ANNO XXIII - N. 10 AGOSTO/SETTEMBRE 2018 LA NUOVA FENICE€¦ · note dell’inno di Paisiello, il...

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Tarì 2 (€ 0,50) ANNO XXIII - N. 10 AGOSTO/SETTEMBRE 2018 LA NUOVA FENICE na, Cav. di Gr.Cr. di Grazia Eccle- siastico. Il Papa ha anche incon- trato il Vicario della Diocesi di Piazza Armerina Mons. Mons. Ri- voli e don Lino Di Dio, cappella- ni costantiniani. A Piazza Arme- rina il Papa ha pronunciato un di- scorso in cui ha detto di conosce- re i problemi della popolazione piazzese e di fronte a tali sofferen- G iorno 15 settembre SS Papa Francesco è atterra- to in mattinata a Catania nella base militare di Sigonella. A riceverlo il cappellano militare di Sigonella Don Giovanni Salvia, cappellano costantiniano. In eli- cottero ha raggiunto Piazza Arme- rina dove è stato accolto dal Ve- scovo, S.E. Mons. Rosario Gisa- tare i giovani a salvarsi dalle grinfie mafiose. Dopo la solenne funzione religiosa, ha raggiunto in forma privata la Missione Speran- za e Carità di Biagio Conte dove ha pranzato con gli ospiti della missione insieme a Biagio Con- te e Padre Pino, assistente spiritua- le della struttura. dopo una breve visita al quartiere Brancaccio ze ha invitato la comunità eccle- siale di offrire misericordia. Subi- to dopo la breve permanenza nel- la Diocesi di Piazza Armerina, sempre in elicottero, ha raggiun- to Palermo dove è stato accolto da più di 100.000 fedeli che lo accla- mavano. Durante l’omelia ha ri- cordato la figura del Beato Pino Puglisi e il suo coraggio nell’aiu- VISITA DEL PAPA IN SICILIA

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  • Tarì 2 (€ 0,50)

    ANNO XXIII - N. 10 AGOSTO/SETTEMBRE 2018

    LA NUOVA FENICE

    na, Cav. di Gr.Cr. di Grazia Eccle-siastico. Il Papa ha anche incon-trato il Vicario della Diocesi diPiazza Armerina Mons. Mons. Ri-voli e don Lino Di Dio, cappella-ni costantiniani. A Piazza Arme-rina il Papa ha pronunciato un di-scorso in cui ha detto di conosce-re i problemi della popolazionepiazzese e di fronte a tali sofferen-

    Giorno 15 settembre SSPapa Francesco è atterra-to in mattinata a Catania

    nella base militare di Sigonella. Ariceverlo il cappellano militare diSigonella Don Giovanni Salvia,cappellano costantiniano. In eli-cottero ha raggiunto Piazza Arme-rina dove è stato accolto dal Ve-scovo, S.E. Mons. Rosario Gisa-

    tare i giovani a salvarsi dallegrinfie mafiose. Dopo la solennefunzione religiosa, ha raggiunto informa privata la Missione Speran-za e Carità di Biagio Conte doveha pranzato con gli ospiti dellamissione insieme a Biagio Con-te e Padre Pino, assistente spiritua-le della struttura. dopo una brevevisita al quartiere Brancaccio

    ze ha invitato la comunità eccle-siale di offrire misericordia. Subi-to dopo la breve permanenza nel-la Diocesi di Piazza Armerina,sempre in elicottero, ha raggiun-to Palermo dove è stato accolto dapiù di 100.000 fedeli che lo accla-mavano. Durante l’omelia ha ri-cordato la figura del Beato PinoPuglisi e il suo coraggio nell’aiu-

    VISITA DEL PAPAIN SICILIA

  • dove è ubicata la casa del BeatoPino Puglisi. Il Papa sempre ac-compagnato dall’Arcivescovo diPalermo Don Corrado Lorefice,ha incontrato il clero locale in cat-tedrale dove ha invitato i sacerdo-ti e i seminaristi a servire nellasemplicità senza attaccarsi allecose materiali terrene. Il Papa haesortato i sacerdoti a seguirel’esempio del Beato Puglisi impa-rando a sporcarsi le mani con iproblemi delle persone. Al termi-ne dell’incontro con il clero il Papa

    ha raggiunto piazza Politeamadove ha incontrato i giovani e li haesortati a combattere per i loro so-gni e a parlare con gli anziani chesono le loro radici. Una pianta sen-za radici non può vivere. Così igiovani senza le loro radici nonpossono avere un futuro. Tra il tri-pudio dei fedeli il Papa in serataha raggiunto l’aeroporto di Pun-ta Raisi da dove è partito per farritorno a Roma in Vaticano. A pre-sto Santità!

    Pietro D’Antoni

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    S.E. REV.MA MONS. MICHELE PENNISI,PRIORE COSTANTINIANO PER LA SICILIA,

    HA CONSEGNATO 2000 KG DI PASTAALLA MISSIONE SPERANZA E CARITÀ DI

    BIAGIO CONTE, DONATI DAL GRAN MAESTRO.

    Sabato 8 settenbre alle ore11.00 S.E. Rev.ma Mons.Michele Pennisi, Arci-

    vescovo di Monreale e Prioreper la Sicilia del Sacro MilitareOrdine Costantiniano d S. Gior-gio, accompagnato dal delegatovicario Antonio di Janni e dai ca-valieri Alberto Marino e Gaeta-

    no Giarrusso, ha consegnato2000 kg di pasta alla MissioneSperanza e carità inviati dS.A.R. il Principe Carlo di Bor-bone delle Due Sicilie. Dal 21dicembre 2017 sono stati conse-gnati 9.000 Kg di pasta per lamissione. Kg 3.000 a dicembre,Kg 2.000 a febbraio, Kg 2.000

    ad aprile dallo stesso PrincipeCarlo di Borbone accompagna-to dalla sorella, la PrincipessaBeatrice, Gran Prefetto costan-tiniano e altri 2.000 kg nel mesedi ottobre. Il Principe durante lavisita dell’aprile scorso, è rima-sto particolarmente colpito dal-le attività della missione. Si è

    impegnato personalmente neldonare sia alimenti che materas-si necessari per l’accoglienza de-gli ospiti della missione. A finesettembre la Principessa Beatri-ce verrà a Palermo per conse-gnare altri presidi importantiper la missione.

    Antonio di Janni

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    SOLENNITÀ DELL’ESALTAZIONEDELLA S. CROCE A PALERMO

    Venerdi 14 settembre, So-lennità del’Esaltazionedella Santa Croce, pres-

    so la chiesa di S. Francesco diPaola di Palermo, una rappresen-

    tanza di cavalieri della delegazio-ne Sicilia del Sacro Militare Or-dine Costantiniano di S. Giorgioha partecipato a una delle più im-portanti festività costantiniane.

