ANNO XIV- N. 6. Esce una volta al mese. GIUGNO 1890...

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ANNO XIV - N .6. Esceunavoltaalmese . GIUGNO 1890 DIREZIONE nell'OratorioSalesiano - -ViaCottolengo,N .32, TORINO Sommario . - Il mese di giugnoeladivozionealSacro CuorediGesù. -D .RuainIspagna .-- Notiziedeinostri Missionari : Dalla Patagonia .- Comesiadempieilprecetto pasqualenegliOratorifestivi . --- S .Giovanni antePortam latinam.-I SalesianiaParma . -- Un'utilepasseggiata . - Bibliografia. - Cooperatoridefunti . ILMESEDIGIUGNO eladivozionealSacroCuorediGesù . AbbiamororasalutatoMaria ;lavaga Stelladell'Ausiliatriceciscorse,cicon- solònelmeseaLeidedicato .Salutiamo oraconpariaffetto,configlialeriverenza ilmesesacroalCuoredelsuoDivinFi- glio : AdIesumperMariam, . Eneabbiamo benragione,chèitempisifannoogni dipiùgraviedangosciosi .Lecampagne desolate,ilcommercioarenato,disastri finanziariichegettanoognigiornonella piùsquallidamiseriafamigliepocoprima opulenteodalmenoagiate,nuovema- lattiechesorgonoesipropaganosotto variemisterioseforme ;quantecalamità edafflizioni ! Almenovisiriconoscesse lamanodiDio !Percussitecastigatione crudeliproptermultitudineminiquitatistueae, ci ripeteognigiornoilSignore (1); ti 1)IEREM .xxx,14 . hoflagellatod'orrendepiagheincausa delletuemolteiniquità .Mapurtroppo nonècosìdimolti ; percossidatante sciagurepersistononellamalaviaosti- nandosianonriconoscerequellaProv- videnzachelichiamaaravvedersi, quandopurnonlesivolgonocontrocon labestemmia .Equistailmaggiormale, lapiagapiùgravedelnostrosecolo,cioè lalanguidezzadellafedeseguitaneces- sariamentedalraffreddamentodellaca- rità,chèquesta,lacaritàvera,nonè possibilesenzadiquella . Orchefareinmezzoatantedisgrazie temporaliespirituali`?Smarrirci,abban- donarcialloscoraggiamentoealladispe- razionelNomai,ocariCooperatorie Cooperatrici ; sarebbequestounnegare colfattolaProvvidenzadivina,checiè pursempremadreamorosa,affanniocon- soli,prostriorialzi,percuotaorisani .E unaprovadiquestovero,incessantee sapienteamorenoil'abbiamonelladivo- zionealS .CuorediGesù,sìinquesta divozione ,acuipareaffidatoa'giorni nostriilcómpitoparticolarediricondurre itraviatiaDio,diriconciliarelasocietà conGesùCristo , einquestodoveroso ritorno,inquestacelestialearmonia della creaturacolsuoCreatorerigenerarl'u- m anità,lavarladallesuesozzure,perri- 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

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ANNO XIV - N. 6.

Esce una volta al mese .

GIUGNO 1890

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - -Via Cottolengo, N . 32, TORINO

Sommario . - Il mese di giugno e la divozione al SacroCuore di Gesù. - D. Rua in Ispagna . -- Notizie dei nostriMissionari : Dalla Patagonia . - Come si adempie il precettopasquale negli Oratori festivi . --- S . Giovanni ante Portamlatinam. - I Salesiani a Parma . - - Un'utile passeggiata . -Bibliografia. - Cooperatori defunti .

IL MESE DI GIUGNO

e la divozione al Sacro Cuore di Gesù .

Abbiam or ora salutato Maria ; la vagaStella dell'Ausiliatrice ci scorse, ci con-solò nel mese a Lei dedicato . Salutiamoora con pari affetto, con figliale riverenzail mese sacro al Cuore del suo Divin Fi-glio : Ad Iesum per Mariam, . E ne abbiamoben ragione, chè i tempi si fanno ognidi più gravi ed angosciosi. Le campagnedesolate, il commercio arenato, disastrifinanziarii che gettano ogni giorno nellapiù squallida miseria famiglie poco primaopulente od almeno agiate, nuove ma-lattie che sorgono e si propagano sottovarie misteriose forme ; quante calamitàed afflizioni ! Almeno vi si riconoscesse

la mano di Dio!Percussitecastigationecrudeli propter multitudinem iniquitatis tueae,

ci ripete ogni giorno il Signore (1); ti

1) IEREM. xxx, 14 .

ho flagellato d'orrende piaghe in causadelle tue molte iniquità. Ma pur tropponon è così di molti ; percossi da tantesciagure persistono nella mala via osti-nandosi a non riconoscere quella Prov-videnza che li chiama a ravvedersi,quando pur non le si volgono contro conla bestemmia. E qui sta il maggior male,la piaga più grave del nostro secolo, cioèla languidezza della fede seguita neces-sariamente dal raffreddamento della ca-rità, chè questa, la carità vera, non èpossibile senza di quella .

Or che fare in mezzo a tante disgrazietemporali e spirituali`? Smarrirci, abban-donarci allo scoraggiamento e alla dispe-razione l No mai, o cari Cooperatori eCooperatrici ; sarebbe questo un negarecol fatto la Provvidenza divina, che ci èpur sempre madre amorosa, affanni o con-soli, prostri o rialzi, percuota o risani . Euna prova di questo vero, incessante esapiente amore noi l'abbiamo nella divo-zione al S. Cuore di Gesù, sì in questadivozione , a cui pare affidato a' giorni

nostri il cómpito particolare di ricondurrei traviati a Dio, di riconciliare la societàcon Gesù Cristo , e in questo doverosoritorno, in questa celestiale armonia dellacreatura col suo Creatore rigenerar l'u-m anità, lavarla dalle sue sozzure, per ri-

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vestirla di novella vita e avvivarla di unanovella forza soprannaturale.

Come aurora di luce bianca purissima,che cresce di mano in mano e vestenuovi e sempre più vivaci e più dolcicolori, tale ci comparisce questa caris-sima divozione, la quale, sorta da umiliprincipii, pigliò a poco a poco, pur fra lecontraddizioni e le lotte d'ogni fatta,largo e potente sviluppo, così da abbrac-ciar a' giorni nostri tutto quanto il mondocol suo soavissimo impero . Novelle Con-gregazioni regolari e secolari s'intitolanodal nome del Sacro Cuore di Gesù, Ac-cademie e scuole vi consacrano le pro-duzioni della mente e del cuore, generosimissionari si avvivano al suo fuoco eportano, di questo accesi, in lontane re-gioni la luce della fede e della civiltà,mentre le scienze, le lettere e le arti rico-verandosi, tra il pervertimento dei molti,sotto le sante insegne del Cuor di Gesù,si rinnovellano, si rianimano al calore ,alla vita del Cristianesimo . Testimonio, aparlar di una sola, la recentissima operade' pittori del S . Cuor di Gesù, sorta aRennes per lo zelo del Card . Langenieuxe benedetta dal Santo Padre con letteradell'Em.m° Rampolla dell'aprile u . s., operasanta e salutare quant'altra mai , comequella che si propone di purgar l'artedalle aberrazioni e dalle sozzure, e rifarlae mantenerla francamente ed essenzial-mente cristiana. Il naturalismo, questogran peccatore del secolo xix, ha orri-bilmente guasti gl'ingegni col separarlida Gesù Cristo ; la divozione al Cuor diGesù li risana, li riabbella col ricon-durveli .

E di quest'opera di salvezza intellet-tuale e morale noi siamo particolarmentedebitori a Leone XIII, a questo grandePontefice, nel quale non sai se sia mag-giore l'altezza dell'ingegno, o la sapienteprudenza nel governo della Chiesa, o lozelo vivo ed illuminato nel riaccenderelo spirito di pietà . Certo è che Leone XIII,in quella che caldeggia le scienze, le let-tere e le arti; mentre fa sentire ed estendelargamente tra governanti e governatil'influenza ed i benefizi della Chiesa cat-tolica, mostra poi per tutto quello che siattiene alla divozione del S . Cuore diGesù una così affettuosa ed incessantesollecitudine, quale non si saprebbe ima-ginare maggiore. Ci restringiamo, a con-ferma di ciò, ad un fatto solo e recen-tissimo .

Mons. Perraud, Vescovo di Autun, gliscriveva il 3 febbraio u . s., ricordandocome tra breve ricorresse il secondo cen-tenario dì quell'apostola del S. Cuor diGesù, che fu la, Beata Margherita Ala-coque, morta a Paray il 17 ottobre 1890,ed invocava dal Vicario di Gesù Cristoi tesori spirituali della Chiesa . Ed il piis-simo Pontefice rispondeva tosto conce-dendo con Breve del 17 marzo, oltre anuove indulgenze, un giubileo solennespeciale per la città di Paray nella dio-cesi d'Autun .

