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ANALISI DEL DISCORSO

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• A partire dagli anni Ottanta ampia diffusione del termine discorso nelle scienzedel linguaggio.

• Trasformazione nel modo di concepire il linguaggio. Parlando di discorso siprende posizione a favore di una particolare concezione del linguaggio e dellasemantica, che dipende dalla influenza di diverse correnti pragmatiche.

• L’analisi del discorso è un campo di studi eterogeneo, in cui confluisconodiscipline e tradizioni relativamente autonome: Pragmatica, Retorica,Semiotica, Argomentazione.

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Due paradigmi a confronto(Caffi, 2009:22, cfr. Nerlich-Clark 1996:7)

Paradigma formale

Una lingua è una forma di categorizzazione

La funzione primaria della lingua è l’articolazione del pensiero

Il correlato psicologico di una lingua è la competenza linguistica

La sintassi è autonoma rispetto alla semantica e entrambe sono autonome rispetto alla pragmatica

Paradigma funzionale

Una lingua è uno strumento della interazione sociale

La funzione primaria della lingua è la comunicazione

Il correlato psicologico di una lingua è la competenza comunicativa

La pragmatica è la cornice al cui interno si collocano sintassi e semantica: la semantica è subordinata alla pragmatica e la sintassi alla semantica

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• Il discorso assume una organizzazione transfrastica.

• Il discorso è una forma di azione (Austin).

• Il discorso è interattivo: è sempre preso in un interdiscorso

• È contestualizzato.

• È preso in carico: esiste solo se riferito a una istanza che al tempo stesso si pone come riferimento personale, temporale, spaziale e modalizzante (enunciazione).

• Il discorso è orientato, si costruisce in funzione di un fine: esprime un posizionamento, ha una finalità persuasiva e una componente argomentativa.

• È regolato da norme.

• È il prodotto ma anche l’elemento unificante di una comunità discorsiva (per es. deigiornalisti, degli economisti, dei pubblicitari, dei linguisti, dei medici, ecc.) (sotto insiemedella società caratterizzato dalla produzione di discorsi (Maingueneau, 2009).

Caratteristiche del discorso

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Fairclough (Media Discourse, London, 1995) distingue 2 accezioniprincipali:

a) discorso come azione sociale e interazione (accezione dominantenegli studi linguistici)

b) discorso come costruzione sociale della realtà, forma di conoscenza(accezione usata principalmente nella teoria sociale post-strutturalista,cioè nel lavoro di Foucault).

Antelmi, Comunicazione e analisi del discorso, 2012: il discorso è una«pratica che forma oggetti di conoscenza e determina preciseconfigurazioni interpersonali e sociali».

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Funzioni linguistiche per Jakobson (1963)

Componenti Funzioni

Contesto Referenziale

Emittente Emotiva

Ricevente Conativa

Canale Fatica

Messaggio Poetica

Codice Metalinguistica

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Modello di Halliday (1978)

Funzione ideativa Rappresentazione del mondo Sistema della transitività (forme attive e passive del verbo, nominalizzazioni)

Funzione interpersonale

Interazione verbale, relazioni di ruolo, di potere, obbedienza ecc.

Sistema semantico della forza illocutoria (affermazione, domanda, ipotesi, per convincere, minacciare, chiedere) e del modo (certezza, probabilità)

Funzione testuale Organizzazione del messaggio dal punto di vista della informazione, della tematizzazione e della identificazione

Sistema semantico del tema: distinzione tra informazione data o condivisa (tema) e informazione nuova (rema)

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•L’analista del discorso non si limita ad una operazione descrittiva, che consistenel dire come funziona un testo, ma pone un’altra domanda, più vicinaall’analisi sociologica e soprattutto al concetto foucaultiano di potere/sapere:perché è così organizzato? chi ha interesse a che il testo funzioni in questomodo?

•Nella società contemporanea un tipo significativo di potere è il potere dirappresentare la realtà in un particolare modo e il potere di fare accettare lapropria rappresentazione non come una tra le altre ma come quella vera: laversione naturale, ovvia, neutrale della realtà (cfr. Barthes).

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Livelli di analisi del discorso• Campi d’azione

cornici di perimetro esterno e di contesto, segmenti della specifica realtà dellasocietà (es. formazione dell’opinione pubblica, emanazione delle leggi, macchinapubblicitaria, ecc.)

• Generemodo socialmente ratificato di utilizzare il linguaggio in connessione con unparticolare tipo di attività sociale (livello immediatamente superiore a quello deltesto, prima cornice testuale); governa le modalità di codificazione del testo,secondo criteri di adeguatezza pragmatica.

• Testo«Risultato concreto di pratiche discorsive istituzionalizzate» (Antelmi,Comunicazione e analisi del discorso)interpretato nel significato corrente della linguistica pragmatica come il prodottomaterialmente durevole di un’azione linguistica (atto individuale in cui il discorsosi manifesta) e ricondotto nel contempo alla accezione semiotica (il testo è ancheprodotto dalla ricezione che il pubblico esercita attivamente ogni volta che legge,ascolta o osserva un insieme di enunciati).

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Esempio1Campo d’azione: formazione della pubblica opinione e autopresentazione

• Generi• Comunicati stampa• Conferenze stampa• Interviste• Talk show• Tavole rotonde• Articoli• Libri• Discorsi istituzionali• Ecc.

