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V entinove aziende agricole, prevalen- temente certificate per la produzione in agricoltura biologica, 20 associa- zioni di genitori, di promozione della salute e del consumo critico, 18 partner e una con- venzione sulla promozione della salute, la riabilitazione e l’inclusione sociale con l’Azienda sanitaria Pro- vinciale di Catania. Sono i numeri delle fattorie sociali in Sicilia. Si tratta di imprese agrico- le che organizzano in azienda i servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi ed occupaziona- li di soggetti deboli o di aree svantaggiate. L’agri- coltura sociale, del resto, trova le sue radici più remote nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità, gratuità e mutuo aiuto che contraddistinguono le aree rurali. In modo par- ticolare, l’intreccio che si determina tra dimen- sione produttiva, dimensione relazionale con le piante, con gli animali, con la natura, e quella familiare e comunitaria ha permesso all’agricoltura di assolvere sempre più ad una funzione sociale. Così in Sicilia queste aziende, mosse dagli stessi ideali, si sono messe in rete grazie all’attività di alcuni enti promotori. (servizio di Salvatore Cac- ciola a pag.3) Le fattorie sociali si mettono in rete di Andrea Olivero Presidente nazionale delle Acli Oggi non abbiamo bisogno di am- bigue nostalgie legate a una visio- ne bucolica della società ma di un patrimonio di valori - come quello di cui è portatore il lavoro agricolo - per tracciare il “solco” di un futuro sostenibile. Le trasformazioni che il mondo del lavoro ha attraversato nel Novecento hanno infatti pro- dotto gravi squilibri nel rapporto dell’uomo con l’ambiente, e del la- voro con il capitale. Grazie alle in- novazioni tecnologiche è accaduto che tante professioni, mestieri e mansioni siano scomparsi, mentre altri lavori che prima non esisteva- no si sono affermati. Siamo passa- ti, nell’arco di pochi decenni, dal- l’economia industriale all’econo- mia dell’informazione e dei servizi. Tuttavia, pur condividendo la lettu- ra dei cambiamenti avvenuti, in particolare l’avvento dell’economia della conoscenza, le Acli non si so- no allineate con le prospettive di coloro che pronosticavano la “fine” del lavoro o uno sviluppo senza la- voro. Non riusciamo infatti a con- cepire un futuro sostenibile che non sia fondato sull’architrave del lavoro. Sarebbe però una imper- donabile ingenuità ignorare le gra- vi e sostanziali erosioni di senso che nel frattempo il lavoro ha subi- to nella società urbana e in quella rurale. (segue a pag.2) M i piace iniziare questa riflessione prendendo spunto da un articolo di Luigi Sturzo del 1901, pubblicato su La Croce di Costantino «Lasciate che noi del meri- dione possiamo amministrar- ci da noi, da noi designare il nostro indirizzo finanziario, distribuire i nostri tributi, as- sumere le responsabilità del- le nostre opere, trovare l’ini- ziativa dei rimedi ai nostri mali». Da allora, rafforzato anche dalle esperienze di am- ministratore locale, l’autono- mismo resta un punto nevral- gico del pensiero politico di don Sturzo che nel 1921 a Venezia, in occasione del ter- zo congresso dei popolari, lancerà in modo compiuto l’idea di regione come ente con autonomia legislativa e finanziaria. Un federalismo spinto, quello sturziano, che non nega tuttavia il principio di nazionalità che deve porta- re le regioni ad aiutarsi reci- procamente. Tanto è rigoroso nel promuovere l’efficacia amministrativa delle autono- mie locali, tanto è puntuale infatti nel ribadire la necessi- tà di un’unità che colleghi economicamente le regioni e dia unità legislativa, giudi- ziaria e militare al Paese. Ecco perché l’adesione con- vinta delle Acli ad una rifor- ma virtuosa dello Stato in senso federalista, va al di là del semplice riordino del si- stema amministrativo, ma si inscrive nel solco di una cul- tura politica di grande valo- re, ovvero reinterpreta la le- zione del popolarismo e mu- nicipalismo sturziano. (se- gue a pag. 4) L’editoriale Il federalismo solidale parte dalle campagne In Sicilia oltre 60 tra aziende ed enti coinvolti Sostenibilità, un solco nel futuro La peronospora fa scandalo sommario Cia fa il punto sull’agricoltura siciliana ...........................p.5 Fonti rinnovabili ..............p.6 Il progetto Qubic per la biodi- versità .............................p.7 Le arance siciliane...........p.8 Dalle province .................p.9 DallaPuglia ...................p.13 Dalla Lombardia ...........p.14 Sono passati già due mesi da quando abbiamo chiesto al governo regionale di ria- prire i termini del bando per i danni da peronospora del 2007. Da quando la richiesta è stata girata al Governatore Lombardo sono passati 30 giorni. Ancora nessuna ri- sposta. (segue a pag.5) di Nicola Perricone Presidente Acli Terra Sicilia di Santino Scirè, Presidente delle Acli siciliane Sicilia magazine Periodico di Acli Terra Sicilia, Associazione professionale agricola Anno I - N. 2 - dicembre 2010-gennaio 2011 - distribuzione gratuita

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Ventinove aziende agricole, prevalen-temente certificate per la produzionein agricoltura biologica, 20 associa-

zioni di genitori, di promozione della salutee del consumo critico, 18 partner e una con-venzione sulla promozione della salute, lariabilitazione e l’inclusione sociale conl’Azienda sanitaria Pro-vinciale di Catania.

Sono i numeri dellefattorie sociali in Sicilia.Si tratta di imprese agrico-le che organizzano inazienda i servizi culturali,educativi, assistenziali,formativi ed occupaziona-li di soggetti deboli o diaree svantaggiate. L’agri-

coltura sociale, del resto, trova le sue radici piùremote nelle forme di solidarietà e nei valoridella reciprocità, gratuità e mutuo aiuto checontraddistinguono le aree rurali. In modo par-ticolare, l’intreccio che si determina tra dimen-sione produttiva, dimensione relazionale con lepiante, con gli animali, con la natura, e quella

familiare e comunitaria hapermesso all’agricoltura diassolvere sempre più aduna funzione sociale.

Così in Sicilia questeaziende, mosse dagli stessiideali, si sono messe in retegrazie all’attività di alcunienti promotori. (servizio di Salvatore Cac-ciola a pag.3)

Le fattorie sociali si mettono in rete

di Andrea OliveroPresidente nazionale delle Acli

Oggi non abbiamo bisogno di am-bigue nostalgie legate a una visio-ne bucolica della società ma di unpatrimonio di valori - come quellodi cui è portatore il lavoro agricolo -per tracciare il “solco” di un futurosostenibile. Le trasformazioni cheil mondo del lavoro ha attraversatonel Novecento hanno infatti pro-dotto gravi squilibri nel rapportodell’uomo con l’ambiente, e del la-voro con il capitale. Grazie alle in-novazioni tecnologiche è accadutoche tante professioni, mestieri emansioni siano scomparsi, mentrealtri lavori che prima non esisteva-no si sono affermati. Siamo passa-ti, nell’arco di pochi decenni, dal-l’economia industriale all’econo-mia dell’informazione e dei servizi. Tuttavia, pur condividendo la lettu-ra dei cambiamenti avvenuti, inparticolare l’avvento dell’economiadella conoscenza, le Acli non si so-no allineate con le prospettive dicoloro che pronosticavano la “fine”del lavoro o uno sviluppo senza la-voro. Non riusciamo infatti a con-cepire un futuro sostenibile chenon sia fondato sull’architrave dellavoro. Sarebbe però una imper-donabile ingenuità ignorare le gra-vi e sostanziali erosioni di sensoche nel frattempo il lavoro ha subi-to nella società urbana e in quellarurale. (segue a pag.2)

Mi piace iniziare questariflessione prendendo

spunto da un articolo di LuigiSturzo del 1901, pubblicatosu La Croce di Costantino«Lasciate che noi del meri-dione possiamo amministrar-ci da noi, da noi designare ilnostro indirizzo finanziario,distribuire i nostri tributi, as-sumere le responsabilità del-le nostre opere, trovare l’ini-ziativa dei rimedi ai nostrimali». Da allora, rafforzatoanche dalle esperienze di am-ministratore locale, l’autono-mismo resta un punto nevral-gico del pensiero politico didon Sturzo che nel 1921 aVenezia, in occasione del ter-zo congresso dei popolari,lancerà in modo compiutol’idea di regione come entecon autonomia legislativa efinanziaria. Un federalismo

spinto, quello sturziano, chenon nega tuttavia il principiodi nazionalità che deve porta-re le regioni ad aiutarsi reci-procamente. Tanto è rigorosonel promuovere l’efficaciaamministrativa delle autono-mie locali, tanto è puntualeinfatti nel ribadire la necessi-tà di un’unità che colleghieconomicamente le regioni edia unità legislativa, giudi-ziaria e militare al Paese. Ecco perché l’adesione con-vinta delle Acli ad una rifor-ma virtuosa dello Stato insenso federalista, va al di làdel semplice riordino del si-stema amministrativo, ma siinscrive nel solco di una cul-tura politica di grande valo-re, ovvero reinterpreta la le-zione del popolarismo e mu-nicipalismo sturziano. (se-gue a pag. 4)

