Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2...

16
Parrocchia S. Maria della Visitazione Pace del Mela IL NICODEMO Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto 3/2000 Marzo (2) Fogli della Comunità http://web.tiscalinet.it/smariavisitazione e-mail: [email protected] v

Transcript of Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2...

Page 1: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Parrocchia

S. Maria

della Visitazione

Pace del MelaIL NICODEMO

Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto 3/2000 Marzo (2)

Fogli della Comunità

http://web.tiscalinet.it/smariavisitazione e-mail: [email protected]

v

Page 2: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

2

SOMMARIO

2 Quaresima e rinnovamento

di Franco Biviano

3 Non ci indurre in tentazione

di Franco Biviano

4 La TSC per la salute del territorio

di Carmelo Ficarra

5 Il grembo prestato

di Angela Calderone

6 21 Marzo 2000

Benvenuta Primavera

8 Visitare gli infermi

Gruppo Catechistico adolescenti

9 Concorso fotografico on-line

10 Solo perché eravamo Ebrei

di Sara Pontuale

11 Pierrette Polito

di Gabriella La Rocca

12 Io papà con il biberon...

di Nino Ragusa

13 Vecchio Cinema Margherita

di Mimmo Parisi

15 Lavori in... campo

di Carmelo Ficarra

16 I fatti nostri

a cura di Franco Biviano

16 Anagrafe parrocchiale

Febbraio 2000

16 Come “tira” il Nicodemo

QUARESIMA ERINNOVAMENTO

di Franco Biviano

I l termine Quaresima vuol dire “quaranta gior-ni” e indica il periodo dell’anno liturgico, immedia-tamente precedente alla Pasqua, nel quale la Chiesaricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel de-serto a digiunare per essere pronto, alla fine, a rin-tuzzare le tentazioni del demonio. Le risposte diGesù alle proposte di Satana costituiscono il para-digma delle scelte fondamentali che ogni cristianodeve operare per potersi veramente considerare unseguace di Cristo: niente ricchezza, niente succes-so, niente dominio sugli altri.

E siccome il mondo in cui siamo immersi navigain direzione diametralmente opposta (quello checonta è il denaro, il successo e il dominio), periodi-camente ci viene richiesta una correzione di rotta,una conversione. Dobbiamo, cioè, mettere a con-fronto l’andamento della nostra vita con il modellodella vita di Cristo e, in caso di discrepanze, aggiu-stare il tiro.

La Quaresima è, quindi, un tempo di rinnova-mento nella vita della Chiesa. In quest’ottica assu-mono significato tutti i riti e le pratiche devozionalidella Quaresima e della Settimana Santa. Vie Cru-cis, pellegrinaggi ed altre manifestazioni di cultodiventano importanti se coinvolgono il nostro cuo-re e la nostra anima, se iniettano nel nostro cervellouna volontà di servizio e di sacrificio. Altrimenti ri-schiano di rimanere semplice folklore, qualcosache si fa “perché si è sempre fatto”, testimonianzaresiduale di una religiosità passata che ormai quasinon ci tocca più.

Il cammino quaresimale, inoltre, coinvolge nonsolo i singoli battezzati, ma tutta la comunità. Ilriesame delle abitudini inveterate e la ventata dirinnovamento devono investire tutta la vita parroc-chiale. Bisogna fare un esame di coscienza comuni-tario per vedere se la “parrocchia” riesce ad esseresale della società e lucerna che illumina il camminooppure ha perso sipidezza e se ne sta “nascosta sot-to il moggio”; se si dedica al servizio degli emargi-nati o cerca compromessi col potere; se, in unaparola, è immagine viva di Cristo che guarisce le in-fermità e combatte il peccato o si adagia, viceversa,su tranquilli formalismi che garantiscono il quietovivere e non intaccano minimamente il tessuto del-la società. Solo così sapremo se siamo veramente insintonia con Cristo e se stiamo camminando sullastrada che porta alla Risurrezione.q

Page 3: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

3

Ø

NON CI INDURRE IN TENTAZIONE

La tentazione, dono di Dio, rende possibile la conquista del Paradiso

Secondo omaggio

a Peppino Pellegrino,

suscitatore di sete eterna.

di Franco Biviano

Vi ricordate che qualcheanno fa si vociferò del pro-getto di modificare le paro-le del “Padre Nostro”? La

proposta nasceva dal disagio di conci-liare la moderna sensibilità con le pa-role che gli evangelisti riportano comeuscite direttamente dalla bocca diGesù. Lo scoglio maggiore eracostituito dalla frase con la qua-le, rivolgendoci al Padre celeste,gli chiediamo di “non indurci intentazione”, perché improvvi-samente ci si è accorti che qual-cuno prova scandalo a pensareche un Dio Buono possa esserepromotore e origine di tentazio-ne. Ma come - si sostiene - nonsi è sempre detto che la tenta-zione, cioè la spinta a seguire uncomportamento che non piacea Dio, viene dal Maligno?

Questo episodio rafforza inme la convinzione che la mo-derna teologia stia perdendo ilcontatto con le proprie radicibibliche e che, a forza di volererendere la religione cattolica ac-cettabile alla mentalità monda-na, si stia creando una fede chenon è né carne, né pesce.

I mass media, ma anche certa stam-pa cattolica, ci stanno abituandoall’idea che tutte le religioni sono buo-ne, anzi che Dio stesso ha parlato agliuomini per bocca di Maometto, diConfucio, di Budda, a seconda dellalatitudine in cui ognuno di noi vive.Tutti tranquilli, dunque. Ognuno se nestia nella religione dei suoi padri. Imissionari svolgano opera di promo-zione sociale, ma non rompanol’anima col Vangelo di Gesù Cristo.Piuttosto chiedano perdono ai popolipagani se in passato la Chiesa cattolicasi è permessa di condannare e mano-mettere le loro civiltà idolatriche.

Non sorprende, allora, che in que-sta Chiesa, che non sa più dove va per-ché non ricorda da dove viene, latentazione sia una presenza fastidiosae che Dio venga ridotto a un semplicedispensatore di premi, distribuiti sen-za bisogno di sacrificio e di impegno.Con la scusa che Dio non può essereall’origine del male, gli abbiamo messoaccanto un altro essere equipotente,Satana, che si diverte a trascinarel’umanità sulla via del male, mentreDio se ne starebbe a guardare.

Eppure la Bibbia non parla così. La

parola di Dio è esplicita e chiarissimaal riguardo: “E’ il Signore Dio vostroche vi prova per vedere se lo amate ve-ramente con tutto il vostro cuore e contutta l’anima vostra” (Deutoronomio13, 4). Se si legge il libro di Giobbe, siscopre che Satana è uno strumentonelle mani di Dio e soggiace al suo vo-lere. Nel “sistema” ideato per portaregli uomini al godimento del suo Amoreinfinito, Dio ha introdotto la presenzadeterminante del demonio e della ten-tazione. Per questo, demonio e tenta-zione fanno parte del nostro vissutoquotidiano e sarà così fino alla fine deltempo, quando sarà instaurato il Re-gno di Dio.

E’ talmente obbligata per l’uomo la

strada della tentazione e della prova,che Dio non l’ha risparmiata nemme-no a suo Figlio, il “prediletto”. Le ten-tazioni di Gesù, anzi, secondo ilracconto evangelico, giungono a co-ronamento di quaranta giorni e qua-ranta notti di digiuno nel deserto,quasi fossero uno strano, paradossale,ma indispensabile premio.

Nessun santo è sfuggito alla leggedella tentazione. Nei loro confronti,anzi, gli assalti del demonio sono statipiù frequenti e più accaniti, perchéproprio quelli che più si avvicinano a

Dio vengono da Lui maggior-mente “provati”.

E il resistere alle tentazionicostituisce uno dei punti di me-rito che rendono i santi degni diessere proposti a tutti i cristianicome esempio da imitare.

