Ancilla_04_2012

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 Anno XIII n.2 • Aprile - Giugno 2012    P   o   s    t   e    I    t   a    l    i   a   n   e  .   s   p   a      S   p   e    d  .    i   n    A  .    P  .      A   r    t  .    2   c   o   m   m   a    2    0    /   c    l   e   g   g   e    6    6    2    /    9    6      T   a   s   s   a    P   a   g   a    t   a    /    T   a   x    P   e   r   c   e   u      A   u    t  .    D    C    O    /    D    C    B    A    /    1    3    8    /    2    0    0    2    d   e    l    0    4    /    0    3    /    2    0    0    2 Notiziario trimestrale della Fraternità Francescana di Betania I n questa celebrazione del 30° anniversario della nostra Fraternità contempliamo le meraviglie scaturite copiose dalla fantasia dello Spirito Santo che, soffiando nel cuore del nostro fondatore, germoglia in semi sempre nuovi di santità. Nel 2002 p. Pancrazio affermava: «Vi devo confessare since- ramente di avere un sogno: quanto sarebbe bello che dai laici che condividono la nostra spiritualità cominciasse una vera fioritura…». Nel suo cuore di padre c’era già in germe il desiderio che Betania si estendesse oltre le mura fisiche della casa, che fosse uno stile per tutti gli stati di vita, una dimora spirituale in cui sentirsi amati di un amore che non conosce confini. Questa fioritura è germogliata e tra i frutti vi sono i Giovani di Betania, ragazzi affasci- nati da un modo nuovo di pregare e di comunicare la fede, che ci chiedono di conoscere Gesù. Nei loro occhi leggiamo spesso la fatica di sostenere il passo di questo mondo travolgente ed inquieto e la ricer ca di un “di più” che si chiama Dio. In questi trent’anni abbiamo assistito al miracolo dello Spirito che uni- sce consacrati e laici, in un carisma straordinario, dinamico, attento; nessun giovane oggi sarebbe di- sposto a sostenere una proposta così radicale di fede e preghiera se non trovasse in essa un nutri- mento che va oltre la semplice bellezza dello stare insieme. Sn givni ffscinti dll si ppst di un cin ftt di sclt vn- glich, vissut nll fdltà d un Pro- messa, cn l’bittiv di tt Gl cnt dll icii, dll’, dll fi- gli. Questa, spesso, viene condotta o ricondotta alla fede proprio per la testimonianza di questi “pic- coli”, disposti a fare la differenza lì dove vivono. La sfida infatti è proprio questa: vivere la spiritualità di Betania nei luoghi della loro quotidianità, per es- sere prolungamento del nostro carisma nel mondo perché loro arrivano dove noi non possiamo andare. Appassionati e fragili come la loro età, capaci di slanci di eroismo e di cadute vertiginose, restano il segno tangibile dell’azione di Dio che suscita in loro il desiderio della santità. Assistiamo stupiti alla for- mazione di una nuova generazione di giovani impe- gnati che ci riempie di gioia e commozione tutte le volte che li vediamo pregare insieme, nella lode e nell’adorazione, intessere relazioni sulla trama del- l’amore e l’ordito della verità, un binomio inscindi- bile che crea comunione. I giovani non sono il futuro, i givni sn il psnt, sn givni ggi pssn, insi, sntific il p- snt cn tutt l’ngi l fsch dll l : sono il segno chiaro che Dio opera, con- duce e disegna il volto della Chiesa, di cui una pic- cola porzione è la Fraternità Francescana di Betania. sor. Francesca Entisciò, ffb  n so gno che di venta r ltà Ritiro invernale GdB . La famigl ia nel carisma . Floria na: fiore di Paradi so

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Anno XIII n.2 • Aprile - Giugno 2012

   P  o  s  t  e   I  t  a   l   i  a  n  e .  s  p  a  -   S  p  e   d .

   i  n   A .   P .  -   A  r  t .

   2  c  o  m  m  a   2   0   /  c   l  e  g  g  e   6   6   2   /   9   6  -   T  a  s  s  a   P  a  g  a  t  a   /   T  a  x   P  e  r  c  e  u  -   A  u  t .   D   C   O   /   D   C

   B   A   /   1   3   8   /   2   0   0   2   d  e   l   0   4   /   0   3   /   2   0   0   2

Notiziario trimestrale della Fraternità Francescana di Betania

In questa celebrazione del 30° anniversario dellanostra Fraternità contempliamo le meravigliescaturite copiose dalla fantasia dello Spirito

