Anno VI, Numero 1 - Maggio 2010 A Catania il tumore al ... · fondamentale effettuare una visi-ta...

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Periodico di informazione e notizie di Humanitas Centro Catanese di Oncologia riser vato ai medici e agli operatori sanitari Anno VI, Numero 1 - Maggio 2010 www.humanitascatania.it seno e ad effettuare corretta- mente l’autopalpazione, il primo e più semplice strumento di pre- venzione. Dopo i 40, inoltre, ogni 12-18 mesi è utile sottoporsi an- che ad una mammografia”. Diagnosi ancora più precise so- no possibili grazie a un nuovo macchinario tutto dedicato alle donne. “Si tratta di un dispositivo per biopsia vacuum assisted, che consente di analizzare anche le più piccole microcalcificazioni al seno – aggiunge il dott. France- sco Pane, responsabile di Dia- gnostica Senologica dell’Huma- nitas –. La sonda con l’ago è col- legata ad un computer, che cal- cola le traiettorie migliori per in- ter venire, rielaborando i dati for- niti dall’ecografia o dalla mam- mografia stereotassica o dalla Ri- sonanza Magnetica”. La cultura della pre- venzione è importan- te, in quanto adottan- do uno stile di vita più salutare e corret- to ed effettuando controlli clinici e dia- gnostici periodici, è possibile individuare tempestivamente la malattia, con un’ele- vata possibilità di guarigione. Soprat- tutto nel campo del tumore al seno i dati scientifici conferma- no che, da circa 20 anni, nonostante l’aumento dei casi nei paesi industria- lizzati, si sta riscontrando una ri- duzione della mortalità, merito di una corretta informazione e delle campagne di sensibilizza- zione verso la diagnosi precoce. Il presidente Giuseppe Casti- glione ha confermato l’impegno della Provincia Regionale di Cata- nia nella promozione della pre- venzione del tumore al seno. Di- verse le campagne di informazio- ne promosse dalle Istituzioni con l’obiettivo di condividere i risulta- ti ottenuti su un piccolo gruppo di soggetti a tutta la popolazione femminile presente nel territorio. Molto soddisfatta della collabo- razione della Provincia e dell’Hu- manitas è Arabella Salviati, presidente dell’AIRC Sicilia. La prevenzione è la migliore arma per sconfiggere il cancro. Pro- prio nell’ambito del sostegno alla ricerca scientifica a favore delle malattie oncologiche, un giova- ne ricercatore del Centro potrà inoltre beneficiare di una borsa di studio annuale che la Provin- cia di Catania ha assegnato ad AIRC. È stato firmato lo scorso feb- braio un protocollo d’intesa tra Humanitas Centro Catanese di Oncologia, la Provincia di Ca- tania e l’AIRC Comitato Sicilia per la realizzazione di uno scree- ning mammografico rivolto alle dipendenti della Provincia. Si tratta di un programma quin- quennale di sor veglianza oncolo- gica con mammografia, indiriz- zato alle donne di età superiore ai 40 anni, che coinvolge circa 270 persone. L’obiettivo della campagna è sensibilizzare l’opi- nione pubblica sull’importanza della prevenzione. “Il tumore al seno è una malattia in costante aumento, ma sempre più curabile grazie al migliora- mento delle terapie e alla mag- giore sensibilità delle donne al tema della prevenzione” dice il dott. Francesco Caruso, re- sponsabile del Dipartimento di Oncologia di Humanitas Centro Catanese di Oncologia. “In Italia l’incidenza del carcinoma local- mente avanzato è intorno al 20% dei casi totali di tumore alla mammella e colpisce donne di tutte le età, anche molto giovani, che spesso non prestano la dovu- ta attenzione a eventuali anoma- lie della mammella. La parola d’ordine è, dunque, diagnosi precoce. Diversa a seconda delle fasce d’età. Tra i 20 e i 30 anni è fondamentale effettuare una visi- ta senologica annuale, utile per imparare a conoscere il proprio A Catania il tumore al seno si previene Saranno 270 le dipendenti della Provincia che potranno sottoporsi allo screening preventivo grazie all’accordo con Humanitas e AIRC. Diagnostica innovativa, chirurgia sempre più mirata e farmaci biologici al servizio del paziente. Alcuni medici dell’èquipe multidisciplinare che si occupa della cura del tumore del seno. Da sinistra, in prima fila (seduti): Francesco Caruso, responsabile Dipartimento di Oncologia, Sergio Sportelli, responsabile Medicina Nucleare, Giuseppe Aranzulla, responsabile Diagnostica per immagini, Lucia Paravizzini, responsabile Laboratorio analisi, Rosa Anna Aiello, responsabile Day Hospital, Francesco Pane, responsabile Diagnostica Senologica. Da sinistra, in seconda fila (in piedi): Andrea Girlando, responsabile Radioterapia, Giuseppe Giacone, responsabile Cardiologia, Giuseppe Fabbri, responsabile Neuroradiologia, Michele Caruso, responsabile Oncologia medica. CIAO PROFESSORE Lo scorso 24 gennaio è mancato il professor Gianni Ravasi, direttore scientifico di Humanitas Centro Catanese di Oncologia. Riconosciuto protagonista dello sviluppo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il prof. Ravasi è stato fondatore della Chirurgia Toracica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. Fu lui a introdurre in Italia le prime suturatrici meccaniche e ad inventare rivoluzionarie tecniche di accesso al torace sempre meno invasive. Appassionato sostenitore della lotta contro il fumo e della prevenzione oncologica, ha promosso presso Humanitas Centro Catanese di Oncologia il Progetto DANTE, un programma di ricerca dedicato alla diagnosi precoce dei tumori del polmone. Gianni Ravasi I TRUST YOU Appuntamento il 15 giugno al Museo Diocesano di Catania per conoscere da vicino il team multidisciplinare di Humanitas per il trattamento del tumore del seno. Humanitas Centro Catanese di Oncologia tra i centri di “I trust you”, progetto sostenuto da Roche che promuove il quotidiano impegno dei clinici nella lotta al tumore al seno e presenta i centri oncologici di riferimento per la diagnosi e la cura della malattia sul territorio nazionale. La presenza di un team multidisciplinare, competenze specialistiche e l’accesso alle cure più innovative fanno di Humanitas un centro di eccellenza, cui le donne si affidano per vincere la lotta alla malattia, e di cui si fidano. Il rapporto di fiducia tra paziente e medico, infatti, è il punto di partenza per affrontare il percorso diagnostico- terapeutico e l’elemento fondamentale di “I trust you - Mi fido di voi”. Appuntamento martedì 15 giugno alle ore 11.30 presso il Museo Diocesano in piazza Duomo per conoscere da vicino la realtà di Humanitas insieme al dott. Francesco Caruso, responsabile del Dipartimento di Oncologia, il dott. Francesco Pane, responsabile della Diagnostica Senologica, il dott. Andrea Girlando, responsabile della Radioterapia, e il dott. Michele Caruso, responsabile dell’Oncologia Medica.

