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Anno: XXXVII N° 31-32 01 Maggio 2016 Edito da: Parrocchia San Domenico - Molfetta - Tel/Fax 080 3355000 www.parrocchiasandomenico.it mail: [email protected]

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Anno: XXXVII N° 31-32 01 Maggio 2016

Edito da: Parrocchia San Domenico - Molfetta - Tel/Fax 080 3355000 www.parrocchiasandomenico.it

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La Nostra Voce Anno: XXXVII N° 31-32 01 Maggio 2016

La Santa dell’impossibile

"Tucta allui se diete. Si diede tutta o Lui"

Santa Rita è una delle Sante più amate nel mondo: ci sono infatti San-tuari a Lei dedicati persino in Africa e Oceania, oltre che naturalmente nelle Americhe, in Europa e Asia. Il suo mes-saggio di pace è arrivato ovunque. E’ la Santa dei "casi impossibili". Ogni anno, durante il mese di maggio, migliaia di pellegrini vanno in preghiera al Santuario di S. Rita a Cascia (in Um-bria) e salgono anche sullo Scoglio di

Roccaporena, che si trova sulla sommi-tà di uno sperone roccioso raggiungibile attraverso una lunga scalinata, che molti fanno anche in ginocchio. Su que-sto scoglio, dove secondo la tradizione la Santa pregava intensamente, sono rimaste impresse le impronte delle gi-nocchia e dei gomiti di Rita, la "Santa dell' impossibile". Se tutti conoscono la storia di Ri-ta, forse non è altrettanto per la storia del Suo sarcofago, esposto al pubblico, all'interno della bellissima cappella a Lei intitolata. Si legge tra le carte del processo che dopo la Sua morte, avvenuta tra il 21 e il 22 maggio del 1447, le campane del Monastero, mosse da mani invisibi-li, si siano messe a suonare. Il Suo cor-po fu portato in Chiesa, avvolto in un

lenzuolo, per essere poi sepolto nel ci-mitero delle suore. Tuttavia, non tro-vando nel paese nessuno che potesse farle la bara, lasciarono il corpo esposto in chiesa per un po’ di tempo, cosicché la gente prese l'abitudine di accorrere continuamente in chiesa per venerarla e pregare. Un certo mastro falegname, di no-me Cicco Barbari da Cascia, vedendo il corpo sempre esposto senza protezione

alcuna, esclamò: "Ah! se non fossi stroppiato, la farei io questa cas-sa". A queste parole immediatamente egli guarì e costruì così lui la prima bara, chiama-ta "cassa umile". Nel 1457 scoppiò all'interno dell' oratorio

un incendio, ma il corpo e la cassa di Rita rimasero intatti: fu l'occasione per metterla in un altro sarcofago, più im-ponente, conosciuto come "cassa solen-ne", fatto sempre dallo stesso Mastro Cecco come ex voto. Oggi il corpo di Rita è ospitato in-vece in una cappella contigua al colon-nato della Basilica, in stile neobizanti-no, in una teca di vetro, realizzata nel 1930, delimitata da una grata in ferro: il corpo della Santa è ospitato in una teca dì vetro, a sua volta riposto in un sarcofago realizzato nel 1930 e collocato nella sua posizione attuale nel1947. Ai lati del sarcofago ci sono i quattro ange-li delle virtù cardinali, ossia la tempe-ranza, la fortezza, la giustizia e la pru-denza. Le virtù che oggi risolverebbero i "casi impossibili" del nostro mondo.

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La Nostra Voce Anno: XXXVII N° 31-32 01 Maggio 2016

Le tossine dell’anima Quante e quante volte è accaduto di non sentirci bene nel corpo: malanni di ogni genere ci affliggono, dai più comuni ai meno frequenti; dai più innocui ai più terribili e pericolosi. Così ci rivolgiamo al medico e se ciò non basta andia-mo dagli specialisti, nella speranza che tutto pas-si nel più breve tempo possibile. Insomma, con controlli diagnostici, farmaci e terapie ci sforzia-mo di tener salvo il nostro corpo. Inoltre, curia-mo anche l'alimentazione, evitando di assumere cibi o sostanze che possano generare tossine. Ma, cosa sono le tossine? Sono sostanze che hanno effetti nocivi su un organo o sull’intero organismo; sono, quasi, dei veleni che non consentono di vivere in for-

ma, in buona salu-te. Anche lo spirito ha le sue tossine, con una differenza ri-spetto a quelle che invadono il corpo.

