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ANNOLXXXVI - N. 1 1 GIUGNO 1962

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ANNO LXXXVI - N. 1 1 • 1° GIUGNO 1962

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NEL PRIMO ANNIVERSARIODELLA c< MATER ET MAGISTRA »

ANNO LXXXVI - NUMERO 10 - TORINO, V GIUGNO 1962

Ga prvfess1ahe come serwzio

Nella grande Enciclica Mater et Magistra- che sta conquistando il cuore di milionidi uomini, in ogni parte del mondo - Gio-vanni XXIII afferma solennemente : « LaChiesa oggi si trova di fronte al compito im-mane di portare un accento umano e cristianoalla civiltà moderna : accento che la stessa ci-viltà domanda e quasi invoca per i suoi svi-luppi positivi e per la sua stessa esistenza » .Come attuerà la Chiesa questo « compito

immane »? Risponde il Papa: « Soprattuttoattraverso i suoi figli laici, che a tale scopodevono sentirsi impegnati a svolgere la propriaattività professionale come adempimento diun dovere, come prestazione di un servizio,in comunione interiore con Dio e nel Cristoe a Sua glorificazione » .

Il pensare la professione - e quindi illavoro - come un servizio sociale ed anchecome una funzione « ecclesiale » e religiosa,non è affatto comune . Una lunga tradizioneindividualistica e liberale ci ha abituati aconsiderare l'attività produttiva come unsettore staccato dalla morale e dalla fede .Al più, si accetta che la norma morale e

l'idea di Dio entrino a frenare l'egoismo e laconcorrenza più spietata, ad armare interior-mente contro la tentazioni di approfittareingiustamente della debolezza del prossimo .Ma la vita professionale resta come una

« parentesi profana », vuota di ogni intrin-seco valore sociale e religoso . E così, buonaparte della nostra esistenza che passiamo aprodurre beni e a prestare servizi, sembraperduta per il regno di Dio .

Si cerca magari, finito il lavoro, di riti-rarsi a «pensare all'anima», a riguadagnarein solitudine quello che si è « dissipato »nel turbinio dell'attività « profana », ma nonsi crede possibile che un cristiano possa edebba santificarsi nell'attività professionale .

Ora, se fosse vero che la professione è im-permeabile alla grazia, il cristiano dovrebbesentire il dovere di ritirarsi da essa o nonimpegnarvisi che per il tanto assolutamenteindispensabile per la sopravvivenza .

Ma il Papa, nella Mater et Magistra, am-monisce: « Sarebbe errato dedurre che i Nostrifigli, soprattutto del laicato, debbano conside-rare prudente attenuare il proprio impegnocristiano nel mondo ; lo devono invece rinno-vare ed accentuare . Il Signore, nella preghierasublime per l'unità della sua Chiesa, nonprega il Padre perchè sottragga i suoi dalmondo, ma perchè' li preservi dal male . . . Nonsi deve creare un'artificiosa opposizione làdove non esiste, e cioè tra il perfezionamentodel proprio essere e la propria presenza attivanel mondo, quasi che non si possa perfezionarese stessi che cessando di svolgere attività tem-porali, o che qualora si svolgano siffatte at-tività si sia fatalmente portati a comprometterela propria dignità di esseri umani e di cre-denti. Risponde invece perfettamente ai pianidella Provvidenza che ognuno perfezioni sestesso attraverso il suo lavoro quotidiano,che per la quasi totalità degli esseri umaniè un lavoro a contenuto e finalità temporali » .

È la chiamata alla santità per le vie dellavoro!

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Roma. Quartiere Don BoscoIn occasione della festa di Don Bosco patrono dello sport oratoriano, nella cornice di una gioventù entusiasta,

l'avv. Onesti, Presidente del CONI, alla presenza di Sua Em . il Card . Traglia, ha rivolto ai giovani un vibrante discorso .

L'immergere così lavita professionale nellaprospettiva morale ereligiosa, non significatogliere alla profes-sione il suo caratteretecnico : essa deve per-fezionare l'uomo e glo-

rificare Dio, ma anche produrre efficacementebeni e servizi .

Non basta che un medico sia un uomo onesto• un buon cristiano: dev'essere anche unottimo professionista . Fa parte essenziale deisuoi doveri morali la cura di una preparazionetecnica accurata e di un esercizio illuminato,•

cioè competente, della professione medica .Non si può credere di essere « a posto

in coscienza quando si è religiosamente esem-plari, ma professionalmente scadenti .

In questo senso, la professione e la tecnicahanno • una loro autonomia dalla morale :hanno cioè una legge propria, che è quelladell'efficienza produttiva.

Ciò ben chiarito, bisogna aggiungere chel'attività professionale è anche subordinataalla legge morale . I beni che sono prodotti• i servizi che sono prestati sono destinatia soddisfare bisogni umani : hanno quindiun fine morale, che è quello di contribuireallo sviluppo integrale dell'uomo . Di qui illoro naturale riferimento alla norma morale .

Non basterà, allora, essere degli ottimi.professionisti, tecnicamente preparati ed eco-nomicamente efficienti . Se l'intenzione nellavoro non è pura e le condizioni di eser-

182 tizio dell'attività produttiva non sono ri-

spettose della dignità della persona, propriae altrui, la professione diventa pericolo mor-tale per l'individuo e per la società .

Facciamo un esempio, che ha un particolaresapore di attualità . I responsabili della pro-duzione, industriale od agricola, privata ostatale, possono credere di aver assolto illoro dovere professionale quando abbianoassicurato un alto indice di produzione, uncerto rispetto delle esigenze salariali ed anchedelle « relazioni umane » soddisfacenti. Maun passo fondamentale della Mater et Ma-gistra indica chiaramente che non bastaoperare « miracoli economici », quando cisi rifiuti, ad esempio, al « miracolo sociale »della promozione della dignità e dell'iniziativapersonale dei lavoratori nell'azienda : « Se lestrutture, il funzionamento, gli ambienti di unsistema economico sono tali da comprometterela dignità umana di quanti vi esplicano leproprie attività, o da ottundere in essi siste-maticamente il senso della responsabilità, o dacostituire un impedimento a che comunquesi esprima la loro iniziativa personale, un siffatto sistema economico è ingiusto, anche se ..per ipotesi, la ricchezza in esso prodotta at-tinga quote elevate e venga distribuita secondocriteri di giustizia e di equità» .Nè si deve credere, come troppo comoda-

mente si insinua, che essere onesti negli af-fari è poco « produttivo », che la concor-renza dei « senzascrupoli » spazza via facil-mente chi voglia attenersi agli imperatividella coscienza e del Vangelo .

È vero che, sovente, chi si regola solo sulsuo tornaconto può ricavare dei vantaggi

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immediati, finanziari o di carriera . Ma nonc'è da illudersi che, nel bilancio generaledella vita, « il conto torni ». A parte il fattoche, anche qui in terra, spessissimo il male sipaga, resta vero che, a lunga scadenza e tuttoconsiderato, la disonestà e l'indifferenza re-ligiosa si rivelano meno produttivi, anche invalori temporali, che l'onestà e la santità .

La storia, individuale e collettiva, provaampiamente che una attività tecnica e pro-fessionale non regolata dalla legge morale èfeconda di danni incalcolabili . C'è bisognodi ricordare le prospettive apocalittiche delladistruzione atomica, per convincersene?Nessuno poi può negare che la fedeltà

totale ai princìpi morali e cristiani sia gene-ratrice di forza e di impegno sociale . È quantoafferma la Mater et Magistra : « Quando si èluce nel Signore e quando si cammina comefigli della luce, si colgono più facilmente le esi-genze fondamentali della giustizia anche nellezone più complesse e difficili dell'ordine tem-porale, in quelle cioè nelle quali non di radogli egoismi individuali, di gruppo e di razza,insinuano e diffondono fitte nebbie . E quando siè animati dalla carità di Cristo ci si sente unitiagli altri e si sentono come propri i bisogni, le sof-ferenze, le gioie altrui . Conseguentemente l'operaredi ciascuno, qualunque sia l'ambito e l'oggettoin cui si concreta, non può non risultarnepiù disinteressato, più vigoroso, più umano » .

La professione, oltreche uno strumento diperfezionamento mo-rale, è anche, per ilcristiano, sorgente digrazia, personale e so-ciale .La moralità della

vita professionale si sublima col riferimentoa Cristo e alla Redenzione . I rapporti umanidi giustizia nella società cristiana si saturanocol sentimento squisitamente divino della ca-rità. «Nell'ora attuale - scrive' un grandeteologo contemporaneo - il modo più fe-condo, e spesso il solo efficace negli affari, dipraticare la giustizia verso uno, è di organiz-zare la giustizia fra tutti. Non si può piùessere cristiani isolati : il grande mezzo diascendere a Dio è di andarci uniti . Noiritroviamo così, nel mondo della vita pro-fessionale, il grande dogma della Comunionedei Santi » .

È quanto Giovanni XXIII richiama lim-pidamente alla conclusione della Mater etMagistra : « Invitiamo con paterna insistenzatutti i nostri Figli, appartenenti sia al Cleroche al laicato, ad essere profondamente con-

sapevoli di tanta dignità e grandezza per ilfatto che sono inseriti nel Cristo come tralcinella vite, e che sono chiamati a vivere perciòdella sua stessa vita . Per cui quando si svol-gono le proprie attività, anche se di naturatemporale, in unione con Gesù Redentore, ognilavoro diviene come una continuazione del Suolavoro, penetrato di virtù redentiva . . . Di-viene cioè un lavoro per il quale mentre si rea-lizza il proprio perfezionamento soprannaturale,si contribuisce ad estendere e diffondere suglialtri i frutti della Redenzione, e si lievita delfermento evangelico la civiltà in cui si vive•

si opera » .Così, la professione diventa come un sa-

cramentale della grazia individuale e sociale•

la moralità professionale si fa mistica dellavoro santificato .

G Anche i marxisti hanno cercato di pro-spettare alle masse lavoratrici una misticadel lavoro . La «redenzione» sociale è con-dizionata per essi all'attività lavorativa, cheproduce valori materiali e virtù di solidarietàuniversale . Si tende, così, a creare attraversoil lavoro la società ideale e l'uomo nuovo,perfettamente « socializzato ».

Oggi però, dopo quarant'anni di educazionecomunista e di lavoro durissimo, l'uomo so-vietico non sembra affatto trasformato nel-l'eroe pronto a tutto sacrificare pr la comu-nità. Tolta ogni sacralità al lavoro, il popolorusso dev'essere indotto a continuare a la-vorare e a sacrificarsi con la speranza « bor-ghese » di un benessere materiale futuro,alla fine del programma ventennale! Si pro-fila così una società comunista, privata nonsolo di ogni dimensione religiosa, ma anchedi ogni tensione ideale e rivoluzionaria .

Si può allora sperare che, frustrata nei bi-sogni spirituali fondamentali, anche a li-vello dell'attività professionale, l'anima russareagisca dal di dentro, e reclami un benessereintegrale, sostanziato di valori di libertà e divera solidarietà cristiana .

Ma non c'è nulla che valga tanto a svuotarela mistica comunista del lavoro di ogni suasuggestione quanto il vivere coerentemente,da parte dei cristiani, la mistica cristiana dellavoro .

I lavoratori cristiani del braccio e dellamente devono provare d'esser capaci di tra-sformare il mondo con il lavoro santificato,• cioè fatto in grazia, nel rispetto totale dellagiustizia e con intenzione di autentica caritàsoprannaturale .

La consecratio mundi, sospiro di Gesù Re-dentore e del suo Vicario in terra, sarà operasoprattutto di un'attività professionale cri-stianamente vissuta .

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UN CENTRODI CONSULENZAPER GIOVANI

II "Centro di Consulenza morale e religiosa" di via

Don Pier Giovanni Grasso, del PontificioAteneo Salesiano di Roma, ha condottoun'inchiesta tra la gioventù d'oggi (ragazzi eragazze dai 17 ai 20 anni) . Ne è risultato ilseguente panorama :

1 . È in pieno svolgimento in Italia una crisidi valori morali e religiosi: c'è tendenza neigiovani d'oggi a corrodere e a scavalcare il

Buenos Aires (Argentina) - Allievi della Scuola Salesiana di Radio TV . La stra-ordinaria frequenza a questa Scuola, che ha lo scopo di formare uomini capaci nonsolo tecnicamente ma anche moralmente, dimostra all'evidenza che sono ancoramolti i giovani animati dalla nobile ansia dell'elevazione morale della propria vita .

sesto e nono comandamento, a diminuire ilrispetto e l'amore verso la religione e la fa-miglia. In compenso c'è una maggiore sensi-bilità alle esigenze di giustizia sociale .

2. Si va allargando nei giovani la confu-sione e si diffonde in loro un'attesa semprepiù sentita di una chiarificazione, sincera eintelligente, dei problemi morali e religiosi .

I giovani chiedono aiuto,si sentono abbandonati,implorano .

Uno studente di terzaliceo classico scrive : a Al-l'età di 18 anni, il mioanimo si sta aprendo de-cisamente a quei proble-mi che nell'infanzia nonaveva. E sono tanti etali (la far smarrire fa-cilmente chiunque li vo-glia affrontare da solo .C in questa sete diluce che io mi rivolgoa lei, per ricevere unappoggio . . . » .a Il problema che mi

assilla è quello religioso- scrive un liceale di20 anni - ho fede inDio, ma ho alcuni puntioscuri che vorrei chiarireperchè a volte mi perse-guita l'ignoranza di essi ;mi sento un po' smar-rito . . . » .

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E una ragazza di 18 anni si confidava-« Sento il bisogno di parlare con qualcuno difiducia circa il problema dell'anima; ho l'im-pressione di non saper leggere dentro di me .Vorrei poter essere aiutata per penetrare inquest'antro oscuro che è in me. È questo ilproblema che più mi tormenta . . . » .

Per questi giovani occorre una parola chevada direttamente al cervello e al cuore, comesapeva fare Don Bosco. La sua tattica consi-steva nel non perdere un minuto di tempo :agganciava subito questi giovani, impediva ilcrollo di tutte le loro cattedrali interiori, liricuperava al più presto possibile, li stabiliz-zava in Dio .

Come risultato dell'inchiesta è nato unCentro di Consulenza morale e religiosa. Il26 febbraio 1962 veniva firmato un documentosulle finalità e la struttura del Centro . Lo sta-tuto suona così :

« Il Centro ha per scopo principale l'assi-stenza morale e religiosa dei giovani in specialidifficoltà, attraverso una serie di iniziative ri-volte a offrire ad essi una consulenza diesperti . . .

Il Centro ha come finalità secondarie :

0 Prestare un aiuto qualificato, basato sul-l'esperienza del Centro, ai responsabili dellaformazione morale e religiosa dei giovani (in-segnanti di religione, dirigenti di opere edu-cative e assistenziali . . .), fornendo loro docu-mentazione e consigli per la soluzione di pro-blemi educativi e religiosi particolarmentedifficili . . .