    A presiedere la Solenne LiturgiaS.E. Rev.ma Mons. Antonio Sta-glianò, Vescovo di Noto e Cav.Gr. Cr. di Grazia Ecclesiastico.Hanno concelebrato il Molto

    Reverendo Padre Saverio Cento,correttore Provinciale dei PadriMinimi, Comm. di Grazia Eccle-siastico, Padre Antonio Porrettae Padre Giorgio Terrasi, cavalie-

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    ri di Grazia Ecclesiastico. Con lenote dell’inno di Paisiello, il Ve-scovo e il corteo hanno fatto illoro ingresso nella chiesa gremi-ta dai fedeli e dai giovani venu-ti da varie parti della Sicilia perassistere l’indomani alla S. Mes-sa di Papa Francesco. Molto toc-cante l’omelia che dalla scoper-ta della S. Croce da parte di S.Elena, madre dell’ImperatoreCostantino, ha affrontato il temadi cosa significhi essere oggicristiani e chi realmente oltre a

    dirlo lo è veramente. Quest’ome-lia ha tanto coinvolto i fedeli che,come un’onda oceanica, un fra-goroso applauso ha riempito lachiesa. Al termine della cerimo-nia religiosa è stato letto il mes-saggio del Gran Priore S. Em.zaRev.ma il Cardinale Martino e su-bito dopo c’è stata l’adorazionedel Corpus Domini. Presenti icappellani costantiniani Mons.Gaetano Tulipano e Don Giusep-pe Iozzia.

    Vincenzo Nuccio

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    FESTA LITURGICA DELL’ESALTAZIONEDELLA SANTA CROCE A MARSALA

    14 Settembre 2018

    Il gruppo dei Cavalieri Co-stantiniani spiritualmente fa-cente riferimento alla Dio-

    cesi di Mazara del Vallo, retta daS.E. Mons. Domenico Moga-vero, Cav. di Gr. Cr. di GraziaEcclesiastico, ha sentito la ne-cessità di riunirsi, per approfon-dire il mistero salvifico dellaSanta Croce in un luogo di Cultoe di Spiritualità molto intenso eparticolare: il Santuario Dioce-sano di San Francesco di Paolain Marsala, (detto S. Padre dellePerriere).Il santuario trae la sua origine,circa alla metà dell’ottocento, dauna grotta di circa 20mq scavatalateralmente in una cava di tufoin cui era collocata una modestaimmagine di S. Francesco.La Grotta veniva visitata daquanti avevano chiesto Grazie eassistenza al Santo taumaturgo esi sentivano da lui vivamenteprotetti. Questo legame con laGrotta si andò sempre più svi-luppando grazie alla sentita fededegli agricoltori nei confrontidel grande Santo, per la cui In-tercessione, molti devoti hannoattestato di aver ricevuto graziee miracoli, testimoniandolo ma-terialmente con offerte ed exvoti in cera.

    Con la donazione alla Diocesi,da parte dei diversi proprietari,sia della Grotta che dei terrenivicini, nel corso di un secolo siè potuto realizzare un complessomolto ampio tale da poter dive-nire un centro di spiritualità eaggregazione, dotato di unachiesa molto suggestiva, di tipoipogea ricavata riutilizzando glispazi delle ex cave di tufo.Ottenuta la regolare e preven-tiva autorizzazione dal DelegatoVicario, è stato chiesto al Ret-tore del Santuario, Mons. DonGaspare Tortorici, Cavaliere diGrazia Ecclesiastico, di presie-dere la liturgia.Erano presenti, da Castellamma-re, Padre Michele Crociata, Cava-liere di Grazia Ecclesiastico, cheha concelebrato, e che prima deltermine della S. Messa ha letto convigore e compenetrazione la let-tera di riflessione che S.Em.zaRev.ma il Signor Cardinale Raf-faele Martino, Gran Priore dell‘Ordine Costantiniano di S. Gior-gio ha inviato in occasione dellasolennità; da Sciacca, Comm.Giuseppe Grandinetti, Decanodella Riunione, Cav. Giuseppe Li-pari; da Castelvetrano, Comm.Michele Salerno, Cav. FrancescoCalcara, Cav. Baldo Cacioppo; daMarsala, Cav. Camillo Carpintie-

    ri, Cav .Nicola Saladino; da Tra-pani, Cav. Antonio Patti.Presenti anche Dama Beneme-rita Pia Messina Lentini da Ca-stelvetrano e la Dama Volontaria(Briciole di Salute)Mirella Car-pinteri da Marsala.L’omelia magistralmente tenutada Mons. Tortorici, lunga e arti-colata, come richiesto dai pre-senti per meglio celebrare condevozione e competenza la So-lennità, si è articolata in due si-gnificativi momenti.Quello storico che si ricollegaalla dedicazione delle BasilicheCostantiniane di Gerusalemmecostruite sul Golgota e sul SantoSepolcro e il ricordo del ritrova-mento della Croce di Gesù da

    parte di Sant’Elena avvenuta tra-dizionalmente il 14 Settembre del320. Dell’importanza che dettaFestività ha in Oriente dove è pa-ragonata alla Pasqua.Quello liturgico che partendo dalcolore Rosso dei paramenti, co-lore della Passione come il Ve-nerdì Santo, ribadisce che per ilcristiano la Croce è il simbolodella nuova alleanza. L’invito diCristo ad ognuno è di prendere laCroce e seguirLo.Da questo se-gno di morte è scaturito il mira-bile sacramento di tutta la Chiesa.Al termine prima della SantaBenedizione il cav. francescoCalcara ha letto la preghiera delCavaliere Costantiniano.

    Michele Salerno

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    Una rappresentanza di Ca-valieri delle provincie diEnna e Caltanissetta han-

    no partecipato, presso la Chiesadel Rosario di Riesi (CL), alla ce-lebrazione eucaristica per la So-lennità della Esaltazione dellaSanta Croce. Ha celebrato Mons.Luigi Sansone, Parroco dellaChiesa e Cappellano costantinia-no, che nella sua bella, pregnan-te ed esaustiva Omelia, ha postol’accento sul significato dellaSolennità odierna e sulle attivi-tà benefiche del nostro Ordine.

    Alla fine della celebrazione ilCav. Giuseppe Balsamo, dopoaver portato i saluti del Delega-to Vicario Nobile Antonio diJanni, ha letto il messaggio invia-to dal Gran Priore S.Em.zaRev.ma il Signor Cardinale Re-nato Martino.  Presenti alla Ce-lebrazione: la Dama MargueriteScarpinato e i Cavalieri: Salva-tore Favata, Vincenzo Graci,Ales-sandro Balsamo, GioacchinoBorzellino,  Giovanni Paternò eGiuseppe Balsamo.

