ANNO XI IN PERENNE AFFANNO, IN CONTINUA CORSA PER ... · la consapevolezza che non esaurisce il...

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERI Direttore Responsabile Don Domenico Giannandrea IN PERENNE AFFANNO, IN CONTINUA CORSA PER PROVVEDERE A TUTTE LE NECESSITÀ... ....gli uomini non si accorgono che la “sana in- quietudine”, il senso della vita, nasce dal desi- derio di incontrare Dio che non è un Dio dei morti, ma dei vivi. Un giorno un lupo incontrò una bambina che portava un grosso cestino di cibarie. «Porti quel cestino alla nonna?», chiese il lupo. La bambina disse di sì: lo portava alla nonna. Allora il lupo le domandò dove abitava la donna; la bam- bina glielo disse, e lui scomparve nel bosco. Quando la bambina aprì la porta della casa della nonna, vide subito che quello nel letto con la cuffia e la camiciona non era la nonna, ma il lupo, perché anche con una cuffietta in testa un lupo non somiglia a una nonna più di quanto un auto- bus somigli a Valeria Marini. La bambina allora trasse dal cesto una pistola automatica e fece secco il lupo (da B. FERRERO, Quaranta storie nel deserto, Elle Di Ci). Questa semplice storia ci dice che non sempre le cose vanno se- condo gli schemi prefissati, le abitudini consolidate, i ritmi che ci sono familiari. Non sempre le situazioni si svolgono come le abbiamo previste, o come diamo per scontato che si evolvano. D'altra parte noi stessi possiamo cogliere, nei fatti che riempiono l'esistenza, una sfumatura nuova, un punto di vista inconsueto, un valore dapprima ignorato o comunque sottovalutato, che ora condiziona una nostra scelta, o per lo meno la orienta. La realtà quotidiana, in- somma, va tenuta d'occhio, non ci si può perdere, dimen- ticarsi in essa, che anzi va percorsa e abitata con la coscienza di esistere e di esservi immersi, ma anche con la consapevolezza che non esaurisce il senso della vita. Devi portare il bambino al «calcio» e poi pulire per terra, fare la spesa, pagare quella bolletta, essere pronta per cena o avere predisposto quella consegna, fare una bella figura, essere presente all'incontro con un perso- naggio importante. E la sera sei distrutta, soddisfatta d'aver finito tutto e già ansiosa per gli impegni del do- mani. Noi rischiamo di essere come quelli che si sve- gliano su un treno mentre corre nella notte. Da dove è partito quel treno su cui sei stato caricato, non sai quando e perché? Dove è diretto? E perché questo treno e non un altro? Forse ti accontenti di esaminare il tuo scompartimento, di verificare le dimensioni dei sedili, di analizzare i materiali. Per poi riaddormentarti tranquillo: hai preso coscienza dell'ambiente che ti circonda, e tanto ti basta, il resto non è affar tuo. Perché, se poi l'angoscia dell'ignoto prenderà alla gola, ci sarà sempre modo di scacciarla pensando ad altro. Tutti i viaggiatori di quel treno, comunque, sanno che il convoglio finirà per imboccare un tunnel oscuro, senza che alcuno possa scendere prima. Ma che cosa vi sia oltre l'imbocco della misteriosa galleria, nessuno lo sa: «Io non vedo che infiniti da tutte le parti che mi rinchiu- dono come un atomo e come un'ombra che dura solo un istante senza ritorno. Tutto quel che conosco è che debbo presto morire: ma quel che ignoro di più è proprio questa morte che non posso evitare». Pascal, autore di queste righe, venne accusato d'essere un «pazzo sublime», un «inguaribile bambino», un «presuntuoso che non si è ras- segnato alla legge del dubbio». La sua colpa era quella di cercare una soluzione al mistero della condizione umana. Ai detrattori egli replicava, però, ritorcendo in anticipo l'iro- nia: «Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, hanno deciso, per rendersi felici, di non pensarci». Pur- troppo sono pochi quelli che cercano il senso della vita, dunque la meta, la direzione di marcia del treno; e ancora meno sono quelli che non si quietano, placati da risposte in fondo stereotipate e accomodanti: «Vivo per guada- gnare di più, per affermarmi in famiglia, per essere ricor- dato, perché non posso farne a meno …». Tipiche risposte dell'uomo moderno, ma non nuove né sconosciute nei tempi passati. Il tentativo di esaurire il senso del vivere in valori di basso profilo, in fondo comodamente traduci- bili in atteggiamenti e comportamenti coincidenti con quelli istigati dall'Io, è di tutti i tempi poiché da sempre l'uomo cerca anestetici al dubbio, alla tensione verso un indistinto trascendente, che lo inquieta e gli impedisce di starsene tranquillo, di ridursi a manipolatore di cose. Se invece tu vivi per Dio, se hai trovato in Dio la meta di quella inquietudine che ti spinge oltre te stesso e le cose e la realtà, se lo scopo del tuo esistere è en- trare in comunione con Dio, allora le circostanze in cui ti imbatti non sono assolute, definitive, ma diven- gono un mezzo per avvicinarti al tuo Signore. La vita stessa diventa relativa, nel senso che ri- mane importante, ma non l'unica possibilità di esi- stere che possiedi. Infatti, il frammento di tempo che abiti, nella realtà terrena, non ha fine, in quanto è soltanto l'inizio della tua esperienza vitale, che continua in quello che è chiamato Aldilà. Lavorare, studiare, amare, giocare, ascoltare, parlare, non sono banalità, non sono inutilità da sopportare in attesa della morte liberante ma sono altrettante occasioni per aprire la porta della vita. La vita, insomma, ci è data per cercare Dio: la morte per trovarLo, l’eternità per posse- derLo. Don Domenico 1 ANNO XI NUMERO 43 Nov. Dic. 2016

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERIDirettore Responsabile Don Domenico Giannandrea

IN PERENNE AFFANNO, IN CONTINUA CORSA PER PROVVEDERE A TUTTE LE NECESSITÀ... ....gli uomini non si accorgono che la “sana in-quietudine”, il senso della vita, nasce dal desi-derio di incontrare Dio che non è un Dio deimorti, ma dei vivi.Un giorno un lupo incontrò una bambina che portava ungrosso cestino di cibarie. «Porti quel cestino alla nonna?»,chiese il lupo. La bambina disse di sì: lo portava alla nonna.Allora il lupo le domandò dove abitava la donna; la bam-bina glielo disse, e lui scomparve nel bosco. Quando labambina aprì la porta della casa della nonna, vide subitoche quello nel letto con la cuffia e la camiciona non era lanonna, ma il lupo, perché anche con una cuffietta in testaun lupo non somiglia a una nonna più di quanto un auto-bus somigli a Valeria Marini. La bambina allora trasse dalcesto una pistola automatica e fece secco il lupo (da B.FERRERO, Quaranta storie nel deserto, Elle Di Ci). Questasemplice storia ci dice che non sempre le cose vanno se-condo gli schemi prefissati, le abitudini consolidate, i ritmiche ci sono familiari. Non sempre le situazioni si svolgonocome le abbiamo previste, o come diamo per scontato chesi evolvano. D'altra parte noi stessi possiamo cogliere, neifatti che riempiono l'esistenza, una sfumatura nuova, unpunto di vista inconsueto, un valore dapprima ignorato ocomunque sottovalutato, che ora condiziona una nostrascelta, o per lo meno la orienta. La realtà quotidiana, in-somma, va tenuta d'occhio, non ci si può perdere, dimen-ticarsi in essa, che anzi va percorsa e abitata con lacoscienza di esistere e di esservi immersi, ma anche con