Il Procurare a studiosi e ricercatori nelcampo della psicologia e pedagogia religiosae morale una documentazione viva e aggiornatasulla problematica giovanile » .

Furono diramati inviti e lanciate proposte .Sul tavolo della direzione si accumularonopresto le risposte degli esperti .

Un dottore di Messina scriveva : « La rin-grazio per l'invito rivoltomi a parteciparecome esperto alla famiglia del Centro di Con-sulenza e le dico che ritengo mio dovere ac-cettare . La mia collaborazione può effettuarsisul piano dei problemi medico-biologici emorali » .

Un dottore di Napoli : « Ritengo che la miacompetenza di esperto debba essere limitataalla medicina interna e alla endocrinologia,che sono i campi di studio a cui sono dedi-cato da anni, anche scientificamente . Sarò

r.-!((`s; ESERCIZI SPIRITUALI

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Per comodità dei nostri Cooperatori ripetiamol'elenco dei corsi che si svolgeranno nei prossimiluglio e agosto, e rinnovando a quanti hanno acuore il progresso della propria anima e l'efficaciadel loro apostolato, caldo invito a parteciparvie a condurvi altri membri della Pia Unione .

PER COOPERATORIMuzzano Biellese (Vercelli): 22-26 agostoGazzada (Varese): 28 giugno-r° luglioGalliano (Como) : 4-8 agostoVenezia-Isola San Giorgio : 12-15 agostoVillazzano (Trento) : r6-ig agostoBologna-San Luca: 16-iq agostoPietrasanta (Lucca) : r°-5 agostoMontesicuro (Ancona) : zq luglio-r ° agostoCapaccio (Salerno) : 28 giugno-r° luglioCapaccio (Salerno) : rg-22 luglioCapaccio (Salerno) : r6-iq agostoSanta Maria di Leuca (Lecce) : 15-rq luglioAndria-S . Antonio (Bari) : 3o agosto-2 settembreGibilmanna (Palermo) : 28 giugno-2 luglio

PER COOPERATRICIMuzzano Bielles, (Vercelli): 2-5 agostoMuzzano Biellese (Vercelli) : 18-22 agostoVarese - o Sant'Ambrogio > : z6-3o agostoMontebelluna (Treviso) : 28 giugno-i' luglioCesuna (Vicenza) : n-r5 luglioOneglia - Villa Ranixe : 29 agosto-2 settembreBologna - San Luca : 28 luglio-r° agostoCalci (Pisa) : 8-lz agostoLivorno - Santo Spirito : 26-3o agostoMontesicuro (Ancona) : I°-5 agostoMontesicuro (Ancona) : 3o agosto-2 settembreFiuggi (Frosinone) : 27 giugno-2 luglioMontefiolo (Rieti) : 31 luglio- agostoFiuggi (Frosinone) : 20-2 agostoFiuggi (Frosinone) : 25-29 agostoMontefiolo (Rieti) : 3o agosto-3 settembreNapoli-Capano: 27-31 luglioNardó (Lecce) - Alle «Cenate o : 21-25 luglioMartina Franca (Taranto) : 5-9 agostoStignano di San Severo (Foggia) : 2 -28 agostoGibilmanna (Palermo) : z-6 agosto

lieto, per questi settori, di essere di aiuto alCentro e di contribuire al suo meritato suc-cesso . . . » .E un Monsignore di San Miniato di Pisa :

« Accludo il modulo di adesione a collaborarecol Centro anche perchè, vivendo in mezzoalla gioventù, mi rendo conto quanto . sia ne-cessaria tale iniziativa . . . » .

Tirate le somme, risultò che 155 espertiavevano aderito e si prenotavano per prestarela loro opera di specialisti . Di essi 131 sonoecclesiastici e 2 laici . Sotto ripartiti nelleseguenti specializzazioni (tenendo conto che 1It5

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parecchi esperti offrono la loro consulenza inpiù di una specializzazione) :

teologia dogmatica: 25teologia morale :Sacra Scrittura : 9storia ecclesiastica : 9apologetica : 12filosofia : 20problemi giuridici : 17problemi sociali e politici : 1problemi scientifici : 3problemi medici e psichiatrici : 15problemi psicologici: 30problemi pedagogici e scolastici : 5arte e letteratura: 10cinema :sport e divertimenti : 5problemi connessi col fidanzamentoe il matrimonio : 1problemi giovanili generali: 9problemi vocazionali : 7ascetica : 5liturgia : 1 .

1 giovani aspirano alle vette, ma hanno bisogno della guida, che non sempre trovanonella famiglia e nella scuola . Di qui l'utilità di un centro di consulenza a cuipossano esporre liberamente i loro problemi e da cui possano ricevere direttive e

lidi orientamenti sicuri .

Commovente questa solidarietà e . questaadesione di cervelli e di anime per un'operatanto preziosa. È un delicato lavoro di chi-rurgia spirituale nelle anime giovanili piùsbandate; è una ricucitura paziente nellagrande maglia della società . I risultati, anchese non appaiono sul momento, si potrannomisurare a distanza . Fra 10 o 15 anni i gio-vani, fatti adulti, diranno grazie, come dice-vano a Don Bosco i suoi antichi allievi .

Si tratta adesso di sostenere quest'opera chesi presenta utilissima, ma che ha bisogno dilargo appoggio e anche di qualche aiuto fi-nanziario (ripagato a lunga scadenza ma coninteressi divini nella banca del cielo, « dove i

ladri e le tignuole nonrodono nè portano via ») .Occorre per esempio

un gruzzolo iniziale di2 .500 .000 lire per le prin-cipali spese di impianto(schedari metallici, mac-chine da scrivere, cal-colatrici, duplicatore, bi-blioteca di documenta-zione . . .) .Da notare che i nu-

merosi esperti, sparsi intutta Italia, mettono adisposizione dei giovaniil loro tempo e la lorocompetenza a titolo com-pletamente gratuito . An-che le risposte del Cen-tro ai richiedenti sonogratuite, personali e se-grete .Sembra di rivivere i

primi tempi dell'Oratorioa Torino, quando DonBosco lanciava le sueiniziative a favore dellagioventù .

E allora al Centro diConsulenza morale e re-ligiosa auguriamo buonlavoro. Può scrivere bel-lissime pagine di ca-rità spirituale nel librod'oro del Corpo Misticodi Cristo .

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Un secolo fa, nel 1862, San GiovanniBosco pensava ad innalzare a Maria Ausi-liatrice una chiesa « stupenda e grande »,quale ripetute volte aveva visto nei suoi« sogni » . Oggi sono i suoi figli e Cooperatoriche pensano ad erigere al Padre un tempiodegno, sul Colle che vide sorgere questo astrodi prima grandezza.

E poichè vanno moltiplicandosi i generosiche inviano offerte per l'erigenda chiesa sulColle Don Bosco, si è preparato un bellis-simo ricordino a colori che sia come una tan-gibile prova della loro partecipazione all'omag-gio mondiale . Esso viene distribuito a quantimandano un'offerta anche modesta .

Questo ricordino, in prima pagina, rap-presenta San Giovanni Bosco con la ripro-duzione dell'autografo del Santo : «,Dio be-nedica e ricompensi largamente la carità deinostri benefattori » .

Nella seconda e terza pagina sono ripro-dotti i due Santuari : quello di Maria Ausi-liatrice, ideato da Don Bosco nel 1862 e

inaugurato nel 1868 ; il progetto di quello delColle con la scritta: « Nel primo centenarioi Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, iCooperatori, Allievi, Ex allievi, Ammiratorie Devoti di San Giovanni Bosco iniziano lacostruzione di un tempio in suo onore pressola sua casetta natia » .

La quarta pagina, sotto lo stemma sale-siano, porta queste scritte : « Ricordo dellamia offerta per la costruzione del Santuarioal Colle Don Bosco » e « Il Santo benedica eprotegga me e tutti i miei cari nella vita pre-sente per la conquista del Cielo » .

I nomi degli offerenti saranno raccolti ingrossi album, che verranno collocati in ap-posita cappella votiva nel Santuario : potrannoessere registrati anche i nomi dei cari defunti .

Per essi fin d'ora il nostro Rettor Maggioreapplica ogni martedì la santa Messa, checelebra all'altare di San Giovanni Bosco: equando il Santuario sarà costruito, verrà ce-lebrata una Messa settimanale perpetua almartedì .

AIl Santuario di Maria Ausiliatriceiniziato da Don Bosco nel 1862

tII Santuario di San Giovanni Boscoiniziato dai suoi figli nel 1962 187

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Il problema della scuolaalla consulta dell'apostolato dei laiciAll'ultima riunione plenaria della Consulta generale dell'apostolato dei laici, èintervenuta come al solito la nostra Terza Famiglia con i suoi due rappresentanti,ecclesiastico e laico. Vi si trattò il problema della Scuola nel suo duplice aspetto, reli-gioso e civile, vale a dire nella legislazione e dottrina della Chiesa e nella formulazionegiuridica della Costituzione italiana. E fu approvato il seguente ordine del giorno :

I Dirigenti delle novantaOpere Cattoliche, che, sulpiano nazionale, fanno partedella Consulta generale del-l'apostolato dei laici, riunitiin adunanza plenaria il 16marzo 1962, riaffermando laloro filiale e incondizionataobbedienza alla dottrina ealla direttiva della* Chiesa inmateria di educazione e discuola,

ricordanoil dovere grave che i genitorihanno di curare " l'educa-zione sia religiosa e moraleche fisica e civile della prole "(Can. 1113) in conformitàalle citate disposizioni delDiritto Canonico, al costantemagistero della Chiesa e, inparticolare, alle recenti au-guste parole del Sommo Pon-tefice Giovanni XXIII, pro-nunciate il 9-7-1961, nell'u-dienza concessa all'A.LM.C .,e al Messaggio indirizzatoali'— Office International del'Enseignement Catholique "del 31 dicembre 1.959, inoccasione del trentennio dellalettera Enciclica " Divini il-lius Magistri " (" Lo dichia-riamo senza esitare: questodocumento capitale non haperduto nulla della sua at-tualità . Oggi come ieri, la

Chiesa afferma solennementeche i suoi diritti e i dirittidella famiglia in questo camposono anteriori a quelli delloStato, e vuole scuole in cui siainculcata, da maestri di so-lide convinzioni, la concezionecristiana della vita, e in cuitutto l'insegnamento sia datonella luce della Fede" ) ;

constatanoche la Costituzione della Re-pubblica italiana :a) ha instaurato in Italia loStato democratico, solenne-mente impegnato a ricono-scere e garantire a tutti icittadini —i .diritti inviolabilidell'uomo, sia come singolo,sia nelle formazioni socialiove si svolge la sua perso-nalità " (art. 2 della Costi-tuzione italiana) ;b) ha riconosciuto e riaffer-mato il "dovere e dirittodei genitori " a "istruire eeducare i figli " (art. 30),assumendo in pari tempol'obbligo di agevolare " conmisure economiche e altreprovvidenze la formazionedella famiglia e l'adempi-mento dei compiti relativi "(art. 31), di " assicurare aglialunni di scuole non stataliun trattamento scolasticoequipollente a quello degli

alunni di scuole statali "(art. 33) e di provvedere,per almeno otto anni, al-l'istruzione inferiore " obbli-gatoria e gratuita ", nonchèall'accesso fino ai più altigradi degli studi dei " capacie meritevoli ", anche se prividi mezzi, col proposito direndere effettivo questo di-ritto (art . 3 ) ;

confidanoche nella legislazione ita-liana, in materia di educa-zione e di scuola, sianosempre tenuti presenti i prin-cìpi e gli impegni sopra ri-cordati. e

chiedonoche siano resi effettivamenteoperanti tali riconoscimenti,atti ad assicurare all'Italiaun vero pluralismo scolastico,garantendo ai genitori, agliallievi e ai docenti la liberascelta della scuola, a paritàdi condizioni, anche finan-ziarie .Tale principio, che vale perla scuola di ogni ordine egrado, postula urgente appli-cazione nel campo dell'istru-zione inferiore " obbligatoriae gratuita ", da impartireper almeno otto anni .

L'INGRESSO DEL CARDINALE SALVA IN SANTIAGO (CILE)(dall'alto) Il Cardinale acclamato dalla folla schierata su un percorso di 10 chilometri . • Uno dei 20 archi - quellodei Salesiani - innalzati lungo il percorso .

• Il Porporato, preceduto dai Vescovi cileni, entra nella Cattedrali .

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Sei grandi bandiere garrivano dinanzi alportale della Basilica di Maria Ausiliatrice,la mattina del lunedì di Pasqua, 23 aprile,mentre la piazza antistante fioriva nei vivacicolori rossi e bianchi dei giovani pellegriniche dalla Francia, dal Belgio e dalla Svizzeraerano confluiti a Torino per il loro pellegri-naggio a San Domenico Savio .

Accolto dall'entusiasmo dei ragazzi, giunsesulla piazza il Rettor Maggiore, accompagnatodagli Ispettori della Francia e del Belgio :Don Berichel di Parigi, Don Le Boulch diLione e Don Coenraets del Belgio meridionale .

Dalla scalinata della Basilica il RettorMaggiore porse ai giovani pellegrini il cor-diale benvenuto di Don Bosco ; quindi sispalancarono i grandi battenti del tempio ei giovani entrarono .

Il pellegrinaggio aveva un tema ideale dasvolgere: i Sacramenti. Se Domenico Savioera diventato un santo, lo si doveva ai Sa-cramenti, al Battesimo e alla Cresima cheavevano fatto di lui un cristiano e un mili-tante, alla Confessione e Comunione che ave-vano irrobustito e alimentato la vita diGrazia. I giovani pellegrini venivano ad ap-profondire il loro amore a Domenico Savio,nei luoghi che videro fiorire la sua santità,rivivendo i momenti del suo e del loro Bat-tesimo e Cresima, Confessione e Comunione .

Per questo la funzione che aprì le celebra-zioni fu proprio un Battesimo . Quandotutti ebbero preso posto, avanzò dal fondodel tempio un breve corteo : S. E . Mons .

sur les pas de I)oxni_nique

Piérard, Vescovo di Chàlons-sur-Maree emembro della Commissione Episcopale peri Movimenti giovanili in Francia, che pre-siedeva il pellegrinaggio, introduceva nellaChiesa un giovane vietnamita, Fran~oisMeya, di diciotto anni . Il giovane avanzòfino all'altare maggiore, ornato di bandiere•

splendente di luci: il dialogo fra il Vescovo• il battezzando si svolse a voce alta, infrancese, afinchè tutti comprendessero ilgrande significato delle affermazioni di fede• delle rinunce che il Battesimo esige : quindisul capo del giovane scese l'acqua battesimale .Mons . Piérard illustrò ai pellegrini il signi-

ficato profondo del misterioso Sacramento,il senso vivo dell'inserzione nella Risurre-zione di Cristo, per iniziare una vita nuova .

