato per esperienza di vita e professionale. Vi proponiamo il loro pensiero, ringraziandoli per la cortesia e

    la disponibilità al confronto, nel rispetto delle opinioni diognuno. Gli ospiti di questo servizio sono Jusef Ezzat, che dirige

    il ristorante Art Nouveau di Santa Maria al Bagno; AlessandraGaballo, dottoressa in Giurisprudenza e operatrice della Cari-

    tas Diocesana; Norberto Pellegrino, chirurgo in pensione impe-gnato in missioni sanitarie e umanitarie in Africa;

    Alessandra Gaballo, dottoressa in Giurisprudenza e operatrice della Caritas Jusef Ezzat, imprenditore nel settore della ristorazione con il Gruppo La Pergola

    JUSEF EZZAT

    Il trend positivoora va strutturato

    Norberto Pellegrino, secondo da sinistra, in sala operatoria durante la missione delle scorse settimane in Africa. Con lui e l’equipe locale, anche un altro neritino: Giovanni Dell’Anna

  • 1è stato un anno ricco di grandi emo-zioni, di eventi che per me sono statiparticolarmente importanti, un annoricco di tanta energia positiva. Non c’èun particolare avvenimento, quanto piut-tosto vorrei condividere con i lettori leemozioni delle “piccole cose”. Sì, miemozionano tanto anche le piccole cose.Quelle che molto spesso passano inos-servate. Questa estate, ad esempio, mi haemozionata l’immagine di chi pur nonavendo nulla, al tramonto, al ritorno daicampi, in ginocchio su un cartone, pre-gava e ringraziava il suo Dio. Mi hannoemozionata anche gli occhi di Jennifer.Jennifer non piangeva, non rideva, stavaferma, immobile, intimorita e per leisembrava tutto finito. La sua pelle scuranascondeva le ferite, nascondeva i lividi,ma non nascondeva il “silenzio” dei suoiocchi, che invece comunicavano; i suoiocchi potevano raccontare quello che leparole non potevano dire. Sono questisolo alcuni dei momenti che ho vissutonello scorso anno nell’attività di ProgettoPresidio di Caritas Italiana e che vogliocondividere con i Vostri lettori.

    2Credo che chi scelga di vivere aNardò lo faccia essenzialmente per-ché ha radici forti. Ogni neretino è affe-zionato alla sua terra. Noi abbiamo lafortuna di avere il mare che è il nostroparadiso, oltre alla bellezza di “PortoSelvaggio” che è una panacea controogni male. Adoro Nardò per la grandezzaarchitettonica del centro storico, perl’immensità del suo mare, per i profumidella macchia mediterranea, per la uni-cità dei suoi colori. Abbiamo un tesoroche fa invidia a tutto il mondo ed ab-biamo il dovere di tutelarlo. Spero cheNardò sappia cogliere le sfide e le oppor-tunità che ogni giorno possono presen-tarsi; ci sono grandi potenzialità per lamia città ed i miei concittadini.

    3Sicuramente il turismo offre unagrande opportunità di crescita perl’economia locale. Purtroppo oggi il li-vello di disoccupazione è molto alto enon credo che ci sia un settore che siadegno di attenzione rispetto ad un altro.Ritengo fermamente che il segreto diogni successo e di ogni opportunità sialavorare con passione e professionalità,seguendo la propria indole. Solo così cisi può distinguere in una società chetende alla massificazione ed allo svili-mento della meritocrazia.

    4Molto è stato fatto, molto ancora restada fare. Sono orgogliosa della miacittà. Vivo con gioia la rinascita del cen-tro storico, salotto d’eccellenza per i tu-risti che giungono da ogni parte delmondo. Spero che nel futuro si possa in-vestire di più e dare sempre maggiore at-tenzione agli ambiti della sanità e dellacultura.

    5Nessuna dicotomia. Credo che tra“vecchi” e “giovani” debba esserciun’osmosi: la maturità e l’esperienza deivecchi devono compensare la grinta el’entusiasmo dei giovani.

    6Il pregio: i neretini hanno una marciain più. Penso ai mie tanti concittadini,tanti amici, che hanno raggiunto l’eccel-lenza e si sono distinti in vari settori: la-voro, musica, arte, commercio, cultura,… Il difetto: spesso, mi sembra, si facciafatica a riconoscere e a valorizzare il ta-lento altrui.

