Anno I luglio2015

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Rataran ANNO I Mese Luglio 2015 A cura di: Rataran Redazione news.rataran.com M A G A Z I N E

Transcript of Anno I luglio2015

Rataran

ANNO IMese Luglio 2015

A cura di:Rataran Redazionenews.rataran.com

M A G A Z I N E

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Cari lettori,

Dopo un inizio di estate molto turbolento, la redazione di News.Rataran si pren-derà una pausa. Infatti, torneremo a settembre con le nostre news, i nostri com-menti e le nostre analisi sui mercati finanziari e l’environment economico.

La seconda metà di giugno e l’inizio di luglio sono stati periodi molto turbolen-ti. Il rischio di un’uscita della Grecia dall’Eurozona ha portato l’indice di volatilità (V2X) nettamente sopra la soglia di 28 punti. Un elemento che evidenzia la forte incertezza e i rischi connessi alle decisioni prese in seno alla Commissione Euro-pea (CE).

Fortunatamente, per ora, il rischio di una ‘Grexit’ è stato superato e la Troika è tor-nata ad operare ad Atene.

In questo numero pubblicheremo un’intervista che la nostra redazione ha fatto a Christina, una studentessa dell’Università di Atene. La redazione ha infatti voluto rivolgersi direttamente a chi sta vivendo in prima persona gli effetti dell’austerity.

Inoltre, vedremo come ‘This time is different’. Ovverosia, quanto la risoluzione dei problemi legati al debito greco abbia un’importanza (vedi anche i continui appelli della presidenza Obama) notevolmente diversa da episodi di insolvenza sovrana precedenti nella storia economica.

Accanto a questo argomento centrale, troverete alcuni degli articoli che, durante gli scorsi mesi di pubblicazione, hanno ricevuto il maggior numero di visualiz-zazioni.

In questi sei mesi l’obiettivo della nostra redazione è stato quello di fornire stru-menti di analisi e riflessioni che potessero essere anche utili agli utenti di Rataran.

A settembre verrà presentata la nostra nuova piattaforma operativa. Così, chi sarà interessato, potrà certificare e mettere in mostra la sua capacità in termini di trad-ing e ottenimento dell’alpha. Scopriremo chi, tra i lettori e gli utenti di Rataran, è un Top Trader e chi sarà capace di superare i severi criteri di selezione (rendimen-to, rendimento corretto per il rischio e per il drawdown) previsti da Rataran.

Giulio, Giuseppe, Matteo C., Matteo P., Riccardo ed il sottoscritto, sono lieti di au-gurarvi delle buone vacanze e, a chi non potesse, un buon lavoro.

Ci vediamo a settembre!

Mattia Modonesi

EditorialeLuglio 2015

NEW

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E

01. Piano Tsipras: ma cosa pensa la Grecia?

02. Varoufakis si dimette: this time is different

03. Montlhy Update:Rataran Top Consultant Luglio

04. Emerging Markets: pillole dai mercati emergenti

05. BOND MARKET: il quadro economico e le possi-

bili strategie

06. EUROPA: Investimenti, sviluppo territoriale ed

Est: quale futuro per le regioni d’Europa ?

07. HACKER: la nostra è davvero al sicuro?

IN QUESTO NUMERO

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Il 15 luglio il Parlamento di Atene ha approvato gli accor-di di Bruxelles sull’austerity. Un lungo dibattito ha ac-compagnato la decisione del Parlamento di Piazza Syn-

tagma. Dopo un’estenuante seduta la ricetta concordata da Bruxelles e Tsipras ha ottenuto il favore di 229 votanti su 299.

Tra coloro che hanno respinto il piano c’era l’ex ministro delle Finanze Varoufakis e lo stesso Presidente del Parla-mento, Zoe Kostantopoulou.

Il dibattito parlamentare si è svolto in una cornice violenta e disperata. Piazza Syntagma, infatti, ha fatto da palcosce-nico a scontri e manifestazioni che si sono protratti per tutta la giornata. Gli scontri sono avvenuti tra manifestan-ti anti austerità e le forze di polizia. All’apice della violen-za ci sono stati lanci di molotov e l’utilizzo, da parte delle forze di polizia, di gas lacrimogeni.

Dopo il voto di Atene, ha fatto seguito il Governing Coun-cil della Banca centrale europea. Ha sorpresa la BCE, guidata da Draghi, ha deciso l’innalzamento del tetto di liquidità di emergenza per le banche greche. Mossa au-dace, quella della banca centrale, perché avviene prima della decisione del Consiglio UE sul prestito ponte di 7 miliardi di Euro.

I 900 milioni di Euro concessi da Draghi potrebbero por-tare alla decisione di riaprire le banche elleniche. Accanto a queste misure, altrettanto positivo è stato il commento di Victor Constancio, vice-President dell’Eurotower, che ha ipotizzato una possibile inclusione dei titoli di Stato greci all’interno del programma di alleggerimento quan-titativo.

Il piano Tsipras è stato quindi approvato dal Parlamento ellenico. L’austerità continua pertanto ad incombere sul popolo greco. Un popolo che ha democraticamente es-presso la sua opinione mediante un referendum.

La Redazione di News Rataran ha deciso così di rivolgersi direttamente a chi è andato a votare. Abbiamo intervista-to Christina K., studentessa di Filologia alla National and Kapodistrian University of Athens.

Christina, la Grecia sta vivendo una situazione eco-nomica tragica. Come si è evoluta la situazione, qua-li sono stati gli impatti dell’austerity sulla vita di tutti i giorni?