La tentazione, quindi, non èqualcosa che intralcia il nostrocammino verso Dio, ma piutto-sto un elemento che lo agevola.Senza la tentazione e la prova,gli uomini saremmo tanti “pap-pa molle”. L’accesso al Paradisosarebbe un atto dovuto.L’inferno sarebbe veramentevuoto, come sostengono tutticoloro che non riescono a con-ciliare la bontà divina con la li-bertà umana. Senza latentazione, anche Satanaavrebbe trovato il modo di acco-

modarsi in Paradiso.Detto questo, occorre fare una im-

portante precisazione.Il cristiano, co-sciente della propria debolezza efragilità, non può “amare” la tentazio-ne. Deve, anzi, fuggirla sistematica-mente. E’ Gesù stesso che ci esorta adessere come le serpi, che scappano viaal minimo fruscio. Ecco perché il divi-no Maestro ci suggerisce di pregare ilPadre affinché non ci induca in tenta-zione e non ci sottoponga alla prova:per il grande timore, che dobbiamosempre nutrire, di non essere capaci disuperarla. E tuttavia sappiamo che,per il nostro bene, questa preghierasarà poco ascoltata. I nostri giorni ter-

tSatana e altri demoni in una miniaturacinquecentesca

Page 4: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

4

reni saranno, grazie a Dio, cosparsi ditentazioni, che non potremo vincerecon le armi spuntate della nostra mise-ra umanità. Dovremo, invece, ricorre-re alle armi spirituali di cui parla S.Paolo: “ Prendete forza nel Signore enel vigore della sua potenza. Rivestitevidell’armatura di Dio, per poter resiste-re contro le manovre del diavolo. Per-ché non dobbiamo lottare contro lacarne e il sangue, ma contro i Principa-ti, contro le Potestà, contro i Padroni diquesto mondo di tenebre, contro glispiriti del male che sono nelle regionicelesti. … State dunque saldi, avendopreso per cintura la verità, per corazzala giustizia e per calzature la pron-tezza ad annunziare il Vangelo del-la Pace. In ogni circostanzaimpugnate lo scudo della fede, con ilquale potrete spegnere tutti i dardi in-fuocati del maligno. Mettete anchel’elmo della salvezza e armatevi dellaspada dello Spirito, che è la Parola diDio. Pregate in ogni tempo con ognispecie di orazione e di supplica, permezzo dello Spirito”. (Efesini 6,10-18).

Il cristiano deve avere un sacro ter-rore della tentazione e del demonio,perché cedere è molto facile, resistereinvece è sommamente difficile. E’un’arma a doppio taglio, la tentazione.Può condurci lontano da Dio o vicinis-simo a Lui. La risposta del cristiano altentatore, fosse anche il migliore ami-co, deve essere decisa e scattante. Neabbiamo un esempio in Gesù, che nonesitò a gridare “Allontànati, Satana!”all’apostolo Pietro che voleva indurlo anon accettare il passaggio obbligatodella Passione.

Tuttavia la Sacra Scrittura ci dà lacertezza che le prove e le tentazioniche Dio ci manda non saranno mai su-periori alle nostre possibilità di resi-stenza: “Dio è fedele; Egli nonpermetterà che siate tentati al di sopradelle vostre forze, ma insieme con latentazione vi darà pure la forza di po-terla superare” (I Corinzi 10, 13).Fondati sulla Parola stessa di Dio, nu-triamo quindi la speranza che, utiliz-zando le “armi” idonee che Egli stessoci fornisce, possiamo cantare vittoriae, alla fine, gridare,come Giuditta:“Rendiamo grazie al Signore Dio no-stro per averci messi alla prova” (Giu-ditta 8, 25).q

LA TSCper la salute delterritorio

di Carmelo Ficarra

Nell’estate 1999 è nata a Pacedel Mela un’associazioneche punta a risanare il terri-torio della Valle del Mela,

ormai dissestato a causa dell’alto tassod’inquinamento. A capo di questa as-sociazione c’è il parroco di Pace delMela ed Archi, padre Giuseppe Trifiròche, con l’aiuto di validi collaboratori,si impegna giorno per giorno a com-battere i problemi causati dalle indu-strie.

La costituzione della T.S.C. (Tuteladella Salute dei Cittadini), è dovu-ta in parte alla volontà di nonfar costruire un Termova-lorizzatore (incenerito-re) nella zonaindustriale di Giammo-ro. Questa prima mis-sione sembra esserestata un successo perchédalla Regione è giuntavoce di una promessa:l’impianto non sarà costruito nelnostro territorio (speriamo non sianosolo parole). L’associazione però, èbene dirlo, non è contenta, per il sem-plice motivo che non si ritiene giustofarlo costruire in un altro centro abita-to per le gravissime conseguenze checomunque provocherebbe.

Oggi ci troviamo ad un bivio: sce-gliere l’industrializzazione oppurel’artigianato e l’agricoltura per rilan-ciare il territorio che va da Milazzo aVillafranca, passando per i vari comunidi Santa Lucia del Mela, San Filippodel Mela, Pace del Mela, Torregrotta,San Pier Niceto e Monforte.

Quaranta anni fa, i vari consigli co-munali diedero un SI’ “speranzoso”all’A.S.I. (area di sviluppo industriale).

Quel sì, quanto è costato?E’ questo interrogativo che oggi la

T.S.C. cerca di sottoporreall’attenzione della gente.

Di certo, l’occupazione e lo sviluppodeterminato dalle varie industrie sortenel corso degli anni era stato un ottimo

volano, ma con il passare dei decennitutto è cambiato: il lavoro è venutomeno e le condizioni di salute sono an-date via via peggiorando.

Oggi, addirittura, si pensa di faruscire il comune di Pace del Meladall’A.S.I.

L’associazione aveva lanciato a di-cembre una raccolta di almeno seicen-to firme (portata a termine in un mese),per promuovere un referendum per farscegliere ai cittadini pacesi se uscire ono dall’ente A.S.I.

Il movimento, affiancato dal WWF eda Lega Ambiente, ha coinvolto anchegli uomini politici di Pace del Mela e deipaesi limitrofi.

Si è arrivati quindi ad una inaspetta-ta conclusione. La giunta di Pace delMela ha ritenuto opportuno ritirarel’adesione dall’A.S.I. ancor prima distabilire la data del referendum.

Questa decisione a cui dovrà seguireil parere favorevole della Regione,

non ha sancito una vittoria masoltanto l’inizio di una batta-

glia.Le iniziative della T.S.C.

in questo momento sonomolte, e tutte impegnative eimportanti.

- Tra l’altro si lotta con-tro l’E.S.I. (una fabbrica per lo

smaltimento di batterie esauste);- Si lavora affinché l’ENEL usi

combustibili adeguati;- Si lotta per fare togliere i tralicci dai

centri abitati.L’opera degli associati, accompa-

gnata dal grande impegno del sindacoCarmelo Pagano ha coinvolto anche imass media. Infatti grande aiuto è statodato dalla televisione di Stato. Su RAIUNO Antonio Lubrano ha intervistatoil vicepresidente dell’associazione, ildott. Andaloro, e sono state così evi-denziate le cattive condizioni in cui lanostra zona si trova per viadell’inquinamento.

Pace del Mela, grazie a questi volen-terosi crociati della T.S.C., è sulla giu-sta strada.

Ora agli altri comuni non resta cheseguirne l’esempio per rivalutare il ter-ritorio.

Un plauso, dunque, va a questa as-sociazione, capace, nonostante tantiproblemi, di andare avanti per la suastrada, coinvolgendo tanta gente, com-presi i più giovani.q

Page 5: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

5

UN’OPINIONE

IL GREMBO PRESTATO

La maternità sta diventando un’operazione di laboratorio

di Angela Calderone

Nel 1995, a Roma, è nata Eli-sabetta, la prima bambinaitaliana “figlia” di un em-brione congelato e di una

“maternità surrogata”. La gravidanzaè stata portata a termine da una zia pa-terna della nascitura perché la madrenaturale era morta in un incidentestradale.