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Esempio2Campo d’azione della propaganda politica

• Generi:• programmi elettorali,• slogan,• discorsi in campagna elettorale,• manifesti,• opuscoli,• propaganda a mezzo posta,• dibattiti televisivi,• ecc.

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Genere• Secondo Halliday (Il linguaggio come semiotica sociale, 1978, p. 153) una

caratterizzazione completa della testualità non può prescindere dal riferimento al genere

• I generi sono forme dell’enunciazione, legate a particolari pratiche sociali, che sono dateall’individuo (anche se mutevoli, elastiche, storicamente e culturalmente formate).

• Corrispondono a situazioni tipiche della comunicazione verbale, a temi tipici e a contattitipici tra i significati delle parole e la concreta realtà effettiva in circostanze tipiche.

• Nell’analisi letteraria (Poetica) il genere accomuna un insieme di opere omogenee percontenuto, stile e struttura compositiva (Corti, La comunicazione letteraria, 1976: 156).Due categorie di genere: una astratta, atemporale (genere lirico, fantastico, epico,drammatico ecc.); l’altra storica (genere romantico, realista, naturalista, ecc.)

• Il genere determina fattori come la lunghezza, i partecipanti ecc. e soprattutto determinaun orizzonte di attese nel destinatario (es. favola di La Fontaine; dialogo di GalileoGalilei): è un dispositivo di decodifica.

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I generi del discorsonella retorica classica

• Aristotele: ogni discorso è il risultato di tre elementi:

• Chi parla?

• Di cosa parla?

• A chi si rivolge (problema dell’uditorio)?• Tre tipi di ascoltatori nella polis greca:

• Membri di un’assemblea politica• Giudice nei processi• Spettatori

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Bachtin(1929)

«Ogni sfera d’uso del linguaggio elabora propri tipi relativamente stabili dienunciazioni, tipi che chiameremo generi del discorso […]. Il problemagenerale dei generi non è mai stato posto veramente. Si sono studiati per lo piùi generi letterari. Ma dall’antichità classica ai nostri giorni essi sono stati studiatidal punto di vista della loro specificità artistica, nelle loro specifiche distinzionidifferenziali (nell’ambito della letteratura) e non come tipi particolari dienunciazione […]. Sul piano della linguistica generale il problema dellaenunciazione e dei suoi tipi non è stato quasi tenuto in nessun conto. A partiredalla antichità classica si sono studiati i generi retorici […] ma anche qui laspecificità dei generi retorici (giuridici, politici epidittici) offuscava la loro naturalinguistica. Si sono studiati infine anche i generi del discorso quotidiano […].Ma neppure questo studio poteva portare a una corretta definizione dellanatura linguistica della enunciazione, perché si limitava alla specificità deldiscorso quotidiano orale […]. Di particolare importanza è qui rilevare ladifferenza essenziale tra generi del discorso primari (semplici) e secondari(complessi)» (L’autore e l’eroe, Einaudi, 1979: 40)

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• generi primari: conversazione quotidiana, lettera, racconto familiare, sorgono all’interno della comunicazione verbale immediata.

• generi secondari: dramma, romanzo, lavori scientifici, generi pubblicistici di ampie dimensioni, sorgono all’interno di una più complessa e relativamente sviluppata comunicazione culturale (soprattutto scritta).

«Per parlare noi ci serviamo sempre di determinati generi del discorso, cioè tutte lenostre enunciazioni dispongono di determinate forme tipiche di costruzione del tutto,relativamente stabili. Praticamente ci serviamo di un ricco repertorio di generi orali escritti, ma teoricamente ne possiamo anche ignorare l’esistenza: noi parliamo in svariatigeneri senza sospettarlo. Questi generi ci sono dati quasi come ci è data la linguamaterna».

I generi del discorso sono «le cinghie di trasmissione dalla storia della società alla storia del linguaggio» (Bachtin, 1979:251).

Problema del rapporto tra stile e genere, libertà individuale d’espressione e forme codificate dell’uso.

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Generi e tipi testuali• Si tratta di due categorie distinte dell’analisi testuale.

• Il tipo testuale definisce i diversi procedimenti comunicativi in baseagli scopi dell’emittente, che legano il tipo testuale a un particolareatto linguistico.

• Ogni enunciazione testuale è il compimento di un tipo dicomunicazione ricorrente nella società e normalizzato nella suastruttura.

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L’ipotesi di partenza della linguistica del testo è che l’esecuzione diintenzioni comunicative all’interno di una società sia per il singolo già inlarga misura preformata sotto forma di tipi di interazione con undeterminato potenziale comunicativo (domandare, rispondere, chiedereun favore, informare ecc., ma anche raccontare, intervistare,argomentare).

Questi tipi comunicativi possono essere considerati come istituzionisociali che riducono la complessità delle possibili azioni.

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Tipi testuali come macroatti linguistici

• Ogni enunciazione testuale è il compimento di un atto di comunicazionericorrente nella società e normalizzato nella sua struttura

• Nella retorica classica:Narrativi, descrittivi, argomentativi, espositivi

• Secondo Werlich (1976):Narrativi, descrittivi, argomentativi, informativi, regolativi

• Secondo Beaugrande-Dressler (1981):Narrativi, descrittivi, argomentativi

Vedi ancheF. Sabatini, Rigidità-esplicitezza vs elasticità-implicitezza: possibili parametri massimi per una tipologia

di testi, in Skytte e Sabatini (a cura di), Linguistica testuale comparativa, Copenhagen, 1999C. Lavinio, Comunicazione e linguaggi disciplinari, Carocci, 2004

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Testo• Testo è ogni parte linguistica enunciata di un atto comunicativo entro

un gioco di azione comunicativo che sia orientata tematicamente eassolva una funzione comunicativa riconoscibile.

