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anno XIV 19 dicembre 2016 N. 220 Il Botteghino Fondato nel 2002 Edito da: gruppo editoriale e culturale “BottegARTE” - Bruxelles email: [email protected] sito: www.bottegarte.eu Direttore e redattore responsabile: Vito Laraspata Invio telematico: Elisa Piunno Grafismo, foto: Catherine Bourdeau Archivio: Ortensia Semoli Corrispondenti dall’Italia: M.T. Prestigiacomo e Franca Caputo Agenzie stampa: ANSA AGI - NIP Adnkronos - 9 colonne - Inform ATTENZIONE: In conformità con le nuove disposizioni in materia d'invii telematici in vigore dal 1° gennaio 2004 (Testo Unico sulla tutela della privacy emanato con D.L 196/2003 pubblicato sulla G.U. n. 174), con la presente chiediamo l'autorizzazione a spedirVi via 'e-mail' le informazioni culturali tramite il presente bollettino. Poichè la nostra rivista viene inviata gratuitamente, la vostra autorizzazione s'intende approvata tramite 'silenzio-assenso'. Chi vuole essere cancellato dalla nostra lista, può inviare un messaggio con scritto semplicemente CANCELLAMI a: [email protected] IMPORTANTE: Gli articoli non firmati sono tratti dalla diffusione delle diverse agenzie giornalistiche o da comunicati stampa. La responsabilità del loro contenuto rimane esclusivamente della fonte. La Redazione si riserva la facoltà di fare una cernita del materiale da pubblicare secondo criteri di buon gusto ed educazione, rispetto ed interesse generale, che non risultino offensivi della dignità e della reputazione di chicchessia. Le collaborazioni e gli articoli sono forniti gratuitamente e in modo del tutto benevolo. Appuntamento sul nostro sito: www.bottegarte.eu La data di pubblicazione è verso il 15 di ogni mese a cura di Vito Laraspata È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgi la schiena ai principi che cacciano gli oppressi ai margini del loro isolamento; ogni volta che speri con i prigionieri gli oppressi dal peso della povertà fisica, morale e spirituale; ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza! È Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso di te... (Madre Teresa di Calcutta) IL BOTTEGHINO” AUGURA UN NATALE DI PACE ED UN FELICE ANNO NUOVO festa tradizionale. Intanto, presi dalla lotta quotidiana, distratti viaggiatori della vita, non ci accorgiamo del passare del tempo. Vi ricordate? All’inizio del secolo si parlava del “bug del 2000”. Il 1° gennaio del 2002, l’Euro entrava nelle nostre tasche: un avvenimento storico certamente, l’inizio di una ‘nuova era’, attese e speranze erano alla base di questo scombussolamento generazionale. Si diceva che la moneta unica doveva essere lo strumento che avrebbe rinforzato la nostra identità europea e avrebbe contribuito alla formazione di una coscienza comune. Tutti questi anni sono volati via, in fretta, forse troppo in fretta. Sono volati via nella storia, nella nostra storia, ed un nuovo anno si appresta ad incominciare. Il tempo è fuggito e non ci siamo accorti che questi anni sono la stessa nostra vita, le nostre speranze, i nostri amori, i nostri figli, le cose in cui abbiamo creduto e in cui, nonostante tutto, continuiamo a credere. I sogni hanno ceduto il posto ad una vita sempre più cinica, piena di odio e ricca solo di egoismi. Si dice che “la speranza è l’ultima a morire”. Riprendiamo coraggio per caricarci e poter continuare la nostra vita. Abbiamo un’arma infallibile che è quella di credere e di avere più fiducia in noi stessi, salvaguardando certi valori che conserviamo dentro e che si manifestano nei piccoli gesti della vita di tutti i giorni, negli sguardi, nella gioia, nell'amore. Tutto dipende da noi. Vi.Lar. LA SPERANZA È L'ULTIMA A MORIRE Stiamo attraversando un'epoca di cambiamenti. La parola “crisi” è all’ordine del giorno. Oramai è diventato quasi un ritornello dire o sentir dire: "E' la crisi" - "Siamo in crisi", che ci siamo abituati a convivere con essa che quasi non ci facciamo più caso. Crisi economica, finanziaria, crisi politica, istituzionale, crisi della società, dei valori morali. Non c'è un solo settore della vita che non sia risparmiato dalla crisi. Stiamo vivendo un’epoca in cui prevale l’individualismo: ognuno pensa a se stesso, a farsi strada con gomitate e a racimolare quanto più è possible. Chi osa ancora immaginare il nostro avvenire? Ma soprattutto quello dei nostri figli? È come se il filo che mantiene in piedi la nostra evoluzione, si fosse spezzato. Stiamo vivendo in una società in cui prevale l'odio, il veleno, la falsità, che portano inevitabilmente al non rispetto della persona umana. Nella nostra vita quotidiana, si è introdotto “il dubbio” e con il dubbio, anche l’incertezza. Non sappiamo più a chi credere. Siamo in crisi anche con noi stessi, la nostra é una crisi profonda, è la crisi della fiducia. Natale si avvicina, le città si accendono di luci multicolori, i negozi si vestono a festa e invitano alla spesa. Tra lo scintillio di luci e le vetrine colorate, nell'aria delle città il Natale consumistico prende sempre più piede e si stanno perdendo gli antichi valori della

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anno XIV 19 dicembre 2016 N. 220

Il Botteghino

Fondato nel 2002

Edito da: gruppo editoriale e

culturale “BottegARTE” - Bruxelles

email: [email protected]

sito: www.bottegarte.eu

Direttore e redattore

responsabile:

Vito Laraspata

Invio telematico: Elisa Piunno

Grafismo, foto: Catherine Bourdeau

Archivio: Ortensia Semoli

Corrispondenti dall’Italia:

M.T. Prestigiacomo e Franca Caputo

Agenzie stampa: ANSA – AGI - NIP

Adnkronos - 9 colonne - Inform

ATTENZIONE: In conformità con le

nuove disposizioni in materia d'invii

telematici in vigore dal 1° gennaio 2004 (Testo Unico sulla tutela della privacy

emanato con D.L 196/2003 pubblicato

sulla G.U. n. 174), con la presente chiediamo l'autorizzazione a spedirVi via

'e-mail' le informazioni culturali tramite il

presente bollettino. Poichè la nostra rivista viene inviata gratuitamente, la

vostra autorizzazione s'intende approvata

tramite 'silenzio-assenso'.

Chi vuole essere cancellato dalla nostra

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IMPORTANTE: Gli articoli non firmati

sono tratti dalla diffusione delle diverse

agenzie giornalistiche o da comunicati stampa. La responsabilità del loro

contenuto rimane esclusivamente della

fonte. La Redazione si riserva la facoltà di fare

una cernita del materiale da pubblicare

secondo criteri di buon gusto ed educazione, rispetto ed interesse generale,

che non risultino offensivi della dignità e

della reputazione di chicchessia. Le collaborazioni e gli articoli sono

forniti gratuitamente e in modo del tutto

benevolo.

Appuntamento sul

nostro sito:

www.bottegarte.eu

La data di pubblicazione è

verso il 15 di ogni mese

a cura di Vito Laraspata

È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano;

ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro;

ogni volta che volgi la schiena ai principi che cacciano gli oppressi

ai margini del loro isolamento;

ogni volta che speri con i prigionieri gli oppressi

dal peso della povertà fisica, morale e spirituale;

ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza!

È Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso di te...

(Madre Teresa di Calcutta)

“IL BOTTEGHINO” AUGURA

UN NATALE DI PACE

ED UN FELICE ANNO NUOVO

festa tradizionale. Intanto, presi dalla lotta

quotidiana, distratti viaggiatori della vita,

non ci accorgiamo del passare del tempo. Vi

ricordate? All’inizio del secolo si parlava del

“bug del 2000”. Il 1° gennaio del 2002,

l’Euro entrava nelle nostre tasche: un

avvenimento storico certamente, l’inizio di

una ‘nuova era’, attese e speranze erano alla

base di questo scombussolamento

generazionale. Si diceva che la moneta unica

doveva essere lo strumento che avrebbe

rinforzato la nostra identità europea e

avrebbe contribuito alla formazione di una

coscienza comune.

Tutti questi anni sono volati via, in fretta,

forse troppo in fretta. Sono volati via nella

storia, nella nostra storia, ed un nuovo anno

si appresta ad incominciare. Il tempo è

fuggito e non ci siamo accorti che questi anni

sono la stessa nostra vita, le nostre speranze,

i nostri amori, i nostri figli, le cose in cui

abbiamo creduto e in cui, nonostante tutto,

continuiamo a credere. I sogni hanno ceduto

il posto ad una vita sempre più cinica, piena

di odio e ricca solo di egoismi.

Si dice che “la speranza è l’ultima a

morire”. Riprendiamo coraggio per caricarci

e poter continuare la nostra vita. Abbiamo

un’arma infallibile che è quella di credere e

di avere più fiducia in noi stessi,

salvaguardando certi valori che conserviamo

dentro e che si manifestano nei piccoli gesti

della vita di tutti i giorni, negli sguardi, nella

gioia, nell'amore. Tutto dipende da noi. Vi.Lar.

LA SPERANZA È

L'ULTIMA A MORIRE

Stiamo attraversando un'epoca di

cambiamenti. La parola “crisi” è all’ordine del

giorno. Oramai è diventato quasi un ritornello

dire o sentir dire: "E' la crisi" - "Siamo in

crisi", che ci siamo abituati a convivere con

essa che quasi non ci facciamo più caso. Crisi

economica, finanziaria, crisi politica,

istituzionale, crisi della società, dei valori

morali. Non c'è un solo settore della vita che

non sia risparmiato dalla crisi.

Stiamo vivendo un’epoca in cui prevale

l’individualismo: ognuno pensa a se stesso, a

farsi strada con gomitate e a racimolare quanto

più è possible. Chi osa ancora immaginare il

nostro avvenire? Ma soprattutto quello dei

nostri figli? È come se il filo che mantiene in

piedi la nostra evoluzione, si fosse spezzato.

Stiamo vivendo in una società in cui prevale

l'odio, il veleno, la falsità, che portano

inevitabilmente al non rispetto della persona

umana. Nella nostra vita quotidiana, si è

introdotto “il dubbio” e con il dubbio, anche

l’incertezza. Non sappiamo più a chi credere.

Siamo in crisi anche con noi stessi, la nostra é

una crisi profonda, è la crisi della fiducia.

Natale si avvicina, le città si accendono di

luci multicolori, i negozi si vestono a festa e

invitano alla spesa. Tra lo scintillio di luci e

le vetrine colorate, nell'aria delle città il

Natale consumistico prende sempre più piede

e si stanno perdendo gli antichi valori della

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di Guido Gozzano

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!

Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.

Presso quell'osteria potremo riposare,

ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca

lentamente le sei.

Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?

Un po' di posto per me e per Giuseppe?

Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;

son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca

lentamente le sette.

Oste del Moro, avete un rifugio per noi?

Mia moglie più non regge ed io son così rotto!

Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:

Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca

lentamente le otto.

O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno

avete per dormire? Non ci mandate altrove!

S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno

d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca

lentamente le nove.

Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!

Pensate in quale stato e quanta strada feci!

Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.

Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca

lentamente le dieci.

Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?

Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?

L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame

non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca

le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?

Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!

Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...

Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca

La Mezzanotte Santa.

È nato!

Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.

La notte, che già fu sì buia,

risplende d'un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaje

suonate; squillate, campane!

Venite, pastori e massaie,

o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,

ma, come nei libri hanno detto

da quattro mill'anni i Profeti,

un poco di paglia ha per letto.

