AMnnoa IrX z- no. 32015 - Azione Cattolica Trento · abbandona il simbolismo della colom - ......

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Anno IX - n. 3 Marzo 2015 Mensile dell’Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento

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Anno IX - n. 3

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2 marzo 2015

SOMMARIO

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione13 marzo 2015

Editoriale Vivere la Pasqua …………………………………………………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità L’icona della Trinità ………………………………………………………………………………………………………pag. 4

Attualità Comunicare oggi ………………………………………………………………………………………………………………………pag. 6

Progetto Formativo Responsabili, insieme ……………………………………………………………………………………………pag. 8

Vita di Ac Uno stile di vita “giovane” ……………………………………………………………………pag. 9

Volti di Ac Don Severino: guida e amico ……………………………………………………pag. 10

Arrivederci Mario! ………………………………………………………………………………………………………………pag. 11

Stili di vita Votare per promuovere la vita ……………………………………………pag. 12

Il libro Un viaggio all’interno dei Salmi ……………………………………pag. 14

L’Agenda di Ac Gli appuntamenti di aprile …………………………………………………………………pag. 15

Carta proveniente da forestecorrettamente gestite

Stampa Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana

Azione cattolica Diocesi di Trento - Via Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 / fax 0461 233551 - segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it - seguici su Facebook (Azione-Cattolica-Diocesi-di-Trento)

«O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio,

hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,

concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione,

di essere rinnovati nel tuo Spirito,

per rinascere nella luce del Signore risorto»

(dalla colletta della Domenica di Pasqua).

Auguri di Buona Pasqua a tutti i lettori!

Si comunica che la segreteria diocesana sarà chiusa dal 2 al 6 aprile.

3marzo 2015

Camminiamo Insieme

Vivere la PasquaEditoriale

Siamo ormai giunti, anche quest’anno, alla vigilia della Settimana Santa e della Pasqua. E proprio il fatto che questa festa si ripeta ogni anno rischia di trasfor-marsi in un tranello pericoloso: una mera abitudine fatta più di forma che di si-gnificato, un’occasione di vacanza e poco più. Eppure abbiamo appena trascorso 40 giorni per prepararci al meglio alla Pasqua...ma siamo sicuri di avere impresso nella mente e nel cuore gli ingredienti fonda-mentali, i pilastri della Pasqua?Se andiamo alla ricerca di questi ingredienti su Internet, scrivendo la parola “Pasqua” su Google e facendo una ricerca per immagini, dopo frotte di pulcini, uo-va colorate e fiorellini primaverili troveremo finalmente un’immagine di Cristo ri-sorto. Va un po’ meglio con la ricerca nel web: la prima informazione è che «La Pa-squa è la principale festività del cristianesimo. Essa celebra la risurrezione di Gesùche, secondo le Scritture, è avvenuta nel terzo giorno successivo alla sua mortein croce» (Wikipedia). Naturalmente la fonte migliore è il Catechismo: «Il mistero della risurrezione diCristo è un avvenimento reale che ha avuto manifestazioni storicamente consta-

tate, come attesta il Nuovo Testamento» e via con altre bellis-sime pagine. Penso che come cristiani non dobbiamo sciupare il senso cen-trale di questa festa per la nostra vita e i suoi simboli fortissi-mi, che sicuramente potrebbero parlare anche agli uomini dioggi meglio di pulcini e conigli di cioccolata. Prendiamo la simbologia notte – luce, morte – vita: fin da pic-cola restavo affascinata e a bocca aperta dalla veglia del Saba-to Santo, con il braciere acceso fuori dalla chiesa, il buio al-l’interno, il sacerdote che accende il cero pasquale ed entrandoin processione fa illuminare la chiesa attraverso le tante fiam-melle che ognuno di noi poi custodiva gelosamente. Tutto que-sto seguito dal ritmo dell’“exultet” – che per me, bambina pri-ma, adulta poi, ha sempre avuto un fascino speciale – in cui per

tante volte si sente cantare: «Questa è la notte...». Quella notte che poi si trasforma in giorno, quella morte che poi si trasforma invita. Che meraviglia! Il mondo ha proprio bisogno di parole di speranza e di cer-tezze che Dio, capiti quel che capiti, non ci abbandona mai. Buona Pasqua!

