Antonio Maria Lorgna Tavole Balistiche 1771

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    Antonio Maria Lorgna

    (1735 - 1796)

    Tavolette balisticheTavolette balisticheTavolette balisticheTavolette balistiche

    in Atti della Reale accademia dei Fisiocritici in Siena,ad istanza di Vincenzo Pazzini Carli e Figli, IV, 1771, pp. 187-200

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    Lorgna, Antonio Maria

    Dizionario Biografico degli Italiani E. CuriLORGNA, Antonio Maria. - Nacque a Cerea, presso Verona, il 18 ott. 1735 da Domenico, ufficiale dicavalleria dell'esercito veneto, e Teodora Quarotrio. Battezzato come Antonio Maria, nelle titolazionidelle opere il L. us sempre il nome di Antonio Mario. L'origine della famiglia incerta; moltoprobabilmente croata, forse boema. Nei documenti dell'Universit di Padova e in quelli militari il L. detto "todesco", ma taluno ha adombrato una sua origine lombarda o, addirittura, lunigianese.Sulla giovinezza e gli studi sembra non rimanere documentazione; i primi dati riguardano la suapresenza in Dalmazia, probabilmente al seguito del padre, nel 1757, quando partecipava a lavori dibonifica delle valli del fiume Cherca, voluti dall'allora provveditore generale per la Dalmazia e l'Albania,Alvise Contarini. Per il L. fu quello un periodo di studi intensi. Anche grazie alle lezioni di un colonnello,A. Marcovich, apprese tecniche e teorie idrauliche e di ingegneria generale; acquist una perfettaconoscenza del croato e del francese, oltre che del latino e del greco. Contarini, colpito dalla sua vivacit eversatilit, lo tenne come segretario e interprete e nel 1759 lo iscrisse all'Universit di Padova, nella

    facolt degli artisti; l il L. segu le lezioni di matematica di Giovanni Poleni e quelle di astronomia diGiovanni Alberto Colombo, che gli preconizzarono un futuro scientifico luminoso. Tuttavia il L. non silaure e dopo tre anni abbandon l'Universit per tornare in Dalmazia, dove entr nell'esercito veneto;ma gi nel giugno del 1763 fu chiamato a insegnare le matematiche nel collegio militare di Castelvecchio,istituito nel 1760 a Verona per preparare gli ingegneri militari della Serenissima.Nel collegio il L. percorse una carriera rapida e colma di riconoscimenti, divenendo governatore dellascuola e sovraintendente del Corpo regolato degli ingegneri militari; si devono a lui numerosi e reiteratiregolamenti dell'istituto, i programmi di studio e soprattutto l'impostazione scientifica del collegio,divenuto una sorta di severa e selettiva facolt di ingegneria, nota in Italia e in Europa e particolarmenteimportante per gli studi matematici. Dalla scuola uscirono numerose personalit che si affermarono incampo scientifico o militare, e in particolare in opere di bonifica dei territori della Serenissima, nellalotta contro le alluvioni dei fiumi veneti e nell'ingegneria militare. Il L. rest nel collegio, come docente epoi come direttore, dal 1763 fino alla morte; si pu cos dire che la scuola, chiusa dai Francesi al loroingresso in Verona i primi di giugno del '96, fu una sua creatura. Nel 1798 Napoleone Bonaparte latrasfer a Modena (primo nucleo dell'Accademia militare) nominandone governatore un allievo del L.,Leonardo Salimbeni.Il L. inizi la sua attivit scientifica seguendo il maestro Poleni in un settore che trov poi a Padova, conG. Toaldo, un'alta espressione di ricerca: la raccolta quotidiana di dati e notazioni meteorologiche al finedi cogliere le leggi dei fenomeni atmosferici. In una torre di Castelvecchio egli allest una stazionemeteorologica e raccolse i dati di un anno, che poi pubblic sul periodico veneziano Giornale d'Italiaspettante alle scienze naturali, e principalmente all'agricoltura, all'arte ed al commercio (t. I, 1764, p.156). Contemporaneamente, prosegu le ricerche matematiche e inizi a tessere una tela vastissima dirapporti epistolari con scienziati italiani e stranieri creando una fittissima rete di amicizie e legami conpersone dislocate nelle sedi accademiche pi importanti d'Italia e d'Europa, cui faceva giungere notiziesui suoi successi e copia di ogni sua opera.Il L. ebbe fama di ottimo matematico, il migliore d'Italia a detta di molti (incluso R.G. Boscovich), se siescludeva G.L. de Lagrange, e contribu con numerosi lavori allo sviluppo della disciplina. Coltiv anchela chimica, inserendosi nel dibattito europeo sulla "nuova chimica" di A.-L. de Lavoisier; pur se rest,come molti, sostenitore convinto della teoria flogistica, le sue opere nel settore meritano rispetto eattenzione per la seriet di impostazione, peraltro gi riconosciuta ai suoi tempi, come testimonia laconquista del secondo premio nel concorso internazionale dell'Acadmie des sciences di Parigi per unlavoro sul salnitro (la giuria era presieduta dal Lavoisier), cui parteciparono pi di sessanta concorrentidi tutta Europa e che contribu alla sua notoriet anche internazionale. In cartografia propose una nuovaforma di proiezione topografica, rivoluzionaria per i tempi e utilizzata di frequente nel secolo XIX.Il metodo scientifico del L. era tratto dalla matematica, e in particolare dalla geometria, la sua disciplinapreferita, e consisteva nel partire da pochi assiomi e princip universalmente accolti, costruendo su essitutto l'edificio della ricerca. Il L. fu anche molto aggiornato su vari argomenti di fisica, idrodinamica,meteorologia; di tali discipline acquis una sicura padronanza, scopr nuovi tipi di sostanze coloranti perla pittura e fu uno dei primi a studiare il taglio dell'istmo di Suez per collegare il Mediterraneo al marRosso.