Oggi una coppia sterile potrà avereun figlio grazie ad una “madrein prestito”. Un’amica di fami-glia è pronta a farsi impiantarel’embrione congelato cinqueanni fa. Ed il giudice del Tribu-nale civile di Roma, ChiaraSchettini, ha detto sì, ha emes-so la clamorosa ordinanza. Nel-la motivazione, il giudice haspecificato che una donna puòaiutare un’altra ad avere un fi-glio prestandole il proprio uteroper amore, ma non per soldi. Ilcaso ha diviso l’Italia. Ha fattodiscutere l’opinione pubblica,medici, teologi, politici.

Tutto è iniziato nel 1994.Dopo aver tentato inutilmentedi avere un figlio, i coniugi sierano rivolti ad un ginecologo,il professor Pasquale Bigotta.Lei aveva la sindrome di Roki-tansky – Kuster: un utero praticamen-te inesistente, incapace di sostenereuna gravidanza. Però le ovaie funzio-navano e offrivano un’altra possibilità:far crescere il figlio nel grembo diun’altra donna. Nel 1994 non c’eranessuna legge, nessun vincolo. Il codi-ce deontologico, con l’articolo che vie-ta ai medici di far ricorso alla tecnicadell’utero in affitto, sarebbe arrivatol’anno dopo. Nel 1999 una cara amicadella coppia, poco più che trentenne,si offre spontaneamente come culla,per nove mesi, per il bambino. Anchese nel frattempo le cose sono cambia-te, dopo un anno di udienze, ecco la ri-sposta positiva del Tribunale. Il dottorBigotta è stato autorizzato a superare

il codice deontologico dei medici – chenon è legge ma una normativa di rife-rimento - sia per il vuoto legislativoesistente in materia di fecondazioneartificiale, sia per il pericolo di deterio-ramento degli embrioni congelati.

Non una sola voce a sostegno dellasentenza. L’Osservatore Romano,giornale cattolico, si è scagliato controquesta decisione. Il teologo GinoConcetti ha scritto che “la tecnicadell’utero in affitto sconvolge l’ordine

naturale della procreazione che postu-la l’unità delle due operazioni fonda-mentali che avvengono nellagenerazione umana: concepimento esimultanea gestazione”. Aberrante,sconcertante, inaccettabile: questi itermini usati dal teologo. La federa-zione nazionale dei medici ha avvisatoi propri iscritti che i trasgressori delcodice deontologico devono rendereconto del loro operato e rischiano lacancellazione a vita dall’albo.Il mini-stro della sanità Rosy Bindi ha definito“gravissima” la decisione del Tribuna-le, ha ritenuto che contrasta con il co-dice deontologico dei medici e conuno dei punti fermi della proposta dilegge sulla procreazione assistita.

Io non sono né psicologa, né medi-co, né sociologa; però ritengo chequesta sentenza, benché discutibile,sia da rispettare. La magistratura, in-fatti, ha dovuto sostituirsi ad un Parla-mento silenzioso per colmare il vuotolegislativo. Ancora una volta la vitacorre più in fretta delle leggi e non puòaspettare che i nostri legislatori si dia-no una mossa. La legge sulla feconda-zione artificiale, approvata dallaCamera, adesso è ferma al Senato.

Prevede come illecita la ma-ternità surrogata in tutte lesue forme: sia l’utero in pre-stito o in affitto, sia la fecon-dazione eterologa, cioè conil ricorso ad un donatoreesterno alla coppia.

Delle domande, però,sorgono spontanee: chi saràla madre di quel figlio? E’vero che il rapporto inegua-gliabile madre-figlio nascedurante i nove mesi di cuiquella madre/non madre havoluto privarsi pur di avereun figlio? Cosa succedequando, alla gioia della ma-dre che ha fornito la “mate-ria prima”, si affianca lapena di chi deve staccarsi daun’esistenza fiorita nel suogrembo? Nascono sempre

meno bambini, ma cresce la dispera-zione di chi non li può avere, dispostoa ricorrere a qualunque mezzo. Da ri-vedere allora il mito dalla maternità:sta diventando una questione di labo-ratorio. Invece di chiamare “mam-ma”, i frutti di queste conquistediranno “ovulo”.

Penso che esistano altre possibilità,più normali, per avere un figlio. Perchéci sono legami forti come quelli biolo-gici e in qualche caso anche di più.Perché si vuole rimediare a quello chela vita, l’indifferenza o il dramma diuna donna ha tolto ad una creatura in-difesa. Adottare è una scelta, un atto dicoraggio, un bisogno d’amore: che sidona e, soprattutto, si riceve.q

tIl rapporto mamma-bambino inizia sin dalconcepimento.

Page 6: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

6

21 MARZO 2000

BENVENUTA PRIMAVERA

LA CRONACA

Le insegnanti della ScuolaMaterna ed Elementare diPace del Mela, anchequest’anno, in occasione

dell’arrivo della primavera, hanno or-ganizzato una manifestazione per il 21marzo.

L’impegno delle insegnanti, la colla-borazione delle famiglie (che hannopreparato i costumi), la bravura deibambini, una bellissima giornata disole e la verde cornice della Villa P.Giovanni Parisi hanno fatto sì chequesta seconda edizione della “Festadi primavera” risultasse particolar-mente gioiosa.

Ad aprire lo spettacolo, onoratodalla presenza della Direttrice Didatti-ca dott.ssa Antonia Sofia, del sindacodott. Carmelo Pagano e di altre autori-tà, sono stati i bambini della Scuolamaterna, che hanno cantato e mimatole canzoni “Buongiorno Primavera” e

“Colomba di pace”. Gli alunni delleclassi I e II hanno cantato la canzonetipica siciliana “Ciuri ciuri”, seguitadal ballo di una tarantella. Le classi IIIhanno sceneggiato la poesia “Canto dimarzo” e interpretato la canzone “Lamargherita”. Gli allievi del-le classi IV, dopo essersi esi-biti nella recita della poesiaa sfondo ecologico “Abbia-mo perduto la primavera”,

dal tono sospeso tra la de-nuncia e il rimpianto, si

sono cimentati in due gio-chi tipici di questa fascia dietà: la corsa nei sacchi e la“millemiglia”. Infine i bam-bini delle classi V hanno de-clamato le poesie “Eccoprimavera” e “La primave-ra” e hanno cantatol’allegra canzone “Aprite lefinestre”.

Lo spettacolo, riuscitissimo per lasua connotazione giocosa e coinvol-gente, per la calorosa partecipazionedella cittadinanza e per il lodevole ser-vizio svolto dai vigili urbani, è stato ap-prezzato da tutti i presenti.q

tUn momento della Festa di Primavera.

I TESTI DELLE POESIE

CLASSI III

Canto di Marzo

Dèstati, dèstati, primavera:Il cielo pare lino in fioreE la terra che era neraHa mutato colore.

Dèstati, dèstati, le violeSono sbocciate nei praticelli.Pare nuovo anche il sole,scorrono freschi i ruscelli.

Il pesco è una nuvola rosaE il mandorlo t’ha preparatoIl vestito da sposaTutto stellato.

Fra l’erba tenera c’è un grilloNero, piccolo così.Può servirti da spillo!Ascolta il suo cri cri!

Sono tornate le rondini nei nidi,hanno passato tanto mareed empiono il cielo di gridi.Perché non ti vuoi destare?

CLASSI IV

Danza di primavera

Che gioia! La dolce stagione,l’inverno fu duro, ma adesso godiam.E balzan felici le gemme nel solee noi folletti sul prato danziam.

Che gioia! Danziam sotto il cielo,allegri e contenti ci diamo la mano.Ed ecco una stella noi tutti formiamoche splende sull’erba, che gioca tra i fior.

Che gioia! Ogni cuore trabocca d’amore,amici di ognuno noi qui ci sentiam.Venite qua tutti e insiem giochiam,ché allegri e felici vogliamo anche voi!

Page 7: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

7

CLASSI V

Ecco primavera

Ecco ecco che è arrivataprimavera scarmigliata,primavera bella bella,primavera pazzerella,con il sole,con le viole,con i gridi dentro i nidi.Son fioriti i biancospini,nasceranno i rondinini,danzeranno i loro balli,le farfallebianche e gialle.