    7Curiosando mi ha sorpreso l’etimolo-gia di due parole a me molto care: co-raggio che deriva dal latino volgarecoràticu deriv. di class. cŏr “cuore” edentusiasmo che deriva dalla parola grecaἐνθουσιασμός (enthousiasmós) chenasce dal verbo ἐνϑουσιάζɛɩν (essereispirato dalla divinità), contenente illemma ἔνϑεος – composto di ἐν, in, eϑεός, dio, che tradotto vuol dire “inDio”. La vita comporta per tutti dellescelte e spesso occorre coraggio. Auguroa Nardò e ai Neretini di compiere ogniscelta con coraggio ed entusiasmo. Ilmio augurio: agire con il cuore ed essereispirati da Dio!

    1è volato il 2017, mio decimo anno dimissioni sanitarie in Africa da chi-rurgo generale cooperante in un piccoloospedale nello Stato del Benin. Sono giàstato 16 volte, sempre con la voglia e ilpiacere di essere di aiuto all’unico chi-rurgo locale, raddoppiando il numero diinterventi chirurgici necessari, per difen-dere e produrre salute, a favore di per-sone povere e bisognose. è appena iniziato il 2018 e sono giàpronto a ripartire per la missione numero17 e in fase di definizione la numero 18dopo l’estate.

    2In generale più che buono, con nume-rose e diverse occasioni di socialità,dovute alla presenza di diverse associa-zioni culturali e di solidarietà per inizia-tive sia laiche che religiose.Una grave carenza sanitaria è stata lachiusura dell’Ospedale San Giuseppe -Sambiasi, cui abbiamo voluto dedicarein tanti, con impegno e sacrifici, una in-tera vita professionale, anche rifiutandoproposte di altri ospedali, pur di metterele nostre professionalità al servizio dellanostra gente. Manca un cinema dentro la città, per lafruizione di chi non ne può uscire.

    3Con un occhio al passato e uno al fu-turo già presente, si può immaginareuna nuova impostazione di una modernaagricoltura e di allevamenti, in terra e inmare, incoraggiando il cooperativismogiovanile.

    Nel settore turistico, tutto ciò che è le-gato alla valorizzazione del patrimonioarchitettonico in centro storico e fuori,nel nostro vasto territorio, dalle zone ru-rali con masserie e strutture recettive,alle iniziative rivolte ad attività realizza-bili sulle coste (parcheggi a distanzadalla costa e collegamenti con mezzielettrici) e a quelle legate al mare (pescae nautica sportiva e da diporto). Auspicabile un impulso al settore delletecnologie digitali favorendo l’aggrega-zione in un grande centro, come labora-torio di idee, di gruppi di giovani per lanascita di giovani aziende capaci di inte-ragire tra loro e con altre a livello nazio-nale ed internazionale.

    4Da diversi anni gli amministratoricomunali hanno mostrato un inte-resse crescente nei confronti di centrostorico, territorio, viabilità e ambiente,anche in risposta alle pressanti esi-genze evidenziate dai cittadini. è im-portante però anche tutelare quantorealizzato, con maggiori controlli isti-tuzionali, risolvendo, ad esempio ilproblema del traffico veicolare ecces-sivo in centro storico, all’interno delleantiche mura, preservando i nuovi ba-soli dagli evidenti e diffusi danni, cheormai richiedono costanti e costosi la-vori di ripristino, per dissesti provocatidai veicoli stessi. Una nuova nascita èla recente costituzione dell’Associa-zione Dimore Storiche Neretine che sipropone la valorizzazione del patrimo-nio artistico e architettonico della cittàe delle marine con ville e torri costieree la promozione del territorio con isuoi prodotti in genere, per attrarre unturismo di qualità.

    5Errata. L’esperienza maturata nel pas-sato dai padri, anche per quanto di ne-gativo, deve essere bagaglio culturale erisorsa imprescindibile dalla program-mazione dell’oggi e del domani dei figli.La diversità generazionale non deve es-sere “scontro”, ma confronto sereno ecostruttivo, in linea con il mutare evolu-tivo dei tempi.

    6Grande cuore, generosità d’animo eaccoglienza, contro tratti di invidia egelosia suscitate dalle altrui buone capa-cità e una cronica sfiducia, spesso immo-tivata, e sottovalutazione di quanto fattodalle istituzioni locali in genere.