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Periodico di informazione e notizie di Humanitas Centro Catanese di Oncologia riservato ai medici e agli operatori sanitari Anno VI, Numero 1 - Maggio 2010

w w w. h u m a n i t a s c a t a n i a . i t

seno e ad effettuare corretta-mente l’autopalpazione, il primoe più semplice strumento di pre-venzione. Dopo i 40, inoltre, ogni12-18 mesi è utile sottoporsi an-che ad una mammografia”.Diagnosi ancora più precise so-no possibili grazie a un nuovomacchinario tutto dedicato alledonne. “Si tratta di un dispositivoper biopsia vacuum assisted, checonsente di analizzare anche lepiù piccole microcalcificazioni alseno – aggiunge il dott. France-sco Pane, responsabile di Dia-gnostica Senologica dell’Huma-nitas –. La sonda con l’ago è col-legata ad un computer, che cal-cola le traiettorie migliori per in-tervenire, rielaborando i dati for-niti dall’ecografia o dalla mam-mografia stereotassica o dalla Ri-sonanza Magnetica”.

La cultura della pre-venzione è importan-te, in quanto adottan-do uno stile di vitapiù salutare e corret-to ed effettuandocontrolli clinici e dia-gnostici periodici, èpossibile individuaretempestivamente lamalattia, con un’ele-vata possibilità diguarigione. Soprat-tutto nel campo deltumore al seno i datiscientifici conferma-no che, da circa 20anni, nonostantel’aumento dei casinei paesi industria-

lizzati, si sta riscontrando una ri-duzione della mortalità, meritodi una corretta informazione edelle campagne di sensibilizza-zione verso la diagnosi precoce.

Il presidente Giuseppe Casti-glione ha confermato l’impegnodella Provincia Regionale di Cata-nia nella promozione della pre-venzione del tumore al seno. Di-verse le campagne di informazio-ne promosse dalle Istituzioni conl’obiettivo di condividere i risulta-ti ottenuti su un piccolo gruppodi soggetti a tutta la popolazionefemminile presente nel territorio.Molto soddisfatta della collabo-razione della Provincia e dell’Hu-manitas è Arabella Salviati,presidente dell’AIRC Sicilia. Laprevenzione è la migliore armaper sconfiggere il cancro. Pro-prio nell’ambito del sostegno allaricerca scientifica a favore dellemalattie oncologiche, un giova-ne ricercatore del Centro potràinoltre beneficiare di una borsadi studio annuale che la Provin-cia di Catania ha assegnato adAIRC.

