Ritorno di Pitaaora - Gruppo Archeologico...

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Il Ritorno di Pitaaora Quaderni di Pitogora n. 3

Atti del Convegno Castello Fortezza di Crotone 4·5·6 Settembre 2003

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«II ritorno di Pitogoro»

Terzo Giornata di Studi 6Settembre 2003

Il bosco sacro ele sue meraviglie

N •• Distava dalla nobile cittò sei miglia il tempio di Giunone Locinia, più nobile della stessa cittò, santa presso tutti i popoli. Ivi ero un bosco sacro con fitta vegetazione, con alberi di alti abeti; in mezzo al recinto aveva lieti pascoli dove ogni genere di bestiame sacro alla dea pascolava senza alcuno pastore: a notte le greggi, separotamente, cias· cuna secondo il suo genere, ritornavano alle stalle, giammai violali dalle insidie delle fiere odo inganni degli uomini.. "

TITO LlV/O

"... C'è un luogo ocui tutti i Paefì giungono alcuni dopo molto cercore, altri per coso, alcuni dopo aver scon fitto mostri, altri, sprofondati nel sogno, s'imbottano per caso nel sentiero, olcum persi in labirinti mitici, altri spinti da paura di morte, odesiderio di vito opensiero altri ancora in Arcadia smarriti. ..

Là tali cose sono. 1/ giardino el'albero il serpente a//a radice, il frutto d'oro lo donna1m l'ombra dei rami lo scorrere del/'acqua e lo radura erboso. Là sono e furono Ai /imiti del vecchio mondo, ne//a selva d'Esperia, dorato luccicavo il fruttosui rami eterni, e là il drago Ladonecorrugava /'ingioiellolD cresta aguzzava un artiglio d'oro, uno zonna d'orgento affilavo esonnecchiava easpettava per l'el!Jrnilà Erode, l'asMa 8roe, che Lui si spassessof venisse e al furto..."

A. BYATT "Possessiol1e"

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1

Il bosco sauo : ele sue merovig~e '

Domenico Marino

Direttore Archeologo Iv\inistero per i Beni ele Atti'litò Culturali

Domenico Morino, noto o Crotone, archeologo, si è laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Bori nel 1983 e specializzato in Archeologia, Preistoria e Protostoria, presso l'Università degli Studi di Roma "Lo Sapienza" nel 1986. Qui ho successivamente conseguito il Dottorato di Ricerco in Archeologia e Preistoria con uno Dissertazione, dal titolo "Lo Protostoria dello Calabria centro-orientale", dove ho affrontato anche lo tematica dei "boschi sacri " nell'antichità. Lo suo ricerco interdisciplinare si è principalmente sviluppato lungo le seguenti direttri ci: o) lo nascita e lo sviluppo delle società agricole nell'Italia meridionale; b) l'evoluzione socio-economico e socio-culturale delle società indigene; c) i rap­porti tra mondo indigeno e mondo greco; d) i culti e i rituali ne l mondo antico; e) lo metallurgia e le attività estrattive nell ' antichità. E' Membro Ordinario dell'istituto Italiano di Preistoria e Protostoria . Ho diretto o collaborato 0110 direzione scientifico di oltre trenta compagne di scovo archeologico in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lozio, Puglia e Toscano con Università e Soprintendenze Archeologiche. E' Direttore Tecnico del Gruppo Archeologico Krotoniate e Vicepresidente dello sezione provinciale di Italia Nostro. Ho partecipato o numerosi convegni scientifici in Italia, Francio , Belgio, Inghilterra e Svizzero e ho pubblicato oltre quar­anta saggi sc ientifici in atti di convegni nazionali ed internazionali e su pre stigiose riviste di settore. Ho collaborato, in varie regioni, con Enti Locali per attività di progettazione nei settori dell 'Ambiente e dei Beni Culturali. Nel1996 ho ricevuto il premio "Targa dello Professionalità " del Rotary International - 2100 0 Distretto - Club di Crotone, per aver contribuito 0110 tutelo dei beni architettonici e ambientali ed 0110 salvaguardia del patrimonio artistico

ed archeologico.

