ANNO XL - LUGLIO - DICEMBRE 2009 - N. 2 Rivista ... fogolar...che àn finît la so stagion, che àn...

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ANNO XL - LUGLIO - DICEMBRE 2009 - N. 2 Rivista semestrale Rivista dell’Associazione tra i friulani residenti a Roma e nel Lazio aderente a FRIULI NEL MONDO (Udine) e all’UNAR (Roma) iscritta nell’albo delle Regioni Lazio e Friuli-Venezia Giulia, Via Aldrovandi, 16 - 00197 Roma - Tel. 06/3226613 - Fax 06/3610979 • FRIULI A ROMA: cultura, problemi, personaggi, attività, segnalazioni • TESTI di: Aita – Allocca – Angeli – Baruzzini – Berto – Bertossi – Boschini – Calligar – A. Cargnelutti – C. Cargnelutti – Carletti – Cirio – Cjanton – Crapiz – Degano – Del Monaco e Pian – Dorigo – Fabretto – Fior – Gagliardi – Lannaioli – La Torre – Mastracchio – Melchior – Padovan – Pascoletti – Pezza – Picotti – Ronco – Sandicchi – Schinko – Tomada – Zannier TASSA RISCOSSA TAXE PERÇUE UDINE ITALY Poste italiane - Sped. in a.p. D.L. 353/2003, (conv. in L. 27.2.2004, n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Udine `

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ANNO XL - LUGLIO - DICEMBRE 2009 - N. 2 Rivista semestrale

Rivista dell’Associazione tra i friulani residenti a Roma e nel Lazioaderente a FRIULI NEL MONDO (Udine) e a l l ’UNAR (Roma)iscr i t ta nel l ’a lbo del le Regioni Lazio e Fr iu l i -Venezia Giul ia ,Via Aldrovandi, 16 - 00197 Roma - Tel. 06/3226613 - Fax 06/3610979

• FRIULI A ROMA: cultura, problemi, personaggi, attività, segnalazioni

• TESTI di: Aita – Allocca – Angeli – Baruzzini – Berto – Bertossi – Boschini –Calligar – A. Cargnelutti – C. Cargnelutti – Carletti – Cirio – Cjanton –Crapiz – Degano – Del Monaco e Pian – Dorigo – Fabretto – Fior –Gagliardi – Lannaioli – La Torre – Mastracchio – Melchior – Padovan –Pascoletti – Pezza – Picotti – Ronco – Sandicchi – Schinko – Tomada – Zannier

TASSA RISCOSSA

TAXE PERÇUE

UDINE

ITALY

Poste italiane - Sped. in a.p. D.L. 353/2003, (conv. in L. 27.2.2004,n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Udine

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In copertina: particolare del “San Giorgio” diAndrea Mantegna, 1468 circa. Tempera su tavola. Venezia, Gallerie dell’Accademia. L’operaè stata esposta nella mostra “Il Potere e laGrazia – I Santi Patroni d’Europa”.

Rivista dell’Associazione tra i friulani di Roma e del Lazio

Via Aldrovandi, 16 - 00197 RomaTel. 06/3226613 - Fax 06/3610979

Iscr. Albo Ass. Regione Lazio nr. 47 del 05/08/1999Ass. Cult. Spett. Turismo-Sport

delle Regioni Friuli-Venezia Giulia e Lazio

E-mail: [email protected] - www.fogroma.itC.C. Postale n. 52696002 - Cod. fisc. 80412500581

sped. in omaggio

DIRETTOREAdriano Degano

COMITATO DI REDAZIONEAdalberto Leschiutta - Cecilia Sandicchi

Autorizzazione del Trib. di Roman. 16373 del 14-5-1976

Tipografia: Arti Grafiche Friulane / Imoco S.p.A. (Udine)via IV Novembre, 72 - Feletto Umberto - Tavagnacco

UNIONESTAMPAPERIODICAITALIANA

Associato

27 DI OTUBAR 1917

Vin siarât la nestre puarte,vin dât ju ben il saltel,

a si sin mitûz par stradecui frutinz a brazzecuel.

Oh ma piês di tant sterminio,piês di tant dolôr di cûr,

pàs cun pàs nus compagnavela vergogne di lunc fûr.

Fortunâz i muars sotiareche àn finît la so stagion,che àn siarât i voi ad oree no san cheste passion …

Ma cumò Vò sostignînus,o Signor, e dainus flât

di tornâ tes nestris cjasisfrancs di cûr e a cjâf jevât!

Ercole Carletti

Nota: la poesia è ispirata dalla tragica disfatta di Caporetto

Il sorriso di Dino Virgili miestasiava. Sorrideva sempre. Unsorriso bonario, amichevole, ac-cattivante, quello di un uomo se-reno, gentile, buono. Snello, altoe agile, era simpatico a tutto ilgruppo intellettuale che si eraformato attorno al grande mae-stro, don Giuseppe Marchetti.Era un gruppo di giovani dallevoci nuove come la loro poesia:quelle di Lelo Cjanton, DinoVirgili, Otmar Muzzolini (Me-ni Ucel), Riedo Puppo, NovellaCantarutti e ovvia mente quelladi pre’ Bepo, di cui ricordo lapoesia Plui vecjos e Lis predicjsdal muini (muini di Gargagnà diSore).

Io, posso ben dirlo, ero “sestofra cotan to senno” come dicevaDante. Sesto ma certamente nonal loro livello. Mi incantavo nel-l’ascoltarli, ma non osavo né po-tevo tentare di imitarli. Mi am-mettevano nella loro cerchia alla “Buona Vite”, alla “Tavernetta”, al “Friulino”o negli incontri domenicali nelle osterie paesane, ove non si gozzovigliava, masi parlava di poesia, di letteratura, del Friuli, del quale scriveva polemicamentee con grande cultura il maestro pre’ Bepo. Così sgorgava la poesia che, come inun magico gioco, ci faceva assaporare i bei versi di Lelo, la limpida voce di Di-no, il fine umorismo di Meni, l’arguzia sorniona e sarcastica di Riedo, l’incan-to soave di Novella.

Di Marchetti ero stato allievo alle magistrali “Percoto” e poi suo segugio, ac-compagnandolo con il dr. Guido Nicoletti nelle visite pomeridiane nelle chie-sette del Friuli (delle quali pubblicherà uno studio), o a frugare negli scaffali di-menticati nelle sacrestie ove si scovavano capolavori d’arte pittorica e soprattut-to lignea.

Dino ci sorprese tutti quando uscì nel 1950 quel magnifico e originale ro-manzo L’aghe dapît la cleve, il primo vero romanzo in lingua friulana, come sen-tenziava don Marchetti. Dino scriveva poesie che avevano la bontà e il saporedell’acqua fresca e zampillante di una sorgente, che nel 1949 ha ispirato il no-me di Risultive al giovane gruppo poetico. Non mi addentrerò nella critica dellesue opere, perché altri lo hanno fatto e lo faranno meglio di me. Dico solo chedal romanzo e dalle poesie traspariva il carattere di Dino, uomo sobrio, dolcesemplice, affabile, amico generoso. Forse il suo sorriso era stato rubato proprioa quello gioioso e spontaneo dei ragazzi delle elementari ai quali insegnava congentilezza e bravura, che sapeva educare e far crescere nel senso dei valori e neldesiderio di imparare.

La mia amicizia con lui era schietta e totale. Quando nel 1953 stavo organiz -zando a Povoletto i festeggiamenti in onore del concittadino mons. Luigi Ci-cuttini, consacrato vescovo ausiliare di Udine, Dino mi donò un manoscritto inchiara calligrafia, Paulét, mi sovèn, una bella poesia che pubblicai nel numerostraordi nario Campane a festa, e che ripubblico ora nel mio volume autobiogra-fico. Anzi, ho dato al libro proprio quel titolo, perché lo trovo congeniale ai suoisentimenti e anche al mio modo di essere figlio di Povoletto. Paese di gente sem-plice, ma buona, sociale, seria e laboriosa. Così, la sua poesia mi ricorda anco-ra il volto gioioso di Dino, che ci lasciò nel pieno vigore della maturità virile.Essa mi ispira ancora i valori della vita serena e la bellezza dei sogni.

Quelli che aiutano a superare gli inevitabili guai della vita.

Adriano Degano

Pubblicato su CE FASTU? Rivista della Società Filologica Friulana

“Graziadio I. Ascoli” LXXXV (2009) 1

D I N O , M I S O V È N

Il sorriso di Dino Virgili.

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La 1a domenica di agosto (come con-suetudine), l’ente Friuli nel Mondo or-ganizza la festa per gli emigranti che ri-tornano nei paesi dove sono nati. Que-st’anno i rappresentanti di oltre 70 Fo-golârs sparsi nel mondo si sono trovatia Gradisca d’Isonzo, che, imbandierataa festa, ha dato il benvenuto a tutti i par-tecipanti con le “arie” suonate dallaBanda di San Paolino d’Aquileia.

“La vostra esperienza di migranti an-drebbe presa a modello e portata aesempio”, così il presidente della Re-gione Renzo Tondo ha salutato i conve-nuti al 6° raduno internazionale.

Hanno raggiunto la fortezza 1200persone, in rappresentanza di ben 72Fogolârs, addirittura ben 47 provenientidall’estero: Argentina, Australia, Brasi-le, Canada, Cina (uno dei più recenti),Perù, Sudafrica, Usa, Venezuela. I Fo-golârs di tutta Europa e, naturalmente,di tutta Italia. Da sottolineare che altremigliaia di friulani erano collegati viaWeb.

Naturalmente anche i Fogolârs di Ro-ma e di Aprilia, con i loro presidentiDegano e Romano Cotterli, con soci esimpatizzanti, hanno preso parte attivaal raduno.

In corteo, con autorità, banda, ban-diere e gagliardetti in testa, hanno rag-giunto il Parco della Rotonda dove èstata deposta la corona al monumentodei caduti per la Patria.

E’ poi seguita la messa celebrata nel-la chiesa dell’Addolorata con una sug-gestiva funzione in lingua friulana, ac-compagnata dalla Cappella vocale ma-

schile di Farra, che ha eseguito la mes-sa solenne di Cecilia Seghizzi. Conce-lebrata dai parroci di Gradisca donMaurizio Qualizza, di Lucinico donValter Milocco e dall’assistente spiri-tuale del Fogolâr di Verona.

La chiesa era strapiena, ma tutti han-no potuto ascoltare meglio la funzionegrazie ai poderosi altoparlanti collocatifuori. Quando al momento dell’Eucare-stia il coro ha eseguito il dolcissimocanto “Suspir da l’anime”, il cuore ditutti “si è ingropât”.

Dopo la funzione, gli animi si sonorasserenati in via Ciotti, parata a festa,

con l’impareggiabile spettacolo deiDanzerini di Lucinico.

Sono seguiti poi i discorsi pronuncia-ti dalle numerose autorità presenti.

L’on. Giorgio Santuz presidente del-l’Ente Friuli nel Mondo ha salutato perprimo il “Popolo dei Fogolârs”, ricor-dando che tra i programmi futuri del-l’Ente (studiati in collaborazione conl’Università di Udine) c’è la diffusionedella cultura friulana nel mondo.

Tramite una serie di “Video-conferen-ze” e di “mass media” verrà costruita unaattiva rete di scambi, di confronti, di oc-casioni di dialogo tra tutti i Fogolârs ita-liani e quelli residenti all’estero.

Il Sindaco di Gradisca d’Isonzo, Sig.Tommasini, ha rivolto parole di benve-nuto e di ringraziamento alla Provinciadi Gorizia, alla Cassa di Risparmio, al-la Camera di Commercio di Gorizia,per il supporto che hanno fornito e cheha reso possibile la realizzazione diquesto momento annuale di festa e diamicizia.

Sono poi intervenuti: il dr. Cigolot,Direttore del periodico “Friuli nel Mon-do”, il Vice Presidente della Provinciadi Pordenone, dr. Guizzo, e il Presiden-te della Provincia di Gorizia, dr. E.Gherghetta.

E’ venuto, quindi, il turno dell’on.Fontanini, Presidente della Provinciadi Udine, che si è rivolto ai presenti par-lando in lingua friulana.

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Il grande pranzo nel tendone. Foto C. Canderan.

La commemorazione con le autorità. Foto C. Canderan.

RADUNO D’AGOSTO DEI “FRIULANI NEL MONDO”

continua a pag. 4

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positiva del Friuli nel nostro Paese e nelmondo. Alle ore 13 è iniziato il pranzo co-munitario, organizzato nei giardini diPiazza dell’Unità d’Italia, preparato e ser-vito dal Ristorante “I Gelsi”.

Tavole elegantemente apparecchiate,menù tipico, abbondante, gustoso e an-naffiato dai migliori vini di una terrasenza confini.

La giornata è passata velocemente fraportate, bottiglie, scambio d’esperien-ze, cordialità e “ciacole” in tutte le lin-gue ma con cuore e animo Friulani.

Carmen Cargnelutti(Stralcio da “La Vós dal Fogolâr

di Verona” e dal “Piccolo di Trieste”)

segue da pag. 3

Folclore per le strade di Gradisca. Foto C. Canderan.

I presidenti dei Fogolârs di Roma e Aprilia, Degano e Cotterli. Foto C. Canderan.

Auguridi NataleGioioso é ritornato Natale

e noi amici ci scambiamo

un augurio sincero, affettuoso,

propizio di tante cose belle

perché c’è anche

il giorno del dolore

dove il cielo pare privo di stelle

l’inverno freddo senza fine,

bianco di neve che non disgela

la pena che il cuore stringe,

ma poi sai che viene l’estate

la terra sorride, rifiorisce,

i vecchi sentono il tepore del sole,

i giovani il sapore del miele

nei loro sogni di verdi prati.

Così questa sera pensiamo

che il cielo stellato che ci appare

é il cielo dei re Magi, il nostro

che sempre ci accompagna

fin che c’é amore, un ricordo

per chi da lassù ora ci guarda,

una speranza di altre primavere,

di altri Natali con ferma una stella

che sciolga il buio della notte

sopra quella culla lontana

che mai come ora

é a noi tanto vicina

nel suo vagito che ci chiama.

Ugo Cirio

L’on. Edouard Ballaman, Presidentedel Consiglio Regionale del Friuli Ve-nezia Giulia, ha invitato tutti i friulaniche sanno cosa vuol dire “Emigrazio-ne” (ma sempre nella legalità) a essere“garanti” verso chi viene nella nostraterra per lavorare onestamente.

Infine, il Presidente della Regione Ren-zo Tondo ha elogiato i friulani sparsi inogni parte del mondo (ci sono Fogolârsanche in Cina), dove hanno potuto mette-re a frutto le loro doti di laboriosità, tena-cia e senso civico, dando – in tal modo –un contributo importante all’immagine

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Mons. Andrea Bruno Mazzocato giàvescovo di Treviso è il nuovo arcivescovodi Udine che succede a mons. PietroBrollo che aveva annunciato da tempo lesue dimissioni.

Domenica 18 ottobre scorso l’ingressoin arcidiocesi. Città in festa e cattedralegremita, molti anche i trevigiani.

Grandi applausi, sorrisi, strette di ma-no. Il popolo friulano ha accolto congrande gioia ed emozione, al grido di “Vi-va l’Arcivescovo”, l’arrivo di mons. An-drea Bruno Mazzocato a Udine, dopo unprimo benvenuto a Latisana. Una grandis-sima folla si è radunata in piazza Duomo eha poi gremito la Cattedrale dove si è svol-ta la cerimonia di insediamento.

Dopo la processione di ingresso, dall’o-ratorio della Purità, sul portone della Cat-tedrale, l’Arcivescovo eletto della Chiesaudinese, accompagnato da una folta dele-gazione trevigiana, è stato accolto damons. Brollo e dai canonici del Capitolometropolitano. Quindi, il vicesindaco diUdine, Vincenzo Martines, ha porto unindirizzo di saluto a mons. Mazzocato daparte della città. Presenti, tra gli altri, an-che gli assessori regionali Riccardi eViolino, il presidente della Provincia,Fontanini, il rettore dell’Università diUdine, Cristiana Compagno.

Molti anche i Vescovi presenti: il patriar-ca di Venezia, card. Angelo Scola, il nun-zio apostolico a Praga, mons. Diego Cau-sero, l’arcivescovo di Cochabamba in Boli-via, mons. Tito Solari, l’arcivescovo diGorizia, mons. Dino De Antoni, i vescovidi Koper/Capodistria, mons. Metod Pirih,di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, diPordenone, mons. Ovidio Poletto, di Rovi-go, mons. Lucio Soravito, di Vittorio Ve-neto, mons. Corrado Pizziolo, e l’arcive-scovo emerito di Udine mons. AlfredoBattisti. Sul portone della Cattedrale, ilpresidente del Capitolo metropolitano,mons. Ottavio Belfio, ha presentato all’Ar-civescovo eletto il crocifisso per il bacio.Dopo il messaggio di saluto di mons. Brol-lo, a rendere effettivo l’insediamento, la so-lenne consegna del pastorale, dopo la qua-le mons. Mazzocato si è seduto sulla catte-dra e ha ricevuto l’omaggio di una rappre-sentanza dell’Arcidiocesi.

L’OMELIA

“In obbedienza alla tua volontà offro lamia vita per le pecore che mi hai dato” hadetto nella sua omelia mons. Andrea Bru-no Mazzocato, ricordando le parole con lequali il Buon Pastore si rivolgeva al Pa-

dre. Mons. Mazzocato ha poi ricordato il

motto scelto per lo stemma: “Pro vobis inChristo ministri”, “In Cristo, ministro eservo per voi, per il vostro bene”. Così miinsegna Gesù, ha detto l’Arcivescovo, ecome abbiamo ascoltato nel Vangelo: “IlFiglio dell’Uomo non è venuto per farsiservire, ma per servire e dare la propriavita in riscatto per tutti”.

Nell’omelia, mons. Mazzocato si è ri-

volto ai sacerdoti, chiamandoli “figli eamici”. “Aprite con me un credito di fidu-cia - ha detto l’Arcivescovo -, sapendo

che potrete cercarmi sempre, per qual-siasi motivo”. Mons. Mazzocato non hadimenticato i seminaristi: “I tanti annidedicati al seminario di Treviso, comeeducatore, mi fanno sentire immediata-mente vicino a voi, partecipe del vostrocammino di formazione. E cominciamosubito a pregare il Padrone della messeperché altri giovani accolgano la chia-mata di Gesù”.

Infine, l’Arcivescovo ha detto di averiniziato a scoprire “in questo tempo suquanti laici possa contare la nostra Chiesadi Udine per animare le comunità parroc-chiali grandi e piccole, per creare comu-nione e collaborazione nelle foranie, peroffrire servizi qualificati a tutta l’Arcidio-cesi”. Rivolgendosi proprio ai laici, mons.Mazzocato ha detto: “Siete una grande ric-chezza che mi sta sorprendendo. Aspettocon gioia le occasioni per incontrarci,ascoltare le vostre esperienze, condividerela fede e l’amore per la nostra Chiesa ecamminare assieme verso la santità. LaChiesa conta su voi, cari cristiani laici,anche per portare il sale e la luce del Van-gelo dentro tutta la società friulana contri-buendo a farla crescere secondo i valoripiù belli della sua tradizione”.

A proposito della storia del Friuli,mons. Mazzocato ha detto di essere rima-sto “colpito dalla nobiltà del nostro pas-sato e, insieme, dalle tante prove e soffe-renze che hanno segnato la popolazionee la Chiesa; l’ultima, il disastroso terre-moto del 1976, è viva nella memoria ditutti. La fede è stata il filo conduttore cheha guidato il popolo friulano e la forza

MONS. ANDREA BRUNO MAZZOCATO NUOVO ARCIVESCOVO DI UDINE

Il nuovo arcivescovo di Udine Andrea BrunoMazzocato.

L’omelia del nuovo arcivescovo.

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che lo ha risollevato anche dalle mace-rie”. Oggi la fiaccola di questa fede, hasottolineato l’Arcivescovo, “viene messanelle mie mani perché la tenga alta e ladiffonda. Chiedo a tutti di unire le mani ei cuori per tenere, assieme, alta la fiacco-la della fede”. Ma, per mantenere viva lafede e la speranza, ha concluso l’Arcive-scovo, “non basta che uniamo mani ecuori; è necessario, anche, che pieghiamoinsieme le ginocchia in preghiera perchéla fede e la speranza sono un dono delloSpirito del Signore”.

Mons. Mazzocato ha infine salutato ipresenti in friulano, tedesco e sloveno, di-cendo “dono a voi il cuore che mia mam-ma mi ha donato e il Signore ha formato.Sono sicuro di trovare aperti anche i vo-stri cuori per conoscerci, amarci e soste-nerci come ci insegna il Vangelo”.

Al termine del solenne rito, nella saladel Trono del Palazzo patriarcale, hannoporto i loro saluti a mons. Mazzocato ilpresidente della Provincia di Udine, Fon-tanini, della provincia di Treviso, Mura-ro, e l’assessore regionale, Riccardi.

LO STEMMA

Lo stemma scelto da mons. AndreaBruno Mazzocato vuole esprimere il mi-stero di Dio con gli uomini e l’esperienzadel Vescovo, chiamato a servire la Chiesa,sposa di Cristo, come successore degliApostoli. La parte superiore si riferiscealla tradizione ecclesiale aquileiese che èall’origine dell’Arcidiocesi di Udine: so-no raffigurati, infatti, i santi martiri aqui-leiesi Ermacora e Fortunato e l’aquilagialla in campo blu, emblema del Patriar-cato. La parte inferiore rappresenta larealtà umana dove, da un lato, sullo sfon-do rosso, le quattro sfere simboleggiano i

punti cardinali (la terra) e dall’altro, sullosfondo argento, il pastorale e la lampadastanno a significare i compiti fondamen-tali del pastore: la guida del gregge all’o-vile di Cristo e l’annuncio della Parola diDio, luce che illumina la via che porta al-l’incontro con il Risorto. La realtà divinae quella umana sono idealmente unitedall’arcobaleno, simbolo dell’alleanza traDio e gli uomini; tale alleanza si realizzapienamente in Gesù Cristo, rappresentato

dalla goccia d’olio, per indicare che egli èil Messia, l’Unto di Dio. La goccia, inol-tre, indica il crisma con cui vengono con-sacrati i ministri. A completamento, ledodici stelle, richiamo di Maria, mediatri-ce della grazia divina. Lo sfondo simboli-co di questo insieme è lo scudo, immagi-ne cara a san Paolo, per esprimere la fede,la quale spegne “tutti i dardi infuocati delmaligno” (Ef 6,16). Il motto “Pro vobis,in Christo, ministri” dice la volontà delnuovo pastore di essere ministro di Cristo,annunciatore del suo Vangelo di salvezza,custode e dispensatore fedele dei misteridi Dio. Le insegne arcivescovili prevedo-no il galero (il cappello) con quattro filedi fiocchi, il tutto di color verde. Per unprivilegio particolare dell’Arcidiocesi diUdine, in quanto erede della tradizionepatriarcale di Aquileia, viene aggiunto l’in-

terno di color “rosso patriarchino”. Infine,poiché l’Arcivescovo è Metropolita, lostemma viene fregiato del pallio, ovvero unastriscia di stoffa di lana bianca con quattropiccole croci nere che il Metropolita indossadurante la celebrazione eucaristica.