    7Un futuro tendente alla serenità e allasolidarietà, attraverso la costante ma-turazione civica, l’insegnamento ai pic-coli del buon vivere nel rispetto altrui,l’apprezzamento non solo verbale dellecapacità e dei meriti dei concittadini,quale segno di rinnovamento, fiducia egiusto riconoscimento a ogni cittadinodella propria dignità, umana, professio-nale, imprenditoriale e artigianale, nel-l’espletamento delle rispettive attività.Saper apprezzare e meritare il lavorosvolto dalle Istituzioni locali che, a lorovolta, sappiano meritare la fiducia deicittadini. Non sempre l’erba del vicino è quella piùverde.

    7FEBBRAIO 2018

    di don ANGELO CORVO

    Soltanto colui che nulla si aspetta è veramente libero.(Edward Young)

    Marta è una bimba di dieci mesi. Pochi giorni dopo la sua nascita,mentre i giovani sposi fantasticavano sul futuro di quella primo-genita, su cosa sarebbe diventata da grande, mentre il papà ri-tornava a lavorare e aggiungeva alla nascita di Maria, la gioia di uncontratto a tempo indeterminato, un medico del Gaslini di Genova davaloro la notizia che quei ritardi strani della sua crescita in verità erano i sin-tomi inequivocabili di una condanna: SMA 1’atrofia muscolare spinale ditipo 1; praticamente un caso unico almeno nel Salento. Sette-otto mesi divita al massimo. La prima volta che sono andato a trovarla mi sono prepa-rato psicologicamente perché mi aspettavo di vedere una bimba malata,macilenta, pallida, sofferente. Invece mi trovo davanti a una bimba paffu-tella, letteralmente abbandonata sulla spalla della mamma. Un sondino alnaso, altri strumenti addosso per controllare i parametri vitali. Marta miha studiato, mi ha scrutato, poi confortata dalla voce della mamma e delpapà, ha deciso che potevo ricevere il dono di un suo sorriso. Sì, ha sorrisocosì dolcemente che una pugnalata al cuore mi avrebbe fatto meno danno.Ho provato a immaginare cosa potesse provare una mamma a tenere fra lebraccia una bambina bellissima e dolcissima come Marta sapendo che perlei appena nata è iniziato un conto alla rovescia che ha già superato leaspettative. Temo che quando leggerete questo mio intervento Marta abbiaterminato la sua esperienza di vita, almeno qui…Mi è venuto in mente quel brano di Primo Levi da “Se questo è un uomo”,quando racconta delle madri che, pur sapendo che il loro viaggio ha comedestinazione Auschwitz, si prendono lo stesso, amorevolmente, cura dei pro-pri figli: “... Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo peril viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all'alba i fili spinatierano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimen-ticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esseben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anchevoi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi nongli dareste oggi da mangiare?