Per quattro mill'anni s'attese

quest'ora su tutte le ore.

È nato! È nato il Signore!

È nato nel nostro paese!

Risplende d'un astro divino

La notte che già fu sì buia.

È nato il Sovrano Bambino.

È nato!

Alleluja! Alleluja!

19 dicembre 2016 p. 2

Si vedeva che la gente era felice, sorridente e perfino emozionata

quando si scambiavano i regali, ma...

Sai, Giuseppe? Non rimaneva alcun regalo per nostro figlio e mi

dava l’impressione che nessuno lo conoscesse perché nessuno fece

mai il suo nome. Non ti sembra strano che la gente si dia tanto da

fare e spenda tanto nei preparativi per celebrare il compleanno di

qualcuno che non nominano mai e che forse neppure conoscono?

Ebbi la strana sensazione che se nostro figlio fosse entrato in

quelle case si sarebbe sentito un intruso. Tutto era così bello e la

gente così contenta, ma io avevo una gran voglia di piangere

perché nostro figlio era completamente ignorato. Che tristezza per

Gesù non essere desiderato nella sua festa di compleanno! Sono

contenta perché si è trattato solamente di un sogno, ma che

terribile sarebbe se ciò divenisse realtà!

Giuseppe, ho fatto un sogno che non riesco proprio a

comprendere, ma credo che riguardava la nascita di nostro figlio.

La gente stava facendo i preparativi con sei settimane d’anticipo:

decoravano le case, compravano vestiti nuovi, uscivano spesso a

fare spese e compravano regali molto elaborati. Era tutto molto

strano, perché i regali non erano per nostro figlio: li avvolgevano

in fogli vistosi, li legavano con dei nastri preziosi e poi li

mettevano sotto un albero.

Sì, Giuseppe, un albero dentro le case; quella gente aveva

decorato un albero e i rami erano pieni di ciondoli brillanti e in

cima all’albero c’era una figura - mi sembrò che fosse un angelo -

veramente molto bella. Dopo ho visto una tavola splendidamente

imbandita con piatti deliziosi e tanti vini: tutto sembrava squisito e

tutti erano contenti, ma noi non eravamo stati invitati.

Il sogno di Maria

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19 dicembre 2016 p. 3

SOCIETÀ

Sei nato in una stalla sì, però sei nato;

e ti hanno accolto almeno una mamma ed un papà!

Quanti bambini invece, non vedranno oggi la luce,

quanti papà non sanno e non sapranno mai,

di aver avuto un figlio!

E quante donne oggi, guardando il Tuo Presepe,

in segreto piangeranno, un bimbo non avuto!

“Chi vuol esser lieto sia, del doman

non v’è certezza” (Lorenzo de’ Medici)

L'ALBERO DI NATALE HA

OFFUSCATO L'ABITUDINE

DELLE STATUINE

Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei

loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal

medioevo prenderà il nome latino di “praesepium”, ovvero recinto chiuso,

mangiatoia. È il testo del vangelo infatti a suggerire quelli che poi

diventano gli elementi fondamentali dei presepi allestiti nelle case dei

fedeli: la mangiatoia, i pastori, i magi, la stella cometa. Il presepio come

lo vediamo realizzare ancora oggi ha origine, secondo la tradizione, dal

desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la

nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili

tutti coinvolti nella rievocazione che ha luogo, a Greccio, la notte di

Natale del 1223. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano

statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato

riproducente un paesaggio che faceva da sfondo alla scena della Natività;

il presepe è esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di

tale attività artistica è la Toscana ma ben presto il presepe si diffonde nel

regno di Napoli, ad opera di Carlo III di Borbone, e nel resto degli Stati

italiani. Nel '600 e nel '700 gli artisti napoletani danno alla sacra

rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel

paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi

della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro

occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a

banchettare o impegnati in balli e serenate. La diffusione a livello

popolare si realizza pienamente nel 1800, quando ogni famiglia in

occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la

Natività secondo i canoni tradizionali, utilizando materiali - statuine in

gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato.

Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni '60 e '70, causata anche

dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie

all'impegno di religiosi e privati che con associazioni, musei,

rappresentazioni dal vivo, presepi viventi e soprattutto con la produzione

di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo, hanno

ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi

della simbologia cristiana del presepe.

Il Presepe Napoletano Nel '700 il presepio napoletano visse la sua stagione d'oro. Uscì dalle

chiese dove era stato oggetto di devozione religiosa, per entrare nelle case

dell'aristocrazia e divenire oggetto di un culto ben più frivolo e mondano.

Il presepe assume una sua configurazione ben precisa: le figure sono

realizzate con manichini in filo metallico ricoperto di stoppa, le teste e gli

arti sono in legno dipinto, che poi sarà gradualmente sostituito dalla

terracotta policroma. Il re Carlo III aveva una vera passione da

partecipare e coinvolgere famiglia e corte nella realizzazione e vestizione

di pastori e nel montaggio dell'enorme presepe del palazzo reale. Salito al

trono di Spagna, portò un grandissimo presepe e artigiani e diede così

inizio anche in Spagna ad una tradizione d'arte presepiale.

TANTI PERSONAGGI POPOLANO

LA FANTASIA ED I SOGNI

DEI BIMBI

Le tradizioni e le storie legate al Natale abbondano di personaggi a metà

tra il sacro e il magico. Sono loro che, soprattutto nei pensieri dei

bambini, contribuiscono a riempire di mistero le festività, e che tutti gli

anni diventano i protagonisti del mese di dicembre, comparendo su

milioni di cartoline augurali e addobbi di ogni genere. Accanto alle

figure, ormai più che note, di Babbo Natale e della Befana, sono molti i

personaggi natalizi che fanno parte di tradizioni regionali italiane o

addirittura straniere, e pressoché sconosciute in gran parte del paese. Lo

Juleman è il Babbo Natale scandinavo, o meglio il "piccolo uomo di

Natale". In origine era un folletto a cui venivano lasciati dei regali

davanti alla porta perché proteggesse la casa. In alcune zone della

Germania, dell'Austria e della Svizzera a portare i regali invece è il

Christkindel (in italiano significa Gesù bambino), che ha circa dieci anni

ed è tutto vestito di bianco con un velo in testa e una corona d'oro. Lo

accompagna Hans Trapp (il castigamatti), che porta una cesta colma di

giocattoli per i bambini che sono stati bravi, e in mano tiene un fascio di

ramoscelli per punire quelli che sono stati disubbedienti. Ancora più

inquietanti i Krampus, degli strani personaggi che hanno il volto coperto

da maschere grottesche e indossano abiti laceri e consunti. Suoni striduli

e potenti ottenuti da strumenti rudimentali, come campanacci e corna di

mucca, li accompagnano nel percorso che li porta di maso in maso, in

cerca di offerte in cambio di buoni auspici per l'anno che sta per arrivare.

L'origine di questa usanza, mantenuta con orgoglio in molti comuni

dell'alto Adige, si perde nella notte dei tempi, ed è legata ai

festeggiamenti del solstizio invernale. Tra i personaggi tradizionali di

Natale sono molti quelli che coincidono con figure di santi. Santa Lucia,

simbolo della luce, viene festeggiata il 13 dicembre nei paesi scandinavi.

Una leggenda racconta che un giovane si innamorò di Lucia e in

particolare dei suoi occhi. Lei rifiutò il suo amore ma in cambio gli diede

gli occhi e rimase cieca. Accadde poi un miracolo: Lucia ebbe di nuovo

gli occhi, ma questa volta ancora più belli. Il giovane le chiese

nuovamente di donarglieli ma questa volta lei rifiutò e lui la uccise

infilandole un coltello nel cuore. Comune ai del nord Europa e ad alcune

regioni dell'Italia meridionale è invece la festa di San Nicola, il 6

dicembre. La leggenda dice che il vescovo di Bari, per sfamare una città

lontana, fece caricare su una barca grano, frutta e verdura, che poi lasciò

in dono davanti alle case dove abitavano i bambini più poveri. Proprio

San Nicola è il predecessore del più celebre Babbo Natale. Nel tempo il

nome San Nikolaus divenne Santa Claus, e una slitta trainata da renne

sostituì la barca. Fu il caricaturista americano Thomas Nast, nel 1860, a

dare a Babbo Natale quello che è pressappoco il suo aspetto attuale:

lunga barba bianca, mantello rosso bordato di pelliccia e una grossa

cintura nera. Nast indicò anche quella che tutti oggi credono sia la sua

residenza ufficiale: il Polo Nord.

il Presepe

i sogni dei bambini

La festa

più attesa Dalla tradizione

ad oggi

LA MANGIATOIA La parola “presepe” significa letteralmente “mangiatoia” e indica il

luogo nel quale, come è raccontato nel Vangelo di Luca, fu collocato il

Bambino Gesù alla sua nascita, non avendo la santa coppia di Maria e

Giuseppe trovato alloggio nella locanda. Il presepe nasce, quindi, come

rappresentazione di alcuni passi del Vangelo relativi alla venuta al

mondo del Salvatore.

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Questa PAZZA, Pazza, Pazza CULTURA

19 dicembre 2016 p. 4

”Le radici della cultura sono amare,

ma i frutti sono dolci” (Aristotele)

LA STORIA DI BABBO NATALE

Negli anni che vanno dal 243 al 366 dopo Cristo, nell'antica Roma imperiale, amici e parenti si

scambiarono le prime "strenae" per festeggiare il "dies natalis".

Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di frutta e dolciumi, e poi

doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono

dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi

per l'intero anno.

Personaggi

Ma vediamo chi fu veramente

Babbo Natale

Babbo Natale, Fu San Nicola, fra gli anni 243 e

366 dopo Cristo. Nato a Myra (l'attuale Turchia)

da una famiglia ricca, rimase presto orfano a

causa della peste. Allevato in un monastero a soli

17 anni divenne uno dei più giovani preti

dell'epoca.

Molte storie vengono raccontate sulla sua generosità, ma la leggenda più

interessante è quella relativa a tre giovani ragazze destinate alla

prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di

un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in

miseria, decide di intervenire lanciando per tre notti consecutive,

attraverso una finestra sempre aperta del vecchio castello, tre sacchi di

monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la

seconda notte le cose andarono come aveva previsto. La terza notte Nicola

trova la finestra chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo

proposito, il vecchio si arrampica sul tetto e getta le monete attraverso il

camino, dov'erano appese le calze ad asciugare.

Secondo altre leggende sarebbe anche entrato in possesso del mitico Graal

che gli diede il potere di creare cose in abbondanza da regalare.

Qualche anno più tardi Nicola divenne arcivescovo, ma un arcivescovo

senza i paramenti ufficiali: solo una lunga barba bianca e un cappello

rosso in testa. Dopo la sua morte fu fatto Santo e inserito nel calendario.

Quando ci fu lo scisma tra Chiesa Cattolica e Chiesa Protestante ogni

nazione inventò il ''proprio Babbo Natale''. Per i francesi era ''Pere Noel'',

in Inghilterra ''Father Christmas'' (sempre dipinto con ramoscelli di

agrifoglio, edera e vischio) e la Germania aveva ''Weihnachtsmann''

(l'uomo del natale).

Nessuno sa come ha fatto il cavallo bianco di San Nicola a trasformarsi in

un gregge di renne. Un libro del XIX secolo mostra una illustrazione in

cui compare con una sola renna. Nel 1882 Clement Clarke Moore,

professore di greco, scrisse per i suoi figli una poesia su Santa Claus dove

parlava di otto renne. In Svezia è invece ancora rappresentato circondato

da caprioli.