Maddalena

4 marzo 2015

Camminiamo Insieme

Ciò che la Scrittura ci insegna con leparole è presentato in questa icona,dove, diversamente che nell’arte occi-dentale, ogni particolare non è lasciatoalla libera fantasia dell’artista, ma ha unsuo preciso significato teologico. Il te-sto biblico di riferimento è quello di Ge-nesi 18, 1-15. L’artista ha sintetizzato inun’unica immagine il racconto sce-gliendo il momento in cui tre misterio-si pellegrini, ospiti di Abramo, sono se-duti a mensa davanti alla tenda delPatriarca, presso il querceto di Mamre. Il monaco Andrej Rublëv sa che Dio nes-suno l’ha mai visto, sa però che Gesù ci ha manifestato con la sua vita il volto di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo. Dopoaver meditato il Vangelo e pregato a lungo, Andrej cerca di tradurre in pitturaquanto ha udito. Eglivuole dircelo tramite icolori e i gesti dei treAngeli che hanno vi-sitato Abramo. In ef-fetti solo il Figlio si èfatto uomo e quin dipuò essere legitti-mamente raffigurato: il Concilio di Moscadel 1551 ha solen- nemente riaffermatoil divieto per l’Orto-

dossia di raffigurare il Padre sotto la for-ma di un vegliardo barbuto.Accostiamoci all’icona e osserviamolaattentamente, tenendo presente la ric-chezza dei simboli usati dal pittore persottolineare la comune natura divinadei Tre e la loro identità. Essi sono raf-figurati come Angeli con le ali, i lorovolti sono uguali e nessuno è più gio-vane o anziano dell’altro: in Dio nonc’è un prima e un dopo, ma un peren-ne oggi. I tre Personaggi, quindi, nonraffigurano ma evocano la Trinità e so-lo con Rublëv l’uguaglianza pittoricadelle figure raggiunge livelli così eleva-ti; ma, soprattutto, lo Spirito Santo,abbandona il simbolismo della colom-ba – tipico delle raffigurazioni trinitarie –

per assumere esplicita-mente una sembianzaumana. Le tre figure sono in unatteggiamento di ripo-so, sono molto simili esi differenziano solo perl’atteggiamento di cia-scuno nei confronti de-gli altri due: un solo Dioin tre Persone che sicompletano l’una l’altrain un rapporto circolare,inesauribile, di comu-nione amorosa; l’atteg-

L’icona della Trinità

Cercando di approfondire il significato dalla Santa Messa, in questo tempo pasquale fissiamo la nostra attenzione sulla nota icona della Santissima Trinità di Andrej Rublëv (1411), detta ancheFilossenia (ospitalità) di Abramo (Galleria Tretiakov, Mosca).

5marzo 2015

Camminiamo Insieme

giamento delle tre persone divine, di-sposte a cerchio aperto verso chi guar-da e in conversazione tra di loro, espri-me l’Amore trinitario. Nonostante laloro somiglianza, gli Angeli hanno peròidentità diverse, suggerite dai coloridegli abiti, dalle posizioni dei corpi, daigesti delle mani, dalla testa e dalla sim-bologia delle forme geometriche. Nel Padre (Angelo di sinistra) il colorazzurro è nascosto: Dio Padre nessunol’ha mai visto, se non tramite la bellez-za e la sapienza della sua creazione(manto rosa). È lui il punto di partenzadell’immagine. Il mantello ha i coloriregali: oro e rosa con riflessi verdi, sim-bolo della vita. Al centro della mensaluminosa sta un calice-coppa con den-tro l’agnello (al posto del vitello offer-to da Abramo). Dietro di lui si intrave-de una casa, la dimora di Dio in cui visono molti posti. Il Figlio (Angelo di centro) è uomo (tu-nica rosso sangue, colore dell’amoreche si dona sino al sacrificio); ha rice-vuto ogni potere dal Padre (stola gialla)e si è manifestato come Dio attraversole sue opere. Tutti abbiamo visto la suadivinità: «chi vede me, vede il Padre!».Ha il mantello azzurro che lascia sco-perta una spalla: è il Figlio, figura cen-trale della Redenzione; è ripreso nelmomento in cui ritorna all’interno dellaTrinità. Due dita della mano destra ap-poggiata alla mensa rivelano la duplicenatura: umana e divina. Dietro di lui unapianta, l’albero della vita (“vera vite”).Lo Spirito Santo (Angelo di destra) èDio e dà la vita (verde, colore delle co-se vive e della speranza). La vita diamicizia con Dio ci viene da lui! Sem-