L’editoriale

Il federalismo solidaleparte dalle campagne

In Sicilia oltre 60 tra aziende ed enti coinvolti

Sostenibilità, un solco nel futuro

La peronosporafa scandalo

sommarioCia fa il punto sull’agricoltura

siciliana ...........................p.5

Fonti rinnovabili ..............p.6

Il progetto Qubic per la biodi-

versità .............................p.7

Le arance siciliane...........p.8

Dalle province .................p.9

DallaPuglia ...................p.13

Dalla Lombardia ...........p.14

Sono passati già due mesida quando abbiamo chiestoal governo regionale di ria-prire i termini del bando per idanni da peronospora del2007. Da quando la richiestaè stata girata al GovernatoreLombardo sono passati 30giorni. Ancora nessuna ri-sposta. (segue a pag.5)

di Nicola PerriconePresidente Acli Terra Sicilia

di Santino Scirè, Presidente delle Acli siciliane

SiciliamagazinePeriodico di Acli Terra Sicilia, Associazione professionale agricolaAnno I - N. 2 - dicembre 2010-gennaio 2011 - distribuzione gratuita

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(continua da pag.1)Una prima erosione, ad esempio,è relativa al significato trascen-dente del lavoro. In concreto, og-gi, l’uomo che lavora non pensaaffatto di essere partecipe dellacreazione di Dio, né di essere re-sponsabile della custodia delcreato. Semplicemente il lavoroha perso il suo significato spiritua-le ed è stato ridotto a merce.Tant’è che perfino il senso del ri-poso e della festa è entrato in crisie la “domenica” rischia di diventa-re un giorno come gli altri.Tuttavia, l’erosione che più preoc-cupa le Acli è la perdita della so-cialità (solidarietà, mutuo soccor-so, cooperazione) che una voltacaratterizzava il mondo del lavoroe che invece lascia oggi ogni lavo-ratore in balia di sé stesso, senzapiù legami sociali e rappresentan-za sindacale.Sperimentiamo oggi un impoveri-mento delle relazioni negli stessiluoghi di lavoro e una prevalenzadi comportamenti individualistici.Per questo è urgente promuovereun”umanesimo del lavoro” fondatosulla socialità che sia in grado disviluppare una società più equa eun’economia più civile.Poiché nel 2011 ricorreranno 30anni dalla “Laborem exercens” diGiovanni Paolo II (1981) è interes-se delle Acli cogliere tale occasio-ne per sollecitare una grande in-terrogazione collettiva e politicasul problema del lavoro in tutte lesue dimensioni, a partire dallasoggettività del lavoro, ossia dalpressuposto essenziale che essoè sempre e innanzitutto “atto dellapersona”.Vogliamo mettere il lavoro al cen-tro delle nostre iniziative e farneun “tema veicolare”, ossia uncentro gravitazionale.Anche Acli Terra sarà chiamata adare il suo contributo specificoperché è importante il collega-mento tra il lavoro e le politicheagricole per la tutela dei territori,delle biodiversità, delle tipicità, deimercati a filiera corta e del dirittoalla salute. Grande significato as-sume in questa prospettiva il no diAcli Terra alla coltivazione dellepiante trasgeniche e la sua ade-sione alla campagna “Per un’Italialibera dagli Ogm (Organismi ge-

neticamente modificati, ndr)”, ilsuo impegno per la sicurezza ali-mentare e il tema dei “beni comu-ni” (terra, aria, acqua, clima, salu-brità della vita…) e deglistili di vita sostenibiliche collegano in-sieme consumo-lavoro-risparmioall’insegna del-la sobrietà.Come si vede,nel contesto diAcli Terra, il la-voro si colleganon solo conl’ambiente econ la tecnica,ma con il temacentrale dello“sviluppo”, parola che nella Cari-tas in veritate ricorre per ben 250volte. «Il vero sviluppo – dice BenedettoXVI - non consiste primariamentenel fare. Chiave dello sviluppo è

un'intelligenza in grado di

pensare la tecnica e di cogliere ilsenso pienamente umano del faredell'uomo, nell'orizzonte di sensodella persona presa nella globalità

del suo essere» (n. 70).Sempre alla luce del-

la Caritas in verita-te, abbiamo il do-

vere «di conse-gnare la terraalle nuove ge-nerazioni» af-finché «pos-sano degna-mente abitarlae ulteriormen-te coltivarla»Ciò è possibi-le solo raffor-zando «quel-

l'alleanza tra essere umano e am-biente che deve essere specchiodell'amore creatore di Dio, dalquale proveniamo e verso il qualesiamo in cammino» (n.50).Andrea OliveroPresidente nazionale delle Acli

Acli Terra Sicilia magazine - Periodico di Acli Terra SiciliaAnno I - Numero 2 - dicembre 2010-gennaio 2011registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 26 il 6 ottobre 2010Direttore editoriale: Nicola PerriconeDirettore responsabile: Annalisa RicciardiHanno collaborato: Andrea Olivero, Salvatore Cacciola, Santino Scirè,Giuseppe Spartà, Giusy Gaeta, Riccardo D’Anna, Maurizio Lanfranchi,Angelo Catania, Gianluca Budano, Domenico Giacomantonio, Renato-Vancheri, FrancescoTranchina, Vito Delfino.Sede: via Francesco Crispi 120, 90100 PalermoE-mail: [email protected], [email protected] web: www.acliterrasicilia.itStampa Massimo Lombardo Editore - Agrigento

Tracciare il “solco” del futuro valorizzando il lavoro agricolo

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L’AIES Sicilia, AIAB Sici-lia, CNCA Sicilia, AcliTerra, Alpa, Libera di Ca-

tania, l’Osservatorio MediterraneoONLUS, il Consorzio Ulisse, laFondazione Siciliana per l’Auti-smo, la Cooperativa “Gli amici diLorenz”, la Cooperativa “Pio LaTorre”, l’azienda agricola “Terra diPace”, la Cooperativa sociale“L’Arcolaio”, la fattoria “Fossadell’Acqua”, la fattoria “Cuba”, la“Masseria San Marco”, l’Associa-zione ‘A Fera Bio. Sono loro le“strutture opera-tive” che, colle-gandosi conl’esperienza na-zionale della re-te delle fattoriesociali, promuo-vono la rete del-le fattorie socialiin Sicilia.

Aziende che intendono essereuna rete di persone, associazioni,imprese agricole impegnate per lapromozione della salute, per l’in-clusione sociale e lo sviluppo so-stenibile. Così, le imprese agricoledella rete delle fattorie sociali met-tono al centro del processo produt-tivo l’uomo con le sue capacità.Per questi motivi, l’azienda biolo-gica, riconoscendo all’uomo unruolo fondamentale, diventa il luo-go ideale per avviare percorsi dicrescita e di autonomia per la per-sona e di sviluppo eco-sostenibileper la comunità locale.

Le prime iniziative di inseri-mento occupazionale di persone arischio di emarginazione sociale siebbero in Italia già a metà degli an-ni Settanta del secolo scorso daimovimenti per l’abolizione dei ma-nicomi, per la lotta alla tossicodi-pendenza e di inserimento lavorati-vo degli ex detenuti. Queste espe-rienze si sono rivelate delle risposteparticolarmente efficaci per preve-nire e contrastare il disagio sociale.

L’attenzione crescente versopercorsi di welfare partecipati, alcui interno si trovano ad agire di-verse realtà che attivamente pren-dono in carico soggetti svantaggia-ti o a rischio di esclusione sociale,ha contribuito nel nostro paese allosviluppo del terzo settore, in gene-

rale, e della cooperazione socialein particolare cui poter affidarnel’inclusione sociale e lavorativa.Queste imprese sociali rappresen-tano in Italia una parte significati-va delle fattorie sociali.

La scelta delle fattorie socialicome supporto a percorsi terapeu-tico-riabilitativi o come strumentoper favorire inserimento lavorativoe inclusione sociale è espressionedi quella peculiare caratteristicache rende l’azienda agricola uncontesto inclusivo di soggetti fra-

gili grazie anchealle diverse mo-dalità di esecu-zione di un pro-cesso produttivoche tengano con-to non solo dellamassimizzazionedi un parametro

economico, ma soprattutto di queirisultati a carattere sociale come lapartecipazione attiva ai lavori dipersone svantaggiate.

La dimensione educativa, for-mativa e di promozione del benes-sere delle persone, ed in particola-re dei soggetti più vulnerabili, in-clude nella categoria generale dellefattorie sociali varie esperienze diagricoltura sociale fortemente col-legate ed interdipendenti con leaziende agricole (quali sono le bio-fattorie didattiche, gli orti biologi-ci, la pet therapy, la zoo-antropolo-gia assistenziale, i parchi e i per-corsi ambientali collegati con atti-vità agricole, etc.).