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    Il L. non si mosse mai dal territorio della Repubblica di Venezia, che invece percorse in lungo e in largoper frequenti ispezioni alle strutture idrauliche e per numerose opere di bonifica e ingegneria agli ordinidella Serenissima; fu invitato a recarsi a Vienna, Lisbona e Lucca per studiare problemi idrogeologicilocali, ma i gelosissimi Savi alla scrittura veneziani bloccarono ogni suo trasferimento. Tuttavia i suoistudi scientifici sulla fisica dei fluidi non vanno considerati tutt'uno con l'attivit di ingegnere idraulico alservizio della Serenissima, che svolse per obbligo d'ufficio e forse per ragioni economiche, ma che nonamava e dalla quale chiese pi volte di essere esonerato.Oltre che alle scienze e alle lingue, gli interessi del L., come testimoniano la ricca biblioteca e imanoscritti, si estesero a economia, politica, filosofia, morale. Come nelle scienze, profess nella vita

    convinta e sicura fiducia nelle capacit della ragione, affidando a essa la soluzione di ogni problema,anche di natura sociale. Persino della malattia che lo condusse alla morte, di probabile origine cardiaca,tenne un diligente diario, registrandone giorno per giorno le manifestazioni e le cure a cui si sottoponeva.Speriment su di s medicamenti vari, annotando con estrema diligenza ogni effetto.Non si spos e, pur con tratti di urbanit e cordialit, condusse un'esistenza sostanzialmente appartata;le lettere dei corrispondenti a lui pi vicini insistono spesso nell'invito a risparmiarsi e a non vivereesclusivamente per il lavoro. L'unica, ma notevolissima, passione extrascientifica fu quella per la pittura:raccolse con gli anni una collezione che, a dire di contemporanei, comprendeva tele - tra gli altri - diGiotto, Mantegna, Bellini, Giorgione, Correggio, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Bassano, Rembrandt (o aloro attribuite). Nel 1781, tuttavia, la vendette al conte veronese Giovanni Emilei, per motivi non certi (laconcomitanza con l'avvio della Societ italiana pu indurre a ipotizzare che la vendita servisse afinanziare l'iniziativa); essa and in seguito in gran parte dispersa.

    La concentrazione sulla sua scuola e sull'attivit e le relazioni scientifiche, comunque, non fu solo untratto intellettuale, essendo volta anche ad appagare un desiderio di fama e riconoscimenti, in modoassorbente e anche con sacrificio delle sue sostanze. La stessa poliedricit degli interessi scientifici non sispiega solo con il sincero amore per la ricerca o l'interesse per le novit emergenti in tutta Europa especialmente in Francia, ma anche con un desiderio di visibilit, che lo spinse a occuparsi dei problemiscientifici allora pi in vista. Proprio questo, tuttavia, fece s che la sua ricerca, dalla chimica alla fisicadei fluidi, dalla topografia alla matematica, dalla climatologia allo studio delle sostanze coloranti, fosse insintonia con quella degli studiosi europei pi avanzati; solo verso le discipline biologiche rimasecompletamente indifferente.Come Eulero, si interess della fisica dei fluidi; di idrodinamica, come i Bernoulli; delle equazioni digrado superiore al quarto, come Lagrange; della sintesi e analisi dell'acqua, come Lavoisier; di elettricitcome . Bonnot de Condillac; di cartografia come G. Delisle; di canali e istmi come J.-J. Le Franais de