• Solamente mediante la funzione illocutiva (socio-comunicativa),progettata da un parlante, riconoscibile dai suoi interlocutori erealizzata in una situazione comunicativa, un insieme di enunciazioniverbali diventa un coerente processo testuale, efficace nella suafunzione sociocomunicativa e regolato da regole costitutive.

• Il testo non è solo un insieme coerente di enunciati, ma un insieme dienunciazioni in funzione, ossia la realizzazione socio-comunicativa diuna testualità.

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Criteri della testualità

Coesione livello sintatticoCoerenza livello semantico

Intenzionalità emittenteAccettabilità ricevente

Informatività contenuto testualeSituazionalità contesto

Intertestualità relazione con gli altri testi

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Coerenza

Criterio che distingue un testo da un non-testo

Due accezioni di coerenza

• Assenza di contraddizioni (consistency) (a parte obiecti)

• Organicità (integrazione della parti nel tutto: testo come unità di sensostrutturata) (coherence); implica (a parte subiecti) l’ intenzionalitàcomunicativa e l’atteggiamento dell’ interprete (accettabilità), unadisponibilità del ricevente a interpretare il testo come una totalitàsignificativa: rinvio al principio di cooperazione e alla nozione diimplicatura.

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Coesione

Meccanismi di superficie che tengono insieme un testo

• Concordanza (articolo, aggettivo, nome / soggetto, verbo)

• Legami costruiti da• Ripetizione• Rinvii forici (anafora e catafora) • Sostituti lessicali (sinonimi, iperonimi, parafrasi, incapsulatori anaforici)• Articolo: articolo definito per un referente noto, indefinito per un referente nuovo• Ellissi (il più potente ed economico dei fattori coesivi)• Connettivi argomentativi (di conseguenza, quindi, perciò ecc.)• Marcatori testuali (innanzitutto, infine, per concludere ecc.)

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FUNZIONE INTERPERSONALEPragmatica illocutoria e pragmatica enunciativa

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PRAGMATICA ILLOCUTORIA

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Cos’è la pragmatica?Per Ch. Morris, Fondamenti della teoria dei segni (1938) è una delle tre dimensioni in cui si articola la semiosi

• Semantica: relazione dei segni con gli oggetti cui sono applicabili• Sintattica: relazione dei segni tra loro• Pragmatica: relazione dei segni con gli interpreti

Kerbrat-Orecchioni (1984) distingue due linee della pragmatica:

a) Pragmatica enunciativa: ha come oggetto la descrizione delle relazioni che sistabiliscono tra l’enunciato e i parlanti e di tutti gli aspetti dell’enunciato verbaleche dipendono dal quadro enunciativo in cui è inserito.

b) Pragmatica illocutoria, o teoria degli atti linguistici: studia ciò che permette adun enunciato di funzionare come un atto specifico, cioè i suoi aspettiperformativi e illocutori.

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La Teoria degli atti linguisticiAustin (1911-1960)

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Performatività (da to perform)

Già Aristotele distingueva tra frasi apofantiche e frasi semantiche.

Nel Novecento la riflessione pragmatica si deve innanzitutto a:Wittgenstein, Austin, Searle, Grice.

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Si possono descrivere le seguenti frasi in termini di verità/falsità?

• Chi vuole fare l’esame nel primo appello?• Fate attenzione!• Bene, promosso!• Ti prometto che ne terrò conto• Scommetto che ti darà la lode• Ti consiglio di ripensarci• Mi scuso per l’errore• Battezzo questa nave Queen Elizabeth• Vietato fumare• Cane feroce

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Teoria dell’azione comunicativa

Austin, Performativo e constatativo (1958)

Con gli enunciati assertivi si dice qualcosa

Con gli enunciati performativi (che contengono un verbo performativo) si fa qualcosa, o meglio si fa quello che si dice e si dice quello che si fa.

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I verbi performativi segnalano lo svolgimento di un atto linguistico

Asserire, giudicare, ordinare, scommettere, giurare, dichiarare, domandare, salutare, licenziare, dimettersi, battezzare ecc.

La loro presenza in un atto linguistico implica l’esecuzione dell’azioneche evocano.

Sono verbi che alla prima persona del presente indicativo fanno quelloche dicono e dicono quello che fanno (Caffi, p. 37)

Condizioni di funzionamento del performativo:• prima persona singolare• Forma attiva• indicativo presente

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Forma canonica del performativo

Prima persona singolare, verbo in forma attiva, indicativo presente

•Esempi:• Scommetto…, battezzo..., dono..., dichiaro..., prego…

• E però sono performativi pur non rispettando la forma canonica,

• vietato fumare• I viaggiatori sono pregati di servirsi del sottopassaggio• Chiudi la porta!

mentre: Asserisco che c’è il sole, è in forma canonica ma non è un performativo.

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Condizioni di buona riuscita (felicità)• A) Competenze relative alla procedura convenzionale accettata, che

deve includere certe persone in certe circostanze, il loro atto di pronunciare certe parole e la loro rispettiva appropriatezza.

