ANNAALLIISSII IINNVVEESSTTIIGGAATTIIVVAA SSUULLLLAA ... · Di CARMELO LAVORINO ......

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Quando ci si imbatte in un omicidio le prime fasi sono comprendere cosa c’è, cosa è stato, cosa è accaduto, cosa c’era, per poi individuare il contesto omicidiario, percorrere un lungo tragitto logico-scientifico-investigativo, ed arrivare alle decisioni finali. In questo svolgersi e divenire sono attuate le investigazioni tradizionali, le scientifiche, le attività di intelligence e di captazione di qualunque tipo d’informazione, il sopralluogo e l’analisi della scena del crimine. Naturalmente devono essere individuati, bloccati e demistificati tutti i tipi di inquinamento, depistaggio e fuorviamento della scena del crimine e delle indagini; naturalmente devono essere prevenuti e controllati tutti i tipi di errori. Nel caso di Cogne si è verificato che i Carabinieri sono intervenuti perché allertati da due telefonate che ipotizzavano un omicidio nonostante due donne (Annamaria Franzoni e Ada Satragni) sostenessero illogicamente il contrario. Arrivano i carabinieri e iniziano a puntare chi secondo loro mentiva (le due donne). Sospettano che la Annamaria Franzoni ha un amante, che fra le due donne ci possa essere combutta per chissà quali inconfessabili motivi, che l’omicidio ha la matrice dell’ambito familiare. 1 - SICURAMENTE NON SONO STATE SEGUITE TUTTE LE PISTE E NON SONO STATI CERCATI I RISCONTRI A TUTTE LE PISTE SI DOVEVANO EFFETTUARE LE SEGUENTI ATTIVITA’: Individuare con assoluta certezza chiunque era transitato per la zona ampia del crimine e per i percorsi possibili, esattamente per un raggio di due chilometri con centro la casa dei Lorenzi, passando con mezzo o a piedi in tale zona. Appurare cosa i suddetti soggetti hanno fatto, visto, notato, sentito, intuito, dedotto e conosciuto nella fascia oraria 6,00-9,00; cosa essi ricordano e le qualità dei loro ricordi. Appurare cosa facessero abitualmente i suddetti soggetti nei giorni precedenti e in quella fascia oraria, dove, con chi, come e perché. Individuare tutti i mezzi che sono transitati per la zona per disegnare la mappatura delle presenze, dei percorsi e dei comportamenti, per poi incrociare le risultanze e i dati di ogni genere. Controllare i tabulati per individuare le telefonate della zona nella fascia ante e post criminis per poi effettuare le dovute verifiche in maniera certosina e con la mentalità del “tutto è possibile, non si deve escludere nulla”: fascia oraria d’interesse ore 6,00 – 9.00. Considerando che l’epicentro del crimine è la casa Lorenzi, definire tutti i probabili percorsi di fuga occorrenti all’assassino nella fase post delictum, i tragitti effettuabili e i mezzi eventuali, ipotizzando anche la presenza e l’intervento di eventuali complici. Controllare senza alcun indugio tutte le abitazioni che dall’epicentro del crimine sono raggiungibili a piedi da zero a trecento secondi. Cercare qualunque elemento attinente l’omicidio. Sospettare sempre e comunque di TUTTI. Controllare con le stesse metodiche e motivazioni i sentieri, i cantieri e i manufatti (chiesetta compresa) nell’arco di due chilometri. Mettere sotto controllo ambientale tutti i soggetti con le opportunità, possibilità e capacità della messa in essere dell’orrendo crimine in quanto TUTTI sono da sospettare sin dall’inizio.

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Chiedere a ogni soggetto con frequentazione diretta o indiretta dei Lorenzi cosa ha fatto dalle ore 6,00 alle 9,00 – secondo dopo secondo – del giorno 30 gennaio 2002, chi e dove abbia visto, cosa facevano i soggetti notati, e quant’altro utile alla formazione del tabellone dati. Verificare il tragitto, i movimenti, la cronologia e i comportamenti di TUTTE le persone entrate in casa Lorenzi dopo la scoperta del corpicino di Samuele e comprendere il perché di ogni minimo particolare, anche se insignificante, ad esempio: Quante volte è entrato il soggetto X nella stanza del delitto? Perché lo ha fatto? Cosa ha fatto? Cosa ha toccato, spostato, ecc.? Per poi stabilire le interazioni e i comportamenti di tutti i soggetti. Organizzare in maniera cronologica, spaziale e motivazionale i suddetti comportamenti. Organizzare tutti i dati per poi passare all’elaborazione ed all’analisi finale. Quanto sopra detto non è stato fatto, si è preferito – come al solito – la cultura dell’intuito imperfetto, del sospetto, dell’innamoramento della tesi. 2 - IL FATTO E L’EXCURSUS STORICO 30 GENNAIO 2002 MERCOLEDÌ Ore 5.49 Stefano Lorenzi chiama il 118 perché la moglie Annamaria non si sente bene. E’ preso l’accordo con il medico di guardia che i Lorenzi lasciano le luci accese, così visibili dall’esterno, e la porta non chiusa a chiave. E’ verosimile che l’assassino abbia potuto notare questo traffico in casa Lorenzi e il segmento di vulnerabilità e la probabile opportunità. Ore 6.28 Arriva il medico del pronto intervento, dr.ssa Silvia Neri, la quale stabilisce che non c’è nulla di cui preoccuparsi e che potrebbe essere l’inizio di un’influenza. Occorre verificare chi aveva l’opportunità e le possibilità di notare quanto stesse accadendo. Ore 7.30 Stefano Lorenzi esce di casa per andare a lavorare a diversi chilometri da Cogne. Non è da escludere che l’assassino teneva sotto controllo la casa dei Lorenzi e che, conoscendo la composizione del gruppo familiare, attendeva che la piccola vittima rimanesse da sola. L’assassino è appostato o posizionato - fuori o in casa – pronto ad agire l’atto assassino o altro progetto criminale. In alternativa è in locomozione verso il luogo del delitto, oppure è in casa per motivi circostanziali. Ore 8,16 – 8,24 L’assassino è appostato - fuori o in casa – pronto ad agire l’atto assassino o altro progetto criminale. Sicuramente tiene sotto controllo la casa. Attende il momento propizio. Samuele è sul letto dei genitori. La madre esce di casa senza Samuele. E’ preceduta da Davide che prende la bicicletta e si avvia verso la strada principale percorrendo la strada privata. L’assassino ha contezza che la piccola vittima, preda del suo odio è alla sua mercé.

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Annamaria Franzoni si avvia verso la fermata dello scuolabus, Davide la precede con la propria bicicletta ed arrivato al palo dell’Enel lascia lì la bicicletta proprio queste sono le regole di casa Lorenzi e il palo rappresenta off limits: non può allontanarsi oltre perché inizia la discesa e potrebbe mettersi a rischio di andare a finire sulla strada principale, queste sono le regole che egli ha sempre rispettato. Davide poggia la bicicletta accanto al palo, attende la madre ed assieme, mano per la mano, si avviano verso la fermata dello scuolabus. Davide e la madre arrivano alla fermata dello scuolabus. Attendono per circa un minuto. Assieme a loro c’è la piccola Sophie Savin figlia della d.ssa Satragni. Il nonno della bambina, Marco Savin, è affacciato al terrazzo, saluta la Franzoni. Il bus arriva alle 8,20. Anna Maria Franzoni saluta il figlioletto Davide che sale sul bus, sale anche Sophie, poi Annamaria si avvia per tornare a casa. L'autista descriverà madre e figlio in maniera precisa: la donna tranquilla, sorridente, affettuosa col figlio Davide, ben vestita, pettinata e priva di macchie, Davide allegro e spontaneo. Davide non presenta alcuna imbrattatura di sangue, ciò significa che non è entrato in contatto con nessuno che portasse sulla propria persona alcuna macchia fresca di sangue. Ore 8,24 Anna Maria Franzoni entra in casa, ritrova la borsa per terra dove l'aveva lasciata con il portafoglio fuori, e come sua abitudine si toglie gli scarponcini e calza le ciabatte. Scende dal figlio, la stanza è buia, vede Samuele girato a pancia in su con la coperta sopra il capo. Crede che vuole giocare a nascondino come è solito fare con il fratello. Tira giù la coperta e vede Samuele in un lago di sangue; lo avverte respirare affannosamente col volto pallido. Inizia a chiamarlo, cerca di comprendere cosa possa essere accaduto, resta impietrita, inizia a realizzare la presenza di chiazze di sangue dappertutto. Esce urlando e chiama la vicina di casa Daniela Guichardaz la quale, sentita dagli inquirenti, dichiarerà che l'ha vista mentre tornava dall'accompagnare Davide e che solo dopo un paio di minuti l'ha vista uscire e sentita chiedere aiuto. Ore 8,27,30 Annamaria Franzoni telefona alla Satragni dicendole “di andare immediatamente a casa sua, di fare prestissimo perché c’era Samuele che stava perdendo sangue dalla bocca, tanto sangue” esclamando subito dopo “gli sta scoppiando il cervello” , oppure “gli è scoppiato il cervello”. Oe 8,28,17 Annamaria Franzoni chiama il 118 di Aosta dicendo all'operatrice Nives Calipari che Samuele vomita sangue dalla bocca. Ore 8,29,26 Annamaria Franzoni telefona al marito per mezzo della segreteria. Ore 8,30 Arriva la Ferrod “Annamaria era in piedi vicino al letto, aveva le mani lungo i fianchi e non toccava il bambino. Era lì che guardava il bambino, non piangeva, forse era sotto shock e mi diceva di andare a chiamare Ada, la dottoressa Satragni, che abita lì vicino perché venisse subito”. Ore 8,32 Arriva la Satragni “Dopodiché prestavo le prime cure del caso al bambino. Lo stesso si presentava disteso sul letto, supino immobile e gemeva sommessamente ed era parzialmente coperto, non ricordo se era coperto fino all’inguine o fino alla cintola, quello di cui sono certa era che il tronco dallo sterno all’insù era visibile e indossava il pigiama. Il viso era completamente imbrattato di sangue, il cranio era imbrattato di sangue, erano visibili di primo acchitto due importanti ferite aperte, una sulla fronte a livello del globo frontale del cranio da cui emergeva la massa cerebrale e l’altra a sinistra con partenza all’occhio sinistro e diretta verso l’alto con tendenza a portarsi verso il lobo frontale di sinistra, (…). Ho successivamente avvicinato al bordo del letto il bambino per poterlo