Nella Regione Sicilia, le espe-rienze dei seminari (a Noto il 3 e 4aprile 2009 e a Nicolosi il 2 ottobre2009) organizzati dall’AIES Sici-lia, dal CNCA Sicilia, dall’AIAB eda diverse associazioni di genitoridi persone diversamente abili e daaziende agricole che hanno sceltola produzione biologica, hanno re-so possibile la costituzione del nu-cleo promotore della rete delle fat-torie sociali. Un nucleo fatto dapartner che condividono un lin-guaggio comune, dei momenti dicollaborazione, confronto e scam-bio tra pari, una progettualità. Salvatore CacciolaCoordinatore regionale Rete Fattorie Sociali

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I PROTAGONISTI

AGRIGENTO

Az. Agr. “Colle d’oro”, Licata “Casa Laboratorio S. Giacomo”, Sambuca Az. Agr. “Vassallo Salvatore”, Licata

CATANIA

Apicoltura nomade Bio Bio, S. G. La PuntaAz. Agr. “Concetta Mineo”, PaternòAz. “Fossa dell’acqua”, AcirealeAz. Agr.le Bio “Grimaldi”, MisterbiancoAz. Agr. “Le tre finestre”, BelpassoAz. Agr. “Masseria S. Marco”, PaternòAss. Prod. Agrinova Bio 2000, AcirealeVino di Cana - Casa di Maria, BiancavillaCoop. Soc.le “Terra Nostra”, CaltagironeSalomone Giorgio (Barcavecchia), Adrano

ENNA

Az. Agr. “Ascoli Orazio”, AgiraIl Mandorleto, EnnaComunità Emmaus, Nissoria

MESSINA

Az. Agr. Cà Do, Gioiosa MareaCoop. Scirin, Messina

PALERMO

“Acque di Palermo”, RoccapalumbaAz. Agr. “Guccione”, AliaAz. Agr. “Luigi Majo”, CasteldacciaCoop. Soc.le “Pio La Torre”, S. G. JatoCoop. Soc.le “Placido Rizzotto”, S. G. JatoCoop. Soc.le “Primavera”, Geraci SiculoDitta “Di Salvo Rosellina”, PalermoSoc. Coop. “Telemaco”, Cerda

SIRACUSA

Agritur. Bioecologico “Terra di pace”, NotoAz. Didattica “La Maddalena”, P. AcreideCoop. Soc.le “L’Arcolaio”, Siracusa

Un business “socialmente utile”Negli ultimi due anni registrato un exploit di fattorie in Sicilia e la costituzione della rete regionale

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Il federalismo solidale scende in campoL’agricoltura è un settore chiave dove sperimentare concrete forme di autonomia amministrativa

(continua da pag.1) Sturzo intuisce però comesoltanto il rapporto strettotra amministratori e ammi-nistrati, realizzato nelleistituzioni locali, sia in gra-do di garantire un controlloe una migliore trasparenzanella spesa pubblica equindi un livello più alto didemocraticità delle sceltepolitiche. In concreto, secondo Stur-zo, il partito municipale –che nella sua esperienza biografica è precedente all’ipotesi delpartito popolare - deve mirare ad una Associazione di tutti icomuni (come egli stesso propose al Congresso dell’Associa-zione dei Comuni Italiani, tenutosi a Genova nel maggio nel1909) e questa deve mirare a un federalismo di regioni. Senza particolari timori e soprattutto con tanto coraggio dob-biamo ribadire come noi delle Acli guardiamo positivamenteal federalismo, e soprattutto dobbiamo ribadire che noi nonriusciamo a immaginare un federalismo diverso da quello so-lidale, unitario, delle autonomie e, in questo senso, erede delmunicipalismo sturziano. Questo tema diventa importante al momento in cui si collocaall’interno di un quadro più ampio di riforme che servono alPaese. È stato già detto più volte che il federalismo senza unaserie di provvedimenti strategici utili al rilancio del Mezzo-giorno, serve a ben poco, soprattutto se non ci si rende contoche l’Italia è una sola e tutti sono cittadini “uguali” della stes-sa Nazione.È chiaro che aderire fin da subito alla prospettiva federalista èdovuto sostanzialmente al nostro modo di interpretare i terri-tori e le comunità locali, generando un nesso intrinseco tra lanostra tradizione municipalista e la riforma.Allora rilanciamo con forza un ”Federalismo Solidale” chetanto sta a cuore ai nostri Vescovi, soprattutto noi delle Aclidobbiamo essere convinti oggi più che mai in un periodo checi apprestiamo ad affrontare di particolare crisi politica, che ilfederalismo serve al Paese ma soprattutto deve essere “solida-le” questo per confermare che la nostra idea di fondo sullaquestione non è mai cambiata negli anni ma semmai come di-ce il nostro presidente Olivero, “si è affinata e rafforzata”, ciòprova che le Acli hanno visto sin da subito con coraggio e po-sitività la riforma federalista, senza dipingerla in modo allar-mistico quasi fosse una minaccia. Quindi in questi mesi dobbiamo lavorare per dare un nostrocontributo concreto a un progetto che si concretizzerà semprepiù con i decreti attuativi, atti che nell’applicare un federali-smo reale non possono non tenere conto delle priorità dei cit-tadini, ovvero un federalismo caratterizzato da solidarietà,coesione sociale e uguaglianza.Ci batteremo con forza affinchè il federalismo fiscale e quindisolidale metta al primo posto i diritti di ogni cittadino a partiredai più deboli e soprattutto senza tener conto di ovunque que-sti cittadini si trovino a vivere, questo perché la nostra orga-nizzazione può consentire anche delle piccole distrazioni allapolitica, ma di certo non potrà mai accettare anche solo unpiccolo passo indietro sui diritti di cittadinanza.Certi che un vero federalismo, rappresenterebbe una sfida peril Mezzogiorno e potrebbe risolversi a suo vantaggio, perché

potrebbe riuscire a incoraggiare un nuovo impulso nel miglio-rare il sistema dei rapporti sociali, soprattutto attraversol’azione dei governi regionali e municipali, nel rendersi diret-tamente responsabili della qualità dei servizi erogati ai cittadi-ni, agendo sulla gestione della leva fiscale.Una cosa è certa: non si può transigere soprattutto quando so-no in gioco valori fondativi come l’unità della Nazione,l’uguaglianza dei cittadini, l’universalità dei diritti e la solida-rietà sociale. Anche questa volta abbiamo “un grande compi-to” rafforzare e rendere visibile l’eredità del municipalismoall’interno del federalismo.Questa parola, in definitiva, “mette in ballo il futuro del Paeseed è giunto il momento di pensare a quali modelli di sviluppoaffidarsi”. In questo contesto, l’agricoltura rappresenta un set-tore chiave. Un ambito in cui si possono sperimentare, soprat-tutto nel sud del paese, concrete forme di autonomia ammini-strativa e gestionale capaci di anticipare ed essere d’esempioper il federalismo che serve all’Italia, anche in un settore co-me quello agricolo fortemente in crisi, che richiede una fasenuova di programmazione attenta e responsabile per favorireun rilancio concreto nei prossimi anni. L’agricoltura, deve essere messa al centro del dibattito sul fe-deralismo per sperimentare nuove forme operative e concretedi decentramento, la Sicilia, la Puglia, la Campania devonoanticipare i tempi sulla strada che porta verso un assetto fede-ralista delle istituzioni. Così come già accade in altre regionid’italia, anche al sud occore mettere in campo una prospettivanuova per il mondo agricolo,ad esempio la creazione di unOrganismo pagatore regionale, dagli investimenti sul sistemadi sussidiarietà delegato ai Centri di assistenza agricola, tavoliper lo sviluppo del comparto agricolo con interventi mirati re-gione per regione.Va intrapresa, inoltre, la strada per costruire un’azione di si-stema forte e duratura, con i rappresentanti delle istituzioni econ tutti gli interlocutori del mondo agricolo, che superi leideologie e le logiche di schieramento politico.Santino Scirè, Presidente delle Acli siciliane

A Catania l’incontro regionale

dei Presidenti di Circolo di Sicilia

Si è svolto a Catania, sabato 11 dicembre 2010, l’In-contro regionale dei Presidenti di Circolo di Sicilia. Tragli interventi, quello del Presidente nazionale delleAcli, Andrea Olivero, e la riflessione spirituale di Mon-signor S.E. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania.

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Cia fa il punto sull’agricoltura sicilianaPubblicato il Report economico sull’andamento del settore nel 2010 a cura della sede regionale

Un calo della produzione e del valo-re aggiunto, prezzi non remunera-

tivi e costi in ulteriore crescita. È questoil quadro tracciato dalla Cia, Confede-razione italiana agricoltori, nel suo Re-port economico sull’andamento del-l’agricoltura siciliana nel 2010. I datiparlano chiaro: i redditi degli agricoltorisubiscono un nuovo “taglio” e così di-verse migliaia di aziende in Sicilia sonostate costrette a chiudere. Note positive, invece, dall’export in cre-scita e, parzialmente, dai prezzi agricoliall’origine. Il 2010, infatti, dovrebbechiudersi con una crescita dello 0,8.“Un così lieve recupero che, tuttavia –

spiega Carmelo Gurrieri, presidente diCia Sicilia - non risolve i problemi degliagricoltori siciliani anche perché le quo-tazioni sui campi non sono di certo re-munerative. Se guardiamo all’anda-mento tendenziale degli indici, abbia-mo un quadro molto diversificato dovespicca, tra novembre 2010 e novembre2009 il dato positivo dei cereali e quelloancora fortemente negativo del vinoche non riesce a segnare lo stessotrend positivo mostrato dall’exportdall’agroalimentare nostrano”. Non ultimi il caro carburante, l’abolizio-ne del bonus gasolio che ha aggravatoi bilanci delle serre e l’agropirateria.

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Vitivinicoltura, Cossentino

alla guida del Gie

È Nino Cossentino il nuovopresidente nazionale del Gie viti-vinicolo, il gruppo d’interesseeconomico della Cia per il com-parto. Cossentino, 62 anni, vantaun curriculum di tutto rispetto. Lasua azienda di Partinico, in pro-vincia di Palermo, si estende su20 ettari di terreno con coltivazio-ni biologiche e immette sul mer-cato una media di 60mila bottigliel’anno. I vitigni sono lo Chardon-nay, il Merlot, il Syrah, il Nerod'Avola, il Cabernet sauvignon,ma anche il Catarratto, il Grillo eil Perricone. I Gie della Cia sonoaperti agli esperti ed hanno comeobiettivo prioritario quello di ren-dere le imprese più competitive.

