Ambito territoriale Monte Chiapparo PIANO DI...

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REGIONE SICILIANA - ASSESSORATO TERRITORIO ED AMBIENTE DIPARTIMENTO REGIONALE TERRITORIO ED AMBIENTE PROVINCIA REGIONALE DI ENNA - SETTORE VIII - AMBIENTE TERRITORIO E PROTEZIONE CIVILE SERVIZIO PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO E GESTIONE RISERVE NATURALI CODICE POR 1999.IT.16.1.P.O.0.11./1.11/11.2.9/0320 Ambito territoriale "Monte Chiapparo" PIANO DI GESTIONE Marzo 2009 versione aggiornata in relazione alle richieste dell’ARTA (Prott. 91789 e 92853/2008) Sito di Importanza Comunitaria Monte Chiapparo (ITA 060014) PRESIDENTE DIRIGENTE RESPONSABILE DEL SERVIZIO E DEL PROCEDIMENTO Giuseppe Monaco Ing. Giuseppe Colajanni Dott. Urb. Giuseppe C. Vitale RAPPRESENTANTE LEGALE DELL’A.T.I. Dott. Ing. Paolo Bagliani

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REGIONE SICILIANA - ASSESSORATO TERRITORIO ED AMBIENTE

DIPARTIMENTO REGIONALE TERRITORIO ED AMBIENTE

PROVINCIA REGIONALE DI ENNA - SETTORE VIII - AMBIENTE TERRITORIO E PROTEZIONE CIVILE

SERVIZIO PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO E GESTIONE RISERVE NATURALI

CODICE POR 1999.IT.16.1.P.O.0.11./1.11/11.2.9/0320

Ambito territoriale "Monte Chiapparo"

PIANO DI GESTIONE Marzo 2009

versione aggiornata in relazione alle richieste dell’ARTA (Prott. 91789 e 92853/2008)

Sito di Importanza Comunitaria Monte Chiapparo (ITA 060014)

PRESIDENTE DIRIGENTE RESPONSABILE DEL SERVIZIO E DEL PROCEDIMENTO

Giuseppe Monaco Ing. Giuseppe Colajanni Dott. Urb. Giuseppe C. Vitale

RAPPRESENTANTE LEGALE DELL’A.T.I.

Dott. Ing. Paolo Bagliani

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

PROVINCIA REGIONALE DI ENNA PROVINCIA REGIONALE DI ENNA - SETTORE VIII - AMBIENTE TERRITORIO E PROTEZIONE CIVILE

SERVIZIO PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO E GESTIONE RISERVE NATURALI

PIANO DI GESTIONE

AMBITO TERRITORIALE “MONTE CHIAPPARO”

- SIC COD. ITA 060014 -

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GRUPPO DI LAVORO

Coordinamento generale e tecnico-scientifico

Dott. Ing. Paolo Bagliani (1) Dott. Andrea Soriga (1) Dott.ssa Sara Tonini (2)

Coordinamento operativo

Dott.ssa Edoarda Cannas (1)

Quadro conoscitivo

Aspetti fisici e geologici Dott. Geol. Maurizio Costa (1) Dott.ssa Geol. Edoarda Cannas (1) Dott. Geol. Luigi Bigotti (2) Dott.ssa Geol. Silvia Pisu (1) Dott.ssa Patrizia Sechi (1) Dott. Ing. Marcella Sodde (1)

Aspetti biologici e faunistici Prof. Salvatore Brullo (3) Dott. Cristian Brullo (3) Dott. Gianpietro Giusso del Galdo (3) Dott.ssa Tamara Mura (1) Dott. Ettore Petralia (4) Dott. Agatino Maurizio Siracusa (4) Dott.ssa Patrizia Sechi (1)

Aspetti agroforestali Dott.ssa Mariagrazia Equizi (2) Dott. Agr. Elena Lanzi Dott. Agr. Andrea Vatteroni (2)

Aspetti socio – economici Dott. Paolo Demuro Dott. Ing. Franco Rocchi (2) Dott. Andrea Salvadori (2) Ing. Elisa Thiella (2)

Aspetti urbanistici e insediativi Dott. Arch. Paolo Falqui (1) Dott. Ing. Margherita Monni (1)

Aspetti archeologici, Dott.ssa Mariagrazia Equizi (2) architettonici e culturali Dott. Arch. Laura Zanini (1)

Aspetti paesaggistici Dott.ssa Agr. Paes. Elena Lanzi (2)

Aspetti gestionali e progettuali Dott. Geol. Maurizio Costa (1) Dott. Arch. Mauro Erriu (1) Dott. Andrea Lazzarini (2) Dott. Ing. Margherita Monni (1) Dott.ssa Patrizia Sechi (1) Dott.ssa Elisa Thiella e Dott.ssa Elena Lanzi (2)

Aspetti cartografici Ing. Roberto Ledda (1) Ing. Giovanni Calledda (1) Dott.ssa Mariagrazia Equizi (2) Ing. Giuseppe Manunza (1) Ing. Carla Marcis (1) Ing. Loredana Poddie (1) Geom. Guido Sbandi e Geom. Cinzia Orrù (1) (1): Criteria srl; (2) ambiente sc;

(3) consulente afferente a Università di Catania; (4) consulente OIKOS-Catania

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INDICE

0. INTRODUZIONE................................................................................... 1

1.1 Compiti del Piano di Gestione.............................................................1

1.1.1 Specificità del sito e tipologia di appartenenza .............................................2

1.1.2 Il percorso metodologico per la redazione del Piano di Gestione ........................3

1.1.3 Applicazione dell’iter logico decisionale......................................................7

1.2 Struttura del Piano di Gestione ...........................................................8

2 Bibliografia ................................................................................. 10

1. QUADRO CONOSCITIVO RELATIVO ALLE CARATTERISTICHE DEL SITO.................13

A) DESCRIZIONE FISICA DEL SITO ....................................................................13

A.1 Descrizione dei confini del Sito Natura 2000 .......................................... 13

A.2 Inquadramento climatico dell’area vasta e locale ................................... 14

A.3 Inquadramento geologico e geomorfologico........................................... 15

A.3.1 Descrizione geologica e geomorfologica del territorio ................................... 15

A.3.2 Individuazione di falde idriche sotterranee ................................................ 18

A.3.3 Individuazione delle aree classificate ad elevata pericolosità per franosità e per la

prevenzione del rischio idrogeologico ................................................................. 18

A.3.4 Individuazione di sistemi di monitoraggio già esistenti nel territorio................. 19

A.4 Idrologia .................................................................................... 19

A.4.1 Descrizione dei corpi idrici presenti, condizioni idrografiche, idrologiche ed

idrauliche (DMV), degli usi attuali della risorsa idrica e di quelli previsti, ivi compresa la

vocazione naturale ........................................................................................ 19

A.4.2 Individuazione di Reti di monitoraggio esistenti (localizzazione punti di misura e

parametri) .................................................................................................. 19

B) DESCRIZIONE BIOLOGICA DEL SITO ...............................................................20

B.1 Verifica e aggiornamento dei dati di presenza riportati nella scheda Natura 2000

20

B.1.1 Monte Chiapparo................................................................................. 20

B.2 Ricerca bibliografica della letteratura rilevante ..................................... 29

B.3 Studi di dettaglio .......................................................................... 31

B.3.1 Indagini effettuate e metodologie adottate................................................ 31

B.3.2 Inquadramento della vegetazione dal punto di vista fitosociologico .................. 34

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B.3.3 Scheda di valutazione del grado di invasività delle specie aliene...................... 39

B.3.4 Valore floristico degli habitat................................................................. 39

B.3.5 Valore faunistico degli habitat................................................................ 39

B.3.6 Habitat delle specie............................................................................. 39

B.3.7 Descrizione di aree di importanza faunistica............................................... 40

B.3.8 Definizione delle relazioni del Piano di gestione con la Rete Ecologica Regionale ed

individuazione delle reti e dei corridoi ecologici presenti e potenziali sia all'interno del

piano sia all'interno di ciascun sito .................................................................... 42

C) DESCRIZIONE AGROFORESTALE DEL SITO ........................................................ 57

C.1 Descrizione agricolo – forestale del Sito................................................57

C.2 Descrizione dell’uso del suolo............................................................59

C.3 Caratterizzazione delle aree agricole e forestali rispetto agli habitat e le specie della Dir. 92/43/CEE e della Dir. 79/409/CEE...............................................65

C.4 Incidenza delle aree agricole e forestali all’interno del sito........................68

C.5 Valutazione dell’impatto delle tipologie di gestione agroforestali su habitat e

specie all’interno del sito ......................................................................71

D) DESCRIZIONE SOCIO – ECONOMICA DEL SITO ..................................................... 76

D.1 Presenza di aree protette, suddivise per tipologia ...................................76

D.2 Presenza di vincoli ambientali ...........................................................83

D.3 Previsioni strumenti urbanistici..........................................................87

D.4 Inventario dei soggetti amministrativi e gestionali che hanno competenze sul

territorio nel quale ricade il sito ..............................................................88

D.5 Coerenza con Piani, progetti, politiche settoriali che interessano il territorio nel quale ricade il sito...............................................................................93

D.6 Inventario e localizzazione degli strumenti di programmazione territoriale,

Programmi d’Iniziativa Comunitaria, Azioni Comunitarie sull’ambiente ricadenti e/o

utilizzati per il sito ..............................................................................95

D.7 Inventario delle regolamentazioni legate ai vincoli esistenti sul territorio e in

generale alle attività antropiche............................................................ 109

D.8 Soggetti pubblici e privati operanti in campo ambientale......................... 117

D.9 Valutazione della popolazione presente nel sito.................................... 119

D.9.1 Numero di persone impiegate e flussi economici per settore ..........................122

D.9.2 Variazioni demografiche.......................................................................128

D.9.3 Tasso di attività della popolazione in età lavorativa ....................................132

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D.9.4 Tasso di disoccupazione .......................................................................134

D.9.5 Tasso di scolarità ...............................................................................134

D.9.6 Arrivi e Presenze turistiche per abitante e per Km2 del Sito Natura 2000 ..........140

D.10 Presenza di attività socio - economiche sul Sito Natura 2000 .....................144

D.10.1 Inventario e/o Carta delle attività economiche presenti all'interno del sito (attività

industriale, artigianale, commerciale, agricola, turistico-ricettiva, servizi).................144

D.11 Descrizione degli assetti insediativi ed infrastrutturali del Sito...................144

E) DESCRIZIONE DEI VALORI ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI E CULTURALI PRESENTI NEL SITO

NATURA 2000...................................................................................... 146

E.1.1 Coerenza con gli obiettivi del D. Lgs. 42/04...............................................149

E.2 Individuazione delle aree archeologiche..............................................152

E.3 Individuazione di beni architettonici e archeologici sottoposti a tutela nonché di

eventuali aree di rispetto.....................................................................155

F) DESCRIZIONE DEL PAESAGGIO.................................................................. 156

F.1 Caratterizzazione della qualità del paesaggio con riferimento agli aspetti storico-

testimoniali e culturali e alla percezione visiva per gli aspetti naturali ed antropici156

F.2 Definizione degli elementi del paesaggio antropico e naturale significativi e loro

stato di conservazione.........................................................................156

F.3 Variazioni del paesaggio.................................................................157

F.4 Coerenza con le Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale .......157

F.5 Coerenza con gli obiettivi del D.Lgs. 42/04 ..........................................162

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2. ANALISI E VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE..... 165

A.1 Descrizione delle esigenze ecologiche delle specie e delle biocenosi degli habitat

di interesse comunitario presenti all’interno del Sito Natura 2000 ....................165

A.1.1 Schede descrittive, per ciascuna specie e habitat di interesse comunitario, delle

esigenze ecologiche e dei fattori abiotici e biotici necessari per garantirne uno stato di

conservazione soddisfacente ...........................................................................165 A.1.1.1 Schede relative agli Habitat di interesse comunitario presenti nell’Ambito............ 165 A.1.1.2 Schede relative a specie vegetali di interesse presenti nell’Ambito ..................... 167 A.1.1.3 Schede relative alle specie faunistiche di cui all'Articolo 4 della Direttiva 79/409/CEE e

elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE presenti nell’Ambito............................ 170 A.1.1.4 Schede relative ad altre specie faunistiche, rilevanti a fini di tutela e valorizzazione

ambientale del Sito........................................................................................... 172

B.1 Individuazione e descrizione degli indicatori suddivisi per specie e habitat,

finalizzati alla valutazione dello stato di conservazione .................................182

C.1 Valutazione dell’influenza da parte di fattori biotici e socio-economici sugli

indicatori individuati ..........................................................................183

C.1.1 Analisi delle pressioni antropiche e naturali che incidono positivamente o

negativamente sul Sito Natura 2000, suddivisi per specie e habitat della Dir.92/43/CEE .183

C.1.2 Individuazione dei potenziali fattori di impatto prodotti da interventi programmati

non finalizzati a garantire lo stato di conservazione del Sito Natura 2000 ...................195

D.1 Predisposizione di un Piano di Monitoraggio Ambientale ...........................201

D.1.1 Obiettivi e contenuti...........................................................................202

D.1.2 Criteri per la pianficazione del monitoraggio.............................................203

D.1.3 Azioni di Monitoraggio prioritarie ...........................................................205

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3. OBIETTIVI ...................................................................................... 207

A) INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI GESTIONALI GENERALI AI SENSI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE E

79/409/CEE....................................................................................... 207

B) INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI DETTAGLIO IN COERENZA CON LE ESIGENZE ECOLOGICHE DEI

SITI NATURA 2000 ................................................................................. 210

B.1 Obiettivi di gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti ...210

B.2 Obiettivi di riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica.................212

B.3 Obiettivi di riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica.................213

B.4 Obiettivi di ri-costruzione di nuovi habitat/ambienti ............................213

B.5 Obiettivi di mantenimento e recupero del paesaggio agrario tradizionale e di

valorizzazione delle risorse territoriali ...................................................213

B.6 Obiettivi di fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione

delle attività economiche sostenibili ......................................................214

C) INDIVIDUAZIONE DI OBIETTIVI CONFLITTUALI................................................... 221

D) INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ DI INTERVENTO .............................................. 225

4. STRATEGIA GESTIONALE CON INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI PREVISTE............ 232

A.1 Strategia gestionale con individuazione delle Azioni previste supportate da

valutazione di costi e stima dei tempi necessari per la realizzazione..............233

A.1.1 Norme di salvaguardia specifiche.....................................................234

A.1.2 Norme per una migliore definizione della procedura di valutazione di

incidenza. ................................................................................................239

A.1.3 Programma di monitoraggio.............................................................242

A.1.4 Schede delle Azioni di gestione ........................................................257

B.1 Piano di Comunicazione: Progettazione delle azioni di comunicazione relative

al Sito oggetto del Piano di gestione.......................................................313

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ELENCO ELABORATI CARTOGRAFICI

Tavola Cap_1.A_1 Carta dell'Inquadramento territoriale

Tavola Cap_1.B_1 Carta degli Habitat

Tavola Cap_1.B_2 Carta Floristica

Tavola Cap_1.B_3 Carta della Vegetazione

Tavola Cap_1.B_4 Carta delle aree di Importanza Faunistica

Tavola Cap_1.B_5 Carta dei corridoi ecologici

Tavola Cap_1.B_3.5 Carta del Valore Faunistico degli Habitat

Tavola Cap_1.B_3.6 Carta degli Habitat delle Specie

Tavola Cap_1.C_1 Carta di uso del suolo

Tavola Cap_1.C_2 Carta di sovrapposizione tra la Carta di Uso del Suolo e la Carta degli Habitat

Tavola Cap_1.C_3 Carta di sovrapposizione tra la Carta di Uso del Suolo e la Carta degli Habitat delle Specie

Tavola Cap_1.D_1 Carta dei Vincoli

Tavola Cap_1.D_2 Carta delle presenze di insediamenti ed infrastrutture

Tavola Cap_1.E_1 Carta dei Beni Architettonici e Archeologici

Tavola Cap_2 Carta delle aree critiche per la tutela degli habitat e delle specie

Tavola Cap_4 Carta della Azioni e delle Strategie Gestionali

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1

0. INTRODUZIONE

1.1 Compiti del Piano di Gestione

Con le Direttive comunitarie “Uccelli” (Dir.79/409/CEE) e “Habitat” (Dir.92/43/CEE), il Consiglio

dei Ministri dell’Unione Europea ha inteso perseguire, assieme alla salvaguardia di una serie di

habitat e di specie animali e vegetali di interesse comunitario, la progressiva realizzazione di un

sistema coordinato e coerente di aree destinate al mantenimento della biodiversità all’interno

del territorio dell’Unione. Tale insieme di aree, di specifica valenza ambientale e naturalistica,

è individuato, ai sensi della Direttiva "Habitat" (art. 3), come Rete Natura 2000, essendo

quest’ultima costituita dall'insieme dei siti denominati ZPS (Zone di Protezione Speciale) e SIC

(proposti Siti di Importanza Comunitaria) (questi ultimi attualmente proposti alla Commissione

Europea e che al termine dell’iter istitutivo saranno designati come ZSC (Zone Speciali di

Conservazione)).

L’Art. 6 della direttiva 92/43/CEE, che stabilisce le disposizioni che disciplinano la conservazione

e la gestione dei siti Natura 2000, prevede, al paragrafo 1, che gli Stati Membri provvedano, per

le ZSC, ad individuare specifiche Misure di Conservazione. Disposizioni analoghe, in virtù

dell’articolo 4, paragrafi 1 e 2, della direttiva 79/409/CEE, sono applicate alle ZPS.

L’obiettivo essenziale e prioritario che la Direttiva Habitat pone alla base della necessità di

definire apposite Misure di Conservazione a cui sottoporre ciascun sito Natura 2000 è quello di

garantire il mantenimento in uno “stato di conservazione soddisfacente” gli habitat e/o le specie

di interesse comunitario, in riferimento alle quali quel dato SIC e/o ZPS è stato individuato.

Le misure di conservazione necessarie possono assumere differenti forme tra cui, in particolare

quella di “appropriati piani di gestione”.

L’articolo 6 della direttiva “Habitat” evidenzia chiaramente come la peculiarità dei piani di

gestione dei siti Natura 2000 risieda particolarmente nel considerare in modo comprensivo le

caratteristiche ecologiche, socio-economiche, territoriali e amministrative di ciascun sito.

La normativa italiana di recepimento e di attuazione delle direttive “Habitat” e “Uccelli”,

nonché gli indirizzi e le linee guida sviluppate nel tempo, alla scala nazionale e a quella

regionale in Sicilia, per quanto attiene alla gestione dei siti Natura 2000, hanno strutturato un

quadro di riferimento metodologico relativamente alle procedure e agli strumenti da adottare al

fine di garantire il perseguimento degli obiettivi di tutela definiti dalle direttive comunitarie.

In particolare in Sicilia l’adozione di piani di gestione rappresenta, negli indirizzi dell’Assessorato

regionale Territorio e Ambiente, come la misura necessaria da assumere nella maggior parte dei

casi ai fini di rispondere alle esigenze di gestione dei siti Natura 2000 presenti sul territorio

regionale.

La gestione dei siti Natura 2000, nonché la redazione e strutturazione dei Piani di Gestione di

questi ultimi sono stati oggetto, a partire dalla pubblicazione della direttiva comunitaria

“Habitat” (Dir. 92/43/CEE) e dai relativi recepimenti e disposizioni attuative a livello nazionale

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e regionale, di una ricca produzione di documenti esplicativi, studi dimostrativi, manuali e linee

guida rispetto ai quali è necessario fare riferimento per la predisposizione degli strumenti di

gestione. Tra questi, le “Linee Guida per la Redazione dei Piani di Gestione dei SIC e ZPS”,

prodotte a cura dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, chiariscono indirizzi

essenziali a cui è indispensabile attenersi a livello regionale.

La misura 1.11 del CdP del POR Sicilia 2000-2006 riguarda in particolare la promozione della Rete

Ecologica Regionale.

I Piani di Gestione e l’adeguamento a questi strumenti della pianificazione territoriale e di

settore costituiscono la base di un percorso metodologico per la realizzazione della Rete

Ecologica Regionale più logico e coerente con i principi dello sviluppo sostenibile.

Non si ritiene più infatti di agire ponendo in essere una serie non coordinata di interventi a

pioggia sul territorio, ma disciplinando le attività umane in un documento di pianificazione che

tenga conto in maniera specifica delle emergenze naturalistiche da tutelare, mediante un

aggiornamento del quadro conoscitivo, l’individuazione e localizzazione delle minacce e la

predisposizione di un piano di azione per la tutela della naturalità.

Il piano inoltre si presenta come un’occasione per stimolare la crescita di sensibilità delle

comunità locali sull’importanza della conservazione della natura, prevedendo forme di

consultazione degli attori locali.

1.1.1 Specificità del sito e tipologia di appartenenza

In seguito alla applicazione dei criteri di tipizzazione dei Siti Natura 2000 sviluppati nell’ambito

del Progetto LIFE99 NAT/IT/0062791, Il proposto Sito di Importanza Comunitaria (SIC) denominato

“Monte Chiapparo” (Cod. Natura 2000: ITA 060014) ricade all’interno della tipologia “SITI A

DOMINANZA DI PRATERIE TEROFITICHE”. I siti di questa tipologia sono dominati da vegetazione

erbacea annuale e sono caratterizzati da aspetti vegetazionali che rappresentano diversi stadi

dinamici. In particolare per quanto attiene al sito in questione l’aspetto caratterizzante è la

presenza dell’habitat di Interesse Prioritario 6220 – “Percorsi substeppici di graminacee e piante

annue dei Thero-Brachypodietea”.

I siti del gruppo sono interessati da clima tipicamente mediterraneo. La vegetazione è

frequentemente interessata da episodi di disturbo, soprattutto costituiti da incendi. Altre cause

di criticità rispetto agli obiettivi di tutela dei caratteri di questa tipologia di siti sono spesso

rappresentati da localizzati fenomeni di degradazione del suolo per compattazione, dovuti a

calpestio, localizzati fenomeni di degradazione del suolo per erosione (idrica incanalata) e

pascolo non controllato.

1 coordinamento dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione per la Protezione della Natura

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I siti di questa tipologia sono distribuiti nell’Italia centro-meridionale, prevalentemente sui

versanti tirrenico e ionico, e in Sicilia; alcuni esempi sono presenti anche in Sardegna

Indicazioni di carattere generale per la gestione di questi siti sono le seguenti:

Poiché si tratta di siti caratterizzati prevalentemente da fitocenosi a carattere secondario, nella

maggior parte dei casi è auspicabile che vengano mantenuti i processi e gli usi che ne hanno

determinato la presenza.

Nei siti di dimensioni maggiori, una porzione significativa del territorio (ad esempio, almeno il

10%) dovrebbe essere destinata all’evoluzione spontanea, verso termini più maturi delle diverse

serie di vegetazione.

Per quanto riguarda il pascolo è essenziale che nel sito venga predisposto un piano di uso

compatibile, capace d’integrare l’esigenza produttiva con la conservazione della biodiversità.

Nei pochi casi in cui questa formazione è di tipo "primario", occorre evitare l’incendio e

monitorare l’evoluzione floristica, faunistica e vegetazionale, sia mediante aree permanenti, sia

mediante rilievi fitosociologici finalizzati.

Nelle zone soggette a rischio di compattazione del suolo, occorre regolare opportunamente il

traffico veicolare e pedonale e nelle zone interessate da fenomeni di erosione occorre ridurre al

minimo le azioni che li possano innescare, come l’apertura di nuove strade.

1.1.2 Il percorso metodologico per la redazione del Piano di Gestione

Il quadro di riferimento normativo e di indirizzo definito alla scala comunitaria, nazionale e

regionale delinea nel complesso un orientamento ben strutturato per quanto riguarda la

redazione e gli obiettivi generali dei piani di gestione dei siti Natura 2000. Tali indirizzi di

struttura e contenuti rappresentano necessariamente requisiti a cui occorre attenersi nella

predisposizione degli strumenti di gestione dei SIC e ZPS. Inequivocabile e chiaro in particolare,

risulta l’obiettivo generale posto in capo alla redazione del Piano, ovvero la definizione uno

strumento capace di coniugare un dispositivo conoscitivo ampio e comprensivo delle differenti

prospettive di caratterizzazione del sito, con particolare riferimento alle valenze naturalistiche

di interesse comunitario, con la definizione di appropriate misure di conservazione e di gestione

necessarie al mantenimento in uno stato di conservazione “soddisfacente” gli habitat e le specie

per cui in sito è stato istituito.

Parallelamente però, la stessa direttiva comunitaria, nonché le linee guida ministeriali e

regionali, chiariscono che tale obiettivo sebbene essenziale e ineludibile, debba essere

considerato come un requisito di minima, riferito al rispetto degli obblighi comunitari, mentre

risulti del tutto opportuna all’interno di tali strumenti la definizione di un quadro di

compatibilità reciproca tra valenze ambientali e territoriali, dinamiche insediative ed esigenze

socio-economiche. Peraltro, proprio la maggiore complessità e articolazione del piano di

gestione rispetto ad altre misure di conservazione a cui è possibile fare riferimento, al fine di

garantire la tutela dei valori riconosciuti al sito dalle direttive comunitarie, dovrebbe essere

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giustificata anche dalla necessità di considerare rispetto ad una prospettiva più integrata e

allargata le opportunità di sviluppo sostenibile dell’area. All’interno di tale visione un elemento

essenziale è rappresentato dalla opportunità di sviluppare in modo specifico la dimensione

partecipativa e il coinvolgimento nelle procedure di piano dei diversi soggetti interessati.

In questa direzione il quadro di sfondo concettuale dello sviluppo sostenibile richiama i principi

di integrazione e di cooperazione.

Il primo si fonda sulla consapevolezza che un sistema territoriale è un ambito unitario e

multidimensionale in cui i processi di funzionamento, le tendenze evolutive dei sistemi

ambientali e insediativi, i problemi, le potenzialità, e le attività umane risultano fra loro

interdipendenti. Tale consapevolezza impone la necessità di promuovere azioni orientate alla

massima integrazione: tra ambiti territoriali, tra politiche, tra settori disciplinari, tra attori e

reti decisionali. In questo senso l’approccio interdisciplinare e l’integrazione tra contenuti e

obiettivi del Piano di Gestione dei SIC e piani generali (PRG, piani intercomunali) e di settore

costituisce l’esito di una visione strategica e integrata di riferimento per lo sviluppo sostenibile.

Il secondo si fonda sul presupposto che le attività di pianificazione e progettazione riguardano

una pluralità di attori e loro reciproche interazioni. Una procedura mirata alla definizione di

obiettivi, strategie e scelte progettuali comuni e condivise dovrà, quindi, anche comprendere il

complesso insieme di negoziazioni e conflitti derivanti dalla contemporanea presenza sulla scena

di soggetti che esprimono posizioni differenti perseguendo spesso strategie divergenti.

Rispetto a quest’ultimo orientamento metodologico e programmatico è stata impostata la

predisposizione del Piano di Gestione.

La salvaguardia dei requisiti di qualità ambientale e di conservazione stabiliti dalle direttive

comunitarie, si pongono perciò non come l’obiettivo ultimo e definitivo del progetto di piano,

ma piuttosto rappresentano una condizione certamente necessaria da garantire in funzione del

rispetto di un ordine di valore sovraordinato e di interesse generale, mentre l’obiettivo posto in

capo al processo di definizione dal basso dello strumento di gestione dell’area si configura nella

definizione di uno scenario di compatibilità tra la loro dimensione naturalistica ed ecologico-

ambientale e le attività ed i processi legati all’utilizzo della risorsa capaci di perseguire

localmente una strategia di sviluppo possibile per il territorio.

In questi termini, lo sviluppo del Piano di Gestione seguendo un approccio interscalare (dalla

scala di rete ecologica alla scala di habitat) relativamente all’analisi, all’interpretazione e alla

definizione delle linee strategiche di conservazione, consente di perseguire concretamente la

coerenza tra obiettivi, strategie ed azioni progettuali tra i diversi livelli territoriali mirati alla

conservazione della biodiversità - dalla scala regionale e provinciale a quella comunale e di

dettaglio - perseguendo l’integrazione verticale dell’apparato programmatico e decisionale

In quest’ultima prospettiva l’elevata qualità ambientale caratteristica del sito comunitario è

intesa non come un valore assoluto in se concluso. Piuttosto essa si propone come il potenziale

strategico che per esprimere le proprie prerogative di risorsa per il territorio richiede venga

intrapreso con fermezza un percorso processuale di costruzione di scenari progettuali capaci di

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mettere a valore questa potenzialità. In questi termini, adottando decisamente gli assunti

concettuali e metodologici posti alla base della codifica del principio dello sviluppo sostenibile,

la prefigurazione di possibili soluzioni di progetto, capaci di entrare in relazione con le

dinamiche portanti caratteristiche dell’area sensibile, risultano esplicitamente calibrate rispetto

alle esigenze di non compromissione delle condizioni di equilibrio e di autorigenerazione a lungo

termine delle risorse.

Finalità e criteri del Piano

Le opzioni di indirizzo concettuale e metodologico precedentemente delineate hanno guidato

verso la definizione di uno strumento caratterizzato da diversificate e tra loro coerenti

prospettive di operatività e di integrazione all’interno del sistema complessivo degli strumenti di

governo del territorio che interessano il sito Natura 2000.

In particolare l’operatività del piano è orientata verso i seguenti indirizzi di particolare

significato rispetto all’ordine di interessi della comunità locale:

− Il piano si configura come strumento di indirizzo e di supporto alle decisioni, nell’ambito dei

processi di definizione delle strategie gestionali, della programmazione e della

organizzazione della progettualità d’ambito orientata in senso ambientale. Da questo punto

di vista aspetti qualificanti del piano sono rappresentati da:

o un quadro conoscitivo completo e strutturato, comprensivo delle differenti componenti

naturali e umane che concorrono a caratterizzare specificamente il territorio;

o un repertorio della progettualità attualmente espressa nel sito;

o un quadro degli indirizzi programmatici, visioni al futuro, aspettative, orientamenti con

le quali gli attori locali e le amministrazioni si rapportano rispetto agli scenari di gestione

dell’area;

o un associato dispositivo analitico e valutativo delle relazioni tra le diverse componenti

rappresentate nei quadri precedenti, capace di fare emergere coerenze e conflitti

rispetto alle prospettive di giudizio e delle scale di valori assunte in termini espliciti.

Assunta questa forma, i contenuti e la struttura del Piano di Gestione risultano funzionali alla

predisposizione di indirizzi di organizzazione del territorio prevista da altri strumenti di pari

livello.

− Il piano si propone come strumento orientato a perseguire obiettivi di coinvolgimento dei

diversi soggetti di interesse e di integrazione dei differenti ordini di competenza e di scala

che si propongono nella gestione dei processi ambientali, insediativi e socioeconomici

dell’area del SIC. Rispetto a questo obiettivo il piano risponde in senso metodologico

ponendo i processi evolutivi del territorio, intesi nella loro complessità, dimensione unitaria

e relazionale con le altre dinamiche in atto, come riferimento del complessivo percorso di

acquisizione e analisi delle informazioni, di valutazione e di scelta delle strategie di

intervento. L’approccio multiscalare si riflette nella configurazione assunta dal dispositivo

disciplinare ed attuativo del piano che deve confrontarsi con una prospettiva di integrazione

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dei contenuti delle norme e degli indirizzi previsti nel Piano di Gestione all’interno degli

strumenti di pianificazione generale nonché dei piani di settore ed attuativi che interessano

l’area. Da questo punto di vista risulta sostanziale il ruolo assunto dal piano di gestione in

quanto strumento a maggior dettaglio sia spaziale che tematico relativamente agli aspetti di

interesse del sito Natura 2000.

− Il piano si qualifica come quadro di riferimento primario ai fini dell’espletamento delle

procedure di Valutazione di Incidenza, obbligatorie ai sensi della direttiva “Habitat” per

tutti i piani ed i progetti che interessano il sito Natura 2000 non unicamente rivolti alla sola

tutela e gestione conservativa delle valenze naturalistiche di interesse comunitario. Da

questo punto di vista risulta fondamentale la definizione di un archivio strutturato delle

conoscenze e delle caratteristiche territoriali del sito, i cui contenuti possano porsi come

banca dati a sostegno del processo di valutazione. Ancora più rilevante appare inoltre

l’opportunità di definire, rispetto ai requisiti di coerenza delle iniziative di intervento nei

confronti in particolare della scala degli interessi comunitari, ovvero di altre istanze

connesse con la sostenibilità ambientale, sociale economica della gestione del sito, un

stabile quadro chiaro e condiviso di regole e criteri di giudizio. A questo proposito un ruolo

essenziale è riferito alla qualità ed efficacia del dispositivo di valutazione integrato

all’interno del Piano. Una simile condizione permette di limitare drasticamente i margini di

indeterminatezza e di discrezionalità da parte dei soggetti tenuti a formulare un giudizio di

compatibilità rispetto ai caratteri di salvaguardia del sito, all’interno delle procedure di

valutazione dei piani e progetti.

− Il piano, in quanto strumento capace di prefigurare progettualmente scenari strategici

riferiti ad obiettivi di sostenibilità dello sviluppo e della crescita complessiva del territorio,

si configura come documento di indirizzo strategico per la pianificazione generale, di settore

e attuativa. A questo riguardo un ruolo importante è rivestito dalla adozione di un approccio

integrato nella definizione delle valutazioni e delle scelte di Piano, orientato a perseguire

esigenze di coerenza, compatibilità e coordinamento tra le differenti dimensioni di scala, di

contenuto e di competenza connesse con la gestione del sito.

− Il piano si rapporta attivamente e specificamente rispetto al processo di pianificazione e

gestione paesaggistica delle risorse territoriali, configurandosi come strumento di

integrazione degli strumenti di governo di scala superiore come i piani paesaggistici

richiamati dal DLgs 22.1.2004 n.42. Il piano di gestione, assumendo la rilevanza sovralocale

riconosciuta alla dimensione ambientale e paesaggistica del sito, nonché i requisiti di

coerenza con gli altri ordini di pianificazione, sviluppa apparati conoscitivi, valutativi e

attuativi che permettono una contestualizzazione ed una reinterpretazione in scala locale

delle individuazioni e previsioni della pianificazione paesaggistica. Da questo punto di vista,

l’operatività del piano di gestione può esprimersi in particolare all’interno delle procedure di

definizione e di sviluppo di intese finalizzate alla attuazione di interventi di valenza

paesaggistica.

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Coinvolgimento e partecipazione

La dimensione partecipativa ed il coinvolgimento all’interno del processo di piano dei diversi

portatori di interesse e soggetti territoriali interessati risultano elementi rilevanti al fine di fare

emergere, oltre che elementi conoscitivi fondamentali necessari alla costruzione del progetto,

istanze ed aspettative di chi abita il territorio o ha la responsabilità di gestire il governo dello

stesso nonché aspetti fondativi del rapporto tra popolazione e luoghi, alla base della opportunità

di individuare possibili scenari di sviluppo sostenibile dell’area.

1.1.3 Applicazione dell’iter logico decisionale

L’iter logico decisionale per la scelta del piano di gestione consiste, ai sensi delle “Linee Guida

della gestione dei Siti Natura 2000” (D.M. 3 settembre 2002), nella analisi della situazione

contingente al sito in esame, condotta dal soggetto responsabile o delegato della realizzazione

delle Misure Obbligatorie di conservazione, funzionale a verificare la necessità di adottare, ai

fine del perseguimento dell’obiettivo prioritario di garantire la presenza in condizioni

soddisfacenti degli habitat e delle specie che hanno determinato l’individuazione del sito, un

apposito Piano di Gestione.

Lo schema di tale processo, definito dalle Linee Guida ministeriali, è riportato dall’immagine

successiva.

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1.2 Struttura del Piano di Gestione

Contenuti e struttura del Piano

I contenuti e la struttura del piano riflettono necessariamente l’impostazione definita dalle

apposite “Linee Guida per la Redazione dei Piani di Gestione dei SIC e ZPS”, prodotte a cura

dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia.

La struttura del piano si articola in:

− un Quadro conoscitivo, orientato a rappresentare i contenuti di carattere conoscitivo a

supporto dello strumento di gestione;

− Valutazione delle esigenze ecologiche di habitat e specie;

− Obiettivi e Strategia Gestionale contenenti il dispositivo valutativo e di gestione, nonché

l’individuazione del parco interventi di attuazione delle strategie e degli obiettivi definiti dal

piano;

Il Quadro Conoscitivo

Relazione introduttiva: introduce il piano di gestione definendone riferimenti normativi

programmatici e concettuali, opzioni culturali, approccio metodologico, finalità e struttura.

Caratterizzazione territoriale del sito: sono descritti gli elementi informativi riguardanti il sito,

contenuti all’interno della attuale versione del Formulario Standard Natura 2000,

l’individuazione del SIC, i descrittori geografici principali e un inquadramento territoriale

generale del sito comprendente gli aspetti amministrativi ed altre informazioni descrittive

dell’area. Inoltre si riportano considerazioni circa l’attuale individuazione spaziale del sito e dei

contenuti della scheda del Formulario, in relazione alla completezza, correttezza delle

informazioni, esigenze di aggiornamento. Infine si descrivono le tipologie di habitat di interesse

comunitario la cui presenza è segnalata all’interno del SIC, la tipologia di riferimento del SIC ed

eventuali iniziative di conservazione e di tutela in corso.

Le sezioni del Quadro Conoscitivo che seguono sono riferite alla caratterizzazione ambientale e

territoriale del sito, con particolare riferimento agli elementi che motivano l’interesse

comunitario rispetto all’area, nonché delle altre valenze ambientali e territoriali capaci di

integrarsi con le precedenti al fine di fare emergere il potenziale di risorsa del settore.

Caratterizzazione abiotica del sito: fornisce una descrizione ed una analisi degli aspetti di

caratterizzazione fisica ambientale del SIC, con particolare riferimento alle tematiche di

maggiore influenza sulla biodiversità del sito

La caratterizzazione abiotica del sito comprende in particolare la descrizione del clima regionale

e locale, della geologia e geomorfologia, dell’idrologia e del suolo.

Caratterizzazione biotica del sito: distinta nelle sezioni floristico-vegetazionale e faunistica.

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Viene definito il quadro conoscitivo di riferimento relativamente alla componente floristico-

vegetazionale delle specie vegetali presenti con indicazione del valore biogeografico e

conservazionistico, l’individuazione di eventuali specie alloctone presenti e la descrizione delle

unità di vegetazione esistenti facendo riferimento alla cartografia allegata al piano di gestione.

In funzione delle analisi ed interpretazioni floristico-vegetazionali effettuate vengono definiti e

caratterizzati gli Habitat di Interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, presenti nel

SIC

La costruzione del quadro conoscitivo relativamente alla componente faunistica, prende in

considerazione le specie presenti fornendo elementi di valutazione circa il valore

conservazionistico e lo status faunistico e della zoocenosi specialmente per quanto attiene alle

specie di interesse protezionistico (prioritarie, endemiche, rare, minacciate, vulnerabili).

Caratterizzazione socio economica e insediativa: rappresenta un quadro conoscitivo di

riferimento relativamente ai principali processi insediativi e socio economici che definiscono

l'assetto organizzativo del territorio analizzato. L’analisi delle variabili socio-economiche e

insediative rappresenta un elemento fondamentale nella definizione del contesto di riferimento

e ha l’obiettivo di evidenziare eventuali criticità del sistema territoriale, che possano avere

un’incidenza sulla presenza di habitat e specie di interesse.

Caratterizzazione storico-culturale e architettonica: l’indirizzo metodologico alla base della

caratterizzazione storico culturale ed architettonica si fonda essenzialmente sul riconoscimento

del valore storico contestuale di ciascun bene e delle valenze attuali che potenzialmente legano

risorse storico culturali a risorse ambientali ed economiche. Si fornisce inoltre un inventario dei

valori archeologici, architettonici e culturali, nonché delle tradizioni locali, la cui tutela

potrebbe interagire con la conservazione degli habitat e delle specie di interesse presenti nel

sito.

Caratterizzazione paesaggistica: contenente la caratterizzazione specifica degli aspetti

paesaggistici dell’area di analisi

Valutazione delle esigenze ecologiche di habitat e specie

Sulla base del quadro documentativo e analitico sviluppato all’interno della sezione conoscitiva

del Piano di Gestione, la fase successiva è rivolta a :

− mettere a fuoco le esigenze ecologiche delle specie e delle biocenosi degli Habitat di

Interesse Comunitario;

− definire gli indicatori che consentano di valutare se le specie e gli habitat per i quali il sito è

stato individuato versino in uno stato di conservazione favorevole e che consentano di

valutarne l’evoluzione;

− valutare l’influenza sui suddetti indicatori da parte dei fattori biologici e socio-economici

individuati nel quadro conoscitivo del sito.

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Obiettivi

Una volta individuati i fattori di maggior impatto attuale e/o potenziale agenti sul sito è

possibile evidenziare le esigenze di gestione funzionali al perseguimento dell’obiettivo generale

di base del Piano di Gestione, relativo al mantenimento in uno stato di conservazione

soddisfacente le specie e gli habitat di interesse comunitario che giustificano l’individuazione del

sito. A tale riguardo dovranno essere formulati gli obiettivi gestionali generali e specifici nonché

evidenziati eventuali obiettivi conflittuali. Le priorità d’intervento saranno definite sulla base di

valutazioni strategiche che rispettino le finalità istitutive del sito.

Strategia gestionale

Questa fase consiste nella messa a punto delle strategie gestionali di massima e delle specifiche

azioni da intraprendere, unitamente ad una valutazione dei costi che devono supportare tali

azioni e ed una stima dei tempi necessari per la loro realizzazione.

La definizione di un programma di monitoraggio e di specifiche azioni ad esso correlate, basate

sull’utilizzo degli indicatori di cui ai capitoli precedenti, saranno rivolti a garantire una verifica

periodica della evoluzione del sito, anche in funzione degli esiti delle azioni di gestione poste in

essere. Ciò consentirà di valutare l’efficacia della gestione ed eventualmente modificare la

strategia.

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1. QUADRO CONOSCITIVO RELATIVO ALLE CARATTERISTICHE DEL SITO

A) Descrizione fisica del sito

La prima fase del lavoro riguarda la raccolta, l’organizzazione dei dati esistenti e l’analisi delle

informazioni già disponibili, compendiate da adeguate indagini e rilievi sul campo specialmente

per quanto attiene agli aspetti di maggiore interesse per il Piano di Gestione, al fine di definire

ed strutturare un impalcato conoscitivo di base, sul quale fare affidamento per lo sviluppo delle

successive fasi valutative e progettuali del Piano. Le attività di raccolta e analisi dei dati

riguardano i seguenti settori d’indagine: clima, geologia, geomorfologia, idrogeologia,

vegetazione, fauna, aspetti socio-economici, beni culturali e archeologici, paesaggio, quadro

programmatico e pianificazione urbana, territoriale e paesaggistica. Tale prima, essenziale base

conoscitiva potrà, evidentemente, essere oggetto di ulteriori approfondimenti e

perfezionamenti, relativamente alle componenti territoriali e ambientali considerate, in ragione

di esigenze in tal senso che potranno emergere nel corso delle successive tappe di sviluppo del

processo di piano.

A.1 Descrizione dei confini del Sito Natura 2000

INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA DI STUDIO

Il SIC ricade all’interno della provincia di Enna e risulta interamente compreso all’interno del

Comune di Agira (Figura 1 e Tav_Cap_1.A_1):

Figura 1 - : Localizzazione dell’area di studio.

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L’area si estende per complessivi 1594 ettari ed include una area collinare prevalentemente

costituita da substrati argillosi. Si tratta di un territorio molto particolare soprattutto per la

natura dei substrati (argille, calcari, marne, gessi) su cui si insediano formazioni estremamente

particolari.

L’interesse floristico-vegetazionale di questo biotopo è dato dalla presenza di alcune formazioni

vegetali a dominanza di graminacee perenni, cespitose o stolonifere, legate a condizioni

climatiche particolarmente xeriche, come pure a suoli argillosi e/o calcareo-marnosi.

Dal punto di vista bioclimatico, l’area rientra nel termotipo termomediterraneo con ombrotipo

secco (BRULLO et al., 1996).

Il paesaggio vegetale del SIC è caratterizzato dalle formazioni steppiche ad Ampelodesmos

mauritanicus, da fitocenosi a Lygeum spartum tipiche dei substrati calanchivi, da estese

superfici agricole prevalentemente coltivate a cereali, come pure da impianti artificiali ad

Eucalyptus sp.pl.

Dal punto di vista sindinamico, le formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus rappresentano degli

aspetti di degradazione delle formazioni forestali a Quercus ilex o Q. virgiliana. Il perdurare dei

fattori di disturbo, in particolare incendio e pascolo, non permette un’evoluzione di queste

formazioni secondarie verso comunità forestali più mature e devolute.

A.2 Inquadramento climatico dell’area vasta e locale

Dal punto di vista climatico sono stati presi in esame i dati termo-pluviometrici relativi alla

stazione di Catenanuova (EN) piuttosto che quelli della stazione di Agira (824 m s.l.m.) in

quanto, essendo quest’ultima posta ad una quota decisamente superiore a quella del SIC in

oggetto, è poco significativo ai fini di un inquadramento bioclimatico dell’area di Monte

Chiapparo (ZAMPINO et al. 1997).

La piovosità si aggira intorno ai 400-500 mm annui ed è concentrata prevalentemente nel periodo

autunnale ed invernale (tra ottobre e marzo, con massimi a novembre-dicembre).

Per quanto riguarda la temperatura media annua, essa si aggira intorno ai 17° C. Sulla base della

classificazione di RIVAS-MARTINEZ (1995), il clima del territorio di Monte Chiapparo rientra nel

bioclima Mediterraneo pluvistagionale oceanico fascia termomediterranea secca superiore.

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B.: bacino idrografico

A.O.P: anni di rilevamento dei dati pluviometrici

P: precipitazione media annua

T: temperatura media annua

P(mm): precipitazioni medie mensili

T(°C): temperature medie mensili

Figura 2 - Climogramma di Catenanuova da ZAMPINO et al. (1997)

A.3 Inquadramento geologico e geomorfologico

A.3.1 Descrizione geologica e geomorfologica del territorio

Inquadramento geologico

Dal punto di vista geologico l’area in studio fa parte del più ampio settore del “Bacino di

Caltanissetta” o “Bacino della Sicilia centro-meridionale” (Roda, 1967), attivamente subsidente

durante il Neogene e costituito in gran parte da sedimenti silico-clastici miocenici, dalla Serie

Gessoso-Solfifera messiniana e da successioni calcareo-marnose, argillose e calcarenitiche-

sabbiose di età pliocenica.

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Il suddetto Bacino si è generato a partire dal Miocene medio, per l’accavallamento, in età

serravaliana-tortoniana, delle falde numidiche e sicilidi sul settore esterno della Catena

Appennino-Maghrebide (Lentini et al., 1987). La parte più avanzata della Catena Appennino-

Maghrebide (Falda di Gela) si è messa in posto a partire dal Pliocene, successivamente alla

sedimentazione del ciclo evaporitico

La formazione che affiora più estesamente è il Flysch Numidico, un deposito di età oligo-

miocenica; a partire dal Miocene medio questa formazione, in seguito alla tettonica alpina, si è

scollata sovrapponendosi tettonicamente ad unità più esterne (Unità di monte Judica),

assumendo struttura a falde. Al tetto delle scaglie tettoniche di Flysch Numidico già deformate,

si sono instaurati, durante il Tortoniano superiore, dei bacini a sedimentazione detritica

caratterizzati da fondo mobile e irregolare testimoniato dalla discontinuità delle lenti sabbiose e

dalla variabilità degli spessori che costituiscono la “Formazione di Terravecchia”. Gli

affioramenti relativi al margine settentrionale di tale bacino sono spesso localizzati al nucleo di

sinclinali con assi orientati in direzione E-W, separate tra loro da processi erosivi di superficie.

Questi sedimenti mostrano, in Sicilia centro-settenrionale, facies arenaceo-conglomeratiche che

passano verso sud a facies di pelitiche, di mare aperto. Per giustificare queste geometrie

deposizionali è stata ipotizzata l’esistenza, durante il Tortoniano superiore, di un sistema

deltizio progradante verso sud e alimentato da nord dalla catena in sollevamento (Grasso e

Butler, 1991). La sequenza tortoniana si chiude con sedimenti marini (argille), che testimoniano

un approfondimento del bacino nel tardo Tortoniano. La regressione messiniana ha portato alla

sedimentazione di depositi evaporitici denominati “Serie Gessoso Solfifera”, che affiorano in

alcuni lembi nell’area in esame, come pure i Trubi (successioni carbonatico-marnose pelagiche di

età Pliocene inf.) che testimoniano invece un ritorno a condizioni oceaniche. I termini più

recenti affioranti sono le “Argille azzurre” attribuite al Pliocene inf-medio che non affiorano

nell’area del SIC. Questi sedimenti sono caratterizzati da un’estrema variabilità delle facies,

sono caratteristici di un ambiente marino poco profondo e testimoniano, con il passaggio dai

termini basali marnoso-argillosi a quelli apicali di natura arenacea, una regressione marina di

carattere regionale.

SUCCESSIONE LITOSTRATIGRAFICA

Di seguito viene schematicamente descritta la successione stratigrafica:

DEPOSITI ALLUVIONALI ATTUALI E RECENTI (Olocene): sono depositi costituiti da conglomerati,

ghiaie, sabbie, limi. Si rinvengono lungo gli alvei delle aste fluviali principali e si presentano

spesso terrazzati in più ordini. Si caratterizzano per la scarsa classazione dei materiali, fattore

che da indicazioni sul regime idraulico che ne ha determinato la deposizione.

FORMAZIONE GESSOSO-SOLFIFERA (Messiniano): affiora in alcuni lembi nell’area del SIC. E’

costituita dalla successione delle formazioni: Tripoli diatomiche bianche e fogliettate a volte

argillose con inclusi resti fossili e formazioni planctonici; calcare di base, calcare bianco

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grigiastro con laminazione parallela e intercalazione di argille brecciate; gessi primari in lamine

o massivi con grossi cristalli geminati, a tratti intercalati da argille gessose. Presenza di

intercalazioni di argille brecciate, con presenza nei Tripoli in bassa quantità, nel Calcare di base

da pochi metri a 40-50m, nei Gessi da 0 a 50-60 m.

FORMAZIONE DI TERRAVECCHIA (Tortoniano sup.): è la formazione che affiora più diffusamente

nell’area del SIC, si tratta di marne argillose grigio-azzurre e/o brune e sabbie quarzose di colore

giallastro presenti sotto forma di sottili livelli o grosse lenti.