    *****Ora, con questa esperienza nel cuore che mi fa litigare con Dio come sem-pre quando non riesco a capire il motivo (e non lo vorrei né lo accettereicomunque) di tanta ingiusta sofferenza; con questa rabbia perché il mio“mestiere” mi suggerisce di trovare parole di conforto per questa famigliaquando avrei voglia solo di bestemmiare, di prendere Dio, di sedermelo suuno scannetto di fronte a me e di fargli passare un brutto quarto d’ora; contutte queste premesse mi dite come posso sopportare le cretinate dei candi-dati che di candido non hanno neanche il fazzoletto in tasca che, quantomeno, sarà sporco di fondotinta (per lui) o di finte lacrime (per lei)?Non so quando uscirà questo articolo, e quindi non so se avremo il nuovogoverno (appositamente scritto con la minuscola), ma non credo che cam-bierà molto: la maschera che indossano adesso, cadrà e ne uscirà un’al-tra peggiore. Certi personaggi sono trasversalmente privi di identità e dipersonalità.Ecco perché ho scelto quella citazione di Edward Young, per confermare ame stesso di voler restare un uomo libero e, per esserlo, meglio non avereaspettative. No: non mi aspetto niente da voi, cari amici che improvvisamente avetesentito esplodere dentro le vostre coscienze il senso del dovere. No: non mi aspetto niente da giovincelli sbarbati che invece di andare ascuola andate in piazza a picchiare i Carabinieri. No: non mi aspetto nulla dai professionisti degli imbrogli che esultanoquando “sgamano” qualcuno del partito opposto con le dita nella marmel-lata e, come se fosse qualcosa di cui vantarsi e non di vergognarsi, gridano“Visto? Adesso siamo tutti uguali” cioè siamo tutti ladri e imbroglioni. No: non mi aspetto nulla dai riciclati della vecchia politica che, non avendomai fatto un lavoro degno di questo nome, passano da un bravo fotografo,si rifanno un sorriso verginale e poi dicono “siamo il nuovo che avanza”.No: non mi aspetto niente da chi, come voi, fa finta di litigare la mattinaper poi dividere il bottino la sera. No: non mi aspetto niente da chi non si è mai seriamente preoccupato dellasituazione sanitaria italiana per cui genitori come quelli di Marta devonorischiare di restare disoccupati perché, dovendo stare 24h/24 attenti allapiccolina, non possono muoversi da casa e non possono lasciare la bam-bina nelle mani di gente più o meno preparata professionalmente: per certeattenzioni occorre cuore oltre che preparazione.No: non mi aspetto niente da nessuno di voi perché preferisco mettere ilmio futuro nella mani di Marta. Il suo sorriso, la sua dolcezza, la sua ar-rendevolezza sulla spalla della madre, la sua inconsapevolezza su cosa vo-glia dire vedere il sole e sentire il calore della mamma e del papà solo perpochi mesi mi convincono che le facce di plastica con cui tappezzate le no-stre città non valgono un grammo della bellezza della vita di Marta, che,seppur cronologicamente breve, è più degna della fine che farete fare allanostra povera Italia. Comunque vada. Chiunque vinca. Voterò, certo, perché voglio mantenere la libertà di poterdire sempre la mia. Ma chissà se, nel segreto delle urne, non troveranno una o più schede consu scritto l’unica cosa che mi sta a cuore e che vorrei urlare in questo mo-mento: forza Marta!

    RIFLESSIONI

    Soltanto coluiche nulla s’aspettaè veramente libero

    NORBERTO PELLEGRINO

    “Vivere meglio conrispetto e solidarietà”

    ALESSANDRA GABALLO

    Dalle forti radicila voglia di migliorare

  • 8 La Voce di Nardò

    “Io ho sposato un progetto politicoe sociale che si chiama AndareOltre. In queste ore sono andataoltre quel simbolo perché tra i vari‘contenitori’ nazionali, ce n’erauno che offriva una opportunitàd’affermazione per il mio gruppo.Abbiamo guardato a questo conte-nitore, lontano dalla nostra culturapolitica, come ad uno strumento”. Questo scriveva Maria Grazia So-dero assessore “né né” su facebookall’indomani della figuraccia rime-diata con l’esclusione dalle liste elet-torali della Lega per Salvini.Talvolta la politica supera la realtà.La spocchia, l’arroganza spinge adannunci affrettati. La vicenda è nota,anzi arcinota avendo la notizia fattoil giro dell’Italia. Il Pippi né né, che dopo questa sto-riaa sarà “ex né né”, con le sue mireespansionistiche e megalomanicheavrebbe cercato in tutti i modi dipiazzare in una lista un “suo candi-dato” per cercare di ritagliarsi unospazio politico oltre Nardò. Di “an-dare oltre” insomma. Ma ha dovutofare fagotto e tornarsene mogiomogio a casa sua. Secondo le cronache locali avrebbe“giocato” su tutti i tavoli. Avrebbecercato candidature nel PD conEmiliano, in Forza Italia, avrebbecercato di “piazzare” la propria“compagna” con il M5S. Vero ofalso che sia, non essendo riuscito aconcludere niente, ha giocato lacarta della disperazione e “contrat-tato” con Marti e Caroppo, espo-nenti leccesi della Lega per Salvini,la candidatura della Sodero appuntonella lista della Lega con il benepla-cito degli “ascari” neretini dell’An-gelo Custode in primis. Chiusol’accordo e sicuro di aver fatto“bingo”, stampa in fretta e furia 6x3che annunciano la lieta novella:Maria Grazia Sodero candidata allePolitiche nella Lega per Salvini. Il Pippi “nè né” e i suoi avevanofatto male i conti, dimenticando diaver pestato con tutti questi “traf-fici” i piedi alla Mita che sperava inuna candidatura in Forza Italia, diaver fatto imbufalire il Michelonebarese e di aver messo in imbarazzol’amico, oggi forse ex amico DelliNoci vicesindaco di Lecce in unagiunta di CentroSinistra. Mellone aveva inoltre dimenticatole dichiarazioni rilasciate nel marzo2017 quando aveva detto: “Sicura-mente non possono rappresentarci iriferimenti attuali del centrodestraitaliano, non ci sentiamo rappresen-tati dagli slogan e dal modo di farepolitica dei Salvini né tantomenorappresentati dai Berlusconi deglianni passati. Le nostre battaglie inaiuto dei diritti dei fratelli migrantie il nostro modo di fare politica sulterritorio ci mettono agli antipodidella Lega Nord che, peraltro oggiha l’ambizione politica di diventaremovimento nazionale ma rimaneper statuto territoriale e razzistaanche nei confronti dei meridionali.