È risaputo che noi greci stiamo vivendo una situazione difficilissima. Un momento caratterizzato da cambiamen-ti tremendi e che hanno un forte impatto sulla popolazi-one. Negli ultimi cinque anni ai greci è stato imposto di pagare sempre più tasse e scadenze giunte a maturità.

PIANO TSIPRASMa cosa pensa la Grecia?

Di: Redazione Rataran

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Allo stesso tempo le manovre di austerità hanno avuto un effetto pro-ciclico che ha impattato assai negativamente sui redditi delle famiglie.

Chi ne ha subito le maggiori conseguenze sono stati i pensionati, i poveri e la classe media. Ci sono sempre più persone che non riescono neanche ad acquistare i beni di prima necessità. Molti, in cerca di aiuto, hanno deciso di rivolgersi ai servizi di carità. Purtroppo molti altri, troppi, non riuscendo a sostenere questa situazione si sono tolti la vita.

Era maturata una certa intesa tra il governo Samaras e i leader europei. Erano state anche attuate riforme che avevano ridotto la spesa pubblica e permesso al governo greco di ricevere nuovi aiuti. Cosa pensi del ciclo politico di Samaras, è stato un beneficio per voi greci?

Sicuramente l’antecedente governo ha ridotto la spesa pubblica. Molti dipendenti pubblici sono stati licenziati e sono state ridotte le pensioni. Accanto a questi interven-ti si è verificata una continua diminuzione dei salari rea-li. Qui è rilevabile la pro-ciclicità degli interventi imposti dalla Troika. Infatti questi interventi non hanno fatto al-tro che aggravare la condizione, già fortemente precaria, dell’economia greca. Altrettanto tragica è stata l’impen-nata nel tasso di disoccupazione.

Qual è la tua opinione sul binomio Tsipras-Varo-ufakis? Credi che il nuovo esecutivo greco sarà in grado di trovare accordi favorevoli in seno all’Euro-gruppo?

A gennaio – con il 36.3% (ndr) – Syriza è divenuto il primo partito in Grecia. Da subito ho apprezzato molto il modo in cui il nuovo governo ha iniziato a negoziare nuove condizioni. Essi hanno avuto la forza di non dire ‘sì’ alle decisioni imposte dalla Troika. Credo che la loro volontà di negoziare sia stata a fondamento del loro successo po-litico. Dal mio punto di vista, il loro obiettivo è di ottenere la migliore condizione possibile per il popolo greco e, allo stesso tempo, di trovare un accordo con i creditori.

Dopo l’esito referendario, dopo come è stata gestita la crisi del debito, dopo la carenza di solidarietà, cre-di ancora nel progetto europeo? Credi nell’Unione monetaria?

Ho apprezzato molto l’idea di indire un referendum e fare diventare il popolo greco partecipe delle decisioni. Quello che spaventa noi greci e che peggiora le nostre condizio-ni è la continua imposizione di nuove tasse. Non credo in una solidarietà,

... con il 36.3% – Syriza è divenuto il primo partito in Grecia. Da subito ho apprezzato molto il modo in cui il nuovo governo ha iniziato a negoziare nuove condizioni. Essi hanno avuto la forza di non dire ‘sì’ alle decisioni imposte dalla Troika.

Ritengo che ci sia una forte cesura tra europea periferica e europa-core. Insomma, esiste un’Europa a due velocità. Pertanto non ritengo si possa parlare di ‘unione’ europea.

Qual è l’impatto di tutto questo sulle tue aspetta-tive? In che modo la gioventù greca, in particolar modo i studenti, affrontano questa tragica situazi-one?

Sciaguratamente conosco perfettamente la situazi-one che hai descritto. 1 giovane su 2 è disoccupato e le prospettive sono drammatiche. Oggigiorno è davvero difficile trovare un lavoro ed emanciparsi dalla famiglia. Tristemente è aumentata molto la paura, da parte di noi giovani, a fare progetti importanti, come sposarci o fare famiglia. Conseguentemente l’unica prospettiva che resta a noi, giovani studenti greci, è quella di espatriare. Magari in Germania.

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Nel 2010 Carmen Maria Reinhart e Kenneth Saul Rogoff pubblicarono il pluripremiato saggio: This time is differ-ent. Nel suddetto saggio i due accademici analizzarono

‘otto secoli di follia finanziaria’ mettendo alla luce una certa line-arità presente nella genesi e nell’evoluzione delle crisi economi-co-finanziarie. La ‘bolla della compagnia dei mari del sud’, la ‘bolla dei tulipani’, l’ancor più vetusta tosatura delle monete auree, han-no molto in comune con crisi recenti e, purtroppo, ancora oggi attuali.

Se però dovessimo analizzare la crisi greca alla luce della linearità storico-economica individuata ed esposta dai due accademici statunitensi, ci accorgeremmo che questa volta è davvero diver-so. Il forte ‘Όχι’ (no) pronunciato dal popolo greco nel recente ref-erendum accelera il destino dell’unione monetaria e della Grecia stessa. Questa volta è davvero diverso perché la scelta, legittima in quanto referendaria, del popolo greco investe l’intera area euro. Il conseguente rialzo dei rendimenti dei titoli di stato ital-iani e spagnoli mostra quanto l’esito della votazione ellenica ab-bia un rilevante effetto contagio. Questa volta è diverso perché la crisi greca, e dei pesi della periferia, investe l’Europa finanziaria e poi, soprattutto, l’Europa politica. In un recente articolo apparso sul Wall Street Journal, Reinhart rispolverava la sua idea di conti-nuità storica paragonando la crisi panamense del 1989 e la crisi argentina del 2001 all’attuale crisi ellenica.

