ANNO XII DI FRONTE ALLA MAESTOSITÀ E … riempie tutto di stelle e sentire l’infinita grandezza...

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERI Direttore Responsabile Don Domenico Giannandrea ...ci si sente piccoli e inadeguati ma il semplice fatto di esistere è la prova dell’infinito, eterno amore di Dio perché dall’eternità ci scelse tra un numero infi- nito di esseri possibili. Tra questi ci preferì. “Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5,38-48; Luca 19,1-2) La sensazione di sentirsi piccoli, inadeguati, per noi è spesso accompagnato da amarezza, fin da quando, bambini, i più grandicelli ci escludono da qualche gioco perché eravamo troppo piccoli, o gli adulti non ci lasciavano liberi di andare. E questa sensazione di essere piccoli, inadeguati, si è ripetuta spesso nella nostra vita. Vi è mai capitato di sedere di notte su una panchina a guardare il cielo stellato, quando si riempie tutto di stelle e sentire l’infinita grandezza dell’universo, sentire che anche la nostra terra è soltanto un piccolissimo granello nell’immensità dello spazio? E guardare tutti questi mondi e imma- ginare che forse anche altre persone popolino l’im- mensità dell’universo! E vi sentite piccoli piccoli, più piccoli di un granello di sabbia, ma perdente nello splendore e nell’immensità dell’universo! Ecco, vedete, l’esperienza di sentirsi piccoli a volte si ac- compagna con l’esperienza della bellezza, dello splendore! E poi… e poi avere avuto la fortuna di scoprire il Vangelo, la libertà: “Siate perfetti…”: come è perfetto Dio! Non come la sorella o il fratello, non come il Santo: ma Dio, i Suoi valori, l’infinita bellezza della natura. Dio! La pienezza della vita, i valori! Allora non conta essere più bravo dell’altro, non im- porta arrivare primo: importa ritrovarsi un po’ della Sua luce dentro, prendere parte alla vita di Dio, por- tarsi nel cuore un po’ della Sua infinita bellezza: perfetti come Dio, che fa piovere sui giusti e sugli in- giusti (Mt 5,45). È la gratuità, è la luce di Dio, che attraversa la tua vita. E ti senti piccolo, inadeguato, ma libero! Libero dalla paura del castigo, libero dal cercare il premio, libero dal dovere di sostenere gli esami, libero dal confronto con gli altri, libero dalla paura di non farcela, libero di cercare quello che è bello, quello che è giusto. Libero di portarti nel cuore un pizzico della luce e dell’amore di Dio. Dio non ha dato la vita agli uomini attraverso uno “stam- pino”. Secondo il pensatore romano Cicerone, “gli dei si interessano delle cose grandi e trascurano quelle piccole”. Dio si interessa di ogni uomo, piccolo o grande che sia, con tenerezza, con sollecitudine. Dio non ci ama globalmente, ma individualmente. Il semplice fatto di esistere è la prova del suo infinito, eterno amore, perché dall’eternità ci scelse tra un numero infinito di essere possibili. Tra questi ci preferì. Siamo una scelta tra un’infinità di possibilità e il solo fatto che esistiamo è la prova più grande della predilezione di Dio per te. Ciascuno di noi è in- sostituibile, come esemplare unico di una collezione, perché Dio è un artista che non si ripete, né si plagia. Una foglia non si ripete, né si ripetono le im- pronte digitali di una persona, e neppure un’anima si ripete. La scoperta di un Dio che ti dice “Tu sei prezioso per me”, ti dà la certezza che Qualcuno ti prende in seria considerazione, che esisti per Qual- cuno. Esisti tu, così come sei, senza copie o sostituti. La tua preziosità dipende appunto dalla tua unicità. Per questo il mondo è la casa di Dio, che l’ha affidata agli uomini, custodi e figli. Se tutti gli uomini svolgono il compito per il quale sono stati chiamati alla vita, il mondo diventa il paradiso, il Regno di Dio. Ma basta che anche un solo uomo tradisca la missione per il quale Dio lo ha creato, che nel mondo si diffonde odio, ingiustizia, violenza. Il mondo è il giardino di Dio, colorato da multiformi fiori profumati. Ci sono le rose, i garofani, le viole… C’è anche il nostro posto, in quel giar- dino, che puoi contribuire a rendere splendente, gaio. Diventa ciò che sei, porta a fioritura il seme che Dio ha messo in te, in noi; non la- sciarlo morire: romperesti l’armonia di quel giardino, lasciandolo in- completo, forse anche deturpato, corrotto. Impara a pensare con i pensieri di Dio! Noi siamo già santi nel profondo: lascia trasparire la luce divina che c’è in ciascuno di noi, lasciamoci abitare dal Signore della vita, per vedere le cose con i suoi occhi, per vivere nel mondo con il suo cuore. Don Domenico DI FRONTE ALLA MAESTOSITÀ E VASTITÀ DELL’UNIVERSO... ANNO XII NUMERO 51 Ottobre 2017 1

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERIDirettore Responsabile Don Domenico Giannandrea