    Questo noi non lo dimentichiamo”.Che memoria labile ha il Pippi, maanche la Sodero e tutti gli altri “néné” dovrebbero farsi una bella curadi fosforo, come si diceva un tempo.Fatto sta che mentre Pippi, Maria-Grazia, Agostino e tanti altri “néné”si rimpinzavano festeggiando lacandidatura e si beavano in selfieconvinti di aver fregato tutti, il fatocrudele era in agguato. E già. Nem-meno il tempo di digerire tuttoquello che avevano “scofanato” chegiungeva la ferale notizia. MariaGrazia era stata depennata dallalista. Sembra che non siano bastati

    flaconi di Maalox e non parliamodi pomate, per non essere volgari, alenire i bruciori provocati da questo“affronto”. Che sia stata depennataper ordine del celodurista Salvini oper altri motivi poco importa. Fattosta che i manifesti sono stati imme-diatamente ricoperti. La figuracciarimane tutta. Pippi, Maria Grazia e i“né né” tutti sembra passino ancoranotti insonni a sognare la capitale. Questa la cronaca semiseria di unacandidatura mancata e di una figurabarbina rimediata da Mellone e An-dare Oltre. Al di là delle battut, la candidatura

    annunciata e poi ritirata della dotto-ressa Sodero, esponente di spicco diAndare Oltre, necessita di alcuneconsiderazioni politiche. La prima: Mellone non è un “capo”.In tutta la vicenda non ha mai par-lato. Lui in genere loquace e pun-gente si è trincerato in un assordantesilenzio. “Le istituzioni si onoranocon il coraggio e con la verità. I po-litici sono istituzionali non quandoevitano ma quando affrontano i pro-blemi a viso aperto quelli dei citta-dini e quelli delle proprieorganizzazioni”. Parlare della can-didatura ritirata avrebbe significato

    esporsi. “Uscire da quella genericapiattaforma che finora ha permessodi lanciare ami a destra e sinistra”..Occorre coraggio nell’affrontaremomenti difficili. “Quando ilmondo diventa incerto, quando ognidecisione diventa pericolosa, lagente tende a fuggire, nascondersi,aspettando che passi la bufera. Chiha posizioni di responsabilità non selo può permettere”. Mellone e tutti i suoi, nessunoescluso fatto salvo un comunicatoa firma di tal Erroi, hanno taciuto,sono fuggiti dalle loro responsabi-lità, si sono nascosti. Lasciando sola