Èstato firmato lo scorso feb-braio un protocollo d’intesa

tra Humanitas Centro Catanesedi Oncologia, la Provincia di Ca-tania e l’AIRC Comitato Siciliaper la realizzazione di uno scree-ning mammografico rivolto alledipendenti della Provincia. Sitratta di un programma quin-quennale di sorveglianza oncolo-gica con mammografia, indiriz-zato alle donne di età superioreai 40 anni, che coinvolge circa270 persone. L’obiettivo dellacampagna è sensibilizzare l’opi-nione pubblica sull’importanzadella prevenzione.“Il tumore al seno è una malattiain costante aumento, ma semprepiù curabile grazie al migliora-mento delle terapie e alla mag-giore sensibilità delle donne altema della prevenzione” dice ildott. Francesco Caruso, re-sponsabile del Dipartimento diOncologia di Humanitas CentroCatanese di Oncologia. “In Italial’incidenza del carcinoma local-mente avanzato è intorno al 20%dei casi totali di tumore allamammella e colpisce donne ditutte le età, anche molto giovani,che spesso non prestano la dovu-ta attenzione a eventuali anoma-lie della mammella. La parolad’ordine è, dunque, diagnosiprecoce. Diversa a seconda dellefasce d’età. Tra i 20 e i 30 anni èfondamentale effettuare una visi-ta senologica annuale, utile perimparare a conoscere il proprio

A Catania il tumore al seno si previeneSaranno 270 le dipendenti della Provincia che potranno sottoporsi allo screening preventivo grazie all’accordocon Humanitas e AIRC. Diagnostica innovativa, chirurgia sempre più mirata e farmaci biologici al servizio del paziente.

Alcuni medici dell’èquipe multidisciplinare che si occupa della cura del tumore del seno. Da sinistra, in prima fila (seduti): Francesco Caruso, responsabileDipartimento di Oncologia, Sergio Sportelli, responsabile Medicina Nucleare, Giuseppe Aranzulla, responsabile Diagnostica per immagini, Lucia Paravizzini,responsabile Laboratorio analisi, Rosa Anna Aiello, responsabile Day Hospital, Francesco Pane, responsabile Diagnostica Senologica. Da sinistra, in seconda fila(in piedi): Andrea Girlando, responsabile Radioterapia, Giuseppe Giacone, responsabile Cardiologia, Giuseppe Fabbri, responsabile Neuroradiologia,Michele Caruso, responsabile Oncologia medica.

CIAO PROFESSORELo scorso 24 gennaio è mancato ilprofessor Gianni Ravasi, direttorescientifico di Humanitas Centro Catanesedi Oncologia. Riconosciuto protagonistadello sviluppo dell’Istituto Nazionale deiTumori di Milano, il prof. Ravasi è statofondatore della Chirurgia Toracicadell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Fu lui a introdurre in Italia le prime suturatrici meccaniche e adinventare rivoluzionarie tecniche di accesso al torace sempremeno invasive. Appassionato sostenitore della lotta contro ilfumo e della prevenzione oncologica, ha promosso pressoHumanitas Centro Catanese di Oncologia il Progetto DANTE, unprogramma di ricerca dedicato alla diagnosi precoce dei tumoridel polmone.

Gianni Ravasi

I TRUST YOUAppuntamento il 15 giugno al Museo Diocesano diCatania per conoscere da vicino il team multidisciplinaredi Humanitas per il trattamento del tumore del seno.

Humanitas Centro Catanese di Oncologia tra i centri di “Itrust you”, progetto sostenuto da Roche che promuove ilquotidiano impegno dei clinici nella lotta al tumore al senoe presenta i centri oncologici di riferimento per la diagnosie la cura della malattia sul territorio nazionale. La presenza di un team multidisciplinare, competenze

specialistiche e l’accesso alle cure piùinnovative fanno di Humanitas uncentro di eccellenza, cui le donne siaffidano per vincere la lotta allamalattia, e di cui si fidano. Il rapportodi fiducia tra paziente e medico,infatti, è il punto di partenza peraffrontare il percorso diagnostico-terapeutico e l’elemento

fondamentale di “I trust you - Mi fido di voi”.Appuntamento martedì 15 giugno alle ore 11.30 presso ilMuseo Diocesano in piazza Duomo per conoscere da vicinola realtà di Humanitas insieme al dott. Francesco Caruso,responsabile del Dipartimento di Oncologia, il dott.Francesco Pane, responsabile della Diagnostica Senologica,il dott. Andrea Girlando, responsabile della Radioterapia, eil dott. Michele Caruso, responsabile dell’OncologiaMedica.

