Anno 7 - N° 3 FEBBRAIO - MARZO 2017 · Classe 5^ Anno 7 - N° 3 FEBBRAIO ... finia fuori dal ortie...

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Anno 7 - N° 3 FEBBRAIO - MARZO 2017 THE VOICE 1 Questa edizione del giornalino è dedicata alla NATURA e al concorso di Focus Junior “DIVENTA GIORNALISTA”. Partiremo dall’evoluzione dell’uomo fino ad arrivare nello spazio con la scoperta dei 7 nuovi pianeti. E non potrebbe mancare un test per chi vuole rispettare la natura, mentre per chi è goloso troverete le ricette anti-spreco. Per chi vuole divertirsi all’ aria aperta spiegheremo cos’è un Acropark e alcuni sport all’aria aperta! Ecco le tappe del nostro avventuroso viaggio nella natura: I 7 nuovi pianeti Darwin Sport all’aria aperta + Acropark Inquinamento + test Intervista al contadino Benessere: i colori di vita Emergenza terremoti e intervista al custode Fabrizio Ricette anti-spreco BARZELLETTE e giochi

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Anno 7 - N° 3 FEBBRAIO - MARZO 2017

THE VOICE 1

Questa edizione del giornalino è dedicata alla NATURA e al concorso di Focus Junior “DIVENTA GIORNALISTA”.

Partiremo dall’evoluzione dell’uomo fino ad arrivare nello spazio con la scoperta dei 7 nuovi pianeti.

E non potrebbe mancare un test per chi vuole rispettare la natura, mentre per chi è goloso troverete le ricette anti-spreco.

Per chi vuole divertirsi all’ aria aperta spiegheremo cos’è un Acropark e alcuni sport all’aria aperta!

Ecco le tappe del nostro avventuroso viaggio nella natura: I 7 nuovi pianeti Darwin Sport all’aria aperta + Acropark Inquinamento + test Intervista al contadino Benessere: i colori di vita Emergenza terremoti e intervista

al custode Fabrizio Ricette anti-spreco BARZELLETTE e giochi

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I NUOVI

7

pianeti

Nel deserto dell’Atacama in

Cile dove ha sede

l’osservatorio dell’Eso

sono stati ospitati dalla Nasa

un team di astronauti guidati

da Michaell Gillon. Dal

telescopio TRAnsiting, Planets

and Planeteslmals Small

Telescope south, da dove sono

stati scoperti la stella Trapist1

ed i nuovi 7 pianeti. Adesso si

è alla ricerca di forme di vita

aliena su quel sistema. La

scoperta di questi nuovi

pianeti ci potrebbe dare la

possibilità di migrare dalla

Terra, che stiamo

consumando, al nuovo sistema

che abbiamo scoperto. Grazie

ai telescopi che abbiamo sulla

Terra e sullo spazio(Hubble e

altri)possiamo avere più

dettagli sulla nuova scoperta.

Alberto Salin Valentina Verlato

UGO Serraiotto Elia Marcato – classe 5^

L'inquinamento, un problema tipico dei paesi

più industrializzati, oggi tutto il pianeta è

coinvolto.

Ci sono diverse forme di inquinamento che

causano disagi per l’uomo e per l’ambiente.

L’inquinamento è stata spesso associata ad

ambiente sporco.

L’inquinamento può essere causato

dall’ambiente (eruzioni vulcaniche,

radioattività, ecc.) ; e dall’uomo (smog, ecc.).

Si diffonde soprattutto nelle vie dell’acqua a

dell’aria.

Uno dei modi per rimediare è il riciclaggio e

fare la raccolta differenziata

GIULIA DORIA

MARTINA FERRONATO

SOFIA MARGIOTTA

ELEONORA PERTILE

Classe 5^

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THE VOICE

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Test inquinamento Mettiti alla prova!?

1. Con cosa vai a

scuola?

A: a piedi

B: in bicicletta

C: in bus / moto

D: sempre in macchina

2. Quando hai finito di

soffiarti il naso, dove butti il

fazzoletto?

A: nell’ apposito contenitore

B: ne primo cestino che

capita

C: lo butti nella toilette

D: fai finta di niente e lo butti

per terra

3. Cosa fai nel tempo libero?

A: faccio sport

B: sto all’aria aperta

C: non ho tempo libero

D: guardo la tv / tablet

4. Quanto avanzi / sprechi,

quando mangi?

A: niente

B: poco

C: quando c’è qualcosa che

non mi piace

D: sempre le verdure

5. Quando i tuoi genitori ti

chiedono di fare una

passeggiata, cosa rispondi?

A: volentieri

B: un attimo

C: domani

D: neanche per sogno

6.Sai cosa è la raccolta

differenziata?

A: si , ovviamente

B: ne ho sentito parlare

C: forse quella dei cestini

D: non mi interessa

7.Quando ti lavi i denti lasci

scorrere l’acqua?