• B) Rispetto della procedura, che deve essere eseguita in modo corretto e completo.

• C) Stati interni del parlante coerenti con la procedura eseguita e comportamenti conseguenti coerenti.

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Infelicità

Colpi a vuotoAtto preteso ma nullo

Abusi

Rispetto all’oggetto o all’interlocutore:

Invocazioni indebite (violazione della condizione A)

Rispetto alla procedura:

Esecuzioni improprie(violazione della condizione B)

Rispetto al parlante:

Atto ostentato ma vacuo(Violazione della condizione C)

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• Invocazioni indebite: una delle condizioni di proferimento non vienerispettata (persone, momento, procedure): ad esempio si battezza unpinguino; si scommette qualcosa senza che ci sia qualcuno chescommette il contrario

• Esecuzioni improprie: ad esempio un cerimoniale (matrimonio,giuramento) non realizzato completamente ma interrotto per qualchemotivo esterno (esempio giuramento di Obama, 20.1.2009)

• Abuso: quando l’enunciato viene formulato senza sincerità (non sihanno sentimenti, pensieri, intenzioni corrispondenti), oppure non èseguito da un agire coerente: ad esempio: “mi congratulo!” quandonon penso che sia un’azione lodevole; oppure “benvenuto!” e poitratto la persona come un intruso.

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I livelli di descrizione dell’atto linguistico

Austin, How to do things with words (Come far cose con le parole),1962:

dire qualcosa equivale a compiere tre atti simultanei:

Locutivo: atto del dire qualcosa, equivale a pronunciare una certa frase conun certo significato (in senso tradizionale). Comprende l’atto di emetterecerti suoni (fonetico), l’atto di proferire vocaboli appartenenti a un certolessico e a una certa grammatica (fatico), l’atto di usare questi vocabolicon un senso e un riferimento più o meno definiti (semantico).

Illocutivo: atto nel dire, modo in cui deve essere interpretato ciò che si dice;forza: funzione comunicativa convenzionale; la forza illocutoria èesplicitabile attraverso forme messe a disposizione da una lingua naturale.

Perlocutivo: atto col dire, ciò che otteniamo o riusciamo a fare con le parole(dimensione non convenzionale). Distinzione tra obiettivo perlocutorio(connesso alla illocuzione) e seguiti perlocutori (non necessariamentelegati alla illocuzione).

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Forza illocutiva

• Elemento di novità introdotto da Austin.

• Funzione comunicativa convenzionale e contestualizzata (es. domanda, ordine, promessa, consiglio, preghiera, ecc.)

• Mette a fuoco i diversi modi in cui il linguaggio è azione

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Indicatori di forza illocutoria• Indicatori lessicali

• Verbi illocutori• Forme di intestazione: Convocazione, Nomina, Autorizzazione,

Domanda, Avviso• Espressioni frasali (per favore)

• Indicatori sintattici• Modo verbale: imperativo e le sue funzioni:

• Giura di dire la verità (imperativo=esercitivo) vs Tu giuri di dire la verità(indicativo=espositivo);

• augurio: divertiti!; offerta: prendilo pure!; istruzioni: prendete un Kg di farina….

• Passivo: vietato fumare!; I viaggiatori sono pregati di servirsi del sottopassaggio; la seduta è tolta; Lei è licenziato!

• Forma impersonale: si prega di riagganciare; Con la presente la S.V. è convocata; Si avverte che i trasgressori saranno puniti

• Tempo verbale: es.futuro (promessa: verrò); imperfetto (volevo solo chiedere..).

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• Indicatori prosodici• Tono della voce• Enfasi

Esempio:Vieni da noiVieni da noi?

Può avere diverse forze:• Ordine• Domanda• Richiesta gentile• Esclamazione di stupore

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Austin: tipi di atti linguistici in relazione a verbi illocutivi

• Verdettivi: emissione di un verdetto, un giudizio, una valutazione(giudicare, stimare, valutare, calcolare)

• Esercitivi: esercizio di poteri, diritti, influenza (ordinare, raccomandare, lasciare in eredità, licenziare, votare per, avvertire, minacciare, consigliare)

• Commissivi: assumere un impegno (promettere, scommettere, avere intenzione di, proporre, giurare, opporsi, acconsentire)

• Comportativi: legati ad atteggiamenti e comportamenti sociali (scusarsi, congratularsi, sfidare, ringraziare, dare il benvenuto, augurare, benedire, maledire, lamentarsi)

• Espositivi: usati nella esposizione di un modo di vedere: illustrare opinioni, portare avanti discussioni, chiarificare usi e riferimenti (affermare, negare, rispondere, domandare, dedurre, definire, concludere).

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Significato letterale e forza“Questo Paese deve essere unito, e se non l’unisce la

persuasione lo farà la spada”(Convenzione Federale di Filadelfia, 1787, discussione sulla futura Costituzione degli Stati Uniti)

Che tipo di atto è ? • Constatazione (espositivo)oppure• Avvertimento, minaccia (esercitivo)

Giuseppe ama i suoi libri come figli• Asserzioneoppure• Avvertimento (restituire il libro al più presto)

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• Ciò che facciamo col dire può restare identico pur variando ciò che facciamo nel dire.

Esempioun relatore può chiedere silenzio al suo uditorio:

• Non verbalmente, osservando con aria severa e seccata gli astanti• Con una domanda: potete fare silenzio?• Con una asserzione: sembra il mercato• Con un’esortazione: facciamo silenzio!• Con un ordine: fate silenzio!• Con una esclamazione: che chiacchiera!