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avere più vicino a me ed ho chiesto alla madre di fornirmi una bacinella con dell’acqua ed un fazzoletto per poter liberare il volto del bambino dal sangue (…) resami conto che l’acqua della bacinella che avevo usato per sciacquare il fazzoletto era eccessivamente sporca di sangue sono andata nel bagno accanto alla camera in cui era il bambino ho vuotato la bacinella nel wc, non ho tirato l’acqua ed ho riempito nuovamente la bacinella con dell’acqua pulita (…). A questo punto decido di portarlo all’esterno chiedo alla madre un cuscino ed una coperta per poter appoggiare e coprire il piccolo (…) allestita questa sommaria barella sollevo da terra il bambino e a braccia lo porto all’esterno sull’angolo dell’abitazione più prossima all’elicottero. Durante questo trasporto il bambino perde sangue dalle ferite, avviene il gocciolamento e chiedo alla madre di aiutarmi a tamponare le ferite” Consiglio del dr. Pifferi del 118. Ore 8:41 Viene inviato un elicottero per prelevare Samuele; l'elicottero giunge in loco verso le ore 8:51-8:52. Sul posto già si trovano – oltre alla madre di Samuele – la psichiatra Ada Satragni, che ha tentato di prestare le prime cure al bambino, detergendo le ferite e praticandogli una iniezione di cortisone, il suocero di questa Marco Savin, la vicina di casa Daniela Ferrod ed alcune persone che si trovano a passare nei paraggi e che vengono attirate dal movimento che turba la altrimenti tranquilla routine della frazione Montroz di Cogne. Il medico di servizio a bordo dell'elicottero, Leonardo Iannizzi, trova Samuele in condizioni esiziali all'esterno dell'abitazione dei coniugi Lorenzi. Il suo corpo è stato portato fuori dall'abitazione dalla stessa Satragni, su precisa indicazione di Antonello Pifferi, operatore al servizio del 118 di Aosta. All'esame obiettivo la situazione si presenta disperata. Sul capo del bambino risulta con evidenza una profonda ferita dalla quale fuoriesce materia cerebrale. Il bambino risulta in stato comatoso terminale. Il dott. Iannizzi tenta comunque le pratiche di pronto soccorso inserendo una cannula nel cavo orale del piccolo Samuele onde evitare la retroflessione della lingua e somministrandogli dell'ossigeno. Ore 9,19 Samuele viene caricato sull'elicottero senza che l’elicottero atterri, Samuele è issato con una barella. Si tenta invano la rianimazione. Ore 9,47 Samuele giunge in Ospedale in "Codice GCS 3". Ore 9.55 Il dott. Bellini del Pronto Soccorso di Aosta ne constata il decesso per: "trauma cranico maggiore con ferite di verosimile natura da punta e taglio regione frontale destra e regione frontale orbitaria sinistra e regione parietale destra e sinistra, con sottostanti sfondamenti ossei e pluriframmentazioni ed affossamento delle ossa frontale e parietale destra e sinistra, con perdita di sostanza parenchimale cerebrale". All'esame autoptico vengono rilevate 17 ferite lacero-contuse al capo, distribuite in regione fronto-parietale bilateralmente. La causa della morte viene quindi determinata dal Prof. Viglino consulente tecnico del PM, in trauma cranico aperto con edema cerebrale acuto. 3 - INIZIANO LE INDAGINI A SENSO UNICO CONTRO ANNAMARIA FRANZONI Gli inquirenti puntano la madre per i motivi di sospetto già citati oltre a questioni di carattere logico e di metodologia dell'esclus ione; a troppi errori di fonte autorevole che restringono il mirino sull'ambito familiare; nella non determinazione di seguire altre piste. I mass media puntano immediatamente la madre per DUE motivi:

1) trovano l'appoggio di psichiatri che gradiscono cavalcare la tigre della popolarità sciacallando sul dolore della famiglia;

2) gli inquirenti puntano la madre. 4 - LE EVIDENZE FORENSI

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Tutte le risultanze forensi relative la vittima, quali modalità, mezzo, causa e datazione della morte; il tipo, i particolari, la locazione e configurazione delle lesioni e degli effetti ematici; la ricostruzione della linea cronologica delle ferite; ogni traccia riferibile alla diade omicidiaria risultano essere confuse, incerte e, purtroppo, qualcuna è stata interpretrata con pregiudizio e per confortare la tesi inizialmente gradita e “fiutata”. L’arma del delitto, ancora non rinvenuta e tantomeno individuata, dalla tipologia delle ferite che ha lasciato sul cadavere ha fatto ipotizzare oggetti come una piccozza, una roncola, un mazzo di chiavi, un posacenere, un cristallo di quarzo, un attizzatoio, un mestolo di cucina, altro attrezzo domestico, grimaldelli ed altri strumenti effrattivi. Non dimentichiamo, inoltre, che il Luminol non esalta solo l’emoglobina. Considerazioni Investigative Diciassette ferite lacero contuse inferte da un’unica arma, unica mano e in successione. Il tempo occorso dipende dalla pesantezza dell’arma e dalla sua forma, dal caricamento, dalla forza impressa, dalle resistenze incontrate. Il tempo esecutivo è stato minimo di un minuto in quanto ogni colpo ha bisogno del caricamento, della discesa, dell’impatto contatto, della consapevolezza ed assaporamento del colpo fracassante punitivo, dall’inizio del ritorno, col rallentamento dovuto alla stanchezza fisiologica. Calcolando “(3 x (1+K) x Y) + Z = X ” dove 3 è il tempo medio (in secondi) per ogni colpo; K (0,55) è la resistenza media incontrata a ogni colpi; Y (da 12 a 17) è il numero dei colpi, Z è la reazione (20 secondi) agli schizzi di sangue, di materia cerebrale, ossea e di altro tipo, X è il tempo totale: abbiamo 3 x 1,55 x 12 + 20= 75 secondi circa. Schizzi, microspruzzi e frammenti sono fuoriusciti dalla testa del povero Samuele, scaraventando sull’assassino colpitore depositi ossei, biologici, ematici, ecc, sui capelli, sugli abiti, sulle mani e sul corpo. Hanno avuto una propagazione a cono a grande apertura. Il sangue è stato spinto in alto e a lato dall’arma, è scivolato, si è propagato secondo i movimenti del colpitore. L’assassino per detergersi il materiale biologico, lavarsi, fare sparire dai capelli, dalle mani e dal corpo (in casa Lorenzi) tutte le tracce del crimine, avrebbe impiegato almeno cinque minuti. E’ stato rinvenuto sangue in stanza da letto, sul letto, sul pavimento, sulle pareti e sul soffitto, nei lavandini, in lavatrice, sui pavimenti, su indumenti vari quali il pigiama. Tracce di sangue sono state rinvenute anche in altri luoghi. Le macchie di sangue Il sangue è la traccia più completa per informazioni, sia sull’appartenenza (antigeni, anticorpi, cromosomi, DNA, malattie), sia dall’aspetto MOCCI (linea cronologica, movimenti della vittima e dell’autore, posizioni reciproche, iter criminis, ecc.).

Le macchie di sangue possono così rinvenirsi sulla scena del crimine: a. pozze, risultato del liquido a terra b. spruzzi (primari e secondari) c. canali d. gocciolature e. gore (canali, aloni) f. colature di sangue g. strisce h. imbrattamenti i. stampi di sangue (impronte, orme, ecc.)

Alcune indicazioni investigative sulle macchie di sangue 1. Le gocce di sangue in base alla loro morfologia sono di due tipi: le macchie e gli schizzi primari:

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Le macchie sono originate dal sangue che cade da un’altezza limitata, hanno una forma vagamente circolare o del tipo poligono irregolare. Se la goccia cade da meno di 20 centimentri non produce punte e festoni, in caso contrario il numero e la lunghezza dei punti (o festoni) è proporzionale all’altezza di caduta.

Gli schizzi primari si hanno per lesione delle arterie, o per violenta pressione e colpi su pozze di sangue, oppure per movimenti violenti, veloci ed energici impressi a oggetti macchiati di sangue.

2. E’ importante valutare la distanza fra la macchia e il punto di uscita, l’inclinazione della retta che unisce i suddetti punti, il tipo di movimento che potrebbe averla prodotta.

3. La datazione di quando la macchia è stata prodotta aiuta a individuare la linea cronologica del crimine. 4. La quantità di sangue a cui la macchia coagulata o essiccata corrispond e aiuta a definire alcuni parametri

della dinamica omicidiaria. 5. La posizione nell’ambiente del cadavere da cui è fuoriuscito il sangue, aiuta a definire le interrelazioni fra

vittima ed assassino, oltre ai movimenti della vittima dopo le lesioni. 6. La distanza da cui cadono le gocce determina il contorno a poligono irregolare della macchia e le

microstrie, quindi, più la macchia presenta festonature e spruzzi, più cade dall’alto. Il numero dei lati del suddetto poligono irregolare e quello dei raggi aumenta con l’aumentare dell’altezza.

7. Se la macchia di sangue ha un contorno circolare ed è rinvenuta su un substrato liscio, orizzontale, significa che la goccia è caduta da una piccola altezza.

8. Se il sangue è gocciolato su un substrato ruvido, anche le macchie più piccole presentano un contorno poligonale; la lunghezza dei raggi che fuoriescono dagli angoli del poligono è proporzionale all’altezza di caduta.

9. Se si rinvengono macchie a contorno ellittico significa che sono state lasciate da una persona in movimento (moto proprio, perché trasportata, perché spinta o lanciata); tali macchie devono avere dei microspruzzi verso la direzione del movimento, oppure essere a clava o a punto interrogativo.

10. Se sugli oggetti e/o le pareti della scena sono rinvenute le caratteristiche macchie a punto esclamativo, i significati possono essere tre:

a. il sangue è spruzzato con violenza perché vi sono state lesioni di arterie; b. il sangue è scivolato da un’arma insanguinata sollevata con violenza e velocità, sia tale arma

a fendente o non; c. vi è la combinazione delle due precedenti possibilità.

Quali dei tre casi trattasi si può dedurre dalle modalità di propagazione, dalle traiettorie e dal contesto. 11. Ed ancora: a. la lunghezza della macchia è direttamente proporzionale all’inclinazione con cui ha impattato il

substrato, quindi, più è lunga la macchia, maggiore è l’obliquità del punto di uscita; b. la parte maggiore della macchia di sangue è rivolta verso il punto di provenienza, quindi, lo indica. 12. Le macchie di sangue possono essere celate in interstizi di finestre e di pareti, sotto tavoli, sedie,

scrivanie, tappeti ecc., individuare tali macchie (incrostazioni) può essere determinante per l’investigazione.

13. Le macchie di sangue sugli indumenti devono essere studiate anche per verificare il tragitto del sangue, le corrispondenze con eventuali lacerazioni e lo stato degli indumenti.

14. Possono anche essere state lasciate impronte di sangue dalla superficie palmare delle mani e plantare dei piedi, oppure, impronte di sangue lasciate da calzature, guanti, stoffe ed oggetti diversi. Può accadere che l’assassino tenti di confondere gli investigatori apponendo orme di sangue, avvalendosi di oggetti della vittima o estranei al delitto.

Strisce di sangue

Altri utili indizi sulla primitiva posizione e su quello che è accaduto possono essere forniti dalle strisciature di sangue se lasciate sul pavimento, sulle porte, sulle pareti e su altri oggetti.

La strisciatura di sangue significa un tragitto effettuato in determinati tempi, modi e situazioni oggettive e soggettive.