Questa successione argilloso-sabbiosa del Tortoniano superiore si caratterizza per la notevole

variabilità di facies e spessori: si individuano marne argillose di colore grigio azzurro o bruno;

sabbie di colore giallastro scarsamente cementate, talora ben classate, quasi esclusivamente

quarzose a granulometria grossolana; arenarie di colore giallastro in strati sottili intercalati da

livelli marnoso-sabbiosi poco compatti. Nell’area in esame questi depositi giacciono in

discordanza sul substrato numidico.

FLYSCH NUMIDICO (Oligocene sup. - Langhiano inf.): nell’area del SIC affiora limitatamente a un

lembo nel settore nord orientale, si tratta di una successione costituita da prevalenti argille in

alternanza con bancate lentiformi si arenaria quarzoarenitica, queste ultime facilmente rilevabili

in affioramento in quanto evidenziate dall’erosione selettiva.

Lo spessore della formazione non è determinato.

CONDIZIONI GEOSTRUTTURALI

Dal punto di vista strutturale il territorio in esame è caratterizzato da vari sistemi di dislocazione

tettonica, orientati prevalentemente in direzione NW-SE e NE-SW. I disturbi tettonici sono

evidenziati dall’intensa fatturazione dei livelli arenacei competenti (con la conseguente

formazione di brecce di faglia) e dall’intensa microfratturazione della componente argilloso-

marnosa che lungo i piani di faglia assume caratteri di roccia sciolta tipicamente scagliosa.

L’assetto geologico-strutturale è fortemente condizionato dal processo tettonico che ha portato

al sovrascorrimento del Flysh Numidico sull’unità di M.Judica. I terreni quindi si presentano

fratturati e la struttura nel complesso è fortemente disarticolata.

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

I lineamenti morfologici sono espressi dalle forme generalmente arrotondate dei depositi

argillosi comuni alla Sicilia centro-meridionale; la configurazione geomorfologica degli

affioramenti argillosi è così caratterizzata da versanti a pendenza da debole a media, con

frequenti ondulazioni localmente interrotte, per erosione selettiva, da creste e dorsali più o

meno continue dovute all’affioramento delle marne, dei calcari e delle quarzoareniti.

La notevole variabilità delle forme si manifesta in particolare nel settore con rilievi aspri in

corrispondenza delle quote più elevate e forme dei versanti che progressivamente si

addolciscono al diminuire dell’altitudine verso il lago, fino a costituire la pianura alluvionale del

lago stesso.

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Le colline sono costituite da argille con vasti affioramenti di calcare, calcare marnoso, marne e

gessi. Su argilla l’aridità estiva del suolo è spiccata, mentre su marne e su gessi è più contenuta.

Sui terreni prevalentemente argillosi, e quindi impermeabili, in seguito alle precipitazioni

intense il terreno è inciso profondamente dalle acque di ruscellamento superficiale

determinando la formazione di solchi profondi, i calanchi, spesso confluenti gli uni negli altri, a

volte dai bordi ripidi e quasi totalmente privi di vegetazione. La natura geologica delle colline,

costituite da terreni friabili e poco compatti e il disboscamento, sono tra i principali responsabili

dei fenomeni di degrado dei versanti collinari, con frequenti fenomeni erosivi che si manifestano

in particolar modo nei tratti a maggior acclività.

A.3.2 Individuazione di falde idriche sotterranee

Sulla base delle caratteristiche geo-litologiche acquisite si possono definire le principali

caratteristiche idrogeologiche del territorio in esame. Le valutazioni che si fanno in questa sede

sono di tipo qualitativo.

Nei depositi alluvionali, sia attuali che recenti, la permeabilità varia sensibilmente in relazione

alla percentuale di frazione fine presente e può essere localmente elevata in funzione

dell’aumento aumento della componente sabbiosa e/o ciottolosa. Questi depositi quindi

presentano una permeabilità primaria per porosità (10-4<K<10-3 cm/sec) e possono essere sede di

falde idriche.

I terreni della Formazione di Terravecchia e quelli pliocenici sono costituiti essenzialmente da

marne argillose con intercalazioni arenacee e sono anche essi caratterizzati da permeabilità di

tipo misto, primaria per quanto riguarda i livelli arenacei e sabbiosi e secondaria nei livelli

litoidi. I livelli argillosi possono essere considerati impermeabili mentre gli strati di arenaria e

sabbia possiedono un certo grado di permeabilità, attribuibile comunque più alla presenza di

fessure nella roccia che alla permeabilità primaria che può essere considerata trascurabile.

Le marne argillose sono considerate praticamente impermeabili. Per questi litotipi si stima un

coefficiente di permeabilità variabile tra 10-5 e 10-8 cm/sec.

A.3.3 Individuazione delle aree classificate ad elevata pericolosità per franosità e per la

prevenzione del rischio idrogeologico

Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, dall’esame del PAI si individuano all’interno

dell’area del SIC numerose aree dissestate, nessuna delle quali classificato con un livello di

pericolosità elevato. Infatti non sono presenti aree P3 (pericolosità elevata) e P4 (molto elevata)

e non sono individuate aree classificate come P5 (siti di attenzione) ma si individuano numerose

aree assegnate al livello di pericolosità P2, che indica un livello medio di pericolosità. Queste

sono uniformemente distribuite su tutta la superficie del sito che dal punto di vista litologico si

presenta omogeneo in quanto caratterizzato dalla presenza prevalente delle formazioni

tortoniane. Le aree a rischio idraulico medio sono localizzate in corrispondenza del corso

d’acqua e lambiscono quindi i limite meridionale del SIC.

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A.3.4 Individuazione di sistemi di monitoraggio già esistenti nel territorio

Le analisi condotte finora non hanno rilevato la presenza di sistemi di monitoraggio già esistenti

nel territorio di diretto interesse.

A.4 Idrologia

A.4.1 Descrizione dei corpi idrici presenti, condizioni idrografiche, idrologiche ed

idrauliche (DMV), degli usi attuali della risorsa idrica e di quelli previsti, ivi

compresa la vocazione naturale

L’area di studio appartiene al bacino idrografico del Simeto e il suo margine meridionale è

collocato sulla riva sinistra del Fiume Dittaino, importante affluente del Simeto che attraversa la

piana di Catania. Il pattern idrografico è di tipo dendritico in quanto condizionato dai caratteri

di permeabilità medio-bassa dei litotipi affioranti ed è caratterizzato da linee di corrivazione in

lento e graduale approfondimento che confluiscono verso l’asta principale del Dittaino. Le

incisioni presentano regime idraulico marcatamente torrentizio in quanto le portate sono

strettamente legate alla stagionalità e all’intensità delle precipitazioni, con lunghe secche estive

e la maggior portata dell’acqua nel periodo autunno-inverno.

A.4.2 Individuazione di Reti di monitoraggio esistenti (localizzazione punti di misura e

parametri)

Le analisi condotte finora non hanno rilevato la presenza di sistemi di monitoraggio già esistenti

nel territorio di diretto interesse.

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B) Descrizione biologica del sito

B.1 Verifica e aggiornamento dei dati di presenza riportati nella scheda Natura

2000

Di seguito si analizzano i dati riportati nelle Schede del Formulario Standard Natura 2000,

riportando le sezioni di interesse con le relative informazioni di aggiornamento:

B.1.1 Monte Chiapparo

Codice Sito: ITA0060014 Tipo: B Superficie: 1594 ha

Data prima compilazione dalla Scheda: 06/1998

Data ultimo aggiornamento: 12/2005

Aspetti botanici

Il SIC Monte Chiapparo è costituito da un’area collinare caratterizzata da suoli molto primitivi e

poveri di humus di natura prevalentemente argillosa e calcareo-marnosa. Le caratteristiche

bioclimatiche del sito, unitamente alla notevole aridità edafica dei substrati, condizionano

fortemente la vegetazione che si rinviene nel sito in esame. Infatti, la tipologia vegetazionale

maggiormente rappresentata è quella delle praterie steppiche xeriche caratterizzate dalla

dominanza di graminacee perenni il cui optimum vegetativo si ha proprio nelle fasce

bioclimatiche termo e mesomediterranea in stazioni con valori di piovosità molto bassi. Questa

vegetazione si insedia su substrati geo-pedologici di varia natura, prevalentemente caratterizzati

da una forte componente argillosa ed interessati da intensi fenomeni erosivi.

Dall’analisi della scheda Natura 2000 relative al sito ITA060014, le tipologie di habitat presenti

sono le seguenti:

SCHEDE NATURA 2000 CONSEGNA ARTA DICEMBRE 2007

HABITAT DESCRIZIONE HABITAT

5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici

6220 *Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

In seguito a verifiche puntuali sul campo è stato possibile accertare la reale esistenza degli

habitat/specie segnalati nella scheda e, ove necessario, sono stati aggiunti gli habitat/specie

non segnalati, ma la cui presenza è stata accertata. In particolare, l’habitat 5330 (Arbusteti

termo-mediterranei e pre-steppici) non è presente, mentre è stato trovato l’habitat 1430

(Praterie e fruticeti alo-nitrofili (Pegano-Salsoletea)) che, pur non essendo segnalato nella

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Scheda N2000, è stato rinvenuto all’interno del SIC (cfr. schede fitosociologiche allegate). Per

quanto riguarda le specie, a quelle riportate nella Scheda Natura 2000 si aggiungono altri taxa

rinvenuti all’interno del SIC (come può evincersi dai rilievi fitosociologici) e non riportati nella

relativa scheda. Essi sono: Centaurea solstitialis ssp. schouwii, Hyparrhenia hirta, Salsola

oppositifolia e Atriplex halimus.

Proposta di aggiornamento del Formulario Standard Natura 2000

Tenendo conto delle conoscenze personali, dei dati inediti, delle recenti ricerche e dei

sopraluoghi di verifica effettuati da parte del gruppo di esperti botanici, che hanno curato gli

aspetti specialistici di competenza del Piano di Gestione, sono state aggiornate le informazioni

contenute nella scheda Natura 2000 relative al SIC “Monte Chiapparo”.

Le tabelle che seguono riportano le diverse sezioni del Formulario Standard che sono state

oggetto di aggiornamento (nuovi dati in grassetto)

LOCALIZZAZIONE DEL SITO (SEZ.2)

2.1. LOCALIZZAZIONE CENTRO SITO

LONGITUDINE LATITUDINE

E 1 4 3 2 0 5 3 7 3 3 5 6

2.2. AREA(ha): 2.3. LUNGHEZZA SITO(Km):

1 5 9 4

2.6. REGIONE BIO-GEOGRAFICA:

X

Boreale Alpina Atlantica Continentale Macaronesica Mediterranea

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INFORMAZIONI ECOLOGICHE (SEZ.3)

La nuova percentuale di copertura è calcolata, in ambiente GIS, in base alle superfici

rappresentate nella cartografia degli Habitat

RAPPRESENTATIVITÀ = grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito. Per la

codifica della rappresentatività è stato adottato il criterio proposto nel Formulario Natura 2000:

− A: rappresentatività eccellente

− B: buona rappresentatività

− C: rappresentatività significativa

− D: presenza non significativa

SUPERFICIE RELATIVA = superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla

superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale. Per la

codifica della rappresentatività è stato adottato il criterio proposto nel Formulario Natura 2000:

− A: 100 > = p > 15%

− B: 15 > = p > 2%

− C: 2 > = p > 0%

STATO DI CONSERVAZIONE = Grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di

habitat naturale in questione e possibilità di ripristino.

− A: conservazione eccellente

− B: buona conservazione

− C: conservazione media o ridotta

3.1. Tipi di HABITAT presenti nel sito e relativa valutazione del sito:

TIPI DI HABITAT ALLEGATO I:

CODICE %

COPERTA RAPRESENTATIVITA

SUPERFICIE

RELATIVA

GRADO

CONSERVAZIONE

VALUTAZIONE

GLOBALE

1 4 3 0 2 C C B C

6 2 2 0 5 0 C C B B

Copertura

totale 5 2

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VALUTAZIONE GLOBALE = Valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di

habitat naturale in questione.

− A: valore eccellente

− B: valore buono

− C: valore significativo

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3.3. Altre specie importanti di Flora e Fauna

GRUPPO

U M A R P I V NOME SCIENTIFICO

POPOLAZIONE

MOTIVAZIONE

V Elaeoselinum asclepium (L.) Bertol.

C

D

V Eryngium tricuspidatum L. var. bocconii (Lam.)

Fiori

R

B

V

Eryngium triquetrum Vahl

C

D

V Matthiola fruticulosa ssp. coronopifolia (Sm.)

Giardina & Raimondo

R

B

V

Seseli tortuosum L. var. tortuosum

R

D

V

Lygeum spartum L.

C

D

V

Ophrys bertolonii Moretti

R

C

V

Ophrys incubacea Bianca

R

C

V

Ophrys lutea Cavanilles

C

C

V

Ophrys obaesa Lojac.

R

B

V

Orchis italica Poiret

C

C

V Centaurea solstitialis L. ssp. schouwii (DC.)

Dostál

C

D

V

Hyparrhenia hirta (L.) Stapf

C

D

V

Salsola oppositifolia L.

R

D

V

Atriplex halimus L.

R

D

N.B.: alcune delle spcie qui riportate, ancorchè abbastanza diffuse in Sicilia, caratterizzano dal punto di vista

floristico-vegetazionale il SIC in esame. Pertanto, dato il loro interesse particolare fitogeografico si è ritenuto

opportuno segnalarne la presenza.

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DESCRIZIONE SITO (SEZ.4)

Tipi di Habitat Percentuali

N01 Marine areas, Sea inlets

N02 Tidal rivers, Estuaries, Mud flats, Sand flats, Lagoons (including saltwork basins)

N03 Salt marshes, Salt pastures, Salt steppes

N04 Coastal sand dunes, Sand beaches, Machair

N05 Shingle, Sea cliffs, Islets

N06 Inland water bodies (Standing water, Running water) 2

N07 Bogs, Marshes, Water fringed vegetation, Fens

N08 Heath, Scrub, Maquis and Garrigue, Phygrana

N09 Dry grassland, Steppes 12

N10 Humid grassland, Mesophile grassland

N11 Alpine and sub-Alpine grassland

N12 Extensive cereal cultures (including Rotation cultures with regular fallowing) 81

N13 Ricefields

N14 Improved grassland 2

N15 Other arable land 1

N16 Broad-leaved deciduous woodland

N17 Coniferous woodland

N18 Evergreen woodland

N19 Mixed woodland

N20 Artificial forest monoculture (e.g. Plantations of poplar or Exotic trees)

N21 Non-forest areas cultivated with woody plants (including Orchards, groves, Vineyards, Dehesas) 1

N22 Inland rocks, Screes, Sands, Permanent Snow and ice

N23 Other land (including Towns, Villages, Roads, Waste places, Mines, Industrial sites) 1

N24 Marine and coastal habitats (general)

N25 Grassland and scrub habitats (general)

N26 Woodland habitats (general)

N27 Agricultural habitats (general)

TOT 100

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Aspetti faunistici

La verifica delle schede da parte del gruppo di esperti faunisti, che hanno curato gli aspetti

specialistici di competenza del Piano di Gestione, si è basata essenzialmente su dati di

bibliografia, dati inediti e sulla consultazione di esperti e membri della comunità scientifica

attivi sul territorio siciliano. Nel caso del SIC – ITA 060014 Monte Chiapparo non sono state

rilevate osservazioni.

3.2.a. Uccelli elencati dell'Allegato 1 della Direttiva79/409/CEE

CODICE NOME POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

STANZ. MIGRATORIA Popolazione Conserv Isolam Globale

Riprod. Svern. Stazion.

A 1 0 1 Falco

biarmicus

P C B B C

3.2.b. Uccelli migratori abituali non elencati nell'Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

CODICE NOME POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

STANZ. MIGRATORIA Popolazione Conserv Isolam Globale

Riprod. Svern. Stazion.

3.2.c. MAMMIFERI elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

CODICE NOME POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

STANZ. MIGRATORIA

Riprod. Svern. Stazion. Popolazione Conserv Isolam Globale

3.2.d. ANFIBI E RETTILI elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

CODICE NOME POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

STANZ. MIGRATORIA

Riprod. Svern. Stazion. Popolazione Conserv Isolam Globale

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3.2.e. PESCI elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

CODICE NOME POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

STANZ. MIGRATORIA

Riprod. Svern. Stazion. Popolazione Conserv Isolam Globale

3.2.f. INVERTEBRATI elencati nell'Allegato II Direttiva 92/43/EEC

CODICE NOME POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

STANZ. MIGRATORIA

Riprod. Svern. Stazion. Popolazione Conserv Isolam Globale

3.3. Altre specie importanti di Flora e Fauna

GRUPPO

U M A R P I V

NOME SCIENTIFICO

POPOLAZIONE

MOTIVAZIONE

U Merops apiaster D C

U Saxicola torquata D C

M Hystrix cristata P C

M Lepus corsicanus P B

R Chalcides ocellatus tiligugu C C

R Hierophis viridiflavus

R Podarcis sicula sicula C C

R I Podarcis wagleriana C B

I Acinipe calabra P B

I Amegilla quadrifasciata C D

I Anthophora plumipes squalens C D

I Augyles maritimus R D

I Auletobius maculipennis R D

I Coenagrion caerulescens caesarum R D

I Dentilla curtiventris R D

I Micrillus testaceus R D

I Myrmecophilus acervorum R D

I Nomada dira R D

I Nomada furva R D

I Paragomphus genei R D

I Platycleis ragusai R B

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GRUPPO

U M A R P I V

NOME SCIENTIFICO

POPOLAZIONE

MOTIVAZIONE

I Plutonium zwierleinii R D

I Pseudoyersinia lagrecai R B

I Pyganthophora atroalba C D

I Tasgius pedator siculus C B

I Tinodes waeneri R D

I Tropidotilla litoralis C D

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29

B.2 Ricerca bibliografica della letteratura rilevante

Sono state effettuate delle ricerche bibliografiche, relativamente ai vari aspetti inerenti l’area

indagata, sia per quanto concerne la parte biotica che abiotica.

Aspetti botanici

BRULLO S. 1984 - L’alleanza Bromo-Oryzopsion miliaceae in Sicilia. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat.

17 (323): 239-258.

BRULLO S., DE MARCO G., SIGNORELLO P. 1990 – Studio fitosociologico delle praterie a Lygeum

spartum dell’Italia meridionale. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. 23 (336): 561-579.

BRULLO S., GIUSSO DEL GALDO G., MINISSALE P., SIRACUSA G. & SPAMPINATO G. 2002 –

Considerazioni sintassonomiche e fitogeografiche sulla vegetazione della Sicilia. Boll. Acc.

Gioenia Sci. Nat. 35:325-359

BRULLO S., MARCENÒ C. 1984 – Contributo alla conoscenza della classe Quercetea ilicis in Sicilia.

Not. Fitosoc. 19: 183-229

BRULLO S., SCELSI F., SIRACUSA G. & SPAMPINATO G. 1996 - Caratteristiche bioclimatiche della

Sicilia. Giorn. Bot. Ital. 130(1): 177- 185.

CONTI F., MANZI A., PEDROTTI F. 1997 – Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia. Società

Botanica Italiana e Associazione Italiana per il World Wildlife Fund, pp. 104. Camerino (MC).

DURO A., PICCIONE V., SCALIA C., ZAMPINO S. 1996 – Precipitazioni e temperature medie mensili

in Sicilia relative al sessantennio 1926-1985. – Atti 5° Workshop Progr. Strat. C.N.R. Clima Amb.

Terr. Mezzogiorno (Amalfi, 28-30 Aprile 1993), C. N. R., 1:17-109.

GIARDINA G., RAIMONDO F.M., SPADARO V. 2007 – A catalogue of plants growing in Sicily.

Bocconea 20: 1-582

GENTILE S., DI BENEDETTO G. 1962 – Su alcune praterie a Lygeum spartum L. e su alcuni aspetti

di vegetazione di terreni incolti della Sicilia orientale e Calabria meridionale. Delpinoa 3: 65-

151.

GREUTER W., BURDET L., LONG G. 1984-1989 - Med-Checklist I-III. Conser. Jard. Bot. Geneve.

MINISSALE P. 1995 - Studio fitosociologico delle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus della

Sicilia. Coll. Phytosoc. 21: 615-652.

PIGNATTI S. 1982 - Flora d’Italia. Vols. 1-3. Edagricole, Bologna.

RIVAS-MARTINEZ S., FERNANDEZ-GONZALEZ F. LOIDI J., LOUSÃ M. & PENAS A. 2001 –

Syntaxonomical checklist of vascular plant communities of Spain and Portugal to association

level. Itinera Geobotanica 14: 5-341.

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30

RIVAS-MARTINEZ S., DIAZ T. E. FERNANDEZ-GONZALEZ F., IZCO J., LOIDI J., LOUSÃ M. & PENAS A.

2002 – Vascular plant communities of Spain and Portugal. Addenda to the syntaxonomical check-

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TUTIN T.G., HEYWOOD V. H., BURGES N.A., MOORE D.M., VALENTINE D.H., WALTERS M. & WEBB

D.A.1964-1980 - Flora Europaea. - 1-5, Cambridge.

ZAMPINO S., DURO A., PICCIONE V., SCALIA C. 1997 – Fitoclima della Sicilia. Termoudogrammi

secondo Walter e Lieth delle stazioni pluviometriche della Sicilia centrale – Atti 6° Workshop

Progr. Strat. C.N.R. Clima Amb. Terr. Mezzogiorno (Taormina, 13-15 Dicembre 1995), C. N. R.

1:199-228.

Aspetti faunistici

BRUNO S., 1970 – Anfibi e Rettili di Sicilia (Studi sulla Fauna Erpetologica Italiana.XI) - Atti

dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali, Catania (serie VII), 2: 185-326.

LO VALVO F., 1998 – Status e conservazione dell’erpetofauna siciliana - Il Naturalista siciliano,

S. IV, 22 (1-2): 53-71.

LO VALVO F. & LONGO A.M., 2001 – Anfibi e Rettili in Sicilia - WWF Sicilia, Palermo, 85 pp.

LO VALVO M., MASSA B. & SARÀ M. (red.), 1993 – Uccelli e paesaggio in Sicilia alle soglie del

terzo millennio – Il. Naturalista siciliano, 17 (suppl.): 1-371.

RUFFO S. & STOCH F. (Eds.), 2005 – Checklist e distribuzione della fauna italiana – Memorie del

Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 2serie, Sezione Scienze della Vita, 16.

TURRISI G.F. & VACCARO A., 1998 – Contributo alla conoscenza degli Anfibi e dei Rettili di

Sicilia - Bollettino dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali, Catania, 30 (353) (1997): 5-88.

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31

B.3 Studi di dettaglio

B.3.1 Indagini effettuate e metodologie adottate

Aspetti botanici

Le ricerche fitosociologiche effettuate nel SIC in esame, come pure i dati di letteratura relativi a

quest’area o a territori limitrofi, hanno permesso di individuare alcune comunità vegetali.

L’elenco completo delle comunità vegetali rinvenute nell’area è riportato nello schema

sintassonomico che segue (cfr. B.3.2), mentre si rimanda agli elaborati cartografici per la

distribuzione nel territorio indagato delle cenosi vegetali. Va tuttavia precisato che, alla scala

adottata, le formazioni che occupano piccole e frammentate superfici non sono state riportate

negli elaborati cartografici.

Per la nomenclatura floristica si è fatto riferimento alla Med-Checklist (GREUTER et al., 1984-89),

Flora Europaea (TUTIN et al., 1964-80 e 1993) e Flora d’Italia (PIGNATTI, 1982) oltre che alle più

recenti checklist aggiornate di CONTI et al. (2005) e GIARDINA et al. (2007). Per l’inquadramento

sintassonomico delle fitocenosi si sono seguiti gli schemi proposti da RIVAS-MARTINEZ et al. (2001,

2002) BRULLO et al. (2002). Infine, per la corretta interpretazione delle serie di vegetazione, sono

state altresì indagate, su base sinfitosociologica, le correlazioni sindinamiche (catenali e seriali)

esistenti fra le diverse comunità.

Il procedimento metodologico che adottato, si è articolato nelle fasi di lavoro di seguito

schematizzate.

Analisi della Scheda Natura 2000. – Ha riguardato la consultazione della suddetta scheda e la

verifica delle motivazioni che hanno portato alla designazione del SIC, con particolare

riferimento agli habitat ed alle specie prioritarie.

Individuazione ed analisi degli habitat – sono state effettuate le verifiche sul territorio

relativamente agli habitat ed alla superficie occupata dalle singole specie con un aggiornamento

della scheda. Le basi conoscitive già esistenti, realizzate recentemente alla scala regionale con

importanti progetti di analisi e mappatura del territorio (in particolare con i Progetti Carta della

Natura e Carta degli Habitat) hanno permesso di partire dalla rappresentazione, in scala

1:10.000, di importanti descrittori della qualità ambientale del territorio (habitat Corine

Biotopes, Habitat Natura 2000, Uso del Suolo). In particolare si è proceduto alla verifica ed

aggiornamento della Carta degli Habitat (versione 2007) utilizzando come base topografica la

Carta Tecnica Regionale (scala:10.000). La procedura adottata ha previsto lo sviluppo di indagini

condotte tramite tecniche di fotointerpretazione, utilizzando le ortofotocarte più recenti

disponibili (2007), con fotorestituzione dei limiti relativi alle unità fisionomiche indicate,

compendiate e integrate dai sopralluoghi e i rilievi diretti condotti sul campo

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32

Verifiche in campo della Carta degli Habitat – E’ stato condotto il controllo in campo dei limiti

cartografici delle unità fisionomiche individuate ed esecuzione di rilevamenti, secondo il metodo

fitosociologico della Scuola Sigmatista di Zurigo-Montpellier. Ciò al fine di pervenire ad un

inquadramento sintassonomico dei tipi vegetazionali presenti sul terreno, nonché alla

realizzazione e stesura degli elaborati finali, relativi all’area complessiva oggetto del Piano di

Gestione.

Analisi sullo stato di conservazione e della qualità del sito. – Già contemporaneamente alle

fasi precedenti è stata avviata la raccolta di informazioni e dati, tali da fornire indicazioni sugli

aspetti ritenuti critici e/o significativi per la conservazione degli habitat e/o delle specie che

hanno motivato la designazione del sito. Tali elementi conoscitivi ed interpretativi appaiono

essenziali ai fini dello sviluppo delle successive fasi valutative e progettuali del piano.

Aspetti faunistici

L’individuazione degli ambienti faunistici ha riguardato le specie di interesse comunitario (campi

3.2 e 3.3 del Formulario standard aggiornato).

Basandosi sulle tipologie di habitat individuate nella carta degli habitat (codici Habitat e Corine

Biotopes), per ogni specie è stato definito lo spettro degli habitat utilizzati all’interno del SIC,

nonché la loro modalità di utilizzazione ed il loro grado di idoneità ambientale; quest’ultima è

stata valutata in una scala di valori da 1 a 3, secondo i criteri della sottoelencata tabella,

determinati in base alle notizie bibliografiche ed alle conoscenze dirette, nonché alla situazione

ecologico-ambientale di ogni SIC:

1 = idoneità scarsa

2 = idoneità media

3 = idoneità alta

A titolo esemplificativo viene qui di seguito riportata la scheda relativa al Lanario (Falco

biarmicus)

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33

CB_CODICE HAB_CODICE

(*PRIORITARIO) CLC LEGENDA USO IDONEITA’

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-

Brachypodietea) Foraggiamento Media

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub

mediterranei Foraggiamento Media

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Foraggiamento Media

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con

vegetazione glareicola Foraggiamento Media

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Foraggiamento Media

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con

Lygeum spartum Foraggiamento Media

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Foraggiamento Media

Per quanto riguarda l’utilizzazione potenziale degli habitat è stato possibile individuare le

seguenti tipologie:

1. Riproduzione, foraggiamento;

2. Riproduzione

3. Foraggiamento

4. Ricovero

che nello specifico si intendono come segue:

habitat di riproduzione: gli habitat frequentati dalla specie per la riproduzione e le attività

connesse (corteggiamento, roosting, etc).

habitat di foraggiamento: gli habitat utilizzati dalla specie per alimentarsi e per le attività

connesse (caccia, ricerca attiva della risorsa, controllo del territorio, etc), comprendendo anche

gli habitat utilizzati dai migratori a tale scopo.

habitat di ricovero: che includono gli habitat utilizzati per il riposo, lo stazionamento, ricovero

temporaneo, comprendendo anche gli habitat utilizzati dai migratori a tale scopo.

Una specie può utilizzare ciascun habitat per svolgere più funzioni, non è raro che per esso possa

essere utilizzato sia per la riproduzione che per il foraggiamento.

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34

B.3.2 Inquadramento della vegetazione dal punto di vista fitosociologico

Sui rilievi collinari che caratterizzano il SIC in oggetto, nell’ambito della vegetazione naturale si

osservano esclusivamente aspetti di vegetazione erbacea ed arbustiva di tipo steppico. In

particolare risultano abbastanza diffuse le praterie a Lygeum spartum che si localizzano sui

calanchi e sugli affioramenti argillosi. Queste formazioni sono riferibili al Lygeo-Eryngietum

dichotomi, associazione frequente in aree della Sicilia centrale. Un’altra formazione prativa ben

rappresentata nel sito è quella ad Ampelodesmos mauritanicus che forma densi popolamenti sui

substrati marnosi o calcareo-marnosi. Per la sua composizione floristico questa vegetazione è

ascrivibile al Seseli tortuosi-Ampelodesmetum mauritanici, associazione legata a condizioni

ambientali di marcata xericità. Frequenti sono pure le praterie ad Hyparrhenia hirta che

prediligono stazioni rocciose come le creste ed i versanti a maggiore acclività. Queste cenosi

sono da riferire all’Hyparrhenietum hirto-pubescentis, associazione diffusa in tutto il territorio

siciliano.

Dal punto di vista sindinamico queste praterie perenni rappresentano in genere degli aspetti di

degradazione delle formazioni boschive che, nell’area indagata, sono potenzialmente

rappresentate dall’Oleo-Quercetum virgilianae, come pure della macchia edafofilo dell’Oleo-

Euphorbietum dendroides.

Nel SIC si osservano altresì comunità arbustive alo-nitrofile, appartenenti alla classe Pegano-

Salsoletea, che si insediano in genere sui substrati argillosi o argilloso-marnosi. Queste

formazioni sono abbastanza diffuse nelle stazioni più aride del Mediterraneo meridionale, in

quanto ben adattate a tollerare lunghi periodi di siccità.

La notevole antropizzazione del territorio, soprattutto a causa dello sfruttamento agricolo, del

pascolo e del disboscamento, ha portato alla totale scomparsa delle formazioni legnose sia

forestali che di macchia, come pure ad una riduzione delle superfici interessate dalle praterie

steppiche. Ciò ha favorito l’estendersi degli incolti che normalmente sono colonizzati da

comunità subnitrofile effimere dell’Echio-Galactition che in quest’area sono in massima parte

riferibili al Centauretum schouwii. Frequenti sono pure i praticelli effimeri a ciclo invernale-

primaverile che tendono a formare cenosi a mosaico con le praterie dei Lygeo-Stipetea. Essi

rientrano nella classe Stipo-Trachynetea distachyae e possono descritti come Aggr. a Stipa

capensis, cenosi particolarmente ricca in microfite e geofite. Per quel che riguarda le aree

coltivate, prevalgono i campi di cereali che sono interessati da una vegetazione infestante

riferibile ai Papaveretea rhoeadis, durante il periodo vegetativo, mentre gli aspetti post-

colturali a ciclo estivo-autunnale sono riferibili al Chrozophoro-Kichxietum integrifoliae,

associazione del Diplotaxion erucoidis.

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Di seguito si riporta lo schema sintassonomico relativo al SIC in oggetto:

INQUADRAMENTO SINTASSONOMICO DELLA VEGETAZIONE

LYGEO-STIPETEA Rivas-Martinez 1978

Hyparrhenietalia hirtae Rivas-Martinez 1978

Hyparrhenion hirtae Br.-Bl., P. Silva & Rozeira 1956

Hyparrhenietum hirto-pubescentis A & O. Bolòs & Br.-Bl. in A. & O. Bolòs 1950

Avenulo-Ampelodesmion mauritanici Minissale 1995

Seseli-Ampelodesmetum mauritanici Minissale 1995

Lygeo-Stipetalia Br.-Bl. & O. Bolòs 1958

Moricandio-Lygeion sparti Brullo, De Marco & Signorello 1990

Lygeo-Eryngietum dichotomi Gentile & Di Benedetto 1961

PEGANO-SALSOLETEA Br.-Bl. & O. Bolòs 1958

Salsolo-Peganetalia Br.-Bl. & O. Bolòs 1954

Artemision arborescentis Gèhu & Biondi 1986

Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis Biondi 1986

STELLARIETEA MEDIAE R. Tx., Lohmeyer & Preising ex Von Rochow 1951

Solano-Polygonetalia convolvuli (Sissingh in Weshtoff et al. 1946) O. Bolòs 1962

Diplotaxion erucoidis Br.-Bl. In Br.-Bl. Et al. 1936 em. Brullo & Marcenò 1980

Chrozophoro-Kichxietum integrifoliae Brullo & Marcenò 1980

Thero-Brometalia (Rivas Goday & Rivas-Martinez ex Esteve 1973) O. Bolòs 1975

Echio Plantaginei-Galactition tomentosae O. Bolòs & Molinier 1969

Centauretum schouwii Brullo 1983

STIPO-TRACHYNETEA DISTACHYAE Brullo in Brullo et al. 2001

Stipo-Bupleuretalia semicompositi Brullo in Brullo, Scelsi & Spampinato 2001

Plantagini-Catapodion marini Brullo 1985

Aggr. a Stipa capensis

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TABELLE FITOSOCIOLOGICHE

Tabella 1 - Seselio-Ampelodesmetum mauritanici

TIPOLOGIA DI VEGETAZIONE: SESELIO-AMPELODESMETUM MAURITANICI MINISSALE

1995

CODICE N2000: 6220*

Num. Rilevamento 1

Quota m. s.l.m. 380

Inclinazione (°) -

Esposizione -

Sup. rilevata (mq) 50

Copertura totale (%) 70

Cop. strato arboreo (%) -

Cop. strato arbustivo (%) -

Cop. strato erbaceo (%) 100

Alt. media vegetazione (m) 0,6

Ampelodesmos mauritanicus 3

Seseli tortuosum +

Avenula cincinnata 1

Eryngium bocconei 1

Carlina gommifera 2

Micromeria greca +

Carlina corymbosa +

Asphodelus ramosus 1

Dactylis hispanica 1

Charybdis marittima 1

Asperula aristata ssp. Scabra +

Eryngium campestre +

Thymbra capitata +

Fumana thymifolia 1

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Tabella 2 - Lygeo-Eryngietum dichotomi

TIPOLOGIA DI VEGETAZIONE: LYGEO-ERYNGIETUM DICHOTOMI GENTILE & DI

BENEDETTO 1961

CODICE N2000: 6220*

Num. Rilevamento 1

Quota m. s.l.m. 380

Inclinazione (°) -

Esposizione -

Sup. rilevata (mq) 50

Copertura totale (%) 70

Cop. strato arboreo (%) -

Cop. strato arbustivo (%) -

Cop. strato erbaceo (%) 100

Alt. media vegetazione (m) 0,4

Lygeum spartum 3

Eryngium dichotomum +

Eryngium triquetrum +

Asphodelus ramosus 1

Dactylis ispanica 2

Asphodeline lutea +

Galactites elegans 1

Avena sterilis +

Daucus carota 1

Ecballium elaterium +

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Tabella 3 - Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis

TIPOLOGIA DI VEGETAZIONE: ATRIPLICI HALIMI-ARTEMISIETUM ARBORESCENTIS BIONDI 1986

CODICE N2000: 1430

Num. rilevamento 1

Quota m. s.l.m. 370

Inclinazione (°) -

Esposizione -

Sup. rilevata (mq) 50

Copertura totale (%) 70

Cop. strato arboreo (%) -

Cop. strato arbustivo (%) 50

Cop. strato erbaceo (%) 20

Alt. media vegetazione (m) 1

Artemisia arborescens 3

Asparagus albus 2

Capparis sicula 1

Hyparrhenia hirta +

Eryngium campestre +

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39

B.3.3 Scheda di valutazione del grado di invasività delle specie aliene

Aspetti botanici

L’area di studio non è interessata da intensi fenomeni di diffusione invasiva di specie aliene. Si

menziona l’introduzione di origine antropica di diverse specie appartenenti al genere Eucalyptus

che tuttavia occupano delle superfici piuttosto esigue. Di seguito è riportata la scheda relativa

alla presenza delle specie invasive, predisposta secondo il modello fornito dall’Assessorato

Regionale Territorio e Ambiente (sono state omesse le specie non riscontrate nel sito).

Sito di Importanza Comunitaria Lago di Pozzillo

Taxa Presenza Numero di nuclei o gruppi Giudizio sul grado di invasività

Eucalyptus camaldulensis Dehnh. si <5 scarso

Aspetti faunistici

Non sono state individuate specie di vertebrati appartenenti a fauna alloctona.

B.3.4 Valore floristico degli habitat

Relativamente al previsto elaborato in oggetto, costituito da una rappresentazione cartografica

informatizzata ottenuta dalla sovrapposizione delle carte di idoneità ambientale delle singole

specie presenti nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE., non sono state individuate all’interno

del SIC specie floristiche elencate all’interno del suddetto allegato.

B.3.5 Valore faunistico degli habitat

E’ riportato in allegato l’elaborato cartografico informatizzato (Tav_Cap_1.B.3.5) ottenuto dalla

sovrapposizione delle carte di idoneità ambientale delle singole specie presenti negli allegati II,

IV e V della Direttiva Habitat, all'Articolo 4 della Direttiva 79/409/CEE e delle specie di cui alla

tab. 3.3 motivazione A e B del Formulario Standard Natura 2000.

B.3.6 Habitat delle specie

In assenza della carta del Valore floristico degli habitat, l'elaborato in oggetto, previsto dalle

indicazioni regionali come risultato della sovrapposizione di quest’ultima carta e di quella del

Valore faunistico degli habitat, è stato realizzato facendo riferimento alla sola carta del Valore

faunistico degli habitat.

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40

B.3.7 Descrizione di aree di importanza faunistica

La presenza degli animali nel paesaggio è pervasiva. La rappresentazione cartografica dei valori faunistici si pone quindi come un obiettivo difficile da conseguire in modo adeguato per diverse

ragioni. In primo luogo la mobilità propria delle specie animali non consente un’identificazione

spaziale stabile delle loro popolazioni, che si sottraggono alla percezione immediata. Per

raggiungere lo scopo l’unico approccio possibile è quello di identificare i territori che posseggono

tipologie di habitat che possano soddisfare le esigenze ecologiche delle diverse componenti della

fauna. Un certo numero di specie è presente con popolazioni straordinariamente numerose e la

loro diffusione è determinata dalle attività umane. Per altre specie della fauna selvatica, invece,

la sopravvivenza è messa a rischio dagli eccessi e dagli squilibri legati alle attività antropiche.

Queste ultime specie costituiscono una parte fondamentale della biodiversità che garantisce il

mantenimento degli equilibri ecologici e da alcuni decenni sono oggetto di strategie di

conservazione promosse da convenzioni internazionali, direttive europee, nonché leggi nazionali

e regionali.

Ponendo come supporto di partenza la carta degli Habitat Natura 2000 e relativa legenda,

l’analisi del territorio è stata effettuata associando lo studio delle ortofoto a sopralluoghi ed

utilizzando i dati faunistici frutto di precedenti studi, nonché le informazioni reperite in

bibliografia. Sono state individuate le aree che, a vario titolo e importanza, presentano

caratteristiche ritenute importanti per l’ecologia delle singole specie e dei popolamenti

faunistici, dunque per la permanenza di una biodiversità più o meno significativa. Di seguito

viene fornita una classificazione in tipologie e una descrizione generale di tutte le aree,

determinate tra gli habitat del Sito (in parentesi sono indicati i corrispondenti codici Corine

Biotopes come da Carta degli Habitat a cui si fa riferimento), considerate come “aree di

interesse faunistico” e che sarebbe bene tenere in adeguata considerazione. Dipendentemente

dalle specie possono essere siti utilizzati per la riproduzione, la nidificazione, il foraggiamento, il

ricovero, la sosta. Le tipologie descritte vanno da quelle riconosciute ad elevata complessità,

come i boschi, a quelle apparentemente più banali come i coltivi: relativamente all’utilizzo che

ne fa la singola specie queste aree hanno un “valore” diverso (cfr. paragrafo su esigenze

ecologiche e idoneità ambientali).

Rappresentazione cartografica delle aree di “particolare interesse faunistico”.

Trattandosi di siti già riconosciuti come ad elevato stato di naturalità reale e/o potenziale,

dunque in teoria come aree da gestire in toto con oculatezza destinando una particolare

attenzione primariamente ad habitat e specie animali, nella restituzione cartografica si è

tentato di evidenziare quelle porzioni di territorio, indipendentemente dagli habitat, che per il

loro ruolo ecologico, unicità relativa, sensibilità alle modificazioni (soprattutto di origine

antropica, ma non solo), posizione sul territorio, peculiarità intrinseca sono da salvaguardare

maggiormente. In ogni caso queste aree si intendono come ad integrazione delle aree di valore

faunistico (cfr. cartografia relativa) che rispecchiano l’idoneità ambientale per le varie specie.

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41

Bacini d’acqua artificiali (22.1)

Tali aree, sebbene artificiali, offrono opportunità di sopravvivenza a molte specie di vertebrati

ed invertebrati, che altrimenti sarebbero assenti dal territorio in questione. Questi ambienti

contribuiscono ad accrescere sensibilmente la eterogeneità ambientale e la biodiversità a livello

di specie. Tali corpi idrici sono infatti utilizzati da molte specie di uccelli di passo, soprattutto

limicoli, che li utilizzano come delle vere e proprie “zone umide” e dall’erpetofauna, in

particolare dagli anfibi notoriamente legati all’acqua per l’espletamento del loro ciclo biologico,

ma anche da specie di invertebrati paludicole, o comunque igrofile.

Ambiti fluviali e torrenti (24.225)

Le aree indicate con questa tipologia sono strutture con corsi d’acqua temporanei o permanenti

in cui è ancora presente una vegetazione riparia più o meno evoluta. Esse rappresentano degli

importanti corridoi ecologici e spesso sono utilizzate come aree rifugio dalla fauna selvatica in

aree intensamente sfruttate dall’agricoltura. L’habitat individuato come tale categoria è di

importanza comunitaria.

Prati e Pascoli (34.36)

Si tratta di diverse tipologie di ambienti aperti caratterizzati dalla utilizzazione a pascolo.

Spesso si tratta di zone con suolo molto povero e con affioramenti rocciosi. Queste aree hanno

un notevole interesse per la fauna; oltre che veri e propri corridoi ecologici, esse rappresentano

zone di foraggiamento dei rapaci e habitat di elezione per numerose specie di uccelli proprie

degli ambienti aperti. Un gran numero di specie di insetti sono esclusive di questi habitat e la

presenza del bestiame al pascolo è all’origine di numerose catene alimentari.

Praterie aride (34.5, 34.622, 34.633)

Si tratta di ambienti xerici che ospitano una fauna molto specializzata. Accresce il loro interesse

il fatto che su questi habitat il pascolo esercita una pressione molto ridotta. Sono classificate

come habitat di interesse comunitario.

Colture estensive (82.3)

Campi a cereali, leguminose foraggiere, ortaggi ed altre piantagioni da reddito a ciclo annuale.

La qualità e la diversità faunistica dipende dall’intensità delle pratiche agricole e dalla presenza

di vegetazione naturale ai margini o all’interno dell’area a coltivo. Sono comunque utilizzate

dalla fauna, anche da specie di interesse comunitario, come aree di foraggiamento o per gli

spostamenti.

Agroecosistemi di interesse faunistico (83.11)

Fungono da aree di foraggiamento, sosta, riposo e talora nidificazione per la fauna. Per tale

motivo, in generale esse, oltre a connotare fortemente il paesaggio in modo armonico con la

natura, rivestono comunque un notevole significato per la conservazione della fauna e

dell’avifauna in modo particolare.

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42

B.3.8 Definizione delle relazioni del Piano di gestione con la Rete Ecologica Regionale ed

individuazione delle reti e dei corridoi ecologici presenti e potenziali sia all'interno

del piano sia all'interno di ciascun sito

La frammentazione del paesaggio ed i cambiamenti che si verificano in esso fanno sì che le

chiazze isolate sono spesso di ridotta estensione per sostenere popolazioni vitali. Le popolazioni

locali sono sottoposte a pressioni antropiche tali da essere costantemente a rischio di

impoverimento in numero di individui e nei casi estremi anche di scomparsa estinzione in

seguito. In questo quadro di colloca l’opportunità di una rete ecologica che permetta

l’interconnesione tra le varie popolazioni locali nonchè il loro spostamento con possibilità di

maggiore diffusione.

Dunque nell’ambito della pianificazione di territorio, soprattutto se finalizzata ad azioni di

tutela e salvaguardia dei beni naturalistici, la presenza di corridoi ecologici, aree permeabili e

stepping-stones aumentano senza dubbio la coerenza ecologica dell’area vasta. La elaborazione

di una cartografia relativa alla individuazione di corridoi ecologici mira a cogliere le connessioni

reali o potenziali fra habitat e siti ai fini di una migliore salvaguardia della loro biodiversità

floro-faunistica.

L’intero territorio di un SIC e/o ZPS rappresenta un’area centrale del sistema, caratterizzato

generalmente da un’elevata naturalità, rappresentando uno dei nodi della Rete Ecologica.

I corridoi ecologici, assicurando una continuità fisica tra ecosistemi, hanno come funzione

principale quella di mantenerne la funzionalità e conservarne i processi ecologici (flussi di

materia, di energia, di organismi viventi). Tuttavia, piuttosto che limitarsi al concetto di

corridoio, per la redazione del PdG e per il contesto territoriale nel quale esso si colloca, sembra

più opportuno applicare il concetto di connettività. Più che a livello di ecosistemi, il problema è

stato affrontato a scala di paesaggio, secondo un’ottica di connettività diffusa.

La connettività è funzione sia delle differenti tipologie ambientali, sia delle caratteristiche

intrinseche proprie delle differenti specie che si disperdono. Essa, quindi, oltre ad essere

determinata da una componente strutturale, legata al contesto territoriale, è determinata anche

dalle caratteristiche eco-etologiche delle specie.

Le diverse componenti faunistiche hanno una diversa “percezione” del mosaico ambientale per

cui emerge una oggettiva difficoltà ad individuare vie di dispersione generalizzate e valide per

tutte le specie animali. Le funzioni di collegamento o di barriera degli elementi territoriali sono

infatti legate alle differenti caratteristiche bioecologiche delle specie di volta in volta

considerate.

Ai fini di una corretta individuazione e perimetrazione delle aree di collegamento fra i nodi ad

elevata naturalità sarebbe necessario conoscere in dettaglio le esigenze eco-etologiche e la

struttura spaziale delle singole popolazioni. L’analisi rigorosa di una problematica così complessa

richiederebbe tuttavia tempi e livelli di approfondimento delle conoscenze ben più lunghi

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rispetto a quelli previsti per la redazione del PdG.

L’individuazione delle aree di collegamento ecologico, che deve comunque essere ritenuta

sufficiente ai fini degli obiettivi perseguiti dal PdG, è stata elaborata seguendo un approccio

fisico-strutturale basato su elementi geomorfologici, idrografici, vegetazionali etc. desunti da

cartografie tematiche. L’individuazione delle suddette aree è stata effettuata tra aree nucleo,

con l’individuazione di collegamenti reali, più o meno continui, tra i SIC dell’ambito territoriale

in questione e i SIC più prossimi.

Nella cartografia le diverse tipologie di aree di collegamento ecologico sono state individuate

attraverso l’interpretazione di ortofoto digitali a colori (scala 1:10.000 anno 2007) affinata con

l’ausilio della carta degli habitat, della carta dell’uso del suolo e della carta della Natura. Di

grande aiuto, in questa fase, sono state anche le carte tecniche regionali in scala 1:10.000.

Nella tabella a seguire vengono riportate le tipologie di aree di collegamento ecologico

individuate e il grado di permeabilità relativo ai diversi ambienti.

Tipologia Definizione Inquadramento

Corridoi lineari

Aree naturali di collegamento

ecologico con struttura lineare e più o

meno continua; rappresentano habitat

adeguati per numerose specie.

Nel contesto territoriale in esame

seguono generalmente i corsi d’acqua

e la vegetazione associata, o sono,

comunque, rappresentati da fasce di

vegetazione naturale intercluse fra

aree trasformate dall’uomo. Essendo

rappresentati, nella maggior parte dei

casi da fasce ristrette, è auspicabile

un loro potenziamento.

Stepping stones

Frammenti di habitat naturale che

possono fungere da aree di sosta e

rifugio (oltre che di foraggiamento)

per numerose specie durante il

passaggio attraverso una matrice

paesaggistica ad esse meno

favorevole. Sono considerate dunque

aree ad elevata permeabilità.

Per lo più costituite da vegetazione a

macchia o arborea, sono

rappresentate da frammenti residui di

habitat naturale immersi in una

matrice paesaggistica di colture

agricole estensive ed ambienti

urbanizzati. La loro conservazione

appare di importanza strategica in un

ottica di salvaguardia delle

popolazioni e di connettività a livello

di paesaggio.

Aree ad elevata bio-permeabilità

Uno o più frammenti di habitat in

condizioni di naturalità, a diffusione

più ampia delle stepping stones, che

possono fungere da aree di sosta e

rifugio (oltre che di foraggiamento)

per le specie.

Sono rappresentate da garighe,

cespuglieti, praterie e prati.

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Tipologia Definizione Inquadramento

Aree a media bio-permeabilità

Configurazione spaziale di habitat a

sfruttamento colturale estensivo che

permettono agevolmente i movimenti

faunistici e/o la connettività a livello

di paesaggio. Sono ad esempio usate

come aree per il foraggiamento o lo

spostamento da numerosi mammiferi e

uccelli.

Sono costituite per lo più da

seminativi estensivi e a struttura

complessa, dagli agro-ecosistemi

considerati di interesse faunistico

(arboreti: oliveti e frutteti), nonchè

dalle piantagioni artificiali a conifere.

Aree a bassa bio-permeabilità

Sono aree con un gradiente di

permeabilità più elevato rispetto alle

aree urbane, ma comunque di

interesse ecologico notevolmente

basso; tali ambienti, per le loro

caratteristiche vegetazionali o per le

loro ridotte estensioni, possono essere

considerate come aree utilizzate dalla

fauna soltanto per lo spostamento

all’interno della matrice

paesaggistica.

Nell’ambito in questione tali aree

sono rappresentate dagli agrumeti, dai

vigneti e dalle piantagioni artificiali

ad Eucaliptus.