Le otto renne si chiamano Comet, Dancer, Dasher, Prancer, Vixen,

Donder, Blitzen, Cupid, in italiano Cometa, Ballerina, Fulmine,

Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido. Una presunta nona renna,

chiamata Rudolph, nacque, sempre a scopo pubblicitario nei grandi

magazzini statunitensi Montgomery Ward, nel 1939. Quest’ultima aveva

un grosso naso rosso, molto utile a Babbo Natale nelle notti di nebbia.

San Nicola

e Gesù Bambino

Per tanti anni la notte dei doni venne identificata con il 5 Dicembre fintanto

che - durante la riforma protestante durante la quale le figure dei Santi

persero gran parte del fascino che esercitavano sulla gente - cominciò a

girare voce che a portare i regali la notte di Natale fosse invece il Bambino

Gesù...

Non si sa come siano andate esattamente le cose in seguito, ma da allora

prese piede la convinzione popolare che Gesù Bambino distribuisse i regali

grazie all'aiuto di un misterioso vecchietto vestito con abiti vescovili.

In alcuni paesi, ad esempio in Olanda e Germania, si dice addirittura che al

vecchio e al Bambino si siano uniti uno o più gnomi o folletti... vestiti di

pellicce e muniti di un grosso libro nero e di una frusta da usare per punire i

bambini che si sono comportati male durante l'anno!

Babbo Natale moderno

Col passare dei secoli il rito trovò la sua personificazione

in un forte vecchio dalla barba bianca, residente al Polo

Nord; secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi

costruirebbe dei giocattoli da distribuire come doni du-

rante la notte di Natale, con l'ausilio di una slitta trainata da renne volanti e

passando attraverso i camini delle case.

Babbo Natale naviga anche sulla rete

Babbo Natale abita al Polo Nord, ma è facile per tutti incontrarlo nel

cyberspazio. E non è un caso che la maggiorparte dei siti siano stati

realizzati nei paesi del Nord Europa. Al sito Santamail non solo è possibile

spedire una lettera, ma anche riceverla: i genitori possono ordinare una

lettera personalizzata, che i propri figli riceveranno come sorpresa di

Natale, con tanto di firma di Santa Claus in fondo.

Direttamente dalla casa di Santa Claus, al Polo Nord, arrivano

informazioni, canzoni, immagini. Nonché la possibilità di spedire un

"North PolarGRAM", un telegramma polare.

E non manca nemmeno il Villaggio segreto di Santa Claus, sempre al Polo

Nord (ma in realtà yankee al 100 per 100). Ma il più antico sito sul Natale

in rete è nato in Finlandia: Christmas in Cyberspace, quasi interamente

monopolizzato dalla "ingombrante" figura di Santa Claus. Altra città

virtuale è quella di http://www.claus.com, metropoli, ricchissima di tutto,

compreso un karaoke per cantare on line i più classici inni natalizi.

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La frutta in inverno mette allegria

e diventa un complemento prezioso per la nostra tavola

Ci sono frutti in particolare che, per la suggestione della loro forma e del loro colore o perché ricchi di significati simbolici, vengono associati al

clima della festa più bella dell'anno. È il caso, ad esempio, del melograno con i suoi chicchi rossi, di aspetto così natalizio da essere diventato un

diffusissimo simbolo riprodotto in mille varianti: dai biglietti augurali alle decorazioni da appendere all'albero. Dicono che sorbire i suoi chicchi

durante i pranzi delle festività assicuri denaro e prosperità per tutto l'anno. Per non parlare dell'uva, che non può assolutamente mancare sulla tavola

del cenone della Vigilia o di San Silvestro: la tradizione vuole che, quando suona la mezzanotte, se ne mangi un chicco a ogni tocco di campana. Le

mele rosse ricordano nella forma e nel colore le palline da appendere all'albero e sono diventate un motivo decorativo ricorrente. Tutti i frutti rossi,

del resto, fanno Natale: dai lamponi alle fragole, dai grappoli di ribes ai più insoliti corbezzoli.

simboli e tradizioni

19 dicembre 2016 p. 5

I figurinai lucchesi

e la tradizione del presepe in Toscana

Gli archivi storici del comune di Bagni di Lucca raccontano che l'attività dei figurinai della

Lucchesia, gli artigiani capaci di plasmare statuine, si può far risalire alla metà del ‘700. Nel locale

palazzo comunale un dipinto dell'artista barghigiano Cordati riferibile a quel periodo raffigura

infatti un figurinaio di quelle zone, accompagnato dai suoi garzoni, che tiene in mano due ceste

colme di statuine pronte per essere vendute. Una tradizione antica, dunque, capace di dar vita a

personaggi di singolare espressività ed accuratamente modellati, generazione dopo generazione.

Tanti furono i figurinai che infoltirono le schiere dei migranti lucchesi in diversi Paesi,

contribuendo alla costruzione di quella comunità di Lucchesi nel Mondo che rappresenta una parte

importante della storia toscana.

Qualcuno riporta la storiella che quando Cristoforo Colombo scoprì l'America trovò sulla spiaggia

alla quale approdò, un lucchese che vendeva statuine del presepe. Una battuta che la dice lunga sul

radicamento di questa tradizione in Lucchesia, anche se ancora oggi non esiste alcuna datazione

esatta che indichi la nascita vera e propria di questa figura di artigiano/artista.

Certo è che nella seconda metà dell''800 nasce una rinnovata volontà di fare, di intraprendere. Tra le

tante attività che sorgono vi è anche quella di chi si inventa di rappresentare, sotto forma di

statuetta, la fisionomia delle persone in generale, siano gente comune o mestieranti qualsiasi.

Successivamente si cominciò a riprodurre la scena della nascita di Gesù, del villaggio dove questa

era avvenuta e degli abitanti intenti a svolgere le quotidiane attività. Tra questi, pioniere fu

certamente Emanuele Fontanini, che fondò l'omonima azienda sorta nel 1908 a Bagni di Lucca,

ancora oggi sinonimo di alta espressione artistica.

Le nostre tavole e le nostre case sono addobbtae

sempre di più nelle feste natalizie. La tavola è

riccamente imbandita, l'albero di Natale

troneggia al centro del salone, le luci sono

posizionate in modo strategico. La tavola ha una

funzione importante nel festeggiamento insieme

ai parenti o agli amici. Tutti quanti ci si riunisce

accanto al tavolo, riccamente decorato, e si

comincia a mangiare ed a discorrere. I colori

della tavola, tovaglie, piatti e tovaglioli, sono i

più vari: ma il rosso ed il bianco, i colori del

Natale per eccellenza, la fanno naturalmente da

padroni. Quando si apparecchia per mangiare

però, in ricorrenze come queste, si usa porre al

centro della tavola delle decorazioni che allietino

il pasto dei commensali. Così sulle nostre tavole,

spesso, vengono posti dei centrini fatti di piante o

di frutti che abbelliscono il cenone od il pranzo

del Natale.

Il Natale e le festività pagane si sono fuse nel

corso dei secoli. Le piante che ornano le case, i

luoghi della città e le tavole imbandite vengono

ad avere un significato particolare, qualcosa che

va oltre la bellezza estetica. La memoria di questi

simboli, però si perde nella storia del Medioevo

contadino europeo. Memoria che noi oggi

abbiamo perso ma che è bene sapere per non

tranciare completamente i contatti con le nostre

radici culturali e storiche, soprattutto in un

momento difficile come questo.

va lontano i rettili, e a curarne il morso, che la

tradizione cristiana interpretò come un potere di

purificazione dei peccati.

AGRIFOGLIO E PUNGITOPO sono dei

portafortuna, la tradizione cristiana vede nelle

sue foglie dure e con le spine il simbolo di forza

e di difesa contro i mali, e nelle sue bac- che la luce di Natale, sono simbolo di allegria e

di buon auspicio di fecondità e di abbondanza.

ARANCIA frutto dell'inverno, l'arancia

raffigura il Natale a tavola per il suo splendore e

per la speranza.

MELAGRANA: il suo significato si riferisce

al mondo agreste, simboleggiava la

rigenerazione della terra, mentre per Cristo

indica la resurrezione, infatti viene spesso

dipinto con una melagrama in mano.

Quando apparecchiate la tavola, tenetene conto.

arricchire il cenone

con i simboli

IL VISCHIO è la pianta natalizia per

antonomasia riconosciuta come pianta di buon

augurio: è una panacea contro tutti i mali, perché

non possiede legami con la terra. È

l'incarnazione dello spirito vitale e quindi

protettivo.Già Virgilio nell'Eneide lo cita per le

sue virtù magiche.

IL BIANCOSPINO germoglia nei giorni di

Natale e fiorisce a Pasqua e si fa risalire al

biancospino di Glastonbury e al bastone che

Giuseppe d'Arimatea aveva piantato con le sue

mani e da esso nacque un bellissimo

biancospino che per secoli continuò a fiorire

ogni Natale.

IL GINEPRO la leggenda narra che Maria, in

fuga dai soldati di Erode, trovò rifugio e

nascondiglio fra i propri rami. E da quel legno si

sarebbe anche fatta la croce di Gesù. Tra le sue

virtù, si sosteva che fosse una pianta che tene-

LA STELLA DI NATALE

La Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima) è

una pianta selvatica Messicana dove si sviluppa

fino a 4 metri è importata e utilizzata come

pianta ornamentale tipica del periodo natalizio.

La Stella di Natale è caratterizzata dalla

stupenda fioritura che non è rossa ma è formata

da un fiore giallo circondato da cinque brattee di

colore rosso. La Stella di Natale è una pianta

perenne fotoperiodica e la fioritura avviene nelle

giornate più corte dell’inverno. La pianta cresce

particolarmente alla luce ma la buona fioritura

della stella di Natale è garantita anche da una

esposizione in ambienti non troppo luminosi.

perdere le foglie può essere mantenuta tutto

l’anno ponendola alla luce per tutto il periodo

primaverile estivo e riponendola all’ inizio dell’

autunno in un luogo poco luminoso.

Riproduzione Potete riprodurre facilmente la Stella di

Natale per talea in primavera ponendo la parte

recisa prima in acqua tiepida e successivamente

invasata in terriccio con l’aggiunta di ormoni

radicali.

Cure e manutenzione La Stella di Natale viene coltivata a una

temperatura tra i 14 e i 22°, vive a temperature

più basse, ma non tollera il gelo.

La concimazione a base di potassio e fosforo va

eseguita ogni 15 giorni per tutto il periodo

invernale. Annaffiare la piante ogni 3 giorni

potare e rinvasare la Stella di Natale ogni

primavera. La Stella di Natale che spesso viene

buttata a fine delle festività quando comincia a

19 dicembre 2016 p. 5

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14 novembre 2016 p. 5 Simboli e leggende

Quella dell'albero di Natale È una tradizione

antica che viene fatta risalire, in alcune parti

dell'Europa ai riti pagani del ceppo, bruciato a

partire dal solstizio invernale (i giorni più corti

dell'anno). Questo ceppo doveva essere scelto

tra i migliori ed essere preferibilmente di

quercia (che simboleggia la forza e la solidità),

e veniva arso davanti alla famiglia al completo.

Simbolicamente si bruciava il passato, e si

coglievano i segni del prossimo futuro: le

scintille che salivano nella cappa

simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi, i

doni erano simbolo di abbondanza, la cenere,

raccolta, veniva sparsa nei campi per sperare in

abbondanti raccolti. Noi troviamo questi

simboli nel nostro albero di natale: le luci e le

luminarie sono le scintille del falò, le palle e le

decorazioni sono speranze di prosperità, l'abete

sempreverde la speranza di rinascita, i fili d'oro

e d'argento i capelli delle fate. Nel mondo

contadino i festeggiamenti si protraevano fino

all'epifania: erano dodici giorni, durante i quali

le giornate iniziano lentamente ad allungarsi.

la corona

dell’Avvento

LA LEGGENDA DEL VISCHIO

C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo

viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico. Per tutta

la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno

all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era l'unica

cosa che gli importava. Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e

andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca.

