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Newsletter - notizie di informazione socio-sanitaria del territorio dell’Ulss 8 Anno II - numero 2 - giugno 2015 Sommario Il rapporto urbano I rischi nascosti dietro a cane e gatto Quando il fastidio si traforma in pericolo Abbandono cani: un tema sempre attuale Educato o addestrato? News dal territorio 2 3-4-5 6 7 8 9 i Riprendendo il format dell’ultimo numero, anche l’edizione estiva della newsletter è dedicata ad un unico tema, approfondito sotto diversi punti di vista. Abbiamo scelto di dare spazio al tema degli animali, specie quelli da compagnia, presenti in molte case. Nella newsletter saranno trattati sia aspetti veterinari che più clinici, quelli cioè definiti come antropo- zoonosi, cioè le malattie trasmesse all’uomo dagli animali, concen- trandosi su cani e gatti. Nelle pagine a seguire saranno invece trattati due temi più “estivi”: la lotta alla zanzara tigre, spesso veicolo di trasmissione di patolo- gie più o meno serie, e la pessima abitudine dell’abbandono dei cani che, proprio con l’avvicinarsi del periodo di vacanza, raggiunge picchi preoccupanti. Infine daremo spazio a due aspetti più “ludici”: l’educazione, l’adde- stramento del cane e...le coccole, non sempre bene accette dal nostro amico a 4 zampe.

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Newsletter - notizie di informazione socio-sanitaria del territorio dell’Ulss 8Anno II - numero 2 - giugno 2015

SommarioIl rapporto urbano

I rischi nascosti dietro a cane e gatto

Quando il fastidio si traforma in pericolo

Abbandono cani: un tema sempre attuale

Educato o addestrato?

News dal territorio

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3-4-5

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i Riprendendo il format dell’ultimo numero, anche l’edizione estiva

della newsletter è dedicata ad un unico tema, approfondito sotto

diversi punti di vista.Abbiamo scelto di dare spazio al

tema degli animali, specie quelli da compagnia, presenti in molte case.

Nella newsletter saranno trattati sia aspetti veterinari che più clinici,

quelli cioè definiti come antropo-zoonosi, cioè le malattie trasmesse

all’uomo dagli animali, concen-trandosi su cani e gatti.

Nelle pagine a seguire saranno invece trattati due temi più “estivi”:

la lotta alla zanzara tigre, spesso veicolo di trasmissione di patolo-gie più o meno serie, e la pessima

abitudine dell’abbandono dei cani che, proprio con l’avvicinarsi del

periodo di vacanza, raggiunge picchi preoccupanti.

Infine daremo spazio a due aspetti più “ludici”: l’educazione, l’adde-stramento del cane e...le coccole,

non sempre bene accette dal nostro amico a 4 zampe.

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CONVIVENZA IN CITTA’

Il rapporto urbano

MAMMIFERIORDINE CARNIVORIFaina (Martes foina)Volpe (Vulpes vulpes)Tasso (Meles meles)RODITORIVari mammiferi di piccola di-mensione: oltre ai ratti (Rattus norvegicus, Rattus rattus), scoiattolo (Sciurus vulgaris), riccio occidentale (Erinaceus europaeus) ed orientale (Erina-ceus concolor)INSETTIVORIChirotteri e riccio

UCCELLIANSERIFORMIGERMANO REALE Anas platyrhynchosGALLIFORMIFAGIANO Phasianus colchicusGRUIFORMIGALLINELLA D’ACQUA Gallinu-la chloropusCOLUMBIFORMICOLOMBO DI CITTA’ Columba liviaTORTORA DAL COLLARE Strep-topelia decaoctoSTRIGIFORMICIVETTA Athene noctua

APODIFORMIRONDONE Apus apusPICIFORMITORCICOLLO Jynx torquillaPASSERIFORMIALLODOLA Alauda arvensisBALESTRUCCIO Delichon urbicaRONDINE Hirundo rusticaSCRICCIOLO Troglodytes tro-glodytesMERLO Turdus merulaPETTIROSSO Erithacus rube-culaUSIGNOLO Luscinia megarhyn-chosCAPINERA Sylvia atricapillaCODIBUGNOLO Aegithalos caudatusCINCIALLEGRA Parus majorCINCIARELLA Parus caeruleusCARDELLINO Carduelis car-duelisFRINGUELLO Fringilla coelebsVERDONE Carduelis chlorisPASSERA D’ITALIA Passer domesticusPASSERA MATTUGIA Passer montanusSTORNO Sturnus vulgarisCORNACCHIA GRIGIA Corvus corone cornix

GAZZA Pica picaGHIANDAIA Garrulus glanda-riusE poi ci sono vari tipi di animali domestici- animali padronali controllati: sempre sotto controllo del proprietario (pet);- animali padronali vaganti: liberi di vagare almeno per parte del loro tempo;- colonie feline: aggregazione di gatti gestiti da un respon-sabile autorizzato dai Comuni sotto controllo dell’Ulss.