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La striscia di sangue può essere lasciata da diverse parti del corpo, le privilegiate sono i piedi, le mani e i capelli in caso di trascinamento del cadavere, altre parti se trattasi di ribaltamento, rotolamento o altro tipo di movimento. Ogni striscia può fare determinare la parte del corpo che l’ha lasciata, una parte della linea cronologica, un segmento della dinamica, l’intento alterativo da parte dell’assassino.

L’imbrattamento di sangue parla sotto i tre aspetti della criminologia investigativa (criminalistico, criminologico, investigativo).

5 - VITTIMOLOGIA & QGDR Non sono state ancora approfondite tutte le caratteristiche vittimogene e il background (sia del bambino e soprattutto della famiglia) quali:

• le attività economiche, culturali e personali; • lo stato a rischio e tutte le categorie relative; • il significato, il ruolo e la convenienza della morte in scenari ipotetici collegati al Q.G.D.R. (Quadro Globale dati di Riferimento), dallo scenario omicidiario rituale all’omicidio premeditato, sino all’uccisione per tacitazione testimoniale e per follia; • i collegamenti di movente in andata-ritorno con i membri della famiglia; • il significato dei nomi biblici (Samuele e Davide) in determinati scenari settari; • gli effetti squilibratori della presenza del bambino in situazioni precarie e di uno o più componenti del piccolo nucleo familiare (gelosie, invidie, pettegolezzi, rancori, ecc.), tre esempi:

- Samuele aveva recitato la parte di Gesù bambino nel Presepe vivente e la madre quella della Madonna;

- nel pomeriggio il fratellino Davide avrebbe dato un festa, vi erano stati inviti, forse vi erano stati esclusioni, qualcuno voleva impedire tale evento, oppure, il suo equilibrio era alterato dall’evento festa in giardino;

- i due bambini e la famiglia (provenienza, età, comportamento, ecc.) hanno trovato riscontro in alcune idealizzazioni dell’assassino che li ha fatti protagonisti (vittime) di una propria sceneggiatura e coreografia ispirandosi a qualche esperienza vissuta o immaginaria.

6 - LE TRACCE E LE ANALISI DI LABORATORIO Sono state cercate le tracce di qualsiasi natura, siano esse riferite alla vittima, all’assassino, alla scena, al fatto, a terze persone, sia alle fasi del progetto omicidiario, ai quattro luoghi del crimine ed ai suoi percorsi. Il problema è che le tracce sono ben poche in quanto vi è stata opera di staging (alterazione della scena) da parte di molti, in quanto nessuno aveva contezza immediata (tranne l’assassino, se era presente al momento dei soccorsi) che trattavasi di omicidio. Sono state cercate, individuate, fissate e documentate tracce di ogni genere, dalle ematiche alle biologiche, alle impronte papillari e palmari, alle orme, a quelle di passaggio, a quelle tecniche ed esecutive. Ma l’intervento di molti sulla scena ha reso difficile l’opera di ricostruzione della linea cronologica e dell’iter criminis. La mappatura, la cronologia e la costellazione delle tracce hanno fatto ritenere a torto che trattavasi di frenetica attività dell’assassino per alterare la scena, in realtà erano la madre e la psichiatra e, verosimilmente, altri soccorritori. Non si è a conoscenza di impronte papillari e di orme di estranei. 7 - DOPO L’ASSASSINO SONO ENTRATI NELLA CASA IN CRONOLOGIA ALMENO 14 PERSONE Sono state repertate tracce di orme plantari di ben 14 persone, andiamo a segnalare le seguenti che, per quello che siamo riusciti a ricostruire, sono entrate nel seguente ordine cronologico:

1. Annamaria Franzoni, madre della vittima

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2. Daniela Ferrod, vicina di casa 3. Ada Satragni, vicina di casa, psichiatra 4. Marco Savin, suocero di Ada Satragni 5. Leonardo Iannizzi, dottore dell’elicottero 6. Vito Perret, vicino 7. Alberto Enrietti, soccorso elicottero 8. Ivano Bianchi, elicottero, guida alpina 9. Elmo Glarey, guida alpina del luogo che coordina le operazioni di atterraggio 10. Stefano Lorenzi, padre della vittima 11. allo stato a noi ignota 12. allo stato a noi ignota 13. allo stato a noi ignota 14. allo stato a noi ignota

8 – ALTRO SULLE EVIDENZE FORENSI Dall’ordinanza di custodia cautelare del GIP: “.. Dalla consulenza tecnica redatta dal Prof. Viglino, dall'assenza di ipostasi sul cadavere e comunque dall'assenza in altri luoghi della casa di significative tracce ematiche, si può desumere che l'omicidio sia stato consumato all'interno della camera da letto dei coniugi Lorenzi. In particolare può ritenersi che la vittima sia stata attinta dalla ripetuta e violenta scarica omicida mentre si trovava nel letto matrimoniale, in posizione supina sulla parte sinistra (per chi guarda). Ciò è confermato anche della presenza di una estesa chiazza ematica, con frammenti ossei e materia cerebrale, proprio sul cuscino e sulla zona sottostante del materasso in quella parte del letto. A riprova, per quanto riguarda gli altri locali posti all'interno dell'abitazione dei coniugi Lorenzi "in tutto lo stabile non abbiamo notato tracce evidenti di avvenuta colluttazione o segni comunque riconducibili ad episodi violenti". Risultano tracce ematiche anche sul lenzuolo, sul piumone, sull'abatjour e sulla parte di muro alla sinistra del letto sulla tastiera e sul muro retrostante la spalliera del letto, sul muro e sul comodino posti alla destra del letto ed addirittura sul soffitto, in prossimità della lampada ubicata al centro dello stesso. Infine sono state trovate alcune tracce ematiche anche sul calorifero ubicato sopra la finestra e sulle tende della finestra stessa. Di conseguenza possono escludersi anche tutte quelle ipotesi alternative che postulano la consumazione dell'omicidio in altri locali della casa, o addirittura al suo esterno. La scena del delitto si presenta – dalla visione delle fotografie allegate al fascicolo – sostanzialmente ordinata. L'arredamento e le suppellettili appaiono in ordine e non interessati dall'azione aggressiva esercitata sul solo corpo del piccolo Samuele. Non vi sono segni di confusione, o di colluttazione. Non risulta essere stato sottratto nulla dalla camera. Tutto è in ordine, salvo le vistose chiazze ematiche presenti sul letto e nei suoi dintorni. L'orrore ha risparmiato le cose e si è sfogato unicamente sulla persona (la considerazione espressa può avere qualche valenza, in termini cronologici, essendo corrispondente alle modalità e circostanze di fatto che normalmente caratterizzano il cosiddetto omicidio espressivo, ossia quell’omicidio ove l’aggressore non uccide per ottenere un profitto, ma come risposta a frustrazioni, aggressioni subite e/o fallimenti personali). L'azione con evidenza, ha per obiettivo esclusivo la soppressione della vittima….” 9 - CLASSIFICHIAMO L’OMICIDIO DEL PICCOLO SAMUELE Le classificazioni dell’omicidio indispensabili all’investigazione si riferiscono a cinque aspetti fondamentali dell’omicidio: il contesto, il mezzo e le cause della morte, la volontà e l'organizzazione dell'assassino, l'intento primario, il movente. Classificazioni che non risultano essere del tipo rigido, tanto che una interviene nell’area delle altre, così come vi sono accomunamenti e sovrapposizioni.

A - IL CONTESTO DELL’OMICIDIO

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B - LA METODICA OMICIDIARIA (causa della morte e mezzo lesivo) B - LA VOLONTÀ OMICIDIARIA C - Il MOVENTE D - L’INTENTO PRIMARIO (l’obiettivo iniziale dell’assassino e le circostanze). 9.1 – QUAL E' IL CONTESTO OMICIDIARIO? Il contesto omicidiario rappresenta l’insieme circostanziale e ambientale in cui l’atto omicidiario è maturato. I contesti omicidiari sono in numero di sette e rappresentano per l’indagine sette porte d’entrata: 1) in seguito a litigio, 2) in seguito a rapina o furto, 3) passionale-sessuale, 4) su commissione, 5) senza motivo apparente, 6) per motivi di droga, 7) per atto suicidiario. L'individuazione del contesto mette immediatamente in moto le attività investigative, di analisi, elaborazione dati, screening, informativi e d’intelligence verso una determinata direzione con il pregio di non sprecare tempo prezioso, di non fare “respirare” l’assassino, di non fare raffreddare le prove e i ricordi dei testimoni. L’individuazione del contesto ha un solo difetto: se è errata, l’investigazione e i risultati saranno fallaci, a meno che non funzioni a dovere il circuito di controllo. Alcuni tipi di omicidio “si presentano da sé” per caratteristiche specifiche. L’investigazione deve innanzitutto verificare se tali elementi di pecularietà siano genuini o artefatti, se ci sia opera di alterazione della scena e del cadavere, se non ci sia una mente finissima che, molto abilmente, ha cambiato le carte in tavola. Purtroppo, gli investigatori dell’omicidio di Samuele, contestualizzando il fatto in “Omicidio in ambito familiare”, hanno sbagliato la porta d’entrata così creando i presupposti per la catastrofe giudiziaria-investigativa.

1. - Omicidio per litigio Si verifica causa il superamento della soglia dell’autocontrollo per disaccordi, aggressività, discussione, rissa e colluttazione fra la vittima e l’assassino. La diade omicidiaria può essere di qualunque tipologia. Il contesto per litigio può essere del tipo domestico, intraspecifico o extraspecifico: è strettamente legato alle circostanze. La circostanza, nella fattispecie di Samuele, non può esistere se non nell'ambito familiare. Gli inquirenti inizialmente hanno contestualizzato l'omicidio di Samuele come "Omicidio in ambito familiare" partendo dal non certo presupposto " -> L'assassino ha svolto una frenetica attività di camminamento sulla scena e di alterazione della scena lasciando tracce comportamentali e orme -> le orme e le attività sono di qualcuno dell'ambito familiare -> l'assassino è dell'ambito familiare". Invece le impronte e le frenetiche attività di camminamento, di lavaggio, di spostamento ecc. sono il risultato delle attività di panico della madre e di soccorso della madre e della d.ssa Satragni immediatamente accorsa. 2. - Omicidi per (oppure, in seguito a) rapina o furto L’omicidio per rapina o per furto accade durante l'attuazione di tali atti criminali il cui intento primario è proprio quello della messa in essere dei suddetti reati, non un omicidio. Si deve considerare, però, che il rapinatore o il ladro possa prevedere o attuare l’eliminazione di qualunque soggetto causa di intralcio al suo atto criminale.

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L’omicidio per rapina o per furto deve essere analizzato sotto due aspetti, quello della serialità abitudinaria, quello del reato in se stesso.