Benemeriti Cooperatori e Coopera-trici, impariamo dal Papa ad apprezzarvie maggiormente la divozione al Sa-cro Cuor di Gesù, a farla anima dellanostra anima, vita della nostra vita, apropagarla, a diffonderla largamente . Epoichè il mese di giugno ci si porge par-ticolarmente propizio, pratichiamola orasaprattutto con particolar ardore . Il no-stro Don Bosco di sempre cara memoriaera solito a proporre, come mezzi effica-cissimi a questo intento, la preghiera ela limosina, che è quanto dire la caritàspirituale e temporale. Ebbene, questi duemezzi pratichiamoli anche in quest'anno .La Pia Opera per l'erezione dell'Ospiziodel S. Cuore, sospiro di D . Bosco e de-siderio vivissimo del suo successore, Operabenedetta dal S. Padre e raccomandataalla carità de' nostri Cooperatori e Coo-peratrici, ce ne presenta favorevole oc-casione . Coraggio adunque ; il Cuor diGesù non mancherà in compenso di span-dere sopra di voi, o benemeriti Coopera-tori e benemerite Cooperatrici, e soprale vostre famiglie le più elette benedi-zioni spirituali e temporali .

DON RUA IN ISPAGNA.A Sarrià - Barcellona .

Don Rua dalla Francia ha voluto passarea visitare anche i nostri fratelli ed i nostriCooperatori di Spagna . ,L'opera nostra in questa nazione, e spe-

cial mente in Barcellona, va prendendo vasteproporzioni . Il nostro Rettor Maggiore, neipochi giorni che si è fermato nella capitaledella Catalogna, ha potuto di presenza ve-dere la carità, o meglio l'entusiasmo, concui tanti insigni benefattori ci aiutano amandar ad effetto il pensiero di Don Bosco,il quale aveva indicato che la Casa di Sarrià,distante tre miglia da Barcellona, doveva

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arrivare a contener cinquecento giovani, eche di là avrebbero in seguito a partiremolti Salesiani per tutta la Spagna e perle Missioni ancora. Mentre pochi anni addietronon poteva contener più di cento giovani,ora è già ridotta ed ingrandita tanto da po-terne contenere trecento .

L'amatissimo nostro Superiore arrivava inBarcellona la mattina degli 11 di marzo, ac-compagnato da D. Barberis, direttore delCollegio per le Missioni in Valsalice . Alcunidistinti signori di quell'industriosa città vol-lero precederlo nell'arrivo, altri numerosiaccorsero alla stazione per salutarlo .

Ritirossi a celebrar Messa nell' Oratorioprivato di quell'insigne nostra benefattrice,la signora Dorotea Chopitea de Serra, pressola quale fermossi a pranzo in compagnia diDon Filippo Rinaldi, attuale direttore dellaCasa di Sarrià, e di altri illustri signori .Alle 4 della sera entrava solennemente

nella Casa di Sarrià, dove era aspettato an-siosamente dai giovani e dai confratelli ; sicantò un bellissimo inno con parole italiane,accompagnato dalla banda musicale dellaCasa .

In un attimo tutti attorniarono l'amatoPadre, baciandogli rispettosamente la manoe ringraziandolo della visita ; Don Rua ri-spondeva agli augurii con dolci parole d'in-coraggiamento in quell'idioma .

La campana intanto chiamava tutti ai piedidell'altare per ringraziare con un solenne TeDeum il Signore del felice viaggio concessoa tanto ospite .

Dopo cena Don Rua volle godere del gra-zioso spettacolo della illuminazione, e invitòi giovani ad intonare una lode a S . Giu-seppe, avanti la statua del medesimo Santo,posta in una graziosa nicchia nel mezzo dellafacciata del Collegio .

I giorni susseguenti furono impiegati daDon Rua nel visitare il Collegio, parlare aiconfratelli e nel ricevere e fare visite ai si-gnori Cooperatori ; tutti furono entusiasmati especialmente il distintissimo signore D . LuisMarti y Codolar, il quale, per dare prova delsuo amore pei Salesiani, invitò tutto il Collegioa fare una passeggiata fino alla sua villa, si-tuata a tre chilometri da Sarrià ; dove non solosi potè ammirare la ricchezza della villa, mapiù ancora la generosità del signor Don Luis,che distribuì ai nostri giovani un'abbondan-tissima merenda .Il 18 marzo una bella funzione chiamava

Don Rua con tutti i giovanetti di Sarrià aBarcellona . Si doveva benedire ed inaugu-rare una nuova Casa Salesiana in un sob-borgo di questa città veramente degno del-l'attenzione e delle cure dei figli di DonBosco. È un rione di circa 40 mila anìme,tutti operai e poveri, con una sol chiesa inuna parte fuor di centro, senza alcuna scuolanè oratorio festivo .

A molti buoni Cooperatori faceva pena ilvedere nella cattolica Spagna , nella indu-striosa Barcellona una parte così abbando-nata, ove si cresce senza fede , senza istru-zione. Si misero perciò in cerca di un localeadattato . La nobile signora Doña DoroteaChopitea de Serra vi fece costruire tutto asue spese un edifizio per le scuole diurne eserali e per l'Oratorio festivo, e pregò i Sa-lesiani d'accettare la missione d'istruire ededucare quella povera popolazione .La nuova Casa si dedicava a S . Giuseppe

e la funzione celebravasi appunto ne' primiVespri della sua festa . Eccone la relazioneche ne fa il Correo Catalan di Barcellonadel giorno seguente

« Ieri sera alle quattro celebrossi solennementela inaugurazione di un benefico istituto che, mercèla carità inesauribile di una distinta signora diquesta capitale, han costrutto i Sacerdoti Sale-siani in via Floridablanca, sobborgo di questacittà . Cominciò la funzione il Reverendissimo Ve-scovo benedicendo tutto l'edifizio. Terminata que-sta cerimonia, in un salone della casa ebbe luogoun'accademia musico-letteraria, alla quale assi-stettero distinti personaggi, i soci delle Conferenzedi S. Vincenzo de' Paoli e un gran numero degliabitanti di quel sobborgo .

» Occupò la presidenza, sotto un ricco baldac-chino, a cui era sospeso un bel quadro del ritrattodi Don Bosco, Monsignor Vescovo, tenendo allasua diritta il Reverendissimo Don Rua, Superioredella Congregazione Salesiana, l'illustrissimo Vi-cario generale della diocesi, il Presidente delleAssociazioni cattoliche .» Dopo. alcune suonate, eseguite dai giovani

della Casa di Sarrià , il dottor Feliú, professorein questa Università, pronunziò un eloquente di-scorso sopra l'importanza straordinaria di così be-nefica istituzione . Terminò il suo discorso ringra-ziando il signor Don Rua ed i Salesiani che contanto zelo continuano l'opera rigeneratrice isti-tuita da Don Bosco e supplicò il Prelato a volerlabenedire ed appoggiare .

» Il coro e la banda eseguirono in seguito al-cuni pezzi che furono molto applauditi, e variiorfanelli recitarono prose e poesie in italiano ein ispagnuolo dedicate a Monsignor Vescovo . Co-ronò l'accademia S . E. Rev .ma il Vescovo, pronun-ziando in dialetto catalano, per essere più intesodal gran popolo accorso, un sentito discorso, nelquale enumerò i vantaggi che a beneficio dellasalute delle anime e dei corpi si otterrà da quelcentro di istruzione diretto dai degni figli di DonBosco. Terminò dando la benedizione agli accorsi .

» Il Vescovo fu molto applaudito . »S . Ecc . Rev.- nel suo discorso, oltre al-

l'aver dimostrato una affezione e fiduciagrande verso i poveri Salesiani, indicò consentite parole come a' nostri tempi non bastaerigere una chiesa in un sobborgo qualunqued'una grande città : c'è bisogno di allettarela popolazione ad entrare in chiesa, bisognaistruirla questa povera popolazione ed istruirlabene ; e di qui la necessità di scuole e scuolecattoliche ; c'è bisogno di allontanarla daipericoli tuttodì crescenti , allettando la gio-ventù con giuochi e con premii, e di qui la

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necessità di ricreatori festivi , dove con lareligione s'insegni la moralità . « Voi adunqueche mi ascoltate, soggiunse, siate come altret-tante trombe che facciano sapere a quelli chenon sono presenti che mandino qui i loro fi-gliuoli, che qui essi si istruiranno, si moraliz-zeranno, si renderan felici , per quanto è pos-sibile, pel tempo e per l'eternità .Il giorno più bello poi doveva essere la festadi S. Giuseppe. Al mattino la Comunione fugenerale, ed otto ragazzetti s'accostarono perla prima volta a ricevere l'Agnello imma-colato .Al dopo pranzo rallegrava la festa una

grandiosa rappresentazione teatrale intito-lata : S. Hermenegildo , dramma spettacolosodell'insigne scrittore Don Idelfonso Gatell .I bravi giovani si fecero molto onore in-nanzi alla moltitudine di signori e corsi sìda Sarrià come da Barcellona .

