Antonella Amapane su Moda

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MODA IMPORTANTE OSARE SEMPRE LO STILE DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE SI È EVOLUTO DOPO LE OLIMPIADI: LE DAME TORINESI SFOGGIANO MISE ARDITE E ORMAI SONO UN MODELLO DA IMITARE C di Antonella Amapane hi conosce bene il setto- re della moda sa che pa- ragonare Torino a Mila- no è impossibile. Si mettano il cuore in pace i nostalgici del Samia, tesi a rinverdire i fasti di quegli anni cercando invano di riportare le sfilate delle griffe italiane sotto la Mole, vogliosi di dedicare addirittura una rassegna ai giovani designer. Impossibile. Nel primo caso bisogna considerare che le sedi, gli showroom e la stragrande maggioranza delle fabbriche fashion sono nella città meneghina e din- torni. Perché mai gli stilisti la parte più intellettuale di questo comparto. «Milano ha una dimensione cosmopolita, ma Torino ha una vita sociale più intensa e colta. Sta a Milano come Boston sta a New York», so- stiene Giorgio Armani. «Le signore sabaude sono sobrie nella vita quotidiana, ma per le grandi occasioni indossa- no con disinvoltura abiti molto creativi. Sono tra le più eleganti d'Italia, posseg- gono un tocco eccentrico di grande charme», sottolinea Roberto Capucci. Lo stile piemontese si evoluto. In questi ultimi anni è diven- sobrio con dettagli vintage, stampe Anni '70, accessori ricercati. Il risultato è com- posto, ma mai banale». LE SODDISFAZIONI DELLA CREDIBILITÀ A marzo scade il mandato del presidente della Camera della Moda di Milano, Mario Boselli: bisognerà trovare un successore. Fra i nomi che si fanno nell'ambiente, oltre a quello di Raffaello Napoleo- ne ( A.d. di Pitti Immagine), indicato da Miuccia Prada, compare in pole position là biellese Anna Zegna. Perché è un' imprenditrice capace di Grande successo per la manifestazione ottobrina "Voce del verbo moda a cui hanno partecipato più di settantamila persone: una settimana con decine di eventi per la parte più "intellettuale" di questo comparto Cristina Tardito - Kristina 11 Cristina Ferrari di Fisico Carlo Pignatelli dovrebbero trasferire qui - anche solo per la durata di una kermesse - baracca e burattini? Nel secondo caso, i talenti emergenti sarebbe- ro penalizzati dall'assenza della stampa e del pubblico internazionale che gravita su Milano. Detto questo, Torino e il Piemonte hanno un ruolo di tutto rispetto nel tessile-abbigliamento e sotto molti profili. Intanto, dal punto di vista della cre- dibilità, grazie a una rosa di prestigiose aziende e poi, per merito di alcuni stilisti affer- mati che esportano le loro collezioni in tutto il mondo. Senza dimenticare il nutrito gruppo di creativi che sta crescendo. Inoltre, Torino è stata l'unica città capace di far volare alta la moda spo- sandola alla letteratura. Il mese scorso infatti il Circo- lo dei Lettori ha dedicato 70 appuntamenti (con 1 Ornila presenze) alla neo rassegna "Voce del verbo moda", una felice settimana di incontri e eventi che hanno colto tato addirittura un modello da imitare. Perché? Lo spie- ga Kristina Ti, alias Cristina Tardito: «Con le Olimpiadi Torino si è aperta anche a molti eventi mondani di li- vello: le persone hanno co- minciato a vestirsi non più per frequentare i salotti, ma per le inaugurazioni di mo- stre d'arte, prime teatrali, balli alla Venaria, feste al Castello di Rivoli, rassegne come Artissima. Hanno co- minciato a osare prendendo spunto dall'abbigliamento dei giovani. Senza volgari- tà. Hanno mixato il loro dna rapportarsi a livello