Santo che, soffiando nel cuore del nostro fondatore,germoglia in semi sempre nuovi di santità. Nel 2002p. Pancrazio affermava: «Vi devo confessare since-ramente di avere un sogno: quanto sarebbe belloche dai laici che condividono la nostra spiritualitàcominciasse una vera fioritura…». Nel suo cuore dipadre c’era già in germe il desiderio che Betania siestendesse oltre le mura fisiche della casa, chefosse uno stile per tutti gli stati di vita, una dimoraspirituale in cui sentirsi amati di un amore che nonconosce confini. Questa fioritura è germogliata e trai frutti vi sono i Giovani di Betania, ragazzi affasci-nati da un modo nuovo di pregare e di comunicarela fede, che ci chiedono di conoscere Gesù. Nei loroocchi leggiamo spesso la fatica di sostenere il passodi questo mondo travolgente ed inquieto e la ricercadi un “di più” che si chiama Dio. In questi trent’anniabbiamo assistito al miracolo dello Spirito che uni-sce consacrati e laici, in un carisma straordinario,dinamico, attento; nessun giovane oggi sarebbe di-sposto a sostenere una proposta così radicale difede e preghiera se non trovasse in essa un nutri-

mento che va oltre la semplice bellezza dello stareinsieme. Sn givni ffscinti dll sippst di un cin ftt di sclt vn-glich, vissut nll fdltà d un Pro-

messa, cn l’bittiv di tt Gsù lcnt dll icii, dll’, dll fi-gli. Questa, spesso, viene condotta o ricondottaalla fede proprio per la testimonianza di questi “pic-coli”, disposti a fare la differenza lì dove vivono. Lasfida infatti è proprio questa: vivere la spiritualitàdi Betania nei luoghi della loro quotidianità, per es-sere prolungamento del nostro carisma nel mondoperché loro arrivano dove noi non possiamo andare.Appassionati e fragili come la loro età, capaci di

slanci di eroismo e di cadute vertiginose, restano ilsegno tangibile dell’azione di Dio che suscita in loroil desiderio della santità. Assistiamo stupiti alla for-mazione di una nuova generazione di giovani impe-gnati che ci riempie di gioia e commozione tutte levolte che li vediamo pregare insieme, nella lode enell’adorazione, intessere relazioni sulla trama del-l’amore e l’ordito della verità, un binomio inscindi-bile che crea comunione. I giovani non sono ilfuturo, i givni sn il psnt, sn givniggi pssn, insi, sntific il p-snt cn tutt l’ngi l fsch dlll tà: sono il segno chiaro che Dio opera, con-duce e disegna il volto della Chiesa, di cui una pic-

cola porzione è la Fraternità Francescana di Betania.

sor. Francesca Entisciò, ffb

Un sognoche diventa

realtàRitiro invernale GdB . La famiglia nel carisma . Floriana: fiore di Paradiso

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Ritiroinvernale2012Loreto, 3-6 gennaio

GdB

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Una comunica zione carica di  veri tà e am

ore

I GdB  f anno no t i z i a

Un’esper ienza che div enta v ita

Un Giovane di Betania, per capire come comunicare creando comunione, deve guardareal modello perfetto: Gesù, il grande comunicatore, la cui comunicazione è straordinariaperché capace di trasformare le persone. Lui comunica ciò che è Dio e ciò che è l’uomoin maniera perfetta e piena, attraverso parole e vita. Gesù si fa conoscere dicendo “Ve-nite e vedrete” (Gv 1,39), invita a fare esperienza di lui, comunica con tutto il suo essere,interpella tutti i nostri sensi (1Gv 1,1). Questo è un primo insegnamento: l cunic-in h bisgn di tutt l psn e tanti mezzi di comunicazione oggi non per-

mettono questa totalità. Gesù ha parlato a intere folle con la sua autorità, fatta di veritàe carica di amore: quando un discorso ha queste caratteristiche s’impone dentro di noi.Gesù è dunque la Verità e una comunicazione non fondata su di essa porta le relazionialla rottura. Questo è il secondo insegnamento: p ss nll cunicin diGsù, bisgn cc sp l vità; benché sia molto faticoso è fondamentaleavere nelle relazioni un buon contatto con la realtà, non fondandole su ipotesi o su giu-dizi distorti. Spesso poi, abbiamo atteggiamenti diversi verso le persone nella misura incui esse valgono per noi: questa, però, è una comunicazione utilitaristica; allo stessomodo è sbagliato scegliere di entrare in una modalità comunicativa che farà soffrire glialtri, solo per il gusto di sentirsi grandi. L’ unico modo vero per conoscersi e per crescereè proprio quello di incontrarsi con gli altri, stare insieme e specchiarsi l’uno nell’altro perconoscersi più profondamente. Vi prego di essere realisti! Non rimanete nel pregiudizio suvoi stessi e sugli altri, ma cercate di conoscere la realtà attraverso gli eventi che si mani-festano. Gesù dice “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra” (cfr. Gv 8,7): lui ci ha in-

segnato la misericordia. Osserviamo che nel brano evangelico c’è una comunicazione vera,da cui la donna esce con una comprensione di sé ed una libertà maggiori. Come Giovani di Betania dovete essere portatori di questa comunicazione. Non abbiate paura, ci saràsempre qualcuno pronto a scagliare una pietra, hanno cercato di lapidare anche Gesù! Mala comunicazione vera genera persone nuove, relazioni nuove e fa di noi persone più vere.