Si terminò la bella festa in chiesa col cantosolenne del Rosario, come ivi si usa invecedei Vespri, e con la benedizione del SS . Sa-cramento .

All'indomani Don Rua lasciava Barcellonaper avviarsi alla volta di Siviglia, dove an-siosi lo aspettavano i confratelli ed i gio-vani di Utrera ed i nostri Cooperatori del-l'Andalusia .

Utrera-Sivíglia.Appena ebbe ricevuto l'annunzio che Don

Rua partiva da Barcellona, il Direttore dellaCasa di Utrera, D . Oberti Ernesto, partì perandarlo ad incontrare fino a Madrid .Quivi Don Rua fu cordialmente ricevuto

dal signor D. Gabriel Maureta, nostro ze-lante Cooperatore . Andò a visitare l'Eccel-lentissimo signor Nunzio, l'Em.m° Card . FrayZeferino ed il celebre filosofo cattolico Ortiy Lava, i quali pure lo ricevettero con veroed intimo affetto .

A Siviglia fermossi alcune poche ma belleore in casa del nostro amico e CooperatoreD . Enrique Muñoz, ex-professore all'Univer-sità di Granata, nella casa del quale accor-sero con premura a visitarlo tutte le personeche ebbero contezza del suo arrivo .

Intanto le Autorità ecclesiastiche, presie-dute dal degnissimo arciprete Don Juan Pa-dilla , alcuni rappresentanti della civile egiudiziaria Potestà, con le principali fami-glie dell'aristocrazia di Utrera s'affrettavanoa prevenire il suo arrivo alla stazione . - DonRua non ha parole per ringraziare condegna-mente. Sale su 'n cocchio ed accompagnatoda quella nobiltà andalusa s'avvia al Col-legio, ove lo accoglie un Viva fragoroso dipiù di duecento giovanettì. S'intona un inno,ed i ragazzi, trasportati di giubilo, rompendole file, si precipitano attorno all'amato Padre .E Don Rua, come negli altri collegi, parlaa tutti, per tutti ha una buona parola, una .

carezza ; mentre il piano-forte fa sentire imagnifici accordi della marcia reale spa

-

gnuola e le note marziali della marcia realeitaliana. A stento Don Rua può esser liberodai giovanetti e ritirarsi nella stanza per luipreparata .

Quei nostri bravi giovani s'erano essi purepreparati per una splendida accademia mu-sico-letteraria, e la tennero all'indomani del-l'arrivo colà di Don Rua . Lessero bei com-ponimenti in prosa ed in versi , in linguaspagnuola, latina, italiana e francese . Can-tarono e suonarono scelti pezzi di musica, evi andò a bella posta da Siviglia il mae stro -D . Agapito Insausti, tenore della Cattedrale,per accompagnare una sua preziosa compo-sìzione su Don Bosco .Il secondo giorno che si fermava a Utrera

Don Rua tenne la conferenza ai Cuooperatoried alle Cooperatrici Salesiane. La sua pa-rola semplice e piana penetrò nel cuore ditutti ; i buoni Utrerani ne furono commossie capirono meglio l'importanza dell'opera diDon Bosco .Quantunque l'amato nostro Superiore a-

vesse stabilito di non fermarsi più di duegiorni, ed il tempo rapidamente se ne pas-sasse tra le udienze dei Cooperatori , deiconfratelli e dei giovanotti, pure non vollepartirsene senza aver prima visitato il ce-lebre santuario di N . S. de Consolación, p a -trona non solo di Utrera, ma di tutta l'An-dalusia. Si recò pure a far visita al signorAlcalde, al R.m° Arciprete, al signor mar-chese di Casa-Ulloa, alla famiglia del signorD . Joaquin Murube ed a suo fratello .D. Mi-guel, deputato alle Cortes e nostro distintoamico, ai quali benedisse tra le lagrime e launiversale commozione .

Ma commovente sopra ogni dire fu la par-tenza. Dopo l'ultimo pranzo , cui preseroparte distinti signori nostri Cooperatori ,l'avv. D . Enrique Lopez prende la parola e,per sommi tratti, dipinge eloquentementel'opera di Don Bosco . Alcuni giovani leg-gono parole di commiato . Don Rua è com-mosso ; più di lui i giovani tutti che stannoradunati al fondo della scala per aspettarlo .Al suo comparire s'inginocchiano tutti d'untratto . Egli rivolge loro alcune poche infuo-cate parole li esorta ad amar Dio e Maria,a ricordarsi di Don Bosco e del Paradiso ;poi alza la destra e li benedice .

Si levano tutti ed ordinati in file lo ac-compagnano fino alla stazione, ove al dipar-tirsi della locomotiva prorompono in un ul-timo cordiale : Evviva D. Rua !Nel ritorno passando da Barcellona, Don

Rua s'intrattenne ancora alquanto co' nostriconfratelli e coi. giovanetti di Sarrià, i qualiconservano indelebili ne' loro cuori i preziosiricordi loro lasciati .

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NOTIZIE DE' NOSTRI MISSIONARI,

Dalla Patagonia.

Patagones, 5 Novembre 1889 .

M. REV. ED AMAT .m° SIG. D. RUA,L'idea di mandarle una relazione più par-

ticolarizzata e le molte occupazioni hannofatto sì che ritardassi a scriverle intorno allenostre scorrerie in Balcheta. Ma vedendo poila veracità di quel detto : Che chi troppovuole nulla stringe ; mi sono determinato ascriverle anche a costo di farlo per sommicapi .Prendendo pertanto le mosse dal principio

di luglio u . s ., dirò a V . S . R .ma che il cinquedello stesso mese, terminata la Mìssione inChoele-Choel, raccogliendo per frutto 4 bat-tesimi. d' Indi ed un piccolo gruppo di co-munioni, D . Savio, il C .ta Manuele ed iolasciammo con rincrescimento quel buon vec-chio di Amedeo Roggioli italiano, che ci a-veva colmati d'attenzioni, durante i sei giornidi nostra permanenza in quel punto, aven-doci albergato in sua casa e mantenuti a sueproprie spese .

Partiti da Choele-Choel, passando in unabarca un braccio del Rio Negro, entrammo nellagrand'Isola, che pochi mesi prima l' avevapercorsa da capo a fondo, in tutta la suaestensione di 27 leghe quadrate . L'attraver-sammo di bel nuovo nel mezzo, percorrendo25 Kilometri. Giunti all'altro braccio, ci sor-prese la notte ed alloggiammo in un piccolo'rancho di paglia. Dopo una modesta cena efatte le solite preghiere, D . Savio stese al-cune pelli al suolo e dormì nella cucinacoi garzoni di casa. Io e Manuele volendoevitare il tormento degli insetti che so-gliono vivere a spese altrui, preparammoil nostro giaciglio sotto la grondaia della ca-panna . Alcune pelli sulla nuda terra ci ser-virono di materasso e per cuscino, al solito,servì la sella del cavallo. In questo modoci liberammo bensì dalle morsicature di queglianimalucci parassiti, ma non già dal freddoe dalla furia del vento, che soffiò forte pertutta quella notte . Il mattino seguente nonavendo comodità di poter celebrare la S .taMessa, inzuppato un tozzo di pane nel caffè,partimmo col padrone di casa, il quale gen-tilmente si offrì di accompagnarci per unalega sìn là dove il Rio si poteva comodamentepassare a cavallo. Dove giunti la nostra guidatornò indietro, e la Provvidenza ci fece capitareun altro uomo che doveva passare, come noi,alla sponda opposta. Egli come conoscitore

del passo ci precedeva e noi uno dietro al-l'altro lo seguivamo . Il letto del Rio misu-rava in quel punto circa 150 metri di lar-ghezza con 0,80 di profondità . Arrivativerso la metà un incidente inaspettato ciconturbò alquanto . Il cavallo di D . Savio,si ferma e fa violenza per tornarsene indietro .Egli lo vuol domare e non ci riesce . Fa unpasso avanti e due indietro e si lascia frat-tanto portare verso il più forte della corrente .In quel frangente non vedo altro mezzo cheavvicinarmi a lui : mi faccio dar le brigliedel suo cavallo : faccio cenno a Manuele chepassi dietro a staffilare l' animale ritroso eavanti. In questo modo, tirandolo io per lebriglie e sferzandolo l'altro di dietro, graziea Dio, ne uscimmo felicemente .