A: no, mai

B: raramente

C: a volte

D: sempre

RISULTATI DEL TEST (MAGGIORANZA DI LETTERE SCELTE)

A. SEI UNA PERSONA MOLTO CIVILE. CONTINUA COSI’!!!

B. SEI UNA PERSONA BRAVA MA POTRESTI FARE MEGLIO!

C. FAI PIU’ ATTENZIONE PERCHE’ ESSERE CIVILI E’ UNA COSA IMPORTANTE

D. NON SEI PER NIENTE UN AIUTO. TI CONVIENE IMPERGNARTI DI PIU’

Giulia Doria

Eleonora Pertile

Sofia Margiotta

Martina Ferronato

Classe 5^

Ricorda:

per lavare correttamente i denti ci

vogliono 2 minuti. Nei 2 minuti in

cui l’acqua continua a scorrere

escono circa 11 litri. Moltiplicati

per circa 7000000000 di persone

che ci sono sulla terra, è uguale a

77000000000 litri per un solo

lavaggio. Bisognerebbe lavare i

denti 3 volte al giorno e quindi

arriviamo a 231000000000 litri al

giorno!!! Pensa in tutto l’anno

84315000000000 litri all’anno per

tutte le persone del mondo, per 3

volte al giorno, per 2 minuti di

strofinamento… perciò non

sprecare acqua quando ti lavi i

denti!!!!

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I RIFIUTI, LA RACCOLTA DIFFERENZIATA E

L’ISOLA DELLA SPAZZATURA

I rifiuti sono composti da materiali diversi, così che se tutti imparassimo a svolgere attentamente una raccolta differenziata, molti di questi potrebbero essere riciclati, cioè potrebbero essere riutilizzati per la produzione di nuovi materiali. Si potrebbero così risparmiare tante risorse naturali ed energia necessaria per la produzione industriale. Infatti il vetro, la plastica, la carta, l’alluminio, tutti materiali recuperati nelle campane, vengono portati in apposite ditte di raccolta che li lavorano per trasformarli in materie pronte per essere lavorate e riutilizzate. Ecco perché tutti dovremmo abituarci a differenziare i rifiuti: semplicemente per recuperarli. Uno dei risultati della mancata raccolta differenziata è stata la formazione della cosiddetta “Isola della Spazzatura”: essa ha un diametro di 2500 km ed è profonda 30 metri, con un peso che raggiunge le 3,5 milioni di tonnellate. Si trova nell’Oceano Pacifico ed è formata dall’80% da materiale plastico. Questa sorta di discarica galleggiante si formò negli anni ’50 del XX secolo anche grazie alla lenta corrente oceanica che si muoveva in senso orario e spirale, prodotta dal sistema di correnti ad alta pressione. Talvolta il materiale presente finiva fuori dal vortice dell’isola, finendo su alcune spiagge delle Hawaii o addirittura raggiungendo la California. In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento di ripulitura, in quanto si formano veri e propri starti spessi anche tre metri. Nel mondo vengono prodotti annualmente circa 100 miliardi di kg di plastica, dei quali grosso modo il 10% finisce in mare. Il 70% di questi

residui in mare finirà sul fondo degli oceani, danneggiando la vita dei fondali mentre il resto continua a

galleggiare. La maggior parte di questi rifiuti risulta poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco di molti animali martini portandoli alla loro morte. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando danni alla vita marina. Gli albatros si sono drasticamente ridotti e c’è un forte rischio di estinzione perché questi volatili ingeriscono parte dei rifiuti, scambiati per cibo e rimanendo soffocati. Inoltre la sopravvivenza di tartarughe marine, cetacei e in genere di tutti gli organismi acquatici è fortemente compromessa. Raccogliere questo ammasso di plastica ha praticamente un costo proibitivo ma le cose si complicando poiché la luce del sole degrada questi materiali molto lentamente, rendendoli in minuscoli frammenti. La soluzione che si dovrebbe adottare per il prossimo futuro è la riduzione del consumo di plastica, preferendo nuove bioplastiche, compatibili con l’ambiente.

Articolo curato da Anna Bergozza, Alice Margiotta e Riccardo Rossetto (classe III Secondaria)

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Charles Darwin Naturalista Inglese (Shrewsbury, Shropshire, 1809 - Down, Kent, 1882). Charles Darwin è uno dei più importanti biologi della storia delle scienze. Dimostrò che l’evoluzione delle specie è una realtà e spiegò la sua teoria secondo la quale “l’uomo discende dalla scimmia”. L’opera di Darwin stabilì il posto dell’uomo nell’universo.

Completò il movimento iniziato da Copernico. Che nel XVI secolo, l’astronomo polacco mostrò che la terra girava attorno al sole e non l’inverso. Nel XIX secolo, secondo Darwin l’uomo è apparso sulla Terra obbedendo allo stesso meccanismo delle altre specie, cioè discendendo da specie

ancestrali, e non, come dice la Bibbia. Questa teoria si oppone alla versione cristiana che aveva dominato fino al XIX secolo; ma dopo la pubblicazione del lavoro fondamentale di Darwin crollò, nel novembre del 1859. Il lavoro di Darwin fu chiamato da lui, <dell’origine delle specie selezione natura> che suscitò nel mondo intero polemiche. Darwin salì a bordo del brigantino “Beagle” a bordo del quale compì il famoso viaggio intorno alle coste del Sudamerica dal 27 Dicembre 1831 al 2 Ottobre 1836. Al ritorno dal viaggio di esplorazione, le osservazioni condotte in Sudamerica conducono Darwin a porsi dei quesiti di grande profondità scientifica. Tuttavia, l’attenzione di Darwin fu catturata in Sudamerica dal fatto che induceva a pensare a delle specie estinte, di cui aveva trovato numerosi fossili. Era nata una nuova teoria che spiegava le leggi del mondo naturale e l’evoluzione delle specie. La teoria “evoluzionista” fu d’allora, come ogni teoria che si contrapponeva al controllo religioso delle conoscenze furiosamente costeggiata dai così detti “creazionisti”, ossia tutti coloro che