la consapevolezza che non esaurisce il senso della vita. Devi portare il bambino al «calcio» e poi pulire per terra,fare la spesa, pagare quella bolletta, essere pronta percena o avere predisposto quella consegna, fare unabella figura, essere presente all'incontro con un perso-naggio importante. E la sera sei distrutta, soddisfattad'aver finito tutto e già ansiosa per gli impegni del do-mani. Noi rischiamo di essere come quelli che si sve-

gliano su un treno mentre corre nella notte. Da dove èpartito quel treno su cui sei stato caricato, non sai

quando e perché? Dove è diretto? E perché questo trenoe non un altro? Forse ti accontenti di esaminare il tuoscompartimento, di verificare le dimensioni dei sedili, dianalizzare i materiali. Per poi riaddormentarti tranquillo:hai preso coscienza dell'ambiente che ti circonda, e tantoti basta, il resto non è affar tuo. Perché, se poi l'angosciadell'ignoto prenderà alla gola, ci sarà sempre modo discacciarla pensando ad altro. Tutti i viaggiatori di quel treno, comunque, sanno che ilconvoglio finirà per imboccare un tunnel oscuro, senzache alcuno possa scendere prima. Ma che cosa vi siaoltre l'imbocco della misteriosa galleria, nessuno lo sa:«Io non vedo che infiniti da tutte le parti che mi rinchiu-dono come un atomo e come un'ombra che dura solo unistante senza ritorno. Tutto quel che conosco è che debbopresto morire: ma quel che ignoro di più è proprio questamorte che non posso evitare». Pascal, autore di questerighe, venne accusato d'essere un «pazzo sublime», un«inguaribile bambino», un «presuntuoso che non si è ras-segnato alla legge del dubbio». La sua colpa era quella dicercare una soluzione al mistero della condizione umana.Ai detrattori egli replicava, però, ritorcendo in anticipo l'iro-nia: «Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte,hanno deciso, per rendersi felici, di non pensarci». Pur-troppo sono pochi quelli che cercano il senso della vita,dunque la meta, la direzione di marcia del treno; e ancorameno sono quelli che non si quietano, placati da rispostein fondo stereotipate e accomodanti: «Vivo per guada-gnare di più, per affermarmi in famiglia, per essere ricor-dato, perché non posso farne a meno …». Tipiche rispostedell'uomo moderno, ma non nuove né sconosciute neitempi passati. Il tentativo di esaurire il senso del viverein valori di basso profilo, in fondo comodamente traduci-bili in atteggiamenti e comportamenti coincidenti conquelli istigati dall'Io, è di tutti i tempi poiché da semprel'uomo cerca anestetici al dubbio, alla tensione verso unindistinto trascendente, che lo inquieta e gli impedisce distarsene tranquillo, di ridursi a manipolatore di cose.

Se invece tu vivi per Dio, se hai trovato in Dio la metadi quella inquietudine che ti spinge oltre te stesso ele cose e la realtà, se lo scopo del tuo esistere è en-trare in comunione con Dio, allora le circostanze incui ti imbatti non sono assolute, definitive, ma diven-gono un mezzo per avvicinarti al tuo Signore. La vita stessa diventa relativa, nel senso che ri-mane importante, ma non l'unica possibilità di esi-stere che possiedi. Infatti, il frammento di tempoche abiti, nella realtà terrena, non ha fine, inquanto è soltanto l'inizio della tua esperienza vitale,che continua in quello che è chiamato Aldilà. Lavorare, studiare, amare, giocare, ascoltare,parlare, non sono banalità, non sono inutilità dasopportare in attesa della morte liberante masono altrettante occasioni per aprire la portadella vita. La vita, insomma, ci è data per cercareDio: la morte per trovarLo, l’eternità per posse-derLo.

Don Domenico

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ANNO XINUMERO 43Nov. Dic. 2016

Anche quest’anno, in occasionedella domenica di Cristo Re, ilCoro parrocchiale, ha partecipato

al consueto Raduno Diocesano dei Cori,avente come tema “I colori della Santitàe della Misericordia” tenutosi, quest’anno,presso la Parrocchia “Santa Maria di Na-zareth” di Casalotti, a Roma.Abbiamo accettato l’invito del Vescovo,Mons. Gino Reali, a confrontarci, con le di-verse realtà musicali e canore delle nostreparrocchie. Con un maggiore entusiasmo,rispetto alle passate edizioni, orgogliosi diproporre un canto che è entrato a far partedel nostro repertorio, per merito di ungruppo di 45 giovani (gruppo medie par-

rocchiale), dove zaini in spalla, per il tradi-zionale campo estivo, hanno affrontato unviaggio di 100 chilometri a piedi, percorrendoil cammino Francescano da Spoleto adAssisi e intonando il canto da noi riproposto“ALLE PORTE DEL CIELO” del gruppo Reale.Questo canto rappresenta per noi l’occa-sione che Dio ci dà, attraverso la sua mi-sericordia, di sentire i nostri pensieri, aprireil libro della nostra vita e come dice il testo“Ricominciare da zero”. Diventando nuovacreatura, colorando le pagine del libro dellanostra esistenza alla presenza e con lapresenza di Dio, perché altrimenti diver-rebbero pagine in bianco e nero, piene disofferenza e sgomento. Pur non potendo

partecipare personalmente il Vescovo Mons.Gino Reali il brano però è stato gradito eapprezzato e accolto da una grande ova-zione dei presenti.«Abbiamo cantato con la gioia di esseresempre più fedeli testimoni del servizioche offriamo alla nostra comunità» hannodetto le responsabili del coro Ilenia Canulloe Antonella Cannavò. Terminata l’esecuzione dei brani da partedi tutti i Cori, si è svolta la SS. Messa e or-gogliosi della nostra partecipazione, «cre-diamo fermamente che questi incontrisiano ottimi momenti di confronto e in-contro». L’appuntamento è rimandato alraduno del prossimo anno.

CORO CORO PARROCCHIALE: “CHE GIOIA AVER CANTATO UN INNO DEI NOSTRI RAGAZZI! ALLE PORTE DEL CIELO”

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E ra tutto pronto per la 3^ edizionedi questa tradizionale festa deiFuori di Zucca. Vestiti da angeli

con aureola dorata in testa tutti i ragazzinidelle medie, in particolare, accompagnatianche dai genitori, si sono aggirati per levie di Cerenova dando vita, in occasionedel 31 ottobre, a una sorta di “contro Hallo-ween” e suonando ai citofoni delle caseper avere qualche dolcetto. In perfetto stilegiocoso. Tanti i partecipanti tra giovani emeno giovani. Finale, ovviamente mange-reccio, in oratorio dove tra profumate ecalde frittelle, si è conclusa la simpaticasfilata.

VESTITI CANDIDI E AUREOLE IN TESTA CHI SONO QUESTI “ANGELI” PER LE VIE DI CERENOVA?