Da questo punto sino a Catre, che vi sonocirca 30 leghe, non ci occorse altra particolaritàche quella di aver dovuto lasciare indietroun cavallo stanco del cammino e dormir unanotte a cielo aperto. Di passaggio ho fattola dottrina ad alcuni selvaggi di cui ne bat-tezzai 5. In Catre, prevedendo che non a-vremmo potuto proseguire la Missione diBalcheta coi nostri cavalli stanchi, e macilenti,ne togliemmo 6 altri ad imprestito dai vicìni .E così il 9 di luglio partimmo per Balchetaattraversando quell'immenso deserto di unaestensione di 100 miglia, sprovvisto affattod'acqua. La notte ci sorprese in mezzo a quelvastissimo campo con un cielo nè sereno nènuvolato. Mentre in mezzo alle biancastrenubi passeggiava taciturna la luna rischia-randoci colla sua fioca lumiera, cercammo aipiedi d'una collinetta dove meglio alloggiare .La nostra provvista consisteva in un pocodi carne cotta, acqua ed erba poi mate eniente dì più. D. Savio, che era molto stanco emezzo indisposto, non volle prendere nulla. Inquanto a noi due, presi alcuni bocconi di carneed un po' di mate, fummo a dormire . D . Saviosi adagiò dietro di un cespuglio, Manueleed io dentro di un fosso per liberarci dallaviolenza del vento . Prima di andare a ripososi erano prese le dovute precauzioni legandoi cavalli ed inceppandoli, perchè non sene fuggissero . Con tutto ciò D . Savio non an-cora troppo fatto a quelle contingenze di campo,pel timore che se ne allontanassero, nonpotè prendere sonno e passeggiò quasi tuttala notte. Malgrado queste precauzioni , lagran sete ne aveva allontanate due coppielegate insieme ed inceppate. Ma il nostrobravo Manuele co' suoi occhi di lince cor-rendo dietro le traccie, li trovò tosto a duechilometri di distanza, e li ricondusse . L'in-domani partiti per tempo e galoppando quasi

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tutto il giorno, gìungemmo a Balcheta sulcader del sole. La prima cosa che si presentòalla nostra vista fu la bella valle di Balcheta .Vasta ed amena è fiancheggiata d' ogn'in-torno da colline ondeggianti . Il Rio che glienedà il nome, dopo di aver percorso una lon-gitudine da 40 a 50 leghe, si perde nel suoseno, allagandola in gran parte e formandoun'immensa palude, dove crescono in granquantità giunchi e canneti . Il letto del Rioha una larghezza di tre metri con uno diprofondità. Ne' suoi ciglioni non si vede unalbero, salvo alcuni sterpi o cespugli di ar-busti : e spesso si trova assiepato di folticanneti. Nel suo corso irriga di tanto in tantobelle vallate e forma talvolta isole fertilis-sime coperte di varie sorte di erbaggi .Siccome al nostro arrivo, non si trovava

il Sig. Commissario, per essere andato alChubut, suo fratello, forse per non poteredisporre di sua casa, ci alloggiò in una ca

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pannuccia così stretta e bassa, che appena,potevamo entrarci .Però stavamo contenti come Prìncipi, sa-

pendo che in ciò assomigliavamo un poco aGesù Bambino, che essendo Re dell'universovolle nascere nel tugurio di Betlemme . Ilcibo tutto si riduceva a carne con un po' di fa

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rinaccia per farne come una polenta. Di panee di vino non si parla poiché non ce n'era .Esistono colà 4 gruppi di toldos, dei quali

il principale sta in Balcheta e tre altri sitrovano a tre leghe più in su sempre sullerive del Rio . Il numero degl'Indi nel quartogruppo si calcola da 450 a 500, e di lorouna metà già sono cristiani fin dall' anno1885 . Il caso volle che non si trovassero gliuomini ed i giovinetti, per essere partiti incorpo alcuni giorni prima alla caccia delguanaco e dello struzzo . E siccome dovevanoritardare un mese a ritornare, ci limitammoad istruire i vecchi e le donne e battezzarei bambini con alcuni degli adulti più dìsposti .Per otto giorni percorrendo le suddette tol-derie li radunavamo in piccoli gruppi e l' i-struivamo nei misteri della fede . Ebbervi ses-santun battesimi . Dopo quattro giorni essendopoi giunto il Commissario c'invitò alla suamensa, e d'allora migliorò alquanto il nostrocibo. Ma era tardi, la nostra salute, con quellacarne di struzzo, erasi talmente alterata chedava a temere . D. Savio solo non avevasofferto. Allora un negoziante aprì il suo ne-gozio sprovvisto di tutto e trovò in un can

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tuccio alcune libbre di farina Vedendo ilsommo bisogno che ne avevamo, ce la vendettee noi fatte subito delle schiacciate ci dispo

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nemmo alla partenza.

Il 18 luglio preparato il fagotto tornavamosulle rive del Rio Negro . E di lì mettendoci,come si dice, la via tra le gambe e toccandoConesa e Guardia Pringlés, giungevamo il 29luglio a Patagones ad abbracciare il nostrocaro Monsignor Cagliero e gli altri confra-telli . In tre mesi di scorrerie si erano fatte400 leghe di cammino, raccogliendo per frutto140 battesimi d' Indi ; quaranta di bambininati da padri civilizzati, 7 matrimoni ed 80Comunioni .

Dal principio di agosto poi sino al presentesono rimasto per obbedienza in Patagones .Che fortuna! Dall'anno 1882 non ho mai piùpotuto passare così lungo tempo in compagniadei nostri cari confratelli . Ma non creda, Sig .D . Rua, che io abbia passato questo tempoin riposo. Monsignore, col suo gran zelo, nonpuò lasciarci a lungo in pace . Dopo alcunigiorni in cui feci come una specie di EserciziSpirituali, mi diede l'incarico di dar la cacciaagl' Indi dei d' intorni di Patagones e diViedma. Mi aiutarono in ciò or l'uno, or l'altrodei confratelli ed anche in modo particolarele stesse Suore di Maria Ausiliatrice . Pienedi zelo e di buona volontà per la conversionedei selvaggi, entrano due a due nell' umilecapanna e col pretesto di portar loro qualchebagattella pel corpo, coi loro buoni consiglie insegnamenti ne nutriscono l' anima . Alminor cenno corrono, avvisano gl' Indi e liconducono alla Chiesa, sia perchè vengano me-glio istruiti da chi parla la loro propria lingua,sia per ricevere il battesimo od assistere allaS .ta Messa . Il Signore, usando di sua bontà in-finita, volle benedire questi sudori e fece sìche, come risulta dallo specchietto qui sotto,si poterono raccogliere abbondanti frutti .

Ora si va continuando l'opera rigeneratricenei punti più distanti . Lunedì prossimo par-tiremo D . Garrone ed io. Toccheremo, se Diovuole, S . Xavier, Potrero Serrado e las A-guadas . Abbiamo intenzione di ritornar presto ;ma siccome l'avvenire è nelle mani di Dio,si farà ciò che si potrà .Il Collegio di Viedma va bene, così purequel di Patagones cogli esterni . Le due par-rocchie sono bene avviate, e stanno in viadi progresso . Nell' ultima novena fatta aViedma per la festa della Patrona le Comu-nioni giunsero a 330 e quelle di Patagonesper la novena del Carmine arrivarono a 350 .Ciò sebbene paia poco a quei d' Italia, perqui è molto, tanto più che vi furono ancheun certo numero di uomini, cosa assai rarain questi paesi .Ecco qui ora uno specchietto delle Mis-

sioni date nell'anno che sta per finire

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Se intervennero numerosi al triduo, lo fu-rono anche di più nel Giovedì Santo , e sene poterono annoverare oltre 350 e quasitutti appartenenti a scuole piuttosto avan-zate. Una cinquantina circa di essi s'acco-stava per la prima volta alla Mensa Euca-ristica .

Io non le so esprimere la commozione cheprovai in quel giorno al veder il loro con-tegno devoto e l'ardore con cui si accosta-vano alla S Comunione .Dopo la funzione ho chiesto ad uno di

questi ultimi : - Ebbene, che cosa hai dettodi bello stamattina al Signore? - Padre,mi rispose il fanciullo con grande ingenuità,non ho potuto parlare, ho sempre pianto . -E non era il solo che piangeva, lagrimavanoanche parecchi adulti, perchè Gesù cìrcon-dato dai fanciulli è sempre cosa così com-movente da strappar le lagrime a chi hafede .