sono alla base delle Sacre Scritture si ostinavano a credere a un mondo creato ab aeterno e comunque sempre sotto lo sguardo benevolo e provvidenziale di un Dio, il proprio. Applica all’uomo la teoria evoluzionista implicava una “ discendenza con modificazioni” dei primi ominidi e degli uomini in breve da una qualche specie di scimmia evoluta. Ciò non poteva che suscitare fiera avversione soprattutto presso i luoghi religiosi. Ciò che imbarazzava la Comunità religiosa, ma anche l’uomo comune, era soprattutto questa inedita relazione tra l’uomo e la scimmia. Si cita spesso la reazione della moglie del vescovo di Manchester che, alla lettura del libro L’origine della specie avrebbe esclamato:<Discendere dalla scimmia?! Speriamo non si sia vero… ma se così è preghiamo perché la cosa non si sappia!> Una polemica celebre oppose T.H. Huxley al vescovo di Oxford. I principi di fondo della teoria Darwiniana sono stati confermati nel corso del tempo. Edoardo Danieli, Giacomo Gallo, Ettore Terreni-

classe 5^

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WWF: IN PRIMA FILA PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE Il World Wildlife Fund (WWF) nacque a Ginevra l’11 settembre 1961, un’organizzazione internazionale non governativa che aveva lo scopo la tutela dell’ambiente naturale attraverso la protezione delle specie in pericolo, la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, la riduzione dell’inquinamento. Il WWF finanzia infatti ogni anno circa mille progetto in cento paesi circa. L’associazione del panda, così chiamata per il simbolo scelto in onore di questa specie in via di estinzione, fu fondata da scienziati, naturalisti e personalità di tutto il mondo preoccupante per il degrado della natura. I fondatori, da Charles Lindebergh trasvolatore dell’Oceano Atlantico a Julian Huxley grande scienziato, da Peter Scott naturalista e ornitologo fino allo scalatore dell’Everest Edmund Hillary, crearono un’associazione che aveva come obiettivo la raccolta di fondi per aiutare concretamente la natura in tutto il pianeta. Nel suo primo anno il WWF raccolse quasi due milioni di dollari; successivamente l’organizzazione trasferì la sua sede a Gland, presso Losanna, e nel 1986 assunse la denominazione Worldwide Fund

For Nature, il “Fondo Mondiale per la Natura”, conservando però la sigla precedente. Il WWF vuole essere un’organizzazione indipendente e multiculturale, e si propone di creare soluzioni concrete di conservazione della natura attraverso la combinazione di progetti sul campo, iniziative politiche e campagne educative, con il coinvolgimento delle comunità locali. Per rafforzare l’efficacia della propria azione, il WWF mira instaurare adeguate collaborazioni con altre organizzazioni ambientali e con le istituzioni politiche, coinvolgendo governi e l’opinione pubblica. Tra le sue iniziative più importanti va ricordata la prima grande campagna per la conservazione delle foreste tropicali del 1975. Nel 1989 il WWF ottenne il bando del commercio internazionale dell’avorio per salvare gli elefanti a rischio dell’estinzione mentre 1998 furono individuate duecento aree del pianeta da preservare per ricchezza della loro biodiversità: esse venivano definite ecoregioni; nel 2000 veniva poi lanciata la grande campagna per salvare i fiumi europei. L’associazione è strutturata in uffici nazionali che operano nei singoli paesi in modo indipendente, ma in coerenza con i programmi e gli obiettivi posti dal WWF internazionale e i suoi finanziamenti provengono provincialmente da soci, da donazioni, lasciti testamentari e dalla sponsorizzazione di aziende private. Nel caso invece di specifici progetti, i fondi possono arrivare da istituzioni come l’Unione Europea che si affidano a questa organizzazione per la gestione e realizzazione di determinati progetti. Il WWF ha spesso collaborato e tuttora collabora con associazioni ambientalistiche come Greenpeace, Legambiente, Italia Nostra e Marevivo così come istituzioni per la salvaguardia del territorio come la Guardia di Finanza e il Corpo Forestale dello Stato. In collaborazione con altre associazioni fondò la Banca Etica, nata per promuovere lo sviluppo dell’economia solidale. Da alcuni anni inoltre è stato siglato un accordo con l’Associazione Mediterranea di Agricoltura Biologica (AMAB), con la quale è partner in diversi progetti: lo sviluppo dell’agricoltura biologica nelle oasi alla tutela delle razze animali domestiche a rischio di estinzione dei parchi. La sezione italiana nacque nel 1966 e rivolse la sua attenzione verso la creazione di aree naturalistiche protette come l’oasi di Bolgheri (1967), il lago di Burano (1968), il parco marino di Miramare presso Trieste (1973). Il 71% della superficie del pianeta è coperta dagli oceani; eppure questa enorme distesa d’acqua oggi è in pericolo per pesca eccessiva e inquinamento stanno provocando il crollo

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delle popolazioni marine ai livelli più bassi della storia. Il WWF si batte da sempre per invertire la rotta e per tutelare uno dei più grandi patrimoni del pianeta. Oggi mento dell’1% degli oceani è protetto; uno degli obiettivi principali è proprio aumentare questa percentuale attraverso l’istituzione di una serie di aree protette. Le foreste invece hanno un ruolo insostituibile a livello biologico ed economico: contribuiscono alla tutela della biodiversità, svolgono un ruolo fondamentale nella conservazione delle acque e del suolo, e forniscono prodotti non solo legnosi e cibo a centinaia di milioni di persone. Le foreste tropicali, che coprono appena il 7% della superficie del pianeta, ospitano circa la metà delle specie animali e vegetali conosciute, e sono le aree più minacciate dall’avanzata dell’uomo. Secondo l’ultimo rapporto sullo stato delle foreste, ogni anno vengono distrutti circa 13 ml di ettari di foreste naturali. Da citare inoltre la difesa delle specie animali in via d’estinzione; il pande, simbolo del WWF, fu infatti scelto da Peter Scott, uno dei fondatori, in onore dell’animale ospite nello zoo di Londra. La convinzione principale è che non si salvano le specie se non attraverso la tutela e la conservazione degli habitat naturali. Ecco le specie più tutelate: gorilla di montagna, orango di Sumatra, elefante di Sumata, leopardo di Amur, vaquita, lemure del Madagascar.