FESTA

NOMINEPADRE STEFANO SERI NOMINATO VICE PARROCO DELLA PARROCCHIA DI S. ELISABETTA ANNA SETON A LIVORNO

S abato 26 novembre PadreStefano Seri è stato nominatoVice parroco della Parrocchia

di S. Elisabetta Anna Seton a Livornomentre Parroco è stato nominato unsuo confratello, Padre Carmine Mada-lese.

La cerimonia è stata presieduta da SuaEccellenza Simone Giusti, Vescovo dellaDiocesi di Livorno. A Padre Stefano tanti auguri affettuosida parte di tutta la nostra Comunitàper la grandissima missione che gli èstata affidata.

INCONTRI DELLE

FAMIGLIE“NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI; NON CONDANNATE E NON SARETE CONDANNATI; PERDONATE E SARETE PERDONATI…”

“Non giudicate e non saretegiudicati; non condannatee non sarete condannati;

perdonate e sarete perdonati…”. Questobrano, tratto dal vangelo di Luca, ha fattoda filo conduttore per l’incontro delle fa-miglie che si è svolto venerdì 11 novembrein oratorio; infatti il confronto ci ha portatiad ammettere che, anche in famiglia, tramarito e moglie, tra genitori e figli, trafratelli e amici, è sempre in agguato la

tentazione di giudicare, di emettere sen-tenze, di puntare il dito contro qualcu-no…perciò il passo in assoluto più difficileè il perdono, un gesto coraggioso, perchécrea un ponte per ricostruire…Il perdonoè il gesto dei forti, capace di affrontare laminaccia della rottura che riesce a spezzarel’incantesimo del male.Gli incontri delle famiglie, che si svolgonouna volta al mese, non sono solo un’occa-sione per stare insieme, condividendo una

buona serata con piatti e pietanze preparatidai tanti partecipanti ma un’opportunitàper confrontarci, una possibilità di diventaregli uni per gli altri compagni di cammino,per imparare ad ascoltare e per non fermarsisolo alle apparenze delle situazioni.Il prossimo appuntamento è per venerdì16 dicembre allo stabilimento SunBay, diLadispoli, per una frizzante serata dan-zante!!

Federica Licocci

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MINISTRANTIECCO I NUOVI MINISTRANTI APPENA ENTRATI NEL GRUPPO LORENZO, SERENA E IRENE

I nuovi mini-stranti Loren-zo, Serena e

Irene durante lamessa del 1°no-vembre. Benvenutinel gruppo!

“L e nude domande del Van-gelo”. È stato il tema cen-trale del ritiro spirituale

della nostra comunità, svoltosi a BassanoRomano venerdì 4, sabato 5 e domenica6 novembre nel grande Monastero di S.Vincenzo Martire. Le giornate sono state scandite dalla Li-turgia delle ore che iniziava con la recitadell’Ufficio delle letture e le Lodi delmattino; alle ore 15 la recita dell’oramedia; alle ore 18 l’Adorazione Eucari-stica; alle ore 19,30 la recita del Vespro;alle ore 20 la cena, infine alle ore 23 larecita della Compieta. Il primo giorno è stato scandito quindidal festoso e rumoroso arrivo con la si-stemazione nelle camere, la recita delVespro e l’apertura ufficiale del ritiro, incui il parroco Don Domenico ha distribuitotutto il materiale cartaceo per le rifles-sioni e le preghiere quindi dettato qualisarebbero state le varie fasi degli esercizispirituali. Dopo cena è stato proiettato il film “Lavita segreta delle api”, storia di unabambina che pur in mezzo a disagi fa-miliari e fatti drammatici che hanno se-gnato la sua esistenza s’interroga e pone

domande; è una minorenne ma chiedersiqual è il senso della vita evidentementenon ha età; subito dopo si è aperto unvivace dibattito in cui i presenti hannocommentato e sottolineato quali momentidel film per loro erano stati più signifi-cativi. Alle 23,30, però dopo la recita dellaCompieta c’è stato il tradizionale e (sem-pre difficile da mantenere) inizio del“grande silenzio”: che aiuta ciascuno aliberare la mente dagli affanni quotidianie prepararsi all’incontro Comunitario. Durante il “grande silenzio”, che si è in-terrotto con la cena del sabato sera, ècominciata la meditazione che avrebbepoi occupato i due giorni successivi. Le cinque Meditazioni e le due Istruzionipreparate da Don Domenico erano basatesul Vangelo che hanno accompagnatola partecipazione comunitaria. Prima meditazione: “Perché avete pau-ra?” dal Vangelo di Marco (4,35-41); seconda meditazione: “Ma voi chi diteche io sia?” dal Vangelo di Luca (9,18-22); terza meditazione: “Quanti pani avete?”dal Vangelo di Marco (6, 35 - 44); quarta meditazione: “Donna perché

piangi? Chi cerchi?” dal Vangelo di Gio-vanni (20, 11-18). Infine quinta meditazione: “Come avverràtutto questo?” dal Vangelo di Luca (1,26-38). Prima istruzione: “Che cosa cercate?”(Gv 1,38). Seconda istruzione: “Simone, figlio diGiovanni Mi ami?” (Gv21,16). Ad ognimeditazione è seguito uno spazio per-sonale cui che ha dato origine alla con-divisione delle proprie sensazioni o espe-rienze. Il terzo giorno abbiamo continuato conle meditazioni e alle ore 11,30 la cele-brazione eucaristica con le riflessionipersonali, alle ore 13 c’è stato un belpranzo cui sono seguite un po’ di chiac-chere rilassanti, mentre alle ore 15 si èsvolta la recita dell’Ora Media e che hasiglato la chiusura del ritiro spirituale. Pur nell’entusiasmo di tornare a casac’è sempre una punta di nostalgia e didispiacere quando finisce un incontrocon Gesù e con gli altri lungo tre giorni. Anche se ognuno di noi però custodiràin cuor suo quanto riflettuto e meditatodurante il ritiro ne farà tesoro e motivodi crescita personale nei giorni a venire.

RITIRO RITIRO SPIRITUALE A BASSANO ROMANO. QUEST’ANNO IL TEMA ERA “LE NUDE DOMANDE DEL VANGELO”

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G li Esercizi Spirituali sono sem-pre un momento di verifica sul-lo stato della nostra Fede e

quest’anno è stato particolarmente in-tenso perché come già dal titolo, “LeNude Domande del Vangelo” sono statedelle domande molto profonde.

La prima: “Perché avete paura? “Unadomanda che subito ci mette di frontealle nostre paure, da quelle più generichesulla vita, sulla morte a quelle sulla soli-tudine o altre paure che sono venutefuori ad ogni membro della Comunità nelmomento della condivisione.

La seconda: “Ma voi chi dite che Io sia?”Eccoci ancora una volta nudi davanti al

Signore a chiederci chi sia per noi, Maestro,Amico, Fratello, sorella, madre….

La terza: “Quanti pani avete”? La faticadella condivisione, la fatica di accettaredi dividere con Lui e non disperdere dasoli. Un miracolo che si ripete sempre.

La quarta: “Donna, perché piangi? Chicerchi?” Quanta emozione immaginarenoi che cerchiamo il Risorto e già ogginonostante siamo oggetto di testimo-nianza del Signore Risorto, contestualiz-zare il momento dopo che tutto sembravafinire e invece era solo l’inizio.