La stessa funzione , ma per gli artigiani,si ripetè il giorno di Pasqua . In quel dì igiovani furono anche più numerosi ; arriva-rono a 400. E qui debbo notare che oltreun centinaio erano sui 18 o 20 anni, dei qualiuna cinquantina faceva la prima Comunione .Le armonie dei canti, le calde e commoventiparole pronunziate dal Rev .do D. Lovisoloprima della Comunione, e tutto l'insiemedella funzione impressionarono siffattamentequei poveri giovani che stavano estatici edimparadisati, e Gesù, che avea prima bene-detto il cuore e la mente dei giovanetti stu-denti, ora consolava e benediceva questi po-veri figliuoli del popolo, i quali in mezzoalle pesanti quotidiane fatiche della vitasanno già fin d'ora riporre in Dio la lorofiducia e richiedere consolazione da Lui, ilquale solo sa consolare gli umili e sollevaredalle miserie il poverello .Un'altra cara festicciuola si compiè nel

nostro Oratorio il dì 12 corrente, e consi-

Le Missioni del Rio Negro, oltre quellache ho data io da Roca a Patagones, includeanche una seconda data da D. Andrea Pe-starino con altro Sacerdote i quali toccaronoGuardia Pringles, Cubanea e Potrero Serrado .

Pare una stravaganza! - Il Vicariato diMonsignor Cagliero abbraccia un territorioche ha una superficie eguale a quella diFrancia, Spagna e quasi di tutta l'Italia . Chinon volesse crederlo venga a misurarlo .Amat.m° Sig. D . Rua, si ricordi sempre di

far pregare per il suoAff.mo figlio in G. e M.Sac DOMENICO NTILANESIO .

COME SI ADEMPIE IL PRECETTO PASQUALE

negli Oratorii festivi,

REV.mo SIG. D. RUA,So quanto volentieri la S . V. riceva le

notizie riguardanti questo nostro Oratorio diCatania, perciò voglio colla presente riferirlealcune cose che io non dubito abbiano a tor-narle gradite. Ella ben sa quanto sieno pochiai dì nostri, nelle città specialmente, queigiovanotti, sia fra gli studenti sia fra gliartigiani, i quali sappiano unire la praticadella pietà e dei doveri religiosi alle altreloro quotidiane occupazioni : ed è sempreuna grande consolazione, in mezzo al gene-rale pervertimento che oggigiorno regna nellagioventù, il vederla strappata agli artigli diSatana e santificata dalla religione .Or questa non lieve consolazione l'abbiamo

provata noi nella ricorrenza delle feste pa-squali, durante le quali abbiamo avuto ilpiacere di vedere ben oltre 800 giovanettiaccostarsi alla Sacra Mensa nella chiesa delnostro Oratorio. La prima Comunione gene-rale si fece nel Giovedì Santo e ad essa fu-rono invitati tutti i giovani studenti che fre-

quentano il nostro Oratorio . Erano stati adessa preparati con un triduo di prediche,dette con molta unzione e con gran fruttodal nostro confratello D . Angelo Lovisolo ,prefetto del Collegio di Randazzo .

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stette nella rappresentazione in costume ro-mano di una tragedia uscita dalla collanadelle nostre letture drammatiche intitolataSan Saturnino . Una rappresentazione dram-matica per se stessa è già sempre pei ra-gazzi un gran che ; ma ora v'era qualchecosa di più che allietava i nostri giovanetti,e la rendeva più importante ; era la presenzafra di noi di due cospicui personaggi, vogliodire di Sua Eminenza Rev .ma il CardinaleDusmet, nostro veneratissimo Arcivescovo, edel Rev.mo Padre Don Gaetano Bernardi ,abate cassinese di S . Anselmo in Roma. Erada qualche anno che i nostri giovani desi-deravano di aver con loro Sua Eminenza, edora che si vedevano appagati nelle loro bramea stento potevansi per la gran gioia conte-nere. Si esordì col canto di un inno e collarecita d'una poesia ad onore del Cardinale,e poi si diè principio alla rappresentazioneche procedette, avuto riguardo all'età e allacapacità dei giovani attori, abbastanza bene .Fra gli intervalli dei diversi atti si recita-rono poesie d'occasione e si eseguirono pa-recchi canti, alcuni dei quali composti dalReverendo Padre Nicosia, Cooperatore Sale-siano e maestro di musica nel nostro Ora-torio, il quale se in comporre musica è va-lente assai, non lo è meno nell'insegnarlacon grande amore e profitto dei gìovani .

Terminata la festicciuola, Sua Eminenza sene partiva accompagnata dagli evviva i piùcordiali da parte dei nostri giovani e dalleacclamazioni le più entusiastiche, lasciandoin tutti la più cara e soave impressione . Dioconservi ancora per lunghi anni al nostroamore un Pastore sì affettuoso ed umile , ilquale, ad imitazione del nostro Divin Reden-tore, è padre della gioventù e protettoredegli orfanelli .

Come adunque Ella vede, le nostre fatichesembrano benedette da Dio. Quando io pensoche nel primo anno in cui noi siamo venutiqui potevamo a stento avere una dozzina digiovani alla Messa nelle domeniche, ed oramolte volte vediamo la chiesa ristretta pelgran numero di giovani che v'accorrono, nonposso a meno di ricordare le parole che ilnostro venerato Padre Don Bosco mi dissepochi mesì prima di morire a riguardo diquesta Casa : Credi, mio caro, la Madonna, aCatania vi ha già benedetti molto, ma molto,e più di quel che tu possa credere . . . e vi be-nedirà ancor di più . .. ed io pregherò sempreper giovanetti di Catania che mi son moltocari . Queste parole mi fecero molta impres-sione e vado sempre più persuadendomi checosì è stato e che così dovrà succedere inavvenire. La Madonna ci ha benedetti e cibenedirà, ed è pur una grande benedizionedella Madonna l'Ospizio già per metà co-struito, il quale, nel venturo ottobre, spe-riamo, si aprirà, quale asilo di benedizionea centinaia di giovanetti poveri , ove impa-reranno a lavorare ed amare il Signore . E

vero che i mezzi materiali scarseggiano dimolto , ma se la Madonna ci benedice , ionon dubito che Essa non abbia ad inspirarei buoni Cooperatori Salesiani di Catania edella Sicilia ad aiutarci in quella propor-zione che richiede il bisogno di tanta po-vera gioventù, che per mezzo di tal operadovrà essere salva . Don Bosco poi prega pernoi ; prega poi nostri giovanetti , come hapromesso, e li custodisce perchè siano salvidai pericoli dell'anima e del corpo . Di ciò nondubito punto, essendone chiara prova fra tantialtri il fatto seguente : Venne la domenicadelle Palme a confessarsi nella chiesa delnostro Oratorio un ragazzetto sugli 11 annicoll'intenzione di prepararsi al precetto pa-squale. Dopo le funzioni della Chiesa e primache ritornasse alla sua casa , senza saperequasi il perchè ciò facessi, lo feci venire ame e gli consegnai una medaglia di MariaAusiliatrice benedetta da Don Bosco, dicen-dogli : Prendi questa medaglia benedetta daDon Bosco e raccomandati spesso alla Ma-donna che ti salverà da ogni pericolo . Cosìfece il fanciullo e con gran suo vantaggio ;poichè non erano trascorse due ore che eglitrovandosi a giuocare sopra il terrazzo dellasua casa alta ben due piani, cadde improv-visamente, diè del capo sopra un cancello diferro e giunse a terra che non dava più alcunsegno di vita . Lo raccolsero tostamente queidella famiglia e lo trovarono col cranio spez-zato in più parti, col viso sformato e lacero,con un braccio rotto in più luoghi, talchè ilmedico, che fu subito chiamato a visitarlo,non gli diè più che una mezz'ora di vita .Ma non fu così ; la Madre celeste, di cuiavea al collo la medaglia, lo protesse dalcielo . Infatti non ostante la gravezza delleferite e la poca probabilità di aver salva lavita, fu, con istupore dì tutti e specialmentedei genitori, pochi giorni or sono, dichia-rato fuor di pericolo e guarirà, speriamo,senza nemmeno riportare i segni di una sìfatale caduta. I genitori del fanciullo nonattribuiscono ad altro che ad una grazia diMaria SS. questo fatto, e lo stesso giova-netto, non appena potè star un po' meglio ,volle dal letto stesso ricevere la Santa Co-munione a fine di ringraziare la Madonna ,che per intercessione di Don Bosco lo avevasì visibilmente protetto .

Questa protezione così speciale ci inco-raggia in mezzo alle tribolazioni, che anchequi non mancano, a lavorare anche più in-defessamente pel bene della gioventù .

Termino questa mia lunga lettera racco-mandandomi alle sue preghiere, mentre mi :dico

Di V. S . ReverendissimaDevotissimo in Gesù e Maria

Sac . FRANC. PICOLLO .

Catania, li 25 aprile 1890.