Ernesto Pascotto, veterinario Ulss 8

Non tutti lo sanno, ma il rapporto tra uomo e

animale è una vera e propria materia di studio. La zooan-tropologia è proprio quella disciplina che si occupa di analizzare questo rappor-to, prendendone in esame i diversi aspetti: si tratta, infatti, di una pratica inter-disciplinare che connette fra loro temi propri dell’antro-pologia, zoologia, etologia, psicologia, medicina umana e veterinaria.In questa newsletter ci occu-peremo di questo rapporto in ambito urbano, per fornire spunti di riflessione e un approfondimento su cosa significhi vivere in città as-sieme agli animali e compor-tarsi correttamente in modo da evitare di vanificare tutti i benefici insiti nella relazione con gli animali.La colonizzazione da parte della fauna dell’ambiente urbano è determinata da una serie di vantaggi derivati da alcuni fattori ambientali che determinano notevoli diffe-renze con le aree periurbane:- la città ha in generale un clima più caldo, le giornate di ghiaccio sono inferiori, le ore di luce più lunghe, anche grazie all’illuminazio-ne artificiale. Ciò consente agli animali di nutrirsi più a lungo, di iniziare prima la riproduzione di trovare più cibo in inverno;- grande quantità di cibo a disposizione: cestini e cas-sonetti, rifiuti e cibo sparso appositamente o sbadata-mente;- entro le aree urbane i pre-datori sono più scarsi;- presenza di una grande varietà di ambienti;- divieto dell’attività vena-toria e negli ultimi anni si assiste anche ad un maggior rispetto per gli animali.

Foto: E. Pascotto

Gabbiani in centro città

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Quali animali vivono più spesso in città

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ALCUNE DELLE MALATTIETRASMISSIBILI

I rischi nascostidietro a cane e gatto

Le antropozoonosi sono definite dall’Organizza-

zione Mondiale della Sanità quelle infezioni che vengono trasmesse naturalmente tra

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Le più comuni malattie trasmissibili dal cane e dal

gatto e che possono provocare disturbi lievi o gravi anche

nell’uomo.Come prevenirli.

ASCARIDIOSI

E’ una delle parassitosi più comuni rappresentata da vermi che infestano l’intestino dell’animale (i più frequenti sono Toxocara canis nel cane e Toxocara cati nel gatto).Sono vermi tondi, di aspetto biancastro e di notevoli di-mensioni (10 – 20 cm di lunghezza), simili a spaghetti, che vivono nel primo tratto dell’intestino dell’animale. I vermi adulti abitano nell’intestino tenue del cane e del gatto, dove si alimentano a spese di parte del cibo pre-digerito. Le femmine adulte depongono ogni giorno alcune centi-naia di uova che, espulse all’esterno insieme alle feci del cane o del gatto, diventano infestanti in circa due settima-ne (uova larvate). Pertanto non è il contatto diretto con un cane portatore di ascaridi che determina l’infezione, ma il contatto con “feci vecchie” contenenti uova larvate, o materiali contaminati da feci vecchie. Le uova larvate sono molto resistenti e, in un ambiente adatto, possono soprav-vivere fino a due anni.SINDROME LARVA MIGRANS VISCERALE

Gli ascaridi del cane e del gatto possono infestare anche l’uomo, in particolare i bambini, attraverso l’ingestione delle uova presenti nel terreno. Sono a rischio soprattutto i bambini che giocano nei parchi e nei giardini frequen-tati da cani e gatti. Le larve che si sviluppano dalle uova ingerite possono migrare attraverso i tessuti della persona infestata, soprattutto nel fegato, nel polmone e nel cervel-lo, causando gravi infiammazioni e danni a questi organi. Per prevenire l’infestazione umana, sono importanti anche le misure igieniche: i bambini dovrebbero sempre lavarsi le mani dopo aver giocato e prima di mangiare e le feci di cane e gatto dovrebbero essere prontamente eliminate.

gli animali vertebrati e l’uo-mo. Per la trasmissione di tali patologie fra uomo ed animale, è necessario un opportuno contatto fra l’agente infet-

tante e l’ospite e questo può avvenire per semplice contatto, per inalazione, per ingestione o tramite puntu-re di insetti o acari vettori.

Di seguito esporremo le ma-lattie più comuni, quelle che possono essere trasmesse dal cane e dal gatto.

LARVA MIGRANS CUTANEA

E’ una delle parassitosi rappresentata da vermi. Chiama-ta anche “dermatite serpiginosa” o “eruzione strisciante” è una malattia dermatologica causata dalla penetrazione transcutanea delle larve di un verme uncinato, l’anchilo-stoma, che vive come parassita nell’intestino di diverse specie animali, tra cui cani e gatti.La malattia, seppur poco diffusa, si riscontra soprattutto in ambienti rurali e in quelle zone in cui si denunciano violazioni delle norme igieniche di base e condizioni di stretta coabitazione tra uomo e animali domestici. E’ conosciuta anche come una parassitosi delle spiagge.L’uomo viene contagiato attraverso il contatto con il terreno contaminato dalle feci degli animali. Le larve penetrano nella pelle e scavano nell’epidermide, provo-cando lesioni che hanno l’aspetto di sottili linee rosse filiformi dall’andamento tortuoso. Per prevenire l’infestazione è estremamente importan-te il rispetto delle norme igieniche di base, evitando di sdraiarsi su sabbia e terreno senza asciugamano e utilizzando sempre calzature. Bisogna soprattutto evitare che i bambini, tra i più colpiti, giochino con sabbia o terra contaminate da escrementi di animali.