NOTE BIOGRAFICHE

Mons. Andrea Bruno Mazzocato è natoa San Trovaso di Preganziol il 1° settem-bre 1948. Ha frequentato gli studi pressoil Seminario vescovile di Treviso ed è sta-to ordinato sacerdote il 3 settembre 1972.Dal 1972 al 1977 ha svolto il ministerosacerdotale come Cooperatore parroc-chiale a San Martino di Lupari (Pd). Con-temporaneamente ha conseguito la Licen-za in Liturgia Pastorale presso l’Istituto diLiturgia Pastorale di Santa Giustina in Pa-dova. Successivamente ha conseguito laLicenza in Teologia Dogmatica presso laFacoltà Teologica dell’Italia settentrionaledi Milano. Dal 1977 al 2001 è stato do-cente di Teologia Dogmatica presso loStudio Teologico del Seminario di Trevi-so, tenendo corsi anche presso lo StudioTeologico “San Massimo” dei Frati Con-ventuali di Padova e presso l’Istituto Su-periore di Scienze Religiose. Dal 1977 al1986 ha avuto l’incarico di Padre Spiri-tuale nel Seminario Maggiore diocesano.Dal 1987 al 1994 ha seguito la formazio-ne del clero giovane come Delegato Ve-scovile. Nel 1990 viene nominato Pro-Rettore del Seminario Minore di Trevisoe poi, nel 1994, Rettore del Seminario Ve-scovile. Mons. Mazzocato è stato elettoalla Chiesa di Adria-Rovigo l’11 ottobre2000 e consacrato Vescovo nella Catte-drale di Treviso il 9 dicembre 2000. Haguidato la Chiesa rodigina per 3 anni.Eletto Vescovo di Treviso il 3 dicembre2003, ha fatto il suo ingresso in questadiocesi il 18 gennaio 2004. Il 20 agosto2009 è stato eletto Arcivescovo di Udine.

Da “La Vita del Popolo”Bisettimanale d’informazione e ap-

profondimento della diocesi di Treviso

L’arrivo in piazza del Duomo. Foto www.natisone.it

Lo stemma.

Noi che scriviamoNoi che scriviamo credendo di bastarci

quanto bisogno invece abbiamodi qualcuno che ci sappia ascoltare.

Difficile ma assai gratificanteè trovare chi intenda pienamente

quanto abbiamo da direo spesso, troppo spesso, da soffrire.

Sì! Noi vorremmo condividere i pensierie regalare agli altri un po’ di bene

ma troppo spesso, invece, affidandone a un foglio

vorremmo, forse, allegerir le nostre pene.

Nuccia Rulli Lannaioli

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Una grande mostra, magnificamenteallestita a Palazzo Venezia a Roma, aper-ta dall’8 ottobre al 31 gennaio 2010, è de-dicata ai Santa Patroni d’Europa. E’ unracconto affascinante e un complesso in-treccio tra la storia dell’Europa, i suoi po-poli e i duemila anni della santità cristia-na attraverso le tele di più di una ottanti-na di artisti tra i quali: van Eyck, Mem-ling, Mantegna, Del Sarto, van Dick, Ti-ziano, El Greco, Guercino, Caravaggio,Murillo, Tiepolo. Tele provenienti dai mag-giori musei europei, tanto che visitando larassegna si ha la percezione di sfogliare unantico codice istoriato da miniatori d’ecce-zione, compiendo un vero e proprio viag-gio nel tempo, nella cultura e nella storiasociale e politica dell’Occidente.

Quello che va segnalato all’inizio è che ilgruppo di Illegio, piccola frazione del co-mune di Tolmezzo, di circa 360 abitanti,che ha ideato, organizzato e predispostomostre di grande spessore a livello euro-peo, ha esportato, grazie all’insostituibilecoordinamento di don Alessio Geretti conmonsignor Angelo Zanello, il modello aRoma. Il grande racconto, attraverso tanticapolavori della pittura, inizia con la primasezione, che introduce nel mondo dei San-ti, tra cielo e terra, tra Europa occidentale eorientale, aiutando il visitatore a percepirein cosa consista la santità, opere maestrecome: il trittico San Martino e il povero diCima da Congeliano, Madonna e Bambinocon Caterina da Siena, Rosa di Lima eAgnese di Montepulciano di GiambattistaTiepolo e Immacolata Concezione di Bar-tolomé Esteban Murillo.

Le sezioni, dalla seconda alla quinta, ri-costruiscono, con immagini intese e sin-tetiche, le principali tappe della storia del-la santità antica e, parallelamente, dellavicenda della cristianizzazione dell’Occi-dente: dall’era dei martiri al culto delleloro reliquie, ai grandi pellegrinaggi dimilioni di credenti e penitenti tra nord esud dell’Europa. Si aprono, poi, tre sezio-ni di importanza centrale con i re santi, icavalieri di Dio e i santi della mistica edella carità. La nona sezione presenta iltestamento dei sei santi patroni dell’Euro-pa intera: Benedetto da Norcia, Cirillo eMetodio di Tessalonica, Caterina da Sie-na, Brigida di Svezia, Teresa Benedettadella Croce, al secolo Edith Stein.

“Il potere e la grazia”, una mostra percerti versi miracolosa, dovuta alla genialeintraprendenza di monsignor Angelo Za-nello e don Alessio Geretti, è stata antici-pata a Palazzo Venezia, esclusivamenteper invito, dall’ambasciatore d’Italiapresso la Santa Sede, Antonio ZanardiLandi. Erano presenti il ministro della

cultura, Sandro Bondi, il presidente del-la Pontificia Commissione per i Beni cul-turali della Chiesa, monsignor Gianfran-co Ravasi, il sottosegretario alla Presi-denza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ilcardinale Ruini, i ministri Frattini e Cal-deroli e il sottosegretario Letta. Per ilFriuli c’erano Lionello D’Agostini, pre-sidente della Fondazione Crup, AdrianoDegano, presidente del “Fogolâr Furlan”di Roma, Dario Zearo, sindaco di Tol-

mezzo, Silvano Bertossi, giornalista, El-da Felluga, imprenditrice.

L’esposizione è stata inaugurata uffi-cialmente mercoledì 7 ottobre, dal cardi-nale Tarcisio Bertone, segretario di Sta-to Vaticano, e dal presidente del Consi-glio, Silvio Berlusconi.

“Il Potere e la Grazia – ha detto il cura-

IL POTERE E LA GRAZIAI SANTI PATRONI D’EUROPA

L’inaugurazione della mostra. In primo piano, da sinistra, don Alessio Geretti, il card. Tarci-sio Bertone, Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il governatore della Regione FVGRenzo Tondo.

Palazzo Venezia. Da sinistra: don Adel, don Antonio, Adriano Degano e Licio Damiani conla signora Annalisa.

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certo tipo di uomini e con un certo tipo disanti”. L’intreccio tra laicità e religione rap-presentato da significative e imponenti tele,capolavori dell’arte che presentano conver-sioni e persecuzioni, battesimi e battaglieche hanno congiunto la vicenda dei popolieuropei al cristianesimo, con un indovinatoe opportuno allestimento, sono ora a dispo-sizione in questa mostra che rappresenta,

Illarion Michajlovic Prjanisnikov. Il giorno del Salvatore al nord, 1887. Olio su tela.

Paolo Caliari detto il Veronese - La predica di Sant’Antonio ai pesci, 1580 circa. Olio e tempera su tela.

nel suo insieme, una occasione per com-prendere la grandezza delle nostre radiciperché “poter ammirare le opere del Guer-cino e del Caravaggio, di Mantegna e diTiepolo – ha detto il ministro Bondi – equi-vale a riappropriarsi della memoria genera-tiva dell’Europa e dell’Occidente”.

Silvano Bertossi

tore don Geretti nel corso dell’anteprima- ricostruiscono una evoluzione dei mo-delli di santità, mostrando che in ogniepoca ci sono stati dei modelli di santitàdi riferimento. In un certo senso è comese Dio reagisse alla situazione complessi-va di ciascuna stagione della storia con un

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ospiterà gli Uffici dell’Ateneo e che èstata costruita in legno e materiali eco-logici secondo tutti i criteri di eco-so-stenibilità e antisismicità adottati dalGruppo Polo per poter fornire un edifi-cio permanente e non una soluzionetemporanea.

Oltre al Comune dell’Aquila e allaRegione Abruzzo, in rappresentanzadella Regione FVG era presente allacerimonia l’Ing. Gianni Burba, Diri-gente della Protezione civile FVG, cheha coordinato in loco il progetto “Vil-laggio Friuli” e ha gestito il “Campo

Friuli” le cui tende ospitano ancoracirca 200 persone.

“Sono all’Aquila dal primo giornodi emergenza dopo il sisma – raccontaBurba - è stato un grande piacere es-sere qui oggi e vedere come la solida-rietà passi anche attraverso l’iniziati-va di aziende come Gruppo Polo, chesi mettono in gioco e offrono soluzioniconcrete, reali e di qualità; si tratta diun grande senso di collaborazione,

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Il nuovo padiglione eco-sostenibile della Facoltà di Ingegneria dell’Aquila.

Il taglio del nastro. Da sin. l’assessore alle Opere pubbliche del comune di Gemona Loris Cargnelutti, il preside dellaFacoltà di ingegneria dell’Aquila prof. Pier Ugo Foscolo e LorisClocchiatti presidente del Gruppo Polo - Le Ville Plus.

L’interno del Padiglione. In terza fila a sin. il consigliereOliviero Turoldo.

CONSEGNATO ALL’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA IL PADIGLIONEECO-SOSTENIBILE COSTRUITO E DONATO DALL’AZIENDA

FRIULANA GRUPPO POLO – LE VILLE PLUS

L’AQUILA. La solidarietà ai terre-motati dell’Abruzzo è rappresentatadalla concretezza, tutta friulana, delnuovo padiglione eco-sostenibile dona-to all’università dell’Aquila dall’azien-da friulana Gruppo Polo – Le VillePlus.

Il nastro è stato tagliato giovedì 29 ot-tobre 2009 alle ore 10,45 presso il PoloUniversitario di Coppito dal Prof. PierUgo Foscolo, Preside della Facoltà diIngegneria dell’Ateneo, insieme a Lo-ris Clocchiatti, Presidente del GruppoPolo, e a Loris Cargnelutti, Assessorealle Opere Pubbliche del Comune diGemona (UD), uno dei centri più colpi-ti e simbolo del terremoto del Friuli del1976.

Un’ideale vicinanza tra due terre,Friuli Venezia Giulia e Abruzzo, acco-munate dalla stessa esperienza. Un ge-sto di speranza e una spinta verso il fu-turo che arriva oggi all’Aquila e alla suaUniversità, da sempre punto di forza enodo essenziale del tessuto socio-eco-nomico del capoluogo.

“L’Università dell’Aquila ringraziasentitamente gli amici friulani per lagenerosa offerta di questa struttura – haaffermato il prof. Ferdinando di Orio,Rettore dell’Università dell’Aquila –che contribuisce concretamente allapiena ripresa delle attività accademi-che, peraltro mai interrotte dall’Ateneo,nonostante le difficoltà causate dal si-sma del 6 aprile scorso.”

Sono durati 4 settimane i lavori percompletare la struttura di 220 mq che continua a pag. 10

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Uno dei momenti più forti ed eticamente incisivi, nel qua-dro delle manifestazioni culturali, è stato senza dubbio ilConvegno sulla consapevolezza della solidarietà, promossodall’Associazione “La carezza del Papa” che ha visto coin-volte le Associazioni Veneti a Roma e il Fogolâr furlan su ini-ziativa del presidente dei Veneti, dr. Graziano Moro, il 21ottobre 2009. Nella sala Italia dell’UNAR, con una rilevantepresenza di pubblico, il dibattito ha avuto come punti di rife-rimento la solidarietà cristiana, la considerazione del prossi-mo e la considerazione della nostra condizione di privilegio.

I temi sopra citati sono stati da sempre il fulcro nell’inse-gnamento di Papa Giovanni XXIII che, con il suo famoso“discorso alla luna”, segnò nel cuore e nella mente delle ge-nerazioni dell’epoca, fino a quelle di oggi, un indelebile mes-saggio di carità e solidarietà umana e cristiana. La presenza

e le parole di eminenti personalità della politica e della cul-tura hanno confermato che, a tutt’oggi, quel messaggio è an-cora valido e va messo in pratica. Il convegno è stato apertodall’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Antonio Za-nardi Landi, che ha portato il suo saluto e augurio per l’ini-ziativa. Hanno poi di seguito parlato il dr. Ruggero Capone,redattore de L’Opinione, l’avvocatessa Capasso, segretariadell’on. Antonio Zanon, assente giustificato, che ha lettol’intervento del presidente della Commissione Cultura dellaRegione Lazio e l’economista prof. Fabio Verna, consulentedella Presidenza del Consiglio. Moderatore del Convegno ilconte Arnaldo Blancardi di Sospello presidente e fondato-re della Fondazione “La Carezza del Papa”.

Adriana Berto

Il saluto dell’ambasciatore Antonio Zanardi Landi ai partecipanti al convegno.

LLaa ccoonnssaappeevvoolleezzzzaa ddeellllaa ssoolliiddaarriieettàà

aiuto e riconoscenza per quello che ilFriuli stesso ha ricevuto dopo il 1976.”

Per il primo giorno di inaugurazione,gli spazi del nuovo Padiglione hannoospitato la prima lezione di un pro-gramma di 4 workshop, dedicati alletecniche costruttive in legno e organiz-zati dal prof. Antonio Frattari, respon-sabile del Laboratorio di ProgettazioneEdilizia del Dipartimento di IngegneriaCivile e Ambientale dell’Università diTrento, e dal suo collega prof. Renato

Morganti, della Facoltà di Ingegneriadell’Aquila.

“Il Friuli ringrazia e non dimentica:”– commenta Clocchiatti – è il ricordodel terremoto e della grande solidarietàricevuta nel ’76 che ci ha spinti ad aiu-tare concretamente la città dell’Aquila.Una promessa che abbiamo mantenutooffrendo un aiuto immediato proprio al-l’Università che rappresenta un puntofondamentale dell’economia aquilana,nonché un simbolo concreto di futuro,ripresa e formazione”.

Ufficio Stampa Gruppo Polo - Le Ville Plus

All’inaugurazione del Padiglionedel Gruppo Polo – Le Ville Plusera presente, su invito dell’im-prenditore Clocchiatti, anche ilconsigliere del Fogolâr furlan diRoma, Oliviero Turoldo, che haportato il saluto del presidente De-gano impegnato in Friuli e di tuttala comunità friulana capitolina,che non ha mancato di profonderela propria solidarietà alla popola-zione abruzzese attraverso unaraccolta di fondi offerti all’Asso-ciazione Abruzzese di Roma.

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Sabato 21 novembre alle ore 17 nellachiesa di Sant’Eligio de’ Ferrari, i soci delFogolâr, con il loro Presidente Degano,hanno partecipato alla Santa Messa insuffragio dei parenti, amici e soci che“nus an lasas chisti an”.

La celebrazione è stata presieduta da S.E. mons Marcello Costalunga, Arcive-scovo titolare di Aquileia, con l’assisten-za di mons. Elio Venier.

Il rito è stato animato da “Il Coro dellunedì” diretto dal maestro Cesare Pocci.

La Santa Messa che è stata celebrata èquella della vigilia della festa di CristoRe. Il celebrante nell’omelia si è soffer-mato sulle parole del vangelo dove Gesù,davanti a Pilato, afferma che il suo Regnonon è di questo mondo.

Per questo, conclude l’arcivescovo, an-che i nostri defunti appartengono al Re-gno di Gesù: essi lo hanno già raggiuntoe ne fanno parte.

Il celebrante ha voluto dare anche unarisposta all’interrogativo di Pilato: “Checosa è la verità”? Nelle parole dell’Apo-calisse infatti si legge che la più grandeverità per ogni cristiano è che “Colui checi ama ci ha liberati dai nostri peccaticon il suo Sangue e ha fatto di noi un re-gno”.

Con queste consolanti verità, mons.Costalunga ha voluto che i cuori ango-sciati per la morte si aprissero a senti-menti di fede e di speranza.

“Il Coro del Lunedì” ha reso più sugge-stivo e commovente il sacro rito trasfor-

Il “Coro del lunedì” a Sant’Eligio de’ Ferrari.

SANTA MESSA PER I NOSTRI DEFUNTI A SANT’ ELIGIO DE’ FERRARI

poetessa Novella Cantarutti, poeta Aure-lio Cantoni, padre Giovanni BattistaCappellaro, Piero Chirra, giorn. VittoriaDi Qual, Corrado Faitelli, Alba FanuttiBertoli Tomada, Giorgio Ferri, Giusep-pina Gaspardis D’Eva, dr. Italo Grassi,lady Christabel Mary Gwynne LewisGirolami, Olvina Lazzaro Nunez, giorn.Vittorino Meloni, dr. Luciano Pascoletti,Gino Pelliciardi, Luigi Piccoli, AntonioPlos, prof. Antonino Sanna, Teresina Sa-vonitti, Andrea Scaini, Antonietta Sco-lamiero, tenore Bruno Sebastianutto (Se-bastian), regista Emanuela Sbernini,Giustina Tessitori Scovacricchi, AmaliaElsa Tomat Tonutti.

Rino Fabretto

mando il “Se tu vens” quasi in un inno sa-cro al momento della comunione.

Al termine della Santa Messa, il mae-stro Pocci e i suoi cantori ci hanno deli-ziato con sette canti folcloristici regiona-li, tra i quali “Al ciante il gial”, che cihanno strappato applausi convinti.

Infine il nostro Presidente Degano, do-po i ringraziamenti ai coristi e ai soci pre-senti, ha concluso augurando che i senti-menti di solidarietà e amicizia abbiano aessere sempre caratteristiche che distin-guono coloro che appartengono al nostroFogolâr.

* * *

Sono stati ricordati: Elci Asquini, Odil-la Asquini, Maria Bonanni Sambuco,

LA CASA DEL BOSCOLa casa al margine del bosco,

la luce che tremasugli abeti nel silenzio. È il momentoche tutto è con te quassù a sentire.

È il momento che un’ombra azzurrinasi posa ai vetri bisbigliando pensieri:la casa ascolta attenta, sul ballatoio

come pensate voci già uditecantano in penombra, la cucina

ha un bagliore ai rami, le batte il cuore.

Lelo Cjanton

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L’incontro, ormai tradizionale, per lapresentazione dell’Agenda Friulana, havisto anche quest’anno la partecipazionedi numerosi soci nella prestigiosa sededel Fogolâr Furlan di Roma.

Dopo il saluto del Presidente Degano aipartecipanti e ai relatori, il comm. ArioCargnelutti ha iniziato la sua relazione“Andar per funghi” con l’interrogativo:“Quando è nato il Friuli ?” La rispostafantasiosa, ma piena d’amore e poesia, èstata questa: “molti anni fa’, non c’è da-ta! Il Signore Iddio ha creato la terra, masi era dimenticato di fare anche il Friuli eallora ha dovuto, per risolvere il proble-ma di questa gravissima lacuna, dare unpezzo di Paradiso che aveva per sè riser-vato!!!”

La dimostrazione l’abbiamo “nei laghidagli imprevedibili azzurri, nei nevai enei ghiaioni infiniti, ai cui piedi s’inerpi-cano boschi di conifere e paesini che

paiono fuorusciti da una fiaba, cascate egiochi d’acqua risonanti in una sinfoniadella natura”.

Il cuore di noi friulani presenti si èriempito d’orgoglio e nostalgia….

Dopo questa premessa, il relatore entranel vivo del suo argomento e riferisce che,tra i tanti frutti di cui è ricca la nostra ter-ra, il fungo trova in molte zone del Friuliun terreno adatto per crescere rigogliosoed allietare le nostre tavole nelle pregiatequalità di ovoli, porcini, chiodini ecc.

Il comm. Ario si sofferma poi sulle nu-merose qualità di funghi, sul modo di co-glierli, pulirli, cucinarli e termina la rela-zione con alcuni proverbi friulani che fan-no riferimento ai funghi, come: “I com-plimens a son come i foncs, plui a son bieie plui a son velenôs”. Ma questo prover-bio non riguarda certo il relatore per gliapplausi convinti dei presenti, al terminedella sua relazione.

Il dott. Renato Pilutti, curatore dell’A-genda, ci ricorda che quella del 2010 è latrentaquattresima Agenda friulana editada Chiandetti, la quinta da lui presentataal Fogolâr di Roma.

Egli ci invita a riflettere che il tempo

Paola Blasutto. Un volto indiano.

L’Agenda friulana 2010.

Presentazione dell’Agenda friulana 2010e Mostra fotografica di Paola Blasutto

Al centro la sig.ra Paola Blasutto autrice della splendida mostrafotografica. Alla sua sinistra C. Sandicchi, A. Degano e G. Sotgiu.Alla sua destra A. Giordano e A. Cargnelutti.

Il pubblico presente.

Il prof. Renato Pilutti e il comm. Ario Cargnelutti.

che passa e scandisce i vari avvenimentici fa pensare alla “crisi” intesa in senso dipassaggio.

Oggi viviamo almeno tre situazioni dicrisi: 1) Il modello di vita negativo offertodai mezzi di comunicazione specialmenteai minori; 2) le difficili relazioni tra i popo-li, le culture e le religioni; 3) i rapporti irri-solti tra la scienza e le biopolitiche.

Una possibile soluzione a queste “crisi”il relatore la ritrova in quelle antiche virtùproposte da filosofi greci e, poi, arricchi-te con più sublimi valori dal cristianesi-mo: la sobrietà, la solidarietà, l’umiltà ela verità.

L’Agenda friulana vuole essere la testi-monianza di un pensiero e di una cultura ditempi e persone, che con una vita esem-plare si offrono alla nostra riflessione.

Al termine, il Presidente Degano, dopoaver ringraziato i presenti e gli applauditirelatori, ha invitato tutti ad ammirare l’in-

teressante mostra fotografica di PaolaBlasutto, figlia di padre udinese.

Durante i numerosi viaggi in Africa,Asia e America Latina, la Blasutto ha col-to con un obbiettivo esperto l’emozioni dipersone e splendidi paesaggi.

Al termine della serata un gradevolerinfresco di commiato.

Rino Fabretto

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Ora vi elencherò le diverse latterie cheerano nel comune di Gemona del Friulinel primo dopoguerra dell’ultimo conflit-to: Ospedaletto – Campagnola – CampoTaboga – Campolessi – Maniaglia – Go-do – Piovega – Gois – Stalis – Moseanda

Al momento attuale nel comune su cita-to restano attive, ma private, solo due lat-terie, a Godo e quella di Moseanda, condei prodotti di inimitabile qualità.

Desidero rimembrarvi sulle malattie piùdrammatiche e frequenti qui conosciuteche colpivano gli animali nei nostri paesi,anche se, ora da noi, sono quasi scompar-se perché ben pochi tengono o allevanobestie da stalla o da cortile; tutto avvienein grandi alleva menti e anche la medicinaveterinaria ha fatto grandi passi usandoanche la precoce vaccina zione.

Brucellosi e afta epizootica: febbremaltese o ondulato, che colpisce bovini,ovini e caprini, ben pochi capi si salvavano.

Scrofola – peste suina o mal russin: in-grossamento linfoghiandolare del collo,spesso di natura tubercolare.

Aviaria – murie dal polam: malattia in-fettiva dei volatili, causata da virus, si tra-smette in maniera violenta e veloce sulpollame di ogni specie portandolo alla de-cimazione quasi totale.

Pivide – pepita dei polli: pure questa in-fezione consisteva nella crescenza di unapellicina triangolare sulla lingua del polla-me dimodoché esso non riusciva a man-giare nè bere nulla; bisognava prendere labestiola e con le dita cercare di strapparequesto triangolino, e ciò faceva salvare damorte certa l’ottanta, novanta per centodel pollame.

Di tutti gli animali, colpiti da queste in-fezioni e da sicura morte, era tassativa-mente proibita la commercializzazione ela commestibilità, tant’è che il veterinario,chiamato solo in casi estremi, perché ognisua visita bisognava pagarla in contanti,ordinava di seppellire le carcasse con so-pra uno strato di calce viva; ma appena ildottore se ne andava restava solo la buca,fossa vuota. Il veterinario sapeva anche diquesto, ma mai ha denunciato alcuno, per-ché conosceva le condizioni economichedella gente.

Erano censite solo le infezioni e malat-tie più drammatiche che colpivano le fa-miglie dei contadini fino a pochi anni fa,le altre in confronto erano come avere unraffreddore.