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Le relazioni che ci pervennero da tutte lealtre Case d'Europa e d' America ci dànno con-solanti notizie, come queste del concorso deigiovanetti nei nostri Oratorii festivi a com-piere il precetto pasquale. Lo stesso devedirsi delle ragazze negli Oratorii diretti dalleFiglie di Maria Ausiliatrice . Dappertutto fu-rono preparati col Catechismo quaresimale econ un triduo di prediche . Ne' due soli Ora-torii festivi di Valdocco , S. Francesco diSales e S . Angela, le Comunioni de' giova-netti oltrepassarono le 800 e quelle dellegiovanette operaie furono più di 500 . Ne siasempre lodato e ringraziato Iddio e MariaAusiliatrice !!

S. GIOVANNI « ANTE PORTAM LATINAM . »

Il giorno 6 di maggio in Torino, nellanostra chiesa di. S. Giovanni Evangelista,si celebrava solennemente la commemora-zione del Santo Apostolo ed Evangelista .Ecco il programma della musica eseguitaper cura del Sac. Ottonello Matteo, orga-nista in detta chiesa, dai giovani dell'annessoOspizioAlla Messa della Comunione, mottetti del

Gounod, Mendelssohn , Weber, Cherubini eBaini .Alla Messa Pontificale, entrando S. E .

Mons. Basilio Leto, il mottetto Sacerdos etPontifex del Tomadini, quindi la Missa SS . No-minis Iesu del celebre Mitterer .

La sera il Sub tuum presidium del Men-delssohn, e il Tantum ergo del Casamorata .

Gli intermezzi dell'organo furono del Lem-mens, Capocci, Guilmant e Beethoven .Vorremmo persuasi i nostri lettori che

questa musica, malgrado i nomi che quasitutti suonano stranieri al nostro idioma, ètuttavia italiana , imperocchè tutti questiautori s'inspirano al divino Palestrina : chequesto genere piace a tutti ed assai, nè puòessere altrimenti, venendo per esso soddisfattopienamente il gusto del bello ed eccitato ilsentimento della divozione : duplice fine ilquale deve mirare la musica quando vuolessere degna del tempio .

I SALESIANI A PARMA.Parma, 1° maggio 1890 .

Non vedendo finora nulla che dica dellaconferenza tenuta qui a Parma pei Coope-ratori Salesiani addì 20 marzo u . s., miprendo io stesso la libertà di mandarglieneun cenno. Ella faccia come meglio le ag-grada.Devo premettere che già da un anno i

Salesiani sono rettori della parrocchia diS. Benedetto, ma che dall'autunno ultimo

scorso si aperse un convitto e semi-convittoper le scuole elementari superiori e ginna-siali. Grazie a Dio l'opera pia non è statasin qui infruttuosa. L'anno scorso per laconferenza abbiamo avuto l'onore di averelo stesso Don Rua, che si fermò con noicirca tre giorni, tempo che noi stimammoassai prezioso, sapendo come il tempo è sem-pre così scarso al Superiore generale dei Sa-lesiani. Quest'anno ci venne per suo inca-rico Don Francesia, che con una serie dipredicazioni popolari preparò i parrocchianidi S. Benedetto alla festa del loro SantoPatrono , che capitava ai 21 di marzo . Conla medesima occasione si volle celebrare lafesta di S . Giuseppe ai 19, e poi di S . Fran-cesco di Sales addì 20 . Gran parte dei Coo-peratori Salesiani, dietro all'esempio di SuaEccellenza Rev .ma Mons. G. Andrea Miotti,nostro veneratissimo Pastore, si diedero pre-mura di trovarsi in bel numero da riempirela non piccola chiesa di S . Benedetto. Pre-siedeva la conferenza S . Ecc. Rev.ma, e fecela relazione delle opere fatte nell'anno pas-sato il medesimo D . Francesia. Le sue pa-role semplici ed affettuose ci penetraronodentro il cuore e ci animarono a fare ancoradi più che non si sia fatto per il passato .Ei discorse del presente della nostra Casa,di ciò che i Superiori intendono che sia inavvenire, e ci consolò tutti quando ci assi-curò che si vuole fare della Casa di Parmauna piccola imagine del prodigioso Oratoriodi Torino . Ma a ciò che bellamente non volleaccennare chi tenne la conferenza, pensòS . Ecc. Mons. Vescovo, che, terminato DonFrancesia di parlare, soggiunse come Egli sitrovava bene tra i suoi Salesiani, e che omaila parrocchia di S . Benedetto non solo vamutando di fisionomia materiale per opera deinuovi lavori municipali, ma che cambia assaidi più nello spirito . Voi, diceva, sentite levoci giovanili educate con finissima arte, ecome per incanto convertite a perfezione . Voili vedete con divozione d'attorno all'altare,voi ai catechismi, voi nelle ricreazioni . . . Nondevo tacere di ciò che mi stava più a cuore,cioè l'opera dei catechismi per la nostra gio-ventù che frequenta le scuole . Qui ho daringraziare i parenti che furono docili a mandarmi i loro figli, a cui io apersi ben volen-tieri le porte del mio Episcopio . Colà duevolte alla settimana si raccoglievano duecentogiovani delle varie scuole elementari, tecni-che, ginnasiali ed anche liceali, e mi conso-lano con il loro intervento e col loro con-tegno . Così non ebbi il dispiacere di vederetanta parte del mio gregge senza il pascolosalutare. Devo dire che i figli dì D . Boscomi prestarono opera efficace ed aderironoprontamente al mio invito, e per loro ho lasperanza che l'insegnamento del catechismoattecchisca fra noi e porti il suo frutto . Evoi, miei dilettissimi figli, che siete qui ra-dunati nel bel nome di S . Francesco di Sales,

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continuate l'opera vostra a vantaggio deiSalesiani di Parma, certi che oltre all'ap-provazione di tutti i buoni e del vostro Ve-scovo, meriterete le benedizioni del Signoresopra di voi, sui vostri interessi materiali especialmente spirituali .Dopo le parole di Sua Eccellenza che io

qui malamente abbozzo si diede la benedi-zione col SS. Sacramento . Cantarono i gio-vani dell'Oratorio estero un bel Tantum ergo,che seppi poi opera di questo nostro Diret-tore D . Baratta, e fu eseguito con tantaperfezione da meritare l'approvazione di tutti .Il buon Dio benedica e prosperi sempre

più l'opera iniziata, e compia i desiderii ditutti gli amici della nostra gioventù, di ve-derla crescere secondo i sani principii dellamoralità cristiana, a decoro della patria, aconsolazione dei parenti ed a bella speranzadella santissima nostra religione .

X. Cooper . Sales .

UN'UTILE PASSEGGIATA .Ci gode l'animo ogni qualvolta ci è dato di par-

lare di quei vivai di religione e di vera civiltàper la nostra gioventù, quali sono gli oratori fe-stivi. Per la città di Torino è questa un' istituzionenon molto antica . Fu quel grande Apostolo dellagioventù, il venerando D . Bosco che nel 1841 nedava principio dapprima in piccole proporzioni,poi con quello sviluppo di zelo che tutti conoscono .Ora si è del primo Oratorio da lui fondato che vo-gliam parlare .

La Domenica 11 maggio era colà una vita cherapiva all'entusiasmo . In premio di assiduità erastata promessa una grande passeggiata, o megliouna gita in tramway . In numero di circa ottocentopartivano da Valdocco, con a capo dell' immensosquadrone la loro banda musicale . Quelle marcieelettrizzavano i buoni giovani, dai cui volti traspa-riva indicibile gioia .A Piazza Milano vi erano i primi carrozzoni che

attendevano una parte di quel giovine popolofuori dazio aspettava gli altri un treno specialecompleto, che il gentilissimo Sig . Ing. Remondino,proprietario della linea Torino-Leynì, aveva messoa loro disposizione .Prima della partenza il maestro della banda

musicale, Sig. Garbellone, offriva a questo distintosignore una bellissima marcia a lui dedicata, cuiegli gradì molto di cuore ; e commosso dal nuovospettacolo che si offriva al suo sguardo, giunse atale bontà di voler in persona disporre sulle vet-ture i più piccoli, e nell'andata e nel ritorno vollesempre essere con loro . Iddio e D. Bosco dal Para-diso certamente avranno mirato all'atto suo pie-toso e gliene daran mercede .- Ove vanno ?-chiedeva la gente accorsa;e

mille voci rispondevano : - A S. Benigno, a SanBenigno ! - Questa difatti era la meta del loroviaggio. Un pensiero tuttavia li rattristava al-quanto ed era che il tempo si faceva minacce-vole. Quei cari giovani allora, preso posto sultramway, s'inginocchiano, e là in pubblica piazzarecitano l'Ave Maria per implorare il tempo fa-vorevole . Il Cielo fu loro propizio.