bra sul punto di mettersi in cammino eraffigura lo Spirito Santo che sta periniziare la sua missione. Ha un atteg-giamento di assoluta disponibilità e diconsenso alle altre due figure. Entram-bi hanno il viso rivolto verso il Padre,che li ha mandati. Dietro di lui la mon-tagna, il luogo “alto” delle manifesta-zioni di Dio.Dal Padre (in posizione eretta) ha origi-ne ogni cosa. Egli chiama il Figlio indi-candogli con mano benedicente lacoppa del centro. Il Figlio comprendela volontà del Padre – farsi cibo e be-vanda degli uomini – e l’accetta (chinail capo e benedice la coppa) chiedendo(col movimento del braccio destro)l’assistenza dello Spirito Consolatore.Questi accoglie la volontà del Padreper il Figlio (mano posata sul tavolo) ecol suo piegarsi riporta la nostra at-tenzione al Figlio e al Padre: vuole met-terci obbedienti davanti a Gesù e ab-bandonati e fiduciosi davanti al Padre. C’è posto anche per me in questo cir-colo d’amore delle Tre Persone: da-vanti c’è spazio perché io possa parte-cipare al colloquio intimo e segreto,gioioso e impegnativo: è lo spazio deimartiri (finestrella dell’altare), di chi dàla vita. Il mio posto ha forma di calice(lo spazio libero tra i due Angeli di de-stra e di sinistra). Il Padre chiede anchea me se voglio mangiare e bere alla suamensa e offrire la mia vita insieme aGesù come cibo e bevanda per gli uo-mini; e lo Spirito, se accetto, mi fa en-trare nel riposo di chi è finalmente allasoglia della casa del Padre: questa è lanostra Pasqua!

don Giulio

6 marzo 2015

La televisione e il computer sono i pri-mogeniti di un mondo che continua acomunicare. Ma, si badi bene, ci si do-manda come e con che efficacia! Mi ricordo il mio approccio con Inter-net nel 2003, da persona già adulta (36anni): aprire una pagina web mi sem-brava un modo esagerato per farminotare, per dire come io potevo per-mettermi di diffondere il mio nome equello della mia azienda in tutto ilmondo. A distanza di “soli” dodici an-ni, proprio in questi giorni sto rifacen-do il mio sito perché tanti mi trovanograzie a Internet. Stessa cosa sta fa-cendo in questo periodo l’Azione cat-tolica di Trento, per riproporsi in modoadeguato a tutti coloro che desideranoconoscere l’Associazione di ispirazionecristiana, aperta a giovani e adulti. L’avvento delle pagine web e dei cellu-lari sta lentamente mandando in pen-sione l’elenco telefonico, anche per-ché l’apparato fisso di casa (ma non lalinea potente per Internet, spesso sufibra ottica) sta scomparendo perché ilcellulare è di dominio pubblico. E aproposito di cellulare, se prima la tele-fonata era la funzione primaria, orapassa in secondo piano perché l’im-portante (e non solo per i giovani) è il

collegamento con Facebook e Twitter, igiochi, lo scaricamento di musica, la tvon line e i messaggini con il “terribile”WhatsApp, il sistema gratuito per man-darsi in tempo reale informazioni. Di-co terribile perché qualche mese faamici mi avevano inserito in un gruppo(così si chiamano più persone che leg-gono tutto di tutti). Ebbene, non ce lafacevo più: praticamente ogni 4 minu-ti c’era il classico bip bip che segnala-va un nuovo messaggio. Era un grup-po di 10 persone – di ottima cultura,tra il resto – ma mi sono tolto e ho pu-re sentito i commenti ironici degli ami-ci. Ma uno deve pur poter lavorare!Ormai Internet è come un mondo rea-le, dove ognuno di noi dice all’altro:«Ehi, ci sono anch’io, faccio questo, mipiace questo, sarei contento se…, mipiacerebbe». È in pratica la nostra car-ta di identità virtuale, che a differenzadi quella cartacea (o magnetica) non ri-mane nel nostro portafoglio, ma si mo-stra dinanzi a chiunque. Come? Beh, larisposta l’avete già in mente: Facebook,Twitter e altri social network sono di-ventati talmente potenti che per cono-scere qualcuno prima di incontrarlo,tanti si collegano a Internet per veder-ne “la carta d’identità”. La conferma la

Comunicare oggi

Camminiamo Insieme

Nella storia passata, il modo migliore per comunicare, fin dall’epocadelle caverne, era il disegno, con cui si raccontava lo stile di vita deltempo, per lo più la caccia. I geroglifici egiziani furono una vera e proprialingua; cavalcando la storia, grazie a Gutenberg la stampa divenne panequotidiano e con Marconi la radio e il telefono contribuirono in manieradeterminante a comunicare il “mondo al mondo”.

