Gifra atripalda dolce sentire marzo
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Il 24 marzo la Chiesa celebra la Ventitreesima Gior-
nata di preghiera e digiuno in memoria dei missio-
nari martiri e di tanti credenti uccisi ancora oggi per
la loro fede, come ci dimostrano i recentissimi fatti di cro-
naca. Tale memoria ci offre l’occasione per soffermarci a
riflettere sul martirio cristiano, illuminato dal Mistero Pa-
squale di Cristo, a cui il Tempo
quaresimale, ci sta preparando.
Nel segno della croce… è il tema
scelto per questa giornata. Esso ci
ricorda che non possiamo sgancia-
re il martirio da questa sorgente
preziosa che è la Croce di Cristo:
in lei rileggiamo la sofferenza e la
testimonianza resa dal Figlio di
Dio dinanzi al peccato e all’incre-
dulità degli uomini. Ascoltando il
racconto giovanneo della Passione
di Gesù, nella liturgia del Venerdì
Santo, noi meditiamo il doloroso
martirio del Messia che offre se
stesso per la salvezza dell’umanità
e, nello stesso tempo, facciamo
memoria della consegna del suo testamento spirituale
(amore e perdono verso i nemici, obbedienza alla volontà
del Padre, coraggio della verità, forza dello Spirito Santo…)
A riguardo sono interessanti i brani di Matteo sulle Beatitu-dini (Mt 5, 1-12) e quello sul Coraggio nelle persecuzioni
(Mt 10, 16-33). Dunque dalla morte rinasce la vita, dal
legno della croce una nuova linfa vitale. Ciò che sembra
finito e non avere senso è inizio di qualcosa che rinasce, è
DON’T FORGET !
- 6 marzo: Dies Natalis di Santa Rosa da Viterbo
Patrona della Gioventù Francescana
- 19 marzo: Solennità san Giuseppe Sposo di Maria
Festa del papà!
- 24 marzo: Giornata di preghiera e digiuno
in memoria dei missionari martiri
- 27 marzo: ore 20,00 al Convento
Adorazione Eucaristica Giovani
- 29 marzo: 30ª Giornata della gioventù
(celebrazione nelle diocesi)
- 3 aprile: Venerdì santo
Giornata per le opere della Terra Santa
(colletta obbligatoria)
segno di rigenerazione e di purificazione. Come scriveva
Tertulliano, "il sangue dei martiri è seme di nuovi cristia-
ni". Dalla sofferenza dei martiri la Chiesa esce rinvigorita e
rafforzata, il loro sangue diviene la forza stessa per conti-
nuare la missione di annuncio e di testimonianza nel mondo.
Dobbiamo così accostarci al termine martirio non solo sof-
fermandoci sul suo significa-
to di sofferenza e morte atro-
ce, che pur lo caratterizzano
ma che da soli non bastano a
darci il vero senso di tutto
ciò. È necessario scoprire il
significato di questa parola
greca che parla del martire
come di un testimone, cioè
uno che ha visto un fatto e ne
dà testimonianza, colui che
crede fortemente nel Vangelo
e nei valori in esso contenuti
e si batte per custodirli e tra-
smetterli, mettendo spesso a
rischio la propria vita. I cri-
stiani, dunque, sono martiri,
perché testimoni di Cristo: professano la loro fede in Lui, in
ogni contesto, e, per questo motivo, molti vengono ancora
oggi perseguitati ed uccisi. Ma cosa significa per noi oggi
dare testimonianza ? È far risplendere e riprodurre Cristo
intorno a noi: nel nostro cammino, nelle nostre attitudini,
nella nostra condotta, nelle nostre parole, nei nostri gesti.
Papa Francesco, in uno dei suoi Angelus del 2013 ha voluto
ricordare proprio una nuova tipologia di martirio, un marti-
rio quotidiano che non comporta la morte ma che si traduce
ugualmente in un “perdere la vita” per Cristo, compiendo il
proprio dovere con amore, secondo la logica di Gesù, la
logica del dono, del sacrificio. E’ il martirio quotidiano dei
genitori che “ogni giorno mettono in pratica la loro fede
offrendo concretamente la propria vita per il bene della fa-
miglia!”, o di quei “sacerdoti, frati, suore che svolgono con
generosità il loro servizio per il regno di Dio!”; e poi ci sono
i giovani che “rinunciano ai propri interessi per dedicarsi ai
bambini, ai disabili, agli anziani… Anche questi – afferma
Papa Francesco – sono martiri! Martiri della quotidianità!”.