(L. Galli)

Primavera

La primaverasi desta, si veste,corre leggeraper prati e foreste.Guarda un giardino,ci nasce un fioretto.Guarda un boschetto,c’è già l’uccellino.Guarda la neve,già scorre il ruscello,viene l’agnello,si china e ne beve.Guarda un campetto,già il grano germoglia.Tocca un rametto,ci spunta una foglia.Canta l’uccellonel folto del rovo;il mondo è bellovestito di nuovo.

(Renzo Pezzani)

CLASSI IV

Abbiamo perduto la primavera

Molto tempo primache ci gettassimo su petrolioferro e ammoniaca,c’era ogni annoil tempo degli alberi che verdeggianoirresistibili e violenti.

Noi tutti ricordiamoi giorni più lunghi,il cielo più chiaro,l’aria mutatadella primavera destinata a venire.

Ora leggiamo nei libridi questa celebrata stagionee pure da molto temponon sono più stati scortisulle nostre cittài famosi stormi degli uccelli.

La gente seduta nei treniè ora la primaa sorprendere la primavera.

Le pianure la mostranonell’antica chiarezza.Certo negli spazisembrano passare tempeste:esse toccano soltantole nostre antenne.

(Bertolt Brecht)

Page 8: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

8

pagina dei ragazzi

Visitare gli infermi

Abbiamo aperto gli occhi su un

mondo a noi sconosciuto

pagine curate dal

Gruppo Catechistico Adolescenti

Salve a tutti !!!

Se avete letto lo scorso nu-mero del Nicodemo vi ri-corderete che vi avevamopromesso di svelarvi, pian

piano, i nostri pensieri e di mettervi alcorrente di ciò che noi, nuova presen-za nella comunità, abbiamo deciso direalizzare concretamente. Il nostroprimo passo è stato quello di interro-garci, noi per primi, su ciò che di vera-mente utile e importante potevamofare per gli altri e soprattutto per colo-ro che fanno parte della nostra stessacomunità e di cui spesso ignoriamopersino l’esistenza. Abbiamo quindipensato che sarebbe stato bello porge-re la nostra attenzione e manifestare lanostra presenza e solidarietà agli an-ziani e ai malati del nostro paese, che avolte vengono emarginati e dimentica-ti, quando invece avrebbero ancoramolto da offrire e da raccontare. Ini-zialmente, anche se si è trattato di unanostra scelta, abbiamo affrontato taleiniziativa con un po’ di leggerezza, mauna volta intrapreso il cammino abbia-mo riscoperto sensazioni ed emozioniche raramente si provano o che addi-rittura non si sono mai provate. Abbia-mo incontrato persone che dopo unainiziale diffidenza ci hanno aperto leloro porte ed i loro cuori, descrivendo-ci ciò che provano, le loro sensazionied emozioni, il loro vivere da “anzia-ni”, riuscendo a volte a farci ridere ealtre volte a commuoverci; ci hannointrattenuto raccontandoci aneddotischerzosi riguardanti la loro infanzia,storie d’amore vissute tra i disagidell’epoca e tra le quali spesso ritrova-vamo i nostri nonni, ci hanno raccon-tato degli anni della guerra e tanti altriepisodi dei quali conserveremo pre-ziosamente il ricordo. Uscendo dalleloro case, talvolta, ci capitava di sentir-ci turbati per la situazione in cui veni-

vamo a trovarci, in quanto, nonsempre le persone a cui facevamo visi-ta erano in grado di rendersi conto delnostro gesto a causa del loro stato disalute. In un primo momento, qualcu-no di noi ha avuto qualche difficoltànel vedere alcune persone a letto e sof-ferenti e pensavamo, inoltre, che la no-stra presenza lì fosse inutile, che leuniche persone in grado di supportar-le fossero i parenti, che amorevolmen-te li accudiscono e che moltogentilmente ci hanno accolto nelle lorocase. Ma poi ci siamo resi conto cheanche noi potevamo fare qualcosa perloro e cioè pregare, che non importavache ci sentissero, ci vedessero o ci ca-pissero, ma l’unica cosa veramenteimportante per noi era stargli vicino,

anche se per pochi minuti e manife-stargli, per quanto possibile, tramite lanostra persona, la presenza più forte esuperiore di Dio Padre che anche inquei momenti non li abbandona mai.Ci è anche capitato di incontrare unapersona “atea”, che considerava privedi ogni fondamento le parole scrittenel Vangelo, definendole addirittura

delle ipocrisie. Possiamo dire che èstato un incontro piuttosto insolito edinaspettato, ma ci ha comunque spintia confrontarci con un modo di conce-pire le cose che non è il nostro ed a ve-rificare quanto fosse salda la nostrafede in Dio. Tutto sommato le nostresono state esperienze interessanti checi hanno aperto gli occhi ad un mondoper noi sconosciuto o forse semplice-mente ignorato. Non abbiamo nessu-na intenzione di terminare qui questocammino, continueremo, invece que-ste nostre visite cercando sempre dicogliere ciò che tali persone vogliono,anche se talvolta inconsapevolmente,insegnarci e trasmetterci, e sperandodi portare nei loro cuori un po’ di amo-re e di fede in più.q

Page 9: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

9

Orizzontali:1) Attaccante juventino che ultima-

mente segna solo su rigore.6) Antonella Ruggero.7) Como.8) Facendolo ci si tiene in forma.9) Organizzazione Nazioni Unite.11) Poesie.12) Ancona.13) Indica negazione.14) Articolo determinativo.15) Rendono la vita più comoda.16) La prima nota.17) I migliori amici degli uomini.18) In Inglese significa “ acceso”

oppure “sopra”.19) La tirano fuori i cantanti.

Verticali:1) Il giorno del Signore.2) Ogni persona ne ha uno buono e

uno cattivo.3) Fenomeno.4) Risuona nelle valli.5) Avversario “interista” dell’uno

orizzontale.10) Alleanza.15) Associazione Nazionale Volon-

tariato.

CRUCIVERBA

Soluzione

del cruciverba

pubblicato

sul n.85.

Concorsofotograficoon line

L’Associazione cultura-le “Mela Club” (ViaPietro Bonfiglio, 96 –Pace del Mela, tel.

090/933787, e-mail [email protected]) indice la prima mo-stra-concorso fotografica on-line“Premio Mela d’Oro”. Il concorso,aperto a tutti i fotoamatori, si arti-cola in due sezioni: una a tema li-bero e l’altra sul tema obbligato“Le bellezze artistiche, storiche eculturali della Sicilia”. Ogni con-corrente potrà presentare quattrofoto per ogni sezione, formato 10 x15, in bianco e nero o a colori. Lefoto dovranno contenere sul retro:cognome e nome, indirizzo e reca-pito telefonico dell’autore, titolodell’opera e/o luogo fotografato. Iltermine ultimo di presentazionedelle opere scade il 25 maggio. Laquota di partecipazione è fissata inlire diecimila per una sola sezione ein lire quindicimila per tutte e duele sezioni. L’esposizione delle ope-re su Internet (http://www.mela-club.com) durerà dal 10 giugno al31 agosto. Le foto vincitrici saran-no designate dai visitatori del sito,che potranno esprimere tre voti peropere di autori diversi. Fra tutti co-loro che voteranno saranno sor-teggiati dei premi. La premiazionedei vincitori avrà luogo al Paladia-na di Milazzo il 16 ottobre. q

Page 10: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

10

“Solo perché eravamo ebrei”L’Olocausto in un documentario di S. Spielbergh

di Sara Pontuale

“Non potevo credere checi cacciavano dallenostre case solo per-ché eravamo Ebrei”.

Così testimonia con gli occhi pieni distupore una donna, una ebrea, che havissuto quei terribili momenti ripresi ediscussi da S. Spielberg, che ancorauna volta pone sul suo cammino cine-matografico un film che parla di Ebrei.