Articolo curato da Marco Baio, Alessandro Sartore e Anna Subi (classe III Secondaria)

RICETTE ANTI-SPRECO Un paio di ricette per non sprecare gli avanzi.

Crocchette di pasta e arancia caramellata per un pasto delizioso e sfizioso.

CROCCHETTE DI PASTA AGLI AROMI (recuperiamo: pasta avanzata del giorno prima) Ingredienti:

● pasta avanzata(circa due porzioni) ● parmigiano q.b ● un uovo ● fontina o altri formaggi duri che avete in frigo ● erbe aromatiche ● pangrattato ● olio per friggere ● sale q.b

Preparazione: ● sminuzzate la pasta avanzata ● tagliate i formaggi a quadratini ● in una casseruola amalgamate l’uovo, il parmigiano, le erbe aromatiche, un pugno di pangrattato e un pizzico

di sale ● unite la pasta e mescolate bene fino a ottenere un composto morbido e compatto ● prendete un piccolo quantitativo del composto e stendetelo sul palmo della mano, appoggiate un pezzo di

formaggio al centro e lavoratelo fino a ottenere delle palline solide ● ripassatele più volte nel pangrattato finchè tutta la superficie non sarà

coperta ● utilizzando una padella profonda, immergete delicatamente le polpettine

nell’olio bollente e friggetele finchè non sarà fatta una crosticina dorata. Queste ricette aiutano a consumare il cibo in modo corretto!!!

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ARANCIA CARAMELLATA

(recuperiamo: bucce di arance-la frutta deve essere biologica-) Ingredienti:

● 450 gr di scorze d’arance biologiche ● 300 gr di zucchero ● 450 gr di acqua

Preparazione: ● lavate accuratamente le bucce delle arance e lasciatele a bagno

almeno una notte ● scolatele, asciugatele e tagliatele a quadretti di 2-3 cm circa di lato ● versate l’acqua e lo zucchero in un pentolone e dopo aver fatto sciogliere lo zucchero, aggiungete le scorze ● mescolate continuamente e fate cuocere finché il liquido non sarà stato completamente assorbito dalle

bucce e lo zucchero comincerà ad asciugarsi diventando polveroso ● versate il composto ancora caldo in una teglia che avrete precedentemente foderato con la carta da forno,

separandole con l’aiuto della forchetta non appena si saranno intiepidite fino a formare delle “caramelle” ● lasciate asciugare e riponetele in un barattolo di vetro con la chiusura ermetica.

Queste ricette aiutano l’ambiente e sono ideate apposta per non buttare il cibo se vi interessano le altre ricette andate sul sito www.unpastoalgiorno.org questo progetto è stato ideato da Don Oreste Benzi.

Sofia Santinello, Eleonora Sabbadin,

Maria Trotta, Filippo Caregnato – classe 5^

DONACIBO 2017 Anche quest’anno la Scuola Dame Inglesi ha partecipato all’iniziativa Donacibo per la raccolta di generi alimentari non deperibili per le famiglie bisognose della nostra città. Ogni anno infatti alla 3^ settimana di quaresima, parrocchie, scuole e associazioni si uniscono per dare una mano alle famiglie povere. Nella nostra scuola sono stati raccolti circa 300 kg di cibo! Complimenti a tutti ma soprattutto grazie a tutti per la vostra generosità!

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ALLA SCOPERTA DELLA

TERRA

INTERVISTA A PINO

PIETRIBIASI,

AGRICOLTORE E

ALLEVATORE DI

LAGHETTO (VICENZA)

Incontriamo il signor Pino Pietribiasi nella sua fattoria, sita a Vicenza al limite del quartiere residenziale di Laghetto, in direzione di Polegge. È un signore affabile sulla sessantina e lo troviamo impegnato nelle sue attività, ma ci concede del tempo per poterlo intervistare. Per quale motivo è diventato agricoltore? Per seguire una tradizione di famiglia? Sono diventato agricoltore quando ero ragazzo e ho seguito quella che allora era la tradizione e l’attività della mia famiglia. In ogni caso prima di iniziare il mio lavoro, ho frequentato la scuola professionale di allora e sono stato per due anni allievo dell’Istituto Tecnico “Alessandro Rossi” di Vicenza. Poi ho deciso che volevo lavorare per conto mio e, dato che i miei genitori lavoravano nelle terre del loro padrone, chiesi a mio padre di darmi un piccolo pezzo di terra. Così ebbi un orticello e promisi che mi sarei arrangiato: da quel piccolo apprezzamento, cominciai la mia attività. Che cosa coltiva e che animali alleva? Coltivo prodotti di primaria importanza come mele, kiwi, mais, shark (un mais particolare per le persone celiache), grano, soia e un altro tipo di mais, meno pregiato ma altrettanto nutritivo, che utilizzo come foraggio per gli animali. Infine coltivo anche delle viti per lo più per uso familiare. Allevo diversi animali, detti di “bassa corte”, come capre, maiali, un cavallo, un asino, pecore, galline, oche, papere, fagiani, tacchini e

