ANNO 3 CSV Magazine...ANNO 3 N 1 Gennaio/Marzo Manifestazione nazionale per la legalità a Crotone...

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ANNO 3 N° 1 Gennaio/Marzo Manifestazione nazionale per la legalità a Crotone Scaduti i termini per il bando di perequazione. Tanti i progetti delle associazioni Informazione e attualità del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro CSV Magazine 2009

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ANNO 3N° 1 Gennaio/Marzo

Manifestazionenazionaleper la legalitàa CrotoneScaduti i terminiper il bando di perequazione.Tanti i progetti delle associazioni

Informazione e attualità del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro

CSV Magazine

2009

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2009Periodico di informazione del CSV Catanzaro,Centro Servizi al Volontariato della provincia diCatanzaro.

Registrazione Tribunale di CatanzaroN° 8 del 10 settembre 2007Anno 3 - numero 1 - gennaio/marzo 2009

Direttore Editoriale:Caterina Salerno

Direttore Responsabile:Benedetta Garofalo

Gruppo di lavoro redazionale: Maria BombaraPietro CaroleoMaria CittadinoCarlo CrucittiGiulia MennitiGiuseppe MeranteStefano Morena

Hanno collaborato a questo numero:Gabriella De Luca, “Terra di Confine”Tiziana Fregola, associazione “Over the Top”Patrizia Masciari, “Laboratorio La Città del Sole”Gianluigi Melina, “U.N.I.Vo.C.”Maria Teresa Salerno, Area Promozione CSVNicola Sandulli, “Aliseo Communication”

Fotografie:Carlo CrucittiArchivio CSV CatanzaroBenedetta GarofaloAliseo ComunicationAssociazione “Over the Top”

Progetto Grafico e impaginazione:Studio Pingitore.it

Stampa:Grafiche Abramo, Catanzaro

Editore:CSV Catanzaro

Direzione e Redazione:CSV Catanzaro,Centro Servizi al Volontariatodella provincia di Catanzaro.Via Fontana Vecchia88100 CatanzaroTel. (+39) 0961.794607-794522Fax (+39) [email protected]

La pubblicazione è stata realizzatagrazie al contributo di:Fondazione CariploFondazione Compagnia di S. PaoloFondazione Ente Cassa di Risparmio di RomaFondazione CaricalIstituto Banco di NapoliEnte Banca Nazionale delle Comunicazioniattraverso la ripartizione assegnata dal Co.Ge.Comitato di Gestione Fondo Speciale per ilvolontariato della Calabria

La collaborazione si intende aperta a tutti e a titologratuito - Dattiloscritti, manoscritti e foto, anche senon pubblicati, non verranno restituiti - I diritti diproprietà artistica e letteraria sono riservati al CSVCatanzaro.I contributi devono pervenire in formato elettronico intempo utile alla pubblicazione e comunque primadella chiusura in stampa. Per ulteriori dettagli con-tattare la redazione via e-mail: [email protected] o contattare il referente al n. 335.7808186.

Foto di copertina, Benedetta Garofalo

Comitato di Gestione deiFondi Speciali per il Volontariato

(L. 266/91)Regione Calabria

In questo numero:

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EDITORIALECome non dare ascolto allarichiesta di aiuto del CentroCalabrese di Solidarietà?

PRIMO PIANOIl “NO” della Calabria e dell’Italiaintera alla prevaricazione mafiosa

L’ARGOMENTOLe tante facce della violenza

APPROFONDIMENTITempi duri per irichiedenti asilo

PIANETA SCUOLAIl mio nuovo compagno di banco

UNO SGUARDO SU...Il valore della quotidianità

INIZIATIVEIl Braille, l’insostituibile metododi apprendimento per inon vedenti

Giornata della memoria:per non dimenticare

“Diario di un maestro”del regista Vittorio De Seta hainaugurato la breve stagionedella rassegna cinematograficadel CGS “Il Faro”

SOCIALE E DINTORNIAffrontato il tema dellacomunicazione nel quartoseminario giuridico-socialepromosso dal Centro di GiustiziaMinorile di Calabria e Basilicata

ANGOLO DELLE ASSOCIAZIONILe metodologie dell’Arte-terapiadel “Laboratorio La Città del Sole”

LETTERE ALLA REDAZIONEIo, donna italiana

PROMOZIONEPerché il Progetto“Scuola Solidale” ?

FORMAZIONEBando 2008 Perequazione

CONSULENZAIl bilancio d’esercizio

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPOIl CSV Catanzaro aderisce allaCampagna EuropAfrica

RECENSIONI

Servizi del CSV di Catanzaro

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Il CSV Catanzaro aderisce a:

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a paventata chiusura delCentro Calabrese di Soli-darietà per mancanza dirisorse ci richiama all’ordi-

ne. Ai comportamenti omissivi dichi è chiamato a dare sostegno ad una delle piùimportanti strutture per il recupero dei tossicodipen-denti del Sud Italia, deve fare da contraltare la mobi-litazione del mondo del volontariato e del terzo set-tore, nel rispetto di un senso di responsabilità voltoall’edificazione di una società più giusta.Quella degli operatori del Centro Calabrese di donMimmo Battaglia non è una richiesta di soccorsocaritatevole bensì di rispetto dei propri diritti, dopoavere fatto molto più che adeguatamente la propriaparte: la Comunità, infatti, si è presa carico di giova-ni feriti dal degrado morale e materiale, e si è impe-gnata per il loro recupero ed il reinserimento in socie-tà. Per anni ha operato in un settore dove altri nonpossono o non sanno come agire, garantendo mag-giore sicurezza alla collettività e supporto ai piùdeboli. In cambio chiede solo il rispetto del propriooperare, e la possibilità di continuare a farlo. Nientedi più ma neppure niente di meno.Tutto ciò si consuma in una regione dove si predicala lotta alla mafia ed all’emarginazione, ma che poiemargina chi lotta; che tiene in vita ospedali vuoti einutili e chiude comunità piene di giovani in cerca difuturo; che si riempie la bocca promuovendo politi-che giovanili ma rimette i giovani sulla strada, chespreca risparmiando sulle rette.

Di contro, non trova ancora ricono-scimento l’impegno civile di tantiche nella vita hanno scelto di ope-rare sulla strada e non nei salotti, eche oggi vivono sulla propria pelle

il dolore di sentirsi sconfitti da un sistema che vuoleche gli ultimi siano sempre più ultimi, affinché i primipossano sentirsi sempre più in alto.Noi volontari chiediamo, se non condivisione, alme-no rispetto per quello che facciamo e per le cose incui crediamo. Non vogliamo più sentirci dire chesiamo bravi, disponibili e generosi, non è questa laragione dell’impegno. Semplicemente abbiamo scel-to di essere cittadini e non sudditi, e di non continua-re ad ignorare la nostra coscienza.

Avv. Caterina SalernoPresidente CSV Catanzaro

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Come non dare ascoltoalla richiesta di aiutodel Centro Calabresedi Solidarietà?

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Crotone - C’era anche ilmondo del volontariato allamanifestazione nazionale

contro le mafie e le massoneriedeviate del 1° marzo a Crotone. Letestimonianze rese dal palco daparte del presidente del CSVnetMarco Granelli e del coordinatoredei CSV calabresi LucianoSquillaci sono state infatti impron-tate all’esigenza di cambiamento,ed alla necessità di ritrovarsi insie-me per perseguire obiettivi comuniche non lascino spazio alle divisioni. È su di esse e sul “peccato di omis-

sione” di molti che si ergono, appun-to, il malaffare e la prepotenza.Diverse, però, sono state le tappeche i numerosi rappresentanti istitu-zionali ed associativi hanno dovutopercorrere in corteo prima di giun-gere in Piazza della Resistenza perapportare il proprio contributo allamanifestazione. Qui, davanti alpalazzo del Governo, il momento difesta è divenuto ancora più inconte-nibile: complici la musica del RinoGaetano nazionale ma crotonese diorigine (“Il cielo è sempre più blu” èstato infatti assurto ad inno dell’in-

tera giornata), e l’elevato numero distriscioni provocatori sollevati versol’alto (“A.A.A. Cercasi Politico PulitoDisperatamente”; “Non è il nemicoche è grande. Siamo noi che loguardiamo in ginocchio. Alzia-moci!”, tra le frasi più significative).Ogni tanto veniva sventolata nelmucchio qualche bandiera di parti-to, nonostante fosse stato più volteribadito con il megafono da partedegli organizzatori il carattere apar-titico e apolitico della marcia, chenella seconda edizione (la primavolta è stata a Locri, a seguito

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Gli interventi deirappresentanti isti-tuzionali dal palcodi piazza dellaResistenza.

della Calabria edell’Italia intera allaprevaricazione mafiosa

Il“NO”

a cura di Benedetta Garofalo

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minalità organizzata, ma di essererimasta fedele ad una presa di posi-zione che è necessaria, per quantonon sia conveniente e sicura.

Le dichiarazioni rese al “CSVMagazine”L’Alleanza per la legalità, a cui ade-riscono rappresentanze variegatedella società civile, si rivolge a tuttoil Paese: da Crotone, dunque, si èlevato un grido di democrazia e dilibertà che mira all’approvazione diun progetto condiviso. E non ècasuale il fatto che “Dall’alleanza al

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dell’Alleanza con la Locride e laCalabria - promossa dal ConsorzioSociale “Goel”, Calabria Welfare eComunità Libere – a cui hanno ade-rito quasi tremila persone e ottocen-to enti in tutta Italia) si è dislocataper le strade di Crotone, città sim-bolo di una realtà sofferente.L’enorme “macchia umana” dimanifestanti di tutta Italia (erano intanti a provenire da Aosta,Bergamo, Firenze, Reggio Emilia,dal Trentino e dalla Sardegna) -accomunati dalla volontà di ribadirepacificamente il proprio “no” ai

morti ammazzati, all’illegalità, airifiuti nocivi, ai poteri occulti, allaclientela ed alla corruzione – non haavuto remore a gridare alle personeaffacciate ai balconi di scenderegiù, e di unirsi al corteo che dallostadio comunale ha poi raggiuntoPiazza della Resistenza. Con il pre-sidente della Provincia Sergio Iritale,il sindaco Peppino Vallone ed ilvescovo Graziani in testa, la folla hacosì lanciato il suo messaggio disperanza e di sviluppo alla Calabriaed all’Italia intera, conscia di nonriuscire da sola a sconfiggere la cri-

Marco Granelli eLuciano Squillacipartecipano alcorteo

Alla manifestazione per la legalitàdel 1° marzo a Crotone ha aderitoanche il presidente del CSVnetMarco Granelli

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progetto” sia stato proprio il titolodella manifestazione stessa, comeha tenuto a precisare VincenzoLinarello, presidente del ConsorzioGoel e portavoce di ComunitàLibere: “Il nostro intento è quello diavviare a realizzazione gli obiettivioperativi che abbiamo sottoscrittol’anno scorso col manifesto del 1°marzo. Nell’elenco figurano espe-rienze di comunità mutualistiche,una scuola per dirigenti, una fonda-zione di comunità ed osservatoricivici territoriali contro le infiltrazionial Nord. E solo la convergenza dioltre settecento enti e di 2900 per-sone aderenti all’Alleanza può far sìche tutti questi propositi diventinoprogetti concreti”. La gente comune- portatrice del bisogno improroga-bile di assistere ad una svolta e dicontribuirvi – è quindi la destinatariadel progetto stesso, che trova nutri-mento nei “segni di speranza” ecombatte i segnali di morte e didisperazione attraverso la costitu-zione, in primo luogo, di un organi-

smo promotore delle fondazioni dicomunità e di quelle mutualistiche.“Affinché la speranza sia il motoredel cambiamento è necessario chetutti imparino a liberarsi dalle magliedella rassegnazione. Dalla rassegna-zione, infatti, non può nascere alcunainiziativa – ha proseguito Linarello,che sarà presente all’incontro del 21marzo a Napoli, promosso dall’as-sociazione “Libera” – La gente inCalabria “vende” il proprio voto per

sopravvivere e venire incontro aipropri bisogni quotidiani: c’è biso-gno, dunque, di spezzare la catenaprima, e di impedire che tali voti fac-ciano andare al governo i soliti poli-tici corrotti. È fondamentale peròche la gente impari a dire “no” aquesto sistema e che utilizzi il dirittodi voto in maniera libera”.Sull’operazione di risveglio dellalegalità investe anche il Coordi-namento Nazionale dei Centri diServizio al Volontariato, il cui presi-dente Marco Granelli è intervenutoa Crotone: “Il CSVnet è nella cabinadi regia nazionale ed in particolarepromuove il rapporto tra il volonta-riato e l’impresa sociale: la costru-zione di comunità solidali, che dianorisposte ai bisogni delle persone,“passa” attraverso l’attivazione delvolontariato e la capacità di fareimpresa sociale”. Le frequenti in-comprensioni tra il mondo delvolontariato e quello della coopera-zione devono, dunque, essereaccantonate per il perseguimento