interna- zionale su tutti i fronti. Che poi la signora sia o meno in- teressata a questo incarico è un altro discorso, ma denota una stima diffusa che pochi possono vantare. GLI STILISTI AFFERMATI Pochi, ma buoni. Carlo Pi- gnatelli, oltre alla Juventus veste tantissimi personaggi. Da Albano a Mario Bion- di, fino a Elio di X Factor. Senza contare gli abiti che realizza per il cinema. Come per esempio quelli per il film "H peggior Natale della mia vita", dove Diego Abbatan- tuono sfoggia quei blazer sartoriali che adorava an- che Mastroianni. Presente in tutti i mercati del Brics lo stilista specializzato in capi da cerimonia sta aprendo svariate boutique in Russia. Alla conquista del Giappone è invece Kristina Ti, reduce dal successo ottenuto con la linea "Ti per Te" disegnata per i grandi magazzini Ovs, inaugurerà ad aprile un Pop Up Store a Aoyama, (Tokio). Senza contare che la sua li- nea di prèt a porter, prodotta a Moncalieri dall'azienda di famiglia, è venduta e distri- buita in 15 Paesi. Come pure Cristina Ferrari della Fisico, che l'anno scorso ha ideato le divise delle hostess di terra a Cape Canaveral per il lancio dello Shuttle STS-134. La Ferrari, ormai l'idolo delle arabe vip, che si sono inna- morate dei suoi capi, questa primavera alla fiera Wedding di Ryad, oltre alla passerella milanese calca quella di Mia- mi con i costumi da bagno. E, alla faccia della crisi, a dicembre inaugura il nuovo show room meneghino in via Borgonuovo 3. Sfilata Kristina Ti Pignatelli sfilata Cp FashionShow NOMI NUOVI IN CITTA I Tra gli emergenti più noti c'è Walter Dang, stilista franco-ispano-vietnamita ex allievo negli atelier di Castelbajac e Cardin. Possiede un talento fresco nell'impostazione e maturo nello stile; gioca con i tessuti, le forme, i colori; crea pezzi unici, sartoriali, dal dettaglio raffinato: la sua è un'idea di couture&lusso insieme. Dang sa come sorprendere: l'ultima invenzione è stata quella di rendere portabile una scultura fatta di stoffa ecemento, dialogo tra fashion, arte e design. Per Francesca Zunino tutto è iniziatocon un poncho: in pochi mesi è stato eletto a must, sinonimo di «easy luxury». Il concetto vincette è quello del «senza taglia». Epoi frange a profusione. Usa pelli di montone, camoscio e capra dando vita a capi sfoderati dal taglio a vivo con bottoni in cocco fatti a mano ed etichette in papiro. Oggi il suo sofisticato made in Italy ha conquistato il mercato francese, diventando presenza fissa all'Atmosfère di Parigi; le sue collezioni (Luciana Littizzetto è una fan) si trovano in Giappone, Germania, Svizzera e Inghilterra. Invece Alice Capelli, in arte Autopsie Vestimerttaire, reinventa tessuti haute de gamme in capi dal piglio concettuale, mentre Ombradifoglia, alias Elenea Pignata, privilegia forme minimaliste, ispirate dallo stile nordico. La Pinacoteca Agnelli haesposto i suoi «gioielli di carta», ma Debora Zavaglia - già presente alla Fashion Week milanese - crea soprattutto abiti, una «Non collezione», così come ama definirla, un omaggio ai Padri della moda. E così i suoi abiti sono stati battezzati Worth, Poiret, Schiaparelli, Dior, Chanel, Quant, perché in ognuna di queste creazioni c'è un piccolo richiamo ai Maestri. Stafacendo strada anche Patry Cuoreblu le cui collezioni hanno sfilato un po' in tutta lapenisola evestito vari concorsi di bellezza, tra cui Miss Mondo Italia 2010 e le miss del Gira d'Italia 2012. Usa tessuti molto colorati efluttuanti come la seta, il raso e lo chiffon; il prossimo gennaio la sua collezione debutterà aLondra.