A conclusione di questa triste paginadesidero farvi tornare un piccolo sorrisoraccontandovi un detto che si usava:...quando una persona parlava troppo, lo sirichiamava dicendole bonariamente: “tàsun poc, se nò ti ven la pivide!!!”

Ario Cargnelutti

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La latteria solitamente era una struttura adue piani, perché sopra, al primo, abitava disolito il casaro con la famiglia, personaggioaltamente carismatico dopo il plevàn. Alpiano terra, costruita o trasformata, si tro-vava la “sala” di cottura, che aveva due va-sche in rame, una della capienza di 25/30et tolitri e una più piccola di 10. Quandoc’erano delle pestilenze, o le mucche eranogravide, oppure d’estate quando venivanoportate in malga (transumanza), metà giu-gno - primi di settembre, dato il poco latteche veniva portato, si usava la piccola.

La latteria era gestita dai borghigianinelle periferie, oppure dai paesani in pae-si con non tanti abitanti, in ogni borgatac’era una di queste strutture. Tra i soci ve-nivano scelti í membri del Comitato di ge-stione che restavano in carica un anno, condiritto di rinnovo dell’incarico senza sca-denze nei tempi. Tutti i soci, per quanto ri-guarda il fare formaggio, potevano farlosolo al raggiungime nto di una quota di lat-te che giorno per giorno portavano in lat-teria; è logico che anche qui la diffe renzadei più agiati emergeva in base al latte checonsegnavano, per cui chi aveva due muc-che face va formaggio ogni 3 mesi mentrechi ne aveva di più....

Quando la famiglia era “di formadi”,tutti i membri in buona salute, esclusi ibambini, erano impegnati per quel giornoa dare una mano al casaro affinché con i“compiti” assegnati tutto andasse comevoleva il casaro; di solito le donne eranoimpegnate a fare il fuoco sotto le vasche,mentre gli uomini erano addetti a dare unamano al casaro in tutte le facezie di rito.

Il latte veniva portato in latteria due vol-te al dì, alle 18 di sera e alle 6.30 di matti-na; quello della sera, dopo averlo pesatonelle stadere e versato nei contenitori chepoi venivano immersi nell’acqua fresca,affinché non andasse a male per il giornodopo (visto che non avevano frigoriferi),l’altro della mattina veniva unito assiemee versato nelle vasche per dare inizio allacottura, dopo averlo cagliato.

Per quanto riguarda il latte della sera, almattino presto veniva scremato perchécon quel prodotto veniva trasformato inburro e suoi derivati.

Al momento che il “maestro” diceva “èpronto”, iniziava con delle tele fatte a po-sta per quel lavoro la raccolta dalla vasca,e poi veniva messo negli stampi già pre-parati, su un tavolone attiguo, per farlosgocciolare e inserirlo in questi stampi emetterlo sotto i pesi perché prendesse laforma dovuta; era il casaro che le giravaaffinché per il giorno dopo fossero pronteper portarle nella stanza attigua, già at-trezzata con degli scaffali, ove veniva la-sciato per circa 20 giorni. I soci dovevanovenire a ritirarlo per lasciare spazio aglialtri turnari.

Va ricordato che la legna veniva portata

LA LATTERIAda casa con la carriola o con la barele,mentre i plui siors con il carro. Dopo averfatto il formaggio tutte le donne presentiavevano l’obbligo di ripulire la latteria inogni suo angolo al fine di lasciare quel luo-go come e meglio di come lo avevano tro-vato, e anche qui c’era un’altra piccola sfi-da, perché pure in questo piccolo frangentesi capiva come potesse essere la famigliaturnaria; e anche allora la critiche (o sput-tanamenti) non mancavano. Il mondo ècambiato, ma certe cose restano inalteratenella storia.

Quando si passa ora nei paesi basta gi-rare l’occhio e notare dov’è o dove c’erauna latteria; in qualche luogo ne hannofatto un museo, in qualche altro, però,l’hanno lasciata in abbandono. È un pec-cato vedere queste strutture, che hannoavuto una vera storia di vita vissuta, or-mai diroccate.

Ed ora Vi propongo i prodotti classiciderivati dal latte, ciò sempre nel nostroterritorio.

LATTE – LAT Formaggio - formadi Ricotta - scuete Siero - sir Sjc

PANNA – BRUMEBurro – spongje – butirYogurtBatudeOntMorchie

“DEGUSTAZIONI”Polenta e formaggioPatate e formaggioPere e formaggioFormaggio sulla piastra del spolertFrico friabile Frico di patateFormaggio “vecchio” da grattugiare

Il formaggio “ latteria “ ha tre passag-gi: fresco – stagionato – vecchio.

Le forme vengono consegnate al socioturnario, quelle di suo diritto, ogni ventigiorni per dare spazi ad altri soci, perchéil luogo di conservazione provvisorio nonè tanto capiente, e il loro peso all’uscita èdi 7/8 chili alla forma.

Anche il burro veniva fatto in latteria,inserendo la panna levata dal latte (solo almattino) nella “pigna” elettrica, che giravasbattendola per circa 40 minuti, poi veni-va levato il burro già fatto e adagiato suglistampi in alluminio di un chilogrammol’uno.

La batude (rimanenza della panna dive-nuto burro), evidentemente prodotto liqui-do, veniva portato a casa e deglutito comelassativo. No si butave vie nuie !

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In una delle più belle e luminose sale della casa delle As-sociazioni regionali, concesse dal Comune di Roma all’U-NAR (Unione delle Associazioni regionali di Roma e del La-zio), al secondo piano di via Aldrovandi 16, è stata realizzatauna monumentale biblioteca. Essa deriva dalla già cospicuaraccolta di volumi, che nella sede del Fogolâr di via Princi-pessa Clotilde 1/A era stata ordinata e catalogata dalla nostracara e brava collaboratrice Mirka Vianello. Oggi la raccoltaè integrata da numerosi volumi donati dall’Ufficio Stampadella Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Udine,dalla Società Filologica, dall’Istituto friulano di Storia Patria,dall’Università, da diversi comuni, altre Istituzioni e anche daprivati. Ostenta oltre 4000 volumi, ai quali si debbano ag-giungere quelli della raccolta dell’Associazione Triestini eGoriziani, dell’Associazione Romagnola e del Gremio deiSardi.

Fanno bella mostra sugli eleganti scaffali progettati in stileclassicheggiante dal nostro bravo collaboratore - operatoreinformatico arch. Vito Paterno e ulteriormente abbelliti suilati dall’erma di Giovanni da Udine dello scultore Attilio Za-marian di Latisana e dalle decorazioni floreali di GianlucaCresciani.

Il progetto è stato molto apprezzato soprattutto dal magna-te e munifico presidente onorario, sir Paul Girolami, perso-naggio di grande spessore sociale ed economista di fama in-ternazionale. Sir Girolami, baronetto del Regno Unito, dopo

aver donato la biblioteca al Fogolâr furlan di Verona, ha vo-luto che anche il nostro potesse dotarsi di una biblioteca de-gna del prestigio che ha saputo guadagnarsi nel contesto so-cioculturale della Capitale.

Per la realizzazione dell’opera, il Fogolâr aveva interpella-to varie ditte specializzate in Friuli e nonché i friulani ope-ranti a Roma. Poi, la scelta è caduta sulla Ditta Rondinelliproposta dalla consigliera Carmen Cargnelutti.

La scaffalatura centrale, riservata alla sezione friulana, re-ca nel fregio il nome dei fondatori sir Paul Girolami e Adria-no Degano. I palchetti sul lato destro sono riservati alle rac-colte dell’associazione dei Triestini e Goriziani, quelli di si-nistra alle associazioni Romagnola, Pugliese e Sarda.

Appena possibile si prevede di completare la biblioteca perla raccolta delle altre associazioni negli altri lati della sala.

L’UNAR ha chiesto al Comune di inserire la biblioteca nelcircuito delle biblioteche comunali e si propone di rifare lacatalogazione sistematica, in forma computerizzata, di tutti ivolumi sotto la direzione del consigliere dr. Ugo Cirio, ap-prezzato studioso, scrittore e poeta, già ricercatore nell’E-NEA.

In tal modo l’UNAR e il Fogolâr si mettono al servizio de-gli studiosi, dei ricercatori e di studenti che vogliano ap-profondire la conoscenza di storia, cultura, arte ed economiadelle diverse Regioni d’Italia.

A. D.

LA BIBLIOTECA UNAR

La nuova Biblioteca dell’UNAR con l’erma di Giovanni da Udine e le decorazioni floreali di Gianluca Cresciani.

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C’è un friulano di Plasencis (località a pochi Km da Udi-ne) di cui il nostro Paese dovrebbe essere orgoglioso e che in-vece pochi conoscono. E’ Giuseppe De Cillia, Don Bepi,missionario saveriano in Burundi dal 1964. La Congrega-zione Saveriana, il cui scopo è di “fare del mondo una solafamiglia”, è composta da confratelli laici e confratelli ordi-nati nel ministero ecclesiale. Entrambi sono accomunati dalcarisma missionario che porta tutti a orientare le loro attivitàall’annuncio del Vangelo secondo lo spirito di fede, di obbe-dienza e di amore. Il Burundi è un piccolo stato che si trovanel cuore dell’ Africa, a sud del Ruanda. Un posto poverissi-mo dove un occidentale mai si sognerebbe di andare a vive-re. Eppure proprio qui, Don Bepi ha trovato il suo equilibrio,rinunciando a tutto, convinto che la felicità sia nel dare, nel-l’aiutare, senza condizioni, incurante dei pericoli, diventandocosì un gigante del bene e dell’ altruismo.

Per ben due volte è stato espulso dal Burundi perché “in-desiderato”, indesiderato per essersi schierato a favore dellagiustizia e dei poveri, che considera come la sua gente, puravendo nel cuore anche le valli e le montagne del suo Friuli.

Il primo allontanamento nel 1972, durante la seconda rivo-luzione, per aver fatto fuggire tre studenti che altrimenti sa-rebbero stati massacrati. Avendo ottenuto un permesso spe-ciale dal Re, torna nuovamente in quelle terre spinto dall’amore per la sua povera gente e con l’ obiettivo di costruireun futuro a un popolo devastato dalle violenze, ma dopo seimesi viene nuovamente espulso per aver difeso i suoi cate-chisti di fronte al Governatore.

Trascorso un breve periodo in Europa, riparte prima per ilCongo e in seguito per Bujumbura (la capitale del Burundi)dove vive per tutto il periodo della rivoluzione dal 1993 al2005 a fianco degli sfollati, degli oppressi, sempre in primalinea anche a rischio della propria vita.

Per questo, all’ Ambasciata del Belgio, padre Bepi vienesoprannominato il “prete Rambo”perché, al volante del suocamion colmo di cibo e di medicine, raggiunge zone che, al-l’epoca, nessuno voleva avvicinare in quanto consideratetroppo pericolose, con troppi posti di blocco e troppi militarisparsi con i fucili spianati.

Un Missionario Friulano da “Nobel”

DON BEPI DE CILLIA: UNA SCELTA DI VITA IN PRIMA PERSONA

Don Bepi tra i bambini del Burundi. Gishingano (Burundi). Un missionario “costruttore”.

Ora padre Bepi opera a Kamenge, un quartiere di Bujum-bura, dove affianca all’ attività pastorale quella di infaticabi-le costruttore. Si prodiga, infatti, senza soste, per la costru-zione di case, dispensari, acquedotti, scuole, chiese, realiz-zando lui stesso i progetti e coinvolgendo la popolazione conl’ obiettivo di trasmettere le tecniche di costruzione. In parti-colare pone la sua attenzione al recupero dei tanti minori or-fani o abbandonati, dando loro un alloggio e una formazioneche consenta un pieno inserimento sociale e lavorativo. Uni-co svago è alla domenica ascoltare alla radio a onde corte lapartita dell’ Udinese.

Grazie all’ aiuto di amici, benefattori, comunità sparse in Ita-lia e anche dello stesso Cardinale Tonini, padre Bepi riesce aportare a termine i suoi progetti, e del suo impegno dice: “ nonè facile ma, non si è soli. Il Buon Dio ci sostiene e ci dà corag-gio… Io nei casi impossibili cerco di non fare spegnere la pic-cola fiammella della speranza, ma di dare sempre fiducia”.

Il 18 ottobre 2002 padre Bepi ha ricevuto il premio “Cuo-re Amico” con una dotazione di 150 mila euro. Riconosci-mento che si pone come obiettivo di contribuire a far cono-scere la preziosissima opera svolta da migliaia di missionariitaliani sparsi nei paesi poveri del mondo. Si tratta dell’ uni-co riconoscimento del genere a livello nazionale, ormai notocome il “Nobel al Missionario”.

Tra gli altri contributi, la Hypo Group Alpe Adria ha fattouna donazione di 5000 euro a sostegno del progetto “Un tet-to sopra la testa” di cui Padre Bepi è promotore.

Padre Bepi, giorno dopo giorno, porta avanti la sua operamissionaria nelle mille difficoltà di un paese ancora poveris-simo e dove la violenza è compagna di vita.

Oggi Padre Bepi, friulano di Plasencis, ha 73 anni ed èsempre concreto, travolgente e determinato.

Dalle pagine di questo giornale, il Friuli tutto lo ringraziacon immensa riconoscenza per la sua insostituibile e infati-cabile opera di missionario, di costruttore e di portatore dipace.

Don Bepi il Friuli è orgoglioso di Te!

Tiziano Ronco

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Terra Santa, così detta di una terra chedifficilmente avrà pace. Esistono diffe-renti storiografie e differenti interpreta-zioni dei fatti storici.

Difficili farli condividere o tentare dimettere d’accordo culture diverse.

Ma non per questo dobbiamo rinuncia-re a tentare di capire, a costo di ribaltarecontinuamente la storia che conosciamoche spesso è nel suo rovescio.

Importante è infatti sospettare, metterein dubbio le nostre conoscenze, soprattut-to quando la nostra traccia didattica è im-posta e impedisce di fare un’altra scelta;scelta che dovrebbe essere testimonianzadi libertà, in caso contrario significhereb-be che la nostra democrazia liberale non èancora compiuta.

Come fare allora a capire qualcosa dipiù in questa che, a priori, sembra propriouna questione estremamente intricata ecomplessa.

Allo scopo, quindi, di cercare di capirea fondo le opinioni, i sentimenti e lerealtà, per quanto possibile, delle due par-ti in causa, ho deciso che la via maestra diquesta ricerca della verità” con la letteramaiuscola”, non poteva passare che attra-verso l’intervista di coloro che sono diret-tamente interessati alla folle contesa, or-mai ultra decennale, e mi sono avventura-to in un raid per GERUSALEMME allaricerca sia di ebrei che di palestinesi; que-sto compito mi è stato facilitato dall’in-termediazione di un frate francescano, ègrazie a lui che sono riuscito a raccoglie-re opinioni, fatti e pareri che mi hanno ve-ramente aperto gli occhi sul secolare pro-blema.

Mi sono intrattenuto per più di un’ora emezza con alcuni giovani sia Palestinesiche Ebrei, parlandoci e ascoltandoci conuna disponibilità e una pazienza vera-mente infinita.

Tutti, indistintamente tutti, si sono sof-fermati a lungo e con dovizia di partico-lari sugli aspetti emotivi, legali e giuridi-ci del conflitto ma nessuno ha mostrato diaver fatto attenta analisi dei numeri inballo.

I numeri che ti dicono freddamente

l’entità e la qualità del territorio richiestodai palestinesi, la consistenza del loroprodotto interno lordo, le spese sostenuteda Israele per gli armamenti e cosivia….., tutti i numeri che, se opportuna-mente ed aridamente combinati tra di lo-ro, ti mostrano però con estrema chiarez-za che le cose non possono assolutamen-te stare come le due parti dichiarano, co-me la stampa canonica ci racconta e comei politici cercano di infilarcela nella testa;sempre e comunque con visioni partigia-ne, parziali e altamente emotive.

Tutti i problemi cominciano a nascerenel 1898 quando a Ginevra Theodor Hert-zel fonda il movimento sionistico interna-zionale con il fine di riportare gli ebrei inPalestina; l’esodo continua anche dopo lafine della prima guerra mondiale, chesancirà la fine dell’Impero Ottomano, eagli Inglesi venne affidato nel 1923 ilmandato di amministrare la Palestina.

Quindi detto flusso continua molto pa-cificamente, e gli Ebrei comprano daglisceicchi locali i terreni, cominciando acoltivarli senza grossi problemi di convi-venza con la popolazione locale.

Nel 1947 dopo la Seconda GuerraMondiale, l’ONU decide la spartizionedella Palestina e nel 1948 viene dichiara-to lo “Stato di Israele”, immediatamentedopo l’approvazione della risoluzione242 (risoluzione che non è risoluzione),comincia la deflagrazione nella TerraSanta che non sarà mai Santa abbastanza.

Mastracchio Pasquale Antonio

Il muro di Gerusalemme.

TERRA SANTA, SENZA PACE

Il vero amoreRinverdite prati, alberi fiorite,

uccelli giocate e preparatevi il nido;

nuvole andate a spasso nel mezzo di quel sereno:

godete con me. Luigina mi vuol bene.

Mi vuol bene, roselline di collina;

mi vuole bene, ruscelletti che scorrete fra i sassi.

Me l’ha detto l’altroieri con gli occhi bassi

stringendomi il pollice nella sua manina.

Gjso Fior

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Att iv i tà cul tural i(a cura di Annamaria Allocca, Paola Pascoletti e Gianluigi Pezza)

GITA AD ANZIODopo le vacanze estive, sono riprese le

attività di Anna Maria Allocca e PaolaPascoletti con un’interessante gita ad An-zio: sabato 17 ottobre 2009 un folto grup-po di soci è partito alla volta di questa bel-la città per visitare la “Villa Imperiale diNerone”, costruita su strati di arenaria de-gradanti verso il mare, che oltre a conferi-re un fascino particolare, ne ha però ancheaccelerato il processo di distruzione.

Per evitare l’erosione del mare negli an-ni 80 è stato posto in essere un sistema difrangiflutti.

La Villa Imperiale è stata costruita indiverse fasi: le più antiche risalgono all’e-poca tardo- repubblicana (metà II e I sec.a. c.).

In seguito, la Villa è stata arricchita daun ampio “belvedere” semicircolare, pro-babilmente porticato, la cui conformazio-ne riprendeva l’arco naturale del promon-torio.

Dopo questa passeggiata, il gruppo si èritrovato presso il ristorante “La Fraschet-ta del Mare”, dove si è ristorato assapo-rando gustosi piatti a base di pesce e be-vendo a volontà del buon vino bianco lo-cale.

Rinfrancati dall’ottimo pasto, i soci so-no andati a visitare la mostra “Anzio e Ne-rone” presso il Museo Civico di Archeo-

logia di Anzio, accompagnati, come nellamattinata, da esperte guide del Museo.Questa mostra fa parte di un programmaespositivo incentrato sul “recupero dellaconoscenza” dei materiali ritrovati nelterritorio di Anzio e conservati nelle col-lezioni di musei italiani e stranieri.

Alcuni reperti sono stati prestati dalBritish Museum di Londra e dai museicapitolini di Roma.

I partecipanti alla gita sono tornati a Ro-ma un po’ stanchi, ma contenti di aver pas-sato una bella giornata e di aver visto tantebellezze fatte dagli antichi romani, i qualici meravigliano sempre per la loro grandio-sità nel porre in essere le loro opere.

Annamaria Allocca e Paola Pascoletti

La planimetria del grande complesso neroniano di Anzio.

Il fronte mare della villa di Nerone. Una guida preparata descrive la storia del sito archeologico.

Scultura in bronzo di Nerone. British Museum.

Nella elaborazione dei programmi è stato definito un cordiale e amichevole accordo fra il gruppo “Fradae e Culture” animatodal vice Presidente dr. Gian Luigi Pezza e quello del “Gruppo Donne”, così egregiamente gestito da Paola Pascoletti e AnnaMaria Allocca.

D’ora innanzi, i due gruppi opereranno insieme presentando unitamente programmi culturali, sociali e ricreativi. Soci e amicisono cordialmente invitati ad intervenire per ritrovarsi come sempre tutti assieme.

continua a pag. 18

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LA VALIGIADI TERESA

Il 28 ottobre nella sede di via Aldrovan-di 16, si è aperta la stagione culturale alFogolâr con la presentazione del libro“La valigia di Teresa - Memorie di unaserva furlana” scritto da Adriana Mi-ceu.

Adriana Miceu è nata a Saciletto (fra-zione di Ruda, Udine), paese vicino almio, ove risiede tutt’ora. Da oltretrent’anni conduce diverse ricerche nelcampo della storia e delle tradizioni. Nel2000 ha pubblicato con Giorgio Miloccoil libro “Perteole, Saciletto, Alture e Mor-tesins: storie, testimonianze e ricordi”, hacurato il settimo e nono volume della col-lana “Miti, fiabe e leggende del Friuli”.Suoi articoli sono annualmente pubblica-ti su riviste e periodici specializzati inStoria friulana e austriaca come “Tieris

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La valigia di Teresa. Copertina.

segue da pag. 17

Da sin: Diana Peresson, Mariarosa Santiloni e Adriana Miceu. La signora Miceu con la nipote di Teresa, intervenuta alla manifestazione, Vera Padovan e l’amica Franca Romano.

Il pubblico intervenuto alla presentazione.

cence opms par omps cence tieris, storiisdi emigrazion” tradotto anche in francese.

Periodicamente è ospite in trasmissionitelevisive che trattano storia di artigiana-to, di cucina e di tradizioni regionali. De-vo dire che è stato un pomeriggio moltobello. In un certo senso mi sentivo re-sponsabile perché l’idea di avere AdrianaMiceu a Roma è stata mia. La signoraDiana Peresson ha iniziato leggendo unapagina molto toccante e dopo la mirabilepresentazione di Mariarosa Santiloni haripreso la lettura rasentando la commo-zione in noi tutti. Non mi aspettavo unsuccesso così clamoroso.

La signora Miceu ha scritto questo libroraccogliendo le testimonianze della prota-gonista Teresa Boschin (1903-2003). Neracconta episodi toccanti di vita vissuta,spiega con dovizia di particolari il lavoroumile e tipico delle ragazze nel periodo acavallo fra le due guerre mondiali. Oggisono chiamate in più modi, ma allora nonc’erano mezzi termini per addolcire la

pillola; le ragazze erano chiamate serve,di nome e di fatto. Queste giovani donne,molto spesso ancora bambine, come nelcaso della nostra protagonista, riuscivanocon questo lavoro a mantenersi fuori dal-le spese di famiglia, mandando persino isoldi guadagnati a casa per il resto deicomponenti.

Queste ragazze spesso belle, intelligen-ti, sensibili, avevano un solo difetto, secosì possiamo chiamarlo, la povertà.

In sintesi, un secolo di esistenza vissu-ta tra i più poveri ma anche tra i più fa-coltosi, scorre attraverso le vicissitudiniche portano la protagonista del libro, Te-resa Boschin, anche ad espatriare. Ella èil prototipo delle “serve” friulane saldenei loro principi, laboriose, oneste, pulitee ricercate.

Una loro peculiarità, che va morendo inloco è la riverente risposta “comandi” al-le chiamate, già abituale nelle nostre fa-miglie.

Vera Padovan

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Nel chiostro di Santa Cecilia con la guida Laura Rizzi.

Interno della chiesa di San Benedetto, in Trastevere.

Sabato 7 novembre 2009, in una inspe-rata mattinata di sole, ci siamo trovati consoci e amici per la visita al Rione Traste-vere. Organizzata, come sempre, dallenostre valide consigliere Anna Maria Al-locca e Paola Pascoletti e guidata dal-l’ormai collaudata giovane professoressaLaura Rizzi.