La quinta: “Come avverrà? Come acca-drà?” Prima della Celebrazione Eucaristica

fare memoria dell’Incarnazione, per viverepoi il Memoriale durante una liturgia in-tensa, coinvolgente per i motivi che ognipartecipante, sono certo, porta nel suocuore: Come avverrà? Come accadrà? Ve-dere, fermarsi e toccare è molto legataalla prima istruzione su “che cosa cercate?” Nei fratelli soli, abbandonati, carcerati, am-malati seguita poi dalla proiezione del filmche ha suscitato fortissime reazioni e ha inqualche modo incrociato tutto il percorsodelle meditazioni per le domande che ancorauna volta una giovane ragazza si poneva da-vanti alle grandi domande sull’Amore delpadre, della madre, delle sorelle, dei fratelli,della natura e della sua conservazione, sullamemoria, sulla Bellezza.

Giuseppe Mele

Quarta meditazione

Donna perché piangi? Chi cerchi?

Preghiera inziale

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola, perché i pensieri siano già rivolti alla Parola.Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola,perché questa ci parla ancora, perché vive e dimora in noi.Facciamo silenzio la mattina,perché Dio deve avere la prima parola, facciamo silenzio prima di coricarci,perché l’ultima parola appartiene a Dio.Facciamo silenzio non per amore del silenzio, ma per amore della Parola. Amen!

Quinta meditazione

Come avverrà tutto questo?

Preghiera inziale

Santa Maria, donna feriale tu che all’interno della casa di Nazareth, tra pentole e telai, tra lacrime e preghiere,tra gomitoli di lana e rotoli della Scrittura, hai sperimentato, in tutto lo spessore della tua femminilità, gioie senza malizia, amarezze senza disperazioni, partenze senza ritorni, torna a camminare con noi, o creatura straordinaria, innamorata di normalità, che, prima di essere incoronata regina del cielo,hai ingoiato la polvere della nostra povera terra, aiutaci a salvare il quotidiano.

COMMENTOAL RITIRO

GLI ESERCIZI SPIRITUALI A BASSANO «UN MOMENTO DI VERIFICA SULLO STATO DELLA NOSTRA FEDE»

E sprimere le sensazioni di questaesperienza così intima non èsemplice, ma con grande umiltà

proverò a descriverle. È stato per me come un tuffo nel pro-fondo della parola del Signore, che seascoltata con attenzione, ci indica lagiusta via da seguire nella nostra quo-tidianità per costruire intorno a noi edentro di noi cose positive che ci apronoal prossimo con gioia. L’ascolto della Parola è per me lezione

di vita e in quei due giorni il Signore mene ha dette di cose, che probabilmenteerano già dentro di me, ma che a volteper venir fuori hanno bisogno di unascossa: le difficoltà che vivo lungo ilcammino della mia vita, che per mesono segnali all’attenzione, alla medi-tazione, al richiamo. Il Signore ci ha creati liberi e noi dob-biamo esserlo soprattutto nel donare enel donarci, senza riserva, lasciandocicoinvolgere dalla condivisione.

Anche se spesso non ne sono stata ca-pace perché presa dalla rabbia o dal-l’orgoglio. L’esperienza spirituale della meditazionecomunque possiamo viverla dentro dinoi in ogni attimo della nostra vita:basta fermarci e metterci davanti tuttoquello che abbiamo vissuto riflettendosul come, il dove e il quando lo abbiamovissuto.

Nunzia Sepe

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COMMENTOAL RITIRO

SUL RITIRO SPIRITUALE: “L’ESPERIENZA POSSIAMO VIVERLA DENTRO DI NOI IN OGNI ATTIMO DELLA NOSTRA VITA”

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C elebrare il Natale significa rico-noscere che l’amore di Dio è piùforte delle nostre tenebre più

fitte, che l’aurora sta per sorgere. Perciòè nato un bambino. Gesù porta la salvezza.È la Buona Novella annunciata ai pastori.Se al presente non lo vediamo, viviamonella speranza.La nostra fede è sottoposta alla provadella vita quotidiana. Giorni felici, giornicupi, giorni grigi. Dove va la nostra esi-stenza? Ci sono dei giorni in cui ci sembradi essere soltanto in balìa del caso cieco.Molti uomini ne hanno fatto la loro filoso-fia; nessun bagliore di fiducia e di spe-ranza sul loro cammino. «Sopportare»,oppure «approfittare»: sarebbe questol’unico atteggiamento realistico. Se gli uo-mini non sanno dove vanno, Dio nel suocuore lo sa: tutto è sfociato nella manife-stazione del Figlio di Dio fra noi. A che cosa pensa Dio quando permettequello che per noi è una prova? Non a«che cosa», ma a «chi» pensa? A noi. Conun amore tanto grande da non esserecomprensibile: è necessario credere inlui. Celebrare il Natale significa ricono-scere che l’amore di Dio è più forte dellenostre tenebre più fitte, che l’aurora staper sorgere. Se al presente non lo ve-diamo, viviamo nella speranza. Non ridu-ciamo il natale a una festa sentimentale,a una tregua illusoria in un giorno di festafatto di falsa pace; viviamo per rinnovarcinella gioia e nella speranza.Per il Natale si spende molto denaro: leamministrazioni comunali per l’illumina-zione, le famiglie per celebrare bene «lefeste» e per fare tanti bei regali. I poveririschiano di doversi accontentare delle ve-trine, gli stranieri di sentire il cuore piùstretto del solito sognando il Natale della

loro terra, nonostante i gesti di bontà chein questi giorni si moltiplicano quasi istin-tivamente. In verità, il Natale è la nascitadi un Dio povero, di un emigrato. E coloroche hanno conosciuto la «Buona Novella»,la «grande gioia», non sono gli occupantiromani.Per molti, anche cristiani, c’è un malin-teso con Dio. Dio onnipotente, perché mainon agisci? Dio, padrone del mondo, vuoitoglierci le nostre responsabilità? Dio diverità, perché sei diventato silenzioso? Sifanno così al Signore rimproveri contrad-dittori d’indifferenza, di dispotismo o di di-menticanza dei suoi. A Natale Dio, il vero Dio, si rivela in GesùCristo: «È apparsa la grazia di Dio». Ed èun bambino, un piccolo. Il Verbo di Dio di-ventato in-fans, “colui che non parla”, habisogno di noi, dipende da noi. È neces-sario proteggerlo e aiutarlo a crescere.Bestemmia? Eppure in una famigliaumana «normale» e nella società alla fine,sono i bambini che comandano, attra-verso la loro stessa debolezza: i genitoriper loro sconvolgono il loro orario, il lorostile di vita, la loro abitazione, il lorotempo libero. Per loro la società organizzale sue strutture scolastiche, sanitarie, diprotezione sociale. Soprattutto per lorodeve badare a una ridistribuzione dei red-diti, alla dignità morale dell’ambiente.Nella Chiesa, essi mobilitano molte forze;esigono che l’esempio degli adulti e inprimo luogo dei genitori sia autentico.Sono essi che ci provocano a diventare«sobri, giusti e anche pii». Misterioso po-tere di ogni piccolo. Così il bambino del presepio ha bisognodi noi, della sua Chiesa, perché il suoregno si estenda e perché progrediscanola giustizia e la pace. «Meraviglioso scam-bio»! Gesù porta la salvezza. È la BuonaNovella annunciata ai pastori nella nottedi Natale: “Vi è nato un Salvatore”; essarisuona ogni anno nel mondo, mentre ce-lebriamo la nascita di Gesù.Questa salvezza trasforma completa-mente la storia dell’umanità. Dio si è fattouomo e stabilisce così per sempre rap-porti d’amore con tutti gli uomini. Questasvolta decisiva della vita del mondo sicompie nella semplicità dell’avvenimentodel Natale: tutto appare semplice nel Van-gelo; i pastori, che ci sono presentaticome i primi testimoni, sono personesemplici. Soltanto coloro che hanno uncuore semplice possono accogliere il Sal-vatore che viene per amore: prima di cer-care di comprendere, dobbiamo aprirci inpiena fiducia al dono gratuito di Dio. Questa salvezza è offerta a ciascuno dinoi. Fin dal nostro battesimo, svolta deci-siva della nostra vita personale. Da quel