Per avere sempre piu' soldi, a volte si comportava in modo disonesto e

approfittava dell’ ingenuità di alcune persone. Ma tanto a lui non

importava, perché non andava mai oltre le apparenze.

Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli

interessavano le loro storie e i loro problemi. E per questo motivo nessuno

gli voleva bene. Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio

mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni,

decise di uscire a fare una passeggiata.

Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti.

Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì

perché non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori

sembrassero molto vicini. A un certo punto cominciò a sentire qualcuno

che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello.

Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre,

vicende familiari e d'amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto

poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la

solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù.

Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone

che vedeva tutti i giorni, l'uomo cominciò a piangere. Pianse così tanto

che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato. E le

lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come

perle. Era nato il vischio.

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La Corona (o ghirlanda) d’Avvento ha origine da

un simbolo pagano adottato poi dal cristianesimo,

per ricordare lo scorrere del tempo e il Natale che

si sta avvicinando, per invitarci a viverlo ed

accoglierlo in preghiera, soprattutto nella famiglia.

La corona è composta con ramoscelli di alberi

sempreverdi, simbolo della continuità della vita,

decorati con nastri e altro.

All’interno ci sono cinque candele: quattro (tre

viola e una rosa) sono posizionate ai margini

interni dei ramoscelli sempreverdi, la quarta

(bianca) è posizionata al centro delle altre.

La forma circolare della ghirlanda ci riporta

all’eternità di Dio, che non ha né inizio né fine,

all’immortalità dell’anima e alla vita eterna in

Cristo. La corona è anche simbolo di regalità e

vittoria: annuncia che il Bambino che stiamo

attendendo è il Re che viene a vincere le tenebre

con la sua luce.

Si utilizza in chiesa a partire dalla Prima settimana

d’Avvento: le candele vengono accese, una alla

settimana, durante la celebrazione della Santa

Messa domenicale o già il sabato sera quando c’è

la Messa Vespertina.

Negli ultimi decenni la corona viene usata anche

nelle famiglie, piccole chiese domestiche, dove

le candele vengono accese quando la famiglia è

riunita. La tradizione vuole che sia il più piccolo

ad accenderle. Si possono accendere anche

durante la settimana, quando si prega o si mangia

insieme o quando arriva un ospite.

La prima è la Candela del Profeta. È viola,

colore del Tempo Liturgico, della penitenza e

dell’attesa, ed è la candela della speranza. Ci

ricorda che molti secoli prima della nascita di

Gesù, i profeti ne hanno predetto la venuta. Il

profeta Michea ha detto perfino che sarebbe nato

a Betlemme.

La seconda candela, viola, è definita Candela di

Betlemme, la candela della chiamata universale

alla salvezza e ci ricorda il luogo dove è nato il

nostro Salvatore.

La terza candela, chiamata Candela dei Pastori,

è rosa, la candela della gioia, poiché i pastori

sono stati i primi a visitare ed adorare il bambino

Gesù e raccontare della sua nascita.

La quarta candela, è detta Candela degli Angeli,

in onore degli Angeli che hanno annunciato agli

uomini la nascita di Gesù.

L'ultima, posta al centro delle altre, è quella

bianca e raffigura Gesù, Luce del mondo: viene

accesa la notte di Natale.

la tradizione

dell’abete

LA LEGGENDA DEL PINO

Finalmente apparvero le case di Betlemme. Era l’ora in cui gli uomini,

lasciato il lavoro, s’affrettano amorevoli verso le case e il giovane,

riconducendo i bovi alla stalla, ha in bocca uno stornello, come un

rametto fiorito. Era l’ora in cui i camini fumano e la massaia stende la

tovaglia della cena sulla grande tavola della cucina. Il cielo illividito si

era chinato verso la terra in un raccoglimento di nevicata. Eppure gli

uccelli continuavano a volare sugli alberi nudi e i galli continuavano a

cantare nei pollai già chiusi, come se il giorno, invece di finire, stesse

per cominciare. La Madonna si reggeva a fatica, per la stanchezza del

lungo cammino, e Giuseppe aveva nel cuore una gran pena per la

santissima creatura che affrontava tanti disagi in una stagione tanto

avversa. Dove l’avrebbe fatta riposare? Dove avrebbe bussato a

chiedere un giaciglio? La Madonna quasi sveniva, e dal cielo

cominciavano a cadere dei bianchi petali, come da grandi mandorli in

fiore quando c’è vento.

Giuseppe corse verso le case di Betlemme a cercare un luogo dove

passare la notte. La Madonna restò a pregare al riparo di un albero. E

l’albero si rizzò sul tronco e le fece largo tirando i rami verso la cima e

distendendoli a ombrello. La neve sfarfallava intorno e imbiancava ogni

cosa. Ma sotto l’albero spiccava, isoletta scura, un cerchio di terra. E in

quel cerchio asciutto, la Madonna aspettò il ritorno di Giuseppe.

“Benedetto”, disse, “tu che mi hai riparata”.

E il pino rimase, da allora, un sempreverde ombrello d’una aerea

bellezza che rallegra la vista e conforta lo spirito. Nella polpa dei suoi

semi è racchiusa l’immagine delle sante mani che si levarono a

benedirlo. E sotto i suoi rami, poi che la Madonna vi respirò la sera di

Natale, l’aria è balsamo a chi vi si sofferma. E dal tronco, se lo ferisci,

geme una resina che bruciata profuma come incenso davanti all’altare.

ALBERI DI NATALE IN NOVE CASE SU DIECI: 3,5 MILIONI QUELLI VERI Sono 3,5 milioni le famiglie italiane a caccia dell’albero di Natale vero che sarà addobbato nelle case o nei giardini a partire proprio dal ponte

dell’Immacolata secondo tradizione. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti dalla quale si evidenzia però che quasi 6 italiani su dieci (il 59 %)

recuperano dalla cantina il vecchio albero sintetico, una minoranza dovrà sostituirlo mentre sono appena il 10% quelli che rinunciano del tutto

all’albero. Una tradizione consolidata dunque nelle case degli italiani anche se con il cambiamento degli stili di vita si registrano nuove tendenze.

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3 novembre 2014 p. 9

DOSSIER

“Non esiste una via per la pace,

la Pace è la Via” (Dalai Lama)

TUTTI I PERCHÉ DEL

CAPODANNO

La celebrazione dell'anno nuovo è la più antica di cui vi sia traccia

nella storia dell'uomo. Furono i Babilonesi circa 4000 anni fa a

festeggiare per primi il loro capodanno. Intorno all'anno 2000 a.C.,

l'anno babilonese iniziava in corrispondenza con la prima Luna

Nuova dopo l'equinozio di primavera.

L'inizio della primavera era un periodo logico per associarvi l'inizio

dell'anno. Dopotutto, la primavera è la stagione della rinascita,

della nuova semina, della fioritura. Inoltre, il 1° gennaio non ha

alcun significato dal punto di vista dell'agricoltura o astronomico.

È stata quindi una scelta puramente arbitraria. Gli antichi romani

continuarono a celebrare l'anno nuovo nel tardo marzo, ma il loro

calendario era continuamente 'manomesso' dai vari imperatori; si

scelse quindi di 'sincronizzarlo' con il sole.

Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è

conosciuto come il "calendario Giuliano", che stabiliva che l'anno

nuovo iniziava il primo gennaio. Una tradizione del nuovo anno è

quella dei "propositi per l'anno nuovo". Anche questa tradizione

nasce dai babilonesi: il proposito che più spesso facevano era

quello di restituire strumenti per l'agricoltura che erano stati

prestati loro.

Tradizionalmente, l'anno nuovo è

simboleggiato dalla figura di un bimbo appena

nato. Questa tradizione nasce in Grecia intorno all'anno 600 a.C. Un

bambino piccolo era il simbolo dell'annuale rinascita di Dioniso,

dio del vino. Questa cerimonia serviva per ottenere fertilità e

ricchezza. Una celebrazione simile esisteva anche nell'antico

Egitto.

Tradizionalmente, si pensa che ciò che si fa il primo giorno del

nuovo anno, incida molto su come sarà l'intero anno. Per questo si

festeggia con la propria famiglia, con gli amici, in una nottata

all'insegna dell'allegria e del lusso.

Si dice che porti molta fortuna se il primo visitatore di casa vostra

nel nuovo anno sia un uomo alto e con i capelli scuri, ma in molti

credono anche che una volta scesi in strada porti fortuna incontrare,

come prima persona dell'anno, una persona del sesso opposto.

Tutti sembrano essere invece d'accordo sul fatto che incontrare un

gobbo la mattina del primo dell'anno sia un evento da salutare con

gioia.

L'USANZA DI LANCIARE ROBA

VECCHIA DALLE FINESTRE

EPIFANIA Il nome deriva dal greco “epifanio”, che significa “rivelazione, manifestazione”

I Magi provenivano dalla Mesopotamia o dalla Persia, popoli con una grande cultura astrologica. Essi avevano riconosciuto, attraverso lo studio dei

loro libri, l’evento che stava per manifestarsi. Gli israeliti, nonostante possedessero le Sacre Scritture, non compresero l’importanza di quello che

stava per accadere.

Con la solennità dell’Epifania si celebra anche l’unificazione dei popoli. Egli è il Re di tutti i popoli: per mezzo di Lui e in vista di Lui sono state fatte

tutte le cose (cfr. Colossesi 1,16). Non è la Parola di Dio, ma la tradizione, che ci definisce il numero dei Magi e la loro regalità. Essi portano con se

tre doni: oro, simbolo della regalità di Gesù; incenso, simbolo del culto divino che si può offrire solo a Dio; mirra, che a quel tempo serviva per curare

le ferite ed imbalsamare i defunti.

Quella pigra signora... Da dove nasce la Befana? La leggenda narra di una vecchia signora (la Befana in Italia e Babushka in Russia) che si rifiutò di uscire nella notte

fredda con i pastori per andare a far visita al bambino Gesù. Al mattino, preparò un cesto di doni per il Bambinello e andò a far visita nella stalla ma

la trovò vuota. Da quel giorno ha viaggiato per il mondo, guardando ogni bimbo in faccia per trovare Gesù Bambino.

A Natale lascia doni per ciascun bimbo buono sempre sperando che uno di loro sia Gesù.

Il Capodanno in Italia è festeggiato con

petardi e fuochi d'artificio di ogni tipo

che illuminano il cielo per dare il

benvenuto al nuovo anno. Molti usano

lanciare roba vecchia dalle finestre,

quasi a voler buttare via tutto il

negativo dell'anno passato, aspettandosi

di meglio dal futuro. A mezzanotte ci si

scambiano gli auguri brindando con

spumante rigorosamente italiano.

Anche il Cenone di Capodanno è ricco

di portate di ogni genere, pure queste

diverse a seconda delle regioni, ma due

di esse saranno nessariamente presenti

su ogni tavola, da Aosta a Trapani: lo

zampone o il cotechino accompagnati

dalle lenticchie. Queste ultime

rappresentano i soldi che si

accumuleranno durante l'anno: più se ne

mangiano meglio è!!

Lo zampone vuole essere un simbolo di

abbondanza, trattandosi di carne di

maiale, sicuramente tra le più grasse, e

quindi di buon augurio per il nuovo

anno.