La saga iniziò con “Shindlers’list”,cui seguì “Il principe d’Egitto” e si con-clude, al momento, con questo docu-mentario che, tra i racconti e le lacrimedei testimoni, mostra alcune immaginidi quello che fu uno dei più terribili de-litti del nostro secolo.

Sembra un incubo: sullo schermogigante di un cinema, quelle scene in-verosimili sembrano così lontane, masono odiosamente vicine.

Per capire cosa significò realmente

l’Olocausto bisognerebbe rivivere tut-te le fasi della tragedia: la paura,l’arresto, il viaggio in condizioni igie-niche pietose, il soggiorno nei campidi concentramento, le camere a gas,ma peggio ancora il divertimento spie-tato e senza cuore dei nazisti addetti alcontrollo dei campi di concentramen-to.

Gli Ebrei si trovavano anche in Ita-lia. Primo Levi fu deportato in Germa-nia e miracolosamente scampò alla

morte. Nel suo grandesuccesso “Se questo èun uomo” ha descrittominuziosamente ciò cheaccadde in quel periododi terrore.

Il viaggio, che duravaparecchi giorni, avveni-va in vagoni su cui eranoconcentrate molte per-sone al buio. Una voltaarrivati a destinazione, ilmomento terribile dellascelta: un ufficiale, con ildito puntato su ognuno,mandava i deportati asinistra o a destra. Veni-vano divise famiglie, i fi-gli dalle madri e daipadri con la consapevo-lezza di non rivedersi.Un’altra ragazza testi-monia nel documenta-rio: “Mentre marciavoignara di ciò che sarebbesuccesso, incrociai gliocchi di mio padre; unalacrima gli rigò il volto…fu l’ultima volta che lovidi”.

Non tutti quelli che si salvarono arri-varono a raccontare ciò che successe.All’inizio venivano sistemati in stanzedove c’era un letto da condividere al-meno in due persone; il pranzo si dove-va conquistare; non davano a tutti lascodella e il cucchiaio, e i più “esperti”li rubavano ai meno abituati a quella si-tuazione. A volte venivano rubate perfi-no le scarpe. Poi, man mano chepassavano i giorni, molti morivano nel-

le camere a gas, spiati da un buco nelmuro dai soldati che si divertivano. Iprigionieri venivano chiusi per alcunigiorni in una camera, dove non entravanessuno spiraglio di luce. Altri veniva-no usati come cavie per gli esperimen-ti. I loro corpi venivano disseminati neicampi.

I motivi dell’Olocausto furono vari,hanno lasciato ancora oggi la traccia.Un odio incomprensibile nei confrontidi uomini, donne e bambini, la cui uni-ca colpa, se è lecito definirla così, è diappartenere ad un popolo perseguita-to da sempre, ma la cui grandezza stanell’essere la radice comune di duegrandi religioni, quella ebraica e quellacattolica.

Si è trattato di una vergognosa pa-gina di storia europea, che ha signifi-cato la morte per milioni di innocenti,ma che ancora oggi lascia una scia didisprezzo persino nei confronti deibambini da parte di chi ha odio nel cu-ore. q

tBambini ebrei nel lager di Mauthausen.

Mons. Francesco Montenegro,53 anni, è stato nominatoVescovo Ausiliare dell’ Arci-diocesi di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela.

La cerimonia di consacra-zione avrà luogo il prossimo29 aprile.

Mons. Montenegro pren-derà il posto di mons.Francesco Sgalambro, 65anni, al quale il Sommo Pon-tefice ha affidato la guidadella diocesi di Cefalù.

Sui due prelati, chiamatiad assumere importanti in-carichi per la vita della Chie-sa, la Comunità parrocchialedi Pace del Mela invoca i donidello Spirito Santo, affinchéla loro opera di guida del po-polo di Dio porti molti fruttiper la costruzione delRegno.q

Page 11: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

11

PIERRETTE POLITOPER NON DIMENTICARE

di Gabriella La Rocca

Il 12 gennaio scorso, in se-guito a complicazioni respi-ratorie causate da unaterribile influenza, è morta

Pierrette Polito, 23 anni, originaria diPace del Mela e residente da qualcheanno a Cattafi. Il caso attirò per qual-che giorno l’attenzione di televisioni egiornali, anche a livello nazionale.Adesso, a poco più di due mesi di di-stanza, la tragica morte di Pierrette èstata archiviata daimass-media e daicittadini. Per ovviarein qualche modo aquesta “rimozione”frettolosa, riteniamoopportuno rievocarela dolce e mite figuradi questa figlia dellanostra comunità,consapevoli che lasventura che ha col-pito Pierrette potevatoccare a ciascuno dinoi.

Pierrette era natanel 1976 a Sa-int-Etienne, in Fran-cia, dove i genitorierano emigrati perlavoro prima di tor-nare nel paese di fa-miglia, Pace delMela. Qui la giovaneha sempre vissuto, èstata battezzata, ha frequentato la scu-ola materna, le elementari e le medie.Fin da piccola ha sempre sofferto diuna fastidiosissima forma di asma al-lergico.

A Pierrette la vita non ha riservatograndi gioie. Appartenente ad una fa-miglia molto umile, ha trascorso unafanciullezza solitaria. I compagni diclasse la ricordano come una ragazzi-na molto introversa. Ultimate le scuolemedie, si è dedicata alla cura della pro-pria casa, dei genitori e dei fratelli. Si èsposata a 18 anni, ma in amore non èstata fortunata: si è separata, infatti,

dopo due anni di matrimonio. Anchese riservata, era buona con tutti, so-prattutto nei confronti della famiglia,come rivela la madre: “Era incapace diportare odio anche a chi le aveva fattodel male”. Dopo la separazione cono-sce Santino. I due si innamorano e de-cidono di convivere. Pierrette sitrasferisce nella sua nuova casa pienadi sogni e di felicità. Da poco tempoaveva trovato lavoro in un’azienda diaspirapolveri come telefonista speran-do di mettere da parte qualche rispar-mio per il suo secondo matrimonio,

previsto in settembre. La tragica fineha annullato ogni progetto. In pocheore i sogni di tutta una vita sono andatiin fumo, compreso quello di avere unbambino.

Fino al lunedì mattina del 10 gen-naio era stata al suo posto di telefoni-sta. Ma l’influenza non l’harisparmiata. Mercoledì 12, nel pome-riggio, sarebbe dovuta andare in unostudio medico a fare un’ecografia e in-vece la sua è stata una corsa versol’ospedale di Milazzo. In un’intervistaad un giornale, il compagno SantinoDi Paola, 26 anni, ricorda che la matti-

na aveva chiamato il medico di fami-glia, che gli aveva assicurato la suavisita dopo pranzo. Ma le condizionidella sua amata si aggravano per pro-blemi respiratori e allora Santino si af-fretta a chiamare un altro medico, cheprovvede ad iniettare subitoun’iniezione di Bentelan per calmarlae consiglia di chiamare il 118.

L’ambulanza non tarda ad arrivare.Giunti all’ospedale di Milazzo, Pier-rette viene soccorsa dai medici e intu-bata. Santino tenta di spiegare che lasua compagna è un soggetto allergico,

di stare attenti a ciòche le si inietta. Matutto ciò ancora non èsufficiente. Si cercadisperatamente negliospedali limitrofi unposto in sala di riani-mazione, dato chel’ospedale di Milazzoancora ne è sprovvi-sto. Si decide di tra-sferirla conl ’ a m b u l a n z aall’ospedale di Calta-girone, nella speranzache si liberi un postoin uno dei nosocomiubicati lungo il per-corso. Comincia lacorsa contro il tempoche, purtroppo, si èf e r m a t asull’autostrada primadello svincolo di Boc-cetta. Era giunta noti-

zia di un posto libero all’ospedalePapardo di Messina. Troppo tardi, ilgiovane cuore di Pierrette non ha ret-to. All’ospedale messinese non hannopotuto fare altro che annotarel’avvenuto decesso per insufficienzarespiratoria.