Se esuliamo la crisi greca dal contesto geografico, geopolitico e macro-economico, le somiglianze sono molte. Tuttavia, come sottolineato in precedenza, la crisi greca è una crisi europea. Per-tanto Manuel Noriega non è Tsipras e il peg argentino al Dollaro statunitense non è il peg di un’eventuale dracma all’euro della core-Europe. Vero è che gli errori del Fondo monetario che han-no pesato sulla soluzione della crisi argentina, si sono ripresentati nella gestione della crisi ellenica.

Varoufakis si dimette: This time is differentDi: Mattia Modonesi

GRECIAForse domani riapriranno le banche in Grecia. In Argenti-na restarono chiuse per un anno intero. L’Argentina arrivò ad abbandonare il peg allo USD e decise di ripagare parte del debito in valuta domestica oggetto di forte svalutazi-one. Con un pesos svalutato il governo di Buenos Aires superò la crisi che però non si risolse mai completamente.

Oggi la linearità storica, la ciclicità vichiana, presente nell’opera di Reinhart e Rogoff potrebbe tradursi in un hair-cut del debito greco. Un debito che, come avvenu-to in Argentina, potrà essere rimborsato in una valuta di nuovo corso, un Euro-B o una dracma.

Dopo la valanga di ‘no’, il 61.3 percento dei votanti, è sem-pre più possibile l’accadere di una ‘Grexit’. Ciò nonostante, l’euro zona ha speso molto, sia in termini economici che politici, per esorcizzare questo rischio. La Germania ha finanziato la Grecia con circa 60 miliardi di Euro. L’espo-sizione delle banche tedesche e delle società finanziarie è ancora alta. Allianz AG ad esempio detiene una larga fetta di sovereign bonds greci con scadenza a 10 anni. La Merkel stessa, allieva dell’europeista Helmut Kohl, crede fortemente nel progetto europeo. Figlia della DDR ha presente cosa significhi vivere in un paese diviso ed eco-nomicamente fragile.

Alle recenti dimissioni di Varoufakis seguirà un Eurogrup-po e poi lunedì i leader di Francia e Germania si incon-treranno a Parigi. Il 20 luglio vi sarà un’altra scadenza im-portante, Atene dovrà rimborsare 3.46 miliardi di Euro alla Banca centrale europea.

Il sistema bancario greco resta attivo grazie agli 89 miliar-di dell’Emergency Liquidity Assistance. La disponibilità di prelievo verrà probabilmente ridotta a 20 Euro al giorno e 120 a settimana.

Il popolo greco, sceso verso sera in Piazza Syntagma per festeggiare il ‘no’, resta tuttavia fiducioso nel progetto di unione monetaria. I sondaggi continuano a registrare una netta preferenza per la valuta unica. Il 70 percento dei greci vuole mantenere l’Euro come valuta.

La dimensione, il rischio di contagio, il pericolo che un’eventuale ‘Grexit’ o un ulteriore taglio del debito pos-sano creare un precedente nell’area euro mostrano quan-to questa volta sia davvero diverso. This time is different perché l’Europa unita è un fenomeno inedito nella storia. Purtroppo la crisi greca e, soprattutto, il modo in cui la cri-si del debito è stata gestita nel corso degli anni, mostrano come la teoria dell’Optimul Currency Area di Mundell e una one size fits all non funzionino in un’unione politica incompleta.

This time is different perché se pensiamo alla Grecia come membro dell’euro zona, pensiamo a 19 paesi membri e a rischio contagio. La moneta unica è un tassello del pro-getto e la Grecia rappreseta l’alba della cultura europea. Questi sono alcuni dei motivi per cui This time is different.

Mattia si è laureato cum Laude in Filosofia. Dopo aver studiato presso la Peking University di Pechino (CHN) ha conseguito, cum Laude, un Master double degree program in Economics presso l’Università della Svizzera Italiana (CH) e l’Albert Ludwig Uni-versitaet di Friburgo in Brisgovia (D). Oggi lavora in Svizzera per un fondo hedge.

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Il mese di luglio si è concluso con la conferma del Consultant Marco al primo posto della nostra classifica generale. La sua capacità, che gli ha permesso di raggiungere il gradino più alto del podio, è di aver totalizzato un risk/reward del 2.48 e una performance a un anno del 34.7%.

Durante i 31 giorni appena trascorsi, sono stati pubblicati 54 nuovi advice, sono stati chiusi 142 advice e non ci sono advice in attesa di essere pubblicati. Ora il totale degli advice pubblicati su Rataran ha superato quota 5.000. Il bias dei consultant è stato rialzista. Dei 54 advice pubblicati, 47 sono stati ‘buy’ e solo 7 ‘sell short’.

Alla fine del mese di luglio 34 advice risultavano ancora aperti e in territorio negativo. La performance media di questi advises è pari a -5.11%. La performance dei 20 advice ancora aperti e positivi è pari a +5.38%. Contraria-mente a quanto detto, i 142 advice chiusi hanno ottenuto una performance media positiva del 2.46%. Presi nell’in-sieme, i 54 advice, stando alla data del 31 luglio, hanno registrato una performance media negativa dell’1.23%.

Il maggior profitto è stato ottenuto dal Consultant Zio_Sam. Sul titolo Amazon.com Inc. (AMZN:US), ha registrato un guadagno del 91.58%. Risulta utile sottolineare che il Consultant freeanalisitecnica2, sul titolo Italcementi ha ottenuto una performance positiva del 46.32% in soli sei giorni. La perdita più alta, invece, è stata ottenuta da Den-is_Caramelle, che con Azimut (AZM:IM) ha perso il 10.9%.