Scandalo peronospora. E gli onesti paganoAcli Terra Sicilia chiede al governatore Lombardo di riaprire i termini del bando per i danni del 2007

(continua da pag.1)C’è una notizia che sem-

bra non avere colpito moltola politica, ma che è un ve-roe proprio scandalo. Per idanni da peronospora del2007 sono state approvatetutte le istanze presentate,indipendentemente dallapresenza dei requisiti. Ci ri-sulta infatti che, per l’am-missione ai benefici, gliIspettorati hanno operato laverifica preliminare delladocumentazione, previstadal bando, non tenendo con-to del parametro, indicatonell’articolo 5 del DDG del26 luglio 2010, relativo allariduzione del reddito deter-minato dal patogeno.

Ciò ha comportato chetutte le domande che risulta-

vano in regola con la docu-mentazione richiesta sonostate ammesse positivamenteindipendentemente dalla per-centuale di danno ricevuto.Di contro tutti i produttoriche hanno ritenuto di nonpresentare le domande per-ché non avevano i requisiti,

ovvero hanno subito un calodi reddito inferiore a quantoprevisto (del 37,24 % a Pa-lermo, del 22.75% ad Agri-gento dell’11,27% a Calta-nissetta e del 45,44% a Tra-pani), risultano penalizzati.La conseguenza è stata che,in tutte le province, moltissi-

me aziende non hanno parte-cipato al bando in quanto nonrispondevano ai criteri di am-missibilità, e molti operatori,attenendosi alle regole, nonhanno avviato le istanze aipropri associati. “Ancora unavolta gli agricoltori che si so-no attenuti alle disposizionidei bandi, vengono penaliz-zati rispetto a chi invece ten-ta la fortuna e presenta istan-ze pur non avendo i requisiti.

Pertanto, a tutela di agri-coltori ed operatori, chiedia-mo al governatore RaffaeleLombardo di riaprire, in tem-pi brevissimi, i termini delbando per permettere a tuttigli aventi diritto di presentarele istanze. Nicola PerriconePresidente Acli Terra Sicilia

I conti “in rosso” dell’agricoltura nazionale nel 2010(stime)

Produzione lorda vendibile: -1,8%Prezzi all’origine +0,8%Prezzi al consumo +0,7%Valore aggiunto -3%Costi produttivi, contributivi e burocratici delle imprese +4-5%Redditi dei produttori -6-7%Investimenti -3,5%Consumi agroalimentari -0,2%Import -0,6%Export +20,2%Numero di imprese -2,8%Superficie agricola persa negli ultimi 10 anni in Italia -19,2 mila Kmq

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“Èla terza rivoluzioneindustriale”. È questo

quello che accade oggi conle energie alternative secon-do Giuseppe Rappa, respon-sabile commerciale e marke-ting dell’Urbania EnergiaSrl, una società d’ingegneriacon specifico know how nelsettore delle energie rinno-vabili. Da esperto in comu-nicazione aziendale e siste-mi di educazione alla quali-tà, Rappa non ha dubbi: “Ilfuturo passa da fonti naturalicome il sole, che in soli 40giorni irradia tutta l’energiadi cui la Terra ha bisogno inun intero anno”.

Il sole, ma anche il ven-to, la forza dell’acqua, il ca-lore della terra, il ciclo vir-tuoso dei rifiuti umidi, fontie forze naturali ed inesauri-bili, sono gli elementi che lasocietà, con sede a Palermoma che lavora in tutta la Re-gione, utilizza per far fun-zionare i propri impianti fo-tovoltaici, eolici, a biomas-se, geotermici.

“Il nostro obiettivo”,prosegue Rappa, “è metterei nostri clienti in condizionedi produrre energia elettricarispettosa dell’ambiente,non inquinante, tutelando ilfuturo nostro, dei nostri figlie delle generazioni a veni-re”.

Tutto questo grazie an-che ad una squadra di noveingegneri, dall’amministra-tore unico, Rosario Gambi-no, ai tecnici, che partecipa-no attivamente alla promo-zione e allo sviluppo diquella che Rappa ama defi-nire una “Nuova Era”, cre-ando benessere, lavoro esviluppo. Del resto, la pro-duzione di energia mediantel’impiego di fonti alternati-ve rispetto alle tradizionalicome il petrolio, il gas, o ilcarbone è, ormai da tempo,un prioritario obiettivo stra-tegico che le Istituzioni in-ternazionali, europee e na-zionali incentivano con mi-sure, leggi e finanziamenti

per favorirne la diffusione.“Grazie al conto energia, adesempio, lo Stato italiano, alpari di altri paesi, remunerala produzione di ogni kilo-wattora prodotto da fontirinnovabili come il solarecon un incentivo che è trevolte il valore medio del co-sto pagato ai gestori nazio-nali”, spiega l’esperto. Tutteopportunità, insomma, chepermettono ai consumatoridi risparmiare sulle bollette.

Ma non finisce qui. Infatti,oltre al solare e al fotovoltai-co, ci sono anche il minieoli-co, gli impianti a biomasse eil geotermico, la nuova fron-tiera dell’energia alternativache si basa sull’irradiazionedel calore della terra.

I vantaggi sono anche oc-cupazionali. “Puntando sutecnologie di avanguardiache saranno sempre più rivo-luzionarie e pulite, sarà pos-sibile anche produrre una

forte e qualificata spinta oc-cupazionale per i nostri gio-vani e per i professionisti didomani”, dice Rappa. E a chiha dubbi sull’impatto am-bientale spiega: “Le tecnolo-gie rinnovabili entrano inperfetta simbiosi con la qua-lità dei nostri panorami urba-ni ed extraurbani, integran-dosi armoniosamente e ri-spettando gli equilibri esteti-ci e compositivi della nostraarchitettura e delle nostre

Fonti rinnovabili, ritorno alla naturaIl fotovoltaico, il minieolico, le biomasse e il geotermico permettono di ottenere energia pulita

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Tutta la biodiversità in un “Qubic”Il progetto punta sulla competitività di allevamenti autoctoni in Italia, Francia, Grecia e Spagna

Si chiama Qubic (Quality, biodiversity,competitiveness) ed è un progetto fi-

nanziato dal Fondo Europeo di SviluppoRegionale, nell’ambito del Programma diCooperazione Territoriale Med e all’inter-no dell’asse prioritario 1. L’ente capofila del progetto, che coinvol-ge 7 partner dell’area Med, è la RegioneSiciliana, con il Dipartimento regionaledegli Interventi Infrastrutturali per l’Agri-coltura dell’Assessorato Regionale delleRisorse Agricole e Alimentari. L’area geografica interessata copre l’inte-ro arco del Mediterraneo e include territori

con numerose affinità territoriali in cuil’allevamento ha antiche tradizioni. Lo scopo principale del progetto, iniziatonel maggio del 2009 e che si concluderà agennaio 2012, è in pratica quello di con-servare la biodiversità di razze autoctone

rischio di estinzione come ad esempio ilsuino nero dei Nebrodi, la gallina Gris duVercors e la Pintadeau de la Drome, e va-lorizzare le stesse attraverso ottenimentodi prodotti tipici di alta qualità. Questo obiettivo sarà raggiunto attraversoil trasferimento di innovazione nel sistemadei prodotti tipici a base di carne stagiona-ta e lo scambio di tecniche e know-how trai partner coinvolti nel progetto. Non solo. Attraverso il recupero delle raz-ze autoctone, la conservazione degli habi-tat e la produzione di prodotti tipici, si in-tende promuovere la competitività di unsettore tipicamente mediterraneo, con ri-cadute positive per le economie locali siain termini di occupazione che di protezio-ne del territorio.Parte attiva all’interno del progetto avrà ilCentro Sperimentale dei Nebrodi. Questastruttura, che svolgerà anche le funzioni dicentro servizi attraverso la condivisione ela gestione in comune di alcune fasi dellafiliera, consente di stabilire quel partena-riato pubblico-privato indispensabile peril raggiungimento degli obiettivi di Lisbo-na e Goteborg. Il pubblico metterà così a disposizione delprivato l’infrastruttura e il know-how(competenze scientifiche, specialistiche,produttive e di marketing) mentre il priva-to concorrerà con gli allevamenti, i pro-dotti di trasformazione e l’organizzazioneaziendale. Qubic è in definitiva il primo progetto chepermetterà di raccogliere informazioni si-stematiche sui prodotti tradizionali a basedi carne nei paesi del Mediterraneo. Una leva reale per il tessuto produttivo lo-cale, gli enti e le piccole imprese, che ver-rebbero così sostenute nella loro strategiae nei loro obiettivi di mercato. [a.r.]

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Istruzioni per l’uso

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Obiettivi specifici del progetto Qubic

- Valutare la struttura e lo stato attuale della produzione dei prodotti di origineanimale provenienti da razze autoctone locali, attraverso l'esame delle varie fun-zioni e fasi della catena di produzione- Valutare le esigenze formative e tecnologiche per acquisire un di più elevato li-vello di efficienza e sostenibilità- Razionalizzare e organizzare la filiera, affinché si integrino le attività di proget-to nel contesto del mercato e della distribuzione, sulla base delle esperienze co-noscitive e formative.