Attualità

7marzo 2015

Camminiamo Insieme

troviamo nel mondo dell’informazionemoderna, dove per capire il profilo diun terrorista – come recentemente av-venuto con i fatti di Parigi – si scava inInternet, abbandonando i documenticome lo “stato famiglia”, la posizionescolastica, il libretto di lavoro, mate-riale ora vecchio e di difficile consulta-zione da una comoda scrivania.Si arriva infine, e l’Italia insegna, all’in-formazione fai da te e immediata: pen-siamo al Capo del Governo Matteo Ren-zi, che all’uscita di ogni riunione, allavigilia di un appuntamento importante,in occasione di un evento sportivo feli-ce, non manca mai di postare su Twitter(che se non erro richiede messaggi mol-to brevi) il suo commento o saluto. Tan-to che a mio parere l’addetto stampaarriva già tardi con le informazioni, visto

che prima di lui le sa il mondo.Se guardiamo un tg, quanti personaggisono commentati grazie ai loro mes-saggi in Internet: Balotelli che commen-ta il suo ultimo goal, i 3 giovani tenoriche commentano Sanremo, l’astronau-ta trentina che saluta dallo spazio, ilmedico che comunica la scoperta di unnuovo farmaco... Insomma, le agenziedi stampa risultano superflue.Mi rimane solo una piccola considera-zione a fare in merito alla salvaguar-dia della lingua italiana: le nuove ge-nerazioni saranno sempre più abituate a scrivere con sigle e senza doppie per guadagnare spazio e tempo. Grancompito avranno le maestre e i pro-fessori per tenere ancora viva la pro-nuncia e la scrittura italiana!

Alessandro Cagol

Da fine febbraio www.azionecattolica.trento.it è online con una nuova versione grafica euna riorganizzazione dei contenuti, nel tentativo di rendere più immediatamente acces-sibili le attività associative, le priorità formative e i materiali di approfondimento, con ac-cesso più agevole per tablet e smartphone. Invitiamo gli aderenti e quanti sono interessati a visitarlo e a segnalare eventuali disguidi.

8 marzo 2015

Camminiamo Insieme

Il laico cristiano che emerge dal PF èquello «descritto nei documenti delConcilio: un battezzato che consenteallo Spirito di imprimere nella sua co-scienza i tratti del volto di Cristo»; ilpercorso che ci ha preparato alla Pa-squa ci ha ben mostrato quale sia que-sto volto e come sia esigente questascelta… ma allo stesso tempo impre-scindibile, se vogliamo essere autentici. Il PF sottolinea la necessità – quasi unimperativo – di avere una personale re-gola di vita, cioè «assumere in manierapersonale quegli impegni di preghiera,di crescita nella fede e nella umanità,quelle scelte di servizio che rendonopersonale e concreto l’impegno con ilSignore e la testimonianza di fede nellasocietà di oggi». La cura dell’interiorità edi uno stile di vita solidale sono le vieper rendere visibile con «atteggiamenti,gesti, modi concreti di vivere» il nostroessere cristiani, puntando all’essenziali-tà, alla flessibilità e alla personalizzazio-ne. Riprendendo il tema della coscienzae della piena umanità, abbiamo vistoche è un valore personale ma ancheprofondamente associativo, così comegli altri tre aspetti della fraternità, dellaresponsabilità e dell’ecclesialità.Fraternità In una società fortemente individuali-stica siamo chiamati a testimoniare labellezza dell’«essere tutti figli dellostesso Padre», attraverso alcune prio-

rità: costruire la pace nel quotidiano;curare le relazioni nei nostri luoghi di vi-ta, nella comunità cristiana e in asso-ciazione; la solidarietà; l’attenzione ver-so i poveri, in cui «vive Dio stesso».ResponsabilitàPartendo dalle prime pagine della crea-zione, dal nostro essere a immagine esomiglianza di Dio e quindi persone li-bere, «siamo chiamati a rispondere deldono che Dio ci ha fatto vivendo all’al-tezza di esso e realizzando in noi il suoprogetto» nella realtà della nostra vita,coltivando il valore del corpo e le virtùumane; del mondo che ci è affidato, in-teso come «vita del creato» e «storiaumana»; della città in quanto essere cit-tadini che conoscono, pensano, parte-cipano, giudicano, rispettano e pro-muovono la pace, la giustizia e ladifesa dei più deboli.EcclesialitàQuanti affermano di essere “credentima non praticanti”! Ma che senso ha?Sono cristiano se vivo la realtà dellaChiesa, con coscienza e partecipazioneattiva. Siamo quindi chiamati a esserein comunione, uniti, con obbedienza ecorresponsabilità, educati dall’Eucari-stia a vivere l’accoglienza, il dialogo, ilservizio, la missione e il martirio, perchéla vita diventi «storia di salvezza», «la-sciandosi modellare per amare comeCristo».

Anna

Responsabili, insieme

Continuiamo l’approfondimento del Progetto Formativo di Azione cattolicacompletando il capitolo 4 del testo, dal titolo “Nel mondo, non del mondo”.