Le tradizionali feste di piazza invadono

tutte le più grandi città italiane: da

Roma a Napoli, da Milano a Palermo,

da Torino a Venezia.

Concerti, fuochi d'artifico e tanto

folklore: i ragazzi, ma anche le persone

più anziane amano festeggiare in questo

modo la ricorrenza più sentita dell'anno

dal punto di vista profano. Ricordiamo

come a Piazza del Popolo a Roma nel

2000 vi erano più di un milione di

“spettatori”, le strade erano intasate ma

l'allegria era così tanta che le code e le

file non hanno creato grosso

nervosismo agli automobilisti e ai

passeggeri.

Ma il Capodanno viene festeggiato in

modi diversi in tutte le parti del mondo

e quello giapponese è uno dei più

particolari.

Per un paese con un senso del rituale

così sviluppato, le festività sono un

modo di vita. I giapponesi le amano

profondamente. Pare che si succedano

nel corso dell'anno con estrema

frequenza sparse per tutto il territorio.

Ogni regione ha un suo particolare

festival, spesso una o varianti sul tema

di grandi celebrazioni nazionali di

carattere religioso dedicate a divinità,

santuari shintoisti o a templi buddhisti,

durante le quali lungo le strade del

luogo vengono trasportati a spalla

pesanti mikoshi (santuari portatili).

Durante le feste le antiche tradizioni

insulari, ancora radicate nei distretti

rurali, si intrecciano allo spirito

consumistico delle grandi città che

aggiungono così alle celebrazioni un

tocco commerciale.

È la festa più popolare in Giappone. Il

periodo in cui i parenti si riuniscono e

molte famiglie si recano dai nonni a

trascorrere le vacanze. Le celebrazioni

iniziano la vigilia del Nuovo Anno.

Alla mezzanotte del 31 dicembre, la

famiglia mangia i vermicelli (soba),

simbolo di lunga vita e poi si reca in

visita al santuario locale o al tempio

per pregare affinché il nuovo sia un

anno fortunato. Il primo dell'anno viene

consumata una colazione speciale, ai

bambini vengono regalati dei soldi ed

ognuno attende con ansia di ricevere i

biglietti d'auguri per il Nuovo Anno

che vengono spediti tutti insieme la

mattina di Capodanno.

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per CHI vuol

saperne DI PIÙ...

“La vera conoscenza, è sapere i limiti

della nostra ignoranza” (Confucio)

L'ANTICA TRADIZIONE DEL PANETTONE

Ma esiste anche una seconda versione...

Pietro Verri narra di un'antica consuetudine che, nel IX secolo, animava le

feste cristiane legate al territorio milanese. A Natale, la famiglia intera si

riuniva accanto al focolare attendendo che il pater familiae spezzasse "un

pane grande" e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di

comunione. Nel XV secolo, come ordinato dagli antichi statuti delle

corporazioni, ai fornai che nelle botteghe di Milano impastavano il pane

dei poveri (pane di miglio, detto pan de mej) era vietato produrre il pane

dei ricchi e dei nobili (pane bianco, detto micca). Unica eccezione: il

giorno di Natale, quando aristocratici e plebei potevano consumare lo

stesso pane, regalato dai fornai ai loro clienti: era il pan de' sciori o pan de

ton, ovvero il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, zucchero

e zibibbo. Alla fine del '700, una novità inattesa: la Repubblica Cisalpina

s'impegnò a sostenere l'attività degli artigiani e dei commercianti milanesi

favorendo l'apertura dei forni e delle pasticcerie. Nel corso dell'800,

durante l'occupazione austriaca, il panettone diventò l'insostituibile

protagonista di una piacevole abitudine: il governatore di Milano era solito

offrirlo al principe Metternich come dono personale.

Ecco due storie:

Messer Ughetto degli Atellani, falconiere, abitava nella contrada delle

Grazie, a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si

fece assumere da lui come garzone e, per incrementare le vendite, provò a

inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro,

zucchero e uva sultanina. Poi infornò. Un successo strabiliante! Tutti

vollero assaggiare il nuovo pane, e qualche tempo dopo i due giovani

innamorati si sposarono, felici e contenti. Il cuoco al servizio di Ludovico

il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale, a cui

erano stati invitati molti nobili del circondario. Ma ahimè! il dolce,

dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco,

Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: "Con quanto è rimasto

in dispensa – un po' di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche

uvetta –, stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete

portarlo in tavola". Il cuoco acconsentì e, tremante, si mise dietro una

tenda, a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e, al duca

che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò: "L'è 'l

pan de Toni". Da allora è il "pan di Toni", ossia il panettone.

IL PANETTONE FARCITO

6 cucchiai di marmellata

2 bicchierini di martini dolce

350 gr. di panna montata

1/2 litro di latte

120 gr. di zucchero

60 gr. di fecola

2 cucchiai di canditi all'arancia

3 tuorli

1 confezione di frutti di bosco

PREPARAZIONE:

Sbattete i tuorli con lo zucchero fino a che non diventino

spumosi; unite la fecola, mescolate ancora per qualche minuto e diluite con il latte caldo. Versate il tutto in un

pentolino e mettete sul fuoco, continuando a mescolare,

per fare addensare; aggiungete alla crema ottenuta 1 bicchierino di martini e quando sarà fredda unite i canditi

tritati e 250 gr. di panna montata.

Togliete la calotta al panettone, spruzzateci il martini rimasto diluito con 1/2 bicchiere d'acqua e mettetela sul

fondo di uno stampo da budino inumidito con l'acqua.

Tagliate il panettone a fettine sottili spruzzatele tutte con il martini e acqua e foderateci le pareti dello stampo. Fate

uno strato di crema, ricoprite con delle fettine di

panettone sempre inzuppate di martini e acqua, metteteci sopra della marmellata e continuate così fino alla fine

degli ingredienti (l'ultimo strato deve essere di panettone).

Coprite lo stampo con la pellicola trasparente e mettete in frigo per 3 ore. Al momento di servire capovolgetelo su

un vassoio e guarnite con la panna montata rimasta, e

frutti di bosco.

Ingrediente per molti irrinunciabile della formula “Natale all'italiana”, il panettone è uno dei più tipici dolci nostrani. Un dolce rustico -

nato dalla cucina povera, ma grato anche al raffinato gusto dei ricchi - che ha alle spalle una lunga storia, strettamente intrecciata alla

leggenda e unita a quella del pane, alimento da sempre, presso tutti i popoli e tutte le religioni, carico di valori simbolici.

È molto probabile che il suo nome sia nato come accrescitivo di “panett” (cioè pagnotta) per indicare un pane più grosso del solito.

Secondo alcuni, però, deriverebbe invece da “pan ad Toni”, dal nome del ragazzo che l'avrebbe ideato, intorno al 1400, alla corte di

Ludovico Sforza detto il Moro.

Ma chi scoprì il panettone secondo la tradizione?

RICETTE TRADIZIONALI

Zuppa di lenticchie

e frutti di mare

Ingredienti:

250 g di lenticchie

1,5 kg circa fra cozze e vongole

una bella seppia di circa 400 g

3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva

poco vino bianco

100 g circa di passata di pomodoro

una costa di sedano, una carota

una foglia di alloro

una cipolla, 2 spicchi d’aglio

prezzemolo

peperoncino (facoltativo)

sale

È una delle ricette più richieste a Capodanno.

Lavare bene le vongole e lasciarle immerse per

alcune ore in abbondante acqua salata

leggermente tiepida. Sciacquare le lenticchie,

metterle in una casseruola e coprirle di acqua

fredda che sopravanzi di due dita. Unirvi la

cipolla, il sedano, la foglia di alloro e la carota

mondata quindi salare, incoperchiare e lasciar

cuocere, a fuoco moderato, per circa un'ora fino

a che le lenticchie saranno tenere. Raschiare le

cozze con un coltello e passarle con uno

spazzolino duro tenendole sotto il getto

dell'acqua. Pulire la seppia, scartando l'osso e

il contenuto della sacca quindi spellarla,

lavarla sotto l'acqua corrente e tagliarla a

pezzettini. Scaldare leggermente un

cucchiaio d'olio in una padella larga, unirvi le

cozze e le vongole ben sciacquate quindi

incoperchiare e tenerle sulla fiamma fino a

quando si saranno aperte. Sgusciarle e

conservare il liquido che avranno emesso

dopo averlo filtrato. Scaldare due cucchiai

d'olio in un tegame e farvi imbiondire gli

spicchi d'aglio spellati, il peperoncino, quindi

unirvi i pezzettini di seppia, salare poco e

farli insaporire a fuoco vivace. Quando

cominciano a prendere colore, unirvi il vino e

farlo sfumare prima di aggiungere il passato

di pomodoro. Incoperchiare e lasciare

cuocere per una decina di minuti a fuoco

moderato. A questo punto unire le lenticchie

cotte e scolare e il liquido dei molluschi.

Lasciare insaporire il tutto per qualche

minuto e, poco prima di togliere la zuppa dal

fuoco, unirvi anche le cozze e le vongole.

Servire la zuppa ben calda, spolverata di

prezzemolo tritato.

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19 dicembre 2016 p. 9

AL VIA LA CAMPAGNA

“ATTENTI AL PACCO”

Come scegliere regali senza venire raggirati? Come andare in vacanza in tutta

tranquillità? Come sprecare di meno durante i cenoni? L’Adoc lancia la campagna

“Attenti al pacco!”, attiva sul sito dell’associazione e sui canali social Facebook,

Twitter e Youtube. “La campagna mira a informare correttamente il consumatore su

ogni aspetto legato alle Feste di Natale, per evitare di prendere fregature – si legge

in una nota - Dal vademecum su come acquistare online senza timori a come

scegliere correttamente giochi, cosmetici, vestiti, prodotti tipici alimentari, alberi di

Natale e luminarie. Da come evitare lo spreco alimentare sotto le Feste alle norme

per godersi le vacanze fuori casa senza problemi”.

Anche al ristorante i consumi di Natale

non decollano. Da una indagine della

Fipe - Federazione Italiana Pubblici

Esercizi, condotta in collaborazione con

Format Research, è emerso che circa 5,6

milioni di italiani - pari all’11% della

popolazione -, trascorreranno il pranzo di

Natale con amici e/o parenti presso

ristoranti, trattorie e altri locali pubblici,

in calo di circa 512 mila unità rispetto ai

dati rilevati lo scorso anno.

Analizzando i dati nello specifico,

l’87,7% degli intervistati trascorrerà il

pranzo di Natale in casa con amici e/o

parenti, in aumento rispetto all’84,5%

registrato nel 2015, il 9,2% si recherà in

un ristorante o altro locale pubblico in

Italia – nel 2015 il dato era del 10%,

mentre l’1,8% trascorrerà il pranzo di

Natale in un ristorante all’estero, in

lievissimo calo rispetto al 2% del 2015. I

dati relativi a coloro che trascorreranno il

pranzo di Natale fuori casa si

accompagnano ad un leggerissimo

incremento della spesa media per il

pranzo: si pagheranno in media 51 euro a

testa rispetto ai 50 euro del Natale 2015.

Per quanto riguarda le fasce di prezzo dei

pranzi di Natale al ristorante serviranno

meno di 40€ nel 25% dei ristoranti, tra

40€ e 60€ nel 57,5% dei ristoranti ed

oltre 60€ nel restante 17,5% dei pubblici

esercizi. Passando invece ad analizzare il

punto di vista degli esercenti intervistati,

NATALE TRA CENONI, REGALI E.... CONSUMI

dall’indagine emerge che in occasione

del pranzo di Natale il 50% dei

ristoratori offrirà un menù “tutto

compreso” escluse le bevande, il 27,8%

un menù “tutto compreso” bevande

incluse, mentre il restante 22,2% non

prevede un menù fisso.