All’interno dell’elaborato cartografico allegato (Tav_Cap_1.B_6 - Carta dei corridoi ecologici) è

fornita una rappresentazione dei principali caratteri di connettività ecologica che caratterizzano

il territorio a cui appartiene l’area in esame.

In particolare nell’ambito territoriale in questione è evidente come sia pervasiva una matrice

ambientale a media e alta biopermeabilità, dove antropizzazione e urbanizzazione ricoprono,

seppur con qualche eccezione, un ruolo marginale. La continuità ecologica tra i differenti SIC

(individuati come core areas) è dunque assicurata, sulla vasta scala, dai prati e dai coltivi

estensivi che, sebbene soprattutto per questi ultimi si tratta di ambienti non naturali, svolgono

un ruolo fondamentale per le attività di spostamento e di foraggiamento degli animali.

La matrice che circonda Monte Chiapparo presenta una media connettività costituita quasi

esclusivamente da seminativi estensivi e le stepping stones sono per lo più rappresentate da

bacini d’acqua artificiali, ad uso agricolo per l’irrigazione, che si ritrovano intramezzati nelle

distese coltivate.

I corridoi lineari individuati a partire dal SIC in questione verso SIC più prossimi corrispondono ad

alcuni corsi d’acqua più o meno importanti. In particolare: alcuni torrenti minori giungono al

Fiume Dittaino da cui, attraverso il Torrente Calderari, il Torrente Mulinello e il Vallone Malati si

arriva al SIC ITA060010 - Vallone Rossomanno; attraverso il Torrente Salito, nonché attraverso il

Vallone la Cute, il Sito è collegato al SIC ITA060007 – Vallone Piano della Corte; il collegamento

con il SIC ITA060001 – Lago Ogliastro è permesso da una rete di fiumi minori, torrenti e valloni

(es. Fiume Secco, Vallone Zingaro) che si ricollegano al Fiume Dittaino; sempre a partire dal

Fiume Dittaino, attraverso suoi affluenti si giunge al SIC ITA060015 – Contrada Valanghe; il Sito è

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collegato al SIC ITA060003 – Lago di Pozzillo attraverso il Vallone di Modica e il Vallone Nuglia

Stramazzo, attraverso i torrenti in Contrada Branche e Contrada Marcato Crudo, attraverso il

Vallone Sciaguana e il Vallone Tribuzio.

Di seguito, a titolo di riferimento più generale delle strategie di gestione ecologica proposte

dagli enti territoriali per il settore vasto a cui appartiene il sito in esame, si riportano le sezioni

rappresentative dello Schema Direttore di Rete Ecologica Provinciale elaborato dal Servizio

Pianificazione del Territorio e Gestione Riserve, Assessorato Territorio e Ambiente, VIII Settore –

Ambiente Territorio e Protezione Civile della Provincia Regionale di Enna.

La proposta di rete ecologica della Provincia di Enna: metodologia e progetto.

Il momento iniziale di definizione dello schema di rete di connessione ecologica è stato

improntato alla definizione dell’analisi conoscitiva degli elementi presi in considerazione al fine

di definire e valutare simultaneamente il quadro delle risorse ambientali presenti nel territorio

la cui presenza rappresenta di per sé un valore (semplice) per trasformarsi, attraverso

l’individuazione del sistema reticolare di connessione ecologica, in valore aggiunto pienamente

rispondente alle finalità proposte reticolare di connessione ecologica.

Gli elementi analitici di supporto (risorse), in piena adesione alla metodologia proposta, sono

stati individuati simultaneamente in un elaborato grafico rappresentativo dell’armatura

territoriale ambientale che vuole significare il quadro di accumulazione complessivo delle risorse

di cui è dotato il territorio provinciale (incroci tematici) al fine di costruire la proposta

progettuale della rete di connessione e valorizzazione eco ambientale sperando di concretizzare

l’obiettivo dello sviluppo sostenibile.

Il percorso progettuale si è riferito ed ha tenuto in considerazione i seguenti documenti ed atti di

pianificazione:

− il P.T.P.R. come atto di pianificazione sovraordinata;

− la Carta della Natura come riferimento per i sistemi e le unità del paesaggio;

− il Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve naturali;

− la rete dei SIC e delle ZPS ( Natura 2000) individuata dalla Regione siciliana.

Si è guardato anche ai tematismi di base del progetto di massima del PTP (struttura fisica e

strategia) costruiti sulla base delle informazioni raccolte ed organizzate dal Servizio di

pianificazione territoriale della Provincia Regionale di Enna in seno al SIT.

Questa fase ha consentito la raccolta e la individuazione cartografica degli elementi componenti

analitici funzionali alla definizione della rete di connessione ecologica provinciale e la loro

differenziazione tra gli elementi di valorizzazione paesaggistico- ambientale (risorse) ed i fattori

di detrazione, degrado e dissonanza ambientale (frammentazione) causati dalle progressive

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espansioni urbane lineari, dagli interventi antropici e dal sempre maggiore consumo di suolo

biopermeabile.

Inoltre, sono stati valorizzati i diversi studi commissionati dalla Provincia Regionale di Enna nel

corso degli anni passati che avevano afferenza alle odierne tematiche di interesse della rete

ecologica provinciale.

Attraverso gli opportuni incroci tematici e la loro valutazione critica e ragionata è stato possibile

costruire i tematismi delle aree di qualità e di quelle soggette a stress ambientale a causa della

presenza degli elementi tipici della frammentazione indispensabili alla definizione delle linee di

intervento operativo relative alla predisposizione degli elementi connettivi idonei alla

valorizzazione ambientale e al contenimento dei fattori di squilibrio e degrado degli elementi

naturali e paesaggistici.

Questa fase dell’acquisizione degli elementi conoscitivi ha prioritariamente considerato come

elementi invarianti di base della strategia di valorizzazione ambientale, attraverso la rete di

connessione ecologica, il quadro attuale scaturente dai parchi, dalle riserve e dalla rete dei SIC

come elementi fondamentali di qualificazione territoriale e di mantenimento-potenziamento

della biodiversità.

La proposta progettuale di individuazione della rete ecologica provinciale si inserisce in un

contesto ancora privo di indirizzi e direttive regionali di riferimento specifico e assume per

questo motivo un doppio ruolo:

− interno al Piano Territoriale Provinciale configurandosi come approfondimento settoriale

capace però di integrare gli interventi di tutela e quelli di promozione di interventi di

sviluppo azionati dal potenziamento delle risorse naturali unitamente agli elementi del

patrimonio storico-testimoniale;

− esterno volendo rappresentare il riferimento propositivo-progettuale espresso direttamente

dal territorio dell’area vasta provinciale interessata per costituire il riferimento alla

definizione delle linee di programmazione regionale nella predisposizione della Rete

Ecologica Siciliana.

Tale strumento che vuole essere, contemporaneamente, propositivo ed operativo sia nei riguardi

dei Comuni - visti come entità amministrative primarie e fondamentali della definizione delle

linee di assetto urbanistico locale e della compartecipazione alla definizione delle strategie di

pianificazione territoriale provinciale - che della stessa Regione Siciliana competente alla

predisposizione degli atti di pianificazione dell’inquadramento regionale.

Per questo motivo la proposta di individuazione della rete ecologica provinciale, con gli elementi

costitutivi della stessa, intende acquisire la valenza di atto amministrativo di orientamento,

indirizzo e proposta nei confronti della pianificazione comunale e di quella sovraordinata.

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47

Allo scopo, inoltre, di trasformare la superiore esigenza in concretezza territoriale non ci si può

limitare alla sola individuazione cartografica delle componenti progettuali che concorrono alla

definizione della rete ecologica provinciale occorrendo la predisposizione di un sistema

normativo specifico concepito non in maniera rigida ma articolato in indirizzi e direttive rivolto

soprattutto, in conseguenza di quanto fino ad ora detto, alle singole realtà comunali nell’ambito

delle attività di formazione e aggiornamento degli strumenti urbanistici di propria competenza:

ciò rappresenta l’unica possibilità che permette alla Provincia di esercitare il ruolo di

coordinamento del processo di pianificazione territoriale nei riguardi anche della conservazione

e valorizzazione degli aspetti ambientali come assegnatole da precise disposizioni legislative

senza porsi in contrapposizione alle volontà e alle competenze comunali.

Utilizzando le categorie funzionali costitutive delle reti ecologiche (nodi – aree cuscinetto –

corridoi e aree di appoggio) si è definita una prima ipotesi strutturale della rete ecologica

provinciale i cui elementi nodali fondamentali sono costituiti dagli ambienti naturali,

caratterizzati da un alto grado di naturalità e associata biopermeabilità, corrispondenti

all’insieme delle aree naturali protette (parchi, riserve naturali, SIC, ZPS) come gangli della

continuità ambientale.

L’applicazione concreta del concetto di biopermeabilità allo schema direttore della rete

ecologica provinciale permette di conoscere, sulla base di un approccio immediato, quelle aree

che possono assolvere meglio di ogni altra (aree libere da urbanizzazioni, antropizzazioni

intensive, infrastrutturazioni e forme di produzione agricola intensive) alle funzioni di

collegamento ecologico per le componenti faunistiche e per la tutela della biodiversità.

Anche in questo caso, si è preso come riferimento il modello concettuale elaborato nel corso

della ricerca Planeco condotta dal Dipartimento di Urbanistica dell’Università dell’Aquila.

Tale modello costruisce la carta della biopermeabilità articolata per settori territoriali ove si

conservano in maniera più integra le caratteristiche ecosistemiche ambientali prendendo ad

utilizzazione la Carta dell’Uso del suolo elaborata sulla base della standardizzazione europea di

Corine Land Cover.

Attraverso le varie categorie dell’uso del suolo si è costruita una matrice sintetica delle singole

aree articolata in biopermeabilità alta, media e bassa poiché il suddetto richiamato modello

specifica che l’esclusione di alcune aree ( ad es. Oliveto e colture arboree di pregio, etc.) è

“estremizzata, per consentire al metodo di evidenziare in forma più marcata gli ambiti con

naturalità residua”.

Questo modello è stato rappresentato cartograficamente ed ha un significato importante alla

scala territoriale di area vasta in quanto esprime con sufficiente chiarezza le caratteristiche di

naturalità del territorio che lette contemporaneamente con quelle di continuità ambientali

confermano le aggregazioni territoriali ove meglio sono riscontrabili e leggibili tali caratteri.

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Va precisato, in questa sede, che la validità del modello della biopermeabilità se è stata

validamente accertata per una scala territoriale di riferimento medio-grande che

contraddistingue quella provinciale di area vasta essa richiede approfondimenti e analisi sulle

singole specie faunistiche per validamente rappresentare il funzionamento bioecologico della

dimensione locale.

Dovranno essere, di conseguenza, le varie realtà comunali, in sede di predisposizione dell’atto di

pianificazione urbanistica generale, rappresentato fondamentalmente dal P.R.G., ad inserire le

tematiche ambientali tra quelle di studio ed analisi nella consapevolezza che dalla salvaguardia

dei valori ambientali e da modelli comportamentali e di intervento corretti possono derivare

azioni di rilancio economico locale, basati sull’interazione pubblico-privato o pubblico-pubblico.

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Quadro sinottico delle caratteristiche di biopermeabilità delle diverse aree territoriali

BIOPERMEABILITA’ ALTA

AMBITI CLASSIFICAZIONE DELLE AREE

1 Aree lacuali, zone umide e superfici di pertinenza

Laghi naturali e artificiali, bacini artificiali di accumulo, rete idrografica fluviale e torrentizia

2 Aree boscate e di interesse forestale

Superfici boscate di diversa composizione

floristica e strutturale, ancorché di origine

artificiale e antropica con consolidamento e utilizzazione nell’accessibilità e fruibilità.

3 Ambiti di affioramento dei litotipi privi o quasi di coperture vegetali

Ambiti con vegetazione rada o pressoché privi di

coperture vegetali: rocce prive di copertura vegetazionale, aree incolte, aree calanchive, geotopi e aree minerarie dismesse.

4 Pascoli Prati e pascoli sopra il limite della vegetazione arborea.

5 Aree sommitali Crinali, linee di spartiacque

AMBIENTI A BIOPERMEABILITÀ MEDIA

6 Colture seminative Aree a seminativi estensivi in ambiti con buona articolazione biologica.

7 Colture consociate particellari e incolti, mosaici colturali complessi

Colture legnose agrarie e arboree.

Sistemi colturali particellari complessi anche con coltivi in ambiti a buona articolazione biologica.

AMBIENTI A BIOPERMEABILITÀ NULLA

8 Ambiti urbanizzati e infrastrutturati a

distribuzione areale

Tessuti urbanizzati.

Superfici di pertinenza urbana e impianti di ser-vizio allo spazio urbano. Aree industriali e artigianali

9 Ambiti infrastrutturati a distribuzione

lineare

Reti stradali, reti ferroviarie.

Se gli elementi appena individuati sono pienamente funzionali alla realizzazione dell’obiettivo

del consolidamento degli ambienti naturali già esistenti per il mantenimento della biodiversità si

è proceduto all’identificazione, attraverso la lettura delle componenti del quadro analitico,

della trama delle connessioni ambientali essenziali (elementi lineari,areali e puntuali) alla

costruzione della rete ecologica provinciale.

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In questo senso i diversi elementi della rete di connessione ecologica provinciale costituiscono da

un lato fattore di riequilibrio ambientale, di contrasto alla perdita di biodiversità e di riduzione

dei fenomeni di rischio, specialmente quello idrogeologico e quello relativo alla desertificazione

e dall’altro, incentivo alla promozione degli interventi di sviluppo locale ecosostenibile. Da ciò

scaturisce che la rete ecologica provinciale deve essere intesa non come fattore generativo di

cogenti vincoli ma elemento di orientamento per le politiche di sviluppo territoriale capace di

incentivare le attività economiche durature e non impattanti basate sulla valorizzazione delle

risorse ambientali; parallelamente, le nuove infrastrutturazioni necessarie ad una maggiore

coesione territoriale per eliminare situazioni di disagio socio-economico e di perifericità

dovranno guardare al quadro della valorizzazione ambientale adottando ogni criterio di

mitigazione per evitare l’interruzione della continuità ambientale.

La proposta di rete ecologica provinciale, attraverso la proposizione dello schema direttore,

contribuisce in questa maniera ad instaurare un legame tra quelle esigenze specificatamente

ecologiste tipiche di una visione ecocentrica della salvaguardia e tutela delle risorse (stato della

conservazione ambientale rigidamente stazionario) e quelle orientate allo sviluppo di quelle

attività basate su un uso attento e parsimonioso delle risorse naturali (sviluppo sostenibile)

attraverso lo sviluppo successivo che deve essere capace di promuovere proposizioni progettuali

operative con il coinvolgimento profondo dei soggetti interessati e di quelli espressi dagli

strumenti di pianificazione comunale.

In questo senso gli elementi individuati che strutturano lo schema direttore provinciale della rete

ecologica non intendono rappresentarne una completezza di definizione rigidamente preordinata

e definita ma devono arricchirsi e maggiormente specificarsi, anche cartograficamente, grazie

agli apporti tipicamente più locali propri del livello comunale e che dovrebbero essere espressi,

contenuti e destinati a particolare attenzione nei documenti settoriali della pianificazione

urbanistica comunale, quali ad es. la relazione agro-forestale.

Ne consegue che lo schema direttore della rete ecologica provinciale costituendo un primo

quadro di riferimento per la valorizzazione ambientale della totalità del territorio provinciale,

instaura un positivo confronto e spinte innovative con le realtà comunali per la maggiore

precisazione ed individuazione, a scala locale, degli elementi strutturanti della rete ecologica

stessa.

Pertanto, i singoli elementi presenti nelle voci di legenda dello schema direttore non hanno il

significato di valore amministrativo cogente ma orientativo per le singole politiche locali

coordinate dal quadro di riferimento provinciale.

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Ordinamento normativo degli elementi dello schema direttore: matrice di garanzia per la tutela,

l’uso e la fruizione

Nel seguito si riporta la matrice di controllo della struttura costituiva dello schema direttore

della rete ecologica provinciale le cui specificazioni di dettaglio, anche cartografico, sono

demandate ai singoli comuni in sede di formazione dei loro strumenti urbanistici generali o nella

predisposizione di progetti settoriali, mentre alla Provincia viene riservata la funzione del

coordinamento promuovendo ed intensificando momenti di confronto tra i vari soggetti, siano

essi istituzionali che della società civile.

Occorre precisare, in aggiunta, che accanto ai problemi emergenti per singole tipologie di aree

sono stati indicati sia il sistema di indirizzi di tutela sia un complesso (progetti-scopo) finalizzate

alla promozione di interventi di valorizzazione e fruizione capaci di innescare la promozione

economica dei singoli territori nella convinzione che le risorse ambientali e culturali del

territorio non sono solo beni-scrigno dell’identità territoriale specifica ma elementi di possibile

promozione e vantaggio economico

La matrice di sintesi così articolata intende rappresentare un quadro sinottico rivolto soprattutto

alle entità istituzionali comunali che in sede di formazione e revisione degli strumenti di

pianificazione locale dovranno trasformare, nel sistema delle coerenze territoriali, in organica

regolamentazione normativa urbanistica propria della pianificazione locale.

La pianificazione locale deve porsi l’obiettivo primario di individuare nel dettaglio le risorse

ambientali e di relazionare le politiche delle tutele a quelle degli interventi ed usi compatibili.

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AREE DI COMPLETAMENTO RETE ECOLOGICA

NUMERO NOME COMUNE ETTARI

1 Boschi di Monte Scopino

Nicosia – Gagliano C.to – Cerami - Nissoria

3070

2 Boschi di Buscemi Gagliano C.to – Regalbuto - Troina

3352

3 Serra di Vito o di Cagnina

Troina 638

4 Montagna di Mezzo Leonforte - Nicosia 1011

5 Lago Nicoletti Enna – Leonforte 416

6 Gole del Fiume Morello

Enna 373

7 Monte Partesina e Alto Morello

Villarosa – Calascibetta - Enna 1767

8 Monte Scalpello Agira 75

9 Vallone Seriori e Cateratte

Enna 375

10 Parco suburbano Rocche di

Pietraperzia

Pietraperzia 279

11 Lago Olivo Piazza Armerina 518

12 Colline di Baccarato Aidone - Piazza Armerina 606

13 Rilievi di Gatta e Cozzo Tumino

Piazza Armerina - 688

14 Parco di Zuccaleo-Calumeli

Cerami 82

15 Parco suburbano Villa Lucrezia

Villarosa 4

16 Parco urbano di Assoro

Assoro 5

17 Parco urbano di Catenanuova

Catenanuova 7

18 Parco delle Aquile Centuripe 31

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SISTEMA AMBIENTALE- PAESISTICO

RISORSE PROBLEMI TUTELE VALORIZZAZIONE

SIC e ZPS Assenza di piani di gestione, scarsa divulgazione, attività antropiche incompatibili

Conservazione e recupero degli elementi significativi della naturalità delle aree, attività antropiche compatibili e mitigazione degli impatti, inserimento opere ambientali per garantire la continuità, opere e progetti di rilevante importanza territoriale in assenza di alternative

Piano di azione per la valorizzazione, conservazione e monitoraggio, promozione socio-economica basata sulla valorizzazione del patrimonio naturale complessivo (sistema biotico ed abiotico), osservazione naturalistica

Rimboschimenti e Boschi

Incendi, essenze vegetazionali alloctone, discontinuità manutentiva, scarsa fruizione ed accessibilità, attività abusive o incompatibili

Conservazione ed ampliamento delle superfici boscate accompagnate da gestione forestale capace di promuovere lo sviluppo delle essenze vegetazionali autoctone, utilizzazione ed usi corretta e compatibili del patrimonio boschivo

Creazione di sentieri verdi (escursionistici e didattici), valorizzazione dei prodotti del bosco, reintroduzione specie faunistiche, vivai forestali di ecotipi locali, protezione alberi monumentali

Fiumi, laghi ed aree umide

Fenomeni erosivi dei terreni ed aree di contatto, sistemazioni e regimazioni idrauliche incompatibili, inquinamenti, disturbi antropici

Attività antropiche compatibili, protezione degli alvei e delle sponde, rinaturazione, preservazione dei caratteri dell’ambiente circostante, interventi edilizi turistico-ricettivi di qualità ed insediativi radi e con caratteri tipologici compatibili

Piano di valorizzazione naturalistica e turistica dei laghi, programma provinciale di monitoraggio delle caratteristiche quali-quantitative dei corpi idrici, formazione delle biocenosi attraverso il mantenimento e potenziamento di fasce vegetazionali, corridoi ecologici

Biotopi, Parchi e Riserve naturali

Gestioni discontinue ed occasionali, polverizzazione e non coordinamento degli interventi, degradi,

Conservazione dei valori ecosistemici, degli habitats, mantenimento delle attività agro-silvo-pastorali,

Piani di sistemazione ed utilizzazione delle riserve naturali, Programma provinciale di valorizzazione socio economica e fruizione delle riserve naturali, turismo sostenibile,

Nuove aree di protezione

Diminuzione della biodiversità, espansioni ed attività edilizie incontrollate, frammentazione ambientale

Mantenimento dei caratteri tradizionali delle aree, interventi di riqualificazione ambientale e rinaturazione, mantenimento delle attività agro-silvo-pastorali, attività produttive e commerciali compatibili, trasformazioni edilizie ed urbanistiche finalizzate alla conduzione delle attività tradizionali

Miglioramento dell’offerta ambientale paesistica del territorio provinciale, valorizzazione dell’agricoltura biologica e dei prodotti tipici locali, utilizzazioni agrituristiche, valorizzazione delle matrici rurali degli insediamenti e degli abitati

Geotopi Scarsa conoscenza e sensibilità, privatizzazione delle aree, attività di escavazioni e prelievi incontrollati

Interventi di recupero e conservazione ambientale, protezione dei frammenti geologici, zone e fasce di rispetto dei geotopi, restauro e riuso dei manufatti produttivi tradizionali,

Rete ecomuseale della memoria storica diffusa collegata al patrimonio geologico e minerario dismesso, diffusione dei caratteri del geopark, attività di ricerca scientifica,

Crinali ed Aree sommitali

Reti tecnologiche aeree, erosione e degrado paesaggistico

Conservazione dei caratteri di integrità geomorfologica, mantenimento delle emergenze e percezioni visive paesaggistiche, esclusione delle attività edilizie e trasformative del territorio, mantenimento degli usi tradizionali

Rete di percorsi e sentieri panoramici attraverso il riutilizzo e la rifunzionalizzazione delle preesistenze sentieristiche e della viabilità storica

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SISTEMA AMBIENTALE- PAESISTICO

RISORSE PROBLEMI TUTELE VALORIZZAZIONE

Aree verdi urbane e suburbane

Degrado ed assenza continuativa di interventi manutentivi, discontinuità nei contesti urbani e suburbani

Conservazione delle superfici libere, mantenimento delle destinazioni urbanistiche, nuovi ambiti urbani e suburbani di ricostruzione e diffusione ecologica

Svago e tempo libero, fruizione didattica,

Percorsi storici (trazzere e ferrovie dimesse)

Abbandono, inaccessibilità, privatizzazione delle aree e dei sedimi

Mantenimento delle connessioni con gli elementi di naturalità ed i valori del paesaggio agrario tradizionale, interventi manutentivi con tecniche tradizionali,mantenimento di fasce di rispetto

Rete ciclopedonale degli Erei, percorsi e sentieri naturalistici

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Figura 3 - Schema Direttore di Rete Ecologica Provinciale - caratteristiche della biopermeabilità del territorio provinciale

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Figura 4 - Schema Direttore di Rete Ecologica Provinciale

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C) Descrizione agroforestale del sito

C.1 Descrizione agricolo – forestale del Sito

Inquadramento Regionale

All’interno della Regione Sicilia la porzione occupata da colture agrarie risulta essere pari a circa

il 69,72% dell’intera superficie dell’isola, mentre le aree boscate, includendo con esse i

popolamenti forestali artificiali, le aree parzialmente boscate ed i boschi degradati equivalgono

all’ 8,20% della superficie totale2.

Per quanto riguarda la copertura forestale della Regione, dai dati forniti dall’ISTAT del 2001, è

possibile vedere che i boschi occupano circa 221.492 ha di superficie, di cui 112.653 ha di

montagna, 101.273 ha di collina e 7.566 ha di pianura 3; di tutta la copertura forestale regionale

circa 108.229 ha ricadono all’interno dei siti della Rete Natura 20004.

Nel 1948 venne eseguita, in tutta la Regione, una graduale opera di riforestazione, che riuscì a

far raggiungere i valori attuali di copertura boschiva; le specie maggiormente impiegate in

questa operazione furono: nel piano basale i pini mediterranei (pino d’Aleppo, domestico, e

marittimo in ordine di frequenza), il cipresso comune ed arizonico; a quote più alte il pino nero

d’Austria, il pino laricio ed il cedro dell’Atlante, mentre sono stati deludenti i risultati ottenuti

con il pino insigne. Tra le latifoglie figuravano l’ontano napoletano, il frassino minore, il

castagno, l’acero campestre, l’olmo campestre e la roverella. Molto utilizzata è stata anche la

robinia soprattutto nelle zone di frana, scarpate e corsi d’acqua5.

Dall’interpretazione di differenti fonti è possibile affermare che il patrimonio forestale naturale

e seminaturale della Regione Sicilia si aggira attorno agli 85.000 ha (poco più del 3% dell’intera

superficie dell’isola), maggiormente distribuito tra le province di Messina, Palermo e Catania,

dunque si tratta di un patrimonio boschivo quantitativamente limitato, ma importantissimo dal

punto di vista idrogeologico, naturalistico, scientifico, paesaggistico e turistico – ricreativo.

I seminativi presenti nella Regione si estendono per il 31,7% della superficie complessiva, le

colture legnose sono circa il 27,3%, i sistemi colturali complessi il 10,5%, mentre le superfici

naturali e seminaturali (popolamenti forestali, aree a vegetazione arbustiva e/o erbacea, zone

aperte con vegetazione rada e superfici denudate) ne rappresentano circa il 26%6.

2 cfr. Regione Sicilia “Piano territoriale paesistico ambientale, parte I, sistema antropico, sottosistema agricolo forestale, Linee guida, 1999”.

3 cfr.Regione Sicilia, Assessorato agricoltura e foreste, dipartimento regionale delle foreste “Piano Forestale Regionale, Linee guida; 2003”.

4 In http//sian.it/inventarioforestale/jsp/04tabelle_pianificazione.jsp

5 In http//sian.it/inventarioforestale/jsp/04tabelle_pianificazione.jsp

6 cfr. Regione Sicilia “Piano territoriale paesistico ambientale, parte I, sistema antropico, sottosistema agricolo forestale, Linee guida, 1999”.

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58

Prendendo in considerazione le coltivazioni presenti in Regione, si evince la seguente situazione

attuale:

Tabella 3 - Coltivazioni erbacee 2008 Regione Sicilia (aggiornato al mese di Aprile)

COLTIVAZIONI ERBACEE SUPERFICIE TOT. (HA) PRODUZIONE PER

HA (Q) PRODUZIONE TOT.

(Q) PRODUZIONE E RACCOLTA (Q)

Frumento tenero 1.050 0 0 0

Frumento duro 338.800 0 0 0

Orzo 12.420 0 0 0

Avena 6.090 0 0 0

Patata primaticcia 9.100 191,1 1.739.200 1.612.200

Carciofo 15.400 115 1.770.500 1.649.450

Fonte: ISTAT, “Agricoltura”, in www.istat.it/agricoltura/datiagri/coltivazioni/anno2008/re192008.htm

Per quanto riguarda la situazione specifica della Provincia di Enna abbiamo:

Tabella 4 - Coltivazioni erbacee 2008 Provincia di Enna (aggiornato al mese di aprile)

COLTIVAZIONI ERBACEE SUPERFICIE TOT. (HA)PRODUZIONE PER

HA (Q) PRODUZIONE TOT.

(Q) PRODUZIONE E RACCOLTA (Q)

Frumento duro 58.500 0 0 0

Orzo 2.500 0 0 0

Avena 100 0 0 0

Carciofo 150 100 15.000 15.000

Fonte: ISTAT, “Agricoltura”, in www.istat.it/agricoltura/datiagri/coltivazioni/anno2008/re192008.htm

Nel tempo il fenomeno dell’abbandono delle attività agricole, esteso purtroppo anche ai territori

più pianeggianti, associato con l’esercizio di una pastorizia che molto spesso sovraccaricava di

bestiame i pascoli ha portato a situazioni di degrado e dissesto localmente gravi e generalmente

diffusi.

Il Programma Operativo Plurifondo Sicilia 1994/997 individua tra le cause del degrado del

paesaggio agrario l’abbandono delle attività agro-silvo-pastorali, il passaggio a tecniche di

agricoltura moderne, le esperienze negative di forestazione produttiva con specie alloctone, il

pascolo irrazionale, e la produzione zootecnica non sostenibile del territorio.

7 cfr. Supplemento ordinario alla G.U.R.S. n.3 del 13/1/96.

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Inquadramento alla scala locale

Per quanto riguarda la Provincia di Enna, possiamo affermare che le colture sono caratterizzate

dal prevalere dei seminativi che occupano gran parte della superficie agraria e forestale creando

un paesaggio piuttosto uniforme interrotto unicamente da qualche oasi olivicole.

In prossimità dei torrenti, nei terreni più scomodi e nelle aree non coltivabili piccoli

appezzamenti sono riservati ai mandorleti, noccioleti e ai fichi d'india, cosparsi un po' ovunque

nella regione, ma nel passato queste colture arboree hanno costituito a lungo un essenziale

supporto per le tradizioni gastronomiche tipiche del luogo.

Diffuse sono le aree destinate a coltivazioni permanenti (frutteti ed oliveti) ed a coltivazioni

orticole (leguminose tra cui le fave); attualmente sono praticate con metodi biologici sia la

peschicoltura sia l’ovicoltura e sono in atto iniziative per l’adozione di marchi di Indicazione

Geografica Protetta per proteggere i prodotti locali8.

Dal punto di vista agricolo e forestale il SIC di Monte Chiapparo è caratterizzato da una

nettissima prevalenza delle aree agricole rispetto a quelle forestali; in effetti sono proprio i

seminativi semplici ad occupare la maggior parte del Sito Natura 2000 accompagnati in minima

parte anche da una piccolissima area con agrumeti, sporadici sistemi colturali complessi ed

oliveti.

L’aspetto forestale è invece totalmente assente all’interno del SIC.

C.2 Descrizione dell’uso del suolo

L’importanza della protezione del suolo è riconosciuta sia a livello internazionale che

nell’ambito dell’Unione Europea.

Esso è sede della biodegradazione, trasformazione degli elementi minerali, organici e di energia,

è il filtro per la protezione delle acque sotterranee, il supporto alla vita degli ecosistemi, riserva

di patrimonio genetico e di materie prime, nonché elemento essenziale del paesaggio.

Dati sull’uso del suolo, copertura vegetale e transizione tra le diverse categorie d’uso risultano

le informazioni più richieste nella formulazione di strategie di gestione sostenibile del

patrimonio paesistico – ambientale e per controllare l’efficacia delle diverse politiche

ambientali.

Secondo i dati elaborati dall’APAT/CTN_TES l’uso del suolo della Sicilia per le classi di primo

livello CORINE in migliaia di ettari risultano essere:

8 Cfr.http://www.culturasicilia.it

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Tabella 5 - Uso del suolo per classi CORINE in migliaia di ettari

RIF. AREE ARTIFICIALI AREE AGRICOLE AREE BOSCHIVE E

SEMINATURALI ALTRO TOTALE

Sicilia 113 1786 675 10 2584

% sulla superficie tot. 4,4 69,1 26,1 0,4

Fonte: Elaborazione APAT/CTN_TES su dati CORINE Land Cover 1996 (rilevamenti 1988 – 1993)

Per il SIC oggetto di studio è stata realizzata la Carta dell’Uso del Suolo in scala 1:10000

utilizzando la legenda del Corine Land Cover al livello V (come da capitolato); il progetto Corine

(CLC) è nato a livello europeo per il rilevamento ed il monitoraggio delle caratteristiche di

copertura ed uso del territorio ponendo particolare attenzione alle caratteristiche di tutela.

Il suo scopo principale è quello di verificare lo stato dell’ambiente in maniera dinamica

all’interno dell’area comunitaria in modo tale da essere supporto per lo sviluppo di politiche

comuni.

Tra il materiale cartografico di base utilizzato per la realizzazione della Carta dell’Uso del Suolo

in scala 1:10000 abbiamo:

− La Carta Tecnica Regionale in scala 1:10000;

− La Carta degli Habitat in scala 1:10000.

Da quanto emerso nello studio dell'uso del suolo all'interno del SIC risultano essere presenti le

seguenti tipologie9:

− 112: zone residenziali a tessuto discontinuo e rado;

− 1123: aziende agricole e annessi, casali, cascine e masserie;

− 121: aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati;

− 122: reti stradali, ferroviarie, opere d'arte e infrastrutture tecniche;

− 131: aree estrattive;

− 133: cantieri;

− 21121: seminativi semplici; terreni soggetti alla coltivazione erbacea estensiva di cereali,

leguminose e colture orticole in campo;

− 221: vigneti; compresi sia gli impianti allevati a spalliera, per la produzione di uva da vino,

sia quelli allevati a tendone per la produzione di uva da tavola. Nel periodo

verninoprimaverile in questi vigneti si insediano aspetti di vegetazione infestante

9 cfr. “Manuale delle linee guida per la redazione dei piani di gestione dei Siti Natura 2000, Allegato V: legenda dell'atlante dell'uso del territorio” e cfr. Regione Siciliana, Assessorato Territorio e Ambiente servizio 6 “realizzazione del progetto Carta degli habitat della Regione Siciliana, scala 1:10000”.

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marcatamente nitrofile legate a suoli periodicamente concimati e lavorati. Nel periodo tardo

estivo - autunnale il corteggio floristico dei vigneti cambia ulteriormente diversificando

ulteriori aspetti fitocenotici della classe Stellarietea mediae;

− 2225: frutteti; sono stati riferiti in quest’ambito le altre colture arboree da frutta (pescheti,

pereti, pistacchieti, ecc.);

− 2226: agrumeti; impianti agrumicoli sono diffusi lungo la fascia costiera o in prossimità delle

fiumare, soprattutto dove c'è la possibilità di reperimento di acqua irrigua. Si coltivano

essenzialmente il Limone (Citrus limon), l’Arancio dolce (Citrus sinensis) e talvolta il

Mandarino (Citrus deliciosa), con impianti spesso frammisti a frutteti specializzati (es.

pescheti, pereti, ecc.) e colture orticole;

− 223: oliveti;

− 231: prati e prati-pascoli avvicendati; comprendono colture foraggere (prati artificiali)

avvicendate o non, sottoposte a sfalci e pratiche agronomiche di diverso tipo e con

composizione floristica varia. Possono essere anche pascolate ma più spesso il foraggio è

raccolto meccanicamente;

− 321: prati pascoli naturali e praterie;

− 3211: praterie aride calcaree;

− 5112: torrenti;

− 5122: laghi artificiali.

L’Uso del Suolo del Sito Natura 2000 è occupato in modo dominante dai seminativi semplici

soggetti a coltivazioni erbacee estensive che si estendono all’interno del SIC in modo continuo;

al loro interno è possibile comunque rilevare alcune aree piuttosto frammentate occupate da

prati aridi sia nella parte Nord che in quella Sud.

Sempre nella zona Nord ed in quella Sud il SIC è attraversato da una serie di torrenti; la parte

centrale è caratterizzata dalla presenza di una strada che taglia il Sito nettamente in due parti,

attraversandolo da Est verso Ovest in modo ininterrotto.

Sporadiche aree occupate da frutteti si trovano immerse all’interno della grande distesa di

seminativi semplici, insieme a delle piccole aree occupate da vigneti nella parte Sud e prati

pascoli.

Sempre nel settore centro - Sud è possibile evidenziare un’area occupata da vigneti che si

estendono circondati da praterie aride calcaree e seminativi semplici.

La Regione, in applicazione della Direttiva 91/676/CEE, ha realizzato una prima “Carta della

vulnerabilità all’inquinamento da nitrati di origine agricola” ed ha predisposto nel 2003 e

aggiornato al 2005 il “Programma di azione obbligatorio per le zone vulnerabili da nitrati di

origine agricola”, definendo le norme obbligatorie specifiche per le aziende agricole che

ricadono nelle zone vulnerabili, insieme ad una serie di azioni di divulgazione e di formazione dei

tecnici e degli operatori agricoli.

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Dallo studio è risultato che le zone vulnerabili occupano una superficie di 138.012 ettari, che

rappresentano il 5,4% circa della superficie territoriale regionale, escluse le isole minori (context

baseline indicator n. 14 – fonte: Regione Siciliana 2005)10.

Per quanto riguarda l’uso di pesticidi i recenti orientamenti agronomici e gli indirizzi di politica

comunitaria tendono a non aumentare le quantità di prodotti fitosanitari impiegate nelle

coltivazioni, privilegiando la difesa delle piante mediante metodi di lotta integrata e biologica e

al miglioramento delle caratteristiche qualitative delle produzioni agricole in termini di

salubrità.

Secondo i dati ISTAT tra il 2000 ed il 2005, in Sicilia la quantità dei prodotti fitosanitari

distribuiti in agricoltura è però cresciuta dell’ordine del 78%; tale incremento interessa

soprattutto i fungicidi, mentre è in diminuzione l’uso di insetticidi e acaricidi. Confrontando

questa situazione con la distribuzione dei prodotti fitosanitari a livello nazionale si evidenzia

che, l’aumento delle quantità utilizzate di tali prodotti è molto contenuto ed imputabile in gran

parte alla crescita dei prodotti impiegati per l’agricoltura biologica11.

La distribuzione dei fertilizzanti dipende dal tipo di agricoltura praticata (convenzionale,

biologica, integrata), dalla rotazione colturale e dalla singola specie e varietà coltivata, nonché

dalla natura fisico chimica del terreno e dalle scelte dell’agricoltore nella determinazione della

concimazione aziendale.

L’apporto dei singoli elementi fertilizzanti viene determinato scegliendo, anche in base al costo

e ai ricavi previsti, i prodotti idonei per le esigenze e le potenzialità produttive delle singole

coltivazioni, nonché per la restituzione al terreno agrario degli elementi nutritivi sottratti dalle

precedenti colture12.

In Sicilia si sta verificando, negli ultimi anni, un processo di ristrutturazione e assestamento

strutturale del settore biologico, che ha avuto inizio nel 2002; le aziende sono cresciute, così

come le superfici, mentre si è assistito ad una diminuzione degli operatori.

Nel 2003 in Sicilia erano presenti poco più di 8.400 operatori biologici che la collocavano al

primo posto in Italia e che rappresentavano il 17% del totale delle aziende nazionali; essi erano,

prevalentemente, produttori agricoli (oltre 7.800) e in misura molto minore produttori e

trasformatori insieme (151 unità). Le aziende di sola trasformazione sono invece ammontate a

oltre 400 unità.

Suddividendo le superfici per tipologia colturale, quasi la metà delle superfici è stata destinata

alle foraggiere, seguite dai cereali con un peso del 20% e dalle colture frutticole con un peso del

10 Cfr.Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2007/2013, Palermo, gennaio 2008. Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste.

11 Cfr.Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2007/2013, Palermo, gennaio 2008. Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste.

12 Cfr. Rapporto di valutazione ex ante, Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013,gennaio 2008. Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste.

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13,5%. Successivamente abbiamo la vite e l’olivo, entrambe con un peso intorno al 5%, e le

colture orticole con un’incidenza dell’1%13.

Fonte: Osservatorio sul sistema biologico in Sicilia, studi e indagini, l’agricoltura biologica in Sicilia ISMEA

dicembre 2004

Riguardo la situazione provinciale delle superfici, circa un terzo di esse ricadono nella Provincia

di Enna, specializzata in modo particolare nella produzione di foraggiere e cereali bio.

Fonte: Osservatorio sul sistema biologico in Sicilia, studi e indagini, l’agricoltura biologica in Sicilia ISMEA

dicembre 2004

La Sicilia è la prima regione in Italia per estensione delle superfici destinate a cereali biologici;

tra tutti i prodotti, il grano duro è di gran lunga il più coltivato secondo il modello biologico, la

seconda produzione è l’orzo ed infine l’avena.

13 Cfr. Osservatorio sul sistema biologico in Sicilia, studi e indagini, l’agricoltura biologica in Sicilia ISMEA dicembre 2004.

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Enna risulta essere la Provincia con maggiore estensione della SAU biologica a cereali, con

un’incidenza del 42% sul totale14.

L’estensione complessiva delle aree destinate al biologico, nel settore olivicolo, è risultata pari a

oltre 9.600 ettari, costituiti quasi totalmente da olive da frantoio (5.770 ettari); per le olive da

mensa, invece, risultano soltanto 14 ettari, con una quota di “olivicolo indifferenziato” pari ad

altri 3.800 ettari, probabilmente riconducibili alle olive destinate alla produzione di olio

biologico.

Proprio in questo campo, numerose sono le aziende siciliane che partecipano ogni anno a

concorsi nazionali che premiano gli oli prodotti biologicamente, nello specifico della Provincia di

Enna, nell’anno passato hanno partecipato al premio BIOL le aziende di:

− Don Carlo Del Borgo Antico, Azienda Agricola Gerace Di Antonella Fontanazza, Enna;

− Goccia, Ascoli Orazio, Agira (Enna);

− Gran Conte, Gruppo Agroalimentare Italiano, Troina (Enna);

− Oelios - L'olio Delle Terre Del Sole, Azienda Agricola Merenda Di Giuseppe Merenda, Troina

(Enna);

− Satanà, Azienda Agricola Bonferraro, Enna;

− Tyracia, Azienda Agricola Salamone Benedetta, Barrafranca (Enna).

La denominazione “Colline Ennesi DOP” è riservata proprio all'olio extravergine di oliva prodotto

nelle condizioni e zone definite della provincia di Enna; tale olio extravergine, affinchè ottenga

il marchio “Colline Ennesi DOP”, deve essere ottenuto da oliveti composti dalle seguenti varietà:

Moresca, Nocellara Etnea e Biancolilla per il 70%; altre varietà tra le quali Giarraffa, Tonda Iblea

e Ogliarola per un massimo del 30%.

La zona di produzione di olive destinate alla produzione di olio extravergine di oliva “Colline

Ennesi DOP” comprende l'intero territorio amministrativo dei seguenti Comuni della Provincia di

Enna: Agira, Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Catenanuova, Centuripe, Cerami, Enna,

Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Piazza Armerina, Pietrapezia, Regalbuto,

Sperlinga, Troina, Valguarnera, Caropepe, Vilalrosa.

14 Cfr. Cfr. Osservatorio sul sistema biologico in Sicilia, studi e indagini, l’agricoltura biologica in Sicilia ISMEA dicembre 2004.

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C.3 Caratterizzazione delle aree agricole e forestali rispetto agli habitat e le specie

della Dir. 92/43/CEE e della Dir. 79/409/CEE

Secondo la Direttiva 92/43/CEE (relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali

e della flora e della fauna selvatiche) e la Direttiva 79/409/CEE (relativa alla conservazione degli

uccelli selvatici), a seconda della tipologia del Sito Natura 2000 deve essere effettuata una

caratterizzazione delle aree agricole e forestali presenti in esso in base a tipologie di riferimento

già definite all’interno del Manuale per la gestione dei Siti NATURA 200015.

La fauna per la sua mobilità e per l'eterogeneità e complessità delle relazioni con l'ambiente

fisico e con le altre componenti biotiche, compreso l'uomo, ha rapporti significativi, oltre che

ovviamente con gli altri ambienti naturali, anche con le colture ed altri territori profondamente

trasformati dall'uomo (comprese le aree urbanizzate). Ad esempio, per numerose specie, ha una

notevole importanza la tipologia degli edifici rurali, dei muretti e delle recinzioni, la presenza di

siepi ed alberature. Inoltre, anche nei territori più intensamente interessati dalle attività

umane, sono presenti frammenti di habitat naturali o seminaturali che, oltre a costruire

elementi significativi del paesaggio, offrono rifugio, o garantiscono la sopravvivenza di diverse

componenti della fauna.

Ponendo come supporto di partenza la carta degli Habitat Natura 2000 e relativa legenda, di

seguito riassunte in tabella sono riportate le relazioni tra le varie tipologie di aree (individuate

secondo le categorie di uso del territorio) e le differenti entità faunistiche individuate per

l’Ambito Territoriale denominato “Monte Chiapparo”.

Si rimanda al capitolo successivo (Descrizione delle esigenze ecologiche delle specie animali

degli habitat di interesse comunitario e dell'allegato IV della Direttiva CEE 43/92 e del campo 3.3

della scheda Natura 2000 presenti all'interno dei Siti Natura 2000) la descrizione delle modalità

di utilizzo dell'habitat da parte delle singole specie.

Di seguito si riporta la tabella di correlazione tra gli habitat presenti nel sito e le specie

faunistiche individuate.

15cfr. Ministero dell’ambiente e del territorio, direzione protezione della natura “Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000”.

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Tabella 6 - Correlazione habitat – Specie faunistiche

CODICE CLC CODICE HABITAT

LEGENDA SPECIE

112-1123 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado-Aziende agricole e annessi, casali, cascine e masserie

Hystrix cristata, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

121 Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati

Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

122 Reti stradali, ferroviarie, opere d’arte e infrastrutture tecniche

Podarcis sicula,

131-133 Aree estrattive - cantieri Merops apiaster, Hystrix cristata, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula,

221 Vigneti Saxicola torquata, Hystrix cristata, Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

223 Oliveti Saxicola torquata, Hystrix cristata, Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

231-321 Prati e pascoli avvicendati- prati pascoli naturali e praterie

Falco biarmicus, Merops apiaster, Saxicola torquata, Hystrix cristata, Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

21121 Seminativi semplici Falco biarmicus, Merops apiaster, Saxicola torquata, Hystrix cristata, Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

2225 Frutteti Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula,

2226 Agrumeti Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula,

3211 6220 Praterie aride calcaree Falco biarmicus, Merops apiaster, Saxicola torquata, Hystrix cristata, Lepus corsicanus, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

5112 Torrenti Falco biarmicus, Merops apiaster, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula,

5122 Laghi artificiali Merops apiaster, Chalcides ocellatus, Hierophis viridiflavus, Podarcis sicula, Podarcis wagleriana

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Tabella 7 - Correlazione uso del suolo – Specie faunistiche

21121 221 2225 2226 223 231-321 3211 5122

Specie Seminativi semplici Vigneti Frutteti Agrumeti Oliveti

Prati e pascoli

avvicendati, prati pascoli naturali e praterie Praterie aride calcaree

Laghi artificiali

Chalcides ocellatus (Forskål, 1775) (Gongilo)

foraggiamento riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione/foraggiamento foraggiamento

Falco biarmicus Temminck, 1825 (Lanario)

foraggiamento foraggiamento foraggiamento

Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789) (Biacco maggiore)

riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione foraggiamento

Hystrix cristata Linnaeus, 1758 (Istrice)

foraggiamento foraggiamento riproduzione foraggiamento foraggiamento

Lepus corsicanus De Winton, 1898 (Lepre italica)

riproduzione foraggiamento foraggiamento foraggiamento foraggiamento foraggiamento foraggiamento

Merops apiaster Linnaeus, 1758 (Gruccione)

foraggiamento foraggiamento foraggiamento foraggiamento

Podarcis sicula (Rafinesque, 1810) (Lucertola campestre)

riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione

Podarcis wagleriana Gistel, 1868 (Lucertola di Wagler)

riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione riproduzione foraggiamento

Saxicola torquata Linnaeus, 1758 (Saltimpalo)

riproduzione foraggiamento riproduzione riproduzione riproduzione

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C.4 Incidenza delle aree agricole e forestali all’interno del sito

Facendo riferimento alla tabella 4.1 della proposta di aggiornamento del Formulario Standard,

precedentemente riportata all’interno del Cap. B.1, viene di seguito descritta l’incidenza delle

differenti aree agricole e forestali all’interno Sito Natura 2000 “Monte Chiapparo”.

Dal punto di vista dell’incidenza delle aree agricole e forestali presenti all’interno del Sito

Natura 2000 possiamo ribadire che dal punto di vista forestale non sono presenti Habitat della

tipologia forestale, mentre l’aspetto agricolo è rappresentato da tre tipologie di Habitat

differenti: le “Colture cerealicole estensive” (N12), gli “Altri terreni agricoli” (N15) e gli

“Arboreti (inclusi frutteti, vivai, vigneti)” (N21) dei quali il primo è sicuramente l’Habitat

maggiormente diffuso occupando ben l’81% della superficie e rappresentato da una serie di

seminativi semplici.

Gli altri due Habitat occupano una superficie nettamente inferiore, parliamo infatti dell’1% con

una diffusione alquanto sporadica e frammentata all’interno del SIC; gli “Altri terreni agricoli”

sono rappresentati da una serie di sistemi colturali e particellari complessi, mentre gli

“Arboreti” da un piccolo gruppo di vigneti posti nella zona Sud del Sito e un’area ad agrumeti in

quella Nord.

Dai dati ricavati dall’ultimo Censimento dell’agricoltura risalente all’anno 2000, la situazione del

Comune di Agira, all’interno del quale rientra il Sito Natura 2000 considerato, risulta essere la

seguente:

Tabella 8 - Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni per Comune

SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA SUPERFICIE AGRARIA NON UTILIZZATA

COMUNI SEMINATIVI COLTIVAZIONI LEGNOSE

AGRARIE

PRATI PERMANENTI

E PASCOLI TOT

ARBORICOLTURA DA LEGNO

BOSCHI TOT ALTRA SUP.

TOT

Agira 10.848,06 626,88 1.246,82 12.721,76 37,28 77,32 449,04 150,18 13.435,58

Fonte: Censimento dell’agricoltura anno 2000 (superfici espresse in ettari)

Da tali dati, si evince che del totale della superficie, la maggior parte di questa è occupata dai

seminativi, seguiti dai prati permanenti e pascoli, mentre in minor misura risulta essere sede di

coltivazioni legnose agrarie.

La superficie agraria non utilizzata è invece occupata principalmente dai boschi, a cui segue

l’arboricoltura da legno.

Tabella 9 - Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate per

Comune

CEREALI

COMUNI TOT AZIENDE

TOT FRUMENTO COLTIVAZIONI ORTIVE COLTIVAZIONI FORAGGERE

AVVICENDATE

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AZIENDE SUP. AZIENDE SUP. AZIENDE SUP. AZIENDE SUP.

Agira 934 631 6.709,90 612 6.509,52 14 6,17 198 2.268,42

Fonte: Censimento dell’agricoltura anno 2000 (superfici espresse in ettari)

All’interno del Comune di Agira, la maggior parte delle aziende agricole si occupano della

coltivazione del frumento, seguite dalle coltivazioni foraggere avvicendate, mentre, in ultimo,

abbiamo le aziende che si occupano di coltivazione ortive.

