Gifra atripalda dolce sentire febbraio 2015

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Il giuramento del nuovo Presidente della Re- pubblica è stato trasmesso in diritta TV, martedì 3 febbraio u. s. ; abbiamo potuto così vedere una cerimonia che non si vedeva da circa 10 anni. Un rituale laico che trova nell’omaggio all’Al- tare della Patria e alla tomba del Milite Ignoto, forse, il suo più alto punto ideale e di commozione, atteso che il tutto accade nell’anno in cui l’Italia si appresta a cele- brare il centesimo anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. Ma credo che biso- gna fare riferimento al discor- so del Presidente on. Sergio Mattarella, ai due rami del Par- lamento riuniti in seduta plena- ria, ed anche alla sua storia personale, per poter cercare di capire quale sarà il carattere del prossimo settennato presi- denziale e quale influenza po- trà avere sulle coscienze dell’intera nazione. In un tem- po in cui il termine Patria sembra non aver molto da dire al cuore degli italiani, in un momento in cui forte è il solco che si è scavato tra politica e cittadini ed il senso morale sembra essere appannato del tutto rispetto ad un modo alquanto disinvolto e generaliz- zato di gestire la “res pubblica”, forse l’elezione di Sergio Mattarella alla suprema carica dello stato, an- che per il modo rapido e quasi unanime con cui è DON’T FORGET ! - 1 febbraio: 37ª Giornata per la vita - 2 febbraio: 19ª Giornata della vita consacrata - 8 febbraio: 1ª Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone - 11 febbraio: 23ª Giornata del malato - 17 febbraio: ore 17,30 Santa Messa e Adorazione Eucaristica al Convento - 18 febbraio: Mercoledì delle Ceneri - 27 febbraio: ore 20,00 al Convento Adorazione Eucaristica Giovani avvenuta, potrebbe essere il punto di snodo per un tentativo recupero di un nuovo umanesimo capace di porre al centro della politica l’uomo ed i suoi bisogni. È bella un’espressione, letta sul giornale “Avvenire” che sembra cogliere e riassumere questo tentativo, carico di speranza: “Un grande e limpido specchio dove possano riflettersi i volti di tutti gli italiani, nes- suno – assolutamente nessuno – escluso”. Credo che il Presidente avverta questo come una sorta di missione e, nel contempo, ben sa che non sarà impresa facile. Non sarà semplice dare corpo e so- stanza a quelle che sembrano essere le priorità assolute da lui individuate quali la riaffermazio- ne e la diffusione di forte e saldo senso della legalità e la ferma convinzione che la rinascita di un tessuto connettivo, capace di ridare fiducia e speranza agli italiani, sia fortemente legato alla lotta alla mafia e alla corruzione. La sua storia personale, che si è dipanata insieme alle vicende italiane del cattolicesimo democratico, fa ben sperare. L’Italia ha bisogno di questa iniezione di fiducia per uscire dalla crisi economica, per recupera- re forte il senso di appartenenza, per ridare nuovo vigore ad un senso del dovere e della morale che abbiamo fatto di tutto per distruggere. L’elezione di Sergio Mattarella sembra indicarci questa strada, ma non potrà percorrerla da solo e, soprattutto, non potrà la sua azione di guida e di garante essere efficace se ciascuno di noi non sarà disposto a fare il proprio dovere. Non è questo l’invito ad un esercizio di retorica, ma una riflessione, rispetto all’epoca che viviamo ed all’umanità che la caratterizza, che non è molto diversa dai tempi e dagli uomini che ci hanno preceduti, ma che certamente necessita, più di ogni altra epoca, di fermarsi un attimo per riflettere, riconsiderare il modo in cui disegna progressivamen- te la realtà per poi riprendere il cammino cambiando le cose che si devono cambiare. Colgo nell’elezione di Sergio Mattarella questo seme di speranza. PASQUALE PISANIELLO Viceministro regionale dell’Ordine Francescano Secolare della Campania

