Analisi del processo creativo short

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Analisi del processo creativo: Il caso Zelig

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Analisi del processo creativo:Il caso Zelig

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La creatività comica è da considerarsi alla base di un’innovazione anomala e complessa per alcune caratteristiche intrinseche di incertezza, soggettività e difficoltà di valutazione ex ante del prodotto

Caratteristiche del prodotto “comico”

Tangibilità

Oggettività dei parametri di valutazione

Modalità di fruizione

Chi opera professionalmente in un contesto creativo ha l’esigenza di produrre con continuità in una condizione di intangibilità del prodotto e di incontrollabilità (apparente) della materia prima necessaria per “costruirlo” (il flusso di idee)

Per alcuni prodotti la relazione tra realizzazione e fruizione non è istantanea, per altri la massima efficacia si realizza nella contestualità tra i due momenti. Chi opera in un contesto creativo ha un controllo molto relativo della qualità dell’output fino al momento della operazionalizzazione dello stesso davanti ad un ‘pubblico’.

La presenza di parametri di valutazione oggettiva dipende dalle funzioni d’uso che si associano alla ‘creazione’: per prodotti prevalentemente fisici il concetto di qualità è espresso in termini quantitativi; per prodotti mediati fisicamente prevalgono invece parametri altamente soggettivi

Caratteristiche Descrizione Obiettivo Soluzione adottata

Aumentare la tangibilità del

prodotto

Allontanare il momento della

produzione da quello dell’esibizione

Diminuire la soggettività della valutazione del

risultato

I tormentoni e i personaggi ben definiti nella struttura del pezzo creano degli elementi di stabilità che rendono il prodotto riconoscibile.

La varietà dei comici è talmente ampia per cui è impossibile che, su una media di tredici comici a puntata, ad uno spettatore medio non piaccia nessuno.

Provare i pezzi prima di andare in serata permette di avere un riscontro immediato e di avere il tempo per fare le dovute modifiche al pezzo prima della trasmissione

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Chi opera professionalmente in un contesto creativo ha l’esigenza di produrre con continuità avendo un controllo relativo della qualità dell’output fino al momento della operazionalizzazione dello stesso davanti ad un ‘pubblico

CONTINUITA’ PERFORMANCEIMPREDICIBILITA’

• Del profilo dell’utente

• Del contesto emotivo di erogazione

• Del contesto emotivo di ricezione

IRRIPETIBILITA’

eppure…. UNICITA’

La creatività comica è da considerarsi alla base di un’innovazione anomala e complessa per alcune caratteristiche intrinseche di incertezza, soggettività e difficoltà di valutazione ex ante del prodotto

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Dovendo affrontare livelli elevati di complessità è necessario trovare certezza nel metodo in modo da equilibrare la tensione emotiva verso il risultato e l’ansia del fallimento, riducendo così la dispersione di risorse

Ingegnerizzare il metodo

“La disciplina ti salva dall’incubo da pagina bianca” (Antonio De Luca)

“Non mi reputo un genio, i geni possono creare in qualsiasi momento, non essendolo devo lavorare per farlo: mi serve disciplina, metodo e routine” (Fabrizio Testini)

“In alcuni casi la creatività è una fonte di stress soprattutto quando hai delle consegne da rispettare e non ti viene niente da scrivere. Poi si impara che bisogna trovare delle soluzioni tecniche per gestire questa impasse: per evitare che il foglio rimanga bianco spesso si prendono delle cose che hai già scritto per altre ragioni e non hai utilizzato. Poi per una sorta di magia, che non saprei spiegare, parti, e quando parti sei un fiume in piena. L’altra regola che si impara è che fino a quando è un fiume in piena va bene, quando non lo è più è meglio lasciar stare. Siccome poi uno scrive di mestiere e vive di scrittura, cerca di lavorare su sistemi di canali che ti permettono di fare scorta” (Carlo Turati)

“Se non riesci a sopperire con la fantasia, anni e anni di scrittura, di magazzino ti danno la possibilità di uscirne in qualche modo” (Massimo Di Munno)

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Spesso però l’utente/spettatore percepisce solo il punto di arrivo di un processo complesso caratterizzato da livelli spesso elevati di strutturazione che richiedono equilibrio tra pensiero divergente …

Fasi del processo creativo: la parola ai comici

Presentazione del problema

“Ad un certo punto della vita di un autore si tende a lavorare prevalentemente su commessa e quindi si ricevono delle indicazioni in merito a che cosa ci si aspetta che il prodotto finito sia” (Carlo Turati)

“Più sono stretti i parametri nei quali ti devi muovere, più permettono alla creatività di esprimersi in maniera efficace” (Marco Melloni)

“Essere creativi sulle tue cose è più semplice, ma essere creativi su una ‘comanda’ è molto più divertente” (Cesare Vodani)