    Giuseppe Balsamo

    ESALTAZIONE DELLA S. CROCE A RIESI

    SOLENNITÀ DELL’ESALTAZIONEDELLA SANTA CROCE AD ALCAMO

    Giorno 14 mattina, unarappresentanza di ca-valieri costantiniani di

    Alcamo, il Nobile Pietro Fran-cesco Mistretta comm. di Gra-zia e il comm. Antonio Funda-rò, hanno preso parte, presso la

    Chiesa dell’Angelo Custodedelle Suore Benedettine di Al-camo, alla celebrazione Euca-ristica per la Solennità del-l’Esaltazione della Santa Cro-ce. Ha celebrato Mons. AldoGiordano, Arciprete della Chie-

    sa Madre di Alcamo, della Ba-silica di Maria Assunta, e giàcapo Cappellano militare. Mon-signor Giordano nel ricordarel’importanza della solennità haringraziato i cavalieri del SacroMilitare Ordine Costantiniano

    di San Giorgio per la loro pre-senza. È stata anche l’occasio-ne per ricordare il ruolo dell’im-peratore Costantino nella storiae l’importanza del l’ordine nel-la società odierna.

    Antonio Fundarò

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    PAGINA 9OTTOBRE 2018

    Lucca, 15 settembre 2018.

    La Delegazione Toscanadel Sacro Militare OrdineCostantiniano di San Gior-

    gio, guidata dal Delegato VicarioCommendatore di Merito conPlacca Edoardo Puccetti, ha par-tecipato alla solenne celebrazio-ne eucaristica in occasione del-la ricorrenza della festività del-la Santa Croce.La cerimonia, è stata celebratadal Priore Vicario della ToscanaDon Rodolfo Rossi, con Mon-

    signor Giovanni Scarabelli,Commendatori di Grazia Ec-clesiastico del Sacro Ordine.L’evento è stato arricchito dallapresenza di S.E. il Dott. Fran-cesco Paolo Tronca, Cavalieredi Gran Croce di Merito e Se-gretario Generale dell’OrdineCostantiniano, che ha salutatola Delegazione con un messag-gio augurale del Principe Carlodi Borbone, Gran Maestro del-l’Ordine.

    Edoardo Puccetti

    FESTIVITÀ DELLA SANTA CROCEA SAN MARTINO IN FREDDANA

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    PAGINA 10 OTTOBRE 2018

    S O L I D A R I E T À

    Briciole di Salute aSan Martino in Freddana

    Lucca, 11 settembre 2018

    La Delegazione Toscana delSacro Militare Ordine Co-stantiniano di San Giorgio,

    Guidata dal Delegato Vicario Edo-ardo Puccetti coadiuvato da donRodolfo Rossi Priore Vicario e dalCavaliere Roberto Orlandi segre-

    tario della Delegazione Toscana,hanno donato generi di prima ne-cessità a favore del C.A.I.P.I.T.(Centro di Ascolto Insieme Per IlTerritorio) della Parrocchia “Val-freddana Nord” guidata da donRodolfo Rossi, da distribuire ai bi-sognosi della comunità.

    Briciole di Salute a S.Martino delle Scale

    Venerdi 7 settembre, ildelegato vicario haconsegnato a Dom Ber-

    nardo, responsabile della Cari-tas dell’Abbazia benedettinadi S. Martino delle Scale (PA)alcuni presidi per la prima in-fanzia, latte in polvere, omoge-neizzasti, pastina per bambini,pannolini e pasta per adulti. Imonaci benedettini aiutano al-cuni neonati grazie agli aiuti co-stantiniani. Anche la pasta peradulti viene distribuita allefamiglie bisognose della parroc-chia. Dom Bernardo avevachiesto al Gran Prefetto delSacro Militare Ordine Costan-tiniano di San Giorgio, S.A.R.

    la Principessa Beatrice di Bor-bone delle Due Sicilie, alcuniipresidi. La Principessa ha inca-ricato il Cav. di Gr. Cr. di Gra-zia Nobile Antonio di Janni, diaiutare i bisogni dalla Caritasbenedettina.

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 11OTTOBRE 2018

    COSTANTINIANA

    Mercoledi 12 settembre, siè tenuta la prima distribu-zione di presidi per la

    prima infanzia del Progetto Bricio-le di Salute a Monreale. Nei loca-li annessi alla chiesa di Maria SSdegli Agonizzanti, sono stati ac-contentati circa 40 bambini di fa-miglie bisognose. Questo mese ab-biamo cinque nuovi bambini natiad agosto. Questi bambini au-mentano la percentuale di nativi-tà del nostro paese e vengono aiu-tati e sostenuti dai nostri volonta-

    ri. Il progetto, ricordiamo, è sottol’alto patrocinio dell’Arcivescovodi Monreale S.E. Rev.ma Mons.Michele Pennisi, Priore Costanti-niano di Sicilia. Il delegato vica-rio, il cav. Orazio Aquinato e le vo-lontarie Lia Giangreco, DanielaPresigiacono e Sonia Lo Monacohanno accolto le mamme con i lorobambini complimentandosi conloro per i nuovi neonati. Metterefigli al mondo non è un’inco-scienza, come qualche perbenistadice, ma è un atto d’amore.

    Briciole di Salute a Monreale I distribuzione mese di settembre

    Briciole di Salute a MonrealeII distribuzione di settembre

    Mercoledi 26 settembresotto l’Alto Patrociniodell’Arcivescovo di

    Monreale, S.E.Rev.ma Mons.Michele Pennisi, Priore Co-stantiniano di Sicilia, la delega-zione Sicilia del Sacro Milita-re Ordine Costantiniano di S.Giorgio, ha tenuto la secondadistribuzione del mese di set-tembre del progetto briciole di

    salute a Monreale. Il delegatovicario con il cav. Fabrizio Ip-politi e le volontarie DanielaPrestigiacomo, Sonia Lo Mona-co e Lia Giangreco, hanno di-stribuito presidi per la prima in-fanzia ai bambini di famiglie bi-sognose della città normanna.Per grazia di Dio la crescitaneonatale è leggermente in au-mento e ciò significa molto

    per noi cristiani che rischiamodi essere una minoranza in Ita-lia. I bambini che nascono da

    famiglie bisognose possonocontare un alcune briciole di sa-lute costantiniane.

    Acireale - Festa della Esaltazione della Santa Croce e Briciole di Salute

    Venerdì 14 Settembre, unarappresentanza del SacroMilitare Ordine Costan-

    tiniano di San Giorgio, a conclu-sione delle celebrazioni religio-se svoltesi in occasione dellaFesta dell’Esaltazione della San-ta Croce, intesa come vera mani-festazione della nostra identitàcristiana e di amore verso Dio, siè recata presso la Comunità Ten-da della Madonna di Cristo per laconsueta distribuzione di presi-di alimentari.

    L’azione caritativa effettuata sul ter-ritorio, nei confronti delle personemeno fortunate, si è svolta nell’am-bito del progetto “Briciole di Sa-lute” su segnalazione del Vescovodi Acireale S.E. Rev.ma Mons. An-tonino Raspanti, Vice Presidentedella CEI per il Sud Italia e Cav. Gr.Cr. di Grazia Ecclesiastico. Presso la Comunità, i Cavalieri An-tonino Amato, Cristofaro Arena,Massimo Putrino e Giuseppe Lon-go, unitamente al volontario Sal-vatore Ferro Infranca, alla presen-

    za di Suor Alfonsina, quale respon-sabile della struttura, e Suor Rosal-

    ba hanno provveduto alla donazio-ne di generi alimentari di vario tipo.