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Il giuramento del nuovo Presidente della Re-pubblica è stato trasmesso in diritta TV, martedì 3 febbraio u. s. ; abbiamo potuto così

vedere una cerimonia che non si vedeva da circa 10 anni. Un rituale laico che trova nell’omaggio all’Al-tare della Patria e alla tomba del Milite Ignoto, forse, il suo più alto punto ideale e di commozione, atteso che il tutto accade nell’anno in cui l’Italia si appresta a cele-brare il centesimo anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. Ma credo che biso-gna fare riferimento al discor-so del Presidente on. Sergio Mattarella, ai due rami del Par-lamento riuniti in seduta plena-ria, ed anche alla sua storia personale, per poter cercare di capire quale sarà il carattere del prossimo settennato presi-denziale e quale influenza po-trà avere sulle coscienze dell’intera nazione. In un tem-po in cui il termine Patria sembra non aver molto da dire al cuore degli italiani, in un momento in cui forte è il solco che si è scavato tra politica e cittadini ed il senso morale sembra essere appannato del tutto rispetto ad un modo alquanto disinvolto e generaliz-zato di gestire la “res pubblica”, forse l’elezione di Sergio Mattarella alla suprema carica dello stato, an-

che per il modo rapido e quasi unanime con cui è

DON’T FORGET ! - 1 febbraio: 37ª Giornata per la vita - 2 febbraio: 19ª Giornata della vita consacrata - 8 febbraio: 1ª Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone - 11 febbraio: 23ª Giornata del malato - 17 febbraio: ore 17,30 Santa Messa e Adorazione Eucaristica al Convento - 18 febbraio: Mercoledì delle Ceneri - 27 febbraio: ore 20,00 al Convento Adorazione Eucaristica Giovani

avvenuta, potrebbe essere il punto di snodo per un tentativo recupero di un nuovo umanesimo capace di porre al centro della politica l’uomo ed i suoi bisogni. È bella un’espressione, letta sul giornale “Avvenire” che sembra cogliere e riassumere questo tentativo, carico di speranza: “Un grande e limpido specchio dove possano riflettersi i volti di tutti gli italiani, nes-

suno – assolutamente nessuno – escluso”. Credo che il Presidente avverta questo come una sorta di missione e, nel contempo, ben sa che non sarà impresa facile. Non sarà semplice dare corpo e so-stanza a quelle che sembrano essere le priorità assolute da lui individuate quali la riaffermazio-ne e la diffusione di forte e saldo senso della legalità e la ferma convinzione che la rinascita di un tessuto connettivo, capace di ridare fiducia e speranza agli italiani, sia fortemente legato alla lotta alla mafia e alla corruzione.

La sua storia personale, che si è dipanata insieme alle vicende italiane del cattolicesimo democratico, fa ben sperare. L’Italia ha bisogno di questa iniezione di fiducia per uscire dalla crisi economica, per recupera-re forte il senso di appartenenza, per ridare nuovo vigore ad un senso del dovere e della morale che abbiamo fatto di tutto per distruggere. L’elezione di Sergio Mattarella sembra indicarci questa strada, ma non potrà percorrerla da solo e, soprattutto, non potrà la sua azione di guida e di garante essere efficace se ciascuno di noi non sarà disposto a fare il proprio dovere. Non è questo l’invito ad un esercizio di retorica, ma una riflessione, rispetto all’epoca che viviamo ed all’umanità che la caratterizza, che non è molto diversa dai tempi e dagli uomini che ci hanno preceduti, ma che certamente necessita, più di ogni altra epoca, di fermarsi un attimo per riflettere, riconsiderare il modo in cui disegna progressivamen-te la realtà per poi riprendere il cammino cambiando le cose che si devono cambiare.

Colgo nell’elezione di Sergio Mattarella questo seme di speranza.

