Andrea Fredi - Come Praticare Logosintesi - I 4 Principi

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Come praticare Logosintesi Applicare Logosintesi può dare l'impressione, al lettore che per la prima volta si avvicina a questo metodo, di essere semplice come ordinare un caffè al bar. In fondo, si tratta semplicemente di pronunciare tre frasi. Sebbene la fase attiva di Logosinesi consista davvero nel pronunciare tre frasi, una per reintegrare le parti scisse, la seconda per allontanare le introiezioni e la terza per recuperare la propria energia legata alle reazioni all'introiezione, al suo effettivo utilizzo si giunge dopo una fondamentale fase preparatoria. Logosintesi può essere espressa all'interno di un percorso di cambiamento guidato, dove un operatore qualificato ne dosa sapientemente l'utilizzo. Ciò è raccomandabile per tutte quelle problematiche gravi e/o complesse che necessitano di un punto di visa esterno. Tuttavia con Logosintesi è possibile svolgere il cosiddetto autocoaching, dove la guida è l'essenza stessa della persona. Possiamo descrivere cinque aspetti essenziali nell'autoutilizzo di Logosintesi: 1. Atteggiamento fondamentale: con curiosità e pazienza lasciamo al nostro Sé la guida del processo. 2. Focalizzazione: scegliamo l'argomento di cui occuparci, badando di essere specifici nel definirlo. In questa fase possiamo anche servirci della scala SUD (010) per misurare l'intensità del problema. L'importante è trattare un singolo aspetto alla volta, uno dopo l'altro. 3. Enunciazione delle frasi: di norma viene prima pronunciata la frase di recupero, poi quella di allontanamento e infine quella per le reazioni. 4. Effetto: osserviamo ciò che accade in noi dopo aver enunciato le frasi. Ciò che emerge rappresenta il successivo aspetto da trattare. Trasformazione: attraverso di essa si creano nuove prospettive, sia nella direzione di un nuovo argomento da trattare che dell'effettivo cambiamento nella vita. L'atteggiamento fondamentale si esprime all'opposto dell'impazienza e dell'abitudine alla sofferenza. Dobbiamo invece consentire al nostro Sé di farci da guida, e ciò avviene un passo alla volta. Dobbiamo prenderci il tempo di identificare e focalizzare l'argomento, iniziando con piccoli passi e con tematiche non troppo intense. Una volta creata e rafforzata l'esperienza, potremo dedicarci a problemi più vasti ed intensi. Più pratichiamo, più diventa facile riconoscere ed eliminare vecchie parti scisse e oggetti introiettati. Focalizziamo un argomento, e da lì andiamo ancor più nello specifico. Isolare e definire sensazioni, pensieri, emozioni e segnali corporei collegati alla tematica permette di orientare il laser della Logosintesi, che andremo poi ad utilizzare nel passo 3. Le frasi vengono enunciate una o più volte, fino a che non avviene un cambiamento o un rilassamento. Dopo aver pronunciato le parole, sopraggiunge un momento di osservazione dove la frase viene letteralmente lasciata agire. Si passa quindi al nuovo stato nel quale viene sperimentato rilassamento e sollievo.

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Come praticare Logosintesi Applicare Logosintesi può dare l'impressione, al lettore che per la prima volta si avvicina a questo metodo, di essere semplice come ordinare un caffè al bar.  

In fondo, si tratta semplicemente di pronunciare tre frasi. 

Sebbene la fase attiva di Logosinesi consista davvero nel pronunciare tre frasi, una per reintegrare le parti scisse, la seconda per allontanare le introiezioni e la terza per recuperare la propria energia legata alle reazioni all'introiezione, al suo effettivo utilizzo si giunge dopo una fondamentale fase preparatoria. 

Logosintesi può essere espressa all'interno di un percorso di cambiamento guidato, dove un operatore qualificato ne dosa sapientemente l'utilizzo. Ciò è raccomandabile per tutte quelle problematiche gravi e/o complesse che necessitano di un punto di visa esterno. 

Tuttavia con Logosintesi è possibile svolgere il cosiddetto auto‐coaching, dove la guida è l'essenza stessa della persona. 