dal discorso ai GdB fr. Paolo Crivelli, Superiore generale

La comunicazione è un grandissimo mistero racchiuso anche nell’uso delle parole. L’uomopuò comunicare apparentemente in modo diretto ma è molto più impreciso di quanto sipossa immaginare: a volte chi è di fronte capisce cose diverse da quelle che diciamo. Perquesto è iptnt ss cnti, supptnd cn l tstinin il cn-tnut di nsti discsi: si più d’spi cn qull ch fcci ch cnqull ch dici. Comunicare è riuscire ad andare oltre ai giudizi di merito, moltevolte dati con superficialità. Spesso lanciamo le parole, convinti che non possano ferire,mentre esse hanno un peso profondo oppure abusiamo di termini come onestà, fede,amore. Il loro valore non va sprecato, per questo è necessario attendere prima di par-lare e provare la voglia di ascolto dell’altro per rendere le nostre comunicazioni più si-gnificative. Oggi l’ audience è l’unico obiettivo della comunicazione mediatica e perraggiungerlo questa è disposta a banalizzare le storie di dolore e a consumare perso-naggi, costruendo i loro sogni di successo sul nulla. È una gara entro la quale è lecito spe-culare e sacrificare il pensiero critico e il giudizio personale. La sfida per noi sta qui:comprendere e selezionare, bocciare le cose che non vanno, cambiare canale o sostenereprogrammi che lasciano un segno e non danno una visione distorta della realtà. I tele-giornali non parlano di un incontro Gdb, di sogni che si costruiscono nel tempo, con im-pegno e disciplina, ma sono lenti di ingrandimento distorte che generano pessimismo.

Questa mattinata, invece, è un esempio fantastico di notizia: non è un teatrino ma unprogetto serio, in cui comprendere la meraviglia racchiusa nelle persone, il rispetto e lafiducia che devono caratterizzare la comunicazione.

dal discorso ai GdB di Luca Pagliari, giornalista

Sono stati due mesi per me insoliti quelli trascorsi dall’ultimo ritiro dei Giovani di Beta-nia a Loreto. Il ricordo di questa magnifica esperienza è stato costante ed ho cercato divivere meglio semplicemente perché questo è l’unico modo che abbiamo per ringraziareDio del suo amore e della nostra esistenza. Sto raggiungendo questa nuova fede graziea quest’incontro: questa esperienza è stata per me del tutto nuova e mi ha veramente

sconvolto perché non ero ancora pronto a vedere Dio come “amore” essendo cresciutocredendo in Dio per tradizione.Una delle lezioni più preziose che porterò sempre nel cuore è quella che mi ha aiutato avivere l’Adorazione eucaristica: per avvicinarsi a Dio bisogna liberarsi di tutti i nostri pen-sieri, affanni e peccati; chiudere gli occhi e aprirgli il cuore.

Domenico Morgoni, GdB

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La famiglianel progettodi Dio

In questo versetto è racchiuso il segreto dell’educazione cristiana: una sana vita spirituale fatta dipreghiera personale e familiare, frequenza dei Sacramenti e della parola di Dio, amore reciproco e delprossimo, che mantenga la famiglia alla presenza di Dio. Il più gnd dn ch i gniti ps-sn f d un figli, gnd ln qunt qull dll vit fisic, è di si l’un l’lt.Per rinnovare la propria donazione reciproca in un clima di fiducia e di intimità è necessario trovaredel tempo da passare insieme, anche lontano dai figli, per comunicarsi esperienze e difficoltà. Biso-

gna tenere sempre vivo quel soggetto educativo plurale presente sulla bocca di Maria: “ Tuo padre edio”. Nient’altro può sostituire la sicurezza e la forza che derivano al bambino dal sentirsi sostenuto dalledue volontà unite in una sola: “tuo padre ed io”; “tua madre ed io”. Occorre che i genitori sappianocome utilizzare il loro accordo educativo. Il bambino non viene al mondo naturalmente buono ma giàferito dal peccato e poiché educare significa “tirar fuori” - come si fa con una statua da un blocco dipietra - suppone che l’uomo maturo non emerga dal bambino per sviluppo spontaneo, ma occorre aiu-tarlo a formarsi una volontà, un senso morale e dei sentimenti validi.Solo eccezionalmente bisogna ricorrere ai mezzi coercitivi suggeriti dal saggio biblico (cfr. Sir 30,1-13).A volte sono più efficaci l’incoraggiamento, il complimento e la carezza. Ho sentito una volta unamamma dire alla propria bambina: “Brava! Hai scelto bene: so che di te mi posso fidare sempre” e hovisto negli occhi che brillavano la gioia tranquilla e la fiducia che questo dava ad entrambe.Dialogare con i propri figli significa passarci del tempo insieme, giocarci, ascoltarli e non troncare lequestioni dall’alto della propria autorità o “esperienza”.Il dialogo esige che un genitore sappia perfino chiedere scusa di uno sbaglio o di un eccesso: questo

educa enormemente all’onestà, alla stima reciproca e la sua autorità ne esce rafforzata, non scalfita.Per i genitori cristiani c’è una sola via per non scoraggiarsi davanti al fallimento educativo: pensareche i figli sono soprattutto di Dio. Qund nn si isc più pl l ppi figli di Dist un pssibilità: pl Di dl ppi figli, cioè pregare per lui, affidarlo al Signore,anche se è andato lontano come il figliol prodigo, nell’attesa paziente del ritorno.