ECHINOCOCCOSI ALVEOLARE (ECHINOCOCCUS MULTILOCULARIS)

La forma adulta del parassita (in un numero variabile tra 10 e 1000 individui) si localizza nell’intestino tenue dell’ospite definitivo (cioè l’animale all’interno del quale il parassita adulto si accoppia e produce uova) che è quasi esclusivamente la volpe. Gli ospiti intermedi sono piccoli roditori (principalmente arvicola) che si infestano cibandosi di bacche e frutti di bosco contaminati dalle feci della volpe. Il ciclo si chiude nel momento in cui la volpa preda i piccoli roditori infestati. L’uomo si infesta cibandosi di frutti del sottobosco, funghi e vegetali contaminati. La profilassi si basa sull’educazione sani-taria finalizzata alla corretta modalità di raccolta di frutti di bosco e funghi. Nell’uomo le cisti parassitarie sono spesso multiple e piuttosto invasive ed esistono anche attualmente delle difficoltà di diagnosi. Anche se gli studi sono pochi, sembra che per questo parassita il nostro territorio rappresenti il “limite meridionale” (in Svizzera e in Austria, infatti, è molto conosciuto).

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LA TOXOPLAMOSI

E’ una malattia causata da piccoli parassiti del genere pro-tozoa Toxoplasma gondii. Il gatto e qualche altro felino sono gli unici ospiti in cui i parassiti si riproducono.Il gatto può infettarsi quando si nutre di roditori e uccelli contaminati o ingerendo carne cruda con la forma cistica del parassita.I sintomi possono essere confusi con altre patologie (febbre, inappetenza, dimagrimento). La malattia ha quasi sempre un decorso benigno e diventa pericolosa solo se associata ad altre patologie perché ne aggrava di molto di sintomi.L’uomo può contrarre questo parassita in due modi: mangiando carni poco cotte di animali contaminati o più raramente ingerendo le uova emesse con le feci dai gatti infetti (consumando vegetali contaminati). Si sottolinea che il gatto infestato emette le uova con le feci per pochi giorni nella sua vita, quindi la contaminazione tramite con-tatto con il felino è un’ipotesi piuttosto remota.Nell’uomo il contatto con l’agente determina la creazione di un’immunità protettiva.

TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA: l’infe-zione è invece pericolosa se contratta du-rante la gravidanza. Infatti, se una donna incinta che non ha mai avuto contatto con il parassita viene infettata, può trasmettere il toxoplasma al feto e può causare l’aborto. Il problema non sussiste se la donna possiede naturalmente gli anticorpi speci-fici. La prevenzione consiste nella valutazione del tasso anticorpale, verso toxoplasma, e in caso di sieronegatività nelle corrette norme igieniche per evitare la contaminazione in gravidanza. La convivenza con un gatto durante la gravidanza è facilmente gestibile trami-te le classiche tecniche di cura del gatto e la gestione della lettiera in casa.

LA LEPTOSPIROSI

E’ una grave malattia del cane, causata da un batterio, la Leptospira interrogans che può colpire anche l’uomo e potenzialmente fatale se non riconosciuta in tempo. È una delle malattie per cui è consigliata la vaccinazione annuale, in particolare nelle aree del Nordest dell’Italia.Le leptospire si trasmettono sia per contatto diretto che indiretto. La principale via di trasmissione è il contatto cutaneo con l’urina di animali infetti diluita in acqua (stagno, piccole raccolte d’acqua), più raramente una con-taminazione congiuntivale o respiratoria.L’habitat ideale per le leptospire è rappresentato da acqua stagnante, le temperature estreme uccidono il batterio. Ap-pare perciò evidente che stiamo parlando di una malattia stagionale che nelle nostre condizioni climatiche interessa le stagioni intermedie.Ricordiamo poi che le leptospire possono penetrare anche tramite le piccole ferite cutanee e l’abrasione: è questo il modo in cui l’uomo contrae più facilmente la malattia, venendo a contatto con le urine infette diluite in acqua.Nell’uomo la malattia può manifestarsi in due fasi: inizial-mente si presenta con febbre elevata, brividi, congiuntivite emorragica e manifestazioni esantematiche; la seconda fase, o fase immune, comporta danni talora gravi a fegato e reni la comparsa di ittero, l’ingrossamento di fegato e milza ed interessamento neurologico diffuso, con meningiti ed encefaliti. Questa seconda fase è conosciuta anche come “malattia di Weil”. La leptospirosi viene diagnosticata me-diante per via indiretta attraverso la valutazione del tasso anticorpale o per via diretta mediante la ricerca del batte-rio nel sangue, nelle urine e nel liquor cefalorachidiano. La leptospirosi si cura con terapia antibiotica e di supporto.I serbatoi della malattia variano in funzione del tipo di lep-tospira considerata (si conoscono più di 200 tipi chiamati “serovar”); tra i più diffusi e temibili vi sono il ratto, il suino, alcuni canidi, compreso il cane.La prevenzione di tipo diretto si effettua evitando il con-tatto con acque stagnanti, soprattutto quando il luogo è frequentato da ratti, e quella indiretta con la vaccinazione particolarmente attenta dei cani nelle zone a rischio. Il gatto, naturale predatore dei roditori, è particolarmente resistente all’infezione e non rappresenta perciò pericolo per l’uomo.