ProgettoFormativo

9marzo 2015

Camminiamo Insieme

Uno stile di vita “giovane”

La proposta era individuare un “buonproposito” che accompagnasse il per-corso del gruppo lungo tutto l’anno as-sociativo: un impegno comune, chemarcasse lo stile del gruppo. Come alsolito, tra il dire e il fare… che faticatrovare questi impegni! O sembravanotroppo banali, o – al contrario – spa-ventavano per quel che richiedevano:insomma, la discussione è stata tut-t’altro che superficiale, e i gruppi han-no dato risposte molto differenti, matutte interessanti.Partendo dai giovani “meno giovani”, ecco la risposta n° 1, ovvero la più go-dereccia: utilizzare, per il momento di ristoro che accompagna l’attività, esclu-sivamente prodotti fatti in casa o prove-nienti dal mercato equo e solidale. Inquesto modo, abbiamo (bisogna ammet-terlo) la scusa per banchettare tutte levolte che c’è gruppo… ma anche il mo-do di riflettere su quello che mangiamo,

sul tanto che si può creare in casa, sultempo e l’attenzione da dedicare perpreparare qualcosa per gli altri.Risposta n° 2, ovvero la più ardita, deigiovanissimi: bando alle parolacce! Equesta sì che è una sfida… che, infatti,non ha messo subito tutti d’accordo,perché qualcuno era davvero preoc-cupato di non riuscire a trattenerequalche arrabbiatura casalinga o sco-lastica. Il confronto è stato lungo, maalla fine qualcuno, particolarmenteconvinto che usare termini volgari ab-bruttisca anche chi li dice, è riuscito aconvincere tutti almeno a mettersi ingioco per una meta importante.È bello vedere come gruppi diversi, ri-spondendo alla stessa domanda, ab-biano trovato strade diverse che indi-cano il carattere di chi ne fa parte. Afine anno potremo dire se abbiamo sa-puto tener fede alle nostre promesse!

Silvia

In sintonia con l’associazione diocesana, il gruppo giovani e i giovanissimi di Volano hanno riflettuto sugli stili di vita e hannoindividuato degli impegni da portare avanti nel corso dell’anno.

Vita di Ac

Dalla settimana comunitaria giovani/adultiIl gruppo giovani/adulti dell’Ac di Volano ha trascorso la settimana dal 22 al 28 febbraio incomunità (presso l’Oratorio Rosmini di Rovereto), approfondendo la tematica del dialogointerculturale e interreligioso.Con una serata insieme ad Alessandro Martinelli, responsabile del Centro Ecumenico Dio-cesano, che ha raccontato la storia dell’Islam; rileggendo alcuni editoriali dei maggiori quo-tidiani nazionali, pubblicati nei giorni dell’attentato al giornale satirico “Charlie Hebdo”,per capire i limiti della libertà (di espressione, di stampa), ma anche sulle dinamiche – ap-punto – interculturali che stiamo vivendo, e sulle diverse letture che ci vengono propostea livello politico e culturale.

10 marzo 2015

Camminiamo Insieme

Don Severino: una guida e un amico

Lo scorso 11 febbraio è venuto a mancaremons. Severino Visintainer, figura signifi-cativa della Chiesa diocesana, docente dimorale presso il Seminario, Vicario gene-rale e per noi Assistente unitario di Ac dalsettembre del 1992 al giugno del 2000.

Don Severino ha amato la Chiesa loca-le con un amore concreto, lungimiran-te; l’ha servita umilmente, donandosicon generosità per farla conoscere eamare e soffrendo quando qualcheombra la offuscava. I suoi corsi, le sueconferenze, l’amore per Cristo, lo stu-dio della Bibbia hanno aiutato moltigiovani e adulti ad approfondire la pro-pria fede e a impegnarsi in vari settoridella vita religiosa e civile.Il suo abbinare l’impegno di Vicario ge-nerale al ruolo di Assistente diocesanounitario di Ac ha dimostrato comeChiesa locale e Ac debbano essere untutt’uno. Don Severino voleva che l’as-sociazione fosse tramite tra Chiesa esocietà, tra fede e vita; ha sempre datofiducia ai laici e gioiva quando vedeva unrisultato, mentre si dispiaceva quando la

fiducia era mal riposta, non tanto per sestesso, ma perché venivano impoveritesia l’associazione, sia la Chiesa.In associazione, oltre alla formazione ealla catechesi programmata, don Seve-rino curava particolarmente la propo-sta della liturgia delle Ore (ogni lunedìalle 18.15 presso le sedi Ac), sempreaccompagnata da una spiegazione deisalmi e da sottolineature per poter ap-profondire e trarre spunti per la nostrapreghiera e vita quotidiana.Alle volte la sua figura “importante”poteva dare soggezione, ma si scopri-va subito come dietro a uno sguardoapparentemente severo c’era un’at-tenzione per l’altro, un ascolto inte-ressato, una partecipazione piena aiproblemi e alle domande; di fronte aqualche sofferenza sapeva commuo-versi e dimostrare un lato insospetta-bile del suo carattere. Aveva e dimo-strava un fine senso dell’ospitalità,dell’accoglienza, per cui faceva sentireognuno importante e caro amico.Sapeva apprezzare il lavoro, sia quelloretribuito, sia quello volontario, spe-cialmente per quello a favore dell’asso-ciazione: quante volte ci ha incontratoe si è intrattenuto con le collaboratricidi “Camminiamo Insieme”, donando lo-ro serenità e amicizia!