La serialità del reato può essere stabilita tramite la definizione esatta del modus operandi, analizzando la statistica territoriale del crimine, delle analogie con altri atti criminali della stessa tipologia, per poi collegarsi a questi scenari ed attingere maggiori informazioni possibili. Dai risultati investigativi relativi il territorio e le statistiche su Cogne non è emerso alcuna serialità di furti nella zona, e questo lascia aperte due ipotesi (1) ladro venuto da fuori quindi itinerante; (2) ladro al suo primo furto. L’uccisione di Samuele può trovare collocazione anche in tale contesto. Occorre che sia stata notata da qualcuno attività di soggetti dediti a tale tipologia di reato (con organizzazione all’intrusione). Qualunque atto dell’autore del fatto può subire alterazione della scena e manipolazioni grazie al suo “aggiornamento professionale” ed esperienza nel campo, oltre che l’evoluzione tecnologica.. Nella fattispecie si deve verificare quanto segue: • definire come e perché la vittima (casa Lorenzi) è stata o potrebbe essere stata scelta come bersaglio da predare; • accertare se fosse di conoscenza generale il fatto che la famiglia di Samuele avesse in casa il possesso e la presenza di contanti e valori; • stabilire cosa è accaduto realmente; se e cosa è stato preso; se e cosa è stato ignorato. 3 - Omicidio per motivi di droga (o legato al traffico di stupefacenti) Non esistono motivi che possano fare ritenere che l’omicidio possa essere maturato in tale ambito, nel qual caso si sarebbe potuto trattare di una vendetta per sgarro. Il suddetto scenario è escluso da tre elementi: il contesto familiare scollegato da ogni contesto di droga, non esistenza nel territorio di spaccio di droga, l'assenza di boss della droga e incidenti di droga collegati nel territorio. Non risulta che l’intelligence investigativa, informatori confidenziali e tutti i sensori degli inquirenti abbiano rilevato e rivelato tracce di questioni di droga e malavitose collegabili alla morte di Samuele.

4 - Omicidio di sé, atto suicidiario (omicidio della prole, figlicidio) Nella fattispecie di Cogne è ovvio che non trattasi di suicidio, però, visto che il momento in cui un genitore uccide la prole è un po’ come se uccidesse se stesso, occorre inserire nel contesto suicidiario – con i dovuti distinguo – anche i genitori di Samuele (da soli o in coppia): questo per non trascurare nulla e ipotizzare, quindi, anche una sorta di follia a due, di gruppo, familiare e similari o di una persona sola.

Gli eventuali micro-indizi di suicidio (omicidio della prole) da valutare • Indizi di destino incombente. • Espressioni di disperazione indicativi di angoscia mentale. • Lamentele e rappresentazione di penosi indicativi di tormento fisico sullo stato di Samuele. • Chiari tentativi di imparare di più sulla morte o il meccanismo di causare morte. • Precedenti tentativi e minacce di danneggiare Samuele Il figlicidio è stato il contesto scelto dagli inquirenti, un contesto che riteniamo di non condividere. Abbiamo purtroppo assistito a maldicenze, forzature, insinuazioni e veleni proprio per avvalorare tale contesto. 5. - Omicidio senza motivo apparente, non definito, del tipo misto E’ il tipo di omicidio che inizialmente non si riesce a comprendere e classificare, che non presenta un contesto preciso tale da imprimere una direzione alle indagini, che ha un tipo di vittima senza caratteristiche critiche tali da aiutare a individuare il canale “movente + assassino + vittima”. L'omicidio di Samuele all’inizio era da collocarsi in tale ambito, ma le risultanze ci portano a ritenere che intento primario e movente inquadrino un fortissimo conflitto emozionale causato da odio, vendetta e disegno infernale.

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6. Omicidio su commissione, su comando, per contratto

L’assassinio è effettuato perché organizzazioni criminali o terze persone o altre organizzazioni ne ricavano un profitto economico, di potere o psicologico. Di solito l’omicida colpisce a sorpresa e non c’è alcuna relazione tra autore e vittima. Considerazioni investigative relative l’omicidio su commissione 1. La tipologia di omicidio per commissione a volte risulta palese tramite le modalità esecutive e lo stile,

altre volte è scoperta durante l’investigazione perché è un omicidio con alterazione della scena e con depistaggio.

2. Se l’omicidio è del tipo domestico, il sospetto investigativo si sviluppa attraverso un’opera di intelligence e informativa. E’ normale guardare a questa tipologia omicidiaria il momento in cui non ci sono altre piste da seguire.

3. Negli omicidi per scopo finanziario non devono essere considerate solo le condizioni economiche del defunto al momento della morte, ma l’intero patrimonio, eventuali polizze assicurative sulla vita, sui valori, sulle proprietà e sulla famiglia. La scena del crimine risulta essere eccezionalmente ben organizzata e studiata, questo significa che il sospettato o l’autore si è rivelato padrone e ottimo gestore della situazione, due i casi: (A) è un professionista e specialista del delitto, (B) è un soggetto eccezionalmente pianificatore, freddo, astuto e intelligente.

Non è da escludere che l’omicidio di Samuele sia su commissione, specialmente se si vanno a ipotizzare – per poi riscontrare – scenari di vendetta. 7. - Omicidio per motivi sessuali, a sfondo sessuale e il Serial Killer L’omicidio del tipo sessuale è riconosciuto nell’immediatezza per lo stato di rinvenimento della stessa vittima e/o della scena. Il contesto generale e la scena ne indicano la natura.

Il tipo e il livello di organizzazione del delitto e dell’assassino si deducono dalle eventuali presenze (1) di mezzi di azione, di immobilizzazione e di controllo della vittima (bavagli, catene, funi, lacci, manette, ecc.), (2) dell’arma con cui è stato commesso il delitto, (3) dal modus operandi e dall’azione esecutiva, (4) dalla completezza e qualità dell’opera di alterazione della scena per cancellare le tracce o depistare. Non vi è traccia o indicatore di tale fattispecie omicidiaria nel caso di Daniele. 9.2 - LA METODOLOGIA OMICIDIARIA PER DISTRUGGERE SAMUELE E GLI INDICATORI OMICIDIARI (A) I metodi, i modi, i mezzi, gli strumenti per dare la morte, (B) i mezzi lesivi nell’ambito omicidiario, (C) il Modus Operandi messo in essere, rivelano la qualità, il livello e lo stile dell’assassino. COME si uccide è l’Istinto di Morte che diviene STILE. COME si uccide rivela CHI uccide e PERCHE’ uccide. La sofisticazione del metodo omicidiario, la preparazione delle fasi di svolgimento, il grado di abilità esecutiva e gli accorgimenti tecnici rivelano lo stile e l’habitus sociale dell’assassino e cosa lo gratifichi realmente.

9.2.1 - GLI INDICATORI DELL’OMICIDIO

Le modalità esecutive, la tipologia organizzativa dell’azione omicidiaria, le circostanze, il tipo d’arma e la sua presenza nella scena prima e dopo l'evento, lo stile esecutivo, le caratteristiche della vittima, l’eventuale alterazione della scena e l’after killing sono i c.d. “indicatori dell’omicidio”.

Essi rivelano molti indizi su cosa è accaduto, sul complicato rapporto fra assassino e vittima, sulla linea cronologica del crimine, sul modus operandi, sulle qualità, capacità e opportunità tecniche, strategiche e tattiche dell’assassino. Rivelano importantissimi elementi della coreografia dell’omicidio, su alcuni aspetti del movente, su cosa realmente gratifichi il tipo d’esecutore.

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I metodi omicidiari secondo la causa della morte e il mezzo lesivo classificati in dieci categorie. L'omicidio di Samuele è consistito in una serie di colpi al capo inferte con un’arma ancora non individuata (indeterminatezza dell'arma). L'arma può essere individuata dalle ferite prodotte e dalle tracce di essa lasciate su Samuele, in questo contesto occorre ricordare che Samuele è stato lavato, quindi, anche le sue ferite e le eventuali tracce dell'arma che esse contenevano. Samuele è stato ucciso con un corpo contundente, acuminato, con un manico lungo almeno 25 centimetri. Samuele è stato lavato dalla d.ssa Satragni con cotone, asciugamani e salviette di casa Lorenzi. L'arma proveniva da fuori casa, il motivo è semplicissimo: non è stata trovata né in casa, né dove la Franzoni possa averla nascosta o buttata. L’arma certamente né è stata lavata, né poi rimessa a posto. L'assassino l'ha portata con sé prima e dopo il fatto. 9.2.2 - SICURAMENTE VI E’ STATO OVER KILLING SU SAMUELE Over Killing significa “andare oltre l’uccisione ... andare oltre la morte”, concretamente si verifica quando la vittima è stata colpita ripetutamente post mortem o in liminae vitae. Le parti del corpo attinte, la dedotta strategia di presa dell’arma, la morfologia e la linea cronologica delle ferite, l’andamento fasico dei colpi e la mappatura delle ferite, possono rivelare particolari e dettagli importantissimi. L’Over Killing, nel caso di Samuele, è stato originato da uno o più dei seguenti motivi:

a) Segno di disprezzo. b) Rito appetitivo. c) Scarico dell’aggressività omicida. d) Vendetta da ripetere affinché fosse eterna. e) Messaggio di odio. f) Proiezione nel futuro del proprio eterno odio. g) Tentativo di chiudere ogni forma di perdono all’offesa ricevuta in vita dalla vittima.

9.2.3 - OMICIDIO CON ARMA BIANCA O CON ARMA IMPROPRIA? Arma bianca? Le armi bianche che possono causare morte sono innumerevoli, alcune uccidono perché ledono organi vitali, altre perché dissanguano, altre per traumi, a volte la lama è componente dell’assassinio ma non la determinante (trattasi di omicidio misto, con diversi mezzi). Il termine “ferite da arma bianca” è una definizione generica e indica le lesioni prodotte sia con armi specifiche quali pugnali, spade, baionette, coltelli, frecce e lance, sia le lesioni prodotte con strumenti atti ad arrecare danno quali bottiglie, cacciaviti, chiodi, ferraglia, forbici, spiedi, punteruoli, tagliacarte, tridenti, ecc.. Dal tipo di arma usata e dalle sue caratteristiche di taglio, di punta e di spigolo, le lesioni cutanee sono di cinque tipi: punta a sezione circolare, punta a sezione triangolare, punta a sezione quadrangolare, monotagliante, bitagliente. Arma impropria? L’omicidio con arma impropria è caratterizzato dall’arma che non ha una destinazione offensiva, tipo mattarello, cacciavite, crick, forbici, attizzatoio, soprammobile, ecc., arma che di solito ha una forte connessione con lo stato e l’ambiente dell’assassino o della vittima. E’ connesso all’occasionalità e/o alla logistica dell’assassino.

9.3 - QUAL E' IL MOVENTE? Il movente che ha mosso l’assassino di Samuele può essere valutato secondo due aspetti 1. La logicità dei fatti: è la consistenza stessa del movente, almeno dal punto di vista utilitaristico e

funzionale; può essere del tipo razionale o irrazionale - (logico o illogico).

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L’omicidio di Samuele è del tipo illogico se la contestualizzazione è nell’ambito della follia, con movente razionale nei casi rimanenti.

2. L’interesse dell’assassino come la gratificazione ottenuta, che può essere di tipo psicologico, economico, di potere, a sfondo sessuale o misto. L’assassino di Samuele ha avuto enormi gratificazioni dall’uccisione, dalla sofferenze e, verosimilmente, dallo scalpore mass mediatico, oppure trattasi di omicidio con movente psicopatologico.