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dei medesimi valori. Il volontariato,poi, può avere una sua rilevanza nelprocesso di diffusione della culturadella legalità, purché i cittadini sianodisposti a spendersi per l’altro, e adavvalersi per la propria crescita diesperienze di solidarietà. A benpoco servono, invece, i grandidiscorsi: “Bisogna mettersi insieme,e fidarsi gli uni degli altri, per utilizza-re al meglio le risorse - ha chiaritoancora Granelli – Anche le risorsedei Centri di Servizio e dellaFondazione per il Sud vengonoimpiegate nel rispetto della logicadel bene comune e della coopera-zione. Insieme si può fare tanto,valorizzando le capacità che ognunodi noi ha: solo così chi è in difficoltàpuò riacquistare fiducia in se stessoe superare il problema. Se poi l’alle-anza con il ceto sociale può anchedare lavoro, ben venga. Il rilanciodell’intero Paese dipende da come ilSud riuscirà a risollevarsi: su questofronte sta lavorando il CSVnet perl’organizzazione dell’Anno Europeodel Volontariato del 2011, e sullacentralità del Mediterraneo dovràconvergere pure l’Unione Europea.Nella speranza che i cinque CSVcalabresi siano i soggetti trainanti diquesto sviluppo”.In qualità di rappresentante dellapolitica, ma soprattutto di donnache ha pagato un prezzo troppo altoalla criminalità, non è mancataall’appuntamento l’onorevole MariaGrazia Laganà, vedova del vicepre-sidente del Consiglio regionaleFrancesco Fortugno, assassinato il16 ottobre 2005: “La mia presenza amanifestazioni di tal genere è innetta corrispondenza con quantofinora ho denunciato. Ho raggiuntoun primo risultato (nel corso del pro-cesso contro gli imputati per l’omici-dio Fortugno, ndr), ma la mia batta-glia prosegue anche per tutti coloroche aspettano da troppo tempo giu-stizia, e per tutti questi giovani, pro-venienti da varie parti d’Italia, chemanifestano oggi assieme alla granparte di persone perbene di cui laCalabria è composta”. Maria Grazia

Laganà, inoltre, è convinta chel’operazione per l’abbattimento delmuro di omertà, dietro cui si trince-rano tanti calabresi rassegnati,abbia già avuto inizio: “Da circa dueanni il numero delle denunce e degliinterventi delle forze dell’ordine edella magistratura è aumentato.Siamo ancora all’alba, ma qualcosasi è mossa: con le nostre idee, ed ilconvincimento che può esserci unasperanza per questa terra, possiamovincere l’ndrangheta. Abbiamoinfatti un’arma preziosa: il voto. Lagente ha capito che il tempo delvoto di scambio è finito, e che c’èbisogno di rimboccarsi le manichesenza chiedere assistenzialismo”.

L’intervista al missionario Com-boniano Padre Alex ZanotelliIl suo intervento dal palco è stato dichiaro stampo politico: prendendospunto dal degrado ambientale diNapoli, che, a suo dire, ancora per-siste, Padre Alex ha messo in guar-dia i calabresi dall’“allarme rosso”dei rifiuti tossici provenienti dal Nord(e disseminati nei terreni delle regio-ni a Sud con la compiacenza delleorganizzazioni malavitose), dellemega-discariche e degli incenerito-ri. Per favorire, al contrario, la rac-colta differenziata e dell’umido, l’uti-lizzo della propria acqua ed il ritornoalla sobrietà. Prima, però, ha rispo-

sto ad alcune domande per lanostra rivista.Padre Alex, con la sua presenza aquesta manifestazione cosaintende sottolineare?In primo luogo il legame che hosempre avuto con “Comunità Libe-re”, espressione del tentativo dimettere insieme in Calabria le realtàdi base che lottano per un’altraCalabria. È soprattutto per sostene-re questa voglia di riscatto che mitrovo qui.Una manifestazione di tal genereche significato può assumerenella lotta alla mafia?Può servire a far prendere coscien-za del fatto che le mafie governanoperché noi quotidianamente faccia-mo delle scelte che le rafforzano. Enon ce ne accorgiamo nemmeno.La mafia infatti è “ ’U Sistema”(come diciamo a Napoli a propositodella camorra) che coinvolge i pote-ri economici-finanziari, le loggemassoniche ed i servizi segreti.Anche la ’ndrangheta, che oggi èla più grande organizzazionemalavitosa del mondo, è cresciu-ta così…Oggi i più grandi affari finanziari pas-sano attraverso le mani dell’ndran-gheta. Non si può ignorarlo. Ed èimportante che i calabresi sappianoche la loro regione rischia di diven-tare un serbatoio nazionale di rifiutitossici così com’è stata la Campaniaper venti anni. Lei ha affermato che la situazioneche ha trovato a Napoli (dove leiattualmente opera) è per certiaspetti ancora più tragica di quelladell’Africa in cui è stato missiona-rio. Crede che un cambiamento inregioni difficili come la Campaniae la Calabria sia possibile?È possibile, e non ci rimane altro checrederci. D’altronde, andando avan-ti in questo modo, andiamo dritti allamorte. C’è bisogno però di una rivo-luzione culturale, etica e spiritualeper fare “il salto di qualità”. Edanche la stampa deve contribuire afar vedere la verità delle cose.

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l’argomento

empre più spesso, tra le paginedella cronaca nera dei nostriquotidiani, trovano spazio due

parole ricorrenti: “violenza” e “donna”.Non ci servono molta fantasia e immagi-nazione per comprendere che ciò che silegge sui giornali è l'ennesimo articoloche riporta: “violenza contro la donna”.Sicuramente stiamo assistendo adun'escalation davvero allarmante deicasi di violenza, che possono culminareanche nell'uccisione della vittima, tantoda parlare di “femminicidio”.Si continua a parlare di sicurezza nellanostre città, eppure non si sta neancheaccennando a un problema più ampio qualè quello della violenza sulle donne.In Italia è semprepiù emergenza. La violenza sulledonne si generasoprattutto all’in-terno dei nucleifamiliari, e i figli, imariti, i conviventine sono moltospesso i responsa-bili prevalenti. Le donne sonocomp le tamentelasciate sole al lorodestino, fatto diabusi, molestie,violenze fisiche epsicologiche ripe-tute, sistematiche.La violenza pur-troppo ha tantefacce, e altrettantemaschere dietrocui nascondersi; sipuò celare dapprima dietro un innocen-te complimento o dietro un consiglio su“come sarebbe meglio fare e compor-tarsi”, poi dietro un giudizio negativo ouna derisione pubblica, magari davantia figli o parenti o amici. E già lì si intra-vedono i primi segnali di un particolaretipo di violenza. Quella psicologica.La violenza psicologica non è meno

pericolosa e di quella fisica; anch'essalascia segni indelebili, forse non nelcorpo ma sicuramente nell'anima. Segni che incidono sulla consapevolez-za di sé, sul proprio ruolo di donna,moglie, compagna, madre, sulla propriaautostima.La violenza psicologica si concretizza inattacchi diretti a colpire la dignità perso-

nale, in una sorta di mancanza di rispet-to, di derisione, di umiliazione. Tuttiatteggiamenti volti a ribadire continua-mente uno stato di subordinazione euna condizione di inferiorità.In questa ottica deve essere letto ancheil tentativo di continuo controllo suglispostamenti della propria compagna, ilcontinuo accesso ai suoi conti privati eai suoi guadagni, il fare “terra bruciata”intorno a lei facendole perdere i contatticon amici e parenti.Molte delle vittime di questa particolareforma di violenza riferiscono spesso cheil loro compagno o marito “all'inizio nonera così”. Si dimostrava come un com-pagno premuroso e particolarmente

attento. Ma poi leattenzioni si sonotrasformate in con-trolli e le premure incontinue richieste diattenzioni fisiche esessuali, soprattuttocontro la volontàdella donna.E se lei minima-mente accennavaun rifiuto, ecco pio-verle addosso criti-che, giudizi pesan-ti, umiliazioni e de-risioni in pubblico,minacce di far delmale a figli o parenti. Purtroppo accadeche o per amore(“chissà magari ètroppo stressato,forse dovrei capirloe stargli vicino, in

fondo mi vuole bene”) o per paura (“senon accondiscendo ai suoi desideri faràdel male ai miei figli o ai miei genitori, saràmeglio accontentarlo così forse si calme-rà”) la donna tende a restare chiusa nellasua trappola silenziosa, a non parlare diquello che accade né con i parenti né congli amici, forse pensando di riuscire arisolvere da sola la situazione.

Le tante facce dellaviolenza

La psicologa TizianaFregola affronta la

tematica della violenzapsicologica a danno delle

donne, alla luce deirisultati ottenuti comeconsulente esperta del

laboratorio di autodifesa,promosso

dell’associazione “Overthe Top” e finanziato dal

Csv della provincia diCatanzaro

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che e strategie pratiche per l'autodifesafisica contro l'aggressore, a cui seguivaparallelamente un percorso psicologicoin cui venivano trattate tematiche relativealla crescita del proprio “io”, del concettodi auto consapevolezza e di autostima.Il gruppo era costituito da circa ventipartecipanti e al suo interno si presenta-vano donne dai 20 ai 60 anni.Insieme abbiamo portato avanti un per-corso di conoscenza di sé, delle proprieemozioni e dei propri vissuti; abbiamoesplorato l'imbarazzo nel tentativo diverbalizzare un “no”, la rabbia e l'ag-gressività da gestire e dirigere in manie-ra più funzionale alla risoluzione delconflitto, la ricerca di un dialogo co-struttivo, laddove possibile, in ambientefamiliare o lavorativo.Queste ragazze mi hanno insegnatotanto; il loro mettersi in discussione, illoro mettersi alla prova mi hanno datol'immagine di donne tanto forti, di donneche hanno tanto da dire e tanto da dare,di donne che non si vogliono più spa-ventare e che vogliono reagire.Il lavoro di prevenzione è un pilastro fon-damentale nella lotta contro la violenza.Un buon lavoro di prevenzione deve con-sentire dapprima l'ascolto, deve saperecogliere l'essenza della persona, acco-gliere le sue paure e i suoi disagi per poilavorare sulle sue risorse interne e faremergere le sue doti e i suoi punti di forza.Deve concentrarsi su come gestire eaffrontare le situazioni più improbabili,quelle, cioè, che pensi che a te nonpotranno mai accadere. Non deve esse-re un lavoro “terroristico” che facciavenire la paura di uscire da casa, maun’attività che aiuti la donna ad avereuna visione di insieme delle situazioni divita reale, familiare, domestica, lavorati-va, preparandola a gestire le situazioniproblematiche e ad evitare quelle peri-colose da principio.

Tiziana Fregola Psicologa Psicoterapeuta

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l’argomentoLa forza distruttiva della violenza psico-logica consiste proprio nel riuscire inmaniera subdola e sottile a far sentire la vittima come causa della violenza chesta subendo; come se quella “velata”umiliazione in pubblico fosse in realtàun consiglio su come comportarsi in

società, come se quel continuo control-lo sul suo conto in banca fosse una“premura”, perchè la donna in fondonon sa mai gestire per bene le questionieconomiche.Una donna non deve mai sentirsi la causadella violenza che sta subendo. Solo par-tendo da questa consapevolezza potràtrovare le risorse interne ed esterne, glistrumenti adatti e i contatti giusti perpoter affrontare i propri aguzzini.Il possedere questa consapevolezza laaiuterà a cercare ascolto ed aiuto, a nonsentirsi sola e a potersi rivolgere alleforze e agli organi di competenza prepo-sti al servizio delle donne in difficoltà.In alcuni casi queste donne, seppurconsce della violenza che stannosubendo, non sono ancora perfetta-mente consapevoli del loro valore, nonconsiderano pienamente la loro forzainteriore e tendono a perdere progressi-vamente stima e fiducia in se stesse.Laddove è stato possibile superare ilmomento “fisico” della violenza elasciarsi alle spalle queste relazionidistruttive, diventa necessario interveni-re sulla persona, eseguendo quasi “unaristrutturazione dell'essere umano”, al

fine di fortificare la consapevolezza diessere una donna di valore, sia in fami-glia che nel lavoro, una donna carica di stima e di amore, una donna pronta adare e a ricevere, finalmente, in una ma-niera nuova, più bella e più sincera.Mi rendo conto, pur scrivendo questo

articolo, che a livello legislativo c'èancora molto da fare e che spesso ledonne si sentono rispondere che nonc'è possibilità di intervenire se non dopoche la violenza è stata già compiuta, maquesto non deve permettere che ladonna si arrenda. È da tempo ormai che il mondo delleassociazioni di volontariato, sensibili alsempre più allarmante problema dellaviolenza sulle donne, si rende protagoni-sta offrendo alle donne aiuto ed ascolto,assistenza legale, accoglienza e soste-gno psicologico, reinserimento nelmondo nel lavoro.Vorrei riportare una personale esperien-za di lavoro che mi ha arricchito tantis-simo, sia da un punto di vista professio-nale che personale. Ho avuto la possibilità di lavorare in unambito preventivo, ossia di parteciparead un gruppo di autodifesa al femminile(attraverso il progetto “Più consapevolepiù sicura”, promosso dall'associazio-ne culturale “Over the top” in collabora-zione con l’associazione “Pic.Asso” efinanziato dal Centro Servizi al Volon-tariato della provincia di Catanzaro), incui per mesi sono state impartite tecni-

Dario Condello, presidente dell’associazione Over The Top, durante una delle dimostrazioni pratiche delcorso di autodifesa