dagli scritti di p. Pancrazio, festa della santa Famiglia 1995 

«Figlio, perché ci hai  f a t to cos ì? 

Ecco,  tuo padre e io, angoscia ti,  ti c

erca vamo ». (Lc 2,48) 

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L nst gnd Figli:cunin nll divsità.

L Chis è Ecclesia (adunanza;ndr) quindi è chit  stare in-

 sieme, così anche la FraternitàFrancescana di Betania, piccola fra-zione di Chiesa: ecco il punto fonda-mentale ed il senso del nostro

impegno con i Familiari.Fin dalle origini p. Pancrazio aveva l’idea che nellanostra realtà tutte le vocazioni della Chiesa fosserochiamate a convivere attorno ad un unico carisma eche la Fraternità non si fermasse alle mura ma an-dasse ben oltre la vicinanza fisica, comprendendoanche e soprattutto i legami di natura spirituale.La modalità con cui tutto questo si sarebbe realiz-zato è andata chiarendosi nel tempo. Con lo Statutodei Familiari di Betania del 2007 è stato codificatociò che lo Spirito Santo aveva creato all’interno delcarisma: i Gruppi Ancilla Domini , gli Oblati , i Giovani di Betania, gli Amici e Collaboratori . Tutti insichiti d ss pt dll’unic pgtt

cuniti, espressione e condivisione del co-mune desiderio di cercare Dio, di stare con Lui, dicondividere questa esperienza cristiana che, inquanto tale, non è mai semplicemente individualema è sempre comunionale. Scopo della comunioneè giungere all’unità: essere uno, sostenersi vicen-devolmente, gareggiare nello stimarsi a vicenda, sa-pendo porre l’altro al di sopra di sé e, in quantocustodi gli uni degli altri, facendo il primo passo nel-l’avvicinare il fratello e la sorella in difficoltà.Ricordiamo però che l v cndivisin vvinnl isptt dll divs vcini: dobbiamocustodire la visione originaria di p. Pancrazio della “comunione nella specificità”, vivendo un dialogo

stupendo e straordinario con gli altri stati di vita. Cisentiamo un’unica famiglia ma nella diversità dellevocazioni, un’unica famiglia con modalità necessa-

riamente diverse di vivere lo stesso carisma, che èun mezzo per rendere più solida, più forte, più vivala propria identità vocazionale. Le famiglie devonoessere sempre più vere famiglie cristiane e non sur-rogati conventuali, questo è importante. Questacomplementarietà, questa differenza ci parla di co-munione e l’unità ne è il risultato.

dai discorsi di fr. Paolo Crivelli, Superiore generale

Nll’sclt dll Vlntà di DiSono Tiziana e da trent'anni vivo inFraternità. Quando sono arrivata erouna ragazzina piena di entusiasmo.Poco tempo dopo il Signore mi hafatto incontrare Roberto, entrambisentivamo la vocazione alla vita co-munitaria ed insieme bbi

cps l Su vlntà: f un figlicn Lui l cnt, in cui pulsasse un amore pro-fondo che avesse come modello la Santa Famiglia.P. Pancrazio ci ha accompagnati paternamente verso

il matrimonio ed il Signore ci ha uniti e consacrati inquesto sacramento.In questi anni insieme ci sono stati momenti bellis-simi e momenti in cui sono spuntate le lacrime maGesù è sempre stato pronto ad asciugarle donan-doci speranza e calore.Ringrazio il Signore di avermi donato Roberto: con ilmatrimonio lui è divenuto parte di me ed io di lui.Dio ha creato l’uomo e la donna con un’ala soltanto:possono volare solo rimanendo abbracciati!Credo nell’amore eterno, o Signore, perché ce l’haidonato tu! Anche nei momenti dove c’è la croce,credo nell’amore eterno, Signore, come la nostrachiamata alla santità in questa grande famiglia che

è la Fraternità.Tiziana Tomadon, oblata

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05.02.1989 “Ho amato tanto la mia comunità, la comunità che Gesù mi ha do-nato. […]Amatevi gli uni gli altri come Gesù ci ha detto perché solol’amore conta, solo l’amore ci tiene uniti a Colui che sarà la nostraeterna felicità. Lode, Gloria, Benedizione, ringraziamento a Coluiche era è e sempre sarà. Alleluia

 “La vera gioia viene dal cielo. Solo Dio ci può far felici perché ciama. Mentre viviamo sulla terra tra i nostri affanni, pensiamo al

cielo dove saremo eternamente felici.” 

