Anno VII - Numero 11-12 - antoniovoltolina.it · Convegno storico a Siracusa TRIESTE / Borse di...

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Anno VII - Numero 11-12 15-30 Giugno 2006 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it www.goiradio.it E-MAIL: [email protected] in primo piano Cronaca Caso CALABRIA / Insinuazioni su legami tra Libera Muratoria e criminalità organizzata Servizio Biblioteca PARIGI / Mostra sulla Massoneria francese NEW YORK / Conferenza di studi sociali del Cheiron Manifestazioni MONTEGROTTO TERME / Centro sportivo dedicato a un fratello CAGLIARI / Studenti nel Tempio Rassegna “Monumenti Aperti” CAPRERA / Celebrazioni del 2 giugno GENOVA / Massoneria in Liguria PESCARA / La filatelia del Grande Oriente Convegno storico a Siracusa TRIESTE / Borse di studio UDINE / La Massoneria in Friuli dal 1806 a oggi attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione rassegna stampa storia e cultura attualità anniversari 12 27 2 3 5 sommario 15 7 Adriano Lemmi, nato a Livorno il 30 aprile 1822, fu Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia dal 1885 al 1896. Morì a Firenze il 23 maggio 1906.

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Anno VII - Numero 11-1215-30 Giugno 2006

DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

www.grandeoriente.itwww.goiradio.it

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in primo pianoCronacaCaso CALABRIA / Insinuazioni su legami traLibera Muratoria e criminalità organizzata

Servizio BibliotecaPARIGI / Mostra sulla Massoneria franceseNEW YORK / Conferenza di studi sociali del Cheiron

ManifestazioniMONTEGROTTO TERME / Centro sportivodedicato a un fratello

CAGLIARI / Studenti nel Tempio

Rassegna “Monumenti Aperti”

CAPRERA / Celebrazioni del 2 giugno

GENOVA / Massoneria in Liguria

PESCARA / La filatelia del Grande Oriente

Convegno storico a Siracusa

TRIESTE / Borse di studio

UDINE / La Massoneria in Friuli dal 1806 a oggi

attività Grande Oriente d’ItaliaNotizie dalla Comunione

rassegna stampa storia e culturaattualità

anniversari

12

27

2

3

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sommario

15

7

Adriano Lemmi,

nato a Livorno

il 30 aprile 1822,

fu Gran Maestro

del Grande

Oriente d'Italia

dal 1885 al 1896.

Morì a Firenze il

23 maggio 1906.

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cronacacronaca

CASO CALABRIA / Ancora insinuazioni su legami tra LiberaMuratoria e criminalità organizzata

Il Grande Orientereagisce

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LOCRI - Si avviano alla con-clusione i corsi della Scuoladi formazione all’impegno so-ciale e politico “don GiorgioPratesi” della Diocesi di Locri-Gerace. Sugli “Intrecci tra‘ndrangheta e massonerie co-perte” hanno relazionatoGianni Cipriani (condirettoredel “Giornale di Sardegna” edirettore del Centro studi distrategie internazionali) e donVincenzo Ruggiero (procan-celliere della Curia vescovi-le); ha moderato i lavoril’avv. Domenico Vestito.“Il ccoonnnnuubbiioo ttrraa mmaaffiiaa,, mmaass--ssoonneerriiaa ee llee lloobbbbyy ppoolliittiicchheeeedd eeccoonnoommiicchhee, rappresentanon solo un ostacolo allo svi-luppo sociale ed economicodella Calabria ma anche, esoprattutto, un’autentica feri-ta alla vita democratica della

nostra terra”così proprio Ve-stito, coordinatore dellaScuola, ha introdotto la sera-ta durante la quale don Rug-giero ha evidenziato ccoommee cchhiissii pprrooffeessssaa mmaassssoonnee ssiiaa iinnssttaattoo ddii ppeeccccaattoo ggrraavvee ee nnoonnppoossssaa aavvvviicciinnaarrssii aallll’’eeuuccaarrii--ssttiiaa. “Naturalmente – ha ag-giunto – non occorre bana-lizzare né generalizzare e,soprattutto, fare confusionetra errore ed errante, ma allostesso tempo bisogna esserefermi e chiari nei valori e nel-la condanna. La mmaassssoonneerriiaapprrooffeessssaa uunn iiddeeaallee lloonnttaannooddaallllaa rriivveellaazziioonnee ccrriissttiiaannaa e,quindi, incompatibile con lafede nel Risorto. UUnn ccrriissttiiaannooccaattttoolliiccoo nnoonn ppuuòò aappppaarrtteennee--rree aassssoolluuttaammeennttee aallllaa mmaassssoo--nneerriiaa””..Gianni Cipriani ha messo in lu-

ce i profondi lleeggaammii ttrraa mmaaffiieeee mmaassssoonneerriiee. “Con l’arresto diTotò Riina – ha evidenziato –si chiude perla criminalità or-ganizzata un ciclo. Si passa daun’idea stragista, da potenzamilitare, ad una strategia en-trista, che si inserisce nei gan-gli della società e delle istitu-zioni. LLaa ccrriimmiinnaalliittàà,, aalllloorraa,, aass--ssuummee uunn aatttteeggggiiaammeennttoo ppiiùùddeeffiillaattoo,, mmaa ppiiùù ssuubbddoolloo ee ppee--rriiccoolloossoo.. CCiiòò ppoorrttaa aa ccrreeddeerreecchhee iill pprroobblleemmaa mmaaffiioossoo nnoonneessiissttaa ppiiùù.. IInn qquueessttoo ccoonntteessttoossii iinnsseerriissccee iill rraappppoorrttoo ccoonn llaammaassssoonneerriiaa,, cchhee aaffffoonnddaa llee rraa--ddiiccii ggiiàà nneell mmoommeennttoo iinniizziiaattii--ccoo. GGllii aassppeettttii eessootteerriiccii ee ddeeii--ssttii ddeellllaa mmaassssoonneerriiaa ee ddeellllaammaaffiiaa ssoonnoo mmoollttoo ssiimmiillii,, bastipensare ai riti di iniziazioneche hanno delle profonde ana-logie; già questo aspetto aiuta

a creare dei legami. L’aspettopiù importante, è il forte sen-so di solidarietà che c’è tra ifratelli massoni: le Logge sonofinalizzate esclusivamente albene e agli interessi dei fratel-li. Ogni fratello, quindi, devesforzarsi di fare di tutto a be-neficio degli altri massoni, inbuona sostanza il fine giustifi-ca i mezzi. Il rapporto solida-ristico e di collaborazione conle mafie facilita questo proces-so di ricerca di benefici e dielevazione sociale dei fratelli”.ÈÈ sseegguuiittoo uunn aammppiioo ddiibbaattttiittooccoonncclluussoo ddaall vveessccoovvoo ddii LLooccrrii--GGeerraaccee,, mmoonnss.. GGiiaaccaarrlloo BBrree--ggaannttiinnii,, ppeerr iill qquuaallee ““llaa mmaassssoo--nneerriiaa,, nneell tteessssuuttoo ssoocciiaallee ccaallaa--bbrreessee èè uunn vvaassoo ddii ffeerrrroo iinnmmeezzzzoo aa ttaannttii vvaassii ddii ccoocccciioo;; llaavvoogglliiaa eeggeemmoonniiccaa ee ddeevviiaannttee èèsseemmpprree ddiieettrroo ll’’aannggoolloo””..

LOCRI / Alla Scuola di formazione della diocesi sul tavolo i rapporti tra Logge e criminalità

Massoneria e ‘ndrangheta“Un cattolico non può assolutamente farne parte”

18 giugno 2006

Gazzetta del Sud, 21 giugno 2006

I n Calabria non si placa-no gli attacchi contro laMassoneria e monsi-

gnor Giancarlo Bregantini,vescovo di Locri e Gerace,ne è ancora protagonista.Nuovo scenario i corsi del-la Scuola di formazione al-l’impegno sociale e politicoorganizzati a giugno, per ilterzo anno consecutivo,dalla sua diocesi. Il Grande

Oriente d’Italia ha reagitoimmediatamente.“Con profondo disappuntoe stupore ho appreso dallastampa (precisamente dalla“Gazzetta del Sud” del 18giugno 2006, edizione Reg-gio e Provincia) le dichiara-zioni da Lei rese ed in par-ticolare da altri soggetti, inoccasione dell’incontro nel-l’ambito dei corsi della

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Scuola di formazione all’im-pegno sociale e politico“don Giorgio Pratesi”, orga-nizzati dalla Diocesi di Lo-cri-Gerace, con riferimentidel tutto gratuiti e tenden-ziosi a presunti rapporti trala criminalità organizzata ela Massoneria”.Queste parole sono conte-nute in una lettera inviatadal Gran Maestro GustavoRaffi a Bregantini dopo averappreso che il 17 giugno,nel corso del seminario su“Intrecci tra ‘ndrangheta emassonerie coperte” sonostate mosse accuse di collu-sione tra la Libera Murato-ria e la criminalità organiz-zata. La comunicazione èstata diffusa con un comu-nicato stampa che è statoripreso dalle agenzie epubblicato dalla “Gazzettadel Sud” del 21 giugno.“Stigmatizzo, innanzi tutto,– continua il testo – il fat-to che tali dichiarazioni sia-no volutamente generiche,omettendo scientementenomi, circostanze e ogni ri-ferimento ad una determi-nata istituzione massonica,al chiaro fine di aggirareresponsabilità civili e pena-li. Con riserva di verificarel’opportunità di adire a vielegali nei confronti dei sog-getti intervenuti all’incon-tro, Le comunico che le Suedichiarazioni – così come

riportate dalla stampa – sipalesano come estrema-mente lesive nei confrontidella onorabilità della Isti-tuzione massonica regolaredel Grande Oriente d’Ita-lia”.“In occasione dell’incontrodi marzo, – ha spiegato ilGran Maestro – io accettaidi tenere riservate le nostreparole, contando sulla ri-spettiva stima e considera-zione e sull’impegno allorapreso di non proseguire nel-la polemica, e sul fatto cheogni fraintendimento fossestato definitivamente chiari-to. Ricordo anche che ilGrande Oriente d’Italia Leespresse tutta la solidarietàdei Liberi Muratori, in occa-sione dei gravi atti vandalicidei quali il Suo lavoro fu og-getto. Le Sue ultime dichia-razioni richiedono invece unimmediato e pubblico con-fronto”.Pur rimanendo in attesa diconoscere la disponibilità dimonsignor Bregantini, ilGran Maestro Raffi ha con-cluso il suo scritto informan-do di rendere pubblica lalettera alla stampa e, questavolta, di non recedere dallaintenzione di difendere pub-blicamente l’onore dei LiberiMuratori del Grande Oriented’Italia.

cronaca cronaca

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“Architettura eM a s s o n e r i a .L’ e so t e r i smodella costruzio-ne” è il libro,edito da Gange-mi e curato daMarcello Fagio-lo, che riprendee amplia un’a-nalogo volumedel 1988 pubbli-cato in occasio-ne del convegnointernazionale“Massoneria e Architettura” rea-lizzato a Firenze dal Collegio cir-coscrizionale dei Maestri Venera-bili della Toscana.Il saggio ricostruisce, con un’am-pia documentazione iconografi-ca, il quadro d’insieme spazio-temporale del rapporto tra archi-tettura e Libera Muratoria rappre-sentando il momento in cui leidee massoniche interagisconocon il processo della composizio-ne architettonica: le opere pre-sentate definiscono in questomodo un panorama influenzato oauto-costruito dal pensiero mas-sonico di matrice esoterica. Nederiva un viaggio alla ricerca del-l’Architettura Divina, nel segno

cioè della ricer-ca infinita diuna spazialitàsacrale che di-scende da mo-delli di perfezio-ne sovraumanae che coniugal’archetipo dellefabbriche divinecon l’aspirazio-ne di ogni epo-ca a riproporreil fine di una lai-ca Civitas Dei di

fraternità e solidarietà sociale senon anche – come vorranno leavanguardie del Novecento – l’i-deale di nuove Cattedrali del futu-ro.Le sezioni in cui è organizzato ilvolume documentano e passanoin rassegna opere architettoniched’impronta “massonica” realizza-te nel mondo e, specificamente,in Italia. Sono esaminati temi par-ticolari legati al simbolismo libe-romuratorio: la luce e le tenebre,la pietra cubica, la squadra e ilcompasso, il pavimento a mosai-co, i Templi delle virtù, la tombainiziatica, gli Stati Uniti d’Americae il Grande Sigillo, gli Usa e iquattro Templi massonici.

presenta

SABATO 15 luglio 2006ore 19.00Villa ‘Il Vascello’Via di San Pancrazio, 8Roma

Intervengono:Marcello FagioloUniversità di Roma “La Sapienza”Paolo PortoghesiUniversità di Roma “La Sapienza”Franco PuriniUniversità di Roma “La Sapienza”Vittorio SgarbiAssessore alla cultura di Milano e critico d’arteGustavo RaffiGran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Grande Oriente d’ItaliaVia di San Pancrazio, 800152 - RomaTel. 06 5899344Fax 06 5818096E-mail: [email protected]

Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia

Il Gran Maestro Gustavo Raffi

Monsignor Giancarlo Bregantini

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È firmata da André Combes, mas-sonologo di fama internaziona-le, l’introduzione del catalogo

della mostra “La Libera Muratoria sottol’Occupazione” che in queste settimane èallestita a Parigi, presso il Museo dellaGran Loggia di Francia. L’esposizione illu-stra il contributo di sangue offerto dallevarie obbedienze massoniche francesi al-la Resistenza, con più di ottocento mortitra deportati, fucilati e caduti in combat-timento, e l’impegno dei fratelli d’Oltral-pe contro la rivoluzione nazionale di Pé-tain, il loro attaccamento ai valori dellaRepubblica, la loro volontà di operare laricostruzione dell’ordine massonico per-seguitato, combattuto e ridotto alla clan-destinità. Combes ha commentato congrande perizia le tre sezioni cronologichein cui sono stati ripartiti i 133 pezzi checompongono la mostra.La prima, relativa al periodo precedentel’occupazione (1920-1940), evidenzia co-me l’antimassonismo di fine Ottocento(quello di Taxìl e Margiotta) si sia tra-sformato dopo gli anni ’20, sotto la spin-ta di un’estrema destra aggressiva, in unvero movimento di studi antimassonicosu iniziativa di personaggi come BernardFay e Henry Coston, che diventerannoprotagonisti della persecuzione dei primianni ’40. La seconda ripartizione riguarda l’occu-

pazione tedesca dal 1940 al 1944, periodoin cui il regime collaborazionista di Vichymise al bando, precisamente dall’agosto1940, tutte le associazioni massoniche: iloro beni furono sequestrati e la sede pa-rigina del Grande Oriente fu occupata dalServizio sulle Società Segrete, diretto daBernard Fay, nucleo di controinformazio-ne nei confronti della Massoneria che or-ganizzò conferenze ed esposizioni (quel-la del Petit Palais a Parigi nel 1940) e pro-dusse film come “Forze Occulte”, crean-do anche un Ufficio Studi che pubblicò larivista “Documenti Massonici”. La sededella Gran Loggia di Francia fu data alCentro di Henry Coston, cattolico e mo-narchico, proveniente dall’Action Françai-se, che operò una persecuzione sistema-tica dei liberi muratori attraverso i loropiè di lista.La sezione conclusiva si riferisce al pe-riodo della rinascita. A partire dal 1943,anno in cui una circolare del generale DeGaulle annullò gli atti del regime di Vichycontro la Massoneria, le attività massoni-che ripresero liberamente uscendo dallaclandestinità degli anni precedenti. I fra-telli avevano infatti continuato a riunirsiin appartamenti privati o in semplicicaffè.L’esposizione, curata dal MAB (strutturaunica della Gran Loggia di Francia checoordina i tre settori del Museo, dell’Ar-

chivio e della Biblioteca), si avvale del-l’apporto di collezionisti privati e degliistituti culturali delle più importanti ob-bedienze massoniche francesi, quali la Bi-blioteca-Archivio e Museo del GrandeOriente di Francia e il Museo della GranLoggia Nazionale Francese. Il catalogo della mostra contiene ancheun contributo di Claude Ducreux intitola-to “Resistenza e spirito massonico” cheillustra come l’esperienza massonica siastata determinante nei fratelli che hannocombattuto nei movimenti per la libertà ela solidarietà dell’uomo.La mostra resterà aperta fino al 26 luglio2006.

Bernardino Fioravanti

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Dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 17,30 ACCESSO LIBERO e su appuntamento Musée de la Grande Loge de France 8, Rue Puteaux - 75017 ParisTel. 0033 1 53 42 41 41Metro Rome

La Franc-Maconnerie sous l’occupation

Grande Loge de France2 Maggio - 26 Luglio 2006

Un soldato tedesco mette i sigilli nella sededella Gran Loggia di Francia

L’inaugurazione della mostra sulla Massoneria al Petit Palais nel 1940

PARIGI / Mostra sulla Massoneria francese

La Libera Muratoria sotto l’Occupazione

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D ue giovani ricercatori dell’Uni-versità “La Sapienza” di Roma,Renato Foschi ed Elisabetta Cic-

ciola, hanno partecipato il 29 giugno alcongresso della Società Internazionale diStoria delle Scienze dell’Uomo (Cheiron)realizzato a New York presso il SarahLawrence College con il patrocinio, tra itanti, del Rockefeller Archive Center. Idue studiosi hanno svolto una comunica-zione dal titolo “Gli interventi psicologicie la politica massonica all’inizio del No-vecento: i casi di Roma e Parigi”. La Cheiron è una società scientifica, co-stituita principalmente da studiosi statu-nitensi, che ogni anno si riunisce per di-scutere i risultati raggiunti, a livello inter-nazionale, su temi riguardanti la storiadella psicologia, dell’antropologia, dellapsichiatria e della pedagogia. Il contributo dei due ricercatori italiani ènato da una lunga e approfondita ricercacondotta nei principali archivi e bibliote-che di Roma e Parigi, tra i quali la Bi-blioteca del Grande Oriente d’Italia cheha goduto, a proposito, di un particolareringraziamento. L’attenta lettura delle principali fontisulla Massoneria italiana e francese hapermesso a Foschi e Cicciola di indivi-duare nel Grande Oriente un “laborato-rio” di modernizzazione degli stati de-mocratici; una modernizzazione rag-giunta attraverso la secolarizzazionedello Stato, la scolarizzazione di massae l’attuazione di politiche solidaristiche.La Massoneria di inizio Novecento ap-pare infatti il modello organizzativo eculturale utilizzato dalle associazionisolidaristiche, di mutuo soccorso o dipubblica utilità di matrice laica, comeha recentemente dimostrato padre Gian-carlo Rocca attraverso ricerche – effet-tuate sempre alla Biblioteca e all’Archi-vio del Grande Oriente d’Italia – chechiariscono il ruolo svolto dall’istituzio-ne massonica nelle politiche educative.In generale questa posizione si manife-sta, da subito, prioritaria e decisiva siaper irrobustire le potenzialità delle na-

zioni moderne, sia per controllare gliinevitabili conflitti sociali.La politica italiana e francese di inizioNovecento fu caratterizzata da governiprogressisti, costituiti in gran parte damassoni, il cui programma riformista di-ventò ambito di sviluppo delle applica-zioni psicologiche, soprattutto in ambitopedagogico. In questo periodo l’educa-zione di massa nella scuola primaria, gra-tuita, laica e obbligatoria per tutti, cosìcome sancito in Francia dalle famose leg-gi promulgate dal massone Jules Ferry(1832-1893), fu uno dei principali obietti-vi delle politiche radicali e massoniche. Inaggiunta, la secolarizzazione della popo-lazione fu considerata dai liberi muratoriuna condizione indispensabile su cui fon-dare la partecipazione democratica allavita politica. A Parigi Léon Bourgeois(1851-1925) e Ferdinand Buisson (1841-1932), radicali e massoni, entrambi premiNobel per la pace, favorirono il lavoro diAlfred Binet (1857-1911) che è noto per es-sere l’inventore del primo test d’intelli-genza per individuare i bambini bisogno-si di una educazione speciale. A Roma dal1900 al 1914, tra i ministri della pubblicaistruzione e i sottosegretari ci furonomolti noti esponenti del Grande Oriente;l’attività psicologica e pedagogica di Ma-

ria Montessori (1870-1952) ebbe luogo inquesto contesto e, oltretutto, in un ecce-zionale momento di rinascita culturaledovuto alla elezione, come sindaco, diErnesto Nathan (1845-1921) che s’impegnòa favorire particolarmente l’istituzione diCase dei Bambini e Scuole per l’infanzia.Foschi e Cicciola hanno evidenziato glistretti legami tra Maria Montessori e ilGrande Oriente d’Italia. Il movimentomontessoriano fu sostenuto da Nathanche aiutò la diffusione internazionale del-la pedagogia progressista della Montes-sori. I primi viaggi negli Stati Uniti dellastudiosa si svolsero sotto gli auspici delGrande Oriente; la prima conferenzascientifica di Maria Montessori si svolsenel Tempio massonico di Washington.Com’è noto il processo di modernizzazio-ne avviato dalla cultura massonica si inter-ruppe bruscamente a causa delle dittatureche hanno lungamente caratterizzato il se-colo scorso. I due giovani ricercatori han-no perciò invitato a riscoprire il contributodei liberi muratori al progresso scientificodi inizio Novecento. Probabilmente Roma eParigi non furono casi isolati ed è quindiauspicabile una ulteriore ricerca che faccialuce sul ruolo svolto dal Grande Oriented’Italia per il radicamento della psicologiae della pedagogia progressiste.