Il movente dell’omicidio è il filo invisibile che lega la vittima all’assassino. E’ più facile per l’assassino spezzare il filo della vita della propria vittima, che quello invisibile e a filo doppio del movente che li lega: se il movente esiste potrà essere de finito. Si cerchi il movente e quando lo si sarà trovato – se sarà trovato - , verosimilmente, si sarà aperto e illuminato il canale che porta verso l’assassino. Il movente si può dedurre dalla scena del crimine, dal modus operandi, dal background della vittima e dalle caratteristiche vittimogene: è l’ultimo stadio del ragionamento investigativo dopo il “Cosa è accaduto? Come è accaduto? Quando è accaduto?” Il collegamento fra Samuele come vittima all’assassino può essere stato di quattro tipi: 1 - Diretto collegato, proprio Samuele per un determinato avvenimento storico che collega la diade (motivi di vendetta, di gelosia, invidia, di esclusione-rifiuto, ecc.); 2 - Collegato indiretto, ostinatamente Samuele perché la sua tipologia o alcune sue caratteristiche hanno gratificato l’assassino; 3 - Indiretto scollegato (la vittima è scelta a caso o è capitata a caso), secondo le circostanze e lo scenario determinati dalla vittima e dall’assassino. 3 - Secondo la circostanza, l’omicidio è stato causato proprio da quel tipo di avvenimento che ha scatenato il movente (omicidi per litigio, in seguito a furto, a rifiuto, Samuele in stato di aggredibilità, ecc.). Nella fattispecie di Samuele se non trattasi di omicidio premeditato (o fantasticato) ci troviamo di fronte al circostanziale occasionale. L’assassino ha deciso di entrare in casa Lorenzi (dato certo) e di uccidere Samuele (da individuare temporalmente).

9.3.1 - LE SEDICI POSSIBILITA’ DI MOVENTE OMICIDIARIO

L’omicidio può essere commesso per diversi moventi (a movente misto) o per uno solo. I tipi di

movente sono stati raggruppati in sedici categorie, alcune di queste compaiono in altre classificazioni omicidiarie. Valutiamo gli scenari di movente omicidiario e la loro compatibilità, plausibilità e verosimiglianza con l’uccisione di Samuele.

1. Omicidio per difesa Si uccide per difendere la propria persona, i propri cari, i propri interessi e i propri beni. In questi casi, di solito, è omicidio del tipo volontario o preterintenzionale. Altro tipo di difesa è prevenire un attacco, un pericolo, un danno ingiusto: in tal caso l’omicidio è premeditato. In entrambi i casi l’omicida ha la tendenza a sminuire l’entità del proprio atto, e/o a prendere la totale distanza dal crimine tramite l’alterazione della scena, l’eclissamento, o rappresentando una falsa verità. Non è il caso di Samuele, a meno che l’assassino non volesse difendere un proprio interesse psicologico e situazionale da ricercare nei rapporti della famiglia Lorenzi.

2. Omicidio per denaro

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Il denaro è il motivo più forte e diffuso che porta all’omicidio, almeno ai tempi odierni. Le situazioni omicidiarie vanno dalle rapine ai delitti su commissione, all’arricchimento con eredità, a quello con premi assicurativi, all’uccisione per scommessa, a motivi connessi al denaro. Nel caso di Samuele il fattore denaro è collegabile al tentativo di furto o di rapimento di persona finito male, oppure, ai rapporti della famiglia Lorenzi con il circondario dell’assassino. 3. Omicidio per il successo Si elimina una persona che rappresenta l’ostacolo da superare per raggiungere tale scopo (un concorrente imbattibile o temibile, una persona che determina le sorti altrui ed anche quella dell’assassino, un dirigente che vuole annichilire, ecc.). Non è il caso di Samuele, nemmeno e soprattutto nei confronti della madre o del padre, a meno che non trattasi di omicidio vicario, cioè, commesso da un soggetto capace facente le veci di un soggetto non capace a uccidere. Il contesto, ovviamente, è quello della follia.

4. Omicidio per gioco e per divertimento Questo tipo di movente fa commettere uccisioni di diversa fattura, con tipologia vittimologica e modus operandi disparati. La morte di Samuele non è configurabile in tale contesto di movente.

5. Omicidio per fastidio Solitamente è un omicidio d’istinto, si verifica per un’allergia alla tolleranza, per una reazione viscerale, per una reazione fisica, per la perdita improvvisa dei freni inibitori. Non è il caso di Samuele, a meno che non emerga una situazione ambientale (infra e/o extraspecifica) esasperata. Gli inquirenti hanno gradito ipotizzare che la madre abbia potuto uccidere Samuele in tale frangente, senza tenere conto che non aveva tempo, movente (serio), circostanze e modi ecc. ecc. per farlo. 6. Omicidio per piacere sessuale E’ da classificare in quattro categorie: Omicidio per ottenere un atto sessuale che dia piacere. Omicidio per dominare sessualmente sino alla morte donando la morte. Omicidio per ottenere il piacere sessuale uccidendo la vittima. Omicidio punitivo dopo averla violentata. Non è il caso di Samuele, a meno che non vi sia stato tentativo di violenza sessuale di cui non si ha traccia. Ma è altamente improbabile.

7. Omicidio per vendetta Il delitto è del tipo pianificato ed è collegato a una frustrazione ricevuta o patita dall’assassino (ingiustizia, sgarro, arroganza, prevaricazione, insulto, ecc.), che risponde con modalità e in tempi adeguati alla sua personalità, decidendo di uccidere. In caso di omicidio per vendetta sono da sviluppare ed approfondire le seguenti informazioni ed attività dei sospetti del caso: a - La durata, la qualità e il tipo dei contatti e della frequentazione fra la vittima (genitori e familiari di Samuele) e i soggetti sospettabili. b - I problemi noti, dedotti o deducibili dai suddetti contatti e frequentazione, tipizzabili in precedenti minacce, precedenti litigi e discussioni, precedenti comportamenti aggressivi, precedenti interventi della polizia sul luogo del delitto o nelle pertinenze della vittima o dei soggetti sospettabili, possibilità di rapporti a tre con gelosie di amanti, denunce, esposti o rapporti sulla vittima e sui sospettati. c - Scandagliare tutte le attività della famiglia di Samuele e dei sospettati.

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d - Valutare la personalità dei familiari di Samuele e dei sospettati, indagare sulla loro irascibilità, sui loro precedenti specifici. L’omicidio di Samuele sembra rientrare nella fattispecie. La vendetta può essere del tipo diretto contro Samuele (è improbabile), indiretto contro la famiglia (è probabile), simbolico contro la famiglia e/o la comunità di Cogne (è probabile), in modo vicario (per conto di un bambino e sostituendosi a lui), per un vecchio sgarro (Cosa? Chi? Come? Dove? Quando?).

8. Omicidio per invidia E’ un delitto di chiara matrice psicologica, l’assassino desidera patologicamente di avere quello che appartiene ad altri, una cosa a cui attribuisce una particolare carica valorifica. Solitamente è un delitto pianificato. Molte volte è immaginato, covato, nutrito e desiderato, in questi casi l’acting out è frutto di un momento improvviso e particolare unito alle opportunità ed alle circostanze. L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie collegandolo, però, alla vendetta.

9. Omicidio per imitazione La gratificazione che l’assassino riceve da tale tipo di delitto è complementare al movente e sempre di tipo psicologico. Non sembra rientrare nella fattispecie.

10. Omicidio per induzione L’assassino è un soggetto influenzabile, plagiato, che è stato spinto, manipolato e suggestionato, sino a commettere il delitto, da un burattinaio invisibile, astuto e dominatore. L’esecutore è pienamente convinto di avere agito volontariamente e per propria scelta. Non è da escludere che l’uccisione di Daniele possa rientrare in tale tipologia; lo scenario va dall’omicidio rituale e di gruppo alla sottile e arzigogolata vendetta privata che può nascere anche da tempi remoti. Tale movente porta anche quelli per vendetta e invidia.

11. Omicidio per compassione L’esecutore agisce e dona la morte perché vuole fare terminare la sofferenza della vittima, una persona che solitamente conosce e per la quale prova sentimenti positivi. Difficilmente è occultato. E’ l’omicidio per eutanasia. L’omicidio di Samuele non rientra in tale categoria, a meno che non si guardi la madre come erroneamente ed avventatamente hanno fatto gli inquirenti.

12. Omicidio per follia E’ commesso causa un motivo irrazionale da un soggetto (dal serial killer alle persone c.d. “normali”) che, improvvisamente, slatentizza l’istinto omicida per le motivazioni e nelle circostanze più impensabili (parenticidi e mass murderers compresi). La follia va dal raptus assassino alla pianificazione del sociopatico. L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie comprendendo anche i moventi dell’invidia e dell’odio.

13. Omicidio per gelosia L’assassino uccide perché geloso, in tal caso il delitto è detto anche “per motivi passionali”. Diversi i tipi di tale movente collegato alle circostanze. Nella norma è un omicidio d’istinto, ma vi sono diversi casi di omicidio per gelosia del tipo premeditato. L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie, la gelosia va dall’ambito familiare a quello esterno (qualche spasimante respinto/a incosapevolmente da uno dei genitori, per erotomania, ecc). Le avventate e fantasiose ipotesi degli inquirenti (amanti, ecc.) non hanno ritrovato alcun riscontro.

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14. Omicidio per rifiuto La vittima è uccisa perché ha rifiutato un’offerta o una proposta che l’assassino era certo sarebbe stata accettata. Di solito l’omicidio per rifiuto è del tipo d’impulso e volontario, non sono rari i casi, però, che il delitto sia stato covato sino a divenire omicidio premeditato. L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie solo se l’assassino ha cercato di dare o ricevere un atto affettuoso ed ha avuto una reazione ostile da parte di Samuele interpretandola come insulto. Se invece l’assassino ha ucciso Samuele perché rifiutato (è da inquadrare il contesto di scenario) da uno dei genitori, il rifiuto è un movente plausibile.

15. Omicidio per motivi strumentali L’assassinio è commesso per avere un beneficio immediato o posticipato non compreso fra i precedenti (tacitazione testimoniale, eliminazione di persona pericolosa, eliminazione della guardia del corpo del soggetto da rapire o da uccidere, ecc.). L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie se trattasi di omicidio in seguito a intrusione e per gridato allarme da parte sua. Se il presupposto non è dimostrato, la conseguenza non può essere dimostrata.