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    PAGINA 12 OTTOBRE 2018

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    PAGINA 13OTTOBRE 2018

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 14 OTTOBRE 2018

    Giovedì 27 Settembre, aCatania, S.A.R. la Prin-cipessa Beatrice di Bor-

    bone delle Due Sicilie, GranPrefetto del Sacro Militare Ordi-ne Costantiniano di San Giorgio,accompagnata da una rappre-sentanza di Cavalieri Costantinia-ni, ha visitato la Chiesa di SanFrancesco di Paola. Ad attenderla, assieme ad unfolto numero di fedeli, il par-roco Don Giuseppe Scrivano,Cavaliere di Grazia Ecclesia-stico dell’Ordine, a cui la Prin-cipessa ha donato un quadroargenteo con l’effigie di SanPio da Pitralcina. Don Giusep-pe ha provveduto ad illustrarele attività ricreative realizzate a

    favore della comunità pastora-le, con la realizzazione di unpiccolo teatro, nonché quiquelle ludiche, mediante la rea-lizzazione di un piccolo campoda calcio in erba sintetica, infavore dei ragazzi del quartiereportuale della Civita. A margine dell’incontro, allapresenza dei cavalieri Antoni-no Amato, Cristofaro Arena,Massimo Putrino e GiuseppeLongo, unitamente al volonta-rio Salvatore Ferro Infranca edal sottufficiale della Capitane-ria di Porto Adinolfi Giusep-pe, S.A.R. la Principessa Bea-trice di Borbone delle Due Si-cilie ha consegnato la Bene-merenza Costantiniana di

    bronzo al sig. Vacanti Massi-mo per aver partecipato inten-samente negli ultimi tre anni

    al progetto briciole di salutead Acireale e a Catania.

    Giuseppe Longo

    LA PRINCIPESSA BEATRICE DI BORBONE

    DELLE DUE SICILIE IN VISITA A CATANIA

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    PAGINA 15OTTOBRE 2018

    S.A.R. la Principessa Bea-trice di Borbone delle Duesicilie Gran Prefetto del

    Sacro Militare Ordine Costatnti-niano di S. Giorgio, accompagna-ta dal cav. Antonino Amato e dalcav. Giancarlo Greco, è sta rice-vuta, giovedi 27 settembre, dalsindaco di Santa Maria di Lico-dia in provincia di Catania, fon-dato da S.M. il Re Ferdinando IIil 22 agosto 1840. Accolta con tut-ti gli onori che si addicono ad unadiscendente del Re e come AltaCarica Costantiniana, il sindaco

    ha invitato la Principessa ad ap-porre la propria firma su una co-pia della bolla di fondazione. Altermine della cerimonia la Prin-cipessa ha portato i saluti del GranMaestro dell’Ordine Costanti-niano S.A.R. il Principe Carlo diBorbone delle Due Sicilie, Ducadi Castro e Capo della Real Fami-glia. La Principessa ha ancheammirato e visionato una ricchis-sima raccolta di codici del perio-do borbonico che saranno espo-sti nella biblioteca comunale.

    Giuseppe Longo

    LA PRINCIPESSA BEATRICE DI BORBONE DELLE

    DUE SICILIE IN VISITA A SANTA MARIA DI LICODIA

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 16 OTTOBRE 2018

    IL GRAN PREFETTO VISITAIL CENTRO AUTISMO DI CATANIA

    Venerdi 28 settembre laPrincipessa Beatrice diBorbone delle Due Sici-

    lie, Gran Prefetto del Sacro Mi-litare Ordine Costantiniano diSan Giorgio, accompagnata dalcav. Antonino Amato, si è recatain visita presso i locali del Cen-tro Autismo dell’ASP Catania.L’evento, promosso dal cav.Antonino Amato e dalla Com-missione Disabilità del Distret-to 2110 del Rotary Internatio-nal, in collaborazione con laNeuropsichiatria Infantile del-l’ASP Catania, ha permesso, al-l’illustre ospite, di apprezzare ilmodello operativo utilizzato neiconfronti dei minori seguiti dal

    Centro Autismo sito nel quartie-re Canalicchio di Catania.La Principessa Beatrice di Bor-bone delle Due Sicilie, il Presi-dente della Commissione Disa-bilità, Dr. Nino Prestipino, glioperatori della Neuropsichia-tria Infantile, i rappresentantidell’AIPD, Aida Russo, del-l’ANFFAS, Cristina D’Antras-si, del CREIS, Pippo Bellomohanno esaminato le possibili si-nergie operative nei confrontidelle tematiche dell’Autismo,dei Siblings (Fratelli e Sorelledelle Persone con Disabilità) edel Progetto DAMA (DisabledAdvanced Medical Assistence).

    Giuseppe Longo

    LA NUOVA FENICEDirettore responsabile: Antonio Di Janni

    Stampa a cura della Casa Editrice CE. S. T. E. S. S.

    via Catania, 42/B - Palermo

    Autorizzazione del Tribunale di Palermo n. 13 del 15. 03. 96

    Casa Editrice CE. ST. E. S. S.

    Centro Studi Economici-Sociali Sicilia

    via Catania, 42/B - Tel. 091. 6253590 - PALERMO

    e-mail: [email protected]

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  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 17OTTOBRE 2018

    VISITA DEL GRAN PREFETTOALLA MISSIONE SPERANZA E CARITÀ

    S.A.R. la Principessa Bea-trice di Borbone delleDue Sicilie, Gran Prefet-

    to del Sacro Militare Ordine Co-stantiniano di S. Giorgo, sabato29 settembre, festività di S. Mi-chele, ha visitato, accompagna-ta dal delegato vicario e dal cav.

    Giulio Pillitteri, la Missione Spe-ranza e Carità di Fratel BiagioConte e ha consegnato 250 litridi olio d’oliva al padre spiritua-le della missione Don Pino. Su-bito dopo ha fatto visita allamissione femminile, che si trovanei pressi della Magione, che ac-

    coglie madri con bambini, dove,accompagnata dal parroco Mons.Salvatore Grimaldi, comm. diGrazia Ecclesiastico, e dal dele-gato vicario, Nobile Antonio diJanni Cav. di Gr. Cr. di Grazia, edal cav. Giulio Pillitteri, ha dona-to alcuni materassi. Subito dopo

    nel chiostro della Basilica Co-stantiniana della Magione si è te-nuto un vin d’ honneur duranteil quale la Principessa ha incon-trato cavalieri e dame costantinia-ni, il console del Belgio B.ne PierVincenzo Mancuso e il prof.Francesco Raimondo, illustre

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 18 OTTOBRE 2018

    botanico e già direttore dell’Or-to Botanico di Palermo. Al termi-ne dell’incontro la Principessa,sempre accompagnata dal dele-gato vicario e dal cav. Pillitteri,ha raggiunto la strada che portaal monte Pellegrino dove ha in-contrato Fratel Biagio Conte che,come ogni anno, a piedi con nu-merosi fedeli, sale il monte perraggiungere il santuario di S.Rosalia dove viene celebrata unaS. Messa. Durante l’incontro,

    molto emozionante, la Principes-sa ha raccolto la richiesta di Bia-gio Conte di fornire come Ordi-ne Costantiniano un centinaio dimaterassi per gli ospiti dellamissione. Fratel Biagio ha ringra-ziato sia l’Ordine Costantinianoche la Real Casa Borbone DueSicilie per i continui aiuti ricevu-ti per gli ospiti della missione chevengono costantemente profusidal dicembre 2017.