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Tabella 10 - Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni

praticate

VITE OLIVO AGRUMI FRUTTIFERI

COMUNI TOTALE AZIENDE

AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE

Agira 965 67 15,55 918 470,43 84 19,78 408 119,4

Fonte: Censimento dell’agricoltura anno 2000 (superfici espresse in ettari)

Delle aziende la cui attività rientra nella categoria delle coltivazioni legnose agrarie, l’olivo è

sicuramente la coltivazione legnosa più diffusa, seguita dai fruttiferi, agrumi ed infine la vite.

Tabella 11 - Persone per categoria di manodopera agricola

ALTRA MANODOPERA AZIENDALE

FAMILIARI E PARENTI DEL CONDUTTORE DIRIGENTI E IMPIEGATI OPERAI ED ASSIMILATI

COMUNI CONDUTTORE CONIUGE ALTRI FAMILIARI

PARENTI TOT A TEMPO INDET

A TEMPO DET

A TEMPO INDET

A TEMPO DET

TOT

Agira 1.299 933 1.104 20 2.057 3 31 1 66 3.457

Fonte: Censimento dell’agricoltura anno 2000 (superfici espresse in ettari)

Dal punto di vista dell’occupazione nel settore agricolo, le aziende sono principalmente a

conduzione familiare, mentre i dipendenti che non rientrano all’interno del gruppo di famiglia

del conduttore sono assunti prevalentemente a tempo determinato.

Tabella 12 - Superficie agricola utilizzata (SAU) per forma di conduzione delle aziende

CONDUZIONE DIRETTA DEL COLTIVATORE

COMUNI CON SOLO MANODOPERA

FAMILIARE

CON MANODOPERA

FAMILIARE

PREVALENTE

CON MANODOPERA

EXTRAFAMILIARE

PREVALENTE

TOTALE CONDUZIONE A COLONIA PARZIARIA

APPODERATA TOTALI GENERALI

Agira 7.967,58 660,86 540,65 9.169,09 3.552,67 12.721,76

Fonte: Censimento dell’agricoltura anno 2000 (superfici espresse in ettari)

Anche da questi dati si conferma la prevalenza di conduzione delle aziende a carattere

familiare.

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C.5 Valutazione dell’impatto delle tipologie di gestione agroforestali su habitat e

specie all’interno del sito

La metodologia seguita per l’analisi delle tipologie di gestione agroforestale finalizzata ad

identificare gli effetti rispettivamente su habitat e specie floristiche e faunistiche all’interno del

Sito Natura 2000, si è basata su quanto contenuto preliminarmente nelle “Norme sulla

condizionalità” di cui al DDG n. 3220 dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste del 28

dicembre 2007 e così come riportato sinteticamente in Appendice 1 Decreto 3 settembre 2002

“Linee guida per la Gestione dei Siti Natura 2000”.

Sulla scorta di quanto previsto dalle Norme di Condizionalità si è quindi proceduto a classificare

le aree agroforestali in base alle prevalenti tipologie di gestione attualmente in vigore e

successivamente sono stati valutati gli impatti che tale gestione può determinare sul Sito e sulle

sue principali valenze ecologiche (cfr: sezione Esigenze ecologiche).

Nell’ambito delle attività agricole ravvisate nel sito, la presenza pervasiva, soprattutto di

seminativi, sottopone gli habitat 1430 e 6220 a forti pressioni ecologiche, compromettendone la

rinnovazione e la naturale diffusione. Nella sostanza, la presenza di forme di agricoltura a

seminativo condiziona le condizioni di potenziale espressione dei suddetti habitat sopratutto

riducendone l’estensione superficiale e causandone la frammentazione.

L’indirizzo produttivo a seminativo che caratterizza tutto il territorio, sviluppato secondo i

criteri dell’agricoltura tradizionale e generalmente nel rispetto delle Norme di Condizionalità

della Regione Sicilia, vede l’impiego lungo il ciclo colturale di concimi, diserbanti,

antiparassitari, fitofarmaci, ecc. Essi possono essere causa di inquinamento dei corpi idrici

superficiali per dilavamento e di quelli sotterranei per percolazione nel terreno. L’impiego di

massicce quantità di tali prodotti, inoltre, sebbene in conformità con quanto previsto dalle

Norma di Buona Pratica Agricola (B.P.A.), può causare una perdita di biodiversità vegetale ed

animale, o meglio, una loro selezione, poiché determina la sopravvivenza presso tali tasselli di

territorio alle sole specie resistenti al loro impiego e determina invece una complessiva riduzione

delle fitocenosi e zoocenosi sensibili.

In merito all’asporto di sostanza organica dal terreno mediante la sintesi operata dalle piante (i

seminativi hanno un bilancio della sostanza organica altamente sfavorevole per il terreno, ossia

prelevano molta più sostanza organica di quanto non siano in grado di rilasciarne mediante

sistemi di reimpiego delle stoppie), la gestione dei residui colturali deve essere finalizzata alla

conservazione della sostanza organica e quindi alla riduzione di eventuali apporti di fertilizzanti

organici per gli anni successivi. Nell’ambito dei Siti d’Interesse Comunitario è fatto divieto di

bruciare le stoppie16, mentre appare opportuno praticare il sovescio, allorquando questo è

possibile. Sempre con il fine di incrementare il livello si sostanza organica nel suolo, la gestione

16 rif. Norme di Condizionalità della Regione Sicilia

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degli avvicendamenti colturali in genere non deve superare i 3 anni di monosuccessione; tale

pratica fornisce risultati positivi in merito all’incremento della sostanza organica ed al

mantenimento della biodiversità16.

Per quanto attiene l’interazione degli agroecosistemi a seminativo con la catena trofica delle

specie presenti nel sito, essi occupano un ruolo importante sia in fase di semina sia a

maturazione del frutto in qualità di alimento per la fauna presente. Contemporaneamnte si

rileva però che l’agroecosistema in linea di principio riduce la biodiversità animale (entomofauna

prevalentemente) che nella catena trofica rappresenta un importante alimento per la fauna.

Nell’ambito della zootecnia assumono invece specifica criticità per la tutela degli habitat 1430 e

6220 l’estensione delle superfici foraggere ed il relativo carico di pascolo, i quali sottopongono

tali habitat ad un progressivo incremento della vulnerabilità ed ad un sempre maggiore rischio di

incendio.

L’indirizzo produttivo a foraggere è soggetto ad interventi gestionali piuttosto contenuti, fatta

naturalmente eccezione per gli sfalci. La mancanza di interventi gestonali nei mesi invernali

consente un primo avvio della ricolonizzazione da parte di specie pioniere, le quali però vengono

prontamente eliminate mediante gli sfalci a partire dalla primavera.

Le foraggere in genere sono avvicendate con seminativi per la loro tipica capacità (in esempio

erba medica) di fissare l’azoto nel terreno, il quale viene asportato in grande quantità dai

seminativi stessi.

La gestione a foraggere può comprendere anche lo spandimento dei liquami di origine zootecnica

da smaltire, con conseguente rischio di inquinamento da nitrati a carico dei corpi idrici

superficiali per dilavamento e sottosuperficiali per percolazione, oltre che alterazione delle

caratteristiche dei suoli in contrasto con le esigenze ecologiche delle formazioni vegetazionali di

steppa rappresentative degli habitat di interesse comunitario presenti nel sito.

Il carico di pascolo massimo operato nella zona è confrontabile con quello del territorio

circostante che appare stimabile in 2-4 UBA/ha x anno. Laddove le aziende zootecniche

presentino una quantità di liquami elevata di difficile smaltimento (ciò dipende anche

dall’alimentazione scelta per il bestiame), è facile ipotizzare che la loro gestione avvenga anche

per spandimento nei prati pascolo con conseguente alterazione delle caratteristiche dei suoli e

rischio di inquinamento da nitrati a carico dei corpi idrici superficiali per dilavamento e

sottosuperficiali per percolazione.

Laddove si pratica prato pascolo tendenzialmente non avvengono lavorazioni del terreno, ad

eccezione di periodici infittimenti del cotico erboso, qualora considerati necessari. Questo è

favorevole al mantenimento dei microhabitat del prato pascolo e della conseguente diversità

animale e vegetale. Al posto del pascolamento può essere realizzato uno sfalcio ogni 3 anni del

cotico erboso16.

La presenza di coltivazioni arboree nell’area, seppure in temini tipologici comporti potenziali

fattori negativi rispetto agli habitat in esame, dovuti principalmente alla occupazione di suolo,

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appare una attività che nel caso territoriale in questione, connotato specificamente da caratteri

di uniformità d’uso e monotonia, contribuisce, più in generale, a definire condizioni di

diversificazione dell’agro-ecosistema caratteristico del sito. L’utilizzo di fitofarmaci suggerito

dalla sostanziale assenza nel settore di aziende che praticano la agricoltura biologica,

rappresenta un detrattore rispetto a tale ruolo positivo nel territorio. Nella coltivazione di

specie arboree ed in particolare nei frutteti viene infatti impiegata una massiccia quantità di

fitofarmaci, antiparassitari, diserbanti, ecc. finalizzata al contenimento del rischio di perdita

della produzione sia quantitativa sia qualitativa. L’impiego di questi prodotti può essere causa di

inquinamento dei corpi idrici superficiali per dilavamento e di quelli sottosuperficiali per

percolazione. Peraltro la rilevanza in termini di interfenza di tale tipologia di uso rispetto agli

habitat considerati, appare del tutto limitata in funzione del carattere residuale che essa

attualmente assume nell’area in questione.

E’ altresì necessario evidenziare che nell’ambito dell’interazione delle colture arboree con la

catena trofica delle specie presenti nei siti di interesse si ricorda che esse occupano un ruolo

importante in fase di maturazione del frutto in qualità di alimento per la fauna presente.

Contemporaneamente si rileva però che il massiccio impiego di antiparassitari in linea di

principio riduce la biodiversità animale (entomofauna prevalentemente) che nella catena trofica

rappresenta un importante alimento per la fauna.

La forma di gestione che presenta i più elevati requisiti di compatibilità per favorire la tutela e

conservazione degli habitat all’interno di un sito così fortemente antropizzato consiste nella

gestione dei campi ad incolto.

Le norme sulla condizionalità indicano che al fine di assicurare un livello minimo di

mantenimento dei terreni ed evitare il deterioramento degli habitat, le superfici ritirate dalla

produzione vengano gestite mediante il ripristino di una copertura vegetale, naturale o

artificiale, durante tutto l’anno, tutelando in questo modo anche la fauna selvatica. Al fine di

conservare il livello di fertilità appare opportuno vengono talora anche operati sfalci, o altre

operazioni equivalenti, volte a prevenire la formazione di potenziali incendi. Tali interventi

sarebbe auspicabile venissero condotti unicamente in quei terreni caratterizzati da condizioni di

siccità e prossimi alle aree frequentate e facilmente accessibili dalla popolazione. La parte

sfalciata può essere data per alimentazione animale. Sfalcio, trinciatura e pascolamento non

sono possibili per 5 mesi a partire dal 30 aprile16. Questo è finalizzato alla tutela della flora e

della fauna presenti, anche se lo sfalcio autunnale rischia di azzerare gli habitat sviluppatisi fino

a quel momento. Le operazioni di sfalcio inoltre devono essere praticate in periodi diversi

rispetti a quelli di riproduzione delle specie che utilizzano a tal fine gli habitat di steppa e di

pascolo- prateria.

Appare attualmente rilevante perseguire il raggiungimento di livelli più elevati di naturalità del

sito stesso, individuando specifici areali maggiormente sensibili e rappresentativi in cui favorire

l’evoluzione dei terreni oggi destinati a seminativo ed a prato-pascolo in terreni incolti, o

sottoposti a carichi pascolativi molto blandi, in cui possono trovare espressione maggiormente

rappresentativa ed evoluta cenosi termo mediterranee e substeppiche.

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Rispetto a quanto segnalato per la tutela e la conservazione degli habitat, per la tutela della

specie Falco biarmicus si sottolinea la criticità legata alla estensione incontrollata delle superfici

destinate a seminativo e foraggere in funzione della occupazione di habitat idonei per le

esigenze ecologiche della specie riferite essenzialmente alla alimentazione. Viceversa la

ricorrenza di superfici incolte rappresenta una importante opportunità da questo punto di vista,

che richiede la definizione di incentivi finalizzati al loro ampliamento.

Tabella 13 – impatto sugli habitat Habitat

Tipologie di gestione agroforestali

1430

6220

Aree boscate Pulitura sottobosco NO

Ceduazione/Matricinatura NO

Rimboschimenti con specie alloctone

NO

Aree incendiate17 NO

Viali tagliafuoco NO

Evoluzione naturale NO

Aree agricole Seminativi SI - --

Orto – floricole NO

Coltivazioni arboree SI residuale -- --

Set – aside NO

Prato pascolo Foraggere SI - --

Incolto SI p p

Aree incendiate17 NoI

p: positivo; 0:nullo/indifferente; -:poco negativo; --mediamente negativo; ---:molto negativo

17Sono intese le eventuali operazioni di gestione post-incendio condotte in ambito boscato e di prato-pascolo.

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Tabella 14 – impatto sulle specie faunistiche di cui all'Articolo 4 della Direttiva 79/409/CEE e

elencate nell'Allegato I della Direttiva 92/43/CEE Specie faunistiche

Tipologie di gestione agroforestali

Falco biarm

icus

Aree boscate Pulitura sottobosco NO

Ceduazione/Matricinatura NO

Rimboschimenti con specie alloctone

NO

Aree incendiate18 NO

Viali tagliafuoco NO

Evoluzione naturale NO

Aree agricole Seminativi SI --

Orto - floricole NO

Coltivazioni arboree SI residuale -

Set - aside NO

Prato pascolo Foraggere SI --

Incolto SI p

Aree incendiate18 No

p: positivo; 0:nullo/indifferente; -:poco negativo; --mediamente negativo; ---:molto negativo

18Sono intese le eventuali operazioni di gestione post-incendio condotte in ambito boscato e di prato-pascolo.

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D) Descrizione socio – economica del sito

D.1 Presenza di aree protette, suddivise per tipologia

Il sistema siciliano di protezione di aree ambientalmente sensibili

Il sistema siciliano di protezione di aree sensibili in senso ambientale si articola in diversi

strumenti (parchi regionali, riserve naturali, SIC, ZPS, IBA, ecc.) rispondenti ad esigenze

specifiche, ma con la missione comune di preservare il territorio e la biodiversità e garantirne la

conservazione nel tempo.

Il sistema delle aree naturali protette in Sicilia, deputato alla tutela di habitat ad elevata

naturalità e biodiversità, è strutturato in 76 Riserve Naturali Regionali e 4 Parchi Regionali, che,

insieme, coprono il 10,5% del territorio siciliano per un totale di 270.988 ettari.

I quattro Parchi Regionali (Alcantara, Etna, Madonie, Nebrodi), ricadenti nelle province di

Catania, Enna (interessata marginalmente da un lembo del Parco dei Nebrodi), Messina e

Palermo, occupano una superficie di 185.824 ettari (7,2% della superficie regionale). Le Riserve

Naturali Regionali, istituite fra il 1981 e il 2005, vantano per una superficie complessiva di

85.164 ettari ca. (3,3% della superficie regionale) e sono presenti in tutte le province regionali.

La Rete Natura 2000 in Sicilia si compone di 204 SIC, 15 ZPS e 14 aree che presentano

sovrapposizioni tra quelle individuate a SIC e quelle individuate a ZPS, per un totale complessivo

di 233 siti.

Da elaborazioni della Regione Siciliana - Assessorato Agricoltura e Foreste, grazie ad un incrocio

tra i dati Corine Land Cover 2000 e quelli relativi alle aree Natura 2000, risulta che le aree SIC e

ZPS rappresentano il 16,5% dell’intero territorio regionale.

La Provincia di Enna

Come detto, in Provincia di Enna, oltre ad una parte della Riserva Naturale dei Nebrodi, sono

presenti 7 riserve naturali ed un parco archeologico minerario:

− La riserva naturale speciale del Lago di Pergusa;

− La riserva naturale orientata di Sambughetti-Campanito;

− La riserva naturale orientata di Vallone di Piano della Corte;

− Riserva naturale orientata del Monte Capodarso e della Valle dell’Imera Meridionale

− Riserva naturale integrale delle Forre Laviche del Simeto

− La riserva naturale orientata di Rossomanno-Grottascura-Bellia;

− La riserva naturale orientata di Monte Altesina;

− Parco Archeologico Minerario di Floristella Grottacalda

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Il Parco Regionale dei Nebrodi19

Il Parco dei Nebrodi, grazie alla sua elevata varietà ambientale, caratterizzata dalla presenza dei

boschi più vasti della Sicilia, da ampie vallate aperte, da fiumare e da una serie di zone umide,

rappresenta una delle aree a più grande diversità faunistica presenti in Sicilia.

Gli elementi principali che più fortemente caratterizzano il paesaggio naturale dei Nebrodi sono

la dissimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima

vegetazione e gli ambienti umidi. Connotazione essenziale dell'andamento orografico è la

dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza di estesi banchi di rocce argilloso-arenacee. Dove,

invece, predominano i calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e

forme aspre e fessurate.

Gli arabi definirono i Nebrodi "un'isola nell'isola": ricchi boschi suggestivi, ampi verdi pascoli

d'alta quota, silenziosi laghi e torrenti fluenti contrastano con l'immagine più comune di una

Sicilia arida ed arsa dal sole. Nel salire di quota, lasciata la costa, è possibile riconoscere subito

precisi piani vegetazionali, in dipendenza non solo della distribuzione altitudinale, ma anche in

funzione di singolari fattori fisici che, unitamente alla temperatura ed alle abbondanti

precipitazioni piovose e nevose, determinano propizie situazioni ecologiche. Il piano

mediterraneo (dal livello del mare fino ai 600-800 metri) è caratterizzato dalla tipica macchia

mediterranea sempreverde, ove predominano l'Euforbia, il Mirto, il Lentisco, la Ginestra e dove

si riconoscono elementi arborei a foglie strette quali il Corbezzolo, la Sughera, il Leccio. La

sughereta (interessanti formazioni sono presenti prevalentemente nel territorio di Caronia) si

presenta allo stato puro quando il clima ed il suolo sono favorevoli; nella maggior parte dei casi,

però, è consociata ad altre specie come il Leccio e la Roverella, con un fitto sottobosco.

Superati gli 800 metri di quota e fino ai 1200-1400 metri s.l.m., si passa al piano

supramediterraneo, espressione delle querce di caducifoglie. Molte le specie presenti come la

diffusa Roverella, la Rovere, la Quercus gussonei, le quali formano popolamenti più o meno

apprezzabili a seconda dei substrati geologici e della esposizione dei versanti. Molto diffuso è

pure il Cerro che diventa dominante nelle aree più fresche, specie se esposte a nord.

Oltre i 1200-1400 metri di altitudine, piano montano-mediterraneo, si trovano le faggete,

splendide formazioni boschive che coprono tutto il crinale dei Nebrodi per più di 10.000 ettari e

caratterizzano ambienti di grande valore naturalistico e paesaggistico. Alle quote più elevate il

Faggio vive quasi in purezza: sono presenti solo rari esemplari di Acero montano, Acero

campestre e Frassino. Tra le specie del sottobosco, oltre all'Agrifoglio, al Pungitopo, al

Biancospino ed alla Daphne, si riscontra il Tasso, specie relitta molto longeva che sopravvive in

condizioni microclimatiche molto localizzate.

Un tempo regno di cerbiatti (così come di daini, orsi, caprioli), i Nebrodi (il cui significato deriva

dal greco nebros che vuol dire, appunto, cerbiatto) costituiscono ancora la parte della Sicilia più

19 Le informazioni riportate sono reperibili sul sito web del Parco dei Nebrodi http://www.parcodeinebrodi.it e sul Portale dei Parchi Italiani “Parks.it” all’indirizzo web http://www.parks.it/parco.nebrodi/par.html.

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ricca di fauna, nonostante il progressivo impoverimento ambientale. Gli ultimi lupi furono

abbattuti alla fine degli anni Venti ed i grifoni, che volteggiavano sulle Rocche del Crasto, sono

scomparsi agli inizi degli anni Sessanta, a causa dei bocconi avvelenati disseminati sul territorio e

destinati alle volpi. Grazie alla sua alta varietà ambientale, il Parco dei Nebrodi ospita comunità

faunistiche ricche e complesse: numerosi i piccoli mammiferi, i rettili e gli anfibi, ingenti le

specie di uccelli nidificanti e di passo, eccezionale il numero di invertebrati. Tra i primi si

ricordano l'lstrice, il Gatto selvatico e la Martora; tra i rettili la Testuggine comune ed, in

particolare, la Testuggine palustre; tra gli anfibi, infine, il Discoglosso e la Rana verde minore.

Sui Nebrodi sono state classificate circa 150 specie di uccelli, tra le quali alcuni endemismi di

grande interesse come la Cincia bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia. Le zone aperte ai

margini dei boschi offrono ospitalità a molti rapaci come la Poiana, il Gheppio, il Lanario, il

Nibbio reale ed il Falco pellegrino, mentre le zone rocciose aspre e fessurate delle Rocche del

Crasto sono il regno dell'Aquila reale. Il Tuffetto, la Folaga, la Ballerina gialla, il Merlo acquaiolo

ed il Martin pescatore preferiscono le zone umide, mentre nelle aree pascolative non è difficile

avvistare la ormai rara Coturnice di Sicilia, I'inconfondibile ciuffo erettile dell'Upupa ed il volo

potente del Corvo imperiale. Tra l'avifauna di passo meritano di essere citati il Cavaliere d'ltalia

e l'Airone cinerino. Ricchissima è, infine, la fauna di invertebrati. Recenti ricerche scientifiche

hanno portato a risultati sorprendenti: su 600 specie censite riguardanti una piccola parte della

fauna esistente, 100 sono nuove per la Sicilia, 25 nuove per l'ltalia e 22 nuove per la scienza. Tra

le forme più rilevanti sotto l'aspetto paesaggistico, si citano le farfalle (oltre 70 specie) ed i

Carabidi (oltre 120 specie). All’interno del Parco esistono poi numerosi esemplari di Cavallo

Sanfratellano, razza preziosa per i caratteri tipici e per il ridotto numero di esemplari. Originario

di questo monti, il cavallo Sanfratellano è stato oggetto negli ultimi decenni di importanti studi

scientifici e attira, tra le razze equine, sempre maggiori attenzioni.

Riserva naturale speciale del Lago di Pergusa20

Il lago di Pergusa è posto tra un gruppo di alture appartenenti ai monti Erei. Unico lago naturale

presente nella Sicilia centrale, per la sua posizione geografica e per il fatto di essere un’oasi

umida in un paesaggio per lunghi mesi dominato dalla siccità, rappresenta un’area nevralgica

nella corrente migratoria di molte specie di uccelli, in quanto è situato lungo una delle principali

rotte migratorie della regione paleartica occidentale. Tra gli uccelli avvistati compaiono specie

di altissimo valore e rarità come l’alzavola, il fischione, il mestolone, il moriglione, la folaga, il

falco di palude e la moretta tabaccata, specie di anatra rarissima. Oltre agli uccelli, a Pergusa

sono presenti anche mammiferi come l’istrice e la donnola, rettili ed anfibi.

Lo specchio lacustre è, inoltre, luogo di interessanti endemismi della microflora e della

microfauna. Periodicamente il lago, per una sinergia tra alcuni degli organismi microscopici che

in esso vivono, fa registrare un fenomeno unico al mondo: le sue acque si tingono di rosso,

conferendo al paesaggio un aspetto di grande particolarità.

20 Le informazioni riportate sono reperibili sul sito web della Provincia Regionale di Enna http://www.provincia.enna.it/areeprotette/Pergusa.html.

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Il protagonista principale è un copepode (Arctodiaptomus salinus), un piccolo “gambero” che,

per difendersi dai raggi del sole estivo, si tinge di un pigmento rosso e si insedia in foltissime

colonie sotto le piante acquatiche. Il pigmento si trasferisce poi all’acqua sino a trasformare lo

specchio del lago in una sorta di vinaccia color mosto.

Attorno alle acque si stende una ampia fascia di vegetazione igrofila e ripariale, tipica delle

lagune salmastre, composta da fasce concentriche dominate ora dal giunco, sia pungente che

marittimo, ora dalla salicornia, o, ancora, dalla cannuccia di palude, che fa da confine tra il lago

e le colline circostanti. I colli Erei, un tempo coperti da boschi, oggi sono in parte occupati da

abitazioni di villeggiatura e dal borgo rurale di Pergusa; solo una porzione della conca è coperta

dal rimboschimento della “Selva Pergusina”, gestita dall’Azienda Regionale delle Foreste

Demaniali.

Dal 1991 il lago di Pergusa fa parte delle riserve naturali della Regione e dal 1995, con il nome di

Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa, è protetta da un’apposita legge che ha affidato la

gestione del lago alla Provincia Regionale di Enna. L’Ente Gestore ha provveduto alla messa in

atto delle prime misure di salvaguardia e di fruizione dell’ambiente naturale, con la tabellazione

e la creazione di sentieri e aree sosta per i visitatori. Presto verranno creati dei capanni per

l’avvistamento della fauna ornitica e l’osservazione dell’ambiente naturale, mentre l’ecosistema

è monitorato giorno dopo giorno sia con una centralina di raccolta dati climatologici e

meteorologici all’avanguardia, sia con continui esami e prelievi chimici, fisici e biologici.

Riserva naturale orientata dei Monti Sambughetti e Campanito21

L’area della riserva naturale del Monte Sambughetti e dei laghetti Campanito venne istituita per

la conservazione e tutela di un importante relitto di faggeta con aspetti di vegetazione igrofila

legata ai laghetti del Campanito.

La riserva costituisce l’estrema propaggine sud-occidentale della regione nebroidea che si

estende per circa settanta chilometri in direzione est-ovest, quasi parallelamente alla costa

settentrionale della Sicilia. In questo piccolo lembo nicosiano, posto immediatamente a nord

dell’abitato, è possibile cogliere tutti i singolari aspetti ambientali del massiccio dei Nebrodi:

dalla faggeta, qui all’estremo limite meridionale dell’area di vegetazione, ai querceti ed alle

conche lacustri d’alta quota, ambienti preziosi non soltanto per il grande valore naturalistico,

ma anche per quello paesaggistico.

Altro ambiente di grande pregio compreso in quest’area è quello del Campanito.

Si tratta di alcune bellissime conche fortemente connotate da una ricca ed importante

vegetazione lacustre che annovera numerose specie di pregio ed un contesto vegetale prezioso,

un microcosmo di grande suggestione, che ha consentito la sopravvivenza di una serie di specie

animali ormai estinte o divenute rare nel resto della Sicilia.

21Per la seguente descrizione e quella delle riserve naturali a seguire: Provincia Regionale di Enna, “Progettazione ambientale integrata con finalità di salvaguardia, tutela e valorizzazione degli habitat naturali del Lago di Pergusa”.

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Riserva naturale orientata del Vallone di Piano della Corte

La piccola riserva, la minore tra quelle della Provincia di Enna, si estende su una vallata che

appartiene agli Erei centrali. L’area protetta chiude la parte più a monte di un torrente

affluente del Dittaino e quindi tributario del Simeto. Questo torrente parte dalle alture della

contrada Orselluzzo, dove una parte cospicua delle sue sorgenti sono emunte da un acquedotto

del Comune di Agira, e dai monti S. Venera, Poggio Tondo, Frontè e S. Agata, e si dirige verso

sud-est in contrada Ponte e infine in contrada Serra Campana ove incontra le acque del torrente

Ciarameddaro, divenendo Vallone di Modica.

Il corso d’acqua, detto appunto Vallone di Piano della Corte, conserva per tutto il suo corso una

direzione nord-ovest/sud-est, con una lieve variazione nella sua parte mediana in cui piega per

circa un chilometro in direzione ovest/est. La sua vallata, che attraversa terreni sedimentari di

natura calcarea, è caratterizzata da una profonda incisione larga da cinque a dieci metri e quasi

sempre contenuta all’interno di due falesie parallele. Il corso delle acque, a carattere

fortemente torrentizio anche a causa degli emungimenti, crea, oltre che le falesie, una serie di

forre molto instabili, ove l’acqua ristagna anche per mesi e garantisce una maggiore durata delle

condizioni della zona umida.

Complessivamente l’area protetta, che comprende esclusivamente l’alta vallata del Vallone di

Piano della Corte, si allunga lungo il corso della Contrada Orselluzzo sino alla contrada Ponte per

una lunghezza totale di circa sei chilometri e cinquecento metri; la larghezza della zona

vincolata non supera invece i cinquecento metri.

Il Vallone del Piano della Corte, con la sua fitta copertura vegetale, rappresenta uno degli ultimi

relitti della tipica vegetazione ripariale igrofila che sino a qualche tempo fa doveva

caratterizzare la maggior parte degli alvei dei tanti torrenti della Sicilia centrale.

Riserva naturale orientata del Monte Capodarso e della Valle dell’Imera Meridionale

La Riserva del fiume Salso (o Imera meridionale) e del monte Capodarso, abbraccia con il suo

territorio una ampia zona della valle del fiume Salso, l’antico Himera, tra la gola formata dalle

alture di Capodarso a est e di Subacina ad ovest ed il ponte del Besaro a sud. Il fiume Himera,

conosciuto fin dall’antichità come grande via di penetrazione dell’ellenizzazione akrogantina

verso l’interno della Sicilia e non a caso chiamato Himera vista la sua utilizzazione come strada

di collegamento tra la stessa Akragas e la città di Himera, vide lo stanziamento di popolazioni

che vengono comunemente identificate con i Sicani e con i Siculi, sin dalla più lontana antichità.

Certamente tutta la zona è interessata da resti che sembrano risalire all’età del rame e che

potrebbero addirittura portare delle testimonianze del neolitico.

Dal punto di vista geologico l’intera area appartiene al così detto altipiano Gessoso-solfifero

della Sicilia centro meridionale; in questa zona, a causa della profonda incisione che il fiume ha

scavato nei depositi, si possono ammirare quasi per intero le successioni che caratterizzano

l’area. Dominanti sono le formazioni delle calcareniti di Capodarso, rossastre e

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granulometricamente molto grossolane, che svolgono un ruolo fondamentale nella definizione

del paesaggio a canyon.

La flora della Riserva è caratterizzata da vaste aree sottoposte all’intervento antropico, per cui

sono presenti coltivazioni di frumento che occupano la valle bassa del fiume nei territori di

Pietraperzia e di Caltanissetta. Testimonianze di flora ripariale, formata da giunchi e dalle canne

palustri, si trovano in prossimità del fiume. Interessante è poi la parete delle gole del Salso

proprio nella zona del ponte di Capodarso, ove si stende una vasta coltura oggi degradata di

pistacchi, misti al terebinto e a grandi macchie di cappero. Il panorama è dominato dalla grande

arsura del paesaggio: pietre, rocce, sabbie ed il fiume che nella maggior parte dell’anno è in

secca ed appare visibilmente formato da acque salate.

Riserva naturale integrale delle Forre Laviche del Simeto

Al confine est della Provincia Regionale di Enna, laddove il Comune di Centuripe limita con i

Comuni di Adrano e di Bronte, scorre il maggior fiume siciliano, il Simeto.

Il fiume nasce sulle alte cime dei Nebrodi, tra i faggi più meridionali del mondo e, dalle bianche

nevi del cratere dell’Etna, scende nell’arido paesaggio della Sicilia degli agri cerealicoli del

centuripino per assumere un carattere più quieto tra gli aranceti della valle di Catania ed infine

giunge al suo apparato deltizio che assume ancora oggi il ruolo di grande rifugio per la natura

della Sicilia ionica. La Riserva naturale delle Forre Laviche è stata istituita al fine di proteggere

il tratto mediano e forse più selvaggio ed intatto, dove le acque fanno giochi di equilibrio

attraverso le nere lave etnee. Il greto del fiume è colonizzato da una vegetazione di tipo

ripariale che annovera vari esemplari del salice rosso, raccolto dalle popolazioni locali per la

realizzazione di ceste e altri oggetti. Nelle zone più difficilmente sottoposte ad inondazione,

soprattutto negli ultimi anni, si diffonde l’elicriso giallo, che rallegra con la sua fioritura gli

spenti colori del greto pietroso.

Il paesaggio agrario e quello tipico di questa area etnea, con vecchie zone golenali trasformate

in giardini e con le “sciare” pietrose occupate da vaste colture di pistacchio. Si tratta di una

coltura di nicchia del brontese e dell’adernese detta, con il termine arabo, Fastuca, che,

dall’epoca emirale, è diffusa nelle aree non troppo aride e poco adatte per la loro pietrosità alla

coltivazione di specie più redditizie. Geologicamente la zona assume un particolare interesse

naturalistico in quanto rappresenta una delle zone di contatto e di sovrascorrimento delle lave

dell’edificio etneo, sul territorio prevalentemente sedimentario e costituito da argille ed

alluvioni della zona nebrodense. Le lave sono appartenenti a colate, probabilmente eccentriche,

costituite prevalentemente da effusioni basaltiche molto compatte che, in alcuni casi, assumono

una conformazione colonnare.

Riserva naturale orientata dei boschi di Rossomanno, Grottascura e Bellia

La Riserva comprende i boschi che coprono le cime delle alture degli Erei meridionali subito a

nord del paese di Piazza Armerina, fondamentalmente originati da antiche opere di

rimboschimento a pini, intervallati da ampi eucalipteti risalenti agli ultimi decenni e a vaste

aree di coltivi abbandonati che danno ancora i segni della antica produttività.

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L’istituzione della riserva apre questo territorio alla vocazione naturalistica più spiccata,

fornendo gli strumenti base per la salvaguardia ed il ripristino degli ambienti di riserva. Già da

qualche anno la zona dei boschi più prossima alla strada statale 117 Centrale Sicula è divenuta

meta di folte comitive di turisti che fanno capo alla struttura creata in località Ronza

dall’Azienda Regionale delle Foreste Demaniali: una ampia zona munita di posti di ristoro con

bracieri, servizi, un piccolo zoo con diverse specie. Accanto sorge il vivaio per la diffusione delle

essenze arboree del bosco, oltre alla struttura di supporto logistico di accoglienza turistica.

Riserva naturale orientata del Monte Altesina

Anche fuori dall’area protetta, il paesaggio roccioso e la vegetazione si presentano seducenti,

con creste rocciose aspre e pittoresche come quelle del Castellazzo.

Poco dopo l’ingresso si arriva ad un piccolo laghetto: proseguendo inizia il sentiero che porta

verso l’antico convento probabilmente di origine benedettina.

Lasciato l’edificio si procede per una salita che conduce il visitatore verso uno splendido

panorama: Enna e Calascibetta sugli acrocori, una di fronte all’altra, la vasta distesa delle

colline e dei coltivi, i laghetti collinari per usi zootecnici e irrigui; l’Etna a oriente, in

lontananza.

La riserva è caratterizzata da una vegetazione tipica composta da boschi originari di leccio,

roverella e rovere. Il sottobosco è ricco di pungitopo e rovo. Sono presenti dei resti di un piccolo

insediamento siculo, intagliato nella roccia con grotte, nicchie e troni, e porzioni di abitazioni.

Parco Archeologico Minerario di Floristella Grottacalda22

In un contesto paesaggistico pregevole, la zona del Parco Minerario Floristella Grottacalda forma

un triangolo equilatero con, agli altri due vertici, il lago di Pergusa e la riserva faunistico-

forestale della Ronza. Il sito minerario si colloca in un bacino che consente di usufruire di beni

culturali ed ambientali d'interesse internazionale (la Villa Romana del Casale a Piazza Armerina e

gli scavi archeologici di Morgantina ad Aidone).

Il Parco accorpa le due omonime miniere di zolfo dismesse, risultando uno dei più espressivi

insediamenti d'archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia. Alla stregua di un grande museo a

cielo aperto, il vasto complesso estrattivo fornisce una vera e propria "stratigrafia" delle diverse

epoche e dei relativi sistemi e tecniche d'estrazione e di fusione dello zolfo.

Ancora ben visibili e drammaticamente evocativi, appaiono i calcaroni (forni circolari per la

fusione e separazione dello zolfo dal materiale inerte), le discenderie (cunicoli semiverticali

utilizzati in epoca preindustriale per raggiungere il giacimento), i castelletti e gli impianti dei

pozzi verticali (utilizzati in epoca recente per la discesa in sotterraneo), i forni Gill (sistema più

moderno per la fusione dello zolfo).

22 Le informazioni riportate sono reperibili sul sito web del Parco http://www.enteparcofloristella.it/.

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Su un'altura si erge imponente il Palazzo Pennisi, antica residenza della famiglia proprietaria,

che domina il complesso minerario di Floristella. La sontuosità del manufatto e la sua pregnanza

architettonica, generano una sorta di contrasto con l'austerità del luogo, fornendo un'immediata

e suggestiva immagine di ciò che doveva essere l'estremo divario sociale dell'epoca.

Il Parco presenta anche aspetti paesaggistici e naturalistici di rilievo. In quest’ambito una

particolare menzione meritano la sorgente di acque sulfuree che alimenta il rio Floristella e,

soprattutto, le emissioni continue di metano e acqua salata e ferruginosa, sgorganti con piccola

portata da alcune bocche tra loro vicine dette “Maccalube” o vulcanelli di fango, visibili nella

parte nord dell’area del parco.

Il territorio del SIC del Monte Chiapparo non coincide neanche parzialmente con altre aree

protette della tipologia suindicata, fatta eccezione per la presenza di un corridoio ecologico di

collegamento, come indicato nel documento della Rete Ecologica Provinciale di Enna23.

D.2 Presenza di vincoli ambientali

Per la realizzazione della “Carta dei Vincoli” allegata al presente Piano di Gestione, sono state

utilizzate le Carte Tecniche Regionali (CTR) specifiche del sito in questione e i dati forniti dalla

Provincia Regionale di Enna relativi alle aree soggette a vincolo.

La carta elaborata mostra, all’interno dell’area del SIC, i seguenti vincoli24:

− Perimetrazione del SIC in oggetto;

− Vincolo Idrogeologico (R.D. 3267 del 30/12/1923);

− Fiumi, torrenti, corsi d'acqua e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di

150 metri (Legge 431/85, Art. 1, lett.c, attualmente sottoposti alle disposizioni del

D.Lgs. 42/2004, Art.142, lett. C e s.m.i.);

− Vincolo paesaggistico (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42 “Codice dei beni

culturali e del paesaggio” ai sensi dell’Art.10 Legge 6 luglio 2002, n.137);

− Territori coperti da foreste e boschi e relative fasce di rispetto (Legge 431/85, Art.1,

lett. g, attualmente sottoposti alle disposizioni del D.Lgs. 42/2004, Art. 142 lett. g e

s.m.i.).

In particolare la carta elaborata indica che l’area del SIC è interamente sottoposta a vincolo

idrogeologico, mentre, nell’area sud-est prossima a Pizzo Pagano, sono presenti due zone

identificabili come fasce di rispetto fluviale.

23 Provincia Regionale di Enna, “Schema Direttore Rete Ecologica Provinciale”, Tavola 06 – Corridoi ecologici reperibile su sito web http://www.provincia.enna.it/k2ptpenna/index.html.

24 Per l’inventario delle regolamentazioni relative ai vincoli esistenti, fare riferimento al paragrafo D.6 del presente elaborato.

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Più nel dettaglio, per quanto riguarda le aree a rischio geomorfologico ed idraulico, il territorio

dell’Ambito “Monte Chiapparo” ricade nei seguenti Bacini/Aree Territoriali individuati dal Piano

Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico P.A.I.25:

-Bacino Idrografico del Fiume Simeto (Cod. Bacino P.A.I.: n.094).

All’interno del Bacino Idrografico del Fiume Simeto sono stati censiti in totale 5192 movimenti

franosi; il 44,44% del bacino del F. Simeto appartiene al territorio provinciale di Enna, con una

estensione di circa 1830,81 Km2, censendo complessivamente n. 4139 dissesti, con una superficie

di 97,50 Km226.

Numero e superficie dei dissesti nella Provincia in esame, distinti

per comune.

Il territorio del Comune di Agira, all’interno del quale è dislocato il SIC oggetto di studio, ricade

interamente all’interno del bacino del Fiume Simeto.

Relativamente ai dissesti censiti all’interno del territorio comunale, esiste una concentrazione

dei fenomeni di crollo nei versanti acclivi delle alture che presentano calcareniti ed arenarie

sulle quali è insediato il centro abitato.

25 Regione Siciliana, Assessorato Territorio e Ambiente - Dipartimento Territorio e Ambiente, Servizio 4 Assetto del territorio e difesa del suolo, “Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico”, relazioni relative ai singoli bacini idrografici/aree territoriali reperibili sul sito http://88.53.214.52/pai/bacini.htm.

26 Regione Siciliana, Assessorato Territorio e Ambiente - Dipartimento Territorio e Ambiente, Servizio 4 Assetto del territorio e difesa del suolo, “Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico”, relazioni relative ai singoli bacini idrografici/aree territoriali reperibili sul sito http://88.53.214.52/pai/bacini.htm.

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Ulteriori informazioni si possono ottenere dall’indice di franosità nel territorio provinciale di

ENNA IdEN, ricadente all’interno del bacino idrografico del F. Simeto calcolato come rapporto

percentuale tra la superficie totale in frana nel territorio provinciale nel bacino (SdEN=97,50

km2) e la superficie totale del territorio provinciale nel bacino (SEN=1830,81 km2) che risulta

pari al 5,33%.

La descrizione delle aree di pericolosità elevata e molto elevata e dei rischi connessi viene

correlata dalle tavole relative agli ingrandimenti della Carta delle Pericolosità e dei rischi

geomorfologici di 15 centri abitati per la provincia di Enna.

Nel territorio comunale di Agira sono state determinate le seguenti aree a diverso livello di

pericolosità27:

− Area a pericolosità molto elevata (P4) N. 20 per una superficie complessiva di 36,35 Ha;

− Area a pericolosità elevata (P3) N. 25 per una superficie complessiva di 47,88 Ha;

− Area a pericolosità media (P2) N. 142 per una superficie complessiva di 444,63 Ha;

− Area a pericolosità moderata (P1) N. 111 per una superficie complessiva di 71,73 Ha;

− Area a pericolosità bassa (P0) N. 5 per una superficie complessiva di 7,66 Ha.

La suddivisione per livello di rischio è qui di seguito riportata28:

− Aree a rischio molto elevato (R4) N. 62 per una superficie complessiva di 3,85 Ha;

− Aree a rischio elevato (R3) N. 7 per una superficie complessiva di 0,72 Ha;

− Aree a rischio medio (R2) N. 28 per una superficie complessiva di 4,36 Ha;

− Aree a rischio moderato (R1) N. 11 per una superficie complessiva di 0,71 Ha.

Le situazioni di maggiore pericolosità e rischio di tutto il territorio del Comune di Agira si

localizzano in corrispondenza delle scarpate rocciose naturali che circondano l’altura su cui si

sviluppa il centro abitato e di quelle artificiali, relative ai numerosi fronti di cave oggi

abbandonate ed inglobate nel tessuto urbano.

Per quanto riguarda il SIC di Monte Chiapparo solamente in alcune zone poste a Sud – Est e a

Nord, al di fuori comunque del confine amministrativo del Sito, sono state evidenziate delle zone

classificate come a media (P2) e bassa (P0) pericolosità, mentre non risultano essere presenti

nelle immediate vicinanze aree catalogate a rischio geomorfologico.

L’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idraulico è stata eseguita dopo una

preliminare caratterizzazione dell’ambiente fisico; in tale fase, vengono individuati il reticolo

27 Regione Siciliana, Assessorato Territorio e Ambiente - Dipartimento Territorio e Ambiente, Servizio 4 Assetto del territorio e difesa del suolo, “Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico”, relazioni relative ai singoli bacini idrografici/aree territoriali reperibili sul sito http://88.53.214.52/pai/bacini.htm.

28 Regione Siciliana, Assessorato Territorio e Ambiente - Dipartimento Territorio e Ambiente, Servizio 4 Assetto del territorio e difesa del suolo, “Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico”, relazioni relative ai singoli bacini idrografici/aree territoriali reperibili sul sito http://88.53.214.52/pai/bacini.htm.

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idrografico ed i limiti dei bacini principali e dei sottobacini effettuando una prima

caratterizzazione delle aste fluviali.

Contemporaneamente, si acquisiscono tutti gli elementi conoscitivi utili all’individuazione delle

aree potenzialmente inondabili attraverso informazioni storiche e analisi di tipo territoriale.

Individuate le aree potenzialmente inondabili e, conseguentemente, le sezioni di interesse dei

corsi d’acqua, si procede allo studio idrologico, e si stimano le portate defluenti in

corrispondenza delle sezioni di interesse per determinati tempi di ritorno.

Successivamente si procede allo studio idraulico andando a determinare i livelli idrici associati

ad ogni tempo di ritorno in ciascuna delle sezioni precedentemente individuate, e note le

condizioni di deflusso, si determinano le aree soggette a inondazione con probabilità alta,

moderata e bassa.

Infine viene valutata la pericolosità ed il rischio secondo quanto riportato nella metodologia

allegata alla Relazione Generale del P.A.I..

Analizzando la carta del rischio idraulico allegata ai P.A.I. è stato riscontrato che non ci sono

aree soggette a rischi idraulico all’interno del Sito Natura 2000 “Monte Chiapparo”.

Da sottolineare che la “Carta dei Vincoli” in allegato al presente Piano di Gestione è stata

elaborata sulla base di dati in scala 1:50.000, non essendo disponibili elementi di maggiore

dettaglio.

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D.3 Previsioni strumenti urbanistici

Il territorio del SIC del Monte Chiapparo, interessa un solo comune appartenente alla Provincia di

Enna, il Comune di Agira, quest’ultimo interessato per una parte dalla presenza dell’area ad

interesse naturalistico del Lago Pozzillo, ai confini con il Comune di Regalbuto, mentre risulta

interessato anche dall’area SIC di Vallone Piano della Corte ai confini con il Comune di Assoro.

Il quadro della pianificazione urbanistica (con riferimento al PRG del Comune di Agira, D.A n.82

del 27.02.82), evidenzia una modalità dell’organizzazione del territorio nella quale si osserva

una sostanziale tendenza verso l’autocontenimento dell’edificato attorno al nucleo storico,

mentre l’assetto del territorio esterno al nucleo urbano risulta prevalentemente interessato da

una destinazione d’uso di verde agricolo (zona E ai sensi del D.M. 02/04/68), ma anche dalla

presenza di una area definita zona D che è individuata nell’isola amministrativa facente capo al

Comune di Assoro.

In generale la presenza dell’area SIC non risulta ancora rappresentata dagli strumenti urbanistici

alla scala locale, pur non essendo rilevate pre-condizioni di incoerenza di natura urbanistica fra

le esigenze di gestione dell’area naturale e le esigenze della gestione urbanistica del territorio.

Rispetto al livello della pianificazione sovraordinata, invece, le norme di attuazione del Piano

Territoriale Provinciale della Provincia Regionale di Enna riconoscono l’importanza delle aree

naturali (riconosciuta anche nelle parti di indirizzo generale) e prescrivono il recepimento delle

stesse all’interno della pianificazione alla scala locale.

Nell’articolo 57 delle norme di attuazione operative del PTP, riguardante gli Ambiti areali a

dominanza ambientale invarianti e non negoziabili, le aree SIC sono riconosciute (comma 3)

come ambiti areali sottoposti a norme e tutele di salvaguardia dalla legislazione vigente,

soggetti a limitazioni di intervento con differenti livelli di tutela commisurati al carattere delle

risorse stesse. Le limitazioni costituiscono vincoli e/o pre-condizioni alle trasformazioni

territoriali. Devono essere valorizzate ai fini di salvaguardarne ed incrementarne l’efficacia della

funzione ecologica, la qualità percettivo-paesaggistica e il significato storico-culturale e non

devono essere oggetto d’interventi che comportino, in modo diretto o indiretto, il loro degrado

e/o la loro perdita di valore anche parziale. Il comma 3. riguarda le aree e siti della rete natura

2000 (SIC e ZPS): “ Hanno valore di tutela invariante ai sensi della legislazione vigente. Inoltre il

PTP attua e recepisce gli indirizzi delle RES e della REP, cosi come riportati al successivo capo IX

delle presenti norme operative”.

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D.4 Inventario dei soggetti amministrativi e gestionali che hanno competenze sul

territorio nel quale ricade il sito

Inquadramento normativo

La direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli

uccelli selvatici

La direttiva 79/409 concerne la conservazione delle specie di uccelli viventi naturalmente allo

stato selvatico nel territorio dell’Unione Europea e si applica agli "uccelli, alle uova, ai nidi e agli

habitat"8.

L’istituzione di "zone di protezione” o la creazione di "biotopi” sono individuate quali misure per

la “preservazione, mantenimento e ripristino degli habitat" delle specie.

Tali misure, volte alla conservazione delle popolazioni di specie di avifauna, regolamentano la

cattura, l'uccisione, la distruzione dei nidi o delle uova, il disturbo durante la ricerca del cibo

nonché il divieto della commercializzazione di uccelli vivi o morti o parti di essi.

La direttiva 92/43/CEE riguardante gli habitat naturali e seminaturali

La successiva Direttiva 92/43/CEE, cosiddetta Direttiva “Habitat”, perché riguarda gli habitat

naturali e seminaturali, prevede la realizzazione della rete ecologica europea Natura 2000.

La direttiva vuole "contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli

habitat naturali, nonché la flora e la fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati Membri"

(art. 2). In particolare, l’obiettivo della direttiva è la salvaguardia o il ripristino di uno stato di

conservazione soddisfacente per gli habitat naturali e le specie di fauna e flora selvatiche di

interesse comunitario (Art. 2.2).

L’ordinamento italiano

Nello stesso periodo in cui nascevano le direttive appena citate, il legislatore italiano approvava

due importanti provvedimenti:

− L. 394 del 6/12/91 – Legge quadro sulle aree protette;

− L. 157 dell’11/2/92 - Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il

prelievo venatorio.

Queste norme non tengono conto delle direttive Habitat e Uccelli, perché redatte in

contemporanea con quest’ultime. La lacuna è stata colmata dal D.P.R. 357, 8 settembre 1997 e

dal successivo correttivo D.P.R. 120, 12 marzo 2003.

Tale corpus di norme, nel complesso costituisce il riferimento fondamentale per l’individuazione

e la creazione dei diversi tipi di area protetta in Italia.