16. Omicidio per collezionismo Si uccide perché l’istinto di morte ha preso il sopravvento su quello della vita e della conservazione della specie. Vi sono molte specie soggettive che praticano questo tipo di collezionismo: i sociopatici puri che godono nell’uccidere, gli “ex killer for a profit” che sono governati dalla coazione a ripetere, persone infelici che soffrono della felicità altrui. L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie, anche commesso dal soggetto “Homicide Manager” che si compiace di organizzare delitti perfetti con fuorviamento delle indagini. 9.4 – QUAL E’ STATO L’INTENTO PRIMARIO DELL’ASSASSINO? La classificazione per intento primario permette di stabilire lo scopo principale (focus) dell’assassino verso la vittima, desumendolo sia dal contesto che risulta emergere dalla scena del crimine e dalle prime investigazioni, sia dal modus operandi e dallo stile omicida. A. Omicidio su iniziativa criminale: previsto e stabilito in seguito a un reato organizzato. B. Omicidio a carattere personale: per motivi individuali prodotti da un conflitto emozionale. C. Omicidio di gruppo. D. Omicidio a sfondo sessuale. 9.4.A - OMICIDIO SU INIZIATIVA CRIMINALE

La grande categoria dell’omicidio su iniziativa criminale previsto e stabilito riguarda tutte le fattispecie di omicidio finalizzate al raggiungimento di un profitto materiale o psicologico. L’omicidio su iniziativa criminale di solito è del tipo misto e complesso, difatti, come già detto, unisce più moventi e più sub-categorie. Omicidio su commissione L’assassino è stato incaricato di uccidere la vittima. A volte è lasciato libero di decidere tempi, modi e platealità, a volte deve seguire le indicazioni per alcune (o tutte) fasi e modalità. Può essere un cane sciolto, un professionista, un aggregato, un settario. L’omicidio di Samuele potrebbe rientrare nella fattispecie, lo abbiamo già analizzato nel contesto. Omicidio per motivi interni a un gruppo criminale

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Il gruppo può essere una setta, una gang, una società segreta, una congrega, un club. La vittima risulta essere un affiliato della stessa organizzazione, che viene ucciso per conflitti di potere, per motivi di sicurezza, di equilibri, di ruoli, di ranghi, di interessi speciali, per motivi interni. Considerazioni investigative Le modalità dell’assassinio possono essere palesi, oppure del tipo latente. Le modalità dell’omicidio per motivi interni a un gruppo sono sempre e comunque funzionali allo scopo che il mandante vuole ottenere. L’azione esecutiva può essere (1) del tipo plateale, clamorosa, sanguinaria, dimostrativa, dolorosa, abnorme; oppure (2) del tipo sommerso, nascosto ed anonimo. L’omicidio di Samuele, allo stato delle investigazioni, non sembra rientrare nella fattispecie a meno che un gruppo criminale (in tal caso occorre comprendere il movente contro i Lorenzi/Franzoni) non lo abbia deciso individuando in Samuele il messaggio di morte.

Omicidio per competizione criminale La vittima è un esponente di un altro gruppo (setta, gang, organizzazione, società segreta, gruppo politico) e la motivazione principale del delitto risulta essere il controllo del territorio e/o di un’attività particolare. L’omicidio di Samuele non presenta presupposti per rientrare nella fattispecie.

Omicidio conseguente a sequestro di persona Tale uccisione è rivolta a una vittima con un alto livello economico, oppure a soggetto catturato come ostaggio durante un atto criminale. L’omicidio di Samuele non rientra nella fattispecie.

Omicidio per avvelenamento o sofisticazione di prodotti commerciali

L’omicidio di Samuele non rientra nella fattispecie.

A6. - Omicidio per motivi di droga o legato al traffico di sostanze stupefacenti Già valutato nella categoria “Contesto omicidiario” non porta indicazioni utili al caso di Samuele. L’omicidio di Samuele non rientra nella fattispecie. A7. - Omicidio per motivi d’interesse economico Sono omicidi collegati ad assicurazione, eredità, proventi, spartizioni di beni, per profitti individuali, per profitti commerciali, allo scopo di ricavare benefici finanziari dalla morte della vittima, oppure, di mantenere il potere finanziario e di controllo della stessa vittima su determinate circostanze, situazioni e persone. L’omicidio di Samuele non rientra nella fattispecie, a meno che l’aspetto economico non abbia originato rancori e sentimenti di vendetta. A8. - Omicidio finalizzato alla commissione di altro reato Tale omicidio può essere del tipo pianificato di una vittima specifica o del tipo non pianificato. Di solito trattasi di delitti contro la proprietà o contro la persona; la vittima può essere prescelta, oppure casuale, in quanto potenziale testimone del crimine o perché ha una reazione di difesa. L’arma del delitto è portata dall’assassino che non prevedeva la morte della vittima ma era pronto ad usare l’arma, oppure è presa sul luogo del reato con modalità e opportunità da investigare. La morte di Samuele può fare parte di tale scenario omicidiario.

A9. - Omicidio in seguito a rapina o altro atto criminale

Lo abbiamo già esaminato nel contesto in seguito a rapina e o furto.

E’ verosimile che Samuele sia stato ucciso in seguito a furto o altro atto criminale, naturalmente, occorre trovare gli indicatori relativi l’atto criminale primario.

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A10. - Omicidio per sicurezza personale E’ commesso in due tipi di scenari: per tacitazione testimoniale o per difesa di sé, della proprietà, degli affetti e delle persone. Nel primo caso si verifica quando non si vuole lasciare in vita una persona testimone di un avvenimento particolare e compromettente per l’assassino. La morte di Samuele può fare parte di tale scenario omicidiario solo se commesso in seguito a intrusione.

A11. - Omicidio per il gusto di uccidere senza sfondo sessuale Tale omicidio può essere del tipo premeditato, occasionale o istintivo. Gli scenari e i contesti sono diversi, così come i moventi e i mezzi lesivi. Si presenta come omicidio senza motivo apparente, del tipo misto, su commissione o a sfondo sessuale. Il collezionista di omicidi agisce in tale contesto. La morte di Samuele può fare parte di tale scenario omicidiario.

9.4.B - OMICIDIO A CARATTERE PERSONALE

(Per motivi individuali prodotti da un conflitto emozionale)

L’omicidio a carattere personale riguarda tutti gli omicidi commessi da un singolo soggetto sulla base di un sottostante conflitto emozionale che lo spinge a commettere l’uccisione. L’assassino di solito agisce senza il sostegno di organizzazioni criminali o di gruppo, il movente è del tipo diretto. Otto le sottocategorie.

Omicidio domestico è commesso da un membro familiare nei confronti di un altro, può essere del tipo premeditato e, come già detto, del tipo non premeditato, occasionale e per litigio. Nella sub categoria “premeditato” il delitto è da tempo pianificato e deve essere inquadrato tramite il movente, al “cui prodest?”, alle modalità della morte ed alla completa teoria del crimine. L’omicidio domestico è da investigare come omicidio per litigio o per commissione, se si ritiene che via sia stata una meticolosa e perfetta opera di alterazione della scena, il quadro del contesto deve essere allargato. La morte di Samuele non fa parte di tale scenario omicidiario tranne che per gli inquirenti.

Omicidio extra familiare , è commesso contro un soggetto che non fa parte della propria famiglia, in tal caso la vittima può essere contigua o non contigua. La morte di Samuele fa parte di tale scenario omicidiario. Omicidio conseguente a conflitti con figure autoritarie, in cui l’autore colpisce la vittima che, realmente o simbolicamente, fa parte di una struttura organizzativa o rappresenta un’istituzione o autorità, dalla quale egli si sente trattato ingiustamente. La morte di Samuele può fare parte di tale scenario omicidiario solo se Samuele è il messaggio di morte e di odio lanciato alla sua famiglia.

Omicidio per vendetta, a causa di offese reali o immaginarie da parte della vittima. La morte di Samuele appare fare parte di tale scenario omicidiario sempre con riferimento ai sentimenti che la famiglia e la piccola vittima hanno prodotto all’assassino.

Omicidio apparentemente immotivato, la cui ragione sembra essere nota solo all’autore. Saranno le successive ed accurate indagini a far luce sia sulle caratteristiche dell’autore che sul movente del delitto. In tale maniera si potrà prendere la pista di qualsivoglia movente, contesto, intento primario e scenario omicidiario. I punti di partenza sono le modalità uccisorie e la scena del crimine. La morte di Samuele può fare parte di tale scenario omicidiario.

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Omicidio per motivazioni estremiste, commesso sulla base di un’ideologia politica, religiosa o sociale, da parte di un individuo, che può anche far parte di un’organizzazione estremista, ma agisce da solo. La morte di Samuele può fare parte di tale scenario omicidiario se sono ipotizzati interventi di gruppi razzisti, settari e similari. Omicidio per motivazioni di pietà o eroiche . E’ incompatibile con il caso di Cogne, tranne che per chi continua – senza alcuna base logica e scientifica - a puntare la madre dipingendola come "isterica", "visionaria", "schizofrenica", ecc. ecc.

Omicidio dell’ostaggio, in cui la vittima è uno ‘strumento’ utilizzato dall’autore per ottenere un vantaggio da altre persone (anche del tipo psicologico o sessuale). La morte della vittima non costituisce il primo intento dell’autore. E’ incompatibile con il caso di Cogne.

Omicidio per erotomania L’omicidio avviene per un interesse specifico e personale che l’assassino nutre verso la vittima senza che vi sia alcun rapporto di frequentazione, una persona diventata centro dei suoi pensieri e delle sue azioni. E’ incompatibile con il caso di Cogne, a meno che l’obbiettivo non fosse la madre ignara (o il padre ignaro) e Samuele rappresentasse l’ostacolo supremo.

9.4.C - OMICIDIO DI GRUPPO La categoria dell’omicidio di gruppo riguarda delitti commessi da due o più persone con un’ideologia comune e diffusa. Le investigazioni sono difficili, partono dalla specificità dell’atto, dalle conoscenze e dalle connessioni che lo studio della vittima fa emergere. Quattro le sub-categorie, solo l’ultima è improbabile: (1) omicidio da parte di appartenenti a una setta, (2) omicidio per motivazioni estremiste, (3) omicidio per istigazione di gruppo, (4) omicidio per associazione diffusa, è commesso per baldoria, per gioco, per scommessa; per motivi di noia, psicosessuali o perché banda criminale o gruppo speciale. 9.4.D - OMICIDIO A SFONDO SESSUALE L’omicidio del tipo sessuale è riconosciuto nell’immediatezza per lo stato di rinvenimento della stessa vittima e/o della scena. Il contesto generale e la scena ne indicano la natura. Il tipo e il livello di organizzazione del delitto e dell’assassino si deducono dalle eventuali presenze (1) di mezzi di azione, di immobilizzazione e di controllo della vittima (bavagli, catene, funi, lacci, manette, ecc.), (2) dell’arma con cui è stato commesso il delitto, (3) dal modus operandi e dall’azione esecutiva, (4) dalla completezza e qualità dell’opera di alterazione della scena per cancellare le tracce o depistare.

L’omicidio di Samuele non è configurabile nel contesto e nell’intento primario dello sfondo sessuale. 9.5 - QUAL E' LA VOLONTÀ OMICIDIARIA? La classificazione secondo la volontà omicidiaria indica se trattasi di omicidio del tipo premeditato, volontario, colposo, preterintenzionale. Nel caso di Samuele sono possibili solo OMICIDIO PREMEDITATO, OMICIDIO OCCASIONALE VOLONTARIO. E’ deducibile attraverso gli indicatori della Scena del Crimine, la tecnica del profilo MOCCI dell’assassino, lo studio degli Indicatori dell’omicidio, tramite le attività di alterazione della scena e di eclissamento dalla scena.