Molte gentili signore commosse a quella vistacompraron dolci , aranci e fiori e li gettarono inmezzo a quei giovanetti, i quali rispondevano aquelle inaspettate finezze con grida, con plausi econ evviva .Alcuni già grandicelli erano stati costretti dal

padrone a lavorare in quel mattino . Era festa, mache importa di questo a certi avari ed irreligiosipadroni? I poveri giovani ancora mal vestiti ac-correvano piangendo al lor Direttore Sac . Giu-seppe Pavia, che li accettasse ugualmente, chenon avevan potuto venir prima ; e il Direttore,persuaso che quantunque male in arnese avrebbergoduto della festa e non avrian turbata l'allegriadegli altri, li accolse . Quanta gioia provaron inquel momento.

Pertanto tra suoni e canti i carrozzoni si muo-vono e divorano la via . Dopo un'ora e un quartodi cammino tra prati e campi verdeggianti e fio-riti si giunge a Volpiano, ove è in attesa un'im-mensa moltitudine di popolo attonito pel grannumero di giovanetti che scende . Frammezzo di-stinguonsi i giovani dell' altro Oratorio di DonBosco venuti da San Benigno a ricevere i fratellicon la loro banda musicale . Le due bande si dannoil saluto : s'ordinano intanto in due squadroni e siavviano alla volta di S . Benigno .

L' ingresso in questo paese è un tripudio perquei giovani figli del popolo . La gente si accalcaper le vie, le bande musicali vanno a gara nelriempiere l'aria di lieti concenti, gli stendardi ele bandiere sventolano festose e sui volti d'ognunotraspare la comune esultanza .

Alle ore 10 vi è Messa poi giovani arrivati nellaChiesa dell' Oratorio festivo, e pel popolo nellachiesa parrocchiale, ove i giovani cantori dell'O-ratorio festivo di Torino, diretti dal loro maestroSig. Branda, eseguiscono scelti mottetti .

Alle 11 1/4 s' entra nel Collegio Salesiano :labanda suona una marcia festosa, gli evviva digioia risuonano a quel buon Direttore .

Al pranzo le provvigioni erano abbondanti, perciò vi fu un rumor dentium indescrivibile .

Mentre la banda del Collegio faceva sentire al-legre sinfonie eseguite con ammirabile precisione,i giovani dell'un Oratorio e dell'altro si frammi-schiano fra di loro, formano dei giuochi e si trat-tano come tanti fratelli .Nelle ore pomeridiane vi fu un' accademia mu-

sico-letteraria, ideata ed eseguita con gusto squi-sito nel cortile del Collegio, dopo la quale quelzelantissimo Direttore Don Luigi Nai, prese laparola per ricambiare al Rev . D. Giuseppe Paviaed ai suoi giovanetti i saluti e gli evviva. Nel salutarequei cari giovani Torinesi, la maggior parte operai,loro raccomandava un grande ricordo del vene-rando Don Bosco : - Preghiera e Lavoro. - Siaquesta, diceva loro, la vostra bandiera, la ban-diera dell'operaio cristiano e del sincero patriotta .Sviluppò questo pensiero con eloquenza tanto viva,interessante ed incisiva da lasciare in tutti unaprofonda impressione . Si eruppe in fragorosi ap-plausi, e si passò tosto, che già ne era il tempoprefisso, in Parrocchia per la benedizione del San-tissimo Sacramento, prima della quale fu eseguitodagli allievi di Torino il mottetto Regina coelied il Tantum- Ergo in musica coll' accompagna-mento della banda .Il divoto contegno che i bravi giovanetti di To-

rino tennero sì nell' entrare ed uscire, come nelbreve tempo che si fermarono in quella chiesamonumentale , attirò loro gli encomii di quel ze-lante Prevosto D . Ciochetti .

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Intanto era venuta l'ora della partenza . Raccol-tisi nuovamente nell'ampio cortile del Collegio, sidistribuì un' abbondante merenda e si disposeroa partire . I giovani di S . Benigno preceduti dallaloro banda musicale e con tutti i loro superiorivollero accompagnare quei di Torino fino a Vol-piano . La popolazione del paese era accorsa pressoil Collegio, donde uscirono gongolanti di gioia inostri Torinesi . A Volpiano la moltitudine accorsanon era minore del mattino . Si ripeterono i salutie gli evviva, ed al suono giulivo delle bande iltramway prendeva le mosse e riconduceva a To-rino quei cari figli del popolo .Arrivavano a Piazza Milano prima di notte e

ritornarono lieti alle loro case per rallegrare dimille notizie le loro famiglie .La memoria di quel giorno durerà lunga e sa-

lutare in quei teneri cuori . Oh ! il venerando DonBosco seppe ben egli trovar il modo di attirare albene la gioventù nei tristi tempi in cui viviamo,per dare alla società dei buoni cittadini ed allaChiesa dei figli devoti !

(Estratto dal Corriere Nazionale di Torino) .

BIBLIOGRAFIA

Cardinale GAETANO ALIMONDA

FIORI E STELLE(RACCONTI)

Un bel vol . di pag . circa 500, Prezzo £. 3,00.

In tanta colluvie di romanzi, che inva-dono case e scuole, i più dei quali sotto co-lore di arrecar diletto e diffondere l' istruzioneinsinuano il veleno della irreligione e delmal costume, è pur consolante trovarne diquelli che mentre allietano lo spirito porgonoall'anima un vital nutrimento. Tra i cosif-fatti ci è caro segnalare i Racconti dell'Emi-nentissimo Cardinale Alimonda, pubblicatior ora dalla Tipografia Salesiana col titoloFiori e Stelle. . Il titolo stesso è una ri-velazione ; nè certo era d'uopo che l' Emin .m°Autore, quasi peritoso per la sua trovata, loandasse giustificando nella dotta insieme epoetica introduzione, poichè dei fiori vera-mente (che formano l' argomento del 1° vo-lume) ci si respira tutta la freschezza e ladelicata fragranza . La vita dei fiori egli con-templa nelle varie vicende dell' età giovanile .E con quanta ingenuità di affetto, con chebrio, con qual profondo sentire ci dipinge iprimi trasporti di amore a Dio, la pietà fi-gliale, la sventura dell' orfanello, la Prov-videnza nei fanciulli, l'eroismo della fede,l' amicizia cristiana, i pericoli, le insidie, lecadute, il ravvedimento, le conseguenze dellaprima educazione! E in mezzo a tanto fer-

vore, di gioventù ecco apparire le grandi fi-gure di Fìlippo Neri, del Savonarola, di Vit-torino da Feltre, e il Padre Ludovico da Ca-soria e Don Bosco ; il tutto poi ridotto adunità di concetto e quasi a forma dramma-tica da un personaggio strano e bizzarro chel'Autore v' introduce, come la parte comicain un dramma ; e che, mentre la fa da av-versario circa le dottrine inculcate, apre ilcampo a vivissime descrizioni dell'ampia villadi Pianezza e suoi dintorni, a curiose que-stioni di Botanica, di Geologia, di Costumi,di Storia, non che a dispute interessanti in-torno alla Pedagogia . Ci pare insomma ditrovarci come dinanzi ad una grandiosa lan-terna magica, tanta è la moltitudine e va-rietà dei colori delle persone e delle cose .

Della elocuzione e dello stile sempre ele-ganti non parlo, chè negli scritti del Card .Alimonda son proprio cosa tutta sua e ori-ginalissima . Ma non si può senza meravigliapensare come alla sua età, fra le molteplicie gravissime cure pel governo della ChiesaTorinese, sappia adornarli ancora di tutto ilsorriso e la vivezza giovanile . Noi facciamvoti che si affretti la pubblicazione del se-condo volume : Le Stelle, e che poi conaltri ed altri simili frutti voglia deliziare ilcuore e la mente di tanta nostra gioventù,così bassamente tradita da una stampa chesi fa maestra di empietà e di libertinaggio ;e colla potenza della sua parola aprire gliocchi a tanti genitori ed educatori, i qualinon sanno vedere le presenti conseguenze dicerte dottrine con cui si attenta alla virtù,alla fede, e perciò alla vera felicità della cre-scente generazione .

Per l' acquisto rivolgersi in Torino all'Arcivesco-vado od alla Libreria Salesiana .

Opere di Mons. L. CARLO GAY

Della vita e delle virtù cristianeconsiderate nello stato religioso .(Traduzione dal francese fatta sulla de-cima edizione) . - Tre volumi in 16° L. 6 .

Pochi libri incontrarono presso il pubblico tantafavorevole accoglienza, anzi destarono tanto entu-siasmo quanto il presente. In pochi anni se ne spac-ciarono in Francia ben dieci edizioni .