Di chi la colpa di questa grave per-dita? Della malasanità? Quanti anco-ra dovranno morire affinché siaccelerino i tempi per dotarel’ospedale di Milazzo, così come quel-lo di Patti, di una camera di rianima-zione?q

tPierrette Polito accanto alla madre.

Page 12: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

12

Io, papà col biberon…di Nino Ragusa

“Il Nicodemo” n° 85:Festa della donna, ilmondo ha bisogno didolcezza.

Scusate, ma il diciannove di marzonon era la festa dei papà? Perché neparlo? Sono un papà, per ben due vol-te, e voglio che si parli di quegli eman-cipati signori che cambiano pannolini,preparano il latte, com-prano le cremine, pas-seggiano la notte.

Vi sembra un terminepoco appropriato“emancipati signori”?Le donne oggi svolgonouna serie di attività chein epoche precedentierano di esclusiva perti-nenza maschile e, perquesto, vengono consi-derate emancipate.

Oggi l’uomo si muo-ve diversamente. E’ co-sciente che il suo ruolonon può esaurirsi nelcosiddetto lavoro retri-buito, non può sempli-cemente “portare i soldia casa” e aspettare chel’attività domestica restidi esclusiva competenzadella donna, anche per-ché le donne non sonorimaste di esclusiva per-tinenza domestica.

Sono, credo, diversi i motivi di que-sta inversione di tendenza e solo alcu-ni potranno da me essere analizzati.

Vi è, innanzitutto, un modo diversodi concepire la crescita dei figli. Quan-do io ero piccolo, giocavo con le figu-rine, guardavo i mitici Mazinga Z,Goldreake, Jig robot d’acciaio, mi in-contravo con gli amici a fare una parti-ta a calcetto e quando tornavo a casa,mia madre si preoccupava solo diguardare le mie ginocchia. Oggi, cre-do sia molto cambiato il pomeriggio:

- Televisione: ecco i genitori checontrollano se il programma seguitodai propri figli è divertente o propinastupide storielle d’amore e “corna”;

- Figurine: vuoi mettere un partita a

soffiare le figurine con una sfida allaPlay Station magari via Internet? E al-lora ecco che il genitore, se tale vuoleessere, deve porre almeno un limite altempo trascorso a 30 cm da un video,dove la surrealità del gioco provoca ta-chicardia, stati d’ansia, nervosismo;

- Partita a calcetto: ma dove vai, inquale spiazzo di terra? Ancora unavolta il genitore è preoccupato: «devotrovare una palestra, un luogo dove

mio figlio faccia sport, dove so chel’ingresso è controllato», e allora eccoche i genitori devono dividersi per ac-compagnare i figli ai vari incontri: cal-cetto, pallacanestro, piscina…

Si è tanto lottato per le donne cheavevano o che volevano intraprendereun’attività lavorativa, affinché potes-sero rimanere a casa durante la gravi-danza e nei primi mesi dopo la nascitadel figlio. Io ho due figlie, la prima ènata quando ancora studiavo e, pro-prio perché studiavo, passavo moltotempo in casa, quindi a contatto con isuoi sorrisi e le sue colichette addomi-nali. Spesso mi ritrovavo a darle il lattee, contemporaneamente, a studiare.La seconda, invece, è nata quando giàavevo iniziato un’attività lavorativa

onerosa, sia come mole di tempo checome impegno mentale. Cosa ne vie-ne? Che sto di meno a casa, che passomolto del mio tempo col mio lavoro, equindi, mi perdo troppi sorrisi.

Credo sia chiaro dove voglio arriva-re: emancipiamo quest’uomo, diamo-gli la possibilità di poter crescere ipropri figli. Scherzo. Sto solo spez-zando una lancia in favore dei papà.Non pensate, voi donne che l’8 marzo

siete andate in pizze-ria, di essere le solevittime della società.

Non è proprio piùpossibile crescere i fi-gli solo fino all’etàdella ragione, finoall’età in cui si crededi sapere tutto. La li-bertà di pensiero èstata una grande vit-toria, ma alcunil’hanno intesa comelibertà comporta-mentale.

I tempi andati ave-vano dei cardini che ivecchi rimpiangono ei giovani condanna-no. Oggi per i giovanii cardini possono es-sere rappresentatisolo da ciò che è tan-gibile, solo da ciò cheè reale, non si puòcercare di inculcarglidei dogmi. - Attenzio-

ne non sto andando fuori tema - Car-dini oggi possono essere i genitori,realtà da seguire per un giovane pos-sono e devono essere i genitori, se-guendoli nei “ragionamenti” e non nei“dogmi”.

Non è semplice la battaglia contro ilguadagno facile, lo studio universita-rio che dura dieci anni, la pasticca perdivertirsi in discoteca, la macchinasprintosa. E allora, ecco come vedo iola famiglia di questo millennio: unuomo e una donna che camminano in-sieme, lavorano, discutono, ma chesoprattutto collaborano, condivido-no decisioni. In questo la famiglia pa-triarcale del “deus ex machina” lasciaspazio a nuove tendenze.q

tLe figlie del “papà col biberon”

Page 13: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

13

VECCHIO CINEMA MARGHERITAVicende e personaggi degli anni ‘50, quando anche Pace del Mela aveva

la sua sala cinematografica

di Mimmo Parisi

Mettendo insieme i vari fattiaccaduti nel piccolo cinemadel suo paese ed inqua-drando nella giusta luce i

tanti personaggi che lo animavano,l’ottimo regista Giuseppe Tornatorerealizzò il film “Nuovo cinema paradi-so”, che non solo gli valse l’ambitoPremio Oscar, ma decretò anche lasua affermazione definitiva nel mondocinematografico.

Non reputan-domi all’altezzadi un simile ta-lento, mi accon-t e n t e r òsemplicemente dievocare qualchemio personale ri-cordo con la spe-ranza di farconoscere ai gio-vani quello che fuil primo ed ulti-mo cinema pae-sano, che vide laluce e si oscurònell’arco di pochianni.

Per i menogiovani come mee per quelli piùavanti negli anni, mi auguro chel’argomento possa servire da stimoloper tornare indietro con la mente efrugare tra i ricordi, più o meno piace-voli, di cose che sembrano tante lonta-ne.

Il nostro cinema prese la denomina-zione di “Cinema Margherita” perchéebbe la sua sede nell’allora Piazza Re-gina Margherita (oggi Piazza Munici-pio) e si realizzò per opera e merito deifratelli Vincenzino e Peppino Caminiti(quest’ultimo detto “il principale”).Questo avvenimento, di rilevante im-portanza per i tempi di allora, fece lasua apparizione intorno al 1948-49,quando eravamo appena da pochi anniusciti da una disastrosa guerra e quan-

do ancora non si sapeva nemmeno checosa fosse la televisione. Fino a quelgiorno chi voleva vedere un film dove-va recarsi a Messina, Milazzo o Bar-cellona, mezzi permettendo, oppure,nella migliore delle ipotesi, raggiunge-re a piedi il vicino “Cinema Lilion” diS. Filippo del Mela.

Ricordo ancora con tanta nostalgiale domeniche pomeriggio passate incompagnia di amici, quando ci recava-mo a piedi a S. Filippo per vedere qual-che film. Oltre che dalla visione stessa

del film, il divertimento si completavacon scherzi di ogni genere che ciscambiavamo tra di noi lungo il per-corso di andata e ritorno. Ecco per-ché, quando si vide attraversare ilpaese da una scassatissima “Balilla 3marce” con accanto all’autista unoche, proiettato a mezzo busto fuori dalfinestrino e con l’ausilio di un megafo-no ad imbuto, annunciava la proiezio-ne del primo film al “CinemaMargherita”, l’avvenimento rappre-sentò per tutti noi una piacevolissimanovità.