La tipologia omicidiaria in base alla volontà di uccidere indica i seguenti elementi: A- lo stato mentale dell’assassino al momento del fatto unito alla volontà di arrecare danno (animus necandi)

e di procurare la morte; B- se vi sia stata pianificazione del delitto;

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C- se l’assassino abbia scelto o non (1) l’arma del delitto, (2) il luogo del fatto, (3) cosa fare esattamente alla vittima;

D- lo stile dell’omicidio nelle sue varie fasi, il tipo di modus operandi e lo svolgimento delle varie fasi; E- la qualità e l’efficienza dell’organizzazione del delitto; F- se l’assassino si sia o meno precostituito un alibi; G- se, per attirare la vittima in trappola ed averla alla sua mercé abbia messo in atto artifizi, raggiri per

captarne l’attenzione, la fiducia, la stima; H- il tipo di movente; I - la tipologia vittimologica. 1. Omicidio premeditato L’assassino ha deciso di uccidere la vittima, quindi, ha organizzato il delitto. Necessariamente, ha dovuto analizzare, scegliere, prevedere e calcolare una o più delle fasi e degli elementi trattati nella Matrice Organizzativa Cronologica Omicidiaria e così riassumibili: le caratteristiche vittimogene, il luogo del delitto, i luoghi e i tempi di percorrenza, l’ora del delitto e le varie sincronie ed asincronie temporali, l’arma o il mezzo, il proprio alibi, la non presenza di testimoni, l’eventuale via di fuga, come non essere sospettato, l’eliminazione del pericolo di prove, ecc..

2. Omicidio occasionale volontario E’ stato commesso con la chiara intenzione o con la certezza di uccidere, manca l’elemento della premeditazione. Sono indicatori di tale delitto le circostanze e l’arma del delitto, le cause della morte, i rapporti di frequentazione, l’assenza di un eventuale movente di grande interesse personale nell’eliminazione della vittima. Può verificarsi per litigio, per rissa, per autodifesa, d’impulso, per follia.

In tutti i casi l’assassino avrebbe potuto attuare uno dei seguenti metodi di depistaggio, inquinamento, fuga e menzogna:

1. mettere in atto un comportamento per non lasciare tracce, testimoni, ricordi ed effetti reali; 2. eclissarsi, prendere distanze spaziali, temporali e circostanziali dalla scena del crimine; 3. rivelarsi scopritore del corpo; 4. intervenire sulla scena del crimine; 5. intervenire sulla vittima e sul corpo del reato; 6. intervenire sulla scena come soccorritore; 7. intervenire su eventuali testimoni; 8. cambiare le “carte in tavola”; 9. procurarsi falsi alibi; 10. coinvolgere qualcuno tramite corruzione, preghiera, minaccia o altro.

10 - QUATTRO IPOTESI DI SCENARI Valutazione di quattro scenari ipotetici. Il delitto di Cogne presenta i seguenti sette indicatori dell’omicidio a quattro chiavi di lettura, dove ogni chiave produce diversi profili criminali del tipo d'autore e diversi scenari criminosi: 1 - l’alterazione della scena inizialmente era stata addebitata totalmente all’assassino, in seguito si è scoperto che buona parte (se non tutta) è stata attuata dalla d.ssa Satragni, da Annamaria Franzoni e da altri soccorritori: l’alterazione è stata strumentale per salvare Samuele, se e quando l’assassino ha alterato la scena non lo sappiamo;

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2 - l’organizzazione e il modus operandi dell’assassino variano secondo gli scenari sia per qualità e opportunità, sia per spontaneità, occasionalità e capacità: trattasi, comunque, di soggetto che organizzato per entrare e uscire senza lasciare tracce o, in subordine, per confonderle dopo inserendosi nel gruppo dei soccorritori; 3 - l’arma del delitto non è stata ritrovata per un solo motivo: non era di casa Lorenzi, non era dei Lorenzi, l’assassino l’ha portata con sé all’andata ed al ritorno; 4 - lo stato a rischio della vittima risulta enorme in ognuna delle tre ipotesi, così come l'aggredibilità e la disattivazione relative, ed è collegabile al controllo che l’assassino (o la combinazione assassina), ha esperito sulla casa; il fatto che Annamaria Franzoni uscisse con Davide ma non con Samuele può essere stata una situazione di opportunità e quindi scatenante; 5 - la scena del crimine e le tracce del tipo stilistico, esecutivo, tecnico e simbolico sono interpretabili in diverse maniere in quanto manca l'elemento discriminante; certa è la combinazione “odio, volontà distruttiva, abilità esecutiva, freddezza di intervento”; 6 - i tempi esecutivi utili all’intera sequenza del crimine vanno dalle ore 8,16 alle 8,24, e non come hanno erroneamente sostenuto gli inquirenti, dalle ore 8 alle 8,15; 7 - la dinamica degli avvenimenti e i comportamenti dei soggetti noti possono essere spiegati secondo il ruolo e le responsabilità dei soggetti stessi in ognuna delle tre ipotesi. I suddetti sette indicatori dell’omicidio, più le risultanze delle attività di sopralluogo, esame ed analisi della scena del crimine, le attività investigative informative e d’intelligence e di collegamento alle varie banche dati, le evidenze forensi, la vittimologia, le tracce di ogni natura e i loro rapporti, mi fanno ritenere la possibilità e la verosimiglianza delle seguenti quattro soluzioni: Prima soluzione - La madre assassina per motivi psicopatologici, a prescindere se abbia avuto complici o meno nell’after killing.

Seconda soluzione - Un assassino occasionale abile professionista dell’intrusione che, introdottosi in casa Lorenzi per motivi di furto o di altra utilità (anche del tipo psicologico), è stato scoperto o allarmato dal piccolo Samuele al che, vistosi scoperto, lo ha ucciso in seguito alla slatentizzazione dell’istinto assassino. Terza soluzione - Un assassino occasionale non professionista dell’intrusione che si è introdotto in casa Lorenzi approfittando di una mera casualità (allontanamento della madre) con obbiettivi di propria utilità psicologica e forse economica. E' stato scoperto o allarmato, al che ha ucciso. Quarta soluzione - Un abilissimo assassino pianificatore invisibile che ha organizzato, agito e manipolato in maniera di fare cadere i sospetti sulla madre della vittima dopo averle distrutto sanguinariamente il bene più caro.

10.1 - IPOTESI MADRE ASSASSINA: TROPPI ELEMENTI OSTATIVI. Presupposto: la madre ha avuto opportunità logistiche, tempi esecutivi, moventi fortissimi, possibilità e capacità di attuare la Matrice Organizzativa Cronologica Omicidiaria (puntament o, ideazione, attesa del momento opportuno, attuazione, alterazione della scena, cancellazione delle tracce su di sé, presa distanza dal crimine). Movente: del tipo psicopatologico, per fastidio, per compassione, per follia. Contesto: ambito familiare, uccisione della prole, allontanamento del diavolo, in preda alla voce di dentro, in seguito a litigio immaginario, per follia. Intento primario: conflitto emozionale e follia. Volontà: incapace di intendere e di volere. Caratteristiche dell'assassino: contiguità alla vittima.

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E’ la soluzione gradita agli inquirenti ed accettata “a fiuto” – nei primi tempi e dopo la vergognosa campagna effettuata - dal 99,999% degli italiani "giallisti, investigatori e risolutori di enigmi", perché la più semplice e la più intrigante. Lo scenario è il seguente: la madre uccide Samuele poi si toglie gli indumenti pieni di schizzi di sangue ed altra materia biologica, si lava, si veste, si prepara, termina l’opera di alterazione della scena, di depistaggio e di pulitura, poi esce per accompagnare il figlioletto Davide alla fermata del bus, torna a casa e dà il via alla recita.

Questo scenario non ha motivo alcuno di esistere per insanabili contraddizioni e lacune, per quanto espresso nelle nostre critiche all’ordinanza di custodia cautelare del Gip e per questioni di carattere logico, investigativo e criminologico. Ne accenniamo alcuni:

1. Assenza di tempi utili per colpire Samuele, alterare la scena e muoversi all’interno della casa dopo avere colpito, inflitto 17 ferite, ucciso, sporcatasi di sangue e frammenti umani i capelli, il corpo, gli abiti e le mani, lavatasi, cambiatasi, preparatasi, avere accompagnato Davide alla fermata dello scuolabus, tornare a casa e dare il via alla recita.

2. La madre ha attirato i sospetti perché è restata fuori di casa per otto minuti, se fosse arrivata dopo mezzora (e poteva farlo fermandosi a parlare con chiunque) avrebbe avuto un alibi molto forte.

3. Annamaria non presentava alle mani alcuna ferita di offesa, non aveva abiti, volto, capelli e corpo schizzati di sangue, né quando ha accompagnato Davide al bus, né dopo l’allarme.

4. Le questioni ciabatte, pigiama e comportamenti non hanno alcuna logica.

10.2 - IPOTESI DELL’ASSASSINO OCCASIONALE ABILISSIMO INTRUSORE Presupposto: L’assassino era organizzato mentalmente, tatticamente e strumentalmente per introdursi nella casa dei Lorenzi. Movente: la logicità dei fatti presenta un movente logico o razionale; l'interesse-gratificazione dell'assassino di tipo psicologico, economico e di sicurezza personale. Il Movente è da ricercare in una delle seguenti categorie: per denaro inteso in senso di tentativo di furto o altra utilità, per gioco e per divertimento, per follia, per rifiuto. Contesto: in seguito ad atto criminale. Intento primario: in seguito a commissione di altro reato, in seguito a rapina o altro atto criminale, per sicurezza personale e per tacitazione testimoniale, per il gusto di uccidere senza sfondo sessuale. Volontà: omicidio non premeditato, agito in seguito all'allarme personale ed al timore di essere riconosciuto e, soprattutto, scoperto nell' intrusione. Caratteristiche dell'assassino: Scarso controllo delle proprie emozioni, disprezzo della vita umana. Personalità inadeguata con la mentalità del predatore. Organizzato per le azion i di microcriminalità, per le vie di fuga, di occultamento e di controllo delle vittime come obbiettivi di caccia. Buona capacità delinquenziale e, verosimilmente, delinquente abituale. Incapace di reagire a imprevisti, sadico. L’assassino tiene sotto controllo la casa dei Lorenzi. E’ un ladro, un rapinatore, un malvivente, una persona inadeguata; non è definibile se sia professionista od occasionale. Tiene sotto controllo la casa, occasionalmente oppure in maniera organizzata. E’ consapevole che Stefano Lorenzi è uscito - oppure - che esce alle 7,30. Vede Anna Maria Franzoni andare via alle 8,15 assieme al piccolo Davide; entra: ha piena contezza di avere pochi minuti a disposizione per effettuare la ricerca e il furto o il motivo della sua intrusione. E’ un soggetto organizzato, abile intrusore, capace di mimetizzarsi e di rendersi invisibile. E’ travisato con cappello, indossa i guanti, ha un piccolo kit per casi del genere. Entra furtivamente e si avvia verso il luogo che gli dà maggiore percentuali di probabilità di rinvenire preziosi, denaro o qualcos’altro: la camera da letto dei coniugi Lorenzi.