06.02.1989 “Nulla è importante, nulla serve nella vita se non amare Dio ei fratelli. Signore non c’è nulla di sano in me, sono tutta rotta,finita, ma Signore, ti offro tutto ciò, non ho nient’altro.

Floriana:    fiore di Paradiso 

Floriana - Franca Scocco 29/9/1947 - 9/3/1989 

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Gii i, Cist é ist!

Che cosa ha fatto nostra sorella Floriana?Ha ascoltato le meravigliose parole del Vangelo

 “E il suo regno non avrà mai fine” (Lc 1, 33). “Finiscono i regni della terra: quante dinastie diimperatori, quante casate di regnanti, quantipoteri sono passati sulla terra, quanti dittatorihanno fatto tremare il mondo: tutti sono caduti

nell’oblio! La storia si ricorda di loro per esaltarli o per maledirlise hanno fatto del male. Ma il regno di Gesù Cristo rimane ineterno; questo rimanere per sempre e non avere mai fine, dàanche a noi un coraggio incredibile.” (dall’omelia di don ToninoBello alla Fraternità, 8 dicembre 1988)Il rimanere in eterno per coloro che fanno la volontà di Dio di cuiparla la Sacra Scrittura (cfr. 1Giovanni 2,17) ha catturato il cuoredi Floriana orientando tutta la sua vita verso Dio.Flin è stt un sgn ftissi luins, h sputindic cstntnt ch cs significhi gic l ppivit su un’unic fs: “Cist è ist!”Ecco la fonte e la causa di tanto amore che Floriana ha manifestatoa Dio e a chiunque incontrasse.In quest'ultimo periodo ho avuto la possibilità di parlare con moltepersone che l'hanno conosciuta e, ascoltandole, posso dire che par-lare di Floriana significa parlare di una persona sempre disponibile, chedistribuiva accoglienza gratuitamente; con lei chiunque si sentiva spe-ciale. Ha fatto della sua vita un’offerta, fino ad arrivare a quella supremae totale che si è realizzata durante la sua malattia da lei definita un

 “dono” che le ha fatto comprendere l’amore di Dio e dei fratelli. L’ha ac-colta, accettandone con generosità e gioia la grande sofferenza. Sì, tutticoloro che l’hanno avvicinata durante la malattia la ricordano serena e

gioiosa, il sorriso che la contraddistingueva era sempre presente anchequando il volto era segnato dal dolore.Nei momenti di preghiera la vedevano assorta, come se parlasse intima-mente con Dio.Profondamente innamorata della sua fraternità con molti parlava della gioiadella vita fraterna; nessuno l’ha mai sentita esprimere giudizi negativi ocommenti sgradevoli sulle persone. Sempre disponibile e senza mai lamen-tarsi, viveva i momenti di vita comunitaria che erano per lei fondamentali eirrinunciabili e vi partecipava con grande impegno, tenerezza e profondagioia. Una carità sorprendente.P Flin gni nt cnsidt l’unic nt disp-siin p .Floriana è per tutti noi una provocazione continua per uscire dalle possibili si-tuazioni di stanchezza, di noia, che potrebbero spingerci a fermarci. Floriana

con la sua vita ci ha mostrato che cosa significhi amare, che cosa significhi pro-mettere “io a lode di Dio … per tutto il tempo della mia vita faccio voto … mi af-fido con tutto il cuore a questa Fraternità… a servizio di Dio e della Chiesa”.Grazie Floriana.

sor. Orietta Vagni, ffb

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C Flin....

Mi è stato chiesto di scrivere unricordo di Floriana ed ho accet-tato subito con entusiasmo,anche perché la sua persona èfortemente legata al mio in-gresso in Fraternità. Tanti pen-

sieri affiorano e si accavallano enon so da dove iniziare…Cara Floriana, ti ho chiesto aiuto in preghiera… evoglio raccontarti come se stessi vicino a me, ora.All’inizio di questa avventura che è la Fraternità sitrascorreva molto tempo insieme, tanta era la gioiadi camminare uniti. Tu Floriana emergevi per sem-plicità, disponibilità e sorrisi. Tante volte, parlandocon chi ti ha conosciuta, ho cercato di capire cosati distinguesse dagli altri con una carrellata di beiricordi ma non è mai stato sufficiente per darnespiegazione. Ecco allora che p. Pancrazio ci viene inaiuto quando spiega la santità di un’anima come