...ci si sente piccoli e inadeguati ma il semplice fattodi esistere è la prova dell’infinito, eterno amore diDio perché dall’eternità ci scelse tra un numero infi-nito di esseri possibili. Tra questi ci preferì.“Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro celeste”(Matteo 5,38-48; Luca 19,1-2)La sensazione di sentirsi piccoli, inadeguati, per noiè spesso accompagnato da amarezza, fin da quando,bambini, i più grandicelli ci escludono da qualchegioco perché eravamo troppo piccoli, o gli adulti nonci lasciavano liberi di andare. E questa sensazionedi essere piccoli, inadeguati, si è ripetuta spessonella nostra vita. Vi è mai capitato di sedere di nottesu una panchina a guardare il cielo stellato, quandosi riempie tutto di stelle e sentire l’infinita grandezzadell’universo, sentire che anche la nostra terra èsoltanto un piccolissimo granello nell’immensitàdello spazio? E guardare tutti questi mondi e imma-ginare che forse anche altre persone popolino l’im-mensità dell’universo! E vi sentite piccoli piccoli, piùpiccoli di un granello di sabbia, ma perdente nellosplendore e nell’immensità dell’universo! Ecco,vedete, l’esperienza di sentirsi piccoli a volte si ac-compagna con l’esperienza della bellezza, dellosplendore! E poi… e poi avere avuto la fortuna discoprire il Vangelo, la libertà: “Siate perfetti…”: comeè perfetto Dio! Non come la sorella o il fratello, noncome il Santo: ma Dio, i Suoi valori, l’infinita bellezzadella natura. Dio! La pienezza della vita, i valori!Allora non conta essere più bravo dell’altro, non im-porta arrivare primo: importa ritrovarsi un po’ dellaSua luce dentro, prendere parte alla vita di Dio, por-tarsi nel cuore un po’ della Sua infinita bellezza:perfetti come Dio, che fa piovere sui giusti e sugli in-

giusti (Mt 5,45). È la gratuità, è la luce di Dio, cheattraversa la tua vita. E ti senti piccolo, inadeguato,ma libero! Libero dalla paura del castigo, libero dalcercare il premio, libero dal dovere di sostenere gliesami, libero dal confronto con gli altri, libero dallapaura di non farcela, libero di cercare quello che èbello, quello che è giusto. Libero di portarti nelcuore un pizzico della luce e dell’amore di Dio. Dionon ha dato la vita agli uomini attraverso uno “stam-pino”. Secondo il pensatore romano Cicerone, “glidei si interessano delle cose grandi e trascuranoquelle piccole”. Dio si interessa di ogni uomo, piccoloo grande che sia, con tenerezza, con sollecitudine.Dio non ci ama globalmente, ma individualmente. Ilsemplice fatto di esistere è la prova del suo infinito,eterno amore, perché dall’eternità ci scelse tra unnumero infinito di essere possibili. Tra questi cipreferì. Siamo una scelta tra un’infinità di possibilitàe il solo fatto che esistiamo è la prova più grandedella predilezione di Dio per te. Ciascuno di noi è in-sostituibile, come esemplare unico di una collezione,perché Dio è un artista che non si ripete, né siplagia. Una foglia non si ripete, né si ripetono le im-pronte digitali di una persona, e neppure un’animasi ripete. La scoperta di un Dio che ti dice “Tu seiprezioso per me”, ti dà la certezza che Qualcuno tiprende in seria considerazione, che esisti per Qual-cuno. Esisti tu, così come sei, senza copie o sostituti.La tua preziosità dipende appunto dalla tua unicità.Per questo il mondo è la casa di Dio, che l’haaffidata agli uomini, custodi e figli. Se tutti gli uominisvolgono il compito per il quale sono stati chiamatialla vita, il mondo diventa il paradiso, il Regno diDio. Ma basta che anche un solo uomo tradisca la

missione per il quale Dio lo hacreato, che nel mondo si diffondeodio, ingiustizia, violenza. Il mondoè il giardino di Dio, colorato damultiformi fiori profumati. Ci sonole rose, i garofani, le viole… C’èanche il nostro posto, in quel giar-dino, che puoi contribuire a renderesplendente, gaio. Diventa ciò chesei, porta a fioritura il seme cheDio ha messo in te, in noi; non la-sciarlo morire: romperesti l’armoniadi quel giardino, lasciandolo in-completo, forse anche deturpato,corrotto. Impara a pensare con ipensieri di Dio! Noi siamo già santinel profondo: lascia trasparire laluce divina che c’è in ciascuno dinoi, lasciamoci abitare dal Signoredella vita, per vedere le cose con isuoi occhi, per vivere nel mondocon il suo cuore.

Don Domenico

DI FRONTE ALLA MAESTOSITÀ E VASTITÀ DELL’UNIVERSO...ANNO XII

NUMERO 51Ottobre 2017

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SCUOLA DOMENICA 10 SETTEMBRE TRADIZIONALE BENEDIZIONE DI STUDENTI E PERSONALE SCOLASTICO PER UN BUON AVVIO DELLE LEZIONI

La Diocesi inizia il nuovo anno pa-storale con tutte le sue ComunitàParrocchiali con l’annuale pelle-

grinaggio sabato 9 settembre al SantuarioMariano di Ceri. Come da programma, èstata celebrata la solenne Eucaristia, sottola presiden-za del Ve-scovo dellaDiocesi Por-to e Rufina,Mons. GinoReali, con-celebranti iParroci e iSacerdotidella Dioce-si. Tutti i Ve-scovi che sisono succe-

duti alla guida della Diocesi di Porto e SantaRufina hanno proclamato la Chiesa di Ceri,Santuario Mariano Diocesano e Nostra Si-gnora di Ceri, patrona della Diocesi, dedicandoa Lei il titolo di Madre di Misericordia, perchè“dinanzi a Lei generazioni di fedeli hannosostato in preghiera…hanno chiesto la suaintercessione per ottenere il miracolo…difronte alle difficoltà pressanti della vita e…della fedeltà allo Spirito…sperimentando an-cora una volta che chi invoca Maria non ri-mane inascoltato nelle sue richieste”.