    Antonio di Janni

    REGGIO CALABRIA,I CAVALIERI DELL’ORDINE COSTANTINIANO

    SCORTANO LA MADONNA DELLA CONSOLAZIONE 10 settembre 2018

    Grande commozione, lamattina di sabato 8 set-tembre, per la processio-

    ne che ha portato la Sacra Effigedella Consolazione dall’Eramo alDuomo di Reggio Calabria. In mi-gliaia i fedeli che hanno partecipa-to, dalla notte prima, alla Veglia perpoi accompagnare la Santa Patro-na in un percorso lungo e fatico-so che solo la gioia e l’amore ren-dono piacevole ed emozionante. La processione di “Festa Ma-donna” dell’importante cittàcalabrese è considerata una del-le più grandi e partecipate pro-cessioni popolari e religiose ditutta Italia. Migliaia di fedelinon solo della città e della suaprovincia accorrono all’impor-tante appuntamento di Fede.

    Anche quest’anno una folta de-legazione di Cavalieri Costanti-niani, provenienti da diverse cit-tà calabresi, guidati dal Comm.Aurelio Badolati, Delegato vica-rio della Delegazione Calabria,hanno preso parte all’imponentee lungo corteo processionale.Monsignore Luigi Cannizzo,Priore Vicario della Delegazio-ne Calabria, ha espresso al ter-mine dell’evento religioso ilringraziamento a nome suo e diS.E.R. Vittorio Luigi Mondello,Arcivescovo Emerito di ReggioCalabria – Bova, Priore dellaDelegazione: “Ringraziamo iCavalieri, le Dame ed i Bene-

    meriti che hanno partecipato a

    questa importante giornata. E’

    stata una bella occasione molto

    partecipata per prepararci alla

    festa statutaria che officeremo

    il prossimo 14 settembre in oc-

    casione delle Celebrazioni del-

    la Esaltazione della Croce in

    diverse Diocesi della nostra

    Delegazione. Quella di oggi è

    certamente una testimonianza

    di devozione a Maria e di co-

    munione con gli altri Ordini

    Equestri (S.M.O.M. e Santo Se-

    polcro). Il Signore vi benedica

    tutti e ci spinga sempre a ser-

    virlo ed a ricercarlo nei più bi-

    sognosi, rinnovando gli impe-

    gni di Lealtà, Sincerità, Frater-

    nità, Fede e Carità già assunti

    con l’ingresso nell’Ordine.

    Pasquale La Gamba

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 19OTTOBRE 2018

    CHIUSURA DEL BICENTENARIODELLA NASCITA DEL BEATO DUSMET

    Con una Solenne Celebra-zione Eucaristica presie-duta da S.E. Rev.ma

    Mons. Mario Russotto Vescovo diCaltanissetta, Cav. Gr. Cr. diGrazia Ecclesiastico, concelebra-ta dall’Abate del Monastero Be-nedettino di San Martino delle

    Scale Dom Vittorio Rizzone,Commendatore di Grazia Eccle-siastico del Sacro Militare Ordi-ne Costantiniano di San Giorgioe dai Padri Benedettini, si sonoconclusi i festeggiamenti per il Bi-centenario della nascita del Bea-to Giuseppe Benedetto Dusmet.

    Dopo il saluto dell’Abate che ol-tre ai ringraziamenti all’illustreVescovo celebrante, reggente ladiocesi di Caltanissetta legataal Beato Dusmet per l’attività dicollaborazione al primo Vescovodella Diocesi sin dalla sua fon-dazione, Antonio Maria Stro-

    millo, e un breve profilo delBeato, la Solenne Cerimoniaanimata dal coro parrocchialeha vissuto intensamente anchel’omelia di Mons. Russotto chepartendo dal Vangelo del giorno,in cui Gesù dice “che quelloche farete agli altri lo farete a

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 20 OTTOBRE 2018

    me” ha ricollegato il percorso ca-ritatevole del Beato alla realtàodierna e, sottolineando l’attivi-tà del Beato, ha ricordato comePensiero e Preghiera possonocoesistere con la guida delloSpirito Santo. Il Beato ci aiuti adimitarlo, ha continuato Mons.Russotto, in special modo per lasua carità, che è primato di Dioe del prossimo nella nostra vitaquotidiana. E pregare perché lamemoria dell’Angelo della Cari-tà possa portare anche tra noi ilprofumo di quel primato del-

    l’Amore, riflesso della SS. Trini-tà, che tutto vince e tutto porta acompimento, ha concluso la suaomelia affermando che guardan-do al Beato Dusmet gli sovven-gono le 3P, Pensiero, Preghiera ePoveri. Il Vescovo ha anche det-to che la carità si fa in silenzio,senza proclami. Come diceva ilCardinale Pompedda “bisognaessere prima di apparire”. Que-sto infatti è il motto dell’OrdineCostantiniano.Prima della benedizione impar-tita con una reliquia del Beato,

    Dom Bernardo ha ricordato chesull’esempio del Beato Dusmetda un anno è attiva la caritas par-rocchiale e all’interno di questarealtà un posto importante rive-ste la presenza dell’ Ordine Co-stantiniano per aversi fatto cari-co dei bambini compresi tra 0 e3 anni di famiglie disagiate del-la parrocchia. Durante l’offerto-rio la delegazione Sicilia dell’Or-dine Costantiniano ha consegna-to omogeneizzati, latte per laprima infanzia e pannolini.Dom Bernardo ha ricordato che

    anche a San Martino delle Sca-le nel mese di ottobre si reciteràogni giorno il Santo Rosariocome da invito di Papa France-sco per proteggere la Chiesa daldiavolo che sempre mira a divi-derci da Dio e tra di noi ed inol-tre che domenica 7 ottobre alleore 12 nella ricorrenza della fe-sta della Madonna del Rosaio alleore 12 sarà il momento della sup-plica e seguirà nel pomeriggio laprocessione del quadro dellaMadonna.