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NEW YORK / Conferenza di studi sociali del Cheiron

Grande Oriente d’Italia e progresso scientificoIl contributo all’educazione

manifestazioni manifestazioni

MONTEGROTTO TERME

Centro sportivodedicato a un fratello

D al 6 maggio il nuovo Palazzetto dello Sport di Montegrotto Terme è dedi-cato a un massone. La Loggia “Pietro D’Abano” (1006) di Abano Terme hapromosso l’iniziativa in memoria di un suo membro, il fratello Gianfranco De

Muro, deceduto due anni fa. Nel corso della cerimonia d’inaugurazione, che si è svolta alla presenza delle auto-rità pubbliche, locali e regionali, è stata scoperta una targa di pietra, recante il sim-bolo dell’acacia, dedicata al fratello De Muro.

Una delleprimeconferenzenegli StatiUniti di MariaMontessori (a sinistra)

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manifestazioni manifestazioni

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La visita degli studenti dell’Istituto “Giorgio Asproni”

CAGLIARI

Rassegna “Monumenti Aperti”

“C os’è la Masso-neria?”: questae altre doman-

de, molto interessanti, sonostate rivolte dagli studentidell’Istituto Tecnico “GiorgioAsproni” di Iglesias, nel cor-so della visita effettuata loscorso 12 maggio nella casamassonica di Cagliari. Una cinquantina di ragazzi,accompagnati dai loro inse-gnanti di diverse discipline– Maria Pia Mura (Filoso-fia), Mauela Valdarchi (Let-tere), Elide Palla (Religione)e Maria Pellerano (Biologia)– sono stati ricevuti nellostorico palazzo di Castellodal presidente del Consigliodei Maestri Venerabili di Ca-gliari, Francesco Sechi. Era-no presenti anche il Giudicedella Corte Centrale Giancar-lo Nurchi, il Garante d’Amici-zia Vincenzo Tuveri e il fra-tello Nanni Garièl, della Log-gia “Mozart” (1147) di Ca-gliari, che hanno illustratoagli studenti natura e scopidella Massoneria e le attivitàdel Grande Oriente d’Italia,rispondendo alle numerosedomande, formulate anchedagli insegnanti, che ne sesono scaturite: “Chi sono i li-beri muratori”, “Come si di-

venta massoni”, “Che signifi-cato hanno il pavimento ascacchi e la volta celeste”,“Perché nei Templi c’è sem-pre una Bibbia”. E tante altreancora.L’incontro ha suscitato gran-de soddisfazione nei fratellicagliaritani che hanno lavo-rato con entusiasmo all’ini-ziativa: tra loro, è stato fon-damentale l’impegno per ilcoordinamento delle attivitàdi Francesco Pillai della Log-gia “Mozart” e di WalterCiuccé della Loggia “Kipling”(1272) di Cagliari.Nei giorni successivi la pro-fessoressa Maria Pia Muraha fatto pervenire ai fratellicagliaritani alcune impres-sioni scritte dai ragazzi a se-guito della visita. Il fratelloTuveri le ha inviate alla no-stra redazione e noi le pub-blichiamo con interesse.

CLASSE QUINTA A:“Nonostante tutto permaneun velo di mistero: la Mas-soneria. E sì, forse ce lo sa-remmo anche aspettati, esebbene le nostre domande,le nostre curiosità abbianotrovato una risposta, un sen-timento di mancanza prende

Ben due giorni, il 28 e il 29aprile, sono stati dedicati que-st’anno alla rassegna “CagliariMonumenti Aperti” che da diecianni fa conoscere e, soprattuttovivere, la città ai suoi abitanti eai numerosissimi turisti che lavisitano. La casa massonica ca-gliaritana di Piazza Indipenden-za è stata, come sempre, a di-sposizione dei visitatori chehanno riempito il registro dellepresenze con 3921 firme. Un vero successo se si pensache i siti a disposizione sonotantissimi e, tra loro, alcuni digrandissimo valore storico, ar-tistico e culturale come la Cat-tedrale, le due antiche torridell’Elefante e di San Pancra-zio, il Museo Archeologico, e,

da quest’anno, il restauratoTeatro Civico “De Candia”.L’afflusso dei visitatori nellacasa massonica è stato gestitocon successo e soddisfazionegrazie all’impegno dei nume-rosi fratelli che sono staticoordinati dal presidente delConsiglio dei Maestri Venera-bili di Cagliari, Francesco Se-chi.Tra gli ospiti, significativa lapresenza del sindaco di Ca-gliari Emilio Floris che si è in-trattenuto per oltre un’ora neilocali dell’antico PalazzoSanjust, che ospita la casamassonica, visitando i Templie dialogando con il pubblico econ i numerosi fratelli, manife-stando curiosità per le attivitàdel Grande Oriente d’Italia.

La casamassonica

cagliaritananella guida

aimonumentidiffusa dal

Comune

CAGLIARI / Porte aperte nella casa massonica

Studentinel Tempio

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comunque il sopravvento.Siamo stati accolti da un’at-mosfera raffinata che suscita-va l’idea di un mondo anticolegato con i suoi simboli afermi ideali e alla ricerca del-la propria essenza nei mean-dri dell’essere. Un linguaggiosimbolico, ricco di significatiimpliciti accompagna i ritualiperseguiti dai massoni, cheper coloro che non fannoparte della Massoneria pos-sono sembrare incompressi-bili e privi di significato. Ab-biamo ricevuto una piacevoleaccoglienza e porgiamo infi-niti ringraziamenti alle genti-lissime persone che ci hannoguidato attraverso questomondo finora sconosciuto dicui siamo rimasti affascinati”.

ELEONORACANCEDDA:“Immaginavo la Massoneriacome una organizzazione nonsolo segreta ma irreale, qual-cosa di appartenente al mon-do dei romanzi e dei film; per

questo era al di fuori dellemie curiosità.Quando ho saputo che avreivisitato la casa massonica misono meravigliata. La presen-tazione è stata un riscontro eun approfondimento di quan-to aveva spiegato la mia in-segnante.I Templi e i simboli sono di-ventati tangibili, ma hannomantenuto un alone di miste-ro. Con la visita, la Massone-ria si è “materializzata”, unami è rimasta l’impressioneche sia impenetrabile per chinon ne fa parte”.

ROBERTO CUI:“Le nostre conoscenze in te-ma di Massoneria erano limi-tate, prima dell’incontro gen-tilmente offertoci, ad alcunicenni confusi e incoerenti ap-presi dai media. Principal-mente per questo motivo ri-ponevo sincere speranze dichiarimenti e precisazioni neldiscorso che abbiamo svilup-pato, e credo di esprimermi anome di tutti gli studenti che

a tale discorso hanno presoparte.Nel pieno rispetto di un’orga-nizzazione così poco apertaal pubblico e così restia adaccogliere i non ‘iniziati’ al-l’interno delle proprie sedi,abbiamo apprezzato e ammi-rato la disponibilità dimostra-taci e i luoghi di rito per viasoprattutto dei riferimenti afatti e a personaggi storici.Altra piacevole delucidazioneè stata quella relativa ai sim-boli che probabilmente rap-presentano i veri responsabi-li dell’atmosfera di diffidenzae mistero che grava sullaMassoneria.È altrettanto vero, però, chenell’ambito dei dialogo nontutte le nostre domande han-no avuto risposta; silenziocomprensibile dal punto divista della riservatezza che sidoveva mantenere nel caso incui qualcuno di noi fosse sta-to, in futuro, interessato adentrare nei vostri ranghi eperciò ‘iniziato’.Molto meno comprensibile se

si prende per vera la vostraaffermazione d’esordio se-condo la quale la Massonerianon ha segreti.Un’ulteriore critica che inten-do muovere, naturalmentefrutto di opinioni strettamen-te personali e perciò confuta-bilissime, riguarda il ruolodella donna all’interno delvostro Ordine. Non è forseuguaglianza il principio se-condo il quale ogni individuo,uomo o donna, è al pari ditutti gli altri? Credo quindiche sia una forte contraddi-zione palesare e manifestareinsegne in nome dell’ugua-glianza, escludendo, nel con-tempo, la donna.Tengo a precisare che questacritica è rivolta alla costitu-zione dell’organizzazione dicui l’associazione fa parte,non alle ideologie in meritodi ciascuno.Incuriosito e incentivato aduna più elevata conoscenzadel vostro mondo, è fuor didubbio il mio impegno a do-cumentarmi a tale scopo.

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CAPRERA / Celebrazioni del 2 giugno

I massoni onorano il Gran Maestro Garibaldi

C om’è tradizione lafesta nazionale del2 giugno è stata fe-

steggiata a Caprera renden-do omaggio a Giuseppe Ga-ribaldi. La Massoneria, anche questavolta in prima linea, allastregua delle autorità pubbli-che, ha ricordato solenne-mente il proprio Gran Mae-stro con una celebrazioneorganizzata dal Collegio cir-coscrizionale del Maestri Ve-nerabili della Sardegna pres-so la casa-museo di Garibal-di che è una vera e propriagalleria di ricordi della vitadell’eroe dei due mondi, dal

suo arrivo a Caprera dopo laspedizione dei Mille, allamalattia che lo ha costretto atrascorrere in carrozzella gliultimi anni della sua vita, fi-no ad arrivare al 2 giugno1882, giorno della sua morte. La commemorazione è stataaffidata al presidente delCollegio sardo Andrea Allieriche, nonostante le pessimecondizioni metereologiche,ha tributato, insieme ad uncentinaio di fratelli giunti aCaprera in rappresentanza ditutte le Logge della Sardegnae di altre regioni italiane, ilgiusto riconoscimento aquello che viene considera-

Da sinistra i fratelli: Angelo Pagano della “Gallura” (1060) di Olbia, SimonePrina della “Giuseppe Garibaldi” (731) di Nuoro, Andrea Allieri e CesareMarras, rispettivamente presidente e vicepresidente della circoscrizione

sarda, Nicola Canderolo della “Risorgimento” (757) di Carbonia e UgoTanchis, Maestro Venerabile della “Ovidio Addis” (769) di Oristano

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Tomba di Garibaldi a Caprera

U n nuovo saggio di storia mas-sonica italiana arricchisce lagià vastissima bibliografia in

materia. Si tratta del libro di Franco deLeonardis “All’Oriente di Camogli, Valledel Gentile. Libera Muratoria in Liguria.Sintesi e ricerche” che presenta, a par-tire dalla storia inedita delle Logge na-poleoniche della Liguria, la vita dellaMassoneria camogliese fino agli annipiù recenti. Il filologo Felice Israel èl’autore della prefazione dell’opera cheè stata pubblicata su iniziativa dellaLoggia “Simone Schiaffino” (93) di Ca-mogli, alla quale l’autore appartiene, eche il 20 maggio ne ha curato la pre-sentazione, nella casa massonica di Ge-nova, con il patrocinio del Collegio del-la Liguria. Erano presenti il presidentecircoscrizionale Carlo Mereu – che harappresentato il Gran Maestro AggiuntoGiuseppe Anania, assente per motiviistituzionali – il Gran Maestro OnorarioRenzo Brunetti, il consigliere dell’Ordi-ne Mario Deli, il Garante d’AmiciziaGiancarlo Boero, oltre ai Maestri Vene-rabili e i fratelli di Logge della regione.La storia della Massoneria ligure ha ini-zio con quella delle Officine del territo-rio nate sotto l’egida napoleonica: tutteconcorsero al rinnovamento civile deglistati pre-unitari. Sei operavano a Geno-va: la “Fille de la Paix” (1802-1810), la“Les Vrais Amis de Napoleon” e la “Lo-ge Militaire du 67 Regiment de Ligne eBattaillon” (1807-1813), la “St. Napo-leon” (1805-1813), la “St. Jean des VraisAmis Reunis” (1809-1810) e la “Perseve-rance” (1810-1814); una a Savona, la

“Nouvelle Reunion” (1807-1813); una aChiavari, la “St. Jean des Apennins”(1806-1807); una a La Spezia, La “LesApennins” (1810-1813).Con la Restaurazione venne a mancarela regolarità del Grande Oriente di Mi-lano e con essa l’attività delle Logge inLiguria. La Libera Muratoria sopravvis-se nei centri marittimi, più esposti aicontatti internazionali, e numerosi fra-telli aderirono a Logge di Obbedienzeestere.Nella seconda metà dell’Ottocento, imembri di un gruppo eterogeneo, ingran parte di Camogli, piccolo e poten-te centro di marineria nel levante ligu-re, si affiliarono a Logge inglesi, fran-cesi, e del nord e sud America; nel 1856

fondarono la “Triunfo Ligure” all’obbe-dienza del Grande Oriente di Francia.Questa Officina, insieme alla “OrienteLigure” di Chiavari appartenente alGrande Oriente del Perù, confluì nel co-stituendo Grande Oriente d’Italia dopol’unificazione del 1860. La Massoneriacamogliese, tuttavia, mantenne in granparte – precisamente fino al 1901 – lesue aderenze estere e solo da quelladata si formò a Camogli il primo trian-golo per la fondazione, nell’anno suc-cessivo, della Loggia “Simone Schiaffi-no”.In assenza dell’archivio di Loggia, di-strutto a seguito della legge liberticidadel 1925, l’autore ha ricostruito gli elen-chi degli iscritti dal 1902 al 1925 avva-lendosi dei registri-matricola del Gran-de Oriente d’Italia, custoditi a Villa ‘IlVascello’, e dei riscontri effettuati all’a-nagrafe del Comune di Camogli. AllaLoggia “Simone Schiaffino” appartenne-ro professionisti, studenti, negozianti,funzionari dello Stato, marittimi, artistie pasticcieri. Nel 1945, al termine della guerra, setteMaestri, già appartenenti alla “Schiaffi-no”, rifondarono l’Officina alla quale fuattribuito il numero 93: la storia con-temporanea della Loggia camogliese èraccontata nel libro del fratello de Leo-nardis fino al 1975, quando morirono iprimi fondatori. Il volume è corredato di numerosi re-perti iconografici e bibliografici prove-nienti da biblioteche estere e italianenonché da documenti di istituzioni eprivati ancora inediti.

GENOVA / Convegno della Loggia “Simone Schiaffino” di Camogli

Massoneria in Liguria

to, in tutto il mondo, uno dei principali per-sonaggi della storia. Ha preso parte alla cerimonia anche la di-rettrice del museo Wally Paris e, confusi trai fratelli, molti turisti.La Marina Militare di La Maddalena ha fattodi seguito i suoi onori deponendo una coro-na d’alloro ai piedi della tomba di Garibaldiinsieme all’amministrazione comunale dellaMaddalena rappresentata dal sindaco Ange-lo Comiti. Erano presenti autorità civili e militari emolti rappresentanti di associazioni garibal-

dine e di reduci.Il picchetto armato della Marina ha reso glionori militari e identica cerimonia si è svol-ta, sempre sotto una pioggia battente, da-vanti al busto di Anita Garibaldi alla Madda-lena, in piazza Umberto.La commemorazione è stata occasione perricordare il bicentenario della nascita di Ga-ribaldi che si festeggerà il prossimo anno eche prevede già una celebrazione il 4 luglio2007 a Caprera. Il programma sarà coordinato dal sindacoAngelo Comiti.

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“L a Libera Muratoria è ritornataa svolgere un fondamentaleruolo storico ed etico cultura-

le: essa si configura sempre più comeluogo di confronto tra uomini di fedi eorientamenti diversi che all’interno dellalaicità dello Stato e della democrazia, so-no non solo pienamente compatibili, mareciprocamente si arricchiscono e cresco-no”.Queste sono alcune delle parole pronun-ciate dal Gran Maestro Raffi al termine

del convegno di studi “Massoneria e De-mocrazia nell’Europa mediterranea” chesi è tenuto il 20 maggio a Siracusa, a Pa-lazzo Impellizzeri.“Siamo – ha aggiunto – una voce atten-ta e attuale della contemporaneità e, peril fatto di non svolgere un compito poli-tico e di non essere, quindi, assoluta-mente assimilabili ad alcun partito, pos-siamo insistere con forza nella nostrabattaglia per la costruzione di una societàlaica, multiculturale e che garantisca a

tutti gli spazi di libertà individuale”.Organizzato dalla Loggia siracusana “Ar-chimede” (342), dall’Associazione “Gior-dano Bruno” e dal Collegio circoscrizio-nale dei Maestri Venerabili della Sicilia, ilconvegno, che si è avvalso dei patrocinidel Comune e della Provincia di Siracusa,ha avuto un grande riscontro nella stam-pa locale (cfr. nostra rubrica RassegnaStampa) e grande apprezzamento daparte del pubblico.I lavori sono stati aperti in mattinata da

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PESCARA / Mostra di collezionismo

La filateliadel Grande Oriente

I l “Teatro Luisa D’Annunzio” di Pe-scara ha ospitato dal 6 al 7 maggiouna mostra-convegno di filatelia,

numismatica e cartofilia, organizzatadall’Associazione Collezionisti Abruzze-si, dal titolo “Pescara colleziona 2006”.Ha contributo all’esposizione il fratelloGabriele Laurenzi, della Loggia “Fede eLavoro” (459) di Perugia, che, grazieall’interessamento del fratello CarloGalli, delegato regionale dell’Associa-zione Italiana di Filatelia Massonica delGrande Oriente d’Italia (AIFM-GOI), el’ausilio di altri associati – i fratelli Giu-seppe Pratillo e Riccardo Dorati – hapresentato la propria collezione di 28cartelle dal titolo “La simbologia mas-sonica nella filatelia vista da un Ap-prendista”. I pannelli espositivi, asse-gnati all’AIFM-GOI, hanno suscitatogrande interesse tra i visitatori che han-no ammirato per la prima volta, inAbruzzo, una collezione di emissioni fi-

lateliche a tema esclusivamente masso-nico. Ha mostrato particolare apprezza-mento anche l’assessore alla cultura diPescara Adelchi De Collibus che ha par-tecipato all’inaugurazione della mostra.I giornalisti presenti si sono informatisulle emissioni e sull’attività dell’associa-zione. In particolare, la rete locale Rete8,nel telegiornale serale andato in onda il6 maggio, ha dato risalto alla manifesta-zione e alla collezione del fratello Lau-renzi che è stata più volte inquadrata ecommentata dal giornalista, autore delservizio.