Le fasi del procedimento per l’individuazione della rete Natura 2000 previste dal D.P.R. 357/97

s.m.i., sono:

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1. Le Regioni e le Province autonome individuano nei loro territori i siti classificabili di

importanza comunitaria, o Siti di Importanza Comunitaria proposti (SIC) – in base alle

definizioni della direttiva Habitat – e ne danno comunicazione al Ministero dell’Ambiente e

della Tutela del Territorio, il quale provvede a formulare una proposta unitaria, che invia

alla Commissione europea;

2. Sulla base delle conclusioni raggiunte con appositi Seminari Biogeografici, la Commissione

provvede a definire un “Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC)”;

3. Le Regioni e le Province autonome assicurano per i proposti siti di importanza comunitaria

“le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie,

nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state individuate”;

4. Entro sei anni dalla pubblicazione dell’Elenco dei siti, il Ministero dell’Ambiente e della

Tutela del Territorio designa con proprio decreto, adottato d’intesa con ciascuna regione

interessata, i siti inseriti come Zone Speciali di Conservazione (ZSC);

5. Entro sei mesi dalla designazione di cui al punto 5, le Regioni e le Province autonome

adottano per le ZSC, sulla base di linee guida di gestione emanate con specifico decreto del

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sentita la Conferenza permanente tra

lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, le “misure di conservazione necessarie che

implicano all’occorrenza appropriati piani di gestione specifici od integrati ad altri piani di

sviluppo e le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano

conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali” presenti nei siti che fanno

parte della rete Natura 2000.

Ordinamento e norme regionali

E’ importante rilevare che il D.P.R. 357/97 e s.m.i. affida alle Regioni il compito di adottare le

misure necessarie a salvaguardare e tutelare i siti di interesse comunitario (si vedano gli artt. 4 e

7). Le Regioni hanno risposto in vario modo; in particolare la Regione Sicilia ha adottato i

seguenti provvedimenti:

− pubblicazione dell’elenco delle ZPS e l’elenco dei SIC individuati ai sensi delle direttive nn.

92/43/CEE e 79/409/CEE (G.U.R.S. 15 dicembre 2000, n. 57, G.U.R.S. 8 20 febbraio 2004,

G.U.R.S. 31, 22 luglio 2005, G.U.R.S. 42, 7 ottobre 2005);

− dopo l’emanazione nel corso degli anni di circolari e decreti dirigenziali, la Regione è

intervenuta con la L.R. 13 dell’8/5/2007 che regolamenta le modalità di svolgimento della

valutazione d’Incidenza ai sensi del DPR357/97 art. 5 c. 1 e 2.

Le determinazioni sulle valutazioni di incidenza sono attribuite ai Comuni nel cui territorio

insistono i siti SIC e ZPS. Le valutazioni di incidenza che interessino siti SIC e ZPS ricadenti

all'interno dei parchi naturali sono di competenza dell'Ente Parco.

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90

Sono di competenza dell'Assessorato Regionale del Territorio e dell'Ambiente le valutazioni di

incidenza che riguardano l'intera pianificazione comunale, provinciale e territoriale, ivi compresi

i piani agricoli e faunistico-venatori.

Manca ad oggi un provvedimento organico sulle modalità di gestione delle aree protette.

Allargando il campo della ricognizione, si può tracciare un sintetico quadro delle competenze

degli diversi Enti Territoriali nell’ordinamento della Regione Siciliana.

Secondo il principio di sussidiarietà, sono lasciate agli enti locali tutte le funzioni amministrative

“che non richiedono l'unitario esercizio a livello regionale” (L.R. 10/2000, art. 31).

Alla Regione sono espressamente riservati:

a) le funzioni ed i compiti amministrativi per la realizzazione di infrastrutture ed opere

pubbliche di interesse regionale;

b) le funzioni ed i compiti di rilievo regionale per la difesa del suolo, la tutela e la

valorizzazione dell'ambiente;

c) le funzioni ed i compiti amministrativi in materia di sanità;

d) le funzioni ed i compiti amministrativi riguardanti i programmi comunitari;

e) le funzioni di promozione e sviluppo dei settori economici e produttivi, nonché del lavoro;

f) le funzioni ed i compiti in materia di protezione civile;

g) le funzioni ed i compiti in materia di iniziative culturali e turistiche di interesse regionale;

h) le funzioni ed i compiti relativi al corpo forestale regionale;

i) le funzioni ed i compiti amministrativi in materia di beni culturali ed ambientali, pubblica

istruzione ed assistenza universitaria;

j) le funzioni ed i compiti amministrativi in materia di formazione professionale ad eccezione

dell'organizzazione e gestione dei corsi formativi;

k) le funzioni ed i compiti amministrativi in materia di motorizzazione civile e di trasporti di

interesse regionale;

l) le funzioni ed i compiti amministrativi in materia di urbanistica, costruzioni in cemento

armato ed edilizia in zone sismiche.

Le Province Regionali Autonome sono organizzate nella forma di consorzi tra Comuni

(L.R.9/1986, art. 8) e, oltre ad avere competenze proprie, svolgono importanti funzioni di

coordinamento delle realtà territoriali in cui operano.

Spetta infatti alla Provincia la proposta e l’approvazione – sentiti i Comuni - dei documenti di

programmazione economico-sociale articolati in programmi settoriali e territoriali (L.R. 9/1986,

artt. 9 e 10).

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La Provincia è inoltre competente nel campo della pianificazione territoriale attraverso la

redazione del Piano territoriale provinciale relativo a (L.R. 9/1986, art. 12):

1. alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie;

2. alla localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunale.

Le funzioni amministrative riservate alle Province dall’Art. 13, L. R. n. 9/1986 (recepito dall’art.

19, L. R. n. 19/2005) sono le seguenti:

1. servizi sociali e culturali:

a. realizzazione di strutture e servizi assistenziali di interesse sovracomunale, anche

mediante la riutilizzazione delle istituzioni socio-scolastiche permanenti, in atto

gestite ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 5 agosto 1982, n. 93; restano ferme le

competenze comunali in materia;

b. distribuzione territoriale, costruzione, manutenzione, arredamento, dotazione di

attrezzature, funzionamento e provvista del personale degli istituti di istruzione media

di secondo grado; promozione, negli ambiti di competenza, del diritto allo studio. Le

suddette funzioni sono esercitate in collaborazione con gli organi collegiali della

scuola;

c. promozione ed attuazione, nell'ambito provinciale, di iniziative ed attività di

formazione professionale, in conformità della legislazione regionale vigente in materia,

nonché realizzazione di infrastrutture per la formazione professionale;

d. iniziative e proposte agli organi competenti in ordine all'individuazione ed al

censimento dei beni culturali ed ambientali ricadenti nel territorio provinciale, nonché

alla tutela, valorizzazione e fruizione sociale degli stessi beni, anche con la

collaborazione degli enti e delle istituzioni scolastiche e culturali. Acquisto di edifici o

di beni culturali, con le modalità di cui all'art. 21, secondo e terzo comma, della legge

regionale 1 agosto 1977, n. 80. Per l'esercizio delle funzioni suddette, la provincia si

avvale degli organi periferici dell'Amministrazione regionale dei beni culturali ed

ambientali;

e. promozione e sostegno di manifestazioni e di iniziative artistiche, culturali, sportive e

di spettacolo, di interesse sovracomunale;

2. sviluppo economico:

a. promozione dello sviluppo turistico e delle strutture ricettive, ivi compresa la

concessione di incentivi e contributi; realizzazione di opere, impianti e servizi

complementari alle attività turistiche, di interesse sovracomunale;

b. interventi di promozione e di sostegno delle attività artigiane, ivi compresa la

concessione di incentivi e contributi, salve le competenze dei comuni;

c. vigilanza sulla caccia e la pesca nelle acque interne;

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d. autorizzazione all'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio di cui all'art. 9 della

legge regionale 22 luglio 1972, n. 43;

3. organizzazione del territorio e tutela dell'ambiente:

a. costruzione e manutenzione della rete stradale regionale, infraregionale, provinciale,

intercomunale, rurale e di bonifica e delle ex trazzere, rimanendo assorbita ogni

competenza di altri enti sulle suindicate opere, fatto salvo quanto previsto al

penultimo alinea dell'art. 16 della legge regionale 2 gennaio 1979, n. 1;

b. costruzione di infrastrutture di interesse sovracomunale e provinciale;

c. organizzazione dei servizi di trasporto locale interurbano;

d. protezione del patrimonio naturale, gestione di riserve naturali, anche mediante intese

e consorzi con i comuni interessati;

e. tutela dell'ambiente ed attività di prevenzione e di controllo dell'inquinamento, anche

mediante vigilanza sulle attività industriali;

f. organizzazione e gestione dei servizi, nonché localizzazione e realizzazione degli

impianti di smaltimento dei rifiuti e di depurazione delle acque, quando i comuni

singoli o associati non possono provvedervi.

Il Comune, nell’ordinamento siciliano, è titolare di tutte le funzioni che non sono esplicitamente

riservate agli altri Enti in specie modo nei settori ei servizi sociali, dell'assetto ed utilizzazione

del territorio e dello sviluppo economico (L.R. 10/2000, art. 34).

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Tabella 15 - Schema riassuntivo degli Enti competenti sul SIC Monte Chiapparo

AREA TEMATICA ENTE RIFERIMENTO NORMATIVO

Assetto idrogeologico Regione – Assessorato Territorio e ambiente

L.R. 71/1978

Ecosistemi e Biodiversità A.R.P.A. Sicilia L.R. 6/2001

gestione Provincia Regionale di Enna (in qualità di ente beneficiario)

D.D.G. 502/2007

Valutazioni d’incidenza di pianificazione comunale, provinciale e territoriale

Regione – Assessorato Territorio e ambiente

L.R. 13/2007

Valutazioni d’incidenza Comune di Agira L.R. 13/2007

Pianificazione territoriale Provincia Regionale di Enna L.R. 9/1986

Pianificazione territoriale Comune di Agira L.R. 71/1978

Risorse idriche Consorzio di Bonifica 6 - Enna L.R. 45/1995

Risorse idriche Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque

L.R. 19/2005

Risorse idriche A.R.P.A. Sicilia L.R. 6/2001; progetto INTERREG III B – MEDOCC AQUAMED

Tutela risorse faunistiche Regione – Assessorato Agricoltura e Foreste

L.R. 33/1997 s.m.i.; L. 157/1992

Tutela risorse forestali Regione – Dipartimento Regionale delle Foreste

L.R. 52/1984

Tutela risorse forestali Azienda Regionale Foreste Demaniali

L.R. 10/1949 L.R. 10/2000

D.5 Coerenza con Piani, progetti, politiche settoriali che interessano il territorio

nel quale ricade il sito

Come si è visto nel paragrafo precedente la Regione ha pubblicato l’elenco dei SIC e delle ZPS

individuati: tali siti vanno a formare la Rete Ecologica della Regione Siciliana, di cui è parte la

Rete Ecologica della Provincia di Enna.

Quest’ultimo progetto è parte integrante del progetto definitivo di Piano Territoriale Provinciale

di Enna e assicura l’integrazione delle aree oggetto di analisi nella pianificazione strategica della

Provincia. La rete Ecologica nasce infatti per connettere siti e funzioni naturali in modo da

individuare non solo le aree maggiormente sensibili per alcune specie animali, ma anche i

corridoi di collegamento che permettono di preservare gli equilibri naturali su scala più vasta.

Si tratta in definitiva di uno strumento conoscitivo di grande potenza e di dettaglio, che fornisce

elementi precisi per la definizione della modalità di attuazione delle strategie delineate nel PTP.

All’interno del quadro programmatorio, l’attività preliminare consiste nel dotare ogni SIC di un

Piano di Gestione.

A tale scopo la Regione Siciliana ha istituito una task force multidisciplinare formata da 12

esperti con il compito di coadiuvare l’Ente Pubblico nelle operazioni legate all’approvazione dei

Piani di Gestione. L’Assessorato all’Ambiente e Territorio della Regione Siciliana (ARTA) ha

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inoltre pubblicato delle Linee guida per la redazione dei Piani di Gestione, al fine di dare

indicazioni per una progettazione coerente con i principi della rete Natura 2000 e con il lavoro

impostato a livello regionale.

Grande impulso alla redazione dei Piani di Gestione è stato dato dalla misura 1.11 del POR 2000-

2006 che ha previsto il finanziamento di tale azione. La scelta della Regione, quindi, è stata

pienamente coerente con le attività di programmazione sin qui descritte.

Infatti, dopo la definizione delle aree SIC e ZPS, l’istituzione della Rete Ecologica Regionale e via

via di quelle Provinciali, la designazione della task force come organismo di supporto scientifico,

l’inserimento della misura 1.11 nel POR 2000-2006 permette agli Enti preposti (tra cui la

Provincia di Enna) di sviluppare una progettualità volta a definire regole di gestione in grado di

difendere la ricchezza naturale riconosciuta con l’istituzione dell’area protetta.

Come si nota dalla tabella seguente, il Piano di Gestione del SIC Monte Chiapparo si inserisce in

un quadro programmatorio che tocca diversi aspetti. Accanto agli atti di programmazione

pubblica, si segnala la presenza nel PTP di Enna di progetti strategici per lo sviluppo del

territorio. Nella tabella vengono riportati i progetti che per tema ed area d’intervento

coinvolgono più direttamente il SIC Monte Chiapparo.

In particolare, il progetto strategico della Rete Etno-Storica degli Erei e Parchi Archeologici (PS2)

punta a creare una rete tematica al fine di sviluppare e diversificare l’offerta turistica del

territorio ennese. Il progetto “Campagna Erea” (PS5) prevede forme di tutela e salvaguardia per

il paesaggio rurale e l’uso originale dei suoli.

Tali progetti appaiono quindi come elementi propedeutici ad una politica di tutela dei valori

ambientali del SIC in oggetto da attuarsi mediante la redazione del PdG.

Tabella 16. Schema riassuntivo degli Enti e della rispettiva pianificazione sul SIC Monte Chiapparo:

ENTE\PROGETTO AREA TEMATICA PIANIFICAZIONE DI COMPETENZA

Regione – Assessorato Territorio e ambiente

Assetto idrogeologico Redazione del P.A.I. (D.A. 298/41 del 4/7/00)

Regione – Assessorato Agricoltura e Foreste

Tutela risorse forestali Linee Guida del Piano Forestale Regionale (D.A. 2340/2004)

Provincia Regionale di Enna Pianificazione territoriale PTP (progetto definitivo – marzo 2008)

Comune di Agira Pianificazione territoriale PRG approvato con D.A. n°80 del 27/2/82

Regione – Assessorato Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione

Tutela del paesaggio Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale (D.A. n.6080 del 21/5/1999)

Rete Etno-Storica degli Erei e Parchi Archeologici

Valorizzazione del territorio Progetto strategico del PTP di Enna (PS2)

La Campagna Erea Valorizzazione del territorio Progetto strategico del PTP di Enna (PS5)

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95

D.6 Inventario e localizzazione degli strumenti di programmazione territoriale,

Programmi d’Iniziativa Comunitaria, Azioni Comunitarie sull’ambiente

ricadenti e/o utilizzati per il sito

Gli strumenti di programmazione territoriale

I Patti territoriali sono basati sull’accordo che si costruisce tra differenti soggetti locali –

imprese, enti locali, associazioni industriali e del lavoro, ecc. – e che individua obiettivi di

sviluppo condivisi, da realizzare attuando programmi che integrano il sostengo ad interventi

produttivi e realizzazioni infrastrutturali. Più in particolare, lo strumento è definito dalla L.

662/96, art. 2, comma 203, lett. d) come "l’accordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da

altri soggetti pubblici o privati (…) relativo all’attuazione di un programma di interventi

caratterizzati da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale".

Una particolare declinazione dei patti territoriali è rappresentata dai PIT, progetti integrati

territoriali, tratteggiati nel Quadro Comunitario di Sostegno per le Regioni Obiettivo 1 come una

specifica modalità di attuazione degli interventi caratterizzata da un complesso di azioni

intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune

obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario.

In Sicilia sono stati attivati 35 PIT (Progetti Integrati Territoriali) oltre a numerosi altri patti

territoriali settoriali (ad esempio patti agricoli). Il territorio interessato dal SIC in oggetto è

interamente ricompreso nel Comune di Agira, che fa parte del PIT 10.

Il PIT 10 - Sinergie per competere include infatti i Comuni di Agira, Assoro, Catenanuova,

Centuripe, Cerami, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Regalbuto, Sperlinga,

Troina, Valguarnera Caropepe. Obiettivo del PIT è lo sviluppo di un sistema integrato di servizi

alle imprese che valorizzi le risorse umane locali ed incrementi le opportunità occupazionali.

Il punto di partenza è dato dai comparti già presenti e con buone possibilità di sviluppo quali il

tessile, gomma e plastica, agro-industria, filiera lattiero-casearia. I sottoscrittori del PIT hanno

individuato quale Organismo di gestione la CE.SI.S.- Centro Sicilia Servizi - S.p.A, soggetto

responsabile del Patto Territoriale di Enna e del Patto Territoriale per l'Agricoltura della

Provincia di Enna.

Il Comune di Agira partecipa anche al Patto Territoriale dei Nebrodi insieme ai Comuni di

Cerami, Gagliano, Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Sperlinga, Troina, Capizzi, Castel

di Lucio, Maniace, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, S. Stefano di Camastra, Tusa.

Il Patto, sottoscritto nel 1999, ha per oggetto il sostegno ad iniziative imprenditoriali nei settori

industria, agroindustria, servizi, turismo.

Gli strumenti comunitari

La programmazione d’iniziativa Comunitaria del periodo 2007-2013 segna una serie di importanti

differenze con il passato, in linea con i mutamenti nella composizione e nell’assetto istituzionale

dell’Unione Europea.

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Il periodo di programmazione 2000-2006 prevedeva quattro strumenti finanziari:

− il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR);

− il Fondo Sociale Europeo (FSE);

− il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (FEAOG) (detto anche Fondo

Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola (FEOGA);

− lo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP).

Che operavano sul territorio secondo tre obiettivi:

− Obiettivo 1: rivolto alle regioni in ritardo di sviluppo; focalizzato sulla promozione dello

sviluppo delle aree con un PIL minore del 75% della media europea. In tale obiettivo

rientrava anche la Sicilia (insieme a Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sardegna);

− Obiettivo 2: rivolto a regioni che devono affrontare problemi strutturali, come la

riconvenzione di aree rurali depresse;

− Obiettivo 3: rivolto alle regioni escluse dall'obiettivo 1; sostiene l’adeguamento e

l'ammodernamento delle politiche di istruzione, formazione e occupazione.

La programmazione 2007-2013 ha introdotto diverse variazioni rispetto alla programmazione del

periodo precedente sia nell’organizzazione dei Fondi strutturali (di cui alcuni cambiano nome e

finalità come il FEOGA che si trasforma in FEASR e lo SFOP in FEP), sia nella definizione degli

obiettivi che vengono così riformulati:

− Obiettivo "Convergenza": “erede” del vecchio obiettivo 1, è volto ad accelerare la

convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo, migliorando le

condizioni di crescita e di occupazione. Per l’Italia, le regioni interessate sono, oltre alla

Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Gli strumenti di finanziamento sono il FESR, il FSE e il

Fondo di coesione (al quale l’Italia non può accedere);

− Obiettivo "Competitività regionale e occupazione": obiettivo rivolto a tutte le regioni con un

canale distinto per le aree comprese nell’obiettivo 1 nella programmazione 2000 – 2006 che

non rientrano nell’obiettivo convergenza.

Lo scopo è il rafforzamento della competitività, dell'occupazione e la valorizzazione delle

attrattive delle regioni. Il finanziamento è effettuato tramite FESR e FSE;

− Obiettivo "Cooperazione territoriale europea": nuovo obiettivo, nasce con l’intento di

rafforzare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. L'obiettivo

consiste nel promuovere la ricerca di soluzioni congiunte a problemi comuni tra le autorità

confinanti, come lo sviluppo urbano, rurale e costiero e la creazione di relazioni economiche

e reti di PMI. La cooperazione è orientata su ricerca, sviluppo, società dell'informazione,

ambiente, prevenzione dei rischi e gestione integrata delle acque. L’azione è finanziata dal

FESR.

L’attivazione dei finanziamenti avviene sulla base di piani operativi nazionali (PON) e regionali

(POR), che definiscono le linee e le misure di finanziamento.

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La politica agricola comune rappresenta un capitolo a se stante che comprende anche le

misure di sviluppo rurale. Il Regolamento (CE) n. 1290/2005 relativo al finanziamento della

politica agricola comune, istituisce due fondi dedicati all’agricoltura:

− il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), che finanzia principalmente le misure di

mercato;

− il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che finanzia i programmi di

sviluppo rurale in maniera autonoma dagli altri strumenti e linee di contribuzione dedicati

all’agricoltura comunitaria.

Con la riforma della politica agricola comune il tema dello sviluppo rurale assume un ruolo

cruciale nella definizione di un nuovo modello di sviluppo che permetta alle zone rurali di

sostenere la sfida dello sviluppo e della concorrenza globale.

I riferimenti all’orizzonte sono anche in ambito rurale la crescita e la creazione di posti di

lavoro – in linea con la Strategia di Lisbona – e la sostenibilità ambientale – sulla base degli

obiettivi fissati a Göteborg.

La politica di sviluppo rurale 2007-2013 si ramifica in quattro assi tematici (corrispondenti a

tre settori di attività più una linea d’azione di carattere metodologico):

− aumento della competitività in agricoltura;

− ambiente e paesaggio rurale;

− miglioramento della qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale;

− asse "Leader", volto a promuovere iniziative che, come nell’esperienza dei progetti

Leader, abbiano un approccio bottom up e mirino a costruire reti di attori locali.

Come per gli altri strumenti comunitari, gli Stati Membri sono tenuti ad elaborare Piani che

recepiscono gli indirizzi decisi in sede europea; sulla base di questi, le Regioni redigono Piani

Regionali di Sviluppo Rurale che contengono le misure specifiche d’intervento rientranti nei sei

orientamenti strategici comunitari:

1. Miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale

2. Miglioramento dell'ambiente e il paesaggio rurale

3. Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione

4. Implementazione della capacità locale di occupazione e diversificazione

5. Traduzione delle priorità in programmi

6. Garanzia della complementarità tra gli strumenti comunitari.

POR 2000 – 2006

Il POR 2000-2006 si inseriva nella strategia delineata dal Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)

della realizzazione, entro il periodo di attuazione del programma comunitario, di un sentiero di

crescita del Mezzogiorno stabilmente e significativamente superiore a quello dell’Unione

europea.

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Il POR indicava proprio i valori ambientali come una delle leve principale per accrescere la

competitività della Sicilia. Il POR, parlando di risorse endogene, sottolinea l’esistenza di

“un patrimonio naturale, artistico-architettonico con ampi margini di valorizzazione. Il territorio

siciliano, pur non esente da aggressioni, offre tuttora una variegata gamma di beni naturalistici

di grande suggestione. La Sicilia offre inoltre un patrimonio artistico, culturale, architettonico

ed archeologico di rilievo internazionale che va tutelato, conservato, valorizzato e soprattutto

fruito. Agli importanti siti archeologici e alle principali città d’arte si aggiunge anche la

ricchezza dei centri storici minori la cui fruizione presenta spesso elementi di stretta

integrazione con la fruizione di risorse ambientali. La dotazione di queste risorse fornisce

potenzialità di sviluppo nel settore culturale e in quello turistico di qualità, la cui domanda è in

forte crescita negli ultimi anni a livello internazionale.

Le azioni attivate sono rivolte sia alla valorizzazione ambientale e culturale del territorio sia al

consolidamento della filiera turistica integrata alla qualificazione territoriale.”29

I sei assi di intervento che compongono il POR sono:

− Risorse naturali;

− Risorse culturali;

− Risorse umane;

− Sistemi locali di sviluppo;

− Città;

− Reti e nodi di servizio.

Per quanto riguarda gli argomenti più vicini all’oggetto del presente progetto, vi è l’Asse

“Risorse naturali” che prevede alcune strategie specifiche d’intervento ricadenti in un sottoasse,

significativamente intitolato “Rete Ecologica”. Obiettivi dichiarati erano, da una parte

valorizzare a far uscire da una situazione di degrado e di abbandono aree sottoutilizzate,

dall’altra migliorare la qualità ambientale di aree sovrautilizzate regolando il consumo di risorse.

POR 2007-2013 (FONDI FESR)

Il POR FESR 2007 – 2013 prende le mosse dal POR 2000 – 2006 di cui rappresenta un’evoluzione ed

una correzione di rotta sulla base dei risultati conseguiti e della progettualità prodotta.

L’obiettivo di fondo del nuovo POR è “l’innalzamento e la stabilizzazione del tasso di crescita

medio dell’economia regionale attraverso il rafforzamento dei fattori di attrattività di contesto e

della competitività di sistema delle attività produttive in un quadro di sostenibilità ambientale e

territoriale e di coesione sociale”30.

29 POR Sicilia, Approvato dalla Commissione Europea con Decisione CE C/2005 n. 5847 del 20/12/2005, pag. 52

30 POR FESR 2007-2013, adottato con Decisione della Commissione europea C(2007)4249 del 7 settembre 2007, pag. 85

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99

Per raggiungere tale obiettivo, il POR individua sette assi strategici:

− Reti e collegamenti per la mobilità;

− Uso efficiente delle risorse naturali;

− Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per

l’attrattività e lo sviluppo;

− Diffusione della ricerca, dell’innovazione e della società dell’informazione;

− Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali;

− Sviluppo urbano sostenibile;

− Governance, capacità istituzionali e assistenza tecnica;

A loro volta suddivisi in obiettivi specifici e obiettivi operativi.

In questo quadro anche le azioni di protezione delle risorse naturali si collocano all’interno di

una strategia volta a promuovere lo sviluppo economico dell’isola secondo criteri di sostenibilità.

Dall’analisi dei singoli assi di finanziamento e delle misure ad essi correlati emerge che i punti di

maggiore interesse per il nostro lavoro sono rappresentati in particolare dall’Asse n. 3

“Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per l’attrattività

e lo sviluppo” e da alcune azioni rientranti negli Assi 2 “Uso efficiente delle risorse naturali” e 5

“Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali”.

Seppur con l’avvertenza che ad oggi non sono stati pubblicati bandi a valere sul presente POR, si

indicano gli obiettivi specifici maggiormente coerenti con l’oggetto dell’incarico. Tali obiettivi,

infatti, contengono le potenzialità per redigere piani e programmi legati allo sviluppo delle aree

rurali ricadenti nel SIC.

In particolare il cuore della programmazione FESR è senz’altro l’Asse 3; si vedrà, infatti, che

alcuni obiettivi riprendono esplicitamente lo schema di Natura 2000 e, in ogni modo,

rappresentano la naturale evoluzione del percorso di sostegno avviato con il POR 2000-2006. Se

infatti quest’ultimo strumento ha finanziato l’attività volta a dotare i SIC di un Piano di

Gestione, la programmazione 2007-2013 esclude dal finanziamento i progetti relativi a piani di

gestione, per concentrarsi su azioni di sviluppo legate all’imprenditorialità e la valorizzazione

turistica.

All’interno degli Assi 2, 4 e 5 è possibile trovare misure d’intervento coerenti con lo sviluppo

sostenibile dell’area oggetto d’incarico.

− OBIETTIVO SPECIFICO 2.1: Promuovere la diffusione delle fonti rinnovabili e favorire la

razionalizzazione della domanda di energia, adeguare e monitorare gli impianti di

produzione e le reti di distribuzione;

o Obiettivo operativo 2.1.1: Favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, attivando

filiere produttive di tecnologie energetiche, agroenergetiche e biocarburanti;

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100

− OBIETTIVO SPECIFICO 2.4: Migliorare l’efficienza nella gestione dei rifiuti, sostenendo la

nascita di un tessuto produttivo nel comparto del riciclaggio e promuovendo interventi di

riqualificazione e risanamento ambientale di grande impatto;

o Obiettivo operativo 2.4.3: Costituire e potenziare le filiere produttive del riciclaggio dei

rifiuti a livello di sistemi locali di impresa e distretti produttivi, favorendo l’adozione di

registrazioni EMAS e di certificazioni ambientali di prodotto e a scala territoriale;

o Obiettivo operativo 2.4.4: Attuare gli interventi di bonifica dei siti contaminati, di messa

in sicurezza operativa e di riqualificazione ambientale, con priorità per i siti dotati di piani

di caratterizzazione e investigazione, previsti nella pianificazione vigente;

− OBIETTIVO SPECIFICO 3.1: Valorizzare i beni e le attività culturali per aumentare

l’attrattività dei territori, per rafforzare la coesione sociale e migliorare la qualità della vita

dei residenti;

o Obiettivo operativo 3.1.1: Promuovere la qualificazione, la tutela e la conservazione del

patrimonio storico-culturale, favorendone la messa a sistema e l’integrazione con i servizi

turistici, anche al fine di aumentare l’attrattività dei territori;

o Obiettivo operativo 3.1.2: Potenziare le filiere produttive connesse al patrimonio e alla

produzione culturale e sostenere i processi di gestione innovativa della risorse culturali;

o Obiettivo operativo 3.1.4: Favorire la valorizzazione culturale e la fruizione delle aree

marginali e rurali facilitando il recupero di siti e immobili di maggior pregio storico –

architettonico, il rafforzamento dei fattori di contesto, le identità locali e la promozione

dei territori, anche attraverso la creazione di sistemi culturali locali;

− OBIETTIVO SPECIFICO 3.2: Rafforzare la rete ecologica siciliana, favorendo la messa a

sistema e la promozione delle aree ad alta naturalità e conservando la biodiversità in

un’ottica di sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo;

o Obiettivo operativo 3.2.1: Rafforzare la valenza e l’identità naturalistica dei territori;

o Obiettivo operativo 3.2.2: Incentivare lo sviluppo imprenditoriale che opera nel settore

della valorizzazione dei beni ambientali e naturalistici e della correlata promozione del

turismo diffuso, coerentemente con i modelli ed i piani di gestione e conservazione dei siti

Rete Natura 2000 parchi e riserve;

− OBIETTIVO SPECIFICO 3.3: Rafforzare la competitività del sistema turistico siciliano

attraverso l’ampliamento, la riqualificazione e la diversificazione dell’offerta turistica ed il

potenziamento di investimenti produttivi delle filiere turistiche;

o Obiettivo operativo 3.3.1: Potenziare l’offerta turistica integrata e la promozione del

marketing territoriale attraverso la promozione delle identità culturali e delle risorse

paesaggistico-ambientali;

o Obiettivo operativo 3.3.2: Valorizzare le iniziative di diversificazione e

destagionalizzazione turistica al fine di sviluppare la competitività dell’offerta regionale

nei mercati rilevanti;

o Obiettivo operativo 3.3.3: Potenziare i servizi a sostegno dell’imprenditorialità turistica e i

processi di integrazione di filiera;

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101

− OBIETTIVO SPECIFICO 4.2: Potenziare attraverso l’utilizzo delle TIC la capacità competitiva

del sistema delle PMI e allargare i benefici per i cittadini derivanti dalla diffusione delle

TICM;

o Obiettivo Operativo 4.2.2: Incentivare l’accesso e la diffusione di servizi connessi all’uso

delle TIC, con particolare riferimento alle esigenze di superamento dei fenomeni di digital

divide e dei divari territoriali tra aree urbane ed aree interne rurali.

Nella tabella che segue, si riporta la suddivisione delle risorse tra gli Assi del POR31. al momento

in cui si scrive, non è stata definita la ripartizione all’interno degli assi.

Figura 5. POR 2007-2013 - Ripartizione dotazione finanziaria per Assi

Il POR individua tre Autorità che sovrintendano alle operazioni a tutte le operazioni relative ai

finanziamenti:

− L’Autorità di Gestione: costituita da tutti i Dipartimenti e Strutture regionali competenti per

settore, Responsabili dell’Attuazione delle operazioni. Gestisce le fasi della selezione e

dell’attuazione dei progetti finanziati;

− L’Autorità di Certificazione: costituita presso la Presidenza della Regione Siciliana - Ufficio

Speciale dell’Autorità di Certificazione, è responsabile della certificazione corretta delle

spese erogate per l’attuazione del Programma Operativo;

− L’Autorità di Audit: costituita presso la Presidenza della Regione Siciliana - Ufficio Speciale

per i Controlli di Secondo Livello sulla gestione dei fondi strutturali in Sicilia. È responsabile

della verifica dell’efficace funzionamento del sistema di gestione e di controllo;

31 POR FESR 2007-2013, adottato con Decisione della Commissione europea C(2007)4249 del 7 settembre 2007, pag. 252

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102

PSR 2007-2013 (FONDI FEASR)

Il PSR 2007-2013 della Regione Siciliana ha avuto l’approvazione della Commissione Europea il 18

febbraio 2008 ed è quindi pronto per dispiegare i suoi effetti.

Il Programma si articola in quattro Assi divisi a loro volta in 31 Misure, che definiscono gli ambiti

dell’intervento regionale per le aree rurali.

− Asse 1: Miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale. L’obiettivo è

favorire la realizzazione di interventi per accrescere la competitività del settore agricolo e

forestale con interventi diretti al potenziamento e l’ammodernamento delle aziende

agricole, alla formazione professionale degli addetti, alla dotazione infrastrutturali delle

aree rurali, al miglioramento della qualità dei prodotti agricoli;

− Asse 2: Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale. L’obiettivo è la promozione

dell’agricoltura come momento di valorizzazione dell’ambiente e delle risorse naturali. Gli

strumenti utilizzati sono gli incentivi all’agricoltura in aree svantaggiate (zone montane), il

sostegno agli investimenti non produttivi, gli interventi di imboschimento prevedendo

specifici contributi alla produzione di bioenergia;

− Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.

L’obiettivo è il miglioramento della qualità di vita nelle zone rurali e la promozione della

diversificazione delle attività economiche, per creare e consolidare l’occupazione. Le misure

attivabili puntano a sostenere gli investimenti per la creazione e lo sviluppo di iniziative

imprenditoriali in attività complementari all’agricoltura, quali l’agriturismo, ma anche in

attività non agricole, oltre a favorire l’incremento di servizi e infrastrutture e la

riqualificazione e tutela dei territori rurali, le attività di formazione, informazione e

animazione;

− Asse 4: Attuazione dell’approccio Leader. La particolarità di quest’asse è il suo carattere

metodologico. Qui infatti l’obiettivo è l’integrazione di azioni, attori e territori. Il veicolo

per tale obiettivo è individuato nei Gruppi di Azione locale (GAL) nati appunto per

implementare a livello locale le azioni Leader e Leader+;

Il PSR Sicilia 2007-2013 ha una dotazione finanziaria pari 2 miliardi e 100 milioni di euro di

risorse pubbliche, a cui si aggiungono i capitali privati nelle azioni cofinanziate. Il PSR definisce

anche la ripartizione delle risorse tra gli assi nella misura indicata dal grafico sottostante.

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103

Figura 6. Ripartizione delle risorse finanziarie tra gli Assi del PSR

Fonte: www.psrsicilia.it

La Regione Siciliana per il periodo di programmazione 2007 - 2013 si avvale delle seguenti

autorità, funzionalmente indipendenti:

− Autorità di gestione: Dirigente Generale del Dipartimento Interventi Strutturali della Regione

Siciliana.

Tale organismo garantisce che la conformità al Programma delle procedure di selezione; è

inoltre responsabile della diffusione e informazione del PSR; sovrintende le attività di

monitoraggio e valutazione; dirige il Comitato di Sorveglianza;

− Organismo Pagatore: AGEA - Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (fino al riconoscimento

dell'Organismo Pagatore regionale).

Le funzioni di questo organismo comprendono, in particolare, le attività di controllo

dell'ammissibilità delle domande e delle procedure; di pagamento ai beneficiari; di

contabilizzazione, verifica ed eventuale recupero dei pagamenti eseguiti oltre che di

redazione delle dichiarazioni di spesa e di conservazione di tutti i documenti;

− Comitato di Sorveglianza: organismo diretto dall'Autorità di Gestione e a cui partecipano

rappresentanti di tutti gli enti, autorità e organizzazioni coinvolti e interessati

nell'attuazione del PSR. In particolare, il Comitato di Sorveglianza collabora con l'Autorità di

gestione nella verifica del conseguimento degli obiettivi previsti e dei risultati ottenuti dalla

Programmazione, esamina i risultati dell'attuazione, propone modifiche al Programma ed

esprime pareri su eventuali proposte di modifica avanzate dall'Autorità di gestione.

L’Asse 2 contiene alcune misure specificatamente rivolte ai siti Natura 2000 e verrà quindi

illustrato con maggior dettaglio.

Le misure di questo Asse attivabili attraverso il PSR sono finalizzate alla preservazione della

biodiversità, dell'attività agricola e dei sistemi forestali ad alto valore naturale, alla corretta

gestione del suolo e delle risorse idriche, nonché alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Gli

obiettivi dell’Asse sono stati suddivisi per priorità d’intervento. Per il raggiungimento delle

priorità sottoindicate, la Regione attiverà le misure 211, 212, 214, 216, 221, 222, 223, 226 e 227

con i seguenti stanziamenti e percentuali di finanziamento:

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104

Tabella 17. Finanziamenti disponibili su alcune misure dell’Asse2

MISURA COSTO TOTALE SPESA PUBBLICA % DI FINANZIAMENTO

211 €33.000.000,00 €33.000.000,00 €150 -€200\Ha

212 €19.774.000,00 €19.774.000,00 €120 - €150\ha

214 €517.968.029,00 €517.968.029,00 In base alle colture

216 €10.000.000,00 €10.000.000,00 100%

221 €203.892.000,00 €186.892.000,00 80%

222 €6.140.000,00 €4.540.000,00 80%

223 €79.330.000,00 €74.330.000,00 80%

226 €30.000.000,00 €30.000.000,00 100%

227 €10.000.000,00 €10.000.000,00 100%

Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore

naturalistico

L'esigenza di salvaguardare la biodiversità è un obiettivo trasversale dell'intervento regionale. La

Sicilia rappresenta un centro di origine e diversificazione biologica di grande interesse che,

tuttavia, presenta delle criticità dovute da un lato ai processi di urbanizzazione e di

intensificazione delle attività agricole, che riguardano in particolar modo le fasce costiere e/o

pianeggianti, dall'altro la progressiva tendenza all'abbandono nelle zone svantaggiate.

La Regione intende perseguire l'obiettivo della salvaguardia della biodiversità naturale, agraria e

forestale attraverso azioni volte prioritariamente alla tutela di quei territori caratterizzati da

un'alta concentrazione di specie endemiche con grande potenziale di rigenerazione ecologica e

che presentano segni di degrado con progressiva perdita di habitat.

Obiettivo Tutela e gestione sostenibile del territorio

Il PSR punta a tutelare i paesaggio rurale sostenendo le attività agricole nelle aree svantaggiate

e con esse il permanere di importanti elementi paesaggistici. Il Programma promuove, inoltre, il

ruolo multifunzionale delle foreste, in particolare attraverso la prevenzione dei rischi

ambientali, la conservazione e il miglioramento dei sistemi forestali ad alta valenza naturalistica

ed ambientale.

Tutela della risorsa suolo

Le misure a sostegno dell’agricoltura nelle aree svantaggiate prende anche la forma della lotta

alla desertificazione attraverso la promozione di interventi volti a frenare l’abbandono di aree

rurali a la conseguente aggressione degli agenti climatici e ambientali che portano

all’inaridimento dei suoli. Per l'attuazione del programma sono inoltre strategiche le scelte di

promuovere l'aumento delle superfici silvicole e forestali, di consolidare e sviluppare le funzioni

protettive dei boschi e di incrementare le azioni di difesa dagli incendi boschivi.

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105

Tutela delle risorse idriche

Il PSR tutela le risorse idrica sia dal punto di vista della loro disponibilità, sia dal punto di vista

della difesa dall’inquinamento dovuto ai trattamenti fitosanitari.

Aumento della produzione di biomassa e diffusione di pratiche/attività per la riduzione dei gas

serra

Il PSR interviene sul tema delle biomasse nell’ottica di promuovere filiere energetiche sostenibili

che possano portare un contributo in termini di risparmi energetici ed economici per le aziende

agricole. Tali risparmi sono premianti anche nell’ottica del rispetto degli accordi di Kyoto

attraverso la sostituzione di fonti fossili con fonti rinnovabili.

Al di fuori dell’Asse 2, si segnalano oltre all’Asse 4 (che, come detto, è aperto alla progettualità

proveniente dai territori) l’Asse 3 e i “pacchetti” predisposti dal PSR.

L’Asse 3 “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale” riveste un

particolare interesse per le opportunità che riserva a realtà come quelle ricadenti nell’area

oggetto di studio. Infatti lo sviluppo di attività extra-agricole in senso stretto, come l’attività

turistica, si integra perfettamente con la presenza del SIC, che anzi ne costituisce un

presupposto logico.

La tabella tratta dal POR32, illustra la dotazione finanziaria delle misure rientranti nell’Asse 3.

Figura 7. Dotazione finanziaria di alcune misure dell’Asse 3

32 PSR 2007-2013, approvato dalla Commissione Europea il 18 febbraio 2008, pag. 390

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106

Il pacchetto giovani prevede l’attivazione di misure su più assi con la condizione che il

richiedente sia un giovane imprenditore agricolo; il progetto filiera è invece un insieme di misure

orientato a promuovere la creazione e lo sviluppo di filiere (food e no food) dagli interventi sulla

produzione al sostegno nella fase di collocamento sul mercato.

Leader+

Il LEADER+ è un iniziativa comunitaria volta alla promozione e l’attuazione di strategie di

sviluppo di qualità per le zone rurali, attraverso la sottolineatura di temi caratterizzanti in grado

di mettere in moto occasioni imprenditoriali in grado di dare sviluppo e occupazione durevoli.

Punto focale dell’iniziativa Leader+ è la centralità del territorio e la sua valorizzazione secondo

un approccio dal basso verso l’alto con i seguenti obiettivi:

a) favorire l'attuazione di strategie di sviluppo originali e di qualità, costruite attorno ad uno o

più temi prioritari;

b) sostenere la realizzazione di azioni integrate e/o complementari con gli obiettivi di sviluppo

dei programmi strutturali;

c) incentivare l'apertura delle aree rurali verso gli altri paesi europei ed extraeuropei;

d) promuovere la diffusione di esperienze, conoscenze e know-how;

e) sperimentare soluzioni ai problemi di sviluppo delle aree rurali che possano costituire un

esempio per le future politiche dell'Unione Europea.

Anche il LEADER+ si articola in assi; in questo caso 3.

− Asse I "Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale e integrato

fondate sull'azione ascendente e sul partenariato orizzontale";

− Asse II "Sostegno alla cooperazione fra territori rurali";

− Asse III "Creazione di una rete".

Il LEADER+ ha esplicato i suoi effetti nel periodo 2000-2006 attraverso i Piani di Sviluppo locale

(PSL) proposti dai Gal (Gruppi d’azione locale).

In Provincia di Enna è attivo il GAL Rocca di Cerere a cui partecipano, oltre alla Provincia e ai

Comuni di Aidone, Assoro, Calascibetta, Enna, Leonforte, Nissoria, Piazza Armerina, Valguarnera,

Villarosa, soci privati per una quota complessiva del 52%

Il tema catalizzatore scelto dal GAL per orientare le proprie iniziative di sviluppo verte sulla

valorizzazione delle risorse naturali e culturali, compresa la valorizzazione di Siti di Interesse

Comunitario “Natura 2000 al fine di aumentare la competitività dei prodotti e dei servizi che

fanno leva sulle caratteristiche identitarie del territorio.

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107

Per centrare l’obiettivo, le strategie messe in campo hanno investito lo sviluppo di un “sistema

di comunicazioni” per raccordare e promuovere i diversi ambiti territoriali sia per la popolazione

locale che per i turisti; il recupero del patrimonio culturale, delle tradizioni e delle risorse

trascurate attraverso un processo di dinamizzazione diffusa e qualificazione dell’offerta

turistica; la valorizzazione dei prodotti e dei servizi locali connotati dal carattere di tradizione e

tipicità secondo una logica di integrazione e di complementarietà.

Chiuso il periodo 2000-2006, il GAL dovrà ritagliarsi un ruolo all’interno della programmazione

regionale ora vigente, con particolare riguardo al PSR, che come si è visto, dedica molto spazio

all’approccio LEADER e ai GAL come motore di sviluppo locale.

Per il periodo 2000-2006, il Programma Regionale Leader+ ha finanziato i PSL di 12 GAL, tra cui,

come detto, il GAL Rocca di Cerere. Attualmente risulta in fase di costituzione un nuovo GAL sul

territorio dei Comuni di Castel di Iudica, Catenanuova, Centuripe, Raddusa, Ramacca, Regalbuto.

Natura 2000 (fondi Life+)

Anche rete ecologica di Natura 2000 è stata investita dai cambiamenti nell’organizzazione della

programmazione comunitaria. Infatti dal periodo 2007-2013, le azioni riguardanti Natura 2000

trovano finanziamento all’interno dei Fondi comunitari illustrati sopra.

Come detto, soprattutto nel PSR – FEASR sono presenti misure specificatamente riservate ai siti

Natura 2000, in aggiunta a tali strumenti si deve citare il programma Life+, riservato in maniera

esplicita alla promozione e valorizzazione della rete Natura 2000 attraverso il sostegno a progetti

innovativi nel campo della gestione scientifica e della governance delle aree protette.

L’accesso a tali risorse è destinato a progetti che non rientrino nei campi di applicazioni di altri

fondi (nel nostro caso, FESR e FEASR).

Il programma pluriennale Life+ viene stilato dalla Commissione Europea; la programmazione

finanziaria è invece annuale e viene elaborata in considerazione delle priorità enunciate

annualmente dagli Stati Membri.

Life+ 2007-2013 individua tre linee d’azione:

− Natura e biodiversità;

− Politica ambientale e governance;

− Informazione e comunicazione.

I singoli progetti vanno presentati in sede nazionale, dove vengono raccolti e inviati all’esame

della Commissione Europea. La scadenza per la presentazione dei progetti per il 2008 è fissata al

21 novembre.

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108

Progetti e interventi attivati

Le fonti di riferimento per l’inventariazione della progettualità fin qui espressa nel SIC in oggetto

sono:

− PuntoSLO, il sistema informativo della programmazione locale in Sicilia messo a punto dalla

Task Force “Rete Ecologica” del Ministero della Tutela dell’Ambiente del Territorio e del

Mare;

− Database MONIT, sistema di monitoraggio dei Fondi strutturali della programmazione 2000-

2006 condotto da FORMEZ;

− Sito internet PUNTOPIT a cura della Regione Sicilia - dipartimento della Programmazione

http://www.regione.sicilia.it/presidenza/programmazione/puntopit contenente le

informazioni sui PIT costituiti e sui progetti finanziati attraverso di essi.

Il databse MONIT ed il sito PuntoPIT non riportano alcun finanziamento erogato nel territorio del

Comune di Agira, nel quale ricade interamente il SIC di Monte Chiapparo.

Il sistema PuntoSLo, al contrario, ha rilevato 41 progetti per un finanziamento complessivo di

quasi 3 milioni di euro. Quasi il 90% di questi sono andati ad interventi classificati come servizi

alle imprese, il rimanente 10% è stato destinato ad interventi afferenti a infrastrutture primarie.

Tabella 18. Numero di progetti finanziati ed entità dei finanziamenti per canale

CANALE DI FINANZIAMENTO PROGETTI FINANZIATI FINANZIAMENTI (€)

L. 488/92 4 973.580,48

PAL Leader II Terre del Sole 9 107.710,13

Patto Territoriale Enna 1 209.890,00

PIT 10 27 1.665.853,76

Totale complessivo 41 2.957.034,37

Tabella 19. Percentuale di finanziamenti erogati per categoria d’intervento

CATEGORIA SLO TOTALE (%)

TOTALE (€)

07. Servizi-Imprese 89,31% 2.641.009,32

15. Infrastrutture primarie: opere stradali, fognature 10,69% 316.025,05

Totale complessivo 100,00% 2.957.034,37

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109

D.7 Inventario delle regolamentazioni legate ai vincoli esistenti sul territorio e in

generale alle attività antropiche

In riferimento ai vincoli individuati sull’area del SIC e menzionati nel paragrafo D.2, nel seguente

paragrafo si riportano le principali norme a cui tali vincoli fanno riferimento.

Rete Natura 2000:

Rete Natura 2000 trae origine dalla Direttiva dell'Unione Europea n. 43 del 1992 (HABITAT)

finalizzata alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell'Unione. La

Direttiva in questione prevede che gli Stati dell'Unione Europea contribuiscano alla costituzione

della Rete Ecologica Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività sul proprio

territorio di particolari habitat e specie, individuando aree di particolare pregio ambientale quali

Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) previste dalla Direttiva

dell'Unione Europea n. 409 del 1979 (Direttiva UCCELLI).

Si riportano i principali riferimenti normativi comunitari, nazionali e regionali in merito.

− Direttiva HABITAT 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat

naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e suo recepimento con D.P.R. 8

settembre 1997, n. 357 (e s.m.i.);

− Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 3 settembre 2002 “Linee

guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000”;

− Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 5 luglio 2007

“Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in

Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE”;

− Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17 ottobre

2007 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone

Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)”;

− Regione Siciliana, Decreto dell’Assessorato del Territorio e dell'Ambiente del 21 febbraio

2005, “Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale ricadenti

nel territorio della Regione, individuati ai sensi delle direttive n. 79/409/CEE e n.

92/43/CEE”;

− Regione Siciliana, Decreto dell’Assessorato del Territorio e dell'Ambiente del 05 maggio

2006, “Approvazione delle cartografie delle aree di interesse naturalistico SIC e ZPS e delle

schede aggiornate dei siti Natura 2000 ricadenti nel territorio della Regione”;

− Regione Siciliana, Legge Regionale 8 maggio 2007, n.13, “Disposizioni in favore dell’esercizio

di attività economiche in siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale.

Norme in materia di edilizia popolare e cooperativa”;

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110

− Regione Siciliana, Decreto dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente del 3

aprile 2007, “Disposizioni sulle aree naturali protette”.

Vincolo Idrogeologico:

Il vincolo idrogeologico nasce dal R.D. n. 3267 del 30/12/1923 che, al Titolo I, Capo I, Sezione I,

disciplina il tema del “Vincolo per scopi idrogeologici”.

A livello regionale, il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico P.A.I., strumento di

pianificazione, di prevenzione e di gestione delle problematiche territoriali riguardanti la difesa

del suolo, individua le seguenti classificazioni:

CLASSI DI RISCHIO

− R4 - Rischio molto elevato: quando sono possibili la perdita di vite umane o lesioni gravi alle

persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, la

distruzione delle attività socioeconomiche;

− R3 – Rischio elevato: quando sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni

funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi,

l’interruzione della funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al

patrimonio ambientale;

− R2 – Rischio medio: quando sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al

patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli

edifici e la funzionalità delle attività economiche;

− R1 – Rischio moderato: Quando i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono

marginali.