Asse prioritario 1 del Programma Med

Rafforzare le capacità di innovazione e dell’obiettivo 1.2 : Rafforzare sinergiestrategiche di cooperazione tra gli attori dello sviluppo economico e le autoritàpubbliche.Supporto alle iniziative che incoraggino lo sviluppo sostenibile,la mo-dernizzazione, la diversificazione e l’adattamento dei settori economici tradizionidell’area Med (agricoltura, turismo, ecoturismo…)

I protagonisti- Capofila: • Regione Siciliana - Assessorato delle Risorse Agricole e AlimentariDipartimento regionale degli Interventi Infrastrutturali per l’agricoltura - Partner: • SSICA - Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari -Emilia Romagna (IT)• ARSIA Toscana - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura - Italia• INA CERTH - Istituto di Agrobiotecnologia,Centro Innovazione e Ricerca - Grecia• AINIA - Associazione per la ricerca nell’Industria Agroalimentare - Spagna• CHAMBRE DU DROME Camera dell’agricoltura della Drome Francia (Partner osservatore)• INRA - Istituto Nazionale della Ricerca in Agricoltura, Centro Corso - Francia

Nelle foto

1. Suino nero dei Nebrodi; 2. Cinta senese; 3. Suino nero di Parma; 4. Suino corso; 5. Suino greco; 6. Gris du vercors

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Arte, natura e gusto in dieci itinerari Made in SicilyIl titolo è “Suggestioni di Sicilia” ed è una vera e propria guida che racconta l’Isola sugge-

rendo le soste d’eccellenza, seguendo il filo di dieci itinerari a tema a partire da Palermo, cittànatale dell’autrice, Maria Laura Crescimanno. Strade da percorrere in auto, luoghi da non per-dere, passeggiate, isole, spiagge segrete e angoli di mare, eventi, sapori e una selezione dellanuova ricettività in resort, B&B, golf club e centri benessere. Tutto questo si trova nel lavoroedito da Marcello Clausi Editore, con le immagini del fotografo catanese Alfio Garozzo, che sichiude con un dedicato al gusto sotto l’ala protettrice dei presidi Slow-food.

Disponibile nelle librerie del Touring Club anche nell’edizione inglese, “Charming Sicily”.

Arancia di RiberaDop - Riberella

È nato nel 1994 e nei suoi 17 anni di vita è passatoda pochi iscritti a oltre 200 tra imprenditori singoli e Or-ganizzazioni di produttori, che mettono assieme una su-perficie di 1200 ettari, pari al 20% della produzione to-tale del prodotto. Se a questi si aggiungono anche gli ad-detti alla lavorazione si sale al 60% dell’intera produzio-ne. È il consorzio di tutela dell’Arancia di Ribera Dop –

Riberella, una struttura associativa con sede nell’Agri-gentino, che ha deciso di puntare tutto sulla qualità e sulmarketing. Alla domanda sul perché associarsi il presi-dente, Giuseppe Pasciuta, risponde: “Per la forza di unmarchio e la riconoscibilità che questo permette di dareal prodotto”, spiega, “che si traduce in un aumento dellarichiesta da parte del consumatore nei mercati italiani edesteri e un maggiore reddito per i produttori”.

I 150 milioni di chili prodotti vengono infatti distri-buiti nella gdo italiana e nei punti vendita esteri, princi-palmente quelli di prodotti biologici in Germania, e toltii costi il 70% dei 40 milioni di fatturato va ai produttori.Altri 40-50 milioni di euro arrivano all’indotto. “Il con-sorzio è nato per contrastare la concorrenza sleale, in unmomento di crisi che ha visto il fallimento del sistemacooperativo”, spiega Pasciuta, “ma siamo riusciti a cre-scere e quest’anno abbiamo lanciato anche il prodottobiologico, presentato a dicembre scorso presso l’Arti-giano in fiera di Milano”. Possono aderire tutti i produt-tori dei 14 comuni previsti nel disciplinare, in circa 6000ettari di superficie.

Prossimo appuntamento dal 4 al 7 febbraio alla Fruitlogistica di Berlino, presso uno stand destinato a tutti gliagrumi di Sicilia. www.riberella.it

Due arance rosse al giorno levano il medico di torno.E del resto lo slogan che il consorzio di tutela dell’aran-cia rossa di Sicilia Igp ha scelto per la comunicazionedel proprio prodotto in tutto il mondo parla chiaro: “Si-cilian red orange - For your health”. In altre parole,l’arancia rossa siciliana fa bene alla salute. E questo gra-zie alla presenza di pigmenti antociani che conferiscono

il colore rosso, con forti proprietà antiossidanti e antietà,e il 50% di vitamina C in più rispetto alle altre arance.

Un vero toccasana che il consorzio, guidato da Ales-sandro Scuderi, valorizza dal 2002. “Da più di otto annilavoriamo per la tutela dell’arancia rossa di Sicilia”,spiega il presidente, “ed abbiamo avuto una crescitacontinua di aziende socie che oggi arrivano a 417 tra im-prenditori singoli e Organizzazioni di produttori. Abbia-mo inoltre 46 operatori commerciali che rappresentanoil 70% della produzione commercializzata a marchio”.

Il successo dell’arancia rossa all’estero è dimostratodai numeri: il 23% del prodotto viene infatti esportato.

“I nostri produttori mettono assieme una superficiedi 5000 ettari nelle province di Catania, Enna e Siracu-sa, in un territorio caratterizzato dalla presenza del vul-cano Etna”, prosegue Scuderi, “dove la natura dei terre-ni, il clima, le forti escursioni termiche e il sole contri-buiscono alla qualità del prodotto”. Si trova nelle tre va-rietà Moro, Tarocco e Sanguinello, ed è disponibile dadicembre a maggio.

Progetti per il futuro? “Nel 2011 continueremo lacampagna di internazionalizzazione per arrivare in Da-nimarca, Svezia, Belgio e anche in Spagna, nostro mag-giore competitor”. www.tutelaaranciarossa.it

Agroalimentare di qualità. Le arance siciliane: tutti i numeri e i progetti dei consorzi di tutela

Arancia rossa di Sicilia Igp

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con il patrocinio di Acli Terra Sicilia e delle Acli di Agrigento

L’associazione Acli Ter-ra Sicilia e le Acli di

Agrigento si presentanoall’ottava edizione della Fie-ra “Oggi Sposi 2011” dellacittà dei Templi col panieredi prodotti tipici a marchio.

Per fare conoscere ai fu-turi sposi l’agroalimentaredi qualità dell’Isola presso ilPalacongressi, tra una sfilatadi moda e l’altra si sono te-nute degustazioni di prodottitipici organizzate dall’Asso-ciazione professionale agri-cola guidata da Nicola Perri-cone. “Un’occasione”, spie-ga Perricone, “per promuo-vere l’agroalimentare sici-liano di qualità come ele-mento distintivo per i menùdegli sposi”.

La manifestazione, ideatadall’editore Massimo Lom-bardo, ha visto la partecipa-zione dell’Associazioneproduttori olivicoli di AcliTerra Agrigento che ha cura-to alcuni momenti degustati-vi e divulgativi legati allacultura dell’olio extravergi-ne di oliva.

Sono tre i corsi per assaggiatori organiz-zati in provincia di Agrigento dall’As-

sociazione produttori olivicoli di Acli Terra,in collaborazione con la Regione Siciliana,l’Unaprol, Agea e i tre comuni di Ribera,Menfi e Caltabellotta. L’obiettivo è quellodi formare novanta degustatori di olio ex-travergine di oliva, trenta per ciascun corso,attraverso un programma tecnico serrato: incinque giorni vengono infatti esplorati tuttigli aspetti normativi, tecnici e tecnologici.

A fare da docenti i maggiori esperti delsettore. Nel corso del primo giorno vienefatta un’introduzione all’analisi sensorialee almetodo di valutazione organolettica de-gli oli extravergini d’oliva.

Il secondo giorno viene fatto il puntosui pregi e difetti degli oli, l’approccio al-l’assaggio e la valutazione degli attributi difruttato, piccante e amaro.

Il programma del terzo giorno prevedela classificazione degli oli d’oliva e un ap-profondimento sui prodotti a marchio Dop,Igp e biologico. A completare la giornataanche la caratterizzazione dei profili senso-riali di oli di specifiche denominazioni omonovarietali.

Ampio spazio viene dato anche allacomposizione delle olive e dell’olio, di cuiviene analizzato l’aspetto chimico e aroma-tico, con una focalizzazione sul processoossidativo delle sostanze grasse e sulle mi-gliori tecniche di conservazione del prodot-to finale.

Viene analizzato anche lo scenario in-ternazionale dell’olivicoltura, facendo rife-rimento ai maggiori produttori e ai compe-

titor delle nostre aziende, senza trascurarel’aspetto relativo alla biodiversità del patri-monio olivicolo siciliano e alla qualitàdell’olio d’oliva, facendo riferimento al-l’influenza delle condizioni pedoclimatichee della tecnica agronomica sulla qualità del-l’olio.

Il primo corso si è tenuto nei giorniscorsi a Ribera. I prossimi appuntamentisono previsti a Menfi, dal 24 al 29 gennaio,e a Caltabellotta, dal 7 al 12 febbraio. Perinformazioni è possibile contattare la sedeprovinciale dell’Associazione produttoriolivicoli di Acli Terra allo 0922 696560.