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approfondimenti

ella maggior parte dei casigiungono in Italia sprovvistianche di valigie in cui mette-

re le loro illusioni. È infatti l’illusione diun’Europa ricca e accogliente a guida-re i loro passi attraverso il deserto ed ilmare tempestoso: per i più fortunati ilviaggio prosegue verso gli avanzatiPaesi del Nord Europa, ma per i piùnumerosi si arresta nelle più vicine emeno organizzate Grecia e Italia.Specie dopo che la Convenzione diDublino del 1990 ha stabilito, all’artico-lo 8, che “l’esame della domanda di

asilo è di competenza del primo Statomembro al quale essa è stata presenta-ta”. E in attesa che il lungo percorsogiudiziario per il riconoscimento dellostatus di rifugiato giunga al termine, siaffidano ai permessi di soggiorno – chevengono rinnovati ogni sei mesi – perpoter lavorare. Il sogno di una vitadignitosa di migliaia di extracomunitarisi infrange, dunque, contro i vuoti legi-slativi che contribuiscono a rendere itempi della giustizia ancora più lunghi enoncuranti del bisogno di sostenta-mento di tante forze lavoro, impiegate

Tanti i processiancora pendenti

presso il Tribunale diCatanzaro per il

riconoscimento dellostatus di rifugiato

Carlo Crucitti, Latifa e Khalid con i quattro ragazzi africani

Benedetta GarofaloAddetta stampa CSV Catanzaro

N

Tempi duri per irichiedenti asilo

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questi ragazzi salgono sui treni senzabiglietto, mangiano quello che trovanoe fanno ritorno a Rosarno senza averenessuna idea degli italiani, delle lorousanze e della loro lingua: hanno impa-rato solo ad averne paura. Della crisi

economica contingente e della man-canza di lavoro generale non hannocontezza alcuna: per loro l’obiettivoprimario è poter rimanere in Italia comerifugiati politici, sperando di essere for-tunati come quelli del loro Paese di ori-gine che sono riusciti ad integrarsi. Dicerto ignorano che il programma diprotezione a riconoscimento ottenutoduri solo sei mesi, decorsi i quali loStato esaurisce il suo compito. Ognunodovrà poi provvedere da sé. “Ma ancheper coloro che risiedono da tempo inItalia e sono riusciti ad arrivare alla pen-sione, le cose non vanno meglio - chia-risce ancora Khalid – Per molti di lorol’accesso alla casa è negato, e se deci-

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approfondimenti

perlopiù stagionalmente. A tutte questepersone, invero, il duro lavoro neicampi non spaventa, anzi: il legamecon la terra ha per loro radici ataviche,che affondano in un passato fatto diprivazioni e sofferenze, ma anche diimportanti tradizioni. “È la Convenzionedi Ginevra a stabilire i requisiti necessa-ri per ottenere il riconoscimento dellostatus di rifugiato. Possono trascorrereanche alcuni anni prima di ottenere ilriconoscimento con sentenza da partedel Tribunale: nel frattempo, l’extraco-munitario si affida ad avvocati volontariper lo svolgimento delle pratiche espera di tirare avanti con le raccoltestagionali finché non scade il permessodi soggiorno – spiega KhalidElsheikh, mediatore culturale per ilConsorzio Promidea – I più fortunatiraggiungono parenti e amici nelle cittàpiù grandi con lo scopo di trovare unlavoro; per quelli che restano al Sud, especie in Calabria, le speranze sonoinvece molto più ridotte. Qui da noi nonesistono neanche realtà associativeimportanti che possano garantire lorovitto e alloggio”. Assieme a Khalid, edall’altra mediatrice culturale LatifaAzri, ci sono quattro ragazzi ad atten-dere noi de il “CSV Magazine”: dueprovengono dal Mali, gli altri dallaCosta d’Avorio. Hanno tra i ventitrè edi venticinque anni, non conoscono l’ita-liano e sono quasi intimoriti dellanostra presenza: sanno di essere alcentro dell’attenzione, ma ascoltano insilenzio Khalid mentre ci rende edottisulla loro situazione, simile a quella dimoltissimi altri. “Sono arrivati l’annoscorso al Centro di Accoglienza diSant’Anna, e dopo avere girato in lungoe in largo per la Calabria e lavorato neicampi, si sono stabiliti a Rosarno in uncapannone abitato solo da extracomu-nitari. Hanno un nuovo permesso disoggiorno, ma tornano spesso aCatanzaro ad incontrare gli avvocatiche si occupano delle pratiche relativeallo status di rifugiati: la Commissionecompetente ha infatti rigettato in primaistanza la loro richiesta, ed hanno fattoricorso. Nella speranza che il Foro diCatanzaro si esprima a favore, vaganosenza meta, senza soldi e sostegnoalcuno”. Lasciati in balia di loro stessi,

dono di allontanarsi per trenta giorni diseguito dall’Italia senza darne comuni-cazione, perdono addirittura la pensio-ne. Nonostante abbiano tanti anni dilavoro alle spalle ed abbiano messo sufamiglia”. Non c’è da meravigliarsi,dunque, se capita di vedere degliextracomunitari mentre dormono neiposti più impensati (anche i ragazzidella Costa d’Avorio e del Mali, sedutidi fronte a noi nella sala conferenzedell’assessorato comunale allePolitiche Sociali - presso cui ilConsorzio Promidea ha aperto unosportello per immigrati nell’ambito delprogetto “Interlab”- hanno ammessodi avere dormito nella stazione diLamezia Terme la notte prima) o, addi-rittura, mentre chiedono l’elemosinaper le strade del centro di Catanzarocosì come fanno gli immigrati prove-nienti dai Paesi dell’Est. “Si tratta di unfenomeno nuovo, non essendo maiaccaduto prima di imbattersi in africaniche timidamente stendono la mano perstrada – prosegue Khalid - Non è infat-ti nel loro costume, e si vergognanoquasi nel farlo, ma non trovando lavoropur avendo il permesso di soggiorno -e in attesa che si concluda il processoper la domanda di asilo - vanno ramin-ghi per la Calabria cercando di soprav-vivere in qualche maniera”. Sottolineare le difficoltà, che incontra-no le migliaia di profughi già al momen-to degli sbarchi, è un compito arduo,visti i recenti episodi di cronaca che livedono protagonisti e l’acuirsi dei pro-blemi economici per la maggioranzadelle famiglie italiane. Ma, in qualità diredattori di una rivista sociale, è nostrocompito mettere in luce problematichereali ed esprimere la piena vicinanzaalle categorie più deboli. Nel rispetto diquei quattro ragazzi spaventati chesolo la fotografia scattata a corredodell’articolo ha fatto sentire importanti:e di quanti, come loro, hanno lasciatotutto per ritrovarsi a vagabondare in unPaese straniero che non sa comeaccoglierli.

Lasciati in balia di lorostessi, questi ragazzi

salgono sui treni senzabiglietto, mangiano quello

che trovano e fannoritorno a Rosarno senzaavere nessuna idea degliitaliani, delle loro usanze

e della loro lingua...

Il sogno di una vitadignitosa di migliaia di

extracomunitari si infrangecontro i vuoti legislativi

che contribuiscono arendere i tempi della

giustizia ancora più lunghie noncuranti del bisognodi sostentamento di tante

forze lavoro,impiegate perlopiù

stagionalmente.

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Pietro CaroleoComponente direttivo CSV Catanzaro

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pianeta scuola

tuttora in corso il progetto diintegrazione scolastica deglistranieri che mette in rete enti

ed associazioni Gli stranieri residenti nella nostra regio-ne superano la soglia delle cinquantami-la unità. Sono numeri importanti, chepongono all’ordine del giorno l’esigenzadi politiche inclusive che facilitino il loroinserimento nel contesto locale. Fra leattività di accoglienza, una delle piùimportanti è quella che interessa i mino-ri e il loro accesso all’istruzione: sonostati infatti 7.708 in Calabria i minoristranieri iscritti a scuola nell’anno scola-stico 2007/2008.Spesso il percorso migratorio costitui-sce per i minori una esperienza partico-larmente dolorosa, affrontata in unacondizione di speciale debolezza e disolitudine. Si tratta di “ripensare” la pro-pria nuova esistenza ristabilendo anco-raggi affettivi ed identitari, in un conte-sto sovente molto diverso da quello dipartenza, in cui si possono determinarefenomeni di disadattamento e di crisi.Un ruolo fondamentale, in questo ambi-to, può e deve svolgerlo la scuola, alfine di contenere disagio e malessere epermettere ai minori una crescita il più

possibile armoniosa e coerente.Il progetto “a scuola è meglio” si muovenell’intento di sperimentare approcciinnovativi nell’ambito dell’interculturali-tà, per aiutare e supportare le istituzioniscolastiche in questa nuova sfida.L’attività progettuale ha avuto inizio nelgiugno 2008, ed è finanziata dalla“Fondazione per il Sud”, nata nel 2006da un protocollo d’intesa tra il Forum delTerzo Settore e l’Acri in rappresentanzadelle fondazioni di origine bancaria.Il progetto è stato promosso dall’ADAregionale (Associazione per i Diritti degliAnziani) che ha voluto indirizzare le pro-prie attività ed i propri sforzi a favore deiminori immigrati in un’ottica di scambiointergenerazionale oltre che intercultu-rale. All’iniziativa partecipano, altrinumerosi soggetti del terzo settore: laCooperativa Sociale Promidea,l’Associazione di Volontariato AltroAiuto e la Cooperativa Atlante diCatanzaro, l’Associazione culturalemultietnica La Kasbah di Cosenza, ilCIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati) diBadolato, l’Associazione Don Milani diGioiosa Ionica ed il Centro diAccoglienza SPRAR di Carfizzi in pro-vincia di Crotone.

Il mionuovo

compa-gno dibanco

È

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pianeta scuola

Destinatari delle attività interculturalisono alunni sia stranieri che italiani, dietà compresa tra i 10 e i 17 anni.L’Obiettivo generale dell’iniziativa èquello di contribuire alla riduzione delfenomeno della dispersione scolasticadegli alunni immigrati, facilitando il loropercorso di integrazione sociale e cultu-rale attraverso l’incontro, il confronto e ildialogo interculturale ed intergenerazio-nale e la trasmissione di saperi, valori ecompetenze.Le azioni messe in campo sono statediverse (servizio di mediazione linguisti-co-culturale,corsi di lingua e cultura ita-liana, assistenza extrascolastica allostudio, attività di educazione all’intercul-turalità e ai diritti umani, Laboratori diattività creative parascolastiche),così come diversi sono stati gli istitu-ti comprensivi coinvolti: la ScuolaMedia Gullo, l’Istituto Comprensivo diSchiavonea di Corigliano e l’IstitutoComprensivo di Lappano in provincia diCosenza; in provincia di Catanzaro gliIstituti Comprensivi di Sellia Marina,Davoli e Badolato; in provincia diReggio Calabria l’Istituto Comprensivodi Gioiosa Jonica; in provincia di Cro-tone l’Istituto Comprensivo di Cirò.

Inoltre, l’attività è stata realizzata anchein collaborazione con l’AssociazioneCittà a Lamezia Terme (presso i cui loca-li si sta svolgendo un’attività di Edu-cazione Interculturale); l’associazioneTerra di Confine presso il campo ROMdi Via Lucrezia della Valle a Catanzaro; icentri di accoglienza SPRAR di Acri (CS)e Carfizzi (KR).Le istituzioni scolastiche dimostrano, inquesto modo, di essere disposte adaffrontare questa nuova sfida che richie-de la riformulazione della propria offertaformativa, allo scopo di renderla piùaderente al nuovo contesto in cui sonochiamate a lavorare.Tutte le associazioni, le cooperative e glienti, chiamati ad organizzare concreta-mente le attività di progetto, hannoconiugato secondo la propria esperien-za le indicazioni generali: così ad esem-pio i corsi di lingua italiana sono statioccasione per realizzare giornalini sco-lastici e per fare riflessioni sulla differen-za tra l’italiano ed il dialetto. I laborato-ri creativi stanno ponendo in essere ini-ziative di animazione teatrale, musicalee di piccoli cineforum. Le scuole hannomesso a disposizione i propri locali nelleore pomeridiane ed in alcuni casi anche

il pulmino per trasportare i ragazzi. Gli operatori di progetto, durante le oredi lezione al mattino, supportano glialunni stranieri arrivati in Italia da pochimesi (nella Scuola Mattia Preti diCatanzaro, ad esempio, nel mese didicembre sono stati inseriti alunni rume-ni e un ragazzo cinese). Il progetto prevede anche la realizzazio-ne di prodotti didattici, da diffonderenelle scuole, che sono in corso di prepa-razione e che verranno presentati e dif-fusi in occasione di feste ed incontri.“A scuola è meglio” costituisce, quindi,un buon esempio di attività che, contra-stando il fenomeno della dispersionescolastica, favorisce l’accoglienza delminore straniero in ambito scolastico,oltre che l’ integrazione e la fuoriusci-ta da perniciosi percorsi di marginalitàsociale a questi nuovi cittadini cala-bresi.