Monthly updateRataran Top Consultant Giugno

Come funziona Rataran

Rataran ha suddiviso il mondo in 6 aree geografiche (Nord America, America Latina, Asia, Africa e Oceania) e le tipologie di investimento in quattro categorie (Azioni, Obbligazioni, Materie prime e Forex).

Il Consulente potrà suggerire un’idea di investimento in-crociando l’area geografica e la tipologia di investimento (ad ex. Europa - Azioni) e pubblicarla sul sito.

Periodicamente Rataran classificherà i Consulenti per di-verse categorie ed assegnerà loro un punteggio ogget-tivo sulla base di tre elementi quantitativi (Performance, Rischio e Robustezza).

L’Utente avrà accesso alle idee di investimento pubbli-cate dai consulenti.

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Le piazze più frequentate dai Consultant sono state quella italiana, il FTSE Mib ha pesato per il 50% sul totale delle op-erazioni di acquisto e vendita, e il mercato americano, 29%.

L’asset class soggetta a più transazioni è stata quella dell’azi-onario, 81% degli advice totali. Il Forex ha pesato per il 9.2% come le commodities che hanno pesato per l’8.7%, le obbli-gazioni, invece, hanno pesato solo per l’1.1%.

Top Consultant

Come anticipato, Marco resta, per il quarto mese consec-utivo, saldamente in prima posizione. La sua performance since inception ha raggiunto il 27.56%. Performance a dop-pia cifra accompagnata da un ottimo risk reward ratio, 2.48. Una volatilità ottimale perché pari a meno della metà del rendimento.

Dall’analisi del suo profilo emerge che il 72% dei suoi advice sono positivi e in guadagno e che i guadagni medi sono due volte le perdite medie (rapporto guadagno/perdita). Infatti, a fronte di un guadagno medio dell’8.53%, la perdita media ammonta a -3.92%.

Il top Consultant del mese è stato NOFX. Ha ottenuto una performance del 5.38% e si è confermato anche il migliore su base trimestrale registrando una performance netta del 8.41%.

NOFX ha ottenuto questo risultato rimanendo molto attivo sul mercato e sfruttando al meglio le correzioni del mercato italiano e del WTI. A tale proposito sottolineiamo l’ottimo trading effettuato sull’etf long e short sul WTI e sui titoli bancari italiani.

Mercati

L’inizio del mese di luglio è stato caratterizzato quasi man-cato dall’accordo tra il governo greco guidato da Tsipras e l’Eurogruppo. Il 5 luglio i cittadini greci sono stati chiamati a scegliere, tramite referendum, se accettare o meno la bozza di accordo. Nonostante la vittoria del “no”, alla fine il gover-no greco ha accettato l’accordo proposto dall’Eurogruppo.

Giuseppe si è laureato in Banking and Finance. E’ stato prima risk-man-ager di Ernst & Young Italia poi di Avvenire SIM, società di gestione ba-sata a Milano. Oggi è vice-President e risk-manager di un’importante società svizzera di advisory finanziaria.

Sulla scia della tensione greca, l’Eurostoxx 50 è arrivato a perdere quasi il 7 percento, per poi guadagnare il 13 percento ad accordo raggiunto.

Per quanto tutti maggiori indici mondiali, il mese di luglio è risultato poco significato, l’indice l’americano S&P 500 ha guadagno l’1.30 percento, il Nikkei giap-ponese lo 0.04 percento.

In area asiatica, la paura di una bolla speculativa sul mer-cato cinese, ha fatto crollare l’indici azionari: lo Shen-zhen ha perso il 15 percento, l’Hang Seng ha perso il 6.34 percento e il Kospi il 2.16 percento.

Sul fronte obbligazionario, l’accordo Greco ha avuto un effetto poderoso sui rendimenti, soprattutto su quelli decennali che hanno subito un forte ribasso tra i 25 e 50 bps (basis points), che tradotto in termini percentu-ali, significa un rialzo compreso tra il 2.5 percento ed il 5 percento.

Sul mercato delle materie prime, si sono registrati il crol-lo del WTI, meno 22 percento unito ad una discesa gen-eralizzata di tutte le materie prime agricole, che hanno registrato perdite comprese tra il 9 percento dello Zuc-chero, ed il 19 percento del Frumento.

Il top Consultant del mese è stato NOFX. Ha ottenuto una performance del 5.38% e si è confermato anche il migliore su base trimestrale registran-do una performance netta del 8.41%.

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Enel-Cile: accordo per oltre 3,5 miliardi di dol-lari: Enel Green Power, attraverso la controllata Enel Green Power Chile, ed Endesa Chile hanno stipulato

un contratto a lungo termine per la fornitura di energia e la vendita di certificati verdi in Cile della durata di circa 25 anni, per il progetto geotermico e il progetto fotovoltaico e di circa 20 anni, per il progetto eolico.

Kazakistan-India: nuovi accordi economici in vista: Il 7 luglio scorso, ad Astana, si è tenuto il forum kazako-in-diano di affari, presieduto dal Premier indiano Modi e dal Premier kazako Karim Massimov. Il forum si è tenuto in occasione della visita ufficiale di Modi in Kazakistan. Più di 100 persone, tra cui l’Ambasciatore dell’India presso il Kazakistan, Harsh Kumar Jain, i rappresentanti delle maggiori aziende indiane e kazake, oltre alle PMI e ai rap-presentanti di enti statali. Durante il forum, gli esponenti kazaki hanno presentato le opportunità di investimento esistenti nel Paese e hanno informato i partecipanti del forum circa le misure di sostegno che il Governo prevede per gli investitori stranieri.