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Gli infermieri del Day Hospi-tal di Humanitas hanno pre-

sentato al Congresso Nazionaledell’AIOM, che si è tenuto a Mi-lano lo scorso ottobre, uno stu-dio sui vantaggi di un nuovo di-spositivo di somministrazionedella chemioterapia denominato“sistema chiuso”. L’Associazione Italiana di Onco-logia Medica ha giudicato digrande interesse il contenuto dellavoro dell’équipe, composta da-gli infermieri Maurizio Todaro,

Giuseppe Di Mauro, RosariaLa Rocca, Paolo Licciardelloe dai medici Rosa Anna Aiello,Michele Caruso e GiuseppaScandurra e l’ha selezionato sumolti candidati permettendonel’esposizione nella sezione po-ster dedicata agli infermieri. “E’un risultato molto importante –spiega la responsabile del DayHospital, la dott.ssa Rosa AnnaAiello – perché premia l’orienta-mento alla qualità e alla sicurez-za del paziente. È un successo

per tutto il Centro ed anche per inostri pazienti che traggonoun’ulteriore garanzia dagli inve-stimenti effettuati per migliorarela qualità dell’assistenza”. Il poster è il risultato dell’espe-rienza sui “sistemi chiusi” per lasomministrazione dei farmacichemioterapici, maturata dagliinfermieri del Day Hospital chene hanno studiato gli effetti posi-tivi sulla sicurezza sia per il per-sonale, operante in cappa ed insala somministrazione, che per ipazienti. “Il dispositivo, utilizzato nel Di-partimento di Oncologia Medicadel Centro Catanese dal 2008,permette di manipolare in massi-ma sicurezza i farmaci antiblasti-ci – spiega l’infermiere MaurizioTodaro - evitando la perforazionedei flaconi contenenti i chemiote-rapici. Questifarmaci devonoessere maneg-giati con curaperché nellepersone sanep o t r e b b e r ocomportare ef-fetti collaterali,come congiun-tivite e dermati-te o avere possi-bili effetti can-cerogeni nel ca-so di un’esposi-zione prolunga-ta. Per questodobbiamo pre-venire il rischiodi contaminazione ambientaledovuto ad un’e ventuale fuoriusci-ta di gocce o di nebulizzazioni difarmaco chemioterapico. In DayHospital viene preparata la pre-medicazione con un deflussoreche ha un numero di vie pari aquello dei chemioterapici previstiper il paziente (sistema chiuso).Si tratta quindi di un sistema per-sonalizzato per ciascun malato,che aumenta così la sicurezzadella terapia. Il deflussore vieneriempito con il farmaco antieme-tico o con liquido compatibile coni chemioterapici e si chiudono levie alle quali si collegheranno i

farmaci. Si inizia l’infusione e ifarmaci chemioterapici, preparatiin cappa sempre con sistemichiusi, vengono collegati, unavolta pronti, alle apposite uscite.La fuoriuscita del farmaco dal fla-cone è impossibile, perché la so-luzione contenente il chemiotera-pico non passa finchè non vienecollegato al deflussore e aperto ilpassaggio. Questo garantisce lamassima sicurezza del personale,che può così svolgere l’operazio-ne con il semplice utilizzo diguanti e beneficiare anche in ter-mini di risparmio di tempo. Ter-

minato il lavaggio iniziale, infatti,le vie contenenti i farmaci si apro-no, una dopo l’altra, come previ-sto dal protocollo”. Sempre nella cura dei tumori, unvalido aiuto arriva dai farmacibiologici. Queste nuove moleco-le agiscono sulla crescita del tu-more, bloccando la formazionedi alcune proteine e inibendo,quindi, lo sviluppo delle cellulecancerose. Sono almeno unaquindicina i farmaci di questogenere attualmente già in uso, e

molti altri sono in fase di speri-mentazione clinica. Esistono mo-lecole che vengono impiegatecon successo contro il tumore alcolon (cetuximab, bevacizumab)e altre (sunitinib, sorafenib) chehanno aperto nuove prospettiveper la cura dei carcinomi renalied epatici, per i quali fino a pocotempo fa esistevano pochissimepossibilità terapeutiche. La che-mioterapia rimane sempre il trat-tamento farmacologico prima-rio, ma i farmaci biologici, dettiintelligenti, garantiscono unmaggior rispetto della qualitàdella vita del paziente.

Chemioterapia più sicura per pazienti ed operatoriUn “sistema chiuso” apre le porte dell’AIOM agli infermieri di Humanitas Centro Catanese di Oncologia. Qualità della cura e farmaci biologici le armi più importanti per la lotta ai tumori.