PASQUALE PISANIELLO Viceministro regionale dell’Ordine

Francescano Secolare della Campania

FEBBRAIO 2015 Dolce Sentire 2

I stituita il 13 maggio 1992, la Giornata mondiale del

malato, che si celebra ogni anno nella commemorazione della Madonna di Lourdes (11 febbraio), rappre-senta un «momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferen-za per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fra-tello infermo il Santo Volto di Cristo, che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell'umanità» (Lettera di istituzione). A papa Giovanni Paolo II era stata diagnosticata la malattia di Parkinson già nel 1991, la sua condizione di malato è stata divulgata solo più tardi, ed è significa-tivo che abbia deciso di creare una Giornata mondiale del malato, appena un anno dopo la diagnosi. Il papa aveva scritto molto sul tema della sofferenza e credeva che fosse molto più di un processo salvifico e redentivo, per mezzo di Cristo, come ha indicato nella sua lettera apostolica Salvifici Doloris. La festa di Lourdes è stata scelta perché molti pellegrini e visitatori a Lourdes hanno riferito di essere stati guariti per intercessione della Beata Vergine. In occasione di questa Giornata, la comunità cristiana è chiamata a vivere una speciale attenzione al mondo della sofferenza: “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo” (Gb 29,15). Nelle diverse strutture ospedaliere, nelle case di cura, nelle parrocchie della Diocesi, la Giornata è stata celebrata con diverse iniziative, tutte degne di atten-zione, ricordandoci che il servizio al fianco delle sorelle e dei fratelli malati non si esaurisce con un singolo gesto ed è, come sottolinea Papa Francesco, un grande cammino di santificazione. Ecco, il tempo speso a fianco dei sofferenti è ‘tempo santo’, che insegna a ‘uscire da sé’, e ha un valore speciale, quello della

gratuità, che talvolta, in epoca di frenesia e fretta, si tende a dimentica-re. La carità, in tutte le forme in cui si esplica, ha sempre bisogno di tempo, ed è questa la ‘lezione’ che anche la Giornata mondiale del malato può aiutarci ad imparare. CARMINE DELLA PUZZA - OFS

S i è celebrata l’8 febbraio scorso la prima giornata mondiale di pre-ghiera e riflessione contro la tratta di persone, fortemente voluta da

Papa Francesco. Riportiamo qui una riflessione tratta dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede del 3 febbraio 2015 ed in progetto Talitha Kum! [La celebrazione della giornata contro la tratta di persone non è qualcosa di nuovo, perché già da tempo molte organizzazioni ecclesiali e laiche sono impegnate contro la tratta di persone. Non è nemmeno una data pro-posta per concludere un percorso, perché siamo ancora lontani dallo sra-dicare la tratta di persone. La Giornata contro la tratta è una tappa impor-tante del nostro cammino, per rinnovare le forze e continuare insieme nel nostro impegno a servizio del Regno di Dio, annunciàtoci da Gesù Cri-sto. L’8 febbraio, festa di Santa Giuseppina Bakhita, ha lo scopo di invi-tare tutti a pregare e riflettere contro la tratta. Bakhita nel suo percorso di vita è passata dalla schiavitù alla libertà. Abbiamo quindi una donna con-sacrata come amica in questo cammino e questo ci ricorda l’importanza dell’essere e agire in Dio, anche nel contrastare la tratta di persone.]

(tratto da Intervento di Sr. Gabriella Bottani, SMC) TALITHA KUM è la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la Tratta di Persone (TIP) costituita dal Consiglio Direttivo della UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali) il 21 settembre 2009. Il suo scopo principale è quello di "condividere e ottimizzare le risorse proprie della Vita Religiosa a favore degli in-terventi di prevenzione, di sensibilizzazione e di denuncia del traffico di persone e per la protezione e l’assistenza delle vittime e delle persone vulnerabili". Talitha Kum! Fanciulla, alzati! È la parola che Gesù rivolge alla bambina che era morta, ma viene risuscitata (Mc 5, 22-43). La nostra è una missione di speranza.