qualche faraona. Fino al 1998 possedevo delle mucche, ma le dismessi perché rimasi da solo ad occuparmene. Richiedevo molta attenzione e non mi permettevano di concentrarmi sull’agricoltura. Ci può spiegare come il lavoro dell’agricoltore segue il ritmo delle stagioni? Tanto per cominciare ogni agricoltore è obbligato a seguire il succedersi delle stagioni perché non può farne a meno. Ogni coltura naturalmente è tipica di una precisa stagione, tuttavia gli agricoltori di oggi non possono pensare di adattarsi solamente al tempo meteorologico e al clima, e quindi devono attenersi a ciò che il mercato richiede. In inverno solitamente si riassestano i fondi e le terre, si sistemano gli scoli, si espande il letame, si potano siepi, vigneti e meleti: si prepara la terra alla stagione della semina. Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate si cominciano le semine. Questo periodo dell’anno è suddiviso in due momenti ben scanditi: tra maggio e giugno si inizia la fienagione per le bestie, tra giugno e luglio si taglia il grano. Infine tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno si fanno le semine tardive come la soia e il pisello proteico. Dalla metà di settembre fino ad ottobre si possono raccogliere le mele; naturalmente le piante devono essere impollinate perché dopo il fiore primaverile nasca il frutto e quindi dato che l’impollinazione a vento non basta, utilizzo le api. Cos’è cambiato nel suo lavoro da quando era bambino ad oggi? Inizialmente si faceva tutto a mano senza l’ausilio di macchinari: se bisognava portare dei carichi pesanti si utilizzavano gli animali come cavalli e buoi. I primi trattori nacquero solo nel 195; fino agli anni 1960-65, per lo meno in questa azienda, era molto diffusa la coltura del baco da seta. Successivamente questa pratica è decaduta a causa della nascita dei nuovi tessuti come il terital. Ormai la seta non vale quasi più niente e sono poche le aziende che ancora allevano i bachi. Poi dal 1998 agli anni successivi introdussi gli ortaggi e la zootecnica. Inoltre feci una seria meccanizzazione a partire dal 1985 fino al 2002. Quali sono le sensazioni che prova a stare così a contatto a diretto con la natura? Io personalmente amo stare a contatto con la natura perché mi dà tanta soddisfazione seminare, veder crescere le piante, coltivare e infine raccogliere tutto ciò che produco. Questo

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lavoro mi rende tanto felice e stare a contatto con la natura mi fa sentire libero. Nonostante ci siano numerosi lati positivi, questo lavoro in questi ultimi anni, non è stato molto redditizio e la parte finanziaria è da dimenticare. Quali sono le cause principali per cui le sue colture e gli animali che alleva si possono danneggiare? Tendenzialmente ciò che può provocare danni alle colture è proprio la natura stessa. Infatti un raccolto può essere danneggiato dalle precipitazioni troppo abbondanti, dalle muffe, ecc. L’anno scorso, ad esempio, le mie piante di kiwi sono state gravemente danneggiate dalla cimice asiatica, una particolare specie di questo insetto famoso in tutto il mondo per i danni che produce agli agricoltori. Inoltre anche gli allevatori possono essere danneggiati dalla semplice morte di un esemplare o dalla malattia, magari virale, di un cucciolo. Abbiamo esaurito le nostre domande e siamo soddisfatti: abbiamo imparato molto da questa intervista e ci siamo resi conto di quanto siamo ignoranti per tutto ciò che riguarda le piante e gli animali coltivati e allevati in una fattoria a poche centinaia di metri da casa nostra. Forse noi giovani dovremmo davvero recuperare la dimensione della terra, della vita delle piante e dell’animale. Lasciamo quindi il signor Pino con tanti buoni propositi. Articolo curato da Anna Bonadeo e Alessandro Marelli (classe III Secondaria)

Nutritevi dei colori della

vita!!! Anche quest’anno la nostra scuola, Dame Inglesi, ha partecipato al concorso “Frutta nelle scuole”. In questa stagione ci offriranno la frutta e verdura durante la merenda. Come l’anno scorso quando ci hanno portato: mele, pere, fragole, carote, pomodori… e altri frutti e verdure di stagione.

I colori del benessere! ROSSO: Anguria, Arancia rossa, Barbabietola rossa, Ciliegie, Fragola, Pomodoro, Ravanello, Rapa rossa. Forniscono una nutriente quantità di vitamina C. La vitamina C fornisce anche l’assorbimento del ferro presente negli altri alimenti. Contribuisce al sistema immunitario dopo uno sforzo fisico, a la funzione delle ossa, di cartilagine, gengive, pelle e denti. VERDE: Asparagi, Basilico, Bieta, Broccoletti,