Prima di attraversare l’abitato diPace, l’annunciatore si era già sgolatoper portare la buona nuova nei centridi Condrò, Gualtieri e Soccorso e do-

veva ancora proseguire per Camastrà,Torrecampagna, Mandravecchia eCattafi, per raggiungere a volte ancheS. Filippo del Mela, dove entrava inpiena concorrenza con il Cinema Li-lion. Ma siccome la cosa era reciproca,non danneggiava nessuno, anzi tra idue locali correvano buoni rapporti etante volte si scambiavano pure le pel-licole. E non si pensi che fosse pocacosa la fatica dell’annunciatore che siavvaleva di un imbuto vero e proprio,anche se provvisto di un “invito” per

l’appoggio dellabocca. Questo ar-nese, come i tantigià descritti in unprecedente nume-ro de “Il Nicode-mo”, veniva fuoridalle sapienti manidei nostri bravistagnini, ma ciònon bastava peramplificare almassimo la voce epertanto occorre-vano polmonicome mantici. Aquesta incomben-za si prestava so-vente l’operatoredi macchina chepassava poi il restodella giornata, fino

a sera inoltrata, dietro il proiettore,operazione che ripeteva tre o quattrovolte a seconda della lunghezza dellapellicola. E così, nelle mattinate deigiorni festivi ed a volte anche di quelliprefestivi, si sentiva rimbombare per lestrade del paese la sua voce che an-nunciava: “Oggi, alle ore 14, al cinemaMargherita di Pace del Mela sarà pro-iettato il film “La cena delle beffe” conAmedeo Nazzari, Clara Calamai edOsvaldo Valenti”. Questo per citareuno dei primi film proiettati, la cuiproduzione risaliva al 1941. Dopo diquesto vennero proiettati tanti altrifilm con lo stesso protagonista: “Cosedell’altro mondo” (1939), “Fatalità” Ø

tUno scorcio della Piazza Municipio (già Regina Margherita). La freccia indicail Cinema Margherita.

Page 14: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

14

(1946), “Il bandito” (1946), “Tor-mento” (1951). Poi nel tempo la seriecontinuò con tanti altri film di succes-so dove i protagonisti erano attori delcalibro di John Wayne, Gary Cooper,Yul Brinner, Henry Fonda, Kirk Dou-glas, con attrici di fama mondiale. Aquesti film d’azione si alternavanotanti altri film di genere comico, neiquali primeggiavano il grande Totò,Aldo Fabrizi, i fratelli De Filippo e tantialtri che fecero onore al cinema italia-no.

Tornando all’operatore di macchi-na, non si può dire davvero che la suafatica si completasse con il montaggiodella pellicola, l’insediamento dei car-boni negli appositi alloggiamenti el’avvio della proiezione. Anche quan-do rimaneva inattivo dietro il proietto-re, il suo riposo non era del tuttorilassante, perché poteva capitare chela pellicola all’improvviso si spezzasse,cosa che capitava abbastanza spesso,quando essa era un po’ vecchiotta. Aquel punto arrivava puntualmente alsuo indirizzo una bordata di fischi edinsulti che si levava minacciosa dallaplatea. Dopo aver acceso velocementele luci in tutto il locale, il poverino sidedicava, con angosciosa tensione,alla riparazione della pellicola grattan-do leggermente le due estremità inter-rotte e saldandole poi con l’acetone.

Questa operazione richiedeva lamassima attenzione per evitare incon-venienti di squadratura sullo schermoo eliminazioni di parti di film. Ugualecura doveva avere nel montaggio dellapellicola, detta in gergo “pizza” per-ché contenuta in una scatola circolaredi latta appiattita, e per la sistemazionedei carboni, che dovevano essere avvi-cinati manualmente nel corso dellaproiezione. Tra i vari incarichi svoltidurante la mia carriera militare, hoavuto anche quello di gestire un cine-ma ed ecco perché ricordo tutti questiparticolari, compreso il litro di latteche dovevo fornire giornalmenteall’operatore come disintossicante.

La causa di tale intossicazione erasenz’altro da ricercare nella combu-stione dei carboni, oggi non più in uso,in quanto tutto il resto funzionavaelettricamente. Tra gli operatori delnostro cinema Margherita ricordiamoin modo particolare: Giuseppe Bonar-rigo, oggi imprenditore edile; Giusep-pe Bartolone, gestore di una

lavanderia in Via della Regione; NinoGrillo, simpatico portalettere, speciequando ci recapita buone notizie. Miscuso con gli altri, dei quali non cono-sco i nominativi.

Il cinema disponeva di una plateacon una capienza di circa 150 posti asedere ed una piccola tribuna con altri20 posti, che venne in seguito amplia-

ta. Quest’ultima aveva a ridosso la ca-bina di proiezione ed il fascio di luceche si proiettava sullo schermo sfiora-va quasi le teste di quei pochi privile-giati spettatori. Tra questi ricordo lasignora Repici, nostra insegnante ele-mentare, con sorella e nipote; la signo-ra Agnese Minniti; Maria Alessi con lemie sorelle ed altri di cui mi sfugge ilnome.

La platea, invece, era frequentata,oltre che da normali spettatori, ancheda due categorie ben distinte che con-tribuivano in maniera particolare alfolclore del cinema stesso. Tra gli ap-partenenti alla prima si può annovera-re Paolo Alessi che aveva la buonaabitudine di andare a letto presto epertanto poteva considerarsi un mo-derato quando alle otto di sera uscivadal cinema, seguito poco dopo da Gio-vanni Cotugno. L’Alessi, infatti, comeil Cotugno, si presentava al botteghinoall’ora di apertura e, stanco di una in-

tensa settimana di lavoro, trovava ilmodo di appisolarsi tra un fotogram-ma e l’altro, e a chi sulla via del ritornogli chiedeva notizie sul film rispondevache lo spettacolo stava continuando eche lui, per esigenze personali erauscito prima.

Tra gli ultrà della permanenza insala è da ricordare un certo Straman-dino, di professione bottaio, che aven-do la famigliola al seguito eprevedendo come minimo una perma-nenza di sei ore costringeva la moglie aportare in testa un cesto di vimini ri-colmo di cibarie di ogni genere, unita-mente ad un bottiglione di vino chetroneggiava in mezzo. Costoro, al paridi tanti altri, occupavano i loro postiall’ora di apertura e li mollavano sol-tanto quando sullo schermo apparivala parola “FINE” dell’ultimo spettaco-lo.

Alla seconda categoria, invece, ap-partenevano tutti coloro che non si li-mitavano soltanto a commentare ilfilm, ma inveivano ad alta voce control’attore che impersonava il ruolo delcattivo, del traditore, dell’usurpatoreo del malvagio. E qui, nel silenzio dellasala tra la suspense degli spettatori,s’alzava imperiosa la voce del com-pianto Francesco Amendolia che, ri-volta al cattivo di turno, profferivaminacce di ogni genere che puntual-mente si concretizzavano quando ap-pariva sulla scena il vendicatore. Tra icommentatori, egli era senza dubbio ilmigliore, perché riusciva persino aprovocare la risata anche nelle se-quenze più drammatiche. Si immede-simava a tal punto nell’azione daidentificare le figure che si muovevanosullo schermo come personaggi veri epropri, presenti davanti a lui in carneed ossa. “E sì, scialiti, chi ora tu dunaiddu l’oggiu quannu arriva”, oppure“Rompici l’ossa a ssu disgraziatu,‘mmazzulu” erano alcune delle suecolorite espressioni. Però bisognapure riconoscere che non mancava diavvertire il buono quando incauta-mente si fidava di chi l’avrebbe poi tra-dito o ammazzato.

Con questa pennellata di colore checi ricorda l’Amendolia come uno deiprincipali personaggi che lo animava-no, mettiamo anche noi la parola“FINE” ai ricordi di quello che fu ilnostro tanto caro ed amato “CinemaMargherita”.q

tFrancesco Amendolia in tenuta dacacciatore

Page 15: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86

15

LAVORI IN ... CAMPOIntervista al sindaco Carmelo Pagano sulle prospettive per una rinascita dello sport pacese

di Carmelo Ficarra

Pochi giorni fa sono stato ac-colto gentilmente dal sinda-co Carmelo Pagano per unapiacevole discussione sugli

impianti sportivi di Pace del Mela.Il resoconto delle opere in costru-

zione, in via di allestimento o in pro-gramma fa sperare che il nostro paesepossa finalmente uscire da quello sta-to di arretratezza in cui si trova da or-mai troppo tempo rispetto ai comunilimitrofi.