giorno siamo in cammino come i pastoriche sono andati al presepio, rispondendoall’invito ricevuto. E se ne tornarono «lo-dando e glorificando Dio». La nostra vitacristiana è fatta così: momenti privilegiatidi incontro col Signore come in questogiorno di festa; lunghe giornate tranquillein cui possiamo, come la Vergine, ricor-dare tutti gli avvenimenti e meditarli nelnostro cuore.  Dobbiamo annunciare almondo la nostra speranza. Che cosa rimarrà di questa festa di Natale?Come ci sveglieremo dopo queste feste? Al-cuni sentiranno per un attimo il saporeamaro del giorno dopo le feste. Altri vor-ranno ritrovare ancora per tutta la vita lacalda atmosfera provata durante questigiorni in famiglia, fra amici... E poi, il Natalefinirà fra i ricordi del passato? O saremo in-vece i portatori del messaggio di Natale nelmondo in cui viviamo?  Il nostro mondomanca di speranza. La gioia delle festivitànon può far scomparire le preoccupazioniche spesso ci tormentano; se si dimenti-cano per un giorno, si ritrovano l’indomani.Vivere il Natale significa disporsi a vederein un altro modo ciò che spesso oscural’orizzonte della nostra esistenza, della vitadel mondo. Il Natale è come una luce chepenetra l’oscurità. La luce che ci reca GesùCristo fatto uomo deve illuminare il nostromondo: tutti gli uomini sono chiamati adaccoglierla. «Ecco, arriva il tuo salvatore»questo annuncio è valido anche per il no-stro tempo: il Salvatore viene incessante-mente in un mondo venduto al male, alpeccato; egli viene a rispondere all’attesadegli uomini. Il credente è chiamato a portare al mondoquesta speranza. È l’invito del profeta:«Dite alla figlia di Sion» (Isaia 62,11). Èquanto hanno fatto i pastori al ritorno dalpresepio: «Glorificavano Dio per tuttoquello che avevano udito e visto, com’erastato detto loro» (Luca 2,20). È lo Spirito«effuso su di noi abbondantemente» (SanPaolo a Tito 3,6) che ci concede di viverecome testimoni della speranza.Lasciamo che i nostri cuori si aprano. Èvero che questo Natale non sarà definitivo,tuttavia ci farà crescere un po’ nella spe-ranza e nell’amore. Sono stati necessaridue millenni e più, perché il popolod’Israele potesse accogliere Cristo. E oggi,quanto tempo sarà ancora necessario per-ché l’umanità sia pronta ad accogliere ilsuo ritorno? Gesù compie la promessamolto al di là di ogni attesa: Figlio di Dio,egli realizza nella sua persona le nozze diDio con il suo popolo e quindi con te, contutti noi. 

Auguri di Buon Natale e Felice Anno NuovoDon Domenico

NATALE IL NATALE SIGNIFICA RICONOSCERE CHE L’AMORE DI DIO È PIÙ FORTE DELLE NOSTRE TENEBRE

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Ecco la lettera inviata a tutti i parrocidella Diocesi dalla Caritas in prossi-mità dell'Avvento. «Tempo –scrivo-

no- in cui il Signore ci chiede di restarevigilanti nella preghiera ed operosi nellacarità, e su indicazione di Monsignor Vescovo,una proposta di cammino suddiviso in tretappe».I tappa - sostegno a coloro che sono staticolpiti dalla tromba d'aria del 6 novembre:proporre ai fedeli di contribuire economica-mente per sostenere, attraverso la Caritasdiocesana, due famiglie povere che hanno

subito danni; dare il proprio contributo perla Chiesa parrocchiale a Tragliatella fortementedanneggiata dall’evento meteorologico. Sisuggerisce di collocare una cassetta o diutilizzare quella già esistente per una setti-mana dove i fedeli potranno conferire le of-ferte. II tappa - sostegno ai terremotati: collettaalimentare da destinare alle famiglie sfollatea seguito del sisma del 24 agosto che ha in-teressato Amatrice e Accumoli. In merito al-l’impegno nei confronti delle zone terremotate,sono stati definiti i gemellaggi; le Caritas del

Lazio sono gemellate con la Diocesi di Rieti.Due volontari individuati dalla Delegazionedelle Caritas del Lazio, saranno inviati perun anno nelle zone terremotate al fine di co-ordinare attività di volontariato sul posto. (Inallegato locandina per la sensibilizzazionealla raccolta con la lista dei beni richiesti ele sedi delle parrocchie dove poter conferirele donazioni).III tappa - IV domenica d'Avvento: favorirenella colletta la raccolta per i poveri dellaparrocchia affinché ci sia in ogni Parrocchiauna cassa per i poveri.

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CARITASLETTERA CARITAS DIOCESANA IN PROSSIMITÀ DELL’AVVENTO

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FAMIGLIA ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE SULL’AMORE NELLA FAMIGLIA. TRATTO DA “AMORIS LAETITIA”

Perciò ho ritenuto opportuno redigereuna Esortazione Apostolica postsi-nodale che raccolga contributi dei

due recenti Sinodi sulla famiglia, unendoaltre considerazioni che possono orientareil dialogo e la prassi pastorale, e al tempostesso arrechino coraggio, stimolo e aiutoalle famiglie nel loro impegno e nelle lorodifficoltà. Questa esortazione acquista un significatospeciale nel contesto di questo Anno Giubilaredella Misericordia. In primo luogo, perché laintendo come una proposta per le famigliecristiane, che le stimoli a stimare i doni delmatrimonio e della famiglia, e a mantenereun amore forte e pieno di valori quali la ge-nerosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza.In secondo luogo, perché si propone di inco-raggiare tutti ad essere segni di misericordiae di vicinanza lì dove la vita famigliare non si

realizza perfettamente o non si svolge conpace e gioia. Nello sviluppo del testo, co-mincerò con un’apertura ispirata alle SacreScritture, che conferisca un tono adeguato.A partire da lì considererò la situazioneattuale delle famiglie, in ordine a tenere ipiedi per terra. Poi ricorderò alcuni elementiessenziali dell’insegnamento della Chiesacirca il matrimonio e la famiglia, per farespazio così ai due capitoli centrali, dedicatiall’amore. In seguito metterò in rilievo alcunevie pastorali che ci orientino a costruire fa-miglie solide e fecondo secondo il piano diDio, e dedicherò un capitolo all’educazionedei figli. Quindi mi soffermerò su un invitoalla misericordia e al discernimento davantia situazioni che non rispondono pienamentea quello che il Signore ci propone, e infinetraccerò brevi linee di spiritualità familiare.A causa della ricchezza dei due anni di ri-

flessioni che ha apportato il cammino sino-dale, la presente Esortazione affronta, constili diversi, molti e svariati temi. Questospiega la sua inevitabile estensione…. Potràessere meglio valorizzata, sia dalle famigliesia dagli operatori di pastorale famigliare sela approfondiranno pazientemente una partedopo l’altra, o se vi cercheranno quello dicui avranno bisogno in ogni circostanza con-creta. È probabile, ad esempio, che i coniugisi riconoscano di più nei capitoli quarto equinto, che gli operatori pastorali abbianoparticolare interesse per il capitolo sesto, eche tutti si vedano molto interpellati dal ca-pitolo ottavo. Spero che ognuno, attraversola lettura, si senta chiamato a prendersicura con amore della vita delle famiglie,perché esse “non sono un problema, sonoprincipalmente un’opportunità” (paragrafi5-6-7).