Per quanto riguarda invece il

cenone di Capodanno?

Dall’indagine è emerso che il 14,7%

della popolazione - circa 7,5 milioni di

italiani, aspetterà lo scoccare della

mezzanotte in un ristorante o in un altro

locale pubblico. Il 12,1% si recherà in un

locale pubblico in Italia, mentre il 2,6%

consumerà il cenone di fine anno in un

ristorante all’estero, dato questo in calo

soprattutto a causa della minore

propensione a recarsi all’estero

registratasi nel 2016. Di questi 7,5

milioni la maggioranza saranno giovani,

residenti al Nord e non coniugati.

Resterà invece a casa per il consueto

cenone l’85% degli intervistati, in

maggioranza Over 55, residenti nelle

grandi aree metropolitane del Centro e

del Nord Est e le famiglie - nel 2015 il

dato si attestava all’83,4%. Dall’analisi

dei dati raccolti traspare infine

l’ottimismo dei ristoratori: ben 8

ristoratori su 10 ritengono, fin da ora, di

poter fare il pienone la sera di S.

Silvestro.

NATALE AL RISTORANTE

PER 5,6 MILIONI DI ITALIANI

LA CORSA AI REGALI È SEMPRE

PIÙ DIGITALE

La corsa ai regali di Natale diventa sempre più digitale. Secondo

uno studio di RetailMeNot.it, (http://www.retailmenot.it/),

l’ecommerce crescerà di oltre il 30% con un giro di affari di 3.6

miliardi di euro rispetto ai 2.8 miliardi dell’anno scorso,

posizionando l’Italia come il paese con il più alto tasso di

crescita in Europa dello ‘shopping online’ insieme alla Spagna

(33%). I dati sono una conferma di ciò che sta avvenendo negli

ultimi anni: i consumi stanno cambiando e gli Italiani sempre di

più guardano anche all’online per acquistare ciò di cui hanno

bisogno.

In generale, in Italia, i consumi subiranno una crescita dell’0.6%

rispetto l’anno scorso. Se consideriamo gli altri paesi europei

protagonisti dello studio di RetailMeNot.it – Belgio, Francia,

Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito – verranno spesi

323.8 miliardi di euro. In particolare il Regno Unito è il paese

dove si spende di più con una cifra pari a 89.4 miliardi di euro,

seguito dalla Germania con 75.6 miliardi e la Francia che

registra 66.9 miliardi di euro spesi per i regali natalizi. Il

successo dello shopping online è dovuto, quindi, a una maggiore

facilità e comodità nel cercare e comparare prezzi e prodotti;

inoltre, gli acquisti sono consegnati direttamente a casa o sul

luogo di lavoro, l’assortimento è vasto, i prezzi sono competitivi

e si possono consultare opinioni e commenti di altri

consumatori. Uno degli elementi chiave dello sviluppo

significativo dell’ecommerce è la diffusione sempre più intensa

dello shopping che si realizza tramite dispositivi mobili.

Oltre la comodità di fare acquisti tramite tablet o cellulari

mentre ci si reca in ufficio o nei momenti di break della

giornata, tra gli elementi che spiegano la diffusione del mobile

commerce tra gli Italiani, c’è una comprovata maggiore

sicurezza dei pagamenti digitali ed esperienze d’acquisto

sempre più positive.

7 ITALIANI SU 10 CERCANO

GIOCATTOLI ONLINE

Meglio chiedere consiglio a Internet che ad amici e parenti: per

gli italiani non c’è dubbio, almeno quando si parla dell’acquisto

di giocattoli. È quanto emerge dall’analisi “I giocattoli si

cercano online, Amazon al top” condotta da BEM Research: il

68,1% degli italiani intervistati ammette di affidarsi al web per

scegliere il regalo da mettere sotto l’albero di Natale. Nel

dettaglio, il 39,1% degli intervistati predilige la ricerca su

Amazon e siti di marketplace similari; il 29% sceglie i punti

vendita; il 23,7% si affida a alla ricerca su Google. Meno

frequenti sono le ricerche sui siti web delle aziende di giocattoli

(4,9%), i consigli degli amici e l’aiuto dei social vengono scelti

rispettivamente dal 3% e 0,4% degli italiani.

FESTIVITÀ, CINQUE REGOLE PER RIMANERE IN FORMA

Dal Congresso Internazionale di Medicina Estetica Pratica Icamp i consigli per una corretta alimentazione. Gli specialisti sottolineano 5 principi di

cui si dovrebbe tenere conto. Sempre, ma soprattutto nei giorni di festa:

1) Tante portate ma piccole porzioni. È ammesso fare qualche pasto con cibi più sfiziosi del quotidiano, purché sia molto variegato. 2) Evitare

l’eccesso di dolci. I nostri nonni mangiavano il dolce solo la domenica; oggi il 45% della popolazione italiana ne mangia troppi; tra le donne la

percentuale sale al 48%. Un dolce fatto di frutta potrebbe essere un giusto compromesso. 3) Rispettare l’equilibrio tra le diverse componenti:

carboidrati, proteine, grassi. I carboidrati devono corrispondere al 60% delle calorie che si ingeriscono, in quanto creano la giusta energia. I grassi

non devono superare il 30% per non creare problemi al metabolismo. Se si eccedono questi parametri o si va al di sotto delle soglie minime

l’organismo ne risente. L’82% degli italiani mangia pochi cereali (pane, pasta, riso), mentre ne dovremmo mangiare 4 porzioni al giorno. Il 73%

mangia meno frutta e verdura del necessario, ossia 5 porzioni totali quotidiane. 4) Ridurre il consumo di carne e mangiare più pesce. Il 62% della

popolazione non mangia pesce, eppure questo alimento è fondamentale, in quanto contiene gli acidi grassi polinsaturi (omega 3, omega 6) essenziali

per tutte le membrane, anche nel cervello. 5) Non eccedere con gli alcolici. Ciò non significa mettersi a dieta il giorno di Natale: basta bilanciare con

gli altri giorni e fare esercizio fisico con continuità.

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NOVITÀ in Libreria

“C'è un solo bene: il sapere.

E un solo male: l'ignoranza.” (Socrate)

19 dicembre 2016 p. 10

Alessandro D’Avenia in “L’arte di essere fragili” (Mondadori) dialoga

con adolescenti e adulti, studenti e professori, chiedendo in prestito le

parole a Giacomo Leopardi. Un sorprendente viaggio che si sviluppa in

tre tappe: le inquietudini dell’adolescenza, le prove della maturità, la

conquista della fedeltà a se stessi, accettando debolezze e fragilità e

imparando l’arte della riparazione della vita. Nei versi senza tempo di un

poeta spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato,

Alessandro D’Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed

energia vitale, il rapimento della natura e lo sconvolgimento della

passione. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti e cruciali

interrogativi che da molti anni si sente rivolgere – in aula, come nelle

affollatissime presentazioni dei suoi romanzi – da ragazzi di ogni parte

d’Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere.

D’Avenia lancia una sfida a loro e ai lettori di tutte le età: Leopardi ha

trovato nella poesia la sua ragione di vita, che gli consentì di cantare la

vita benché non fosse stata generosa con lui, qual è la passione in grado

di farli sentire vivi? Ogni stagione della vita è interpretata attraverso una

coppia di poesie, rilette con la sensibilità, la consapevolezza e la forza

comunicativa dello scrittore e del professore.

L’infinito, A Silvia, La Ginestra . . . Un viaggio esistenziale ad alto tasso

poetico e una rilettura appassionata di Leopardi, non poeta del pessimismo

e del ripiegamento ma piuttosto della nostalgia, dell’inesausta tensione al

superamento di sé, perché la carenza di felicità dei nostri tempi è spesso

solo carenza di destini.

“L’arte di essere fragili” è anche un racconto teatrale con la regia di

Gabriele Vacis, disegno illuminotecnico e sonoro di Roberto Tarasco.

Dopo Milano il 15 novembre al Teatro Carcano e Palermo al Teatro

Biondo il 20 novembre, il racconto teatrale arriva a Torino al Teatro

Colosseo il 5 dicembre. Da gennaio 2017 continuerà nelle maggiori città

italiane. L'ingresso nei teatri è libero con prenotazione obbligatoria: i

biglietti saranno disponibili gratuitamente sulla piattaforma eventbrite e

sulla pagina facebook di LibriMondadori e Alessandro D'Avenia. L’autore,

trentanove anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al

liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d’esordio, Bianca come il latte,

rossa come il sangue (Mondadori 2010) è stato tratto nel 2013 l’omonimo

film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa e Ciò che

inferno non è (2014, premio speciale del Presidente nell’ambito del premio

Mondello 2015). Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

taro Canal bianco, uno dei tanti canali che

attraversano la pianura padana nella zona

del Polesine. Gli argini del canale sono

molto alti, la pianura è quasi solo una

proiezione mentre le giornate scorrono

all'interno del canale, tra incontri con

pescatori, aironi, immigrati rumeni e

cinesi, idrovore, reti da pesca, pesci siluro,

canne, tralicci e chiuse. In mezzo a questa

"Amazzonia immaginaria", si alternano le

soste in minuscoli paesi dove la vita

sembra possedere ancora ritmi e ragioni

ancestrali, ma dove in realtà sono avvenuti

Dalla pianura al mare tagliando per i

campi”: due musicisti, una zattera e un

canale che collega Mantova al Delta del

Po, attraversando la Pianura Padana. Due

cantautori e scrittori raccontano

un'avventura in uno dei territori più

suggestivi del mondo. Quel luogo è vicino

a casa, per entrambi. È così che prosegue

il viaggio appena iniziato della casa

editrice “La nave di Teseo”, con Vasco

Brondi e Massimo Zamboni che navigano

a una velocità massima di dieci chilometri

l'ora le acque magiche e surreali del Tar-

cambiamenti profondi nel tessuto economico e sociale.

I tre - con loro c’è anche il fotografo Piergiorgio Casotti -

sono come guidati da altri, come sempre succede nei

grandi viaggi: alle loro spalle le presenze silenziose di

coloro che di questa zona hanno saputo raccontare la sottile

e malinconica bellezza, Zavattini, Bassani, Ghirri. Il

risultato è “Anime galleggianti”, il racconto a due voci di

un sogno, un camminamento celestiale, ma anche una

storia civile dell’Italia che non si vede, ma che c’è e

resiste. E mentre scorrono le immagini, sembra di sentire la

chitarra di Zamboni in sottofondo e la voce, quella voce

nuova e antica che Vasco Brondi possiede.

Vasco Brondi è nato a Ferrara nel 1984. Musicista e

cantautore, ha vinto con l'album d’esordio del 2008

“Canzoni da spiaggia deturpata” la Targa Tenco come

migliore opera prima e ha all'attivo tre dischi. Ha

pubblicato nel 2009 il libro “Cosa racconteremo di questi

cazzo di anni zero” e nel 2012 la graphic novel “Come le

strisce che lasciano gli aerei”.

Massimo Zamboni è nato a Reggio nell'Emilia nel 1957. È

musicista, cantautore e scrittore. Ha pubblicato “Il mio

primo dopoguerra. Cronache sulle macerie: Berlino Ovest,

Beirut, Mostar”, (2005); “Emilia parabolica. Qua una volta

era tutto mare” (2002); “In Mongolia in Retromarcia

(2009); Prove tecniche di resurrezione (2011); L'eco di uno

sparo (2015).