equilibrio dell’essere. Sì, tutte le tue doti erano ca-ratterizzate da un grande equilibrio, quasi comeuna sintesi. Eri quando pregavi in silenzio davantial Santissimo Sacramento, quando ti occupavidella lavanderia, quando ti prestavi a ridere escherzare con noi, durante le feste, i giorni di di-giuno e quando con pazienza stavi ad ascoltare lemie difficoltà di giovane. Questo tuo vivere di equi-librio, sinonimo di santità, non poteva passareinosservato a Dio che ha fatto di te la sua sposa.Ma non bastava, c’era qualcosa di più grande perte: abbracciare con Lui la croce.Ecco allora il “sì” completo alla volontà del Padre,nella sofferenza. Ricordo i giorni passati al capez-

zale del tuo letto di dolore, dove p. Pancrazio tipreparava all’incontro con lo Sposo, dove i suoi in-segnamenti e preghiere erano per noi scuola divita. In quei momenti ci davi coraggio e consola-zione tanto che hai voluto festeggiare il tuo immi-nente ingresso in cielo mentre eri ancora con noi.Io ero lì con p. Pancrazio quando sei spirata. Sonotestimone di quanto sia stata vicina la terra al Pa-radiso: niente finiva ma tutto aveva una straordi-naria continuità, come se cielo e terra fosseroun'unica realtà.Hai promesso di custodirci dal cielo e dopo di te laFraternità si è sviluppata fino a diventare quellache è adesso. La tua foto esposta in Comunità è

del giorno del mio matrimonio e il primo figlio cheaccarezzavi quando ancora era nel grembo di Ti-ziana si chiama Francesco per te (Floriana è statabattezzata con il nome di Franca; ndr), p. Pancra-zio ha voluto che la nostra prima figlia si chiamasseFloriana, affinché il tuo nome continuasse a risuo-nare nella Fraternità.Così vive e muore un cristiano. Grazie Floriana.

Roberto Tomadon, oblato

Floriana:    fiore di Paradiso 

Pn spt

Conobbi Floriana all’inizio dellasua malattia, quando la cappellaprincipale della Fraternità era incostruzione e i consacrati nonvestivano ancora il saio grigio-azzurro.

Approdai a Casa Betania quasiper caso e ora so che in quel “quasi” c’era tutta lamisericordia di Dio che cercava di abbracciare suofiglio! Egli si servì della mia professione di medicoper attirarmi a Sé e le braccia che mi strinseroforte al suo cuore furono p. Pancrazio e Floriana.Floriana era un bel tipo con un viso aperto e unsorriso accogliente che nemmeno la malattia riu-scì a cancellare! Aveva capelli lunghi e ondulati,prima che la chemioterapia ne facesse scempio, ela scena indelebile che conservo di lei nella mentee nel cuore è il vederla, già ammalata, seduta nellafila centrale della cappella - due o tre banchi alle

spalle di p. Pancrazio - che prega con ardore, in-vocando Maria, mentre nasconde i pochi capelli ri-masti sotto un cappellino di lana.Fin d ll l sffn il i nicdichit c dic ccv di scnfig-gl di scil vd in Flinqull stss sffn ccttt, cndiviscn i ftlli fft i is in cisi, fcslt tutti i ii schi!Perché l’accettava? Perché quel Dio che Florianatanto amava non interveniva? Perché… perché…perché….Piano piano, però, quel lettino addossato alla pa-rete di quella piccola stanza cominciò a trasfor-

marsi, ai miei occhi ancora pieni di scaglie, in unaltare dove si stava celebrando un sacrificio santoe gradito a Dio.Non vi nascondo che un giorno accanto a quelletto-altare, senza rendermene conto, caddi in gi-nocchio; la mia mente ancora non capiva mal’anima aveva già compreso quelle parole dellasacra Scrittura: prese il pane e, pronunziata la be-nedizione, lo spezzò e lo diede loro (cfr. Lc 24, 30).Quando ricordo Floriana penso a lei come pane be-nedetto e spezzato da Dio dato a tutti noi.

Donato Garbetta

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Mercoledì 15 febbraio, festa nella Diocesi di Arezzo in onore della Madonnadel Conforto, i nostri fratelli sacerdoti con il nostro Superiore generale fr.Paolo Crivelli, sono stati impegnati tutta la giornata nel ministero della Ri-conciliazione mentre le sorelle hanno aiutato i vescovi nei preparativi per laS. Messa presieduta da Sua Em.za Card. Severino Poletto.

"Verso la Pasqua con Maria" questo il titolo della peregrinatio Mariae che il no-stro Vescovo Sua Ecc.za Mons. Grampa ha indetto con meta il Santuario dellaMadonna del Sasso: il più famoso luogo di pellegrinaggio del Ticino. La Fra-ternità ha partecipato con devozione ed entusiasmo a due degli incontri di pre-ghiera svoltisi davanti all'effige della Madonna nella Collegiata di Mendrisio.A Riva San Vitale, in un’urna sotto l’altare della parrocchia, sono veneratele spoglie del beato Manfredo Settala, che fu sacerdote ed eremita sul vicinocolle. Ancora oggi, attratti dalla sua fama di santità, accorrono i fedeli dalleregioni circostanti per implorare la sua intercessione. Con loro abbiamo ce-lebrato sul luogo una santa Messa nel giorno della sua festa.