Rivestito di una bianca veste, il giovanevietnamita, con il cero acceso nelle mani,assistette quindi alla Messa celebrata dalRettor Maggiore . Alla Comunione le balaustresi affollarono di giovani profondamente rac-colti: si erano preparati per mesi al loropellegrinaggio con sacrifici e mortificazioni,ed ora sentivano tutta la gioia di potersicomunicare là, vicino a San Domenico Savio .

A piedi verso Mondonio

Il 2 aprile, martedì di Pasqua, si annunciòcon una mattinata piena di azzurro e di sole .Un lungo corteo di pullman portò i gio- 191

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vani pellegrini attraverso Riva di Chieri, eSan Giovanni, i paesetti in cui DomenicoSavio nacque e fu battezzato ; a CastelnuovoDon Bosco, nella chiesa parrocchiale, nellaquale Domenico ricevette la Cresima .A ricordare questo avvenimento, il gio-

vane vietnamita venne cresimato da S . E .Mons. Giacomo Cannonero, Vescovo di Asti .

Semplice e cordialissima fu l'accoglienza chei castelnovesi riservarono ai giovani pellegrini .Veniva ora uno dei momenti più signifi-

cativi del pellegrinaggio . A piedi i giovaniavrebbero percorso, pregando, la strada tantevolte percorsa da Domenico ragazzo daCastelnuovo a Mondonio . Non siamo venutida turisti ma da pellegrini, era lo slogan lan-ciato fra i giovani. Ed essi dimostrarono diaverlo compreso a fondo .

I gruppetti si snodarono lungo la stradache serpeggia fra le vallette verdi . Conl'aiuto di cartelli indicatori potevano farriferimento al loro libretto-guida, che pre-sentava per ogni cartello un episodio dellavita di Domenico.

Alcuni ragazzi, per spirito di mortifica-zione, si erano tolte le scarpe e camminavanoa piedi scalzi, pregando : probabilmente avràfatto così anche Domenico, più di una volta .Giunti a Mondonio, i gruppetti si diri-

gevano verso uno dei luoghi consacrati dallapresenza del Savio, nei quali erano statieretti altari per la santa Messa . II sole era altoe scottante, ma i ragazzi non diedero cenno distanchezza: nel ricordo del loro grande amicoe modello, pregarono e si comunicarono,mentre i buoni abitanti di Aloudouio resta-

vano edificati dal senso di pietà e di racco-glimento di quei giovani pellegrini .

Dopo il pranzo al sacco, il pellegrinaggioproseguì a piedi verso Murialdo e il ColleDon Bosco .

La casetta di Don Bosco, i lavori del San-tuario, i laboratori delle arti grafiche furonole tappe della visita al Colle . E infine unpo' di allegria : si disputò la Coppa Dome-nico Savio con una serie di incontri spor-tivi fra le tre nazioni .

Intanto il cortile dell'Istituto assumevaun aspetto insolito per la serata celebrativasotto le stelle : sullo sfondo era stato erettoun grande palco, mentre il cortile si trasfor-mava in platea per i 1600 pellegrini, i gio-vani del Colle e le numerose personalitàinvitate. Con S. E. Mons. Piérard era pre-sente il Rettor Maggiore .A una prima parte, musicale e folclori-

stica, successe quella centrale della serata : la«Jeu de Dominique », uno spettacolo di con-cezione moderna, scritto da P . Garnier, incui venivano presentati gli episodi salientidella vita di Domenico Savio, interpretati daigiovani seminaristi di Neuvy-sur-Barangeon .Al pellegrinaggio infatti prendevano partevarie rappresentanze dei Seminari minori fran-cesi, nei quali Domenico Savio sta riscuo-tendo crescenti simpatie .

All'aprirsi del « Jeu », la vasta plateapiombò nell'oscurità più assoluta : solo, dal-l'alto, occhieggiavano le stelle . Dagli altopar-lanti si alzò dolcissima la voce di un ragazzoche intonava l'Alleluja pasquale . E mentreil coro di voci bianche riprendeva il tema,

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cominciarono a sfilare sul palco, seguiti dalfascio di luce azzurra di un riflettore, setteragazzi nelle vesti bianche dei piccoli cantori .Un coro che avrebbe commentato, con cantiliturgici appropriati, lo svolgersi dei variepisodi, portati sulla scena .

La vita del giovane santo passò così di-nanzi agli spettatori con ricchezza di movi-menti, in un susseguirsi rapido e brillante disequenze che si conclusero nel grandiosofinale, quando alla solennità dei cori si ag-giunse il festoso accendersi di fantasiosifuochi pirotecnici, che riversarono cascatedi luce dalle torri e accesero il cielo di iri-descenti corolle .

Davanti all'Urnadi Domenico Savio

Al pellegrinaggio avevano preso parteparecchie centinaia di giovani soci delleCompagnie della Gioventù Salesiana e degliAmici di Domenico Savio . Nella mattinatadel 25 essi si raccolsero nei due teatri diValdocco, per un incontro fraterno . Don LuigiPilotto, Ispettore della « Subalpina », presie-dette il raduno .

Una solenne cerimonia chiudeva la matti-nata: nel presbiterio della Basilica di MariaAusiliatrice era stata trasportata l'Urna diSan Domenico Savio e dinanzi ad essa, circon-data dalle bandiere delle varie nazioni, fe-cero la loro promessa alcuni gruppi di Socidelle Compagnie e di Amici di Domenico

Savio . Con questo ultimo tocco, la santitàdi Domenico Savio riceveva la sua comple-tezza: Domenico infatti è il fondatore, in-sieme con Don Bosco, di quelle Compagnieche oggi si allineano agli altri movimentidell'Apostolato dei Laici . E questo trattoconferisce alla sua figura una caratteristicadi modernità anche nel settore dell'apostolatoorganizzato .

Nel pomeriggio i giovani si riunirono nelteatro di Valdocco per una seduta di frater-nità internazionale di tipo ricreativo .

Prestava servizio d'onore la banda dell'Ora-torio San Luigi, mentre il coro di voci bianchedell'Istituto San Giovanni si esibì in alcunicori di alto livello artistico .

Giunse il momento di congedarsi da Do-menico Savio e da Valdocco . Mentre nel cor-tile dell'Oratorio affluivano i vari gruppiper la partenza, accadde un grazioso episo-dio: un gruppo di giovani si dissero : « Perchènon facciamo un'ultima serenata a DonBosco? » e, prese le chitarre, si portaronosotto il monumento del cortile interno diValdocco e, per l'ultima volta, cantarono aDon Bosco le loro canzoni più belle .

E sarebbero rimasti lì a cantare ancora alungo se gli altoparlanti non li avessero ri-chiamati in Basilica per la veglia di addio .La vollero solenne e sentita, come un grandeinno di riconoscenza a Dio e a Don Bosco .

Poche ore dopo il treno speciale partiva trai cori e gli applausi dei giovani, felici peraver trascorso accanto a Domenico Saviogiornate tanto piene e pelle .

Yorinu - I pellegrini Irancesi,belgi e svizzeri davanti allaBasilica di Maria Ausiliatrice,mentre parla il Rettor Maggiore . 193

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el 19 un grande uomo d'affari dellacittà di Aleppo, il sig . Georges Elias Salem,ebbe l'ispirazione di costituire una Fondazionecon lo scopo di venire in aiuto alla gioventùpovera. Fu allora che l'arcivescovo greco-cattolico, S . E. Mons . Isidoro Fattal, che tantointeresse aveva mostrato per i problemi delmondo operaio, gli suggerì l'idea di aprire unascuola professionale, clic preparasse i tecniciper il futuro sviluppo industriale della patria .i n un ambiente moralmente sano e tale da assi-curare loro una solida formazione cristiana .

La morte ne troncò la preziosa esistenza .Tuttavia nel suo testamento lasciava allaFondazione una parte della sua fortuna, affi-dando a Mons. Isidoro Fattal e alla consorte,signora Matilde Salern, il compito di realiz-zare la grande opera . Ed è soprattutto permerito di questa insigne Cooperatrice che iSalesiani poterono iniziare la loro azione apo-stolica nella Repubblica siriana .Nel 19 6 la signora Matilde Salern visitò

le due scuole salesiane del Cairo e di Ales-sandria d'Egitto, interessandosi specialmentedelle due sezioni professionali. Ne rimase en-tusiasta e piena di ammirazione per i risultatiche vi si ottenevano e fu in seguito a questevisite che decise di affidare ai Salesiani ilnuovo Istituto professionale di Aleppo .

La Scuola professionale « Georges Salem »iniziò i corsi nell'ottobre del 19 8. Furonoumili inizi, seguiti da anni difficili, durante i

18 quali non mancarono difficoltà che impedi-

STRAORDINARIA FIGURADI COOPERATRICESALESIANA

rovo un rapido sviluppo della nuova opera .Sembrava che la necessità di una scuola pro-fessionale non fosse ancora sentita, causa laprevalenza data al commercio, all'impiego eall'artigianato .

• *La signora Matilde Salem, « mamma » del-l'opera salesiana di Aleppo, era una persona-lità di primo piano, spiccatissima, e aveva untratto semplice e signorile ad un tempo cheincantava e lasciava un'impressione profondain chi le avesse parlato anche una sola volta .Questa creatura d'eccezione, che pareva avesseincarnato in sè l'ideale della matrona romana,possedeva una dovizia di doti umane che lepermetteva di attendere ad una molteplicitàdi opere sociali e assistenziali, senza pregiu-dizio per alcuna di esse . Era Presidente dellasezione femminile della Croce Rossa . Colla-borò per alcuni anni anche nel Comitatoantitubercolare con la sua forte capacitàorganizzativa . Fu Presidente della sezionefemminile della Società dei Catechismi, orga-nizzazione che in questa città riveste un carat-tere particolarmente impegnativo, prestandosia preparare i bambini e le bambine alla PrimaComunione. S'interessò molto per attrezzareuna colonia per bambini e bambine poveredella città, sostenendo generosamente questautilissima opera assistenziale . Si addossò lacura della suppellettile e della biancheria divarie chiese di Aleppo, che essa lavava, stiravae rimandava a destinazione, stimando questolavoro un grandissimo onore .

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• Ma l'Opera del suo cuore, quella in cui pro-fuse senza misura i tesori di bontà che rac-chiudeva nel suo animo, fu la Scuola profes-sionale . Per questa scuola, che amò con l'amoredi una madre per la sua creatura, ella sacrificòle sue sostanze, le sue forze e infine la sua esi-stenza. Negli ultimi giorni di vita, quando ilsuo organismo era ormai devastato dalla ma-lattia, essa restava indifferente a tutte le no-tizie riguardanti i suoi beni . Ma quando le siparlava della Scuola « Georges Salem » e udivail bene che colà si faceva alle anime, si ripren-deva all'improvviso, gli occhi le brillavano inuno sforzo estremo di concentrazione e tornavaa rianimarsi, come se sentisse sgorgare inte-riormente un fiotto di quella vita che svaniva . . .

Essa nutriva una grandissima ammirazioneper S. G. Bosco e i suoi figli li chiamava conorgoglio « i miei Salesiani » : per essi avevacure e attenzioni più che materne . Amavamaternamente i giovani, specialmente poveri .Nonostante i suoi gravi impegni, trovavatempo per venire a rammendare e stirare iloro abiti, insieme con altre signore dell'altasocietà aleppina .

• Il segreto di tutta la sua attività apostolicava ricercato nella profondità e nella soliditàdella sua vita spirituale . Non nacque santa,lo divenne. Quando iniziò quell'ascesa meravi-gliosa che doveva portarla in brevissimo tempoad un alto grado di santità, partiva da unaquota spirituale modesta. Aveva i suoi difetti .Ma quando cominciò a gustare la felicità del-l'amar Dio e del servirlo nel prossimo e com-prese la missione a cui i1 Signore la chiamava .rispose con quella ge-nerosità che caratte-rizza le anime grandi .A poco a poco sistaccò da tutto . Essa,la donna del graninondo, rinunciò atutte le vanità ter-rene, allo splendoredell'oro, delle vestipreziose, dei monili .Vide in essi una va-nità e comprese chela vera bellezza èquella dell'anima .Nell'anno mariano

195 la devozione alla

Aleppo (Siria)S . l'Arcivescovo Mas-simo IV visita il laboratoriodi meccanica della Scuola« G . Salem ». Alla suasinistra la signora Salem .

Vergine Immacolata trovò nella signora Ma-tilde Salem un fervente apostolo . Accolse conentusiasmo l'idea di una peregrinatio Mariaenelle famiglie di Aleppo ed ebbe grande parte inquesta manifestazione mariana, che segnò untrionfo della Madonna e della grazia di Dio inmolte anime. Divenne in seguito l'apostolodella devozione alla Vergine di Fatima .Fu essa che per prima iniziò ad Aleppo lapratica del Primo sabato del mese, con assi-stenza alla santa Messa, comunione e recitadel Rosario meditato . Alla sera di questogiorno riuniva nella sua abitazione ai piedidi una bellissima statua della Vergine di Fa-tima i suoi familiari ed amici per un'ora di ri-parazione, pregando per l'unione dei cristianie la conversione della Russia .

Aveva uno zelo ardente per le vocazioni re-ligiose e sacerdotali. Una delle più grandi con-solazioni della sua vita fu il vedere un allievodella nostra scuola professionale entrare a farparte della Congregazione salesiana . Avevauna stima grandissima del sacerdozio . La san-tificazione del clero divenne uno dei pensieridominanti degli ultimi anni della sua vita,che la spinse a far parte dell'Opera dell'AmoreInfinito .

• 1n questo clima di altissima spiritualità edi profonda vita interiore, il Signore l'andavapreparando al supremo sacrificio con la sof-ferenza. Quando i medici le annunciaronoche era necessario un intervento chirurgico,la sua prima reazione fu questa : « Mio Dio,vi ringrazio ». Nella sala operatoria le sueultime parole prima di perdere la conoscenza

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furono ancora : « Mio Dio, vi ringrazio » . Lasua lunga agonia durò quasi due anni . Ellache aveva domandato spontaneamente al Si-gnore la sofferenza, non domandò mai la gua-rigione. Durante i momenti di maggior sof-ferenza, usciva in espressioni come queste :« Io desidero ardentemente di andare incielo . . . Ve ne prego, non domandate più alSignore la mia guarigione, non parlatemenepiù . . . Parlatemi della vita eterna, dell'amoredi Dio . . . Io liti offro vittima per la santifica-zione dei sacerdoti . . . Il soffrire passa, i meritirestano » .Bisogna credere che il Signore l'abbia dav-

vero esaudita e che l'abbia fatta parteciparealla sua agonia, poichè in certi momenti disofferenza più acuta le sfuggiva questa espres-sione: « Mi trovo accanto a Gesù nella suaagonia . . . ». Ed è per questo desiderio di re-stare presso di Gesù, sulla croce, che rifiutavacalmanti che potevano diminuirle lo spasi-ino. Un'ora prima di morire domanda unapuntura per lenire il dolore divenuto in-sopportabile ; ma subito si riprende dicendo :«Ma perchè non accettare tutta la volontàdi Dio? . . . » .