Le tossine dello spirito sono volontariamente introdotte da noi con la nostra volontà, provo-cando stati di malessere esistenziale. Ecco l'elenco delle tossine più frequenti, molto diffuse nel genere umano, perfino in quel-la parte di esso che viene definita “Popolo di DIO”. - IRA: è l’impeto violento dell’anima, improvviso, che si rivolge contro qualcuno. Per ira si possono commettere atti di estrema violen-za, quando da essa si resta accecati. Nella Teolo-gia della Chiesa Cattolica è uno dei sette peccati capitali. Le cronache quasi giornalmente ci fan-no conoscere episodi gravi, connessi con l’ira: discussioni generate da motivi seri o banali, con-clusioni non condivise di storie d’amore, separa-zioni di coniugi. - VENDETTA: è un castigo privato, che induce molta soddisfazione in chi la elargisce; è una punizione per un atto, un torto o un oltrag-gio subìti. Può essere verbale oppure fisica, fino a sconfinare in autentica violenza. - CALUNNIA: è collegata con la vendet-ta. Si manifesta con accuse false, inventate per

diffamare o screditare qualcuno. È fatta di bugie infamanti per coloro che ne sono oggetto. - MALDICENZA: si tratta di un vizio molto diffuso, caratterizzato da chiacchiere inop-portune, tanto per parlare male di qualcuno. Spesso essa non ha uno scopo preciso, tanto che la si mitiga con l’ironia. - AVARIZIA: è un altro dei sette vizi ca-pitali, caratterizzato da morboso attaccamento al denaro. Si diventa schiavi del desiderio egoistico di accumularne sempre più, spendendo il mini-mo possibile. L’avarizia ignora totalmente gesti di bontà, di solidarietà in favore di chi ha biso-gno. - SUPERBIA: è l’eccessiva opinione, sti-ma di sé, delle proprie capacità e dei propri me-riti, che si manifesta con una ostentazione di al-tera superiorità e di disprezzo per gli altri. È il primo dei sette peccati capitali. - EGOISMO: consiste nell’eccessivo a-more portato verso sé stessi, verso i propri beni, che non tiene in alcuna considerazione le esigen-ze e i bisogni altrui. È il contrario dell’altruismo. - INVIDIA: è un sentimento negativo, di rancore, di astio per la fortuna, la felicità, le qua-lità altrui, spesso unito al desiderio che tutto ciò si trasformi in male per gli altri. Quando questo desiderio perverso viene esasperato, vale il det-to: “Crepare d'invidia”. - GELOSIA: è lo stato d'animo morboso proprio di chi, a torto o a ragione, dubita dell'a-more, della fedeltà della persona amata. Ma, è anche zelo, cura scrupolosa delle proprie cose, dei beni personali che non possono appartenere anche ad altri. Queste sono soltanto alcune delle tossine presenti nell’anima: ce ne sarebbero altre, però l’elenco si farebbe lungo. Lo spirito intossicato è scarsamente incline ad accogliere DIO nel pro-prio interno. Anzi, si può affermare che DIO di-venta un impaccio, una presenza scomoda per il modo di fare consueto così largamente diffuso. Si preferisce vivere una esistenza che si logora, si macera, si inaridisce unicamente per coltivare e tenere in vita questi autentici veleni che non danno gioia, pace interiore. Continua a pag.4

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La Nostra Voce Anno: XXXVII N° 31-32 01 Maggio 2016

La Pia Opera Perpetua per i caduti nella guerra 1915-1918 Il centenario della I Guerra Mondiale 1915-1918 ha avviato in ambito locale una serie di manifestazioni commemorative (mostre, conferenze, concerti, ecc.) molto seguite; anche alcune testate locali pubblicano di volta in volta contributi che riportano le memorie, i ricordi, le realtà, gli stati d’animo che preoccupavano i militari coinvolti al fronte. Non meno erano le ansie delle famiglie dei militari che speravano nel feli-ce ritorno dei propri cari. Sfo-gliando la pubblicazione dell’Unio-ne Femminile Cattolica Italiana - Sezione di Molfetta realizzata nel 1922, conservata presso la locale Biblioteca Comunale e dedicata ai suoi numerosi caduti nel corso della guerra, ci rendiamo conto del contributo di sofferenza che la città offrì alla patria. Nel mese di settembre 1916 don Ilarione Giovene (1875-1965) giovane e fresco parroco della nuova Parrocchia S. Domeni-co attraverso un manifesto dette notizia della costituzione dell’O-