    Lalande. A ciascuno di costoro fece pervenire i risultati delle sue ricerche e i suoi scritti sui relativiargomenti, ricevendo sempre apprezzamenti; se nessuno dei suoi studi giunse mai a risultati decisivi edefinitivi, tutti furono comunque di ottimo livello. Il carteggio, conservato quasi totalmente nellaBiblioteca civica di Verona, quindi un importantissimo punto di riferimento per gli indirizzi e losvolgersi della scienza in Europa alla fine del Settecento e pone il L. tra le figure centrali della storia dellascienza italiana nel periodo.La sua attenta opera di autopromozione ottenne notevoli risultati. Fu socio delle pi importantiaccademie: in Italia i Ricovrati di Padova (poi Accademia di scienze, lettere ed arti); l'Accademia dellescienze dell'Istituto di Bologna, l'Etrusca di Cortona, quella di scienze e belle lettere di Mantova, dellescienze di Torino, di agricoltura di Torino, di agricoltura ed arti (oltre a quella di pittura) di Verona;all'estero le accademie delle scienze di Parigi, Berlino, Pietroburgo, Montpellier e la Societ di scienzenaturali di Londra. Tra le onorificenze ricevute dal L. per meriti scientifici vi furono quello di nobile della

    citt di Adria e soprattutto quello, allora difficilissimo da ottenere, di cavaliere dell'Ordine dei Ss.Maurizio e Lazzaro.Oltre a circa ottanta opere di matematica, chimica, idraulica, topografia, il L. lasci un gran numero diinediti su vari argomenti, conservati a Verona in parte presso la Biblioteca civica, in parte pressol'Accademia di agricoltura, scienze e lettere. Tra gli editi, oltre ad articoli e memorie in riviste e attiaccademici (per lo pi di matematica pura, ma anche di fisica sperimentale), rientrano diversi manualiper l'uso nella sua scuola (Fabbrica ed usi principali del compasso di proporzione, Verona 1768; DegliElementi di Euclide, Verona 1792) e volumi che raccolsero sue memorie e saggi (Opuscula mathematicaet physica, Veronae 1770; Memorie intorno all'acque correnti, Verona 1777; Saggi di statica e meccanicaapplicate alle arti, Venezia 1782). Diversi di questi scritti furono tradotti e pubblicati in Inghilterra,Francia e Germania.Certamente la sua pi importante impresa di promozione scientifica, coronata da pieno successo, ful'istituzione della Societ italiana delle scienze o Accademia dei XL (dal numero dei soci fissato dallostatuto, pubblicato nel 1786), tutt'oggi operante, della quale concep l'idea forse gi negli anni '60, ma informa pi precisa dal 1776. Dopo prolungati sondaggi presso gli scienziati italiani con cui aveva rapportipi stretti (il maggior ruolo come consulente sembra essere stato di G.F. Malfatti), il L. lanciufficialmente l'iniziativa con una lettera circolare del 1( marzo 1781. Entro il 1782 il quadro dei 40

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    membri si complet, con le adesioni prima e l'associazione poi di personalit come lo stesso Malfatti, A.Volta, G. Arduino, A. Cagnoli, L. Spallanzani, R.G. Boscovich, Lagrange, G. Toaldo, L. Ximenes, F. e G.Fontana, V. Malacarne. La Societ nacque con criteri innovativi, perfino rivoluzionari rispetto a quelliconsueti per corpi analoghi. L'ammissione avveniva per cooptazione, con metodo elettivo; quando sirendeva vacante un posto, i trentanove soci rimasti ne designavano un altro, e il presidente veniva sceltocon la stessa procedura. Non vi era una sede (a fini organizzativi fungeva come tale la residenza delpresidente-segretario) e i Quaranta non si riunivano pubblicamente, essendo solo tenuti a presentare unamemoria scientifica per ogni volume degli atti della Societ (le Memorie di matematica e fisica dellaSociet italiana, apparse dal 1782 con cadenza biennale); lo stesso L. non incontr mai di persona molti

    dei soci. Cos svincolata da ogni forma di potere, l'Accademia dei XL riun le migliori menti scientifichedell'Italia, allora divisa in tanti Stati. Per decisione del L. la lingua delle Memorie doveva essere l'italiano,a indicare l'unione ideale dei soci; egli si addoss le spese per la stampa e la diffusione dei volumi, e fu ilpresidente della Societ dalla fondazione fino alla morte. Negli atti troviamo alcune delle miglioriproduzioni scientifiche dei membri, che li posero al livello dei periodici delle maggiori accademied'Oltralpe. Alla morte del L., Napoleone Bonaparte, ammirato dell'istituzione, la mantenne sotto la suaprotezione, e con il presidente successivo, A. Cagnoli, essa ebbe sede prima a Modena e poi a Milano(solo dopo l'Unit d'Italia la Societ ha avuto una sede fissa a Roma). Si cercato, da pi parti, diattribuire alla Societ anche un intento patriottico, prerisorgimentale. indubbio che nel L. l'orgogliodell'appartenenza alla nazione di Leonardo e Galileo fosse un fattore importante, come confermano -oltre al nome e alla scelta dell'italiano come lingua delle Memorie (nelle accademie scientifiche italianeprecedenti era il latino e, in Piemonte, anche il francese) - l'estensione della selezione dei soci a ogni