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l’impegno dei volontari, prodigatisi inlavori di falegnameria e di muratura, e dibenefattori che hanno donato parte delmobilio alla buona causa. Nella cucina,corredata di forno e frigorifero all’avan-guardia, i ragazzi eseguono per duevolte a settimana (tramite un progettofinanziato dalla Regione Calabria)gustose ricette, provvedendo da séanche alla spesa nei supermercati: e difeste e di momenti di aggregazione, “asuon di pizza, musica e balli”,“Sincronia” ne ha davvero tante all’atti-vo... Persino l’intervista che il presiden-te dell’associazione Renato Nunnari –affiancato dal rappresentante delDipartimento di Salute Mentale CesarePerri e dalla psicologa BernadettePileggi – ha reso al “CSV Magazine”, si

Benedetta GarofaloAddetta stampa CSV Catanzaro

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Uno sguardo su...

el vasto panorama provincialedell’associazionismo legatoalla problematica della disabi-

lità, la lametina “Sincronia” si distingueper la “compresenza” naturalmenteesercitata dai genitori, dagli operatorisanitari e dai volontari in qualunqueattività che vede impegnati i ragazziaffetti da disturbi mentali. I più che tren-tenni Giuseppe, Enrico, Maria, Valeria,Gianpiero, Mario, Renato e Romana,infatti, condividono con le loro famigliee con gli operatori i vari momenti dinatura ludica ed artistica che si alterna-no nel corso della settimana: e non vi èballo sociale, spettacolo teatrale ooccasione di svago che non abbiacome protagonisti tutti i componenti di“Sincronia”. E dire che è bastato un

progetto qualità (sviluppato nel 2002 daalcuni operatori del Dipartimento diSalute Mentale dell’Azienda Sanitarian.6 di Lamezia Terme), dal titolo “Dallaparte dei pazienti e dei loro familiari:dall’isolamento alla condivisione”, perfar di “Sincronia” una splendida realtà:agli iniziali gruppi di auto-mutuo-aiutotra familiari (inizialmente composti dasole mamme) è così seguita la costitu-zione di una vera e propria associazio-ne, in cui ognuno offre il proprio contri-buto in base alle risorse – materiali eprofessionali- possedute. Il luminoso espazioso appartamento di S. Eufemia,confiscato dalla magistratura e poiassegnato all’associazione dal Comunedi Lamezia Terme, ha invero assuntol’odierno aspetto accogliente attraverso

5ª PARTE

N

Il valore della quotidianità

I genitori e gli operatori dell’associazione “Sincronia” di Sant’Eufemiaco-protagonisti nel percorso di autonomia che impegna

ogni giorno otto ragazzi disabili.

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casa di “Sincronia” nonci si riunisca per farequalcosa, e gli attrezzidella palestra, lo stereo,e i colorati dipinti checampeggiano qua e là,stanno a dimostrarlo. Dalcanto loro, gli aspirantipittori sono ormai abitua-ti ad esporre le propriecreazioni, sempre più ric-che di sperimentazioni dicolore sotto la guida deldottore Perri, e a metter-si in gioco attraversol’arte della recitazione:“Con il teatro i ragazzirafforzano l’autostima emigliorano le proprietà dilinguaggio - ha aggiuntoRenato Nunnari, profes-sore con esperienza piùche ventennale in ambitoteatrale – Sappiamo chenon supereranno appie-no i loro disturbi cogniti-vi, ma di certo essiavranno l’opportunità dicrescere e di stimolarecapacità recondite dimemorizzazione e diimprovvisazione”. Pertan-to, la prossima sfida cheattende i ragazzi dell’as-sociazione “Sincronia” èlegata alla rivisitazionedella commedia “Aggiun-gi un posto a tavola”,sapientemente riadattatada Nunnari con il titolo “Iprescelti”: un titolo signi-ficativo, che probabil-mente sottintende unadimensione umana supe-riore nei riguardi dellepersone con disabilità,

più autentiche nell’esprimere i proprisentimenti.

(5- continua)

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Uno sguardo su...

è svolta in un’atmosferagioiosa, concomitante al-la festa di compleanno diuno dei ragazzi: e proprioi più estroversi tra loro sisono prodigati a mostrareai visitatori gli angoli di cuisi compone quella che,ormai, è considerata “lacasa di tutti”. “Qui dentroi ragazzi cercano di rag-giungere la completaautonomia, che è il veroobiettivo per cui è natal’associazione – hannoespresso gli operatoriPerri e Pileggi – I risultatiottenuti finora sono inco-raggianti, perché i ragazzihanno conquistato un’au-tonomia relazionale affet-tiva importante – che nonva comparata alla personacosiddetta “normale” maalla loro situazione pre-gressa – ed hanno dimo-strato di essere capaci disuperare i conflitti e diprovare emotività piùcomplesse rispetto aquelle delle personesane”. E se prima adalcuni di loro capitava divenire spesso ricoveratiin strutture specializzate,si può essere certi orache per questi ultimi iltrauma del ricovero ap-partiene al passato: lostare insieme ed il condi-videre le medesime espe-rienze hanno fatto sì cheogni difficoltà fosse infatticondivisa, e, quindi, su-perata. Tuttavia, dietro aisorrisi, agli impegni quoti-diani ed ai successi conseguiti, si celatanta fatica da parte dei genitori: “Non èstato semplice mantenersi insieme – haconfidato a noi del “CSV Magazine” ilpresidente Nunnari – Le famiglie deiragazzi disabili sono infatti abituate aifallimenti: hanno subìto tante sconfitte e

difficilmente riescono nuovamente asperare. Certo, però, bisognava che iragazzi non si ritrovassero rintanati acasa: e l’entusiasmo con il quale cia-scuno di loro aspetta di incontrarsi ognivolta, ha infine contagiato tutti noi”.D’altronde, non passa giorno che nella

Scuola di pittura, palestra e balli per i ragazzi di “Sincronia”

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Il Braille, l’insostituibile metodo diapprendimento per i non vedenti

iorno 21 Febbraio 2009, inoccasione della II GiornataNazionale del Braille, presso

la sala convegni messa a disposizionedal Liceo Ginnasio “P. Galluppi” con lagrande disponibilità e gentilezza delDirigente Scolastico Prof. ArmandoVitale e del Vice-Preside Prof. GiuseppeCasentino, e con il patrocinio e la colla-borazione del CSV di Catanzaro che hapartecipato finanziariamente, si è orga-nizzato il seminario dal titolo:“Il Braille, elemento fondamentale perl’integrazione del non vedente”.Il Seminario, che ha visto la partecipazio-ne attiva dei soci e delle cariche politicheinvitate, nonché dei Volontari del ServizioCivile e dei Volontari U.N.I.Vo.C., congrande soddisfazione del PresidenteLuciana Loprete e del ConsiglioProvinciale, ha riscontrato tra gli altri lapresenza dell’Assessore al Bilanciodella Provincia di Catanzaro Ass.Merante Giovanni in rappresentanza delPresidente della Giunta Provinciale diCatanzaro On. Wanda Ferro, dell’ Asses-sore all’Istruzione Comunale diSoverato nonché Consigliere di Paritàdella Provincia di Catanzaro SoniaMunizzi e del Assessore alle Politiche

Sociali del comune di Catanzaro NicolaVentura (impossibilitati a presenziareall’iniziativa l’On. Francesco Talarico el’On. Egidio Chiarella, i quali con uncomunicato hanno augurato a tutti i par-tecipanti e al Consiglio Provinciale unbuon lavoro, chiedendo di rimaneresempre informati sulle attività propostedalla Sezione Provinciale dell’UnioneItaliana dei Ciechi e degli Ipovedenti).La parte tecnica è stata affidata al presi-dente Sezionale U.I.C.I. nonché docentebraille Luciana Loprete, a Mario Bisonte,presidente sezionale U.N.I.Vo.C., aGiancarlo Caroleo in rappresentanzadell’ufficio Provinciale Scolastico e delGruppo H, alla d.ssa Alessandra Pa-nucci, Responsabile Servizio Integrazio-ne Disabili – Amministrazione Provin-ciale di Catanzaro ed alla logopedistaFrancesca Donato.È stata riscontrata, inoltre, una grandeaffluenza da parte delle scuole dellaprovincia catanzarese e dei docenti disostegno dei vari circoli didattici.Il seminario ha avuto lo scopo di infor-mare e sensibilizzare i docenti e leIstituzioni Pubbliche sulla grande impor-tanza che riveste il sistema di lettura escrittura Braille, in particolare negli

Studenti di ogni ordine e grado portato-ri di handicap visivo.Nel successivo dibattito i partecipantihanno rivolto domande tecniche sulbraille, alle quali gli specialisti hannodato risposta, spiegando in poco tempodinamiche e metodi sull’apprendimentodi questo metodo di lettura e scritturaalternativo. Durante lo svolgimento deiLavori del Seminario, con la fattiva col-laborazione dei Consiglieri Provinciali diCatanzaro dell’ U.I.C.I., è stato possibi-le attuare dimostrazioni pratiche di ausi-li che permettono l’uso di questo mezzodi comunicazione.Pertanto, il presidente Luciana Lo Prete,nel rimandare l’appuntamento al prossi-mo anno, e nella speranza di poter dareun contributo maggiore alla GiornataNazionale del Braille con maggioriapprofondimenti e aggiornamenti sugliausili e sviluppi sull’applicazione delmetodo Braille, approfitta delle paginedel CSV Magazine per ringraziare tutti ipartecipanti e tutti coloro che si sonospesi per la buona riuscita del Seminario.

Melina Gianluigi

GIl tavolo dei relatori al seminario dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

iniziative

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iniziative

Giornata della memoria:per non dimenticare

l 27 gennaio è la giornata che laRepubblica Italiana dedica allamemoria, per non dimenticare le vit-

time dei campi di concentramento nazisti.Un dramma all’interno del dramma delladimenticanza o della indifferenza: quellodegli zingari, Sinti e Rom, internati e poisterminati nei campi di concentramentonazisti. I numeri sono incerti, forse500.000 persone. Comunque tanti, trop-pi, per dimenticare.L'Associazione "Terra diConfine" Onlus, SezioneAIZO (Associazione Italia-na Zingari Oggi) di Catan-zaro, per la giornata dellamemoria, ha organizzatoun momento di riflessio-ne sull'Olocausto delpopolo Zingaro dal titolo:"Porrajmos: a forza diessere vento". Nella lin-gua madre degli zingari(il romanès), “porrajmos”significa “divoramento”ed è il termine usato perindicare lo sterminio mes-so in atto da Hitler.L’iniziativa, realizzata nelCentro Polivalente per iGiovani in Via Fontana Vecchia, aCatanzaro, prevedeva: l'allestimento diuna mostra fotografica sul Porrajmos; lavisione del documentario "Hugo" diGiovanna Boursier con la testimonianzadi un Sinto tedesco (Hugo Hollereimer),torturato da Josef Mengele; la lettura dialcuni brani tratti dal libro "Forse sognodi vivere - Una bambina Rom a Bergen-Belsen" di Ceija Stoika.Tra gli altri, vi hanno partecipato alcuneclassi (precisamente tre quinte) del LiceoScientifico L. Siciliani, accompagnate dal-le rispettive docenti di Storia e Filosofia.Quali le riflessioni, le considerazioni, lesuggestioni, suscitate nei ragazzi dallavisione delle immagini e dall’ascoltodelle testimonianze?La prima reazione, insolita, inconsuetaed inattesa, quella del silenzio. Non unsilenzio imbarazzato, distratto o indiffe-rente, ma un silenzio vivo, partecipato,commosso.

Non è usuale trovarsi in un locale concirca settanta ragazzi, abituati agli effet-ti speciali dei video games, che ascolta-no la scarna testimonianza di un anzia-no zingaro tedesco, mentre racconta leatrocità che ha visto e subito da bambi-no; o che osservano, con gli occhi luci-di ed in religioso silenzio, foto e dida-scalie che documentano la tragedia.Di fronte a certe immagini o a certe sto-rie, non si può che tacere: per rispetto,prima di tutto.È stato difficile, anche per chi guidaval’incontro (la presidente dell’Associazio- ne “Terra di confine”, Gabriella De Luca),rompere questo silenzio ed invitare alleconsiderazioni ad alta voce.La maggior parte dei ragazzi si è trovatad’accordo su alcuni interrogativi, chesono poi gli stessi che ancora la storia sipone: “Come è possibile che sia acca-duto tutto questo?” “Come si può nega-re tutto questo?”.

Poi, qualche curiosità: “Come mai nelcampo di Auschwitz, nel reparto specia-le riservato agli zingari, si consentivaalle famiglie di stare insieme?”. Un “pri-vilegio” di cui i nazisti non si reseroconto o un espediente per avere piùfacilmente cavie da esperimento (i pic-coli zingari, oggetto delle attenzioni“pseudoscientifiche” dei medici nazi-sti)? È difficile dirlo.Quindi, qualche considerazione sull’at-

tualità, che ci richiamaquotidianamente il ris-chio dell’intolleranza raz-zista per chi è diverso danoi, gli zingari prima ditutto. Per concludere e per dareil senso dell’iniziativa, leriflessioni di Simona:“Descrivere ciò che siprova ascoltando le pa-role di uomini che hannovissuto le barbarie, le tor-ture naziste, è assoluta-mente impossibile. Suilibri di storia sono trattatiaccuratamente i passag-gi storici e le vicende chehanno portato a tanta

violenza, a tanta crudeltà priva di umani-tà, ma quando si vedono le lacrime deisuperstiti, quando si ascolta la sofferen-za del ricordo, tutto cambia e la steriletrattazione storica diventa qualcosa dipiù. Il 27 Gennaio abbiamo avuto la pos-sibilità di osservare, grazie ad una proie-zione, la sofferenza di un uomo la cui vitaporta ancora i segni della tortura. La suaaccurata descrizione di ogni particolare,di ogni singola emozione, ci ha profon-damente trasportato in quel mondo,dove ciò che contava realmente era unadifferenza di “razza” . Il silenzio è stata lanostra unica risposta, quasi a rappresen-tare lo sdegno, lo stupore e l’intensitàdelle emozioni che tali immagini hannoprovocato in noi. Il silenzio rappresentala riflessione. Allora soffermiamoci tutti ariflettere su ciò che è accaduto, sul valo-re del passato e sulle piaghe che l’uma-nità intera porta nella sua storia, forseper non sbagliare più.”