L’ANNUALE PELLEGRINAGGIO SABATO 9 SETTEMBRE AL SANTUARIO MARIANO DI CERI

DIOCESI

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Domenica 10 settembre, dopo laSanta Messa delle ore 11, nellachiesa San Francesco d’Assisi si è

svolto il tradizionale appuntamento per labenedizione degli studenti (di ogni ordine egrado), di tutto il corpo docente e ausiliarioper l’avvio delle lezioni. Come ogni annoquindi sul sagrato si sono radunati tutti iparrocchiani per la solenne benedizione«perché Dio sia sempre con noi», come hasottolineato nella preghiera il parroco Mons.Domenico Giannandrea rivolto a quanti si

affacceranno per la prima volta nella scuolae chi invece il suo percorso, perché ormaimaggiorenne, ha terminato il suo ciclo distudi nelle superiori oppure si avvicina, ti-moroso, allo sconosciuto mondo universitario.Un rito che si ripete puntualmente alla finedell’estate perché come ripete instancabil-mente, Don Domenico «lì dove c’è Cristo c’èla pace, la concordia, l’armonia e tutti i pesi,compresi quelli faticosi del sapere, vengonocompensati da una fede più viva e una mi-gliore consapevolezza della vita». Al rito a

cui come sempre è stata invitata una rap-presentanza dell’amministrazione comunale,erano presenti oltre alla preside e vicepresidedell’Istituto Comprensivo di via Castel Giuliano,le professoresse Loredana Cherubini e AnnaMastrandrea e alcune colleghe; poi secondotradizione, una grande folla di bambini,giovani e famiglie hanno partecipato al co-loratissimo lancio dei palloncini: un modosimpatico e sempre molto gradito per spedirein cielo il ringraziamento e la speranza di unfruttuoso avvio per un nuovo anno scolastico.

Si è concluso con un “arrivederci”,per prossimi incontri, il Laboratoriobiblico «Fotoreporter di Dio. Chi?

Giovanni l’evangelista» che si è svolto inoratorio dall'11 al 15 settembre sotto laguida esperta della biblista Annamaria Co-rallo. Partendo dunque da un punto divista particolare, la parrocchia San Fran-cesco d’Assisi ha voluto offrire un incontropersonale con Gesù, mediante lo studio dialcune figure del Vangelo giovanneo percreare uno spunto di riflessione e capirecosì a quale livello è la propria fede. Laprofessoressa Corallo ha consegnato aognuno dei partecipanti una scheda perscoprire così quale dei personaggi propostici assomigliasse di più: Nicodemo, la Sa-maritana, il paralitico, Maria di Magdala oil discepolo amato. Attraverso l'approfon-dimento di questi fotogrammi di sequelanel racconto di Giovanni i presenti dovevanoindicare: “in che cosa si sentivano di asso-migliare di più al personaggio in oggetto”,“che tipo di emozione aveva suscitato”,“quale parola di Gesù è per me” e infine“da lui/lei cosa era possibile imparare”.L’avvio è stato tra i più sorprendenti ecuriosi con l’ascolto di una canzone di Ti-

ziano Ferro (Incanto) in cui la biblista rin-veniva una traccia significativa per iniziareil corso. « Il primo ingrediente di una for-mazione- ha esordito infatti la dottoressaCorallo- siamo noi. La consapevolezza chenasce dal sapere, dalla voglia di capire.Ecco perché fotoreporter: chi fotografa ecapisce la realtà dei fatti come Giovanniche scrive del Vangelo in quanto “incantato”dalla figura di Gesù, affascinato dalla suapersonalità. Quindi l’introduzione del primopersonaggio, Nicodemo, ma per renderela “lezione” ancora più chiara si è dovutoapprofondire come procede il vangelo diGiovanni «È diverso dagli altri evangelistiperché nel suo testo si ritrovano alcunielementi come espedienti letterari quali

ironia, simbolismo, fraintendimento, inver-sione di ruolo che in una lettura superficialepossono disorientare il lettore. Altri elementiche si possono trovare nel testo di Giovanniil grande conflitto e i discorsi maestosi chea differenza dei Sinottici (gli altri evangelisti)prendono il posto dei detti e delle parabole.Invece a una osservazione più attenta siricava che nei suoi racconti per esempio cisono sempre incontri: Gesù incontra lesingole persone, che rappresentano peròun’intera categoria come appunto Nicodemouomo molto stimato nel suo ambiente chericopre un ruolo di alto valore sociale: è unfariseo, capo dei giudei, eppure di notte,con atteggiamento non umile si presentada Gesù per chiarire i dubbi che lo tor-mentano. Riuscirà alla fine a tornare acasa con il cuore più sollevato?» Non cisono risposte univoche al riguardo. Perciòsi è parlato di passaggio dai binari allabussola: quello che incarna Nicodemo,uomo dal sapere sicuro che ha paura dilasciarsi interrogare da ciò che la Bibbiapuò rappresentare, cioè il rischio. Ecco poi“inquadrare” la figura della Samaritana(Gv 4,3-30,39-42). Si inizia sempre con ilselfie. Poi arriva inevitabile la domanda