Newsdalle case

Cella diNoceto

SanQuirino

Vertighe

Nel mese di febbraio abbiamo avuto la gioia di accogliere il nostro nuovoVescovo Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Pellegrini per una visita informale. Nelpomeriggio di preghiera vissuto insieme e nella condivisione della cena ab-biamo sperimentato la cura paterna del pastore, che ha vissuto con noi qual-che ora di fraternità.Abbiamo accolto il gruppo pastorale regionale del Rinnovamento nello Spi-rito: i diversi incontri di formazione sulla musica, il canto e l’accompagna-mento spirituale sono stati tenuti da sr. Carla Osella, orsolina, consacratadell’istituto fondato da santa Angela Merici, e membro del direttivo nazionale

del Rinnovamento.

Nei primi mesi di questo nuovo anno abbiamo potuto gioire di due visite spe-ciali. Quella di fr. Stefano Vita, Vicario generale della Fraternità, che ha te-nuto due catechesi per gli Oblati e i Gruppi Ancilla Domini, dal titolo: “Chiamati a vivere una spiritualità mariana” e “Le nozze di Cana, mistero dicomunione tra Gesù e Maria”. Inoltre siamo stati felici di ospitare il nostroVescovo Sua Ecc.za Mons. Enrico Solmi che, accogliendo il nostro invito, ciha regalato una serata difficile da dimenticare: la santa Messa celebrata informa solenne, la cena e il dopo cena vissuti in un clima di grande familia-rità, nella più genuina ed edificante semplicità. Sua Eccellenza è tornato nelmese di marzo per tenere una catechesi ai nostri Oblati .

Rovio

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Nel mese di gennaio abbiamo avuto la gioia di ospitare il campo invernaledei Giovani di Betania della Sicilia. Questi giorni trascorsi insieme sono statiun grande dono per tutti noi nonché una meravigliosa occasione per cono-scere e farci conoscere meglio da questi giovani che scelgono di seguire il Si-gnore attraverso la nostra spiritualità.Insieme a fratelli e sorelle provenienti da altre Case abbiamo animato lamissione a Marsala (TP) in preparazione alla festa patronale della Madonnadella Cava; la missione si è conclusa con un concerto-preghiera. Inoltre du-rante la Quaresima abbiamo ospitato, in occasione di un ritiro , il nostro Ve-scovo Sua Ecc.za Mons. Domenico Mogavero ed i giovani della diocesi.

Par  tanna

Salvador 

Fr. Riccardo Sparapan, nel mese di gennaio si è recato ad Anápolis, in Goiâ-nia, a tenere un corso di esercizi spirituali alle Missionarie della Regalità di Cristo, istituto secolare di ispirazione francescana, fondato da p. AgostinoGemelli ed Armida Barelli. Gli esercizi, in preparazione al rinnovo dei voti,erano incentrati sul Vangelo di Marco, con la finalità di ravvivare in modo piùradicale la propria consacrazione a Cristo.La nostra fraternità ha accolto i coniugi Reno ed Anna Riboni, membri del-l’Associazione Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. La loro testimo-nianza di vita ci ha edificati; essi hanno infatti accolto - tra adozioni ed affidi- tredici bambini di cui tre disabili; persone straordinarie che hanno fatto

della loro vita un dono!

In questi mesi abbiamo avuto la gioia di accogliere sor. Nancy Tomasini, sor.Elisa Diana e fr. Giovanni Maria Dell’Oro per la partecipazione ai corsi inten-

sivi di tedesco. Anche nei prossimi mesi altri fratelli e sorelle si alternerannonella nostra Casa per frequentare corsi di lingua tedesca e per arricchire lanostra piccola Fraternità con la loro presenza. Oltre agli impegni con le mis-sioni italiane della diocesi di Würzburg abbiamo animato due giornate di ri-tiro quaresimale, con le due missioni italiane di Mühlaker e a Saarbrücken.Inoltre fr. Alberto Onofri e fr. Corradino Di Sante stanno preparando al ma-trimonio alcune coppie italiane di Aschaffenburg che si sposeranno in luglio.Per prepararci alla solennitá di san Giuseppe abbiamo partecipato ad unanovena organizzata dai Carmelitani di Würzburg, che si é conclusa con lasanta Messa e con un invito a cena. In questa occasione abbiamo conosciutoil provinciale p. Ulrich Dobhan, curatore della nuova traduzione in tedescodelle opere di santa Teresa d'Avila e di alcuni lavori di Edith Stein".