Endoscopia: una risorsa per le patologie gastroenterologicheLa lotta al tumore tra diagnosi e terapia con il supporto di una rete di relazioni con i colleghi di Humanitas. Per aiutare i pazienti in un ambiente che offre le migliori condizioni di comfort e sicurezza, prima e dopo l’esame.

Il servizio di Endoscopia Dige-stiva di Humanitas Centro Ca-

tanese di Oncologia si occupadella diagnosi e della cura dellemalattie dell’apparato digerentecon l’ausilio di moderni stru-menti di video-endoscopia. “Mol-ti si rivolgono a noi alla fine di unpassaparola - racconta il dott.Alessio Santagati, responsabiledel Servizio -. Sanno che c’è uncentro dove vengono eseguiteprocedure e cure all’avanguar-dia realizzate con l’ausilio distrumenti di ultima generazione,con protocolli internazionali e unfollow up adeguato, perché ognipatologia oncologica ha un suopercorso”. Nella gestione del paziente onco-logico l’endoscopia digestiva ri-veste un ruolo decisivo da unpunto di vista sia diagnostico siaterapeutico: permette di verifica-re l’e ven tuale presenza di altera-zioni o lesioni e di effettuare al-l’oc cor ren za piccoli interventiquali asportazione di polipi, arre-sto di emorragie digestive, pal-liazione di tumori avanzati, cau-terizzazioni, biopsie. L’endosco-pia è oggi uno step diagnosticoindispensabile per tutte le malat-tie gastro-enterologiche. Con-sente infatti sia di individuare etipizzare le patologie benigne,sia di prevenire, sorvegliare ecurare quelle maligne.

“Il nostro scopo è trovare le neo-plasie in fase precoce – continuail dott. Santagati –. Se individua-te in tempo, infatti, queste lesio-ni si possono trattare più facil-mente. Ci sono linee guida in ba-se alle caratteristiche istologi-che, alla profondità, alle caratte-ristiche, che ci possono permet-tere di fare subito delle progno-si, di sapere a cosa andiamo in-contro. Il valore aggiunto per ilpaziente è una chirurgia mini-in-vasiva che offre la sicurezza diavere un trattamento specificoper il proprio problema, e allostesso tempo, tempi di degenzamolto ridotti, minore disagiopost-operatorio e ripresa moltopiù rapida”.

Gli esami più comunemente ese-guiti con questa tecnica sonola gastroscopia, per studiare eso-fago, stomaco e duodeno, ela colonscopia, per visualizzare ilcolon. “Tutte le procedure - ga-rantisce inoltre il dott. Santagati -vengono routinariamente effet-tuate con l’ausilio di una blandasedazione, un farmaco che toglieil fastidio permettendo al pazien-te di tollerare al meglio un’ese-cuzione particolarmente accura-ta dell’esame”.Le indicazioni principali per lagastroscopia o la colonscopia so-no il reflusso esofageo nel primocaso e dolori addominali o san-gue nelle feci nel secondo. Que-sti esami sono particolarmenteimportanti perché non esiste

un’età specifica in cui il tumorepuò manifestarsi, ma colpiscedai 18 ai 90 anni, anche se con ri-schi e modalità di guarigione dif-ferenti. Un fattore spesso comu-ne è, invece, lo stile di vita. “Ladieta mediterranea ricca di fibre,frutta, verdure e povera di carnesem bra aiutare a prevenire l’in-sorgenza dei tumori – afferma ildott. Santagati -, mentre il fumola agevola. Anche l’assunzione dialcool, bevande bollenti, caffè espezie, nel corso degli anni, pos-sono far aumentare la possibilitàdi sviluppare un tumore all’appa-rato digerente. L’alimentazione èfondamentale e l’importante èmangiare tutto con moderazio-

ne, seguendo una dieta equili-brata”.“Ogni caso richiede attenzionidiverse e il dott. AlessandroRepici, responsabile del Servi-zio di Endoscopia Digestiva inHumanitas a Milano, è un puntodi riferimento per la nostra attivi-tà – spiega Santagati - . La nostracollaborazione è molto stretta eci confrontiamo costantementesui casi clinici”.Il Centro Catanese si avvale, in-fatti, di una buona rete di colla-borazione con Humanitas di Mi-lano, in un’ottica che vede la sa-lute del paziente al centro di unsistema di cura non limitato ter-ritorialmente ma cooperativonelle sue diverse realtà.

LA COLONSCOPIAConsiste nell’introduzione attraverso l’orifizio anale di una sottilesonda flessibile dotata di una telecamera che, fatta risalire lungotutto il grosso intestino (o colon), permette di esaminare la

mucosaintestinale. È un esame bentollerato daipazienti, chenecessita di unapreparazionespecifica: una

dieta e l’assunzione di lassativi (il giorno precedente l’esame) checonsentono la pulizia dell’intestino. Inoltre, poiché nel corso dellacolonscopia può rendersi necessario procedere con una biopsia ocon l’asportazione di polipi, è bene che il paziente si sottopongaprecedentemente a esami della coagulazione, così che il rischiodi emorragie venga ridotto al minimo.