Dopo il ritrovo alla Sinagoga, ci siamoavviati verso il Ponte pedonale dei 4 capi(preso il nome dalle due sculture romaneai lati, con ognuna raffiguranti quattro te-ste) per attraversare il “biondo” Tevere el’isola Tiberina. Strada facendo, guardan-do sulla destra l’ospedale Fatebene fratel-li e sulla sinistra la trattoria tipica di “so-ra Lella”, siamo arrivati subito dopo allapiazzetta di impostazione medioevale,con la chiesa dal campanile romanico e lafacciata quattrocentesca di San Bartolo-meo; la guida nel frattempo ci ha illustra-to la storia del Rione. Già nel periodo diGiulio Cesare, quando Roma era apposta-ta più sui colli in alto e in particolare sul-l’Aventino, Trastevere (tra il Tevere) face-va parte del 14° Rione.

Luogo di scambi commerciali con traf-ficanti marini arrivati o portati da ogniparte del grande impero romano. I tra-sporti venivano facilitati attraverso il fiu-me e nel susseguirsi degli anni si sono al-ternate la ricostruzione (il Tevere in pienali distruggeva) o la costruzione di nuoviponti. Tuttavia a testimonianza dell’anticoimpero romano abbiamo il “Ponte rotto”nei pressi dell’isola Tiberina.

Con il passare dei secoli il rione si è po-polato, abbellito, molti casati e famigliePatrizie hanno costruito le loro residenze.I papi hanno eretto chiese suggestive eimportanti, attorniate da palazzi, palaz-zetti e borghi con delle piazzette e dei vi-coli che i turisti di tutto il mondo impaz-ziscono a percorrerli. Non a caso, moltevie o piazze sono dedicate ai casati dellefamiglie patrizie o ai molti personaggi digrande rilievo che ivi sono nati, hannovissuto, hanno fatto grande la storia.

Troviamo nomi come: Anguillara, Alber-teschi, Ponziani, Anici, Papareschi. Poeticome Belli, Trilussa, e, all’inizio di VialeTrastevere, il ponte Garibaldi, in onore deigaribaldini che hanno varcato il Tevere.

Non sei Romano se non sei “trasteveri-no” è il motto loro. Per evidenziare il tut-to, da molti anni si celebra la festa “denoantri”, verifica di un rione unico!

Lasciato il lungotevere siamo entrati nel-la parte del Rione più vicino all’isola Tibe-rina e, dopo due passi, siamo giunti a Piaz-za Piscinula. Il nome della piazza è ancoradiscutibile forse perché era il mercato delpesce o perché, fin dai primordi, li esiste-vano le terme con le relative piscine.

Sulla gradevole piazzetta si affaccia il

palazzo degli Anguillara e, di fronte, laminuscola chiesetta di San Benedetto“con il suo piccolo campanile Romanico”ricostruzioni del 19° secolo architettoni-camente poco interessanti. L’interno inve-ce è inaspettatamente splendido. Da unatrio si passa nelle tre antiche navate divi-se da otto colonne, tutte diverse (materia-le di spoglio risalente ai primi secoli del-l’impero). La pianta della chiesa assai ir-regolare, con il pavimento Cosmatesco ri-salente al XII secolo, che da valore all’e-dificio. Nell’atrio sulla sinistra, si apreuna minuscola Cappella, dove San Bene-

detto era solito pregare. Proprio da qui, di-

cono, ritirato in profonda meditazione, il

Santo trovò l’ispirazione per recarsi a Su-

biaco e fondare il famoso ordine religioso.

Attraversando le vie e soffermandoci

nei punti dove la guida riteneva opportu-

no segnalare, siamo arrivati, come ultima

tappa, alla Basilica di Santa Cecilia. Nel-

lo stesso luogo, nel II° secolo d.C., è ora

la casa di un certo Valeriano, promesso

sposo a una fanciulla di nome Cecilia.

continua a pag. 20

VISITA A TRASTEVERE

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“Lunedì 16 novembre alle 18.00, senon avete nulla da fare, ma anche se ave-te l’appuntamento più intrigante della vo-stra vita, se vi trovate a Roma al Colos-seo, sperando di vedere un leone chesbrana un gladiatore, ma anche se siete aBolzano a ingozzarvi di wurstel, cercatedi giungere al FOGOLÂR FURLAN perl’ultimo video show de Il cammino dellamusica”.

Con queste parole Andrea Zuin an-nunciava, sul suo blog, la presentazionedello spettacolo nella nostra sede.

Zuin è un simpaticissimo giovanotto diTreviso, di poco più di trent’anni, laurea-to in musicologia all’Università Ca’ Fo-scari di Venezia e diplomato in chitarraclassica che ha esordito al Fogolâr conuno spettacolo multimediale, da lui scrit-to, nel quale recita e suona straordinaria-mente bene la chitarra, mentre sulloschermo scorrono immagini suggestive diun film da lui prodotto nelle molteplicivesti di ideatore, regista e operatore.

Questo spettacolo - durato due ore, tra-

scorse in un baleno in un crescendo di in-teresse da parte del numeroso pubblicopresente in sala – è il risultato di un pro-getto culturale di etnomusicologia che siè sviluppato in un “pellegrinaggio”, intra-preso da Andrea Zuin nell’America delSud nel 2007, durato otto mesi su un per-corso di quindicimila chilometri fatto inautostop, in treno e a piedi attraverso Ar-gentina, Paraguay, Uruguay, Brasile e Ve-nezuela.

Il progetto, denominato “Il Camminodella Musica, dal Tango alla Musica ca-raibica”, si è proposto non solo di scopri-re il variegato mondo musicale latino-americano ma anche le testimonianze del-la tradizione musicale degli emigranti ita-liani, in particolare veneti.

Zuin si è rivelato ottimo attore, dimo-strando una grande disinvoltura sulla sce-na (ottima la gag della finta telefonatadella madre), interloquendo col pubblicoe riuscendo, con grande professionalità, apassare dai temi faceti a quelli seri e par-ticolarmente toccanti (come dimenticare

Il dr. Gianluigi Pezza presenta il giovane Andrea Zuin.

Costei era cristiana e volle convertire allasua religione sia Valeriano che il di luifratello. Scoperti, ai due fratelli venne ta-gliata la testa, a Cecilia fu riservata unasorte peggiore. Chiusa nel bagno dellasua casa fu condannata a morire persoffocamento. Ma non morì e allora Mar-co Aurelio ordinò di decapitarla. La col-pirono tre volte con la spada, ma la Santaspirò dopo tre giorni, durante i quali dettòle sue ultime volontà. Cecilia fu seppelli-ta nelle catacombe di San Callisto sul-l’Appia e la sua casa trasformata in Chie-sa. All’inizio del IX secolo, l’edificio erain rovina e il Papa Pasquale (817) lo rie-dificò dalle fondamenta e riportò le spo-glie della Santa nella nuova Basilica. Ven-ne riesumata nel 1599 con il corpo incre-dibilmente intatto. Lo scultore StefanoMaderno ne rimase molto colpito e la im-mortalò scolpendo la splendida statua ca-rica di impressionante verismo (si vedonosul collo, leggermente girato, perfino i tretagli della spada). Oggi l’opera è postasotto l’altar Maggiore. L’interno basilica-le, diviso in tre navate, di cui quella cen-trale enorme, non ha più l’aspetto di untempo. Le colonne che separavano le na-vate sono state chiuse (per problemi distatica), in massicci pilastri quadrati. Ri-mane integro però il grande mosaico delIX secolo dell’abside, raffigurante il Re-dentore tra i Santi e il ciborio gotico diArnolfo di Cambio. Nel 1293, Pietro Ca-vallini eseguì gli affreschi nella parete difondo con il Giudizio Universale. Oggi èvisibile solo in parte per la costruzione inalto di una loggia, che dava la possibilitàalle suore di clausura di assistere allamessa. Ciò nonostante, restano oggi unalunga porzione del Giudizio sulla paretefrontale e gli avanzi di alcune storie del-l’Antico e del Nuovo Testamento. Ancoraoggi emerge la ricerca di un impiantocompositivo monumentale, realizzatomediante la disposizione pausata dei vo-lumi morbidamente modellati attraversoimpasti profondi di colore, in un climadove spicca la serenità degli Angeli e de-gli Apostoli. L’uso dei toni di colore fan-no del Cavallini una delle più valide vocidell’arte duecentesca italiana.

Alla chiesa si accede dal monumentaleingresso settecentesco, opera del Fuga,che mette nel grande giardino antistantel’ingresso, dove ora al centro è posto il“Cantaro” bellissimo grosso vaso mar-moreo con anse molto pronunciate. Il tut-to contornato da guizzi d’acqua che for-mano la fontana.

In questo idilliaco posto ci siamo salu-tati ripromettendoci di fare un’ulteriorevisita alla bella città di Roma.

Carmen Cargnelutti

segue da pag. 19 IL CAMMINO DELLA MUSICA

Il Cammino della musica- Il manifesto del progetto musicale.

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l’intervista alla novantanovenne signoradi Bassano del Grappa incontrata in Bra-sile!).

Come non ricordare la fotografia, sem-pre assai curata, e le interessanti sequen-ze delle danze e dei canti degli indios, ilcanto dei nostri emigranti sul treno, la ce-rimonia pagano-religiosa dedicata aSant’Antonio da Padova in Venezuela, leiniziative delle istituzioni venezuelaneper strappare dalla strada i ragazzi inte-ressandoli alla musica e la toccante inter-vista al musicista bahiano Roberto Men-des, del quale ricordiamo due pensieribellissimi “Solo la miseria ha potuto pro-durre questa musica” e, facendo ascolta-re i rumori della strada mescolati alle gri-da dei ragazzi, “Questa è musica, questaè cultura”.

In conclusione un pomeriggio indimen-ticabile, realizzato in collaborazione conl’Associazione Veneti a Roma, i cui socisono intervenuti numerosi insieme al loropresidente, dott. Graziano Moro, grazieall’attivo interessamento di Maria LuisaPiva; un grazie particolare a Michela Ba-gatella che ci ha fatto conoscere Zuin; aPaola Aita che per mesi mi ha “tampina-to” sollecitandomi a portare in porto lamanifestazione; a Paola Pascoletti e adAnna Maria Allocca per la loro costantecollaborazione. Non va dimenticato ilcontributo di Vito Paterno che, con laconsueta amicizia e competenza, ha cura-to la proiezione e il sonoro.

Gi. Pe.

* * *

Tutti quelli che il 16 novembre non so-no venuti al Fogolâr Furlàn per il pro-gramma “Il cammino della musica” diAndrea Zuin hanno perso un’occasioned’oro!

Un’ottima occasione per vedere e ap-prezzare un prodotto audiovisivo di note-vole eccellenza, realizzato dall’autoreZuin con una regia attenta e con una sce-neggiatura leggera che ricorda la “legge-rezza” evocata da Italo Calvino nelle sueLezioni Americane.

Mi permetto di proporre al Fogolâr Fur-lan un modesto suggerimento: il pro-gramma di Zuin potrebbe e dovrebbe es-sere replicato, compatibilmente con leesigenze dell’autore, per gli assenti e so-prattutto per i giovani.

Andrea Zuin ha narrato il lungo viaggiodi 15.000 Km da Buenos Aires a Caracaspassando per il vasto Brasile, mettendo inevidenza le musiche e le relative elabora-zioni composte da emigranti italiani or-mai integrati nel tessuto sociale dello Sta-to che li ha accolti, nonché da autori loca-li di differenti razze. Nel presentare lecomposizioni l’autore ha scavato con pa-

zienza nel terreno delle tradizioni, degliusi, della tipologia delle popolazioni, eha creato una base di informazioni utiliper consentire all’ascoltatore di compren-dere, con grande dovizia di particolari, ipezzi musicali presi in considerazione. Iltango è stato presentato sotto tutti gliaspetti artistici, sociologici e geografici.Ne è risultato un quadro completo edesauriente di questa musica argentina, cheancora oggi presenta caratteri suggestividi musica coinvolgente e di grande suc-cesso.

Tutte le informazioni, indispensabiliper rendere comprensibile il fenomenomusicale preso in esame in ciascuna loca-lità visitata durante questo interminabileviaggio, sono state elargite dall’autore inmodo ammiccante e con la modestia dicolui che attribuisce alla propria fatica in-tellettuale un valore, che non travalica i li-miti connessi con le finalità ricercate.

In questa operazione culturale AndreaZuin si presenta come un “homo novus”,che appartiene a una nuova generazioneche si va formando silenziosamente in unnuovo contesto culturale. A questo propo-sito Pascoli, passeggiando per le strade diMessina, sente un profumo di rose e diviole, l’evento dà al poeta l’ispirazioneper affermare nel “L’Aquilone” che “c’èqualcosa di nuovo oggi nel sole anzid’antico”, e prosegue ricordando il vec-chio Convento dei Cappuccini a Urbinononché la sua esperienza di convittore. Inquesta magistrale poesia, Pascoli coglie illegame inestricabile che esiste tra il veromoderno e il vero antico. Questa conside-razione è valida, a mio parere, per tutti icampi del pensiero umano: dalla filosofiaalla fisica, dalla storia alla letteratura.

Anche Zuin, nel presentarsi come unmusicista moderno, ricorre a strumentiantichi per raccontare la storia del suoviaggio musicale, strumenti peraltro sem-pre validi come la concretezza, la sempli-

cità e il pragmatismo. Anche per questomotivo il programma presentato da An-drea Zuin al Fogolâr Furlan di Roma hauna notevole valenza pedagogica. La mu-sica infatti, come il sentimento dell’amo-re, parla direttamente al cuore con un lin-guaggio semplice e pervasivo

La società italiana dovrebbe fare un ri-corso più appropriato all’educazione mu-sicale per la soluzione di seri problemi so-ciali quali il bullismo, la violenza e altriancora.

Per questo motivo e per tutti quelliesposti si può ragionevolmente conclude-re che è auspicabile la realizzazione ditanti altri programmi come quello di An-drea Zuin.

Rodolfo Gagliardi

Grande partecipazione allo show di Zuin.

Gomitolo di Vita

Mi hai messo nelle mani,- per i giorni dell’attesa -

un gomitolo di vitada svolgere nel tempoe portare a tessitura.

Se, come quello della lana- che intreccio in mille punti

di calore protettivo -mi scivola per terra,

s’imbroglia tra le seggiole,s’intana nei cantucci,si caccia sotto i mobili

nel buio. Si rivestedi polvere dimenticata.

Francesca de’ Manzoni Boschini

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LE ATTIVITÀ DEL GRUPPO GIOVANI

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Dopo la pausa estiva, il Gruppo Giova-ni ha ripreso la serie dei propri incontriper la stagione 2009-2010 con una novitàrispetto agli anni scorsi: la condivisionedelle iniziative culturali, sociali e ricrea-tive con i paralleli gruppi che operanonell’ambito del Fogolâr Furlan coordina-ti dal dr. Gian Luigi Pezza e dalle Sig.rePaola Pascoletti e Anna Maria Allocca,in un’ottica di maggior spirito di vita as-sociativa e per evitare un’eccessiva fram-mentazione delle attività in seno al Fo-golâr.

Ciò non esclude che specifiche propo-ste del Gruppo Giovani possano esserecoltivate autonomamente rispetto al restodell’Associazione, per venir incontro al-le esigenze e agli interessi specifici dellacomponente più giovane del Fogolâr.

E infatti, la stagione 2009-2010 delGruppo Giovani si è aperta il 26 ottobrecon un incontro conviviale presso lapizzeria “Rosso Pomodoro” a Largo Tor-re Argentina in occasione della “rimpa-triata romana” di Pier Paolo Gori (excomponente del Gruppo), ora di stanza aCatania.

Per fortuna che “tutte le strade portano

a Roma” e così, anche per i giovani friu-lani che lasciano la città eterna e l’espe-rienza del Fogolâr per continuare il lorocammino altrove, c’è sempre la possibi-lità di un ritorno in Capitale (magari so-lo in toccata e fuga) unito al piacere di ri-vedersi con gli amici rimasti qua.

Come riportata in altra parte della rivi-sta, su proposta di Michela Bagatella(componente del Gruppo Giovani), unastraordinaria serata musicale è stata or-ganizzata il 16 novembre presso la sededel Fogolâr Furlàn e con la collaborazio-ne dell’Associazione dei Veneti: prota-gonista dell’evento è stato il simpatico eoriginale Andrea Zuin, giovane musici-sta di Treviso che ha presentato il videoshow “Il cammino della musica” da luistesso realizzato.

Lo spettacolo di questo giovane musi-cista è stato un’occasione di conoscenzae approfondimento di assoluta origina-lità, apprezzato all’unanimità sia dai gio-vani che dai meno giovani presenti in sa-la, che non hanno fatto mancare ad An-drea Zuin incoraggiamenti sinceri e sug-gerimenti per far crescere ancora di più ilsuo spettacolo.

Andrea Zuin è rimasto davvero soddi-sfatto e commosso dall’attenzione ricevu-ta al Fogolâr, nonché della calorosa acco-glienza del Gruppo Giovani che ha volutoaverlo ospite nella cena che ne è seguita.

Infine, il 16 dicembre è stata organiz-zata in sede la proiezione del film docu-mentario “La retta via” realizzato daMarco Leopardi e dalla nostra RobertaCortella, componente storica del Grup-po Giovani e ormai puntuale all’appunta-mento annuale per presentare al Fogolârla sua “fatica” più recente.

Il documentario è stato proiettato inanteprima mondiale nell’ambito del pro-gramma “DOC 3”, il grande documentarioin TV su RAI TRE, lo scorso settembre.

La retta via racconta la storia di Rubene Joachim, due giovani detenuti belgi di17 e 16 anni selezionati dall’ONG Oiko-ten per partecipare a uno speciale pro-gramma di rieducazione: percorrere oltre2500 km a piedi tra Belgio e Spagna, se-guendo l’antico Cammino di Santiago deCompostela al fine di ottenere lo scontodella pena e la libertà. Una vera sfida chei giovani intraprendono per provare qual-cosa al mondo e a se stessi, e che rappre-senta per loro l’ultima possibilità di ri-flettere sul passato per gettare le basi diun nuovo futuro.

Il documentario racconta il mondo diquesti ragazzi difficili e documenta i mo-menti più rappresentativi di questo sin-golare viaggio, seguendo l’onda emotivache accompagna i loro piccoli e granditraguardi, ma anche le loro sconfitte.

Dal 1982 l’ONG belga Oikoten ha vo-luto recuperare la dimensione formativaed educativa del Cammino di Santiago,accompagnando annualmente sull’anticarotta di pellegrinaggio una quindicina digiovani delinquenti che vengono indivi-dualmente affidati a un supporter. A do-cumentare questa incredibile impresadalle forti componenti umane e avventu-rose, questa volta c’erano anche le tele-camere di Marco Leopardi e RobertaCortella che hanno seguito passo a passoil viaggio di Ruben, Joachim, e della lo-ro guida dall’inizio alla fine e che hannoriproposto la loro esaltante esperienza alFogolâr.

LE ATTIVITÀ DEL GRUPPO GIOVANI

I giovani del Fogolâr indossano le magliette del Cammino della Musica.

NotizieGiovani

a cura di Paola Aita

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Con i cari amici e simpatizzanti dell’Udinese Club roma-no, dopo le vacanze estive, che sono servite anche a ricari-carci le pile, ci siamo ritrovati alla 6° partita del Campionatodi Calcio 2009 -2010. La nostra amata squadra pare abbiaoleato i meccanismi dinamici e tattici per regalarci un’anna-ta interessante e piena di sorprese, almeno sembra dal gironed’andata.

Gli incontri settimanali del martedì delle ore 12,30 per ilpranzo sociale sono ripresi e, come consuetudine, continue-ranno per tutto l’anno calcistico presso il Circolo dell’Aero-nautica e Difesa Lungo Tevere Salvo d’Acquisto 21 – Roma.

Il programma degli eventi in questa prima parte del cam-pionato si è così articolato:

Venerdì 23 ottobre 2009, alle ore 20,00, presso il CircoloAeronautica e Difesa ci si è incontrati per una pizza. E’ statal’occasione per stare insieme e alzare il Calice per brindarealla nostra salute e ai buoni risultati dell’Udinese;

Venerdì 18 dicembre 2009, alle ore 12,30, presso il Ristoran-te Ai Musei di Mery e Giulio Massa in Via Santamaura 5 a Ro-ma, ci siamo visti per il pranzo sociale e per farci tutti insieme ipiù classici degli auguri, quelli di Natale e di fine e inizio anno.

Bepo Baruzzini

Udinese Club di Roma e dell’Agro Pontino

I soci dell’Udinese club di Roma e dell’agro Pontino.

Fr iu l i Da una foto davvero piccolinalucida, in bianco e nero,di altri tempi – sessant’anni fa? –nei giorni dell’uva vendemmiata,nella veste che in Friuliportavano le donne del passato– gonne fiorite ed arricciate,ricami sul bianco delle calze,corpetti attilati sul candoredi bluse leggere e svolazzanti,fazzoletti vivaci ed ampiad avvolgere le spalle –sorridiamo un’amica ed io,liete della festa,

di quel tocco di folclore,dell’essere ammirate.Era bella lei, nei suoi trattiregolari, il bruno dei capellie dello sguardo, il candore della pelle.Io piacevo soprattuttoper la luce chiara e amicadell’azzurro dei miei occhi,per l’innata gentilezza del gestire.Sono lì, la testa un po’ inclinataper timidezza, e quella malinconiadel sorriso che mi sonoportata dietro nella vita.

di Francesca de’ Manzoni Boschini

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… Si è tenuta l’adunanza dei nobilidella Contea del Ducato dei Vini friulanidi Roma. Un incontro che ha visto lapartecipazione degli adepti del sodaliziocostituitosi nella capitale da quasitrent’anni, raccolti attorno al Conte Fa-brizio I° (Fabrizio Tomada) per riceve-re la visita del Duca.

Un’occasione offerta appunto dalla vi-sita del Duca Piero I° (Piero Villotta),la massima autorità riconosciuta dai no-bili osservanti le regole che guidano ilDucato. Un onore per la contea romanache ha avuto nel passato la visita del Du-ca Emilio I° (aprile 2006), sceso dalleterre friulane per conoscere nobili e no-bildonne della capitale.

Dopo tre anni, ecco giungere Piero I°ricevuto nella casa delle Regioni sededel “Fogolâr Furlan” accolto con affet-tuoso entusiasmo da tutti i “collari ros-si” di Roma e del Lazio. Una serata al-l’insegna dell’omaggio devoto e defe-rente del Conte Fabrizio I° che, interpre-tando lo spirito dei nobili, ha rivolto uncaldo e appassionato saluto a Piero I, ri-cordando nel suo intervento (che pubbli-chiamo a parte) le tappe più salienti del-la storia della Contea di Roma, coloroche lo hanno fondato e che lo hanno gui-dato.

Il Duca Piero I° ha risposto con paroledi augurio, di … e di incoraggiamentoper il sodalizio, per quanto ha fatto e perquanto dovrà fare in un’ottica di un pro-gramma “ducale “ che vede, nel raffor-zamento e nell’intensificazione dei rap-porti fra la contea e il Ducato, il princi-pale tema che Piero I° vuole svilupparenella sua azione di rilancio delle attivitàdel Ducato. Un discorso rivolto ai pre-senti accorsi numerosi con il quale PieroI° ha voluto, infatti, illustrare le linee delprogramma futuro che vede, fra l’altro,la costituzione di altre Contee sparse nelmondo e, come dicevamo, il consolida-

mento dei rapporti con le Contee esi-stenti a Toronto e a Roma.

Alla serata allietata da una “agape”nobiliare hanno partecipato i nobili …alcuni accompagnati dalle gentili con-sorti e alcuni amici della Contea.