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MODA

IMPORTANTEOSARE SEMPRELO STILE DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE SI È EVOLUTODOPO LE OLIMPIADI: LE DAME TORINESI SFOGGIANOMISE ARDITE E ORMAI SONO UN MODELLO DA IMITARE

C

di Antonella Amapane

hi conosce bene il setto-re della moda sa che pa-ragonare Torino a Mila-

no è impossibile. Si mettanoil cuore in pace i nostalgicidel Samia, tesi a rinverdire ifasti di quegli anni cercandoinvano di riportare le sfilatedelle griffe italiane sotto laMole, vogliosi di dedicareaddirittura una rassegna aigiovani designer.Impossibile. Nel primocaso bisogna considerareche le sedi, gli showroom ela stragrande maggioranzadelle fabbriche fashion sononella città meneghina e din-torni. Perché mai gli stilisti

la parte più intellettuale diquesto comparto.«Milano ha una dimensionecosmopolita, ma Torino hauna vita sociale più intensae colta. Sta a Milano comeBoston sta a New York», so-stiene Giorgio Armani. «Lesignore sabaude sono sobrienella vita quotidiana, ma perle grandi occasioni indossa-no con disinvoltura abitimolto creativi. Sono tra lepiù eleganti d'Italia, posseg-gono un tocco eccentrico digrande charme», sottolineaRoberto Capucci. Lo stilepiemontese si evoluto. Inquesti ultimi anni è diven-

sobrio con dettagli vintage,stampe Anni '70, accessoriricercati. Il risultato è com-posto, ma mai banale».

LE SODDISFAZIONIDELLA CREDIBILITÀA marzo scade il mandatodel presidente della Cameradella Moda di Milano, MarioBoselli: bisognerà trovare unsuccessore. Fra i nomi che sifanno nell'ambiente, oltre aquello di Raffaello Napoleo-ne ( A.d. di Pitti Immagine),indicato da Miuccia Prada,compare in pole position làbiellese Anna Zegna. Perchéè un' imprenditrice capace di

Grande successo per la manifestazione ottobrina "Voce del verbo modaa cui hanno partecipato più di settantamila persone: una settimanacon decine di eventi per la parte più "intellettuale" di questo comparto

Cristina Tardito - Kristina 11

Cristina Ferrari di Fisico

Carlo Pignatelli

dovrebbero trasferire qui -anche solo per la durata diuna kermesse - baracca eburattini? Nel secondo caso,i talenti emergenti sarebbe-ro penalizzati dall'assenzadella stampa e del pubblicointernazionale che gravitasu Milano. Detto questo,Torino e il Piemonte hannoun ruolo di tutto rispettonel tessile-abbigliamento esotto molti profili. Intanto,dal punto di vista della cre-dibilità, grazie a una rosa diprestigiose aziende e poi, permerito di alcuni stilisti affer-mati che esportano le lorocollezioni in tutto il mondo.Senza dimenticare il nutritogruppo di creativi che stacrescendo. Inoltre, Torino èstata l'unica città capace difar volare alta la moda spo-sandola alla letteratura. Ilmese scorso infatti il Circo-lo dei Lettori ha dedicato 70appuntamenti (con 1 Ornilapresenze) alla neo rassegna"Voce del verbo moda", unafelice settimana di incontrie eventi che hanno colto

tato addirittura un modelloda imitare. Perché? Lo spie-ga Kristina Ti, alias CristinaTardito: «Con le OlimpiadiTorino si è aperta anche amolti eventi mondani di li-vello: le persone hanno co-minciato a vestirsi non piùper frequentare i salotti, maper le inaugurazioni di mo-stre d'arte, prime teatrali,balli alla Venaria, feste alCastello di Rivoli, rassegnecome Artissima. Hanno co-minciato a osare prendendospunto dall'abbigliamentodei giovani. Senza volgari-tà. Hanno mixato il loro dna

rapportarsi a livello interna-zionale su tutti i fronti. Chepoi la signora sia o meno in-teressata a questo incarico èun altro discorso, ma denotauna stima diffusa che pochipossono vantare.