Broccoli, Carciofo, Cavolo broccolo, Cavolo cappuccio, Cetriolo, Cicoria, Cime di rapa, Indivia, Kiwi, Lattuga, Prezzemolo, Rughetta, Spinaci, Uva, Zucchina. Contribuiscono in particolare e quella a foglia. Il magnesio aiuta a ridurre la stanchezza, l’affaticamento e il funzionamento del sistema nervoso e di quello muscolare. Mentre l’acido folico è utile durante i primi mesi della gravidanza. BIANCO: Aglio, Cavolfiore, Cipolla, Finocchio, Funghi, Mela, Pera, Porri, Sedano, Noci, Nocciole, Mandorle, Castagne. Contribuisce al sistema nervoso e al sistema muscolare nonché a una normale pressione sanguinea. La fibra invece mantiene in salute l’ intestino. GIALLO e ARANCIONE: Albicocca, Arancia, Carota, Clementina, Kaki, Limone, Mandarino, Melone, Nespola, Peperone, Pesca, Pesca nettarina, Pompelmo, Zucca. La vitamina A contribuisce al metabolismo del ferro e al mantenimento della pelle. BLU e VIOLA: Fichi, Frutti di bosco, Melanzane, Prugne, Radicchio ,Uva nera. Le verdure blu e viola in particolare i frutti di bosco sono ricchi di vitamina C. Ha la funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico e intenso. Fa bene alle ossa, alla cartilagine, alle gengive alla pelle e ai denti.

Potete andare su: benessereacolori.it o su fruttanellescuole.gov.it per trovare giochi su frutta e verdura. Benedetta Marchioro, Leonardo Gorlin , classe 5^

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GLI SPORT ALL’ARIA APERTA Negli ultimi anni si sono affermati molti sport all’aria aperta, un vero e proprio boom di appassionati che hanno deciso di intraprendere queste specialità. Oggi sono considerati discipline estreme e sono diventati parte della vita quotidiana. Basta pensare al fenomeno del Freeride, della corsa e del nuoto all’aria aperta. Il Freeride non è solo un sport, ma anche un vero e proprio divertimento per lo spirito e la mente. Nacque negli Stati Uniti ma si è diffuso rapidamente nel nostro paese unendo diverse discipline. Praticato con gli sci o lo snowboard, è un modo di affrontare la montagna in inverno. Dopo essere saliti in vetta con gli impianti di risalita si può scendere in modo avventuroso, anche con qualche “fuoripista” nella beve fresca. Quando è praticato con la bicicletta è uno sport molto adrenalinico grazie a mountain-bikes molto speciali: consiste nello scendere pendii di montagna anche molto ripidi con la bicicletta attraverso sentieri nei boschi, passerelle e ponticelli costruiti appositamente su un percorso segnato oppure su specifici circuiti chiamati Bike Park. L’uso dei pedali è minimo visto che si scende con cabinovie usate dagli sciatori nei mesi invernali. Occorre avere buoni riflessi per prevenire gli ostacoli che si possono incontrare e un buon equilibrio sulla bicicletta. Il Downhill è molto simile al Freeride: la differenza principale riguarda il fatto di essere uno sport più estremo perché si scende in mezzo al bosco senza un percorso indicato. Le persone che praticano questo sport sembrano piloti di motocross perché indossano gli stessi accessori: il casco integrale e le protezioni per la braccia, per la schiena e le gambe. Per entrambe le discipline le bicilette devono essere dotate di ammortizzatori sia davanti che dietro. Mediamente il peso di queste bicilette si aggira sui venti chilogrammi. Gli atleti che scendono da questi ripidissimi sentieri possono raggiungere una velocità superiore ai settanta chilometri orari con salti di oltre dieci metri. Ci vuole tanto sangue freddo, massima concentrazione e soprattutto un po’ di incoscienza. Un imprevisto è sempre in agguato quando si corre in queste discipline: bucare, rompere qualche pezzo della bici, scivolare è ancora molto facile. Uno dei punti di riferimento in Italia per gli amanti del Downhill e del Freeride è il Bikepark Mottolino di Livigno (Sondrio). Ci sono oltre tredici tracciati adrenalinici, una jump area dove si può provare a fare i salti con la bici mentre le north shore area sono percorsi con passerelle in legno che fanno rivivere intense emozioni. Se il Freeride è diventato famoso in tutto il mondo si deve in particolar modo a una gara, la Red Bull Rampage; essa fu lanciata nel 2001 e si svolge ogni anno nello stato dello Utah (Stati Uniti). Qui i concorrenti scendono pendii vertiginosi in quattro minuti, in cui è giudicato lo stile, la fluidità e naturalmente il tempo impiegato per arrivare al traguardo.

La Corsa è un’attività da sempre praticata dall’uomo, alla base della stragrande maggioranza delle attività sportive. Si definisce come Corsa l’andatura umana o animale composta da una prosecuzione di balzi, in cui una prima fase, un piede rimane a contatto con il terreno; nella fase successiva il piede si stacca da terra insieme al resto del corpo, per questi si chiama fase di volo, fino a quando atterra l’altro. Si contraddistingue dalla camminata la marcia, in cui il corpo mantiene sempre il contatto con il terreno e ogni altra versione agonistica della corsa rientrano nel podismo. Per imparare ci sono alcuni tipi di corsa base, che servono per migliorare la tecnica: la skippata, una corsa quasi sul posto, in cui la gamba si alza fino a che la coscia risulta essere parallela al terreno mentre l’altra è stesa; la calciata indietro, una variazione della precedente in quanto mentre una è sempre stesa l’altra

risulta piegata all’indietro; la saltellata, sempre quasi sul posto con un lieve avanzamento di balzi verticali rimbalzando contemporaneamente nel contatto con il suolo e mantenendo pari le punte dei piedi con un ginocchio in avanti rispetto all’altro, per compensare all’opposto avambraccio che si alterna; la ruotata, con la caviglia si corre come se si pedalasse in una biciletta immaginaria; la balzata, una corsa che somiglia per tecnica alla specialità del “salto triplo” ma viene sforzata così ogni battuta, che idealmente coincide con la massima velocità di corsa.