Il paniere Acli va a nozze

con gli Sposi

In cinque giorni vengono formati trenta assaggiatori di olio di oliva

Full-immersion nell’extravergine

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Donna, diplomata, tra i 30e i 49 anni e con un red-

dito compreso tra i 25.000 edi 35.000 euro annui. È questol’identikit del consumatoredi prodotti tipici siciliani aMessina. A dirlo è uno studio condottoda un gruppo di ricercatoridell’ateneo dello Stretto, An-gela Alibrandi e Carlo Gian-netto, coordinati dal prof.Maurizio Lanfranchi dellaSezione Economia e PoliticaAgraria del Dipartimento Se-fisast della Facoltà di Econo-mia. “Si tratta del primo stu-dio mai fatto sul consumodell’agroalimentare di quali-tà dell’Isola”, spiega Lan-franchi, “che ci ha permessodi determinare le abitudini diacquisto di prodotti tipici etradizionali della popolazio-ne messinese.”Dalla ricerca, i cui risultatisono in corso di stampa sullaCollana Quaderni di Diritto,Economia e Finanza, editadall’Edas di Messina, emer-ge infatti che la cultura delmarchio di tutela comunita-rio risulta ancora poco affer-mata, poiché nella maggiorparte dei casi il consumatorenon ha colto il vero significa-to delle denominazioni diorigine.È stato evidenziato, inoltre,come la stragrande maggio-ranza dei consumatori, tra icriteri di scelta, reputino laprovenienza italiana del pro-dotto un fattore preminente,ma la stessa percentuale ritie-ne molto importante la pre-senza di un’etichetta chiara,completa e dettagliata sulprodotto. “Le problematichee le iniziative che si trova adaffrontare la filiera del tipicosono connesse alla necessitàdi implementare delle strate-gie tese ad espandere e con-solidare i contesti in cui ilprodotto tipico gode di unaposizione quasi di privilegio,che legittima l’applicazionedi un prezzo maggiore rispet-to a prodotti concorrenziali”,precisa Lanfranchi, “ciò rap-

presenta il valore aggiuntoper il prodotto agricolo e piùelevati margini di profitto perl’imprenditore agricolo”.“In definitiva”, proseguel’esperto, “dallo studio emer-ge che la strada da seguire

per la valorizzazione delleproduzioni agroalimentari ti-piche è ridurre progressiva-mente l’asimmetria informa-tiva che caratterizza il merca-to attuale”. Maggiore infor-mazione, dunque, al consu-

matore finale, da parte delleaziende e delle istituzioni.Ma torniamo alla ricerca.L’indagine è stata condottanel periodo compreso tra il15 marzo e il 15 giugno del2010, su un campione di

Indicazioni caratteri n° %

sesso maschile 538 41,70543femminile 752 58,29457totale 1290 100,00

classi di età 70 in su 69 5,3550 - 69 335 25,9730 - 49 536 41,5519 - 29 350 27,13totale 1290 100,00

Composizione 1 componente 181 14,04nucleo familiare Da 2 a 4 845 65,50

Superiori 4 264 20,46totale 1290 100,00

titolo di studio Laurea 258 20Diploma 761 59Lic. Media 232 18Lic.Elem. 39 3totale 1290 100,00

classi di reddito 10 - 25/000 516 4025 - 35/000 413 3235 - 45/000 271 2145.000 in su 90 7totale 1290 100

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Prodotti tipici, carrelli sotto la lenteDa un gruppo di ricerca dell’ateneo messinese arriva il primo studio sui consumatori nella Gdo

MATERIALI E METODI

La metodologia di ricerca adottata è stata di tipo quantitativo e casuale. La ricercacasuale in particolare fa riferimento ad una identificazione di fattori che dipendo-no dal comportamento di acquisto e dalla valutazione dei rapporti di causa-effettoesistenti in una determinata popolazione. Prima di svolgere l’indagine, i compo-nenti della ricerca hanno sostanzialmente sviluppato l’ipotesi di ricerca, individua-to i quesiti dell’indagine e delimitato gli ambiti della ricerca stessa. Per quantoconcerne i quesiti, sono state costruite una serie di domande da rivolgere ai con-sumatori circa la qualità percepita, il rapporto prezzo-qualità e la bontà del prodot-to in genere. Attraverso le suddette domande si è cercato di interpretare le esi-genze del consumatore e soprattutto quanto il marchio di qualità del prodotto ali-mentare possa essere determinante ai fini dell’acquisto.Al fine di indagare l’esistenza di associazione tra le variabili qualitative rilevate,sono state costruite le “tabelle a doppia entrata” e, con riferimento alle distribuzio-ni congiunte di ogni coppia di mutabili statistiche esaminate, è stato stimato ilLog-Likelihood ratio test con il relativo p-value (Soliani, 2004). Il livello di signifi-catività prefissato, per l’intera analisi statistica, è stato α=0,05. Il Log-likelihoodratio test, noto in letteratura statistica anche come test G, è stato impiegato pervalutare l’associazione tra due variabili.Infine, al fine di indagare l’esistenza di una relazione di dipendenza tra le variabiliin esame, si è ritenuto opportuno stimare un modello per la variabile “consumoabituale di prodotti tipici” che si presenta come una variabile binaria. Come è notonella letteratura statistica, per modellare la dipendenza di una dicotomia da pre-dittori, si utilizza la regressione logistica (Kleimbaum, 2002), un caso particolaredi modello lineare generalizzato avente come funzione link la funzione logit. Sitratta di un modello di regressione applicato nei casi in cui la variabile dipendentey sia, appunto, di tipo dicotomico, riconducibile ai valori 0 e 1.

Caratteristiche dei consumatori di prodotti tipici

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Le campagne calatinepuntano sul biodiesel

Il biodiesel è un biocombustibile,cioè un combustibile ottenuto dafonti rinnovabili quali oli vegetali egrassi animali, analogo al gasolio de-rivato dal petrolio. Il biodiesel non èun olio vegetale estratto come l’oliodi semi o di colza,bensì il risultato diun processo chimi-co (transesterifica-zione con metano-lo) a partire da que-sti o altri compo-nenti biologici.

Nel Calatino èstata portata avantiun’esperienza rela-tiva alla produzio-ne di Brassica ca-rinata, varietà Sin-cron appartenentealla famiglia dellebrassicacee, pianteabbastanza rustichecon fabbisogni dimezzi tecnici nontroppo elevati.L’iniziativa è parti-ta dallo studio tec-nico – economicodella zona, succe-duto dallo studio difattibilità in cam-po. Infatti, la Bras-sica carinata è stata seminata in piùlocalità agricole del territorio calati-no proprio per monitorare la voca-zione pedo-climatica delle varie areemesse a coltura. L’assistenza tecnicain campo è partita dal controllo delladelicata fase della semina, dove, gra-

zie alla disponibilità degli imprendi-tori agricoli, sono state messe a pun-to varie regolazioni per le diverse se-minatrici diffuse nella zona, dallaCalà, alla Raciti alla Nordstain, inmodo da consentire il più possibile

una semina regola-re ed uniforme, inquanto si tratta diun seme piccolissi-mo di cui vannoseminati appenasei chili in un etta-ro.

Le aziende so-no state seguitedurante tutto il ci-clo colturale, pre-stando molta atten-zione alla conci-mazione, al diser-bo, alla profilassi ecura di eventualiproblemi di naturafitopatologica edinfine alla raccol-ta, sperimentandodi volta in voltasoluzioni tecnichediversificate nellevarie zone.

Il Biodiesel aCaltagirone è nuo-vo orizzonte agri-

colo che per i tecnici e gli imprendi-tori agricoli, non rappresenta la solu-zione ai problemi economici del-l’agricoltura locale, ma certamenteuna valida alternativa.Angelo CataniaPresidente Acli Terra Catania

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1954 consumatori messinesi. Diquesti solo 1290 hanno dichiaratodi consumare abitualmente i pro-dotti tipici. La rilevazione attraverso la som-ministrazione del questionario èstata condotta prevalentementepresso alcuni punti vendita dellaGrande distribuzione organizzata(Gdo), intervistando un campionedi consumatori in maniera diretta,con il metodo face to face, ed uti-lizzando una scheda-questionariopredisposta ad hoc. Il questionario è stata ripartito intre sezioni. La prima ha riguardatol’acquisizione delle informazioniinerenti le caratteristiche socio-de-mografiche ed economiche deiconsumatori intervistati. La secon-da ha inteso individuare i motivi ele specificità del consumo dei pro-dotti tipici (tipologie di prodotti,frequenze di consumo, luoghid’acquisto). La terza si è concen-trata nel reperimento delle infor-mazioni circa la percezione dellaqualità e della sicurezza alimentaree dei prezzi dei prodotti tipici ri-spetto a quelli convenzionali pre-confezionati, oltre alle motivazionidell’eventuale diniego al consumodei prodotti tipici. “Il lavoro si èproposto di analizzare le caratteri-stiche principali del consumo deiprodotti tipici”, conclude Lanfran-chi, “anche al fine di valutare ilgrado di conoscenza delle produ-zioni da parte del consumatore e leprincipali variabili qualitative equantitative che ne influenzanol’acquisto”.Una ricerca che si inserisce in unquadro complessivo particolare. Alivello nazionale il consumo deiprodotti tipici nel 2009 ha registra-to una flessione pari allo 0,10%,con un calo del 19,6% nel compar-to della frutta. D’altro canto, se si guarda più am-pliamente al decennio appena tra-scorso, c’è un sempre maggiore in-teresse del consumatore verso la ti-picità, cresciuto anche in seguitoagli allarmi alimentari come la Bsebovina, l’influenza aviaria, il polloalla diossina, o ancora il vino almetanolo, contribuendo così allacreazione di un modello di consu-mo alimentare moderno legato altipico, alla ricerca di un prodottoottenuto attraverso l’adozione diprocessi produttivi sostenibili eche possieda gusto, genuinità, va-lore nutrizionale, salubrità. [a.r.]