ELEMENTI A RISCHIO

− E1: Case sparse, impianti sportivi e ricreativi, cimiteri, insediamenti agricoli a bassa

tecnologia, insediamenti zootecnici;

− E2: Reti e infrastrutture tecnologiche di secondaria importanza e/o a servizio di ambiti

territoriali ristretti (acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, depuratori, etc.),

viabilità secondaria (strade provinciali e comunali che non rappresentino vie di fuga),

insediamenti agricoli ad alta tecnologia, aree naturali protette, aree sottoposte a vincolo ai

sensi del D.Lgs. 490/9933;

− E3: Nuclei abitati, ferrovie, viabilità primaria e vie di fuga, aree di protezione civile (attesa,

ricovero e ammassamento), reti e infrastrutture tecnologiche di primaria importanza (reti

elettriche, gasdotti, discariche, etc.), beni culturali, architettonici e archeologici sottoposti

33 Il D.Lgs. 490/99 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art. 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352” citato nel Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico è stato abrogato dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” (e s.m.i.).

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111

a vincolo ai sensi del D.Lgs. 490/9934, insediamenti industriali ed artigianali, impianti D.P.R.

175/8835;

− E4: Centri abitati, edifici pubblici di rilevante importanza (es. scuole, chiese, ospedali,

etc.).

CLASSI DI PERICOLOSITA’

− P0 – Pericolosità bassa;

− P1 - Pericolosità moderata;

− P2 - Pericolosità media;

− P3 – Pericolosità elevata;

− P4 – Pericolosità molto elevata.

In particolare il Piano distingue tra pericolosità geomorfologica e pericolosità idraulica:

Pericolosità geomorfologica: è riferita a fenomeni di dissesto in atto e non riguarda quindi la

pericolosità di aree non interessate da dissesto (propensione al dissesto);

Pericolosità idraulica: è correlata con la probabilità annua di superamento di una portata di

riferimento (portata di piena), valutata in funzione di uno specifico tempo di ritorno (numero di

anni in cui la portata di piena viene eguagliata o superata in media una sola volta). La

pericolosità idraulica è quindi correlata all’inverso del tempo di ritorno di una portata di piena

e, se disponibile, al relativo tirante idrico. L’area di pericolosità idraulica è rappresentata

dall’area di inondazione, relativa al tempo di ritorno di una portata di piena, conseguente

all’esondazione di un corso d’acqua naturale o artificiale.

Le norme di attuazione del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico indicano le

prescrizioni a seguito della individuazione delle aree a rischio e fanno riferimento all’Assetto

Geomorfologico (Capo I) e all’Assetto Idraulico (Capo II).

CAPO I: ASSETTO GEOMORFOLOGICO:

Disciplina delle aree a pericolosità geomorfologica

[…] Nelle aree a pericolosità “molto elevata” (P4) ed “elevata” (P3):

− sono vietati scavi, riporti, movimenti di terra e tutte le attività che possono esaltare

il livello di rischio atteso;

34 Cfr. nota precedente.

35 Il D.Lgs. 175/88 “Attuazione della direttiva CEE n. 82/501, relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali, ai sensi della legge 16 aprile 1987, n. 183” citato nel Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico è stato abrogato dal D.Lgs. 17 agosto 1999, n. 334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose” (e s.m.i.).

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112

− è vietata la localizzazione, nell’ambito dei Piani Provinciali e Comunali di

Emergenza di Protezione Civile, delle "Aree di attesa", delle "Aree di

ammassamento dei soccorritori e delle risorse" e delle "Aree di ricovero della

popolazione".

In queste aree la realizzazione di elementi inseriti nelle classi E4 ed E3 è subordinata

all’esecuzione degli interventi necessari alla mitigazione dei livelli di rischio atteso e

pericolosità esistenti.

[…] Nelle aree a pericolosità P4 e P3 sono esclusivamente consentite:

− Le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee;

− Le occupazioni temporanee di suolo, da autorizzarsi ai sensi dell’articolo 5

della Legge Regionale 10 agosto 1985, n.37; realizzate in modo da non recare

danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità;

− Le opere relative ad attività di tempo libero compatibili con la pericolosità

della zona, purché prevedano opportune misure di allertamento.

Nelle aree a pericolosità P2, P1 e P0, è consentita l’attuazione delle previsioni degli

strumenti urbanistici, generali e attuativi, e di settore vigenti, corredati da indagini

geologiche e geotecniche effettuate ai sensi della normativa in vigore ed estese ad un

ambito morfologico o ad un tratto di versante significativo.

Disciplina delle aree a rischio geomorfologico molto elevato (R4)

Nelle aree a rischio molto elevato (R4), sono esclusivamente consentiti:

− Gli interventi di demolizione senza ricostruzione, da autorizzarsi ai sensi

dell’articolo 5 della Legge Regionale 10 agosto 1985, n. 37;

− Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli interventi di

restauro e risanamento conservativo e gli interventi di ristrutturazione

edilizia parziale degli edifici che non comportino delle modifiche strutturali

(con esclusione pertanto della loro demolizione totale e ricostruzione), così

come definiti dall’articolo 20, comma 1, lettere a), b), c) e d) della Legge

Regionale 27 dicembre 1978 n.71;

− Gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a

migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e

volume e cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del

carico urbanistico;

− Gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria, straordinaria e di

consolidamento delle opere infrastrutturali e delle opere pubbliche o di

interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo

di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;

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113

− Le occupazioni temporanee di suolo, da autorizzarsi ai sensi dell’art. 5 della

legge regionale 10 agosto 1985, n. 37, realizzate in modo da non recare

danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità;

− Gli interventi di consolidamento per la mitigazione del rischio di frana;

− Gli interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto

delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro e di abbattimento di

barriere architettoniche.

Disciplina delle aree a rischio geomorfologico elevato (R3)

Nelle aree a rischio elevato (R3) valgono le stesse disposizioni relative alle aree R4 e

sono altresì consentiti:

− Gli interventi di adeguamento igienico-funzionale degli edifici esistenti, ove

necessario, per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di

sicurezza del lavoro, connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto;

− L’ampliamento o la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di

interesse pubblico esistenti, purché compatibili con lo stato di dissesto

esistente.

CAPO II: ASSETTO IDRAULICO:

Disciplina delle aree a pericolosità idraulica

Nelle aree a pericolosità idraulica P4 e P3 sono vietate tutte le opere e le attività di

trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico ed edilizio,

relativamente agli elementi individuati in E4 ed E3.

[…] In queste aree sono esclusivamente consentiti:

− I cambi colturali, purché non interessino un’ ampiezza dal ciglio della sponda

adeguata all’area potenzialmente inondabile;

− Gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e

all’eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di

interferenza antropica;

− Le opere di difesa, di sistemazione e di manutenzione idraulica, atte a

mitigare il rischio;

− Eccezionalmente, la realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali e nuove

opere pubbliche a condizione che sia incontrovertibilmente dimostrata

l’assenza di alternative di localizzazione e che sia compatibile con la

pericolosità dell’area;

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114

− Nuove costruzioni necessarie per la conduzione aziendale delle attività

agricole esistenti, non localizzabili nell’ambito dell’azienda agricola, purché

le superfici abitabili siano realizzate a quote compatibili rispetto al livello

idrico definito dalla piena di riferimento;

− Gli interventi relativi ad attività di tempo libero compatibili con la

pericolosità idraulica della zona, che non comportino edificazione o riduzione

della funzionalità idraulica e purché siano attivate opportune misure di

allertamento;

− Occupazioni temporanee, se non riducono la capacità di portata dell’alveo,

realizzate in modo da non recare danno o da risultare di pregiudizio per la

pubblica incolumità in caso di piena. Gli interventi di cui all’articolo 20,

comma 1, lettera d) della Legge Regionale 27 dicembre 1978, n. 71, a

condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino

significativo ostacolo o riduzione dell’attuale capacità d’invaso delle aree

stesse;

− La realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico,

nonché l’ampliamento o la ristrutturazione delle esistenti, purché

compatibili con il livello di pericolosità esistente […];

− I depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattive

autorizzate da realizzarsi secondo le modalità prescritte dai dispositivi di

autorizzazione.

Nelle aree a pericolosità P4 e P3 […] non è consentito l’uso abitativo e commerciale dei

locali interrati e/o seminterrati degli edifici da realizzare, né è consentita la modifica di

destinazione nei locali interrati e/o seminterrati degli edifici esistenti.

Nelle aree a pericolosità P2, P1 e P0, è consentita l’attuazione delle previsioni degli

strumenti urbanistici, generali e attuativi, e di settore vigenti, corredati da un adeguato

studio idrologico-idraulico, esteso ad un ambito significativo, con il quale si dimostri la

compatibilità fra l’intervento ed il livello di pericolosità esistente.

Disciplina delle aree a rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3)

Nelle aree a rischio idraulico molto elevato (R4) ed elevato (R3) sono esclusivamente

consentiti:

− Gli interventi di demolizione senza ricostruzione da autorizzarsi ai sensi

dell’articolo 5 della legge regionale 10 agosto 1985, n. 37;

− Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente di manutenzione ordinaria e

straordinaria, gli interventi di restauro e risanamento conservativo e gli

interventi di ristrutturazione edilizia parziale degli edifici (con esclusione

pertanto della loro totale demolizione e ricostruzione) così come previsto

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dall’articolo 20, comma 1, lettere a), b), c) e d) della legge regionale 27

dicembre 1978, n. 71;

− Gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a

migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superfici e

volume, anche con cambiamenti di destinazione d’uso;

− Gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria, straordinaria e di

consolidamento delle opere infrastrutturali e delle opere pubbliche e di

interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo

di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;

− Interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto

delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro e di abbattimento di

barriere architettoniche;

− Gli interventi di difesa idraulica per la mitigazione o riduzione del rischio

idraulico.

Di seguito si riportano i principali riferimenti normativi in merito al vincolo idrogeologico.

− R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267, “Riordinamento e riforma della

legislazione in materia di boschi e di terreni montani”;

− Regione Siciliana, Legge Regionale 6 aprile 1996, n. 16, “Riordino della

legislazione in materia forestale e di tutela della vegetazione”;

− Regione Siciliana, Legge Regionale 14 aprile 2006, n. 14, “Modifiche ed

integrazioni alla legge regionale 6 aprile 1996, n. 16, "Riordino della

legislazione in materia forestale e di tutela della vegetazione". Istituzione

dell'Agenzia della Regione siciliana per le erogazioni in agricoltura -

A.R.S.E.A.”;

− Regione Siciliana, Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.), redatto

ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89, dell’art. 1, comma 1, del

D.L. 180/98, convertito con modificazioni dalla L. 267/98, e dell’art. 1 bis

del D.L. 279/2000, convertito con modificazioni dalla L. 365/2000.

Aree di interesse paesaggistico:

Le aree sottoposte a vincolo paesaggistico sono individuate ai sensi del Decreto Legislativo 22

gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della

legge 6 luglio 2002, n. 137” e successive modifiche ed integrazioni. Per una trattazione degli

aspetti legati a tale normativa si rimanda al paragrafo F.5 del presente elaborato.

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Di seguito si riportano i principali riferimenti normativi in merito al vincolo paesaggistico.

− Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai

sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137”;

− Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 156, “Disposizioni correttive ed integrative al decreto

legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali”;

− Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 157, “Disposizioni correttive ed integrative al decreto

legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio”;

− Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 62, “Ulteriori disposizioni integrative e correttive del

decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali”;

− Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63, “Ulteriori disposizioni integrative e correttive del

decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio”;

− Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque

e impianti elettrici”;

− Regione Siciliana, Legge Regionale 6 aprile 1996, n. 16, “Riordino della legislazione in

materia forestale e di tutela della vegetazione”;

− Regione Siciliana, “Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”, approvato con

D.A. n.6080 del 21 maggio 1999 su parere favorevole reso dal comitato tecnico scientifico in

data 30 aprile 1996;

− Regione Siciliana, Legge Regionale 14 aprile 2006, n. 14, “Modifiche ed integrazioni alla

legge regionale 6 aprile 1996, n. 16, "Riordino della legislazione in materia forestale e di

tutela della vegetazione". Istituzione dell'Agenzia della Regione siciliana per le erogazioni in

agricoltura - A.R.S.E.A.”.

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117

D.8 Soggetti pubblici e privati operanti in campo ambientale

Oltre ad enti pubblici con competenze specifiche, quali Comuni, Provincia Regionale di Enna,

Azienda Regionale Foreste Demaniali e Regione Siciliana, sono attive in campo ambientale, sul

territorio regionale, le seguenti associazioni36:

Tabella 20. Elenco associazioni ambientaliste riconosciute a livello regionale

ASSOCIAZIONE SEDE REGIONALE

Ambiente e/è Vita Siracusa

Amici della Terra della Sicilia Capo d’Orlando

C.A.I. - Club Alpino Sicilia Petralia Sottana

Centro Turistico Studentesco e giovanile Roma

CODACONS Catania

EKOCLUB Messina

E.N.D.A.S - Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale

Enna

ENTE FAUNA SICILIANA Noto (SR)

E.N.P.A. Ente Nazionale Protezione Animali Ragusa

Fondo Siciliano per la Natura Catania

G.R.E. - Gruppi Ricerca Ecologica Palermo

ITALIA NOSTRA Consiglio Reg.le Siciliano Caltanisetta

L.I.P.U. - Lega Italiana Protezione Uccelli Palermo

LEGAMBIENTE Comitato Reg.le Siciliano Palermo

Movimento Azzurro Ispica (RG)

Natur Club Sicilia Palermo

RANGERS D’ITALIA Palermo

Società Siciliana di Scienze Naturali Palermo

Verdi Ambiente e Società Palermo

W.W.F. - Fondo Mondiale per la Natura Palermo

A.N.T.A - Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente.

Piazza Armerina

ACLI Anni Verdi Palermo

Fonte: Regione Siciliana

In particolare, a livello provinciale e comunale sono presenti le associazioni riportate nella

tabella seguente.

36 Per l’elenco delle associazioni ambientaliste cfr. http://www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/assessorato/faunistico_ven_Ass_Ambientaliste.htm.

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Tabella 21. Associazioni ambientaliste presenti nella Provincia di Enna

ASSOCIAZIONE SEZIONE COMUNE E-MAIL/SITO WEB

A.N.T.A - Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente.

Piazza Armerina

Ambiente e/è Vita Sede Provinciale Enna Leonforte

Sede Comunale Enna

Sede Comunale Catenanuova

Sede Comunale Calascibetta

Sede Comunale Nicosia

Sede Comunale Agira

Sede Comunale Gagliano Castelferrato

Sede Comunale Leonforte

Amici della Terra della Sicilia

Club di Enna Calascibetta [email protected]

Codacons Sede Provinciale Enna Enna [email protected]

C.U.T.G.A.N.A. R.N.O. Vallone di Piano della Corte

Agira [email protected] http://www.cutganambiente.it/ Vallone/index.htm

E.N.D.A.S - Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale

Sede Provinciale Enna Enna [email protected]

Ekoclub Sede Provinciale Enna Enna

Italia Nostra Sezione Piazza Armerina Piazza Armerina [email protected]

L.I.P.U. - Lega Italiana Protezione Uccelli

Centro Recupero Fauna Selvatica Enna

[email protected]

Sezione Enna Enna [email protected]

Legambiente Circolo Ancipa Troina

Circolo di Nicosia Nicosia

Circolo Erei Enna

Circolo Legambiente Volontariato Agira

Agira [email protected]

Circolo Piazzambiente ONLUS Piazza Armerina

Gruppo Vol. Protezione Civile Leonforte

W.W.F. - Fondo Mondiale per la Natura

Sezione Enna Sud

Da notare, come già indicato in tabella, che la Riserva Naturale Orientata “Vallone di Piano della

Corte” è affidata in gestione al G.U.T.G.A.N.A., Centro Universitario per la Tutela e la Gestione

degli Ambienti Naturali e degli Agroecosistemi, con sede a Catania.

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D.9 Valutazione della popolazione presente nel sito

Nel presente paragrafo verrà brevemente presentata la situazione del territorio oggetto del

presente Piano di Gestione sotto il profilo demografico e socio-economico. Come verrà illustrato,

si tratta di un’area caratterizzata da una bassa densità abitativa, con una popolazione in

decremento nel periodo analizzato, ovvero dal 2001 ad oggi. Inoltre, se da un lato la percentuale

di popolazione anziana può ritenersi in linea con il dato nazionale, dall’altro il numero di

stranieri residenti è esiguo, se confrontato con la media siciliana già notevolmente inferiore al

dato italiano.

Dal punto di vista economico, nella Provincia di Enna, l’agricoltura risulta, per numero di

imprese, l’attività economica principale, con una percentuale di occupati nel settore maggiore

della media italiana; notevole la percentuale di imprese individuali sul totale delle imprese

attive. Resta da sottolineare che il tasso di disoccupazione risulta molto alto a confronto con il

dato nazionale. Ancora in fase di sviluppo il settore turistico, che potrà beneficiare della

valorizzazione delle numerose risorse del patrimonio naturale, rurale e culturale presenti sul

territorio.

La provincia di Enna, al 1° gennaio 2007, contava 173.676 residenti, pari al 3,5% della

popolazione siciliana (percentuale più bassa di tutte le altre Province della Regione) 37.

Al suo interno, la maggioranza degli abitanti si concentra nei Comuni di Enna, Piazza Armerina e

Nicosia che, insieme, raccolgono oltre il 36% dell’intera popolazione provinciale.

Tabella 22. Popolazione residente nella Provincia di Enna (2007)

COMUNE TOTALE RESIDENTI

% RISPETTO ALLA PROVINCIA DI ENNA

Agira 8.376 4,82

Aidone 5.309 3,06

Assoro 5.327 3,07

Barrafranca 13.031 7,50

Calascibetta 4.712 2,71

Catenanuova 5.042 2,90

Centuripe 5.720 3,29

Cerami 2.280 1,31

Enna 28.181 16,23

Gagliano Castelferrato 3.761 2,17

Leonforte 14.017 8,07

Nicosia 14.730 8,48

Nissoria 2.951 1,70

Piazza Armerina 20.696 11,92

37 I dati presentati nel presente paragrafo sono nostre elaborazioni su dati Istat reperibili sul sito http://demo.istat.it/ .

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120

COMUNE TOTALE RESIDENTI

% RISPETTO ALLA PROVINCIA DI ENNA

Pietraperzia 7.321 4,22

Regalbuto 7.641 4,40

Sperlinga 900 0,52

Troina 9.785 5,63

Valguarnera Caropepe 8.449 4,86

Villarosa 5.447 3,14

TOTALE 173.676 100,00

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

I dati mostrano la realtà di un territorio scarsamente abitato, con una densità di 67,8 abitanti

per kmq, pari a circa 1/3 della media regionale e nazionale. Ancora inferiore risulta la densità

relativa al Comune di Agira, come indicato nella tabella seguente.

Tabella 23. Popolazione Residente, Superficie, Densità (2007)

POPOLAZIONE TOTALE RESIDENTE SUPERFICIE DENSITÀ TERRITORIO

(V.A.) (KM2) (ABITANTI/KM2)

Comune di Agira 8.376 163,09 51,36

Provincia di Enna 173.676 2.562,00 67,79

Regione Sicilia 5.016.861 25.710,00 195,13

Italia 59.131.287 301.338,00 196,23

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

La tabella seguente mostra, per il Comune citato, una popolazione di circa 8.300 abitanti e una

distribuzione maschi/femmine lievemente sbilanciata verso il sesso maschile rispetto alla media

provinciale.

Tabella 24. Popolazione Residente – Maschi/Femmine (2007)

INDICATORI COMUNE DI AGIRA PROVINCIA DI ENNA REGIONE SICILIA ITALIA

Popolazione tot. (v.a.) 8.376 173.676 5.016.861 59.131.287

di cui:

Maschi (v.a.) 4.092 83.480 2.425.178 28.718.441

(%) 48,85 48,07 48,34 48,57

Femmine (v.a.) 4,284 90.196 2.591.683 30.412.846

(%) 51,15 51,93 51,66 51,43

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

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121

La distribuzione per classi di età è illustrata nella seguente tabella.

Tabella 25. Popolazione Residente – Distribuzione per classi di età (2007)

INDICATORI COMUNE DI AGIRA PROVINCIA DI ENNA

REGIONE SICILIA

ITALIA

Popolazione tot. (v.a.) 8.376 173.676 5.016.861 59.131.287

di cui:

Popolazione 0-14 (v.a.) 1.476 27.038 798.930 8.321.900

(%) 17,62 15,57 15,92 14,07

Popolazione 15-64 (v.a.) 5.311 111.384 3.307.350 39.016.635

(%) 63,41 64,13 65,92 65,98

Popolazione >64 (v.a.) 1.589 35.254 910.581 11.792.752

(%) 18,97 20,30 18,15 19,94

Indice di Vecchiaia38 (%) 107,66 130,39 113,98 141,71

Indice di Dipendenza39 (%) 57,71 55,93 51,69 51,55

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Da un confronto con i dati provinciali e regionali, è evidente come, nel Comune di Agira, sia alta

la percentuale di abitanti nella fascia di età 0-14 anni, al contrario della percentuale relativa

alla popolazione in età lavorativa. Questo comporta un indice di vecchiaia più basso e un indice

di dipendenza più alto rispetto ai dati di Provincia e Regione.

Per quanto riguarda la presenza di stranieri, la Provincia di Enna vedeva, nel 2007, solo 7

residenti di nazionalità estera ogni 1.000 abitanti, valore pari a circa la metà rispetto alla quota

siciliana e 7 volte inferiore rispetto al dato nazionale (circa 50 stranieri ogni 1.000 abitanti).

Tabella 26. Popolazione residente e straniera (2007)

TERRITORIO POPOLAZIONE RESIDENTE (V.A.)

STRANIERI (V.A.) STRANIERI/RESIDENTI (‰)

Comune di Agira 8.376 58 6,92

Provincia di Enna 173.676 1.222 7,04

Regione Sicilia 5.016.861 78.242 15,60

Italia 59.131.287 2.938.922 49,70

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

38 Indice di Vecchiaia=(Popolazione>64)/(Popolazione<15)*100

39 Indice di Dipendenza=(Popolazione<15 + Popolazione>64)/(Popolazione15-64)*100

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122

I paesi stranieri con la maggior rappresentanza di residenti nel Comune di Agira sono Albania,

Romania e Tunisia.

D.9.1 Numero di persone impiegate e flussi economici per settore

Secondo quanto riportato nell’”Atlante della competitività delle Province e della Regioni” 40, gli

occupati nella Provincia di Enna al 31/12/2006 erano 49.149, di cui il 76,5% nella posizione di

personale dipendente.

Tabella 27. Occupati per posizione (2006)

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Totale Occupati 49.149 1.502.718 6.516.415 22.988.216

di cui:

Occupati dipendenti (v.a.) 37.581 1.126.539 4.777.276 16.914.816

(%) 76,5 75,0 73,3 73,6

Occupati indipendenti (v.a.) 11.568 376.179 1.739.140 6.073.400

(%) 23,5 25,0 26,7 26,4

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

Il dato aggiornato, presentato nel “Rapporto 2008 sulla situazione socio-economica della

Provincia di Enna” a cura della Camera di Commercio di Enna, mostra una situazione stazionaria,

con 49.137 occupati dei quali il 74,2% risulta dipendente.

La tabella successiva mostra la composizione settoriale del sistema produttivo provinciale, a

confronto con i più vasti sistemi regionale, meridionale e nazionale, sia in termini assoluti che

percentuali, con riferimento all’anno 2006.

Tabella 28. Composizione settoriale del sistema produttivo (2006)

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Totale imprese attive 14.178,00 395.144 1.722.297 5.158.278

di cui:

Agricoltura, caccia e silvicoltura 5.468 107.697 425.354 935.127

(%) 38,6 27,3 24,7 18,1

Attività manifatturiere 1.266 38.480 176.603 636.219

(%) 8,9 9,7 10,3 12,3

40 “Atlante della competitività delle Province e della Regioni” a cura di Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarne, reperibile sul sito http://www.unioncamere.it/Atlante/.

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123

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Costruzioni 1.642 43.944 204.402 750.324

(%) 11,6 11,1 11,9 14,5

Commercio e riparazioni 3.549 128.671 552.551 1.423.804

(%) 25,0 32,6 32,1 27,6

Altre attività 2.253,0 76.352,0 363.387,0 1.412.804,0

(%) 15,9 19,3 21,1 27,4

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

L’agricoltura risulta il settore economico principale (38,6%), con un'incidenza di aziende agricole

sul totale di oltre 10 punti percentuali superiore alla media regionale. Il valore risulta inoltre in

continua ascesa, in quanto il dato disponibile al 31/12/2007 indica che le imprese nel settore

agricolo sono salite a 5.968, pari al 40,6% delle imprese attive sul territorio provinciale.

Tale risultato probabilmente deriva anche dall’attuazione della “Misura 4.07 – Insediamento

giovani agricoltori” del POR – Programma Operativo Regionale 2000/2006. Tale misura prevede

l’erogazione di finanziamenti al fine di favorire l’insediamento e la permanenza in azienda di

giovani imprenditori, sia singoli che associati, di età compresa tra 18 e 40 anni e in possesso di

adeguate conoscenze e competenze professionali.

Tutti gli altri settori del sistema produttivo provinciale si attestano su percentuali inferiori alla

media della Regione Sicilia, ad esclusione del settore delle Costruzioni, nonostante la crisi

innescatasi negli anni '90 abbia coinvolto anche l'edilizia provinciale ennese.

La struttura imprenditoriale in esame si contraddistingue anche per il significativo ruolo delle

imprese artigiane, che risultano essere oltre il 24% del totale delle imprese attive, e per una

decisa predilezione per la piccola dimensione e la forma giuridica individuale, con valori

percentuali superiori alle medie regionali e nazionali.

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124

24,33%

21,66% 21,78%

28,53%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Provincia di Enna Sicilia Mezzogiorno Italia

Figura 8. Peso delle imprese artigiane rispetto alle imprese totali (2006)

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

86,17%79,87%

75,69%

66,62%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Provincia di Enna Sicilia Mezzogiorno Italia

Figura 9. Peso delle imprese individuali rispetto alle imprese totali (2006)Fonte: Atlante della

competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

In netto sviluppo l’imprenditoria femminile che, con 4.201 imprese attive al 31/12/2007, ha

visto un incremento del +8,52% rispetto all’anno precedente.

A livello comunale, i dati disponibili, forniti dal Database Geo Web Starter dell’Istituto Guglielmo

Tagliacarne, sono riportati nella seguente tabella.

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125

Tabella 29. Composizione settoriale del sistema produttivo - Livello Comunale (2007)

INDICATORE AGIRA

Totale Imprese Attive 759

di cui:

Agricoltura, caccia e silvicoltura 341

(%) 44,9

Estrazione di minerali 2

(%) 0,3

Attivita' manifatturiere 65

(%) 8,6

Costruzioni 88

(%) 11,6

Comm. ingr. e dett.-rip. beni pers.e per la casa 172

(%) 22,7

Alberghi e ristoranti 19

(%) 2,5

Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 18

(%) 2,4

Intermediaz. monetaria e finanziaria 9

(%) 1,2

Attiv. immob., noleggio, informat., ricerca 12

(%) 1,6

Istruzione 3

(%) 0,4

Sanità e altri servizi sociali 5

(%) 0,7

Altri servizi pubblici, sociali e personali 25

(%) 3,3

Fonte: Nostre elaborazioni su dati dell’Ist. Tagliacarne

L’”Atlante della competitività delle Province e della Regioni” fornisce, per l’anno 2006, anche i

dati provinciali relativi al commercio con l’estero, riportati nelle tabelle e nei grafici seguenti.

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126

Tabella 30. Importazioni per zona geografica e settore di attività economica (2006)

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Importazioni (euro) 23.280.423 21.276.912.378 51.524.409.654 348.348.484.019

di cui:

provenienti dall'Europa (%) 90,14 28,37 41,91 67,95

provenienti dall'Africa (%) 0,04 42,46 27,94 9,02

provenienti dall'America (%) 1,00 1,85 8,16 6,20

provenienti dall'Asia (%) 8,81 27,30 20,88 16,25

provenienti dall'Oceania e altro (%) 0,00 0,02 1,12 0,58

Agricoltura e pesca (%) 3,53 0,83 3,23 2,78

Alimentare (%) 52,37 2,06 4,97 6,28

Sistema moda (%) 3,77 0,45 4,42 7,08

Legno/carta (%) 2,5 0,56 1,81 3,13

Chimica gomma plastica (%) 9,74 10,27 14,38 16,69

Metalmeccanico (%) 25,64 4,8 21,73 42,96

Altro industria (%) 2,45 81,04 49,47 21,08

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

90,14

0,04

1,00

8,81

0,00

Europa

Africa

America

Asia

Oceania

3,53

52,37

3,77

2,5

9,74

25,64

2,45Agricoltura e pesca

Alimentare

Sistema moda

Legno/carta

Chimica gomma plastica

Metalmeccanico

Altro industria

Figura 10. Importazioni per zona geografica e settore di attività economica - Provincia di Enna (2006)

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

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127

Tabella 31. Esportazioni per zona geografica e settore di attività economica (2006)

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA

SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Esportazioni (euro) 10.539.443 7.410.665.926 36.048.233.391 326.992.357.791

di cui:

destinate all'Europa (%) 64,39 56,77 69,68 71,59

destinate all'Africa (%) 14,52 14,27 7,72 3,88

destinate all'America (%) 12,46 15,84 11,49 11,41

destinate all'Asia (%) 8,02 11,39 10,03 11,79

destinate all'Oceania e altro (%) 0,61 1,73 1,07 1,33

Agricoltura e pesca (%) 0,12 4,48 3,23 1,32

Alimentare (%) 7,76 5,17 7,57 5,4

Sistema moda (%) 23,43 0,4 8,05 12,43

Legno/carta (%) 0,47 0,19 1,71 2,48

Chimica gomma plastica (%) 28,01 73,39 34,2 16,9

Metalmeccanico (%) 23,36 12,51 38,49 51,52

Altro industria (%) 16,85 3,86 6,75 9,94

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

64,39

14,52

12,46

8,02

0,61

Europa

Africa

America

Asia

Oceania

0,12

7,76

23,43

0,4728,01

23,36

16,85

Agricoltura e pesca

Alimentare

Sistema moda

Legno/carta

Chimica gomma plastica

Metalmeccanico

Altro industria

Figura 11. Esportazioni per zona geografica e settore di attività economica - Provincia di Enna (2006)

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

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128

D.9.2 Variazioni demografiche

La popolazione residente in Sicilia negli ultimi 25 anni ha registrato un aumento costante,

passando da 4.904.503 abitanti al 1° gennaio 1982 a 5.029.683 al 31 dicembre 2007, con un

incremento pari al +2,5% (in Italia complessivamente l’incremento è stato del +5,5%) 41.

Si presenta invece in controtendenza il dato della Provincia di Enna, con una popolazione

diminuita dai 190.778 abitanti del 1982 ai 173.723 del 31 dicembre 2007 (-8,9%).

Il grafico seguente mostra la variazione demografica annuale tra il 2002 e il 2007: valori positivi

indicano un aumento della popolazione nell’anno di riferimento in termini di persone ogni 1000

residenti al 1° gennaio; analogamente valori negativi rispecchiano un decremento della

popolazione.

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Comune di Agira Provincia di Enna Sicilia Italia

Figura 12. Variazione annuale ‰ della popolazione (2002-2007)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Il dato nazionale e regionale si attesta su valori positivi, come già precedentemente illustrato; al

contrario la popolazione della Provincia di Enna risulta sempre in diminuzione nel periodo

considerato, ad esclusione dell’ultimo anno, in cui è stato rilevato un sostanziale equilibrio.

Analizzando nel dettaglio quanto riportato per il Comune di Agira, è da sottolineare l’andamento

negativo ad esclusione degli anni 2005 e 2006.

La tabella seguente mostra il bilancio demografico di dettaglio per gli anni 2002-2007 nel

Comune di Agira.

41 I dati presentati nel presente paragrafo sono nostre elaborazioni su dati Istat reperibili sul sito http://demo.istat.it/ .

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129

Tabella 32. Bilancio demografico - Comune di Agira (2002-2007)

INDICATORI 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Popolazione al 1° Gennaio 8.322 8.269 8.253 8.171 8.285 8.376

Nati 99 91 86 95 106 78

Morti 92 107 92 56 67 89

Saldo Naturale 7 -16 -6 39 39 -11

Iscritti all'anagrafe 96 121 82 123 112 93

Cancellati dall'anagrafe 156 121 158 48 60 112

Saldo Migratorio -60 0 -76 75 52 -19

SALDO TOTALE -53 -16 -82 114 91 -30

Popolazione al 31 Dicembre 8.269 8.253 8.171 8.285 8.376 8.346

Variazione annuale (‰) -6,37 -1,93 -9,94 13,95 10,98 -3,58

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

90,0%

100,0%

110,0%

120,0%

130,0%

140,0%

150,0%

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Comune di Agira Provincia di Enna Sicilia Italia

Figura 13. Indice di Vecchiaia % (2002-2007)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

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130

L’indice di vecchiaia si mostra, nel periodo considerato, in progressivo aumento, in linea con

quanto riscontrato anche a livello nazionale. Tale indice si attesta comunque, nel Comune di

Agira, su valori inferiori alla media nazionale e provinciale, ma in linea rispetto a quanto rilevato

a livello regionale. Da notare una leggera diminuzione a partire dal 2006, dovuta probabilmente

ad un progressivo aumento della popolazione con età compresa tra 0 e 14 anni.

48,0%

50,0%

52,0%

54,0%

56,0%

58,0%

60,0%

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Comune di Agira Provincia di Enna Sicilia Italia

Figura 14. Indice di dipendenza % (2002-2007)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Sempre analizzando il periodo 2002-2007, per quanto riguarda l’indice di dipendenza, a livello

comunale e provinciale il dato risulta superiore allo stesso indice calcolato sulla popolazione

italiana e siciliana, con valori sostanzialmente stazionari.

Con riferimento all'anno 2007, gli ultimi dati elaborati da fonti ufficiali (Istat) rivelano quanto

illustrato in nella tabella seguente.

Tabella 33. Bilancio demografico (2007)

INDICATORI COMUNE DI AGIRA

PROVINCIA DI ENNA

REGIONE SICILIA

ITALIA

Popolazione al 1° Gennaio 8.376 173.676 5.016.861 59.131.287

Nati 78 1.573 49.186 563.933

Morti 89 1.795 48.286 570.801

Saldo Naturale -11 -222 900 -6.868

Iscritti all'anagrafe 93 2.863 115.871 2.062.210

di cui: Iscritti dall'estero 18 1.050 27.444 558.019

Cancellati dall'anagrafe 112 2.594 103.949 1.567.339

Saldo Migratorio -19 269 11.922 494.871

SALDO TOTALE -30 47 12.822 488.003

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131

INDICATORI COMUNE DI AGIRA

PROVINCIA DI ENNA

REGIONE SICILIA

ITALIA

Popolazione al 31 Dicembre 8.346 173.723 5.029.683 59.619.290

Variazione annuale (‰) -3,58 0,27 2,56 8,25

Tasso di incremento naturale42 (‰) -1,32 -1,28 0,18 -0,12

Tasso di natalità43 (‰) 9,33 9,06 9,79 9,50

Tasso di mortalità44 (‰) 10,64 10,33 9,61 9,61

Tasso medio di immigrazione45 (‰) 11,12 16,48 23,07 34,73

Tasso medio di immigrazione straniera46 (‰)

2,15 6,04 5,46 9,40

Tasso medio di emigrazione47 (‰) 13,40 14,93 20,69 26,40

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Si riscontra, ad Agira e nella Provincia di Enna, un tasso di incremento naturale negativo, quale

risultato di un quoziente di natalità più basso rispetto ad un quoziente di mortalità già superiore

a quello siciliano e nazionale.

Si nota anche un rapporto tra immigrati e residenti molto basso, nettamente inferiore alla media

regionale e nazionale. Il tasso di immigrazione straniera è risultato, nel 2007, estremamente

basso ad Agira (circa 2 stranieri immigrati ogni 1000 residenti), valore ben inferiore non solo alla

media nazionale, ma anche alla media provinciale e regionale.

Con riferimento all’anno 2006, il bilancio demografico della popolazione straniera nel Comune di

Agira è quello rappresentato nella tabella seguente.

Tabella 34. Bilancio demografico stranieri – Comune di Agira (2006)

INDICATORI MASCHI FEMMINE TOTALE % RISPETTO ALLA PROVINCIA DI ENNA

% RISPETTO ALLA REGIONE SICILIA

Popolazione straniera residente al 1° gennaio

25 30 55 4,91 0,07

Iscritti all'anagrafe 5 5 10 3,75 0,09

Cancellati dall'anagrafe 4 3 7 4,22 0,09

di cui: Acquisizione di cittadinanza italiana

1 0 1 3,45 0,11

SALDO TOTALE 1 2 3 - -

Popolazione straniera residente al 31 dicembre

26 32 58 4,75 0,07

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

42 Tasso di incremento naturale=(Nati - Morti)/(Popolazione media nel periodo di riferimento)*1000 43 Tasso di natalità=(Nati)/(Popolazione media nel periodo di riferimento)*1000 44 Tasso di mortalità=(Morti)/(Popolazione media nel periodo di riferimento)*1000 45 Tasso medio di immigrazione=(Popolazione immigrata)/(Popolazione media nel periodo di riferimento)*1000 46 Tasso medio di immigrazione straniera=(Popolazione straniera immigrata)/(Popolazione media nel periodo di riferimento)*1000 47 Tasso medio di emigrazione=(Popolazione emigrata)/(Popolazione media nel periodo di riferimento)*1000

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132

D.9.3 Tasso di attività della popolazione in età lavorativa

Come anticipato nel paragrafo D.9.1, gli occupati nella Provincia di Enna al 31/12/2006

risultavano 49.149, pari all’83,3% della forza lavoro provinciale. Nonostante sul territorio sia

notevole la presenza di imprese agricole, gli occupati in questo settore sono solo il 7,64% del

totale; la maggioranza delle persone impiegate (69,68%) viene assorbita nel settore Servizi (Altre

attività). Tali dati risultano in linea con quanto rilevato per le Regioni del Mezzogiorno, come

illustrato nella tabella seguente.

Tabella 35. Mercato del lavoro (2006)

INDICATORE PROV. DI ENNA SICILIA MEZZOGIORNO ITALIA

Forze di lavoro (v.a.) 58.993 1.737.271 7.425.453 24.661.628

Persone in cerca di occupazione (v.a.) 9.844 234.553 909.035 1.673.412

Totale Occupati (v.a.) 49.149 1.502.718 6.516.415 22.988.216

di cui in Agricoltura (%) 7,64 8,89 7,42 4,27

di cui nell'Industria (%) 22,69 18,34 23,31 30,13

di cui in Altre attività - Servizi (%) 69,68 72,78 69,27 65,6

Non forze di lavoro (v.a.) 87.277 2.453.628 9.987.875 25.501.408

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Provincia di Enna Sicilia Mezzogiorno Italia

Agricoltura Industria Altre attività - Servizi

Figura 15. Occupati per settore di attività (2006)

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

Il dato aggiornato al 31/12/2007, presentato nel “Rapporto 2008 sulla situazione socio-

economica della Provincia di Enna” a cura della Camera di Commercio di Enna, mostra una

situazione stazionaria, con 49.137 occupati, pari all’83,7% della forza lavoro.

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133

Come illustrato nella tabella seguente, nel 2006 il tasso di attività della popolazione in età

lavorativa48 si attesta su valori lievemente superiori al dato regionale, contrariamente al tasso di

occupazione49. Si tratta comunque di dati molto inferiori alle medie nazionali.

Da notare come il tasso di occupazione maschile sia ben 30 punti percentuali maggiore del tasso

di occupazione femminile, come del resto si riscontra anche a livello regionale e, in misura

lievemente minore, a scala nazionale.

Tabella 36. Tasso di attività e tasso di occupazione (2006)

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA SICILIA ITALIA

Tasso di attività 15-64 anni (%) 52,27 52,12 62,71

Tasso di occupazione maschile 15-64 anni (%) 59,34 61,06 70,51

Tasso di occupazione femminile 15-64 anni (%) 28,32 29,54 46,31

Tasso di occupazione totale 15-64 anni (%) 43,45 45,03 58,41

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

La figura seguente, fornisce una rappresentazione della composizione del tasso di attività per

classi di età, ancora in riferimento all'ultimo dato ufficiale disponibile.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

15 - 24 anni

25 - 34 anni

35 - 44 anni

45 - 54 anni

55 anni e oltre

Totale 15-64 anni

Totale

Provincia di Enna Sicilia Italia

Figura 16. Tasso di attività per classi di età – Valori % (2006)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

48 Tasso di attività della popolazione in età lavorativa =(Forza Lavoro 15-64 anni)/(Popolazione 15-64 anni)*100

49 Tasso di occupazione =(Occupati)/(Popolazione 15-anni e oltre)*100

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134

D.9.4 Tasso di disoccupazione

Come già menzionato nel paragrafo precedente, le persone in cerca di occupazione della

Provincia di Enna erano, nel 2006, 9.844, pari al 16,7% della forza lavoro provinciale.

Come illustrato nella tabella seguente, il tasso di disoccupazione50 si attesta su valori lievemente

superiori al dato regionale. Si tratta comunque di dati molto superiori alle medie nazionali.

Il tasso di disoccupazione maschile risulta molto inferiore del tasso di occupazione femminile,

come del resto si riscontra anche a livello regionale e, in misura lievemente minore, a scala

nazionale.

Tabella 37. Tasso di disoccupazione (2006)

INDICATORE PROVINCIA DI ENNA SICILIA ITALIA

Tasso di disoccupazione maschile 15-64 anni (%) 13,83 11,19 5,43

Tasso di disoccupazione femminile 15-64 anni (%) 21,91 17,81 8,8

Tasso di disoccupazione totale 15-64 anni (%) 16,69 13,5 6,79

Fonte: Atlante della competitività delle Province e della Regioni (Unioncamere - Ist. Tagliacarne)

0

5

10

15

20

25

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Provincia di Enna Sicilia Italia

Figura 17. Tasso di disoccupazione – Valori % (2006)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

D.9.5 Tasso di scolarità

Secondo i dati Istat del “14° Censimento Generale della Popolazione e della Abitazioni” (anno

2001), la popolazione residente nella Provincia di Enna in età da 6 a 14 anni iscritta ad un

50 Tasso di disoccupazione =(Popolazione in cerca di occupazione)/(Forze di lavoro)*100

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135

regolare corso di studi era il 95,65% del totale, percentuale lievemente superiore alla media

siciliana (95,51%) ma inferiore al 96,30% registrato in Italia.

Sempre dati Istat51 mostrano, per la popolazione siciliana in età 15-19 anni, un incremento del

tasso di scolarità52 da 89,9% per l’anno scolastico 2003-2004 a 90,8% per il 2006-2007 (in Italia

nello stesso anno è stato rilevato un valore di 92,7%).

I dati disponibili più recenti relativi all’istruzione nella Provincia di Enna fanno riferimento

all’anno scolastico 2003-200453. Tali dati e il tasso di scolarità sono riportati nelle seguenti

tabelle.

Tabella 38. Dati Istruzione Provincia di Enna – A. S. 2003-2004

STRUTTURA ISCRITTI (V.A.)

SEZIONI/CLASSI (V.A.)

DOTAZIONE ORGANICA

(V.A.)

ISCRITTI PER SEZIONE/CLASSE

DOTAZIONE ORGANICA PER 100 ISCRITTI

TASSO DI SCOLARITÀ

(%)

Scuola del'infanzia (3-5 anni)

5.012 228 479 22,0 9,6 93,5

Scuola Primaria (6-10 anni)

9.899 550 1.034 18,0 10,4 102,2

Scuola Secondaria I Grado (11-13 anni)

6.756 343 856 19,7 12,7 104,4

Scuola Secondaria II Grado (14-18 anni)

9.651 443 874 21,8 9,1 87,8

Totale 31.318 1.564 3.243 20,0 10,4 96,3

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat e Ennasviluppo - Provincia di Enna

Tabella 39. Iscritti e classi della scuola secondaria di II grado – Provincia di Enna – A.S. 2003-2004

STRUTTURA ISCRITTI (V.A.)

ISCRITTI (%) CLASSI (V.A.)

Licei Classici 1.208 12,5% 58

Licei Scientifici 2.150 22,3% 93

Istituti e Scuole Magistrali 1.155 12,0% 54

Istituti Tecnici 2.805 29,1% 129

Istituti Professionali 2.333 24,2% 109

Istituti D'Arte - - -

Licei Artistici - - -

Totale 9.651 100,0% 443

Fonte: nostre elaborazioni su dati Ennasviluppo - Provincia di Enna

51 Istat, Sistema di Indicatori Territoriali, dati reperibili sul sito web http://sitis.istat.it/sitis/html/. 52 Tasso di scolarità=(Iscritti alla scuola)/(Popolazione nella fascia di età interessata)*100. Tale indice può assumere valori superiori a 100 per la presenza di ripetenze, anticipi di frequenza o di studenti residenti in altre regioni 53 Provincia Regionale di Enna, Portale web Enna Sviluppo http://www.ennasviluppo.it/news_home/enna.pdf.

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136

12,5%

22,3%

12,0%

29,1%

24,2%

0,0% 0,0%

Licei Classici

Licei Scientifici

Istituti e Scuole Magistrali

Istituti Tecnici

Istituti Professionali

Istituti D'Arte

Licei Artistici

Figura 18. Percentuale iscritti della scuola secondaria di II grado – Provincia di Enna – A.S. 2003-2004

Fonte: nostre elaborazioni su dati Ennasviluppo - Provincia di Enna

Dati a livello comunale relativi al grado di istruzione sono disponibili con riferimento all’anno

200154 (vedi tabella seguente).

Tabella 40. Popolazione residente di 6 anni e più per grado di istruzione - Censimento 2001

GRADO DI ISTRUZIONE

ALFABETI PRIVI DI TITOLI DI STUDIO

ANALFABETI

TERRITORIO

LAUREA DIPLOMA DI SCUOLA

SECONDARIA SUPERIORE

LICENZA DI SCUOLA MEDIA

INFERIORE O DI AVVIAMENTO

PROFESSIONALE

LICENZA DI SCUOLA

ELEMENTARE TOTALE DI CUI: IN

ETÀ DA 65 ANNI IN POI

TOTALE DI CUI: IN ETÀ

DA 65 ANNI IN

POI

TOTALE

Agira 497 1.710 2.061 1.808 1.306 516 439 326 7.821

(%) 6,4% 21,9% 26,4% 23,1% 16,7% 6,6% 5,6% 4,2% 100,0%

Provincia di Enna 9.966 37.005 48.189 39.124 25.180 10.409 6.959 5.172 166.423

(%) 6,0% 22,2% 29,0% 23,5% 15,1% 6,3% 4,2% 3,1% 100,0%

Regione Sicilia 314.514 1.057.671 1.398.822 1.128.839 629.444 226.238 131.752 87.314 4.661.042

(%) 6,7% 22,7% 30,0% 24,2% 13,5% 4,9% 2,8% 1,9% 100,0%

Italia 4.042.259 13.923.366 16.221.737 13.686.021 5.199.237 1.879.356 782.342 525.220 53.854.962

(%) 7,5% 25,9% 30,1% 25,4% 9,7% 3,5% 1,5% 1,0% 100,0%

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

54 Istat, dati relativi al “14° Censimento Generale della Popolazione e della Abitazioni”, 2001, disponibili sul sito web http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp.

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137

I dati più recenti disponibili a livello comunale relativi agli iscritti derivano dalle rilevazioni Istat

presentate nell’Atlante Statistico dei Comuni e fanno riferimento all’anno scolastico 1997/1998

per la scuola primaria e secondaria di I grado e all’anno 1999/2000 per la scuola secondaria di II

grado. Tali dati e il tasso di scolarità sono riportati nelle seguenti tabelle.

Tabella 41. Scuole Primarie (statali e non statali) – Anno Scolastico 1997/1998

TERRITORIO ISCRITTI (V.A.) CLASSI (V.A.)

DOCENTI (V.A.)

ISCRITTI PER CLASSE (V.A.)

ISCRITTI PER DOCENTE (V.A.)

TASSO SCOLARITÀ (%)

Agira 579 31 52 18,7 11,1 105,5%

Provincia di Enna 11.361 654 967 17,4 11,7 103,7%

Italia 2.810.648 160.434 240.805 17,5 11,7 104,0%

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Tabella 42. Scuole Secondarie di I grado (statali e non statali)– Anno Scolastico 1997/1998

TERRITORIO ISCRITTI (V.A.) CLASSI (V.A.)

DOCENTI (V.A.)

ISCRITTI PER CLASSE (V.A.)

ISCRITTI PER DOCENTE (V.A.)

TASSO SCOLARITÀ (%)

Agira 354 17 40 20,8 8,9 106,3%

Provincia di Enna 7.488 403 874 18,6 8,6 110,7%

Italia 1.853.228 92.518 191.035 20,0 9,7 107,8%

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Tabella 43. Scuole Secondarie di II grado (statali e non statali)– Anno Scolastico 1999/2000

TERRITORIO ISCRITTI (V.A.) CLASSI (V.A.) ISCRITTI PER CLASSE (V.A.)

Agira 249 15 16,6

Provincia di Enna 9.034 464 19,5

Italia 2.537.959 119.105 21,3

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Il tasso di scolarità relativo all’istruzione secondaria di II grado dell’intera Provincia di Enna per

l’anno scolastico 1999/2000 è pari a 76,1%.

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138

In questo caso, si è scelto di presentare tale dato a scala provinciale in quanto l’offerta

formativa relativa è tale da implicare un necessario spostamento degli studenti verso gli istituti

scelti, spesso al di fuori del proprio Comune di residenza.

Università di Enna KORE55

Secondo i dati diffusi dall’Ufficio di Statistica del MUR Ministero dell’Università e della Ricerca,

l’Università di Enna – Libera Università della Sicilia Centrale KORE ha immatricolato, nell’anno

accademico 2007/2008, 1.252 studenti, raggiungendo i 4.052 iscritti ai corsi di laurea proposti. Il

tasso di scolarità relativo, calcolato come rapporto tra numero di iscritti e popolazione residente

nella Provincia di Enna di età 19-24 anni, è pari a 31,1%. Naturalmente bisogna considerare, oltre

al fatto che l’Università di Enna non offre una vasta gamma di indirizzi di studio, anche il fatto

che molti giovani scelgono di studiare in altre facoltà italiane, con la prospettiva di stabilirsi in

regioni con maggiori opportunità lavorative.