• Morì il 27 febbraio 1961 . Ai suoi funeralila città tutta parve commuoversi . Una follafittissima, mai vista in simili occasioni, si

assiepava ai lati delle strade percorse dalcorteo funebre . Dietro la bara, portata daglialunni della scuola professionale, seguivano ilGovernatore e il Sindaco della città, il Co-mandante dell'Armata della Siria nord congli alti ufficiali dell'esercito, i grandi magi-strati, gli avvocati, i medici, i direttori dellebanche, i grandi uomini del commercio, del-l'economia e del lavoro, i presidenti dei Sin-dacati, delle Società di beneficenza . . . Davantialla bara incedevano cinque vescovi e arcive-scovi dei vari riti cattolici . Erano presentianche tre vescovi ortodossi, cosa mai avve-nuta prima di allora nella storia della città .

• La sua salma riposa nella piccola cappellasepolcrale della Scuola . Dalla sua morte ètrascorso più di un anno, ma la sua dolce im-magine materna è rimasta indelebilmente scol-pita nel cuore di tutti . La sua tomba è sempreprofumata di fiori, che mani gentili depongonoin segno di riconoscenza; i bambini che vipassano davanti si fanno devotamente il segnodella croce, mormorando una preghiera .

Essa aveva offerto al Signore la sua vitaper lo sviluppo dell'opera . Il sacrificio fu ac-cettato. In questi due ultimi anni la Scuola« Georges Salem » ha conosciuto un'espansionemeravigliosa, che non si sarebbe potuta uma-namente prevedere . Gli allievi che la frequen-

tano raggiungono que-st'anno la cifra di 390,divisi nelle sezioni dimeccanica, elettrotec-nica, elettronica e sar-toria. Furono apertinuovi laboratori, fu-rono ampliati e me-glio attrezzati quelliesistenti, cosicchè lascuola si avvia a di-ventare la Scuola pro-fessionale pilota dellaSiria e il centro piùimportante di forma-zione professionale nelMedio Oriente . Vienespontanea alla mentela parola di Gesù : « Seil grano di frumentonon cade per terra enon muore, esso restasolo; se muore, portamolto frutto » .

Aleppo (Siria) - Un mo-mento dei grandiosi fu-nerali della Cooperatricesalesiana Matilde Salem .

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ILNOSTROPELLEGRINAGGIO

Mentre giunge questo nu-mero del Bollettino, ilgrande Pellegrinaggio deiCooperatori a Roma e aPompei è in pieno svol-gimento. Poiché vi parte-cipano in ispirito anchetutti gli altri Cooperatori,pensiamo fare loro cosagradita pubblicando lalettera con cui il Reve-rendissimo Rettor Mag-giore apre la « Guida delPellegrino » . Essa rivelalo spirito e le finalità dellagrandiosa manifestazione .

Pellegriniamo a Roma e a Pompei per propiziare le divinebenedizioni al II Concilio Ecumenico Vaticano, che si apriràl'11 ottobre prossimo. Pellegriniamo con quell'ardore di fedee di filiale devozione al Papa che Don Bosco ha lasciato ineredità alla sua triplice Famiglia spirituale .

Sua Santità Giovanni XXIII hadefinito Don Bosco « sacerdote ro-mano », perchè il cuore e la mentedel nostro Santo Fondatore erano

sempre orientati verso Roma. Infatti negli ultimi 30 anni dellasua vita egli vi pellegrinò ben venti volte . Particolarmenteattiva e prolungata fu la sua permanenza nell'Urbe durante ilConcilio Vaticano I . In quel solo periodo l'angelico Pio IX lovolle quattro volte in udienza privata .

Anche i Cooperatori Salesiani, veri figli spirituali di Don Bosco,sentono irresistibile il richiamo di Roma e perciò amano farlamèta dei loro pellegrinaggi nazionali . Tutti ricordiamo con emo-zione quelli del 1932 e del 1959. Un pellegrinaggio nazionale alcentro della cattolicità nell'anno del Concilio Ecumenico nonpoteva mancare: e avrà il suo degno coronamento ai piedi di MariaSantissima nel Santuario di Pompei .

Il programma di queste sante giornate - con le tre Messecomunitarie, l'udienza pontificia e la consacrazione alla Madonna -è tutto ispirato alle tre devozioni tipicamente salesiane : l'Eucari-stia, l'Ausiliatrice e il Papa .

Mentre a Roma e a Pompei impegneremo la materna assistenzadi Maria Santissima, «Ausiliatrice dei Cristiani e Ausiliatricedei Vescovi », sui lavori del Concilio, formuleremo i più efficacipropositi di realizzare in noi e attorno a noi le deliberazioni conci-liari, per essere parte viva della « primavera cristiana » preannun-ciata da Pio XII e inaugurata sotto i nostri occhi da Giovanni XXIII .

Itoma - 1 Cooperatori partecipanti al pellegrinaggio del 1959 ascoltano la santa Messa nella Basilica vaticana . 197

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Convegno Decurionidel Lazio

La presenza del novelloCardinale salesiano Raúl Sil-va e del_ Rettor Maggiore hacontribuito a dare al Con-vegno di Roma una impor-tanza tutta )articolare . Trai convenuti si notavano S . E .Mons. Biagio Budelacci, Mons .Prosperini, Mons . Lannutti,Mons. Fagiolo e altri distintiecclesiastici .

Don Adolfo L'Arco svolseil tema : Attualità dell'Ora-torio per la sulvezza dellagioventù. « II giovane di oggi- affermò - è certamentepiù provveduto quanto alcibo, al vestire, alle comoditàdella vita, di quanto nonlo fosse ieri . Ma saziata lafame del corpo, si è fattapiù lancinante quella dellospirito . Il giovane si sentesolo e non amato . La famiglia,il calore dell'affetto non sem-pre glielo dà . La scuolanon sempre supplisce la fa-miglia come dovrebbe e nep-pure collabora con essa. Restaallora il sacerdote, unico aprovvedere a questi giova-netti. L'Oratorio diventa unaprovvidenza e una necessitàper la parrocchia .

Circa il problema del per-sonale dell'Oratorio, il De-legato ispettoriale presentònell'Unione dei Cooperatoriuna soluzione di esso e in-vitò a vedere in loco alcuneesperienze di Cooperatori alservizio di un oratorio .

1l Rettor Maggiore parlòa lungo, rilanciando il gridodei suoi predecessori: Sul-riamo la gioventù, special-

ì98 mente con gli Oratori!

Una bellainiziativa

In provincia di Ferrara,nella rossa Emilia, si trovail piccolo paese di Correggiodi Baura di circa mille anime .Il comunismo e l'empietàvi hanno fatto scempio ditante anime, specie giovanili,che vivono lontane dallalegge del Signore . Il parroco,unico a difendere il « frontedi Dio » in quella terra,vive in estrema povertà .

I Cooperatori del CentroIspettoriale di Roma hannorisposto subito di sì al suoappello e hanno deciso di« adottare » spiritualmente laparrocchia di Correggio diBaura, e mediante i lororisparmi e sacrifici offrirequanto è necessario : nel set-tore catechistico, per inse-gnare la verità ; nell'Oratorioparrocchiale, per attirare igiovani ; nell'arredamento dellachiesa, per il decoro dellefunzioni .

Con il denaro che raccol-gono acquistano Vangeli, ca-techismi, filmine, giuochi, ar-redi sacri, fanno abbona-menti alla stampa cattolica-e comprano premi per i piùassidui al catechismo .

Soprattutto poi con lapreghiera mostrano la lorosolidarietà con il parroco ei non molti ma ferventicattolici di Correggio .

Ci auguriamo che l'ini-ziativa, quanto mai bella eattuale, ne susciti altre delgenere, che servano a dareai parroci, che lavorano inzone moralmente depresse,la sensazione di non esseresoli nella dura lotta contro leforze del male .

Incontro di Cooperatori'Insegnanti

A Milano il prof. AldoAgazzi, dell'Università Cat-tolica, la domenica 25 marzo,parlò a 130 insegnanti sii]tema : L'Insegnante cristianodi fronte al programma sco-lastico .L'incontro, promosso dal

Consiglio Ispettoriale Coo-peratori Salesiani di Milano,volle essere un «paragrafodella campagna annuale dellamoralità» per l'incrementodel senso di responsabilità emoralità professionale che de-ve avere ogni buon educatore .Moralizzando il lavoro edu-cativo, si porta il primo epiù efficace contributo alprogresso umano, civile ecristiano della famiglia edella società . E quanto sipossa fare in questo settorel'aveva dimostrato l'esito po-sitivo di alcuni incontri pre-cedenti di insegnanti, chesi erano proposti di studiareinsieme come nello svolgi-mento delle lezioni si possanosapientemente insinuare sen-timenti di bontà e di rispettoper i valori umani e cristiani,trasformando la scuola inefficace palestra educativa eformativa .

Il prof. Agazzi, nel pre-sentare una visione cristianadell'insegnamento, ha dettotra l'altro: « Il programmava scientificamente e auten-ticamente inquadrato in unavisione cristiana della vita .La storia, ad esempio, si puòpresentare in tanti modi espiegare attraverso concezionianche errate e arti-cristiane » .

L'oratore poi non ha vo-luto chiudere la sua inte-ressante conversazione senzarender omaggio ai motiviche Don Bosco ha tradottonella realtà educativa, sin-tetizzati nel trinomio : ra-gione, religione, amorevo-lezza, come spirito e meto-dologia della scuola .

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Il Cile accoglie il suo secondo CardinaleUn ricevimento trionfale e pieno di affetto

come poche volte si è visto nella Capitalecilena, fu quello offerto al Cardinale RaúlSilva al suo ritorno dalla Città Eterna .

Al suo arrivo all'aeroporto si trovaronoad attenderlo il Presidente della RepubblicaS . E. Jorge Alessandri Rodriguez con tuttii Ministri, il Nunzio Apostolico Mons. Gae-tano Alibrandi, quindici Arcivescovi e Ve-scovi, il Corpo Diplo-matico, i Presidenti delleCamere dei Deputati edei Senatori con moltis-simi parlamentari, l'eser-cito, l'aviazione e la ma-rina con i loro supremicomandanti e numerosigenerali e ufficiali, e icapi di tutte le istitu-zioni pubbliche e private .

Il primo saluto lo ri-cevette dal Presidentedella Repubblica il quale,abbracciandolo, gli pre-sentò l'omaggio ufficialedel Governo e di tutti iCileni, mentre la Guardiad'Onore dell'aviazionesuonava l'inno nazionalee presentava le armi .Dopo aver salutato

tutte le autorità, salì sudi una macchina apertae iniziò il percorso versoil centro della città, lungodieci chilometri e assiepato da una moltitu-dine ininterrotta. Al passaggio dell'auto cheavanzava a passo d'uomo, era salutato conmolto affetto dalle forze cattoliche schierate eda tutto un popolo, che sventolava bandierinepontificie e nazionali e bianchi fazzoletti .Il Cardinale, in piedi, rispondeva commossoa tanto entusiasmo .

Alla Famiglia Salesiana era stato riservatotutto un isolato. Dominava il grande corso

un bellissimo arco trionfale, uno dei ventiche si ammiravano lungo il percorso del corteo .Si erano radunati 5000 ragazzi dei nostricollegi di Santiago e dintorni con le lorobande musicali . Il Cardinale non potevatrattenere la commozione al pensiero cheparecchi di quei giovani ancora tre anniprima lo chiamavano « Padre direttore » .

A metà percorso il corteo si fermò percliè

Santiago (Cile) - Il Presidente della Repubblicabenvenuto al Cardinale Silva .

porge a nome della Nazione il

il Cardinale doveva essere dichiarato figlioillustre di Santiago. Appena Sua Eminenzascese dalla macchina, i huasos (contadini incostume) si tolsero i chainantos (specie disciarpe multicolori) e li stesero per terra perchéservissero di tappeto . Il Cardinale non volevapassare, ma essi lo persuasero dicendo chequello era un omaggio al Cardinale degli umili . . .

Si procedette quindi alla proclamazionedella cittadinanza onoraria con medaglia l'o

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d'oro e pergamena . Il Sindaco disse : « Inquesto momento si dovrebbero evocare leparole di Zaccheo, il pubblicano, nel ricevereGesù: oggi la benedizione del Signore è scesasu questa città, perchè tutta la cittadinanza,senza distinzione di credenza e di opinioni,vede nella vostra alta investitura una espres-sione di spiritualità». Due bimbe gli offri-rono due mazzi di fiori : uno di rose e l'altrodi orchidee rosse, il fiore nazionale . SuaEminenza rispose : « L'alta dignità in nessunmodo è dovuta alla mia persona . Il SantoPadre ha voluto onorare il mio carissimopopolo, la santità del nostro Clero, l'umiltàdei nostri operai. Il Cardinale è vostro, vostraè la dignità che porto e che mi obbliga adarmi tutto e per sempre al vostro servizio » .

Il corteo riprese la sua marcia trionfale,che fu una gioia per i fanciulli e per la genteumile. Tutti gridavano: « Evviva il Cardi-

200Lima (Perù) - La Basilica di Maria Ausiliatrice,una delle chiese più grandi e frequentate della capitale .

nale della carità! ». E i poveri: « Evviva ilnostro Cardinale! » .

Giunto al palazzo arcivescovile, salì sulbalcone e ascoltò il benvenuto del Presidentenazionale dell'Azione Cattolica, che affermòtra l'altro : « La porpora non vi allontanadal vostro popolo, ma con essa lo abbracciatemeglio. Noi siamo una famiglia che vuoleunire la sua vita a Cristo, e voi siete il ponteche unisce il Cielo alla terra, l'uomo con Dio » .Al popolo che gremiva ogni angolo della

piazza Sua Eminenza rivolse ancora la suaparola di padre : « Sapete che il vostro Pa-store vi ama. Abbiamo un bel compito darealizzare insieme : portare tutte le anime aCristo». E illustrò il suo programma, affer-mando che un popolo diventa veramentegrande solo quando vi regna la giustizia, laverità e la carità. Concluse : «Quando micongedai dal Santo Padre, che tanto vi ama,

mi disse : Andrai alla tuaterra e sarai padre dei ricchie specialmente dei poveri . Eper questo sono qui » .Sua Eminenza impartì

quindi la benedizione al-l'immensa folla, che la ri-cevette in ginocchio . Nel-l'interno del Duomo seguìun solennissimo Te Deum .