GLI STILISTI AFFERMATIPochi, ma buoni. Carlo Pi-gnatelli, oltre alla Juventusveste tantissimi personaggi.Da Albano a Mario Bion-di, fino a Elio di X Factor.Senza contare gli abiti cherealizza per il cinema. Comeper esempio quelli per il film"H peggior Natale della mia

vita", dove Diego Abbatan-tuono sfoggia quei blazersartoriali che adorava an-che Mastroianni. Presentein tutti i mercati del Brics lostilista specializzato in capida cerimonia sta aprendosvariate boutique in Russia.Alla conquista del Giapponeè invece Kristina Ti, reducedal successo ottenuto con lalinea "Ti per Te" disegnataper i grandi magazzini Ovs,inaugurerà ad aprile un PopUp Store a Aoyama, (Tokio).Senza contare che la sua li-nea di prèt a porter, prodottaa Moncalieri dall'azienda di

famiglia, è venduta e distri-buita in 15 Paesi. Come pureCristina Ferrari della Fisico,che l'anno scorso ha ideato ledivise delle hostess di terra aCape Canaveral per il lanciodello Shuttle STS-134. LaFerrari, ormai l'idolo dellearabe vip, che si sono inna-morate dei suoi capi, questaprimavera alla fiera Weddingdi Ryad, oltre alla passerellamilanese calca quella di Mia-mi con i costumi da bagno.E, alla faccia della crisi, adicembre inaugura il nuovoshow room meneghino in viaBorgonuovo 3.

Sfilata Kristina Ti Pignatelli sfilata Cp FashionShow

NOMI NUOVI IN CITTA ITra gli emergenti più noti c'è Walter Dang, stilista franco-ispano-vietnamitaex allievo negli atelier di Castelbajac e Cardin. Possiede un talento fresconell'impostazione e maturo nello stile; gioca con i tessuti, le forme, i colori;crea pezzi unici, sartoriali, dal dettaglio raffinato: la sua è un'idea dicouture&lusso insieme. Dang sa come sorprendere: l'ultima invenzione èstata quella di rendere portabile una scultura fatta di stoffa e cemento,dialogo tra fashion, arte e design. Per Francesca Zunino tutto è iniziato conun poncho: in pochi mesi è stato eletto a must, sinonimo di «easy luxury».Il concetto vincette è quello del «senza taglia». E poi frange a profusione.

Usa pelli di montone, camoscio e capra dando vita a capi sfoderati daltaglio a vivo con bottoni in cocco fatti a mano ed etichette in papiro. Oggi ilsuo sofisticato made in Italy ha conquistato il mercato francese, diventandopresenza fissa all'Atmosfère di Parigi; le sue collezioni (Luciana Littizzetto èuna fan) si trovano in Giappone, Germania, Svizzera e Inghilterra.Invece Alice Capelli, in arte Autopsie Vestimerttaire, reinventa tessuti hautede gamme in capi dal piglio concettuale, mentre Ombradifoglia, aliasElenea Pignata, privilegia forme minimaliste, ispirate dallo stile nordico. LaPinacoteca Agnelli ha esposto i suoi «gioielli di carta», ma Debora Zavaglia

- già presente alla Fashion Week milanese - crea soprattutto abiti, una«Non collezione», così come ama definirla, un omaggio ai Padri della moda.E così i suoi abiti sono stati battezzati Worth, Poiret, Schiaparelli, Dior,Chanel, Quant, perché in ognuna di queste creazioni c'è un piccolo richiamoai Maestri. Sta facendo strada anche Patry Cuoreblu le cui collezioni hannosfilato un po' in tutta la penisola e vestito vari concorsi di bellezza, tra cuiMiss Mondo Italia 2010 e le miss del Gira d'Italia 2012. Usa tessuti moltocolorati e fluttuanti come la seta, il raso e lo chiffon; il prossimo gennaio lasua collezione debutterà a Londra.