I tre livelli di risparmio del biocombustibileEconomico: il biodiesel amplia la gamma delle soluzioni produttive per l’agri-coltura e quindi le nuove opportunità di lavoro e di sviluppo locale attraverso: - vendita del seme prodotto alle industrie di trasformazione;- stipula di un contratto ad inizio campagna; - contributo erogato con il premio unico; - premio aggiuntivo per la coltivazione di una coltura agro-energetica;- maggiori chance per intercettare risorse economiche dal Psr 2007-2013.Agronomico: rappresenta una alternativa produttiva alla tradizionale cerealicol-tura fatta spesso di ringrani successivi con depauperamento eccessivo delle ri-sorse del suolo, infatti i cereali sono delle piante sfruttanti. Quindi la coltivazionedi Brassica si inserisce perfettamente nella rotazione colturale come coltura darinnovo garantendo una buona conduzione agronomica del sistema suolo.Ambientale ed energetico: il conferimento alle industrie di trasformazioneandrà ad approvvigionare ed ad alimentare tramite un circuito eco-compatibilee rispettoso dell’ambiente linee di produzioni di energia.

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L’Associazione provinciale di Palermo dà vita al comitato tecnico con referenti per aree tematiche

Arriva la squadra di agronomi espertiConvegni e seminari di

studio, attività formati-va, collaborazioni e interven-ti in campo istituzionale, vi-site culturali e attività sociali,realizzazione attività proget-tuali. Sono solo alcuni deicompiti che svolge l’Asso-ciazione provinciale dei Dot-tori in Scienze Agrarie e inScienze Forestali della Pro-vincia di Palermo. L’associa-zione oggi si dota infatti diuno strumento in più: un co-mitato tecnico con referentispecializzati nelle aree tema-tiche di interesse agricolo.

“L’obiettivo è quello dicontribuire al progressodell’agricoltura con le forzedella tecnica”, spiega il pre-sidente Carlo Bargione. Perquesto l’Associazione pro-muove il perfezionamentodell’istruzione agraria, af-fianca l’attività degli istitutid’istruzione e di sperimenta-zione, e studia le questionieconomiche, tecniche, assi-stenziali e culturali miranti alprogresso dell’agricoltura edelle industrie agricole. “At-traverso la nostra attività ciproponiamo di tutelare gliinteressi dei Dottori in Scien-ze Agrarie e Forestali”, pro-segue il presidente, “a talescopo provvediamo alla pre-parazione e all’eventuale sti-pulazione di contratti collet-tivi, e promuoviamo la previ-denza e l’assistenza socialedei professionisti rappresen-tati e secondo le analogheiniziative degli altri enti”.

Non solo. L’associazioneassiste anche i giovani lau-reati nel perfezionamentodegli studi e nell’avviamentoalla professione, percorsooggi sempre più difficile etortuoso. E se dovessero sor-gere controversie in seguitoall’esercizio delle attività delDottore in Scienze Agrarie edel Dottore in Scienze Fore-stali, su richiesta delle parti,interviene per conciliarle.

Tutte funzioni, insomma,a tutela del professionista maanche degli utenti finali, che

hanno a disposizione una re-te di professionalità affidabi-li e preparate. “Proprio permigliorare i nostri servizi,infatti, promuoviamo accor-di con associazioni di altrecategorie”, precisa Bargione.

Un’associazione no-pro-fit a cui possono parteciparetutti i laureati in scienzeagrarie e in scienze forestali,e che può assumere svariatetipologie di incarichi, in no-me e per conto degli associa-

ti, da privati e da Stato, Re-gioni e altri Enti pubblici oprivati. Studi, indagini dimercato, progettazione, isti-tuzione di corsi professionalie di specializzazione, non-ché incarichi di istituzione dicentri di assistenza tecnica,dimostrazione pratica e spe-rimentazione nel campoagricolo e forestale. Infine,per fare sentire la voce degliagricoltori nei tavoli dellapolitica, interviene presso le

Autorità competenti perchévengano inclusi nelle com-missioni tecnico-agricolo-forestali rappresentantidell’Associazione.

Prossimo passo: “Creareuna rete di consulenti fatta diprofessionisti liberi da vin-coli lavorativi”, concludeBargione, “che possano, an-che a titolo di volontariato,prestare il proprio servizioagli agricoltori”. Riccardo D’Anna

L’Isola dei sapori sbarca in città, arriva il punto vendita a chilometro 0

Si trova a Palermo, in via Enrico Albane-se 62, ed è il primo punto vendita a chi-lometro zero del consorzio produttoriL’Isola dei sapori, promosso dalla Cia,Confederazione italiana agricoltori. I

giorni di aperturasono tre: marte-dì, mercoledì egiovedì. La composizione degli scaffali è varia e di-pende dalla stagionalità dei prodotti e dalla disponibili-tà dei produttori che aderiscono. “Qui il consumatorepuò trovare l’ortofrutta fresca e le conserve, il panenero e il miele”, spiega il produttore Francesco Fiore,“tutto provenien-te dalle nostrec a m p a g n e ” .

Inoltre, il consorzio si avvale della colla-borazione dell’associazione Saperi eSapori di Sicilia, guidata Luca Basset(nella foto con Carlo Bargione), per lagestione dei rapporti con i Gruppi d’ac-qusto solidale.

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Presidente Onorario: Dr. Lucio GramignaniPresidente: Dr. Carlo BargioneVicepresidente: Dr. Renato PiazzaSegretario: Dr. Daniele MontiConsigliere: Dr. Dario CostanzoConsigliere: Dr. Lucia CiceroConsigliere: Dr. Vincenzo MarsoloConsigliere - Dr. Roberto Noto (in rappre-sentanza dell'Ordine Provinciale dei DottoriAgronomi e dei Dottori Forestali della Pro-vincia di Palermo)

Il Consiglio Direttivo

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Piano per il Sud, aumenta il divarioSono necessarie risorse per mettere i cittadini in rete e renderli protagonisti della vita pubblica

Il piano per il Meridione varato dalGoverno, se da un lato va riconosciu-

to come iniziativa lodevole per colmareil divario infrastrutturale Nord-Sud chemette fine ad alcuni enormi ritardi comel’incompiutezza della Salerno-ReggioCalabria o l’alta velocità ferroviaria, dicerto non può essere salutato come lasoluzione migliore per riscattare il Mez-zogiorno. Come ha affermato infattiCarlo Borgomeo, attuale Presidente diFondazione Sud e esperto di politiche disviluppo nel e per il Mezzogiorno, ilpiano non fa che aumentare le “rivalità”e il divario tra Nord e Sud del Paese.

L’affermazione, che appare forsestonata davanti a un coro che entusiasti-camente plaude all’arrivo di una piog-gia di euro di investimenti, tiene peròconto delle verità della storia meridio-nale, che ha dimostrato come l’iniezio-ne di denaro non produce automatica-mente sviluppo, anzi a volte fa regredireil territorio che è destinatario di quelflusso di investimenti. Gli investimentidel Governo necessitano di essere ac-compagnati da una cornice che chiari-sca il quadro in cui si inseriscono, chedica forte al Paese che non è l’ennesimapioggia di denaro per accontentare unaparte di esso, ma l’investimento neces-sario per tenerlo forte e competitivo nel-la sua interezza. Questa che può appari-re questione di lana caprina, poi non lo ètanto se serve a fugare il dubbio che sipaghi anticipatamente il prezzo di un fe-deralismo non solidale a fronte di qual-che importante investimento; oltre aldubbio di aver scelto la via di uno svi-luppo particolaristico ed egoistico alSud, dopo quello che la storia ha offertoal Nord: entrambe prospettive da re-spingere nel loro particolarismo che si

contrappone alla via solidale dello svi-luppo che il nostro Paese non ha ancoraimboccato completamente.

L’altro tema riguarda la capacità de-gli investimenti di essere efficaci in unterritorio e la capacità dei territori di ri-ceverli efficacemente. Entrambi gliaspetti richiedono la responsabilità con-corrente di più livelli istituzionali: quel-lo statale ma anche quello regionale edegli enti locali, oltre alla società chevive in un territorio che non può essereconsiderata neutrale. Scrive PasqualeOrlando, già Presidente delle Acli diNapoli nella sua relazione al Congressoprovinciale del capoluogo partenopeodel 26 novembre 2010 che rispetto aidrammi del nostro tempo l’uso che dob-biamo fare delle mani è di tenerle in pa-sta per cambiare le cose, “osando di an-dare mano nella mano per costruire unarete solida in grado di reggere all’urto ecominciare a costruire il futuro”.

Un esercizio utile al Mezzogiornoma anche all’intera nazione, per dotarsia 150 anni dall’unità d’Italia della voca-zione alla rete, del pragmatismo compe-tente e socialmenteispirato, della convin-zione che la coesionesociale al Nord e alSud sono pre-condi-zioni di ogni sviluppoeconomico e quindidi ogni forma di be-nessere. Allora accan-to ai giusti investi-menti del Governo inopere pubbliche diogni tipo, non devonomancare le risorseeconomiche e socialiperché il cittadinopartecipi, si metta in rete, si aiuti reci-procamente, sia protagonista della vitapubblica, promovendone e esercitando-ne la democrazia. Ruolo questo animatofortemente dal Terzo Settore, nelle suemolteplici forme ed espressioni (volon-tariato, cooperazione sociale, associa-zionismo di promozione sociale) tuttevolontarie, senza per questo escludernela rilevanza non piccola anche dal puntodi vista economico, comparto oggi nonproprio tra le priorità dell’azione di go-verno nazionale e non sempre fino infondo di quelle regionali (il principio disussidiarietà orizzontale unisce trasver-salmente diverse parti politiche, anchenella nostra Puglia, sia in positivo che innegativo). A 150 anni dall’unità d’Italia,

siamo chiamati a riscoprire e rilanciare irisultati del nostro mettere le mani inpasta dello stare nella società, che inmolti casi diventano i simboli della no-stra Nazione e dell’unità che la rendesolida nella pluralità dei territori e dellegenti che li vivono e animano. A ben ve-dere i nostri Circoli Acli presenti sul ter-ritorio italiano e non solo (si pensi aiterritori di emigrazione che le Acli toc-cano con le loro strutture in tutti i conti-nenti) sono uno dei simboli dell’unitàd’Italia ancora in vita come frutto dellasocietà che li ha costruiti dal basso: del-l’Italia unita hanno l’unicità di un sim-bolo/marchio tutto italiano, che si decli-na nei campanili in cui si radica, che sifonda sulla cristianità che unisce la po-polazione italiana e che ovunque, daBolzano a Caltanissetta fa sentire a casagli aclisti, ma fa anche dire agli italianiin genere che quella storia è un pezzodell’Italia unita.