Il !xJsco socro eki sue meroviglie Boschi sacri

Domenico Morino

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2 Moddoli 1983, ;

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,i Beni Culrturali. CIl}b di

110nio artistico

101

Boschi sacri egiardini nell'antico Lacinio

Domenico Morino

L'ampio golfo che ci separa e ci unisce o Capo Colonna è il panorama 01 quale siamo ormai distrattamente abituati.

Un panorama che, di lò dal proliferare delle luci, nate o rubarci i tramonti e le notti stellate, è immutato nelle sue linee essenziali do migliaio d'anni.

Possiamo affermare che, da sempre, Kroton si è rispecchiota in quel golfo profondo che a meridione è delimitato dallo linea sottile del Lacinio.

Miti e storia s'intrecciano su questo more, e su queste rive, e tonti sono i per­sonaggi che, nello realtò o nella leggenda, sul Lacinio hanno posato il proprio piede I.

Molti autori ritengono, e noi siamo tra questi, che l' Heraion del Lacinio posso avere origini pre-greche.

Gianfranco Maddoli 2 vede nel Lacinio il culto di uno dea dai trotti egei (minai­ci-micenei , quindi) che si fonde o si accosta con quello di uno dea indigena J

Il rinvenimento , nel corso degli scovi effettuati nel cosiddetto "edificio B" dell' Heraian, di un nucleo di oggetti di manifattura indigena, caratteristici dell' etò del ferro , si rivelo un concreto elemento in tal sens0 4•

Un altro elemento o favore di quest ' ipotesi potrebbe essere l'esistenza del "bosco sacro" alla dea l .

Infatti, allargando lo sguardo od altre aree italiane, po ssiamo rilevare che nella tarda età del bronzo si assistette od uno caratterizzazione in senso agricolo dei luoghi di culto, normalmente costituiti appunto do "boschi sacri", posti ai con-

l Ri ngra zio l'Amministlaz ione Comunale di Crotone per overmi invitato a portale il mio contribu to nel Conve gno "II ritorno di Pi to goro" , nell' ambi to de lle iniziative proglam rn ate nel PIC Urbno 2 Crotone.

2 Ma dd oli 1983, pp. 324·325.

3 La pre senzo minoico·miceneo è olmni oc cer toto sul le coste crotoniOli ; si vedo MOlinO 1995, ivi blblio glOfio.

4 Lcltanl i 1991 , p.70; Spodeo 1994, p. 7.

5 li carrone, Alexondra, vv. 856·86 5; 11to Livi o, Ab V/be rondira, 24, 3, 3-8.

il bosco S(]([O

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103 Promontorio di Copo Colonno

fini del territor . I

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L'esistenza Livio , costituit ~ migenio di con~ l'ambito . del p ~ ,iI suo rlConosc] Successivome manifestazioni numi naso"!.

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Infatti, il fico "io taglio

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Lo tradizic sione di Lakin

Quest' orig ricordi mitici (

6 Gui di 1989.90,

7 Morino 1995 .

8 l!ioddo li 1996.

9 GiongiuliO 198 5

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Il bDlCO 10crD

e le sue meraviglie

103

fini del territorio delle comunità indigene, con funzioni simili, quindi, o quelle dei santuari extraurbani d'età storico (come è quello di Hera Lacinial, cioè di punti di incontro e scambio tra le diverse popolazioni 6•

L'esistenza sul promontorio Lacinio di un bosco di alti abeti, descrittoci do Livio, costituito cioè do un'essenza arboreo, forse relitto botanico del monto pri­migenio di conifere boreali, che dovevo rappresentare un' evidente difformità nel­l'ambito del paesaggio vegetale, di certo mediterraneo, potrebbe avere stimolato il suo riconoscimento come luogo sacro già do porte de lle comunità indigene 7.