Amelia (Ac di Lavis)

Ho conosciuto don Severino nel febbra-io 1966, quando ho partecipato al corsoper fidanzate organizzato allora dall’Ac.

Volti di Ac

11marzo 2015

Camminiamo Insieme

Corsi che lui stesso ha istituito e che sifrequentavano separatamente: 5 giorniinteri per le fidanzate e 5 per i fidanzati;Morale nel matrimonio era la sua materia.Negli anni successivi, come coppia ab-biamo frequentato le giornate per le fa-miglie – ricordo a “Villa O Santissima” –sempre guidate da don Severino fino al1975, quando ha lasciato per assume-re l’incarico di Vicario generale.Anche in quegli anni ha organizzatocorsi per operatori pastorali nei deca-nati, ai quali ho partecipato. Già alloraprevedeva le unità pastorali! Nonostante tutto il lavoro che aveva inDiocesi, nel 1992 accetta anche l’inca-rico di Assistente diocesano di Ac, fi-no al 2000. Sono stati anni intensiquelli, dove partecipavo alla Commis-sione adulti, a corsi di esercizi spiritua-li guidati da don Severino, a Giornatediocesane e vari incontri con temi di fe-

de, speranza, carità, perdono ecc. Luiera sempre un vero padre e pastore.Negli anni del ritiro nella sua amata val-le, come coppia l’abbiamo incontratotante volte e lui era sempre pronto adarci un consiglio e aiuto ai nostri pro-blemi, anche quando era già ammalato.Sei sempre stato un amico e il faro del-la nostra vita spirituale!Grazie don Severino!!!

Maria (Ac Nave S. Rocco)

Arrivederci Mario!L’Azione cattolica di Arco è in lutto per la perdita dell’amico Mario.

Mario Tamburini è stato aderente sin da giovanissimoall’Ac, nella quale ha maturato la formazione che lo haspinto a occuparsi dei giovani. In particolare animan-do le attività dell’oratorio, curando quelle sportive e ca-ritatevoli, quali la “San Vincenzo”, il gruppo missioni eper la fame nel mondo, sempre pronto alla necessitàdi tutti.Convinto sostenitore della stampa cattolica, si premu-rava di portare nelle famiglie e nei bar “Avvenire” e al-tre riviste ad alto contenuto cristiano.La sua testimonianza di fede e carità cristiana è statadi grande esempio e coesione per tutto il gruppo di Ace anche per la comunità parrocchiale.

Lo ricorderemo sempre con amore nella preghiera e nei nostri incontri.gli amici dell’Ac di Arco

12 marzo 2015

Camminiamo Insieme

Votare per promuovere la vitaStili di vita

Di fronte all’annuncio delle prossimeelezioni amministrative in molti co-muni trentini, diversa gente ha alzatole spalle dimostrando perplessità osenso di inutilità della cosa. La sfidu-cia nelle istituzioni pare in crescita,motivata anche dal fatto che essehanno meno risorse economiche a di-sposizione e quindi le amministrazio-ni mostrano sofferenza. Pensiamo co-me per situazioni di bisogno socialeed economico esse si rivolgano a ini-ziative di gruppi o associazioni di cit-tadini (di frequente ecclesiali). Hannosperperato nel passato per uno stileclientelare e ora dicono che non cipossono più aiutare, si sente dire dalvolontariato.

Potremmo continuare con l’elenca-zione delle lamentele, ma non servi-rebbe a niente. Noi cristiani abitiamoquesta città terrena per promuovere ilvalore della vita, il rispetto della di-gnità della persona, la centralità dellafamiglia e ciò può avvenire solo in unarealtà di giustizia e di pace, di benecomune e di responsabilità, secondola concezione del Pensiero sociale cri-stiano. Siamo chiamati a prenderci acuore la società e le sue istituzioni: ilvotare è una delle espressioni dellademocrazia. Non siamo così ingenui nel dire chebasta andare a votare in massa perrendere utile una istituzione e avere unclima di democrazia.

Si avvicina il rinnovo dei Consigli comunali dei Comuni che non hannodeciso una fusione o non hanno recentemente rinnovato il proprioConsiglio. Andare o non andare a votare? E perché partecipare a questeelezioni amministrative, oppure astenersi? Serve dare il proprio voto?