«Quali sono le nostre aspettative/pretesenelle relazioni?». (Un piccolo esperimentonel lavoro di gruppo: associare a cinquemariti le proprie aspettative; il risultato dellaboratorio è stato: SINCERITA’/ACCOGLIEN-ZA/EMPATIA/RISPETTO/DIALOGO). «Questesono le caratteristiche – viene conferma-to- che poi vengono innestate nella piantadelle nostre relazioni da cui nascerannobei frutti. Quindi, nei rapporti con il prossimo,non dobbiamo caricarci di frustrazioni, de-rivanti dalle nostre eccessive aspettative».Passando quindi all’ambientazione geo-grafica, «l’azione si svolge nella Samaria,che viene presentata come un luogo so-spetto; c’è il pozzo, che nella Bibbia apparespesso come posto di incontri amorosi.

Abbiamo l’acqua, che nel linguaggio biblicorappresenta la fecondità sponsale, ancheperché il marito, ai tempi di Gesù, equivalead una garanzia affettiva relazionale; infattiil celibato di Gesù è vissuto come una pro-testa al sistema sociale /economico deltempo, è il clan patriarcale (tanto che irabbini, i maestri dovevano essere sposati).L’acqua, la sete di acqua viva della Sama-ritana, zampilla da noi stessi quando ca-piamo di essere amati, non abbiamo biso-gno di conferme (“mi sento amata da Dioper quello che sono, tale consapevolezzami spinge a crescere”)». L’amore ci spingea migliorare, non la pretesa. L’acqua viva èdentro ciascuno di noi. C’è Dio che siprende cura di noi. Questa donna si trasfi-gura perché ha trovato dentro di sé la suaamabilità. Non ha più bisogno di andare alpozzo (luogo per l’incontro/ricerca di con-ferme di essere amata). Gesù le dice chel’acqua zampilla dal suo interno, dall’amoredi Dio che ama così come sei, che non giu-dica. Ancora una volta Gesù stravolge lostereotipo tipico del tempo, cioè delladonna che esiste in quanto sposa/moglie.L’amabilità ci è confermata dal battesimo».Quindi riepilogando: Nicodemo rappresentale nostre competenze/capacità professionali;la Samaritana - Dimensione affettiva (farpace con il nostro bisogno di essere accet-tati, “amabili”, la fonte di acqua viva ciabilita ad amare e ad amarci); il paralitico- limiti, le nostre paralisi interiori. Poi unapiccola digressione sul concetto di forma-zione. «La formazione non è semplicementeformazione, bensì trasformazione; metodolaboratoriale, etimologia di metodo, dameta/odos =attraverso una strada». Il pa-ralitico è un personaggio anonimo, che haun limite. La professoressa Corallo ha spie-gato l’importanza dei verbi nell’interpreta-zione biblica: verbi descrittivi, verbi portanti.Infine è stato fatto un lavoro di gruppo perindividuare lo SPAZIO (quali luoghi sono

LABORATORILABORATORIO BIBLICO DALL'11 AL 15 SETTEMBRE IN ORATORIO CON LA PROFESSORESSA ANNAMARIA CORALLO

3 Segue a pag. 4

Cristo e Nicodemo in un dipinto di Crijn Volmarijn (1630). Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar:

presentati, in che regioni si trovano, chevalore simbolico potrebbero avere e qualicambiamenti significativi di luogo si identi-ficano nel suddetto testo); il TEMPO, qualiindicazioni temporali sono offerte; oltreche sulle date, bisogna lavorare anchesugli anni dei personaggi per individuareun eventuale valore simbolico; i DIALOGHI,analizzare cosa dicono i personaggi traloro, se si comprendono o si fraintendonoe che rapporto hanno gli uni con gli altri.AZIONI che cosa fanno di significativo ipersonaggi del racconto e se le loro azionimodificano le loro relazioni; il MALATO, cheidea possiamo farci del paralitico, che per-sona è? La parabola della nostra vita, dallanascita alla morte ci dice che noi siamonati per la relazione. Anche noi possiamofarci uguali a Dio nell’assumere il nostro li-mite, cercando di liberarci dalla schiavitù.Il quarto evangelista racconta a modo suol’esperienza pasquale di Maria di Magdala,che ha vissuto con i discepoli il doloredella separazione e dell’esclusione quandoGesù si è ritrovato solo con le sue sofferenzee con la morte. La sera del venerdì santo,le autorità restituiscono il suo corpo morto.Giuseppe di Arimatea e Nicodemo lo por-tano alla tomba. Se la sua tomba e il suocorpo dovessero essere tutto quello cheresta ai discepoli, potrebbero diventare ilpegno del ricordo, il luogo della comme-

morazione e il centro di una comunitàlegata a una reliquia. E Maria è in lacrimevicino alla tomba. Non sente nulla del-l’esultanza pasquale, né della risurrezione.Un intenso dialogo avviene tra il Risorto eMaria di Magdala, la quale, in verità, pen-sava fosse “il custode del giardino”. Chitrova il vero Cristo non può trattenerlo nelsuo cuore, non lo può imprigionare nellasua mente, non può afferrarlo e racchiuderlotra le sue braccia. Il vero Cristo è tutto dichi lo trova se da costui è dato in pienezza