I Gli alunni del liceo scientifico“Siciliani” , guidati dalladocente Antonella Aletta,propongono alcune rifles-sioni sul dramma ignorato

del popolo zingaro neicampi di concentramento.

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overato - La rassegna cinemato-grafica “I giovani e il cinema inCalabria” del Cinecircolo Gio-

vanile Socioculturale “Il faro” di Soverato– tuttora in corso – è stata concepitaanche con il sostegno del CSV della pro-vincia di Catanzaro. La valenza di un’of-ferta formativa chediscende dal mez-zo cinematograficoha trovato altresìconcorde la Cine-teca della Calabriache, nella personadel presidente Eu-genio Attanasio, hacollaborato nellascelta dei film inprogramma.Nonostante le oltredue ore di proiezio-ne del film docu-mentario “Diario diun maestro” di Vit-torio De Seta, e lagiovanissima etàdegli studenti chehanno preso postonell’ampio salonedell’Istituto “MariaAusiliatrice” di So-verato alla seratadi presentazionedel 13 marzo scorso, la tecnica dellapresa diretta adottata dal regista haavuto l’abilità di tenere inchiodati i pre-senti alle sedie – così come era riuscitaa fare con i milioni di telespettatori cheseguirono le quattro puntate di cui il filmera composto, e mandate in onda dallaRai tra il febbraio ed il marzo 1973.Certo, la scuola “di frontiera” della peri-feria romana “Tiburtino III” degli anniSettanta, in cui il maestro (impersonatodal bravissimo Bruno Cirino) si è trovato

iniziative

ta” della scuola, scelti da De Seta perinterpretare il ruolo di se stessi. E, altempo stesso, nella scarsa lungimiranzaa contenere le “situazioni-limite” in cui iragazzi di borgata, già avviati al lavoro acausa dell’estrema povertà delle lorofamiglie, si ritrovavano imbrogliati. Con

l’aver preferito unmodello di scuolaaderente alla vitaed all’es-perienzadiretta, piuttostoche ai programmiministeriali, il mae-stro ha così datoprova di coraggio.Del resto, la stradaob-bligata perimpartire ai turbo-lenti allievi un mini-mo di educazione,era proprio questa.“Diario di un mae-stro” è un film in-novativo e di gran-de profondità – hachiarito EugenioAttanasio alla pla-tea, affiancato dalpresidente del CGS“Il faro” GiuseppeFalbo e dall’addet-ta stampa del CSV

Benedetta Garofalo, nella veste di mo-deratrice dell’incontro – Attraverso illavoro catartico del regista e degliimprovvisati attori, che senza alcuna sce-neggiatura hanno costruito la storiascena per scena ispirandosi ad uno scrit-to di Albino Bernardini, è venuto fuori unospaccato della vita scolastica, ma anchedella società, degli anni Settanta. Ed èinevitabile fare dei confronti e delle rifles-sioni sul sistema della scuola di oggi”.

Benedetta Garofalo, Giuseppe Falbo e Eugenio Attanasionel corso della presentazione del film “Diario di un maestro”

con difficoltà ad insegnare, non hamolto a che fare con le scuole odierne:tuttavia, l’esigenza di rinnovamento deiprogrammi scolastici non ha mai finito dialimentare la discussione attorno al“pianeta scuola”, oggi come allora.All’indomani delle contestazioni studen-tesche del 1968, l’inadeguatezza deimetodi tradizionali nel porre freno alladispersione scolastica si è difatti mate-rializzata nello scarso interesse per lostudio degli alunni “della classe di risul-

S

“Diario di un maestro”del regista Vittorio De Seta

ha inauguratola breve stagione

della rassegna cinematograficadel CGS“Il Faro”

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sociale e dintorni

l contrario di quanto si possapensare, televisione, radio ededitoria, considerati i principali

mezzi di comunicazione, sono da circaun decennio in crisi profonda: indaginirecenti confermano che la televisione èpiù vista da un pubblico adulto e anzia-no, mentre i giovani seguono maggior-mente spettacoli culturali, cinema, tea-tro, musica classica, che un tempoerano appannaggio del pubblico adulto.Attraverso la cronaca nera i media ten-dono ad affermare una preminenza chehanno perso, e mostrano al pubblicogiovani violenti e aggressivi. Ma lapotenza dei media travalica il suo fineprincipale solo se la famiglia e al scuola,così come il territorio, non svolgono pie-namente il proprio compito. Siamo abi-

Affrontato il tema della comunicazione nelquarto seminario giuridico-sociale

promosso dal Centro di Giustizia Minoriledi Calabria e Basilicata

tuati a vedere l’aspetto negativo deifatti, per cui anche noi crediamo divedere ciò che ci viene fatto credere. Masono proprio i ragazzi le persone piùattente, poiché, in un mondo dove lanegatività è l’elemento caratterizzante,cercano con curiosità di riaffermare ilsenso della propria vita. Questi in sintesi i contenuti emersi nelcorso del quarto dei seminari di studigiuridico sociali presso il Tribunale per iMinorenni di Catanzaro, promossi dallaRegione Calabria, dalla Giustizia minori-le e dall’ANPE. Sono intervenuti MarioMorcellini, preside della Facoltà diScienze della comunicazione del-l'Università "La Sapienza" di Roma, eFilippo Veltri, giornalista responsabileANSA Calabria. I lavori sono stati mode-

rati da Gianfranco De Lorenzo, compo-nente privato della Corte d'Appello diCatanzaro, dopo i saluti istituzionali delgiudice minorile Domenico Blasco, deldirigente del Centro Giustizia MinorileAngelo Meli e della pedagogista ANPECalabria Marcella Russo.

Nicola Sandulli (Aliseo Communication)

per conto dell’organizzatore Massimo Martelli Pedagogista - Giudice onorario c/o Tribunale per iMinorenni di Catanzaro

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angolo delle associazioni

priazione della propria identità, Teatrodell’Oppresso e drammatizzazione del-le fiabe, etc.), ha dato vita nel 2004 aCatanzaro all’Associazione “Laborato-rio La Città del Sole”: Arte-terapia a ser-vizio del sociale.

Gli elementi di novità di questa scuolasono costituiti dai due cardini inscindi-bili del metodo: • la Sacra Scrittura (“…il più prezioso eantico manuale di Arte-terapia”) gli studi scientifici realizzati nell’ultimomezzo secolo sul cervello umano e lesue funzioni.

“L’azione di un laboratorio di Arte-tera-pia è tutta volta a condurre il soggettoin uno spazio-neutrale dove possa, inun clima di silenzio percettivo, rieduca-re i suoi cinque sensi attraverso il lin-guaggio non-verbale dell’arte e dellesue molteplici espressioni: il disegno, lapittura, il modellato, il canto, la musico-terapia, la danza-terapia, le attivitàmanuali, la poesia, il teatro…

Quando un bambino (o anche un adul-to) presenta difficoltà di relazione,aggressività esplicita o latente (talvoltaanche sottoforma di timidezza eccessi-va), rallentamento psico-motorio o ritar-do e svogliatezza nell’apprendimento enella capacità di concentrazione, la suacreatività, e quindi crescita, risultainceppata come un motore che gira avuoto e che non può vivificarsi assimi-lando ed elaborando apporti esterni.

Questo accade perché si sono rotti iponti con la realtà, che fornisce natural-mente nutrimento attraverso forme,

Dal 2004 ilLaboratorio diArte-Terapia di

Patrizia Masciariè a servizio del

sociale

L’ Arte-terapia risale a poco piùdi cinquanta anni fa, ma, para-dossalmente, è anche la cura

più antica che esista… si può dire chesia nata con l’uomo e con il suo biso-gno di comunicare, di esprimersi, diessere Relazione.

In Italia viene praticata da poco più diventi anni e, non avendo ancora unaregolamentazione statale, è rappresen-tata dal lavoro di diverse scuole di spe-rimentazione (alcune ad indirizzo pret-tamente psicologico o psichiatrico,altre orientate più dall’ambito artistico equindi avviate da chi ha frequentatol’Accademia di Belle Arti).

Queste differenti scuole di pensiero sisono autonomamente gestite con corsidi formazione e albi professionali priva-ti, legati appunto alle diverse cooperati-ve e associazioni, o appoggiandosi astrutture universitarie.

La metodologia portata avanti daPatrizia Masciari è appunto una di que-ste scuole di pensiero, e presentaaspetti ed elementi di novità rispetto adaltre forme di attuazione di questadisciplina in Italia: la Masciari, infatti,dopo quasi un ventennio di sperimenta-zione in giro per l’Europa come religio-sa in una comunità monastica (in cui hacurato laboratori di affreschi, arte-tera-pia e cucina, arte-terapia e arredamen-to, danza-terapia con le danzed’Israele, musico-terapia attraverso ilritmo e l’utilizzo di strumenti musicali,canto come terapia attraverso i CantiEbraici della tradizione d’Israele,modellaggio e scultura come riappro-

Le metodologiedell’ Arte-terapiadel “Laboratorio

La Città del Sole”

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angolo delle associazionicolori, sapori, emozioni, profumi,suoni… comunicazione.L’Arte-terapia, lavorando in un rappor-to uno ad uno (in una seduta possonoessere inseriti un massimo di 6 sogget-ti in una sala di 5 mq a persona), fattoessenzialmente di relazione, e con lamediazione dei suoi strumenti, può rial-lacciare i ponti fra il mondo interno equello esterno, fra fantasia e realtà, ela-borando una sintesi che riconduca ilsoggetto alla sua naturale e armoniosacrescita.

Negli anni ’50, in America, uno scien-ziato, il dottor Sperry , portò a terminecon successo una serie di esperimentidecisivi per la scoperta che il cervelloè costituito da due emisferi: uno destroe uno sinistro, e che la principale fun-zione del corpo calloso è quella diprovvedere alla comunicazione fra idue emisferi consentendo la trasmis-sione della memoria e dell’apprendi-mento.

L’emisfero sinistro regola le funzioni dellinguaggio verbale e analitico iper-sti-molato dal nostro sistema educativo,scolastico e tecnologico; l’emisferodestro è sede del linguaggio non-ver-bale, creativo, intuitivo, emotivo, irra-zionale, ed è molto poco stimolato senon addirittura temuto.L’Arte-terapia mira a riattivare l’emisfe-ro destro e a sollecitare la comunicazio-ne armoniosa tra i due emisferi.

Il campo di applicazione arte-terapicospazia dal lavoro con i bambini, gli ado-lescenti, i diversamente abili, i tossico-dipendenti, gli anziani, i carcerati, aicasi psichiatrici, senza dimenticare ilvasto campo della pedagogia e dellaprevenzione sociale.

“La Città del Sole” utilizza il metododelle arti-terapie, che fanno parte delleterapie non-verbali, costituendo deisetting e cioè dei laboratori espressivicorredati di materiali colorati, affreschi,begli oggetti, strumenti musicali, lucicalde e tappeti di legno che rendono lospazio caldo ed accogliente, e di spaziampi e sicuri per consentire la libertà dimovimento.

La “stanza” non sarà più uno spazioqualsiasi, ma diventerà un terreno sacroproprio in virtù della sua dimensionecurativa, acquistando le sembianze già

di per sé di un piccolo quadro: fogli dicarta colorata, matite, pennelli, stoffe,forbici, colla, strani strumenti musicalisono disseminati ovunque.Per questa ragione alcuni esercizi preli-minari di significato psico-motorio eteatrale possono precedere le sedute diespressione figurativa, musicale oquant’altro.

L’abbigliamento deve essere informaleper potersi sporcare, le scarpe si devo-no poter togliere con facilità per potercamminare scalzi senza preoccupazio-ne. Tutto il setting è volto a favorire lalibertà e la spontaneità dell’espressionenon-verbale.

La situazione di un setting arte-terapico

è quella di un contesto nosologico cheporta dalla confusione magmatica ecaotica, spesso chiassosa, al silenziopercettivo. Quest’ultimo, lungi dall’es-sere assenza di movimento e di vita,incarna la piena consapevolezza del sé.

La cura attraverso il colore, i gesti, isuoni, le forme, la voce, è la più natura-le ed antica che esista, e ci mette incomunicazione con la parte più intimadi noi stessi; è per questo che possia-mo affermare che porta necessaria-mente al miglioramento delle relazioni edell’apprendimento.

Quello che proponiamo è un camminoterapeutico attraverso l’arte in tutta laricchezza delle sue espressioni: cammi-no che agisce direttamente sullacoscienza, stimolando le positività e lecapacità del soggetto, e che elimina viavia i blocchi interiori che inibiscono edimpoveriscono il suo vissuto.

L’allestimento di un laboratorio di Arte-Terapia è innovativo anche perché nonproduce arte come un atelier, ma traeun valore terapeutico dalla messa inatto di un processo creativo che con-sente di sperimentare una strutturazio-ne delle funzioni dell’Io.