LA CLAMIDIOSI

E’ causata da un microrganismo, la Chlamydophila felis, che dal punto di vista biologico è a metà tra un grosso virus ed un piccolo batterio. Essendo il batterio endocellulare obbligato e debole nell’ambiente ester-no, la trasmissione deve avvenire per contatto diretto (aerosol: tosse e starnuti) e per contatto con i secreti congiuntivali (modalità più significativa per il contagio dell’uomo).Mentre nel gatto la malattia si manifesta con congiunti-viti spesso bilaterali e possibili complicazioni respirato-rie e sistemiche, l’infezione zoonosica nell’uomo sembra limitata ad essere oculo-congiuntivale.Le ricerche su questa problematica sono molto recenti.

Per questo si consiglia, se si ha in casa un gatto con una congiuntivite, mono o bilaterale, di consultare subito il proprio veterinario e di evitare di venire a contatto con il secreto oculo-nasale del gatto malato.

Parenti di questo batterio sono altre clamidie (c. psitacci) che determinano malattie nei pappagalli ed in altri uccelli, veicolo rispettivamente della Psittaccosi umana e dell’Ornitosi umana.

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La ricomparsa della rabbia in VenetoL’ultimo caso di rabbia nella volpe diagnosticato in Veneto risaliva al 1983, in provincia di Belluno. Da novembre 2009 la rabbia è ricomparsa nella provincia di Belluno a seguito dell’evoluzione dell’epidemia che, originatasi in Slovenia, ha interessato la Regione Friuli Venezia Giulia a partire dal 2008. Per impedire il ciclo urbano della rabbia ed evitare quindi che l’uomo possa contrarre la malattia dagli animali domestici, è fondamentale la vaccinazione di massa degli animali domestici. Allo stesso modo il controllo del ciclo silvestre può essere realizzato solo con la vaccinazione orale delle specie che fungono da ospiti di mantenimento del virus (principalmente le volpi).A seguito della ricomparsa in Veneto della rabbia i Servizi veterinari dell’Ulss 8 per persuadere ed agevolare i pro-prietari di cani ad effettuare la profilassi antirabbica han-no allestito con la collaborazione dei comuni almeno una sede vaccinale aperta ai residenti. In sintesi i numeri della campagna vaccinale:1200 ore di offerta vaccinale (200 sedute di 4 ore ciascuna);46 sedi vaccinali (fino a 5 sedi per comune);26.000 cani vaccinati 12.000 cani iscritti per la prima volta in anagrafe

Anche i veterinari liberi professionisti hanno contribuito attivamente alla gestione della malattia sia con la vaccina-zione che con l’educazione sanitaria nelle loro strutture.

LA RABBIA

L’agente eziologico è un virus appartenen-te alla famiglia dei Rhabdoviridae. Il virus viene trasmesso ad al-tri animali e all’uomo attraverso il contat-to con la saliva di animali infetti, quindi soprattutto con il morso e la lambitura.In Italia, il cane rappresenta l’ospite più importante della malattia nel ciclo ur-bano mentre la volpe rossa (Vulpes vulpes) è l’ospite serbatoio del ciclo silvestre.Un animale con la rabbia presenta modificazioni del comportamento: l’animale perde la naturale diffidenza per l’uomo, mentre gli animali normal-mente mansueti presentano fenomeni di aggressività. Si possono osservare difficoltà nei movimenti, paralisi e infine la morte. Va sottolineato che un animale che contrae l’infe-zione può manifestare i sintomi a distanza di settimane o di mesi, ma la trasmissione può iniziare pochi giorni prima della comparsa dei sintomi. Per questo non sempre si può risalire all’esatto momento in cui è avvenuta l’infezione.

La diagnosi clinica nell’animale non ha certezza assoluta perché talora i sintomi possono essere confusi con quelli di altre patologie (Cimurro, morbo di Aujesky, Toxoplasmosi solo per citarne alcune) per cui viene fatta solo in laborato-rio, utilizzando i test raccomandati dall’OIE e OMS tra i quali l’Immunofluorescenza  diretta.Per l’uomo come per gli animali, la rabbia è una malattia mortale dal momento in cui si esprimono i sintomi.Il virus penetrato nell’organismo attraverso una ferita, replica nelle cellule muscolari e diffonde nelle giunzioni neuromuscolari per poi raggiungere il sistema nervoso centrale e dare la sintomatologia; il periodo d’incubazione della malattia può durare da alcune settimane fino ad oltre un anno.

La cura si basa sull’anticipare la comparsa dei sintomi attraverso una immuno-profilassi post-contagio. Questo trattamento è comunque consigliato quando il contatto con il virus è avvenuto in zone a rischio sotto il profilo epidemiologico. La prevenzione primaria di questa grave malattia si basa sulla vaccinazione degli animali domestici nelle aree a ri-schio e sull’educazione sanitaria (conoscenza del ciclo della malattia). L’eradicazione da un territorio è spesso realizzata attraverso la vaccinazione orale della volpe.