pera Pia Perpetua in suffragio dei soldati caduti in guerra. Era questa un’iniziativa propria del parroco per alleviare in parte il dolore di tutte quelle famiglie colpite dal lutto dei propri cari. Opera Pia Perpetua – in suffragio dei soldati morti in guerra – eretta nella chiesa parrocchiale di S. Domenico – in Molfetta. A fine di suffragare le anime di tan-te povere vittime che la presenta guerra sta seminando sui campi di battaglia, sui mari e financo nelle città indifese, seguendo l’esempio di altre diocesi, abbiamo divisato di isti-tuire in questa Parrocchia di S. Do-menico l’Opera pia suddetta, appro-vata ed ecomiata da S. E. Mgr. Ve-scovo. Essa sarà costituita dalle offerte spontanee dei fedeli, specialmente delle famiglie dei caduti. Tale offerte costituiranno un capitale la cui rendita annua, sotto la dipendenza dell’Autorità ecclesiastica, sarà destina-ta a suffragare con Messe ed altre opere di pietà,

secondo l’entità delle offerte, le ani-me in modo speciale dei soldati e marinai Molfettesi che eroicamente cadono sul campo dell’onore, i cui nomi saranno elencati in un quadro che verrà situato in questa chiesa parrocchiale. Il Parroco di S. Domenico – Economo Spirituale Ilarione Giovene. Approviamo e vivamente raccoman-diamo l’Opera pia sudetta - Molfetta nel Palazzo Vescovile, 19 settembre 1916. - Pasquale Vescovo. Il manifesto fu stampato dal Pre-m i a t o S t a b ( i l i m e n t o ) . Tip(ografico). Stefano de Bari & Figli, ubicato in Piazza V. Emma-nuele, 4. Questa prima lodevole iniziativa di don Ilarione ebbe un seguito anni dopo, quando nel 19-51 promosse la costruzione della Via Crucis lungo il viale del Cimi-tero. Corrado Pappagallo

Don Franco Sancilio - Antonio Capurso - Angela Camporeale - Luigi Albanese - Sergio Mezzina

Redazione

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BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE NELL’ANNO 2016 Non volevo mancare anche quest’anno all’appuntamento della benedizione delle famiglie. Ho cominciato, ma devo riconoscere che è un po’ difficile portare a termine ...l ‘ impresa . Ci sono tante scadenze, tanti appuntamenti. Ho pensato che almeno ll’acqua benedetta deve arrivare in tutte le case. E allora ecco la iniziativa di quest’anno. Appena leggete questo articolo potete venire in parrocchia a ritirare una boccettina che riporta la foto qui accanto, contenente l’acqua benedetta. L’invito lo rivolgo a tutti. L’8 maggio

festa della Madonna del Rosario e festa della Mamma tutta le famiglie si ritroveranno intorno al-la mensa domestica e capo famiglia o chi per lui aspergerà con l’acqua benedetta i membri e i lo-cali della casa; il gesto sia accompagnato dalla recita della preghiera del Buon Pastore con l’ Ave Maria per impetrare dal Signore e dalla Santa Vergine la protezione su ogni giorno vissuto all’in-terno della casa e su tutti i componenti della famiglia. In mia assenza ci si potrà rivolgere a chi al momento è presente in Chiesa. Per gli ammalati e anziani la boccettina sarà recapitata a domici-lio dai ministri della Eucaristia. Il recapito verrà in settimana. Don Franco

Continuazione da pag. 3 Rifiutando DIO, rifiutiamo l’Amore che solo Egli sa donarci. Non ripudiando le negatività impediamo alla Sua Luce di renderci migliori, più autentici Figli suoi. In questo Anno Santo Giubilare il Padre del Cielo sia il nostro medico, Colui che ci risana. Dobbiamo solo volerlo, desiderarlo e saremo donne e uomini pieni di gioia … nuovi! M. Luigi Albanese