Visita del Gran Maestro Raffi in Sicilia

Convegno storico a Siracusa

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Biagio Scandurra, presidente dell’Ordinedei Medici di Siracusa e membro dellaLoggia “Archimede”, al quale hanno fattoseguito il sindaco della città, Titti Bufar-deci, e il Presidente della Provincia, Bru-no Marziano che hanno portato i salutidelle rispettive amministrazioni.Sono intervenuti, moderati dal consiglie-re dell’Ordine Giuseppe Lombardo, do-cente di Lingua e Letterature Angloameri-cane all’Università di Messina, gli storiciLuis P. Martin dell’Università di Clemond-Ferrand, e Fulvio Conti dell’Università diFirenze; il giornalista e scrittore Bent Pa-rodi, Grande Oratore Aggiunto del Gran-de Oriente d’Italia; Salvatore Adorno,

presidente della Società Siracusana diStoria Patria.L’evento è stato organizzato in collabora-zione con il Gran Ufficiale di Gran LoggiaSalvo Pulvirenti al quale è andato il pub-blico ringraziamento del professor Contie del fratello Scandurra.In serata una tornata rituale in onore delGran Maestro ha riunito i fratelli siracu-sani che hanno poi tenuto un’Agape bian-ca nella terrazza della casa massonicadella città. Nel corso del suo soggiorno siciliano ilGran Maestro Raffi è stato ospite anchedei fratelli catanesi che hanno organizza-to una tornata a Logge riunite alla pre-

senza del Gran Maestro Aggiunto Giusep-pe Anania, del Grande Oratore AggiuntoBent Parodi, del Grande Ufficiale SalvoPulvirenti, del giudice della Corte Centra-le Enzo Lentini, del presidente dell’UrbsEnzo Viani, di numerosi consiglieri del-l’Ordine e Garanti d’Amicizia, del presi-dente del Collegio circoscrizionale dellaSicilia Nicola Gitto, e di numerosi fratellisiciliani e statunitensi.Domenica 21 maggio, poco prima di la-sciare l’isola, il Gran Maestro ha fatto vi-sita al Gran Maestro Onorario FrancescoLandolina, che con i suoi quasi 104 anniè ormai il massone più anziano del mon-do.

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S i sono svolte neigiorni scorsi, pressola sede del Circolo

Gymnasium di Trieste, lepremiazioni per il concorsoindetto dal Collegio circo-scrizionale dei Maestri Vene-rabili del Friuli Venezia Giu-lia a favore di tesi di laureae lavori di ricerca sulla Mas-soneria, sviluppate da stu-denti degli atenei della re-gione.I premi, del valore di 1500 eu-ro ciascuno, sono andati alladottoressa Stella Marega diMariano del Friuli per il lavo-ro “Il mito del mondo nuovo,genesi e simbologia dello

gnosticismo moderno: unalettura di Eric Voegelin” e aldottor Alessandro Segatto diRonchi dei Legionari, in pro-vincia di Gorizia, per il lavo-ro “L’eco della gnosi. I rivolu-zionari di professione e la fi-gura del ribelle”.Dopo il saluto del presidentedel Collegio Pasquale TiganiSava, il fratello AlessandroGiadrossi, avvocato e docen-te di Istituzioni e politica deibeni culturali all’Università diTrieste, ha illustrato le finalitàdel concorso che, giunto allaquarta edizione, vede avviatoun rapporto di collaborazionefra il mondo accademico e l’i-

stituzione massonica teso afavorire approfondimenti e ri-cerche da parte dei laureandisulle tematiche inerenti la Li-bera Muratoria. Sono intervenuti sui contenu-ti delle tesi premiate, GiulianaParotto, docente di Filosofia

della Politica alla facoltà diScienze Politiche dell’Univer-sità di Trieste e il consiglieredell’Ordine Claudio Bonvec-chio, ordinario di Filosofiadelle Scienze Sociali pressol’Università dell’Insubria diVarese.

TRIESTE / Iniziativa del Collegio circoscrizionale

Borse di studio sulla Massoneria

La dottoressa Stella Marea illustra il suo lavoro. Con lei nella foto (da sinistra) Pasquale Tigani Sava e Alessandro Giadrossi

UDINE / Primo seminario di studi massonici del Collegio circoscrizionale

La Massoneria in Friulidal 1806 a oggi

U na nuova significativa iniziativaculturale è stata organizzata dalCollegio dei Maestri Venerabili

del Friuli Venezia Giulia in collaborazio-ne con il Grande Oriente nazionale: sitratta del primo seminario di studi mas-

sonici della circoscrizione. La manifestazione, dal titolo “La Masso-neria in Friuli (1806-2006)””, si e svolta il28 giugno a Udine, presso Palazzo Kech-ler, con l’intento di analizzare, a due se-coli dalla fondazione della prima Loggia

nella regione, il radicamento della Mas-soneria in Friuli Venezia Giulia fino allaformazione di una struttura permanentenel territorio. Il seminario è stato aperto nel pomerig-gio dal presidente circoscrizionale Pa-

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squale Tigani Sava, al quale ha fattoseguito il presidente delle Loggeudinesi, Sergio Parmegiani, che haintrodotto e coordinato i lavori. So-no intervenuti gli storici: Fulvio Sa-limbeni, dell’Università di Udine, cheha illustrato i rapporti tra Massone-ria e irredentismo a partire dal Ri-sorgimento nazionale; Santi Fedele,dell’Università di Messina, che hadibattuto il tema della diffusionedella Libera Muratoria nel nord Ita-lia dalla costituzione del GrandeOriente d’Italia alla Prima Guerramondiale”; Liliana Cargnelutti, con-sigliere comunale di Udine, che hatenuto una relazione dal titolo “Mo-menti della società e della cultura inFriuli agli inizi del XX secolo”. Il clima antimassonico di fine Otto-cento è stato esposto al numerosopubblico in sala dall’avvocato Anto-nio Picotti, già presidente del Colle-gio circoscrizionale del Friuli Vene-zia Giulia, che ha parlato della mi-stificazione di Leo Taxil e della rivi-sta “Civiltà Cattolica”. Ha concluso i lavori il Gran MaestroGustavo Raffi. Una cronaca della manifestazionesarà pubblicata nel prossimo nume-ro di “Erasmo Notizie”.

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IMOLA - Il 6 giugno la Loggia“Evangelista Torricelli” (1260) di Faenzaha organizzato nella casa massonicaimolese una tornata congiunta con leLogge “Francesco Baracca” (414) di Lu-go, “La Pigneta” (676) di Ravenna e “An-drea Costa” (891) di Imola. Nel corso deilavori, diretti dal Maestro Venerabiledella “Torricelli” Carlo Grilli, il MaestroVenerabile della “Pigneta”, Antonio Pa-naino – che ricopre anche la carica diGarante d’Amicizia ed è direttore scien-tifico della rivista “Hiram” – ha intratte-nuto i fratelli con una tavola sul proble-ma delle donne in Massoneria.Hanno partecipato il presidente del Col-legio circoscrizionale dell’Emilia Roma-gna, Gianfranco Morrone, i fratelli CarloGalamini e Gian Paolo Perfetti, MaestriVenerabili delle Logge “Baracca” e “Co-sta” e altri, numerosi, provenienti da al-tri orienti della circoscrizione.Tutti i presenti hanno testimoniato sim-patia e affetto per la nuova Loggia“Evangelista Torricelli”, costituita nel no-vembre 2005, dimostrando apprezza-mento per il lavoro svolto.

LIVORNO - “Esoterismo e sim-bolismo in Leonardo e nella sua opera”è il titolo della conversazione che terrà

il Gran Segretario Giuseppe Abramo il 20luglio presso la Loggia labronica “Adria-no Lemmi” (704). La tornata, a carattererituale, avrà inizio alle ore 20 all’internodella sede denominata “Bottini dell’olio”,l’unica opera voluta ed eseguita a Livor-no dall’ultimo granduca mediceo. Saran-no presenti i Gran Maestri Aggiunti Mas-simo Bianchi e Giuseppe Anania.

PINEROLO - Venerdì 26 mag-gio i fratelli del pinerolese hanno accol-to calorosamente il Gran Maestro Gu-stavo Raffi in occasione della sua visitaalle Logge “Mario Savorgnan d’Osop-po” (587) e “Acaja” (691) di Pinerolo, ealla “Excelsior” (21) di Torre Pellice. Letre Officine si sono riunite nella storicacasa massonica di Pinerolo in una tor-nata congiunta nel corso della quale ilGran Maestro è stato nominato loromembro onorario. I lavori sono staticondotti dal Maestro Venerabile della“Savorgnan d’Osoppo”, Paolo Previati,mentre le funzioni di primo sorveglian-te sono state assunte dal Maestro Vene-rabile della “Acaja”, Pier Paolo Richaud,e quelle di secondo sorvegliante dalMaestro Venerabile della “Excelsior”,Carlo Bertolero.L’ingresso nel Tempio del Tricolore, ac-compagnato dal canto dell’Inno di Ma-meli intonato dai fratelli presenti, ha da-to inizio alla tornata. Hanno preso postoall’oriente numerosi membri di Giunta,dignitari e ufficiali, tra i quali i GranMaestri Aggiunti Massimo Bianchi e Giu-seppe Anania, il primo Gran Sorveglian-te Sergio Longanizzi e il presidente delCollegio circoscrizionale del Piemonte-Valle d’Aosta Piero Lojacono. Nella casamassonica, ricca di anni e di eventi, maisi era visto una partecipazione così au-torevole.La storia della Massoneria pinerolese, rie-vocata da alcuni fratelli delle tre Officine,ha preceduto l’allocuzione del Gran Mae-stro Raffi che, nel suo energico interven-to, ha evidenziato la favorevole situazio-ne attraversata oggi dal Grande Oriented’Italia, condizione che trova riscontronell’immagine positiva acquisita nei con-fronti dell’opinione pubblica e nella cre-scita considerevole, numerica e qualitati-va, dei suoi aderenti avviata negli ultimianni. Il Gran Maestro ha ricordato il so-stegno fornito dai fratelli piemontesi al-

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notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

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attività

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riente d’Italia

l’opera di rinnovamento della Massoneriaesortando i presenti a continuare il loroimpegno per consolidare il ruolo di pro-tagonista attiva conquistato dalla Comu-nione nella vita civile della Nazione.La serata si è conclusa con una elegantecena di gala presso il ristorante “La Ter-razza” dell’Hotel Villa San Maurizio.

PORTOAZZURRO-- “Aca-cia 2006” è il nome che i fratelli dellaLoggia “Nuova Luce dell’Elba” (152) diPortoferraio ha dato quest’anno al tradi-zionale incontro che, ogni inizio estate,organizzano, per incontrarsi con i fratel-li, e le loro famiglie, che sono in vacan-za nell’Isola d’Elba. L’appuntamento erafissato il 28 maggio presso l’hotel ElbaInternational di Naregno. Erano presenti:il Gran Maestro Onorario Morris Ghezzi,il presidente del Collegio circoscriziona-le della Toscana Arturo Pacinotti, i consi-glieri dell’Ordine Renzo Cappellini eGiancarlo Maiani, l’ispettore di LoggiaMassimo Ferruzzi e molti Maestri Vene-rabili e fratelli della Toscana.“Religioni e Massoneria” è stato il temadella tornata, svoltasi a carattere infor-male, che è stato introdotto dal MaestroVenerabile dell’Officina organizzatrice,Roberto Cascione, che ha poi lasciato laparola all’oratore Alessandro Massarelliper la lettura della tavola sull’argomentoscelto. Molti fratelli sono intervenuti a

conclusione, moderati dal fratello LucaBartolini, tra i quali il Gran Maestro Ono-rario Ghezzi che ha espresso ai presentii saluti personali del Gran Maestro Gu-stavo Raffi.I lavori si sono svolti in un clima cordia-le e sereno, con l’impeccabile accoglien-za dei fratelli elbani.

REGGIO CALABRIA - Siè svolto il 4 giugno l’incontro annualedelle Logge “La Concordia”(1038) di Reg-gio Calabria e “Concordia” (955) di Agri-gento che sono gemellate dall’aprile2003. Oltre ai fratelli delle due Officine,erano presenti il consigliere dell’OrdineGianfranco Fragomeni, il Garante d’Ami-cizia Filippo Bagnato, l’ispettore circo-scrizionale Fortunato Quattrone e i Mae-stri Venerabili di alcune Logge del capo-luogo reggino quali Rosario Chinè della“Rhegion” (1101), Natalino Foti della “Al-bert Schweitzer” (1239) e Franco Zimmit-ti della “Giovanni Bovio” (275); ha inol-tre partecipato il fratello Giuseppe Gian-netto, ex Maestro Venerabile della Log-gia “Pitagora” (276) di Reggio Calabria.Messaggi augurali sono pervenuti dalGran Tesoriere Aggiunto Francesco Cri-stiani, dall’ispettore circoscrizionale Lui-gi Grasso e dal Maestro Venerabile dellaLoggia reggina “Logoteta” (277).Il Maestro Venerabile della Loggia cala-brese “La Concordia”, Giacomo Lentini,

ha aperto i lavori rituali che hanno inte-ressato il tema della tolleranza e dellasolidarietà: i fratelli Carmelo Puzzangaroe Gioacchino Bonifacio hanno discussodue tavole ricche di spunti di riflessione,che hanno coinvolto i presenti che, conalcuni interventi, hanno evidenziato co-me i massoni abbiano il dovere di impe-gnarsi per l’affermazione tangibile diquesti valori. Successivamente, a lavori sospesi, se-condo un’antica tradizione dell’Officina,è stata tracciata una tavola sull’iniziazio-ne massonica. Relatore è stato il fratelloApprendista Giuseppe Bilardi, della Log-gia “La Concordia” di Reggio Calabria,che ha descritto, in modo suggestivo, igiorni che hanno preceduto la sua inizia-zione e le fasi del suo compimento. Prima della chiusura della tornata, daparte del Maestro Venerabile VincenzoCastellano, dei Dignitari e degli Ufficialidella Loggia agrigentina, i fratelli cala-bresi hanno donato una targa ricordo ailoro ospiti siciliani che hanno ricambiatocon un piatto in ceramica grezza raffigu-rante il Tempio della “Concordia” e alcu-ni simboli massonici.Il fratello Onofrio Costanza di Agrigentoha ricordato in conclusione l’impegno ela dedizione degli ex Maestri VenerabiliGiuseppe Falauto di Agrigento e EmilioAttinà di Reggio Calabria per la realizza-zione del gemellaggio tra le due Officine.

L’allocuzione del Gran Maestro Raffi nella tornata di Pinerolo

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ROMA - Esistono grandi tesori cu-stoditi nei piccoli comuni italiani. Alcunisono stati “scoperti” dai fratelli dellaLoggia romana “Galileo Galilei” (443),nel corso di una visita culturale, realiz-zata, insieme a parenti e amici, il 3 e 4giugno a Penna San Giovanni, cittadinastorica in provincia di Macerata. Qual èl’attrattiva di un centro di appena 1400abitanti, un po’ fuori dal circuito turisti-co “importante” della costa marchigiana?Sicuramente il settecentesco Teatro Flo-ra, dalla struttura interamente lignea, an-che dei palchetti decorati, disposti indoppio ordine, che dominano platea epalcoscenico: la sua particolarità attiròl’attenzione (e le brame) delle truppebritanniche d’occupazione alla fine del

secondo conflitto mondiale. Un coman-dante inglese, si tramanda in paese, loavrebbe infatti gradito, rimontato pezzosu pezzo, nella patria di Albione. Per for-tuna non se ne fece nulla, e il “Flora” ri-mase dov’è. E così nella serata del 3 giu-gno, i fratelli della “Galilei” hanno offer-to alla cittadinanza, in quello scenariosuggestivo, un concerto di musica perchitarra del fratello Roberto Vallini, do-cente al Conservatorio di Bari, che ha in-terpretato brani di Sor, Tarrega, Barrios,Albeniz e Astor Piazzola. Hanno presoparte alla serata il sindaco di Penna SanGiovanni, il presidente della comunitàmontana e il colonnello Italo Governato-ri, presidente di una benemerita onlus(“Associazione Lumbe Lumbe”) che sioccupa del futuro dei bambini angolani.A favore di questa associazione è stataorganizzata, a fine concerto, una raccol-ta di fondi tra gli spettatori.La mattina successiva i fratelli della “Ga-lilei” e i loro accompagnatori si sono re-cati nel vicino comune di Monte SanMartino. Nella chiesa dedicata a SanMartino sono infatti custoditi i politticiquattrocenteschi di Carlo e Vittore Cri-velli che per il loro valore sono stati og-getto di visita, alcuni anni fa, da partedel principe Carlo d’Inghilterra, noto ap-passionato di arte italiana. La “gita” cul-turale dei fratelli romani si è conclusacon la visita alla suggestiva abbazia fran-cescana di San Rufino ad Amandola.Hanno fatto parte del gruppo organizza-to dalla Loggia “Galilei”, guidata dalMaestro Venerabile Pietro Zacco, presi-dente dell’oriente romano, i fratelli:

Gianfranco De Santis, Gran SegretarioAggiunto per le Relazioni Esterne; MarioSalvetti, Garante d’Amicizia con la Re-pubblica Ceca; Francesco Lorenti, diret-tore responsabile di “Erasmo Notizie” evicepresidente della circoscrizione delLazio e delle Logge di Roma; GiorgioBarbiero, Maestro Venerabile della Log-gia “Galilei” (713) di Padova; GennaroScalamadré, ex Maestro Venerabile dellaLoggia “Galilei” (664) di Firenze (in rap-presentanza del venerabile in carica Pao-lo Margheri); Gianni Scialanga, tesorieredel Consiglio dei Maestri Venerabili diRoma.

ROSSANO – “L’esoterismo nel-la fiaba e nella poesia” è il tema affron-tato il 3 giugno nel corso di una tornata,non rituale, organizzata dalla Loggia ros-sanese “Federazione Achea” (1100) nellacasa massonica della città. All’incontro,realizzato con questa formula per con-sentire l’accesso e l’intervento delle don-ne ai lavori, hanno partecipato circa ot-tanta persone provenienti anche da sedimassoniche limitrofe. Nella prima parte della serata hannopreso la parola Nuccia Riccelli e CaterinaFoglia che hanno illustrato la fiaba “L’or-so della luna crescente (i confini dellaCollera e del Perdono)” tratta dal libro“Donne che corrono coi lupi” di ClarissaPinkola Estés. L’esposizione ha suscitatonumerosi interventi di natura psicologicaed esoterica.La seconda parte è stata invece dedicataalla lettura di poesie ermetiche del fra-tello Franco de Santis e in vernacolo delfratello Pietro Adduci.Le donne sono risultate le vere protago-niste della tornata che ha riscosso gran-de successo tra i fratelli.A conclusione il Maestro Venerabile Bar-resi ha presentato il tema oggetto di la-voro dell’Officina: “La Via dell’Esoteri-smo attraverso la musica, la letteratura,l’architettura sacrale e l’arte”.

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notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

L’incontro delle Logge “Concordia” di Reggio Calabria e Agrigento

Teatro Flora

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Un’intensa giornata di studi, nel-la mattinata di ieri, a PalazzoImpellizzeri: “Massoneria e De-mocrazia nell’Europa Mediterra-nea” ha visto insieme istituzionipubbliche, uomini di cultura eimportanti personaggi del Gran-de Oriente d’Italia. Di fatto, all’a-pertura dei lavori, il sentito ben-venuto del dottor Biagio Scan-durra, attivo membro dell’asso-ciazione “Giordano Bruno” edella Loggia Archimede di Sira-cusa, si è rivolto a un’affollatasala (partecipe anche al femmi-nile) di intellettuali, liberiprofes-sionisti ed artisti aretusei. Segui-to, in primis, dal saluto delle au-torità convenute: il sindaco Bu-fardeci, orgoglioso nel ricordarel’opera massonica del padre, co-

me di altri membri della sua fa-miglia; e, insieme a lui, il presi-dente della Provincia BrunoMarziano. nel sottolineare la“scelta coraggiosa” da parte del-la Massoneria “di manifestarsi inpubblico”.Di notevole interesse, poi, gliappropriati interventi di alcunistudiosi della materia, intervalla-ti dal professor Giuseppe Lom-bardo, nelle esemplari vesti dimoderatore: il professor Luis P.Martin dell’Università di Cler-mord-Ferrand, su “Gli Architettidella Repubblica. Massoneria eDemocrazia in Spagna fra 800 e900”; il professor Fulvio Contidell’Università di Firenze, su“Massoneria e tradizione demo-cratica in ltalia e Francia fra XIX

e XX secolo”, un ricco excursusstorico le cui origini risalgono al‘700 anglosassone; il dottor BentParodi, giornalista e scrittore, sula “Massoneria Mediterranea fra‘700e ‘800, in particolare sullaformazione della Loggia “ SanGiovanni di Scozia” a Palermo; ilprofessor Salvatore Adorno,presidente della Società Siracu-sana di Storia Patria, su le “Èlitepolitiche e Municipio a Siracusafra ‘800 e ‘900”.A conclusione, carismatico ed in-cisivo il messaggio del Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia,avv. Gustavo Raffi, sulla Masso-neria come “religione civile” spin-ta pedagogica verso la libertà, lafratellanza, la democrazia.