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Il Nuoto di Fondo comprende tutte le manifestazioni di nuoto che si svolgono in acque aperte come fiumi, laghi e mari; per questi è denominato anche Nuoto in Acque Libere. Si divide in quattro specialità: mezzo fondo fino ai 5 km; di fondo fino ai 15 km; gran fondo fino ai 25km; maratona oltre i 25 km. Questo naturalmente è il modo più antico in cui è gareggiato; per esempio ai giochi di Atene le gare si svolgevano in mare mentre nelle olimpiadi moderne nei fiumi, come sulla Senna a Parigi. Con il tempo si affermò il nuoto tra le corsie della piscina. I campionati internazionali di nuoto di fondo come s’intendono oggi sono uno sviluppo molto più recente della disciplina: i primi campionati europei si sono svolti nel 1989 a Starigrad, e perché venissero inclusi nel programma dei campionati europei di nuoto si dovrà attendere fino all’edizione di Vienna del 1995. Nell’edizione del 2008 si sono svolti in sede separata da quelli in piscina per tornare insieme nel 2010. Nel 1991 si svolse la prima edizione dei Campionati Mondiali di nuoto che comprendesse gare di fondo a Perth, in Australia; da allora le gare in acque libere fecero sempre parte del programma. Il nuoto è tra gli sport quello che vanta i maggiori effetti benefici, sul fisico e sulla mente, indicato per tutte le fasce d’età e non richiede accessori particolari. Può essere praticato in piscina come pure al mare, da soli o in gruppo, come passatempo oppure come impegno anche agonistico. Ogni tipo di attività fisica fa bene a chi la pratica. Ferme restando le specifiche controindicazioni relative allo stato di salute di ognuno: muoversi, allenarsi, fare sport, aiuta a mantenere in forma corpo e spirito. L’organismo ne riceve benedici dal punto di vista del tono muscolare, del controllo del peso e della circolazione. Una regolare attività fisica fa bene anche all’umore e aiuta a depotenziare lo stress per scaricare la tensione.

Articolo curato da Martina Berti, Matteo Bordignon e Filippo Casarotto (classe III Secondaria)

Acropark

Un’ esperienza nella natura L’idea è nata in altri paesi: in Francia e Germania

In Italia questo tipo di attività sta solo ora trovando uno sviluppo concreto.

Le fondamenta sono gli alberi Gli arredi sono delle piattaforme in legno, fissati a tronchi alti, che comunicano tra loro attraverso collegamenti aerei. I parchi Acropark sono studiati per essere un’ esperienza adatta a tutti. Esistono percorsi adatti a tutti ,dai 6 anni ai 60 anni, in normali condizioni fisiche e adatti ai diversi livelli di abilità. Abbigliamento Bastano abiti sportivi, scarpe e scarponcini. Durata La durata dipende dalla tua abilità, completare un percorso può richiedere dai 30 ai 60 minuti.

Acropark nella nostra Scuola? Sarebbe bello avere un acropark qua a scuola, infatti abbiamo una collinetta e un boschetto con tanti alberi: platano, fico, eucalipto, palma, cipresso, sequoia, pino, cedro, kako, salice, pero, ippocastano… ma soprattutto un faggio che di 400 anni.

Se volete provare quest’esperienza vi suggeriamo Agilityforestasiago

Giacomo Bellunato, Elia Borra, Alessandro Bonadeo, Jacopo Grolla

– Classe 5^

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THE VOICE 12

Terremoti e Maremoti: quando la Natura si ribella

Terremoto: improvviso spostamento di una

massa rocciosa di solito non superficiale che

genera le onde sismiche, le quali raggiungono in

breve tempo la superficie terrestre facendo

vibrare gli strati rocciosi e i terreno soprastanti. In

geofisica i terremoti, detti anche simi, sono

vibrazioni o assestamenti improvvisi della crosta

terrestre, provocati dallo spostamento

improvviso delle placche, le masse rocciose

presenti nel sottosuolo. Tale spostamento

causato da forze che agiscono all’interno della

crosta terrestre provocano una scossa in una

zona interna della Terra, l’ipocentro. In questi

punto si generano vibrazioni o scosse: le onde

sismiche. Queste si propagano in tutte le direzioni

dall’ipocentro, dando vita al fenomeno del

terremoto, visto solamente in superficie. Il luogo

della superficie terrestre posto sopra l’ipocentro

si chiama epicentro. La branca della geofisica che

studia questi fenomeni è la sismologia. Il

maremoto invece è una scossa più o meno forte

sul fondale marino. Fenomeno che genera delle

onde visibili in mare aperto. La forza si concentra

maggiormente vicino o lungo la costa: una barca

in mare aperto potrebbe anche non accorgessi

del passaggio di un’onda provocata da un

fenomeno come questo. L’intensità di questi

dipende dalla quantità di acqua spostata durante

il momento della propagazione delle scosse.

Solitamente essa si misura quando l’onda

raggiunge la terraferma in generale se non supera

i due metri e mezzo di altezza non provoca grandi

danni e i suoi effetti non sono pericolosi. Mentre

un’onda di oltre quattro metri è altamente

disruttiva, dopo il maremoto dell’Oceano Indiano

del dicembre 2004 si è diffuso anche l’uso del

termine giapponese tsunami (grande onda): tale

espressione è diffusa anche nella stessa comunità

scientifica.