RITORNA IN VIA SERGIO ANGELUCCI IL MERCATINO DELLA CARITAS PARROCCHIALE DI MARINA DI CERVETERI

È tornato, fuori dai confini par-rocchiali, anche quest’anno, ilMercatino della Caritas dove

sono in bella mostra oggettistica e mer-canzia varia. Borse, cappelli, sciarpe,giocattoli, libri e poi servizi di piatti,bicchieri, tazze, tazzine. Non mancaniente e l’addobbo è stato particolar-mente curato e l’allestimento è vera-mente accattivante; il locale poi è spa-

zioso e permette così un vasto assorti-mento per fare regali o comprare qual-cosa per la casa. Il negozio che sorgenel cuore della zona di Cerenova in viaSergio Angelucci è stato preparato eorganizzato, come sempre, dalla gene-rosità e disponibilità delle volontarieCaritas. Sabato sera 3 dicembre poi c’èstata l’inaugurazione ufficiale con lasolenne benedizione del nostro parroco

Don Domenico, cui hanno partecipatomolte persone. Tante persone poi coloroche in questi giorni per vivo interesse ocuriosità sono già andate a visitarlo efare acquisti magari per le festività. Cisi aspetta ancora una grande parteci-pazione perché tutto il ricavato servead aiutare i tanti bisognosi(italiani estranieri) che vivono nella frazione ce-rite.

MERCATINO

VOLONTARIATOLUNEDÌ 5 DICEMBRE LA GIORNATA MONDIALE DEL VOLONTARIATO, ANCHE CERVETERI FESTEGGIA

INIZIATIVECERVETERI, PER NATALE UN SORRISO AI BAMBINI DI TORRITA DI AMATRICE

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Avviata una raccolta fondi per laricostruzione post-terremoto di unparco giochi. L’iniziativa è coordi-

nata dal Gruppo Comunale della ProtezioneCivile di Cerveteri. Prima delle Feste unaraccolta di generi alimentari natalizi per lepopolazioni colpite dal sisma. Una raccoltafondi per finanziare la ristrutturazione delparco giochi di Torrita di Amatrice. È l’iniziativalanciata dal Gruppo Comunale della Prote-zione Civile di Cerveteri che sta posizionandoin tutto il territorio comunale dei bussolottidove la cittadinanza potrà versare un con-tributo da devolvere ad una delle zone mag-

giormente colpite dal terremoto dello scorsoagosto. I punti di raccolta fondi sono intutte le scuole di ogni ordine e grado delterritorio di Cerveteri, negli Uffici del Comunee nei punti di maggior transito, come bar,ristoranti e supermercati. “I volontari delGruppo Comunale della Protezione Civile diCerveteri – ha dichiarato il ComandanteMarco Scarpellini – sono stati tra i primi adintervenire sui luoghi colpiti dal sisma perprestare aiuto e soccorso. In brevissimotempo fu allestito un campo di accoglienza,proprio nella zona di Torrita di Amatrice. Lì,vogliamo offrire il nostro aiuto per la rico-

struzione di uno dei punti che hanno subitomaggiori danni dal sisma: il parco giochi.Oltre a questa iniziativa, vogliamo organizzarein vista dell’arrivo delle feste, una raccoltadi generi alimentari natalizi, da consegnarealle famiglie di Torrita tra il 19 e il 23 di-cembre. Per maggiori informazioni o per of-frire il proprio aiuto, contattare i numeri3204374139 e 3294104166”.“Con un piccolo contributo possiamo restituireun sorriso ai bambini e alle famiglie di Torritadi Amatrice. Sono certo che anche in questaoccasione, la nostra città non lascerà indietronessuno”.

SOLIDARIETÀSOTTO L'ALBERO, LA ''PIGOTTA'' (CHE COMPIE 18 ANNI) E LO SHOPPING SOLIDALE

In 18 anni oltre 27 milioni di euroraccolti e i milioni di bambini salvatinei paesi più poveri del mondo grazie

alla bambola Unicef. Che torna “mag-giorenne” per aiutare i bambini in diffi-coltà. Lo shopping online e il sostegnodi Privalia.Con alle spalle i suoi 18 anni, gli oltre 27milioni di euro raccolti e i milioni di bambinisalvati nei paesi piu’ poveri del mondo,la Pigotta torna a dicembre in piazza, ‘’damaggiorenne’’, conl’iniziativa  ‘’Una  Pigotta  adottata è unavita salvata’’. La Pigotta potrà essere adot-tata a fronte di una donazione minima di20 euro con i quali l’Unicef potrà fornire aun bambino un kit salvavita composto davaccini, dosi di vitamina A, (kit ostetricoper un parto sicuro), antibiotici e una zan-zariera, aiuti che risultano vitali per bambiniche spesso non riescono a superare i primicinque anni di vita. Realizzata a mano davolontari di tutte le età e di tutta Italia,ogni Pigotta è protagonista di un cerchiod’amore che coinvolge e unisce chi la rea-lizza, chi decide attraverso l’adozione dicompiere un gesto di solidarietà e il bambinoche avrà la possibilità’ di sopravvivere e dicrescere grazie agli aiuti dell’Unicef.

Era il 1999 quando vide la luce la primaPigotta: una bambola di pezza che rappre-sentava un bambino di un paese in via disviluppo con l’’obiettivo di salvargli la vita. Indialetto lombardo le pigotte erano le bam-bole ‘povere’ fatte con gli stracci nel dopoguerra: un regalo che le nonne creavanocon le loro mani per i nipotini. Per il suo di-ciottesimo compleanno la bambola di pezzapiù famosa ed amata si avvicinerà ai suoicoetanei con l’iniziativa ‘In missione conl’Unicef’ e ai più’ piccini con il web cartoon“Le avventure della Pigotta”.  Le puntatedel cartoon affronteranno di volta in voltai campi di intervento più importanti del-l’organizzazione: salute, istruzione, nutri-zione, acqua e igiene e protezione deibambini. È, questo, un modo per raccontareai bambini, ma anche agli adulti ciò chel’Unicef fa quotidianamente per salvare ibambini in tutto il mondo e difendere iloro diritti. La Pigotta 2.0 sarà ancora piùforte e salverà sempre più bambini. Il car-toon sarà visibile sul Canale YouTube de-dicato a Unicef di “Coccole sonore”, laprincipale piattaforma di educational e en-tertainment dedicata ai bimbi 1-5 anni diYouTube.In Missione con l’Unicef. Questa iniziativa