Daniela Frisone

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rassegna stampa Siracusa - 21 maggio 2006

PALAZZO IMPELLIZZERI / Uomini di cultura e istituzioni a confronto con il Grande Oriente d’Italia

Plauso alla Massoneria “svelata”

L’edizione di Siracusa del Giornale di Sicilia del 24 maggio 2005

La Massoneria si espone e fa vedere il suovolto. È un processo di esternalizzazione av-viato dall’avvocato Gustavo Raffi, Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia. che sabatomattina è stato a Siracusa per chiudere ilConvegno su Massoneria e Democrazia nelbacino del Mediterraneo. Organizzato dallaLoggia Archimede. A dirigere i lavori, BiagioScandurra, Maestro di terzo livello che haspiegato i motivi che hanno portato alla or-ganizzazione del convegno. Un atto di corag-gio per persone che fino a sabato non avreb-bero mai immaginato di poter dire aperta-mente di essere massoni. Prima dell’aperturadei lavori ha presentato i saluti della città ilsindaco di Siracusa Titti Bufardeci il cui pa-dre, il notaio Italo, è stato un protagonistaimportante della Massoneria italiana. Nel suointervento, Bufardeci ha plaudito alla iniziati-va, sottolineando il fatto che per troppo tem-po sulla Massoneria c’è stata una visione di-storta. Bufardeci ha poi parlato di un suo an-tenato, il sacerdote Emilio Bufardeci, figliodella prima dama di compagnia della ReginaVittoria d’Inghilterra. Questo sacerdote haavuto un ruolo importante nello sbarco deimille in Sicilia, sul cui esito positivo tutti sap-piamo che la Massoneria ha avuto un ruolodeterminante. A coordinare gli interventi èstato il professor Giuseppe Lombardo: “laMassoneria – ha detto – è la esaltazione

dell’uomo. Non c’è mai stata e mai ci sarànessuna opposizione tra Massoneria e demo-crazia”. Un tema che è stato ripreso dallospagnolo Martin, che ha tracciato la storiadella Massoneria iberica. In quel territorio,alla fine dell’Ottocento, la Massoneria haavuto un ruolo determinante per la nascitadella repubblica; quella stessa repubblica chepoi ha caratterizzato il ridimensionamentodella Massoneria, con l’avvento delle dittatu-re. Altro intervento assolutamente degno dirispetto, quello del professor Fulvio Conti,autore del libro “Storia della Massoneria Ita-liana”. Nel 1717 nasce la Gran Loggia di Lon-dra che determinerà la nascita di tutte gli al-tri ordini massonici nel mondo. Nel 1723 ven-gono stilate le costituzioni che di fatto sanci-scono i principi di obbedienza e di condottadi vita che i massoni devono mantenere. “Unmuratore – si legge testualmente nella costi-tuzione del 1723 – è obbligato a mantenereuna condotta morale irreprensibile e in fun-zione di questo deve rispettare anche la reli-gione che esso professa”. Tra il IX e il XX se-colo, le Logge diventano sempre più capilla-ri. Si registra un risveglio delle nazionalità ein ogni paese di sviluppano le Grandi Logge.Tra le due guerre, però, il pensiero cosmo-politico dei muratori diventa sempre più dif-ficile da esternare. Nel 1864, in Italia, Giusep-pe Garibaldi, che era un Gran Maestro, porta

avanti un pensiero sempre più di caratteredemocratico-progressista che prosegue finoai primi del ‘900 quando, grazie alla Masso-neria, si sviluppa un forte nazionalismo. LeLogge si espandono e si aprono anche al set-tore impiegatizio. Nel 1914 su 508 deputati al-la Camera, 90 erano iscritti in una Loggia.Con l’avvento del fascismo, poi, la Massone-ria cessò di esistere e ritornerà solo dopol’avvento di un governo liberale. Bent Parodidi Belsito, già presidente dell’Ordine deiGiornalisti di Sicilia. ha tracciato la storia del-la Massoneria nel bacino del Mediterraneo.All’inizio del 1700 la Sicilia era, sotto tutti ipunti di vista, in un totale disastro. Per un mi-lione di abitanti. L’8% apparteneva alla chie-

rassegna stampa22 maggio 2006

Il volto della Massoneria siracusana

Il quotidiano siracusano Libertà del 21 maggio 2006

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La “tornata” rituale comincia con un traguar-do: 67 Logge, due in più dell’appuntamentodello scorso anno. Facce nuove per una cele-brazione che ha superato i due secoli di sto-ria. A fare gli onori di casa, come fu a Torinoper il bicentenario del Grande Oriente d’Italia,nel mese di giugno, Piero Lojacono, presiden-te del collegio circoscrizionale del Piemontedei Maestri Venerabili.

PPrreessiiddeennttee,, cchhee sseennssoo hhaa eesssseerree mmaassssoonnii ooggggii??“Come dice il nostro Gran Maestro, GustavoRaffi, il massone è un uomo che, riconoscen-do con una intensa religiosità l’esistenza di unEssere supremo, va alla ricerca del migliora-mento di se stesso, mettendosi al servizio de-gli altri: promuovendo la cultura del dialogo,lottando a favore della libertà, dell’uguaglian-za e della fratellanza, ricercando l’amore e laconcordia, combattendo le ingiustizie, le so-praffazioni, lo sfruttamento, le cause dell’o-dio, delle sperequazioni, degli squilibri socio-economici”.DDeecclliinnaattoo nneellllaa rreeaallttàà ddii ttuuttttii ii ggiioorrnnii,, qquueessttoopprreevveeddee ddeellllee pprreessee ddii ppoossiizziioonnee ffoorrttii,, aallttrrii--

mmeennttii ssii rriisscchhiiaa uunnaa mmeerraa eennuunncciiaazziioonnee ddii pprriinn--cciippii.. IIll GGooii cchhiieeddee aaii ““ffrraatteellllii”” ddii sscchhiieerraarrssii??“Chiede di porre l’uomo al centro dell’univer-so e di battersi per la pace e la concordia, masenza entrare nel merito delle dispute politi-che o religiose. Questa è una strada percorri-bile, sulla quale la Massoneria si è mossa perispirare la nascita di istituzioni come le Na-zioni Unite e la Croce Rossa. E per favorire,per esempio, il dialogo tra arabi ed ebrei, vi-sto che massoni erano Rabin e Re Hussein”.GGrraannddii sscceennaarrii,, oorriizzzzoonnttii iinntteerrnnaazziioonnaallii:: qquuaalliissoonnoo iinnvveeccee llee iinniizziiaattiivvee aa ccaarraatttteerree uummaanniittaa--rriioo ppiiùù iimmppoorrttaannttii ddeell ssuuoo ccoolllleeggiioo cciirrccoossccrrii--zziioonnaallee??“La gestione degli Asili Notturni di Torino checonsentono a migliaia di diseredati di avere adisposizione un letto in cui poter dormire e unminimo di assistenza sanitaria. Sempre a Tori-no c’è poi il Piccolo Cosmo, che mette a di-sposizione unità abitative a famiglie non ab-bienti con figli malati che debbano trascorre-re lunghi periodi in ospedale”.PPooii ccii ssoonnoo llee iinniizziiaattiivvee cchhee hhaannnnoo ssaanncciittoo llaannuuoovvaa ssttaaggiioonnee,, qquueellllaa ddeellll’’aappeerrttuurraa aall ““mmoonn--

ddoo pprrooffaannoo””,, ccoommee iill ccoonnccoorrssoo ppeerr llee ssccuuoolleeddeellllaa LLooggggiiaa TTiittoo CCeecccchheerriinnii.. NNee aavveettee iinn aaggeenn--ddaa aallttrree??“A stretto giro di posta festeggeremo lasponsorizzazione del Progetto musica, checostituisce un nuovo modulo didattico elabo-rato dal liceo classico Cavour per alcuni deisuoi allievi. Il 10 giugno infatti sosterremo ilsaggio di fine anno della scuola, nella presti-giosa cornice del Teatro Carignano. Qui gliallievi della IV C, che hanno aderito al pro-getto, metteranno in scena una fiaba musica-le”. (MGG)

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sa. Nel 1776 nasce la prima Gran Loggia a Na-poli. Successivamente nascono quelle de “ICostanti” di Messina e “gli intraprendenti” diCalatagirone. Ne nascerà una anche a Cata-nia. Con la nascita di queste Logge ed il pen-siero che esse diffondevano, si verificò unacooperazione tra vescovi e principi: un feno-meno che non ripeté mai più. A Siracusa, se-condo la ricostruzione di Salvo Adorno, pre-sidente dell'associazione Storia Patria, oltre

alla famiglia Bufardeci, vi sono diverse fami-glie che sono legate alla Massoneria: tra il1861 e il 1923 le famiglie Corpaci, Rizza, Im-pellizzeri, Adorno e Monteforte, sono forte-mente legate alle Logge. A chiudere i lavori èstato Gustavo Raffi, Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia. “La Massoneria – ha detto –è una aggregazione di liberi pensatori. Solose si ripropongono gli ideali veri che fonda-no la vita dell’uomo un paese è civile ed è

degno di essere definito così”. Raffi ha poispiegato il perché dei processo di esternaliz-zazione delle teorie massoniche avviate dallasua Gran Maestranza: “perché il libero pen-siero deve essere trasferito a tutti, altrimenti– ha concluso – si arriva al “Codice Da Vin-ci” (che rappresenta una visione distorta e avolte non vera di ciò che è stata la Massone-ria (n.d.r.).

Daniele Carrozza

Intervista al presidente Piero Lojacono

“Ci battiamo per la pace e la concordia”

Tra le azioni umanitarie la gestione

degli Asili Notturni per i diseredati

Giornale del Piemonte del 16 maggio 2006

rassegna stampa27 maggio 2006

Una scena politica contrassegnata dalla man-canza di dialogo, di rispetto dell’alterità, divolontà di cercare scelte condivise, un conte-sto minato dall’incapacità di trovare un terre-no sul quale operare insieme: questo è il pun-to di partenza. Da qui prenderà le mosse l’at-tesa allocuzione del Gran maestro del GrandeOriente d’Italia, Gustavo Raffi, ospite d’onorealla riunione rituale organizzata per oggi po-meriggio (27 maggio 2006) dal Collegio Circo-

scrizionale dei Maestri Venerabili di Piemontee Valle D’Aosta. Qui l’inizio, ma – bene inteso– non per indagare in quella scena, in quelcontesto. “Fuori la politica dal Tempio”, si rac-comandano i massoni del Grande Oriente d’I-talia. Dentro invece resta l’attualità e diventamolla per rilanciare i principi: uno su tutti, sta-volta, l’importanza di riportare al centro diogni dinamica, quasi fosse un perno, il dialo-go.

AAvvvvooccaattoo,, iill ssuuoo hhaa ii ttoonnii ddii uunn aappppeelllloo……“Auspico che questo momento contrassegnatodalle barbarie domani finisca e auspico sia unfatto legato a questa prosecuzione, sia pure in

“La politica torni a rispettare le regole”

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rassegna stampa Torino, 28 maggio 2006

campo diverso perché si tratta di amministra-tive, delle elezioni ultime”. QQuuaall èè sseeccoonnddoo lleeii llaa rriicceettttaa??“Sarebbe importante capire, per esempio, chele regole sono regole. Un Paese si deve daredelle regole e sia che uno si trovi in maggio-ranza o in minoranza quelle sono. Invece ve-do la tendenza a confezionarsi abiti su misura,a seconda della convenienza”.PPuuòò ffaarree qquuaallcchhee eesseemmppiioo??“Io non posso scendere nel particolare, già co-sì sono andato oltre. Se le regole sono regole,le regole del gioco intendo, devono esserefunzionali sia che tu vinca sia che tu perda. Ilrispetto dell’altro è facile invocarlo quando siè in minoranza, è più difficile applicarlo quan-do si è in maggioranza. E questo è un discor-so che non vale soltanto per la politica”.PPeerr iill mmaassssoonnee èè uunnaa ssoorrttaa ddii pprriinncciippiioo uunniivveerr--ssaallee……“La Massoneria vive dove ci sono democraziae libertà. Noi non possiamo sostituirci alleazioni dei governi, non è il nostro compito.Noi abbiamo il dovere etico e morale di edu-care ai valori, di promuoverli e di esportarli.La Massoneria non è un partito politico, ilGran Maestro non detta linee politiche, noisiamo per il pluralismo e i valori laici. Ma aimoderati, ai progressisti, ai conservatori, atutti insomma, nel rispetto della loro apparte-nenza chiediamo si affermi il principio costi-

tuito dalla filosofia del dialogo”NNeell ddiissccoorrssoo tteennuuttoo qquuaallcchhee tteemmppoo ffaa iinn ooccccaa--ssiioonnee ddeellllaa GGrraann LLooggggiiaa aa RRiimmiinnii lleeii hhaa aabbbbiinnaa--ttoo dduuee tteerrmmiinnii:: ““llaaiicciittàà”” ee ““lliibbeerrttàà””,, ssoonnoo ii ppiiaatt--ttii ddii uunnaa bbiillaanncciiaa iinn eeqquuiilliibbrriioo ppeerrffeettttoo??“Il ragionamento nasce dalla pesante ingeren-za dell’azione della Chiesa registrata di recen-te. Noi pensiamo che a nessuno si debba ne-gare il diritto a esprimersi sui vari problemi,ma cosa ben diversa è la volontà di far tra-durre in legge postulati religiosi. A quel puntonon avremmo più uno stato democratico, mauno stato etico e si arriverebbe a imporre scel-te non condivise”.MMaa nnoonn ccrreeddee cchhee cceerrttii mmeessssaaggggii ffaattttii pprroopprriiddaallllaa ppoolliittiiccaa ffiinniissccaannoo ppeerr eesssseerree ssttrruummeennttaa--lliizzzzaattii??“Credo, come anche l’informazione dimostra,che il Paese sia profondamente laico, rispetto-so del pensiero altrui, insomma non è xenofo-bo, è civile. I problemi sorgono quando in cer-te stanze il calcolo della convenienza fa sì chesi ritenga che sul voto dello zoccolo duro diuna determinata confessione si giochi la parti-ta. D’altra parte quando la vittoria viaggia supoche migliaia di voti, sia in un senso che nel-l’altro, anche questa percentuale diventa im-portante. Vedo comunque che il tempo è ga-lantuomo e anche dal mondo cattolico arriva-no segnali profondi di comprensione verso ilnuovo”.

CChhee ccoossaa iinntteennddee ppeerr ““nnuuoovvoo””??“Mi riferisco ai problemi che appartengono al-la modernità. Pensiamo, ad esempio, agli em-brioni della fecondazione assistita. Certo, sipuò ragionare se e come non crearne in so-vrannumero, non è questo ora il punto. L’im-portante è che non si debba temere che unaconquista scientifica capace di dare una spe-ranza o una qualità migliore per la vita venganegata per il solo timore che possa cancellareo contraddire un dogma. La morale, l’etica as-sumono valori tradizionali che, a parte l’a-spetto della storicizzazione, restano pressochéimmutabili, pur se coniugati con la vita di og-gi. Ma è anche vero che altri principi, altri va-lori debbono essere “lavorati” in relazione al-le nuove condizioni della vita, a un contestodiverso a quello che c’era cento anni fa, otto-cento anni fa e così via”MMaa aalllloorraa ccoommee ssii ddeevvee ccoommppoorrttaarree iill ““ffrraatteell--lloo”” ccaattttoolliiccoo??“La confessione religiosa è un aspetto che at-tiene alla sua sfera intima, nessuno gli chie-derà mai nulla, non viene censito. Noi credia-mo nella presenza di un ente supremo, il cat-tolico lo chiamerà in un modo, il musulmanoin un altro. Ma l’appartenenza massonica fa sìche chiunque di noi operi in uno spazio liberoe adogmatico a confronto con gli altri e que-sta è sicuramente una forza in più”.

Maria Grazia Grippo

Il “Tempio di Re Salomone” ha aperto ieri lesue porte anche ai “profani”, per parlare loro“di tolleranza e di cultura del dialogo, specienel mondo della scuola”. È stato allestito ap-posta nella sala riunioni dell’Hotel Atlantic diBorgaro. Qui, alla presenza del Gran MaestroGustavo Raffi, si sono riuniti 400 “liberi mura-tori” del “Grande Oriente d’Italia”, la maggiorecomunione massonica italiana, fondata nel1805, alla quale appartennero anche CostantinoNigra e Giuseppe Garibaldi. Sono convenute 67Logge, che in Piemonte e Valle d’Aosta unisco-no 1700 massoni. Hanno partecipato alla riu-nione annuale, organizzata dal “Collegio circo-scrizionale dei Maestri Venerabili” presiedutoda Piero Lojacono. “L’incontro – spiega Raffi –serve a conoscerci meglio, ad approfondire iproblemi del territorio. Rientra in un indirizzoche è orientato a fare uscire la Massoneria dalMuseo delle Cere perché ritorni nella storiadelle gente, al fine di sviluppare i principi ditolleranza, di rispetto del prossimo e di difesadel dubbio e della ricerca”. Per questo ieri il“Tempio” ha accolto i giovani di quindici istitu-ti superiori, che si sono confrontati in un tema:“L’Amicizia è…”. Sono stati premiati i sette ela-

borati migliori, con borse di studio. “Il temadella tolleranza nella scuola – dice Raffi – èfondamentale. Notiamo con preoccupazioneche sempre più si manifesta la tensione ad isti-tuire scuole di parte, confessionali. Non siamod’accordo. Noi massoni siamo gente di fede.Per essere massoni bisogna credere in Dio. Mala scuola deve essere luogo d’incontro inter-confessionale, di confronto fra culture. Altri-menti si rischia di creare isole di integralismo.Non è di questo che abbiamo bisogno, in unmomento in cui il dialogo fra opinioni diversetende sempre più a diventare scontro fra anta-gonismi ostili”. Raffi perora la “Massoneria dipopolo”, quella che vuole aprirsi alle parti so-ciali, per sfatare il mito delle Logge intese co-me presunti luoghi di lobby segrete con pianiocculti. Dice: “La Loggia “P2” di Licio Gelli nonera la Massoneria. Stava alla Massoneria comele Brigate Rosse potevano stare al Partito Co-munista”. La volontà di dialogo dei liberi mu-ratori con la società si è espressa ieri aprendoal grande pubblico le porte del Tempio. Perun’ora ha sospeso apposta i suoi lavori. Chiun-que ha potuto varcare le colonne d’ingresso,segnate dalle lettere B e J, iniziali delle parole

ebraiche “Boaz” e “Jaquim”, che significano“forza” ed “equilibrio”. E l’inizio di un percor-so di simboli iniziatici, ma non segreti. Parlanouna lingua che sottende principi filosofici. Eccoquindi l’assemblea dei muratori. Vestono ilgrembiulino, simbolo del lavoro. Sono entratiin fila, in ordine di rango e si sono disposti indue colonne di posti, divisi al centro da unascacchiera bianca e nera. Raffigura le oppostepolarità, la luce e il buio, il bene e il male. Al-la sua testa c’è l’ara sacra, con un candelabroa sette braccia e il Vangelo di San Giovanni,quello che incomincia con le parole: “In princi-pio era il Verbo”. Dinanzi all’ara è posta la “ta-vola architettonica”, simbolo del tema su cui sideve lavorare. Dietro l’ara s’inerpicano invece isette scalini dell’ascesi, che conducono al“Grande Oriente”, dove siede il Maestro Vene-rabile. All’ingresso del Tricolore l’assembleacanta l’Inno di Mameli. poi un con un colpo dimartelletto il Maestro Venerabile apre i lavori.Un relatore espone le questioni. Chi intervienedice la sua. Infine il tutto è ricapitolato in unasintesi. Ma non dà precetti, non formula con-clusioni. Ognuno le elabora nella sua coscien-za.