Una serata perfetta e ben organizzata -(come ha voluto fare rilevare il ConteFabrizio I° che indossava il collare gial-lo per l’occasione; il Conte rispetto ainobili si distingue dal collare di coloregiallo) - che si è conclusa con uno scam-bio di doni. La Contea ha fatto omaggioal Duca di un prezioso volume su VillaBorghese proprio per lasciare indelebile,nella memoria di Piero I°, la serata tra-scorsa ai “bordi” del grande parco roma-no di Villa Borghese ove si affaccia laCasa delle Associazioni Regionali, sedenon solo del Fogolâr Furlan ma anchedella Contea del Ducato dei Vini friulanidi Roma. Un cordiale saluto anche algiornalista friulano dr. Tommaso Cer-no, già corsivista del Messaggero Vene-to e ora a Roma nella redazione del pre-stigioso periodo L’Espresso.

Fabrizio Tomada

Il conte Fabrizio I con il duca Piero I e il presidente Degano.

CONTEA ROMANA DEL DUCATO DEI VINI FRIULANI

I nobili intervenuti. La bella cena organizzata dalla Contea di Roma.

IL DISCORSO DI FABRIZIO I°

Carissimo Piero, cari Nobili, rileggevo alcune carte ieri sera nella tre-

pidazione e nell’emozione che già avverti-vo sapendo di ricevere quest’oggi, nellacontea romana, il Duca del Ducato dei vi-ni friulani Piero I° (Piero Villotta). Dicevoche rileggevo una lettera del 3 settembre1997 nella quale la Contea Romana era unpo’ un’Araba Fenice, quell’araba fenice“…che vi sia ciascuno lo dice, dove sianessuno lo sa”… ma proprio come la mi-tica Fenice … risorge perennemente. Tantoè vero che il moto “post fata resurgo “ bensi addice alla vita della nostra Contea

Anche noi infatti, Nobili della Contea,abbiamo i nostri fata che ci impongono diriunirci per la rinascita delle nostre atti-vità, per continuare nella missione affida-taci, per raccogliere quella straordinariaeredità di valori e di sentimento che ci èstata tramandata negli oramai 29 anni (ilprossimo anno cade il trentesimo dalla co-stituzione della Contea Romana.. 1980!)da coloro che mi hanno preceduto, che cihanno preceduto. E penso al Conte Aldo I°,alla Contessa Resi I°, al Conte Romeo I°.

Oggi accogliamo, cari confratelli dellacontea il Duca del Ducato dei vini friulani,Piero I°, che, dopo la visita del Duca Emi-lio I° avvenuta nell’aprile di tre anni fa(aprile 2006), ha deciso di effettuare unavisita alla nostra Contea romana alla qua-le vuole dare un impulso e un nuovo slan-cio. Noi siamo qui caro Piero.

A me, cui è stato consegnato lo “scettro”della Contea, il compito di mettere a di-sposizione tutta la scienza e la sapienza dei“nobili” che hanno segnato la storia diquesta Contea. Penso ai nobili AdrianoDegano (che è onorario), Adalberto Le-schiutta, Leopoldo Gobbi, Giancarlo Gia-comi, Maria Teresa Santiloni, GiuseppeBaruzzini, Resi Mizzau già Contessa; pen-so a tanti nobili, penso a coloro che hannofatto la storia di questa nostra Contea.Penso anche a coloro che ci hanno lascia-to, a Rino Militi in primis araldo mai di-menticato dalla “comunità “ dei confratel-li e dai friulani del Fogolâr di Roma.Unpensiero da parte di tutti noi va ai tanti no-bili che si raccolgono attorno al Ducatolassù in Friuli e che noi, attraverso te caroPiero I°, salutiamo con affetto e fratellan-za. Brindiamo questa sera con te in attesadi riaverti fra noi quanto prima: salute!

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CENTRO CULTURALELUIGI CANDONI

Ad Arta Terme, il 18 luglio 2009 è sta-to inaugurato il centro culturale “LuigiCandoni”, drammaturgo, scrittore, poeta,probabilmente il più brillante uomo friu-lano di teatro del secondo dopoguerra ecofondatore del Fogolâr furlan di Roma.

Infatti, proprio accanto alla sua casa na-tale di Cedarchis, il Comune ha appenaconsegnato nelle mani dell’Associazione“Luigi Candoni” una sede nuova di zecca.Il centro che raccoglie l’intero archiviodell’artista, ora si propone di dare il giu-sto respiro e la giusta diffusione all’operadi questo figlio della Carnia.

“MERIT FURLAN”,GRANDE FESTA

IN CASTELLO(RIVE D’ARCANO)

COI PREMIATI

RIVE D’ARCANO. Nello storico medie-vale castello D’Arcano, fra i tre ordi ni di mu-ra dai merli guelfi, sabato 8 agosto è statoconsegnato il premio Merit furlan 2009,giunto quest’anno alla sua 26a edizione, chegode del patrocinio della Re gione, della Pro-vincia di Udine, della Co munità collinare, delComune di Rive d’Arcano e del MessaggeroVeneto. Co me già annunciato, questi i perso-naggi premiati: Giovanni Centazzo, pittoreaf fermato, nato nel 1942 a Maniago, vive eopera a Cordenons. Con le sue colorate teledel paesaggio friulano, ha parteci pato a centi-naia di mostre in Italia e all’estero, fra cui Pa-rigi e Tokyo, conseguendo circa trecento pre-mi dei quali 25 come primo assoluto.

Don Giuseppe Cargnello, sacerdotefriula no, nato a Remanzacco nel 1942. Da40 anni parroco in Carnia nella pieve diGorto e nelle parrocchie di Rigolato eMione, appassionato ricercatore dei cantipatriarchini in uso nei riti del Pa triarcatodi Aquileia, dei quali una par te viene usa-ta nella messa dello spadone a Cividaleall’Epifania, sui quali ha scritto un libro efatto incidere un cd.

Gianfranco Ottogalli, generale friula-no, nato ad Aquileia nel 1938. Dopo l’ac -cademia di Modena come tenente del Ge-nio guastatori, da generale ha co mandatola brigata meccanizzata Gori zia nel 1997.Sottocapo servizio della difesa dal 2001al 2003, capo di stato mag giore dell’eser-cito e poi in quiescenza nella riserva.Laureato in scienze strate giche e scienze.internazionali, parla inglese e al “cjacare

furlan…” È insignito di una dozzina dionorificenze.

Adriano Degano, nato a Povoletto nel1920. Dopo la laurea in lettere a Urbino, è aUdine come funzionario dell’Inps, poi dal1961 è trasferito alla sede genera le a Romacon incarichi internazionali. Da 40 anni èpresidente del Fogolâr fur lan di Roma e, frale varie onorificenze, spicca quella di cava-liere di Gran croce al Merito della Repub-blica. Ha promos so e cura il premio “Gio-vanni da Udine”, che viene consegnato inQuirinale dal presidente della Repubblica.

La manifestazione ha avuto inizio con unamessa friulana celebrata da don Ro manoMichelotti, accompagnata dal co ro “Vôs diVillegnove di San Denel”. Dopo il rito, ilprofessor Domenico Zannier ha illustrato imotivi per i quali viene confe rito il Premio.Sono poi seguiti i saluti del sindaco di Rived’Arcano, Gabriele Contardo, del presi-dente della Comunità collinare, LorenzoCozzianin, del presidente della Provincia.di Udine, on. Fontanini, e dell’assessore al-la Cultura, Roberto Molinaro. Da parte ditutti i rappresentanti delle istituzioni c’è sta-to un corale plauso all’iniziativa che rendeun pubblico riconoscimento a quanti nellevarie attività umane han no onorato il Friuliin Italia e nel mon do.

Mauro Missana, direttore di RadioOn de Furlane, ha presentato i premiati equindi è seguita la consegna degli attesta-ti da parte delle autorità. La serata, allaquale ha partecipato un numeroso pubbli-co, si è poi chiusa con un rinfre sco offer-to a tutti i partecipanti.

Giovanni MelchiorMessaggero Veneto,

domenica 9 agosto 2009

N o t i z i e

Da sin: l’arciv. Alfredo Battisti, don Giordano Cracina, Adriano Degano, mons. Elio Venier.

continua a pag. 26

Motivazione del Premio« a

Adriano Degano di Paulêt

che tal secul passât e tal secul presint al à fat vivi e lusî

a Rome e pal Mont il Friûl de cristiane civiltât

e de latine umanitât la sô Patrie Furlane ».

Domenico Zannier

INAUGURATA LA BIBLIOTECA DE “LA POLSE”

Il 30 agosto 2009 è stata inaugurata laBiblioteca del centro ecu me nico“Polse diCôugnes” a S. Pietro in Carnia, con oltrediecimila volumi donati dal zugliesemons. Elio Venier.

Erano presenti con il donatore mons.Venier: l’arcivescovo Alfredo Battisti,l’ideatore direttore del centro don Gior-dano Cracina, Antonietta Cimolino ni-pote della compianta suor Amelia, e ilprof. Burello che ha parlato sulla impor-tanza della raccolta. Per il Fogolâr è inter-venuto il dr. Degano che, puntualmente inagosto, visita il centro ove il mons. Veniertrascorre le sue vacanze estive.

Il centro sorge in un luogo silenzioso,

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circondato dalla natura, nelle vicinanzedella Pieve Matrice di San Pietro in Car-nia. La sua denominazione particolare ri-chiama alla memoria il luogo di “sosta,riposo” (polse) dalla fatica che compiva-no gli abitanti della località di Fielis du-rante il trasporto dei defunti, che veniva-no poi sepolti nel cimitero della Pieve.

La nascita di questo centro è riferibilealla volontà di un gruppo di amici che, datempo, cercava un luogo per la preghiera,per sviluppare anche un particolare pro-getto di comunità. Frequentando la Pievescoprirono i “prâz di côugnes” ed è quiche venne edificato il grande complessoattualmente visibile.

MORET D’AUR 2009

Brillano le stelle del Premio “Moretd’Aur”. Il Friuli celebra così i protagoni-sti della regione che hanno ottenuto i ri-sultati più eclatanti negli ultimi dodicimesi nello sport e nello spettacolo. I rico-noscimenti sono stati consegnati lunedì28 settembre, durante la consueta seratadi gala, al ristorante “Là di Moret”, in via-le Tricesimo. La 32a edizione dell’inizia-tiva, istituita dagli albergatori Franco eMargherita Marin, è stata un momentodi grande festa e partecipazione. La sera-ta è cominciata subito con la foto di grup-po di tutti i premiati, per poi passare allacena accompagnata da momenti di purointrattenimento e dalla consegna dei pre-mi. La festa, presentata da Alberto Zep-pieri e da Patrizia Calori, ha avuto comemadrina Iva Zanicchi, che ha contribuitoad animare la serata con i suoi interventi.Ma non si è fermata qui. La cantante hapure presentato il suo libro autobiografi-

co “Polenta di castagne”, raccontandomolti aneddoti della sua vita. I due premidi maggiore prestigio sono andati per lospettacolo all’attore udinese GiuseppeBattiston, mentre per lo sport il ricono-scimento è stato assegnato al ciclista friu-lano Franco Pellizotti. Entrambi hannoricevuto un’opera di Giorgio Celiberti.Ma non sono stati gli unici a ricevere unquadro del maestro. In questa edizione siè deciso di premiare anche gli ambascia-tori friulani che ricoprono incarichi diplo-matici in molte zone del mondo. Sonoben cinque: Antonio Zanardi Landi (at-tualmente in Vaticano), Gianfranco Fac-co Bonetti, Franco Mistretta (Montecar-lo), Lamberto Zannier (Kossovo) e l’ar-civescovo Diego Causero (nunzio apo-stolico da anni a Praga). E ancora operedi Celiberti sono state consegnate allasportiva Anna Giordano Bruno (recorditaliano di salto con l’asta) e ad AlbertoZeppieri per il progetto “Capo Verde,terra d’amore”, una produzione disco-grafica con fini umanitari. Un altro atte-so riconoscimento, “L’uomo dell’anno2009”, è andato al patron di Azalea Pro-motion, Loris Tramontin. Individuatianche due talenti emergenti: il calciato-re sedicenne Lorenzo Crisetig che mili-ta nell’Inter, e l’arpista gemonese Ema-nuela Battigelli. Premi alla carriera peril presidente regionale Federazione mo-tociclismo, Giuliano Gemo, e per ilcontrabbassista jazz, Giovanni Maier.E poi ancora, il medico MassimilianoFanni Canelles ha ricevuto un attestatoper aver operato nelle zone più marto-riate del pianeta. Altri allori speciali so-no stati consegnati al presidente del Fo-golâr furlan di Roma, Adriano Degano(Premio “Friuli nel cuore”), al colon-nello Linda della brigata alpina Julia eal comandante delle Frecce tricolori,Massimo Tammaro.

Renato Schinko Messaggero Veneto

Venerdì 29 settembre 2009

SALUTO A MONS. PIETRO BROLLO

E’ stata l’ora del mandi. Domenica 11ottobre alle ore 16,00, l’intero Friuli si èstretto attorno a mons. Pietro Brollo consentimenti di riconoscenza e di affettoper quanto ha saputo donare in questi 9anni di guida pastorale dell’arcidiocesi diUdine.

Mons. Brollo ha presieduto la celebra-zione eucaristica al termine del suo man-dato, e ha segnato nell’omelia il suo ulti-mo messaggio al popolo friulano da arci-vescovo metropolita. Al termine della ce-lebrazione, il direttore del consiglio pa-storale diocesano, Pierino Donada, haformulato il grazie della chiesa udinese.

FESTEGGIATA A ROMA LAFONDAZIONE LUCCHETTA

La Fondazione triestina “Luchetta-Ota-D’Angelo-Hrovatin”, nei giorni scorsi èstata festeggiata anche a Roma nell’ambitodi un incontro organizzato dall’Associazio-ne Triestini e Goriziani. All’incontro roma-no, tenutosi nella Sala degli Atti Parlamen-tari del Senato, alla presenza del presidentedell’associazione giuliana, Roberto San-cin, si è parlato dell’attività e degli obietti-vi raggiunti nei primi quindici anni di vitadella Fondazione, evidenziati negli inter-venti del presidente, Enzo Angiolini; delsegretario, Giovanni Scarpa; del consi-gliere, Cristiano Degano, e di GiovanniMarzini, caporedattore Rai FVG, che hacoordinato l’appuntamento.

Sono state illustrate le iniziative dellacooperazione e della solidarietà interna-zionale a favore dei bambini vittime dellaguerra dell’infanzia violata nel mondo,dell’informazione in Italia e nel mondo,per riportare l’attenzione intorno a un’u-manità spesso invisibile e silenziosa, pri-gioniera di guerre e scontri etnici.

All’incontro del Senato, oltre ai respon-sabili dell’Associazione Triestini e Gori-ziani in Roma, erano presenti anche ilpresidente del Fogolâr Furlan di Roma,Adriano Degano, e il direttore del quoti-diano Messaggero Veneto, Andrea Filip-pi, Radio Vaticana, diversi funzionari del-la Farnesina e rappresentanti di istituzio-ni, con cui la Fondazione intreccia quoti-dianamente i contatti utili a garantire l’as-sistenza dei bambini a rischio, nel ricordoe a testimonianza dei giornalisti MarcoLuchetta, Alessandro Ota, DarioD’Angelo e Miran Hrovatin, uccisi nel1994 a Mostar e in Mogadiscio.

RAPPORTO “ITALIANI NEL MONDO”Nell’Auditorium di Via Rieti a Roma, il

19 novembre 2009 mons. Piergiorgio Sa-viola, direttore generale della FondazioneMigrantes, ha presentato il Rapporto “Ita-liani nel Mondo” 2009, ponderoso volumedi oltre 500 pagine che documentano inmaniera organica ed esaustiva la sistema-zione dei milioni di italiani che vivono nelmondo dell’emigrazione, facendosi onoreper ingegno, operosità e impegno sociale.

Sul rapporto sono intervenuti: la dr.ssaDelfina Licata, capo redattore RapportoItaliani nel Mondo, il dr. Giacomo Sal-meri incaricato per l’integrazione del Co-mune tedesco di Mannheim, il dr. Raf-faele Callia redattore regionale Cari-tas/Migrantes, gli onorevoli eletti nellecircoscrizioni estere, Franco Narducci eAldo Di Biagio, nonché il ministro Car-la Zuppetti, Direttore Generale per gliItaliani all’estero e le politiche migrato-rie, e il coordinatore Franco Pittau sottola cui direzione è stato redatto il rapporto.

Fra i presenti anche il presidente del-l’UCEMI, dr. Adriano Degano.

La biblioteca de “La Polse”.

segue da pag. 25

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La grande torta preparata dalla signora Annamaria Allocca.

Da sin: Carlo Scarsini, Adriano Degano, Giovanni Fabris, Fabrizio Tomada, Adalberto Leschiutta.

Le nozze di Pierpaolo Gori e Daniela Francesca Todaro.

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GLI “89” DI DEGANOC’era un certo fermento quel 16 set-

tembre scorso al Fogolâr, e i telefoni deisoci presenti a Roma (l’estate era ancoraincombente) suonavano con una certa fre-quenza. Ma certo: era il compleanno delPresidente, il dott. Adriano Degano! E iltam tam ha funzionato, così nel pomerig-gio c’è stata festa, un ricco buffet, brindi-si e tanti auguri ripetuti con grande affet-to al festeggiato che compiva ben 89 an-ni. Una persona veramente eccezionale ilnostro Presidente, che, alla sua età, è sem-pre attivo, presente in ogni manifestazio-ne e guida il Fogolâr di Roma in modo ve-ramente lodevole. Tutti gli vogliamo mol-to bene e ci auguriamo di averlo sempretra noi con questo fervore di vita, questasua esemplare attività e dedizione al Fo-golâr che ama tanto. Persino Papa Bene-detto XVI, avendo saputo dal dott. Adal-berto Leschiutta, decano della cameraPontificia, del compleanno del dott. De-gano che aveva incontrato in due occasio-ni in Vaticano, gli ha mandato gli auguri,la sua benedizione e un bellissimo porta-chiavi d’argento in dono. Cosa veramenteeccezionale. Auguri Presidente.

Cecilia Sandicchi

NOZZE DI UN GIOVANEMAGISTRATO FRIULANO

Il 23 maggio 2009 nella basilica dellaCollegiata in Catania, il giovane friulanoPierpaolo Gori ha sposato DanielaFrancesca Todaro, catanese, classe ‘77.

E’ stata una giornata meravigliosa; lacerimonia è stata officiata dal loro amicodon Giuseppe Ruggeri, che ha colto l’in-timità dei loro sentimenti, davanti a nu-merosi parenti e amici friulani in festa.

Pierpaolo è tornato a Roma lunedì 26ottobre 2009, per una breve visita dopo lenozze. E’ stata anche l’occasione per unaffettuoso saluto alla comunità friulana diRoma, essendo stato componente delgruppo dei giovani del Fogolâr, durante ilperiodo nel quale ha svolto la sua attivitàdi magistrato nella capitale.

FIORI D’ARANCIO PER GIANLUCA DEGANO

Il 12 settembre a Trieste si sono pro-messi fedeltà il rag. Gianluca Degano, ni-pote del nostro presidente, e AlessandraBusletta, funzionaria della sede Rai dellaRegione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

B u i n i s

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NOZZE DI DIAMANTE PER GIOVANNI SOTGIU

Il Fogolâr rinnova i più cordiali augurial presidente dell’Associazione il “Gre-mio dei Sardi”, Giovanni Battista Sot-giu, che ha celebrato il 60mo di matrimo-nio con Gaetana Cortazzo. Nella circo-stanza, la felice coppia è stata ricevuta dalSanto Padre, e in quella occasione il pre-sidente Sotgiu ha donato un meravigliosoquadro di Caterina Santucciu con deli-catissimi ricami in fili d’oro e d’argentosu seta.

BRAFS FRUS

Anno di grandi soddisfazioni per la no-stra Consigliera e Collaboratrice CarmenCargnelutti. Il primogenito Manuel haconseguito il dottorato di Ricerca (PHD)presentando la tesi sull’ing. Pier LuigiNervi, nella prestigiosa Facoltà di Inge-gneria Civile di Leeds (Inghilterra). Ma-nuel Cresciani, laureato in Architettura aRoma, dirige il Dipartimento di Ingegne-ria architettonica nella stessa Università,dove svolge attività didattica e di ricerca.

Gianluca, secondo figlio, pittore e de-coratore, laureato in Storia dell’Arte con-temporanea, è conosciuto al Fogolâr peressere stato il Coordinatore del ProgettoEspositivo alla Mostra “Cinquant’anni diFriuli a Roma”. Ha eseguito, tra impegnidi lavoro e mostre, a Roma e Torino, duedecorazioni nelle sale in comune dell’U-NAR. La prima nella sala Biblioteca, laseconda nella sala Affreschi, dando cosìrisalto e caratteristica ai due ambienti.

Ma ancora più sentita e gratificante perla nostra socia e… per tutti noi, che la fi-glia Lisa, con tenacia determinazione euna volontà d’acciaio, sta risolvendo beneil grave incidente che l’ha colpita allagamba tre anni fa.

L’ANGOLO “DAI NININS”

Il nostro socio Olievo Turoldo è dive-nuto nonno di una “biele ninine” dal no-me Flaminia. La mamma è FrancescaGrimaldi e il papà Valerio Turoldo. Au-guri di “cûr” da tutto il Fogolâr.

Da tutti gli amici del Fogolâr congratu-lazioni vivissime a Luca Mattiussi, fi-glio del compianto ing. Carlo, vicepresi-dente del Fogolâr per tanti anni, per la na-scita del grazioso Marco.

AUGURI OTTANTENNE!

Lunedì 7 dicembre nel ristorante del fa-moso chef friulano Giovanni Gallinaro,a Torreano di Martignacco (UD), una fol-la di amici, parenti e famigliari ha reso uncaloroso omaggio allo scrittore poeta Al-berto Picotti nel suo ottantesimo com-pleanno. Con la consorte Loretta, i figlidr. Fabrizio (giudice alla Corte dei ContiNazionale di Roma), e dr. Gianluca (diri-gente bancario), nipotini e il fratello, eraintervenuto anche il senatore Mario To-ros che ha ringraziato Alberto per averpromosso – fra l’altro - la Fondazionedella “Cjase dai furlans pal Mont”. Pre-La piccola Flaminia Turoldo.

Giovanni Sotgiu e Signora ricevuti da papa Benedetto XVI.

Carmen Cargnelutti con Manuel, Gianluca e Lisa.

senti pure il comm. Romeo Fattori e ilnostro presidente, che ha recato il salutodel presidente onorario sir Paul Girolamied espresso la riconoscenza per la prezio-sa collaborazione data al Fogolâr.

Alberto Picotti.

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AUGURI SENATORE TOROS

Auguri anche al sen. Mario Toros, pre-sidente della “Cjase dai furlans pal Mont”,già Sottosegretario di Stato per quattrovolte e tre volte ministro, per il suo 87mocompleanno compiuto il 9 dicembre c.a.

Fontanini, Giovanni Tesoriere, FrancoJacop, Rosa Russo, suor Sylvestrina da

Ollavina Halli, Giancarlo Di Fonzo,

Claudio Fabbro, Piero Monassi, Fogolâr

furlan di Monfalcone, amb. Antonio Za-nardi Landi, Rina Giampaoli Vinadio,

mons. Gian Giulio Radivo, MaurizioSalvador, on. Isidoro Gottardo, Ger-mana Taddio, Sandra Zecchi, AdrianoDebellis, la presidente di Itineraria di

Udine dr.ssa Maria Paola Frattolin, Co-

rale Nova Armonia, Felice Arte, Alessan-dro Ortis, Russo Maria Luisa, il sinda-

co di Udine prof. Furio Honsell, Riccar-do De Paoli, Guido Gusso, AlessandroCiriani, Sonia Pulitelli, don DomenicoZannier, la presidente del Club Unesco

di Udine prof.ssa Renata Capria D’A-ronco, Biblioteca Civica Joppi di Udine,

il Sindaco di Sequals Enrico Odorico,

Direzione Villa Manin, Margherita Ro-mero, Sergio Altieri, prof. Carlo Sgor-lon, avv. Roberto e Gianna Petiziol, on.