Nel soggetto si ricompongono le partiscisse e si va ad indurre un cambia-mento, anche se non consapevole, nelsenso di una migliore integrazione del“Self”. Ciò può corrispondere non soloal miglioramento dell’apprendimento edella qualità delle relazioni, ma ancheal miglioramento sintomatologico incaso di sofferenze psichiche di mediaentità (problemi familiari, tic, timidezzaeccessiva, aggressività, problemi diautostima, iperattività, complessi diinferiorità).

Questi cambiamenti vengono monitora-ti in itinere dagli operatori del setting, einseriti in una cartella che costituisce ilpiano arte-terapico personalizzato,soggetto alla normativa in merito al trat-tamento dei dati personali.

Patrizia Masciari

Il campo di applicazionearte-terapico spazia

dal lavoro con i bambini,gli adolescenti,

i diversamente abili,i tossicodipendenti,

gli anziani,i carcerati, ai casipsichiatrici, senza

dimenticare il vastocampo della pedagogia

e della prevenzionesociale.

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La lettera di seguito pubblicata fa riferimento al recente fatto di cronaca che havisto soccombere il giovane catanzarese Citriniti per mano di un coetaneo

di etnia Rom nel giorno di Carnevale.Sperare che la giustizia faccia il suo corso – e che quindi il colpevole paghi per ciò che hacommesso – è del tutto legittimo. Esecrabile, invece, è condannare a priori la minoranza acui appartiene il reo: la sua colpevolezza è infatti determinata dal possesso e dall’utilizzo

di armi improprie per futili motivi, non certo dalla sua natura di ragazzo zingaro.

Io, donnaitaliana

CSV M 22

i trovo a circa 600 km dallamia casa, dalla mia terraper motivi di studio, ma la

notizia è arrivata presto, veloce etagliente, come quando fuori nevica e ilvento freddo tira forte scalfendoti ilviso: “Catanzaro: giovane di 23 annimuore, accoltellato da un ragazzo Romdi 17 anni”.

La morte di un ragazzo di soli 23 anni,che studiava ingegneria e che probabil-mente come me aveva dei progetti e deisogni per il suo futuro, è una notizia ter-ribilmente triste, che strazia il cuore didolore e di sofferenza, una vita che sispezza lascia sempre tutti attoniti esenza parole... Un fatto orribile che nondovrebbe succedere... mai!!!

Ma purtroppo sapevo che questo dolo-re e questa sofferenza non sarebberobastati! È come quando dentro di te, giàsai che sta per scatenarsi una bufera...di odio, di violenza, di razzismo contro ilpopolo Rom, quasi come se questodelitto si sia ancora di più aggravatopoiché commesso da un ragazzo dietnia Rom.

È già cominciata quella che viene chia-mata “la caccia allo zingaro”, aCatanzaro sono avvenute le primeaggressioni, le prime minacce nei con-fronti di alcuni ragazzi Rom; suFacebook, uno dei siti più frequentatinella rete da migliaia e migliaia di gio-vani, sono state costituite delle causeche approvano l’idea di mandare via gli

zingari da Catanzaro.

La mia reazione a tutto questo, le mieemozioni e i miei sentimenti di unaragazza di 22 anni, è stata ed è ancora,di profonda indignazione. Mi sentoarrabbiata, stranita, sconvolta, mi ver-gogno alla sola idea che ragazzi eragazze della mia stessa generazionepossano avere, condividere tra loro, emettere al contempo in atto pratiche diquesto genere. E trovo ancora piùassurdo, in principal modo, provare acercare e ad ottenere un consenso,inviando e-mail per iscriversi a questacausa, a mio avviso spaventosa, su unaquestione che pone dei termini talmen-te delicati.

L’essere umano è un individuo libero epensante,dotato di una capacità intel-lettiva superiore che ci distingue dalresto del mondo animale: la ragione.Non è la libertà e la diversità del pensie-ro che mi spaventa e verso le qualinutro profondo rispetto, ma qui, laragione dov’è?

L’errore commesso è stato grande, echi ha spento così tragicamente quellavita, pagherà e deve pagare, ma un’intera comunità di Rom cosa c’entra?Che colpa deve espiare chi cerca disopravvivere dignitosamente e nelcompleto rispetto delle regole in questomondo ingrato? Perché far vivere que-sta gente con la paura e l’ansia che daun momento all’altro possa succederequalcosa diventata ormai quasi “inevi-

lettere alla redazione

M

Questo spazio è aperto a chiunquevolesse condividere le proprie riflessionisu argomenti di attualità e di rilevanzasociale.Lettere, commenti e immagini, di cui sidetiene la proprietà, possono essereinviati in formato digitale alla redazioneal seguente indirizzo e-mail:[email protected]

tabile” e “accettata” dall’opinione pub-blica?

I bambini? Cosa c’entrano i bambini?Siamo tutti figli di un unico Dio... e sec’è una Giustizia uguale per tutti,lasciamole fare il suo corso naturale…nella speranza che tutto questo un gior-no possa cambiare e che il mondoriprenda a girare nel verso giusto…

Azzurra

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Perchéil Progetto

“Scuola Solidale”?

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promozione

Maria Teresa Salerno

dali permette di sviluppare l’attitudineall’ascolto e al confronto con l’opinionealtrui, favorendo la capacità di riflessio-ne critica ed il superamento di visionipreconcette nei confronti di argomenti,situazioni o persone. Dalla relazione trail mondo del volontariato e quello deigiovani deriveranno testimonianze pra-tiche di solidarietà tese a promuovereinterazioni significative nell’ambiente di

vita, capacità di comunicazione, prota-gonismo responsabile ed affermazionepositiva di tra i giovani stessi.

Attraverso il contatto diretto con iVolontari, i giovani cominceranno acapire in cosa consiste l’impegno delvolontario, avranno occasioni di rifles-sione e di dialogo sui temi del mutuoaiuto, della solidarietà e della responsa-bilità sociale. I Volontari sono infatti per-sone che riescono a guardare la vita alrallentatore, e stando a diretto contattocon loro si riesce a “tenere l’anima in

“L avorare con i giovani e non suigiovani”: questo lo scopo delprogetto “Scuola Solidale

2008/2009” con cui l’Area Promozionedel CSV ha impegnato gli studenti degliIstituti Scolastici di II Grado della pro-vincia di Catanzaro.

La proposta - che ha registrato l’ade-sione dell’Istituto di Istruzione Su-periore “G. Malafarina, dell’I.T.G. edell’Istituto Tecnico Commerciale diSoverato, dell’Istituto Professionale “L.Einaudi” di Lamezia Terme, dell’IstitutoMagistrale “Maria Ausiliatrice” di So-verato e dell’Istituto Tecnico Com-merciale “B. Grimaldi” di Catanzaro - hamirato a sollecitare una partecipazionediretta dei giovani nelle attività svoltedalle diverse Associazioni di Volon-tariato. Al termine del percorso, l’espe-rienza maturata dovrà concretizzarsi inuna iniziativa solidale scelta e realizzatadagli stessi ragazzi. Promuovere, infatti,il protagonismo dei giovani significa darloro spazi di ascolto e di partecipazio-ne, favorendo una maggiore compren-sione e valorizzazione delle loro proget-tualità da parte del mondo adulto edelle istituzioni.

“Scuola Solidale” punta a creare unambiente educante, il cui obiettivo èfavorire il protagonismo, la creatività deisingoli ragazzi attraverso l’incontro, loscambio, la socializzazione nelleAssociazioni di Volontariato. La parteci-pazione attiva dei giovani alle azioni deivolontari diventa il mezzo per capiremeglio i meccanismi e le regole delvivere sociale, e come si pensa di esse-re in relazione agli altri. Stimolare iragazzi a coinvolgersi in maniera pro-gettuale nella definizione di azioni soli-

mano” tutto il giorno. Il mondo virtuale,oggi, incanta i nostri giovani, ma in real-tà non li soddisfa, perché se è bellochiamare con i cellulari, fare raccolte disonerie ed avere a disposizione tutti imezzi possibili per comunicare adistanza, solo il rapporto concreto,l’amicizia del contatto fisico, del guar-darsi negli occhi, del sentirsi accolticoncretamente permette di svilupparescelte e dare alternative alla solitudine.

L’Associazione di Volontariato con isuoi Volontari può offrire questa oppor-tunità: essa è lo spazio nel quale siaccoglie la vita, la si apprezza e siimpara a metterla a disposizione deglialtri. Un’esperienza con chi non emargi-na, non esclude, non etichetta, noncondanna nessuno, rappresentaun’esperienza educativa importante.

Certamente il progetto Scuola Solidalenon pretende di occupare tutto il tempolibero dei giovani, ma almeno di iscrive-re nel loro “vagare” dei luoghi che li tra-sportino verso mete impensate, capacidi aiutarli a crescere. Il ponte che si puòcreare tra la diffusione dei valori delvolontariato fra i giovani ed il recuperodi un dialogo tra generazioni intorno aiprincipi della solidarietà, della sensibili-tà e della cittadinanza attiva, potrà offri-re una migliore possibilità di ricambiogenerazionale, con conseguente mag-giore durata dell’azione stessa deivolontari.Non dimentichiamo che, con i Giovani,si costruisce “l’Oggi per il Domani”.

“Scuola Solidale” puntaa creare un ambiente

educante, il cui obiettivoè favorire il

protagonismo,la creatività dei singoli

ragazzi attraversol’incontro, lo scambio,

la socializzazionenelle Associazioni di

Volontariato

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formazione

Maria CittadinoReferente Area Formazione CSV Catanzaro

on il presente bando, scadutoil 6 marzo scorso, “si è avviatoun progetto di ampio respiro

teso a promuovere una migliore infra-strutturazione sociale delle regionimeridionali del Paese, individuatacome leva strategica per il loro svilup-po, e a potenziare il sistema nazionaledi sostegno e qualificazione del volon-tariato.”

L’analisi di fabbisogno del bando hamesso in luce alcune criticità, alle qualisi auspica che i progetti presentati pos-sano dare delle risposte concrete:“La partecipazione alla vita sociale epubblica è scarsa in Calabria, indice diuna disaffezione, che può avere impor-tanti implicazioni nelle potenzialità disviluppo del territorio”. L’IRS, nel docu-mento di Valutazione ex ante FSE delPOR Calabria 2007-13, ricorda che:“L’indice di partecipazione sociale, chemisura la percentuale di persone conalmeno 14 anni partecipanti ad attivitàdi volontariato e ad associazioni, appa-re in calo negli ultimi anni e raggiunge,nel 2003, solo il 5.3% della popolazionecon almeno 14 anni, rispetto ad unamedia nazionale dell’11% e delle areeObiettivo 1 del 6.4%.”

Tra gli elementi di criticità è stata sotto-lineata la frammentazione delle OdV,superiore a quella delle altre realtàregionali. Negli ultimi anni le OdV sononotevolmente cresciute di numero maregistrano al tempo stesso un numerodecrescente di volontari attivi. Più OdVdunque, ma sempre più piccole. Altempo stesso il volontariato calabresesembra mantenere caratteristiche divivacità per ciò che riguarda la vicinan-za ai problemi vissuti dai cittadini e tal-volta la capacità di trovare soluzioniinnovative e far conoscere punti divista essenziali per il miglioramento dei

È da dicembre2008, a seguito

dellapubblicazione

del “Bando 2008Perequazione

per laprogettazione

sociale regioneCalabria” che leattività del CSV

sonoparticolarmentededite al buon

esito delprocesso di

progettazione acui il volontariato

è chiamato.

C servizi: dalla sensibilizzazione e infor-mazione su specifiche tematiche alleiniziative di advocacy, dall’attività direlazione e socialità allo sviluppo del-l’autonomia delle persone, fino al recu-pero di luoghi e spazi di comunità.

Pertanto l’obiettivo principale delBando è stato quello di favorire l'intro-duzione e la diffusione di metodologiedi intervento integrate partecipative,condivise e particolarmente innovative,che permettano al volontariato di svol-gere il proprio ruolo di advocacy e sus-sidiaretà.

Questo bando ha voluto rappresentaresicuramente un forte elemento di cam-biamento, cercando di orientare versouna nuova logica, non più quella delcontributo, caratterizzata dal gene del-l’assistenza e della beneficenza, ma lalogica del finanziamento per progetti,per cogliere l’opportunità, non soloeconomica e per aumentare il valore diciò che il volontariato fa. Se il volonta-riato sa cogliere questa sfida riesce aportare avanti quel processo di sussi-diarietà che difende e incentiva la cre-scita “dal basso” delle più varie iniziati-ve di risposta ai bisogni della collettivi-tà, che dà credito alla libertà dell’uo-mo, che consente la crescita personalee la responsabilità individuale per sestessi e per la società.

Il CSV si è implicato considerevolmen-te in questo processo attraverso unlavoro di ascolto, sensibilizzazione,accompagnamento, formazione delleassociazioni che si sono messe ingioco, affiancando le organizzazionisenza sostituirle. Si sono susseguitiquasi 300 occasioni di raffronto con leOrganizzazioni di Volontariato traincontri/consulenze, telefonate consu-lenziali e di sensibilizzazione, e-mail,

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formazione

revisioni di statuti, il tutto per cercare dinon far perdere un’importante occasio-ne. Si sono susseguite una serie diazioni: 4 seminari territoriali per tutta laprovincia, 4 seminari formativi su tema-tiche quali: presa in carico, lavoro direte, informazione e orientamento (ser-vizi di prossimità), animazione territo-riale (promozione dell’agio), durante iquali si è sempre privilegiato la lettura ela comprensione della filosofia delbando.