di verità ad ogni altro uomo. Chi non locondivide, lo perde. Chi non lo dona, mail’ha trovato. Chi lo imprigiona, porta consé un idolo. Il vero Cristo deve esseredonato al mondo intero e lo si dona nellamisura in cui lo si ama veramente. Chi loama poco, lo dona poco. Chi lo ama molto,lo dona molto. Chi lo ama come esigenzaprimaria della sua vita, vuole che Lui siaper tutti questa esigenza e consegna lasua vita alla missione evangelizzatrice.Maria di Màgdala rivela ad ogni discepolodi Gesù la vanità della sua ricerca. Molti in-fatti lo cercano come una verità fuori di

loro, un teorema, una filosofia nobile, unpensiero alto. Altri lo vedono come personadel passato, non più del presente, personadel cielo, non della terra. Vi sono anche co-loro che giorno per giorno ne alterano laverità trasformandola in una grande men-zogna. Tutte queste forme e modalità di ri-cerca attestano che Gesù da noi non èamato, perché non è neanche persona,ma solo una verità sterile, neutra, vuota.Addirittura vi è colui che neanche più loconsidera nella sua altissima missione di

Mediatore unico tra Dio e l’intera umanità.È questa la grande crisi dell’umanità oggi:si è senza la speranza che nasce da CristoSignore.Una delle figure più misteriose e interessantidel racconto giovanneo è senza dubbiol’anonimo discepolo del quale si dice soloche era amato da Gesù. La tradizione, (par-tendo da Gv 21,24), ha sempre ritenutoche si tratti di Giovanni, fratello di Giacomoe figlio di Zebedeo, autore del Quarto Van-gelo. La prima presenza del Discepoloamato è registrata nel cenacolo, durantel’ultima cena. Quando Gesù annuncia il

tradimento, è il Discepolo amato a reclinareil capo sul petto del Maestro (Gv 13,23). IlDiscepolo amato è poi presente sotto lacroce di Gesù (19,26-27). Dopo la morte diGesù, il Discepolo amato non scompareaffatto. Anzi, è uno dei protagonisti dellevicende successive. Viene avvisato da Mariadi Magdala, insieme a Simon Pietro, delfatto che hanno portato via il Signore dalsepolcro (Gv 20,1-10). È sempre il Discepoloamato a compiere un altro gesto importante.Quando un gruppo di discepoli segue SimonPietro al mare di Tiberiade per pescare, è ilDiscepolo amato che riconosce il Signorerisorto che li attende sulla riva (21,7).La sorte finale del Discepolo amato è mi-steriosa. Quando Simon Pietro domandaa Gesù cosa ne sarebbe stato di quel di-scepolo, Gesù non risponde in manierachiara. Invita piuttosto Simon Pietro aconcentrarsi sul proprio cammino di se-quela, senza farlo dipendere dagli altri.Si segue Gesù, non altri. Gesù precisa«Se voglio che rimanga finché io venga,a te che importa?». E questa risposta dif-fonde la credenza che quel discepolonon sarebbe morto (Gv 21,20-23). Inqualche modo, ciò è vero. Il Discepoloamato non muore, perché sei tu ognivolta che sei in intimità con Gesù, resticon lui nella prova, corri coi fratelli e lesorelle verso il Signore, lo riconosci pre-sente nella tua storia frammentata e con-traddittoria, resti in attesa zelante e fidu-ciosa del suo ritorno glorioso.

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Segue da pag. 3

Apparizione di Cristo a Maria Maddalena, Alexander Ivanov (1834).

Guarigione di un paralitico. Il discepolo misterioso...

GRANDE PROGRAMMA IN ONORE DI SAN FRANCESCO D’ASSISISABATO 8 OTTOBRE NELLA CHIESA DI CERENOVA

PROGRAMMA

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A nche quest’anno la parrocchia diMarina di Cerveteri, com’è ormaitradizione da anni, rende omaggio

alla figura del Santo Patrono d’Italia, fe-steggiando San Francesco d’Assisi sabato8 ottobre con un ricco programma, organiz-zato dalla Comunità, dove si coniugano per-fettamente la parte spirituale con quellapiù squisitamente laica. Ce ne sarà per tutti

i gusti: le Sante Messe, lo sport, il cibo e lamusica. Perciò andando con ordine, dopo itre giorni del triduo dedicati alle preghieree alle riflessioni che si sono concluse mer-coledì 4 ottobre con la Santa Messa solenne,in chiesa, gli appuntamenti come da cartel-lone continueranno sabato mattina, al barda Franco a Campo di Mare, alle ore 8,30per la consueta maratonina, che consiste

in una corsa competitiva di 6 km e una di 3km amatoriale. Quindi alle ore 18 la SantaMessa nella chiesa di San Francesco d’Assisi,cui seguirà la processione per le vie di Ce-renova, accompagnati dalla Banda musicaledi Cerveteri. Alle 20 la cena in oratorio equindi alle 21 il mega concerto in chiesadella famosa band Rock Cristiana Italiana“I Reale”.