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• La funzione perlocutiva può essere realizzata attraverso diversi atti illocutivi.

• Per esempio in una campagna elettorale:

• Invito esplicito a votare un certo candidato: Votate Mario Rossi (atto esercitivo) (Jakobson: funzione conativa)

• Presentazione del candidato: Mario Rossi, uno come te (atto verdettivo/espositivo) (+cfr. Marmo: strategia della prossimità/della complicità)

• Vedi anche nella pubblicità commerciale:• Acquista una cucina Scavolini (atto esercitivo)• Scavolini, la più amata dagli italiani (atto verdettivo/espositivo)

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Searle (1932-)

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• «Parlare una lingua significa impegnarsi in una forma dicomportamento molto complessa, governata da regole. Apprendere apadroneggiare una lingua è tra l’altro apprendere a padroneggiaretali regole» (Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, a cura diLeonardi, Boringhieri, 1976; ed.or.1969, p. 36)

Influenza della linguistica chomskiana:

• «La struttura semantica di una lingua può essere concepita come larealizzazione convenzionale di una serie di insiemi di regolecostitutive sottostanti […] gli atti linguistici sono atti eseguiti,tipicamente, enunciando espressioni in accordo con questi insiemi»(ivi, p. 65)

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Regole costitutive eregole normative

• La maggior parte delle regole regolano comportamenti preesistenti:“guidare sul lato destro della strada” stabilisce come si guida negliStati Uniti, ma l’attività di guidare un auto esiste indipendentementeda tale regola. La forma caratteristica di queste regole è “fai X”.

• Alcune regole non solo regolano ma creano la possibilità stessa delcomportamento: ad esempio le regole degli scacchi costituiscono ilgioco. La forma caratteristica di queste regole è “X ha valore di Y nelcontesto C”. Perché un pezzo di carta (X) abbia valore di banconota(Y) sono necessarie regole costitutive, in primo luogo regolecostitutive relative al valore di banconota; in secondo luogo regolecostitutive relative alla validità delle banconote.

Ciò vale anche per l’uso del verbo promettere: «l’enunciazione di Pconta come l’assunzione dell’obbligo di fare x».

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Dimensioni fondamentali di variazione degli atti illocutori

• Scopo dell’enunciato• Rappresentare qualcosa• Impegnarsi in un’azione futura• Indurre qualcuno a fare (credere/dire) qualcosa

• Direzione del vettore di adattamento tra parole e mondo• Adattamento delle parole al mondo (asserzioni)• Adattamento del mondo alle parole (promesse, ordini)

• Stato psicologico del parlante• Credenze del parlante (asserzioni)• Intenzione di azione (promettere, minacciare)• Desiderio di azione da parte del destinatario (richiesta, ordine)

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• Energia o intensità con cui è presentato lo scopo illocutorio• Andiamo al cinema?• Voglio andare al cinema

• Influenza delle differenze di status e posizione del parlante sulla forza illocutoria dell’enunciato

• Ruolo della simmetria/asimmetria tra parlanti in relazionead un comando o a una richiesta

• Necessità o meno di determinate condizioni extra-linguistiche • Sciogliere le camere• laureare

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• rappresentativi – Scopo: impegno del parlante nei confronti della verità dellaproposizione espressa (asserire, concludere ecc.). Stato psicologico: credenza.(=espositivi e verdittivi di Austin)

• direttivi – Scopo: il parlante tenta di indurre l’interlocutore a fare qualcosa (interrogare,richiedere, avvertire, ordinare, comandare, supplicare ecc.). Stato psicologico: volere odesiderio (= esercitivi di Austin).

• commissivi – Scopo: impegno del parlante a fare qualcosa nel futuro (promettere,minacciare, offrire ecc.). Stato psicologico: intenzione di azione. (=commissivi di Austin)

• espressivi – Scopo: esprimere uno stato psicologico (ringraziare, scusarsi, salutare,lamentarsi, congratularsi ecc.). Stato psicologico: emozioni e stati intenzionali diversi(vedi i comportativi di Austin)

• dichiarativi – Scopo: provocare cambiamenti immediati in uno stato di coseistituzionale, far sì che una cosa avvenga dichiarando che essa avviene (scomunicare,licenziare, battezzare, dichiarare guerra ecc.). La performatività torna ad essere untratto specifico di alcuni verbi, i dichiarativi (posizione simile a quella di Benveniste)

Tipi di atti linguistici per Searle

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Atti dichiarativiCombinano la direzione di adattamento parola-a-mondocon quella mondo-a-parola. Sono i casi in cui modifichiamola realtà per farla corrispondere al contenuto proposizionaledell’atto linguistico e, in tal modo, otteniamo la direzione diadattamento “mondo-a-parola”. Ma, questa è la partestraordinaria, riusciamo a fare ciò perché rappresentiamola realtà come cambiata (parola-a-mondo). Le dichiarazionicambiano il mondo dichiarando che uno stato di coseesiste, e nel dichiararlo, costituiscono quello stesso stato dicose”. (Searle, Creare il mondo sociale, Cortina, 2010: 12-3)

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Corrispondenza tra atti linguistici e stati intenzionali

I primi quattro tipi di atti linguistici hanno analoghi esatti tra gli statiintenzionali:agli assertivi corrispondono le credenzeai direttivi i desideriai commissivi le intenzioniagli espressivi l’intera gamma di emozioni e gli stati intenzionali incui l’adattamento presupposto è dato per scontato.