Dolce Sentire 3 FEBBRAIO 2015

L o statuto della Gioventù Francescana descrive la Gi.Fra. come “la Fraternità dei giovani che si sentono chiamati dallo Spirito Santo a fare l’esperienza della vita Cristiana alla luce del messaggio di S. Fran-

cesco d’Assisi [...]” (art.1 de “Il Nostro Volto”) e come il “cammino di discernimento vocazionale che offre il servizio fraterno e gli strumenti per raggiungere la maturità umana, cristiana e francescana del giovane [...]” (art.4 de “Il Nostro Volto”). In queste poche parole è racchiuso tutto il senso dell’esperienza di vita fraterna, che ha l’obiettivo di guidare, ac-compagnare, supportare il giovane nella ricerca della propria vo-cazione. Il più delle volte, erroneamente e superficialmente, sia-mo portati ad associare la parola “vocazione” esclusivamente alla scelta di diventare sacerdote, frate o suora. Ognuno di noi ha una vocazione nella propria vita da realizzare eppure, se ci pensiamo bene, non tutti siamo frati o suore. Scoprire e realizzare la propria vocazione è capire e sforzarsi ogni giorno di vivere al meglio co-sa il Signore ci chiama a fare nella nostra vita, cosa vogliamo fare della nostra vita, cosa ci rende davvero felici e pienamente realiz-zati: lo studio, il lavoro, la costruzione di una vita relazionale e affettiva autentica, l’inizio di un cammino di fede più forte, ecc. Tra gli strumenti di cui la fraternità si avvale per guidare i giova-ni nella ricerca della propria felicità rientra l’itinerario formativo pensato ed elaborato dalla Gioventù Francescana d’Italia, che in-vita i ragazzi a riflettere su un determinato tema durante l’intero anno fraterno. All’interno del progetto formativo triennale orien-tato alla riscoperta della propria identità cristiana, i giovani fran-cescani lo scorso anno sono stati guidati alla consapevolezza di essere figli di una paternità e maternità non solo terrene. In una società che sembra essere ormai priva di autentici punti di riferi-mento, durante questo anno fraterno, invece, i gifrini saranno invitati a scoprire il modello di riferimento che il Signore ha dato loro per essere figli nel migliore dei modi: Gesù. “L’obiettivo al quale si desidera condur-re il giovane francescano è quello di guardare alla figura di Gesù come modello dal quale imparare le mo-dalità dell’essere figlio, nello specifico per mezzo degli strumenti pedagogici che egli usa, quali: Parola, Ge-sti, Emozioni, Dinamiche” (Dal progetto formativo triennale 2013-2016 della Gioventù Francescana d’Ita-lia). L’itinerario formativo proposto dalla Gioventù Francesca d’Italia per l’anno fraterno 2014-2015 ha, quindi, come titolo Askuola con Gesù. ““Ask”: è il verbo chiedere in inglese, perché sono le domande che ci poniamo a farci muovere, a farci camminare; “Skuola”: la scuola è il luogo in cui ci possiamo fermare per cercare le risposte alle nostre domande, è il luogo in cui costruiamo noi stessi e il nostro futuro, è il luogo in cui impariamo a essere delle persone; “con Gesù”: nella scuola che è la nostra vita possiamo incontrare tantissimi insegnanti e tantissime risposte. Tra tutti questi il modello che scegliamo di seguire è Gesù, com-pagno e maestro. Figlio da incontrare e imitare per essere figli felici.” (Da Askuola con Gesù, itinerario for-mativo per l’anno 2014-2015 della Gioventù Francescana d’Italia).