Massoneria a Borgaro la convention annuale con 400 liberi muratori

Il Tempio di Re Salomone svelato per un dì ai profani

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Sono arrivati alla spicciolata, prima i MaestriVenerabili e poi gli altri “fratelli”, ammessi so-lamente alla riunione del tardo pomeriggio.Centinaia, come era nelle premesse della vigi-lia e come è stato sempre nella storia di que-sto angolo di massoneria. Due regioni, Pie-monte e Valle d’Aosta, che a fare la Storia, conla maiuscola, del Grande Oriente d’Italia han-no contributo in modo significativo fin dalleorigini. Appuntamento a Borgaro Torinese, ho-tel Atlantic, come l’anno scorso. Ci voleva unospazio che fosse abbastanza grande per con-tenerli tutti, oltre 400, per allestire il Tempio epoi aprire le sue porte alla gente comune, i fa-miliari, gli ospiti, gli allievi e i presidi di alcu-ne scuole superiori torinesi, quelle che hannopartecipato al concorso promosso dalla LoggiaTito Ceccherini. La “tornata”, come si definiscenel linguaggio iniziatico, organizzata dal Col-legio circoscrizionale dei Maestri Venerabilipiemontesi e valdostani, è un momento ormaitradizionale. Si svolge infatti ogni anno e, co-me spiega il presidente Piero Lojacono, “con-sente ai liberi muratori dei due territori disvolgere, tutti insieme, i ‘lavori massonici’”.Ma prima il Collegio ha dovuto sbrigare lequestioni cui è deputato: un summit a caratte-re amministrativo al quale, secondo le regole,partecipano tutti i Maestri Venerabili in carica,gli ex e la giunta, formata dal presidente delCollegio stesso, il suo vice, l’“Oratore” e il Se-gretario. Ad essi si uniscono i dignitari del Goi,che completano la rosa di vertice. Finito quel-l’incontro, d’ambito più ristretto, nel Tempiohanno cominciato a prendere posto i “fratelli”per dare il via alla “tornata rituale in grado diApprendista”. Così si dice, così loro dicono per

intendere che possono partecipare tutti gli ap-partenenti alle Logge, persino quelli di “grado”più basso, come appunto gli apprendisti. Tut-to secondo un antico copione: formule, modi,tempi, le discussioni sui temi filosofici, sociali,ma non la politica e la religione, anche se del-l’attualità che condizionano si parla eccome.Del resto “la Massoneria non può più essereun museo delle cere”, aveva avvertito alla finedegli anni Novanta il Gran Maestro italiano Gu-stavo Raffi. Allora fu come una deflagrazionedentro le Logge e non senza conseguenze. Maa poco meno di dieci anni di distanza Raffi èancora in sella, segno che anche gli “irriduci-bili degli scantinati” alla fine si sono convinti aseguirlo sulla strada del rinnovamento. E pro-prio l’intervento del Gran Maestro, l’“allocu-zione”, è divenuto da qualche tempo il mo-mento cruciale della tornata. Riposti gli “stru-menti di lavoro”, i “liberi muratori” hannoaperto le porte ai loro ospiti e mescolati conquello che definiscono il “mondo profano”hanno approfittato di un’altra occasione percondividere le ragioni del proprio continuaread esserci. “Siamo una Massoneria di popolo– ricorda sempre volentieri l’avvocato Raffi –,aperta nei confronti della società civile e at-tenta ai grandi temi che animano il dibattitoculturale del nostro Paese. Primo fra tutti, an-che perché proviene dalla nostra tradizione,quello della laicità: su quello, che per noi è unvalore inalienabile, non intendiamo, infatti, ac-cettare nessuna invasione di campo che rompagli equilibri fra le componenti sociali e mini lapace religiosa”.Raffi ha scelto di ritornare sui valori della lai-cità “perché – ha spiegato – essi vengono,purtroppo, messi in discussione quasi ognigiorno. La laicità è il sale della democrazia, ilrespiro della libertà, è credere nelle proprieidee senza esserne succubi”. Per il Gran mae-stro del Goi, i principi della laicità sono quelliche attribuiscono allo Stato il ruolo di arbitroe garantiscono libertà religiosa anche alle mi-noranze. “La Massoneria ha il compito di pro-muovere una ”religione civile”– ha detto Raffidurante la sua allocuzione –, che significa es-sere cittadini, essere solidali gli uni con gli al-tri e sentire il senso di appartenenza a una co-munità”.Quando Raffi, l’“innovatore”, venne eletto laprima volta i suoi sostenitori in Piemonte sicontavano sulle dita o poco di più. “Oggi – haammesso con soddisfazione – se in Italia deb-bo pensare a un supporto concreto da partedei fratelli, questa regione ha un peso forte”.A testimonianza della importanza del Piemon-te per la Massoneria del Grande Oriente d’Ita-lia bastano poche cifre: sono infatti oltre 1700

i “fratelli” che operano in 67 Logge di cui 39nella sola Torino. Il rapporto che unisce la re-gione, insieme con la Val d’Aosta, alla “liberamuratoria” viene da lontano, sin dalle Loggenapoleoniche, la prima delle quali fu fondatanel 1803, due anni prima della costituzione delGrande Oriente d’Italia. (MGG)

Il premio della “Ceccherini” vuol saperecos’è l’amiciziaPer la prima edizione, nel 2005, i partecipantierano stati 49, quest’anno sono saliti a 84,quasi raddoppiati. È questo il traguardo chepiù gratifica la Loggia Tito Ceccherini, cui sideve la realizzazione del concorso dedicatoagli allievi del quarto e quinto anno dellescuole superiori torinesi. I vincitori sono statipremiati ieri, in chiusura della “tornata” orga-nizzata a Borgaro Torinese dal Collegio circo-scrizionale dei Maestri Venerabili di Piemontee Valle d’Aosta. Ad aggiudicarsi il primo pre-mio, una borsa di studio, è stata Silvia Elia delliceo classico “Vittorio Alfieri”, giudicata la mi-gliore a interpretare il tema della gara, “Ami-cizia è…”. A seguire, Piergiorgio Montrucchio,del liceo scientifico “Niccolò Copernico” cheha ricevuto dalle mani del Gran Maestro Gu-stavo Raffi il secondo premio. Terzo premio aDalila Nazzaro, ancora del Copernico e quar-to, a pari merito, a Cristina De Paoli (Coperni-co), Selene Morreale (Copernico), Erica Puliz-zi (Copernico) e Luca Zanellato (Itis “Enzo

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“Promuoviamo una religione civile”Il Gran Maestro Raffi: “La Massoneria insegna i valori di solidarietà e di appartenenza a una comunità”

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Ferrari”). Un riconoscimento è andatoanche Giovanna Crescio, preside del-l’Alfieri.“Penso di interpretare il pensiero delfratello Osvaldo Cochis, che con me hacondiviso il piacere di porre in esseretutte le operatività necessarie a realiz-zare il progetto borse di studio, dicen-do che sono soddisfatto d’aver portatoa compimento, per il secondo anno,questa iniziativa – commenta Nino DiLeo, ex Maestro Venerabile della Cec-cherini e ora giudice della corte centra-le del Grande Oriente d’Italia –. Quan-do, tre anni fa, ideammo di promuove-re presso gli studenti torinesi la cono-scenza della nostra istituzione e far co-noscere loro quanto la Massoneria faoggi per il bene dell’umanità, pensam-mo che forse avremmo trovato qualchedifficoltà a far superare alcuni precon-cetti. E invece abbiamo incontrato, daparte di tutti, un sincero apprezzamen-to per la nostra iniziativa”. Per Di Leo egli altri la soddisfazione più grande èstata quella di presentarsi agli enti lo-cali, alle autorità scolastiche, ai presidi,ai professori e agli studenti, palesandoapertamente “l’orgoglio di essere mas-soni. E in cambio non ne abbiamo rice-vuto curiosità – ci tiene a precisare l’exMaestro Venerabile –, ma vivo interes-se”. Domenica 14 maggio, nella sededel Goi in piazza Vittorio, sono stati ac-colti tutti gli studenti e i presidi degliistituti che hanno partecipato al con-corso e tutti i professori che hanno fat-to parte della commissione esaminatri-ce degli elaborati. “E mai prima d’ora –sottolinea Di Leo – si era realizzataun’intesa così semplice e vera tra lascuola torinese e la Massoneria”. Ancheieri per la premiazione dei sette vinci-tori e dell’istituto d’appartenenza dellaprima classificata tutti i presidi e i pro-fessori erano presenti.“Ma in concreto la borsa di studio –spiega ancora Di Leo – è stata la mol-la che ha fatto nascere stima e confi-denza tra la nostra Loggia e i presidi”.A cominciare da quello del liceo classi-co “Camillo Cavour”, dove frequentaChiara Marletto, prima classificata l’an-no scorso quando il tema indicato dal-la Loggia fu la felicità. Un “fratello” del-la Ceccherini ha poi sponsorizzato il“Progetto musica” dell’istituto e gli al-tri, con l’aiuto finanziario di un’assicu-razione, hanno fatto sì che il saggio difine anno del Cavour possa svolgersinella cornice del teatro Carignano diTorino, il 10 giugno prossimo.“Invece il significativo numero di elabo-rati prodotti dagli studenti del Coperni-co quest’anno – annuncia Di Leo – haindotto il preside Stefano Grosso, a in-vitarmi per fare una chiacchierata con iragazzi sul tema ‘Massoneria oggi’”.

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rassegna stampa 9 giugno 2006

FOLLONICA - ‘Solidarietà è…’, questo il tema delconcorso indetto dalla Loggia Guerrazzi di Follonicacon il patrocinio del Grande Oriente d’Italia (PalazzoGiustiniani) e con la collaborazione del Collegio Mas-sonico Toscano, indirizzato ai ragazzi delle scuolesuperiori. Nella civica pinacoteca si è svolta la ceri-monia di premiazione dei vincitori del concorso. Intutto hanno partecipato 51 studenti del penultimo edell’ultimo anno di corso degli Istituti d’istruzione su-periore dei. comuni di Follonica, di Massa Marittimae degli Istituti del polo liceale di Grosseto. A tutti iragazzi presenti sono stati consegnati un attestato dipartecipazione e il libro “Corda Frates”. I primi duepremi per la sezione narrativa sono andati a due stu-denti del liceo scientifico del Golfo: Caterina Cianchisi è accaparrata il primo premio, un assegno da 500euro, mentre Filippo Righi ha vinto un assegno da400 euro. I tre premi speciali per la sezione narrati-va, consistenti in un assegno di 250 euro ciascuno,sono stati assegnati a Veronica Cinelli e Giulia Man-nelli dell’Itc e a Benedetta Giunta del liceo classico diGrosseto. Due, invece, i premi dedicati alla sezionegrafica, entrambi assegnati a due studenti del liceoartistico grossetano. Il primo premio di 500 euro se

l’è aggiudicato Laura Bussi, il secondo da 250 euro èandato ad Azzurra Galatolo. Di seguito i nomi dei partecipanti al concorso. IIssttii--ttuuttoo ccoommmmeerrcciiaallee ddii FFoolllloonniiccaa:: Alessia Amatuzzi, Va-lentina De Luca, Marianna Scalise, Martina Cantini,Chiara Fabbri, Caterina Tiesi, Veronica Cinelli, GiuliaMannelli. Istituto tecnico professionale di Follonica:Andrea Corrieri, Liceo classico di Grosseto: CeciliaCecconami, Eleonora Guelfi, Giulia Poli, Ilaria Conte,Francesca Micco, Jessica Tescione, Benedetta Giun-ta, Maria Giulia Pichenino. LLiicceeoo sscciieennttiiffiiccoo ddii FFoolllloonniiccaa:: Martina Bartalotta, Cate-rina Cianchi, Alessio Lo Sicco, Filippo Righi, GiacomoUgolini, Francesco Carli, Ilaria Errico, Chiara Marchet-ti, Virginia Rosti, Elena Cheli, Ilaria Lombardi, AlbertoMuzzi, Francesca Vinciarelli.LLiicceeoo sscciieennttiiffiiccoo ddii GGrroosssseettoo:: Giulia Dondoli. LLiicceeoo aarrttiissttiiccoo ddii GGrroosssseettoo:: Gianluca Ancili, Sara Cer-retani, Giulia Dari, Azzurra Galatolo, Ilaria Giachi,Stefania Picci, Alessandra Valenti, Aurora Azzolini,Carlo Contini, Lucia De Stefano, Federica Galoppi,Francesco Grassi, Maria Diletta Severi, Mattia Vegni,Laura Bussi, Emanuele Coretti, Chiara Di Vivona,Giada Gamberini, Aurora Pepi, Francesca Spanu.

Oggi il professor Antonio Celotti compie cento anni.Domani, alle 17, alla sala riunioni di Palazzo Antiva-ri-Kechler, all’hotel Astoria Italia, un convegno, cuiparteciperanno l’avvocato Antonio Picotti, i docentiuniversitari Liliana Cargnelutti, Fulvio Salimbeni,Santi Fedele, il Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia Gustavo Raffi, ne tratterà l’alto profilo, scienti-fico, civile, culturale ed umano.Avendo il piacere e l’onore di conoscerlo e di avercondiviso con lui più di qualche situazione cultura-le e conviviale di eccellenza sappiamo che il suo no-bilissimo understatement forse non gli farà apprez-zare una sorta di tributo pubblico alla sua persona.Ma Celotti, che è stato ed è maestro di molte cose,siamo certi ha l’umiltà di capire che far conoscere laumanissima bellezza e profondità di una vita vissu-ta secondo i precetti dell’etica più pura, secondo gliaccenti di una altruista filosofia perennis, secondogli assunti per i quali è giusto e perfetto “fare aglialtri tutto il bene che vorresti fosse fatto a te” e“non fare mai ciò che non vorresti fosse fatto a te”è un dovere civile che offre per l’ennesima volta ilpensiero e l’azione di un grande uomo alla comu-nità.Celotti è stato pneumologo e tisiologo insigne, che,affiancando un altro illuminato medico “storico” per

Udine e per l’Italia – Azzo Varisco – ha creato aUdine, a partire dagli anni ‘30, un reparto (il noto“Forlanini”) all’avanguardia nella battaglia controquello che era un flagello d’allora. La tisi colpivaovunque ma soprattutto le classi sociali più disagia-te.Non conto le persone più diverse che ho conosciu-to e che ricordano con commossa gratitudine l’ope-ra instancabile di Celotti e la sua umanità introvabi-le. Quest’ultima, per quanto lontana dall’enfasi, si èconcretizzata, non di rado, in aiuti filantropici per-sonali ai più sfortunati in termini economici. Mi hacolpito l’ultimo casuale colloquio in merito con pa-dre Tonin Capellari, sacerdote illuminato, generosoe sensibile di Muris di Ragogna. Parlando del solsti-zio di S. Giovanni Battista e dell’incompromessa fi-gura del “Maestro” dell’Unto ho nominato Celotti(non per indebito paragone ma per citazione eticaed umana) e lo stesso mi ha confessato di esserestato salvato (e gratuitamente) da giovane da unagrave affezione polmonare dal professore di originegemonese.Celotti ha alle spalle centinaia di pubblicazioni pre-stigiose, due libere docenze a Padova, attività di-dattiche per la Cri lunga decenni, stagioni di presi-denza della Accademia di Scienze, lettere e arti

In pinacoteca le premiazioni del concorso organizzatodalla Loggia Guerrazzi: tutti i nomi dei partecipanti

Applausi agli studenti nelnome della solidarietà

rassegna stampa26 giugno 2006

L’umanità di un Grande Maestro

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UDINE. È una Massoneria aperta e che, come hasostenuto il Gran Maestro del Grande Oriented’Italia, Gustavo Raffi “ritorna orgogliosamentenella storia” quella che ieri, in un seminario distudi, tenutosi a Palazzo Kechler, ha celebrato iduecento anni della sua nascita in Friuli, nonchéi cent’anni compiuti il 27 giugno scorso da unodei suoi più autorevoli esponenti friulani, il pro-fessor Antonio Celotti.Il convegno, tenutosi in un salone affollato damassoni, ma anche da non poche donne e nume-rosi giovani, ha preso origine dalla recentissimaseconda edizione aggiornata del libro “La Masso-neria in Friuli”, scritto dallo stesso Celotti nel 1982.Ad illustrare il ruolo svolta in Friuli dalla più an-tica e più numerosa istituzione massonica italianasono state le relazioni di quattro storici: due in-dipendenti come Fulvio Salimbeni, ordinario di

Storia presso l’Università di Udine che si è occu-pato di “Massoneria, Irredentismo e Risorgimentotra XIX e XX secolo” e Liliana Cargnelutti che haparlato di “Momenti della società e della culturain Friuli all’inizio del XX secolo”; due massoni di-chiarati come Antonio Picotti che ha illustrato“L’incredibile mistificazione di Leo Taxil e della ri-vista Civiltà Cattolica” e l’ordinario di Storia Con-temporanea all’Università di Messina, Santi Fede-le che ha parlato di “Massoneria nel Nord Italiadalla costituzione del Grande Oriente d’Italia allaPrima Guerra Mondiale”.Salimbeni, dopo aver lodato l’importanza di vo-lumi come quello del Celotti che, con una riccadocumentazione, illuminano su parti fondamenta-li e poco conosciute della storia friulana, ha ri-cordato il ruolo fondamentale e spesso miscono-sciuto svolto dalla Massoneria in queste terre du-

rante il Risorgimento. Per Sa-limbeni la Massoneria fu labase del collegamento fraUdine (dove era poco diffusa,ma contava importanti perso-

nalità) e Trieste (dove era diffusa sia quantitati-vamente che qualitativamente) su cui si fondò ilmovimento risorgimentale ed irredentista cheportò all’unione del Friuli prima e della VeneziaGiulia poi al nascente Stato italiano. “In sintesi –ha affermato Salimbeni – si può dire che Masso-neria, risorgimento ed irredentismo furono tre ri-svolti di un unico processo: la creazione di un’I-talia unita, libera e laica”.Liliana Cargnelutti ha ricordato alcuni degli eventipiù significativi svoltisi in Friuli a cavallo fra ‘800

(membro dal 1939) – che compie quest’anno400 anni di vita! – presidenze del Rotary Clubdi Udine (membro dal 1952), studi sulle primesocietà di cremazione, sulla Massoneria in Friu-li – saggio esteso che viene per l’occasione rie-ditato –, su malaria e pellagra in regione. Un

prosare il Suo sempre preciso, piano e profon-do ad un tempo, accessibile e mai dimentico diun richiamo garbato e non invadente alla hu-manitas di cui la scienza mai deve essere priva.Uno degli ultimi àristoi, dunque, che nel com-piere un secolo ci dà, dal silenzio apparente

degli ultimi anni, una lectio magistralis di “sen-no, beneficio e giubilo”. Una vita, quella delprofessor Celotti – affiancata dalla straordina-ria figura della moglie Bianca – che, una voltatanto, non è retorico definire un modello.