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La zanzara tigreè veicolo di molte malattie

QUANDO IL FASTIDIOSI TRASFORMA IN PERICOLO

La zanzara tigre (Aedes al-bopictus) si è diffusa negli

ultimi vent’anni abbondan-temente sia negli Stati Uniti che in Europa, arrivando a costituire un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale. Grazie alla sua versatilità, la zanzara tigre è riuscita a superare barriere ambientali note-voli: infatti, depone le uova in ambienti asciutti e poco luminosi dove sono in grado di superare inverni anche rigidi. Il ciclo riprende poi quando si allungano le ore

di luce, la temperatura si aggira sui 10 gradi e questi ambienti si riempiono di acqua, spesso anche semplicemente grazie a fenomeni di condensa. A que-sto punto le uova si schiudono, danno origine a larve e quindi a

zanzare adulte che coloniz-zano poi le zone circostanti secondo un andamento “a focolaio”, cioè in modo non continuo e omogeneo. In Italia è presente come insetto adulto da marzo a novembre-dicembre, ma la deposizione della uova invernali, quelle destinate a svernare, si conclude entro la fine di ottobre e metà novembre.Aedes albopictus è vettore di diverse malattie virali, in particolare quelle causa-te da arbovirus, tra cui la Chikungunya, la dengue, la febbre gialla e alcune ence-faliti nelle zone tropicali e in numerose zone dell’Asia.La strategia di lotta, messa a punto dalle istituzioni sa-nitarie e dai comuni, si con-centra soprattutto sull’in-dividuazione e distruzione dei focolai larvali e sulle

campagne di informazione al cittadino al fine di prevenire la possibilità di deposizione delle uova.Ricordiamo che tra i preda-tori naturali della zanzara tigre i più importanti sono le libellule, le rondini e tanti altri uccelli insettivori e molti anfibi tra cui rane, rospi e raganelle.

In genere il Servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Ulss 8 ogni anno suggerisce ai comuni di invitare i cittadini a prevenire la proliferazione delle zanzare attraverso questi accorgimenti:

- il divieto di abbandonare negli spazi aperti pubblici e privati (ad esempio i terrazzi, balconi, e lastrici solari, oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensione dove possa raccogliersi l’acqua piovana, com-presi pneumatici e/o copertoni, bottiglie, sottovasi di piante e simili). Pertanto risulta necessario mantene-re tutte le aree libere da materiali o manufatti nei quali si possano formare dei ristagni d’acqua.

- pulire e chiudere ermeticamente con reti (tipo zanzariere) o con coperchi, gli oggetti nei quali si possono creare ristagni d’acqua;- svuotare almeno settimanalmente contenitori di uso comune, come sottovasi di piante, piccoli abbeve-ratoi per animali domestici, annaffiatoi, ecc., o lavarli e capovolgerli evitando l’immissioni dell’acqua nei pozzetti e nei tombini;- coprire eventuali contenitori di acqua non mobili, quali ad esempio vasche di cemento, bidoni e fusti per l’irrigazione degli orti, con strutture rigide (reti di plastica o reti zanzariere);- introdurre nelle piccole fontane ornamentali di giardino pesci larvivori (come ad esempio i pesci rossi ecc.);- disinfestare periodicamente le caditoie interne ai tombini per la raccolta dell’acqua piovana, presenti in giardini, cortili, piazzali;- provvedere nei cortili e nei terreni scoperti dei centri abitati, e nelle aree incolte od improduttive, al taglio periodico dell’erba onde non favorire l’annidamento di adulti di zanzare.Nel caso in cui si manifesti un’intensa presenza o proliferazione di zanzara tigre si dovrà intervenire anche con trattamenti adulticidi sulla vegetazione.

Nel caso in cui si manifesti un’intensa presenza o proliferazione di zanzara tigre si dovrà intervenire anche con trattamenti adulticidi sulla vegetazione.

SUGGERIMENTI PER CONTRASTARE LA DIFFUSIONE DELLA ZANZARA TIGRE

DIVIETI

OBBLIGHI

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Con l’arrivo dell’estate aumentail numero di cani abbandonati

ABBANDONO CANI:TEMA SEMPRE ATTUALE

Ogni anno circa centomila cani vengono abban-

donati in Italia con un picco durante il periodo estivo.Nel solo territorio dell’Azien-da Ulss 8 vengono recuperati un migliaio di cani all’anno di cui circa la metà non risul-tano identificabili (privi di microchip). L’andamento nel 2014 non sembra indicare miglioramenti, anzi, forse complice la crisi, malgrado il numero di cani per abitante tenda a diminuire, i recuperi aumento.L’abbandono di un cane ha purtroppo molte implicazio-ni negative, infatti spesso i cani vaganti possono essere causa di problemi diretti quali incidenti stradali e aggressioni di persone, ma anche di problemi indiret-ti legati alla trasmissione all’uomo di malattie infet-tive e parassitarie. Infine, in maniera più subdola, i cani vaganti, nei territori sensibili quali il nostro, causano enor-mi danni faunistici (predazio-ne su nidi a terra e su piccola fauna e azione “stressante” alle popolazioni di ungulati).I cani vaganti non anagrafati rappresentano inoltre un costo sociale di notevole entità in un momento in cui si tagliano i fondi ad azioni sanitarie di prima necessità. In particolare, la detenzione di un cane senza padrone nel canile/rifugio costa ai Comu-ni circa 1000 euro all’anno, oltre ai costi di personale e mezzi per la cattura e la cura. Si ricorda, per i proprietari, che la scelta di tenere un cane o un gatto deve essere ponderata, responsabile e consapevole dei doveri lega-ti al possesso dell’animale. La normativa obbliga i proprie-tari di cani e gatti ed altre specie da compagnia alla custodia, al mantenimento in buone condizioni di salute e di benessere, garantendone il rispetto dei comportamen-ti propri della specie. Oltre a questo, nel caso del cane, vi è l’obbligo, entro i