    la Sodero che, è bene dirlo, ha ac-cettato il tutto senza fiatare. Ma d’al-tro canto Mellone e i suoi sono solitipontificare con sterili comunicati ocon manifesti ma non hanno il co-raggio di confrontarsi pubblica-mente. Seconda considerazione: Mellone eAndare Oltre hanno perso, am-messo che l’abbiano mai avuta,“quell’aura di verginità politica”sulla quale hanno costruito granparte delle loro fortune politiche.Avevano detto che mai si sarebberoalleati con “le vecchie cariatidi” che“avevano distrutto Nardò” e si sonoalleati con i Vaglio, i Natalizio, iLupo, i Dell’Angelo Custode. Avevano detto di essere “né né” ov-vero di non riconoscersi “né nelladestra né nella sinistra tantomenonel centro”. E inciuciavano conEmiliano, con Pagliaro e infine conCaroppo e Marti. Tutti esponentidella prima e seconda Repubblica.Avevano detto di essere “oltre” lapolitica per “l’ultra” politica. Il grande Norberto Bobbio affer-mava: “chi dice di non essere né didestra né di sinistra, né da unaparte né dall’altra non vuole sem-plicemente far sapere da che partesta”. Verità inconfutabile, solo cheMellone e i suoi hanno osato“oltre”. La loro arroganza li ha traditi. Mel-lone scriveva “c’è l’urgenza di ri-conoscersi in nuove proposte, inpolitici differenti dal passato, pre-parati e radicati sul territorio”. Ca-roppo e Marti sarebbero i “politicidifferenti dal passato?”. Da ridere.Scrive l’Espresso: “Il Carroccio na-zional-popolare è una salsa fatta incasa, come nelle migliori tradizionimeridionali, mistura di democri-stiani, estrema destra e figure equi-voche. Fascioleghismocrociato,una truppa organizzata da MatteoSalvini per conquistare un pezzod’Italia che fino a ieri era a luipressocchè sconosciuto… La sele-zione sembra aver seguito tre rigideregole: godere di uno spiccato ca-risma clientelare, possedere unospirito camaleontico, essere il refe-rente di un blocco elettorale tra-mandato di padre in figlio, aprescindere dalla sigla del partito”.Questa è la Lega al Sud. E Mellonee i suoi insieme ai Dell’Angelo Cu-stode e Obiettivo Comune e forseLupo e altri avrebbero votato o vo-teranno chi per anni ha offeso i Me-ridionali, chi ci ha chiamati“colerosi, parassiti, puzzolenti” chici ha “mandato affanculo perchénon facciamo un cazzo”. Mellone e i suoi, tutti, nessunoescluso da oggi non saranno più “ néné”, non sono niente. Non potrannoimpartire lezioni di coerenza e mo-ralità a nessuno. Hanno dimostratodi essere eredi della peggiore poli-tica, di conoscere e praticare moltobene vizi e vizietti della prima, se-conda … terza Repubblica.

    *****

    IL RAGLIO DELL’ASINELLO

    Una figura da “pirla”Coerenti... come sempre

    FARMACIA COMUNALE • GERONTOCOMIO • INCORONATA

    Saldi e affari “rivoluzionari”è noto che il Comune guidato dal sindaco Mellone ha messo in ven-dita la farmacia comunale e il gerontocomio. La farmacia comunale,oltre a svolgere un servizio sociale, è da due anni in attivo. Il geron-tocomio è uno stabile che potrebbe essere recuperato e utilizzato persvariati scopi. La domanda che sorge spontanea quindi è: “il Comuneha bisogno di soldi?” Se la risposta è “sì”, sorgono altri interrogativi:“Come mai le casse comunali piangono e perché”? Se la risposta è “no”, ci chiediamo: perché vengono messi in venditala farmacia comunale e il gerontocomio? Le risposte date dal Sindacoe dall’assessore sono vaghe e confuse. E tra queste spicca una “perla”relativa alla alienazione della farmacia. Il sindaco Mellone, infatti,afferma: “non potevamo far finta di niente di fronte al postificio perla politica che è stata la farmacia e di fronte alla gestione fallimen-tare come dimostra l’ammanco clamoroso del 2014”.

    è questo il modo di valorizzare una proprietà che si vuole vendere?Se gestione fallimentare vi è stata, i responsabili vanno puniti dallagiustizia. Oggi la farmacia è in attivo. Perché vendere e non gestirla,dimostrando di ben amministrare e di riuscire dove gli avversari avreb-bero fallito? Qualcuno chiede anche del perché non si sia cercato di vendere l’excomune oggi demolito dalle ruspe. Domanda non del tutto peregrina.Vendere e distruggere è molto semplice, costruire è difficile. E ancoramaliziosamente si fa notare che i terreni attorno all’ex comune in zonaIncoronata sono in vendita, legittimamente è bene dirlo. Ma senza lo“scheletro” è tutta un’altra vista… Domanda finale per il sindaco Mel-lone “Potrebbe gentilmente, Sindaco informare i neretini su come ver-ranno spesi i soldi che eventualmente il Comune introiterà dallavendita di queste sue proprietà?”. Non è una domanda difficile per unbuon amministratore che programma la sua attività e amministra èbene ricordarlo beni non suoi in nome e per conto dei neretini e la ri-sposta potrebbe diradare dubbi e perplessità dei corvacci, delle ranoc-chie che tanto cercano di infastidirla.