Uno dei distratti più tristemente più ricordati

avvenne l’11 marzo 2011 con il maremoto di

Thoku, al largo delle coste orientali del Giappone:

la città di Fukushima venne devastata insieme

con la sua centrale nucleare. Essa scoppiò per

mancanza di corrente elettrica e il blocco non

corretto dei principali sistemi di raffreddamento

dei tre reattori. L’incidente è considerato il più

forte per intensità rispetto a Chernobyl; a

distanza di sette anni l’emergenza nell’area di

Fukushima non è finita. Ogni giorno vengono

fatte scorrere 400 tonnellate di acqua per

controlli prima di riversarle nell’ambiente

circostante. Il governo giapponese inoltre

investirà una cifra pari a 360 milioni di euro per

costruire un’enorme barriera di terra congelata

attorno ai reattori, in modo da non contaminare

le false acquifere della zona. I primi test sono

iniziati nell’ottobre 2014 ma bisognerà aspettare

il 2018 per avere dati certi su eventuali pericoli.

Articolo curato da Matilde Berto, Alice Frigo e

Tommaso Pasqualin (classe III Secondaria)

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IL RACCONTO DI CHI HA VISTO LA DISTRUZIONE DEL

TERREMOTO Abbiamo intervistato Fabrizio, collaboratore della nostra scuola vigile del fuoco di professione, che ha raggiunto le zone dell’Italia centrale, devastate dal terremoto dell’agosto 2016. Scosse che hanno toccato il 6.0 devastando piccoli centri come Amatrice, Accumuli e Arquata tra Lazio, Umbria e Marche.

Perché hai deciso di partire per fare il volontario?

Diciamo che tale scelta è stata dettata dal mio lavoro:

io sono un vigile del fuoco e quindi quando ci sono

situazioni emergenziali spesso vengono coinvolto in

queste missioni. Spesso esprimo la mia disponibilità

per dare una mano quando ci sono le emergenze.

Sei partito con un gruppo di amici o da solo?

In Italia c’è un sistema di Protezione Civile, grazie al

quale i vigili del fuoco sono divisi in squadre di lavoro

in modo tale che in caso di emergenza si possa agire

prontamente per intervenire.

Descrivi una giornata tipo? Che cosa hai fatto ad

Amatrice?

Le giornate iniziavano molto presto e finivano a notte

tarda. Io ero assegnato al compito di ricercare le

persone sotto le macerie e ricercare i beni all’interno

delle case ancora un po’ intatte, che purtroppo erano

molto poche. Poi naturalmente ero disposto a svolgere

qualsiasi compito a cui serve un particolare contributo.

Dove dormivi? Dove mangiavi?

Si dormiva all’interno delle tende, insieme alle stesse

famiglie terremotate. Per il pranzo non sempre si

trovava il tempo perché il nostro era un lavoro

continuo e faticoso. Spesso preferivamo usarlo per

parlare con le persone del posto e rincuorarle visto

quanto accaduto.

Hai fatto nuove conoscenze?

Come ho già detto, passavamo tutto il giorno a

contatto con le persone del posto con cui si è creato

un legame diverso, molto intenso e bello. Ci hanno

anche invitato a mangiare la pasta all’amatriciana

nelle loro tende: è stato un bel momento di

condivisione insieme.

Come è stata tua esperienza in questi luoghi?

Sicuramente è stata un’esperienza carica di dolore e

piena di grandi emozioni, molta incredulità e dolore.

Qual è stata la tua prima impressione appena arrivato

ad Amatrice?

Il disastro del terremoto.

Cosa ti è rimasto più impressione dopo questa

esperienza?

Ovviamente ripenso alla forza delle persone

terremotate: hanno perso tutto ma sono riusciti a

ricominciare da zero per una nuova vita. Ricordiamoci

che stiamo parlando di persone che hanno persone i

loro familiari sotto le macerie.

Articolo curato da Sofia Borra, Thomas Ceccherini e Matteo Vescovi (classe III Secondaria)

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ANGOLO GIOCHI Per questa edizione speciale abbiamo pensato per voi un cruciverba e un

cercaparole a tema “NATURA” A cura di Giacomo Savio -

Classe 5^

Il CRUCIVERBA verticali: 1.nome alternativo di pescecane 3.unico squalo che mangia plancton 4.famoso pesce assassino 5.è anche un modello di auto americana 7.la chiamano diavolo di mare 9.rana che pesca 12.pesce piatto 15.un colore ha il suo nome 16.crostaceo dotato di pinna alla fine della coda 21.amico dello sgombro in scatoletta 22.misura la pressione 23.mollusco marino

orizzontali: 1.scatoletta di … 2.animale marino felino 5.il più grande mammifero esistente 6.il più grande predatore marino 8.uno squalo “fruttoso” 10.lo squalo più conosciuto al mondo 11.il contrario dello squalo pinnabianca 12.pesce cavaliere 13.pesce da sottomarino 14.il pesce più brutto 17.crostaceo dalla forma circolare 18.celenterato più famoso 19.comune del padovano “anguilloso” 20.pesce dentista

Il cercaparole Cerca le seguenti parole nello schema qui a fianco

1. picchio 2. ara machao 3. aquila 4. pettirosso 5. cuculo 6. barbagianni 7. corvo 8. falco 9. struzzo 10. fenicottero 11. piccioni

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Che

risate!!!

avventure a

scuola! Racconti

pesciosi!

NATURA MATEMATICA

Risolvi le seguenti operazioni e

scopri il valore delle foglie.

Articolo di Sofia Tibaldo, Laura Vizcardo Grobas, Giulia Capozzi - Classe 5