ANCORA UN SUCCESSO PER LA 6^ EDIZIONE DELLA “S. FRANCESCO MARATHON” A CERENOVA-CAMPO DI MARE di Enzo Bellomo

SPORT

U na bellissima giornata di sole eun cielo azzurro, ripulito da unvento di maestrale, hanno fatto

da cornice alla 6 ̂edizione della S. FrancescoMarathon. L'evento divenuto ormai tappafondamentale nell’ambito dei festeggiamentidi San Francesco di Assisi, è stato nuova-mente organizzato a Campo di Mare, nellestrade più belle dell’intera frazione, fra vialeAdriatico e il Lungomare dei Navigatori, ri-proponendo senza alcun dubbio un belcolpo d'occhio ai partecipanti e al pubblicoche ha assistito all'evento. Quest’anno ipartecipanti sono stati 66, un ottimo risultato,che conferma l’interesse alla manifestazione,nata quasi per caso ormai nel lontano 2012.La differenza di età dei i partecipanti e lediverse zone di provenienza, Roma, Ostia,

Civitavecchia, Ladispoli, S. Marinella, Tolfa,ecc., hanno reso più interessante tutta lacompetizione. È stato bello vedere ancorauna volta intere famiglie con bimbi manonella mano, piuttosto che adulti e signore,incamminarsi dopo la partenza, correndo opasseggiando, per l'intero tragitto della com-petizione. Sono bastati poco più di 20 minutiper vedere i primi concorrenti tagliare il tra-guardo fra gli applausi e l'incitamento delpubblico. L'evento si è concluso con la pre-miazione eseguita nella cornice offerta delBar da Franco a Campo di Mare. Prima diarchiviare anche questa edizione corre l’ob-bligo porgere un grazie a tutti gli atleti par-tecipanti, al pubblico che ha assistito, atutti coloro che hanno partecipato all’orga-nizzazione dell’evento oltre che rivolgere un

particolare ringraziamento alla ProtezioneCivile e ai Vigili Urbani del comune di Cer-veteri, nonché al loro comandante MarcoScarpellini, che con i volontari del serviziodi Sorveglianza Parrocchiale, ben coordinatodal responsabile Sabato Ricciardi, hannogarantito anche quest’anno la sicurezza du-rante tutto lo svolgimento dell'evento. Ungrazie sia al Comitato Organizzazioni Feste(COF) della Parrocchia di San Francesco ealla sua ONLUS, oltre alla Cantina CentoCorvi e la Birreria Trilussa di Roma-Trastevere,che hanno sponsorizzato molti dei premiconsegnati ai partecipanti. Per finire corred’obbligo porgere ancora un ringraziamentoa Mons. Don Domenico Giannandrea cheha condiviso ancora una volta lo svolgimentodella manifestazione.

LE CLASSIFICHE DELLE COMPETIZIONIGARA: 6 KM MASCHILE

POSIZ. COGNOME E NOME N.P. TEMPO SOC. DI APPARTENENZA1 Cartuccia Alessandro 425 23’:12” Airone Tolfa2 Conti Emanuele 432 23’:48” S.S. Lazio - Roma3 Renzi Daniele 409 24’:42” Planet Sport4 Todaro Cristiano 464 24’:43” Podistica Alsium-Ladispoli5 Flore Emiliano 431 25’:25” Podistica Solidarietà6 Mascano Antonio 401 25’:50” Bancari Romani-Roma

GARA: 6 KM FEMMINILEPOSIZ. COGNOME E NOME N.P. TEMPO SOC. DI APPARTENENZA1 De Vivo Paolina 433 28’:21” Santa Marinella A.C.2 Ruia Ambra 422 32’:54” Cerveteri Runners3 Vecchi Grazia 460 37’:25” Podistica Ostia

GARA: 3 KM MASCHILEPOSIZ. COGNOME E NOME N.P. TEMPO SOC. DI APPARTENENZA1 Curci Emanuele 446 12’:13” Cerveteri Runners2 Restuccia Marco 424 12’:16” Cerveteri Runners3 Letteri Gabriele 448 12’:32” Cerveteri Runners4 Murillo Sebastiano 419 12’:45” Podistica Alsium-Ladispoli5 Visalli Simone 402 14’:05” -------------------------------------6 Guidoni Dimitri 435 16’:36” -------------------------------------

GARA: 3 KM FEMMINILEPOSIZ. COGNOME E NOME N.P. TEMPO SOC. DI APPARTENENZA1 Corelli Sophia 408 16’:27” Fiamme Azzurre-Roma2 Flamini Simona 426 19’:40” -------------------------------------3 Flamini Flavia 427 21:21” -------------------------------------4 Primitera Angelica 441 21’:21” -------------------------------------5 Murolo Emma 463 22’:00” -------------------------------------6 Vella Aurora 453 23’:30” -------------------------------------

Alessandro Cartuccia, Emanuele Conti, Daniele Renzi, Cristiano Todaro, Emiliano Flore, Antonio Mascano

Paolina De Vivo, Ambra Ruia, Grazia Vecchi

Emanuele Curci, Marco Restuccia, Gabriele Letteri, Sebastiano Murillo, Simone Visalli, Dimitri Guidoni

Emma Murolo, Flavia Flamini, Aurora Vella, Angelica Primitera, Simona Flamini, Sophia Corelli

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DOMENICA 8 OTTOBRE ANNIVERSARIO CONSACRAZIONE DELLA CHIESA,MANDATO AGLI OPERATORI PASTORALI E DISTRIBUZIONE DEL PANE BENEDETTO

ANNIVERSARIO

Domenica mattina 8 ottobre si sonosvolti tre momenti diversi di grandeimportanza: l’anniversario della

Consacrazione della nostra chiesa con l’ac-censione dei quattro ceri che corrispondonoalle “croci” presenti all’interno della chiesastessa che sono state affidati ad altrettantefamiglie, quindi il rito del mandato a tutti glioperatori pastorali e infine la distribuzionedel pane benedetto di San Francesco. Diseguito, attraverso le immagini, i momentisalienti vissuti da tutta la Comunità.