Marco Maria Tosolini

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Ventidue nuovi iscritti, su 68 totali,soltanto nel 2005. Tre Logge attive. Euna composizione caratterizzata so-prattutto da esponenti della cosiddet-ta libera professione. È questo il ritratto della Massoneriadel “Grande Oriente d’Italia” per quelche riguarda la provincia di Udine. LaMassoneria friulana compie infatti200 anni e li celebra con un convegnoche si terrà questo pomeriggio (28giugno 2006) alle 17 a palazzo Kech-ler, alla presenza del presidente delcollegio circoscrizionale dei MaestriVenerabili del Friuli Venezia GiuliaPasquale Tigani Sava. A Udine e nella vicina periferia sonoattive le Logge “La nuova vedetta”,

“Azzo Varsico”, mentre a Campofor-mido opera la Loggia “11 settembre”.In tutto gli iscritti presenti in provin-cia sono 68, contro i 130 di Trieste, i22 di Pordenone e i i 10 di Gorizia(dove è stata da poco riaperta unanuova Loggia, dopo lo scioglimentouna decina di anni dell’allora unicaLoggia esistente “Acacia isontina”. Intutta la regione gli iscritti sono 230.Come si è già scritto, gli appartenen-te alla Massoneria friulana sonoespressione di tutte le fasce socialicon una più marcata presenza di li-beri professionisti. E questo dato vie-ne confermato anche per quanto ri-guarda i nuovi iscritti che nel 2005sono stati 22.Nel corso dell’incontro di oggi a Pa-lazzo Kechler dunque si parlerà diuna realtà storica ma ancora moltoviva anche nel presente. Al seminariodi oggi “La Massoneria in Friuli 1806-2006” organizzato dal Collegio circo-

scrizionale dei Maestri Venerabili delFriuli Venezia Giulia e dal GrandeOriente d’Italia di Palazzo Giustiniani,parteciperà anche il Gran Maestro,avvocato Gustavo Raffi. E grazie al-l’intervento di storici e studiosi sianalizzerà, a due secoli dalla fonda-zione della prima Loggia a Udine, ilradicamento dell’istituzione massoni-ca in Friuli Venezia Giulia fino allaformazione di una struttura perma-nente nel territorio della Regione.Con l’occasione sarà presentata lanuova edizione del saggio “La Mas-soneria in Friuli” del professor Anto-nio Celotti, uno degli antesignani del-la presenza della “Libera Muratoria”in Friuli e che proprio oggi compiecento anni, che offre una attenta ri-costruzione su due secoli di storiadella Massoneria in queste terre. Dopo l’introduzione di Sergio Parme-giani, presidente del consiglio deiMaestri Venerabili dell’Oriente di Udi-

ne, che ne coordinerà i lavori, segui-ranno gli interventi degli storici FulvioSalimbeni, università di Udine, su“Massoneria, irredentismo e Risorgi-mento tra XIX e XX secolo”; di Lilia-na Cargnelutti, che si soffermerà sultema “Momenti della società e dellacultura in Friuli agli inizi del XX seco-lo”; di Santi Fedele, università di Mes-sina, che nella sua relazione farà unexcursus su “La Massoneria nel nordItalia dalla Costituzione del GrandeOriente alla Prima Guerra mondiale”.L’avvocato Antonio Picotti, già presi-dente del collegio circoscrizionale delFriuli Venezia Giulia con il suo inter-vento su “L’incredibile mistificazionedi Leo Taxil” e della rivista “Civiltàcattolica” illustrerà il clima antimasso-nico di fine Ottocento. Parteciperà alseminario di oggi anche il Gran Mae-stro Aggiunto del Grande Oriente d’I-talia Massimo Bianchi.

Federica Barella

rassegna stampa 28 giugno 2006

Seminario a palazzo Kechler. Saranno ricordati i 200 anni di attività in Friuli

Crescono i massoni udinesiNel 2005 registrati 22 nuovi iscritti. I 68 totali sono divisi in tre Logge

rassegna stampaUdine, 29 giugno 2006

“La Massoneria ritorna con orgoglio nella storia”Seminario di studi sul centenario di Celotti alla presenza delGran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi

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L’adesione di giovani “fratelli” alle attività delCollegio circoscrizionale del Friuli VeneziaGiulia del Grande Oriente d’Italia è in crescita.Gli iscritti alla Loggia massonica (che si ricol-lega a Palazzo Giustiniani) con età compresatra i 30 e 35 anni, infatti, sono circa un terzodel totale (230). A spiegare i motivi del feno-meno è stato Sergio Parmegiani, presidentedel Consiglio dei Maestri Venerabili dell’Orien-te di Udine che ieri pomeriggio ha coordinatoi lavori del primo seminario di studi massoni-ci “La Massoneria in Friuli 1806-2006”.“L’ampia partecipazione dei giovani ai lavoridella nostra associazione – ha spiegato Par-megiani a margine del convegno al quale han-no partecipato anche alcuni giovanissimi spin-ti dall’interesse di conoscere le caratteristichedel movimento massonico – è dovuta al fattoche il Grande Oriente d’Italia consente allenuove generazioni di trovare aiuto e assisten-za nel miglioramento di loro stessi. Un aiutoche si riversa anche nella società contempora-nea nella quale, grazie all’adesione alla nostraattività, si inseriscono persone ben preparate,capaci di svolgere una vita professionale eumana matura e concreta”.Sulla stessa lunghezza d’onda anche GustavoRaffi, il Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia, ospite dei “fratelli” friulani che ieri fe-

steggiavano il bicentenario di fondazione aUdine della prima Loggia “La Massoneria rap-presenta uno spazio libero dove gli uomini sipossono trovare e confrontare – ha affermatoRaffi – è una scuola di dialogo improntata alrispetto della ricchezza dell’altro. In questocontesto, i giovani possono ricercare, capire,intraprendere un percorso diverso di cono-scenza e spiritualità lontano da chiese e parti-ti. Il nostro ruolo in questo momento storico èdi costruire un nuovo umanesimo che ponga al

centro di tutto l’uomo”.Ispirate al principi di libertà, uguaglianza, fra-tellanza e tolleranza, sono le attività dellaMassoneria friulana che segue anche le tema-tiche contemporanee che interessano la regio-ne e i suoi rapporti con i paesi dell’Est euro-peo. “Oltre a proseguire nelle iniziative di ri-cerca culturale – ha aggiunto Parmigiani – in-tensificheremo i rapporti con i fratelli dellaSlovenia, della Croazia e dell’Austria”.

Maria Gonano

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storia e culturattL, 3 giugno 2006

Luoghi comuni

È un thriller alla Dan Brownla storia della massoneriaUUnn ““aattllaannttee”” ccuurraattoo ddaa GGiiaann MMaarriioo CCaazzzzaanniiggaarriippeerrccoorrrree oollttrree uunn sseeccoolloo ddii rraappppoorrttii ee ddiissccoonnttrrii ccoonn lloo SSttaattoo ee iill VVaattiiccaannoo mmaa ssoopprraatt--ttuuttttoo ppoonnee iinn eevviiddeennzzaa iill rruuoolloo ddeellll’’oorrggaanniizzzzaa--zziioonnee ccoommee iinnccuubbaattrriiccee ee llaabboorraattoorriioo ddeellllaa ppoo--lliittiiccaa mmooddeerrnnaa..

A ogni epoca la propria “contrapposizione diciviltà”: una delle più severe è quella che si

accende, sin dai primi decenni del Settecento,tra la Massoneria e il Papato, sviluppandosipoi, nel corso dell’Ottocento, in un durissimocontrasto che inciderà non poco sulla nostrastoria unitaria. Su questi e altri aspetti fondamentali dellapresenza della Massoneria nella storia italianaed europea degli ultimi due secoli e mezzo sisofferma l’imponente volume, curato da Gian

L’INTERVISTA “Se Gelli parla male di me, vuol dire che sono una brava persona”GGrraann MMaaeessttrroo RRaaffffii,, cchhee ccoossaa ssiiggnnii--ffiiccaa ppeerr ii mmaassssoonnii ffeesstteeggggiiaarree aallccoonntteemmppoo ii dduueecceennttoo aannnnii ddeellllaa nnaa--sscciittaa ddeellllaa vvoossttrraa iissttiittuuzziioonnee iinnFFrriiuullii ee ii cceenntt’’aannnnii ddeell pprrooffeessssoorrAAnnttoonniioo CCeelloottttii??“Significa riconoscere i meriti di unfratello, di un cittadino illustre, e alcontempo far capire che la Masso-neria non è un corpo estraneo allasocietà, ma una componente es-senziale che nel corso della storiaha sempre intrecciato i propri de-stini con quelli della Patria”.QQuuaall èè ll’’uuttiilliittàà ddeellllaa MMaassssoonneerriiaaooggggii??“Saper raccogliere il dolore chepromana dalla società. Cercare didare una risposta ai drammi dellasocietà moderna, riaffermando unacultura del dialogo in una societàche non dialoga più. Senza voler

fare discorsi di schieramento, sonomolto preoccupato perchè nellasocietà italiana si va perdendo lavoglia del dialogo, non si hannopiù avversari, ma nemici. Ritornareal dialogo è un compito arduo, maè una sfida che va raccolta”.LLeeii ssttaa llaavvoorraannddoo ppeerr aapprriirree llaaMMaassssoonneerriiaa aallllaa ssoocciieettàà cciivviillee eessoottttrraarrllaa aa qquueelllloo cchhee hhaa ddeeffiinniittoo iill‘‘ccaarrssiissmmoo’’ aa ccuuii ssii eerraa aauuttooccoonnddaann--nnaattaa.. ÈÈ ssooddddiissffaattttoo ddii ccoommee llaa vvoo--ssttrraa iissttiittuuzziioonnee vviieennee ttrraattttaattaa??“Sinceramente non posso lamentar-mi. Vedo che i miei interventi ven-gono ripresi ampiamente dallastampa, che la Massoneria non vie-ne più vista come il lato oscuro del-la società e che si sta facendo ap-prezzare come il luogo dove si vi-ve e si respira quella che il presi-dente Ciampi chiama ‘la religione

civile’”.CCoossaa rriissppoonnddee aa cchhii vveeddee aannccoorraa llaaMMaassssoonneerriiaa ccoommee uunnaa lloobbbbyy ddii ppoo--tteerree ee llaa mmeessccoollaa aa ttuuttttee llee nneeffaann--ddeezzzzee ppoossssiibbiillii??“Che non lo è e non lo è mai stata.In passato, purtroppo, siamo staticolpiti dall’uso fraudolento fatto daGelli del nome della Massoneria,che purtroppo non può essere bre-vettato, ma, come ho già avutomodo di dire, il piduismo sta alGrande Oriente come le Br al Pci.Gelli recentemente ha parlato maledi me. Per me è stato un piacere,perchè se Gelli parla male di qual-cuno è molto probabile che quelqualcuno sia una brava persona”.EEsscclluuddee qquuiinnddii ll’’eessiisstteennzzaa ddii LLooggggeeccooppeerrttee??“Nel modo più assoluto”.

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e ‘900. A partire dall’irrompere nella societàe nelle pubbliche amministrazioni di nuovisoggetti politici e sociali, fino ad arrivare alterzo Expo del 1903 che vide convergere aUdine una gran quantità di visitatori, dandoalla città una veste internazionale fino ad al-lora sconosciuta.Picotti in una relazione lunga e dettagliata haricostruito le vicende della campagna anti-massonica orchestrata da Leo Taxil e dalla“Civiltà Cattolica” che portò nel 1896 allarealizzazione a Trento del primo ConvegnoAntimassonico Universale al quale aderirono568 città, 1098 associazioni, 33 Cardinali, 209Vescovi e 1500 delegati e sui cui presupposti,successivamente smascherati come una co-lossale mistificazione propagandistica, nac-que e proliferò la Lega Antimassonica.Fedele, infine, ha sottolineato come il libro diCelotti abbia una valenza ed un significato cheva ben al di là della storia regionale ed illustriampiamente la notevole opera di laicizzazio-ne dello Stato svolta dalla Massoneria, come,ad esempio, nel caso della lotta per la realiz-zazione dei forni per la cremazione nel cimi-tero di Udine agli inizi del ‘900, fatti, poi,chiudere dal fascismo in ossequio alle richie-ste del vescovo della città.

Carlo Tomaso Parmegiani

In un seminario a palazzo Kechler festeggiato il bicentenario di fondazione della prima Loggia a Udine

Massoni, un terzo sono trentenniCresce l’adesione dei giovani al Collegio del Friuli Venezia Giulia

rassegna stampa 29 giugno 2006

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Mario Cazzaniga, La massoneria, appena pub-blicato negli Annali della Storia d’Italia Einau-di. Molti degli oltre trenta saggi che compon-gono l’opera sanno andare al di là della meraricostruzione “evenemenziale”, pure ben pre-sente e quanto mai rigorosamente affrontatanelle diverse partizioni temporali del volume.Esemplari sono le analisi – di Giarrizzo e diDel Negro, della Isastia e di Farinella e di al-tri ancora – circa l’assetto della Massonerianegli antichi Stati italiani; di grande efficaciasono le sintesi di Conti, Cazzaniga, Catalan eDe Poli sul periodo risorgimentale e quindinell’Italia liberale, mentre Gerardo Padulo,Santi Fedele, Ferdinando Cordova e FabioMartelli affrontano nodi fondamentali e capi-toli burrascosi della navigazione della Masso-neria nei mari difficili del Novecento italiano.Facendo emergere tra l’altro aspetti di note-vole interesse quali, ad esempio, nel saggio diPadulo, gli apporti di esponenti non irrilevan-ti di Palazzo Giustiniani (la ramificazione piùpotente della Massoneria italiana) nell’aduna-ta “sansepolcrista” che il 23 marzo 1919 segnal’esordio ufficiale di quel fascismo che di lì apochi anni metterà fuori legge tutte le Loggemassoniche. L’aspetto più prezioso dell’interaopera è dato dalla capacità dei diversi contri-buti di spingersi lungo tematiche di “frontierainterdisciplinare”, afferrabili solo con un ap-proccio integrato di diverse angolazioni, dovestoria religiosa e vicende culturali, rituali, sim-bologie e meccanismi di cooptazione delleclassi dirigenti sanno comporsi in un pazientee suggestivo affresco. Da questo punto di vi-sta l’apporto più incisivo e innovativo del vo-lume è dato, oltre che dai saggi del curatoresulle origini europee della Massoneria, dal-l’ampia parte che affronta – soprattutto peropera di José A. Ferrer Benimeli, di GiovanniMiccoli e di altri studiosi – il nodo fonda-mentale dei rapporti fra la Massoneria e le re-ligioni. A questo proposito è proprio Miccoli asoffermarsi, nel suo saggio, sulle aspettative

del Vaticano circa un repentino crollo del Re-gno d’Italia unificato attorno ai Savoia e a Ro-ma. Un crollo che dovrebbe segnare un primoarretramento di quel diabolico nemico che,dalla Rivoluzione Francese in poi, regge ilcomplotto universale contro la Chiesa e che,secondo il Vaticano, pur mutando maschera –Internazionalismo, Socialismo, Nichilismo –lascia intravedere l’opera instancabile e pode-rosa delle fratellanze massoniche. Non a casonel 1884 contro la Massoneria scende in cam-po con l’enciclica Humanum genus. De sectamassonicum lo stesso Leone XIII che chiama icattolici alla mobilitazione. L’Italia, fra tutti gliStati, è ritenuto quello maggiormente avvele-nato “dall’odio satanico” verso il Papato: in undocumento della Santa Sede si rileva come lamaggior parte dei Deputati – eletti con l’a-stensione degli elettori cattolici, visto che, perdivieto papale, questi non possono partecipa-re alle consultazioni politiche – “non crede inDio e si fa beffe della religione”. Che fare,dunque, per fronteggiare un nemico tanto in-sidioso se non rompere il velo di segretezzache circonda le Logge e svelare fatti e misfat-ti dei cosiddetti Framassoni? Le vicende dellacontrapposizione fra papa Leone XIII e laMassoneria assumono di tanto in tanto i toniincongrui e il plot sbilenco di un romanzo al-la Dan Brown. Narra dunque Miccoli nel suosaggio come, all’appello del Vaticano, rispon-da subito il libellista francese Léo Taxil, aliasGabriel Jogand-Pagès, che con un colpo discena di grande effetto rompe la propria ap-partenenza massonica e, convertito, viene ac-colto in pompa magna, a Parigi, alla Nunzia-tura apostolica dove annuncia la prossimauscita delle sue Confessioni di un ex liberopensatore. Vendute in tutta Europa, elogiatedai gesuiti di Civiltà cattolica, le pagine diTaxil – ricevuto nel 1887 da Leone XIII e dalsuo segretario di Stato – descrivono un mon-do massonico dove messe del diavolo e pro-fanazione di ostie si mescolano a sfrenate pra-

tiche sessuali e a orge iniziatiche. Una confer-ma delle rivelazioni sembra venire dal diariosegreto – subito pubblicato – di una sorta disacerdotessa massonica, miss Diana Vaughan,della quale Taxil serba la vera identità, rive-lando solo che si è convertita da poco, rifu-giandosi in convento, per evitare le vendettedella “setta” alla quale si era data con femmi-nile debolezza. Per alcuni anni Taxil è sullacresta dell’onda, ma la sua ascesa ha terminequando uno scrupoloso gesuita tedesco, ana-lizzando i suoi testi, ne fa emergere la totaleassurdità. In aggiunta viene provato comeDiana Vaughan sia esistita solo nella fantasiadi Taxil. Questi, genialmente, risponde da parsuo: svela, in una tumultuosa conferenzastampa parigina, di non essersi mai allontana-to davvero dalla Massoneria ma, piuttosto, diaver fatto da agente provocatore di questanello schieramento clericale. Il suo editore ge-novese Giovanni Fassicomo – che ha pubbli-cato in Italia, e con successo, i suoi libri – vi-sta la mala parata e per non perdere quattri-ni scrive alla Segreteria di Stato del Vaticano,sostenendo che Taxil è stato assassinato allavigilia della conferenza stampa parigina e so-stituito da un sosia. Di storie come questa nel-le vicende della Massoneria non ne mancano,ed emergono anche in molti dei saggi checompongono questo volume. Tuttavia lascommessa che il curatore dell’opera perse-gue è ben altra: far intravedere il ruolo dellaMassoneria come incubatore culturale e labo-ratorio sociale da cui la politica modernatrarrà ispirazione di idee, forme organizzati-ve, modalità di funzionamento. Un tratto del-la Massoneria che, sostiene Cazzaniga, è sta-to spesso ignorato dalla storiografia militante,forse imbarazzata nel lasciar intravedere itratti dell’elitismo massonico trapiantati nelleorigini delle organizzazioni di massa del mo-vimento operaio.