Nuova Basilicadi Maria Ausiliatrice

Con Breve Apostolico del25 marzo u . s. Sua SantitàGiovanni XXIII ha confe-rito il titolo di Basilica allachiesa di Maria Ausiliatricedi Lima, capitale del Perù.

Tra le migliaia di chiese ecappelle dedicate alla Ver-gine Ausiliatrice dalla Fa-miglia Salesiana alcune sonogià state insignite della di-gnità di Basilica. Prima fratutte la Basilica di Torinonel 1911, quella di BuenosAires nel 19 2, poi quelladi Niteroi nel 1950 ed oraquella di Lima .

La nuova Basilica di MariaAusiliatrice a Lima fu co-struita per essere un monu-mento religioso-patriotticodi tutta la Nazione peru-

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viana a ricordo del centenario dell'indipen-denza politica (1821-1921) . L'iniziativa fudei Salesiani, ma tutti i Vescovi approvarono• benedirono ampiamente questa idea, edil popolo di tutto il Perù, incoraggiato daiVescovi, cooperò con le elemosine ad innal-zare questo monumento, vero santuario na-zionale a Maria Ausiliatrice .

Fu inaugurato dal Legato del Papa alle festecentenarie dell'indipendenza nazionale delPerù, con assistenza del Presidente dellaRepubblica . Tutta la Nazione offriva a Diol'omaggio della pubblica riconoscenza e simetteva sotto la speciale protezione dellaVergine Santissima, invocata come Ausilia-trice dei cristiani .

La chiesa è tra le più grandi di Lima• sorge nel centro della città moderna edell'opera salesiana .

La divozione a Maria Ausiliatrice è moltopopolare in tutta la città e Nazione . La nuovaBasilica è una delle chiese più frequentate diLima. Tutte le domeniche viene fatta latrasmissione radiofonica della santa Messaper le onde di « Radio Nacional ». La Novena• la festa sono un'apoteosi della popolareMadonna .

La Vergine Ausiliatrice salvò la città diLima durante il terremoto del 2 maggio 19 0 .Sua Eminenza il Cardinale Ferdinando Cento,allora Nunzio Apostolico a Lima, quel giornopontificava nella nostra chiesa al momentodel terremoto . Per questo l'Arcivescovo diLima chiese a Pio XII l'estensione della Festadi Maria Ausiliatrice a tutta l'Arclfidiocesi .

L'Episcopato del Perù il 2 maggio 19 9sottoscrisse una supplica collettiva alla SantaSede affinchè venisse estesa a tutta la Chiesala Festa di Maria Ausiliatrice, « come efficacerimedio alle necessità di questi calamitositempi » .

Degno di nota il fatto che un Padre fran-cescano, Luigi Torra, fu il primo propagan-dista dell'opera salesiana e di Maria Ausi-liatrice a Lima, sei anni prima dell'arrivodei Salesiani nel 1891 .

Oggi un altro degnissimo figlio di San Fran-cesco d'Assisi, il novello Porporato peruvianoSua Em. Giovanni Landazuri Ricketts, Arci-vescovo di Lima, tanto paterno con i Figli diDon Bosco, con S . E. il Nunzio Mons . RomoloCarboni ha ottenuto per l'insigne monumentomariano il titolo di Basilica Minore .La Nazione peruviana, come le altre

dell'America Latina, attraversa momenti dif-ficili, ma la sua grande fiducia nella VergineAusiliatrice non verrà delusa .

Centro di formazione professionaleSan Zeno

Il 12 aprile a Verona, presenti il RettorMaggiore e il Direttore Generale delle ScuoleProfessionali Salesiane, S . E. Mons. Carraro,Vescovo della città, benediceva la primapietra di una nuova opera per l'istruzioneprofessionale della gioventù, nel nome diSan Zeno, patrono della città e diocesi .

Verona - Posa della prima pietra del « Centro di formazione professionale San Zeno >, .Parla il Sindaco, prof . Zanotto .

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Il nuovo Istituto con la qualifica di « Centrodi formazione professionale », sta sorgendo sudi un'area di 5.000 metri quadrati, donatadall'Amministrazione Comunale, alla periferiadi Verona, di fronte al Forte San Zeno . Com-prenderà otto reparti con altrettante scuole permeccanici, elettromeccanici, motoristi, elettro-tecnici, radiotecnici, elettronici e chimici . Perquesto complesso sarà a disposizione una su-perficie coperta di 13.000 mq. suddivisa in ottocorpi di fabbrica, funzionalmente collegati traloro per servire alla complessa vita del Centro .Il corpo di fabbrica principale, a pianta cen-trale, sarà la chiesa ; l'ultimo edificio sarà lapalestra con l'attiguo campo sportivo .

La posa della prima pietra è stata inseritanel quadro delle celebrazioni del XVI cen-tenario di San Zeno . Nella Basilica il Vescovocelebrò il pontificale e disse l'omelia, nellaquale sviluppò un bel confronto tra San Zeno eSan Giovanni Bosco e rievocò con commozionela sua adolescenza passata nell'Oratorio diValdocco dove - disse - si sentiva aleg-giare in tutti e in tutto la grazia di Dio .

Subito dopo nella zona dell'erigendo Isti-tuto si è svolta la cerimonia della bene-dizione della prima pietra presenti te mas-sime autorità .

Prese quindi la parola il Sindaco per spie-gare lo spirito con cui l'AmministrazioneComunale ha donato l'area di terreno perquesta importante iniziativa salesiana : met-tere a disposizione di forze veramente pre-parate e impegnate un modesto aiuto mate-riale che torna di arricchimento didattico espirituale della città e provincia .

Il signor Don Ziggiotti concluse con espres-sioni di viva compiacenza e, additando ilForte di San Zeno posto a difesa della città,affermò che anche la nuova opera vuol essereuna difesa della vera civiltà e dei valorimorali della gioventù e della classe operaia .

Il Card . Traglia illustra a mille giovani

la dottrina sociale della Chiesa

La grandiosa e vibrante manifestazionegiovanile raccolse i numerosi intervenuti dap-prima nella Basilica lateranense, dove fe-cero ingresso solenne preceduti dai labari,sostando in riverente omaggio dinanzi al-l'Altare papale per il canto del Credo, e doveascoltarono la santa Messa celebrata presso latomba di Leone XIII accostandosi numerosialla Mensa Eucaristica .

Celebrò Doti Guido Borra, del Capitolo Supe-riore, in rappresentanza del Rettor Maggiore .Dopo l'omaggio al monumento al lavora-

tore cristiano, i giovani si raccolsero nell'AulaMagna del Pontificio Ateneo Antoniail,o, perla solenne assemblea commemorativa .Presiedeva Sua Em. il Cardinale Traglia,

a cui diede il saluto della famiglia salesianal'Ispettore Don Luigi Fiora, che volle riaffer-mare i sentimenti di fedeltà al Sommo Pon-tefice, pregando Sua Eni . di volersi rendereinterprete presso il Santo Padre dell'amoregrande che i giovani di Don Bosco nutronoper lui .

Il Presidente centrale della G.I.A.C ., dott .Silvio Bettocchi, parlò a nome dei fratellidella Gioventù Cattolica, esortando a fareopera comune per la difesa della dottrinadella Chiesa e in particolare, dei diritti cheessa ha nel campo della educazione e dellascuola .

La conferenza illustrativa fu tenuta daldott. Vittorio Vaccari, Segretario generaledella U.C .I .D., Cooperatore salesiano .Sua Em. il Card. Traglia, con slancio

entusiasmante, parlò ai giovani, applaudi-tissimo . Lesse il Messaggio dell'Augusto Pon-tefice, esortò tutti ad imitare i primi giovani

Roma - 1 mille giovani dei Circoli Salesiani convenuti per una giornata di studio

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di Don Bosco, che si distinsero per un attac-camento filiale al Papa, ed invitò allo studiodel documento pontificio, che deve divenirenorma di vita.

Infine consegnò ai presenti il testo dellaEnciclica .

Da 25 anni è scuola di santità sacerdotale

L'Istituto Teologico Salesiano (li Santiago«La Cisterna» (Cile) ha compiuto i suoiprimi cinque lustri di vita . In esso 300 Sa-lesiani del Cile, del Perù, della Bolivia e del-l'Uruguay si sono preparati al sacerdoziocon lo studio delle scienze divine e arric-chendo la loro anima di spiritualità salesiana .

Vari professori dell'Istituto hanno occu-pato contemporaneamente cattedre dell'Uni-versità Cattolica di Santiago . Ambìto rico-noscimento del livello culturale dell'Istitutoè stata la sua incorporazione alla Facoltàteologica della Pontificia Università Catto-lica di Santiago .

Notevole anche l'attività apostolica chei docenti salesiani esercitano in città e inparticolare nel grandioso Tempio di SanGiovanni Bosco annesso allo Studentato .Tra i suoi professori l'Istituto vanta il

nome di Sua Em. il Cardinale Silva, oggiArcivescovo della capitale, e S. E . Mons. Cari-dido Rada, Vescovo di Guaranda nell'Equa-tore; tra gli ex allievi, gli Ecc.mi Monsi-gnori Otoniele Alcedo, Vescovo di Ayacuchonel Perù, e Oreste Nuti, Vescovo di Canelonesnell'Uruguay. Presto lo Studentato occuperàla nuova sede, iniziata dal Cardinale Silva,in amena posizione ai piedi della CordiglieraAndina .

sulla dottrina sociale della Chiesa, assistono alla Messa nella Basilica lateranense .

II Presidente della Hepubblica d'Irlandavisita il Tempio di Don Bosco a RomaIn occasione della sua venuta a Roma per

la solenne udienza pontificia, quale signifi-cativo suggello del XV centenario della mortedi San Patrizio, il Presidente della Repub-blica d'Irlanda, S. E. Eamon De Valera,volle fare una visita al Tempio di San Gio-vanni Bosco .

Sul sagrato del Tempio erano ad attenderloil Direttore della Casa e tutti i Confratellie Sacerdoti studenti nelle Pontificie Univer-sità Romane, fra i quali quattro Salesianiirlandesi . Uno di essi lesse un breve indirizzodi benvenuto, poi il Presidente entrò nelTempio, accolto dalla note dell'Inno ponti-fici'), sostò iu preghiera dinanzi al Santissimo .qu_idi compì una breve visita alla chiesa,man`festaitdo la sua profonda ammirazioneper la grandiosità del monumento innalzatoin onore del Santo Fondatore .

Dopo una visita all'Istituto annesso, ri-partì salutato dai festosi applausi dei giovanidell'Oratorio .

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Granada (Viearaguua) -Il Nunzio Apostolico S . E . Mons .Sante Portalupi decora Don Giuseppe Dini, fondatoredell'Opera salesiana nel Nicaragua .

Cinquantenario dell'Opera salesianain Nicaragua

1 figli di Don Bosco entrarono nella Re-pubblica del Nicaragua nel 1912 e si stabili-rono a Granada, la più antica città dello Stato .

La benefica signora granadese Elena Are-lano si trovava in Francia quando corse lanotizia della morte di Don Bosco. Partì im-mediatamente per Torino, dove assistette aifunerali e donde portò con sè il propositod'introdurre l'Opera salesiana nella sua patria .Quindi, tornata a Granada, preparò una casasopra un'altura prospiciente il gran lago diNicaragua. Per ottenere che non si riman-dasse la fondazione, intraprese un viaggio aTorino; le fu risposto di rivolgersi all'Ispet-tore del Centro America, che risiedeva aSan Salvador. Andò, ma per mancanza dipersonale l'Ispettore prese tempo . Intantogli anni passavano e la signora nel novembredel 1911 morì . Allora Mons . Cagliero, il fu-turo Cardinale, Nunzio Apostolico in CentroAmerica, non volle più sentire indugi,sicchè nel maggio del 1912 giungeva il diret-tore Don Giuseppe Dini, tuttora vivente,con un chierico e un coadiutore . La casaebbe umili inizi, ma con gli anni s'ingrandìe fu costruita una bella chiesa pubblica dedi-cata a Maria Ausiliatrice .Oggi, alla distanza di 50 anni, l'Opera

salesiana nel Nicaragua conta tre Case e ladivozione a Maria Ausiliatrice ha posto pro-fonde radici nel cuore dei Granadesi . Il 2di ogni mese la chiesa è rigurgitante di fedelie le grazie che si attribuiscono all'Ausiliatricesono così numerose che un dottore è uscitoin questo lamento: « Qui in Granada non si

20 può più lavorare perchè la gente dice che se

un malato guarisce lo si deve a Maria Ausi-liatrice e se muore la colpa è del medico » .

Il 22 marzo scorso ebbe luogo l'aperturadell'anno cinquantenario alla presenza del-l'Ecc .mo Nunzio Apostolico Mons. SantePortalupi e delle altre autorità . Seguironoda parte del Governo le decorazioni di alcuniSalesiani più benemeriti, tra i quali il primodirettore, il venerando Don Giuseppe Dini .

Missione tra gli emigranti italianinel CanadaÈ tornato a Torino Don Antonio Alessi,

del Centro Catechistico Salesiano, dopo quasidue mesi di attività religiosa tra i nostri emi-grati in Canada.

Era stato invitato da S. E. Mons. Baggio,Delegato Apostolico, e da alcuni Ecc .mi Vescoviper la preparazione pasquale delle varie comu-nità italiane ed era latore di un messaggio edi una speciale benedizione del Santo Padre .

Durante il suo soggiorno in quell'immensopaese egli ha parlato nelle più grandi città ovevivono la maggior parte dei 600 .000 Italiani colàresidenti. Questi nostri fratelli, lontani dalle tra-dizioni dei loro paesi di origine, travolti dallanecessità, di lavorare e guadagnare, privi soprat-tutto di un numero adeguato di Sacerdoti che necapiscano la lingua e la mentalità, hanno finitoper abbandonare ogni pratica religiosa e nonpochi, purtroppo, anche per perdere la fede.

Le chiese dove egli ha potuto parlare si sonogremite di connazionali, bramosi di ascoltare laparola di Dio nella lingua natìa e felici di po-tersi accostare ai Sacramenti in preparazioneal precetto pasquale . Ci furono numerosi ritornialla Chiesa di persone che da molti anni nonsi accostavano ai Sacramenti .