“Avere dei vincoli è sempre uno stimolo, nel senso che avere una certa definizione del problema significa avere già un buon punto di vista sul problema stesso” (Diego Parassole)

Ricerca delle informazioni

“La cosa che forse sfugge a molti è che il processo creativo è innanzitutto un processo di documentazione” (Carlo Turati)

“Quando scelgo un tema o un argomento che mi interessa, lo approfondisco con delle letture o delle informazioni e poi cerco di capire come utilizzare questo materiale applicando una visione laterale” (Diego Parassole)

“Tutto ciò che immagazzini poi ti torna: nel momento opportuno vai a prendere e a riprendere in questo serbatoio, molto inconsciamente” (Sergio Cosentino)

“Credo che la fase preparatoria occupi tutta la giornata perché in realtà è difficile che un autore si riposi, non può mai rinunciare all’osservazione visiva oppure all’ascolto di tutto ciò che succede, che poi gli risuona in maniera un po’ accentuata, un po’ strana” (Antonio De Luca)

PALETTI

PARAMETRI

DEFINIZIONE

CONOSCENZA

DOCUMENTAZIONE

RIDONDANZA

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… e pensiero convergente

Fasi del processo creativo: la parola ai comici

“Dopo la scintilla iniziale cominci ad applicare consciamente o inconsciamente delle regole. Si comincia ad organizzare un testo in maniera da avere una frequenza auspicata di risate calibrando il momento narrativo e il momento comico. Allo stesso tempo però non ci si può allontanare da momento iniziale, perché alcune volte il troppo razionalizzare non è funzionale” (Fabrizio Testini)

“Una cosa buffa di questo mestiere è che in alcuni casi la prima impressione è quella che conta davvero, se ho uno spunto e te lo racconto questo è il modo ottimo in cui posso raccontartelo. Ogni successivo trattamento toglie efficacia a quel primo racconto. La scrittura dà razionalità a qualcosa che all’inizio era soltanto un’idea originale” (Carlo Turati)

“Dopo aver scritto il testo lo leggo ad alta voce, provo a vedere se ha ritmo, se la scansione della battute arriva frequentemente e provo a immaginare il comico in quella situazione” (Giovanni Tamborrino)

“La valutazione dipende molto dal carattere dei singoli, io talvolta faccio leggere le cose a persone estranee all’ambiente del cabaret. Secondo me è importante avere un riscontro prima di licenziare definitivamente il pezzo” (Paolo Borraccetti)

“La revisione si basa sull’incanto o meno che può avere la frase, sulla bontà delle immagini che vengono descritte o richiamate, sull’utilità del prodotto per il tipo di progetto cui è stato destinato. La revisione si deve basare su una serie di criteri necessari, non solo scientifici ma anche emozionali” (Antonio De Luca)

Generazione dell’idea

Verifica dell’idea e valutazione del risultato

ORGANIZZAZIONE

ISTINTO

SE UN PEZZO E’ PERFETTO, C’E’ QUALCOSA CHE

NON VA

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La produzione creativa è influenzata da molteplici fattori legati sia alle persone …

“Se possibile i componenti del gruppo devono essere di estrazione diversa, con esperienze diverse, con formazioni professionali diverse perché così si hanno più punti di vista. Però, ci deve essere anche stima, autocritica e autorestrizione, nel senso che ognuno deve sapere che sta lavorando con altre persone.” (Vincenzo Tamborrino)

“Bisogna essere completamente diversi, avere una formazione diversa e delle vocazioni diverse. Personalmente se dovessi fare una trasmissione comica, non prenderei tutti autori comici perché altrimenti si diventerebbe uno, tutti avrebbero lo stesso punto di vista e questo sarebbe dannoso, sarebbe come scrivere da soli in casa. Userei paradossalmente anche persone che non hanno quasi niente a che fare con la comicità, per avere delle sorprese.” (Fabrizio Testini )

“Nei gruppi molto spesso è importante avere dei ruoli definiti, il che non significa avere una struttura rigida e verticale, ci deve essere spazio per tutti, ma non credo nell’anarchia. Un’altra cosa importante per me è avere dei punti di riferimento professionali all’interno del gruppo, persone dalle quali ricevere stimoli e suggerimenti. E poi sono fondamentali la comunicazione interna e una dimensione di fiducia e stima” (Paolo Borraccetti)

Gruppo

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… che al contesto di riferimento

“Non ci sono luoghi fisici che mi tranquillizzano, ma ci sono luoghi fisici che mi inibiscono. Quello che so è che certamente non posso lavorare su tre artisti diversi nello stesso posto in tempi diversi, ho bisogno di identificare una persona con un processo creativo e con un luogo. È una cosa che ho imparato con il tempo e che adesso faccio meccanicamente. Non credo che i luoghi influenzino il processo creativo, però credo che quando si creano delle consuetudini è meglio rispettarle” (Carlo Turati)