Ma agli atti dichiarativi non corrispondono entità prelinguisticheanaloghe. Gli stati intenzionali prelinguistici non possono creare fattinel mondo rappresentando questi fatti come già esistenti. Questotratto degno di nota richiede il linguaggio (Searle 2010:90).

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Funzioni di status e atti dichiarativi

• Secondo Searle (Creare il mondo sociale. La strutturadella civiltà umana, Cortina, 2010), tutti i fatti istituzionali edunque le funzioni di status (che Barack Obama sia ilpresidente degli Stati Uniti, aggiornare una seduta, ecc.)sono creati da atti linguistici dichiarativi.

• Con l’eccezione importantissima del linguaggio, tutta larealtà istituzionale – dunque in un certo senso l’interaciviltà umana – è creata da atti linguistici che hanno lastessa forma logica delle dichiarazioni.

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Atti linguistici indiretti• Atti in cui la funzione non corrisponde alla forma. Un atto illocutorio viene

eseguito indirettamente attraverso l’esecuzione di un altro atto linguistico. Ad esempio la funzione del direttivo è svolta da una forma affermativa, propria dell’atto rappresentativo, o viceversa.

Es. Credo che il treno stia partendoDirettivo (ti consiglio di andare) in forma di rappresentativo (con verbo di atteggiamento con funzione attenuativa) (mitigazione, cfr. Benveniste: verbi di atteggiamento proposizionale)

Quante volte v’ho detto, all’uno e all’altro, che i frati bisogna lasciarli cuocere nel loro brodo? I Promessi Sposi, cap. XVIIAffermazione (rappresentativo) nella forma di domanda (direttivo)

• Le strutture superficiali di un tipo di forza illocutiva sono utilizzate per raggiungere scopi direttamente legati ad un altro tipo di forza.

• Negli atti linguistici indiretti il parlante comunica all’ascoltatore più di quanto effettivamente non dica.

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Logica della cortesia

• Gli atti linguistici indiretti lasciano al destinatario la sceltadel modo di intendere l’enunciato, sono meno impositivi.Viene perciò privilegiato l’essere indiretti a scapito dellachiarezza, perché offre delle alternative e non pone ildestinatario in una posizione di inferiorità.

• Quando due persone interagiscono linguisticamentenegoziano non solo il significato di ciò che dicono maanche la loro relazione.

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Principio di cooperazione e massime conversazionali

Grice (1913-1988)

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Cosa vuol dire comunicare?• Produrre intenzionalmente certi effetti (credenze e azioni) su qualche

altro essere umano, e far sì che il destinatario riconosca le intenzionicomunicative dell’emittente.

• Raggiungere lo stato di conoscenza reciproca di una intenzionecomunicativa è essere riusciti a comunicare.

• È essenziale che l ’ intenzione del parlante sia riconosciutadall’interlocutore (Bazzanella 2005:171)

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Principio di cooperazione• Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel

momento in cui avviene, dall ’ intento comune accettato o dalladirezione dello scambio verbale in cui sei impegnato.

Presupposto: condivisione di uno scopo

La conversazione è un’attività sociale razionale regolata, basata sul principiodi cooperazione e la condivisione di uno scopo comune

(Grice, Logica e conversazione. Saggi su intenzione, significato ecomunicazione, il Mulino, 1993; ed. or. 1989)

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Significato dell’enunciato e significato del parlante

• Significato dell’enunciato: • Collegamento codificato tra specifiche espressioni linguistiche e

certe intenzioni comunicative

• Significato del parlante:• Attraverso usi ironici, metaforici, atti linguistici indiretti il parlante si

allontana dalla norma codificata, volendo far intendere altro da quanto dice esplicitamente.

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Massime conversazionali• Quantità

Dai un contributo tanto informativo quanto è richiestoNon dare un contributo più informativo di quanto è richiesto

• QualitàTenta di dare un contributo che sia veroNon dire ciò che credi falsoNon dire ciò di cui non hai prove adeguate

• RelazioneSii pertinente

• ModoSii perspicuo:Evita l’oscurità di espressioneEvita le ambiguitàSii breveSii ordinato nell’esposizione

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Il significato delle massime

Non vogliono essere una sorta di galateo linguistico, così come ilprincipio di cooperazione non è un principio etico, ma tentano didescrivere i requisiti ideali di un uso efficace della lingua negli scambicomunicativi e nell’ insieme esprimono un principio di cooperazionegenerale.

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Punti di orientamento di ogni interazione cooperativa e razionale

1. Quantità: ci si aspetta un contributo alla interazione commisuratoalla richiesta (né più né meno);

2. Qualità: ci si aspetta un contributo autentico, non falso, menzognero;

3. Relazione, connessa al grado di congruenza fra i contributi: ci si aspetta un contributo pertinente alla fase della interazione;

4. Modalità: ci si aspetta che il contributo sia esplicito, eviti ambiguità, confusioni.

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Dire senza dire

• L’efficacia della comunicazione consiste spesso nel lasciare unacerta quantità di informazione nell’implicito: sia nel rappresentare chenello stabilire relazioni tra gli interlocutori non tutto vienelinguisticamente esplicitato (Ducrot, Dire et ne pas dire, 1972; cfr.Eco: il testo è una macchina pigra).