Antonio Volcic, Guido Coletti, Vittorioe Gianna Tonini, Apostolato Nunziatura

di Praga, lo scultore Franco Maschio,

Bruno Senno Falsini, Giobatta Moras-si, Francesco Fattori, Graziano Vatri,Azienda La Tunella, ing. Mario Sist, sin-

daco Giuseppe Sigalotti, Rosa MariaSerrao, Fogolâr furlan di Verona, EnricoOttocento, gruppo folcloristico Villa

Santina, Stefano Cumer, arciv. MarcelloCostalunga, Silvano Venezia, Fogolâr

furlan di Bolzano, Luciana Masetti DeConcina, Attilio Bello, il presidente del

Fogolâr Furlan della Valle d’Aosta PillerGervasio, Gianni Tosini, FerdinandoPelliciardi, Comune di Pomezia, CIMER

tipografia, Elena de Margheriti, TeresaMaria Mizzau, Fogolâr furlan di Brescia,

Fogolâr di Bollate, Luigi Papais, AmeliaGarur, suor Maria De M., FrancescaDe Vito, Antonio Monda, ClaudioRojatti, la parrocchia di Cividale del

Friuli, on. Ivano Strizzolo, Paolo Si-monelli, on. Roberto Menia, Marghe-rita e Romolo Fattori, Gregorio Pitti-ni, on. Amedeo Piva, Pia Abelli, SergioZanirato, on. Roberto Morassut,Giorgio e Silvana Degano, dr. SilvanoZinant, Tina e Vittorio Zanon, Gian-carlo Ballico, on. Gianni Letta, Anto-nio Caruso, on. Alfredo Antoniozzi,Luigi Luchini, Famiglia Trentina, Mas-simo, Ilaria e Marta Candidi, Giovan-ni Battista Sotgiu, Fondazione Mi-grantes, dr. Carlo Donati, prof. CesareScalon, il presidente dell’Associazione

Europassione dr. Flavio Sialino, mons.

Giordano Cracina, Christian e DuilioCanderan, dr. Lorenzo Pelizzo, Silva-no Bertossi, sig.ra Sandra Guatto,Adriana Miceu.

Mario Toros

AMICI

Ci hanno scritto o sono venuti a trovar-ci in sede:

La Clape, rettore mons. Natalino Za-gotto, Ass. Arma Aeronautica, Anna Mo-ro e famiglia, De Lillo Fabio e Stefano,suor Ester Leghissa, on. Angelo Com-pagnon, prof.ssa Aita Mariangela, Le-schiutta Adalberto e Margherita, sirPaul Girolami, Gruppo Claudio Monte-verdi, il presidente del Fogolâr furlan del-l’Umbria gen.Tiziano Ronco, CalligaroAldo, Fabrizio Tosolini, Migranti Itine-ranti, Corale Montereale Valcellina, padreCarmelo Gagliardi, dr. Mirabella Enzo,Fogolâr furlan di Strasburgo, uff. Lam-berto Clementini, Franca Maldini, lapresidente del Fogolâr di Garbagnate(MI) Sara Guadagnini, la presidente delFogolâr di Venezia Maria Vitale, Fogolârfurlan di Lucerna, Fogolâr furlan di Luga-no, Rosanna e Mario Lodolo Gasperini,Fogolâr furlan di Bruxelles, Bepi e Lu-ciana Delle Vedove, gen. GianfrancoOttogalli, Regione Friuli Venezia Giulia,Domenico Lenarduzzi, cav. Silvio Ro-manin, amb. Franco Mistretta, arciv.Pietro Brollo, Rodolfo Grasso, il sinda-co di Povoletto Alfio Cecutti, ass. Enri-co Vizzaccaro, Robert Debry, AlbertoPicotti, gen. Alberto Ficuciello, Prefet-tura Casa Pontificia, Ivanoe Zavagno,presidente dell’Ente Friuli nel Mondo on.Giorgio Santuz, on. Franco Frattini,Ass. Culturale Euritmia di Povoletto, ilSindaco di Majano Claudio Zonta, Fo-golâr furlan di Calgary, Mariacarla Me-naglia, Giampietro Del Torre, il presi-dente della Provincia di Udine on. Pietro

Nina-nanaper DariaIn tal ciàlt dal nestri beni vorèssin, fruta Daria,ti rivàss la sum lizèracomo i flocs da nèif ch’a venjù dal cîl ma za pa l’ariasi disfâs al cialt da tièra.E se braz e vòus di doidopo il lat ch’a tu âs tetâtin tal grim di mama Alidano ti fàsin sierâ i voi,pensa al lat che a pierdi il flât,una volta indurmidìda,la Madona ch’a ti spietaquant che tu larâs pal troidal tièi sumstal vert di un prâtti darà cu la so teta.

Siro Angeli

VITASarebbe la mia vitauna foglia seccaaggrappata al troncoma che lasciaa poco a poco la presa.

Il mio tempovive d’autunnisi pasce di rugiadae del profumoche l’aria di montagnaporta via per stradaagli ultimi fiori.

Da questo piccolo luogolasciami andar via così leggeracome quando al mattinosi dilegua nel cielol’ultima stella,ma tu ricordami lo stesso,lontananella terra del silenzio

Lucina Dorigo

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MOSTRA “OMAGGIO AL FRIULI - LEA D’ORLANDI

ARTISTA ED ETNOGRAFA”

Nella suggestiva cornice del rinnovato palazzo Giaco-melli in via Grazzano a Udine, il restaurato museo Etno-grafico del Friuli ha ospitato dal 19 maggio al 31 agosto lamostra “Omaggio al Friuli. Lea D’Orlandi artista ed et-nografa”.

Circa un centinaio tra dipinti, volumi illustrati, incisioni eoggetti figurano in un’esposizione che, all’insegna dell’o-maggio al Friuli, vuole ricordare il ruolo e la personalità diquesta figura femminile friulana che tanto si è adoperata afianco di Perusini, per la nascita del cittadino Museo. Glistudi di Lea D’Orlandi sono ancor oggi un riferimento obbli-gato per chi vuole avvicinarsi alle tradizioni friulane: le in-chieste sulle costumanze nuziali, le raccolte di proverbi, le te-stimonianze sugli esseri mitici e fantastici, le superstizioninascono da un lungo, metodico e paziente riscontro delle te-stimonianze orali in tutto il Friuli. La mostra è stata curatadalla dr.ssa Tiziana Ribezzi che ha esposto tra le opere an-che un dipinto della D’Orlandi di proprietà del presidenteAdriano Degano, che farà parte della Collezione d’arte da luidonata al paese natio di Povoletto.

IL SOLE TRAMONTAA MEZZANOTTE

Nel maggio 2009, è uscito in molte sale di tutto il Friuli ilnuovo film del giovane regista friulano Christian Cande-ran (Meduno, classe’78) dal titolo “Il sole tramonta amezzanotte”. Il film, tratto dal romanzo “E io sono tuo fi-glio Gianni” di Fabio Garzitto, racconta la drammaticastoria del giovanissimo pinzanese Gianni Missana, (inter-pretato da Andrea Mazzoli) impiccato dai nazisti nel lu-glio del 1944.

Un film storico-biografico, commovente e poetico, dovela civiltà rurale e contadina del periodo viene fotografataattraverso un “bianco e nero” straordinario, che, per le lo-cation, i costumi, il realismo degli attori, riesce a rievoca-re e ricostruire il Friuli dell’epoca suscitando emozioni eponendo forti spunti di riflessione su due valori fondamen-tali: la famiglia e la libertà. Traspare fortemente la volontàdi sostenere che non è vero che la “Grande Storia” succe-de sempre altrove, che non è vero che gli individui noncontano, ma al contrario che, in ogni piccola vita, perquanto misera, per quanto insignificante, ci siano accadi-menti, emozioni, sentimenti, sogni e delusioni. E soprat-tutto che non è la “Grande Storia” a conferire significatoalle singole vite, semmai il contrario.

Il film, che ha raccolto molti consensi tra la critica, è sta-to anche distribuito in abbinamento editoriale.

Christian è una cara conoscenza del Fogolâr in quantonel 2007, grazie alla segnalazione del nostro presidenteonorario sir Paul Girolami, lo abbiamo avuto con noi aRoma per la proiezione del suo precedente lavoro sulle fia-be friulane dal titolo “Nei tuoi occhi”.

M O S T R E E S P E T TA C O L I

Lea D’Orlandi - Case friulane, pastello.

Manifesto della mostra.

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PIERGIORGIO COLAUTTI PITTORE

L’artista Piergiorgio Colautti (socio e organizzatore dellemostre collettive del Fogolâr) ha presentato una mostra perso-nale antologica nel Comune di Allumiere (Lazio) dal 5 al 16agosto 2009. Per capire meglio il suo operato, riportiamo partedi un profilo scritto da Stanislao Nievo:

“Piergiorgio Colautti, romano, trasferitosi in Friuli e vis-suto per molti decenni fra queste latitudini, tra scuole di di-segno e d’accademia rinomate, con mostre in Europa e Nor-damerica, è un artista che ha conservato nei tratti l’espe-rienza e il gusto figurativo, trasformandolo e irretendolo dielementi che raccontano la storia del nostro tempo con lesue tentacolari contorsioni e un senso del geometrico e del-la presenza del femminile che lo attraggono e ingabbiano inimpulsi costrittivi e pagani.

I suoi quadri sono la storia della sensualità ingenua emeccanica che accompagnano tanti dei nostri sogni di uo-mini di città in cerca di simboli d’effetto.

L’artista è un caposcuola che si avventura su territori fram-mentati dove maschere e gabbie aerodinamiche infittiscono laloro capacità di smontare in moduli vivi la nostra angoscia di vi-vere, pur fra memorie sorridenti e attimi d’allegria”.

MOSTRA ATOR DI NÔ – ATTORNO A NOI

Nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia in Piazza Co-lonna 355, a Roma, il 30 settembre 2009 è stata inaugurata la

Locandina del film. Il regista Christian Canderan sul set di ripresa.

Una scena del film.

Pier Giorgio Colautti - Crocifissione in Piazza.

continua a pag. 32

prima mostra dal titolo “In quel porto di mare” che si è protrat-ta fino al 9 ottobre.

Promuovere e valorizzare la cultura e le espressioni artistichedel Friuli e, nel contempo, farne emergere gli aspetti meno co-

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ne di omelie, che caratterizzano la suaintensa attività oratoria in moltissimechiese del Friuli, di Roma e di tante altrelocalità. Particolarmente meditate e per-suasive quelle che, per molti anni, ha te-nuto nella Basilica patriarcale di SantaMaria Maggiore e poi in quella di SanPietro in Vaticano.

Ma nel volume vi sono anche numero-si discorsi, a carattere teologico e cultu-rale, che mons. Canciani ha avuto mododi tenere in diverse istituzioni religiose eaccademiche, nonché in seminari e Uni-versità.

I temi trattati sono sempre di grandevalore dottrinale e di altissima specula-zione teologica. Le omelie sono incen-trate nella lettura e nella spiegazione deitesti evangelici, fatte sempre con chia-rezza espositiva, sagace intuizione delloro profondo significato spirituale edel loro valore dottrinario. Da esse sca-turisce una stimolante forza persuasivaa seguire i dettami e gli insegnamentidella dottrina cattolica e del Magisteropontificio.

Il volume, di ben 550 pagine, editodalla fondazione culturale “Mons. Vitto-rino Canciani” di Mortegliano, è arric-

chito da una nota biografica sull’autoree dall’elenco delle sue numerose pubbli-cazioni.

Adriano Degano

LUIGI MARTINISAntologia di composizioni, 2004

Il gotha critico-letterario del Friuli hapresentato l’arte di Luigi Martinis nel-l’elegante mostra volume edito dalleArti Grafiche friulane con la sponso-rizzazione della Fondazione Crup diUdine e Pordenone, della Provincia edel Comune di Povoletto.

Valeva proprio la pena che autori delcalibro di Licio Damiani, Aldo Rizzi,Luciano Perissinotto, Domenico DeStefano, Luigi Miori, Mariarosa Ri-gotti, Paolo Rizzi, Enzo Santese, VitoSutto, Tarcisio Venuti, Natale Zaccu-ri, Guerrino Zanoni e Carlo Sgorlon,dedicassero la loro attenzione all’arti-sta di Savorgnano del Torre che, nel-l’arco della sua vita artistica, ha spa-ziato su una infinità di temi.

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nosciuti, legati alle frequentazioni e alle occasioni di incontro econfronto tra artisti provenienti da esperienze diverse e distantinel tempo.

L’avvenimento, curato da Alessandro Venuti e MargheritaPlos, ha messo in evidenza le opere di artisti quali: Luciano Ce-schia, Aldo Colò, Tonino Cragnolini, Marcello D’Olivo, Re-nato Mertens. Si tratta di artisti che hanno onorato e onorano laregione con il loro lavoro e il loro impegno artistico, diverso percontenuti, ma che procedono sulla via della continuità.

All’inaugurazione erano presenti, tra le tante personalità,l’Assessore alla Cultura della Regione FVG, Roberto Molina-ro, i parlamentari Compagnon, Monai, Pertoldi, Strizzolo,Gottardo, Di Centa e il nostro presidente dott. Degano con al-cuni soci del Fogolâr.

La seconda mostra, aperta al pubblico dal 14 al 23 ottobre, havisto come protagonisti Giulio Baistrocchi con “Disordine eprogresso” e Giordano Floreancig con “Eutanasia of 147 artworks”. Entrambe le mostre fanno parte del progetto culturaleorganizzato dall’Associazione Culturale Trepunti, intitolato“Ator di nô”, Attorno a noi.

L’OPERA DIPITTIN SUL WEB

L’opera dell’artista carnico Luigi Pittini in arte Pittin è con-sultabile anche su internet. All’indirizzo http://xoomer.virgi-lio.it/pittin/index.html è possibile visionare l’intero percorso ar-tistico del pittore dal periodo figurativo a quello informale.

segue da pag. 31

Tonino Cragnolini - Zoiba Grassa, acquaforte, 1988.

LUCI DELLA SPERANZA(Mons. Vittorino Canciani, ED. Fondazione Culturale

Mons. Vittorino Canciani, pagg. 543)

Con questo titolo suggestivo e caricodi prospettive vivifiche, mons. Vittori-no Canciani raccoglie una ricca selezio-

Recensioni

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Natura pullulante di fiori e di verde,paesaggi, aspetti del lavoro e dell’am-biente friulano, personaggi, narrazionibibliche ed evangeliche, ritratti di per-sonaggi, donne di paese e volti sorri-denti di bambini. Uno spettro narrativoveramente ampio con una capacità nar-rativa ed espressiva sempre di altissi-mo livello. Anche la pennellata, talvol-ta scarna e spesso a forti tocchi di co-lore, rivela una straordinaria sensibi-lità, uno stile sicuro, un linguaggiolimpido e coerente, una pittura mai ba-nale, di carattere e dalla grande forzasentimentale.

A Povoletto, Martinis ha lasciato nel-la Chiesa un grande quadro, a figuraintera, del Vescovo Luigi Cicuttini, conla forte caratterizzazione del personag-gio mite e di intelligenza perspicace.Anche la grande Pala della Trinità con-ferma la forza compositiva ed espressi-va di Martinis, così come mostra ilgrande ciclo degli affreschi realizzatinella parrocchiale del paese natale diSavorgnano.Un volume, su progetto diCarlo Foramiti e Luciano Provini, ele ottime fotografie di Massimo Dega-nutti, che esaltano nel modo migliorela straordinaria sensibilità e bravura ar-tistica del concittadino Martinis, delquale figura un penetrante ritratto didonna nella mia collezione, in parte giàdonata al Comune di Povoletto.

Adriano Degano

CELSO COSTANTINI ARTISTA

Le manifestazioni celebrative in occa-sione del cinquantesimo anniversariodella morte del Card. Celso Costantini,(nato a Castions di Zoppola il 3/4/1874e morto a Roma il 17/10/1958) hannofatto conoscere la poliedrica figura delporporato considerato uno tra i più cele-

bri ecclesiastici della pur antica diocesiconcordiese.

Ci è sembrato di particolare interesseun opuscolo del Comune di Zoppola chemette in risalto le qualità artistiche delCardinale, ai più sconosciute. Il volu-metto: “Celso Costantini artista e lacoeva scultura nel Friuli concordiese(1895 – 1915)”, a cura di Stefano Aloi-si, è “uno specifico contributo alla co-noscenza complessa ed eclettica del car-dinale”.

Il padre di Celso, che in gioventù eravissuto a Firenze alle dipendenze di uningegnere, aveva ammirato e studiato leopere architettoniche e figurative deigrandi artisti che avevano operato inquella città.

Questa passione per l’arte venne sicu-ramente trasmessa ai giovani figli Gio-vanni e a Celso.

Il nonno Pietro e come il padre Co-stante erano imprenditori edili e, proba-bilmente, speravano che i loro eredi con-tinuassero l’attività di famiglia come siusava in quei tempi. Qualche vecchio diZoppola raccontava che un giorno il gio-vane Costantini, intento a lavorare, sidiede una martellata sulle dita e deciseche era meglio farsi prete.

A parte l’aneddoto, Celso diventò pre-te e nei primi anni di apostolato, comeparroco di Concordia, coltivò quell’i-stinto di modellare la creta che nutrivafin da ragazzo.

Numerose sono le sue creazioni giova-nili, specialmente dopo aver conosciutolo scultore veneziano Vincenzo Cado-rin.

Partecipò a varie mostre e nel 1908 fupremiato con medaglie d’argento perl’opera “Ecce Ancilla Domini” all’espo-sizione nazionale d’Arte Sacra.

Suscitano ancora oggi grande emozio-ne alcune sue creazioni come i ritrattidel padre, della madre e della sorella.

Notevoli per l’espressività plastica imedaglioni: Madonna col Bambino, Pa-ter Noster, Gesù Bambino e San Gio-vannino che si conservano in musei,chiese e collezioni private.

Il sindaco di Concordia così scrivevaal parroco: ”Pongo alla Vostra SignoriaReverendissima i più vivi ringraziamen-ti del gentile pensiero avuto … facendodono al Comune della bellissima statua“Il Salvatore” che sovrasta la fontanel-la in Piazza”.

Le sue opere si possono collocare nel-la tradizione classica di un verismo po-polare che si riscontra anche nelle nu-merose opere di artisti friulani coevi.

Nella rivista “Arte Cristiana”, da luifondata nel 1913 e che si stampa ancoraoggi, ritroviamo i criteri che ispiraronole sue creazioni come il bisogno di spiri-tualità, che si ritrova nella rilettura deivari stili neo-bizantino, neo-romanico eneo-gotico. La scultura e la pittura, egliscrive, devono ispirarsi a quei modelli,classici capaci di esprimere forti senti-menti di fede con l’espressività e la sug-gestione delle immagini.

Durante la guerra 1915-18, fu pro-mosso “conservatore” della Basilica diAquileia per le sue doti e capacità arti-stiche. Non possiamo dimenticare cheanche il fratello Giovanni, che divenne ilprimo vescovo di La Spezia, era anima-to dalla stessa passione artistica del fra-tello.

Anche di Giovanni si conservano alcu-ne creazioni artistiche come la Via Cru-cis, il Crocifisso con Madonna, SanGiovanni Evangelista e Maria Maddale-na nella Chiesa di Orcenico Superiore.

Il 26 luglio 1943, Pio XII gli affidòl’incarico di Presidente della PontificiaCommissione Centrale per l’arte sacrain Italia.

La creatività dei fratelli Costantini nonsolo si è espressa nel modellare la cretao intagliare il legno, ma soprattutto negliimpegni ecclesiastici ai quali furonochiamati al seminario della Chiesa.

Forse pochi sanno che Celso Costanti-ni propose a Pio XII la convocazione diun Concilio Ecumenico per una nuovariforma della Chiesa.

Intuizione fatta propria da GiovanniXXIII che, dopo pochi anni dalla mortedel Card. Celso Costantini, volle il Con-cilio Vaticano II.

Rino Fabretto

MARIO SIST, UN UOMO NELLA STORIA

Il nostro Presidente Degano così de-scrive Mario Sist: “Alto, slanciato, oc-chio penetrante e un volto sempre sorri-dente. Pordenonese – intus et in cute –

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appartenente senza discussioni all’etniadel grande Friuli – da lis mons insin almar”.

Nato a Vallenoncello (oggi sobborgo diPordenone) il 1° ottobre 1920 si fa notarefin da piccolo per l’amore agli studi.

Nel 1940 si diploma geometra a Udi-ne e, dopo il servizio militare con il gra-do di sottotenente, si laurea a Padova iningegneria civile-edile.

Si iscrive all’Istituto Superiore d’Ar-chitettura di Venezia, ma interrompegli studi per dedicarsi come ingegnerealla ricostruzione post-bellica del mar-toriato territorio friulano. E’ quasi im-possibile ricordare le innumerevoli at-tività culturali, civili e artistiche del-l’ingegnere svolte in Friuli e a Roma.Ci hanno provato Piero Angelillo eLuigi Gandi con lo splendido volume“Mario Sist. Vita di un ingegnere”,Edizioni Edit Adria.

Il volume di circa 350 pagine è pre-sentato dalla scrittrice Milena Milaniche si augura “Che i lettori di questo vo-lume possano compiere, in ogni pagina,uno straordinario viaggio, alla ricercadi un uomo che non ha mai trascurato ivalori etici appresi in famiglia”.

Il libro racconta con dovizia di parti-colari e testimonianze le attività, le ope-re, i personaggi incontrati, i luoghi visi-tati e le onorificenze dello straordinariopersonaggio, Mario Sist.

Numerose sono le progettazioni e lerealizzazioni edilizie nel pordenonese ein varie località del Friuli, specie nel pe-riodo della ricostruzione del post terre-moto. Vanno pure ricordati il suo pro-sciuttificio a San Daniele e la straordi-naria realizzazione dell’ospedale SanGiorgio a Pordenone.

A noi piace ricordare una delle sueprime creazioni in favore della sua città:la ProPordenone”.

Tra i soci fondatori sono da menziona-re Ettore Busetto, Gustavo Comisso,Paolo Coran e molti altri assai cono-

sciuti nel pordenonese per l’impegnocivile, l’intelligenza e le sane radicifriulane.

Queste si manifestano soprattutto nel-l’indicare le finalità del sodalizio delquale Sist è nominato primo Presidente.

Al punto 3 dello Statuto leggiamo:Scopi del sodalizio:

a) favorire e potenziare le tradizionipordenonesi di natura prettamente pae-sana, popolare e culturale;

b) salvaguardare e valorizzare il patri-monio artistico, edilizio e paesistico del-la città;

c) promuovere e favorire le ricerche dicarattere storico e linguistico sui fatti,uomini e vicende della medesima;

d) stimolare e incoraggiare il massimoincremento per lo sviluppo dell’econo-mia e della produzione;

e) conservare e migliorare il decoro ci-vico;

f) istillare nei concittadini l’amore perla propria terra e un senso di fraternitàche leghi e associ, al di sopra di ogniideologia, i figli della stessa patria.

Questi nobili ideali, come quelli del-l’onestà e della lealtà, Sist li aveva ap-presi all’interno della sua famiglia edurante gli studi a Udine dall’inse-gnante di religione don Abramo Fre-schi, futuro vescovo di Concordia-Por-denone.

Per il 25mo di Episcopato, l’ex alun-no Mario Sist così scrive ricordando ilsuo vecchio insegnante: “Don AbramoFreschi ci ha accompagnati attraversole sue conoscenze religiose, filosofi-che, sociologiche e teologiche arric-chendoci la mente e lo spirito di con-crete realtà e di rapporto tra fede e ra-gione, tra religione e cultura, prepa-randoci alla vita professionale”.

Con questi insegnamenti il giovaneSist è cresciuto e affronta ancor oggicon fede e coraggio la realizzazionedelle sue molteplici attività.