Gli scenari dei rapporti fra Grecia e Cina alla luce del-lo storico ‘OXI’: All’indomani del ‘No’ votato dai cittadini

Greci e la conseguente uscita dall’Europa, la Cina osserva con attenzione l’evolversi della situazione alla luce degli accordi stretti tra Pechino e Atene nel marzo scorso. In-fatti i maggiori interessi della Cina riguardano il porto del Pireo, ma l’intenzione di Pechino è quella di massimizzare la situazione di difficoltà in cui versa Atene. E, dunque, la Cina guarda anche al mercato delle telecomunicazioni e a quello infrastrutturale.

Brasile-Repubblica Dominicana: prosegue la coop-erazione economica: Il Governo del Brasile ha riferito, la settimana scorsa, che la cooperazione con la Repubblica Dominicana resta una priorità. Sono in fase di attuazione 10 progetti nei settori dell’istruzione, della pianificazione, della salute, della meteorologia, della sicurezza, dell’am-biente e del tessile.

EMERGING MARKETSPillole dai Mercati Emergenti

Di: Luca Garruba

Gli investitori stranieri puntano sullo sviluppo economico africano: Sebbene il numero di investimenti diretti esteri (IDE) è sceso dell’8,4% nel 2014, gli investimenti di cap-itale in Africa Sono saliti a 128 bilioni di dollari. Tali dati sono nettamente positivi per le prospettive di crescita del continente africano e si nota che gli IDE nella regione non sono solo rappresentati dalle grandi imprese ma anche dalle PMI.

Myanmar: Aung San Suu Kyi non potrà candidarsi alle prossime elezioni presidenziali: Il processo democratico intrapreso dal Myanmar necessita ancora di tempo per raggiungere l’auspicato stato di diritto, soprattutto dopo la bocciatura di ieri, da parte del Parlamento, dell’emen-damento alla Costituzione che avrebbero permesso ad Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale Democrati-ca, di candidarsi alla presidenza del Myanmar alle elezioni che si svolgeranno alla fine di quest’anno.

Germania-Kazakistan, firmati nuovi accordi su energia e infrastrutture: Il 14 luglio scorso si è tenuto il primo forum kazako-tedesco sull’energia e sulle infrastrutture. Le dele-gazioni, con a capo il Ministro kazako per gli Investimenti e lo Sviluppo Primo Albert Rau e il Direttore dell’Agenzia dell’energia tedesco, Ulrich Benterbusch, hanno firmato un memorandum di cooperazione sul risparmio ener-getico. Le Delegazioni di governo e rappresentanti delle imprese dei due paesi hanno aperto i loro interventi sulle prospettive in materia di cooperazione nei settori dell’effi-cienza energetica e delle reti infrastrutturali che possono profilarsi tra i due Paesi.

Cina, nuove regole e nuovi limiti per la conversione del carbone: La Cina ha stabilito standard più severi, in fu-turo, per la conversione del carbone in gas e petrolio. Le nuove linee guida approvate dalla National Energy Administration, l’ente regolatore del settore energetico cinese, rispetteranno gli standard più severi in chiave anti-emissioni, e i progetti di coal-to-gas e coal-to-liquid saranno permessi solo nelle aree del Paese che hanno suf-ficienti riserve idriche. I nuovi progetti di conversione del carbone in gas o petrolio dovranno essere in linea con le norme anti-inquinamento e le disposizioni contenute nel-la nuova legge sulla tutela ambientali.10 progetti nei set-tori dell’istruzione, della pianificazione, della salute, della meteorologia, della sicurezza, dell’ambiente e del tessile.

Luca Garruba, 25 anni, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre e special-izzato nel diritto dei paesi emergenti ed asiatici in particolare. Da circa due anni ha approfondito in modo analitico il Myanmar fondando anche il sito investireinmyanmar.it. Attualmente svolge in forma autonoma attività di consulenza strategica alle im-prese che intendono investire nelle realtà emergen-ti attuali.

Paesi emergenti e’ una realta’ editoriale che nasce grazie alla media partnership tra Luca Garruba ed il team di Affari Globali

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Di: Riccardo Vota

BOND MARKETIL QUADRO ECONOMICO E LE POSSIBILI STRATEGIE

Gli ultimi sei mesi dei mercati obbligazionari hanno visto l’alternanza di fasi opposte: dapprima si è vissuto un cli-ma di soddisfazione ed euforia dei mercati, a cui è poi suc-

ceduto quello di delusione e sconforto degli stessi.

È questo il contesto in cui si vengono a creare nuove opportu-nità, non senza considerare una quota direttamente proporzion-ale di rischi: vendere quando i prezzi di mercato salgono, e ac-quistare quando questi hanno una fase calante.

Risulta complicato stabilire quale sia il momento migliore per effettuare questa operazione, ma una strategia consigliabile può essere quella di approfittare delle variazioni rilevanti, per avvaler-si il più possibile delle nuove quote raggiunte dai prezzi.

Anche i soggetti più avversi alla variazione del proprio porta-foglio di titoli, vale a dire coloro i quali preferiscono ricevere il flusso cedolare fino alla scadenza del prestito, potrebbero sfrut-tare la situazione per acquistare i titoli e raggiungere ulteriori guadagni prodotti dalle nuove cedole.

Il quadro economico

Quali sono le plausibili aspettative dei rendimenti di mercato a oggi, in seguito ad un’altra stoccata della crisi del debito pubbli-co ellenico?

L’ascesa della curva dei rendimenti trova probabilmente spie-gazione dal punto minimo toccato dal titolo decennale tedes-co del 20 aprile 2015, allo 0,07%. Livello valutato troppo basso, ragion per cui i mercati hanno fortemente voluto un aumento, forse eccessivo, toccando l’ 1,03% (9 giugno).