Tutti naso all’insù: a fine processione i fuochi d’artificio.Offertorio Roberto e Aldo.

La band rock cristiana italiana I Rreale. Che bel concerto!

Rito del mandato a tutti gli operatori pastorali. Distribuzione del pane benedetto di San Francesco.

Le foto sono di Salvatore Grasso

Francescani che portano in processione san francesco: Muzio, Aldo e Marco.

L’ assemblea diocesana, che siè tenuta il 22-23 settembre alCentro pastorale diocesano

(Via della Storta 783) ha avuto come titolo«Camminare insieme». È facile cogliere neltitolo l’esatta traduzione del prossimoevento che impegnerà la Chiesa Cattolica:il Sinodo del 2018, che pone a tema “I gio-vani, la fede e il discernimento vocazionale”.Il testo che fa da sfondo all’assemblea è ildocumento preparatorio che il cardinaleLorenzo Baldisseri, segretario generale delSinodo, ha presentato alla diocesi lo scorso2 giugno a Fiumicino. Pertanto tutti i fedeli,e ognuna della comunità parrocchiali e re-ligiose, si preparano all’assemblea ripren-dendone lo studio. L’assemblea 2017 sipone tre questioni: “Cosa è la sinodalitànella Chiesa?” “Perché i giovani?” “Qualesituazione vive la diocesi?”. Sono indicazioniche mirano a offrire una prospettiva sulvolto delle nuove generazioni, ma ancheuna retrospettiva su quelle vecchie, sulleloro responsabilità e difficoltà nel rapportarsicon i figli. L’evento, che si è svolto dal po-meriggio di venerdì alla mattina di sabato,è stato introdotto dal vescovo mons. GinoReali. Suor Maria Teresa Spiga, sociologa,docente della Pfse (Pontificia Facoltà diScienze dell'Educazione) Auxilium di Roma,invece ha aiutato l’assemblea a entrarenel senso del Sinodo e offerto un quadroorganico delle più importanti dinamiche edei linguaggi che vivono i giovani. Da questocontributo, per così dire generale, sarannopoi i partecipanti a calare le istanze proposteda papa Francesco nella realtà del territorioe della Chiesa portuense.

Dalla Redazione del sito della Diocesi Porto e Santa Rufina

Dopo l’introduzione del Vescovo si è su-bito entrati nel vivo del tema centraleche accompagnerà appunto il camminodi tutta la Chiesa nel prossimo anno:“Andare, incontrarci, parlarci, riconoscer-ci”, importante progettualità verso il Si-nodo dei giovani del 2018. «D’altra parte–ha iniziato nel suo intervento il VescovoReali- la bellezza di camminare insiemeè un concetto facile da esprimere madifficile da applicare: non si tratta solodi età anagrafica. Bisogna creare le con-dizioni infatti in cui le persone possanotrovare questi luoghi, veri luoghi di ac-coglienza; i giovani di oggi sono tristi,non corrono, e rimproverano a noi adultidi non saperli aiutare; da qui la crisi, ilgrande vuoto, la significativa assenzadi giovani nelle nostre comunità cristiane,perché hanno perso, a causa dei loro

problemi, la capacità di sognare,di vedere il futuro in manierapiù serena. Ma il termine sinodorichiama etimologicamente aquesto cammino comune, comemodo di essere Chiesa che è lasostanza della sua natura. Dobbiamopuntare quindi a ricostruire questo sensodi sinodalità, fraternità nel vero sensodella parola e riprendere in mano di di-scorsi di Papa Francesco ispirati a questitemi. Riscoprire il valore vero della co-munione». Concetto quest’ultimo ripresoda suor Spiga: ripartire dalla via dellasinodalità, l’ascolto del mondo giovanile,quindi capire le scelte della nostra Diocesi(con un questionario ad hoc on line peri giovani) relativo alla fascia dai 16 ai29 anni. «Anche se -ha esordito suorSpiga- in questi ultimi anni la chiesa stafacendo un grande sforzo per “ascoltare”i giovani. Già nel 2015 il Papa parlavadi una chiesa che non può non esseresinodale e allora la domanda è: qualinuovi cammini bisogna intraprendereperchè attraverso i giovani si arrivi adannunciare il Vangelo; cammino sinodaleche comincia ascoltando il popolo diDio in quanto tutti facenti parte di unastessa chiesa, una chiesa sinodale ap-punto perché ascolta i suoi “figli” met-tendosi nell’atteggiamento di chi ascolta,perché imparo dall’altro, dunque atteg-giamenti di profonda umiltà, di semplicità.Essere chiesa dell’ascolto in quantoascoltare è più che “sentire”, perchénell’ascolto dell’altro io imparo e si mi-gliora reciprocamente». Dunque partendodall’espressione di “uscire” «E’ propriodall’ascolto del mondo giovanile che ar-riva il messaggio del Vangelo ma dovesono? Un mondo migliore si costruisceanche grazie alla loro voglia di cambia-mento e alla loro generosità. I giovani