Sono molti gli aspetti che in-fluenzano la qualità delle pre-

stazioni in ambito sanitario. Traquesti, un continuo aggiorna-mento scientifico, un’informazio-ne efficace e un clima di collabo-razione hanno un impatto positi-vo sulla cooperazione tra perso-nale medico e infermieristico,quindi sulle prestazioni erogate esoprattutto sulla soddisfazionedel malato.Per garantire ancora di più la si-curezza e la qualità delle presta-zioni offerte ai pazienti, a partiredall’inizio dell’anno è stato orga-nizzato un corso di 46 ore deno-minato “Aspetti medico organiz-zativi per la gestione dei proces-si aziendali e della sicurezza delpaziente”. La partecipazione al progettoconsente al personale infermieri-stico dell’ospedale di aggiornarele norme e la prassi dell’assisten-za al ricoverato.“Ho voluto fortemente questocorso – spiega la dott.ssa ElenaPetrolito, vice Direttore Sani-tario e organizzatrice dell’even-to – per rendere ancora piùchiare e condivise le procedureche gli infermieri seguono quo-tidianamente. L’obiettivo che

vogliamo raggiungere è un’otti-ma interazione e relazione tramedici e infermieri: due figureprofessionali che hanno lo sco-po comune di assistere i malati.È importante ricordare che inostri sono pazienti complessiche richiedono una serie di cu-re personalizzate, sempre conun sorriso”. Tutti i medici con competenzespecialistiche nei diversi settoridell’oncologia offrono una diver-

sa prospettiva della cura del pa-ziente oltre a differenti protocol-li terapeutici. Dunque quale mo-do migliore per evitare rischi,migliorare la qualità delle cure eapprendere le procedure, se nonascoltare lo stesso medico chespiega come vorrebbe che venis-sero eseguite?“I docenti sono tutti medici delCentro – continua la dott.ssa Pe-trolito – per dare la possibilitàagli infermieri di imparare diret-tamente dagli specilalisti con cuilavorano nella quotidianità. Soloin questo modo potranno svilup-pare conoscenze tarate sui nostriprofessionisti, beneficiando dibuone dinamiche relazionali ecomunicative, importantissimesoprattutto in un dipartimento dioncologia”.“È un modo per confrontarsi sul-l’assistenza al paziente: sulle sueesigenze, sulle eventuali compli-canze e sulla prevenzione dei ri-schi – aggiunge il coordinatoredei servizi infermieristici, Salva-tore Reale che ha partecipatoalla prima edizione del program-ma -. È stato un corso semplicesu procedure e protocolli condi-visi. Siamo stati facilitati anchedall’utilizzo di sussidi didattici,

come i modellini anatomici, chefavoriscono la comprensione”. “C’è stato uno scambio costrut-

tivo tra noi infermieri e i medici– conferma Lorella Musumeci,anche lei ‘studentessa’ della pri-ma edizione -. Abbiamo parteci-pato attivamente al corso e ab-biamo scoperto aspetti diversidei professionisti, che durante illavoro quotidiano non emergo-no. Quest’esperienza ci ha aiuta-to ad entrare in sintonia con lospecialista, ma è stata ancheun’occasione per creare nuovilegami”.“In più non si parla solo di medi-cina – continua la dott.ssa Petro-

lito –, ma an-che di dinami-che di gruppi,di turni, sup-portati da unapsicologa. Ilcorso è suddivi-so in due parti:una teorica, diapprendimentoin aula, e unapratica, “sulcampo”, in cui,ad esempio,viene mostratocome leggere

un elettrocardiogramma. Un ul-teriore aspetto positivo, di cui so-no molto contenta, è che la par-tecipazione al progetto è premia-ta con l’attribuzione di creditiformativi ai partecipanti, utili perla loro carriera.”Grande successo dunque per laprima edizione. Sono già in pro-gramma nuovi appuntamentiche coinvolgeranno tutto il per-sonale. Puntando ancora sugliaspetti qualitativi, fortificandola conoscenza di alcune proce-dure per incrementare la sicu-rezza ed estendendo la parteci-pazione anche ad altre figureprofessionali.

Qualità e sicurezza crescono insiemeUn corso di aggiornamento sui protocolli clinici e assistenziali fa tornare tra i banchi medici ed infermieri, per la prima volta nella stessa aula.