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Entra e inizia il suo sporco lavoro. Non si accorge che sul letto, nascosto dalla coperta, c’è il piccolo Samuele. Fa rumore e Samuele si sveglia, si allarma e inizia a gridare. La reazione dell’intruso è violenta e inconsulta, è quella della tacitazione testimoniale aggressiva, distruttiva e sanguinaria. Teme che le urla del bambino lo facciano scoprire; è cosciente che la madre potrebbe tornare da un momento all’altro, che non può nascondersi in casa perché il bambino avvertirebbe la madre, che non può fuggire perché sarebbe visto dalla madre. L’assassino comprende che deve tacitare Samuele e poi nascondersi. Minaccia Samuele che per paura si copre il viso, sferra il primo colpo con l’arma impropria di sicurezza che porta con sé nella sua attività intrusiva. E’ destrimane, per questo colpisce la mano sinistra del bambino: scatta il rito appetitivo, bestiale e violento dei colpi fracassanti e seriali. Sa di non avere lasciato impronte digitali perché ha i guanti che lo preservano da sorprese. Comprende che la madre di Daniele sta tornando e si nasconde in casa, pronto anche a ucciderla o colpirla se scoperto. Poi, approfittando della confusione si eclissa, avendo avuto cura di asciugarsi del sangue e delle tracce biologiche del povero bambino con un qualcosa che porta via con sé, assieme all’arma del delitto. Non è escluso che si sia pulito anche le suole delle scarpe. 10.3 - IPOTESI DELL’ASSASSINO INTRUSO OCCASIONALE CHE UCCIDE IN PREDA A RAPTUS Presupposto. L’assassino non era organizzato mentalmente, tatticamente e strumentalmente per introdursi nella casa dei Lorenzi. Ha visto la madre uscire e si è organizzato solo nel momento. Movente. La illogicità dei fatti presenta un movente illogico o irrazionale; l'interesse-gratificazione dell'assassino è solo di tipo psicologico e di sicurezza personale. Il Movente è da ricercare in una delle seguenti categorie: Omicidio per gioco e per divertimento, per fastidio, per follia, per rifiuto, per motivi strumentali, per collezionismo. Contesto. In seguito a intrusione senza motivo apparente, in seguito a litigio "personale" con la vittima. Intento primario. In seguito a commissione di altro reato (intrusione), per sicurezza personale e per tacitazione testimoniale, per il gusto di uccidere. Volontà. Omicidio non premeditato, agito in seguito all'allarme personale ed al timore di essere riconosciuto, per follia, per istinto, per gioco, per sadismo. Verosimilmente precedentemente fantasticato. Caratteristiche dell'assassino: Soggetto disorganizzato, itinerante, violento, privo di controllo.

L'assassino ha visto la madre uscire con Davide ed ha notato che non ha chiuso la porta a chiave. La situazione è divenuta criminogena per il soggetto appostato, estremamente pericolosa per la vittima (stato di vulnerabilità). L'assassino decide di introdursi in casa, si avvia verso il locale di facile accesso. Va a destra, in camera da letto. Indossa guanti per il freddo. Non lascia impronte digitali. Reputa di non trovare nessuno. La imprevista presenza di Samuele lo fa stizzire, lo terrorizza e slatentizza il suo istinto omicida, inoltre si rende conto che la madre di Samuele sta tornando: usa un'arma del suo habitus e del suo kit personale. Dopo l'omicidio si nasconde in casa ed attende gli eventi, poi si eclissa grazie alla confusione facendo attenzione a lasciare poche tracce di sé, comprese quelle delle scarpe. 10.4 - IPOTESI DELL’INVISIBILE ED ABILISSIMO ESECUTORE L’assassino era organizzato mentalmente e strumentalmente per compiere l’azione esecutiva in otto minuti e fare cadere i sospetti sulla madre. Poteva anche essere organizzato per uccidere senza lasciare tracce e, solo il caso ha voluto che la madre di Samuele ed altri soccorritori, alterando la scena, fuorviassero i sospetti. Ed ancora, ha potuto alterare la scena del delitto – se prima è uno scenario di omicidio perfetto, se durante i soccorsi è una pianificazione tipo “working progress” - facendo in maniera che i sospetti cadessero sulla madre (schizzi e macchie di sangue

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sul pigiama, non lasciare impronte digitali, detergersi le suole delle scarpe, spostamenti di oggetti, altri accorgimenti, se non addirittura lavare l’arma del delitto e poi sistemarla sulla scena). In alternativa non ha lasciato tracce e i soccorritori hanno fuorviato le indagini. Ha potuto notare che dalle ore 6 del mattino in casa Lorenzi vi era movimento, oppure, ha visto uscire Annamaria con Davide ma senza Samuele, realizzando così che il bambino poteva essere ammalato, quindi in casa. Teneva sotto controllo la famiglia, aveva fantasticato l’omicidio, attendeva solo l’occasione propizia. Movente: vendetta, invidia, gelosia, odio, per rifiuto e per esclusione, ritualità, collezionismo, per motivi d'interesse, induzione, lucida follia, complicato progetto omicidiario. Contesto: omicidio del tipo misto, omicidio rituale, omicidio su commissione (anche per vicariato). Intento primario: Omicidio su commissione, per contratto; finalizzato alla commissione di altro reato; in seguito ad atto criminale; per il gusto di uccidere senza sfondo sessuale (per sfida o per scommessa, per psicopatia pura) Omicidio per vendetta; apparentemente immotivato; per motivazioni estremiste; per erotomania. Omicidio da parte di appartenenti ad una setta; per motivazioni estremiste; per istigazione di gruppo. Volontà: omicidio premeditato (o fantasticato per molto tempo) con enorme motivazione personale. Caratteristiche dell'assassino. A. Conoscenza di come si investiga su un omicidio, dei metodi e della tecnologia per la ricerca delle tracce.

Pochi assassini pianificatori ignorano, grazie ai casi di Novi Ligure, di Modena, della contessa Vacca Agusta, che il Ris cerca le tracce del sangue con il luminol, orme, impronte latenti e tracce di qualunque genere con la tecnologia adatta.

B. Conoscenza delle abitudini di vita, degli orari, dei tempi e dei modi di uscita, di percorrenza e di rientro della famiglia Lorenzi, con capacità e opportunità di controllo, di appostamento, di osservazione e di pedinamento.

C. Possibilità di controllo sull’indicatore di pericolo: la posizione della bicicletta di Davide accanto al palo dell’Enel.

D. Conoscenza della casa Lorenzi, del territorio e dell’ambiente, comprese le vie d’accesso, di fuga e le zone limitrofe.

E. Freddezza, lucidità, determinazione e autocontrollo. Capacità di reagire a imprevisti. Fantasia, creatività e immaginazione.

F. Controllo diretto sulla persona, sull’ambiente e sulla casa; certezza di potere commettere l’omicidio in tempi brevi; controllo visivo di Annamaria Franzoni mentre si allontanava; certezza che i vicini non lo individuassero.

G. Conoscenza dell’ubicazione dei locali di casa Lorenzi. H. Consapevolezza che Samuele era rimasto in casa in quanto non lo aveva visto uscire né col padre, né

con la madre e il fratellino Davide. Questa soluzione, che ritengo senza elementi ostativi, prevede un assassino che in otto minuti si dota dell’arma omicida già scelta, colpisce selvaggiamente e uccide, compone la scena disponendo il corpicino di Samuele come un feto all’interno dell’utero coprendolo con la coperta, attua la fuga e si eclissa. Questo significa che aveva programmato l’omicidio, oppure che lo aveva fantasticato per poi attuarlo nel momento opportuno che gli si è presentato quel giorno a quell’ora. Propongo alcune considerazioni sull’invisibile assassino che, se inizialmente sembravano elementi contro la madre, con il buon senso e la freddezza diventano elementi che ne escludono la colpevolezza. L’assassino non ha lasciato orme delle proprie scarpe per uno o più dei seguenti motivi:

1. ha fatto attenzione a non lasciare orme con tecniche di copertura; 2. ha pulito e asciugato la suola delle scarpe con apposita attrezzatura;

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3. calzava scarpe dello stesso tipo e taglia di Anna Maria Franzoni proprio per farla puntare dagli investigatori;

4. ha fatto parte del folto gruppo di soccorritori che poi ha percorso la zona del crimine. Ha segnato volutamente il percorso omicidiario, cosciente che ogni sua azione e ogni passo sarebbero stati interpretati come omicidio in seguito a un raptus materno. In alternativa si è industriato per il delitto perfetto, oppure, fa parte del gruppo di soccorso. Ha usato un'arma propria che ha portato con sé per poi fare sparire. Se non fa apparire l'arma del delitto dove, quando e come vuole per inguaiare Annamaria Franzoni i casi sono quattro:

(1) fa parte del suo habitus e non è riferibile a casa Lorenzi, (2) l’ha fatta sparire per sempre, (3) non ha interesse a inguaiare la Franzoni, gli interessava solo l’omicidio, (4) non è in condizioni spaziali e logistiche per farlo.

Non ha lasciato proprie impronte digitali perché ha usato i guanti. Con tale stratagemma si è escluso dalla scena del crimine e dal mirino delle indagini; se poi ha fatto parte del gruppo di soccorritori, molte cose si commentano da sole. Sapeva che la madre avrebbe attuato una serie di comportamenti istintivi e autoindizianti, del tipo toccare e spostare oggetti, confondere ricordi e azioni, vagare per la casa in preda al panico ed al dolore. Nessuno lo ha visto uscire perché si è nascosto in casa per assaporare l’esplosione del dolore della donna e per occultarsi in luoghi vicini cui aveva facile accesso: ha avuto a disposizione tre piani e una decina di locali nella casa Lorenzi, e i locali delle proprietà limitrofe. Poi si è immerso nella confusione dei soccorritori e della folla occultandosi, mimetizzandosi e osservando il frutto della sua azione, se non, addirittura, tornando sulla scena del crimine firmandola ancora una volta. E’ anche altamente probabile che si sia rifugiato nelle vicinanze per poi attuare un comportamento che dipende da molti fattori. 11. CONCLUSIONI Purtroppo vi sono stati errori investigativi, innamoramento della tesi, errore di équipe, errore di fonte autorevole, errori di valutazione e di apprezzamento, piste a senso unico, ritardi e pressappochismi. Quale delle quattro ipotesi? Sicuramente per prima e con alte probabilità quella dell’omicidio fantasticato, premeditato e organizzato; poi, con scarse probabilità l’ipotesi dell’omicidio occasionale volontario in seguito a intrusione premeditata; alla fine, con pochissime probabilità, quella del soggetto intrusore occasionale. L’ipotesi Madre assassina lasciamola a chi sbaglia ed ai superficiali. Carmelo Lavorino Criminologo Criminalista Comitato PROANNAMARIAFRANZONI Direttore di DETECTIVE & CRIME Magazine Autore del volume ANALISI INVESTIGATIVA SULL’OMICIDIO Presidente ANACIP [email protected]

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