Giorgio Boatti

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“Chi sei? e donde sei? – Sono fi-glio di terra e di Cielo stellante”,recita una laminetta orfica trovataad Eleuterna, nell’isola di Creta. Edun passo dei Testi delle piramididel re Unis (Egitto, fine V dinastia)precisa: “Il corpo alla terra e l’ani-ma al cielo”.Le due affermazioni di fede sonocomplementari, sia pure distanzia-te nello spazio; entrambe, difatti,affondano le loro radici nell’ideolo-gia delle società arcaiche, tradizio-nali, i cui principali mitologemi ri-velano un’evidente unità di ispira-zione. Nel caso specifico ci trovia-mo dinanzi all’antichissimo simbo-lismo dell’uomo, frutto di una iero-gamia cosmica (le “sacre nozze tracielo e terra”) e in quanto tale es-sere duale, che partecipa di diffe-

renti livelli di realtà.Un aspetto, però, ci preme qui sot-tolineare: il significato attribuito allestelle, la persistenza dell’immagineastrale come ‘modello esemplare’nella coscienza dell’umanità d’ognitempo. Per il nostro scopo ci giove-remo di una serie di riferimenti a ca-rattere storico-comparativo, inizian-do dagli albori delle prime civiltà‘storiche’ del vicino Oriente antico.Una constatazione emerge imme-diata: le stelle, ovunque, sono sta-te associate alla nozione di anima,

al principio immortale dell’indivi-duo. E che questo sentimento fos-se già oscuramente presente allacoscienza dell’uomo preistorico,così nelle società dei cacciatori,nomadi e pastori (con particolarvigore), come nei primi insedia-menti agricoli del tardo neolitico, ètesi ormai generalmente accettatadagli storici delle religioni. Tutte legrandi esperienze del sapere sonostate compiute osservando la voltaceleste, il limpido stupore per l’im-mensità, l’emozione per la luce,

hanno determinato l’insorgere delpensiero religioso e di quello filo-sofico (Metafisica di Aristotele).Gli astri, prima ancora del sole(che è esso stesso una stella) sonouna teofania per eccellenza, rivela-no il divino con immediatezza ecostituiscono di per sé la più ele-mentare esperienza del sacro, co-me forza trascendente, che sia da-ta all’uomo.Prima ancora che il sole, e ne pre-ciseremo presto il fondamento, lapiù antica manifestazione del divi-no presso i Sumeri fu AN, il cielo,e la teofania solare (Utu, Shamasper gli Accadici di Babilonia, Shi-magi per Ittiti e Urriti) è creazionerelativamente tardiva avvenutaquando l’Essere supremo celeste,ormai stanco del mondo, aveva ce-

Bent Parodi

L COME LUCE(prima parte)

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duto la supremazia alle altre duegrandi epifanie della triade sumeri-ca: Enlil, dio delle tempeste fecon-datrici, Enki o Ea, il ‘signore sag-gio’ nume tutelare delle acque divita, e degli uomini.Ma già le stelle si erano rivelatecome la grande teofania luminosa;e fra queste emerse, già in epocaarcaica, Venere, nota ai Sumeri eadorata nel suo nome di Inanna, laSignora – del – Cielo, più tardichiamata dai vari popoli semiticiIshtar, Astoret, o Astarte. Inanna,personificazione della luce, fu laprediletta dagli iniziati, simbolodella sapienza astrale dei sacerdo-ti mesopotamici. E furono, più tar-di, ancora le stelle, le sette sfereplanetarie scoperte dai Magi, adinfluenzare profondamente le dot-trine dell’anima: nell’antico Iran,ancora prima della rivoluzione zo-roastriana, si riteneva che il princi-pio immortale dell’individuo fossecostituito dalle fravashi, finissimeessenze spirituali, che, al momentodella morte fisica, tornavano allaloro patria celeste: le stelle circum-polari, eterne perché fisse (e taliapparvero sempre all’osservazio-ne). La forza di suggestione dellapsicologia delle fravashi fu tale daimporsi anche all’attenzione dei fi-losofi greci. E un grande pensato-re, quale fu Platone, nella sua tar-da vecchiezza accolse, con le Leg-gi ed il Timeo, più d’una concezio-ne legata alle teofanie luminose delvicino Oriente.Le stelle hanno preceduto il cultodel sole, si è detto. Ne troviamoun’altra conferma in Egitto.Lungamente si è scritto e suppostoche le grandi piramidi e la Sfinge diGizah fossero simboli solari, erettiin ossequio alla teocrazia regaledel faraone, figlio di Ra. Ciò è ve-ro solo a partire dalla V dinastia edalle sue piramidi realizzate adAbusir, quando la dotta classe sa-cerdotale di On, Eliopoli, la cittàdel sole, si affermò prepotente-mente su tutti gli altri sistemi teo-logici (e lo stesso ciclo di Osiridefu posto in ombra di fronte allosplendore di Ra).A riprova di quanto abbiamo affer-mato – e sulle tracce di Boris deRachewiltiz – prendiamo ad esem-pio la grande piramide di Khufu(Cheope, alla greca). La costruzionesi innalza per 146,59 metri su basequadrata di 230 metri per lato e, se-condo un calcolo assai approssima-tivo, consta di 2 milioni e 300 milablocchi di calcare provenienti dalle

locali cave che furono scoperte inepoca abbastanza recente.L’inclinazione delle pareti – ricor-da ancora de Rachewiltz – è di51°-52° rispetto all’orizzontale ed èinteressante notare il perfettoorientamento dei lati della pirami-de rispetto ai punti cardinali. Ciòriflette particolari concezioni reli-giose poiché in questo periodo (ca.2700 a.C.) la dottrina relativa al pa-radiso faraonico ha carattere netta-mente stellare: il re come appren-diamo dai Testi delle Piramidi –“sale [dalla sua piramide] al cielotra le Stelle Imperiture [cioè circumpolari]”. Un particolare curioso èdato da riti, che – sino ad epocaassai tarda – venivano celebratipresso la grande piramide dai Se-baiti, membri di una confraternitadi adoratori delle stelle. Se si pen-sa che Seba in antico egiziano de-signa appunto la ‘stella’, può esse-re maggiormente chiarito il rappor-to tra il gigantesco monumento dipietra e il culto stellare. L’orienta-zione dei lati dell’edificio dovettepresumibilmente essere fatta dallostesso sovrano, data la parte co-stante sostenuta dai re d’Egitto nel-le cerimonie relative alla fondazio-ne dei Templi. Ci sono restati glistrumenti impiegati anche in epocapiù tarda per determinare l’orienta-zione templare: il merkhet, dettoletteralmente “carena di palma del-l’osservatore delle ore”, il filo apiombo, nonché i testi incisi sullostrumento che ne chiariscono l’uso:“Prendo il traguardo e impugno ilmanico del mazzuolo con Seshat[la déa del calcolo]. Ho volto il miosguardo secondo il movimento del-le stelle e l’ho diretto nell’asteri-smo della Grande Orsa… Ho stabi-lito i quattro angoli del tuo Tem-pio”. Del re, nell’esercizio di que-sta funzione, è detto: “Immagine diIshedes [soprannome del dio Thot,patrono delle scienze esatte], abilenell’uso del merkhet”. Precisione e grandiosità pur con lasemplicità degli utensili. Ad essi siaccoppiano la conoscenza delle re-gole del canone, il segreto artigia-nale, la magia del fare e della pa-rola. Anche l’artista per eccellenza,l’architetto, posto sotto la prote-zione del demiurgo di Menfi, Ptah,detto “il capo degli artigiani”,espressione equivalente a ‘GrandeArchitetto’, è un ‘muratore’ per lasapienza egizia.Egli è il prototipo del Maa-Kheru,“colui che ha la giusta modulazionedi voce”. E in quanto tale sa essere

Perkheru, “evocatore con la voce”,prima ancora che con il gesto.Il faraone è la controparte terrenadell’architetto celeste, il SommoIniziato e suo rappresentante fragli uomini; nelle istruzioni di re Ka-ti per il figlio Merikara (che ama lospirito astrale del sole) è detto:“Erigi monumenti agli dèi, ciò fa sìche il nome del costruttore rivi-va…”.E qui è opportuno ricordare che ilnome, nella concezione egizia, havalore sostanziale: non solo desi-gna la cosa, ma partecipa – graziead Hike, la magia – dell’essenzadella cosa stessa. Nei grimoires(cito ancora B. de Rachewiltz, In-contro con l’arte egiziana), allor-ché si vuol agire nei confronti diqualcuno, è prescritta la conoscen-za preventiva del nome che saràpronunciato con le formule esecra-tive.Il ‘far vivere il nome’, l’affidarecioè alla memoria dei posteri ilproprio ricordo, opera sullo stessopiano dell’Al di Là, poiché si sup-pone che le vibrazioni foniche dichi legge nome e formule (ecco ilsenso di Maa-Kheru e Perkheru)abbia un effetto vitalizzante.La parola precede l’azione dell’ar-chitetto, che ad essa deve unifor-marsi con l’esattezza estrema delcalcolo. Che egli si avvalga per larecitazione dei necessari rituali delKheri-Heb, o prete lettore, o chepronunci personalmente – se è un‘grande iniziato’– le formule dellavita, la ‘parola perduta’, il pricipionon muta.L’affermazione pitagorica “Dioopera ovunque con la geometria”compendia le ricerche degli antichiEgizi che, attenti osservatori dellaNatura, avevano notato il persiste-re di leggi identiche nel macroco-smo e nel microcosmo, nell’armo-nico movimento degli astri, nel-l’uomo, nell’insetto infinitamentepiccolo, nella tela intessuta dal ra-gno, nel petalo di un fiore: leggi diarmonia, leggi di matematica subli-me che determinano la stessastruttura degli esseri viventi in tut-ta la gerarchia biologica.E, precedendo di millenni LeonardoFibonaci, avevano intuito i rappor-ti geometrici, quali la sezione au-rea, che reggono l’universo. Perquesto all’inizio del Papiro Rhind siafferma: “Il calcolo accurato è laporta d’ingresso alla conoscenza ditutte le cose”. Nel numero quindi,molto prima che in Pitagora e inPlatone, fu la chiave della cono-

scenza ed esso reggeva la stessacreazione artistica: sapere è far vi-vere.Nell’idea della piramide ritroviamoil naturale compendio di tutta l’i-deologia muratoria egizia. Essa, alpari delle coeve ziqqurat mesopo-tamiche, dette Dur-An-Ki, cioè le-game fra cielo e terra, simboleggial’albero cosmico, l’Axis mundi de-stinato a riaccostare i livelli onto-logici, il piano celeste col pianoterrestre. Prima ancora che raffigu-rare miticamente il tumulo primor-diale, il Ta-tjenen, che emerse la‘prima volta’ (tp spj) dal caos dan-do luogo alla nascita del mondoordinato, del Kosmos, la piramideè una ‘scala’, l’asket pet, tramite icui gradini il faraone raggiunge lestelle circumpolari, compiendo ilrito del sakhu, la ‘glorificazione’. Èquesta l’immortalizzazione dell’ini-ziato, il ‘figlio delle stelle’ si ricon-giunge al suo principio con l’Akh,l’anima siderale.E lo fa letteralmente aggrappando-si alla piramide (in egizio minj si-gnifica sia aggrapparsi che morire,sicché le nozioni di decesso e re-surrezione sono sin da allora stret-tamente collegate). Nel più profon-do recesso dei sacelli iniziatici piùtardi l’avvenuta ‘democratizzazio-ne’ dell’immortalità grazia il sacri-ficio di Osiride, il dio che soffre,muore e risorge garantirà a tutti idegni la conquista del sakhu, l’im-mortalità definitiva, che è semprelegata alla realtà astrale.Solo l’Akh è destinato a non moriremai e, difatti, gli Egìzi conosconol’idea di una ‘seconda’ e di una ‘ter-za’ morte, di cui hanno un gran ter-rore e che solo il positivo giudiziodel tribunale di Osiride è in gradodi scongiurare con la pesature delcuore. Il defunto è ‘assolto’ quando– al di là delle lettere delle formu-le – raggiunge la consapevolezzache egli, in realtà, è l’Akh, che vivein esso e per esso, che tutto il re-sto è mera illusione (questa è la ve-ra ‘solarizzazione’ dell’iniziato).Prima di liberare il suo principioimmortale egli, grazie all’ausilio deirituali osiriaci, ha cercato di tenerein vita il più possibile gli altri dueelementi ultramondani che lo hannotenuto legato al ricordo saporosodella terra: il Ka ed il Ba, il ‘doppioastrale’ e l’anima eterica (l’Akh, ilterzo elemento, è la ‘mente causa-le’ per dirla alla maniera dei teoso-fi).

(continua)

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Il Parlamento europeo ha dato via libera al fi-nanziamento delle ricerche sulle cellule stami-nali embrionali. È una buona notizia, per mol-te ragioni, e deve essere valutata e commen-tata senza intenzioni agitatorie o toni apoca-littici, tenendo nel giusto conto il fatto che ladecisione è stata presa con una maggioranzache rivela l’esistenza di una forte divisione trai parlamentari.È una buona notizia perché quel voto respin-ge una linea che, se dovesse consolidarsi, po-trebbe incrinare le dinamiche istituzionali del-l’Unione europea.Si è sostenuto, infatti, che si dovrebbe poterimpedire ogni impiego di risorse europee rite-nuto in contrasto con orientamenti esistenti al-l’interno di un singolo Stato membro. “Nonvoglio che le mie tasse servano a finanziareiniziative che non condivido”, si è detto. Cosìargomentando, tuttavia, si propone una inter-pretazione dell’Europa che la rende prigionie-

ra delle sue diversità, che in nessun momentopotrebbero essere superate da una visioned’insieme, da una feconda dialettica che puònascere solo da un libero confronto tra idee einiziative La diversità come limite invalicabile,non come risorsa. Ma la messa in comune dimezzi finanziari serve anche a sollecitare pro-prio il superamento dei particolarismi, a crea-re uno spazio irriducibile a quello degli Statinazionali, a dare evidenza a posizioni cultura-li diverse, e dunque a rendere evidente unaspecifica soggettività europea. Di questo ab-biamo bisogno anche per reagire ai moltiostacoli che si continuano a levare sulla stra-da di una compiuta costruzione dell’Unioneeuropea. Si sostiene, però, che la posizione italiana inEuropa sarebbe condizionata in modo stringen-te da quel che dispone la legge 40 sulla pro-creazione assistita e dall’esito del referendumche l’ha riguardata. Ma è bene ricordare chequella legge non esclude in maniera assolutaogni ricerca sulle staminali, dal momento chequesta rimane legittima quando si utilizzano li-nee cellulari già disponibili in Italia. E gli stu-diosi del diritto costituzionale, e la stessa Cor-te costituzionale, hanno ben messo in evidenzacome non possa essere accolta l’idea che il re-ferendum abbia un effetto di indirizzo politicovincolante per il Parlamento e per il Governo,sì che non si può sostenere che la posizione as-sunta dal ministro Mussi sia illegittima dal pun-to di vista politico ed istituzionale. Tornando al voto del Parlamento europeo, de-ve essere considerato l’insieme delle condi-zioni indicate per il finanziamento delle ricer-che sulle cellule staminali embrionali: esclu-sione della clonazione riproduttiva, dellacreazione di embrioni umani per finalità di ri-cerca, di modifiche ereditabili del genomaumano, dei contributi agli Stati che vietanoquesto tipo di ricerca. Queste, peraltro nonsono novità. L’Unione europea ha sempre con-siderato con grande consapevolezza e rigorequesto tipo di ricerche, che già in passato po-tevano essere finanziate solo in presenza diuna precisa serie di garanzie, seguendo ancheindicazioni contenute in un parere del Gruppoeuropeo per l’etica delle scienze e delle nuo-ve tecnologie. Inoltre, l’articolo 3 della Cartadei diritti fondamentali dell’Unione europeavieta la clonazione riproduttiva: ma si è volu-to esplicitamente escludere l’estensione di ta-le divieto alla cosiddetta clonazione terapeu-tica, sì che proprio quell’importante dichiara-zione (votata anche dal Parlamento italiano)fornisce una indicazione significativa perquanto riguarda l’ammissibilità della tecnica diclonazione per finalità non riproduttive, dun-que anche nel settore della ricerca sulle sta-minali. E il divieto di creazione di embrioni afini di ricerca è già contenuto nella Conven-

zione sulla biomedicina che alcuni paesi, co-me la Gran Bretagna, non hanno firmato pro-prio perché consideravano quel divieto uninaccettabile ostacolo all’attività di ricerca.Tutto questo dimostra che l’Europa si muovecon prudenza e senso di responsabilità, tro-vando un punto di equilibrio tra libertà dellaricerca e attenzione per valori riferiti al ri-spetto della vita. Questo orientamento do-vrebbe essere apprezzato e sostenuto ancheperché, legando la ricerca finanziata con fon-di pubblici al rispetto di talune condizioni, of-fre un modello che, nei paesi dove questa ri-cerca è legittima, non può essere ignorato dachi svolge ricerca con fondi privati. Chiuderela porta alla presenza pubblica, quindi, offresolo una ingannevole garanzia, poiché spingela ricerca verso i finanziamenti privati, dunqueverso il mercato, dove le preoccupazioni eti-che fanno maggior fatica a farsi valere neiconfronti della logica del profitto. Questa è un’altra ragione per guardare senzapregiudizi alla decisione europea, che aiuta adistinguere le questioni di principio dagli inte-ressi mercantili, sì che appare singolare l’osti-lità manifestata da taluni con l’argomento che,essendo l’Italia leader europeo nella ricercasulle staminali adulte, dovrebbe convogliare ifinanziamenti solo in questa direzione. Comenon accorgersi che, in questo modo, si offreun formidabile argomento a quei paesi chepremono per un finanziamento della ricercasulle staminali embrionali proprio per raffor-zare la supremazia in questo segmento del“mercato”? So bene che questo modo di analizzare ilcomplesso problema dell’uso delle cellule sta-minali embrionali si scontra con la barriera le-vata da chi considera l’embrione come perso-na e mette radicalmente in dubbio le prospet-tive di questo tipo di ricerca. Due argomentiche, tuttavia, devono essere valutati in mododiverso. Il primo riflette un punto di vista le-gittimo e rispettabile, ma che trova non solotra gli scienziati legittime e rispettabili obie-zioni. Si può partire, laicamente, da questodato di realtà per cercare di mettere a punto,in comune, uno statuto dell’embrione che nonsia fondato solo ideologicamente? Se guardo,tra gli altri, al contributo venuto dal dialogo

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La vittoria dell’EuropaStaminali: UE, sì a ricerca

Massoneria, Gran Maestro Raffi (Goi):“sconfitto l’oscurantismo”Roma, 15 giugno 2006. “Con il voto di oggidel Parlamento Europeo e con il pronun-ciamento positivo relativamente alla ricercasulle staminali è stato sconfitto finalmentel’oscurantismo e affermato il principio chela ricerca scientifica non deve mai esseresubordinata a postulati religiosi e metafisi-ci”.Lo ha dichiarato il Gran Maestro del Gran-de Oriente d’Italia Gustavo Raffi commen-tando la presa di posizione dell’Europarla-mento.“Questo importante voto alimenta, innanzi-tutto, la speranza perché possa essere rag-giunta una migliore qualità della vita peruomini e donne che oggi soffrono, e dimo-stra che temi così delicati e che hanno im-plicazioni etiche possono, e debbono, es-sere affrontati solo attraverso confronti ci-vili e adogmatici”.“Oggi come nel passato – ha concluso ilGran Maestro – la Libera Muratoria è chia-mata a difendere la scienza da integralismisempre rinascenti e sempre in agguato nelporre limiti al progresso della ricerca”.

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tra il Cardinal Martinie Ignazio Marino,sembrerebbe possibi-le dire che non vi sia-no insuperabili que-stioni di fede sullavia di questo dialogo.Per quanto riguarda,invece, l’utilità dellaricerca sulle staminaliembrionali, la pretesadi destituirla d’ogniutilità contrasta con l’opinione diffusissima tragli scienziati d’ogni campo sulle sue enormi po-tenzialità. E, proprio perché queste potenzialitàdevono essere esplorate nell’interesse di tutti, ilblocco di questa ricerca appare inammissibile.Partiti dall’Europa torniamo così a casa nostra,alla legge 40 sulla procreazione assistita, Com-prendo la ragion politica che ha indotto il Go-verno ad escludere proprie iniziative per sueeventuali modifiche. Ma non esistono vincoli perl’azione parlamentare, e tanto meno per una in-tensa azione dei cittadini, soprattutto perché i li-miti e i guasti di quel cieco proibizionismo sifanno sempre più evidenti. Ma, per affrontarequesta ineludibile questione e riaprire la discus-sione, non ci si può limitare ad invocare la li-bertà di coscienza per i parlamentari. Siamo difronte a questioni che impegnano la coscienza diciascuno e di tutti. Ed è proprio questa la libertàdi coscienza che, per prima, deve essere rispet-tata, non sequestrata da un uso improvvido eautoritario della regola giuridica.

Stefano Rodotà

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Stefano Rodotà. Giurista e uomo politico, èprofessore di Diritto civile presso l’Università di

Roma “La Sapienza”. Ha presieduto l’Ufficio delGarante per la protezione dei dati personali.

Attraverso l’analisi dei concetti di diritto, libertà ecittadinanza, i suoi studi sono rivolti allequestioni che, con l’avanzata del potere

tecnologico nella vita democratica, sottolineanola complessità del rapporto tra sfera privata esfera pubblica. I suoi ambiti di ricerca sono la

bioetica e la responsabilità della scienza, laprivacy, l’accesso all’informazione, la formazione

del consenso. Tra le sue opere: “Tecnologie ediritti” (Bologna 1995); “Libertà e diritti in Italia”

(Roma 1997); “Repertorio di fine secolo” (Roma-Bari 1999); “Tecnopolitica” (Roma-Bari 2004);

“Intervista su privacy e libertà” (Roma-Bari 2005).È collaboratore del quotidiano “La Repubblica”

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attualità2 giugno 2006

DIZIONARIO DEI LUOGHI COMUNI. Esportazionedella democrazia e anti-multiculturalismo

In difesa dell’identità occidentale: mobile, meticcia e porosaCredere nei valori della nostra cultura nonsignifica essere relativisti e tolleranti a di-smisura. Il “politicamente corretto” porta alparadosso. Accettiamo pure l’idea di questa“superiorità”, ma poggia su basi aperte,contaminate e anche impure.