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LA GASTROSCOPIAConsente l’esplorazione dell’esofago, dello stomaco e delduodeno grazie all’introduzione, attraverso la bocca, di unasonda flessibile dotata di una telecamera. La gastroscopia viene utilizzata per indagare le patologiedell’esofago, dello stomaco e della parte iniziale del piccolointestino, oltre che come metodo di intervento operativo, adesempio per arrestare il sanguinamento causato da ulcere.

Solitamente è indicatain caso di nausea,dolore o brucioredella parte altadell’addome, resistentiai comuni farmaci oaccompagnati daperdita di peso,

inappetenza, disfagia (senso di ostacolo al transito del cibo inesofago), sintomi da reflusso gastroesofageo (rigurgito, acidità,bruciore dietro lo sterno) e vomito persistente. La gastroscopia non è dolorosa, al massimo fastidiosa; nonnecessita di una preparazione particolare,se non il digiuno nelle8-12 ore precedenti l’esecuzione dell’esame.

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Via V.E. Dabormida, 64 - 95126 Catania

Anno VI - numero 1Maggio 2010Autorizzazione delTribunale di Catania N. 3/2005, dell’11 gennaio 2005Direttore responsabileMario GalliDirettore ComunicazioneWalter Bruno

Coordinamento redazioneLaura CapardoniHanno collaboratoCristina Gurrieri,Angela MartinoGraficaG&R AssociatiImmaginiarchivio CCOStampaTipografia F.lli Verderio

Il dolore oncologico è stato il te-ma del corso di aggiornamen-

to organizzato da HumanitasCentro Catanese di Oncologia in-sieme all’Ordine dei Medici diCatania il 9 e 10 aprile 2010 pres-so l’AGA Hotel di Catania. L’even-to è stato un’importante occasio-ne di confronto e scambio per imedici catanesi ed esperti di fa-ma nazionale, ed ha arricchito lalista dei congressi che negli annipassati Humanitas ha dedicato al-le varie patologie tumorali.

Promotore dell’incontro è statoil dott. Carmelo Costa, respon-sabile dell’Unità Operativa diMedicina del Dolore di Humani-tas. Protagonisti del Corso, daltitolo ‘Il trattamento del dolorenel paziente oncologico’ alcunitra i più importanti specialisti alivello nazionale, quali SergioMameli, dell’Ospedale Busincodi Cagliari; Guido Orlandini,della clinica Santa Maria delleGrazie di Voghera; Sergio Chia-ri, dell’Unità Operativa di Medi-cina del Dolore dell’OspedaleVittorio Emanuele di Catania;Franco Cerra, responsabile del-l’Unità Operativa di Medicinadel Dolore della Clinica S. Bar-bara di Gela (Caltanissetta). Pre-senti anche Andrea Girlando eSergio Sportelli, rispettivamen-te responsabili della Radiotera-pia e della Medicina Nucleare diHumanitas Centro Catanese diOncologia. E Marco Alì, oncolo-go dell’Humanitas Catania e me-dico dell’Onlus ANDAF.

perché è ormai chiaro che ilcontrollo del dolore nel malatooncologico è diventato un obiet-tivo imprescindibile e la sua rea-lizzazione va perseguita con la

stessa tenacia e professionalitàcon la quale vengono impostateed attuate le terapie specifica-mente antineoplastiche. Ciò èstato ancor più enfatizzato dalla

promulgazione della legge n.1771 dell’aprile 2010 sulle curepalliative e la terapia del dolore.Purtroppo però il dolore da can-cro non è facile da contrastareperché non è il dolore ‘sintomo’che accompagna le comuni pa-tologie e che si esaurisce con laloro guarigione, ma è un doloreinutile e dannoso e la sua causamolto spesso, specialmente nel-le fasi avanzate della neoplasia,non può essere eliminata. Il cor-so è nato dall’esigenza di deli-neare l’approccio più correttoper la valutazione del dolore edil suo conseguente razionaletrattamento e si è proposto diverificare il ruolo odierno delletecniche antalgiche specialisti-che alla luce della più recenteevidenza scientifica”.

Scopo dell’evento, riunire spe-cialisti delle varie discipline, on-cologi, radioterapisti, medici diterapia del dolore, per confron-tarsi ed integrarsi con l’obiettivodi ottenere una migliore qualitàdella vita del paziente oncologi-co. Il Corso fa parte di un pro-getto più ampio che in Humani-tas si articola sulla presenza diun Ambulatorio gratuito ad ac-cesso bisettimanale, sulla colla-borazione con il Servizio di Ane-stesia e sulla nascita di un pie-ghevole sul trattamento del do-lore oncologico, che ha lo scopodi fornire risposte ad alcune le-gittime domande sulla gestionedel dolore. “Queste attività – cispiega il dott. Carmelo Costa –si stanno sempre più sviluppan-do nel corso degli ultimi anni