L' Arcivescovo di Malines leggendo quest' operascriveva all'Autore : « Ecco quà della vera e solida teo-logia pratica ed ascetica! è dessa il frutto di vitanato spontaneamente sull' albero che lo porta, cioèsull' albero divino della teologia dogmatica . »

L'Arcivescovo di Tours gli scriveva : « Nei vostri,voltimi avete saputo bellamente riunire una serie ditrattati spirituali, di cui ciascuno è, a' miei occhi,un piccolo capolavoro. Per me il vostro libro saràd'ora innanzi il libro favorito di lettura spirituale . »

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Page 12: ANNO XIV- N. 6. Esce una volta al mese. GIUGNO 1890 ...biblioteca.unisal.it/repository/Bollettino_Salesiano_1890_06_SL-18-D-1w.pdfda Gesù Cristo ; la divozione al Cuor di Gesù li

1 Arena D . Francesco can . - Calta-nisetta .

2 Arucani I) . Carlo arcipr . - Motta-zi ;uia (Piacenza) .

3 Arrigoui-Neri Margherita - Barzio(Como) .

4 Baronio Marianna - Vogogna (No-

5 Bai toni D . lacopo - Tassaia (Fi-rwr.

6 }b fini 1) . Francesco - Sarzana (Gescova) .

7 hcvrtani Stefano capitano - Spezia(Genova) .

8 urti Teresa ved . Colonna - Fiviz-zaalo (Massa Carrara) .

9 Botta D . Costantino - Cavalese(,tu-

10 Bottini maestra - Travagliato (Bre-scia o .

11 Boccalini Agnese - Asola (Man-ioca)-12

Bozzi Giovanna fu Bartolomeo -Villetto (Novara) .

13 Brazzalotto D . Francesco can . penit.- Treviso .

14 Briata Domenico - Belforte (Ales-sandria) .

15 Brunetta 1) . Antonio vie . foraneo -Prata (Udine) .

16 Caumzzini Carlo - Barzio (Como),17 Campo D . Aureliano can . -Rovigo .18 Capelletti baronessa Luigia nata Ca-

valetti - Roma .19 Capitani cav. Giuseppe prof. orga-

nista - Torino .20 Caputto Raffaele - Napoli .21 Cassetti 1) . Alfonso maestro - Cal-

tauisetta .22 Castrogiovanni D . Calogero can . -

Caltanisetta .23 Caurino Camilla - Castagnole Pie-

monte (Torino) .24 C+n-azza D. Sante -S . Giovanni Il-

larioue (Ylcenza) .25 Cella D . Gioachino arcipr .-Ponte-

miro (Pin.eenza) .26 Corbulii' i. Inligi -- Ripa (Lucca) .27 De-Dondì Maria nata Nani - Dal-

l'Orologio (Padova28 Deliuveerllia Vittoria priora delle

Maestre Pio - Nalmoutoue (Ronca) .29 De Ilario Maria nata Renlondino -

Baldichieri (Alessandria) .

30 De Mario D . Felice Antonio parr .- S . Agata (Avellino) .31 Del Rio Mons . Giov. can, vie . gen .- Nuoro (Sassari ; .

32 Pennini Angelo - Zocca (Modena) .33 Fabrici. D . Daniele parr . - Gruaro

( Venezia) .34 Folisati D . Gedeone can . - Adria

(Rovigo) .35 Ferroro Catterina ved. - Val di Pe-

sio (Cuneo) .36 Ferrando Merello Paolina - Genova.37 Ferrauto p~ dri Francesco dei predi-

catori Domenicani - Chieri (To-rino) .

38 Fossati D. Antonio rettore - Bel-forte (Alessandria) .

39 Forte Francesco fu Agostino - Lin-gueglietta (Porto Maurizio) .

40 Gabutti D . Carlo dirett . spiritualeSeminario - Biella.

41 Gaiani D . Achille oircipr. - Fonta-lleto di Agogna (Novara).

42 Garbarini Isabella - Via Colombopalazzo Croce - Savona .43 Gattoni Antonia - Soazze C . Gri-

gioni (Svizzera) .44 Gonna Giacomo - Bagnolo Piemonte

(Cuneo) .45 Giacopelli D . Domenico - Corriaua

(leggio Emilia) .46 Giannini Rosa - Empoli (Firenze) .47 Graziani. Ettore - Moncestino (A-

lessandria) .48 Grossotti (tosa ved. Listello - To-

rino .49 Lallini D . Angiolo can. - Arezzo .50 Laurenza D. Gaetano - Barletta

(Bari).51 Locaenina D . Giuseppe - Caltani-

setta .52 Loschirico Mons . frate Gesuaido ve-scovo

Acerenza (Potcn- a) .53 Luciani 1) . Eusebio can . - Valmon-

tone (Rooia,1.54 Mainetti D . Santo parr. - Zurlengo

(ldiscia) .55 iaucosn Raffaella - Terralba (Ca-

56 M.rrazzaui D. Giovanni parroco -I)emo (Brescia) .

57 _Marini Carolina - Pietra Santar Lucca) .

58 Masi Adele - Rimini (Forlì) .

59 Moneta Vittoria - Barzio (Conio) .60 Morandi Gioachino - S. Biagio diCollalta (Treviso) .61 Mozzoni D. Francesco canon . - Ra-\'enlla.62 Morganti Carolina - Lesino (Mi-

lano) .63 Oddenino can . Andrea cur. - Chieri

(Torino) .64 Ouniboni D . Carlo curato - Marina

d'Avcnza (Mass(e Carrara) .65 Ortalda D . Antonio - S. Sebastianoda Po - Torino .66 Padre Costantino da Valeamonica-

Rezzato (Brescia) .67 Papa contessa lblarietta nata S. Gior-gio - Revello .(Cuneo).68 Parisi 1) . Giuseppe - Maierato (Ca.

trenzaro) .69 Picchioni D . Antonio curato - Ce-

saprobbe (Ageeilz) .70 Prosdocimi D . Francesco can . - A-dria (Rovigo) .71 Provandi D . Domenico arciprete -Gragnano (Massa Carrara) .72 Salerno D . Mario Cianto - Mineo

(Catania) .73 Sclmoiraghi D . Angelo parroco -Venenono Super. (Milano) .74 Salvi Ì) . Venanzio -. Serra Petrona

(Macerata) .75 Solari Maria ved . Cereti. - 5. Fran-

cesco d'Albano (Genova) .77 Spina Alfonso avv . - Valguarnera

(((altreeeisettao .78 Suor _Maria Apollonia - Chiavaci

(Genova) .79 Tacchis Antonio - Poirino (Torino) .80 Toccafoudi D . Papia rettore - Vi-

gesino (Firenze) .81 Tognetti D . Giovanni curato a San

Lorenzo - Firenze .82 Toruiamenti Gaetano fu Rocco -Varese (Como) .83 Tosi Torreano - Martignano (U-

dineo .84 Urbani D . Filippo - Fermo (Ascoli

Piceno) .85 Vercelli Carlo - Calnso (Torino),86 Vistoli. D. G. Mansionario - Sdenta

(Rovigo) .87 Za nè D . Paolo parr . - Vallio (Brescia) .88 Zoppi D . Giacomo arciprete - Bo-nassola (Genova) .

Elenco dei Cooperatori defunti nell'Aprile e Maggio.

Preghiamo vivamente i Sigg . Direttori e i Sigg. Decurioni di tenerin questo mese di Giugno la Conferenza prescritta per la Festa diMaria Ausiliatrice ai Sigg . Cooperatori e Sigg. Cooperatrici .

Il Vescovo di Mende chiama quest'opera : « il piùbel libro di pietà che sia stato scritto in questo se-colo .

I Misteri del Santo Rosario . Duegrossi volumiL. 3,50Opera di. non minor pregio della precedente . Con-

tiene diciotto compitissimi discorsi in cui tutto è am-mirabile, copia dli dottrina, unzione, eloquenza, cuoree quant'altro si possa desiderare da un sacro oratoreai tempi nostri .

I primi tre discorsi sono sui temi seguenti : Le di-vozioni in generale - La divozione del S . Rosario -Dei misteri in generale - Gli altri quindici sono suiquindici misteri del S. Rosario .

Servono mirabilmente per la divozione dei quin-dici sabati e come panegiric inelle solennità che laChiesa celebra iu memoria dei principali misteri dellavita di Gesù Cristo e di quelli della Beata Vergine.

Il S . Padre Leone XIII in data delli 11 Giugno del1887 onorava detta opera con una lettera consolantis-sima all'Autore .

Molti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi fecero al-trettanto come già avevano fatto nell'occasione incui era stata pubblicata la prima opera sovraccennata .

Speriamo fra non molto di potere avere la tradu-zione dal francese di un' altra opera del medesimoAutore, il cui titolo è il seguente :

ISTRUZIONIIN FORMA DI ESERCIZI SPIRITUALI.

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