    Antonio di Janni

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 21OTTOBRE 2018

    BREVE BIOGRAFIA DELBEATO CARDINALE DUSMET

    Giuseppe, Maria, Giaco-mo, Filippo, Lupo, Do-menico, Antonio, Ro-

    solino, Melchiorre, Francescodi Paola, Benedetto, GennaroDusmet (in famiglia chiamatoMelchiorre), nacque a Palermo il15 Agosto 1818 da Luigi Dusmet,barone de Smours e da MariaDragonetti, nobildonna di fami-glia timorata, che aveva datoalla Chiesa anche un Papa. Cre-sciuto sull’esempio della mam-ma, donna di grande carità, e delpadre, onesto e pio cattolico, ilpiccolo Melchiorre, sin da bam-bino, mostrò una particolare di-lezione per i poveri e, di nasco-sto, dalla finestra delle cucine,porgeva ai numerosi indigenti chesotto casa Dusmet attendevano lacarità, il pane che riusciva a tro-vare.All’età di 5 anni, come era usan-za dell’epoca, il piccolo Mel-chiorre fu portato, come oblato,nell’Abbazia di San Martino del-le Scale, tenuta dai Padri Bene-dettini, ove già vivevano gli ziimaterni, i Padri Leopoldo e Vin-cenzo Dragonetti. Qui, sempreobbediente e attento alla voce delSignore, Melchiorre compì glistudi, finché, giunto alla giovi-nezza, il padre lo richiamò al se-colo, per sposarlo a qualche no-bile fanciulla. Così il bel giovane fu portato allefeste e ai ricevimenti più impor-tanti di Napoli (ove la famigliaera ritornata), e gli vennero pre-sentati i migliori partiti che unafamiglia di sangue nobile potes-se desiderare, essendo Melchior-re un ragazzo bello e affascinan-te. Ma il suo cuore batteva soltan-to per il Signore, e nulla e nessu-no poté dissuaderlo da quell’ar-dente desiderio che divampavanel suo cuore.Così tornò nell’Abbazia di SanMartino e qui, il 15 Agosto 1840,

    all’età di 22 anni emise i voti mo-nastici nelle mani dell’Abate D.Eugenio de Villaragut assumen-do i nomi di Giuseppe Benedet-to, e, appena due anni dopo, ve-niva ordinato sacerdote da Mons.Domenico Balsamo, Arcivesco-vo di Monreale.Nell’Abbazia il giovane monacosi fece apprezzare sia per le abi-lità amministrative, sia per laspiccata intelligenza, sia per laprofonda spiritualità, tanto che ilnuovo Abate D. Carlo AntonioBuglio lo volle quale suo segre-tario e lo prese quasi come un fi-glio.Con l’Abate Buglio compì lavisita ai monasteri di Sicilia nel1845 e ancora lo seguì, quando,trasferito quale Abate di SantaFlavia in Caltanissetta, D. CarloAntonio chiese che venisse conlui anche D. Giuseppe Benedet-to. Così, nel 1847 il giovaneDusmet si recava nell’Abbazia diSanta Flavia in Caltanissetta,quale segretario in toto dell’Aba-te.A Caltanissetta subito si propa-gò la fama delle sue virtù e il pri-mo vescovo della nascente dio-cesi, Mons. Antonino Maria Stro-millo, si recò spesso sulla Colli-na delle Croci, ove sorgeva l’Ab-bazia, per chiedere un consiglioe un aiuto spirituale a D. Giusep-pe Benedetto. In questa occasio-ne nacque anche una fraternaamicizia fra D. Giuseppe Bene-detto e il giovane chierico d. Giu-seppe Giovanni Guarino (poi di-venuto Arcivescovo Cardinaledi Messina).Nel 1850, essendo sorti proble-mi presso il Monastero dei San-ti Severino e Sossio a Napoli, ovei monaci non seguivano più laRegola, con gran dolore del-l’Abate D. Anselmo Fava, il Ca-pitolo decise di mandare il Du-smet in quel monastero per ripor-

    tare l’ordine e la disciplina, e lodestinò quale Priore. Qui il Du-smet seppe bellamente svolgerela missione per cui era statomandato e sarebbe rimasto se ilVescovo di Caltanissetta, Mons.Stromillo, non avesse fatto di tut-to per farlo riportare a Caltanis-setta, ove si sentiva la mancanza,sia da parte delle gerarchie sia daparte del popolo.Così, dopo lunghe insistenze, ilCapitolo del 1852 destinò D.Giuseppe Benedetto a Caltanis-setta con il titolo di Priore Am-ministratore, con funzioni diAbate, in modo che potesse aiu-tare il vescovo nella gestionedifficile della neonata diocesi, pur

    rimanendo fedele alla Regoladel Santo Padre Benedetto.Anche stavolta il Dusmet nonvenne meno alle aspettative eMons. Stromillo si affidò spiri-tualmente tutto al Priore Du-smet. Nel popolo mentre si insi-nuava una consapevolezza, cheportava ciascuno a dire, qualoravi fossero stati problemi da risol-vere di “rivolgersi al Priore Du-smet che è un santo”.Mentre D. Giuseppe Benedettoaiutava il vescovo e si prodiga-va per il restauro spirituale e ma-teriale dell’Abbazia di Santa Fla-via, nel 1854 scoppiò in città unaviolenta epidemia di colera, chenon risparmiò nessuno, tanto i

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 22 OTTOBRE 2018

    poveri quanto i ricchi. Il giova-ne Priore non ebbe esitazione al-cuna e, quotidianamente, coadiu-vato anche da sacerdoti secolari,si recava per lenire le sofferenzedi quegli ammalati, arrecandoloro sollievo nel corpo e nello spi-rito e riuscendo a portare al Si-gnore anche i cuori più duri.Nel 1858 moriva, assistito dalsanto Priore, Mons. Stromillo, inMaggio il Capitolo trasferivaDusmet nell’Abbazia di San Nic-colò l’Arena in Catania con il ti-tolo di Abate. Anche qui la comu-nità necessitava di una riforma in-terna, e anche qui il Dusmetseppe riportare all’ordine tutti,con paterna pazienza.Nel 1866, però, arrivava l’ordi-nanza statale di sgombero delMonastero, in seguito alle leggidi Soppressione degli Ordini Mo-nastici e anche il Dusmet fu co-stretto a lasciare l’Abbazia, cer-cando riparo presso la casa delCan. Antonino Caff a Catania, chesarebbe di lì a poco diventata Epi-scopio ad interim. Infatti il Bea-to Pontefice Pio IX, temendo diperdere un sì grande pastore del-la Chiesa, quale era il Dusmet, lonominò Arcivescovo di Catania(la sede era vacante dal 1861);quindi il Dusmet lasciato il baco-lo abbaziale prendeva il pastora-le vescovile. Chiese, tuttavia, edottene dal Santo Padre, di ricosti-tuire la comunità monastica pres-so l’Episcopio, mantendendoquindi il titolo di Abate, così, in-sieme a D. Luigi Taddeo dellaMarra (suo segretario), con D.Paolo Proto e D. Remigio Chia-randà, continuò a vivere la Rego-la pur nella dignità episcopale.Appena ordinato nella Basilica diSan Paolo fuori le mura in Romail 10 Marzo 1867, inviò una let-tera ai catanesi, in cui tracciavail programma del suo episcopa-to, fra la riforma del presbiterio,l’incremento della fede, la fedel-tà al Romano Pontefice, l’umil-tà e la preghiera, non mancò didare un posto rilevante a quellavirtù che da sempre albergava so-vrana nel suo cuore: la Carità,così, rivolgendosi ai suoi scrive-

    va: Sin quando avremo un panet-tello, noi lo divideremo col pove-

    ro.La nostra porta per ogni mi-

    sero che soffre sarà sempre aper-

    ta.L’orario che ordineremo affig-

    gersi all’ingresso dell’episco-

    pio sarà che gli indigenti a pre-

    ferenza entrino in tutte le ore. Un

    soccorso, ed ove i mezzi ci man-

    chino, un conforto, una parola di

    affetto l’avranno tutti e sempre.