Possiamo descrivere cinque aspetti essenziali nell'auto‐utilizzo di Logosintesi: 

1. Atteggiamento fondamentale: con curiosità e pazienza lasciamo al nostro Sé la guida del processo. 2. Focalizzazione: scegliamo l'argomento di cui occuparci, badando di essere specifici nel definirlo. In 

questa fase possiamo anche servirci della scala SUD (0‐10) per misurare l'intensità del problema. L'importante è trattare un singolo aspetto alla volta, uno dopo l'altro.  

3. Enunciazione delle frasi: di norma viene prima pronunciata la frase di recupero, poi quella di allontanamento e infine quella per le reazioni.  

4. Effetto: osserviamo ciò che accade in noi dopo aver enunciato le frasi. Ciò che emerge rappresenta il successivo aspetto da trattare.  

Trasformazione: attraverso di essa si creano nuove prospettive, sia nella direzione di un nuovo argomento da trattare che dell'effettivo cambiamento nella vita.  

L'atteggiamento fondamentale si esprime all'opposto dell'impazienza e dell'abitudine alla sofferenza. Dobbiamo invece consentire al nostro Sé di farci da guida, e ciò avviene un passo alla volta. Dobbiamo prenderci il tempo di identificare e focalizzare l'argomento, iniziando con piccoli passi e con tematiche non troppo intense. Una volta creata e rafforzata l'esperienza, potremo dedicarci a problemi più vasti ed intensi. Più pratichiamo, più diventa facile riconoscere ed eliminare vecchie parti scisse e oggetti introiettati. 

Focalizziamo un argomento, e da lì andiamo ancor più nello specifico. Isolare e definire sensazioni, pensieri, emozioni e segnali corporei collegati alla tematica permette di orientare il laser della Logosintesi, che andremo poi ad utilizzare nel passo 3.  Le frasi vengono enunciate una o più volte, fino a che non avviene un cambiamento o un rilassamento. Dopo aver pronunciato le parole, sopraggiunge un momento di osservazione dove la frase viene letteralmente lasciata agire. Si passa quindi al nuovo stato nel quale viene sperimentato rilassamento e sollievo. 

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Prima di iniziare, avere il supporto dell'essenza è decisivo. Meglio quindi prendersi qualche minuto per rilassarsi e poi pronunciare questa frase: 

"Attivo l'essenza per favorire il mio sviluppo in questo processo"  Lasciamo agire le parole, osservando sensazioni e percezioni. Spesso, già con questa frase viene spontaneo emettere un sospiro di sollievo. 

Con il tempo, man mano che recuperiamo la connessione con il nostro Sé, questo passo introduttivo diviene superfluo.  

La frase 1 ci permette di recuperare la nostra energia dai frammenti solidificati e di riportarli al giusto posto dentro di noi. Eccola: 

"Recupero tutta la mia energia legata a .................. (esperienza, persona, luogo, idea) e la riporto al giusto posto in me stesso/a." La sola enunciazione delle parole produce l'effetto, non c'è bisogno di metterci pathos, convinzione o altri apporti cognitivi. La frase basta a se stessa. Dopo averla pronunciata, assumiamo un atteggiamento rilassato, da osservatore. La pausa può durare da qualche secondo a parecchi minuti. Se emergono emozioni, dialoghi interiori o distrazioni è bene ripetere la frase. 

Se con la prima frase recuperiamo "pezzi di noi", con la seconda allontaniamo gli imprint legati alla problematica. Eccola: 

"Allontano tutta l'energia estranea collegata a ...................... (esperienza, persona, luogo, idea) da ogni mia cellula, dal mio corpo e dal mio spazio personale e la rimando nel luogo al quale realmente appartiene." Anche qui, ci mettiamo nella posizione dell'osservatore e notiamo ciò che accade, senza alcuno sforzo e senza guidare il processo. Se l'introiezione è ancora totalmente o parzialmente presente, possiamo ripetere la frase. 

La frase 3 ci permette di recuperare la nostra energia da ogni reazione connessa all'introiezione X. Eccola: 

"Recupero tutta la mia energia legata a tutte le mie reazioni a.................. (esperienza, persona, luogo, idea) e la riporto al giusto posto in me stesso/a." Quando abbiamo terminato, possiamo concederci il tempo di analizzare ciò che è avvenuto.  Cos'è cambiato? Quanto intenso è il problema, sulla scala da 0 a 10? Cosa osservo ancora? 