Votare vuol dire avvalersi del diritto di essere parte e di possedere la sovranità delle isti-tuzioni. Votare è un dovere di cittadinanza responsabile, dovere di scegliere chi mi rap-presenterà nelle istituzioni: è dire “io ci sono e non sono indifferente”. Partecipare al votoè affermare che il valore dell’essere in comunità è indispensabile da attuare: è dire che sia-mo chiamati a formare un tessuto di relazioni che non ci fanno sentire soli, che permet-tono solidarietà, cura e attenzione reciproci. Votando si dice alle persone che si sono candidate che non sono sostenute da pochi, chec’è interesse verso di esse. Queste, se sono coscienti di ciò che si offrono di fare, si senti-ranno tanto più responsabilizzate e obbligate a non deludere i propri elettori, quanto piùvoti avranno ricevuto. Chi sarà eletto, se lo è stato con molti voti, avrà anche più corag-gio, più energia nello svolgere il servizio politico; sentirà che la gente ha apprezzato lasua disponibilità a servirla nelle istituzioni e, se ha coscienza, si impegnerà a non deluderei propri elettori e ad attuare ciò che ha dichiarato nel programma.

13marzo 2015

Camminiamo Insieme

Per incentivare queste attenzioni equesto rispetto verso gli elettori daparte di chi si candida, la Scuola dio-cesana per la Politica, l’Economia e ilSociale, nel dicembre scorso, ha do-nato alla cittadinanza un appello perle prossime elezioni amministrative nelquale si legge che «Le amministrazionicomunali, infatti, assumono oggi la re-sponsabilità prima di ricostruire il sen-so di comunità e di appartenenza: perottenere ciò è necessario far crescereanche la credibilità. Ciò richiede ancheil migrare dalla mera ricerca di con-senso sulle politiche e sul politico, ri-cerca spesso compiuta in stile com-merciale, per crescere in un’affidabilità

e rappresentatività consapevole e lea-le con gli elettori» (“Appello verso leamministrative comunali 2015”). Que-sto documento è di aiuto nel prende-re coscienza del valore delle istituzio-ni e anche dei nuovi compiti che essehanno nel contesto attuale dove leparrocchie e le associazioni cristianehanno perso il ruolo di collante e di ri-ferimento nella costruzione della co-munità civile e religiosa. Non possiamo permetterci uno stile disuperficialità, di indifferenza, di distac-co verso le prossime elezioni ammini-strative. Se non ci vanno bene le per-sone che hanno amministrato finora,non possiamo alzare le spalle, ma chie-dersi cosa io posso e devo fare, anchemagari fare uno sforzo per proporsi. Se ci vogliamo bene, se desideriamo lafelicità delle persone non ci resta cheinformarci e capire cosa fare per un vo-to che sia per il bene comune.

Don Rodolfo Pizzolli(Pastorale Sociale, Giustizia e Pace)

Il voto è un aspetto della democrazia, che si attua quando le istituzioni sono in grado didialogare con la cittadinanza che ha in mano la sovranità. La democrazia si vive quandola politica promuove una cittadinanza responsabile, quando essa si sforza al massimo nel-la ricerca del bene comune; quando la politica è libera, non solo da interessi di parte, maanche da visioni ideologiche e dal narcisismo che portano a contrasti e conflitti che pro-muovono l’antipolitica. Il voto si favorisce quando chi si candida dimostra di fare le cose per il bene della cittadi-nanza alla quale si rivolge, quando evidenzia di essersi preparato e di non vivere nell’im-provvisazione, quando non si arriva all’ultimo minuto a cercare candidati.

Per motivi di spazio non è stato possibi-le pubblicare l’intervento completo, chepotrete trovare integralmente sul sitowww.azionecattolica.trento.it.

Nel 2006 la Conferenza episcopale dellaLombardia ha pubblicato un appello do-po il voto delle elezioni politiche nazio-nali, in cui si dice che «Ci troviamo in unasituazione che esige, con singolare ur-genza e da parte di tutti, […] un di più diresponsabilità […]. Esiste in realtà un do-vere fondamentale che deve accomuna-re tutti: il perseguimento del “bene co-mune” – come bene di tutti e di ciascunonell’attuale contesto nazionale, europeoe mondiale –, costruendolo insieme conpaziente e tenace determinazione e sen-tendoci tutti responsabili e artefici, e nonsolo destinatari.