Successivamente anche i greci avrebbero incentrato, almeno in porte, le loro manifestazioni religiose su uno realtà naturale "intrinsecamente corico di potere numinoso"8

Ma c'è un altro fatto. Il concetto stesso di temenos, cioè lo spazio sacro, deli­mitato, destinato 0110 divinità - che noi ben conosciamo a Capo Colonno, poiché è rappresentato dalle monumento li muro di cinto - contiene in sé l'ideo stesso del "bosco" che viene tagliato, per ricavarvi uno spazio da destinare agli dei .

Infatti, il verbo greco temno (u,uvw) , do cui temenos (U,UEVOç), signi­fica "io taglio, io recido, io divido" .

Quindi, il taglio di uno parte del bosco primitivo, per ricavarvi un'areo sacra, dove erigere un altare agli dei, è all 'origine stesso del tempio templum in latino significo "spozio libero ". Espesso lo spazio liberato dogli alberi veniva poi arato.

Inoltre, il concetto di divisione, espresso dalla parola temno, sottolineo l'esi­genza di separare lo spazio degli dei da quello degli uomini, ed anche il concetto di organizzazione dello spazio che è proprio dello civiltà greca.

Lo tradizione9 attribuisce lo fondazione del santuario o Herakles, dopo l' ucci­sione di Lakinios e di Kroton.

Quest'origine, collegata con le migrazioni di Herakles, adombrerebbe, oltre i ricordi mitici di contatti con l' area egeo, un tipo di relazioni "aggressive" proprie

6 Guidi 1989-90, pp. m-4lI

7 Morino 199 5_

8 Moddoli 199 6, p. 492.

9 Giongiulio 1985, pp. 409 -4 11.

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Krotoniate e edificio orco una lungo di pavimen

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Il bos<o socro : e le sue merOVlgne :

104 :

della colonizzazione achea, nei confronti delle pop olazioni indigene IO

Il Lacinio, allora, potrebbe co nfigurarsi come "santuario di frontiera", un "luogo di contatto" tra greci ed indigeni dove i rapporti tra culture diverse venivano sacralizzati in modo da superare eventuali conflitti l ]

Lo Dea del Lacinio ha numerosi attributi, che ne fanno una divinità dai tratti arcaic i. Esso è signora delle armi (Hoplosmìa) , liberatrice degli schiavi edei prigionieri Weutherìa) , detentricedel potere di vita edi morte su lla natura selvaggio e su ciò che non è politicamente organizzato (Potnia theròn), protettrice degli stranieri, degli esul i, dei fuggitivi, guida dei naviganti, protettrice dello donna e, soprattutto, dello donna-madre (Kourotrophos) .

Si tratta di aspetti che, nella successiva organizzazione del pànteon olimpico, oppar­terranno poi ad altre divinità (Afrodite, Atena, Artemide).

Ritorniamo ora al tema del "bosco sacro". E' Tito Livio, il grande storico romano, nato a Padova nel 59 o.c. , a regalarci un rapi­

do scorcio sul promontorio Locinio. Nel 24° libro della suo storia Ab Urbe condita (3, 3-8) leggiamo queste righ e:

"II tempio di Giu none Lacinia distava sei miglia dalla città ed era più celebre della città stessa, santo (sonctu s) fra tutti i popoli intorno; aveva un sacro bosco (Iucus) circondato (saep tus) da una selva ricca di piante (frequenti silvaJ e con alti abeti (abieti s) e, in mezzo, fertili pascoli do ve pascolava, senza alcun pasto re, ogni genere di animale sacro alla dea, (.. .J . Perciò grande era il frutto che poteva essere ricavato da queste mandrie (.. .J ".

Il termine sanctus, usato do Li vio per il Tempio, va ben oltre il concetto di sacro, di consacra to, poiché contiene in sé l'idea dell'inviolobilità, l'essere luogo di asilo per chiun­que ne varcasse i confini. Nell 'Heraion prigionieri eschiavi potevano ritrovare lo libertò, grazie a Hera Liberatrice, appunto eleutherìa.

lO lotlenzi 1991 , p. 68 .