Se abbiamo raggiunto un totale rilassamento, possiamo goderci l'effetto di aver recuperato parti di noi stessi, al contempo allontanando energie estranee che avevamo introiettato. 

 

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I quattro principi La Logosintesi si basa su quattro principi, detti anche assiomi. 

Questi principi rappresentano la struttura portante di Logosintesi, il fondamento teorico attraverso il quale il metodo si manifesta. Tutto ciò che viene effettuato e sperimentato con Logosintesi trova radici e spiegazione in questi quattro assiomi. 

Il primo principio: 

La nostra vera essenza non soffre: il dolore nasce quando non si ha coscienza dell'essenza e del proprio compito nel mondo.  Noi siamo un corpo, con esigenze biologiche quali bere, mangiare, riprodursi, appartenere, evitare i pericoli, trovare riparo. Siamo anche psiche, attraverso la quale elaboriamo le impressioni sensoriali ricevute dal mondo esterno, formuliamo obiettivi, definiamo priorità. Siamo essenza, scintilla divina, Energia della Sorgente che abbraccia ed interpenetra tutto ciò che è. Siamo essenza oltre il tempo e lo spazio, come molte tradizioni spirituali suggeriscono da migliaia di anni. L'essenza è ciò che ci anima, che guida la nostra intenzione creativa e che arriva sulla Terra con uno scopo. Quando la connessione con l'essenza viene ridotta o disturbata e ci distacchiamo dallo scopo che da un senso al nostro vivere, sperimentiamo la sofferenza.  

Il secondo principio: 

La consapevolezza della nostra vera essenza è ridotta o impedita dalla DISSOCIAZIONE e dalla INTROIEZIONE. Quando non riusciamo ad elaborare le nostre esperienze nel mondo, e non c'è nessuno che ci sostenga in questo processo, reagiamo attraverso due fenomeni reciprocamente collegati: DISSOCIAZIONE ed INTROIEZIONE. 

La dissociazione descrive ciò che avviene quando non siamo in grado di elaborare e comprendere un'esperienza: una parte della nostra coscienza viene scissa per gestire e stabilizzare il vissuto incomprensibile. Questa stabilità superficiale chiede un prezzo molto alto: la dissociazione di una parte del nostro Sé che viene immagazzinata e congelata nel corpo e/o nella psiche. 

Il contesto dove è stata vissuta l'esperienza non elaborata (persone, luoghi, frasi, concetti, valori) viene introiettato insieme alla parte dissociata e viene conservato nel corpo o nello spazio personale. Da tale posizione, insieme alla parte dissociata, agisce in modo automatico e impedisce di vivere nel Qui ed Ora.  

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Il terzo principio: 

Parti dissociate ed introiezioni sono strutture energetiche rigide in uno spazio pluridimensionale, non sono solo concetti astratti. Le parti dissociate (o frammenti) e le introiezioni (o imprint) non sono solo metafore: sono realtà energetiche. Sono strutture pluridimensionali alimentate dalla nostra energia che perdurano anche anni dopo la loro effettiva formazione. Parti della nostra energia, insieme a imprint di persone o luoghi, popolano il nostro corpo e/o il nostro spazio personale e da lì influenzano i nostri pensieri, emozioni ed azioni. 

Il quarto principio: 

Il potere della parola rende possibile l'eliminazione di queste strutture solidificate e libera l'energia vitale per la realizzazione del nostro vero compito nello spazio e nel tempo. L'effetto della Logosintesi dipende in maniera diretta dal potere creativo della parola, senza che sia necessario uno sforzo cognitivo. 

AVRAH KA DABRA (origine etimologica della formula magica più conosciuta al mondo, ABRACADABRA) è aramaico e significa IO CREO MENTRE PARLO. Il potere della parola viene impiegato per: 

‐ reintegrare e ricollocare la parti dissociate; 

‐ eliminare le introiezioni disturbanti. 

Frasi formulate in modo preciso ed esatto danno luogo ad uno specifico effetto creativo. 

Questo è il segreto di Logosintesi, svelato.