Tabella 44. Iscritti ed immatricolati per facoltà - Università di Enna KORE – A.A. 2007-2008

ISCRITTI IMMATRICOLATI (*) FACOLTÀ

(V.A.) (%) (V.A.) (%)

Beni Culturali 372 9,2% 121 9,7%

Economia 775 19,1% 112 8,9%

Giurisprudenza 681 16,8% 150 12,0%

Ingegneria 160 3,9% 54 4,3%

Scienze della Formazione 2.064 50,9% 815 65,1%

Totale 4.052 100,0% 1.252 100,0%

(*) Non vengono conteggiati nelle lauree specialistiche biennali

Fonte: nostre elaborazioni su dati MUR

La facoltà con maggior numero di iscritti è Scienze della Formazione, che assorbe ben il 50,9%

del totale degli iscritti all’Università di Enna; seguono, per numero di iscritti, le facoltà di

Economia (19,1%) e Giurisprudenza (16,8%). Dal momento che, a livello nazionale, le facoltà con

maggior numero di iscritti risultano Economia (12,8% del totale degli iscritti in tutti gli Atenei

italiani), Ingegneria (12,3%) e Giurisprudenza (12,2%), emerge, per gli iscritti alle facoltà ennese,

una netta preferenza accordata ai corsi dell’area educativa, letteraria ed umanistica.

55 I dati presentati nel presente sottoparagrafo sono nostre elaborazioni su dati MUR Ministero dell’Università e della Ricerca – Ufficio di Statistica, reperibili sul sito http://statistica.miur.it/scripts/31Gennaio/prima.asp.

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139

Tabella 45. Donne iscritte per facoltà- Università di Enna KORE – A.A. 2007-2008

ISCRITTI

TOTALE DI CUI DONNE

FACOLTÀ

(V.A.) (%)

Beni Culturali 372 40,9%

Economia 775 32,4%

Giurisprudenza 681 41,3%

Ingegneria 160 12,5%

Scienze della Formazione 2.064 67,1%

Totale 4.052 51,5%

Fonte: nostre elaborazioni su dati MUR

Sul totale degli iscritti, circa il 50% è di sesso femminile, con una netta maggioranza di donne

iscritte a Scienze della Formazione (67,1% degli iscritti alla facoltà). Molto scarsa risulta invece

la presenza femminile tra gli studenti della facoltà di Ingegneria, con valore percentuale pari al

12,5%, ben inferiore al dato rilevato a scala nazionale (21,6%).

La tabella seguente mostra la distribuzione di iscritti e immatricolati ai corsi dell’Università di

Enna suddivisi per tipologia di corso.

Tabella 46. Iscritti e immatricolati per tipologia di corso - Università di Enna KORE – A.A. 2007-2008

ISCRITTI TOTALI IMMATRICOLATI (*) TIPOLOGIA CORSO

(V.A.) (%) (V.A.) (%)

Corsi di Laurea 3.441 84,9% 1.124 89,8%

Corsi di Laurea Specialistica

168 4,1% 0 0,0%

Corsi di Laurea Magistrale 443 10,9% 128 10,2%

Totale 4.052 100,0% 1.252 100,0%

(*) Non vengono conteggiati nelle lauree specialistiche biennali

Fonte: nostre elaborazioni su dati MUR

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140

D.9.6 Arrivi e Presenze turistiche per abitante e per Km2 del Sito Natura 2000

Con riferimento ai dati Istat disponibili per gli anno 2002-200556, nella Provincia di Enna il settore

turistico ha visto un picco di arrivi57 e di presenze58 nel 2004, come illustrato nelle seguenti

tabelle.

Tabella 47. Arrivi Turistici (2002-2005)

TERRITORIO 2002 2003 2004 2005 VARIAZIONE 2002-2003

(%)

VARIAZIONE 2003-2004

(%)

VARIAZIONE 2004-2005

(%)

Provincia di Enna

51.367 54.313 98.894 59.308 5,7 82,1 -40,0

Sicilia 4.028.510 4.087.951 4.270.744 4.303.648 1,5 4,5 0,8

Isole 5.925.683 6.002.474 6.228.369 6.201.210 1,3 3,8 -0,4

Italia 82.030.312 82.724.652 85.956.568 88.338.564 0,8 3,9 2,8

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Tabella 48. Presenze turistiche (2002-2005)

TERRITORIO 2002 2003 2004 2005 VARIAZIONE 2002-2003

(%)

VARIAZIONE 2003-2004

(%)

VARIAZIONE 2004-2005

(%)

Provincia di Enna

106.066 111.076 190.543 111.585 4,7 71,5 -41,4

Sicilia 13.147.132 13.152.348 13.351.037 13.721.381 0,0 1,5 2,8

Isole 23.408.938 23.536.323 23.654.455 23.924.782 0,5 0,5 1,1

Italia 345.247.050 344.413.317 345.616.227 355.255.172 -0,2 0,3 2,8

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Soffermando l’attenzione sull’anno 2005, nelle seguenti tabelle si riportano i dati relativi

all’incidenza del turismo straniero e indicatori specifici del settore, quali gli arrivi e le presenze

per 100 abitanti e per Km2 del territorio considerato.

56 Istat, Sistema di Indicatori Territoriali, dati reperibili sul sito web http://sitis.istat.it/sitis/html/.

57 Per arrivi si intende il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri e complementari) nel periodo considerato.

58 Per presenze si intende il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi.

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141

Tabella 49. Arrivi turistici (2005)

TERRITORIO ARRIVI DI ITALIANI (V.A.)

ARRIVI DI ITALIANI (%)

ARRIVI DI STRANIERI

(V.A.)

ARRIVI DI STRANIERI

(%)

TOTALE ARRIVI

ARRIVI PER 100

ABITANTI

ARRIVI PER KM2

Provincia di Enna

37.727 63,6 21.581 36,4 59.308 34,0 23,1

Sicilia 2.762.903 64,2 1.540.745 35,8 4.303.648 85,8 167,4

Isole 4.085.748 65,9 2.115.462 34,1 6.201.210 92,9 124,5

Italia 50.211.873 56,8 38.126.691 43,2 88.338.564 150,4 293,2

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

0%10%

20%30%40%

50%60%

70%80%90%

100%

Provincia di Enna

Sicilia Isole Italia

Arrivi - Italiani Arrivi - Stranieri

Figura 19. Arrivi turistici (2005)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Tabella 50. Presenze turistiche (2005)

TERRITORIO PRESENZE DI ITALIANI (V.A.)

PRESENZE DI ITALIANI (%)

PRESENZE DI STRANIERI

(V.A.)

PRESENZE DI STRANIERI (%)

TOTALE PRESENZE

PRESENZE PER 100 ABITANTI

PRESENZE PER KM2

Provincia di Enna

79.941 71,6 31.644 28,4 111.585 64,1 43,6

Sicilia 8.640.835 63,0 5.080.546 37,0 13.721.381 273,5 533,7

Isole 15.888.473 66,4 8.036.309 33,6 23.924.782 358,5 480,4

Italia 206.754.120 58,2 148.501.052 41,8 355.255.172 604,7 1.178,9

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

142

0%

10%20%

30%40%50%

60%70%

80%90%100%

Provincia di Enna

Sicilia Isole Italia

Presenze - Italiani Presenze - Stranieri

Figura 20. Presenze turistiche (2005)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat

Per quanto riguarda la capacità ricettiva59, la Provincia di Enna ha visto quadruplicare gli esercizi

turistici nei 10 anni tra il 1996 e il 2006, sviluppando in particolare la ricettività complementare

e raggiungendo i 2.297 posti letto.

Da menzionare anche il dato relativo alle aziende agrituristiche, raddoppiate sia in Sicilia che

nella Provincia di Enna tra il 1998 e il 2003.

Dati a livello comunale in merito a ricettività e flussi turistici sono stati forniti dalla Provincia

Regionale di Enna e sono riportati nelle tabelle seguenti. In particolare quanto disponibile in

merito ad arrivi/presenze è relativo al periodo gennaio-giugno 2008.

59 Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne, Database Geo Web Starter.

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

143

Tabella 51. Ricettività Turistica – 2008 – Livello Comunale

AGIRA CATEGORIA

N° ESERCIZI

N° LETTI

(v.a.) - - 5 stelle e superiori

(%) - -

(v.a.) - - 4 stelle

(%) - -

(v.a.) - - 3 stelle

(%) - -

(v.a.) - - 2 stelle

(%) - -

(v.a.) - - 1 stella

(%) - -

(v.a.) - -

ESERCIZI ALBERGHIERI

Residenze turistico alberghiere

(%) - -

(v.a.) - - Campeggi e villaggi turistici

(%) - -

(v.a.) 1 11 Alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (%) 100,0% 100,0%

(v.a.) - - Alloggi agro-turistici e Country-House

(%) - -

(v.a.) - - ESERCIZI COMPLEMENTARI

Altre strutture ricettive

(%) - -

Totale Esercizi Alberghieri (v.a.) 0 0

Totale Esercizi Complementari (v.a.) 1 11

TOTALE (v.a.) 1 11

Alloggi Privati in affitto/Bed & Breakfast (v.a.) 1 6

Fonte: nostre elaborazioni su dati Provincia di Enna

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

144

Tabella 52. Arrivi/Presenze – Gennaio/Giugno 2008 – Livello Comunale

ARRIVI PRESENZE

ITALIANI STRANIERI TOTALI ITALIANI STRANIERI TOTALI

TERRITORIO

(V.A.) (%) (V.A.) (%) (V.A.) (V.A.) (%) (V.A.) (%) (V.A.)

Agira 47 68,1% 22 31,9% 69 72 59,5% 49 40,5% 121

Fonte: nostre elaborazioni su dati Provincia di Enna

Tabella 53. Indici Flussi Turistici – Gennaio/Giugno 2008 – Livello Comunale

TERRITORIO ARRIVI PER ABITANTE

PRESENZE PER ABITANTE

ARRIVI PER KM2 PRESENZE PER KM2

Agira 0,01 0,01 0,42 0,74

Fonte: nostre elaborazioni su dati Provincia di Enna

D.10 Presenza di attività socio - economiche sul Sito Natura 2000

D.10.1 Inventario e/o Carta delle attività economiche presenti all'interno del sito (attività

industriale, artigianale, commerciale, agricola, turistico-ricettiva, servizi)

Analizzando la situazione espressa all’interno della Carta dell’Uso Del Suolo allegata al presente

Piano di Gestione all’interno del DSIC di Monte Chiapparo tutto il territorio risulta essere

occupato da una serie di seminativi semplici, legati quindi ad una certa attività di tipo agricolo.

Anche la presenza di qualche piccola zona occupata da oliveti, frutteti, agrumeti e vigneti

testimoniano quanto espresso precedentemente; dal punto di vista dell’attività industriale è

presente solamente una piccolissima area disposta nell’estremo settore Sud – Est a margine del

confine amministrativo del SIC; mentre nella parte Nord – Est è rilevabile una modesta area sede

di attività estrattiva.

D.11 Descrizione degli assetti insediativi ed infrastrutturali del Sito

Per la realizzazione della “Carta delle presenze di insediamenti ed infrastrutture” allegata al

presente Piano di Gestione, sono state utilizzate le Carte Tecniche Regionali (CTR) specifiche del

sito in questione e i dati forniti dalla Provincia Regionale di Enna relativi agli insediamenti e alle

infrastrutture.

La carta elaborata mostra, per l’area interessata, la presenza di edifici sparsi e l’assenza di

agglomerati urbani significativi.

Dal punto di vista della viabilità, il sito è attraversato in direzione nord-est/sud-ovest dalla

Strada Provinciale n.21. che collega Agira all’autostrada A19 Palermo-Catania in località

Cuticchi.

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145

Il SIC è attraversato da due elettrodotti, uno nella zona più a Nord e l’altro più prossimo all’area

centrale del Sito Natura 2000; nella parte Nord – Ovest è invece rilevabile parte di un acquedotto

interrato.

Una serie di piccoli sentieri risultano essere diffusi in maniera sparsa all’interno dell’area

oggetto di studio e lungo il confine amministrativo della sua parte Nord – Est, analoga diffusione

presentano una serie di piccoli ponti e ponticelli presenti nella zona del SIC.

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146

E) Descrizione dei valori archeologici, architettonici e culturali presenti nel

Sito Natura 2000

Il Decreto Legislativo 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’Art. 10 della

legge 6 luglio 2002 n. 137” (e s.m.i.) riconosce che “Il patrimonio culturale è costituito dai beni

culturali e dai beni paesaggistici.” 60. Tale decreto afferma che la Repubblica tutela e valorizza il

patrimonio culturale secondo le disposizioni del suddetto codice; secondo l’Art. 5, comma 1

parte prima “… le regioni, nonché i comuni, le città metropolitane e le province … cooperano

con il Ministero nell'esercizio delle funzioni di tutela in conformità a quanto disposto dal Titolo I

della Parte seconda del presente codice …”.

Nella parte terza, sempre dello stesso Decreto Legislativo, all’Art. 135 comma 1, come sostituito

dall’ Art. 5 del D.Lgs. 24 marzo 2006, n. 15761, si ribadisce che “Lo Stato e le regioni assicurano

che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato e valorizzato. A tal fine le regioni,

anche in collaborazione con lo Stato, nelle forme previste dall’articolo 143, sottopongono a

specifica normativa d'uso il territorio, approvando piani paesaggistici, ovvero piani urbanistico-

territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l'intero territorio

regionale, entrambi di seguito denominati "piani paesaggistici”; all’Art. 145 (anch’esso

modificato dal D.Lgs. 24 marzo 2006, n. 157, art. 15), comma 2 sempre parte terza:“… i piani

paesaggistici prevedono misure di coordinamento con gli strumenti di pianificazione territoriale e

di settore, nonché con i piani, programmi e progetti nazionali e regionali di sviluppo

economico”; e al comma 3 “… le previsioni dei piani paesaggistici … sono cogenti per gli

strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono

immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti

urbanistici, stabiliscono norme di salvaguardia applicabili in attesa dell'adeguamento degli

strumenti urbanistici e sono altresì vincolanti per gli interventi settoriali ad incidenza territoriale

previsti dalle normative di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali

protette.”

Le “Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”, documento approvato con D.A.

n.6080 del 21 maggio 1999 su parere favorevole reso dal comitato tecnico scientifico nella data

del 30 aprile 1996, si basano sul presupposto che la pianificazione paesistica debba essere estesa

all’intero territorio regionale, avendo, come matrice culturale, l’integrazione delle

problematiche ambientali all’interno di quelle paesaggistiche e, come indirizzo progettuale, un

tipo di pianificazione integrata rivolta alla tutela e valorizzazione dei beni culturali ed

ambientali della Regione.

Mediante tali Linee Guida, la Regione Siciliana ha inteso delineare un’azione di sviluppo

orientata alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali, definendo traguardi di

coerenza e compatibilità delle politiche regionali di sviluppo.

60 cfr. Parte I, Articolo 2, comma 1.

61 “Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio”.

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147

In particolare, secondo quanto riportato nel testo delle “Linee Guida del Piano Territoriale

Paesistico Regionale”, gli organi centrali e periferici dell’Assessorato Beni Culturali e Ambientali

della Regione svolgono attività collaborativa con gli enti locali, per la definizione delle scelte di

pianificazione e di intervento in termini compatibili e coerenti con gli indirizzi e le prescrizioni

del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR).

A tal proposito, si ricordano i principali obiettivi del PTPR, così come indicati all’interno delle

Linee Guida:

a) Stabilizzazione ecologica del contesto ambientale regionale, la difesa del suolo e della

biodiversità, con particolare attenzione per le situazioni di rischio e di criticità;

b) Valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio regionale, sia nel suo insieme

unitario che nelle sue diverse specifiche configurazioni;

c) Miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale regionale, sia per le attuali

che per le future generazioni.

Allo scopo di perseguire tali obiettivi, la Regione Sicilia ha quindi individuato 4 assi strategici,

riferiti alla tutela e alla valorizzazione paesistico ambientale:

1) il consolidamento del patrimonio e delle attività agroforestali (sostegno e rivalutazione

dell’agricoltura tradizionale, gestione controllata delle attività pascolive, gestione

controllata dei processi di abbandono agricolo, gestione oculata delle risorse idriche,

politiche urbanistiche tali da ridurre le pressioni urbane e le tensioni speculative sui suoli

agricoli)

2) il consolidamento e la qualificazione del patrimonio d’interesse naturalistico (azioni sulla rete

ecologica, estensione e interconnessione del sistema regionale dei parchi e delle riserve

naturali, valorizzazione, di beni naturalistici attualmente non soggetti a forme particolari di

protezione, recupero ambientale delle aree degradate da dissesti o attività estrattive o

intrusioni incompatibili)

3) la conservazione e la qualificazione del patrimonio d’interesse storico, archeologico,

artistico, culturale o documentario, (interventi mirati su un sistema selezionato di centri

storici, interventi volti ad innescare processi di valorizzazione diffusa, sopratutto sui percorsi

storici di connessione e sui circuiti culturali facenti capo ai centri storici; investimenti

plurisettoriali sulle risorse culturali, in particolare quelle archeologiche meno conosciute o

quelle paesistiche latenti; promozione di forme appropriate di fruizione turistica e culturale,

coordinate con le politiche dei trasporti, dei servizi e della ricettività turistica)

4) la riorganizzazione urbanistica e territoriale (politiche di localizzazione dei servizi; politiche

dei trasporti adeguate; politiche insediative volte a contenere la dispersione dei nuovi

insediamenti nelle campagne circostanti i centri maggiori, lungo i principali assi di traffico e

nella fascia costiera e a recuperare gli insediamenti antichi.

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148

Nello specifico, la pianificazione paesistica oltre a tutelare tutte quelle aree che sono vincolate

dalla normativa nazionale, si pone tra gli obiettivi quello di promuovere una tutela attiva delle

aree archeologiche in modo da consentire la giusta valorizzazione e conservazione delle

potenzialità turistiche, didattiche e scientifiche delle stesse.

Il valore dei siti archeologici deve essere considerato sempre elevato, valutando in modo

adeguato tutte le possibili vulnerabilità sia endogene che esogene.

Un processo di pianificazione deve tendere, in linea di principio, a consolidare e rivalutare tutti i

ruoli storici dei centri e dei nuclei presenti nell’area di studio nell’ottica di mantenere e

preservare tutti quelli che sono gli equilibri del sistema storico – insediativi della Sicilia.

La disciplina urbanistica deve consentire solo quelle trasformazioni che mantengano inalterati i

rapporti spaziali, tipologici e planovolumetrici esistenti salvaguardando e migliorando la qualità

della vita62.

La gestione dei suoli, le grandi infrastrutture e tutte le politiche edilizie non possono fare a

meno di misurarsi con lo stato di conservazione delle testimonianze archeologiche e tutta la

conoscenza che da esse si può attingere. Il rapporto tra la ricerca, tutela ed urbanistica

rappresenta quindi un nodo fondamentale nel quale l'archeologia svolge un ruolo indispensabile,

di cui si sta prendendo progressivamente coscienza anche nel nostro paese.

Per quanto riguarda il settore urbanistico, la Regione Sicilia all’interno della Legge Regionale

71/1978, all’Art. 55 afferma che “… gli interventi nei centri storici, nonché negli agglomerati di

antica o recente formazione contraddistinti da valori storici, urbanistici, artistici ed ambientali

anche se manomessi o degradati o non presenti tutti contestualmente, si attuano con l'

osservanza delle finalità indicate nell' art. 1 della legge regionale 7 maggio 1976, n. 70”, che

afferma “… I centri storici dei comuni dell'Isola sono beni culturali, sociali ed economici da

salvaguardare, conservare e recuperare mediante interventi di risanamento conservativo. Il

Governo della Regione … è tenuto a determinare con decreto l'elenco dei comuni siciliani i cui

centri storici rappresentino beni culturali di particolare pregio, ai fini della salvaguardia, della

conservazione e del recupero mediante interventi di risanamento conservativo, da finanziare con

successivi provvedimenti legislativi”.

Gli strumenti urbanistici attuativi relativi alle zone sopra indicate sono redatti secondo le finalità

previste dall' art. 2 della Legge Regionale 7 maggio 1976, n. 70.

Contestualmente, il Piano Territoriale Provinciale di Enna considera affermata la volontà di

recuperare il patrimonio architettonico e culturale della propria zona; esso segue l’iter di

attuazione e di approvazione in ottemperanza ai passaggi tecnici ed amministrativi previsti dalla

Legislazione Regionale vigente (L.71/78) per gli strumenti urbanistici comunali.

Nell’ambito della redazione dei piani d’area, il Piano Territoriale Provinciale individua un forte

impegno al recupero ed alla rigenerazione dei centri storici; altro elemento di forza è

62 cfr. Regione Sicilia “Piano territoriale paesistico ambientale, parte I, sistema antropico, sottosistema archeologia, Linee guida, 1999”.

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149

identificato nel paesaggio rurale ed agricolo oltre che alla modellazione che l’intervento umano

ha sedimentato negli anni.

E.1.1 Coerenza con gli obiettivi del D. Lgs. 42/04

Il Decreto Legislativo 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’Art. 10 della

legge 6 luglio 2002 n. 137” (e s.m.i.) approva l’unico codice dei beni culturali e del paesaggio

composto da 184 articoli e dall’Allegato A.

Secondo l’Art. 2 della parte prima, comma 1 si intende per patrimonio culturale i beni culturali e

quelli paesaggistici, dove per “beni culturali” al comma 2 si considerano: “… le cose immobili e

mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico,

etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base

alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà”, mentre per “beni paesaggistici” al

comma 3 vengono indicati “… gli immobili e le aree indicati all'articolo 134, costituenti

espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri

beni individuati dalla legge o in base alla legge”.

All’Art. 10, parte seconda, comma 263: “...Sono inoltre beni culturali:

a) le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni,

degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico ad eccezione

delle raccolte delle biblioteche indicate all’articolo 47, comma 2, del Decreto del Presidente

della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e di quelle assimilabili;

b) gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali,

nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico;

c) le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici

territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico”.

Al comma 364 sono comunque considerati beni culturali “… quando sia intervenuta la

dichiarazione prevista dall'articolo 13:

a) le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o

etnoantropologico particolarmente importante, appartenenti a soggetti diversi da quelli indicati

al comma 1;

b) gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono interesse storico

particolarmente importante;

c) le raccolte librarie, appartenenti a privati, di eccezionale interesse culturale;

d) le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse

particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della

63 Come modificato dall’art. 2 comma 1 del D.Lgs. 24 marzo 2006, n.156, “Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali”.

64 Come modificato dall’art. 2 comma 2 del D.Lgs. 24 marzo 2006, n.156, “Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali”.

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150

letteratura, dell'arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della

storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;

e) le collezioni o serie di oggetti, a chiunque appartenenti, che, per tradizione, fama e

particolari caratteristiche ambientali ovvero per rilevanza artistica, storica, archeologica,

numismatica o etnoantropologica, rivestono come complesso un eccezionale interesse”.

Per il comma 465 “… sono comprese tra le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettera a):

a) le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civiltà;

b) le cose di interesse numismatico che, in rapporto all’epoca, alle tecniche e ai materiali di

produzione, nonché al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarità o di pregio, anche

storico;

c) i manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe e le incisioni,

con relative matrici, aventi carattere di rarità e di pregio;

d) le carte geografiche e gli spartiti musicali aventi carattere di rarità e di pregio;

e) le fotografie, con relativi negativi e matrici, le pellicole cinematografiche ed i supporti

audiovisivi in genere, aventi carattere di rarità e di pregio;

f) le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico;

g) le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico;

h) i siti minerari di interesse storico od etnoantropologico;

i) le navi e i galleggianti aventi interesse artistico, storico od etnoantropologico;

l) le architetture rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze

dell'economia rurale tradizionale”.

L’Art. 10 della legge 137/2002 “Delega per il riassetto e la codificazione in materia di beni

culturali ed ambientali, spettacolo, sport, proprietà letteraria e diritto d’autore” prevede che

“… il Governo provveda ad adottare … uno o più decreti legislativi per il riassetto e la

codificazione delle disposizioni legislative in materia di beni ambientali…”.

I principi ed i criteri direttivi che devono essere seguiti secondo il comma 2 sono:

“a) adeguamento agli articoli 117 e 118 della Costituzione;

b) adeguamento alla normativa comunitaria e agli accordi internazionali;

c) miglioramento dell'efficacia degli interventi concernenti i beni e le attività culturali, anche

allo scopo di conseguire l'ottimizzazione delle risorse assegnate e l'incremento delle entrate; …ai

fini di una significativa e trasparente impostazione del bilancio; snellimento e abbreviazione dei

procedimenti; adeguamento delle procedure alle nuove tecnologie informatiche;

65 Come modificato dall’art. 2 comma 3 e 4 del D.Lgs. 24 marzo 2006, n.156, “Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali”.

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151

d) … aggiornare gli strumenti di individuazione, conservazione e protezione dei beni culturali e

ambientali, anche attraverso la costituzione di fondazioni aperte alla partecipazione di regioni,

enti locali, fondazioni bancarie, soggetti pubblici e privati, senza determinare ulteriori

restrizioni alla proprietà privata, né l'abrogazione degli strumenti attuali e, comunque,

conformandosi al puntuale rispetto degli accordi internazionali, soprattutto in materia di

circolazione dei beni culturali; riorganizzare i servizi offerti anche attraverso la concessione a

soggetti diversi dallo Stato mediante la costituzione di fondazioni aperte alla partecipazione di

regioni, enti locali, fondazioni bancarie, soggetti pubblici e privati …; adeguare la disciplina

degli appalti di lavori pubblici concernenti i beni culturali, modificando le soglie per il ricorso

alle diverse procedure di individuazione del contraente in maniera da consentire anche la

partecipazione di imprese artigiane di comprovata specializzazione ed esperienza, ridefinendo i

livelli di progettazione necessari per l'affidamento dei lavori, definendo i criteri di

aggiudicazione e prevedendo la possibilità di varianti oltre i limiti percentuali ordinariamente

previsti, in relazione alle caratteristiche oggettive e alle esigenze di tutela e conservazione dei

beni; ridefinire le modalità di costituzione e funzionamento degli organismi consultivi che

intervengono nelle procedure per la concessione di contributi e agevolazioni in favore di enti ed

istituti culturali, al fine di una precisa definizione delle responsabilità degli organi tecnici,

secondo principi di separazione fra amministrazione e politica e con particolare attenzione ai

profili di incompatibilità; individuare forme di collaborazione, in sede procedimentale, tra le

amministrazioni per i beni e le attività culturali e della difesa, per la realizzazione di opere

destinate alla difesa militare …”.

Secondo l’Art. 666 del Decreto Legislativo 42/04 (e s.m.i.), al comma 1 leggiamo che “la

valorizzazione del patrimonio culturale consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina

delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le

migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso al fine di

promuovere lo sviluppo della cultura.

Essa comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del

patrimonio culturale. In riferimento ai beni paesaggistici la valorizzazione comprende altresì la

riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti a tutela compromessi o degradati, ovvero

la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati”.

Questa valorizzazione deve essere attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non

pregiudicarne le esigenze; inoltre “Il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali,

anche con il concorso delle università e di altri soggetti pubblici e privati, realizzano,

promuovono e sostengono, anche congiuntamente, ricerche, studi ed altre attività conoscitive

aventi ad oggetto il patrimonio culturale”, come indicato Nell’art. 118, comma 1, Titolo II, Capo

II.

66 Come modificato dall’art. 1 del D.Lgs. 24 marzo 2006, n.156, “Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali” e dall’art. 2 del Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 157, “Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali”.

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152

Un esempio importante di valorizzazione culturale attivo sul territorio della Provincia di Enna è

costituito dal Progetto di Rete Museale Provinciale, nato nell’ambito del PSL LEADER+67 allo

scopo di dare visibilità e valorizzare il patrimonio culturale del territorio, attraverso la

promozione congiunta e la progettazione di attività didattiche, di animazione e di eventi

culturali nelle singole realtà68. Tale progetto è stato voluto dal GAL - Rocca di Cerere69, società

consortile con soci pubblici (Comuni di Comune di Aidone, Assoro, Calascibetta, Enna, Leonforte,

Nissoria, Piazza Armerina, Valguarnera, Villarosa e Provincia Regionale di Enna) e privati. Sempre

su iniziativa di tale società è stato istituito il “Parco Culturale Rocca di Cerere – Geopark”70, che

oggi, insieme ad altri 22 geoparks, ha il diritto di fregiarsi del marchio European Geoparks ed è

parte del Global Geoparks Network dell’Unesco.

Attualmente non sono individuabili beni archeologici tutelati ai sensi del D.Lgs 42/2004 “Codice

dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’Art.10 della Legge 6 luglio 2002, n.137”

all’interno del perimetro del SIC di Monte Chiapparo.

E.2 Individuazione delle aree archeologiche.

Il SIC denominato Monte Chiapparo si inquadra, dal punto di vista territoriale, nell’ambito 11 del

Piano Territoriale Paesistico Regionale definito come Colline dell’ennese.

Figura 21 - Piano Territoriale Paesistico Regionale

A settentrione dell’autostrada Palermo-Catania in un ambito montano scarsamente antropizzato

il perimetro del SIC abbraccia i rilievi di Monte San Salvatore, Monte Chiapparo e Pizzo Pagano.

67 Cfr. Programma Regionale Leader+Sicilia 2000-2006 “Piano di Sviluppo Locale Leader + Rocca di Cerere-Azione 1.2.67 Rete Musei Minori”.

68 cfr. http://www.museienna.it .

69 cfr. http://www.roccadicerere.it/index.htm .

70 cfr. http://www.roccadicerere.it/parco/ .

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153

All’interno di questo perimetro risultano presenti un abbeveratoio (id 171) nei pressi di Casa

Giunta e la masseria Gancio o Ciancio (id 227). Non risultano vincoli L.39/1089.

Nell’immediato contesto territoriale esterno al perimetro SIC troviamo una corona di

insediamenti costituita da masserie quali Giunta, Stanganelli, Zagaci, S. Chiara e Grado con un

altro abbeveratoio prospiciente la strada provinciale n. 21. Questo complesso di strutture risulta

presente nella cartografia dagli anni ‘30-‘40 del secolo scorso.

Questo contesto prevalentemente legato alla storia rurale dei luoghi si arricchisce di un sito di

archeologia industriale per la presenza, all’esterno del perimetro SIC sull’apice del Cozzo

Carruba della Solfara omonima (id 29). Questa solfara è una testimonianza dell’attività estrattiva

anche se versa in stato di degrado.

ISTAT COMUNE PROVINCIA ID TIPOLOGIA DENOMINAZIONE LOCALITÀ

DATA FONTE

CARTOGRAFICA CATEGORIA

PATRIMONIO

CULTURALE

86001 Agira EN 227 masseria Ciancio Catenanuova 1940

Bagli, casali, cortili,

fattorie, masserie

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 233 masseria Giunta Catenanuova 1940

Bagli, casali, cortili,

fattorie, masserie

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 209 masseria Grado Libertinia 1931

Bagli, casali, cortili,

fattorie, masserie

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 172 masseria Zagaci Libertinia 1931

Bagli, casali, cortili,

fattorie, masserie

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 232 masseria S. Chiara Libertinia 1931

Bagli, casali, cortili,

fattorie, masserie

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 174 masseria Stanganelli Catenanuova 1940

Bagli, casali, cortili,

fattorie, masserie

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 171 abbeveratoio Catenanuova 1940

Abbeveratoi,

cisterne, fontane,

etc.

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 196 abbeveratoio Libertinia 1931

Abbeveratoi,

cisterne, fontane,

etc.

Architettura

produttiva

86001 Agira EN 29 Solfara Solfara Carruba

solfara documento

storico (degradato)

Archeologia

industriale

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154

Figura 22 - PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale) -

Beni archeologici (cerchio giallo:insediamenti,frequentazioni)

Figura 23 - PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale) -

Beni sparsi (triangolo verde:case coloniche, magazzini, stalle; quadrato verde:aziende, bagli, casali,

masserie, fattorie;martello e piccone: cave, miniere, solfare)

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155

E.3 Individuazione di beni architettonici e archeologici sottoposti a tutela nonché

di eventuali aree di rispetto.

Figura 24 - PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale) -

Vincoli (giallo:aree di interesse archeologico)

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156

F) Descrizione del Paesaggio

F.1 Caratterizzazione della qualità del paesaggio con riferimento agli aspetti

storico-testimoniali e culturali e alla percezione visiva per gli aspetti naturali

ed antropici

L’ambito territoriale delle colline ennesi in cui è inserito il Sito in esame è per lo più

caratterizzato da un paesaggio ampio ed ondulato tipico delle zone geomorfologicamente

costituite da rilievi argillitici e marnoso - arenacei. La quinta di sfondo che si percepisce

mediante l’analisi visiva della maggior parti dei coni visuali identificabili nell’ambito, infatti, è

l’agroecosistema collinare che caratterizza il territorio. La monocoltura estensiva conferisce

all’agroecosistema un carattere di uniformità interrotta dalla presenza di emergenze

geomorfologiche come creste calcaree e cime emergenti.

Le fitocenosi naturali o naturalizzate sono caratterizzate da areali assai ridotti, specialmente

presenti in prossimità di quote maggiormente elevate come la sommità di rilievi o lungo le

porzioni meno accessibili degli impluvi.

Il disboscamento passato ed il progressivo abbandono dell’agricoltura e della pastorizia oggi sono

la causa di numerosi problemi legati alla stabilità dei versanti ed all’impoverimento dei suoli.

Il livello di biodiversità animale e vegetale è talora più consistente in prossimità delle aree

lacustri dell’ambito, le quali mostrano habitat e specie floristiche e faunistiche anche di un

certo interesse.

Il Monte Chiapparo è un Sito caratterizzato prevalentemente da seminativi e qualche tassello di

prateria relitto. Dal punto di vista geomorfologico è caratterizzato prevalentemente da un

ambiente calanchivo nel settore occidentale con formazioni di Lygeo-Stipetea e dalla presenza di

creste rocciose della Serie Gessoso-Solfifera talora con formazioni di Thero – Brachypodietea

(habitat d’interesse conservazionistico ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” come, in

esempio, Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea - codice

Natura 2000 6220 ).

F.2 Definizione degli elementi del paesaggio antropico e naturale significativi e

loro stato di conservazione

Nella presente sezione si illustrano brevemente gli elementi del paesaggio naturale ed antropico

significativi ed il relativo stato di conservazione.

Elementi naturali

Il livello di naturalità del presente sito è piuttosto ridotto.

Unici residui elementi di naturalità sono i tasselli di prati-pascoli naturali (cui appartengono

habitat d’interesse conservazionistico che ricoprono gran parte del suolo del Sito Percorsi

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157

substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea - codice Natura 2000 6220)

e prati aridi dell'Appennino centrale e meridionale.

Nelle aree incolte è talora possibile individuare habitat caratterizzati dalla presenza di arbusti

mediterranei in evoluzione naturale, i quali potrebbero ricadere tra gli habitat d’interesse

conservazionistico denominati Arbusteti termo mediterranei e pre desertici (codice Natura 2000

– 5330).

Elementi antropici

Mediante l’analisi dell’uso del suolo prevalente si osserva che la maggior parte del territorio in

esame è caratterizzata da seminativi semplici soggetti a coltivazione estensiva di cereali,

leguminose ed orticole in campo.

Da rilevare sono anche tasselli residui di sistemi colturali e particellari complessi, una tessera a

vigneto ed una ad agrumeto.

L’azione antropica in questo sito è anche confermata dalla presenza di un’area estrattiva e di

una piccola superficie classificabile come aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e

privati.

Il territorio, tuttavia, appare fortemente caratterizzato da un elevato livello di antropizzazione,

soprattutto osservando il progressivo abbandono dell’agricoltura e della pastorizia, causa

dell’impoverimento ed inaridimento dei suoli.

F.3 Variazioni del paesaggio

Come opportunamente dettagliato in precedenza, la matrice prevalentemente agricola e

pastorale del Sito presenta evidenti segni di un’evoluzione che sta progredendo in maniera

abbastanza rapida da almeno vent’anni, ossia l’abbandono delle attività agro – pastorali. Il

progressivo abbandono delle attività pastorali ed agricole comporta la riduzione delle superfici a

prato – pascolo cui fanno seguito suoli impoveriti e degradati. Essi, laddove sono presenti tasselli

di vegetazione naturale di tipo mediterraneo, lasciano spazio allo sviluppo di cenosi termo

mediterranee e substeppiche.

Sebbene queste ultime cenosi così come le praterie mediterranee rivestano un ruolo molto

importante dal punto di vista paesaggistico e conservativo, si ritiene in ogni caso rivestano una

certa importanza anche l’agroecosistema collinare e soprattutto le attività silvo – pastorali, per

quanto attiene sia gli aspetti paesaggistici sia gli aspetti storico – testimoniali di attività e civiltà

passate.

F.4 Coerenza con le Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale

Per dotare la Regione Sicilia di uno strumento volto a definire opportune strategie mirate ad una

tutela attiva ed alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dell’isola, l’Assessorato

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158

Regionale Beni Culturali ed Ambientali ha predisposto un Piano di Lavoro approvato con D.A. n.

7276 del 28.12.1992, registrato alla Corte dei Conti il 22.09.1993.

Ai sensi dell’art. 14, lett. n, dello Statuto della Regione Siciliana, e sulla base delle LL.RR. 20/87

e 116/80, la competenza della pianificazione paesistica è attribuita all’Assessorato Regionale

Beni Culturali ed Ambientali.

Il concetto di ambiente viene molto spesso utilizzato con diversi significati, il primo dei quali è

quello accolto dalla normativa che sottopone a conservazione i beni pubblici ambientali e

paesistici, mentre il secondo è presente nelle disposizioni sulla tutela del suolo, dell’aria e

dell’acqua.

Al momento di attivare, per la Sicilia e per le altre Regioni, l’esercizio delle funzioni in ordine

alla tutela paesistica, si sono dati più precisi indirizzi e maggiori contenuti al trasferimento delle

funzioni alle Regioni, mentre si è demandata alla competenza esclusiva della Regione

l’individuazione delle forme e dei metodi dell’azione amministrativa derivante dall’esercizio di

quelle attribuzioni.

La Regione Siciliana si è determinata a questo riguardo con l’art. 3 della L.R. 80/77, stabilendo

che tutte le attribuzioni di competenza della Regione nella materia dei beni culturali ed

ambientali sono svolte dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e della

Pubblica Istruzione71.

Il Piano Territoriale Paesistico investe l’intero territorio regionale con effetti differenziati, in

relazione alle caratteristiche ed allo stato effettivo dei luoghi, alla loro situazione giuridica ed

all’articolazione normativa del piano stesso.

Tramite questo la Regione ha inteso delineare un’azione di sviluppo orientata alla tutela e alla

valorizzazione dei beni culturali e ambientali, definendo traguardi di coerenza e compatibilità

delle politiche regionali di sviluppo, cercando di evitare ricadute in termini di spreco delle

risorse, degrado dell’ambiente, depauperamento del paesaggio regionale.

L’importanza del Piano Territoriale Paesistico Regionale discende direttamente dai valori

paesistici e ambientali da proteggere, che mettono in evidenza la fusione tra patrimonio

naturale e patrimonio culturale oltre all’interazione storica delle azioni antropiche e dei processi

naturali nell’evoluzione continua del paesaggio.

Il Sito Natura 2000 in questione ricade all’interno dell’Ambito Territoriale 11 del PTPR

denominato “Colline dell’ennese”:

71 cfr: Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione,

“Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”, approvato con D.A. n.6080 del 21

Maggio 1999.

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159

Figura 25 - Piano Territoriale Paesistico Regionale

Tale Ambito è caratterizzato dal medio alto bacino del Simeto, le cui valli assieme a quelle del

Troina, del Salso, del Dittaino e del Gornalunga vanno a formare un ventaglio che risulta

delimitato dai Nebrodi meridionali e dagli Erei.

Da sempre area centrale per la comunicazione e produzione agricola testimoniata anche grazie

ai numerosi ritrovamenti di reperti archeologici di insediamenti sicani, greci e romani, nonché

durante l’età medievale grande ruolo strategico e militare ancora oggi evidenziato dalla

particolare distribuzione degli insediamenti.

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale persegue fondamentalmente i seguenti obiettivi, già

menzionati nel paragrafo E del presente Piano di Gestione:

a) la stabilizzazione ecologica del contesto ambientale regionale, la difesa del suolo e della bio-

diversità, con particolare attenzione per le situazioni di rischio e di criticità;

b) la valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio regionale, sia nel suo insieme

unitario che nelle sue diverse specifiche configurazioni;

c) il miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale regionale, sia per le attuali

che per le future generazioni.

Il processo di valorizzazione è la condizione sia per il consolidamento dell’immagine e della

capacità competitiva della regione nel contesto europeo e mediterraneo, ma anche per l’innesco

di processi di sviluppo endogeno dei sistemi locali, che consentano di uscire dalle logiche

assistenzialistiche del passato.

Riferimenti prioritari per tutte le politiche settoriali sono:

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160

a) “la necessità di valorizzare e consolidare l’armatura storica del territorio, ed in primo luogo il

suo articolato sistema di centri storici, come trama di base per gli sviluppi insediativi, supporto

culturale ed ancoraggio spaziale dei processi innovativi, colmando le carenze di servizi e di

qualità urbana, riassorbendo il più possibile gli effetti distorsivi del recente passato e

contrastando i processi d’abbandono delle aree interne;

b) la necessità di valorizzare e consolidare la “rete ecologica” di base, formata essenzialmente

dal sistema idrografico interno, dalla fascia costiera e dalla copertura arborea ed arbustiva,

come rete di connessione tra i parchi, le riserve, le grandi formazioni forestali e le altre aree di

pregio naturalistico e come vera e propria “infrastruttura” di riequilibrio biologico,

salvaguardando, ripristinando e, ove possibile, ricostituendo i corridoi e le fasce di connessione

aggredite dai processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di trasformazione agricola” 72.

Le strategie che possono essere adottate per tutelare e valorizzare l’aspetto paesistico

ambientale della Regione sono:

1) “il consolidamento del patrimonio e delle attività agroforestali, in funzione economica,

socioculturale e paesistica, che comporta, in particolare:

− sostegno e rivalutazione dell’agricoltura tradizionale in tutte le aree idonee,

favorendone innovazioni tecnologiche e culturali tali da non provocare alterazioni

inaccettabili dell’ambiente e del paesaggio;

− gestione controllata delle attività pascolive ovunque esse mantengano validità

economica e possano concorrere alla manutenzione paesistica (comprese,

all’occorrenza, aree boscate);

− gestione controllata dei processi di abbandono agricolo, sopratutto sulle “linee di

frontiera”, da contrastare, ove possibile, con opportune riconversioni colturali (ad

esempio dal seminativo alle colture legnose, in molte aree collinari) o da

assecondare con l’avvio guidato alla rinaturalizzazione;

− gestione oculata delle risorse idriche, evitando prelievi a scopi irrigui che possano

accentuare le carenze idriche in aree naturali o seminaturali critiche;

− politiche urbanistiche tali da ridurre le pressioni urbane e le tensioni speculative sui

suoli agricoli, sopratutto ai bordi delle principali aree urbane, lungo le direttrici di

sviluppo e nella fascia costiera;

2) il consolidamento e la qualificazione del patrimonio d’interesse naturalistico, in

funzione del riequilibrio ecologico e di valorizzazione fruitiva, che comporta in

particolare (oltre alle azioni sulla rete ecologica, già menzionata):

72 cfr: Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione,

“Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”, approvato con D.A. n.6080 del 21

Maggio 1999.

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161

− estensione e interconnessione del sistema regionale dei parchi e delle riserve

naturali, con disciplina opportunamente diversificata in funzione delle specificità

delle risorse e delle condizioni ambientali;

− valorizzazione, con adeguate misure di protezione e, ove possibile, di rafforzamento

delle opportunità di fruizione, di un ampio ventaglio di beni naturalistici attualmente

non soggetti a forme particolari di protezione, quali le singolarità geomorfologiche,

le grotte od i biotopi non compresi nel punto precedente;

− recupero ambientale delle aree degradate da dissesti o attività estrattive o intrusioni

incompatibili, con misure diversificate e ben rapportate alle specificità dei luoghi e

delle risorse (dal ripristino alla stabilizzazione, alla mitigazione, all’occultamento,

all’innovazione trasformativa);

3) la conservazione e la qualificazione del patrimonio d’interesse storico, archeologico,

artistico, culturale o documentario, che comporta:

− interventi mirati su un sistema selezionato di centri storici, capaci di fungere da nodi

di una rete regionale fortemente connessa e ben riconoscibile, e di esercitare

consistenti effetti di irraggiamento sui territori storici circostanti, anche per il

tramite del turismo;

− interventi volti ad innescare processi di valorizzazione diffusa, sopratutto sui

percorsi storici di connessione e sui circuiti culturali facenti capo ai nodi suddetti;

− investimenti plurisettoriali sulle risorse culturali, in particolare quelle archeologiche

meno conosciute o quelle paesistiche latenti;

− promozione di forme appropriate di fruizione turistica e culturale, in stretto

coordinamento con le politiche dei trasporti, dei servizi e della ricettività turistica;

4) la riorganizzazione urbanistica e territoriale in funzione dell’uso e della valorizzazione

del patrimonio paesistico-ambientale, che comporta in particolare:

− politiche di localizzazione dei servizi tali da consolidare la “centralità” dei centri

storici e da ridurne la povertà urbana, evitando, nel contempo, effetti di congestione

e di eccessiva polarizzazione sui centri maggiori, e tali da consolidare e qualificare i

presidi civili e le attrezzature di supporto per la fruizione turistica e culturale dei

beni ambientali, a partire dai siti archeologici;

− politiche dei trasporti tali da assicurare sia un migliore inserimento del sistema

regionale nei circuiti internazionali, sia una maggiore connettività interna

dell’armatura regionale, evitando, nel contempo, la proliferazione di investimenti

per la viabilità interna, di scarsa utilità e alto impatto ambientale;

− politiche insediative volte a contenere la dispersione dei nuovi insediamenti nelle

campagne circostanti i centri maggiori, lungo i principali assi di traffico e nella fascia

costiera, coi conseguenti sprechi di suolo e di risorse ambientali, e a recuperare,

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162

invece, (anche con interventi di ricompattamento e riordino urbano), gli

insediamenti antichi, anche diffusi sul territorio, valorizzandone e, ove il caso,

ricostituendone l’identità” 73.

F.5 Coerenza con gli obiettivi del D.Lgs. 42/04

Secondo il Decreto Legislativo 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’Art.

10 della legge 6 luglio 2002 n. 137” (e s.m.i.), art. 2, comma 3, si considerano “beni

paesaggistici” “… gli immobili e le aree indicati all'articolo 134, costituenti espressione dei valori

storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla

legge o in base alla legge”.

L’art. 134, come modificato dal D.Lgs. 157/2006, art.4, recita: “Sono beni paesaggistici:

a) gli immobili e le aree indicati all’art. 13674, individuati ai sensi degli articoli 138 e 14175;

b) le aree indicate all’art. 14276;

c) gli immobili e le aree comunque sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli

articoli 143 e 15677”.

L’Art. 136, modificato dall’art.6 del D.Lgs. 157/2006, riconosce come immobili ed aree di

notevole interesse pubblico:

a) “le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica;

b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente

codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza;

c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore

estetico e tradizionale, ivi comprese le zone di interesse archeologico;

d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di

belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.

Le aree tutelate secondo l’art. 142 (e s.m.i.) sono:

a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia,

anche per i terreni elevati sul mare;

73 cfr: Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione, “Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale”, approvato con D.A. n.6080 del 21 Maggio 1999.

74 Art.136 “Immobili ed aree di notevole interesse pubblico”, sostituito dall’ art.6 del D.Lgs.157/2006.

75 Art. 138 “Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico” e Art. 141 “Provvedimenti ministeriali” sostituiti secondo quanto indicato dal D.Lgs. 157/2006 Art.8 e Art.11.

76 Art.142 “Aree tutelate per legge”, sostituito dall’ art.12 del D.Lgs.157/2006.

77 Art. 143 “Piano Paesaggistico” e Art. 156 “Verifica e adeguamento dei piani paesaggistici” sostituiti secondo quanto indicato dal D.Lgs. 157/2006 Art.13 e Art.24.

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163

b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di

battigia, anche per i territori elevati sui laghi;

c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni

di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n.

1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;

d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e

1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;

e) i ghiacciai e i circhi glaciali;

f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;

g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli

sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto

legislativo 18 maggio 2001, n. 227;

h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;

i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13

marzo 1976, n. 448;

l) i vulcani;

m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente

codice.

Nell’ Art. 143 (e s.m.i.) viene introdotto il “piano paesaggistico” (che definisce le trasformazioni

compatibili con i valori paesaggistici le azioni di recupero e riqualificazione degli immobili e

delle aree sottoposti a tutela, oltre agli interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in

relazione alle prospettive di sviluppo sostenibile), secondo il quale il territorio deve essere

ripartito in ambiti omogenei a partire da quelli di elevato pregio fino a quelli significativamente

compromessi e degradati. A ciascun ambito vengono impartiti differenti obiettivi di qualità

paesaggistica che prevedono nel particolare78:

− il mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni

sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, delle tecniche e dei

materiali costruttivi;

− l’individuazione di linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di

valore riconosciuti e con il principio del minor consumo del territorio e tali da non diminuire

il pregio paesaggistico di ciascun ambito;

− il recupero e la riqualificazione degli immobili e delle aree compromessi o degradati, per

reintegrare i valori preesistenti nonché la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti

ed integrati.

78 cfr. art. 135 del D.Lgs. 42/2004 così come modificato dall’art. 5 del D.Lgs. 157/2006.

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164

A tal fine, la Regione Siciliana, tramite le Linee Guida al Piano Territoriale Paesistico Regionale

(PTPR)79, ha individuato, attraverso un approfondito esame dei sistemi naturali, 17 aree di

analisi, prendendo principalmente in considerazione gli elementi strutturanti del paesaggio,

identificati, nel PTPR, dai “sottosistemi abiotico e biotico” afferenti al più vasto “sistema

naturale”.

Per ogni ambito così identificato, è stata inserita nel PTPR una scheda dettagliata con elementi

descrittivi sia del sistema naturale (fattori geologici, idrologici, geomorfologici, idrologici,

paleontologici, ma anche fattori relativi alla vegetazione e alle zoocenosi ad essa connesse e a

biotopi di rilevante interesse floristico, vegetazionale e faunistico) che del sistema antropico

(fattori di natura biotica e abiotica che si relazionano nel sostenere la produzione agraria,

zootecnica e forestale e sistemi urbano-territoriali, socioeconomici, istituzionali, culturali, con

le loro relazioni funzionali e gerarchiche e processi sociali di produzione e fruizione del

paesaggio).