“Le visite effettuate durantequesti anni, dal 2005 ad

oggi – spiega la dott.ssa MariaConcetta Gioia, dermatologadel Centro – hanno permesso divalutare più di 1000 pazienti ri-scontrando diverse patologie tracui: carcinomi basocellulari 30%,carcinomi spinocellulari 20% emelanomi 8%”. “Il carcinoma basocellulare –spiega la dott.ssa Gioia – è un tu-more comune a lento accresci-mento e ad aggressività localeche non causa, se non raramen-te, metastasi. Nella nostra stati-stica si è visto che l’età di inci-denza è compresa tra i 25 e i 65anni senza differenza di sesso,probabilmente perché le attivitàricreazionali (sport all’aperto edesposizioni a lampade UV) sonocomuni sia per l’uomo che per ladonna. I carcinomi basocellularipossono insorgere anche su cutenon danneggiata dalla luce sola-re ed il volto costituisce la sedepiù frequentemente interessatadall’insorgenza del tumore. I car-cinomi basocellulari in fase ini-ziale sono entità molto sfumate epresentano un ampio numero divarianti sia cliniche che istologi-

che: a volte è possibile osservareuna piccola area perlacea infiltra-ta con poche teleangectasie;spesso il paziente lamenta la pre-senza di una lesione ricoperta dacroste che sanguina dopo untrauma minimo. Pertanto, qual-siasi chiazza che non si risolvadovrebbe essere considerata uncarcinoma basocellulare indi-pendentemente dalla storia clini-ca e da quanto sia innocente ilsuo aspetto.Il carcinoma spinocellulare inve-ce è un tumore maligno dellapelle che in genere insorge suuna lesione preesistente e quindiraramente ha un quadro clinicocaratteristico. I segni sfavorevoliche caratterizzano la progressio-ne del tumore sono la crescitarapida, l’infiltrazione, l’ulcerazio-ne ed il sanguinamento. La cre-scita è più distruttiva di quelladel carcinoma basocellulare ed èpiù probabile l’insorgenza di me-tastasi. Il melanoma cutaneo èun tumore maligno che negli ul-timi anni ha mostrato un notevo-le cambiamento della propriaepidemiologia principalmenteper l’incremento del numero del-le nuove diagnosi. Il rischio di

sviluppare un melanoma dipen-de dall’interazione tra fattori am-bientali o esogeni e fattori gene-tici costituzionali o endogeni.Anche la presenza di carcinomicutanei e cheratosi attiniche(ispessimenti cutanei) è conside-rata un fattore a rischio. I fattoriesogeni più importanti sonol’esposizione solare e la foto pro-tezione. Le radiazioni UV sonocapaci di indurre effetti mutage-ni diretti sul DNA genomico a li-vello cutaneo. I principali indica-tori clinici per l’identificazionedel melanoma sono la regola del-l’ABCDE ( Asimmetria, Bordi ir-regolari, Colore disomogeneo,

Diametro superiore a 6 mm, Evo -luzione) ed il segno del ‘brut toanatroccolo’ (macchie o neofor-mazioni che attirino la nostra at-tenzione perché diverse dalle al-tre). In caso di riscontro di uno opiù di questi segni è opportunoconsultare il proprio medico chepotrebbe suggerire degli esamidi approfondimento”.Lo scopo di “Salvati la pelle” è ri-cordare alla popolazione di salva-guardare la salute della propriapelle, perché solo monitorandolacon periodiche visite dermatolo-gi che di controllo è possibile pre-venire e diagnosticare precoce -mente eventuali tumori cutanei.

Impariamo a conoscere la nostra pelle

Per visite, esami e ricoveri pressoil Centro in convenzionecon il Servizio Sanitario Nazionaleè necessario presentare:� Impegnativa del medico curante

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Il controllo del dolore è un obiettivo fondamentale nella cura delle patologie tumorali ed in Humanitas Centro Catanese di Oncologia la sua realizzazione è perseguita con tenacia e professionalità.

Il trattamento del dolore nel paziente oncologico

LA NOSTRA SQUADRAI nuovi protagonisti di Humanitas Centro Catanese di OncologiaIrene Cannatamedico Stefania La ScolamedicoErik Flavio Giuseppe SaporitomedicoEnzo Leonardo Maria ScroppomedicoLaura Mazzamuto infermiereMassimiliano PafumiinfermiereGiuseppe Sanfilippo infermiereCristian Stabile infermiere Rosita AmatastaffAlfio Alessandro Di Stefanoausiliario

Siamo giunti alla sesta edizione di “Salvati la pelle”, l’iniziativa di prevenzione dei tumori cutanei, promossa da Humanitas Centro Catanese di Oncologia. I controlli gratuiti sono stati effettuati tutti i sabati dal 10 aprile al 29 maggio.