Come si può calcolare il significato del parlante e di ciò che si vuoleintendere quando non coincide con il significato dell’enunciato e conciò che si dice? Come si possono riconoscere le intenzioni delparlante in un quadro di razionalità?

• In questione non è la componente proposizionale del discorso ma il sensoche il ricevente è chiamato a ricostruire > possibili effetti di manipolazioneideologica.

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Implicatura

• Concetto centrale in pragmatica

• Spiegazione di come sia possibile intendere più di quantoeffettivamente si dice: quando il parlante viola una massima,l’ interlocutore cerca, sulla base del principio di cooperazione, digiustificare tale violazione attraverso una implicatura che consistenell ’ inferire da un enunciato credenze/pensieri/affermazioni nonesplicitati dal parlante.

• L’inferenza dipende dalle attese dei partecipanti alla interazione.

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• Es. 1A.Dov’è Carlo?B.C’è una VW gialla davanti alla casa di Anna

(Levinson 1985:114)La risposta di B è apparentemente incoerente (violazione della massima della

relazione), ma segnala un intento cooperativo: rispondere pur non possedendo informazioni sufficienti.

• Es. 2Una donna è una donna, è una donna, è una donna (pubblicità di un profumo)Violazione della massima della quantità e suggerimento di un senso diversoCfr. Esempio di Antelmi, p. 22 (pubblicità Diesel).

• Es.3Lettera di presentazione redatta da un docente per uno studente, con ridotto contenuto informativo (violazione della massima di quantità: reticenza)

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Implicature e figure retoriche

• La riflessione sul detto non-detto consente di spiegare anche le figureretoriche come ostentazione di un non dire, mette in luce cioè lafunzionalità argomentativa e comunicativa delle figure

• Tautologia, ironia, metafora, litote, eufemismo, e iperbole (tutti tropi,cioè trasferimenti di significato da un elemento a un altro) possonoessere riletti in termini di implicatura.

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Implicature connesse alla massima di Quantità

1. Rendi il tuo contributo tanto informativo quanto è richiesto

Di fronte a un enunciato che presenta un basso grado di informatività, ci sichiede se e a quali condizioni l’informazione fornita può essere consideratasufficiente, e altrimenti perché il parlante si è limitato a fornire informazioni inquella quantità.

Es.intervista a «Radio 24», 24.5.2011, h 8,20D: Speranze di vittoria, ci sono?R: Guardi, noi abbiamo l’indicazione di portare la partita fino in fondo

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TautologiaLa tautologia (“la guerra è guerra”) è totalmente non informativa, perciò è una

evidente violazione della massima della Quantità.È dunque informativa a livello di ciò che si implica, e il fatto che l’ascoltatore

identifichi il contenuto informativo a questo livello dipende dalla sua abilità dispiegare il fatto che il parlante abbia selezionato questa particolare tautologia.

R. Zaccaria, «L’Unità», 21.5.2011Poi le elezioni sono andate come sono andate.

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LitoteLitotes = semplicità, diminuzione, attenuazione.

Fontanier (Le figure del discorso, 1827-30) “Si dice meno di ciò che si pensa;ma si farà intendere più di quanto si dica”.

Beccaria, Dizionario di linguistica, e di filologia, metrica e retorica, Einaudi,1994: «Da un punto di vista formale si tratta di una perifrasi che ha lastruttura sintattica della negazione del contrario (ad es. “Non è male”; “non èantipatico”; non è un’aquila), con evidenti legami con l’ironia e l’eufemismo[es. Sono un po’ stanco, per “sono sfinito”]. Da un punto di vista funzionale,la tradizione attribuisce alla litote l’effetto di una iperbole. In realtà l’unicacaratteristica garantita è l’attenuazione formale (mitigazione): con la litoteformalmente si attenua, funzionalmente si rafforza».

Ruolo decisivo dell’interlocutore nell’attribuzione del senso: alladeresponsabilizzazione attuata attraverso il dire di meno della litotecorrisponde una speculare ascrizione di responsabilità al destinatario,chiamato in causa a ricostruire non solo gli aspetti pragmatici, ma anchequelli semantici dell’enunciazione. Rispetto a una formulazione positiva, lalitote soddisfa esigenze di tatto e di prudenza, consentendo eventualmente allocutore di tornare sui suoi passi e ridefinire il proprio atto.

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Esempi:

Belpietro, «Libero», 21.5.2011Il governo non attraversa uno dei suoi periodi migliori (litote), come sempre accade ad un esecutivo a metà legislatura, quando è esaurita la luna di miele e gli elettori ancora non vedono gli effetti delle decisioni prese.

Paolo Rodari,« Il Foglio», 21.5. 2011, p. 5La notizia non è di poco conto (litote). La comunità cistercense, infatti, è una presenza storica a Roma […].

[…]C’è un dispaccio vaticano che parla di «problemi nella conduzione della comunità». Mentre diverse voci anonime riferiscono di rapporti di amicizia «non del tutto ortodossi» (litote) tra alcuni monaci. Che può significare tanto ma anche nulla (tematizzazione esplicita della violazione della massima della Quantità).

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Ancora sulla violazione della massima di Quantità

•2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto. Laquantità di informazione fornita non deve essere eccessiva rispetto agli scopidella comunicazione:

• Es. Il riferimento all’etnia nel caso di attori criminali può attivare l’implicatura che icittadini provenienti da un certo paese siano tendenzialmente criminali.