Si discute tanto, soprattutto in America, sesia giusto o meno “esportare” la democra-zia oltre i nostri confini. E se ne discutecon un occhio di riguardo soprattutto, èovvio, all’esperienza irachena. L’idea cheviene messa in discussione è quella deiteocon e in genere dei conservatori: l’idea,cioè, che con la democrazia si possaesportare quel modello o identità occiden-tale che rappresenterebbe il punto di arri-vo della civiltà umana: l’unico in grado digarantire il rispetto dei diritti e della di-gnità umana. Connessa a questa idea è poila lotta ingaggiata da più parti, ma in Italiaforse soprattutto dai settori “terzisti”, con-tro il multiculturalismo. Una lotta giusta,sebbene assuma da noi, ove è arrivata inritardo, quasi a segno del nostro provin-cialismo, toni spesso estremistici o esage-rati. Ora, sia ben inteso, l’ideologia multi-culturalista, come ci ha insegnato fra gli al-tri la corrosiva penna di Harold Bloom,può raggiungere, e ahimé ha raggiunto, li-velli così estremi da mettere capo a posi-zioni che, sforzandosi di essere “politica-mente corrette”, hanno finito per esserepericolose o, nel migliore dei casi, parodi-stiche. Non è raro trovare qualcuno, inqualche nemmeno sperduto campus ameri-cano, che, in nome del rispetto delle di-versità, sì rifiuta di studiare i classici dellacultura occidentale giudicandoli complici disopraffazioni, imperialismi e barbarie più omeno occulti! Così come, ad un livello piùpreoccupante, può succedere che si arrivipersino a tollerare pratiche barbare comela infibulazione solo perché espressione diuna presunta rispettabile cultura “altra”. Inquesto senso non si può non essere d’ac-cordo con chi afferma che credere nei va-lori della cultura occidentale non significaessere relativisti e tolleranti a dismisura: lademocrazia liberale non è affatto formale,né è una cultura indifferente ai valori. Es-sa, a ben vedere, è portatrice di valori so-lo apparentemente deboli: la forza non è

solo di chi urla, ma anche di chi sa per-suadere e ammantare di buona retorica lesue scelte!Detto questo a scanso di equivoci, credoche sia opportuno procedere a sfatare conforza un mito, un luogo comune del dibat-tito pubblico. Un’idea che ha in Italia tantialfieri e che pressappoco suona così: “Pernon essere sopraffatti dobbiamo crederenei nostri valori, soprattutto in quelli diispirazione cristiana che ci hanno fatti gran-di. E dobbiamo conservare pura, costi quelche costi la nostra identità, non avendopaura di ammettere che è superiore alle al-tre né di combattere per preservarla intat-ta”. Orbene, accettiamo pure l’idea di que-sta “superiorità”. Ma, subito dopo, dobbia-mo chiarirci bene le idee: dobbiamo capireda una parte quali siano effettivamente ivalori dell’Occidente, e dall’altra rendersiconto che la forza di questi valori risiedeanche nel fatto che essi non sono mai statiné possono considerarsi valori statici e im-mobili nel tempo. Ora, ammesso e non con-cesso che i valori occidentali siano superio-ri agli altri, tale superiorità risiede proprionel fatto che essi sono valori aperti: valoriche non solo non temono il contatto e ilcontagio (l’“adulterazione”, per così dire)con i valori di altre civiltà, ma che richie-dono anzi che questo contagio e questamescolanza non vengano mai meno e chemai ci si immunizzi contro di loro. La loroforza non sta nella “purezza” della loropresunta essenza originaria, ma nel “metic-ciato” delle forme miste: i valori della ci-viltà occidentale, cioè i valori della liberal-democrazia, sono valori dai toni grigi piut-tosto che valori bianchi o neri. Gli occiden-tali nel senso ideale del termine sono colo-ro che non hanno certezze, che non sogna-no mitici paradisi passati (da ristabilire) ofuturi (da instaurare), che al meglio prefe-riscono il bene. Loro nemici sono pertantoanche gli occidentali alla Oriana Fallaci (oalla Bush che teorizza la vittoria del Benesul Male): i valori occidentali, resi immobi-li e fissi, impermeabili agli altri, oltre ad es-sere specularmente uguali ai valori a cui sioppongono e che intendono combattere, fi-niscono rapidamente per convertirsi nel lo-ro contrario. E che questo “punto critico”sia sempre li li per essere superato, lo di-

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Solitamente scomposto nelle sue diverse mani-festazioni, il fenomeno dell’intolleranza vieneaffrontato da Michelangelo Jacobucci nella suacompletezza in “I nemici del dialogo” (Arman-do editore, Roma). Un fenomeno multiformedel quale l’autore tenta di cogliere il sensoprofondo, abbinando il rigore storico-sociolo-gico, con un linguaggio discorsivo.

A voler affrontare un discorso rigoroso sullatolleranza e intolleranza, ci troviamo dunquein difficoltà già sin dalle prime battute. Nonriusciamo nemmeno a trovarci d’accordo sucosa intendiamo con questi due termini che, alpari di tanti altri termini astratti, come adesempio “libertà”, “democrazia”, tendono adassumere significati diversi per gente diversa.Riceviamo esortazioni a praticare la tolleranzacome una virtú e poi scopriamo che c’è chipensa invece che la vera virtù sarebbe addirit-tura l’intolleranza, anche se “una virtù terribi-le”. È un discorso tutt’altro che teorico. Esse-re annoverati nella schiera dei tolleranti o de-gli intolleranti fa una grande differenza, attie-ne al modo in cui valutiamo le reazioni più ap-propriate a determinate situazioni di crisi, ri-vela se siamo a favore di atteggiamenti conci-liatori oppure intransigenti, se siamo inclini al-l’uso della persuasione oppure della forza.Non implica quindi solo una scelta etica, mascelte concrete su problemi di portata globa-le, come ad esempio la lotta al terrorismo, algenocidio, alla proliferazione nucleare.La parola “tolleranza”, come abbiamo dettosin dall’inizio, è un termine nuovo, “moderno”nato nell’Europa dell’Illuminismo, al terminedelle guerre di religione, in concomitanza conl’affermarsi di idee rivoluzionarie, quale quel-la dei diritti dell’uomo, che traduceva in ter-mini politici il principio cristiano dell’egua-glianza di tutti gli esseri umani. L’intolleranzainvece (anche se la parola etimologicamentederiva dalla precedente ad indicare la man-canza di tolleranza), nella sua essenza, la net-ta chiusura verso l’Altro, è fenomeno prepo-

tente, antico quanto l’uomo, quindi afferrabileintuitivamente. Si riallaccia indubbiamente aqualcosa di più ampio che ha a che fare con illato oscuro della nostra natura, con la nostra“ombra”, come direbbe Jung, o con la “bestiaimmonda” di cui parlava Brecht. Freud ha an-cora una volta lasciato il segno, identificandoil “disagio della civiltà” nella “pulsione di mor-te”, cieca e invasiva: il crimine, la barbarie, ilgenocidio sarebbero iscritte irrimediabilmentenel gene umano, sia a livello individuale checollettivo. Non è il caso di addentrarci qui nel-la famosa disputa filosofica tra l’hobbesiano“homo hominis lupus” violento per natura e il“buon selvaggio” rousseauniano, incattivitodalla società. Possiamo però constatare ognigiorno con i nostri occhi e a nostre spesequanto gli esseri umani possano essere violen-ti e aggressivi. L’uomo è il solo animale (adeccezione dei topi e alcuni insetti sociali), cheuccide sistematicamente quelli della sua stessaspecie. Secondo alcuni antropologi contempo-ranei, egli è arrivato ad essere il signore ditutti gli animali perché è prima di tutto un as-sassino. L’intolleranza ha certo a che fare contutta questo, è il più delle volte atteggiamen-to aggressivo e violento, ma non si identificatout court con l’aggressività e la violenza. Èqualcosa di diverso e di più. Gli scontri fratri-cidi che hanno segnato la storia dell’umanitàsono stati spesso provocati da obiettive ne-cessità: cibo, donne, l’acqua del pozzo; suc-cessivamente, con il complicarsi dell’organiz-zazione sociale, per assicurarsi posizioni van-taggiose nell’equilibrio delle forze. La spintaprimaria raramente era il disprezzo o l’odio;spesso il vincitore si assimilava col vinto, anzilo prendeva come modello. Il vocabolario del-l’intollerante abbonda invece di espressionicome “non sopporto… mi fa orrore… mi fa ri-brezzo”. Il suo sentimento dominante sembraessere il disprezzo più che l’odio. L’odio infat-ti può essere una forma distorta di dialogo edi intimità, mentre non si può nemmeno odia-re chi si ritiene non abbia con noi niente in co-

mune. L’intollerante è incapace di discutere.Pensa e parla da solo, senza dialogo.E, come osserva acutamente la filosofa Rober-ta de Monticelli, si può parlare da soli ancheal plurale, rivolti soltanto ai compagni di bat-taglia. È assai frequente che l’intolleranza arri-vi alla sua forma parossistica che è il fanati-smo. Perché ci fa vedere la vita in termini diaut-aut. L’intollerante – e in sommo grado ilfanatico – è costantemente, potremmo direossessivamente, animato da giudizi di valore,più che altro negativi. È sempre pronto a giu-dicare persone e cose e per giudicare usa ra-ramente termini come “quasi” o “una speciedi”; per lui quella data situazione è “assoluta-mente assurda” e quel tizio “un totale imbecil-le”. Le generalizzazioni gli sono abituali, nonfa altro che dividere il mondo tra ciò che è“giusto” e ciò che è “ingiusto”. Il loro è unsenso di rettitudine inflessibile. Lo si vede per-sino da come parlano e gesticolano, dal loroportamento.Nemmeno il luogo comune, secondo cui l’in-tolleranza è dovuta all’ignoranza, regge a unapiù attenta analisi: il più delle volte l’intolle-rante vuole l’ignoranza, non sente alcun biso-gno di imparare alcunché da chi non la pensacome lui. Egli sa che tutto quanto costui cre-de, dice e fa è sbagliato, perciò non vuolenemmeno sentirne parlare. L’intollerante vaassai più in là del semplice intransigente. Que-st’ultimo non intende spostarsi di un millime-tro dalle proprie posizioni, ma potrebbe no-nostante tutto ammettere lealmente che l’av-versario abbia le sue ragioni per comportarsiin un certo modo. L’intollerante invece non siaccontenta di mantenere le proprie posizioni.A lui quello che preme più di ogni altra cosa èaver ragione e imporre questo suo aver ragio-ne a tutti gli altri. L’intolleranza quindi contie-ne un’alta carica emotiva. Una carica non sem-pre e necessariamente malvagia, che può anziessere una carica ideale. Si, proprio così, unacarica ideale. “Il fanatico – scrive Amos Oz –è la creatura più disinteressata che ci sia. Vuo-

Corrado Ocone. Saggistae pubblicista, si occupa ditemi concernenti la teoriadel liberalismo. Fra le suepubblicazioni, “Bobbio aduso di amici e nemici” (acura di, Venezia 2003),“Benedetto Croce. Illiberalismo comeconcezione della vita”(Soveria Mannelli 2005)

EMOZIONI / Odio, purezza, paura

I sentimenti ideali dell’intollerante

mostra la storia non esaltantedell’Occidente stesso: inteso,questa volta, in senso reale enon ideale.In conclusione, l’Occidente, senon vuol tradire se stesso, non èall’integrazione e all’assimilazio-ne degli altri che deve mirare.Bensì, fatto salvo il rispetto deidiritti umani, alla creazione di uncampo paritario di confronto e diincontro fra diversi. Che è poiquanto esso ha sempre fatto neisuoi momenti migliori della mil-

lenaria storia cominciata nell’a-gorà ateniese. Nei momenti, vo-glio dire, di cui può e deve con-tinuare a menar vanto.Difendiamo perciò pure la nostraidentità, ma rendiamoci contoche la nostra è una identità me-ticcia. E che è un’identità grandeproprio perché è “porosa”: lungidal porsi di fronte e contro al-l’altro, lo assimila, lo integra e nesucchia come una spugna tuttoquanto di buono esso ha.

Corrado Ocone

rassegna stampa

attualità21 giugno 2006

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le salvarti l’anima, vuole redimerti, vuole af-francarti dal peccato dell’errore, dal fumo,dalla tua fede o dalla tua incredulità, vuolemigliorare le tue abitudini alimentari, vuoleimpedirti di bere o di votare nel modo sba-gliato”. A scavare a fondo, l’intolleranza, an-che nella sua forma meno ossessiva e fanati-ca, può ricondursi all’aspirazione sepolta nelprofondo di ogni uomo a trascendere la ba-nalità del quotidiano, il desiderio di riconosci-mento, l’affermazione di identità. E anche, co-me osservava Paul Valery in un suo celebrediscorso alla Sorbonne nel 1932, un anno pri-ma dell’ascesa del nazismo, può fasi risaliread “un’ossessione di purezza”. L’espressionedel linguaggio comune, che qualifica l’intolle-rante come chi “non vuol sentir ragioni” ciconferma questo contenuto passionale, cheinduce un individuo o un gruppo a porsi qua-le portatore di una certezza assoluta che gli

altri sono chiamati a condividere, pena lamarginalizzazione, il rigetto, o addirittura l’e-liminazione fisica. Questo fondamento emoti-vo collega fortemente l’intolleranza all’auto-coscienza, quindi all’evoluzione dell’uomo.Quanto più l’uomo si distacca dal resto delmondo animale attraverso la creazione di cre-denze astratte, tanto più acquista la fierezzadella sua unicità e si sente costretto a difen-derla a costo della vita, assieme alle relativecredenze che la sostanziano. Questo puòspiegare come mai l’intolleranza abbia rag-giunto il suo culmine in epoca moderna, al-lorché l’uomo ha spinto al massimo la sua an-sia di certezza e di autoaffermazione.In passato la certezza assoluta della Veritàaveva quasi esclusivamente veste religiosa: laVerità era quella di un unico Dio. Poi si sonoaggiunte altre certezze categoriche, man ma-no che il pensiero dell’uomo si svincolava daicondizionamenti religiosi e diveniva più indi-pendente e sofisticato: la Verità della Tradi-zione, del Capo, della Scienza, di un Ideale.Tanti fari luminosi, tanti punti fermi, da nomi-nare con deferenza e scrivere con la maiusco-la, divenuti sostituti della divinità. Oggi cheMarx è stato scalzato dal suo piedistallo, vie-ne progressivamente rivalutato il ruolo delleemozioni nel comportamento individuale ecollettivo.

Michelangelo Jacobucci

numero 11-12 / 2006 27

rassegnastam

pa

anniversari anniversari

N ato a Macerata Fel-tria il 28 marzo 1862,compì gli studi se-

condari nel ginnasio di Sasso-corvaro e poi nel collegio de-gli scolopi di Urbino. Nel 1880si iscrisse alla facoltà di fisicadell’università di Torino e viconseguì la laurea nel 1884.L’anno successivo fu nomina-to assistente di Andrea Nac-cari alla cattedra di fisica del-la stessa università, e vi rima-se fino al 1889, quando, vintoil concorso per la cattedra difisica sperimentale, si trasferìa Cagliari per passare poi(1891) a Padova e infine a Pi-sa (1893). Fondò nel 1897 laSocietà Italiana di Fisica ediede forte sviluppo come di-

retto del periodico di fisica“Nuovo Cimento”, ormai sca-duto ad una tiratura di centocopie. La passione per la po-litica lo accompagnò per tuttala vita. Repubblicano, dopoaver preso attiva parte allemanifestazioni promosse aTorino, dal 1882 al 1885, con-tro la politica d’alleanza allaGermania e all’Austria, nel1885 subì tre mesi di carceresotto l’accusa di aver prepa-rato la dinamite della bombafatta scoppiare alla base del-la statua di Vittorio EmanueleI, ma il processo si chiuse conun’assoluzione per mancanzadi prove. Nel 1900 fu elettodeputato di Pisa e il mandatogli fu rinnovato, con votazio-

ni quasi plebiscitarie,dai collegi di Pisa e diUrbino nel 1904: optòper Urbino, dove eglivenne nuovamenteeletto nel 1909 e nel1913. In Massoneria, fuaffiliato maestro nella Loggia“Fratellanza Universale” di Pi-sa il 19 gennaio 1898; nel 1907fu tra i fondatori della Loggia“Ettore Socci”, ma la sua per-manenza in questa officina furelativamente breve perchévolle affiliarsi all’altra Loggiapisana “Carlo Darwin”. La suafama derivò dai profondi stu-di sull’elettricità medica, ric-chi di risultati teorici e prati-ci, sia per la cognizione deimodi di essere della corrente

elettrica nel corpo umano, siaper i metodi tecnici d’indagi-ne. Nella termologia studiò leproprietà termiche dei vapori,in elettrologia le scaricheoscillatorie; altri suoi contri-buti scientifici riguardano ilpunto critico della materia, ei fenomeni di radioattività.Morì a Pisa l’11 dicembre 1916.

(dal libro di Vittorio Gnocchini)

L’Italia dei Liberi MuratoriPiccole biografie di massoni famosi

ANGELO BATTELLIFisico, politico

20 maggio 2006

L’opinione“Pubblica Istruzione”

Pubblica?

Due lettori di “Repubblica” in questi giornihanno invocato il ripristino dell’aggettivo“pubblica” per l’Istruzione, con riferimento alrelativo Ministero e coerenti ambiti compe-tenze snodi. La richiesta è sacrosanta. Lo sta-to di quella che, durante il ventennio facista,veniva chiamata “Educazione Nazionale” èdavvero penoso. Per l’assoluta – e crescen-te – inadeguatezza dei fondi pubblici al set-tore, l’avaro, ingiusto trattamento dei docen-ti, e soprattutto la “distrazione” verso il do-vere istituzionale dello Stato all’istruzione ditutti, le sovvenzioni a vario titolo fornite al-la scuola ‘privata”. Che almeno qualcuno,qualche volta, ricordi il precetto costituzio-nale (art. 33) del dovere della Repubblica di“dettare le norme generali sull’istruzione eistituire scuole statali per tutti gli ordini egradi”, del divieto di oneri dello Stato perscuole private.

Ernesto D’Ippolito

IDEE

Michelangelo Jacobucci è statoAmbasciatore d’Italia in vari Paesi del mondo.

Oltre a prestare servizio come diplomaticonei cinque continenti, ha ricoperto gli

incarichi di portavoce del presidente SandroPertini, direttore dell’Istituto Diplomatico,

direttore generale delle Relazioni Culturali delMinistero Affari Esteri, membro del Consiglio

Esecutivo dell’Unesco, presidente delConsiglio Esecutivo dell’Unione Latina. Èautore di varie pubblicazioni in materia di

relazioni internazionali.

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L’U.S.P.I., Unione Stampa Periodica Italiana, ha da-to alle stampe la tredicesima edizione (2005/2006)della “Guida della Stampa Periodica Italiana”.

L’opera è composta da un volume contenente l’e-lenco di circa 9.000 periodici editi in Italia, catalogatialfabeticamente per materia trattata, e da un CD ROMche riporta tutta la normativa relativa al settore dell’e-ditoria, aggiornata a settembre 2005, tra cui la leggesulla stampa, sul diritto d’autore, la disciplina dellapubblicità, il Regolamento del Registro degli Operato-ri di Comunicazione, il prontuario fiscale, le agevola-zioni tariffarie, la disciplina della Privacy ecc. ecc.

La “Guida”, utile strumento per tutti coloro che operano nel settore editoriale eper chi vuole avvicinarsi a questa materia, è posta in vendita al prezzo di Euro 78,00più spese di recapito postale.

PER ORDINAZIONI: tel. 06 4071388 - 4065941 (anche fax) - fax 06 40 66859 - E-mail: [email protected]

Periodico informativo culturale Anno VII • Numero 11-12 • 15-30 Giugno 2006

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