    regione italiana e l'istituzione di una classe di soci stranieri (nel senso di transalpini). Tuttavia piprobabile che la fondazione dell'Accademia fosse motivata dal desiderio del L. di porsi al centro diun'impresa che gli consentisse di emergere in campo nazionale e internazionale. Il L. mor a Verona il 28giugno 1796, mentre l'esercito francese faceva il suo ingresso in citt.

    Fonti e Bibl.: Un elenco di oltre cento titoli stato pubblicato da G. Paoloni a corredo degli atti delconvegno Anton M. L. scienziato ed accademico del XVIII secolo tra conservazione e novit, Roma-Verona( 1996, Roma 1998. Per i contributi successivi: G.F. Viviani - G. Volpato, Bibliografia veronese, I-V, Verona 1966-2002, ad indices. Restano essenziali: F. Jacoli, Intorno alla vita ed ai lavori di A.M. L.,in Bull. di bibliografia e storia delle scienze matematiche e fisiche, X (1877), pp. 1-74 (riportadettagliatamente il contenuto di 11 delle 21 buste contenenti i manoscritti del L., conservati nellaBiblioteca civica di Verona; le altre buste contengono il carteggio); Anton M. L.: memorie pubblicate nel

    secondo centenario della nascita, Verona 1937; G. Provenzal, In memoria di Anton Mario L. fondatoredella Societ italiana delle scienze nel secondo centenario della nascita, Roma 1938 (con un elenco degliautori delle lettere al L.); G. Penso, Scienziati italiani e Unit d'Italia. Storia dell'Accademia nazionaledei XL, Roma 1978, pp. 9-39 e passim; Anton M. L. nel 250 anniversario della nascita. Atti delConvegno,( 1985, Verona 1986; C. Farinella, L'Accademia repubblicana: la Societ dei XL e AntonMario L., Milano 1993; F. Piva, Anton M. L. e l'Europa, Verona 1993. E. Curi

    LORGNA, Anton Maria (Cerea 1735 - Verona 1796)Matematico, ingegnere, ufficiale di cavalleria e poi del genio veneto, professore di matematica (1763) e poi governatore della

    scuola militare di Verona, sovrintendente del corpo del genio, cavaliere dell'ordine sabaudo dei SS. Maurizio e Lazzaro,

    fondatore (1782) della Societ Italiana delle Scienze detta dei XL (tra cui Ruggero Boscovich, Luigi Lagrange, Lazzaro

    Spallanzani e Alessandro Volta). Autore di oltre 70 pubblicazioni; nella Biblioteca Civica di Verona si conservano 12

    buste di manoscritti e 9 lettere pertinenti al carteggio scientifico da lui tenuto con i pi noti scienziati del suo tempo.Lasci inoltre in eredit alla Biblioteca Civica la sua ricca biblioteca scientifica. Anton Maria Lorgna. Uno scienziato traconservazione e novit, atti del convegno di Verona 29 e 30 novembre 1996, Accademia di Agricoltura scienze e lettere di

    Verona, Roma, 1998. C. Farinella, "Anton Maria Lorgna e il collegio militare di Verona", in Archivio Veneto, CXXII

    (1991), vol. CXXXVI, N. 171, pp. 85-121. E. Curi, "Le origini della scuola di Castelvecchio: da Collegio militare a scuola

    del genio (1759-1770)", in Atti e memorie dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, s. VI, XCIV,CLXIX, 1995, pp. 125-142. DBILXVI 2006, pp. 116-118[E. Curi].

    Leggi del collegio militare di Verona. Venezia, Pinelli, 1787, in-4.

    Principi di geografia astronomico-geometrica. In Verona, per Dionigi Ramanzini, 1789, pp. 110.

    "Tavoletta balistica di Anton Mario Lorgna, capitano d'ingegneri e professore di mattematiche nel pubblico Collegio militare

    di Verona", in Atti della Reale accademia dei Fisiocritici in Siena, 1771, ad istanza di Vincenzo Pazzini Carli e Figli, IV,pp. 187-200 [Ayala, p. 147].

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