nel mondodi oggi fan-no parte diun “tutto”

che cambiarapidamente;

così le nuove ge-nerazioni sono im-

mersi in un puzzle formatoda tasselli molto diversi in cui da sfondoci dovrebbero essere appartenenza, epartecipazione, punti di riferimento isti-tuzionali e personali e da sottolinearenon ultimo quella attuale è una genera-zione iper connessa. E quindi quali lescelte da fare? Anche della nostra diocesi:in un andare che non è solo un usciredalla stasi ma un domandarsi dove vo-gliamo andare e soprattutto con chi vo-gliamo andare (verbo di movimento): in-contrarci è un “come” dell’andare, del-l’uscire e il parlarci, altro concetto, indicail contenuto del parlarci. La gente infattiha un bisogno enorme di raccontarsi(molte sono le persone sole), ma anchetanti giovani sono soli, quindi ri-cono-scersi, lo sguardo su di noi, sugli altri eprogettare insieme, la meta, l’orizzonte».Al termine dell’intervento sono stati di-sposti tre corposi gruppi di lavoro il cuinocciolo di dibattito ruotava tutto intornoal grande dilemma dei giovani, focaliz-zando l’attenzione su vari temi: “comeascoltare la loro realtà, che cosa chiedonoconcretamente, e quale coinvolgimentodi famiglie e comunità nel loro discerni-mento vocazionale?” I risultati dello stu-dio emersi durante questi incontri sonostati poi esposti davanti a tutti, il sabatomattina e potranno essere utilizzati cometraccia per eventuali linee guida sull’ar-gomento trattato. A fine lavori i salutidel vescovo Reali per «un buon camminoinsieme!».

IL 22 E 23 SETTEMBRE LA XVI ASSEMBLEA DIOCESANA AL CENTRO PASTORALE

ASSEMBLEA

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Gli Uffici della Segreteria sono aperti: ORARIO INVERNALE (ottobre/maggio)- la mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.30 alle 12.30- il pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30.ORARIO ESTIVO (giugno/settembre)- Mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle 12.00- Pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00.

Telefono e Fax: 06.9902670

E-mail segreteria: [email protected] sito: [email protected] onlus: [email protected]

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AVVISIBACHECA

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IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEI POVERIL’INVITO DI PARTECIPAZIONE RIVOLTO A TUTTI Caro volontario, come saprai, il Papa al termine del Giubileo della Misericordia,istituì la Giornata Mondiale dei poveri che si celebrerà per la prima voltaquest’anno il 19 novembre 2017. Il tema da lui proposto è: “Non amiamo aparole ma con i fatti”. In primo luogo il titolo, richiama alla concretezza: i poverisono persone che incontriamo, accogliamo e amiamo nelle nostre comunità. Lapovertà non è un’entità astratta, ma ha il volto di uomini, di donne, e di bambinisfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e deldenaro. Davanti a questi scenari, il Papa ci chiede di non restare inerti erassegnati, ma di “rispondere con una nuova visione della vita e della società”. Tiinvitiamo, a concordare con il parroco qualche iniziativa che aiuti la parrocchia a:- chiedersi se e come i poveri partecipano alla vita della comunità e comefavorire la loro partecipazione; - incontrare la povertà presente nel tuo territorio,e a rimettere al centro le relazioni umane, unica via per restituire dignità a chivive al margine.Per la giornata mondiale dei poveri, gli appuntamenti sono due, ovvero:• Sabato 18 novembre ore 20.00, veglia di preghiera per il mondo delvolontariato, presso la Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Per la partecipazionea tale momento come Caritas Diocesana, abbiamo intenzione di organizzare unpullman per i volontari delle Caritas parrocchiali e dei servizi di carità in diocesi.Il punto di ritrovo sarà a Malagrotta, dove si potrà parcheggiare il proprio veicolo.Al fine di organizzare al meglio il trasferimento, chiediamo di far pervenirel’adesione, entro il 25 ottobre 2017.• Domenica 19 novembre, celebrazione eucaristica e Angelus nella Basilica diSan Pietro ore 10.00, con successivo pranzo riservato alle persone in stato dipovertà. Caritas Diocesana contatterà direttamente le parrocchie per l’individuazionedelle persone che parteciperanno al pranzo con il Papa (50 persone rappresentativedei vari tipi di povertà).

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Sabato 14 ottobre 2017Ore 19.00 – Concerto inonore di Maria con il Coro Po-lifonico “Akathistos” dellacittà di TraniOre 20.30 – Processione eFiaccolata con la MadonnaPellegrinaOre 22.00 – Veglia Mariana.Adorazione Eucaristica.Santo Rosario meditatoOre 24.00 – Saluto a MariaDomenica 15 ottobre 2017Ore 12.00 – AngelusOre 14.00 – Santo Rosariomeditato e animato daiGruppi di Preghiera di PadrePio della Diocesi di Porto –Santa RufinaOre 15.00 – Coroncina dellaMisericordia Ore 15.30 – Santa MessaSolenne presieduta dal Ve-scovo Diocesano Sua Eccel-lenza Monsignore Gino Reali,Consacrazione al Cuore Im-macolato di Maria e ultimoSaluto alla Madonna Pelle-grina.