ANNABELLA TRONCONE – Giovani Adulti

Cos'è la Tratta? La tratta di esseri umani è definita come "il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'al-loggio o l'accoglienza di una o più persone, usando mezzi illeciti ai fini dello sfruttamento. Lo sfruttamento comprende almeno, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o le pratiche analoghe alla schiavitù, la servitù o il traffico di organi. Cosa ci motiva? - La sequela di Gesù Cristo che ci chiama con lui: "per portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi…"(Lc 4, 18-19). - la contemplazione della Parola di Dio che è luce ai nostri passi e fonte della nostra speranza. - La con-divisione dei diversi carismi congregazionali per promuovere la comunione tra noi e con tutta l’umanità. Per approfondire: www.a-light-against-human-trafficking.info

FEBBRAIO 2015 Dolce Sentire 4

L audato sii, mi’ Signore, per tutte le tue creature. Il 1 febbraio abbiamo celebrato la giornata per la

vita. Francesco la celebrava vivendo ogni giorno, sentendo il Signore in ogni essere vivente del Creato. Ed in ciò realizzò una prima forma di umanesimo, non quello dell’uo-mo fabbro della sua fortuna, ma dell’uomo che plasma la sua storia insieme a Dio. Protagonisti a due mani, Dio e l’uomo, di questa sto-ria fantastica che è la vita. Se solo ce ne rendessimo conto, forse sa-rebbe diverso questo nostro stare quaggiù, nelle grandi e piccole scelte quotidiane. Bambini, anzia-ni, giovani, adolescenti, tutti in-camminati insieme verso un’unica meta, tutti espressione di quell’u-nica grande luce che ciascuno riverbera in modo spe-ciale, secondo la Grazia che Lui gli concede. Se pen-sassimo al dono che siamo noi e che sono gli altri per noi, a quanto Dio abbiamo dentro noi e gli altri, que-sto sarebbe un posto migliore e lo apparirebbe anche. Perché ogni gesto avrebbe il suo valore. Ogni ab-braccio, ogni sorriso anche casuale, ogni parola buo-na, ogni buona idea, ogni sacrificio, ogni silenzioso sopportare sarebbe una testimonianza della Sua pre-senza. È circolata in questi giorni la storia della bim-ba down rifiutata dalla mamma e tenuta dal papà. Questa cultura dell’efficienza ad ogni costo ci porta a considerare tutto ciò che non è apparentemente utile

o difficile da affrontare come qualcosa da rifiutare. La logica del Vangelo è, però, un’altra: è quella della risposta coerente, salda e fiduciosa alla debolezza, all’incomprensibile, alla difficoltà. “«I bambini e gli

anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteran-no avanti la storia, gli anziani per-ché trasmettono l'esperienza e la saggezza della loro vita». Queste parole ricordate da Papa Francesco sollecitano un rinnovato riconosci-mento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale ter-mine. È l’invito a farci servitori di ciò che “è seminato nella debolez-za” (1 Cor 15,43), dei piccoli e de-gli anziani, e di ogni uomo e ogni

donna, per i quali va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita …. La fantasia dell’amore può farci uscire da questo vicolo cieco inaugurando un nuovo umanesimo: «vivere fino in fondo ciò che è umano (…) migliora il cristiano e feconda la città». La costruzione di questo nuovo umanesimo è la vera sfida che ci attende e parte dal sì alla vita.” (Messaggio della CEI per la 37a giornata nazionale per vita). Affidiamo a Maria ogni piccola vita che ci circonda, nella speranza che, come Lei, sappiamo rin-novare ogni giorno il nostro sì alla vita in Cristo.

MARIA CONSIGLIA ALVINO - Giovani Adulti

Gioventù Francescana di Atripalda I NOSTRI INCONTRI: ADOLESCENTI, GIOVANI, GIOVANI/ADULTI

(dai 14 ai 30 anni) => VENERDì dalle 20,00 alle 21,30

ARALDINI (scuole elementari E medie) => SABATO dalle 17,00 alle 18,30

ADORAZIONE EUCARISTICA GIOVANI come da locandina <­­ l’ultimo venerdì del mese alle ore 20,00

Presso il Convento “San Giovanni Battista” detto di San Pasquale

APPUNTI DI VIAGGIO