Il Sulle problematicu si veda: GUZlO 1987 . pp. 373-379.

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• ~ ; Ut meraviglie Sempre d

latino individt greco dlsos ,

Già, prop sembrerebbe'l sta mediterro.

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Questo b torio fina oli che, correndo Kroton?

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I material

Il boscosacra e le sue meraviglie

105

Sempre do Livio apprendiamo dell'e sistenza di un /ucus, termine che in latino individuo un "bos co sacro " ed è considerato do alcuni equivalente 01 greco Ò/SOS I1, di uno selva rigoglio so e di alti abeti.

Giò , proprio di abeti si trotto , il termine latino non lascio dubbi. Essi sembrerebbero l'elemento di delimitazione del "bosco sacro ", forse uno fore­sto mediterraneo ricco e odoroso di essenze vegetali.

In mezzo vi sono i pascoli destinati alle mandrie e alle greggi sacre 0110 dea che pascolavano senza bisogno di pastori e, probabilmente, facevano ricco l'Heraion.

Questo bosco sacro si estendevo forse per tutto lo superficie del promon­torio fino alle alture di Prestica e Campione, là dove giungevo l'antico strada che, correndo sullo cresta delle colline, passando per Vrica, conducevo o Kroton?

Forse no , se è ormai certo che un'altro gronde orea sacro, di circo dodici ettari, è collocato nel punto più stretto del promontorio , nelle vicinanze dello Torre del Mariello, nelle Quote Cimino, o meno di un chilometro dall'Heraion\3

Si trotto di un'areo assai ampio che contiene 01 suo interno due sorgenti d'acqua, certo un tempo più copiose , due approdi , posti sullo costo Nord e sullo costo Sud, e controllo l' accesso all'Heraion.

I materiali in esso rinvenuti, grazie alle ri cerche de l Gruppo Archeologico Krotoniate e dell'Università del Te xas , attestano lo presenzo di un importonte edificio arcaico, con significativi rivestimenti architettonici fittili l4

, ma anche uno lungo frequentazione che giunge sino all'etò romano , con edifici dotati di pavimentazione o mosaico , e 01 tordo impero.

12 Nell' Il iade il termine · òlsos" comp are in 2, 506 ed alcuni Irnduttori lo rendono con "sacro recinto" .

13 Carter 1985, pp. 451-4 52; Spadea 1994, pp. 1, 3, 29. L' oreo, pUriroppo, non è stnto inseli to all'interno del costruendo Par co Archeologi co di Capo Coloono ed è Sta to porziolmente distrutto doll 'edificozione di numero· si immobili.

14 Ricordo lo so rpreso di Die lel Mertens, nel settembre 1983 , quando gli mostroi alcuni frommen li orchitettonici rinvenuti dal Gr up po Archeologico Krotoniote ed appeoo depositot i. Subito volle esporli nelle vetrine del Museo di Cra tone che, in que i giorni, stavamo lialles te ndo in occosione del XX III Convegno di Studi sullo Magno Glecio.

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I

Il bosco SGcro : e le sue meraviglio :

106 :

Molti i frammenti marmorei, tra i quali uno bello testo femminile di età ellenistico, forse un'Afrodite, un'antefissa del tipo Artemide Bendis l6 e oggetti metallici.

Tra questi ultimi vale lo peno di ricordare i frammenti di tabelle bronzee nelle quali si fa riferimento od alcune manomissioni (di nuovo quindi Hera liberatri­ce) e il frammento di lamino con dedico od Apollo Pizio l 7

, databile tra il 475 ed il 450 a.c., questo senz'altro lo più rilevante testimonianza ed attestazione del culto di Apollo sul Lacinia.

Insieme vanno citati i numerosi strumenti chirurgici in bronzo la , rinvenuti nello

stesso areo, che potrebbero richiamarci 0110 mente l' interesse dei pitagorici per lo medicina e ricordarci i nomi di Democede, figlio di un sacerdote di Asclepio e del più giovane Alcmeone (coetaneo di quel Cylone o capo della rivolta anti-pitagorica).