Che il Signore ci aiuti a dare sempre testimonianza della
nostra fede sapendo, che anche laddove non siamo chiamati
a dare la vita per lui in prima persona, come tanti nostri fra-
telli e sorelle, in ogni angolo della terra, siamo chiamati a
“morire a noi stessi”, alle nostre superbie ed egoismi per far
emergere la pienezza della vita nuova che Cristo, morendo
sulla croce ci ha donato.
Don Ranieri Picone
MARZO 2015 Dolce Sentire 2
“Presi per avvocato e patrono il glorioso san Giuseppe, rac-
comandandomi molto a lui. Finora non mi ricordo di averlo
mai pregato di un favore che egli non mi abbia concesso. È
cosa che riempie di stupore pensare alle straordinarie grazie
elargitemi da Dio e ai pericoli da cui mi ha liberato, sia ma-
teriali sia spirituali, per l’intercessione di questo santo bene-
detto. Mentre ad altri santi sembra che il Signore abbia con-
cesso di soccorrerci in una singola necessità, ho sperimen-
tato che il glorioso san Giuseppe ci soccorre in tutte. Pertan-
to, il Signore vuol farci capire che allo stesso modo in cui fu
a lui soggetto in terra – dove san Giuseppe, che gli faceva le
veci di padre, avendone la custodia, poteva dargli ordini –
anche in cielo fa quanto gli chiede. Mi pare, nel giorno della
sua festa io gli chiedo sempre qualcosa e sempre mi vedo
esaudita.”
Tratto da: Vita di santa Teresa d’Avila capitolo 6.
S abato 21 febbraio, come è ormai consuetudine da qualche anno, la Famiglia Francescana della Campania
si è riunita presso i Monasteri delle Sorelle Clarisse situati nella regione per un momento di preghiera.
Noi della zona di Avellino ci siamo recati presso il Monastero di S. Lucia di Serino dove in tanti, insieme al
Primo e Secondo Ordine, abbiamo vissuto questo breve, ma intenso, momento. Partendo dal messaggio del
Santo Padre per la Quaresima, ci siamo messi in ascolto
dei passi del Vangelo e delle Fonti Francescane e il fra-
te che presiedeva la celebrazione ci ha guidato con una
profonda riflessione, toccando ognuno di noi nel pro-
fondo. Particolare e suggestivo è stato il momento ini-
ziale dove ognuno ha deposto ai piedi dell’altare i difet-
ti che vuole crocifiggere in questa Quaresima per fare
spazio allo Spirito e farsi guidare sulle strade dell’amo-
re. Altro momento commovente è stato quando i re-
sponsabili delle fraternità OFS presenti e i responsabili
delle rispettive fraternità Gi.Fra,, si sono recati insieme
all’altare e sempre insieme hanno svelato il Crocifisso,
precedentemente coperto dalle parole del Padre Nostro,
in ricordo delle due dimensioni essenziali della pre-
ghiera francescana indicateci dalle Sorelle Clarisse in
Avvento: lo sguardo e il silenzio. Abbiamo ascoltato e
meditato la Parola che ci ha interrogato e guidato du-
rante questa preghiera, nella speranza che questo perio-
do quaresimale possa farci assaporare la conversione
del cuore. SONIA CARRINO - OFS
Un pezzo di cielo visto dal Monastero delle clarisse
Santa Maria della Sanità in Santa Lucia di Serino (Av)
Dolce Sentire 3 MARZO 2015
Il giorno 22 febbraio a Nola si è tenuta la scuola regionale di formazione OFS /Gifra.