“VOGLIO POTERMI ARRABBIARE” di Chiara Briani

Racconta il peso di una mancanza: una storia semplice, quella di Giovanni, imprenditore,

che per un ictus cerebrale, un giorno qualunque, diventa afasico e perde la parola. Della

sua vita il protagonista perde solo il “verbo”: capisce, mangia, respira, vive, cammina,

anche se a fatica, ha affetti, cure, riabilitazione. Ha senso allora pesare questo “taglio” se

il resto, nel bene o nel male, è rimasto ancora impressionato nella pellicola della vita? E

se nella parola esistesse un mondo altrettanto vasto e vero di quello in cui siamo

immersi? Tutto è lì, a portata di parola, per il protagonista, eppure non si riesce ad

afferrarlo. Manca sempre un centimetro, poi un metro, poi un chilometro. L’altra vita è

appena oltre la porta del reparto, ma Giovanni è inchiodato al letto nel ruolo di paziente

numero 6. Le ricompense alla fatica sono minime: il traguardo di una prima

riabilitazione verbale lo porta solo a ordinare un caffè in un mondo normale che non

aspetta. E l’imprenditore guerriero si sbriciola franando sulla pronuncia delle zeta.

Chiara Briani scruta il protagonista nella sua risalita prestandogli sempre parole levigate:

all’inizio quando di fronte alla malattia “resta solo la paura, nuda, fisica, animale”, poi

nella consapevolezza della cronicità dell’afasia, fino al quel “devo e voglio potermi

arrabbiare” che bene si presta a far da titolo.

“Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come

fanno gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”

(Gustave Flaubert)

“L’ARTE DI ESSERE FRAGILI” di Alessandro D’Avenia

E poi ci sono gli altri protagonisti del libro, perché in un

ospedale non ci sono ruoli secondari. Anche loro sono

accomunati da un vuoto da colmare: la neurologa corrosa

dai cinque minuti che avrebbero forse salvato il padre, la

moglie di Giovanni dalla sterile logorrea, Guido lo

specializzando empatico che si farà fagocitare dalle parole,

la logopedista Serena che attenderà a lungo il suo paziente

e la figlia Chiara, vicina, ma sempre fuori dal reparto.

Chiara Briani è nata e vive a Padova, dove esercita la

professione di neurologa al Dipartimento di Neuroscienze

dell’Università di Padova. Vincitrice del Premio giovani di

critica letteraria Giovanni Comisso e di altri premi minori,

ha lavorato come giornalista pubblicista. Frequenta la

Scuola di Scrittura “Omero” di Roma. Con Voglio potermi

arrabbiare è alla sua prima pubblicazione.

“ANIME GALLEGGIANTI” di Brondi e Zamboni

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TACCUINO ITALIANO

“Qualunque petto amor d’Italia

accende” (G. Leopardi)

19 dicembre 2016 p. 11

brevi

cinema

Mamma Mia Film è una nuova società

di distribuzione di film italiani

www.mammamiafilm.com

La particolarità di Mamma Mia Film è di distribuire delle commedie

italiane in contemporanea con l'uscita in Italia. È un'iniziativa nuova,

divertente, vale la pena sostenerla andando a vedere i film in

programmazione nei cinema aderenti in Belgio e Lussemburgo. A

Bruxelles e regione i film saranno distribuiti nei cinema ‘Kinepolis’ e

‘Imagibraine’.

- 21 dicembre : NATALE A LONDRA – DIO SALVI LA REGINA

(2016, 90’, v.o., non sottotitolato) di Volfango De Biasi, con Lillo, Greg,

Nino Frassica e Paolo Ruffini.

musica ELIO E LE STORIE TESE • YES WE CAN’T (Sì, NOI CANTIAMO)

European Tour 2017

Giunti al giro di boa di struzzo dei loro primi 35 anni di vita,

gli Elio e le Storie Tese si affacciano sul mercato estero. Cosa cambierà nel 2017?

Il famigerato complesso tutto-simpatia si reca oltreconfine per diversi scopi: scongiurare l’effetto-domino innescato da Brexit (l’uscita di Brescia dalla

Lombardia) ed evitare che gli stati membri abbandonino il condominio Europa per il nervoso; portare la propria musica a chi sta peggio di noi

(Ungheria, Belgio, Germania) a chi sta uguale a noi (Francia, Confederazione Elvetica, Spagna) e a chi sta meglio di noi (Lussemburgo, Regno Unito);

alzare qualche euro. Elio canterà nella lingua dei paesi di volta in volta visitati – compreso il fiammingo – ma solo nel pensiero; la voce sarà in italiano,

che è l’idioma più bello del mondo: prova ne è il fatto che se vai in libreria e prendi Harry Potter è in italiano, idem i film al cinema nella stragrande

maggioranza dei casi. Le Storie Tese suoneranno l’esperanto della musica, cioè il linguaggio che unisce tutti i popoli in nome del beat (capelloni). Il tour

europeo sarà il banco di prova internazionale di una band che ha fatto della fratellanza fra le genti il proprio vessillo, basti pensare a canzoni come

Cateto (che parla dell’amore fra due persone di diverse nazionalità), La Canzone Mononota (viene citata Cuba e si fa allusione al Brasile), La Terra Dei

Cachi (riferimenti all’Italia). Sarà anche l’occasione per sradicare nel pubblico straniero la convinzione che Bacio – brano del 1999, poco considerato da

noi e osannato altrove – sia l’unica hit targata EelST. Se volete seguire come stalker i vostri beniamini in giro per stati membri e non, prenotate per

tempo i voli e il torpedone!

Ecco gli appuntamenti di marzo 2017:

2 - Budapest (HU) • Istituto Italiano di Cultura ; 3 - Berlino (DE) • Kesselhaus ; 4 - Cologne • Essigfabrik ; 5 - Mainz (DE) • Frankfurther Hof

8 - Lussemburgo (LU) • Rockhal * ; 9 - Amsterdam (NL) • Melkweg ; 10 - Bruxelles (BE) • La Madeleine ; 11 - Londra (UK) • o2 Shepherd's Bush

Empire ; 12 - Parigi (FR) • Le Bellevilloise ; 14 - Madrid (ES) • Sala But ** ; 15 - Barcellona (ES) • Sala Razz Matazz 2

17 - Zurigo (CH) • Volkshaus ; 18 - Lugano (CH) • TBA

* dress code: top di strass (colori fluo) e collant sopra i pantaloni - ** è obbligatorio mandare messaggini tutto il tempo

Messaggio degli EelST ai loro connazionali che si troveranno oltralpe e oltrepireneo in quel periodo: “Se ci incrociate in giro con la corriera o

l’aereoplano, fateci i fari così ci salutiamo come gli italiani che si incontrano all’estero e trovano entusiasmante che uno sia di Pistoia e l’altro di

vicino Vicenza. Ciao! Ci vediamo all’estero! Hai presente, dove c’è quel baretto nel piazzale davanti all’edificio giallo con le scritte.”

https://www.facebook.com/events/1130225940405230/

CARTOLINE DALL’ALTRA ITALIA

Scopri il mondo della nuova Emigrazione con

“Cartoline dall’altra Italia”:

http://www.9colonne.it/category/1089/cartoline-dall-altra-italia.

La web serie - realizzata con il sostegno del Ministero degli Affari

Esteri e della Cooperazione Internazionale-Direzione Generale per gli

Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie - riallaccia i contatti con i

giovani connazionali che hanno deciso di provare un’esperienza

all’estero, per voglia o per necessità, mantenendo con le loro

testimonianze quel filo indivisibile che li lega all’Italia.

SPETTACOLI

Trovate i vostri biglietti tra una scelta

di 48000 spettacoli in più di 40 paesi

http://www.music-opera.com

Il 2017 sarà “l’Anno dei Borghi in Italia”

Per valorizzare il patrimonio artistico, naturale e umano di luoghi

definiti nel Piano Strategico di Sviluppo del Turismo come una

componente determinante dell’offerta culturale e turistica del Paese.

Gigi D’Alessio per le zone colpite dal sisma

Dopo aver festeggiato a Napoli in Piazza del Plebiscito e a Bari, anche

quest’anno Gigi ha scelto di celebrare l’arrivo del nuovo anno brindando

con ospiti e amici in diretta dalle 21.00 su Canale 5 e con collegamenti

in diretta su Radio 105 dalla splendida Piazza xx settembre di

Civitanova Marche. Gigi ha scelto di festeggiare l’arrivo del 2017 da

Civitanova Marche per sostenere le zone che sono state colpite dal sisma

nei mesi scorsi. In collaborazione con Mediafriends, verrà indetto nei

prossimi giorni un sms solidale che sosterrà una raccolta fondi a favore

delle popolazioni vittime del terremoto di ottobre. La notte più lunga

dell’anno vedrà il cantautore insieme ad ospiti come Loredana Bertè,

Anna Tatangelo, Raf, Michele Zarrillo, Giovanni Caccamo, Sergione,

Chiara Grispo, Bouchra, Giulia Luzi ed altri ancora.

È ‘ONLINE’ IL SITO DEDICATO A EDOARDO

SANGUINETI - Alcune lettere inedite relative alla corrispondenza

con Ungaretti, con Guttuso e con Luciano Berio, il commento

dattiloscritto ai primi 26 canti del Purgatorio di Dante, fotografie di

opere d’arte custodite nella sua casa, documenti di vario genere. È solo

una parte del materiale pubblicato sul sito di natura divulgativa

www.magazzinosanguineti.it, ‘on line’ da venerdì 9 dicembre, nel

giorno in cui Edoardo Sanguineti avrebbe compiuto 86 anni.

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Ambasciata d’Italia a Bruxelles http://www.ambbruxelles.esteri.it/Ambasciata_Bruxelles

Cancelleria Consolare a Bruxelles http://www.consbruxelles.esteri.it/Consolato_Bruxelles

Parlamento Europeo

www.europarl.europa.eu / www.europarl.it

Commissione Europea

www.ec.europa.eu / www.ec.europa.eu/italia

Consiglio dell'Unione Europea

www.consilium.europa.eu

Corte di giustizia delle Comunità europee

www.curia.europa.eu

Comitato economico e sociale

www.eesc.europa.eu

Comitato delle regioni

www.cor.europa.eu

Gazzette Ufficiali dell'Unione Europea

www.eur-lex.europa.eu/it/index.htm / www.ted.europa.eu/

EUR Info Centres

www.ec.europa.eu/enterprise-europe-network

Associazione “SVILUPPO EUROPEO” sede fiscale a Bruxelles e rappresentanza in Italia

http://www.associazionease.eu/

Nata dalla volontà di alcuni Componenti che hanno deciso di trovare uno spazio nella loro professione per offrire, attraverso un Sito web, un contributo

di pensiero e non solo. Esperti e professionisti curano Rubriche on-line, rendendosi disponibili a fornire assistenza, ispirandosi ai principi

Fondamentali dell'Unione Europea, abbracciando argomenti come, Giustizia, Salute, Ambiente, Creatività, Arte & Cultura. Chi ha necessità di un

parere professionale, può rivolgere un quesito ai componenti dell’associazione. I Consulenti dell’Associazione Sviluppo Europeo forniranno

un’assistenza di base, mentre ulteriori approfondimenti potranno essere richiesti attraverso contatti privati tra le parti.

Chi si rivolge all’ASE - chiunque desidera cogliere informa-

zioni, news ed approfondimenti sulle materie trattate ; chiunque desideri

presentare un proprio progetto e ambisce alla buona riuscita. Chiunque

desideri curare una Rubrica potrà proporsi scrivendo a:

[email protected].