si rivolge ai ragazzi che abbiano compiutoi diciotto anni nel 2016. Adottando una Pi-gotta potranno iscriversi a questa iniziativaed avere l’opportunità’’ di essere sorteggiatiper partire in missione con l’’Unicef evivere un’esperienza unica e indimentica-bile. Con la delegazione dell’’Unicef e inpiù accompagnati da uno dei loro perso-naggi più amati, i giovani vincitori vedrannoda vicino come opera l’Unicef sul campo ecome le donazioni dei tanti generosi so-stenitori si trasformino in aiuti concreti. Echi invece ha già’ superato i 18 anni, potràcomunque regalare la possibilità di partirecon l’Unicef a un amico o parente cheabbia tale requisito…un regalo bellissimoche potrà far vivere ad un proprio caroun’esperienza unica, di vero arricchimentopersonale. Le avventure della Pigotta. Con questa ini-ziativa speciale la Pigotta prende vita e di-venta la vera e propria eroina dei piùpiccoli, sul Web. Con il cartoon web ‘Le av-venture della Pigotta’, la nostra bamboladi pezza si impegnerà, insieme ai suoipiccoli amici, a salvare i bambini bisognosidi aiuto di tutto il mondo, mettendo inopera interventi e soluzioni che l’’UNICEFadotta nei paesi in via di sviluppo.

L unedì 5 dicembre ricorre la gior-nata mondiale del Volontariato,istituita il 17 dicembre del 1985

dall’Assemblea delle Nazioni Unite (ONU).L’associazione Scuolambiente organizza,con il patrocinio della Regione Lazio e delComune di Cerveteri, “l’Albero della vita…del Volontariato”, un incontro tra le asso-ciazioni e i ragazzi delle scuole. “Lo scopo

dell’iniziativa, oltre alla ricorrenza, è di farconoscere agli alunni e studenti, cosafanno le organizzazioni di volontariato perl’ambiente, per il patrimonio archeologico,per l’assistenza alle persone in difficoltà,per la protezione civile; infatti ciascuna or-ganizzazione presenterà le proprie attivitàe sarà disponibile a rispondere alle do-mande e alle richieste dei ragazzi” afferma

Beatrice Cantieri, presidente di Scuolam-biente. Hanno partecipano all’iniziativa gliamministratori locali, il Presidente dellaConferenza Regionale del Volontariato, leassociazioni, il coordinamento dei tavolitematici del piano sociale di zona e tutticoloro che a diverso titolo si occupanodelle materie legate al volontariato e al-l’impegno civile e sociale.

Pareri di esperti a confronto e un’unicaverità “il bene – come dice SanPaolo – si deve compiere a tutti i li-

velli per una società giusta” “Io ho fatto il prete, non so se avrei la voca-zione a fare il giornalista ma quello che ac-comuna oggi il prete al giornalista è diessere una persona capace di discerni-mento. Discernere vuol dire distinguere traciò che è buono e meno buono, fra ciò cheè giusto e ciò che è velenoso, il giornalistadiventa la voce, se ha un discernimento,anche degli ultimi, dei poveri e di chi nonha voce. Chi non ha voce da chi può riceverela possibilità di essere sostenuto?E un giornalista ha anche questo ruolo: ungrido buono, un annuncio buono per ilfuturo. In fondo anche il giornalista è unmessaggero laico di una buona notizia”.Con questa bellissima riflessione – fattadal Cardinale Gualtiero Bassetti in occasionedella cerimonia inaugurale del 13° Bienniodel prestigioso corso di Giornalismo Radio-televisivo, svoltosi a settembre di quest’anno,a Ponte Felsino a Perugia – si è chiusa laconferenza svoltasi sabato 3/ dicembreed organizzata dalla Comunità S. Francescodi Assisi, con la sapiente regia di DanilaTozzi, responsabile del giornalino parroc-chiale “Crescere Insieme”.Pensieri, quelli dell’Arcivescovo di PerugiaBassetti, che possono così riassumere icontenuti dell’interessantissimo incontrotenutosi in Oratorio con la presenza diesperti della materia e di professori uni-versitari, i quali, con le loro dotte relazioni,hanno catturato l’attenzione del pubblicopresente su una tematica di particolare at-tualità: come il mondo dell’informazionesia notevolmente mutato con l’avventodell’era digitale, che ha permesso un flussodi informazioni ed una rapidità della relativadiffusione davvero impressionanti. Il che,pone importanti questioni sul controllo dellaverità della notizia, difficilmente verificabilenella sua attendibilità in ragione della facilitàcon cui viene “messa in rete”. Le conse-guenze sono facilmente intuibili e riguardanorilevanti aspetti giuridici ed etici sui qualiultimi, soprattutto, si sono sviluppate le re-lazioni dei conferenzieri: prof. Ugo Apolloniogià direttore di Scuola del Giornalismo –Università LUISS di Roma, prof. GiampieroGamalieri, Ordinario di Sociologia della co-municazione, dr. Massimiliano Grasso fon-datore del quotidiano La Provincia e direttoredel sito Civonline, avv. Romolo Reboa, di-rettore responsabile della rivista Telematica“Ingiustizia - La Parola al Popolo”, dott.ssaSilvia Fabbi redattore del sito on line TerzoBinario. Coordinatrice e moderatrice del-l’incontro Danila Tozzi.Nei loro interventi i relatori hanno fornitogli ultimi dati, rivelatori illuminanti di come

l’informazione digitale abbia in pratica sop-piantato quella cartacea, destinata ad averenel prossimo futuro un ruolo sempre piùmarginale. L’esodo degli italiani dal cartaceo,non conosce sosta affidandosi ogni giornosempre più al web e condividendo gli articolisui social network. Il fenomeno assilla l’edi-toria costringendo le testate giornalistiche,per sopravvivere, a correre ai ripari per-mettendo la libera fruizione del contenutodelle varie pubblicazioni cartacee sul web,attingendo dalla pubblicità i mezzi di fi-nanziamento. Viene fatto l’esempio di Ci-vonline, la testata giornalistica online delnostro territorio, nel cui ambito è molto se-guita, secondo i dati forniti dal suo direttoreM. Grasso. Il “fenomeno digitale”, hannosottolineato i relatori, ha riconfigurato l’interoprocesso del giornalismo, determinandoincisive trasformazioni sugli strumenti perla raccolta, la creazione e la diffusione dinotizie nonché significative alterazioni delmodo in cui le notizie vengono fruite e pa-gate. Impressionante il dato, ricordato dalprof. Gamalieri, secondo cui nel mondo visono più smartphone che persone, connessead un internet globale che permette adognuno di accedere, condividendo e creandonotizie per conto proprio. In tale rete di in-formazioni gli attori digitali più importantisono Google e Facebook, che ricavano con-sistenti guadagni. Se, dunque, attraversointernet si assiste ad una più estesa plateadi soggetti che possono venire a conoscenzadella notizia, rappresentando di per sé unfatto senz’altro positivo, occorre ricordare,come ha accennato il prof. Apollonio, chebisogna stare attenti agli elementi di incer-tezza che tale tipo di informazione può de-terminare, laddove si consideri che non viè la selezione e/o il controllo della fontedella notizia stessa, ad esempio come av-viene nei quotidiani tradizionali.Chi controlla la verità della notizia?