Enon dimentichiamo an co ro che Kroton fu certamente , ancora primo dell 'arrivo di Pitagora, sede di uno famoso scuola medica l9

Apollo è il custode dello legge e del rito nell 'ambito dello polis, egli è il protet­tore delle Muse e in particolare di quell 'espressione dello loro essenza che è lo musica, ma lo è anche dell 'orte medica 'o.

Il culto di Apollo a Crotone ricevette sicuramente ampio sostegno con lo presen­za di Pitagora che fu, infatti, assimilato dai crotoniati od Apollo Iperbareo .

Lo teologia apollinea corrispondevo pienamente 0110 concezione politico e agli interessi dell 'aristocrazia pitagorica dominante nella Kroton tra VI e Vsec. a.c.

15 Sulle sl rette off inilò/iden li lò che legano Hero Locinia con Afrodile si vedo Maddoli 1983, pp. 323·314 .

16 Archiviodel Gr uppo Archeolog ico Kroloniale (Iettero pro l. n 504 del n settembre 1983) Reperli consegnati oR . Spod eo presso Il Museo Archeologico di (rolone (lesto marmo reo (01. AR1044, antelisso col. i\R 10 45l. L'antefissa è fo rse simile agii esempl ari rinvenuli o poco distonzo, in loe. Lo Tonnoro : Soobione 198 5, p. 414

17 lozzo rini 1996, pp . 243-2 44 , sc hede 10 e 11 ·20.

18 Archiv io del Gr uppo Archeolog ico Krotonio te (Ieltero prol. n. 505 de l 28 sellembre 1983). Reperli (On segnoll o ( Sobbione pre sso il Museo Archeologico di Crotone.

19 Mele 1983, p. 21.

20 Moddoli 19 96 , p 48 1

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8 ~ $Ut' meraviglie

~\ 107

~polla, figlio glre mbo dello no dine e dell'arm chicamente che

Un mito di porto sul proprie nore lo terra.

Come conto un delfino, balz primi sacerdoti,

Proprio nell o Capo Alfieri, c ro maschile che

Due divinità Hera, il cui

allo fondazione D'altronde,

svolgevano nel donne .

Notiamo an li, le "kalais e~ allo città, e le giane.

21 ~ Delli ebbe sed r Rip,e" Jelntivi 011 0 101 o) OMys ke ll os da l ol,oioo, di fo ndare ur il) II lungisoetlorne Cholki s, ques ila lose li pué sfuggire il pl d OMyskellos dol (he il d~o ti dò

22 Oiodoro Siculo (\ an11che frequenfUZiQ

2,3 Giombllico, Vito

I11III i

Il bosco SOCiO

e le sue meroviglie

/07

Apollo, figlio di Zeus e di Lotona, è il dio raggiante, il sole che viene fuori dal grembo dello notte. Egli , legato 0110 fondazione deifical i di Kroton, è tutore dell'or­dine e dell'armonio sociale, centro e fondamento di una società organizzato gerar­chicamente che non va cambiato .

Un mito di origine orientale fa del delfino, anima le sacro od Apollo, colui che porto sul proprio dorso il di sco sol are che dolle profondità del more ri sale od illumi­nare lo terra.

Come canto l'antichissimo Inno Omerico od Apollo, il dio "s imile oll 'ospetto di un delfino, balzò sullo veloce nove" e condusse i marinai cretesi , facendone i suoi primi sacerdoti, "verso l'a urora e il so le "ll .

Proprio nello secondo grande areo sacro del Locinio, e nelle aree limitrofe come o Capo Alfieri , compaiono tegole con bolli che rappre senta no un delfino o una figu­ro ma schile che cavalco l'animale.