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Pleonasmo

La massima della Quantità viene violata anche dal pleonasmo, ridondanza stilisticaretoricamente marcata.

Fontanier (1827-30): «aggiunge all’espressione del pensiero parole altrimenti inutili».

Imparentato con la tautologia: dire la stessa cosa con parole diverse:L’ho udito con le mie orecchie, Scendi giù, ma però, a me mi piace

Può rappresentare uno scarto rispetto al normale ordine del discorso (tema-rema),spesso associato al DIL (La Gina non lo sapeva, lei, di dover andarsene).

In pragmatica gli elementi ridondanti assumono una funzione di marcatezza retorica, dimessa in rilievo della parte ripetuta, che diviene così il centro d’interesse, il focusinformativo dell’enunciato.

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Implicature secondo la Qualità• La massima della Qualità può essere violata in molti modi:

• Se l’informazione fornita non può essere ritenuta attendibile perché nonappare giustificata (con prove o ragioni adducibili a sostegno)

• Se il contributo si presta a una interpretazione contraddittoria ed èimpossibile costruire un quadro coerente della informazione fornita

• Se c’è il sospetto che il parlante non eviti con sufficiente rigore di dire coseche ritiene false

• La comprensione cooperativa legge le potenziali contraddizioni cercandone lamotivazione e vedendovi una coerenza con il resto del discorso.

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Metafora e violazione della massima di Qualità«Il Fatto», 3.12.2012, p. 5

T. E oggi il movimento sceglie i candidati“…altra stanza dove il potere romano è sempre stato di casa e dove i leghisti, nel

lontano 1994, scesi da marziani, si trasformarono in terrestri il giorno successivo…”

«Il Giornale», 3.12.2012Dal 2009 [Oscar Giannino] ha due cattedre, dalle quali sdottora ogni giorno con seguito

crescente, accentuato dalla palude in cui è caduto il centrodestra. ]…][..]al suo secondo pulpito […][…] nella convinzione di trovarsi di fronte a un rito dell’intelligenza cui ha l’onore di

essere ammessa[…][…] per gli orfani del centro-destra a Nord del Po, Oscar è una reliquia […]

Scalfari su RE, 22.5.2011[…] la fascinazione mediatica del Cavaliere di Arcore è ormai diventata una logoraliturgia che non riesce più a sedurre i fedeli ormai in libera uscita.

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Es. Processo di costruzione dell’UE• UE come cammino, viaggio

• Marcia di avvicinamento• Via libera• Lungo e tortuoso cammino• Remare insieme• Prendere a bordo• Facciamo un passo dopo l’altro• Trovare una strada

• UE come costruzione• Accelerare la costruzione• Paesi fondatori

• Cfr. Johnson e Lakoff, Metafora e vita quotidiana (1980), Bompiani, 1998

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• UE come partita o gioco d’azzardo (metafora utilizzata in caso di dissidi e opinioni divergenti)• È un colpo d’avvio al pallone• La partita la giocheranno alla Convenzione• Stiamo facendo un gioco al rialzo• Il vostro documento è una scommessa

Cfr. Corriere della Sera, 14 dic. 2002; La Stampa, 20 gen. 2003 sull’allargamento della UE a 25 membri

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L’ironia• Grice colloca l’ironia tra le violazioni della massima della qualità

• Si tratta anche di una forma di disconferma, di svalutazione della parola altrui,che si gioca tra riconoscibilità e leggerezza. Condivide con la litote l’areadell’understatement.

• Decisiva è la possibilità di riferimento degli interlocutori a conoscenze evalutazioni condivise, ad assunti di base sul mondo e ad aspettative sullasituazione comunicativa attualizzata (Beccaria, Dizionario, p. 401).

• Chi fa ironia ha in mente una norma alla quale la realtà dovrebbeconformarsi. L’enunciato ironico è valutativo

• Può essere anche ricondotta al fenomeno della polifonia: presenza nellostesso enunciato di due voci, di cui una si oppone all’altra (Mizzau, L’ironia.La contraddizione consentita, Feltrinelli, 1984).

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«Il Foglio», 3.5.2011, Andrea’s Version

Avranno anche restituito un po ’ di orgoglio all ’ America, ridatoossigeno all’amor proprio, sollevato entusiasmi, avranno pure messola parola fine a quello che dopo l’11 settembre sembrava un incuboinafferabile. Avranno forse dimostrato che le barbe finte della Ciasanno ancora combinare qualcosa e saranno riusciti, probabilmente,a convincere i più scettici che doveva pur esistere qualche motivo, senemmeno Obama aveva accettato di chiudere Guantanamo. Potràavere talune ragioni anche Hillary Clinton, a dire che Bin Laden eraaltresì un mortale nemico dell’Islam, e a sostenere che la storiadovrà ricordarsi di come il principale tra i terroristi sia stato tolto dallascena “mentre nel mondo arabo avanzavano le richieste di libertà edi democrazia”. Sarà tutto vero, tutto giusto, tutto soddisfacente esarà quindi inevitabile che, da sinistra a destra, tutti, ma proprio tutti,applaudano. Noi vorremmo semplicemente far notare, dopo l’animatadiscussione cui abbiamo assistito, che quei crumiri dei Navy Sealhanno lavorato il 1° maggio.