    Queste parole sono un sunto delsuo lungo e fruttuoso episcopa-to, benché non si possa ridurrealla Carità tutto il suo operato. L’Arcivescovo Dusmet ebbemolto a cuore la salute spiritua-le del suo popolo e promosse conardente zelo numerose iniziative,a cominciare dall’educazione efortificazione spirituale del Cle-ro, che avrebbe poi provveduto,con azioni catechetiche e pasto-rali davvero originali, all’edifica-zione dei fedeli. Non ricusò dirimproverare gesti blasfemi, sen-sibilizzando il cuore dei catane-si e abituandoli alle pratiche ri-paratrici, quali l’esposizione delSantissimo. Zelò particolarmen-te il culto alla Santa Famiglia perdare un esempio vivo di fede cri-stiana vissuta fra le mura dome-stiche a tutte le famiglie, già al-lora in grave pericolo. Fu parti-colarmente devoto della VergineMaria, e promosse la costruzio-ne di chiese e santuari, e la devo-zione a Lourdes e La Salette.Riuscì, con sacrifici personali, afar restituire all’Arcidiocesi sial’Episcopio sia alcune chiese,sottratte dal Demanio statale per-ché ritenute superflue.Per quanto riguarda la sua cari-tà si potrebbero scrivere interi li-bri, a partire dal quel 1854 tra icolerosi di Caltanissetta, la suadonazione totale ai bisognosi fuin continuo crescendo. Presentepersonalmente ad aiutare e asoccorrere, a curare e a consola-re fra le grandi calamità che col-pirono l’Arcidiocesi nei 27 annidel suo episcopato, diede il piùbell’esempio di intensa attivitàapostolica.In seguito a una lite giudiziariascoppiava fra la diocesi di Calta-

    girone e il Comune calatino, chenon aveva mantenuto il suo ob-bligo di costruire, a spese proprie,il palazzo vescovile e il semina-rio, lite che aveva causato le di-missioni del vescovo Mons. Bon-giorno, la Santa Sede inviò inqualità di Amministratore Apo-stolico, Mons. Dusmet, allo sco-po di pacificare gli animi. L’ar-civescovo riuscì portare a com-pimento il mandato affidatogli ead ottenere dall’autorità munici-pale, almeno in forma provviso-ria, la residenza del vescovo i lo-cali per il seminario.Segnatamente per la sua ine-guagliabile carità il Sommo Pon-tefice Leone XIII lo volle nomi-nare Cardinale nel Concistorodell’11 Febbraio 1889, al titolo diSanta Pudenziana. Il rientro a Ca-tania fu un vero trionfo, benchéil Card. Dusmet disdegnasse lesolenni manifestazioni, non sipotè stavolta trattenere il popo-lo che riconosceva in quella ber-retta rossa concessa dal Papa ilpiù bel ringraziamento per quelPastore benedetto.Allo stesso Dusmet il Papa ave-va affidato la restaurazione del-l’Ordine Benedettino, la riaper-tura del Collegio di Sant’Ansel-mo all’Aventino e la costituzio-ne di una Confederazione cheunificasse tutti i rami dell’Ordi-ne. A questo compito il Dusmetdedicò fatica e ingengo finché il24 Aprile 1893 poté “consegna-re” con gaudio immenso il lavo-ro finito e perfetto, migliore diquanto lo stesso Pontefice avevaimmaginato.Tornato a Catania il Card. Du-smet fu colpito da malattia e, il15 Febbraio 1894, alla consuetariunione mensile del clero, qua-si presagendo la sua vicina dipar-tita, conclude il suo discorsocon una preghiera: “Suscipe,Domine, residuum dierum meo-

    rum - Accogli, Signore, il resto

    dei miei giorni”. Quella fu l’ul-tima uscita, le condizioni del-l’amato Cardinale andarono sem-pre a peggiorare, suscitando l’at-tenzione di tutta l’Arcidiocesi,della Sicilia e del mondo intero.

    Le notizie si rincorrevano, maman mano che trascorrevano igiorni, aumentava sempre più laconsapevolezza che il viaggio eraormai pronto.Aggravatosi irrimediabilmenteil 2 Aprile, raccomandava aisuoi fedeli “familiari” di non la-sciarlo in Purgatorio e di non per-mettere solenni funerali o imbal-samazioni.Il 4 Aprile, alle ore 22.30, rende-va serenamente l’anima a Dio,pronunziando con il Cristo Cro-cifisso: “Tutto è compiuto”.La notizia si sparse lesta, daogni dove giunsero messaggi dicordoglio, di preghiera e di am-mirazione, anche da coloro cheper principio combattono la Chie-sa. I funerali furono il trionfo del-la Carità!Il corpo fu sepolto nella Cappel-la dei Bianchi al Cimitero diCatania, ma subito la voce del po-polo si fece sentire, affinché ilCardinale avesse degna sepoltu-ra nella Chiesa Cattedrale. La cit-tà gli tributò i più grandi onori,gli dedicò la via Marina, una del-le principali della città e avviò lepratiche per il trasferimento. So-lenni funerali si celebrarono an-che in Caltanissetta, debitriceverso il santo Cardinale e in Pa-lermo, sua città natale.Nel 1904, a dieci anni dalla mor-te, il fedele segretario D. Luigidella Marra assisteva con gioia alritorno delle venerate spoglie(trovate incorrotte) nella ChiesaCattedrale, ove furono poste in unelegante monumento sul pila-stro destro della Cupola.Il 7 Gennaio 1931 fu istruito ilProcesso di Beatificazione, chegiungeva con positivo giudizio aRoma dieci anni più tardi.il 15 Luglio 1965 il SommoPontefice Paolo VI dichiarava ilCard. Giuseppe Benedetto Du-smet venerabile e, il 25 Settem-bre 1988, in piazza San PietroGiovanni Paolo II il Grande pro-clamava Beato il Card. Dusmet,in seguito alla guarigione mira-colosa del muratore SalvatoreConsoli.