14 marzo 2015

Camminiamo Insieme

Quante volte alla recitadelle Lodi siamo incappatiin un versetto quasi in-comprensibile, in una pre-ghiera a volte apparente-mente fuori contesto per ilmondo di oggi.I Salmi, come gli altri libridella Bibbia, sono Paroladi Dio scritta con paroleumane: proprio per que-sto sono legati a una lin-gua, una cultura, una sto-ria, uno spazio. È per questo – dice Rava-si – che l’ingresso nelmondo dei Salmi richiede una certa at-trezzatura “esegetica” e continua: «Lecomposizioni salmiche possono esse-re conquistate come preghiera da unfedele occidentale e contemporaneosolo a prezzo di un certo sforzo dicomprensione».Ed ecco allora che nel libro Un viaggioall’interno dei Salmi (ed. Cittadella,2009) Gianfranco Ravasi prova a sve-lare i differenti volti del Salterio. Come un arazzo di tonalità differenti, iSalmi racchiudono un vero e proprioventaglio di problemi, di attese, di sta-ti d’animo e di pensieri dell’umanitàintera.

Non manca l’occasione,anche in questo periododi Quaresima, di aprire laBibbia al Libro dei Salmi.Potrebbe essere interes-sante, una tantum, prova-re anche ad andare a fon-do del loro significato.Provare a contestualiz-zarli per rendere più chia-ro quel complesso arazzoche vogliono rappresen-tare.

Ecco i testi presenti nellanostra Biblioteca associa-

tiva... alcuni in realtà potrebbero esse-re “in viaggio”!• I Salmi - vol 1 e vol 2, Vannetti Pietro(ed. PIEMME, 1995)

• I Salmi Preghiera per vivere, Zani Lo-renzo (ed. Ancora, 2003)

• Un viaggio all’interno dei Salmi, RavasiGianfranco (ed. Cittadella, 2009)

• Voglio dirti grazie - il Salmo una preghie-ra che non ha età, De Capitani Giorgio(ed. Velar, 2002)

e, sul nostro sito, l’itinerario di spiri-tualità Ac dell’anno 2009-2010 curatodall’allora Assistente diocesano donAlbino Dell’Eva.

Roberta

«Si rimane sorpresi che nella Bibbia ci sia un libro di preghiere. La Bibbia non è infatti tutta una Parola di Dio rivolta a noi?… Se la Bibbia contiene un libro di preghiere dobbiamo dedurre che la Parola di Dio non è soltanto quella che egli vuole rivolgere a noi ma è anche quella che egli vuole sentirsi rivolgere da noi». (Bonhoeffer)

Un viaggio all’interno dei Salmi Il libro

15marzo 2015

Camminiamo Insieme

L’Agenda di Ac

Sabato 18 aprile

dalle ore 9.00 alle ore 17.00

presso l’oratorio di Roverè della Luna

IV GIORNATA DI SPIRITUALITÀ

dell’itinerario “La Messa:

un segno per la vita”dal tema

“Liturgia Eucaristica (preghiera eucari

stica)

- Facendo memoria, offriamo al Padre”

Iscrizioni entro mercoledì 15 aprile

Appuntamenti di aprile

Gentile aderente,siamo alle porte del periodo della dichiarazione dei redditi del 2014 e ancora una volta ti scriviamoper ricordarti che attraverso la destinazione del tuo 5x1000 alla Fondazione Apostolicam Actuosita-tem (FAA), sostenitrice del progetto formativo dell’AC, abbiamo l’opportunità di donare qualcosa al-l’associazione di cui facciamo parte e che ci sta a cuore. Siamo presenti in tutte le diocesi italiane, incirca 6.000 parrocchie, e in ogni realtà l’Ac, gratuitamente, si mette a disposizione in tantissimi modi:l’Ac è formazione: oggi, come sempre, al servizio della Chiesa e del nostro Paese, forma generazionidi laici cristiani che si spendono nella vita della comunità ecclesiale e nei diversi ambienti di vita.l’Ac è cittadinanza: ci insegna che la costruzione del bene comune è compito di ciascuno e che pos-siamo contribuire a un mondo più bello a partire dalle piccole e grandi scelte di tutti i giorni.l’Ac è dialogo: esperienza di confronto tra le persone e tra le generazioni. Essere adulti, giovani e ra-gazzi insieme ci insegna il valore di crescere assieme, di lasciarci affascinare dalle diversità, di cam-minare al passo gli uni degli altri.l’Ac è solidarietà: dobbiamo anzitutto partire dal servire chi soffre. Quest’anno abbiamo scelto di sostenere un importante progetto umanitario: Hogar Niño Dios -Casa di accoglienza per bambini nella zona di Betlemme. Nella casa sono accolti in via perma-nente bambini e ragazzi per un percorso di assistenza e riabilitazione che sempre più si sta perfe-zionando con l’aiuto di tante realtà e numerosi volontari. Trovi maggiori informazioni suwww.azionecattolica.it

E allora, su tutto questo, CI METTO LA FIRMA!