Il tema che è stato affrontato nella giornata era "Dalla vite alla vita!" . La giornata
ha avuto inizio con la Celebrazione Eucaristica, che dovrebbe sempre essere il centro
del nostro essere cristiani. Le due formazioni che sono
seguite alla celebrazione sono state particolarmente in-
teressanti e ci hanno spinto a riflettere sulle responsabi-
lità che ognuno di noi ha nei confronti dell'altro. La pri-
ma formazione tenuta da Padre Lorenzo Scafuro si è
incentrata sul ruolo della vite e sul compito che ogni
parte della pianta ha nel far crescere il frutto; inoltre, ci
ha spinto anche a riflettere sul ruolo dell'agricoltore
che taglia il tralcio che non è più utile alla vite e pota
quello che porta più frutto, per permettere che migliori
le quantità che produce. L' agricoltore è per noi il Si-
gnore che ci invita a restare con Lui in semplicità e ci
rende nelle Sue mani strumenti preziosi ed utili a testimoniare il Suo amore nel mondo. La
seconda parte della formazione è stata tenuta
dal ministro regionale OFS Michele Ortaglio
che, invece, ci ha fatto riflettere su un mes-
saggio di Papa Francesco in cui si parlava del-
le malattie più frequenti nella fede di ciascun
cristiano. Dopo aver consumato i pasti, ci sia-
mo divisi in settori di impegno e infine la gior-
nata si è conclusa proprio nello stesso modo
in cui era cominciata: con la preghiera.
MICHELA LIMONE - Adolescenti
MARZO 2015 Dolce Sentire 4
S iamo quasi giunti a metà del cammino che ci porterà
anche quest’anno a celebrare la Pasqua di Resurre-
zione. Per augurare a tutti noi che questo sia davvero un
tempo di riscoperta e rinascita nel nostro rapporto con
Dio e con il prossimo, le parole del Santo Padre per que-
sta Quaresima, così essenziali e “terapeutiche”, mi sem-
brano le più adatte. Perciò ve le ripropongo, con l’augu-
rio che tutti, sia come singoli che come comunità, riu-
sciamo a rinfrancare i nostri
cuori affaticati, a ristorarci
alla sorgente viva di Cristo.
“Anche come singoli abbia-
mo la tentazione dell’indiffe-
renza. Siamo saturi di notizie
e immagini sconvolgenti che
ci narrano la sofferenza uma-
na e sentiamo nel medesimo
tempo tutta la nostra incapa-
cità ad intervenire. Che cosa
fare per non lasciarci assor-
bire da questa spirale di spa-
vento e di impotenza? In pri-
mo luogo, possiamo pregare
nella comunione della Chie-
sa terrena e celeste. Non trascuriamo la forza della pre-
ghiera di tanti! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che
auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello dio-
cesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione
a questa necessità della preghiera. In secondo luogo, pos-
siamo aiutare con gesti di carità, raggiungendo sia i vici-
ni che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della
Chiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare
questo interesse all’altro con un segno, anche piccolo,
ma concreto, della nostra partecipazione alla comune
umanità. E in terzo luogo, la sofferenza dell’altro costi-
tuisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno
del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia
dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo
la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibi-
lità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in
serbo l’amore di Dio. E potremo resistere alla tentazione
diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il
mondo da soli. Per superare l’indifferenza e le nostre pre-
tese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere que-
sto tempo di Quaresima come un percorso di formazione
del cuore, come
ebbe a dire Bene-
detto XVI (Lett.
enc. Deus caritas
est, 31). Avere un
cuore misericordio-
so non significa
avere un cuore de-
bole. Chi vuole es-
sere misericordioso
ha bisogno di un
cuore forte, saldo,
chiuso al tentatore,
ma aperto a Dio. Un
cuore che si lasci
compenetrare dallo
Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai
fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che co-
nosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro. Per
questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi
Cristo in questa Quaresima: Fac cor nostrum secundum
cor tuum: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica
dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù). Allora avremo un
cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si
lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine del-
la globalizzazione dell’indifferenza.” (Papa Francesco,
Discorso per la Quaresima 2015).
MARIA CONSIGLIA ALVINO - Giovani Adulti
Gioventù Francescana di Atripalda I NOSTRI INCONTRI:
ADOLESCENTI, GIOVANI, GIOVANI/ADULTI
(dai 14 ai 30 anni) => venerdì dalle 20,00 alle 21,30
ARALDINI (scuole elementari E medie) => sabato dalle 17,00 alle 18,30
ADORAZIONE EUCARISTICA GIOVANI => venerdì 27 marzo alle ore 20,00 Presso il Convento “San Giovanni Battista” detto di San Pasquale
APPUNTI DI VIAGGIO