Ciò ha permesso di far emergere dellecriticità concrete quali la difficoltà dicreare la rete: anche se si conosce ilterritorio, non lo si guarda come unarisorsa, oppure una certa prudenzalegata alla paura della gestione delfinanziamento, soprattutto se è neces-sario il coinvolgimento di partnernuovi.

Di fronte ciò il ruolo del CSV è statoquello di favorire il più possibile unaprogettazione di tipo reticolare, ingrado di valorizzare la concertazioneterritoriale e la partecipazione multi-attoriale al progetto stesso (pub-blico/privato, privato/privato); una pro-gettazione ben agganciata alla realtà,che sappia collocare gli interventi all’in-terno della propria storia e della storiadel territorio, passando dalla logicadelle azioni a quella per obiettivi: c’è unproblema, quale cambiamento si vuoleprodurre, quale direzione dare, qualistrumenti usare, come valutare ciò chefacciamo; dare una forte valenza alruolo e alla funzione della progettazio-ne sociale, non come ad una estempo-ranea modalità occasionale (in vista dipartecipazione ad un bando) ma comeuna strategia costante dell’attivazionedi interventi strutturali.

Solo attraverso questa modalità pro-

gettuale si può dare dignità, capacità ecompetenza ai sistemi, al contesti eagli attori coinvolti.

Progettare non è applicare una serie dicategorie astratte a un problema emer-gente (il disagio minorile, le dipenden-ze, ecc.) bensì valorizzare i tentativi chele odv hanno già messo in campo perrisolvere quel particolare problema,usando tutta la creatività e intrapren-denza di cui dispongono. La modalità

operativa vincente è quella dell’ “aiutoreciproco” tra le organizzazioni coin-volte. In tale ottica speriamo che ven-gano sempre più ridotte le logiched’approssimazione e di casualità perimplementare quelle della precisione,del lavoro in una logica di rilettura evalutazione dell’intervento ed offrire asoggetti terzi l’immagine di serviziosolido e preparato. Da qui il senso diresponsabilità, nel senso di risponderea qualcosa e/o a qualcuno, che devecaratterizzare gli interventi del volonta-riato, intesi come opere sociali che rie-scono a contribuire allo sviluppo deiterritori in cui operano ricordando chele “forze che cambiano il mondo sonole stesse che cambiano il cuore del-l’uomo” (L. Giussani). Un uomo chescopre la propria dignità rinasce anuova vita e cambia la realtà che gli staintorno.

Le opere sociali non si contrappongo-no, ma si integrano a un sano sviluppoeconomico”

Molti autori affermano oggi che si ha unreale sviluppo solo quando si ha unareale partecipazione e un reale prota-gonismo delle popolazioni locali teso amigliorare le proprie condizioni di vitanei propri territori. Questo è un fattoredal quale non si può prescindere.

Tale preziosaopportunità, che haricevuto il plauso

anche da parte delsegretario generaledel Presidente della

Repubblica,potrebbe finalmente

rappresentareper la Calabria

“la volta buona”

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Giuseppe MeranteReferente Area Consulenza CSV Catanzaro

consulenza

oncluso l’anno 2008, nei primimesi del 2009 le Odv sonochiamate a rispondere ad uno

degli obblighi previsti dalla legge 266 eda quasi tutti gli statuti, ovvero la reda-zione e l’approvazione del bilanciod’esercizio.Ma è proprio necessario redigere edapprovare tale documento?Prima di rispondere a tale domandaclassica da parte dei volontari, è benerichiamare le motivazioni che suggeri-scono la tenuta di una contabilità pun-tuale anche in una organizzazione divolontariato e la correlata redazione delrendiconto. In primis la contabilità non deve rite-nersi una mera elencazione di numerima un valido supporto operativo per labuona gestione dell’organizzazionestessa, ed in tal senso muovono i prov-vedimenti legislativi che prevedonol’obbligatorietà del rendiconto separatoper le raccolte pubbliche di fondi, delrendiconto per le erogazioni relative al5 per mille. Ad un’analisi attenta si possono indivi-duare alcuni validi motivi per cui tenere

una corretta contabilità a cui è stretta-mente correlata la redazione del bilan-cio d’esercizio:Informare i soci dell’associazione sul-l’andamento della gestione:i presidenti o gli amministratori o il con-siglio direttivo da una parte devonopoter seguire i movimenti finanziari, lepartite creditorie e debitorie, i rapporticon le banche, e dall’altra devonopoter dare conto dell’operato in undocumento di sintesi, appunto il bilan-cio d’esercizio.Assolvere al dovere della trasparenza:ripreso dalla normativa specifica (legge266/91 e D.Lgs. 460/97) e da tutti glistudi e le pubblicazioni sul terzo setto-re, e soprattutto dovere etico fonda-mentale da parte di organizzazioni cherichiedono ai propri interlocutori (entilocali, finanziatori, ecc.) proprio unamaggiore trasparenza;Rispondere agli obblighi di bilancioimposti dalla specifica legge:sia la legge 266/91 per le organizzazio-ni di volontariato (art. 3), sia il D.Lgs460/97 per le ONLUS (art. 25) prevedo-no espressamente la formazione del

Il bilancio d’eserciziobilancio di gestione.Rispondere agli obblighi statutari: inquanto gli statuti delle diverse organiz-zazioni prevedono l’obbligo di un ren-diconto o di un bilancio.In base a tali motivazioni si è dell’avvi-so che sia proprio necessario tenereuna adeguata contabilità e redigere edapprovare il bilancio d’esercizio.L’attuale normativa civilistica non pre-vede particolari obblighi contabili e diredazione del bilancio, la legge 266/91prevede però all’art. 3 comma 3 l’obbli-go di redazione del bilancio dal quale“devono risultare i beni, i contributi oi lasciti ricevuti”.Dall’esperienza maturata in questi anni,nella provincia di Catanzaro si è osser-vato come il 90% delle Odv, presentaproventi/entrate comprese tra i 5.000 ei 20.000 euro, per tali soggetti si propo-ne di predisporre un rendiconto finan-ziario “Incassi e pagamenti” in cui gliincassi vengano indicati per origine e ipagamenti per destinazione.

Si riporta di seguito un possibile sche-ma di bilancio sviluppato

C

Associazione di Volontariato "__________________________________________________"

Via __________________________________, n. __________ - 88100 Catanzaro

Iscritta al n. ____________ del Registro Regionale/Provinciale del Volontariato C.F.: _______________________________________________

RENDICONTO FINANZIARIO 2008 2007

A1 INCASSI DELLA GESTIONE1 – Incassi da attività istituzionali

1 Quote associative e contributi degli aderenti2 Erogazioni liberali da benefattori3 Contributi di Enti pubblici 4 Rimborsi da convenzioni con enti pubblici5 Contributi di organismi internazionali6 Altri incassi da attività tipiche

Totale 1-Incassi da attività tipiche 0,00 0,002 – Incassi da attività promozionali e di raccolte fondi

1 Raccolta fondi 12 Raccolta fondi 2

Totale 2-Incassi da attività promozionali e di raccolte fondi 0,00 0,003- Incassi da attività accessorie

1 Attività commerciali marginali2 Attività produttive marginali

Totale 3 – Incassi da attività accessorie 0,00 0,004 - Incassi finanziari e patrimoniali

1 Interessi attivi da depositi bancari e postali

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CSV M 27CSV M 27

consulenza2 Interessi attivi da altre attività3 da attività immobiliari4 da altri beni patrimoniali

Totale 4 – Incassi finanziari e patrimoniali 0,00 0,005 – Altri incassi

1 da altre attivitàTotale 5 – Altri incassi 0,00 0,00

TOTALE A1 INCASSI DELLA GESTIONE 0,00 0,00

A2 INCASSI IN CONTO CAPITALE1 Entrate derivanti da disinvestimenti2 Entrate da prestiti ricevuti

TOTALE A2 INCASSI IN CONTO CAPITALE

A3 TOTALE A3 INCASSI (A1+A2)

A4 PAGAMENTI DELLA GESTIONE1 – Pagamenti attività istituzionali

1 Acquisto beni di consumo2 Servizi3 Godimento beni di terzi4 Personale Volontario (rimborsi spese e assicurazioni)5 Personale retribuito6 Oneri diversi di gestione

Totale 1-Pagamenti da attività tipiche 0,00 0,002 – Pagamenti da attività promozionali e di raccolte fondi

1 Raccolta fondi 12 Raccolta fondi 2

Totale 2-Pagamenti da attività promozionali e di raccolte fondi 0,00 0,003 - Pagamenti da attività accessorie

1 Acquisto beni di consumo2 Servizi3 Godimento beni di terzi4 Personale Volontario (rimborsi spese e assicurazioni)5 Personale retribuito6 Oneri diversi di gestione

Totale 3-Pagamenti da attività accessorie 0,00 0,004 - Pagamenti finanziari e patrimoniali

1 Interessi passivi da depositi bancari e postali2 Interessi passivi da altre attività3 da attività immobiliari4 da altri beni patrimoniali

Totale 4-Pagamenti finanziari e patrimoniali 0,00 0,005 - Pagamenti da attività di supporto generale

1 Acquisto beni di consumo2 Servizi3 Godimento beni di terzi4 Personale Volontario (rimborsi spese e assicurazioni)5 Personale retribuito6 Oneri diversi di gestione

Totale 5-Pagamenti da attività di supporto generale 0,00 0,006 - Altri pagamenti 0,00 0,00

TOTALE A4 PAGAMENTI DELLA GESTIONE 0,00 0,00

A5 PAGAMENTI IN CONTO CAPITALE1 Pagamenti derivanti da disinvestimenti2 Rimborsi prestiti ricevuti

TOTALE A5 PAGAMENTI IN CONTO CAPITALE 0,00 0,00

A6 TOTALE A6 PAGAMENTI (A4+A5) 0,00 0,00

A7 AVANZO /DISAVANZO DI GESTIONE (A3-A6)

A8 DISPONIBILITÀ LIQUIDE AL 01/01

A9 DISPONIBILITÀ LIQUIDE AL 31/12 (A7+A8)

RACCORDO DISPONIBILITÀ LIQUIDE 2008 2007

Cassa 0,00 0,00Posta – conto corrente n. 0,00 0,00Banca - conto corrente n. 0,00 0,00

TOTALE DISPONIBILITÀ LIQUIDE al 31/12 0,00 0,00

N.B.: La somma di cassa, banca e posta deve essere uguale al punto A9.

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consulenza

Lo schema di bilancio d’esercizio, pro-posto, tra l’altro in linea con le indica-zioni dell’Agenzia per le Onlus, permet-te di distinguere le entrate per attivitàistituzionale, dalle altre entrate per rac-colta fondi e per attività produttive ecommerciali marginali, favorendo unalettura immediata delle modalità con cuisi finanzia l’associazione, ad esempiose solo con il contributo degli aderenti oanche con il ricorso a raccolte fondi.Già queste semplici informazioni per-mettono a chi legge di farsi una ideadella modalità con cui opera l’organiz-zazione.

Dal lato dei pagamenti si distinguesempre tra attività istituzionali, attivitàdi raccolta fondi, ecc. ma le uscite sonoinserite per natura, ovvero se trattasi diacquisto di beni relativi all’attività istitu-zionale allora occorre indicarli al rigo 1.Acquisto beni di consumo dei paga-menti relativi alle attività istituzionali. Un esempio, già utilizzato potrebbechiarire tale aspetto, ovvero un’asso-ciazione decide di produrre della con-fettura di pesche da vendere alla fiera

del paese durante la festa patronale.Tale attività non è un’attività tipica ma siqualifica come attività produttiva margi-nale quindi le entrate e le uscite relativeoccorre inserirle in Attività Accessorie. L’associazione per autofinanziarsi hadeciso di produrre le confetture eacquisterà due casse di pesche chealtrimenti non avrebbe mai acquistato,ora tale pagamento, come anche tutti ipagamenti correlati all’attività “confet-ture di pesche” occorre contabilizzarlinelle attività accessorie per comesegue:

3.0.0 – Pagamenti da AttivitàAccessorie3.1.0 – Acquisti beni di consumo3.1.1 – PescheQuesto perché se l’assemblea dei socidell’associazione non avesse deciso dipartecipare alla festa patronale e di pro-durre un po’ di confettura, non si sareb-bero mai effettuati degli acquisti dipesche.

Tra i pagamenti si trovano anche paga-menti per attività di supporto generale,

tale area gestionale riguarda quelleassociazioni di date dimensioni chepresentano ad esempio degli uffici disegreteria e/o amministrativi che svol-gono un‘attività appunto di supportoalle altre attività della associazione. Conclusioni

La schema proposto permette con lacontrapposizione di entrate e uscite,l’analisi ed il commento dei relativi risul-tati, offrendo un’informazione immedia-ta e molto importante sull’apporto diogni area gestionale al perseguimentodella mission.

Infine occorre precisare che sebbene loschema presentato è un agevole stru-mento da utilizzare per costruire il bilan-cio d’esercizio di una Odv, occorretenere presente che le singole organiz-zazioni di volontariato potranno utilizza-re solo le voci che interessano in quan-to hanno movimentazione. Pertantol’Ente che movimenti solo alcune delleposte di bilancio proposte non dovràredigere lo schema nella sua comple-tezza.