    Vincenzo Nuccio

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 23OTTOBRE 2018

    Uno dei miti che ci sonostati dati a scuola è quel-lo di una Sicilia felice

    con l’arrivo, attorno all’800 deicosiddetti arabi. La Sicilia araba,da tutti indicato come periodo difloridezza economica per la Si-cilia ma non di pace sociale e dicontrasti continui, spesso violen-ti e mai sopiti tra le compagini is-lamiche, spesso in lotta anche traloro, e quella cristiana. Senzadubbio con l’arrivo degli arabi -li chiamerò così per semplificare,anche se sarebbe più correttochiamarli islamici, dato che traloro c’erano berberi, siriani, per-siani, egiziani e anche arabi - conil loro arrivo accadde una “frat-tura” di parte del latifondo diorigini romane e una tendenza asuddividere i campi in piccolipoderi. Un sistema che finì per fa-vorire l’economia agraria, in-sieme anche all’introduzione dinuove specie vegetali e nuovetecniche di irrigazione molto ef-ficaci. Anche se è chiaro che vifu un forte passaggio di propri-età fondiarie dagli indigeni agliinvasori, nella migliore tradizionecolonialista.La presa di Palermo. Palermoassediata dagli Arabi resistedisperatamente per un anno,dall’agosto del 830 fino al set-tembre del 831. Secondo unafonte islamica dei 70.000 paler-mitani presenti in città al mo-mento dell’assedio, nè rimaseroin vita solo 3.000 al momentodella resa. Quasi certamente la

    fonte esagera, ma comunque lastrage di palermitani fuenorme, e la nuova città arabarisultò semisvuotata ai nuovipadroni, che ebbero la possibil-ità di occupare i grandi spazi ri-masti scoperti in città. Sortesimilare toccò a Siracusa, checadde in mano agli arabi nelmaggio del 878, anche quidopo una resistenza estrema edun eccidio, compiuto anchedopo la capitolazione, compiu-tamente raccontato dall’Ar-civescovo di Siracusa, Teo-dosio. L’ultima città Sicilianaad arrendersi agli islamici fuRometta nel 965.I Palermitani, come del restotutti i siciliani, dopo la con-quista araba potevano contin-uare ad essere cristiani, dietropagamento di una tassa pro-capite, una specie di Irpef sullareligione, la jizya, che sitrasformava in kharàg se i non

    musulmani erano proprietariterrieri, e che poteva diventareun peso economico notevole.Tuttavia, pur non essendoci maistate vere e proprie perse-cuzioni religiose, cristiani ed e-brei palermitani, oltre alletasse, avevano anche certi obb-lighi nei confronti degli islami-ci. L’elenco, chiamato Aman,era composto da ben 17 punti,alcuni dei quali incidevanofortemente sulla vita personaledei palermitani. Tanto per farequalche esempio: sui vestiti ipalermitani cristiani dovevanoportare segni distintivi per nonessere confusi con gli islamici;ancoraerano obbligati adalzarsi in segno di rispettoquando un musulmano entravain una stanza; erano obbligatiad ospitare un musulmano incasa se richiesto; dovevanocedere loro il passo per strada;non potevano portare armi o us-

    are selle per la cavalcatura;potevano ristrutturare chiese,ma non costruirne nuove; nonpotevano avere case grandicome quelle dei musulmani edovevano rasarsi la parte ante-riore della testa! Non semprequesti divieti furono applicatiin maniera rigida, ma potevanoessere usati come strumento diminaccia o vessazione e in-sieme alle tasse da pagarefurono la ragione di una is-lamizzazione veloce, ma super-ficiale e controvoglia di buonaparte della popolazione del-l’isola. E questo spiega anche ilperchè, alcuni decenni dopo, inormanni con pochissimi uo-mini riconquistarono una isolacosì grande e l’islam scom-parve nel giro di pochissimotempo.La Sicilia una polveriera. L’in-sofferenza della compaginecristiana presente nell’isola, in-

    QUANDO I PADRONI ARABIASSEDIARONO LA CITTÀ:

    LA STRAGE DI PALERMITANI ELA NASCITA DELLA KALSA

    La resistenza durò un anno, dall’agosto del 830 fino al settembre del 831. Secon-

    do una fonte islamica dei 70 mila palermitani presenti al momento dell’assedio, ne

    rimasero in vita solo tremila. Poi la fondazione del nuovo quartiere, la “favorita”.

  • LA NUOVA FENICE

    PAGINA 24 OTTOBRE 2018

    sieme all’eterogeneità etnicadei conquistatori (Berberi, s-pagnoli islamici, persiani, e-giziani); i contrasti tra gli stessiarabi per le spartizioni del bot-tino e la divisione delle terre,ma anche il passaggio di poteretra due dinastie, (fatimidi- agh-labita) attorno al 910, reserol’isola una polveriera. Nontemo di essere smentito se dicoche gli oltre due secoli di per-manenza araba in Sicilia furonoun periodo di guerra continua,come dicono le stesse fontiarabe, una tra tutte la cronaca diCambridge. Palermo si ribellònumerose volte contro il poteredei principi arabi, rivolte dovecomponenti molteplici si mis-

    chiavano e non era chiarocapire le istanze anti-islamicheda quelle tra gli stessi conquis-tatori. Una prima rivolta, di cuiresta traccia nelle fonti, si ebbeattorno al 890, con una repres-sione che vide impegnati anchegli agrigentini contro Palermo.Ancora Palermo in rivolta nel900 e poi 917, assediata da unesercito e costretta alla resa, eancora nel 940. L’emiro GiafarII, al quale abbiamo dedicatoanche una via fu oggetto, nel1015 di un’altra feroce rivoltadei palermitani. Giafar avevamesso tasse troppo alte, e ipalermitani diedero fuoco alsuo palazzo, risparmiandol’emiro solo per l’intervento del

    vecchio e paralitico padreYusuf, che era stato principe aPalermo, e che si era fatto a-mare dai palermitani!!La fondazione della Kalsa.Poco meno di 100 anni dopol’arrivo degli arabi a Palermoviene fondata la Kalsa, o Hal-isah, cioè la preferita. Le fontici dicono che in questo nuovoquartiere, che si trovava a ri-dosso del mare, si trasferì il sul-tano con i suoi collaboratori.All’interno di questa zona, in-teramente circondata da mura,vennero trasferite anche le pri-gioni, l’arsenale della marina ela dogana. La costruzionevenne fatta a tappe forzate ob-bligando a “collaborare” al

    progetto anche i palermitani.Insomma il cuore pulsante del-l’amministrazione araba lascia-va il palazzo reale e si trasferi-va verso il mare, in fretta e fu-ria. Per quale ragione? Perché icontinui tumulti dei palermitaniavevano insegnato ai musul-mani che il palazzo reale erapoco sicuro, specialmente nelcaso in cui fosse necessario s-cappare era troppo lontano dalmare. Ecco dunque che il postopiù sicuro era proprio unapostazione sul mare. La preferi-ta per salvarsi la vita, nel casoin cui vi fosse “la carta mala-pigghiata”.Fine prima parte - Continua…

    Igor Gelarda