3 mesi di vita, di identificazio-ne mediante microchip e di iscrizione all’anagrafe canina (Legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60).L’abbandono del cane è una pratica incivile e la normativa prevede sanzioni severe e nei casi più gravi anche l’arresto (Legge 20 luglio 2004, n.189).Il Dipartimento di Prevenzio-ne dell’azienda Ulss 8 è dota-to di un servizio di anagrafe che si occupa di registrare

le nascite, i movimenti nazionali ed internazio-nali di cani, gatti ed altri animali da affezione ed un servizio di cinovigilanza che provvede a recupera-re, identificare e gestire i cani vaganti garantendo-ne la cura, se necessario. Il servizio è dotato di ambulanza veterinaria per un tempestivo inter-vento e per prestare una adeguata cura durante il

recupero.Tutti i cani identificabili vengono immediatamen-te restituiti al legittimo proprietario. I cani sprov-visti di microchip, quindi non identificabili, vengono trasferiti presso il canile/rifugio finché non verrà tro-vato un nuovo proprietario. In quest’ultimo caso i costi sono a carico del Comune in cui è avvenuto il recupero.Il problema degli abbandoni è quindi di interesse dell’inte-ra comunità e si ridurrà solo con una maggior sensibilità e responsabilità dei cittadini verso gli animali da compa-gnia ed un parallelo migliora-mento dei controlli da parte delle autorità competenti sulla corretta identificazione degli animali.Al fine di non sovraccaricare gli operatori del servizio di cinovigilanza con chiamate improprie e di garantire la puntualità degli interventi, si chiede ai cittadini di verifi-care la reale condizione di abbandono degli animali vaganti avvistati.

CANI IN VIAGGIOPrima di mettersi in viaggio con il vostro cane è bene seguire alcuni utili consigli.1) Abituatelo percorrendo tratti brevi per verificare come reagisce.2) Allacciate le cinture. Se l’animale non è in gabbia, separatelo sempre dal posto guida con opportuna rete divisoria.3) Tenere testa e zampe all’interno dell’abitacolo. 4) Attaccare una medaglietta al collare del vostro animale domesti-co con l’indirizzo e il numero di telefono di dove resterete durante il vostro viaggio.5) Pit-stop: fermatevi ogni due o tre ore per fare esercizio e per fare i propri bisogni.6) Idratare, mettendogli a disposizione acqua fresca.7) Non lasciarlo mai solo. 8) Se il cane è particolarmente agitato a stare in auto, si può usare qualche goccia di olio essenziale di valeriana per aiutare a stimola-re la calma e il relax. 9) Consultare il proprio veterinario prima di intraprendere un viag-gio.10) Portare una copertina o un giocattolo familiari, per aiutare l’ani-male a sentirsi più a suo agio durante il viaggio.E soprattutto non lasciate mai il cane da solo in auto.

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LE DIFFERENZE

Educato o addestrato?

Tratto da ”Animali Informa”

Non dobbiamo confonde-re la figura dell’educato-

re con quella dell’addestrato-re. Essi hanno competenze e preparazione diverse. Sebbe-ne entrambi si occupino del cane, lo fanno in momenti di crescita differenti e con diversi obiettivi. Fino a poco tempo fa si indicava come addestrato-re chiunque lavorasse col cane e avesse il compito di formarlo, prepararlo e riconsegnarlo al proprietario. Fortunatamente oggi il con-cetto è ben cambiato, grazie anche all’instaurarsi sempre più presente della cultura cinofila.

L’EDUCAZIONE PRIMA DI TUTTODobbiamo cominciare con l’inserire fin da piccolo il cuc-ciolo nella famiglia e nella società, educandolo prima di tutto. Infatti, l’educazione è necessaria e propedeutica all’addestramento. L’educatore è una figura professionale che lavora con il cane e con il suo padrone in modo da creare un solido e corretto rapporto tra i due, inserendo Fido in società, mantenendo comportamen-ti adeguati. Il suo lavoro è essenziale nelle fasi iniziali della vita del cane poiché è basilare per la sua crescita e formazione. Il cucciolo deve vivere delle esperienze positive in modo da imparare a vivere nella realtà che lo circonda nel modo più corretto possibile. E in questo non può manca-re la figura del proprietario, che deve essere da guida e da esempio, con l’aiuto dell’educatore. Il proprieta-rio, inoltre, deve rispettare e conoscere il suo animale e le sue caratteristiche, senza avere pretese troppo elevate. Grazie alla figura dell’edu-catore, il proprietario sarà in grado di indirizzare il suo amico a quattro zampe verso una personalità sana.

LA SCELTA DI ADDESTRARESe l’educazione deve esse-re basilare e fondamentale per la crescita del cane e del rapporto con il suo padrone, l’addestramento è frutto di una scelta che può essere presa in considerazione o meno. L’adde-stramento è fatto nel momento in cui il proprietario decide di inserire il cane nel mondo dello sport o del lavoro e in questo caso è fondamentale la figura

dell’addestratore. Questo prepara il cane ad effettua-re specifiche performance ed il suo lavoro sono piena-mente concentrate sull’a-nimale. L’addestramento è necessario ad esempio per la caccia, per attività spor-tive come l’agility, l’hunte-ring, l’obedience oppure anche per attività di utilità, come i cani da ricerca o di assistenza.