Scrive ancora la Milani: “Il pensierodi Dio, o meglio il credere in Dio, lo aiu-ta e lo accompagna in ogni istante dellagiornata…”.

Ha impegnato il tempo nella profes-sione, nell’osservanza dell’ordine mora-le, nell’amore per i suoi famigliari, nel-l’esempio per gli altri senza venire mai acompromessi con la propria coscienza”.

La comunità friulana di Roma è orgo-gliosa di averlo come socio benemerito esostenitore con gratitudine per la sua ge-nerosità.

Sist è un vero friulano, sognatore, te-nace e geniale, profondo conoscitore deitempi e degli uomini, saldo nella fede enei principi che, con le sue attività, hascavato un solco nella storia e la suatraccia rimane all’ammirazione ed è sti-molo per tutti.

Rino Fabretto

LA PENNA D’ORO(Sgorlon Carlo, Morganti Editori,

2008, pagg. 224, € 18,00)

Libro autobiografico di Carlo Sgor-lon. Lo scrittore si racconta e si ricono-sce attraverso i suoi romanzi, interpre-tando l’etica dei suoi personaggi secon-do il suo “modus vivendi,” dando così lagiusta misura e la morale dei suoi inter-preti. Il risultato fa si che ci si sente at-tratti a rileggere gli scritti già conosciu-ti, ma ancora di più apprezzare la letturadi quelli a noi ignoti.

La Penna d’Oro è stata anche il “mez-zo”per rimarcare la sua delusione versola terra natia:”mi sono sentito trascuratoe anche un po’ snobbato dal Friuli” dicetra le righe Sgorlon. Proprio da quelFriuli così tragicamente e poeticamentecantato nei suoi romanzi.

Cargnelutti Carmen

* * *

Leggendo il libro, il Fogolâr - che haavuto l’onore di presentare a Roma nu-merosi romanzi di Sgorlon – ha volutoesprimergli la sua più convinta solida-rietà. Perché il Friuli ha avuto finalmen-te il suo aedo, cioè il cantore di una ter-ra che ha radici particolari e complesse,nella fusione non sempre amalgamata diGenti, lingue, religioni, costumi, tradi-zioni. Insomma di storie che hanno la-sciato un segno profondo nel popolofriulano, determinando rapporti talvoltafelici e assai spesso conflittuali.

Sgorlon ha saputo scavare in questaterra così diversificata e a un tempo me-ravigliosa, ascoltando l’anima della gen-te, i loro aneliti, le loro aspirazioni. Hasaputo creare una sintesi capace di indi-care le strade del riscatto, proprio comeil mitico Omero nell’antica Grecia. Car-lo Sgorlon ha scritto, ambientandoli nelFriuli, tanti straordinari e concettuali ro-manzi, che gli valgono ambiti riconosci-menti nazionali (come lo ”Strega”) e in-ternazionali, è senza dubbio il maggior

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scrittore che il Friuli abbia mai avuto intanti secoli di storia. Efficace in tutti itempi resta il suo messaggio poetico.Basta che il Friuli sappia capirlo e farneinsegnamento di vita.

A. D.

LA CASA DEI SETTE GATTIStoria di streghe, incantesimi

e benandanti(Paolo Paron, Bastogi Editrice 2008,

pagg. 157, € 18,00)

Storie e leggende di magia, streghe,antichi riti e benandanti. Il tutto ambien-tato nel mondo contadino dell’entroterradel Friuli. Sono rinominati paesi e luo-ghi che sembrano dimenticati, come:Gjavons, Treppo Carnico, Pian dai Aietc. Nomi e sopranomi tipici di “unevolte”. Con la nomenclatura dei perso-naggi che spaventavano noi bambini alsolo sentirli: Boborosso, Cudicjo, la Be-steàte, la Strie e l’Omp neri. In una serad’estate a “Roma si Libra”, festa dell’e-ditoria Romana in piazza del Popolo, inuno degli spazi-eventi, parte di questestorie sono state raccontate dal vivo pro-prio dall’autore, Paolo Paron, interval-late da una graziosa e bravissima “mene-strella”, Francesca Sancioli, che, con lasua arpa e la sua melodica voce delizia-va i presenti che si fermavano ad ascol-tare. L’atmosfera e i racconti richiama-vano “artisti di strada” di altri tempi. Iltutto molto, molto piacevole e particola-re; oltre a questo libro Paolo Paron haportato un altro testo, nel quale ha parte-cipato alla prefazione e alla stesura di al-cuni racconti: “I Sbilf”- tipografia MoroAndrea – Tolmezzo (Ud). Folletti bene-voli e dispettosi della Carnia, cercati, ri-velati e illustrati da Gianni Pielli, notoe bravissimo artista, attivo a Brescia, diorigine carnica e recentemente scom-parso.

Al Fogolâr, Paolo Paron è giunto die-tro segnalazione della nostra socia e

collaboratrice Vera Padovan che, in an-teprima, aveva conosciuto l’autore e isuoi testi.

Carmen Cargnelutti

LE IMMAGINI RITROVATE(Licio Damiani, Campanotto Editore,

2005, Pasian di Prato, UD)

Questo volume, che l’autore ha invia-to con dedica a Diana e Adriano Dega-no, merita la nostra attenzione per l’ori-ginalità del “viaggio” proposto in luoghie opere artistiche capaci di suscitare nuo-ve emozioni.

“Il viaggio, come afferma l’autore, nonè fuga da sé, ma scava nei nostri sogni,nei nostri miti e dà loro concretezza”.

Il libro è ricco di notazioni pittoriche esi raccomanda a lettori sensibili e nostal-gici come lo stesso autore, che così de-scrive il sole di Roma: “Accende le fac-ciate, illumina i sottotetti, fa brillare levetrine, scintilla sui metalli delle inse-gne, incendia al crepuscolo le alture in-torno al Gianicolo”.

Sono queste emozioni che riempionoil cuore e la mente e “diventano parte dinoi, più solide e durevoli di qualsiasisouvenir”.

Rino Fabretto

POVOLETTO(Giuseppe Bergamini, Ma rio Martinis,

Luigino Merluzzi, Elpidio Ellero,Federico Vicario, Elena Costan tini

Arti grafiche friulane, 2008, Pagg. 275)

Dopo la presentazione del libro“Povolet to”, realizzato dall’ammini -strazione comunale con il sostegno dellaRegione, della Fondazione Crup e delCredito Cooperativo Friuli, e curata daGiuseppe Bergamini in coordinamentocon altri ricercatori locali, il volume èora a disposizione del paese nella sededella biblioteca comuna le, dietro versa-

mento di cin que euro a copia come con-tributo per le spese sostenute. L’idea dipubblicare un libro nel quale fossero de-lineate le caratteristiche del Comune,componenti l’evoluzione socio-econo-mica negli ultimi cinquanta anni, nasceoltre due anni fa: è stata fortemente vo-luta dall’attuale amministrazione comu-nale, presieduta da Alfio Cecutti, ed èstata costantemente seguita e sostenutadall’assessore alla cultura, RobertoSpecogna. A Giuseppe Bergamini, giàdirettore dei civici musei di Udine e oradel museo Dioce sano, è stata affidata lareda zione dell’opera, il coordinamentodei ricercatori e lo sviluppo dei temispecifici relati vi all’architettura rurale ealle ville storiche. I ri cercatori sono sta-ti individua ti in studiosi, noti per la loroprofessionalità, come Ma rio Martinisdi Savorgnano, profondo conoscitoredella storia del Friuli, autore recen te de“La Domus Magna dei Partistagno eQualso e le sue colline”, Luigino Mer-luzzi di Povoletto, appassionato ricer -catore di storia locale e auto re di nume-rose pubblicazio ni, Elpidio Ellero, do-cente di Qualso di Reana del Rojale,acuto studioso di storia e micro-storialocale, e Federico Vicario, docente diFilologia e Linguistica romanza pressola facoltà di Lingue e Lettera ture stra-niere dell’Università di Udine; infineElena Costan tini di Salt, giovane lau-reata in Economia Aziendale all’ Uni-versità di Udine, alla sua prima pubbli-cazione.

(d.a.)Messaggero Veneto, 9 aprile 2009

SERGIO MALDINIIL SOGNO DI UNA CASA(Federica Ravizza, Sergio Maldini

il sogno di una casa, La Nuova Base Editrice, € 18,00)

Nostalgia e curiosità, pacate sorpresee guizzi inaspettati, rivelazioni, che a

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volte stupiscono, sono state ritrovate inun epistolario risalente a oltre trent’annifa.

Ed è sempre un’emozione quando ci siaddentra in uno spaccato di vita passatache ci si svela, però, com’era nell’imme-diatezza di allora. Ma se a scrivere èSergio Maldini, e se certe sue lettere siritrovano poi riportate, pari pari, in unromanzo di successo, un’euforia archeo-logica paraletteraria ci prende e si pensa:vediamo cosa scrive, cosa dice, e sembradi potergli carpire un segreto del mestie-re, di essere alle sue spalle mentre com-pone.

È la Casa a Nord-Est che si va facen-do in questo epistolario, quella vera e,contemporaneamente, quella letteraria.Sergio Maldini scrive a Toni Cester To-so, l’architetto che cura il restauro delrustico di Santa Marizza e scopriamo,allora, che certe risposte che lei invia alsuo committente verranno, poi, riportateanch’esse nel romanzo. Un carteggio al-legro, ricco di notizie, con una gammadi sensazioni, capricci e dettagli ora mi-nimi ora di una certa rilevanza critica;lettere che rivelano due caratteri fortiche si compiacciono di battibecchi e ri-mandi, che si pungono con sottili ironieconsapevoli sempre di una grande ami-cizia che li lega.

La Nuova Base Editrice

PAULÊT MI SOVÈN

Mercoledì 9 dicembre 2009, per il ci-clo degli “Incontri con l’Autore” orga-nizzati dalla Biblioteca Civica e dall’As-sessorato alla Cultura del comune diUdine, è stato presentato in Sala Ajace illibro “Paulêt mi sovèn… Povoletto mi ri-corda… Storie, fatti, documenti, perso-naggi” di Adriano Degano, edito que-st’anno da La Nuova Base Editrice edalle Edizioni Fogolâr furlàn di Roma.Hanno presentato l’opera il direttoredella Biblioteca, Romano Vecchiet, egli scrittori Alberto Picotti e RenatoPilutti. La presentazione è stata replica-ta venerdì 11 nelle scuole medie di Po-voletto, e domenica 13 dicembre nella

sala comunale. E’ stato pure proiettatoun documentario realizzato dall’arch.Vito Paterno sui temi trattati dal libro. Ilvolume “Paulét mi sovèn” ha carattereessenzialmente autobiografico. E’ unospaccato di storia, dall’infanzia ai nostrigiorni, della vita e dell’attività profes-sionale di Adriano Degano, che è statoanche protagonista di taluni fatti impor-tanti avvenuti nel paese natale, dall’av-vento del Fascismo alla seconda guerramondiale, dalla Resistenza partigiana al-la rinascita postbellica. Si seguono letappe dello straordinario cambiamentosociale, economico e culturale di Povo-letto, iniziato con la costruzione dell’a-silo infantile, divenuto scuola media eora palazzo comunale. Si mettono in ri-salto l’eccezionale fioritura di attivitàindustriali, associative, musicali e la pre-vista realizzazione di un museo archeo-logico, con i reperti dei Savorgnan e laCollezione d’arte Degano. Vengono pu-re ricordate le varie attività, che hannoimpegnato l’autore in Friuli, a Roma enell’ambito internazionale.

Il volume è acquistabile oltre che nel-

le librerie del Friuli anche su internet epresso il Fogolâr di Roma.

PRESENTAZIONE DELVOLUME

“BORGO ANTICO”

Gli amici del “Club di Romazzano”,incantevole borgo medievale del comu-ne di Todi (PG), hanno organizzato unasimpatica serata per la presentazionedella raccolta di poesie “Borgo antico”del socio Ugo Cirio, che qui soggiornaassiduamente nel suo casale. Ha ospita-to l’incontro il prof. Umberto Morerapresso l’ex oratorio dell’antico conven-to diventato, ora, sua dimora.

Insieme a lui si sono alternati nellalettura delle poesie il prof. Valerio Ma-grelli, noto scrittore e poeta, recentevincitore del premio “E. Montale”, e ladr.ssa Elena Sansonetti. La serata harappresentato un momento di aggrega-zione tra gli abitanti del borgo e altriche lo hanno scelto come seconda resi-denza.

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segue da pag. 35

Da sinistra a destra: Ugo Cirio, Valerio Magrelli, Elena Sansonetti e Umberto Morera.

El miò FriûlTiàre sante, benedete,

tu âs fat nassi dal to sentante int fuarte, oneste e scleteche pal mont va a fà dal ben.

Ma co’ si ê lontans da tiaree lontans dal biel Friûl

oh, zemut che il cûr si siare,oh, zemut che il cûr al dûl.

Maria Gioitti Del Monaco - Giovanni Pian

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Cjâr Lelo, ti viôt ancjemò denant di memudât cun le ande reâlcun lis orelis pitininis i vôi clârs eatents su dut il mont artistic.

Par frontà le vite tu às sielt lapoesie cun grande sensibilitât epassion che ti an portât a rifletisu ogni cjastìc e moment di gjondede vite.

Ti ài conossût za agns fa sot sereall’ostarie Grappolo d’oro di Udìn,par vie dal nostri grant amìGianfranco Plenizio, musicist,pianist, concertist primepodopo compositôr e diretôr di orchestris.

In te occasion us cimiavi di quantin quant, denant a un tai di Sauvignon,inciantât e un pôc invidiôs pa’ lavuestre professionalitât.O vin cjacarât dal plui e mancul edal fâs e tâs, dai zovins,discontents come chei di vuêfintremai a l’ore di cene.

Si sin saludâts fûr da l’ostariesot une fumate penge che nusfaseve diventa fantasmas.

Tu, ti sôs involuzât in t’unemanteline nere cjaminantviers la biciclete, che quant le aiviodute, ti ai dite che tu vevisune bici todescje, parceche distrutture robuste, la sente cunlis sustis e che frenave cui pedai cuintri,tu mi as rispuindût cun ligrie ebuine grazie:“ Ma l’ai crompade a Tarcint sa tu !”.

Lelo, che Diu ti veidi in glorie,il vueit che tu lassis al è grantcome esempli nus reste l’ispirâte biel lavôr che tu as fat eindulà che cjatarin la glagnda la to ironie par frontà liscjossis ingropadis de vite.

Mandi Lelo

Caro Lelo, ti vedo ancora davanti a mevestito elegante e portamento regalecon le orecchie piccoline e gli occhi chiari eattenti su tutto il mondo artistico.

Per affrontare la vita hai scelto la poesia con grande sensibilità epassione che ti hanno portato a rifletteresu ogni castigo e momento di felicitàdella vita.

Ti ho conosciuto molti anni fa sotto seraall’osteria Grappolo d’oro di Udine,per mezzo del nostro grande amico Gianfranco Plenizio, musicista,pianista, concertista prima,e poi compositore e direttore di orchestre.

Nell’occasione vi strizzavo l’occhio di tanto in tanto, davanti a un bicchiere di Sauvignon,incantato e poi invidioso per la vostraprofessionalità.Abbiamo parlato del più e del meno edel fare e tacere, dei giovani,scontenti come quelli di oggifino all’ora di cena.

Ci siamo salutati fuori dall’osteriasotto una nebbia spessa che ci faceva diventare fantasmi.

Tu, ti sei avvolto in unamantellina nera camminandoverso la bicicletta, che quando l’hovista, ti ho detto che aveviuna bici tedesca, perché distruttura robusta, la sella conle molle e che frenava con i pedali contro,tu mi hai risposto con allegria e buona grazia:“Ma l’ho comprata a Tarcento sai !”.

Lelo, che Dio ti abbia in gloria,il vuoto che lasci è grandecome esempio ci resta l’ispiratoe bel lavoro che hai fatto edove troveremo il bandolodella tua ironia per affrontare lecose ingarbugliate della vita

Mandi Lelo

A Lelo Cjanton di Giuseppe Baruzzini (Bepo Lunghin)

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A VITTORIA DI QUAL, DA UN’AMICA

Vittoria Di Qual

Non potrò mai smettere di ringraziareDio per avermi dato nella vita un donograndissimo: l’amicizia di 50 anni di Vit-toria. Un’amicizia intessuta di ricchezzaspirituale e culturale, vissuta da entrambein maniera spensierata, sempre con l’ani-mo del fanciullo, pronte all’entusiasmo ea esaltare il bello del quotidiano. E’ statoanche un modo per superare le difficoltàe per alleviare i dolori che hanno costella-to la sua vita. Il brutto male che l’ha col-pita lo scorso febbraio sembrava che lodominasse totalmente. Ha continuato avivere come sempre e recarsi al lavoro fi-no a una settimana prima della sua dipar-tita. “Vedrai – mi ha detto qualche giornoprima – supereremo questa crisi e faremotutto quello che abbiamo tralasciato inquesti mesi, per colpa mia”. Sapevo chele cose non stavano come lei pensava. Untumore aggressivo all’ultimo stadio nonle lasciava molto tempo. E’ questa la fra-se dettami dai medici e che mi inondava ilcervello fino a procurarmi forti emicra-nie, ma lei non lo sapeva. Era talmente si-cura di batterlo che alla fine aveva con-vinto anche me. Ed ero convinta anchenell’ultimo periodo, quando dovevo aiu-tarla ad alzarsi perché le forze le veniva-no meno. “Abbracciami forte forte, così timetto in piedi”, le dicevo. E’ andata viasilenziosamente con il caldo asfissiante diuna mattina di agosto, in clinica. Non par-lava più, la paralisi alle corde vocali eratotale e la respirazione affannata, ma sen-za sofferenza. Comunicava con me consguardi e gesti: bere, alzarsi, ossigeno e,infine, il mio braccio sotto la sua testa,per tenerla sollevata. Non ha resistitomolto quel lunedì mattina del 24 agosto.Si è divincolata all’improvviso, ha giratoil capo, ha comunicato qualcosa a qualcu-

no che io non ho visto … e ha chiuso gliocchi.

Una vita piena quella di Vittoria. Timi-da nel chiedere e coraggiosa nelle azioni.Profondamente generosa e positiva, nonsi è mai tirata indietro nell’aiutare chiun-que le chiedesse qualcosa, anche a costodi grandi sacrifici. Amante della giusti-zia, non ha mai esitato a difendere i piùdeboli. Persino in chiesa. Una sera, du-rante la messa, entrò un gruppo di giova-ni, maschi e femmine, vestiti più o menotutti allo stesso modo – pantaloni attillatie giubbotto scuro – che dal fondo dellachiesa cominciarono a minacciare unapovera anziana, seduta ai primi banchi.Tutti si voltarono a guardare il gruppo,senza dire nulla. Lei si è alzata, ha parla-to con due ragazzi convincendoli a lascia-re in pace la povera donna. Il gruppo èuscito dalla chiesa con grande meravigliae sospiri di liberazione da parte di tutti.

Era fatta così. Nelle situazioni più dif-ficili e imbarazzanti per la maggior partedi noi, sia nella vita di tutti i giorni che sulposto di lavoro, lei riusciva a crearsi ilvarco per sbrogliare ogni tipo di matassa.

Ha avuto le più varie esperienze lavora-tive. Di origine friulana (il padre di Rigo-lato e la madre di Prato Carnico), era tri-lingue di nascita perché nata e vissuta aTangeri, Marocco, fino all’età di 15 anni.Tornata in Italia con i genitori anziani e ilpadre paralizzato, dopo la scuola, dava ri-petizioni a studenti per mandare avanti lafamiglia. E’ stato il suo primo impatto ne-gativo con la vita e soprattutto con il pae-se d’origine. Ha sempre lavorato dando ilmassimo di se stessa, perché per lei tuttodoveva essere, per quanto possibile, per-fetto. Ha trascorso alcuni anni alla reda-zione de L’Espresso e, contemporanea-mente, si occupava di traduzioni di libriper case editrici. Successivamente è pas-sata per un periodo alla Direzione genera-le dell’Inps, quindi a Ginevra come tra-duttrice italiana alla Conferenza sulla si-curezza e la cooperazione in Europa (og-gi diventata Osce). Rientrata a Roma, halavorato quattro anni alla Fao per poi tor-nare all’Inps, dove si è occupata di lavorigiornalistici e redazionali. Ogni tanto, la-sciava l’Inps per brevi periodi per andarea lavorare nelle principali capitali euro-pee, soprattutto in occasione di Vertici diCapi di stato e di governo. Le è capitatoanche di interpretare in diretta Tv il San-to Padre, Giovanni Paolo II, in occasionedi un suo viaggio in Messico.

Con il dr. Adriano Degano si conosceva-no sin dagli anni Settanta, quando il Presi-dente dirigeva l’Ufficio Rapporti con l’e-stero dell’Inps. E’ da allora che ha comin-ciato a collaborare con il Fogolâr e lo hafatto per tutti questi anni, proprio per lagrande stima che aveva del suo ex Capo.

Oggi, è difficile per me recarmi dovun-que andavamo sempre insieme. E ciò chemi addolora maggiormente è sentirmi di-re “è strano vedere te da sola senza Vitto-ria”, anche se sono convinta che, pur abi-tando nella nuova e fulgida Dimora, con-tinui a camminarmi accanto per aiutarmi,difendermi e proteggermi, come ha sem-pre fatto sin da ragazzine.

Il detto “chi trova un amico, trova un te-soro” è profondamente vero. Del tesoronon mi è rimasto nulla che possa ammira-re e stringere fra le mani, ma dentro di mec’è l’immenso suo valore che nessunopuò portarmi via.

Grazie Vicky. Maria

ALBA FANUTTI BERTOLI TOMADA

Tutte le amiche e le socie del Patronatodelle Forze Armate (Pasfa) della sezionedi Udine ricordano ancora il “piglio” bat-tagliero di Alba Fanutti Bertoli Toma-da, che fu socia del sodalizio fino a di-ventarne vicepresidente. Ogni qualvoltasi trattava di difendere i meno fortunatidella società, ecco che Alba intervenivaper l’amore che portava verso il prossimo.

Scomparsa oltre un mese fa, domenica18 ottobre scorso, Alba Fanutti Bertoli halasciato un vuoto non solo nel cuore dicoloro che l’avevano seguita nel mondodel volontariato e dell’assistenza a Udine,ma sopratutto nel cuore dei suoi tre figliAlessandro, Patrizio e Fabrizio To -mada; quest’ultimo oramai stabilito aRoma, componente del consiglio del Fo-golâr e guida della Contea del Ducato deiVini Friulani nella capitale. Dopo oltre ot-tant’anni di vita trascorsi tutti nella “pa-tria” la signora Alba era riuscita a trasfe-rire ai figli e ai nipoti l’amore per tuttoquello che “parlava friulano”, per quelletradizioni un po’ dimenticate e perdutenel corso degli anni. Amava le grandi riu-nioni di famiglia, le cerimonie spiritualiche voleva venissero frequentate da tutti icomponenti della famiglia e … guai amancare. Perseguì una condotta rigorosa

Rubrica a cura di Cecilia Sandicchi

R i c o r d i a m o l i

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e pretese che lo stesso atteggiamento ve-nisse adottato anche dai propri famigliari,dal prossimo a lei più vicino.

Un vivere nell’impegno che ha trasferi-to a coloro che trascorrevano le giornateintense con lei fin da giovane, un “esem-pio” che ha consentito ai tre figli di affer-marsi nella vita professionale,nella vitacivile, nella società. Un’esistenza che haguardato a quei valori di rispetto, di tolle-ranza, di amore che l’hanno “seguita” pertutti i lunghi anni della sua vita.