Due divinitò, forse , si dividevano lo sp azio del Locinio. Hera, il cui culto ha salde radici affondanti nei temp i del mito, e Apollo, legato

0110 fondazione storico di Kroton ed 01 periodo del governo pitogorico. D'altronde, sec ondo quanto riferitoci do Giomblico1l

, i di scorsi di Pitagoro si svolgev ano nel tempio di Apollo Pi zio per i ragazzi e nel tempi o di Hera per le donne.

Notiamo anche lo dialetti ca tra le terre arabili, destinate alla coltura dei cerea­li, le "kalais en araurois" del primo oracolo delfico, legate fin dalla fondazione alla ci ttà , e le terre marg inali, destina te all'allevamento, 0110 coccio o allo pianta­gione.

21 ADelli ebbe sede il più celebre oracolo del diO e od esso dobbiamo i Ire responsi , deslinoli oMyskellos di Ripe, re lolivl 0110 fondolione di Krolon (Diodoro Siculo, VII I, 17): o) OMyskellos dal dorso ricurvo, illungi.soellonle Apollo ti orno e li dorò slrrpe; ma in pTimo luogo Ques lo Il ordino, di fondare uno gronde Krolon nelle belle pianure arabili. h) Il lungisoeltanto in porsona ti poda; ma lo attenzione. Queslo à il monte Tophios, non or uto, queslo è Cholkis, ques lo lo sacro lerm dei CUletl. EQue~l e sono le [chinadi. Eosinisllo un voSlo more. Dico che così non Il può sfuggITe il promontorio Loklnios né lo socro Klimiso, né il fiume ESalO. cl OMyslellos dal do rso ri culvo, cercando co se divme dallo volontil de l dio Ilovoloi pionlo . Apprezzo II dono che il dio li dò .

22 Diodo ro Siculo (VIII, 17) defmisce Myskellos un Acheo-C relese (Azmoç EK Kpl)1:11<; 1. In ropporlo ou antiche frequenlozioni creresi, il fotto non sembro casuale a G. Moddoli (1 983, p. 323).

23 GlOmblico, Vita di Pitagoro, 50.

Il DOsco S(]( IO : Gli stessi contatti tra greci e indigeni erano collegoti 14 probabilmente o processi e le sue meraviglie ~

di interazione tra le economie agro-pastorale e silvestre indigeno do un loto, cerea­licola ed artigianale dello pòlis dall 'altro.

Dalle ricerche archeologiche sappiamo che, fino od età romano, lo pianura del Lacinio non fu sfruttato o scopo agricolo, se non marginalmente, con l'impianto di fattorie, appeno sei in totale tra l'età arcaico e l'età classica ls , forse direttamente dipendenti dall' Heraion e che contribuivano, insieme agli armenti e ai pascoli , 0110 ricchezza del santuario.

L'aspetto complessivo del promontorio, con l'alternanza di selva e pascolo naturale ero tale do portare Livio o descriverei ancoro il bosco sacro e gli alti abeti, anche se ai suoi tempi, ormai, le fattorie e addirittura alcuni grondi cam­plessi artigianali ceramici avevano invaso porte del Lacinio.

Un altro elemento di riflessione si deve aggiungere. Polibio ci parlo dello fondazione dello Lego Acheo d'Italia, intorno 01 430 a.c.,

formato do Crotone, Caulonia e Sibari, e affermo che il centro politico e religioso dello stesso fu il tempio di Zeus Homarios.

In tale periodo va collocato il ritorno o Crotone dei Pitagorici. Dove ero collocato il tempio di Zeus? Esso dovevo essere necessariamente nel territorio dello pòlis più antico ed

importante, cioè Kroton. Essenziale per il culto ero il "bosco sacro" 01 dio, dove si tenevano le riunioni e si deliberavo.

Giovanna De Sensi Sestitol! ho sostenuto che tale culto fosse nell 'areo del san ­tuaria di Hera Lacinia. Gianfranco Maddoli 27 concordo sufficientemente con lo possi­bilità che fosse il promontorio od ospitare lo sede del culto di Zeus, anche se non all'interno dell 'Heraion.