“L’ambiente e la situazione per me sono determinanti. L’idea di essere in una stanza d’albergo e di dover fare un monologo mi dà un’ansia incredibile, non è solo l’abitudine della situazione, ma anche degli oggetti, del toccare una cosa, dello schiacciare un bottone, del mettere un cd” (Gino)

“E’ fondamentale il luogo fisico. Preferisco isolarmi! Per esempio, quando devo pensare o devo cominciare a stendere un testo mi dà fastidio anche il rumore o la musica. Preferisco stare nella mia stanza dove ho tutto a portata di mano” (Massimo Di Munno)

“Il tentativo di isolarmi nella mia camera, che non deve avere troppi richiami o troppe cose, appartiene soprattutto alla prima fase del processo creativo, quella in cui tiro fuori tutto. La fase di valutazione invece è una fase in cui ho un po’ più di controllo e per assurdo potrei farla anche in posti diversi” (Antonio De Luca)

Luogo

Tempo “Vivo con stress ma con molta serenità creativa il periodo in cui si è sotto pressione , quando per esempio c’è la trasmissione, perché a quel punto c’è la giustificazione che la scadenza rende accettabili cose che altrimenti non lo sarebbero. C’è una componente di sfida” (Carlo Turati)

“Le scadenze sono uno stimolo. Avere un limite di tempo per me è un traguardo perchè mi organizzo il tempo e lavoro in maniera tale da arrivare alla fine con un prodotto” (Marco Melloni).

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Non esiste un’organizzazione perfetta per la creatività …

La creatività nasce dal DISORDINE … NON SOLO: la creatività ha una forte componente RITUALE

es. LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO E L’AGENDA

La creatività nasce dal CASO … NON SOLO: la creatività nasce dall’ORGANIZZAZIONE DELLE IDEE

es. IL RUOLO DELLA SCALETTA

La creatività nasce dalla DIVERSITA’… NON SOLO: la creatività nasce dalla SINTONIA

es. LA COSTRUZIONE DEL GRUPPO

La creatività nasce dall’ISTINTO … NON SOLO: la creatività nasce dal RIUTILIZZO INTENZIONALE

es. GLI ARCHIVI DELLE IDEE

I falsi miti

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… ma la creatività non può fare a meno dell’organizzazione …

VERSO IL GRUPPO

• La creatività richiede CAPI: a parità di idee (ingiudicabili ex-ante) occorre qualcuno che decida da che parte andare

• La creatività richiede PROPENSIONE AL RISCHIO: l’ingiudicabilità ex-ante delle idee impone che qualcuno si assuma il rischio del fallimento per il gruppo

… … dell’AUTOREVOLEZZA …dell’AUTOREVOLEZZA …

DA PARTE DEL GRUPPO

• La creatività richiede TEMPO: in un contesto creativo il tempo è l’unica strategia a disposizione dei CAPI

• La creatività richiede RISULTATI: un contesto creativo è solo WIN-WIN o LOSE-LOSE. Un buon CAPO creativo sa PERDERE da solo e VINCERE con tutti

… … e della FIDUCIAe della FIDUCIA

In un contesto creativo, è il gruppo che sceglie il capo, ma è

il capo che uccide il gruppo

Le buone certezze: la GERARCHIA …

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I. La creatività

II. La creatività comica

III. Le organizzazioni a supporto della creatività

IV. Per concludere

Agenda

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Ancora falsi miti

• Il processo creativo non produce risultati visibili

• Il processo creativo non produce risultati misurabili

• Il processo creativo non produce valore

• Il processo creativo può essere giudicato solo dai creativi

• Il processo creativo non ha clienti

• Il processo creativo non può essere giudicato dai clienti

• Il processo creativo è casuale

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… o forse no …

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… e dei comportamenti organizzativi

Le buone certezze: la CULTURA …

TOLLERANZA

• VERSO LA DIVERSITA: per definizione la creatività vede il mondo a testa in giù…

• E VERSO L’ERRORE: …ma spesso sbaglia…

RIDONDANZA:

• gli errori consumano risorse e non producono risultati in sé

• se qualcuno deve pensare, ci sarà pur qualcun altro che organizzare e amministrare, no?

MEMORIA

• errare è umano, ma perseverare è da idioti

• nessuna idea è giusta o sbagliata in sè, spesso giusti o sbagliati sono il tempo, i luoghi e gli interlocutori

ONESTA’ e FEED-BACK

• Il creativo è emotivo per definizione: coltivare il rinforzo positivo è alla base della motivazione creativa

E’ BANALE MA E’ COSI!!