Legenda:

Attività istituzionali: ossia tutte le attività svolte dall’Odv che sono direttamente correlate al perseguimento della suamissione.

Attività promozionali e di raccolte fondi: attività svolte dall’organizzazione per ottenere contributi ed elargizioni;

Attività accessorie: tutte le altre attività diverse da quelle istituzionali poste in essere per favorire l’acquisizione di risor-se economiche necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali o, a volte, per completare il servizio o l’offertafornita attraverso le attività istituzionali.

Attività di supporto generale: si tratta di attività di direzione e di gestione generale che garantiscono l’esistenza dellecondizioni organizzative di base.

Gestione finanziaria e patrimoniale: accoglie le entrate e le uscite della gestione finanziaria (es. interessi attivi e passi-vi), nonché della gestione del patrimonio in dotazione (es. affitti attivi).

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Carlo CrucittiReferente Area Comunicazione CSV Catanzaro

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cooperazione allo sviluppo

l progetto “Creazione di unità ditrasformazione e commercializza-zione del latte in Mali”

Un nuovo modello di cooperazione allosviluppo improntato alla reciprocità ter-ritoriale: organizzazione di una Reteregionale calabrese di appoggio al pro-getto per la creazione di una mini latte-ria in Mali.Erano presenti anche le due donne delMali all’incontro con i partner e con igiornalisti che si è tenuto il 9 dicembrenella sala riunioni dell’Assessorato al-l’Agricoltura della Regione Calabria.L’incontro si è poi concluso con unsopralluogo presso il caseificiodell’Azienda Dedoni di Squillace dovedal 18 di novembre ledue donne maliane,che fanno parte del“College des fem-mes”, un organizza-zione di Produttricicollegate alla CNOP(partner locale in Ma-li), stanno seguendoun corso di formazio-ne per la lavorazionedel latte. Nella stessaazienda è stata instal-lata una minilatteriaacquistata con i 16mila euro raccolti dallaFondazione Field tra ipartner, e che saràtrasferita nel paeseafricano una volta chesarà’ realizzata unapiccola struttura delcosto di 13 mila euro, che dovrà esserea breve finanziata dagli stessi partner.Riconoscimenti sono stati espressi dadiversi soggetti partner presenti all’in-contro: Paolo Abramo, presidente dellaCamera di Commercio di Catanzaro;Egidio Chiarella, presidente del Co-mitato di gestione del Fondo specialeper il volontariato; Pietro Molinaro, pre-

sidente regionale della Coldiretti;Salvatore Audia, delegato dell’assesso-re regionale all’agricoltura; Luigi Bulotta,presidente della Fondazione CalabriaEtica; Nicola Montepaone, assessoreprovinciale all’agricoltura di Catanzaro.Nel corso della conferenza stampa sonointervenute anche le due donne maliane

che hanno ringraziato l’intero partena-riato e l’equipe dell’azienda Dedoni.Non sono mancati alla riunione i rappre-sentati del volontariato catanzarese:erano presenti Caterina Salerno, presi-dente del CSV Catanzaro ed il suo diret-tore Stefano Morena; Pietro Caroleo inrappresentanza delle associazioni divolontariato Altro Aiuto ed Asim e Carlo

Il CSV Catanzaro aderisce allaCampagna EuropAfrica

attraverso il sostegno ad alcune associazioni di volontariato locali

Crucitti dell’associazione di volontariatoUsabile, che non ha perso l’occasioneper catturare per CSV Magazine qualcheimmagine delle future imprenditrici.La riunione, aperta ai sedici partners delprogetto, di cui è capofila la Calabria, èstata promossa dalla Fondazione Field,che ha coordinato il gruppo d'appoggio.Il progetto fa parte, nell'ambito dellacampagna EuropAfrica, del programmadi sostegno per lo sviluppo di microim-prese familiari di trasformazione di pro-dotti agricoli nell'Africa Occidentale.Paola De Meo, rappresentante dellaOnlus ''Terra Nuova'', referente naziona-le del programma, ha chiarito che''l'agricoltura familiare è in Africa un set-

tore fondamentale, checon- diziona gli stessiflussi migratori.Intervenire, quindi, asostegno di questaagricoltura, mi-naccia-ta anche dalle impor-tazioni a basso costo,è importante pergarantire la sicurezzae la sovranità alimen-tare in paesi come ilMali''Il presidente della Fon-dazione Field, MarioMuzzi', ha sottolinea-to, da parte sua, chel'esperienza di questoprogetto ''esalta laCalabria che fa rete,che produce e che faformazione, una Cala-

bria solidale che coniuga anche la capa-cità di trasmettere competenze''.Secondo Muzzi, questa iniziativa, desti-nata a dare un contributo per bloccarel'esodo migratorio dall'Africa versol'Italia, è anche la conferma, sia pure neilimiti dell'intervento, della posizionestrategica della Calabria come ponte tral'Europa e l'Africa''.

I

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SavanéBambine soldato in Costa d’Avorio

Titolo: Savané. Bambine soldato soldato in Costa d’AvorioAutori: Damiano Rizzi - Massimo ZaurriniCaratteristiche: formato cm 15x21, filo refe, copertina plastificata colori Pagine: 96 Prezzo: euro 7.90ISBN: 88-89602-17-1In libreria da: gennaio 2007prefazione di Padre Giulio Albanese - foto di Mauro Corinti

Savané bambine soldato in Costa d’Avorio è il primo testo in Italia che affronta il tema delle bam-bine soldato. Nasce da un blog tenuto durante una missione umanitaria di Soleterre Onlus daDamiano Rizzi e Mauro Corinti. Il testo, grazie al lavoro giornalistico e storico di Massimo Zaurrini,rappresenta un’opera unica per affrontare la complessa situazione politica della crisi ivoriana.Nel lungo conflitto che coinvolge da quasi 10 anni la Costa d’Avorio, più di 20.000 bambine sol-dato sono state costrette a imparare il mestiere delle armi. I loro occhi non conoscono lo stuporedell’infanzia. Conoscono invece bene l’immortalità dell’ultimo sguardo: quello dei carnefici e dellevittime. Hanno dato e subito violenza e, a differenza dei bambini soldato, sono state costrette avendere il loro corpo e si sono ritrovane presto con figli che non potevano tenere. Alcune hannodovuto sacrificare i loro bambini nelle fosse comuni; qualcuna è impazzita, e ora gioca con unacorda per calpestare il filo maledetto che ha legato la sua giovane anima alla follia della guerra.

Gli autori devolvono i diritti al progetto di Soleterre Onlus Ho smesso di fare il soldato, che preve-de la smilitarizzazione e il recupero delle ex bambine soldato in Costa d’Avorio.

RiScattoLaboratorio di fotografia per bambini vittime di abusi sessuali in Addis Abeba, Etiopia / Photo wor-kshop for children victims of rape in Addis Abeba, Ethiopia de Il Sole Onlus

Collana: 17x24Titolo: RiScattoAutore: Il Sole OnlusCaratteristiche: formato cm 17x24, brossura filo refe, copertina plastificata a colori con bandellePagine: 128, di cui 96 a coloriPrezzo: euro 13.00ISBN: 978-88-89602-39-3

Fotografare per provare a ricostruirsi. Utilizzare il filtro di un obbiettivo per attuare la ricerca di unsé non più distorto e offuscato dalle lacerazioni che lascia la violenza. La violenza sessuale.Ricostruire quindi la propria dignità e un’autostima che è stata violata nel profondo.

Undici ragazze del Progetto “Fiori che rinascono” in Addis Abeba, Etiopia, ritraggono la loroquotidianità: il Centro di riabilitazione, le proprie case e famiglie, la comunità in generale. La richiesta fatta loro, di guardare con occhi di giovani violate, cercando di fermare in un fotogram-ma la visione del proprio mondo, ha innescato una consapevolezza inaspettata, fiera e dolce. È unrisultato incredibile!

“È, questo libro, un progetto condiviso, partecipato, amato e fortemente voluto. Realizzato a piùmani e con l’apporto del cuore, dei sentimenti e delle emozioni di chi la violenza sessuale l’ha vis-suta su di sé, in Etiopia ma anche in Italia. Per spiegare che la violenza sessuale su un bambino,ovunque nel mondo venga perpetrata, devasta, distrugge e segna per sempre. Per sottolineare cheil riscatto umano e sociale non è un’utopia ma può essere perseguito e conquistato”.(dalla prefazione di Olivia Piro).

I diritti d’autore di questo libro sono devoluti al progetto “Fiori che rina¬scono” del Il Sole Onlusper bambine vittime di violenza sessuale.

recensioni

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STRUMENTISono a disposizione delle OdV, su prenotazione:

Saletta riunioni capienza 10/15 posti, utilizzabile dal lunedì al venerdì.Postazione informatica (computer, stampante, scanner)

Telefono/fax - FotocopiatriceAttrezzature

lavagna luminosa - pc portatile - videoproiettore - schermo portatile - lavagna a fogli mobiliregistratore digitale - videocamera - macchina fotografica digitale - impianto di amplificazione

COMUNICAZIONEIl CSV Catanzaro promuove la comunicazione delle OdV attraverso:

Spazio sul proprio sito internet - Newsletter settimanaleRedazione di articoli, organizzazione di conferenze stampa

Sostegno alla produzione di materiali promozionali (grafica, stampa)Documentazione

Banca dati - Biblioteca emeroteca - Manuali e pubblicazioni

PROMOZIONEIl CSV promuove la cittadinanza attiva attraverso:

Spazio volontariato - Scuola e Volontariato - Volontariato e territorioReclutamento volontari - Servizio Civile Nazionale

CONSULENZEIl CSV offre, previo appuntamento da fissare chiamando la segreteria almeno 2 giorni prima:

Consulenza giuridico-legale martedì/giovedì ore 15,00 – 17,00Consulenza amministrativo-gestionale martedì ore 9,00 – 10,30

Consulenza progettazione sociale mercoledì/giovedì ore 10,00 – 12,30Consulenza amministrativa-fiscale venerdì ore 15,30 – 18,30

FORMAZIONEPercorsi formativi organizzati direttamente dal CSV

Laboratori formativi organizzati direttamente dal CSVCorsi di formazione organizzati dalle associazioni di volontariato

Seminari/Workshop tematici

Sedi e Sportelli:Catanzaro

via Fontana Vecchia s.n.c. - 88100Tel. 0961.794607-794522 - Fax 0961.480168www.csvcatanzaro.it - [email protected]

dal lunedì al venerdì - Mattina: 9.00 - 12.30 - Pomeriggio: 16.00 - 18.00Cropani

c/o GAL Valle del Crocchio, c.da Pedecandela - 88051Tel. 0961.965615 - [email protected]

Mattina dal lunedì al venerdì 9.00 - 13.00 - martedì e giovedì pomeriggio 15.00 - 18.00Lamezia Terme

Piazza Salvo D’Acquisto - 88046 - tel. fax 0968.25079 - [email protected] lunedì al venerdì 9.00 - 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00

SoveratoProssima apertura

servizi del CSV di Catanzarowww.csvcatanzaro.it

TUTTI I SERVIZI SONO GRATUITI

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Più di quattro milioni di persone di origine straniera vivono oggi inItalia. Si tratta in gran parte di lavoratrici e lavoratori che contribuisco-no al benessere di questo Paese e che lentamente e faticosamente,sono entrati a far parte della nostra comunità.

Persone spesso vittime di pregiudizi e usate come capri espiatori spe-cialmente quando aumentano l'insicurezza economica e il disagiosociale.

Chi alimenta il razzismo e la xenofobia attraverso la diffusione di infor-mazioni fuorvianti e campagne di criminalizzazione fa prima di tutto undanno al Paese. L'aumento degli episodi di intolleranza e violenza raz-zista a cui assistiamo sono sintomi preoccupanti di un corto circuitoche rischia di degenerare e che ci allontana dai riferimenti cardinedella nostra civiltà.

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Adogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nellaCostituzione italiana e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,senza distinzione alcuna di nazionalità, colore della pelle, sesso, lin-gua, religione, opinione politica, origine, condizioni economiche esociali, nascita o altro.

Sono questi i principi fondamentali che accomunano ogni essereumano e costituiscono la base di ogni moderna democrazia.Una società che si chiude sempre di più in se stessa, che cede allapaura degli stranieri e delle differenze, è una società meno libera,meno democratica e senza futuro.

Non si possono difendere i nostri diritti senza affermare i diritti di ogniindividuo, a cominciare da chi è debole e spesso straniero. II benes-sere e la dignità di ognuno di noi sono strettamente legati a quelli dichi ci vive accanto, chiunque esso sia.

Acli

Alto Commissariatodelle Nazioni Uniteper i Rifugiati

Amnesty International

Antigone

Arci

Asgi

Cantieri Sociali

Caritas Italiana

Centro Astalli

Cgil

Cir

CISL

Cnca

Comunità di Sant'Egidio

Csvnet

Emmaus Italia

Federazione Chiese Evangeliche in Italia

Federazione Rom e Sinti

Gruppo Abele

Libera

Rete G2Seconde Generazioni

Save the Children

Sei -Ugl

Terra del Fuoco

Uil

NON AVER PAURA,APRITI AGLI ALTRI,APRI AI DIRITTI

MANIFESTO PER UNA CAMPAGNA NAZIONALECONTRO IL RAZZISMO, L'INDIFFERENZA E LA PAURA DELL'ALTRO