Il boscosacro Tra i tonti ele sue mera viglie

330 a.c. O Col figlio adottivo

Nello suo c figlio di Priam( rapire Elena, o che, insieme o

Questi i ve

/I (. ••

dove per il un gi Rest porta e di senz senz da qL il gr

In questi v di òlsos) , il gi co), per un'alt anch'esso ogg

Chi ero Tét Doride, allevat lero sposo di

Quindi il p natura selvagg ceduto poi o H

Ma qual è24 Giongiulio 1989, DD 43-45.227.

Hera?~l25 Corter 1985, D 451.

26 De Sensi Sestlto 1982, D. 13 ss.

i 08 ~ 109 27 Muddo li 1983, p. 334. Il 28 [i co fro,ne, AleKo

Il bosco sacro ele suemeraviglie

109

Tra i tonti miti che toccano il Lacinio, uno ci è narrato do Licofrone, noto nel 330 a.c. o Calcide in Eubea , vissuto lungamente in Alessandria d'Egitto e, forse, figlio adottivo di Lico di Reggio .

Nella suo opera Alexandra'8, un tragico monologo pronunciato da Cassandra, figlio di Priamo, nel momento in cui Paride si apprestavo o partire do Troia per rapire Elena, alcuni versi so no dedicati 01 nòstos, il viaggio di ritorno di Menelao che, insieme od Elena, nel suo errore, tocco le coste crotoniati.

Que sti i versi

" (. .. ) arriverò anche a Siri e alle insen ature del Lacinio, dove lo giovenca pianterò per lo dea delle armi un giordino tutto fiorito di piante. Resterò costume delle donne di quel paese portare il lutto per l'immenso nipote di Eaco e di Doride, il fulmine delle battaglie, senza ornare con /'oro le candide membra, senza indossare morbidi pepli tinti di porpora, da quando una dea donò ali'altra dea, come dimora, il grande promontorio simile alle corna del cervo. "

In questi versi, per lo primo vo lta, si sente parlare dell ' orchotos (quindi non di òlsos), il giardino che fu piantato da Téti s, dea fanciulla (detta perciò gioven­col, per un'altra dea, l'Hoplosmìa, identificato con Hera, sul gronde promontorio anch'e sso oggetto di dono da uno divinità all 'altro.

Chi ero Tétis? Uno Nereide, cioè un 'on da del mare, figlio di Nereo e di Daride, allevato da Hero e sempre o lei fedele. Zeus, Poseidone ed Apollo lo vol­Iera sposo di Pelèo, re dei Te ss ali. Dallo loro unione nocque Achille.

Quindi il promontorio, battuto dalle onde del more, fu reso accogliente, la suo natura selvaggio in porte addomesticato, grazie all'intervento di uno divinità e ceduto poi o Hero, qui definito Signora delle Armi.

Ma qual è il significato del "don o" di Tétis? Che co so chiese 0110 potente Hero?

28 licolrone, Alexondra, VY. 85 1·865 .

Il bosco 50([0 ; Il ool(O mroEllo forse affidò 0110 dea e alle donne di Kroton, per sempre, lo curo dei riti e le \!le meroVlgliee le sue meroviglie ~

funebri in onore del figlio Achille, ucciso do Poride. mat( e alt

Se lo splendido diademo aureo 29 , rinvenuto negli scovi del 1987, ornavo effet­ che

tivomente il simulacro dello dea, esso ci testimonio lo socralitò di due essenze Più i vegetali: il mirto, che spontaneo cresce e fiorisce sul Lacinio, e forse lo vite, frut­ d'og to dello curo dell'uomo. Edu

Quali piante dunque crescevano in un orchatos? Licofrone non ne specifico le si sp caratteristiche, se non quello di essere fiorito, rigoglio so. fino