La crescita dei rendimenti è stata agevolata anche dalla composizione dell’ eurozona, composta da Paesi virtuosi e meno virtuosi, e non solo per quanto riguarda le emis-sioni della Germania.

I negoziati riguardanti il governo greco, accompagnati da comportamenti dalla difficile chiave di lettura, hanno fornito un ulteriore esempio lampante di assenza di coe-sione dei Paesi europei.

Elemento non meno rilevante è inoltre la mancanza di mezzi per la difesa delle quotazioni dei titoli del debito pubblico degli Stati che hanno adottato l’euro.

Il Quantitative easing non risulta certamente idoneo se non seguito dalla costante partecipazione sui mercati da parte della BCE.

Fintanto che la FED non ha ancora aumentato il tasso uffi-ciale, lo scenario attuale non appare a rischio di fenomeni speculativi, sebbene appunto sarà da attendere l’autun-no, quando la banca centrale americana potrebbe deci-dere di attuare questa operazione, che con un plausibile “effetto contagio” metterebbe a rischio l’eurozona.

Come agire?

Con una limitata avversione al rischio, si potrebbe sugger-ire di acquistare emissioni decennali, nella speranza che consentano risultati positivi dal momento in cui i loro ren-dimenti attuali potrebbero calare anche se in modo poco significativo.

Elemento ancora poco chiaro nella mentalità dei rispar-miatori è che la decisione di investire in titoli di Stato com-porta numerosi rischi. È infatti molto frequente che venga ignorato il rischio dei tassi, errore che per quanto comune risulta rilevante, dato che esso compromette la redditività dei portafogli degli investitori.

Il suggerimento può quindi essere quello di costituire un portafoglio con bassa esposizione al rischio, sebbene questo comporti una redditività piuttosto limitata: una bassa percentuale verso titoli a scadenze biennali (magari attorno al 15%), un’altra in titoli decennali (15%), una più consistente in titoli a scadenza massimo quinquennale (40%), una quota in emissioni variabili (25%) e il rima-nente (5%) in liquidità, per ogni imprevisto o occorrenza.

Riccardo studia Economia Aziendale con percor-so Marketing presso l’Università Carlo Cattaneo. Nell’ottobre del 2013 ha conseguito una laurea tri-ennale in Economia e Management. Nel marzo del-lo stesso anno ha effettuato un internship presso Accenture dedicandosi a progetti di CRM relativi al settore del largo consumo.

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Oltre un terzo del bilancio è destinato allo svilup-po regionale. Ma molte disparità economiche e sociali fra le regioni degli Stati membri continu-

ano a persistere. Già dal 1957 nel preambolo del Trattato di Roma che istituisce la Comunità economica europea (Cee) si affermava la necessità «di rafforzare l’unità delle loro economie (Stati membri n.d.r) e di garantirne lo svi-luppo armonioso riducendo il divario fra le diverse regio-ni e il ritardo di quelle più svantaggiate». Attualmente, nell’ordinamento dell’Unione europea, la politica region-ale mira a favorire la riduzione delle differenze strutturali esistenti tra le regioni dell’Ue e lo sviluppo equilibrato del territorio comunitario. Oggi, la principale istituzione euro-pea adibita a questo compito è il Comitato delle Regioni (CdR) che si trova ad affrontare tre sfide fondamentali: Svi-luppo territoriale, investimenti e cooperazione con i Paesi dell’Est Europa.

Rilanciare l’Agenda territoriale europea

Con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, la coesione territoriale, lo sviluppo economico integrato

e la costruzione di una rete sociale basata sulle dinamiche territoriali sono divenuti obiettivi di primaria importanza nelle politiche dell’Unione europea.

In tal senso l’Agenda territoriale dell’Ue (AT) ha contribui-to a costruire un quadro politico incentrato su azioni specificatamente ideate per favorire lo sviluppo territo-riale policentrico dell’Unione europea. Nata quattro anni fa, l’Agenda territoriale, ha infatti avuto come obiettivi prioritari la promozione della coesione territoriale e dello sviluppo economico integrato per il territorio comunitar-io. Anche la futura legislazione europea dovrà però tenere maggiormente conto delle realtà sul territorio. E’ questo il messaggio fondamentale che si evince dalla 111° ses-sione plenaria del 17 aprile sul parere del Comitato delle Regioni (CdR) riguardo il miglioramento dell’attuazione dell’Agenda territoriale dell’Unione europea.

Investimenti, sviluppo territoriale ed Est: quale futuro per le regioni d’Europa ?

EUROPA

Di: Giovanni Aversa

Giovanni Aversa Fondatore e responsabile editoriale di Affariglobali.it. Classe 1986, laureato in Relazioni Internazionali e con Master in Development Economics and International Cooperation. Ha svolto tirocini presso il Ministero degli Affari Esteri prima e l’Ambasciata Americana poi. Attualmente è Cultore della Materia in Economia nel Dipartimento di Economia e Impresa (DEIM) presso l’Università degli Studi della Tuscia e collabora con Assonebb, Associazione Nazionale di Banca, Borsa e Finanza a cui aderiscono imprese e banche (tra cui la Banca d’Italia) ed Eurocomunicazione.com, think tank sull’Europa in collaborazione con l’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo in Italia.

Nello specifico, l’orientamento del CdR si è concentra-to negli anni nella promozione del partenariato come condizione indispensabile per accrescere l’efficacia della politica di coesione. Secondo questa impostazione, infat-ti, soltanto un sistema di governance multilivello può ga-rantire un collegamento efficace tra orientamenti strate-gici, progetti d’investimento stabiliti dall’Unione europea e sfide locali e regionali. Proprio questo sistema di gov-ernance multilivello potrebbe garantire una maggiore efficacia anche in relazione al recente Piano Juncker sugli investimenti, sviluppando regole più chiare e favorendo un collegamento diretto tra regioni e Commissione che eviti l’inefficacia dei progetti d’investimento derivante da una sola imposizione dall’alto.