Un interrogativo che pone serie questionidi carattere etico (e contestualmente giuri-dico) essendo chiesto a chi diffonde unanotizia e soprattutto al giornalista di dareinformazioni reali ed affidabili, da presentarein maniera accessibile e tale da descriveregli eventi ed i fatti in modo accurato e pro-porzionato.Verità della notizia (il giornalista deve esserein grado di parlare con quello che è statodefinito linguaggio della verità), pertinenzadella stessa (ossia l’interesse pubblico allasua conoscenza), continenza (correttezzaformale nella esposizione) sono i tre requisitirichiesti per il legittimo esercizio del dirittodi cronaca e per il rispetto dell’altrui dignitàed onore.Tale esigenza richiama l’invito del CardinalBassetti circa la capacità del giornalista didistinguere ciò che è buono da quello cheè meno buono, ciò che è giusto da quelloche è meno giusto e velenoso.Esortazioni che riecheggiano nell’interventodel Parroco Don Domenico Giannandrea, ilquale ha sottolineato come il valore dell’eticanel giornalismo, al pari delle altre attivitàumane, non può che spiegarsi proprio conle parole dell’apostolo Paolo, il quale, nellalettera ai Romani (documento fondamentaledella dogmatica cristiana), che viene lettaproprio nella seconda domenica di Avvento,esorta tutti a compiere il bene, unica evi-denza capace di costruire una società piùgiusta in cui tutti gli uomini siano veramenteuguali, senza distinzioni di sorta e, quelloche più conta, senza divisioni in ragionedelle differenze dovute a convinzioni reli-giose, razza, sesso e censo, non ultimo aquelle condizioni generazionali che nonpossono e non devono impedire il confrontoe l’interscambio di esperienze fra giovanied adulti.

Avv. Antonio Arseni

IN ORATORIO IL 3 DICEMBRE TAVOLA ROTONDA SU “ETICA E GIORNALISMO NELL’ITALIA DELL’ERA DIGITALE”.

CONVEGNO

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Come ogni anno, la nostra co-munità Parrocchiale ha realiz-zato, con l’aiuto di Salvatore

Grasso, il Calendario 2017 a colori, confoto e lettera augurale di Don Domenico. Dalla fine di novembre è possibile fare

del bene acquistando i calendari in di-stribuzione: il ricavato andrà a sostenerele opere della Parrocchia e dell’Orato-rio.

Buon cammino di Avvento a tutti!

SONO IN VENDITA I CALENDARI PARROCCHIALI 2017: IL RICAVATO ANDRÀ A SOSTENERE LE OPERE DELLA CHIESA

CUCINA

Si parla dappertutto di cucina esi sentono sempre nuove ri-cette originali, sorprendenti,

con ingredienti impensabili. Ho cucinatoper decenni, sempre di corsa ma conamore, utilizzando quello che c’era incasa e devo dire che figli, parenti e amicisono rimasti soddisfatti della mia cucinasemplice e veloce. Certamente più leggera di quella che ri-chiede procedimenti elaborati, complicatie tempi di cottura lunghi. E altrettantobuona. Ho pensato di condividere convoi le ricette che mi sono riuscite meglioe che mi piacerebbe fossero tramandateda madre a figlia (o da padre a figlia,perché no?), per non dimenticare il pas-sato. Anche se non avete molto tempo,vi invito a provare. È una gioia preparareil pranzo della domenica o la merendaper figli e nipoti.

La prima che vi consiglio è una TORTADI MELE SOFFICE, gustosa e molto leg-gera, vantaggio non da poco, perché siprepara senza burro e senza latte. L’ideal’ho presa da Angela Freda, sul “Corrieredella Sera”, che a sua volta l’ha scopertasul sitob di Sifrid Verbert, food blogger diorigine fiamminga. Niente scuse: è unaricetta rapida e facile, anche per chi nonha esperienza. E va benissimo ancheper chi è intollerante al latte o per chinon può mangiare i grassi.

INGREDIENTI:200 gr. di zucchero, 130 gr. farina, 3 uova, 2 mele di dimensione media,1 cucchiaino di lievito per dolciBattete le uova per due mi-nuti, aggiungete lo zuccheroe continuate a sbattere perun altro minuto. Inserite, sem-pre mescolando, la farina se-tacciata con il lievito. Continuate a battereper un altro minuto, poi mettete metàdel composto in uno stampo da plumcake(o in una tortiera da 14 centimetri im-burrata e infarinata). Aggiungete sopratutto l’impasto le mele sbucciate e tegliatea fettine e copritele bene con il resto delcomposto. Infornate sul ripiano più bassodel forno già caldo e fate cuocere per 40minuti a 180 gradi. Accertatevi che ildolce sia cotto, pungendolo con uno stec-chino. Se esce asciutto significa che èpronto.

LA TRADIZIONE NATALIZIATORTELLINI IN BRODO E BOLLITOI libri di cucina sono noiosi e le ricettespesso sono fredde, senza storia e sen-z’anima. Ma quelle tradizionali, che ricor-dano momenti di gioia trascorsi in famiglianelle ricorrenze o nelle festività, sonosemplici ed importanti ed hanno, per chile prepara, il significato di un dono gratifi-

cante e ricco che si può offrireagli altri.Sto pensando ad un profumatopiatto di bollito misto, con le suesalse colorate ed ai tortellini cottinel brodo (si possono sostituirecon tagliolini o con quadrucci al-l’uovo).

INGREDIENTI:Per il bollito occorrono vari pezzidi carne: una bella gallinella (opollo se preferite), muscolo, fra-

costa, copertina di vitello. Ne potere sce-gliere due o tre a vostra scelta. Mettetelinell’acqua fredda con sale, buccia di li-mone, carota, cipolla, sedano, 1 chiododi garofano e mezzo bicchiere di vinobianco. Lasciate bollire, togliendo la schiu-ma che si forma, per un paio d’ore afuoco dolce, con il coperchio, finchè lacarne sarà morbida. Potete anche aggiun-gere un cotechino, che va bollito a parte,dipende dal numero degli ospiti.Mentre un delizioso profumo si spanderàper tutta la cucina, avrete il tempo di pre-parare:1) `La salsa verde- Frullate nel mixer: 1pugno di prezzemolo, un pugno di mollicadi pane ammollata e strizzata, 2-3 alicisott’olio, 3 cucchiai d’olio, 1 cucchiaio diaceto e uno spicchio d’aglio a piacere.2) Il bagnetto rosso- Cuocete tutto insieme:

una scatola di passato di pomodoro,uno spicchio d’aglio e un po’ di cipollaa pezzetti, due cucchiai di capperi sottoaceto sciacquati e strizzati, un cucchiaiodi zucchero. Basteranno 15 minuti dicottura e la salsa è pronta.

3) Le patate bollite con sale, una foglia disalvia e una di alloro.

4) Un vasetto di mostarda di Digione, sepiace, dolce o piccante.

Filtrate il brodo con un colino e cuocetevii tortellini. Poi servite la carne calda,tagliata a pezzi in un bel vassoio e ac-compagnatela con le salse messe dentrociotole allegre.

Buon appetito!

NON DICIAMOLO ALLO CHEF!RICETTE SEMPLICI DI ANAPO

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AVVISIBACHECA

Gli Uffici della Segreteria sono aperti: ORARIO INVERNALE (ottobre/maggio)- la mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.30 alle 12.30- il pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30.ORARIO ESTIVO (giugno/settembre)- Mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle 12.00- Pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00.

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