Per nostro fortuna possiamo ricorrere ai versi immortali di Omer03O Ques Nell'Iliade le parole fytòn òrchatoi stanno od indicare filari di piante o frutte­

ti. Nell'Odisseo per ben due volte, per le regge di Alcinoo e di Odisseo, il termine Questo dur orchatos è utilizzato per descrivere grondi orti o giardini, sempre recintoti do siepi mente quello (

ro, cinto do ur poemi omerici. o do muri. Certamente Licofrone avevo ben presente il significato del termine nei

melograni, viti Non dissim

Ecco i versi con i quali Odisseo, prima di varcare le porte d'o ro dello reggia sommità del (. dei Feaci, descrive l'orchatos di Alcinoo (c he sappiamo essere fratello di Esemplare Kroton 1

31) : ancora più gra

"Fuori, poi, dal cortile, era un grande orto, presso le porte, di quattro iugeri: corre tutt'intorno una siepe. Alti alberi là den tra, in pieno rigòglio, peri e granati e meli dai frutti lucenti, e fichi dolci e floridi ulivi; mai il loro frutto vien meno o finisce, inverno o estate, per tutto l'anno: ma sempre il soffio di Ze firo altri fa nascere e altri matura. Pera su pera appassisce, mela su mela, e presso il grappolo il grappolo, ed il fico sul fico. Là anche una vigna feconda era piantata, e una parte di questa in aprico terreno

29 Sp odeo 19 ~4 , pp. 24-26.

30 Iliade, 14 , 123; Odisseo, 7, llZ-132; 24, 21Z. I Il :IlO : ., 32 Odiss eD, 7, j)231 Bérard 1963, p_ 398.

Il bosco socro ela sue meraviglie

maturo 01 sole; d'un altro vendemmiano i grappoli e altri ne pigiano; ma acconto ecco grappoli verdi, che gettono il fiore, altri appeno maturano. Più in là, lungo l'estremo filare, aiole ordinate d'ogni ortaggio verdeggiano, tutto l'anno ridenti. Edue fonti vi sono: uno per tutto il giardino si sponde; l' altro all'opposto corre fin sotto il cortile, fino all'alto palazzo: qui viene per acqua lo gente. Qu esti mirabili doni dei numi erano in coso d'Alcino0 32

".

Questo dunque lo più autorevole descrizione di coso sia un orchatos, e certa­mente quello che avevo in mente Licofrone: un gronde giardino, di oltre un etta­ro, cinto do uno siepe, dove con curo sapiente crescevano floridi alberi do frutto, melograni, viti e ulivi, piante odorose come l'alloro ed il ginepro.

Non dissimile, quindi , dall'esemplare giardino che possiamo ammirare sullo sommità del Costello Fortezza di Crotone, antico acropoli dello pòlis Kroton.

Esemplare in quanto exemplum di qualcosa che ci auguriamo po sso divenire ancoro più gronde.

fil 32 Odissea, 7, 1]2·132 (Irod di R. (alle(chi Onesli, Einaudi 1989)

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Indice

pago 5 Presentazione

l Q Giornata - 4 Settembre 2003

Lo tavolo pitagorica Introduzione (5. Marini, Assessore) pago 9 Introduzione 01 temo (A. l. Prato) pag. 12 Commensalità, cibo ed utensili nello tradizione (M .r fannelli) pag. 17 Pitagoro e il tabù delle fave (G. Sole) pag. 33 Il cibo pitagorico oggi (e. Sandomeniw) pago 65

2Q Giornata - 5 Settembre 2003

Lo musica, armonio celeste dell'universo Introduzione 01 temo (F. Romano) pago 75 Continuità e modernità del pensiero mu sicale pitagorico (A. Marcellino) pago 77 Lo scuola pitagorica: il sistemo e lo teoria dello musica (A. Barbarossa) pago 87

3Q Giornata - 6 Settembre 2003

Il bosco sacro e le sue meraviglie

Boschi sacr i e giardini nell 'antico Lacinio (D. Morino) pago 101 I vegeta li, dallo mitologia 0110 biochimico (P. Violo) pago 117 Erb e e pionte dal dettato pitagorico 0110 tradizione poetico (l. Alario) pago 137

Appendice pago 197