Investimenti: il Piano Juncker deve integrarsi al meglio con i poteri locali

Nel Piano Juncker, proposto recentemente dalla nuova Commissione europea, si fa esplicito riferimento al ruolo che gli enti regionali dovrebbero svolgere per individu-are, sostenere o gestire i progetti d’investimento. Quanto proposto dalla Commissione sembra non bastare però per il Comitato delle Regioni che sottolinea la necessità di una maggiore integrazione con la politica di coesione regionale e il rilancio degli investimenti. Lo scorso 17 aprile, infatti, i leader locali e regionali di tutta Europa hanno presentato le loro proposte per migliorare il piano d’investimenti da 315 miliardi di euro varato dalla Com-missione europea, chiedendo una maggiore attenzione verso le regioni più deboli, un coordinamento reale fra il piano e i fondi strutturali e un ruolo più incisivo per gli enti locali nell’individuare e realizzare progetti strategici. Questo approccio basato sul ruolo decisivo delle realtà locali e regionali nei processi decisionali di sviluppo e di coesione territoriale, è un orientamento che accompagna il CdR in tutte le sue attività. Un ulteriore esempio della sua vocazione di “decentramento” è riscontrabile, infatti, anche nella politica di vicinato che attualmente l’Europa porta avanti con i suoi partner orientali.

Autonomia locale e regionale: l’Europa guarda anche ad Est

A partire dal 2004 quasi il 50% dei fondi regionali pre-visti nel bilancio 2007-13 dell’Unione europea sono stati destinati ai Paesi dell’Est Europa tra cui Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovac-chia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria e Romania. Oggi l’Ue tenta di spingersi ancora più ad Oriente. Armenia, Azer-baigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina, questi i Paesi con i quali l’Europa sta sviluppando un nuovo “Partenariato Orientale”. Nello specifico, l’istituto che si occupa di questo è la Conferenza delle Autorità Re-gionali e Locali per il Partenariato Orientale (Corleap), nato insieme al Comitato delle Regioni, e che si pro-pone di favorire le riforme interne a tali Paesi e assicura-re una stretta collaborazione con i vicini di casa dell’Ue. Dalla nascita di queste due istituzioni, molti incontri, forum e politiche di coordinamento hanno visto la luce al fine di migliorare i rapporti tra l’Ue e i Paesi vicini in materia di autogoverno locale e regionale. In partico-lare, per seguire una continuità di operato e appro-fondire il lavoro già avviato nel 2012-2013, gli obiettivi principali anche per i prossimi anni si sono focalizzati su governance locale, supporto amministrativo, mag-giore integrazione economica e miglioramento nella gestione delle competenze decentrate. Rafforzare la cooperazione con i Paesi del Partenariato Orientale per promuoverne stabilità e sviluppo saranno sicuramente le parole d’ordine del CdR e del Corleap anche nel quar-to Eastern Partnership Summit, che si terrà a Riga il 21-22 maggio, per sottolineare l’importanza strategica di questa politica europea di vicinato. Non è un mistero infatti che l’Est Europa e le Repubbliche ex sovietiche, abbiano da sempre suscitato un particolare fascino per le istituzioni comunitarie.

Affariglobali.it è una piattaforma di informazione animata dalla volontà di promuovere la “cultura degli esteri”. La comprensione del presente pas-sa attraverso i fenomeni che regolano l’economia e i rapporti tra gli Stati. In una società sempre più globalizzata ciò che avviene a livello nazionale è frutto di processi che avvengono a livello globale.

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E’ probabilmente proprio questa la domanda che si sarebbero dovuti porre qualche tempo fa’ i mag-giori clienti della società milanese di cyber security

Hacking Team. La società in questione è infatti uno dei principali competitor all’interno dell’arena competitiva della sicurezza informatica, un campo che sta acquisendo sempre maggior importanza visti la quantità e il livello di importanza e confidenzialità dei file conservati sui server delle grosse società e delle più importanti agenzie gov-ernative.

Per farci un’idea di quale livello di importanza possano raggiungere i clienti della società meneghina basti pen-sare che ad essa si rivolgono numerose società private delle dimensioni di Microsoft e Adobe – di cui parleremo tra poco – e importanti agenzie governative del calibro dell’FBI e della DEA, l’agenzia antidroga statunitense.

La grande importanza delle informazioni conservate nei server delle società, unita all’estrema facilità con cui ormai gli hacker riescono a creare e a programmare nuovi virus, hanno portato a quello che può essere considerato uno dei più gravi furti di dati degli ultimi tempi.

Un team di hacker cinesi è infatti riuscito – il 6 luglio – a trafugare dai server dell’Hacking Team diversi programmi e report che presentavano le principali falle dei due clienti

sopracitati: Microsoft e Adobe, che si è vista infatti rubare i dettagli delle quattro principali falle di Flash Player, il programma per la lettura di file multimediali della società statunitense.

L’intenzione degli hacker, la cui attuazione ha già avuto in-izio con riguardo a Flash, è quella di sfruttare tali falle per immettere nella rete nuovi virus ancora più ingannevoli dei loro predecessori.

A contrario di quanto potrebbe sembrare opportuno as-pettarsi, le azioni di queste due società, entrambe quo-tate sul NASDAQ, non hanno visto alcun drastico calo del proprio valore ma, anzi, sono state protagoniste di un graduale – anche se lieve – aumento di valore.