Se vado ad analizza-re uno per uno i progettipresentatimi dal sinda-co, non può che nascerein me un senso di spe-ranza.

Prendendo in esameil campo di calcio a cin-que di Pace del Mela,nella zona sottostante lescuole medie, osservoche qualcosa che in pre-cedenza era nato malesi va ben definendo. Se-condo i programmi, laditta Scavel - che havinto la gara d’appaltoper un ammontare di 25milioni - dovrebbe iniziare i lavori inaprile per terminarli nel giro di unmese. Il lavoro da fare in fin dei continon è molto. Bisogna alzare di qualchemetro la recinzione, coprire con unarete parte del campo (così da non per-dere troppi palloni), installare un can-cello, imbottire di gommapiuma i palie le cassette della luce(che purtropponei precedenti lavori sono stati messiall’interno dell’area di gioco) e rifinirei bordi del terreno in modo da portaremeno sporcizia dentro. Mancano alprogetto le tribunette e gli spogliatoi,ma questi ultimi sono in programmaper l’estate. Infatti il sindaco mi haconfidato che si cercherà di includerlinei prossimi fondi da stanziare. Perquanto riguarda la tribuna, invece, sidovrà studiare qualcosa di nuovo,dato il poco spazio attorno al campo.

Trattando sempre delle tribunette èda evidenziare che, per quanto riguar-da il campo da tennis, queste sonopreviste in autunno. In estate però siavrà il potenziamentodell’illuminazione che finora rendevapoco praticabile il campo nelle ore se-rali.

Il sito sportivo che sta nascendo aGiammoro (zona Marina) è inveceun’opera che nel totale sorprenderàun po’ tutti. La ditta Pagano di Milaz-zo - che per 304 milioni ha vinto la

gara d’appalto - dovrà terminare entrola fine di giugno i lavori iniziati in gen-naio. Questo dopo aver realizzato uncampo di calcio a cinque (sull’ex cam-po già esistente), un campo polivalen-te (sull’ex pista per macchinetelecomandate) e dopo aver ampliatogli spogliatoi della palestra. Tutto ciò èseguito dall’ingegnere Buonaccorsi diMilazzo, che ha il non facile compitodi controllare che tutto venga costrui-to al meglio, senza ripetere gli erroricommessi nel campo di Pace Centro.

Il primo cittadino mi ha fatto notareuna cosa ben importante: il baseball -grande realtà emergente nel nostropaese - avrà il prossimo anno un suospazio ben definito. Infatti il camposportivo di Giammoro, in cui già giocala società pacese, sarà allargato, cosìda adibirne un angolo al solo baseball.Con previsione di smantellare le pan-

chine in cemento e crearne di mobilicosì da sfruttarle anche per il calcio. Inquesto impianto comunque sarannoavviati al più presto dei lavori per im-permeabilizzare la tribuna in modo daaccogliere al meglio i tifosi.

Da questi risultati, sorgeranno si-curamente nuove realtà, come asso-ciazioni che quasi sicuramenteavranno in gestione alcuni impianti esocietà che ne usufruiranno. Il sinda-co, infatti, ritiene quasi impossibileche i dipendenti comunali riescano ad

esplicare tutte le mansioniincombenti e, per una cor-retta manutenzione deicampetti e della palestra,vede di buon occhio il loroaffidamento in gestione.

A questo proposito, conl’inizio in settembre dellanuova stagione agonisti-ca, potrebbe nascere unasocietà sportiva di calcio acinque, questa in partico-lare mi riguarda dato che ènei progetti dello JuventusClub di Pace del Mela (dicui faccio parte). Associa-zione che ha come obbiet-tivo di dare il nome “Pacedel Mela” ad una squadra,

così da rinnovare una tradizione chemanca da ormai 12 anni.

“Cosa pensa di quei ragazzi che du-rante il pomeriggio giocano nel campodi calcio a cinque, ancora non ultima-to e ufficialmente chiuso di Pace Cen-tro?”, ho chiesto al sindaco.

“Come rappresentante delle istitu-zioni non posso essere d’accordo nelvedere questi ragazzi all’interno. Macome cittadino e da “ex giocatore” miritrovo in loro, c’è ancora poco spazioper divertirsi!”.

Chiudo questo articolo con unasperanza espressa dal Sindaco: “Lamia speranza è quella di poter riavereentro pochi anni un campo di calcio aPace Centro, per ricreare cosìquell’aggregazione che ha contraddi-stinto le domeniche del grande Pacedel Mela”.q

tIl rettangolo di gioco dello stadio comunale di Giammoro.

Page 16: Anno IX - Numero 86 pro-manuscripto della Visitazione ... · Il Nicodemo - Marzo 2000 - n. 86 2 SOMMARIO 2 Quaresima e rinnovamento di Franco Biviano 3 Non ci indurre in tentazione

16

Re

da

zio

ne

esta

mp

ap

resso

Pa

rro

cch

iaS

.M

ari

ad

ella

Vis

ita

zio

ne

,(

09

09

33

16

5-

Pa

ce

de

lM

ela

(ME

)-

An

no

IXn

.86

-2

6M

arz

o2

00

0

I FATTI

NOSTRIa cura di Franco Biviano

♦ I lavori di completamento dei mar-ciapiedi delle vie Roma, Regina Mar-gherita, Luigi Pirandello e Luigi Sturzosono stati aggiudicati alla ditta CarmeloAlleruzzo di Gualtieri Sicaminò per l’importo di £. 37.577.365 al netto del ribas-so d’asta del 9,10%.

♦ La ditta “Vivai Gitto” di Milazzo si è aggiudicata la fornitura di pinate adalto fusto per l’alberatura di alcune vie e di plessi scolastici per l’importo di £.9.622.439, al netto del ribasso d’asta del 3,66%.

♦ Sessanta milioni sono stati liquidati alla ditta Ecofil di Firenze per i lavori dicostruzione della nuova discarica controllata in contrada Basso Malapezza.

♦ Vivere costa ogni giorno di più. Ma anche morire. Dal primo marzo, infatti,sono in vigore i nuovi prezzi di vendita del terreno cimiteriale. Pubblichiamo, perun raffronto, le variazioni di prezzo dal 1992 ad oggi.

DATA PROVVEDIMENTO29.7.1992 12.10.1998

29.2.2000

Loculi per adulti690.200 1.150.000

1.300.000

Loculi per bambini452.200 810.000

850.000

Terreno per loculi, al mq.45.220 75.000

100.000

Terreno per cappelle gentilizie, al

mq. 916.300 1.510.0001.800.000

ANAGRAFE PARROCCHIALE

FEBBRAIO 2000

TRAPASSATI PERCONTEMPLARE LA LUCE

Deceduti

18 Febbraio - Capone Antonino23 Febbraio - Garufi Antonia23 Febbraio - Bisbano Antonino27 Febbraio - Gitto Mario

Come “tira”IL NICODEMO

RESOCONTOdell’annata 1999

Entrate

Offerte dei lettori 3.209.000

Offerte per computer 131.000

Dalla Parrocchia 2.060.000

Dalla Confr. Maria SS.

della Visitazione 500.000

TOTALE 5.900.000

Uscite

Acquisto computer 3.900.000

Acquisto scanner 80.000

Riparazione copy printer 100.000

Materiale elettrico 18.500

Acquisto toner 728.000

Carta e cartoncino 789.500

Rilegatura 20.000

Varie 40.000

TOTALE 5.676.000

Rimanenza di cassa 224.000

TOTALE A PAREGGIO 5.900.000

W W W

Visitateil

nostrosito internet !!!

web.tiscalinet.it/smariavisitazione