    PRIMA

    DOPO

  • FEBBRAIO 2018 9

    SOCIETÀ/A cinquant’anni dalla contestazione giovanile che infiammò gli Stati Uniti e l’Europa. E anche Nardò

    Lo scandalo del Liceo occupato, magia del ‘68di ANTONIO MUCI

    Il Sessantotto, anzi un ricordo del Ses-santotto. Cinquanta anni fa. All’im-provviso ti accorgi quanto seidiventato... grande. Pensi subito chenel ’68 i cinquantenni ti sembravano

    vecchi, e forse lo erano davvero, e tu ti ostinia sembrare diversamente giovane.Il primo approccio col ricordo è devastante:è difficile tornare indietro col pensiero, piùti sforzi più devi fare i conti col presente. NelSessantotto volevi girare il mondo caposotto, oggi ti accorgi che il mondo ha giratocapo sotto te. E t’incazzi. Già, t’incazzi per-ché forse il Sessantotto, per fortuna o persfortuna, fa ancora parte di te.Gli uomini comunicano attraverso il lin-guaggio, quello del corpo innanzitutto, chenasce dalle emozioni ed emozioni induce:uno sguardo, un gesto. Dolcezza, amore,violenza, odio. Le parole sono venute dopo,per raccontare le emozioni, passate al filtrodella ragione, eppure ci sono parole capacidi scatenare, subito, emozioni. Parole im-portanti, diverse per ciascuno di noi, alcunecapaci di indurre reazioni opposte, signifi-cante comune di opposti significati. Parolesimbolo a cui masse cospicue di individuiattribuiscono un significato arbitrario chespesso collide con quello attribuito da altremasse cospicue di individui. Parole che di-vidono: Sessantotto è una di queste.

    UN ANNO SPECIALE Sessantotto, naturalmente è un anno, 1968,ma è un anno speciale; un anno da cui, unicocaso nella lingua italiana, è nato un sostan-tivo: sessantottino. Unica analogia nella sto-ria recente i ragazzi del ’99, i diciottenniarruolati durante la Prima Guerra mondiale:furono gli artefici della vittoria sugli au-striaci e furono nominati cavalieri. I sessan-tottini non hanno vinto nessuna guerra,anche perché la gran parte di loro non ap-parteneva ai guerrafondai. Non si battevanoper rivendicare confini, ma per abbatterli;immaginavano un mondo migliore. In Fran-cia, tra gli studenti della Sorbona, l’univer-sità di Parigi, il movimento ebbe subitoconnotati politici; in America, invece, cre-scevano i figli dei fiori, che affidavano allamusica e alle droghe la loro voglia di libertà.

    PACE AMORE E FANTASIAFate l’amore, non fate la guerra era lo slogancon cui, nel 1969, vennero organizzati dueconcerti memorabili, prima a Woodstock,negli Usa, poi nell’isola di Wight, in GranBretagna. Giorni e giorni di musica per cen-tinaia di migliaia di giovani. Qualche nome:Santana, Creedence Clearwater Revival,The Who, Janis Joplin, Jo Cocker, NeilYoung, Jimi Hendrix, Joan Baez. Ed aWight anche il premio Nobel Bob Dylan. E in Italia? Al festival di Sanremo, vittoriadi Bobby Solo e Iva Zanicchi (cantavanoZingara), esordio di Lucio Battisti (cantavaUn’avventura con Wilson Pickett) e finaleper Riccardo Del Turco e Antoine (Che cosahai messo nel caffè).Un anno prima il mo-vimento degli studenti, di sinistra e di destra,aveva avuto il suo battesimo di fuoco aRoma, scontrandosi a Valle Giulia con la po-lizia, chiamata dal rettore a sgomberare lefacoltà occupate dagli studenti. L’eco dellaprotesta era arrivato nelle scuole superiori,quelle delle città universitarie, innanzitutto.A Lecce c’erano stati scontri tra militanti delcircolo Lenin di Puglia e giovani di destra.Ne aveva parlato La Gazzetta del Mezzo-giorno, relegandoli a episodi di teppismoestremista. A Nardò non se ne parlava af-fatto, ma il malcontento nelle scuole c’era ele poche notizie sulla contestazione studen-tesca suscitavano una sorta di emulazione.La Figc, associazione dei giovani comunistinon c’era, ma c’era la Fgsi, quella dei gio-vani socialisti. Quattro gatti che comincia-vano ad interrogarsi su tutto.

    IL TG E I GIORNALI