Personalmente, reputo che alla base di questa anoma-la reazione dei mercati abbiano concorso due fattori. Il primo di questi è probabilmente riconducibile alla “non colpevolezza” delle due società-clienti.

Nessuno infatti si sarebbe potuto aspettare che, anche chi passa le proprie giornate ad elaborare i più avanzati sistemi di difesa informatica potesse essere attaccato con successo.

HACKERLa nostra sicurezza è davvero al sicuro?

Di: Matteo Croci

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Sarebbe come immaginarsi che a un produttore di bulloni rubassero un bullone chiave per il proprio impianto pro-duttivo e che questi non avesse alcun modo per riparare il guasto. Una situazione talmente paradossale che, se fosse ancora in vita, Salvador Dalì potrebbe rappresentare in un suo quadro.

La mia tesi della presunta on colpevolezza dei due cli-enti è inoltre confermata, come dimostrerò tra poche righe, dall’impatto che il furto ha invece avuto su due dei principali competitor dell’Hacking Team: le due società statunitensi quotate sul New York Stock Exchange, Booz Allen Hamilton (ticker Bloomberg: BAH US) e Palo Alto Networks (ticker Bloomberg PANW US).

Il secondo elemento che reputo possa aver aiutato a non crollare, in particolare, il prezzo delle azioni della Adobe è invece il fatto che, le quattro falle individuate dall’Hack-ing Team, erano già arrivate a conoscenza di competitor e investitori al momento della prima presentazione del software.

Adobe, infatti, quando le furono fatte notare nel corso della presentazione le potenziali falle di Flash Player non si sforzò di trovarvi alcuna soluzione decidendo che i tec-nici e i programmatori vi avrebbero dovuto pensare solo nel momento in cui i rischi fossero divenuti realtà.

Questo atteggiamento passivo da parte della società di San Jose, in California, ha infatti probabilmente portato i mercati ad incorporare già ai tempi della presentazione tali informazioni nel rendimento richiesto al fine di dete-nere le azioni della società ed aveva quindi già ridotto in passato il prezzo delle azioni della società.

Attenzione a non pensare tuttavia che le azioni della Ado-be siano destinate a seguire il loro attuale trend a lungo: numerosi motori di ricerca come Google Chrome e Fire-Fox hanno infatti deciso di bandire Flash dai software da essi supportati e, anche Apple, è indecisa su come reagire.

Queste reazioni da parte di alcun dei maggiori clienti di Adobe rischiano infatti di riflettersi in una riduzione non indifferente dei profitti derivanti dalle vendite del soft-ware e, quindi, a un calo dei prezzi delle azioni dell’azien-da di San Jose.

Passando invece a parlare di quanto accennato sopra, l’at-tacco all’Hacking Team ha portato e porterà ad una riduz-ione non irrilevante della fiducia nella società lombarda e, conseguentemente, ad un probabile aumento della domanda di servizi e prodotti provenienti dalla Palo Alto Networks e dalla Booz Allen Hamilton.

Matteo è al terzo anno di Economia Aziendale e Management all’Università Commerciale Luigi Boc-coni ed è deciso, una volta conseguita la laurea tri-ennale, a proseguire i suoi studi con una specializ-zazione in finanza. Al momento è trainee presso una società di Asset Management e non vede l’ora di entrare appieno nel mondo che più lo appassiona: la finanza.

... l’attacco all’Hacking Team ha portato e porterà ad una ri-duzione non irrilevante della fiducia nella società lombarda e, conseguentemente, ad un probabile aumento della doman-da di servizi e prodotti provenienti dalla Palo Alto Networks e dalla Booz Allen Hamilton.

I mercati hanno molto rapidamente confermato ques-to probabile trend che è infatti stato rispecchiato da un aumento, dopo un brevissimo shock negativo – nei pri-mi due giorni seguenti il furto – probabilmente dovuto al calo di fiducia nel settore, abbastanza improvviso dei valori azionari dei due competitor.

Il prezzo delle azioni della Palo Alto ha infatti visto un in-cremento del 9.06% nel giro di nove giorni (tra il 7 e il 16 di luglio), mentre quello della Booz Allen Hamilton è aumen-tato nel giro di una settimana (tra il 9 e il 16) del 5.56%. Nessuno dei due prezzi , se le mie ipotesi sulle ragioni del loro andamento dovessero rivelarsi corrette, sembra pro-penso a fermarsi nella sua scalata.

L’incertezza sulla qualità dei servizi offerti dalla società milanese sembra infine aver preoccupato gli investitori anche sull’effettivo livello di sicurezza dei dai conserva-ti nei server delle due agenzie governative statuniten-si citate in precedenza: l’FBI e la DEA, entrambe clienti dell’Hacking Team.

L’aumento dell’incertezza riguardante due delle più im-portanti agenzie federali americane sembra infatti aver influenzato la generale fiducia nel Governo americano provocando un lieve, ma tuttavia presente, aumento del-la volatilità dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi, come ci dimostra l’andamento, negli ultimi giorni dell’in-dice Bloomberg US Treasury Bond (ticker Bloomberg BUSY:IND).

Per concludere la mia analisi con un consiglio, come ave-vo già suggerito in un mio precedente articolo, vi sugger-isco quindi di acquistare entro breve le azioni della Palo Alto Networks e della Booz Allen Hamilton, di monitorare frequentemente e con attenzione l’andamento dei titoli di stato americani – onde evitare brutte sorprese per chi li possiede o la perdita di grandi possibilità di speculazione a breve termine – e di non abbandonare comunque l’oss-ervazione delle azioni di Microsoft e, in particolar modo, di Adobe.

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