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Don Alessi, da vero missionario, si prodigòper visitare gli ammalati nelle famiglie e negliospedali e volle accostare molti nostri emigrati .negli stessi ambienti di lavoro per rendersiconto delle loro condizioni di vita . A coloro chenon potè avvicinare personalmente fece sentirela sua voce vibrante di fede e il messaggio delPapa attraverso i microfoni della radio di To-ronto e di Montreal .Ebbe anche modo di avvicinare le Autorità

religiose e consolari per prospettare le difficoltàdei nostri emigranti e soprattutto la necessitàdi una maggiore assistenza nel piano sociale ereligioso .S. E. Mons. Baggio e S. E. Sarzano, amba-

sciatore d'Italia, in una colazione offertaglipresso la Delegazione Apostolica di Ottawa,esprimevano al nostro confratello la gratitudinedellaChiesa e della Patria per il lavoro svoltoe lo invitavano a ritornare ancora per attuareun vasto piano di assistenza ai nostri emigranti .

ABrasile. - Vita Dom Bosco - L'Ispettoria San Luigi consede a Recife ha voluto associarsi alle feste giubilariper la Messa d'oro di S . E. Mons . Antonio Lustosa, Ar-civescovo Metropolita di Fortaleza, salesiano, dedican-dogli una nuova opera, che sarà intitolata « AprendizatoAgricola Doni Antonio Lustosa » . Alla benedizione dellaprima pietra impartita da S . E . Mons . Antonio Lustosa,erano presenti il Governatore dello Stato di Cearà,S. E. Mons . Campelo, Vescovo di Petrolina, salesiano,altre Autorità e numerosi Cooperatori .

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(Uawloue Val Trompia (Brescia) - Il complesso delleopere giovanili dedicato a San Giovanni Bosco . Nel 'g8S . E . l'Arcivescovo benediceva la prima parte delle Opere.Il tq marzo del corrente anno S . E . il Vescovo Ausiliareha benedetto il nuovo « palazzetto dello sport » fral'incontenibile entusiasmo dei giovani, fomentato daicanti e dalla comunicativa allegria dei chierici salesiani diNave (Brescia) . Il nome di San Giovanni Bosco dominaa caratteri cubitali sulla facciata del grande complessogiovanile, dovuto allo zelo del Prevosto sac . GiuseppeBorra, Decurione dei Cooperatori Salesiani .

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L a Missione del Rio Negro si presentain continua espansione .I veri centri di vita cristiana sono le

parrocchie o quasi-parrocchie che già appaionoorganizzate ed efficienti. Sono otto : Uaupés,Barcelos, Tapuruquara, Taraquà, Jaureté,Parieachocira, Issana e Cauaboré. Questisono i centri stabili della Missione, ognunocon la sua chiesa, l'ospedale, la casa del mis-sionario e quella per le suore, l'internato peri bambini e le bambine . Altri tre sono in for-inazione. Ma si vede la necessità di moltipli-care questi centri, perchè solo in tal modosarà possibile fermare su sede stabile questetribù sempre in movimento, ed avvezzarlead una vita di lavoro e di civiltà .

Dotate come sono della loro bella chiesa -la Prelatura ha anche la sua cattedrale divaste proporzioni - queste parrocchie dannola possibilità della frequenza ai Sacramenti,senza dei quali non si regge la vita cristiana .Alla domenica gli indi adulti, provenientida lontano sulla loro barchetta, si unisconoagli alunni e alle alunne delle scuole, alleschiere di ex allievi ed ex allieve per la Messadomenicale, la predica, le funzioni del pome-riggio . Queste riunioni domenicali di cri-stiani che abitano anche lontano, danno il

2o6 tono alla vita, sostengono le associazioni

religiose ed animano i singoli all'apostolatopresso i loro villaggi. Inoltre, la naturaledisposizione degli indi alla musica rende pos-sibile lo sviluppo del canto sacro, gregorianoe figurato . Furono eseguite anche delle messedel Perosi con buon effetto .

' Oltre all'assistenza religiosa fissa, nelleparrocchie, vi è quella periodica, portata da mis-sionari viaggianti alle cinque zone nelle qualiè divisa la Prelatura . In ogni villaggio si sonocostruite delle cappelle - oltre un centinaio -dove alla domenica si radunano quanti nonpossono recarsi alle lontane parrocchie : la vi-sita periodica del missionario mantiene vivoil fervore .

Accanto alla chiesetta c'è anche la scuolae il laboratorio femminile . Importantissimaper il sostegno della fede e della vita cristianaè l'opera degli ex allievi ed ex allieve deicollegi, di cui si parlerà più avanti . Quarantaanni di lavoro ne hanno formato a migliaia ;sono il nerbo del cristianesimo : praticano,difendono e diffondono la fede cristiana . Dalloro numero vengono scelti i catechisti, - oltretrecento - e i maestri delle scuole isolate .Ai corsi di Esercizi spirituali che si tengonoogni anno, partecipano in numero di circa 1 00,

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Parf-Cachoeira - Primi con-tatti dei Missionari con gli Indi .

Taracuà - Sosta nella foresta .Mentre rematori e catechistipreparano la cena, il Missio-nario prega .

Jauareté - Gli umili inizi dellaScuola professionale, oggi inpieno fervore di opere .

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e ne ripartono animati da vivo fervore cri-stiano .Abbiamo detto : difendono la fede .Purtroppo la massiccia ondata di propa-

ganda dei protestanti nordamericani, par-tita alla conquista dell'America Latina, si fasentire anche nella Prelatura . La loro bal-danza si era spinta fino ad incendiare cap-pelle e immagini sacre . Dovette intervenirela polizia federale . Ma la lotta continuaaccesa. Abbiamo bisogno quindi di cristianiche sappiano difendersi e difendere la loro fede .

Q Gli ex allievi e leex allieve suppongono icollegi e le scuole dove fu-rono educati . Sotto que-sto aspetto la Prelaturacon i suoi 17 collegi-pa-tronati, in cui si educanodel tutto gratuitamentecirca 2500 alunni edalunne interne, si trovain una posizione ecce-zionale di avanguardia .Soprattutto meritano divenire ricordati il col-legio « Don Bosco » perragazzi, e « Maria Ausi-liatrice » per ragazze ;il patronato femminile« S . Teresina » e la scuolaprofessionale maschile«S. Domenico Savio»e altri, eretti tutti in Manaos, nei quali riceveistruzione ed educazione la gioventù maschilee femminile delle tre Prelature affidate aiSalesiani in questa zona, e cioè il Rio Negro,Porto Velho e Humaità .

Anche le scuole professionali maschili equelle di lavoro femminili, frequentate larga-mente assieme ai corsi di aggiornamento edi agricultura, mentre contribuiscono a per-fezionare nel mestiere la gioventù, le dannomodo di rassodarsi nella fede e pratica cri-stiana, mediante frequenti contatti con ilmissionario .

Q Accanto ai collegi e alle scuole si devonocollocare come elemento primo di progressoumano e cristiano i sette ospedali e i quat-tordici dispensari e ambulatori . Essi rispon-dono non solo al « curate infirmos : pren-detevi cura dei malati », che il Signore hadato come obbligo specifico ai suoi apo-

stoli; ma rappresentano pure un elementoessenziale di vita in questa regione che me-dici, scienziati ed esploratori definirono sog-getta al pieno dominio di tutte le epidemieed endemie equatoriali, « dove l'uomo assi-steva impassibile ed impotente alla lentae progressiva distruzione organica di sè » .C'era molto di vero in questa affermazione :anche noi abbiamo avuto le nostre vittime .Ora, col tempo e con un lavoro assiduo dibonifica e di profilassi, la malaria si puòdire estirpata dai centri di missione e per

Brasile - Rio Negro - Il Collegio che le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno apertoper le figlie degli Indi a Jauareté .

una larga zona circostante, rimanendo con-finata nell'ambiente dei grandi fiumi, cheoffrono le circostanze favorevoli alla sua espan-sione .

I nostri ospedaletti e le visite periodichedei missionari ai villaggi, durante le quali sidistribuiscono rimedi e si danno norme diigiene, hanno concorso al risultato che ora,nel Rio Negro, si può vivere .

Il lavoro di cura dei malati ci dà occasionedi ricordare l'opera preziosa che a questadelicata mansione dedicano le Figlie di MariaAusiliatrice . È un campo tanto duro e sa-crificato nel quale esse si mostrano veramentemadri. Nè è l'unico, perchè dal loro arrivonel 1923 nella Prelatura si dedicarono allacura delle faccende domestiche, alle scuolefemminili, all'asilo e oratorio festivo, allevisite periodiche ai villaggi e persino alleattività orticole e agricole nei campi piùvicini alle missioni . Se mancassero le suoreil ritmo di lavoro apostolico subirebbe uncrollo pauroso . 209

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Si spera' pure che esse possano presto assu-mersi l'insegnamento elementare inferiore,per lasciar liberi i missionari alle opere delsacro ministero .

O Per meglio organizzare e rendere più frut-tuoso il nostro lavoro siamo in trattativeper l'istituzione di un regolare servizio diradio-diffusione, utilissimo, oltre a tutto ilresto, ai fini dell'istruzione religiosa quotidiana .

Brasile - Rio Negro - Il Collegio o S . José » di Barcelos con scuola professionale•

agricola per i figli degli Indi.

E una parola merita pure l'apporto recatodai nostri missionari allo sviluppo scientificocon il « Centro di ricerche scientifiche » dicui sono notevoli gli studi di Don AlvesBruzzi sull'etnografia, linguistica, folclore estoria di questa regione . Fu pure costituitauna discoteca per la riproduzione di musiche•

canti degli indigeni .Anche gli osservatori metereologici, aperti

• mantenuti d'intesa col Governo federale,raggiungono il numero cospicuo di dieci eforniscono dati regolari sulla metereologiadella regione .

p Tutto questo lavoro non si sarebbepotuto compiere senza l'aiuto della Provvi-denza, che ha suscitato tante anime gene-rose pronte a sostenerci con la loro costanteassistenza .

E al primo posto ci piace collocare i Presi-_lo denti della Repubblica brasiliana, Pessoa,

Vargas, Kubicektz e Quadros, e i membridel Governo centrale che ebbero per la Pre-latura del Rio Negro un interessamentocaldo di particolare benevolenza .

Il Presidente Jocelino Kubicektz durantela visita fatta al Rio Negro nel 1958, dopoaver conferito, in presenza di ministri, depu-tati, senatori e giornalisti, la Croce di granCommendatore del « Cruzeiro do Sul » alPrelato Mons. Massa, si espresse in questitermini : « Sono felice della visita fatta da mealle missioni del Rio Negro . Nessuno è ca-

pace di apprezzarle conve-nientemente, se non dopoaverle visitate . Ma dopola visita rimane in me,in tutti, la difficoltà diesprimere con parole effi-caci tutta la nostra am-mirazione . Per questo misento orgoglioso di averlevisitate ed in dovere diaiutarle sempre meglio amezzo del mio Governo,nella speranza, dirò me-glio, nella certezza chetutti i Presidenti dellaRepubblica imitino inquesto il mio Governo,come un dovere di rico-noscenza e di giustiziadovuto ai Figli di DonBosco » .

Parole e onorificenzache se premiavano nelPrelato la schiera eletta

dei missionari e delle suore viventi, che ave-vano portato il deserto a fiorire, volevanopure essere un tributo di omaggio agli scom-parsi, che ne avevano fecondato il terreno colsudore e col sangue, spargendo il seme nelpianto per dare a noi la gioia degli abbondantimanipoli.

E si ricordano qui, fra i tanti, Mons . Gior-dano, primo Prefetto apostolico, e DonBàlzola, che dissodarono queste terre su cuipareva stendersi l'ombra della sterilità ; Mons .Domitrovich, per dieci anni zelantissimo Ausi-liare del Prelato ; e suor Caterina de Oliveira,che profuse i tesori della sua conoscenzamedica nel curare gli indi e morì per avercontratto una malattia tropicale .In questo estremo lembo della foresta

amazzonica già biondeggiano le mèssi delPadre celeste . Si degni Egli di inviale nume-rosi gli operai, a farne la raccolta per il Regnodi Dio .

MONS. PIETRO MASSAPrelato del Rio Negro (Amazzoni)

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Un sogno del 23 maggio

Lo scorso maggio fui colpita da grave set-ticemia . Fui portata all'ospedale di Fidenza,dove il professore non dava nessuna speranzadi guarigione . « Solo un miracolo - disse -potrebbe salvarla ». Il 23 maggio sognai divenire a Torino a chiedere la grazia a MariaAusiliatrice per intercessione di Don Bosco .Alla mattina mi svegliai contenta del miosogno e lo raccontai alla suora che mi assi-steva, la quale mi disse che quel giorno,2 maggio, era proprio la festa di Maria Au-siliatrice . Allora la mia fiducia crebbe tantoche assicurai la suora che, nonostante le miegravi condizioni, mi avrebbe vista ritornare acasa guarita. La guarigione fu lenta, ma oraposso dire di essere guarita del tutto . Quandotornai a far visita alle suore e al professore,questi mi disse di far pubblicare la grazia inonore del Santo a cui mi ero raccomandataperchè si trattava di una vera grazia .San Vittore di Salsomaggiore (Parma)

ERMINIA TONSI IN PERACCHI

Guarisce bene da meningite

Nello scorso settembre la mia nipote An-tonella si ammalò di meningite e giunse adessere in condizioni gravissime . Invocai MariaAusiliatrice con tanta fede, e la nostra piccoladi soli 16 mesi di età, dopo 5 giorni di ospe-dale, tornava a casa. Ora è qui con noi sanae intelligente, senza conseguenze . Invio of-ferta e continuo a pregare perchè la mia casasia sempre benedetta da Maria Ausiliatricee da San Giovanni Bosco, che sono i nostrigrandi protettori .Castellanza (Varese)

ANGIOLINA ALBERTI

Guarita il 3i gennaio

Affetta da grave malattia, fui ricoverata.Trasferita da un ospedale all'altro, la dia-gnosi dei medici risultò sempre positiva .

La vigilia della festa di San Giovanni Bosco,ebbi la fortuna di essere avvicinata da una

Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice,che mi invitò a baciare la reliquia del Santo,con la promessa della recita quotidiana delsanto Rosario . Così feci con tanta fede daparte mia e dei miei cari genitori . Alla suc-cessiva visita medica coi relativi esami, l'esitofu, con stupore di tutti, completamente ne-gativo. Sono ormai trascorsi parecchi anni ;ho potuto formare la mia famiglia e godo tut-tora buona salute, grazie a Don Bosco .Milano

ARMANDA BERNARDINELLO

Gli davano al più venti giorni di vita

L'anno scorso, nel mese di luglio, i dot-tori mi dissero che per mio figlio, colpito dauna grave malattia al fegato, non c'era piùnulla da fare e che avrebbe avuto al più unaventina di giorni di vita. Tanto lui quantola moglie si unirono a me nel chiedere lagrazia a Maria Ausiliatrice, a San GiovanniBosco e a San Domenico Savio . Al terminedella novena mio figlio migliorava e alla finedi luglio ritornava a casa . Siamo già venutia Torino a ringraziare la `'ergine Ausiliatricee i Santi Salesiani, abbiamo fatto la nostraofferta e abbiamo messo tutta la nostra fa-miglia sotto il manto dell'Ausiliatrice .Lonate Pozzolo (Varese)

MARIA ARBINI

La testa era rimasta schiacciata tra l'astadi ferro e la barra

Sono un perito chimico, caporeparto in unacromatura. Ero appena giunto nel mio uf-ficio, quando un operaio, addetto ad un au-tomatico di cromatura, venne a chiamarmipoichè aveva notato qualche intoppo nel mo-vimento della macchina . Fissai subito l'at-tenzione sull'inconveniente senza rendermiconto di aver sporto la testa in un punto doveun'asta di ferro a T di rinvio ganci scendevacome una ghigliottina sopra la barra porta-pezzi. La mia testa rimase così schiacciatafra l'asta di ferro e la barra . Come riuscii aduscirne vivo non lo so, perchè nel preciso 211

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istante in cui sentii abbassarsi l'asta su dime e premere inesorabilmente, ebbi la sensa-zione che Dio avesse posto fine alla mia vita .