 Würzburg

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Newsdalle case

Loreto

Annunciamo con gioia la nascita di un nuovo Gruppo Ancilla Domini , quellodi Sirolo (AN) scaturito, come già quello di Fermo, dal gruppo-famiglie diCivitanova Marche (MC); il Signore benedica e faccia fruttificare questanuova realtà. Fr. Angelo Tolardo, all’inizio della Quaresima, ha organizzatoper i parrocchiani una giornata di ritiro nella quale ha offerto una medita-zione sul mistero pasquale dal titolo: “Se il chicco di grano caduto in terranon muore…”. Sempre in parrocchia è iniziato il Seminario di Vita Nuova,in preparazione all’effusione dello Spirito Santo che riceveranno alcuni Fa-miliari della Fraternità.

RomaQuest’anno la nostra diocesi celebra un evento importante: il congresso eu-caristico, articolato in tre tempi fondamentali e ricchi di iniziative. Nel primo- il tempo “lungo” - iniziato con l’Assemblea Ecclesiale Diocesana di settem-bre è stato sviluppato l’aspetto formativo ed informativo. Nel secondo - iltempo “medio” - svoltosi durante la quaresima e la Pasqua, si è approfon-dito l’aspetto dell’annuncio e della riflessione mediante Via Crucis, catechesie Adorazioni eucaristiche, distribuite nei diversi vicariati. Con i nostri Giovani di Betania abbiamo partecipato all’Adorazione eucaristica perpetua, pressola parrocchia della B. V. Maria Immacolata in La Giustiniana. Il terzo tempo- il tempo concentrato - lo vivremo partecipando a diverse celebrazioni nel

mese di giugno.

Terlizzi

Il mese di febbraio ha visto la nostra Fraternità pervasa da un’atmosfera digrande grazia a motivo degli esercizi spirituali predicati da p. Serafino To-gnetti, sacerdote della Comunità dei Figli di Dio fondata da don Divo Barsotti.P. Serafino ha sviluppato il tema “Vita Consacrata e Radicalità Evangelica” 

trasmettendoci con la sua semplicità ed esperienza quotidiana di Dio, maanche con grande fervore e fermezza, i capisaldi della vita consacrata. At-traverso questi esercizi spirituali abbiamo avuto la possibilità di immergercisempre di più nella conoscenza dell’infinto amore di Dio; ringraziamo con af-fetto p. Serafino per essersi fatto suo strumento privilegiato nel parlare ainostri cuori!

  “O Dio che nella li turgia pasquale ci dai la gioia di ri vi vere ogni anno

la risurre zione del Signore  fa che l ’esul tan za di ques ti giorni rag-

giunga la sua piene z za nella Pasqua del cielo.”(dalla Li turgia Pasquale )

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TerlizziVia P. Fiore, 143 - 70038 Terlizzi (BA)Tel. 080-3517712 • 080-3517653 • fax 080-3517806e-mail: [email protected]

Cui Gnlii

Sn QuiinVia Aprilis, 23 - 33080 San Quirino (PN)Tel. 0434-91409 • fax 0434-1851038e-mail: [email protected]

rvi - SviVia San Felice - 6821 Rovio - Ticino (CH)Tel./fax +41-916306540e-mail: [email protected]

Cll di NctVia San Pio da Pietrelcina, 3 - 43015 Cella di Noceto (PR)Tel. 0521-624582 • 0521-624052 • fax 0521-629314e-mail: [email protected]

rVia M.D. Brun Barbantini, 151 - 00123 RomaTel. 06-30311636 • 06-30361295 • fax 06-83394136e-mail: @ffbtni.it

LtVia Castelfidardo, 7 - 60025 Loreto (AN)Tel./fax 071-7501343e-mail: [email protected]

PtnnSantuario Madonna della LiberaContrada Montagna - 91028 Partanna (TP)Tel./fax 0924-49665 • e-mail: [email protected]

mnt S. SvinSantuario Madonna delle Vertighe - Loc. Vertighe, 56352048 Monte San Savino (AR) • Tel. 0575-849326fax 0575-955298 • e-mail: [email protected]

Wübug - Gni

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Il giornale è stato chiuso in redazione il 6.04.2012

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sd pvvisi

 Appuntamenti • Sabato 30 giugno, presso la Casa Madrein Terlizzi avranno luogo le ordinazioni dia-conali e presbiterali di alcuni nostri fratelli.

• Dal 5 al 12 agosto avrà luogo, pressoFrontignano di Ussita (MC) il consueto i-ti-vcn organizzato dalla Fraternità;

il tema di quest’anno sarà: “Silenzio e Pa-rola. Il segreto della buona comunica-zione”. Per informazioni e prenotazionirivolgersi alla sig.ra Franca Mannetta: Tel0733-81 36 45/349 81 63 648.

Eventi 

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Ringraziamo tutti coloro chehanno già contribuito allosviluppo di questo progetto!

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• Domenica 18 marzo la Fraternità si èstretta intorno al nostro caro p. Pancrazioper festeggiare il 39° anniversario di ordi-nazione presbiterale.

• Il 3 aprile, nel ricordo del 23° anni-versario della nascita al Cielo della no-stra sorella Ada Reggiani, in tutte lenostre Case abbiamo meditato il s.Rosario con gli scritti di madre Speranza.