In quest’ottica l’agricoltura rappre-senta un ambito che esprime le vocazio-ni di un territorio, quello meridionale enon solo, in cui sperimentare un model-

lo di sviluppo che partedalle risorse del territo-rio stesso. Il mettersi inrete, in un compartocome quello agricolo,rappresenta, a ben ve-dere, una via necessa-ria nel Mezzogiorno: inpositivo perché uncomparto fragile dalpunto di vista econo-mico nei territori meri-dionali non può chespingere verso la co-struzione di una rete dicollaborazioni che per-

metta di ottimizzare le risorse e favorirela valorizzazione della tendenza ad ec-cellere; in negativo, al Nord come alSud, rispondere con la logica della retealla fragilità fisiologica e naturale delcomparto agricolo.

L’agricoltura, come anche il turi-smo, diventano allora banchi di prova incui i cittadini del Sud, ma direi più ingenerale i cittadini italiani, sono chia-mati a pensare e operare a contatto conil territorio, mettendo a frutto principal-mente l’ingegno, visto che il resto del-l’investimento in questi ambiti ce l’hamesso il Creatore.Gianluca BudanoPresidente regionale Acli Puglia Responsabile Mezzogiorno Acli nazionali

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Nasce Acli Terra LombardiaL’associazione, guidata da Domenico Giacomantonio, lancia il numero “zero” della sua rivista

Oltre 56mila aziende agricole,un valore della produzione

agro-industriale che si aggira at-torno a 12 miliardi di euro, conuna quota superiore al 15% deltotale italiano; oltre 70.000 strut-ture produttive, che coinvolgonocirca 226.000 lavoratori, di cuioltre 150.000 stabilmente occu-pati. Sono i numeri del sistemaagro-alimentare lombardo, il piùimportante a livello italiano eduno dei più rilevanti nel contestoeuropeo.

«In un sistema produttivo diqueste dimensioni è di importan-za sempre maggiore la misuradell’uomo e la dignità del lavoro- spiega Domenico Giacomanto-ni, presidente di Acli Terra Lom-bardia, - e in questa direzione di-venta sempre più importante lanuova cultura dello sviluppofondata su quello che Paolo VInella Populorum Progressiochiamava “umanesimo plena-rio”, perché capace di assumere“i valori superiori di amore, ami-cizia, preghiera, contemplazio-ne”». Uno sviluppo più ricco,perché retto da un intendimentomorale e da un orientamento ver-so il bene comune.

AcliTerra Lombardia, anchegrazie al nuovo strumento edito-riale di cui è stato appena pubbli-cato il numero zero, vuole essereuna risposta non solo puntualema di sistema e di cooperazionein cui un nuovo modello di cre-scita e sviluppo forte, che mettaal centro degli obiettivi la fami-glia come nucleo centrale e mo-tore di sviluppo per la produzio-ne di domani.

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Aziende agricole per provincia (tabella estratta dal n. 0 di Acli Terra Lombardia News)

(a cura della redazione di Acli TerraLombardia News) In Lombardia l’agricoltura biologica tro-va minore diffusione rispetto ad altre re-altà regionali. Secondo i dati della DGAgricoltura della Regione Lombardia, amarzo 2010 risultano operanti 1.169aziende biologiche, 708 delle quali so-no produttori e 536 preparatori. Le aziende che svolgono sia attività diproduzione che di trasformazione sono75. I produttori in conversione sono 69mentre quelli misti, nei quali coesistonoproduzioni biologiche e convenzionali,sono 254.Dall’osservazione della distribuzioneprovinciale delle aziende si evince il pri-mato della provincia di Pavia (24%), se-guita da Milano (16,4%), Brescia(15,7%,), Mantova (12,4%) e Bergamo(10,9%).

Analizzando nel dettaglio il raggruppa-mento dei produttori biologici, le azien-de con produzioni vegetali prevalgononettamente sulle zootecniche (92,8%contro 20,6%). La Sau (Superficie agricola utilizzata)destinata all’agricoltura biologica inLombardia rappresenta circa il 2% diquella regionale e l’1,3% della SAU bio-logica nazionale. La ripartizione mostra una prevalenzadei cereali (57,9%), seguiti dalle forag-gere avvicendate (13,4%) e dalle forag-gere permanenti (11,2%). Fra le colturepermanenti prevale la vite (6,7%).Con riferimento alla zootecnia, estre-mamente contenuta appare l’incidenzadei capi allevati con metodo biologico.In particolare, i capi bovini si collocanopoco al di sotto delle 10.000 unità su148 aziende. I capi suini e ovicaprini

sono, rispettiva-mente, 3.318 e1.575, mentrequelli avicoli sonodi poco superiorialle 100mila unità.È quindi importan-te lavorare affin-che il biologico di-venti una realtà af-fermata anche inLombardia, facili-tando la stradaverso un’agricoltu-ra etica a garanziadel lavoro e rispet-to dell’ambiente.

In mille scommettono sul biologico

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SRPSR 2007-2013 - I BANDI IN SCADENZA

UFFICI PER L’ASSISTENZA ALLE IMPRESE AGRICOLE

Tutte le sedi provinciali dell’associazione

Misura 111 - "Interventi di forma-zione professionale e azioni di infor-mazione” – Azione 1 FormazioneMisura 112 - "Insediamento di gio-vani agricoltori" Misura 114 - Utilizzo dei servizi diconsulenza in agricoltura e silvicol-turaMisura 121 - Ammodernamentodelle aziende agricole Misura 122 - Accrescimento del va-lore economico delle foresteMisura 123 - Accrescimento del va-lore aggiunto dei prodotti agricoli eforestaliMisura 124 - Cooperazione per losviluppo di nuovi prodotti, processie tecnologie nei settori agricolo ealimentare, e in quello forestale Misura 125 - Miglioramento e crea-zione delle infrastrutture connesseallo sviluppo e all’adeguamento del-

l’agricoltura e della silvicolturaMisura 132 - Partecipazione degliagricoltori ai sistemi di qualità ali-mentare.Misura 133 - Sostegno alle associa-zioni di produttori per attività di in-formazione e promozione delle pro-duzioni agricole di qualitàMisura 211 - Indennità compensati-va per svantaggi naturali a favore diagricoltori delle zone montaneMisura 212 - Indennità per svantag-gi in zone svantaggiate, diverse dal-le zone montane Misura 214 - Pagamenti agro-am-bientali Misura 216 - Azione B «Interventiper incentivare la pubblica fruibilitàdelle aree» - Azione C «Interventipriorità ambientali» Misura 221 - Primo imboschimentodi terreni agricoli

Misura 223 - Primo imboschimentodi superfici non agricole Misura 226 - Ricostituzione del po-tenziale forestale ed introduzione diinterventi preventiviMisura 227 - Sostegno agli investi-menti non produttiviMisura 311- Diversificazione in at-tività non agricoleMisura 321/B - Reti tecnologichedi informazione e comunicazione(ICT) Misura 341 - Acquisizione di com-petenze e animazione in vista del-l'elaborazione e dell'attuazione distrategie di sviluppo localeMisura 511 - Assistenza tecnica(Bando - Piano di comunicazione)

maggiori informazioni su www.psrsicilia.it

ACLI TERRAAGRIGENTO

Via Dinocolo, 392100 - Agrigento (AG)Tel.: 0922 596560 Fax: 0922 594221 Email: [email protected] Web: www.acli.agrigen-to.it

ACLI TERRA CATANIA

Corso Sicilia, 11195131 - Catania (CT)Tel.: 095 321286 Fax: 095/2503240 Email: [email protected]: www.aclicatania.al-tervista.org

ACLI TERRA ENNA

Via IV Novembre, 8

94100 - Enna (EN)Tel./Fax: 0935 38216 Email: [email protected]

ACLI TERRA MESSINA

Via Beata Eustochia, 1598100 - Messina (ME)Tel./Fax: 090 409861 Email: [email protected]

ACLI TERRA CALTANIS-SETTA

Via Malta, 10593100 - Palazzo Pastorel-lo - Calanissetta (CL)Tel./Fax: 0934 591640 Email: [email protected] Web: www.acli.cl.it

ACLI TERRA PALERMO

Via Trapani, 390141 - Palermo (PA)Tel.: 091 7434702 Fax: 091 7434713 Email: [email protected] Web: www.aclipalermo.it

ACLI TERRA RAGUSA

Via S. Anna, 12797100 - Ragusa (RG)Tel./Fax: 0932 623262 Email: [email protected]

ACLI TERRA SIRACUSA

Via Demostene, 196100 - Siracusa (SR)Tel.: 0931 65468 Fax: 0931 483689 Email: [email protected]

ACLI TERRA TRAPANI

Corso Italia, 6691100 - Trapani (TP)Tel.: 0923 22258 Fax: (0039) 0923 546315 Email: [email protected]