Ma è l’amore, quel sentimento univer-sale, al quale Alba Fanutti Bertoli tenevapiù di tutto e al quale faceva spesso riferi-mento e che le faceva ripetere una fraseche aveva ritrovata in alcuni scritti friula-ni, nella casa di campagna vicino a Udine… un dire che illustrava la sua terra la sua“piciule patrie”: “Quant co jevi la mati-ne e i ciali su pal mont e iù pal plan unevos mi dis sta content tu ses furlan.” Equesto amore profondo per il Friuli, que-sto sentimento universale per la sua terranon l’ha mai abbandonata.

ELCI ASQUINI

E’ deceduto a Roma il 28 febbraio 2009il sig. Elci Asquini, nato a Basagliapenta(Basiliano – UD) il 18 agosto 1921. Ave-va sposato nel 1949 la sig. Odilla Bobbo,che gli fu sempre accanto, affettuosa e fe-dele consorte, dalla quale ebbe i figliCarlo, morto a soli 6 anni, Giorgio, oraprofessore all’Università La Sapienza,Roberto, oggi Ingegnere elettronico e Ri-ta anch’ella ingegnere elettronico. Fu unuomo molto amato dai suoi nipoti Elena,Valeria, Luigi, Amedeo, Giovanni e Ca-terina, che ora lo piangono con i loro ge-nitori. Al loro dolore partecipano il presi-dente del Fogolâr Furlan, dr. Degano, e isoci.

ODILLA BOBBO ASQUINI

Il 10 ottobre 2009, a pochi mesi dallascomparsa dell’amato marito Elci, cuiaveva dedicato con grande amore tutta lasua vita, lo ha raggiunto Odilla BobboAsquini, realizzando il suo desiderio di“sopravvivere a lui solo di un attimo”.Era nata a Basagliapenta (Basiliano) il 17dicembre 1925.

Amatissima anch’ella dai suoi nipoti,che guardano ai nonni scomparsi come unfaro che illumina la loro vita, la piangonoinconsolabili con i loro genitori, ai qualiElci e Odilla si sono dedicati con infinitoamore fino all’ultimo respiro. Al loro im-menso dolore si uniscono i soci del Fo-golâr Furlan di Roma, con il presidentedr. Degano.

AMALIA ELSA TOMATved. TONUTTI

Amalia Elsa Tomat

Nel novembre u.s. è morta a Remanzac-co all’età di 90 anni, la sig.ra Amalia ElsaTomat che aveva sposato il comm. GinoTonutti, noto industriale, deceduto nel2003. Lascia il figlio Carlo con la moglieEmanuela, i nipoti Fulvio e Gianmaria,Maria e Madonna. Il Fogolâr furlan diRoma partecipa al dolore della famiglia perla perdita della loro cara.

NOVELLA CANTARUTTIpoetessa

Novella Cantarutti

Il 20 settembre 2009, all’età di 89 anni,si è spenta Novella Cantarutti, nota poe-tessa che ha immortalato nei suoi bellissi-mi versi i luoghi del Friuli da lei tantoamato. Fu un’ottima e amata insegnantedi tanti ragazzi nelle scuole medie e su-periori. Compose poesie di eccezionalebellezza nel linguaggio spilimberghesedi Navaròns, entrando così a far partedel gruppo della nuova poesia friulana,“Risultive”, fondato da don GiuseppeMarchetti assieme a Lelo Cjanton, Di-no Virgilio e Otmar Muzzolini. Colla-borava anche con i Quaderni della FACE(Famiglia Artistici Cattolici Ellero) diUdine, diretti nella seconda metà deglianni ’50 proprio dal presidente del Fo-golâr di Roma, Adriano Degano, nonchécon le riviste della Società FilologicaFriulana e di altre istituzioni culturali.Nel Duomo di Spilimbergo, gremito digente, si sono svolti i funerali, cui han-no partecipato anche il vicepresidentedel Consiglio regionale, il presidentedella Provincia di Udine, il sindaco diSpilimbergo, e altre personalità anchedel mondo della cultura e del teatro. Do-po la cerimonia funebre, una folla com-mossa, sul piazzale antistante al Duomo,ha ascoltato le parole di saluto espresseda più personalità rivolte alla poetessa in-

segnante, che lascia nei suoi conterraneigrande ricordo e rimpianto colmo di amo-re e gratitudine.

TERESINA SAVONITTIved. MITTONI

Teresina Savonitti

Ai primi di ottobre 2009, alla venerandaetà di 96 anni, è deceduta la sig.ra TeresinaSavonitti ved. Mittoni. Fu mamma e non-na amatissima. La piangono con immensodolore i figli Lino, Carlo e Giorgio, lenuore e i nipoti tutti. Si uniscono al lorocordoglio il presidente del Fogolâr Furlan,dr. Degano, unitamente ai soci.

GIORGIO FERRI

Giorgio Ferri

E’ deceduto il 7 maggio 2009 il rag.Giorgio Ferri nato a Roma il 7 novembre1940. Era figlio di Angela Ferri, friulanadi origine. Come funzionario aveva con-quistato sempre simpatia e grande stimaper la sua preparazione professionalepresso la S.p.A. Ferroni.

Lascia in un grande dolore la mogliePiera Leoni e la figlia Simona, laureatain economia.

CHRISTABEL MARYLEWIS GIROLAMI

Il 19 ottobre 2009 è deceduta a Londralady Christabel Mary Lewis Girolami,consorte di sir Paul Girolami, presidenteonorario e socio benemerito del FogolârFurlan di Roma, alla cui attività è semprepartecipe. Sebbene Ella fosse inglese, hasempre amato la terra di origine del mari-

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to e si recava spesso a Fanna (PN), paesenatio di lui, dove ora Ella riposa nel cimi-tero locale per suo espresso desiderio. Ilpresidente del Fogolâr di Roma, parteci-pando alla solenne messa funebre di ladyGirolami, svoltasi nella chiesa parrocchia-le di Fanna, ha espresso il sincero cordo-glio proprio e dei soci tutti a sir Paul, aidue figli, alla figlia e ai sette nipotini

PER LADY CHRIS GIROLAMI

Ciò che ho sempre colto in LadyChris, in Lady Christabel Girolami, èstata la sua espressione, mite e atten-ta, illuminata da quel sorriso forseappena accennato, ma costante.

Ponderatamente partecipe nellaconversazione, scaturiva da essa lagrazia d’una squisita sensibilità e, altempo stesso, la sua profondità dipensiero.

Tutto questo converge in quellapreziosità d’animo che Lady Christa-bel ha donato nell’amata famiglia,non mancando di espandersi pure neirapporti sociali, particolarmenteumani.

Ebbene, tutto questo non si spegnecon lo spirare della vita, ma continuaa palpitare negli affetti accesi dallasua bontà.

E come il sole - che non muore nel-la notte – continuerà a illuminare lasua famiglia, l’amatissimo sposo, tut-ti i suoi cari e coloro che hanno po-tuto coglierne e apprezzare le precla-re doti di profonda umanità.

Alberto Picotti

BRUNO SEBASTIANUTTO(in arte SEBASTIAN)

Bruno Sebastian

Il 24 settembre 2009, a 73 anni, è ina-spettatamente deceduto, colpito da un im-provviso malore, il grande, popolarissimo

tenore Bruno Sebastian, nato a Povoletto.La sua vita è trascorsa tra l’amore per lamusica, la famiglia, la sua terra natia. Ilsuo carattere semplice, malgrado una bril-lante carriera da tenore, affettuoso, dai no-bili sentimenti, lo rendono indimenticabilea quanti lo conobbero. Lo piangono incon-solabili la moglie Zienika, i figli Bruno,Christian, ottimi musicisti e i fratelli Ali-do, Renzo e Romano con i loro famiglia-ri. Al termine delle esequie celebrate nelDuomo di Udine, il cugino Adriano De-gano, presidente del Fogolâr Furlan di Ro-ma, con commosse parole di saluto, col“Mandi” friulano, ha ricordato i tanti suc-cessi conseguiti dal cantante nei più presti-giosi teatri del mondo, da Roma a Londra,New York, Mosca, Tokyo ecc. interpretan-do ruoli particolari, specie in Otello e Ai-da.

GIUSTINA TESSITORI ved. SCOVRACRICCHI

Giustina Tessitori Scovacricchi

Nel luglio 2009, a 85 anni, è deceduta ladr.ssa Giustina Tessitori, figlia del sen.Tiziano e vedova di Martino Scovacric-chi, che fu parlamentare social democrati-co e Sottosegretario alla Difesa. Ebbe trefigli: Roberto, Tiziano e Maria Giustina,morta anni fa. La signora Giustina era lau-reata in Farmacia; colta e intelligente, so-stenne sempre il marito nelle sue lotte poli-tiche, ma non trascurò mai la famiglia. Ilpresidente del Fogolâr Furlan di Roma, dr.Degano, e i soci tutti si uniscono al doloredei famigliari per la perdita subita.

ALFREDO MARIOTTI

Il ”basso” Alfredo Mariotto

Il 23 agosto 2009, alle età di 76 anni, èdeceduto il cantante Alfredo Mariotti,

nato a Romans di Varmo, una delle piùbelle e conosciute voci del nostro tempo.Con la sua splendida voce di basso ha in-terpretato ruoli famosi delle più noteopere, con i più grandi cantanti e diretto-ri d’orchestra (era il preferito del sommodirettore Herbert Von Karajan e daCarlos Kleiber).

Con i nipoti Roberto, Franco e la co-gnata Antonietta lo piange l’intero Friu-li, orgoglioso di questo suo figlio. I socidel Fogolâr Furlan di Roma con il presi-dente Degano si uniscono al loro cordo-glio.

AMEDEO FRANCISCI e ADA SILVIA FALCINELLI

Amedeo Francisci

Ada Silvia Falcinelli

A cura della sig.ra Silvia Francisci,mercoledì 4 novembre nella chiesa degliArtisti in Roma, è stata celebrata unaSanta Messa in suffragio del padre Ame-deo Francisci e della madre Ada SilviaFalcinelli.

Il geometra Amedeo Francisci, decedu-to il 4 novembre 1993, svolgeva attività aRoma come progettista e costruttore, ope-rando con l’importante gruppo imprendi-toriale Piperno. Hanno lasciato i figli ar-chitetti Silvia e Marco, il quale è uno stu-dioso e scrittore di pubblicazioni del set-tore dell’edilizia.

PIERO CHIRRA

Il giorno 23 febbraio 2009 è deceduto ilrag. Piero Chirra, nato a Roma il 7 set-tembre 1959. Era figlio del dr. Goffredoe della sig.ra Anna Maria Di Lenarda.

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Collaborava col padre alla conduzionedella nota enoteca “Degli Artisti”, in viaTorino a Roma. Con i genitori lo piango-no la moglie Silvana Lanzieri, i figliAlessandro, Stefano, Serena e i fratelliSantino, Grazia, Claudia. Al loro dolorepartecipano il Presidente del Fogolâr diRoma, dr. Degano, e i soci tutti.

Piero Chirra

RICORDO DI ROBERTO ZORZETTIG

Il 2 agosto 2009, nella chiesa di Sant’I-sidoro a Spessa di Cividale, è stato inau-gurato lo splendido mosaico raffiguran-te il “Battesimo di Cristo”, opera diGianpaolo Bisaro, donato dai coniugicav. Giuseppe e Antonietta Zorzettig,in ricordo del compianto figlio Rober-to. Deceduto il 28 febbraio 2006, nelpieno vigore della sua attività produttivanell’azienda del padre, Roberto lasciònel dolore la consorte Valentina Mo-reale e le tenere figliolette Angelica eAdelaide.

La signora Antonietta Zorzettig con la piccola Ginevra Bergamasco battezzata nel giornodell’inaugurazione.

Atôr di un Fogolâr, di un “Fogolâr Furlan”e erin tanç Amîs, si devin duç le man.Cjantavin une Vilote, no ere mai le stesse,cjantavin duç insieme, “Friûl Tiere Promesse”.

Sin puars Emigrans, no vin tanç carantans,ma no e vivin contents, parceche e sin Furlans.

Finît di lavorà, sin duç in compagnie,atôr di un Fogolâr, cjantant in alegrie.Cui bêf un gott di Vin, cui fâs une balade,purtrop jé tarde sere, passade jé le zornade.

Sin puars Emigrants, no vin tanç carantans,ma no e vivin contents, parceche e sin Furlans.

Restin simpri unîs, simpri in Armoniese pur s’ingrope el Cûr di tante Nostalgie.Sperant tal avigni’, tornà te nestre tiere,tal “Fogolâr Furlan” sarà simpri Primevere.

Sin puars Emigrants, no vin tanç carantans,ma no e vivin contents, parceche e sin Furlans.

Franco Crapiz

Fogolâr Furlan

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IndiceCarletti Ercole27 di otubar 1917, pag. 2

Degano AdrianoDino, mi sovèn, pag. 2

Cargnelutti CarmenRaduno d’agosto dei “Friulani nel Mondo”, pag. 3

Cirio UgoPoesie – Auguri di Natale, pag. 4

La Vita del PopoloMons. Andrea Bruno Mazzocato nuovo Arcivescovo di Udine, pag. 5

Nuccia Rulli LannaioliPoesie – Noi che scriviamo, pag. 6

Bertossi SilvanoIl Potere e la Grazia - I Santi Patroni d’Europa, pag. 7

Ufficio stampa Gruppo Polo – Le Ville PlusConsegnato all’Università dell’Aquila il padiglione eco-sostenibilecostruito e donato dall’Azienda friulana Gruppo Polo - Le Ville Plus, pag. 9

Berto AdrianaLa consapevolezza della solidarietà, pag. 10

Fabretto RinoSanta Messa per i nostri defunti a Sant’Eligio de’ Ferrari, pag. 11

Cjanton Lelo Poesie – La casa del bosco, pag. 11

Fabretto RinoPresentazione dell’Agenda friulana 2010 e Mostra fotografica di Paola Blasutto, pag. 12

Cargnelutti ArioLa latteria, pag. 13

Degano Adriano La biblioteca UNAR, pag. 14

Ronco TizianoDon Bepi De Cillia: Una Scelta di Vita in prima Persona, pag. 15

Mastracchio Pasquale AntonioTerra Santa, senza pace, pag. 16

Gjso FiorPoesie – Il vero amore, pag. 16

Allocca Anna Maria, Pascoletti Paola Attività Culturali – Gita ad Anzio, pag. 17

Padovan VeraLa valigia di Teresa, pag. 18

Cargnelutti CarmenAttività Culturali – Visita a Trastevere, pag. 19

Pezza Gian LuigiAttività Culturali – Il cammino della musica, pag. 20

Gagliardi RodolfoAttività Culturali – Zuin Andrea, pag. 21

Francesca de’ Manzoni BoschiniPoesie – Gomitolo di Vita, pag. 21

Aita PaolaLe attività del Gruppo Giovani, pag. 22

Baruzzini BepoUdinese club di Roma e dell’Agro Pontino, pag. 23

Francesca de’ Manzoni BoschiniPoesie – Friuli, pag. 23

Tomada FabrizioContea Romana del Ducato dei Vini friulani, Il discorso di Fabrizio I, pag. 24

RedazioneCentro Culturale Luigi Candoni, pag. 25

(d.a.) Messaggero Veneto 9/08/2009Melchior Giovanni“Merit Furlan”, Grande festa in castello (Rive d’Arcano) coi Premiati, pag. 25

Zannier DomenicoMotivazione del Premio“Merit Furlan”, pag. 25

RedazioneInaugurata la Biblioteca de “La Polse”, pag. 25

(d.a.) Messaggero Veneto 29/09/2009Schinko RenatoMoret d’Aur 2009, pag. 26

RedazioneSaluto a mons. Pietro Brollo pag. 26

Festeggiata a Roma la Fondazione Lucchetta, pag. 26Rapporto “Italiani nel Mondo”, pag. 26

Sandicchi CeciliaBuinis - Gli “89” di Degano, pag. 27

Redazione Buinis – Nozze di un giovane magistrato friulano, pag. 27Buinis – Fiori d’arancio per Gianluca Degano, pag. 27Buinis – Nozze di Diamante per Giovanni Sotgiu, pag. 28Buinis – Brafs frus, pag. 28Buinis – L’angolo dai ninins, pag. 28Auguri Ottantenne!, pag. 28Auguri senatore Toros, pag. 29Amici, pag. 29

Angeli Siro Poesie – Nina-nana per Daria, pag. 29

Dorigo LucinaPoesie – Vita, pag. 29

Redazione Mostre e Spettacoli - Mostra “Omaggio al Friuli - Lea D’Orlandi Artista ed Etnografa”, pag. 30Mostre e Spettacoli – Il sole tramonta a Mezzanotte, pag. 30Mostre e Spettacoli - Piergiorgio Colautti Pittore, pag. 31Mostre e Spettacoli – Mostra Ator Di Nô – Attorno a Noi, pag. 31L’opera di Pittin sul web, pag. 32

Degano AdrianoRecensioni – Luci della Speranza, (Mons. Canciani Vittorino), pag. 32Recensioni – Luigi Martinis - Antologia di composizioni, 2004, pag. 32

Fabretto RinoRecensioni – Celso Costantini Artista, pag. 33Recensioni – Mario Sist, un uomo nella storia, pag. 33

Cargnelutti CarmenRecensioni – La penna d’oro (Sgorlon Carlo), pag. 34

Degano Adriano (A.D)Recensioni – La penna d’oro (Sgorlon Carlo), pag. 34

Cargnelutti CarmenRecensioni – La casa dei sette gatti (Sgorlon Carlo), pag. 35

Fabretto RinoRecensioni – Le immagini ritrovate (Damiani Licio), pag. 35

(d.a.) Messaggero Veneto 9/04/2009Recensioni – Povoletto, (Bergamini Giuseppe, Martinis Mario, Merluzzi Luigino, Ellero Elpidio, Vicario Federico, Costantini Elena), pag. 35

La Nuova Base EditriceRecensioni – Sergio Maldini – Il sogno di una casa, pag. 35

RedazioneRecensioni – Paulêt mi sovèn (A.D.), pag. 36Recensioni – Presentazione del volume Borgo Antico, pag. 36

Maria Gioitti Del Monaco - Giovanni PianPoesie – El miò Friûl, pag. 36

Baruzzini Bepo Poesie – A Lelo Cjanton, pag. 37

RicordiamoliLa Torre MariaA Vittoria Di Qual da un’amica, pag. 38

RedazioneAlba Fanutti Bertoli Tomada, pag. 38

Sandicchi Cecilia Elci Asquini, pag. 39Odilla Bobbo Asquini, pag. 39Amalia Elsa Tomat ved. Tonutti, pag. 39Novella Cantarutti, pag. 39Teresina Savonitti ved. Mittoni, pag. 39Giorgio Ferri, pag. 39Christabel Mary Lewis Girolami, pag. 39

Picotti AlbertoPer Lady Girolami, pag. 40

Sandicchi CeciliaBruno Sebastianutto (in arte Sebastian), pag. 40Giustina Tessitori ved. Scovracricchi, pag. 40Alfredo Mariotti, pag. 40Amedeo Francisci e Ada Silvia Falcinelli, pag. 40Piero Chirra, pag. 40Ricordo di Roberto Zorzettig, pag. 41

Franco CrapizPoesie – Fogolâr Furlan, pag. 41

Calligar Italo Poesie – Ombre, pag. 43

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ASSOCIAZIONE TRA I FRIULANI

RESIDENTI A ROMA E NEL LAZIO

FRIULI NEL MONDO

ROMA

Via Aldrovandi, 16 - 00197 - RomaTel. 06/3226613 - Fax 06/3610979

E-mail: [email protected]

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente onorario: dott. Sir Paul Girolami.

Presidente: dott. Adriano Degano

V. Presidente vicario: dott. Adalberto Leschiutta

V. Presidente: dott. Gian Luigi Pezza

V. Presidente: ing. Francesco Pittoni

Consiglieri: dott.ssa Paola Aita, rag. Giuseppe Ba-ruzzini, dr. Fabio Berto, dr. Ugo Cirio, dr. Carlo Do-nai, prof. Rino Fabretto, avv. Enrico Mittoni, dr.ssaTeresa Mizzau, dr.ssa Silvana Nouglian, dott.ssa Ma-riarosa Santiloni, Annamaria Santini Allocca, arch.Alessandro Scaletti, dr. Fabrizio Tomada, comm. Da-nilo Tonon.Segretaria: Nives Corazza.

* * *

Collegio Revisori dei Conti: rag. Giuliano Pan-zardi, Presidente; Carmen Cargnelutti; dr. Gian-carlo Pesamosca, Tesoriere; avv. Gianluca Ruotolo;Giampiero Trovalusci.

* * *

Collegio dei Probiviri: conte Corrado MasettiZannini De Concina, Presidente; Paola BiffignandiPascoletti; arch. Angelo Corazza; comm. RomeoFattori; arch. Rodolfo Grasso; Guido La Greca.

* * *

Soci collaboratori: dott.ssa Paola Aita, Paola Bar-beri, Ado Beltramini, dr. Giuseppe Conte, GiannaFlury, Paolo Giacomello, Gabriella Manuti, PieraMartinello, Gabriella Munisso, Enore Nucilli, ar-ch. Vito Paterno, Luisa Polano Di Trapani, VeraPadovan, Marella e Cecilia Sandicchi, Gloria Trai-na Giacomello, dott.ssa Rita Volpato, Angela Con-verso, Annamaria Agostini.

Elaborazione testi a computer: arch. Vito Pater-no, Saba Semeré.

Comitato Soci OnorariOn. Willer Bordon, on. Pier Giorgio Bressani, gen. C.d.A. Umberto Capuzzo, mons. Duilio Corgnali, gen. C.d.A. Al -berto Danese, on. Mario Fioret, comm. Augusto Giordano, sir Paul Girolami, gen. C.d.A. Roberto Jucci, dott.ssa AnnaMarcon, ten. gen. Gianfranco Ottogalli, baronessa Tullia Picella, dott. Amedeo Piva, gen. C.d.A. Mario Rossi, on.

Giorgio Santuz, Alberto Picotti vicepresidente della Fon -dazione “Cjase dai Furlàns”, sen. Mario Toros, on. TizianoTreu, sen. Giuseppe Zamberletti, dott. Armando Zimolo; Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Presidenti delleProvince di Udine, Gorizia e Pordenone.

Ringraziamo la:

per il generoso sostegno

dato alle attività

editoriali e culturali del Fogolâr

Il Fogolâr ringrazia tutti i collaboratori che hanno dimostrato grande disponibilità,offrendo generosamente e gratuitamente la loro opera. Un particolare ringrazia-mento viene rivolto alla sig.ra Gloria Traina Giacomello che – sempre gratuita-mente – cura i rapporti con le tipografie friulane e la rielaborazione dei testi.

AVVERTENZA

La cronaca delle manifestazioni svolte nel corso del mese di dicembre 2009 – peresigenze tipografiche di consegna dei testi – verrà pubblicata sul prossimo nu-mero della rivista 2010.

OMBRE di Italo Calligar

Ombre, che nelle nebbie dei ricordidi tempi tristi e lieti ritornate

coi cari volti; ombre di sogni vaniin vana vita; fantasmi del mio cuore,al mio cammino, verdi età ricordate,

verde valle, in cui più non germoglia che il dolore.Ombre, la valle è triste,e l’orizzonte è perduto;

grigio il muro che mi lega la vistae freddo il giorno: ormai è sera.Ombre, gelide gemme del dolore

di una pianta recisa a primavera.

Gemona del Friuli, 6 maggio 1976

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S TA M P E

Sig.

La nuova Biblioteca della Casa delle Associazioni Regionali.

`Associazione fra i friulani residenti a Roma - Friuli nel mondoaderente all’UNAR Unione delle Associazioni Regionali di Roma

Via Aldrovandi, 16 - 00197 - Roma - Tel. 06/3226613 - Fax 06/3610979

Sito internet: http://www.fogroma.it - E-mail: [email protected]

Poste italiane - Sped. in a.p. D.L. 353/2003, (conv. in L. 27.2.2004, n. 46)art. 1, comma 2 - DCB Udine

In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio di Udine Ferrovia

per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la tariffa in vigore.

di Roma