Poichè la mia famiglia è sempre stata de-vota a San Giovanni Bosco e mio fratello DonGiuseppe è sacerdote salesiano, in quell'istantemi venne spontaneo rivolgere il pensiero alSanto, che mi concedesse la grazia di rimanerein vita soprattutto per i miei due bimbetti :Ennio di pochi mesi e Antonella di due anni .

Un operaio, accorso alle mie grida, riuscivaa strapparmi alla morsa fatale . Pochi se-condi ancora e sarebbe stata la fine . Al ProntoSoccorso sentii un medico mormorare a bassavoce: «Questo è bell'e spacciato! ». Ma DonBosco mi aveva protetto ; l'infortunio era statograve, ma non mortale: frattura della mascella,trauma cervicale, ferita alla nuca ed emorragiainterna . Tuttavia la prognosi era riservatissima .

I miei familiari iniziarono con me una no-vena rivolgendosi in modo particolare aSan Giovanni Bosco e a Don Rinaldi .

Oggi sono quasi completamente guarito edho ripreso, sia pure gradatamente, il mio lavoro .Torino

DANILO ROSSO

ottenute per !'intercessione d: Maria Ausiliatri e di San Gio-ve,,ni Bosco, di Santa Maria Mazzarello, di San DomenicoSavio e di altri Servi di Dio - alcuni hanno anche in-viato offerte ed elemosine per sante Messe di ringrazia-mento - i seguenti :

Agazzini Mario e Anna Maria - Agnoletto Maddalena -Alfonso Concettina - Aliperti Pasquale - Allemanno M . Te-resa - Amebio Marina - Amitrano Concetta - AnastasioAnna Maria - Anselmo Luigi - Arena Concetta - AvanziMaria - Azzali Maria - Badella Elio - Bartolotta Sabina- Bartolomeo Vito e Franca - Bassani Natalina - BenatoAttilio - Berta Nina - Bertolo Fam . - Bianchi Erminia

Bianco 1\'Iargherita - Bienz-Rosch F . - Birolo TeresaBiscozzi Francesca - Blasi Di Statte Elisabetta - Bocca

Rosa - Bodda Francesco - Boeris Maria - Bogliano Fam .- Boitani Margherita - Bonomo Claudio - Borella Libe-rina - Boschini Primo - Bosio Giovanna ved . Minetti -Bruna Giuseppe - Bruna Mario - Bruno Francesca -Brusasco Bisoglio Santina - Burgaj Oreste - Caggegi Gio-vannina - Calzoni Carla - Cammuca Rosalia - CamossoAnselmina - Campagnoli Tina - Campodoni Pasqualina- Candioli Dario - Cane Mercede - Canobbio Lina -Capra Maria - Carelli Rosa - Carlini Maria - CasettaFrancesco - Catalano Maria - Catania Agata - CavagnoloImmacolata e Rosa - Celotto Magoga Caterina - CeredaMaria - Coda Palmira - Colleoni Esposito Concetta -Colombo Maria Rosa - Concas Maria Linda - CosenzaSalvatore - Costa Gregorio - Costa Liliana - CristofolettiMaria - Cugini Ambrogio - Cu-inetti Fam . - Dall'AstaLia - Dama Anna Ved. Coppa - De Feo Alfredo -De Marco Noemi - De Pasquale Giuseppa - Di Gio-vanni Vincenzo - Dino Maria - Di Stefano Noto Vero-nica - Dodero Giuseppina - Dondeynaz Erminia - DottaMaria - Enrico Franca - Ercole Margherita - FaridoneAnna Ved. Marchi - Farina Rosa Ved. Rozzi - FaurePozzi Enrica - Favero Brigida - Federico Edvige - Fer-raro Carlo e Fam . - Ferro Davide - Fini Cotti Elena -Fioretta Teresa - Fiorillo Gabriella - Folini Delfina -Fontana Giovanna - Forte Giovanna - Francia Irene -Franciosi Benedetto - Franzone Leontina - Frisella Fili-'Gamba Amalia - Garaccioni Rina - Gardella Biggio Er-minja - Garelli Paola - Garufi Angelo - Castaldi Luigia- Gatta Mariuccia - Gatti Nina - Gerbo Remo - Ghez-zino Mariuccia - Ghigo Dina - Giordanetti Carlo -Gobbi Fam . - Golin Adele - Grammatico Leone Cate-

Altri cuori riconoscenti

Margherita Ferrari (Cortemaggiore - Piacenza) è grata aM. A . e a S . G. B . per una operazione felicemente su-perata dalla sorella e manda l'offerta promessa .Edda Barberis Mossi (Casale Monf. - Aless .) esprime vivagratitudine a M . A . e a S . D . S . per la salvezza del bimbocaduto malamente sul pavimento.G. E . Craveri (Torino) invia offerta pro Missioni e peruna S . Messa in ringraziamento a S . G. Bosco .S. A . (Torino) esprime riconoscenza a M . A . per insperatasistemazione .Paolina Marsanò (Messina) rende vivissime grazie aM . A. e a S . G. B. per la guarigione del figlio dopo unanno di preghiere e di lacrime .Margherita Martini (Roccaforte Mondovì - Cuneo)dopo aver sperimentate con poco esito energiche curemediche per un suo congiunto esaurito, ne ottenne laguarigione raccomandandolo a M. A., a S. G. B ., aS. D. Savio .Adelina Zanda (Torino) scioglie una sua promessa pergrazia ricevuta.Antonio e Pia Scundi (Torino) riconoscenti ringrazianoS. G. B. per la guarigione del figlio .Francesca Martinengo (Vezza d'Alba-Cuneo) non riu-scendo a risolvere una situazione molto dolorosa, si ri-volse a M. A ., a S . G. B . e ai Santi salesiani ottenendoun pieno esaudimento .

rina - Grassi Giovanna - Grasso Agnese - Greco Quat-trone Immacolata - Grillone Rosina - Grimaldi Lydia- Grossi Enrico - Giuliani Elisa - Giustetto Fam . - Gus-soni Lina - lannelli Ignazia - Ivaldi Francesca - La Ca-vera Caterina - Lano Fam . - Lanza Maria - La Rosa Isi-doro - Lequio Maria - Linguanti Franca - Lorenzi Eli-sabetta - Lucarelli Paola - Machet Elena - MalenchiniRaimonda - Marchetti Cecilia - Marchioro Maddalena -Marenco Gerolamo - Maresca Filomena - Marini Lucia- Martinasso Ester - Masoero Angiolina - MatteucciRag. Luigi - Mattio Teresa - Mazzini Adele - MazziniMario - Mazzola Angela - Mazzucato Erminia - MelliniAlessandro - Menabreaz Filomena - Migliore Savina -Mignini Ida - Minonzio Teresa - Minusso Teresa - MoloTononi Giuseppina - Monateri C . - Mongino Savina -Montagnini Teresa - Mulas Maria e Olga - Murgia An-tonio - Musuraca Flora e Cecilia - Nava Angelo e Fra-telli - Negrini Maria - Nieri Carlo - Nigretti Francesco

Notarlo Maria - Novelli Mario e Fam . - Oliveri MarioOlivotto Natalina - Orofino Pende Giulia - Parodi At-

tilio - Pasquino Francesco - Pastori Erminia - PaviottiCostantina - Pedrana Barberina - Perruchon Vittoria -Pesarin Golin Dina - Petitti Maria Teresa - Pilone Ma-rina - Pinturo Avv. Pancrazio - Pisani Giulia - PistoniErmete - Poggi Paolo - Poltroneri Giuseppe - PorcileVincenzo - Pramotton Maria - Puglisi Luigi - PujattiChiara - Quaglia Ferrari Piera - Raineri Ida - RazzoliRosa - Redaelli Maria - Redaelli Sofia - Reina Filippo- Reina Vincenzo - Ribaldone Davico Lucia - Ricci Fer-nando - Riggio Rosalia - Rima Esterina - Rinaldi An-gela - Riva Anna - Rossi Betty - Rossi Elena Ida - RossiRosina- Rosso Danilo - Rouss Giorgio - Rubin Maria- Rubini NI . R . - Sala Clelia - Sales Rina - Sartori Maria- Savio Michele - Sbardellotto Anna - Scalabrini ConiugiScalabrini Giuseppina - Scaramella Maria - Scarantino

Adriana - Schiatti Ernestina - Schiavetta Rosa - Schia-vini Teresina - Scilligo Giuditta - Sciortino Gemma -Seren Savina - Serra Giuseppina - Serra Ottavia - Si-meoni Maria - Sisi Anna Maria - Somenzi Basilio - SorcePiero - Spadari Giuseppina - Sudano Angelica - TagliabueMarisa - Tambacco Maria - Tarabella Cesarina - TerziMaria - Testa Cecilia - Testa M . Candida - Testoni Ma-tilde - Tinter Maria - 'I'ofeni Ione - Toppi EnrichettaTorgano Fam . - 'l'orna Luigina - Tosatto Maria Luisa

- Touscoz Maiocco Dina - Traversa Maria - Trucco Mi-chelina - Ugo Letizia - Valsania Elsa - Vecchi Marco -Venturini Adele - Vergnano Annetta - Vernengo BottoIda - Veronese Fortunati Giuliana - Viglierchio GalettiRosa - Vitali Carmela - Volta Domenica - Voyat Cate-rina - Zamboni Giacinta - Zanone Rosanna - ZavattiniAda - Zerbo Gaetano - Zeverin Maria .

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S. DOMENICO SAVIO -

Santo e d'invocarlo con tanta fiducia . Ed eccoche, nonostante le previsioni allarmistiche chesi rinnovarono come nei casi precedenti, SanDomenico Savio ci ha ottenuto una splendidagrazia dal Signore ed oggi un fiore di bimbain ottima salute allieta la nostra casa ed èun testimonio vivente che il caro Santino hacompiuto il miracolo . Per questo non ces-serò di pregarlo e di diffonderne la devozione .Ca' de Stefani (Cremona)

GIACOMINA SANTINI ZELIOLI

Era stata ricoverata troppo tardiDa circa un mese ero gravemente amma-

lata. Quando i miei si accorsero che l'operadel medico curante non era più sufficiente,mi fecero ricoverare all'ospedale . Qui mi ri-scontrarono una infezione alla cistifellea consospetta presenza di pus nell'intestino . C'eraanche l'aggravante che sono debole di cuore .Dopo vari consulti ritennero che ormai nonc'era più nulla da fare . Ai miei figli precisaronoche « ero stata ricoverata troppo tardi « . Al-lora ricorremmo a San Domenico Savio esubito cominciai a migliorare . Riconoscentis-sima, invio offerta .Genova

QUAGLIA LUIGIA IN NEGRO

Guarita al tocco della reliquiaNel 1957 avevo subìto una operazione per

ascesso nell'intestino, ma dopo quattro anniricominciarono i disturbi, i dolori e la febbree ricomparve anche l'ascesso . I miei familiari,assai preoccupati per la recidività del male,si unirono a me nel chiedere la guarigione aSan Domenico Savio, promettendo la pub-blicazione della grazia se fosse stata evitatal'operazione . Al tocco della reliquia del Santosubito il giorno stesso cessò la febbre, sparìil gonfiore e i dolori scomparvero con lietasorpresa di tutti i familiari . Ed ora ringraziodi cuore il caro San Domenico Savio per lagrazia ricevuta e invio offerta .San Giuseppe fato (Palermo) CATERINA SIMONETTI

Dopo ventidue anni di attesaSono sposata da 22 anni. Per quattro volte

ebbi da Dio il dono di una creatura, ma ognivolta morivano con grande dolore di miomarito e mio, perchè tanto desideravamo unbimbo che allietasse la nostra casa . Una si-gnora, Cooperatrice salesiana, mi parlò diSan Domenico Savio consigliandomi di por-tare sempre con me l'abitino del piccolo

Nel giorno anniversario del matrimonioDa tanto tempo sospiravamo un figliuolo

che rallegrasse la nostra unione. Erano pas-sati tanti anni dal giorno del nostro matri-monio e ci pareva ormai impossibile essereesauditi, quando un giorno una nostra co-noscente, mamma di un sacerdote salesiano,ci parlò di San Domenico Savio e ci fecevedere un Bollettino Salesiano ove c'erano re-lazioni di grazie ottenute per sua interces-sione e ci fece avere un abitino del piccoloSanto. Lo invocammo con fervore e San Do-menico Savio ci esaudì : dopo otto anni diattesa, nel giorno anniversario del nostromatrimonio, nacque una bella bambina, donodel buon Dio, che anche ora, dopo due anni,gode perfetta salute .Liviera di Schio (Vicenza)

CONIUGI DE RIGO

Rosangela ed Elio Roggero (Piossasco-Torino) comuni-cano una grazia ricevuta da S . D . S . nella nascita delloro bambino e inviano offerta .Ida Garbarino (Monteghirfo-Genova) persa ogni umanasperanza per la sua terza creatura, si affidò interamentea S. D . S ., di cui portava l'abitino, e fu esaudita .G. M . (Parma) ha ricevuto da S. D . S . una grazia persua figlia e professa infinita riconoscenza al piccolo Santo .Maria Teresa Pogliano (Torino) segnala diversi casi dimamme che, nonostante le infauste previsioni mediche,munite dell'abitino di S . 1) . S . da lei procurato, ebbero laconsolazione di un ottimo esito .Giovanna e Tullio Selva (Cortenova - Como) rendonopubbliche grazie a 5 . D . S . perchè, con l'invocazionee con l'abitino del Santo, ottennero la salvezza del se-condogenito dopo una dolorosa esperienza .