L’Associazione consente ai propri collaboratori e sostenitori di ottenere

maggiore visibilità e instaurare nuovi rapporti in un contesto europeo.

a chi si rivolge l’ASE - l’Associazione si rivolge a professio-

nisti, artisti, a sportivi, per offrire loro l’opportunità di avere un supporto

gratuito su cui contare per un’ulteriore presentazione attraverso i canali

acquisiti, mettendo anche a disposizione il sito per condurre una Rubrica

individuale, senza doversi preoccupare della gestione e dei costi di un

sito personale. Il Sito web offre un canale attraverso il quale instaurare

un rapporto diretto tra visitatore e conduttore delle rubriche.

LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE:

2018 ANNO DEL PATRIMONIO CULTURALE

La Commissione ha presentato il 30 agosto una proposta al Parlamento europeo e al

Consiglio per la designazione del 2018 quale Anno europeo del patrimonio culturale.

L'obiettivo è mettere in evidenza il ruolo del patrimonio culturale dell'Europa nel

promuovere la consapevolezza di una storia e di un'identità condivise. Dai siti

archeologici all'architettura, dai castelli medievali alle tradizioni popolari fino alle arti,

il patrimonio culturale dell'Europa è il cuore pulsante dell'identità e della memoria

collettiva dei cittadini europei.

Tibor Navracsics, Commissario europeo per l'Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport,

ha dichiarato: "Il nostro patrimonio culturale è non solo la memoria del nostro passato,

ma anche la chiave del nostro futuro. L'Anno europeo del patrimonio culturale

costituirà un'occasione per sensibilizzare in merito all'importanza sociale ed economica

del patrimonio culturale e promuovere l'eccellenza europea nel settore”.

In tutta Europa saranno organizzati eventi e attività informative, didattiche e di

sensibilizzazione.

È disponibile in tutte le lingue dell’Ue tranne l'irlandese

ECLI, NUOVO MOTORE DI RICERCA DEL PORTALE

EUROPEO DELLA GIUSTIZIA ELETTRONICA (ECLI: https://e-justice.europa.eu/content_ecli_search_engine-430-it.do?init=true)

Il motore di ricerca Ecli, Lanciato dalla Commisione europea, consentirà di reperire più

facilmente informazioni sulla giurisprudenza pubblicata dai tribunali nazionali e

internazionali. Grazie ad un facile accesso ai casi precedenti, sarà possibile vedere come

sono state trattate situazioni simili in passato e usare queste informazioni nei casi attua-

TACCUINO EUROPEO

“Per essere italiani nel mondo,

dobbiamo essere europei in Italia”

(Gianni Agnelli)

19 dicembre 2016 p. 12

li. Prima dell’introduzione dell’Ecli, trovare giurisprudenza

pertinente era difficile e dispendioso in termini di tempo; da

oggi basterà una sola ricerca attraverso un'unica interfaccia.

L'Ecli dà accesso a circa 4 milioni di decisioni

giurisprudenziali della Corte di giustizia dell'Unione

europea, dell'Ufficio europeo dei brevetti e di 7 Stati

membri: Francia, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia, Germania,

Repubblica Ceca e Finlandia.

È disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE tranne

l'irlandese e gli utilizzatori potranno effettuare ricerche, tra

l'altro, per parole chiave, per paese, per tribunale e per data

della decisione.

L’Europa è più sana di quanto

molti credono

La vera malattia in Europa

sono i suoi oppositori (Jacques Delors)

notizie dall’europa

VISITATE IL NOSTRO SITO www.BottegArte.eu

è in rete con una pagina riservata a

"Il Botteghino"

lo staff di BottegArte e

“IL BOTTEGHINO”

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dall’Italia e dal mondo

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19 dicembre 2016 p. 13

REGALI DI NATALE,

SI SCEGLIE L’HI-TECH MA

IL BUDGET È DIMINUITO

Secondo un sondaggio dell’Adoc

Sulle previsioni di acquisto dei regali di Natale 2016 il

budget medio a disposizione del singolo consumatore è pari

a 227 euro. Ma per il 44% dei consumatori il budget è

inferiore ai 200 euro.

“Anche quest’anno la spesa per i regali di Natale sarà

molto contenuta – dichiara Roberto Tascini, presidente

dell’Adoc – anzi, per il 66% dei consumatori la spesa

disponibile è inferiore allo scorso anno. Un dato che

conferma anche il calo del numero di acquisti, per il 72%

dei consumatori quest’anno si faranno meno regali, in

media 9,6 doni per consumatore. Dal punto di vista del

budget la disponibilità media è di 227 euro, con il 34% dei

consumatori che hanno indicato una disponibilità tra i 200

e i 400 euro, mentre solo il 6% ha a disposizione cifre

maggiori a 700 euro. Il dato che colpisce è che ben il 44%

dei consumatori ha un limite di spesa inferiore ai 200 euro.

Il costo medio del singolo regalo è invece pari a 23,5

euro.”

In merito alle tipologie di regalo

i prodotti hi-tech hanno ottenuto il 43% delle preferenze,

seguite dai prodotti ludici (39%) e enogastronomici (25%).

Seguono i beni culturali (20%), abbigliamento e calzature

(22%) e buoni acquisto o coupon (13%). Va segnalato come

molti consumatori facciano di necessità virtù, l’8% dei

regali sarà infatti riciclato o fai-da-te. Per quanto riguarda il

luogo di acquisto, ancora oggi il negozio tradizionale

ottiene il massimo delle preferenze (46%), tallonato però

dal negozio online (42%). Segno evidente di come i

consumatori italiani stiano sempre di più prendendo fiducia

nel commercio elettronico e negli acquisti sul web. Anche

grazie alla maggiore sicurezza e garanzia negli acquisti in

rete. Rimangono apprezzati i mercatini tipici (18%),

all’ultimo posto gli outlet (10%).

I saldi invernali Adoc ha inoltre chiesto ai consumatori se per loro è

opportuno che i saldi invernali inizino prima di Natale. Per

il 62% l’anticipo sarebbe di auspicio, anche per non gravare

eccessivamente sul budget familiare e per rinfoltire i doni

sotto l’albero. Anche l’Adoc è d’accordo con questa

visione, un anticipo offrirebbe maggiori capacità d’acquisto

sia ai consumatori che ai commercianti.

A Mantova si vive meglio che nel resto

dell'Italia. Lo dicono i risultati della

classifica annuale stilata da ItaliaOggi e

dall'Università La Sapienza sulla qualità

della vita pubblicata dal quotidiano lunedì

28 novembre. La città lombarda, Capitale

della Cultura 2016, ha superato Trento,

capolista senza interruzioni dal 2011. Sui

gradini più alti del podio è anche Belluno

che si qualifica terza. Scivolano Pordenone

(da terza a quarta) e Bolzano (da seconda a

ottava). Fanalino di coda è Crotone. I

numeri delle statistiche hanno penalizzato

anche grandi aree urbane, che arretrano

tutte, rispetto allo scorso anno, ad

eccezione di Torino (che sale di 6 posti).

Milano e Napoli perdono rispettivamente 7

e 5 posizioni, Roma ne perde 19 rispetto

all'anno scorso e 31 in confronto al 2014.

A livello di macro-aree, Nord-est e centro

reggono meglio il colpo della crisi, a

soffrire sono il Nordovest e in particolare il

Sud e le Isole. La classifica di ItaliaOggi e

dell'Università La Sapienza è il risultato di

un'indagine sulle dimensioni di affari e

lavoro, ambiente, criminalità, disagio

sociale e personale, popolazione, servizi

finanziari e scolastici, sistema salute, tempo

libero e tenore di vita, a loro volta articolate

in sottodimensioni e un elevato numero di

indicatori di base. Dai dati generali del 2016

emerge che sono 56 su 110 le province nelle

quali la qualità della vita è risultata buona o

accettabile, contro le 53 della passata

edizione. "Il primo posto nella classifica

sulla qualità della vita è un motivo di

grande soddisfazione per noi – ha

sottolineato il sindaco Mattia Palazzi -,

stiamo investendo molto sul welfare e sui

servizi alla persona. Un altro punto di forza

è il sistema delle piste ciclabili. Abbiamo

vinto un progetto europeo per realizzare una

nuova ciclabile dedicata ai cittadini e

stiamo terminando la pista sul cavalcavia.

Inoltre, abbiamo registrato un tasso di

natalità delle imprese pari all'1,1% rispetto

alla mortalità. Se pensiamo che il dato

lombardo è dello 0,5, emerge l'importanza

del risultato. Quest'anno, inoltre, siamo stati

capitale della cultura e questo ha portato

alla nascita di imprese nel turismo, nei

servizi alberghieri e della ristorazione.

Abbiamo investito 22 milioni di euro in

opere pubbliche".

Vivete per il presente sognate per l'avvenire

imparate dal passato

MANTOVA AL PRIMO POSTO IN ITALIA

PER QUALITÀ DELLA VITA

ARRIVA IL “VACCINO”

CONTRO IL MAL DI TESTA

Una cura rivoluzionaria per prevenire l’emicrania cronica di tipo specifico e selettivo: se

finora la profilassi del mal di testa è avvenuta con farmaci “riciclati”, cioè con trattamenti

nati per altre malattie e casualmente rivelatisi efficaci anche per le cefalee, ora comincia

una nuova era, attraverso l’uso di un anticorpo “intelligente”, costruito in laboratorio e

che va a scovare e neutralizzare una sostanza fisiologica chiamata CGRP (Calcitonin

Gene Related Peptide) il cui eccesso è implicato nell’emicrania. “I risultati sperimentali

pubblicati finora - spiega il Prof. Piero Barbanti, responsabile del Centro per la diagnosi e

terapia delle cefalee e del dolore dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma - sono molto

promettenti e indicano una riduzione degli attacchi superiore al 62% dopo 3 mesi ed una

alta percentuale di responders (74%). L’anticorpo viene iniettato sottocute una volta al

mese per alcuni mesi consecutivi e la tollerabilità appare ottima, a differenza della

maggior parte delle cure preventive finora utilizzate che possono invece indurre

sonnolenza, astenia e aumento di peso”.Per il momento il trattamento sperimentale è

destinato ai soli soggetti con emicrania cronica (cioè con almeno 15 giorni di mal di testa

al mese da almeno 3 mesi consecutivi) ma nel secondo semestre del 2016 sono attesi

all’IRCCS San Raffaele trattamenti analoghi anche per gli emicranici in forma episodica.

Grandi speranze quindi per i sofferenti di emicrania, ma attenzione: “curare un mal di

testa complesso - precisa Barbanti - non può mai tradursi in “mi dia una cura” perché al

paziente è richiesto un attento monitoraggio degli attacchi, un contenimento dell’uso

improprio di analgesici e un trattamento delle eventuali situazioni (vedi stress,

depressione, ansia) che alimentano la sua patologia”.

NATALE, L’ALBERO DEL

TRENTINO IN PIAZZA SAN PIETRO

Centinaia di fedeli raccolti in Piazza San Pietro a Roma

hanno assistito all’accensione, venerdì 9 dicembre,

dell'albero di Natale donato dal Trentino a Papa

Francesco. L'abete rosso giunto dalla Val Campelle,

assieme al presepe di Malta, accompagnerà i giorni che

ci separano dal Natale con un messaggio di speranza, di

pace e di solidarietà. Le sfere che lo adornano

riproducono disegni realizzati in argilla da bambini in

cura presso i reparti oncologici di alcuni ospedali italiani,

che hanno partecipato ai programmi di ceramico-terapia

ricreativa presso i laboratori ospedalieri permanenti

ideati, coordinati e gestiti dalla Fondazione Contessa

Lene Thun Onlus.