COCCOLE: QUANDO SI’ E QUANDO NOQuando incontriamo un bel cagnolino, forte è la tentazione di coccolarlo, di accarezzarlo. Siamo sicuri, però, che que-sto sia di suo gradimento? È importante porci questa domanda per tempo! Infatti, non tutti i cani amano le coccole ed essere toccati e anche il modo in cui li accarezziamo può far piacere o meno a Fido.Come fare a capire se il cane che abbiamo di fronte, soprattutto se sconosciuto, voglia stabilire un rapporto ed un contatto con noi? 1 -Quando gli andiamo incontro è bene usare movimenti cauti e non andiamo verso di lui in modo diretto (che potreb-be arrivare come messaggio di sfida), ma formando un semicerchio, ponendoci un po’ di lato, meglio se accovacciati e diamo il fianco al cane senza fissarlo negli occhi. In questo modo gli comunicheremo che non abbiamo cattivi propositi e lo renderemo più tranquillo.2 - In altri casi, possiamo anche aspettare un primo passo da parte sua, senza imporgli la nostra presenza.3 - Non accarezziamogli la testa! È un punto molto delicato per i nostri amici animali. Accarezzare il capo con vigore, passando poi al collo e alla groppa può comunicare la nostra autorevolezza e non tutti i cani possono sopportare questa dominanza. 4 - Le carezze sono ben accette, solitamente, se fatte sul petto, sotto il mento, lungo i fianchi. È bene farle in modo molto delicato, seguendo la direzione del pelo. 5 - È bene evitare anche i baci e gli abbracci in quanto sono segnali di invadenza. Nel caso di un cane molto timido è importante anche usare un tono di voce delicato e che lo rassicura. I cani infatti, anche se non comprendono il significato delle parole, capiscono benissimo l’intonazione della nostra voce.

Page 9: Anno II - numero 2 - giugno 2015 - ulssasolo.ven.it · mensioni (10 – 20 cm di lunghezza), simili a spaghetti, che vivono nel primo tratto dell’intestino dell’animale. I vermi

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“Un labirinto in cui ritrovarsi”, così può essere definito l’innovativo progetto “Orti solidali” inaugurato a Montebelluna lo scorso 6 giugno.Promosso dall’associazione Verde Utopia, è stato presentato il grande orto a ge-stione collettiva realizzato a sud di Villa Bertolini, in via Santa Caterina da Siena, in un’area pubblica messa a disposizione dall’amministrazione comunale.Un’iniziativa in cui non vi è alcuna suddivisione e la coltivazione avviene in maniera comunitaria. Gli Orti solidali sono stati realizzati con il supporto del co-mune che, in partnership con la cooperativa Vita e lavoro e all’Auser, attraverso Cittadini volontari, ha partecipato al bando promosso dal Coordinamento trevi-giano delle associazioni. Grazie alla partecipazione, l’associazione ha ottenuto un finanziamento di circa 6000 euro, utili per l’avvio dell’orto.E’ un progetto attento a chi soffre di disabilità, avendo previsto l’ac-cessibilità anche a chi è portatore di handicap e sostiene chi è in difficol-tà, offrendo il raccolto in eccedenza alle famiglie in difficoltà attraverso l’associazione Nessuno escluso.

Borsa di studio tumoridalla generosità di privati citta-dini, Associazioni e Ditte, a più di 200 operatori sanitari dell’Ulss 8 per specializzarli ed aggior-narli presso le sedi scientifiche più prestigiose italiane o estere nell’ambito della cura dei tumo-ri, con immediato beneficio per i pazienti e le loro famiglie. E’ un rapporto di fiducia fra chi dona e chi riceve, nella convin-zione che “nessuna malattia è incurabile” e che tutti possiamo fare qualcosa offrendo concrete possibilità di guarigione.

Chi volesse sostenere la nostra iniziativa può farlo utilizzando il il Conto Corrente Postale dell’As-sociazione n. 100 73 74 091 inte-stato a Associazione “Comitato Borsa di Studio per la Cura dei Tumori” o il Conto Corrente Ban-cario intestato cod. IBAN IT90 P057 2861 5601 6157 0515 926, intestato alla stessa.L’Associazione si avvale di per-sonale volontario a titolo asso-lutamente gratuito ed ogni do-nazione può godere dei benefici fiscali previsti dalla legge e della verifica pubblica dei risultati rag-giunti.