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Anche i medici, protestanti,l'han definito un miracolo

Il mio Ugo di anni 12 fu portato d'ur-genza nella Clinica oftalmologica del-l'ospedale cantonale di Ginevra, perchècorreva il rischio di rimanere cieco . In-fatti aveva già l'occhio sinistro completa-mente compromesso per un errato inter-vento ed era in pericolo di perdere anchel'altro per una forma insidiosa di chera-tite a bandelletta, definita inguaribile dadue celebri primari in oculistica .

Il prof. Antonio Franceschetti, di famamondiale, appena l'ebbe visitato ai primidi febbraio del 1961, scosse la testa, pococonvinto di potergli strappare dal buioalmeno l'occhio destro . Andammo alloradalla signora del professore, molto devotadi Don Bosco, raccomandandole il nostrofigliuolo . La signora ci comprese, ma consincerità ci confidò che quel ragazzo era lapiù grave preoccupazione di suo marito,tanto da non lasciarlo tranquillo neppure dinotte. «Mio marito - soggiunse - nonpuò dare la vista ai ciechi . Pregate, pregatemolto che Dio gli guidi la mano, perchèsolo un miracolo può ridargli la vista! » .

Dopo l'operazione constatammo che lasignora aveva ragione, perchè Ugo tornòa casa nel maggio dello scorso anno conl'occhio iniettato di sangue e completa-mente cieco. Rimanemmo come inebe-titi dal dolore . Ne parlai con i miei antichisuperiori di Valdocco, che mi infuserouna grande fiducia nel Venerabile DonRua, proponendomi di fare con estremoabbandono in Lui una novena .

Questa non era ancora finita, che unamattina di giugno mia moglie mi telefonain ufficio che Ugo le aveva improvvisa-mente chiesto se il cielo era azzurro e poisubito dopo aveva letto i numeri bianchisu sfondo nero della targa della macchina .

cdiconoocenii al ("enezafile

DON MICHELE RUA

Così quando meno ce lo aspettavamo, quasisenza farsi sentire, Don Rua era entrato nellanostra famiglia a portare la gioia. Da alloraUgo a poco a poco si è ripreso . Sebbenela vista non sia più quella di una volta,tuttavia può frequentare la Scuola media .

Se questo evidente miracolo può essereutile per la beatificazione di Don Rua,sono disposto a documentare ogni cosa .Santena (Torino)

DOTT. ERNESTO UGAZIOsegretario comunale

«Un intercessore buono e potente»Da tanto tempo soffrivo di artrosi e di scia-

tica. Dopo tante cure, nessun miglioramento ;anzi ero tormentata da dolori ancora più vio-lenti. Un giorno che ero tanto abbattuta,presi in mano il Bollettino Salesiano e lessi imiracoli che ottiene Don Rua a chi lo invoca .Ebbi l'impressione che se lo avessi pregato,mi avrebbe ascoltata. Cominciai subito unanovena e in pochi giorni mi sentii meglio edoggi posso dire di aver fatto tanto migliora-mento da sperare con fiducia la guarigionecompleta . Invio la mia offerta con molta sod-disfazione di aver conosciuto un intercessorecosì buono e potente .Cervere- Tetti Paglieri (Cuneo)

MARIA CANDIDA TESTA

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONIcon sede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto 12 gennaio 192 , n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibilicontestazioni si consigliano le seguenti formule:Se trattasi d'un Legato: « . . . lascio all'Istituto Sa-lesiano per le Missioni con sede in Torino a titolodi legato la somma di Lire . . . (oppure) l'immo-bile sito in . . .'.Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :e . . .Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria. Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo » .(luogo e data)

(firma per esteso)

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i noslrí moi t L,R-1,11

Salesiani defunti5. E . Mons. Giovanni Lucato, Vescovo di Isernia e Venafrot il 2 maggio 1962 .

(Di Lui parleremo nel prossimo numero)Sac. Giovanni Stucchi t a Talca (Cile) a 79 anni .Sac. Vittorio Novellini t a Parma a 77 anni .Sac. Eugenio Scagnettí t ad Andria a 73 anni .Sac. Giovanni Duda t a Przemysl (Polonia) a 73 anni .Sac. Paolo Ardízzone t a Cordoba (Argentina) a 72 anni .Sac. Mario Ferrarlo t a Buscate (Milano) a 58 anni .Sac. Rodolfo Alvarez t a Santa Fe (Argentina) a 51 anni .Sac. Alfredo Dernback t ad Agua de Dios (Colombia) .Sac. Alberto Barquet t a Montevideo (Uruguay) .Sac. Gíoachíno Marvao t a Dili (Timor) a 3 anni .Diac. Erigo Badura t a Marienhausen (Germania) .Ch . Dorciilio Bona t a Lorena (Brasile) a 23 anni .Ch. Víllanueva Giuseppe t a Chosica (Perù) a I8 anni .Coad. Giuseppe Guglíelmí t a Piossasco (Torino) a 83 anni .Coad. Giuseppe Bergani t a Tucumàn (Argentina) .Coad. Giacomo Brockbank t a Shrigley (Inghilterra) .Coad . G. L. Menendez t a Zamora (Spagna) a 28 anni .

Cooperatori defuntiS . E. Mons. Agostino Saba, Arcivescovo di Sassari .Ex allievo nostro affezionatissimo, continuò per tutta lavita a considerarsi membro effettivo della Famiglia Sale-siana quale Cooperatore e fervido imitatore di Don Bosco .Il suo attaccamento alla Chiesa e al Papa brilla nella suaStoria della Chiesa e nelle altre opere da lui pubblicate .Mons. G. B . Ottonello t a Pinerolo (Torino) a 8z anni .Nobile figura di sacerdote, spese la vita nella cura pasto-rale, nell'insegnamento delle scienze teologiche e nelladirezione diocesana delle organizzazioni di Azione Catto-lica . Come Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesianifin dal 19 5, ebbe particolarmente a cuore la cura spiri-tuale dei membri della Pia Unione .Mons. Erminio Casati t a Verano Brianza a Sr anni .Spese la lunga vita in un apostolato sacerdotale ricco dizelo e fecondo di frutti . Fu Cooperatore Salesiano attivo .Pietro Badano t a Roma a 9o anni .Padre del Direttore del Quotidiano di Roma, era statouno dei discepoli prediletti di Don Bosco nell'Oratoriodi Valdocco e considerò sempre con santo orgoglio questosingolare privilegio .Sac. Giuseppe Manazza t a Cassolnovo (Pavia) .Sacerdote esemplare, fu a tutti caro e si prodigò con ge-nerosità in aiuto del Parroco . Un continuo calvario fu-rono gli ultimi suoi anni, ma egli abbracciò con amorela croce e non ebbe mai un lamento.Prof . Giuseppe Ciulli f a Noci (Bari) a 89 anni .Maestro esemplare, dedicò la sua vita all'educazione divarie generazioni di giovani, meritandosi la medaglia d'oro .Padre affezionato, diede tutto se stesso alla famiglia edu-cando con l'esempio e col sacrificio. Fu ammiratore diDon Bosco e sostenitore delle sue opere .Prof. Felice Greco t a Genova a 66 anni .Cristiano integerrimo, cooperatore convinto, ammiratoredi Don Bosco educatore, pedagogista e santo, ne imitògli esempi quale educatore e provveditore agli studi .Dott. Giacinto Sízía f a Bubbio (Asti) a 65 anni .Affezionato a Don Bosco e alla sua Opera per antica tra-dizione familiare, in ogni evento lieto o triste, si pro-strava in preghiera all'altare del Santo . Occupò alte carichenella provincia e insegnò nel nostro Istituto di Canelli .Suo slogan : ® A Don Bosco non dico mai di no, .Avv. Ferdinando Víetta t a Parma a 67 anni .Ex allievo dell'Istituto di Parma, fu sempre affezionato aisuoi superiori, tra i quali l'indimenticabile Don CarloM. Baratta . Militò nell' A . C . e nel Partito Popolare, por-tando anche nell'agone politico la carità e serenità cristiana .Oreste Baruffaldí t a Buttigliera d'Asti a 9t anni .Ebbe nove figli, che allevò con profondo senso cristianodi responsabilità . Beneficò le opere salesiane italiane eargentine e impreziosì il suo lavoro con l'assidua preghiera .Enrico Nucci t a Civitella dei Conti (Perugia) .Si addormentò nel Signore il Sabato santo, con una morteche fu degno coronamento della sua santa vita . Fu lietodi offrire alla Famiglia salesiana due sue figlie .

Josephina Orlo ved. Biancardi t a Villa S. Secondo(Asti) a So anni .Madre esemplare e affezionata Cooperatrice salesiana, sispense con la preghiera sul labbro . Rifulse per profondospirito di pietà e di umiltà, e seppe instillare nei figli,più con la forza dell'esempio che con gli insegnamenti,l'amore di Dio e l'orrore al peccato . Il Signore la premiòcon la vocazione della figlia Melchiorrina, Consigliera Ge-neralizia delle Figlie di M . Ausiliatrice.Emma Garro in Fiorillo t a Roma il 2 -111-1962 .Donna forte nelle avversità, fu sposa e madre esemplare,tutta dedita, nella lunga vedovanza, all'avvenire dei figli .Esperta in lavori di ricamo, cooperò con artistiche pro-duzioni all'arredamento di chiese e santuari . Sorella diun sacerdote, fu divora di M . Ausiliatrice e di Don Boscoe si spense in sabato, il 2 , giorno sacro all'Ausiliatrice .Contessa Maria Míarí Nono t a Belluno a 73 anni .A fianco del Vescovo Mons . Giosuè Cattarossi, accolsei primi Salesiani giunti a Belluno nel 192 per assumerela direzione dell'Orfanotrofio Sperti. Fu Cooperatrice epresidente del Gruppo cittadino che ebbe tante provvi-denze per gli orfani . Fu il braccio destro e l'esecutricedella volontà della contessa Agosti finchè questa visse(1955), poi prese, nei nostri riguardi, il suo posto di mamma .Donna Teresa Ciulli Charrier t a Noci (Bari) a Sz anni .Madre esemplare di numerosa famiglia, infuse nei figlila fede, l'amore al dovere e la devozione a M . Ausiliatrice.Fu Cooperatrice zelante e affezionata alle Opere salesiane,felicissima di aver donato a Dio un figlio sacerdote .Adelina Obert t ad Ayas (Aosta) a 81 anni .Ricca di fede e instancabile nella preghiera, fu anche in-signe Cooperatrice e benefattrice dell'Opera salesiana .Gíannina Gandolfi t a Parma a 8 anni .Figura mirabile che donò al bene una intelligenza noncomune ed uno spiccato dono organizzativo . Come Coo-peratrice Salesiana, diede alla Pia Unione di Parma svi-luppo e ritmo intenso di lavoro .Amelia Fontana ved. Bordi t a Parma .Era fra le più antiche e zelanti Cooperatrici di Parma .Rimasta vedova ancora giovane, impegnò tutta la suavita nell'educazione dei figli e nell'attività apostolica .Rosa Fotí Camíníti t a S. Teresa Riva (Messina) .Sodezza di virtù, generosità di cuore, devozione sentitaall'Ausiliatrice e zelo per le anime distinsero questa Coo-peratrice, che fu sempre la prima nelle iniziative di bene .De Camelis Luisa ved. Carbone .Madre esemplare di otto figli, fra i quali S . E . FerdinandoCarbone, Presidente della Corte dei Conti . Di essa sipuò dire che non ebbe altro pensiero che Dio e la famiglia .Pesenti Ester ved. Bettemo .Vera madre cristiana, educò le figlie alla pietà più pro-fonda. Nell'ultima malattia si sentiva spesso mormorareparole di offerta delle sue sofferenze a Dio per la Con-gregazione Salesiana, di cui fu affezionata Cooperatrice .Maria Bettinardi t a Barbano a ,5 anni.Si era offerta vittima per la conversione dei p eccatori . l iSignore accoglieva l'offerta e la prendeva dopo tre annidi dolori atrocissimi, sopportati con serenità e gioia .Eva Beltrame ved Boscardín e Tíozzo t a Cave delPredil (Udine) .Lascia il più caro ricordo di bontà, laboriosità e rettitu-dine . Con fede viva, intessuta di privazioni e amarezze,allevò ben sette figli, donandone volentieri uno al Signore .Lucia Turco ved . Bíssolo t a Monteortone (Padova) .Prodigò le sue cure materne a generazioni di chierici nelloStudentato teologico . Iniziatrice della Casa a Mamma Mar-gherita N, esempio di profonda pietà, di sacrificato lavoro, diattaccamento alla Famiglia Salesiana, le donò quanto avevadi più caro e ogni energia negli ultimi 3o anni di vita .

Altri Cooperatori defuntiAiroldi Giuseppina - Anghiari P. Angelo - BertolottiGiuseppe - Biga Emilia - Botto Vittoria - Briglio Caro-lina - Cozza Rosa - De Cassan Mons . Antonio - De GiorgioAntonietta - De Santis Maria - De Stefanis Zanello Ines- Dore Domenica - Faccin Giovanni - Favero Massimi-liano - Ferrai Rosa - Ferrazza Arch . Guido - FizzottiGiuseppe - Galletti Aurelio - Giaccone Giuseppe - GrandeLucia - Laiolo Giuseppe - Lanaro Giov . Battista - Le-grenzi Antonia - Maggiora Battista - Manzoni Maria -Martoni Dirce - Melzani Margherita - Mignatta Antonio- Negro Luigi - Nodari Canali Maria - Ormezzano Ar-turo - Picciolini Pietro - Polidori Antonia - Positano GianMichele - Quaranta Maria - Ravasio Alessandro - RussoGiovanni - Semini Stefano - '1'estore Mario - Toso Se-condo - Venturella Carlo - Vitaliani prof. Benedetta -

_Vuoran Domenico .

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`~` CROCJ'JIJJZ~12Cl~l~lTOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

per cominciare una Borsa occorre un minimo di Lire 10.000

Borse da completareBorsa Anime del Purgatorio, aiutateci ; Gesù Maria Giu-

Borsa Gesù, Maria, Giuseppe, tutti i Santi e Animeseppe, salvateci, a cura di Armando Giuseppe e Lucia .

purganti, a cura dei coniugi Bertero (Torino) - 1' vers .- Anita Chiesa-Caorsi 15 .000 - L . 0 .700 .

L . 10 .000 .

(continua)Borsa Anime del Purgatorio, a cura di Milano Ales-sandra - Garzoni Rachele 12 .000 - L . .850 .

Borse completeBorsa Anime Sante del Purgatorio, a cura di Valle An-

Borsa S. Pio X, S . Giovanni Bosco, Don Michele Rua vene-tonietta (Savona) - Bonvicini Luigia 12 .000 - L. 28 .8oo .

rabile e Don F. Rinaldi, a cura di A . G . (Pesaro) - L. 50 .000 .Borsa Artico prof. Don Giuseppe e Tognutti A. (To-

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(continua)

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