Il PresidenteEnzo Venza

A Mario Boni la borsa di studio 2015L’Associazione “Comitato Borsa di Studio per la Cura dei Tumo-ri” ha istituito anche quest’anno una Borsa di Studio rivolta a gio-vani studiosi dell’Ulss 8 dall’am-montare di 15.000 euro e l’ha voluta dedicare ad una persona esemplare per capacità profes-sionali ed umane, di recente scomparsa.Si tratta del dottor Mario Boni già dirigente medico della nostra Azienda Sanitaria, che tanto si è fatto apprezzare, sia nell’ambito professionale: facendo nascere gran parte delle attuali gene-razioni di Castelfranco e impe-gnandosi da pioniere nel campo della prevenzione dei tumori, sia nell’ambito sociale: combatten-do da resistente per una società libera e giusta e collaborando con Domenico Sartor alla rinasci-ta culturale e produttiva dell’area castellana.L’Associazione “Comitato Borsa di Studio per la Cura dei Tumo-ri”, nata a Castelfranco Veneto nel remoto 1976, operativa da ormai quaranta anni ha sempre dedicato i suoi bandi a perso-naggi esemplari della comunità ed ha assegnato annualmente risorse preziose, provenienti

Decesso dottor Roncato,

cordoglio della direzione

ed uno sportello straor-

dinario per la scelta del

nuovo medico di medici-

na generale

L’Ulss 8 esprime cordoglio per la scomparsa del dottor Fabio Roncato, medico di medicina generale a Castel-franco Veneto, scomparso a 59 anni all’inizio di giugno.Stimato professionista, era molto apprezzato dai colleghi e dai suoi assistiti. La direzione, esprimendo cordoglio ai familiari e a quanti lo conoscevano, ricorda ai suoi assistiti che fino al prossimo 2 luglio l’attività ambulatoriale proseguirà con la sosti-tuta, dottoressa Federica Marchesan.Dopo il 2 luglio, per poter avere l’as-sistenza sanitaria senza interruzioni, gli assistiti sono invitati a procedere con la scelta del nuovo medico di medicina generale tra quelli dispo-nibili nell’ambito di residenza i cui nominativi sono consultabili presso gli sportelli dell’Anagrafe sanitaria.

Uno spazio di ascolto aperto ai cittadini: è quanto introduce la direzione dell’Ulss 8 che apre le proprie porte per incontrare i cittadini ogni venerdì mattina dalle 8.30 alle 12.00.Una possibilità già operativa ma che ora, anche grazie all’indica-zione del Presidente della Regio-ne, Zaia, viene formalizzata.I cittadini che lo desiderano potranno fissare un incontro con il direttore generale, pres-so la sede di Asolo, fissando un appuntamento al numero 0423.526325 o via mail [email protected] rendere più efficace l’incon-tro, saranno a disposizione an-che i direttori di area in modo da poter affrontare in maniera più diretta ed operativa questioni specifiche. Lo spazio di ascolto è aperto per tutti i cittadini che vo-gliano sottoporre all’attenzione della direzione sia segnalazioni,

problemi o lamentele, sia sugge-rimenti e proposte per migliora-re i servizi.

Lo spazio sarà aperto tutti i ve-nerdì mattina, salvo impegni isti-tuzionali della direzione, anche se è prevista una certa flessibi-lità. “Con questo servizio diamo ufficialità ad una pratica già in essere da diverso tempo - spie-ga il direttore generale dell’Ulss 8, Bortolo Simoni -. Già dal mio insediamento ho incontrato molti cittadini e, in linea con quello spirito, ora rendiamo di-sponibile una finestra dedicata anche se viene mantenuta una certa flessibilità: i cittadini che per motivi di lavoro non fosse-ro disponibili il venerdì mattina, potranno chiedere un altro mo-mento della settimana ed essere accolti, compatibilmente con gli impegni della direzione”.

Spazio Ascolto: la direzione Ulss 8 incontra i cittadini il venerdì mattina

Per facilitare la procedura è stata organizzata l’apertura straordinaria di uno sportello dedicato al cambio medico per gli assistiti dal dottor Ron-cato, presso l’ospedale di Castelfranco Veneto al piano terra del monoblocco (piastra).Si raccomanda di presentarsi allo sportello con le due tessere sanitarie (in plastica e in cartoncino). Per ogni famiglia può presentarsi una sola persona, purché munita delle tessere sanitarie dei familiari.

Lo scorso maggio il dottor Antonio Rizzo, coordinatore della Breast Unit dell’Ulss 8 è stato nominato membro del coordi-namento nazionale del Gruppo Italiano per lo Screening Mammografico. Si tratta dell’Associazione italiana per la prevenzione, la diagnosi e la cura del tumore della mammel-la nell’ambito dei programmi organizzati di screening. Nata nel 1990 come gruppo di lavoro per la Scuola Italiana di Senologia, l’Associazione è impegnata nel promuovere l’estensione dei programmi organizzati di screening mammografico su tutto il ter-ritorio italiano, monitorando la qualità della diagnosi e del trattamento offerti alle donne. Il dottor Rizzo sarà il responsabile dell’area diagnosi del GISMA portando così a livello nazionale la sua grande esperienza nella diagnosi precoce del tumore al seno. La pratica dello screening mammografico è ormai collaudata nella nostra Ulss: grazie all’alta adesione e alle iniziative di prevenzione condotte dalle sezioni locali della Lilt, la diagnosi del tumore al seno è sempre più precoce, con una conseguente riduzione della mortalità. Le donne invitate dal dipartimento prevenzione dell’ULSS 8 sono state nel 2014 14000 e ben 11000 (81%) hanno risposto all’invito eseguendo la mammografia di screening rispetto alla media regionale di adesione corretta del 75,5%. Complessivamente, sono state trattati circa 230 nuovi casi di patologia neo-plastica maligna della mammella nell’ultimo anno, tra tumori individuati grazie allo screening e tumori insorti in fasce di età extrascreening.

Il dottor Rizzoneld irettivo nazionaledell’area diagnosi sullo screening mammografico

“Orti solidali”: tre forme di solidarietà