79 Cfr. paragrafo F.4 per una descrizione dei contenuti delle Linee Guida del Piano Paesistico Regionale

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165

2. ANALISI E VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE

A.1 Descrizione delle esigenze ecologiche delle specie e delle biocenosi degli

habitat di interesse comunitario presenti all’interno del Sito Natura 2000

A.1.1 Schede descrittive, per ciascuna specie e habitat di interesse comunitario, delle

esigenze ecologiche e dei fattori abiotici e biotici necessari per garantirne uno

stato di conservazione soddisfacente

A.1.1.1 Schede relative agli Habitat di interesse comunitario presenti nell’Ambito

HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO

Praterie e fruticeti alo-nitrofili (Pegano-Salsoletea)

COD. NATURA 2000:

1430

SPECIE VEGETALI CARATTERIZZANTI:

Artemisia arborescens, Capparis sicula, Atriplex halimus, Asparagus albus

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Si tratta di comunità vegetali che prediligono substrati argillosi con affioramenti calcarei caratterizzati da una certa

concentrazione nel suolo di cloruri e nitrati. Queste fitocenosi si localizzano normalmente in stazioni piuttosto acclivi e,

quindi, poco sfruttabili a fini agricoli o li dove la natura chimico-fisica del suoli rende queste superfici poco idonee ad

ospitare coltivazioni di un significativo valore economico.

Questa vegetazione arbustiva è rappresentata da comunità edafofile che sostituiscono la macchia in condizioni di alo-

nitrofilia edafica e che, grazie alla loro capacità di adattarsi bene anche a situazioni di notevole disturbo antropico,

trovano in questi habitat le condizioni ideale di sviluppo.

STATUS:

Vegetazione arbustiva con esigenze alo-nitrofile appartenente alla classe Pegano-Salsoletea ascrivibile, per la sua

composizione floristica, all’Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis. Questa comunità vegetale è piuttosto rara e

localizzata nel sito.

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166

HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO

Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

COD. NATURA 2000:

6220*

SPECIE VEGETALI CARATTERIZZANTI:

Ampelodesmos mauritanicus, Hyparrhenia hirta, Lygeum spartum, Stipa capensis, Carlina corymbosa, Charybdis

maritima, Asphodelus ramosus, Convolvolus alteoides, Foeniculum piperitum, Trachynia distachya, Hainaldia villosa,

Catapodium rigidum, Dactylis hispanica

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Gli ambienti rocciosi di tipo marnoso o marnoso-calcarei sono normalmente interessati da praterie ad Ampelodesmos

mauritanicus che ricoprono i versanti collinari localmente anche piuttosto acclivi. Sui substrati rocciosi più compatti,

come quelli carbonatici, si insediano invece praterie ad Hyparrhenia hirta che mostrano una maggiore xerofilia rispetto

agli ampelodesmeti. Le stazioni argillose e calanchive ospitano invece formazioni prative a Lygeum spartum, specie

stolonifera che riesce a colonizzare bene questi substrati, contenendone in una certa misura i processi erosivi. Queste

formazioni sono abbastanza diffuse nell’area in oggetto, soprattutto nei tratti poco sfruttabili a fini agricoli a causa

della rocciosità del substrato o della bassa fertilità dei suoli. Frammiste a queste praterie perenni, tutte appartenenti

alla classe Lygeo-Stipetea, si rinvengono praticelli effimeri xerici rientranti negli Stipo-Trachynietea distachyae, che si

caratterizzano per la dominanza di terofite a ciclo invernale-primaverile, fra cui in particolare Stipa capensis.

STATUS:

Praterie steppiche erbacee formate da comunità a dominanza di grosse graminacee che, in funzione del tipo di

substrato, sono rappresentate da Ampelodesmos mauritanicus, Hyparrhenia hirta e Lygeum spartum. Si tratta di

formazioni floristicamente molto ricche in specie con marcate esigenze termo-xerofile, le quali si presentano

normalmente molto dense ed intricate. Esse rappresentano degli aspetti di degradazione della vegetazione forestale

che, nell’area in oggetto, è potenzialmente rappresentata dall’Oleo-Quercetum virgilianae, bosco termofilo a querce

caducifoglie.

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167

A.1.1.2 Schede relative a specie vegetali di interesse presenti nell’Ambito

Nell’area del Sito non è stata riscontrata la presenza di specie vegetali di interesse comunitario

riportate in All. II della Direttiva 92/43/CEE. E’ stato comunque ritenuto utile, ai fini del

perseguimento degli obiettivi generali del Piano di Gestione considerare e descrivere le esigenze

ecologiche di determinate altre specie presenti nell’area di interesse comprese tra quelle

riportate in tab.3.3 della proposta di aggiornamento del Formulario Standard.

SPECIE:

Nome scientifico: Matthiola fruticulosa (L.) Mayer ssp. coronopifolia (Sm.) Giardina & Raimondo

Famiglia: Brassicaceae

Nome comune: violacciocca minore

Forma biologica: camefita suffruticosa (Ch suffr)

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Questa specie predilige ambienti rocciosi di varia natura a quote molto variabili. Essa si adatta bene ad ambienti aridi

sopportando anche lunghi periodi di siccità estiva.

STATUS:

Si localizza in stazioni particolarmente xeriche caratterizzate dall’abbondante presenza di Ampelodesmos mauitcanicus.

SPECIE:

Nome scientifico: Eryngium tricuspidatum L. var. bocconii (Lam.) Fiori

Famiglia: Apiaceae

Nome comune: Calcatreppola di Boccone

Forma biologica: emicriptofita scaposa (H scap)

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Questa specie predilige substrati argillosi. Essa si adatta bene ad ambienti particolarmente xerici e dal punto di vista

fitosociologico rientra fra le caratteristiche dell’associazione Seselio-Ampelodesmetum mauritanici.

STATUS:

Si localizza in stazioni particolarmente xeriche caratterizzate dall’abbondante presenza di Ampelodesmos mauitcanicus.

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168

SPECIE:

Nome scientifico: Ophrys obesa

Famiglia: Orchidaceae

Nome comune: Ofride ingrossata

Forma biologica: geofita bulbosa (G bulb)

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Questa specie si localizza sui substrati carbonatici. Si tratta di una orchidea endemica, che si rinviene in stazioni aride

della Sicilia centrale. Dal punto di vista fitosociologico, questa geofita si rinviene comunemente all’interno di formazioni

erbacee perenni ascrivibili alla classe Lygeo-Stipetea.

STATUS:

Si localizza in stazioni particolarmente xeriche caratterizzate dall’abbondante presenza di Ampelodesmos mauitcanicus.

SPECIE:

Nome scientifico: Lygeum spartum L.

Famiglia: Poaceae

Nome comune: sparto steppico

Forma biologica: emicriptofita cespitosa (H caesp)

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Questa specie si localizza sui substrati argillosi soprattutto di tipo calanchivo, dove tende a ricoprire estese superfici. Si

sviluppa abbastanza bene anche su suoli debolmente alomorfi. Dal punto di vista fitosociologico è un elemento

caratterizzante della classe Lygeo-Stipetea.

STATUS:

Questa graminacea di tipo steppico colonizza le aree calanchive presenti in maniera alquanto circoscritta nel SIC

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169

SPECIE:

Nome scientifico: Artemisia arborescens L.

Famiglia: Asteraceae

Nome comune: assenzio arbustivo

Forma biologica: nanofanerofita (NP)

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Questa specie si localizza sui substrati rocciosi soprattutto di tipo marnoso o argilloso, mostrando esigenze

marcatamente nitrofile o subalofile. Dal punto di vista fitosociologico è un specie guida dell’Artemision arborescentis,

alleanza della classe Pegano-Salsoletea..

STATUS:

Specie arbustiva con esigenze alo-nitrofile che caratterizza l’Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis, fitocenosi

presente in maniera piuttosto localizzata e circoscritta nel sito.

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170

A.1.1.3 Schede relative alle specie faunistiche di cui all'Articolo 4 della Direttiva 79/409/CEE

e elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE presenti nell’Ambito

Nome scientifico: Falco biarmicus Temminck, 1825

Nome comune: Lanario

Distribuzione: Mediterraneo-afrotropicale

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Areale di nidificazione: Vive in gran parte dell’Africa, nella penisola arabica, in Asia minore, in Italia e nei

Balcani. Specie tipica delle steppe e dei terreni aperti e asciutti, richiede estese superfici di terreno scoperto, o a

praterie xeriche, per la caccia, con pareti rocciose non distanti per la nidificazione. L'habitat tipico in Italia è

rappresentato da ampie aree aperte destinate a pascolo, steppe cerealicole, incolti con presenza di asperità rocciose,

anche di modeste estensioni. La deposizione avviene tra marzo e aprile, in Sicilia anche a partire dal mese di febbraio. I

nidi sono collocati in pareti rocciose o in vecchi nidi di Corvidi o altri rapaci. Nidifica isolatamente, con spiccata fedeltà

ai siti riproduttivi e non apporta materiale per il nido. La specie è caratterizzata da legami monogamici di lunga durata e

cure biparentali che proseguono fino a 4-6 settimana dopo l'involo dei nidiacei. Fenologia nel sito: Sedentaria

Alimentazione: Si alimenta prevalentemente di Uccelli di medie dimensioni, con ampliamenti della dieta, che viene

integrata da micromammiferi e chirotteri, a seconda della situazione locale.

STATUS:

Trend delle popolazioni europee: Segnali di declino sia nell'areale che nei contingenti nidificanti sono stati registrati

negli ultimi decenni. Attualmente solo una piccola percentuale dell'intera popolazione è nidificante in Europa, in

particolare nell'area mediterranea, con particolare riferimento all'Italia, Croazia, Grecia e Turchia. Segnali di declino

sono stati registrati anche per l'Italia. La Sicilia è la più importante area europea per questa specie.

Problemi di conservazione e tutela: La specie è inserita in:

− allegato II della Convenzione di Berna;

− allegato II della Convenzione di Bonn;

− allegato I della Direttiva CEE 409/79; prioritaria ai fini dei progetti LIFE

− allegato A CITES;

− tutelata ai sensi dell’art. 2 della legge 157/92.

Classificata da BIRDLIFE 2004 come SPEC 3. E’ inclusa nella Nuova Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia, quale

specie EN (in pericolo). Nella lista rossa degli uccelli nidificanti in Sicilia (MASSA et al. 1985, LO VALVO et al. 1993) è

considerata come specie Rara. Il declino delle popolazioni va messo in relazione con la persecuzione diretta e con il

bracconaggio. In Sicilia la specie è fortemente richiesta per collezionismo. Inoltre, sono documentati fenomeni di

disturbo non intenzionale, in seguito alla diffusione dell'escursionismo e delle attività di arrampicata sportiva su roccia,

come causa del fallimento di diversi casi di nidificazione. L'aumento della popolazione di Falco pellegrino ha causato un

aumento della competizione per i siti riproduttivi. Al momento non vi sono indicazioni di contaminazione da pesticidi,

non si esclude possano esserci anche in maniera significativa.

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171

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Foraggiamento

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con vegetazione glareicola

Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum Foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Foraggiamento

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172

A.1.1.4 Schede relative ad altre specie faunistiche, rilevanti a fini di tutela e valorizzazione

ambientale del Sito

Nome scientifico: Merops apiaster Linnaeus, 1758

Nome comune: Gruccione

Distribuzione: Euroturanico-mediterranea

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Areale di nidificazione: Europa centrale e meridionale, Nord Africa. Gregario. Nidifica in colonie di grandezza

variabile, da poche a molte decine di coppie. Non costruisce un vero e proprio nido, bensì scava una galleria in pareti di

arenaria. Le pareti che occupa possano essere di origine artificiale, derivate cioè da attività di sbancamento o di

estrazioni legate attività di cave. Fenologia nel sito: Migratore e nidificante.

Alimentazione: Insetti, prevalentemente Imenotteri, ma anche Ortotteri, Odonati o Lepidotteri.

STATUS:

Trend delle popolazioni europee: La popolazione europea si stima ospiti da un minimo di 480.000 a un massimo di

1.000.000 coppie, quella italiana può essere stimata in 5.000-10.000 coppie nidificanti. In Sicilia, dopo un rapido

incremento, appare stabile in questi ultimi anni.

Problemi di conservazione e tutela:

− allegato II della Convenzione di Berna;

− allegato II della Convenzione di Bonn;

− tutelata dalla legge 157/92.

Classificata da BIRDLIFE 2004 come SPEC3.

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

22.1 5122 Acque ferme (laghi epiccoli invasi senza o povere di vegetazione)

Foraggiamento

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Foraggiamento

86.41 131 Cave Nidificazione, foraggiamento

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con vegetazione glareicola

Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum Foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Foraggiamento

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173

Nome scientifico: Saxicola torquata Linnaeus, 1758

Nome comune: Saltimpalo

Distribuzione: Paleartico-paleotropicale

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Ambienti aperti steppici e substeppici sia naturali che artificiali. Il nido è solitamente posto su macchie di

vegetazione più elevata, su arbusti o, più spesso, direttamente sul suolo. Nel territorio di nidificazione è necessaria la

presenza di posatoi anche non elevati, ma che godano di una discreta visuale per permettere il canto e l'alimentazione:

vengono utilizzati in genere arbusti, alberi isolati, fili del telefono, filari di vite ecc. Fenologia in Sicilia: Sedentario,

migratore e svernante. Probabile nidificazione nell’area direttamente interessata dal progetto. Fenologia nel sito:

sedentario. Migrazione: Movimenti migratori pre-riproduttivi, poco evidenti, tra febbraio e maggio. Movimenti post-

riproduttivi tra settembre e novembre. Migra, a volo battuto, di notte.

Alimentazione: Si nutre prevalentemente di invertebrati, catturati sul terreno o in volo. Preda insetti (Odonati, larve ed

adulti di Lepidotteri, Coleotteri e Ditteri), lombrichi, Gasteropodi terrestri, piccole lucertole e piccoli pesci catturati

sulla superficie dell'acqua; anche semi e bacche.

STATUS:

Trend delle popolazioni europee: In Europa si ritiene siano presenti da 2.000.000 a 4.600.000 coppie, di cui 200.000-

300.000 coppie in Italia, dove sono probabilmente in moderato aumento.

Problemi di conservazione e tutela: La specie è inserita in:

− allegato II della Convenzione di Berna;

− tutelata dalla legge 157/92.

La specie è sensibile alle variazioni climatiche che ne determinano notevoli fluttuazioni periodiche. Alcuni fattori quali

l'abbandono della pastorizia brada ed il conseguente incremento della vegetazione arborea in aree di brughiera e di

macchia, la progressiva messa a coltura di aree marginali in precedenza non sfruttate, il rimboschimento di aree incolte,

la distruzione della vegetazione lungo massicciate ferroviarie e strade e gli incendi incontrollati possono avere effetti

negativi su questa specie.

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea)

Riproduzione, foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Riproduzione, foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Riproduzione, foraggiamento

83.11 223 Oliveti Riproduzione, foraggiamento

83.21 221 Vigneti Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Riproduzione, foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum

Riproduzione, foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Riproduzione, foraggiamento

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174

Nome scientifico: Hystrix cristata Linnaeus, 1758

Nome comune: Istrice

Distribuzione: Afrotropicale-mediterranea

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Distribuzione: Si trova in Italia, Nord Africa e Africa Sub-Sahariana In Europa, è confinato principalmente in

Italia e Sicilia dove è diffuso fino a 1500 m s.l.m. Reperti fossili e sub-fossili indicano la sua presenza in Europa già nel

Pleistocene Superiore (Amori and Angelici 1999). Di abitudini notturne, solitario e timido, durante il giorno si rifugia in

cavità naturali. Ha olfatto acuto ed è un ottimo scavatore. La stagione degli accoppiamenti si svolge in aprile e la

femmina partorisce i piccoli in un nido preparato nella tana. In Sicilia la specie è legata ad ambienti a macchia

mediterranea e gariga, inframmezzati da ambienti rocciosi e pietraie, dove siano presenti anche agroecosistemi, coltivi

abbandonati e prati-pascoli. Frequenta anche le aree boscate, soprattutto le quercete termofile. Abitudini

prevalentemente crepuscolari e notturne. Predilige zone bioclimatiche mediterranee o sub-mediterranee nell’area delle

latifoglie eliofile e delle formazioni miste di leccio e roverella al di sotto dei 1000 m di quota; la presenza di vegetazione

legnosa spontanea sembra essere un fattore indispensabile alla presenza della specie.

Note tassonomiche: E’ possibile che le popolazioni siciliane appartengano ad una sottospecie differente da quella

nominale.

Alimentazione:Si nutre di sostanze vegetali come tuberi, pannocchie di granturco, frutta, radici, e sembra prediligere

sostanze legnose come cortecce e tronchi d’albero.

STATUS:

Trend delle popolazioni in europa: Ha ampliato il suo areale negli ultimi decenni. In altre porzioni della sua zona di

distribuzione (Egitto, Uganda) è invece probabilmente estinto (European Mammal Assessment in IUCN, 2007).

Problemi di conservazione e tutela: Specie inserita in:

− appendice II della Convenzione di Berna;

− allegato IV della Direttiva CEE 43/92;

− tutelata ai sensi della legge 157/92.

Ben diffuso e numeroso in Sicilia, malgrado sia una specie protetta, viene cacciata con l'ausilio di cani addestrati e di

trappole. La specie è probabilmente in aumento, probabilmente a causa dello spopolamento delle aree collinari e della

diminuzione del bracconaggio. Le principali cause di mortalità sono il traffico stradale e il bracconaggio.

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175

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei Foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Foraggiamento

83.11 223 Oliveti Riproduzione, foraggiamento

83.21 221 Vigneti Foraggiamento

86.2 112 Piccoli centri abitati Foraggiamento

86.41 131 Cave Riproduzione, foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum Foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Foraggiamento

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176

Nome scientifico: Lepus corsicanus De Winton, 1898

Nome comune: Lepre italica

Distribuzione: Italica

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Distribuzione: Presente nell’Italia centro-meridionale. Introdotta in Corsica. Le informazioni sugli aspetti della

biologia della specie sono scarse e frammentarie, attualmente in fase di studio. In Sicilia la distribuzione ecologica

conferma l’adattamento prevalente della specie a un clima di tipo mediterraneo, benchè essa sia stata rilevata fino a

quote di circa 2400m s.l.m. Occupa una grande varietà di ambienti prediligendo i prati-pascoli collinari e montani, le

radure ai margini di boschi di latifoglie e gli incolti cespugliati. Tra le aree coltivate sono utilizzate soprattutto quelle

cerealicole ma frequenta anche vigneti, uliveti, mandorleti ed occasionalmente agrumeti.

Note tassonomiche: Le popolazioni dell’Italia centrale (Toscana e Lazio) sono geneticamente diverse da quelle presenti

nelle regioni meridionali della penisola (Puglia, Campania, Basilicata e Calabria) che a loro volta differiscono da quelle

siciliane. Sotto il profilo filogenetico Lepus corsicanus e Lepus europaeus sono risultate appartenere a due distinti gruppi

di specie euroasiatiche ed africane, le cui forme ancestrali si sarebbero separate 3 milioni di anni fa (AA.VV. in Trocchi e

Riga, 2001).

Alimentazione: Sebbene manchino studi sistematici, osservazioni notturne di esemplari al pascolo indicano un

comportamento alimentare simile a quello della lepre europea (Lepus europaeus) (frequentazione di pascoli, prati-

pascoli e cerali autunno-vernini fino alla fase di levata).

STATUS:

Trend delle popolazioni europee: In questo secolo l’areale della specie ha subito una sostanziale contrazione

accompagnata da una sensibile riduzione di densità delle popolazioni. Le cause di questo fenomeno non sono

sufficientemente note benchè si possano fare risalire prevalentemente a modificazioni ambientali, al randagismo canino

e a sistemi di gestione faunistico-venatoria spesso errati. La European Mammals Commition (IUCN, 2007 European

Mammal Assessment) la classifica come specie Vulnerabile (VU) a livello globale.

Problemi di conservazione e tutela: La specie non è ancora inserita nelle direttive internazionali per la tutela della

fauna o dei loro habitat essendo stata considerata come specie distinta da Lepus europaeus solo di recente. Le

popolazioni dell’Italia centro-meridionale sono frammentate, piccole e isolate (Trocchi e Riga, 2005). In Sicilia vive la

maggior parte dell’intera popolazione di questa specie. Attualmente risulta ben distribuita con popolazioni anche

numerose (ad esempio aree protette) tali da far considerare questo Lagomorfo nella Lista rossa regionale come Least

Concern (LC) (Trocchi com. pers.).

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177

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei Foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Riproduzione, foraggiamento

83.11 223 Oliveti Foraggiamento

83.15 2225 Frutteti Foraggiamento

83.16 2226 Agrumeti Foraggiamento

83.21 221 Vigneti Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum Foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Riproduzione, foraggiamento

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178

Nome scientifico: Chalcides ocellatus (Forskål, 1775)

Nome comune: Gongilo

Distribuzione: mediterraneo-sindica

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Specie prevalentemente diurna, ma può essere attiva, soprattutto durante la stagione calda, anche durante le

ore crepuscolari e notturne. Il Gongilo è attivo da aprile a ottobre e l’attività riproduttiva si concentra in primavera-

estate, soprattutto nel mese di maggio. Il Gongilo predilige gli ambienti rocciosi caldi ed aridi con vegetazione xerofila

erbacea e/o arbustiva. La tipologia degli habitat frequentati da questa specie in Sicilia è alquanto varia: risulta piuttosto

frequente in ambienti costieri, su diverse tipologie di substrato. Si osserva con una certa frequenza anche nelle aree

coltivate (ad es. agrumeti e uliveti), dove utilizza come rifugio i muri a secco che delimitano i poderi, e nei parchi e nei

giardini urbani e suburbani. Lo spettro altitudinale va dal livello del mare fino agli ambienti montani, con un massimo

altitudinale a 1370 m s.l.m. sull’Etna (TURRISI & VACCARO, 2004a, 2006).

Alimentazione: Comprende invertebrati terragnoli, prevalentemente Artropodi e Gasteropodi.

STATUS:

Problemi di conservazione e tutela: Inserita nella Convenzione di Berna (appendice II) e nella Direttiva 93/42 (appendice

IV). Lo stato di conservazione delle popolazioni a livello regionale può essere considerato buono, sebbene la specie sia in

lieve declino da circa un ventennio. I principali fattori di rischio risultano le pratiche agricole (in particolare quelle

meccaniche), che a causa del comportamento fossorio caratteristico della specie possono determinarne localmente

un’elevata mortalità; tuttavia, il loro effettivo impatto sulle popolazioni siciliane e circumsiciliane non sia mai stato

valutato.

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

22.1 5122 Acque ferme (laghi epiccoli invasi senza o povere di vegetazione)

Foraggiamento

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Riproduzione, foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Riproduzione, foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Foraggiamento

83.11 223 Oliveti Riproduzione, foraggiamento

83.15 2225 Frutteti Riproduzione, foraggiamento

83.16 2226 Agrumeti Riproduzione, foraggiamento

83.21 221 Vigneti Riproduzione, foraggiamento

86.2 112 Piccoli centri abitati Riproduzione, foraggiamento

86.3 121 Aree industriali Foraggiamento

86.41 131 Cave Riproduzione, foraggiamento

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con vegetazione glareicola

Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Riproduzione, foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum

Foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Riproduzione, foraggiamento

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179

Nome scientifico: Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789)

Nome comune: Biacco maggiore

Distribuzione: Sudeuropea occidentale

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Specie diurna, si termoregola su un’ampia gamma di substrati, anche su alberi, dove si reca per la ricerca di

prede. Il numero di uova varia da 3 a 8-9 uova per femmina, deposte una sola volta l’anno. Abita un’ampia gamma di

ambienti, anche fortemente antropizzati (es. centri urbani). Il Biacco maggiore è, insieme con la Lucertola campestre, il

Rettile più ampiamente diffuso in Sicilia, anche in senso altitudinale, con un massimo a 1840 m s.l.m., sull’Etna (cfr.

anche TURRISI & VACCARO, 1998).

Alimentazione: Prevalentemente saurofago da neonato e giovane, integra spesso la propria dieta con Artropodi del

terreno; crescendo si assiste a una forte variazione nello spettro trofico, che include Anfibi, grossi Rettili, Uccelli, e

Mammiferi.

STATUS:

Problemi di conservazione e tutela: Inserita nella Convenzione di Berna (appendice II) e nella Direttiva 93/42 (appendice

IV). Data la notevole diffusione della specie in tutta la Sicilia e l’abbondanza delle sue popolazioni, si ritiene che non vi

siano particolari minacce a breve e medio termine. Naturalmente è da condannare l’atteggiamento persecutorio attuato

da quasi tutti gli abitanti dell’Isola nei confronti di questa e di tutte le altre specie di Serpenti, che porta all’uccisione

sistematica di moltissimi esemplari. Sulle piccole isole circumsiciliane la situazione appare diversa ed i fattori di rischio

appaiono di entità sensibilmente più elevata, con conseguente maggiore vulnerabilità della specie.

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

22.1 5122 Acque ferme (laghi epiccoli invasi senza o povere di vegetazione)

Foraggiamento

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Riproduzione, foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Riproduzione, foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Riproduzione, foraggiamento

83.11 223 Oliveti Riproduzione, foraggiamento

83.15 2225 Frutteti Riproduzione, foraggiamento

83.16 2226 Agrumeti Riproduzione, foraggiamento

83.21 221 Vigneti Riproduzione, foraggiamento

86.2 112 Piccoli centri abitati Riproduzione, foraggiamento

86.3 121 Aree industriali Riproduzione, foraggiamento

86.41 131 Cave Riproduzione, foraggiamento

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con vegetazione glareicola

Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Riproduzione, foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum Riproduzione, foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Riproduzione, foraggiamento

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180

Nome scientifico: Podarcis sicula (Rafinesque, 1810)

Nome comune: Lucertola campestre

Distribuzione: Circumtirrenico-appenninico-dinarica (introdotta in molte altre località del sud Europa, del Nord-Africa,

dell’Asia sud-occidentale e addirittura degli Stati Uniti d’America)

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: E’ caratterizzata da una notevole “plasticità” ecologica, che ne ha permesso la notevole diffusione nell’Isola,

dove raggiunge un massimo altitudinale a quota 2150 m s.l.m., sull’Etna (TURRISI & VACCARO, 2001, 2004a). Il periodo

d’attività varia a seconda del territorio considerato; nelle località collinari e montane si svolge da marzo-aprile fino a

ottobre-novembre, mentre in quelle costiere non si verifica una vera e propria latenza invernale. Il numero di uova

deposto per ciascun ciclo varia da due a cinque. Specie euritopica, occupa una grande varietà di ambienti anche

fortemente antropizzati (centri abitati).

Alimentazione: La dieta della specie in Sicilia risulta estremamente “generalista”, basata su uno spettro alimentare

ampio; SORCI (1990) riporta tra le prede più frequenti Coleotteri, Ditteri, Imenotteri Formicidi, Eterotteri e Molluschi

Gasteropodi, ed un certo consumo di sostanze vegetali.

STATUS:

Problemi di conservazione e tutela: Inclusa nella Direttiva 43/92 (allegato IV) e nella Convenzione di Berna (allegato II).

Si ritiene che la specie non presenti particolari problemi di conservazione nel territorio regionale (cfr. LO VALVO, 1998).

L’incremento della pressione antropica potrebbe comunque costituire un fattore di rischio in alcuni specifici contesti

territoriali, soprattutto se legato all’espansione delle attività agricole a carattere intensivo e/o alla trasformazione e la

distruzione degli habitat.

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

22.1 5122 Acque ferme (laghi epiccoli invasi senza o povere di vegetazione)

Riproduzione, foraggiamento

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Riproduzione, foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Riproduzione, foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Riproduzione, foraggiamento

83.11 223 Oliveti Riproduzione, foraggiamento

83.15 2225 Frutteti Riproduzione, foraggiamento

83.16 2226 Agrumeti Riproduzione, foraggiamento

83.21 221 Vigneti Riproduzione, foraggiamento

86.2 112 Piccoli centri abitati Riproduzione, foraggiamento

86.3 121 Aree industriali Riproduzione, foraggiamento

86.41 131 Cave Riproduzione, foraggiamento

86.43 122 Principali arterie stradali Foraggiamento

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con vegetazione glareicola

Riproduzione, foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Riproduzione, foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum

Riproduzione, foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Riproduzione, foraggiamento

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181

Nome scientifico: Podarcis wagleriana Gistel, 1868

Nome comune: Lucertola di Wagler

Distribuzione: Endemita siciliano

ESIGENZE ECOLOGICHE:

Biologia: Specie tipicamente diurna, con comportamento spiccatamente territoriale. Il periodo riproduttivo si estende da

aprile a maggio-giugno; le femmine depongono una-due volte l’anno 2-6 uova in piccole buche alla base di cespugli o

negli apparati radicali di piante erbacee. La Lucertola di Wagler occupa un’ampia gamma di habitat, spesso in sintopia

con la Lucertola campestre, ma si osserva più frequentemente in ambienti planiziali e collinari con prati aridi, pascoli,

garighe, aree marginali boschive, formazioni a macchia, giardini e parchi urbani, coltivi e aree antropizzate. Presente

fino a 1600 m s.l.m. (Nebrodi), ma più frequente lungo le coste (TURRISI & VACCARO, 1998).

Alimentazione: La dieta si basa generalmente su invertebrati (Araneidi, Coleotteri, Imenotteri Formicidi, larve di

Artropodi) e il comportamento alimentare è moderatamente generalista (SORCI, 1990); il generalismo trofico diviene più

accentuato in ambienti microinsulari, dove la dieta include un’elevata percentuale di sostanze vegetali (LO CASCIO &

PASTA, 2006).

STATUS:

Problemi di conservazione e tutela: Inclusa nella Direttiva 43/92 (allegato IV), nella Convenzione di Berna (allegato II) e

figura nella “lista rossa” dei Vertebrati d’Italia (CAPULA, 1998); tuttavia, non è stata inclusa nella “lista rossa” regionale

redatta da LO VALVO (1998). Lo status di questo endemita può essere considerato buono per l’Isola maggiore, dove la

specie sembra relativamente diffusa e abbondante. Nell’Isola di Marettimo è stata osservata una rarefazione della

popolazione, probabilmente legata a fenomeni di competizione ecologica con Podarcis sicula, e risultano documentati

casi di ibridazione e introgressione tra le due specie.

Habitat nel sito:

CB_CODICE HAB_CODICE (*prioritario)

CLC LEGENDA USO

22.1 5122 Acque ferme (laghi epiccoli invasi senza o povere di vegetazione)

Foraggiamento

34.5 6220* 3211 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) Riproduzione, foraggiamento

34.36 Pascoli Termo-xerofili mediterranei e sub mediterranei

Riproduzione, foraggiamento

82.3 21121 Seminativi e colture erbacee estensive Riproduzione, foraggiamento

83.11 223 Oliveti Riproduzione, foraggiamento

83.21 221 Vigneti Riproduzione foraggiamento

86.2 112 Piccoli centri abitati Riproduzione, foraggiamento

86.3 121 Aree industriali Riproduzione, foraggiamento

24.225 3250 5112 Greti di torrenti senza vegetazione o con vegetazione glareicola

Foraggiamento

34.633 6220* 3211 Praterie di Ampelodesmos mauritanica Riproduzione, foraggiamento

34.5137 6220* 3211 Formazioni annuali dei calanchi con Lygeum spartum

Riproduzione, foraggiamento

82.3A 242 Sistemi agricoli complessi Riproduzione, foraggiamento

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182

B.1 Individuazione e descrizione degli indicatori suddivisi per specie e habitat,

finalizzati alla valutazione dello stato di conservazione

Sono individuati e descritti di seguito gli indicatori utilizzabili ai fini di valutazione dello stato di

qualità ambientale e di conservazione delle valenze di interesse comunitario dedell’Ambito.

SPECIE/HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO

INDICATORI DESCRIZIONE INDICATORI

− ricchezza floristica delle comunità

numero di specie legate a questa tipologia vegetazionale ed effettivamente rilevate nella comunità vegetale

− grado di copertura complessiva delle superfici

superficie (reale/potenziale) occupata dall’habitat (ha) e grado di copertura della vegetazione (%)

1430

− presenza di specie esotiche numero totale di specie esotiche presenti habitat

N.B.: tutti gli indicatori sono quantificabili attraverso l’uso di rilievi fitosociologici effettuati secondo il metodo sigmatista di Braun-Blanquet

− ricchezza floristica delle comunità

numero di specie legate a questa tipologia vegetazionale ed effettivamente rilevate nella comunità vegetale

− grado di copertura complessiva delle superfici

superficie (reale/potenziale) occupata dall’habitat (ha) e grado di copertura della vegetazione (%)

− presenza e valore di copertura di specie nitrofile

rapporto tra il numero di specie nitrofile e il numero totale di specie presenti nell’habitat e loro valore di copertura (%)

6220*

− sviluppo vegetativo delle specie guida

stima del livello di sviluppo vegetativo raggiunto dalle specie fisionomicamente caratterizzanti le diverse comunità vegetali che interessano l’habitat

N.B.: tutti gli indicatori sono quantificabili attraverso l’uso di rilievi fitosociologici effettuati secondo il metodo sigmatista di Braun-Blanquet

− consistenza della popolazione − censimento del numero di coppie nidificanti

Falco biarmicus

− superficie occupata da habitat idonei per la caccia e la riproduzione (Prati, pascoli, seminativi, aree rocciose)

− superficie degli habitat ricavata mediante fortointerpretazione e verifiche sul campo

− numero di individui − censimento notturno mediante fari luminosi manovrabili

Lepus corsicanus

− superficie occupata da habitat idonei (Prati, pascoli, seminativi, sistemi agricoli complessi, uliveti)

− superficie degli habitat ricavata mediante fortointerpretazione e verifiche sul campo

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183

C.1 Valutazione dell’influenza da parte di fattori biotici e socio-economici sugli

indicatori individuati

All’interno del paragrafo successivo, le tipologie di fattori di pressione, criticità e minacce

riscontrati nel sito sono stati ricondotti, come richiesto, alle categorie di fenomeni e attività

generali capaci di influenzare, positivamente o negativamente, lo stato conservazione e la

gestione dei siti Natura 2000, elencati con il relativo codice all’interno dell’Allegato E delle Note

esplicative per la raccolta dei dati del Formulario Standard Natura 2000.

C.1.1 Analisi delle pressioni antropiche e naturali che incidono positivamente o

negativamente sul Sito Natura 2000, suddivisi per specie e habitat della

Dir.92/43/CEE

Di seguito sono individuate e valutate in termini potenziale entità di impatto, per ciascuna

specie e habitat della Direttiva 92/43/CEE, le pressioni, di origine naturale o derivanti da

interventi e azioni prodotte dalla popolazione, che agiscono sulle componenti ambientali del

Sito, in grado di determinare un condizionamento più o meno rilevante sugli equilibri evolutivi

dell’area ed in particolare di quelli connessi alle esigenze di tutela delle valenze di interesse

comunitario di quest’ultima.

La scala di giudizio sintetica adottata all’interno delle tabelle successive è la seguente: P=

positivo; N=nullo; B=basso; M=medio; A= alto; MA=molto alto

Tabella 1 – fattori di criticità sugli habitat di interesse comunitario

Habitat

Codice Fattori di pressione/criticità, minacce 1430 6220

100 Attività agricole B M

140 Pascolo A A

180 Incendio A A

402 urbanizzazione discontinua M M

690 altri divertimenti e attività turistiche non elencate M M

740 vandalismo M M

965 Predazione M M

1001 Scarsa consapevolezza della popolazione

di valori/esigenze ecologiche

M M

1002 Carenza di conoscenza specifica di dettaglio relativa alle componenti

ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

M M

1003 Carenza di conoscenza specifica multitemporale relativa alle componenti

ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

M M

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184

Habitat

Codice Fattori di pressione/criticità, minacce 1430 6220

1004 Inadeguata qualità ambientale e paesaggistica complessiva

del territorio per una fruizione qualificata dell'area

M M

1006 Scarsa consapevolezza della popolazione delle opportunità di sviluppo

socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

M M

1007 Insufficiente perseguimento delle opportunità di sviluppo

socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

M M

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185

Tabella 2 – fattori di criticità sulle specie vegetali di interesse presenti nell’Ambito 1

Specie floristiche

Codice Fattori di

pressione/criticità,

minacce

Eryngium

bocconei

Matthiola

coronopifolia

Lygeum

spartum

Artermisa

arborescens

Ophrys

obaesa

100 Attività agricole M M M B M

140 Pascolo A A A A A

180 Incendio A A A A N

402 urbanizzazione

discontinua

M M M B M

690 altri divertimenti e

attività turistiche non

elencate

M M M B M

740 vandalismo M M M N N

965 Predazione M M M N N

1001 Scarsa consapevolezza

della popolazione

di valori/esigenze

ecologiche

M M M M M

1002 Carenza di conoscenza

specifica di dettaglio

relativa alle

componenti

ambientali e alle

relative esigenze

ecologiche e gestionali

M M M M M

1003 Carenza di conoscenza

specifica

multitemporale

relativa alle

componenti

ambientali e alle

relative esigenze

ecologiche e gestionali

M M M M M

1004 Inadeguata qualità

ambientale e

paesaggistica

complessiva

del territorio per una

fruizione qualificata

dell'area

M M M M M

1 come indicato al precedente paragrafo A.1.12 nell’area del Sito non è stata riscontrata la presenza di specie vegetali di interesse comunitario riportate in All. II della Direttiva 92/43/CEE. E’ stato comunque ritenuto utile, ai fini del perseguimento degli obiettivi generali del Piano di Gestione considerare anche altre specie presenti nell’area di interesse, comprese tra quelle riportate in tab.3.3 della proposta di aggiornamento del Formulario Standard.

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186

Specie floristiche

Codice Fattori di

pressione/criticità,

minacce

Eryngium

bocconei

Matthiola

coronopifolia

Lygeum

spartum

Artermisa

arborescens

Ophrys

obaesa

1006 Scarsa consapevolezza

della popolazione delle

opportunità di sviluppo

socioeconomico legate

alla Rete Natura 2000

M M M M M

1007 Insufficiente

perseguimento delle

opportunità di sviluppo

socioeconomico legate

alla Rete Natura 2000

M M M M M

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187

Tabella 3 – fattori di criticità sulle specie di cui all'Articolo 4 della Direttiva 79/409/CEE ed elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE presenti

nell’Ambito

Codice Attività Falco biarmicus

100 Attività agricole A

140 Pascolo N

162 Piantagione artificiale M

180 Incendi A

301 Cave A

402 urbanizzazione discontinua M

501 Sentieri, piste ciclabili A

690 altri divertimenti e attività turistiche non elencate M

740 vandalismo M

965 Predazione M

1001 Scarsa consapevolezza della popolazione

di valori/esigenze ecologiche

M

1002 Carenza di conoscenza specifica di dettaglio relativa alle componenti

ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

M

1003 Carenza di conoscenza specifica multitemporale relativa alle componenti

ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

M

1004 Inadeguata qualità ambientale e paesaggistica complessiva

del territorio per una fruizione qualificata dell'area

M

1006 Scarsa consapevolezza della popolazione delle opportunità di sviluppo

socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

M

1007 Insufficiente perseguimento delle opportunità di sviluppo

socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

M

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188

Tabella 4 – fattori di criticità su altre specie faunistiche di interesse conservazionistico

Codice Attività Merops

apiaster

Saxicola

torquata

Hystrix

cristata

Lepus

corsicanus

Chalcides

ocellatus

Hierophis

viridiflavus

Podarcis

sicula

Podarcis

wagleriana

100 Attività agricole A A A A M M M M

140 Pascolo A N A A N M N M

162 Piantagione

artificiale

N N M A N N N N

180 Incendi A A A A A A A A

301 Cave N N A A N N N N

402 urbanizzazione

discontinua

501 Sentieri, piste

ciclabili

N N M M M M N M

690 altri divertimenti e

attività turistiche

non elencate

M M M M M M M M

740 vandalismo M M M M M M M M

965 Predazione M M M M M M M M

1001 Scarsa

consapevolezza

della popolazione

di valori/esigenze

ecologiche

M M M M M M M M

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189

Codice Attività Merops

apiaster

Saxicola

torquata

Hystrix

cristata

Lepus

corsicanus

Chalcides

ocellatus

Hierophis

viridiflavus

Podarcis

sicula

Podarcis

wagleriana

1002 Carenza di

conoscenza

specifica di

dettaglio relativa

alle componenti

ambientali e alle

relative esigenze

ecologiche e

gestionali

M M M M M M M M

1003 Carenza di

conoscenza

specifica

multitemporale

relativa alle

componenti

ambientali e alle

relative esigenze

ecologiche e

gestionali

M M M M M M M M

1004 Inadeguata qualità

ambientale e

paesaggistica

complessiva del

territorio per una

fruizione

qualificata

dell'area

M M M M M M M M

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190

Codice Attività Merops

apiaster

Saxicola

torquata

Hystrix

cristata

Lepus

corsicanus

Chalcides

ocellatus

Hierophis

viridiflavus

Podarcis

sicula

Podarcis

wagleriana

1006 Scarsa

consapevolezza

della popolazione

delle opportunità

di sviluppo

socioeconomico

legate alla Rete

Natura 2000

M M M M M M M M

1007 Insufficiente

perseguimento

delle opportunità

di sviluppo

socioeconomico

legate alla Rete

Natura 2000

M M M M M M M M

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191

Tabella 5 – Quadro di sintesi delle criticità e minacce interne/esterne

ai Siti Natura 2000 e impatti conseguenti

MINACCIA DESCRIZIONE HABITAT_SPECIE IMPATTO_STIMATO CONSEGUENZE_MINACCIA

100 Attività

agricole

Lepus corsicanus

Falco biarmicus

Merops apiaster

Saxicola torquata

alto degrado/scomparsa di habitat

perdita di biodiversità floro-faunistica

100 Attività

agricole

6220

Eryngium bocconei

Matthiola

coronopifolia

Lygeum spartum

Ophrys obaesa

Podarcis

wagleriana

Podarcis sicula

Hierophis

viridiflavus

Chalcides

ocellatus

medio degrado/scomparsa di habitat

perdita di biodiversità floro-faunistica

100 Attività

agricole

1430

Artermisa

arborescens

basso degrado/scomparsa di habitat

perdita di biodiversità floro-faunistica

140 pascolo 1430

6220

Artermisa

arborescens

Ophrys obaesa

Lepus corsicanus

Hystrix cristata

Merops apiaster

Eryngium bocconei

Matthiola

coronopifolia

Lygeum spartum

alto degrado di habitat

perdita di biodiversità floro-faunistica

erosione del suolo

140 pascolo Hierophis

viridiflavus;

Podarcis

wagleriana;

medio degrado di habitat

perdita di biodiversità floro-faunistica

erosione del suolo

162 piantagione

artificiale

Lepus corsicanus alto modificazione delle risorse trofiche

162 piantagione

artificiale

Hystrix cristata

Falco biarmicus

medio modificazione delle risorse trofiche

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192

MINACCIA DESCRIZIONE HABITAT_SPECIE IMPATTO_STIMATO CONSEGUENZE_MINACCIA

180 incendi 1430

6220

Lygeum spartum

Artermisa

arborescens

Podarcis

wagleriana

Matthiola

coronopifolia

Hystrix cristata

Podarcis sicula

Hierophis

viridiflavus

Chalcides

ocellatus

Lepus corsicanus

Falco biarmicus

Merops apiaster

Saxicola torquata

Eryngium bocconei

alto degrado di habitat

perdita di biodiversità floro-faunistica

riduzione di risorse trofiche per animali

erbivori

erosione del suolo

301 cave Falco biarmicus

Hystrix cristata

Lepus corsicanus

alto degrado e perdita di habitat

perdita di biodiversità

402 urbanizzazione

discontinua

Tutti gli habitat e

tutte le specie

medio degrado/scomparsa di habitat

perdita di biodiversità

501 sentieri, piste

e piste ciclabili

Falco biarmicus alto azioni di disturbo che possono condizionare le

attività di alimentazione, di riposo e di

riproduzione degli animali

sottrazione di habitat

501 sentieri, piste

e piste ciclabili

Podarcis

wagleriana

Hierophis

viridiflavus

Chalcides

ocellatus

Lepus corsicanus

Hystrix cristata

medio azioni di disturbo che possono condizionare le

attività di alimentazione, di riposo e di

riproduzione degli animali

sottrazione di habitat

690 altri

divertimenti e

attività

turistiche non

elencate

Tutti gli habitat e

tutte le specie

medio degrado di habitat azioni di disturbo

che condizionano le attività di alimentazione,

di riposo e di riproduzione degli animali

740 Vandalismo Tutti gli habitat e

tutte le specie

medio degrado/scomparsa di habitat

perdita di biodiversità

azioni di disturbo che condizionano le attività

di alimentazione degli animali, di riposo e

anche di nidificazione

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193

MINACCIA DESCRIZIONE HABITAT_SPECIE IMPATTO_STIMATO CONSEGUENZE_MINACCIA

965 Predazione lepre italica medio diminuzione del contingente faunistico di

interesse

1001 Scarsa

consapevolezza

della

popolazione di

valori/esigenze

ecologiche

Tutti gli habitat e

tutte le specie

medio degrado/scomparsa di habitat

perdita di biodiversità

1002 Carenza di

conoscenza

specifica di

dettaglio

relativa alle

componenti

ambientali e

alle relative

esigenze

ecologiche e

gestionali

Tutti gli habitat,

Anfibi, Insetti

impollinatori,

chirotteri,

entomofauna,

Lanario, Lepre

Italica,

popolazione

avifaunistica

nidificante

medio mancato controllo delle dinamiche di

degrado ambientali esistenti

attivazione di processi di degrado degli

habitat e delle specie

Mancato avvio di iniziative di gestione

sostenibile del sito e delle risorse ambientali

1003 Carenza di

conoscenza

specifica

multitemporale

relativa alle

componenti

ambientali e

alle relative

esigenze

ecologiche e

gestionali

Tutti gli habitat,

Insetti

impollinatori,

chirotteri,

entomofauna,

Lanario, Lepre

Italica,

popolazione

avifaunistica

nidificante

medio mancato controllo delle dinamiche di

degrado ambientali esistenti

perdita di biodiversità floro-faunistica

1004 Indeguata

qualità

ambientale e

paesaggistica

complessiva del

territorio per

una fruizione

qualificata

dell'area

Tutti gli habitat e

tutte le specie

medio mancato controllo delle dinamiche di

degrado ambientali esistenti

perdita di biodiversità floro-faunistica

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194

MINACCIA DESCRIZIONE HABITAT_SPECIE IMPATTO_STIMATO CONSEGUENZE_MINACCIA

1006 Scarsa

consapevolezza

della

popolazione

delle

opportunità di

sviluppo

socioeconomico

legate alla

Rete Natura

2000

tutti gli habitat e

tutte le specie

medio mancato perseguimento dell’obiettivo di

sviluppo sostenibile

1007 Insufficiente

perseguimento

delle

opportunità di

sviluppo

socioeconomico

legate alla

Rete Natura

2000

tutti gli habitat e

tutte le specie

medio mancato perseguimento dell’obiettivo di

sviluppo sostenibile

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195

C.1.2 Individuazione dei potenziali fattori di impatto prodotti da interventi

programmati non finalizzati a garantire lo stato di conservazione del Sito

Natura 2000

Il SIC ITA060014 Monte Chiapparo ricade interamente nel Comune di Agira, territorio

tradizionalmente vocato ad un’agricoltura basata sulla coltivazione dei cereali.

Il territorio di Agira è stato in grado di attivare un buon numero di finanziamenti, con beneficiari

sia soggetti pubblici che privati, grazie anche agli strumenti operativi localmente come il PIT 10

- Sinergie per competere ed il Patto Territoriale dei Nebrodi.

Le analisi sui progetti ammessi a finanziamento, analizzati al Punto D.6, nell’ambito del Quadro

Conoscitivo, mostrano una discreta capacità del territorio di cogliere le opportunità offerte,

evidenziata dall’intercettazione di somme significative a valere su finanziamenti di varia natura

(L. 488/92 sugli aiuti alle imprese, Leader II per le aree rurali, POR Regione Sicilia 2000-2006).

Nel dettaglio, gli investimenti si sono concentrati quasi totalmente sui servizi alle imprese, a

riprova di una strategia basata sull’apertura di nuovi spazi economici rispetto all’attività agricola

tradizionale.

In questa sede, gli interventi programmati in esame, totalmente ammessi a finanziamento a

valere sui rispettivi fondi, sono approfonditi allo scopo di valutare i potenziali fattori significativi

di impatto prodotti dai medesimi sulle componenti ambientali dell’area di intervento.

Il punto di partenza rimane, ovviamente, la fonte PuntoSLO, il data-base della programmazione

locale in Sicilia messo a punto dalla Task Force “Rete Ecologica” del Ministero della Tutela

dell’Ambiente del Territorio e del Mare.

Da qui, siamo giunti alla tabella seguente, frutto di una prima selezione dei progetti elencati al

Punto D6 in base alla natura e alle caratteristiche degli strumenti di finanziamento utilizzati,

oltre che alla tipologia del progetto, desunta dalle informazioni afferenti ai diversi campi in cui

è strutturati il data-base di riferimento.

Così, dalla valutazione sono stati esclusi i progetti finanziati dal FSE, in quanto tale fondo

strutturale è finalizzato a iniziative di formazione; sono stati esclusi anche i progetti

immateriali, come la formazione professionale finanziata da altri fondi e le attività di

promozione e marketing, altresì, sono stati esclusi i progetti di restauro di edifici in centri

abitati e di riqualificazione urbanistica dei centri storici, in quanto sicuramente esterni ad aree

della rete Natura 2000.

Ai progetti rimanenti da detto processo di selezione viene attribuito un codice cromatico

secondo i seguenti criteri:

− Colore viola, per gli interventi capaci di comportare fattori d’impatto potenzialmente

significativi sulle componenti ambientali;

− Colore giallo, per gli altri interventi non classificabili.

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196

A proposito di questa seconda categoria, si precisa che gli interventi non classificabili sono quelli

i cui caratteri attuali di rappresentazione non permettono una classificazione univoca.

Non da ultimo preme sottolineare che l’approccio seguito è improntato ad un principio di

massima precauzione, al fine di garantire il più elevato rispetto possibile delle esigenze

ecologiche emergenti per i Siti della Rete Natura 2000.

Nella ulteriore tabella che segue sono meglio identificati e qualificati in termini di fattori di

impatto potenziali sulle componenti ambientali gli interventi programmati per i quali è stato

possibile evidenziale una più diretta rilevanza relativamente alle esigenze di gestione del SIC e

di tutela delle sue risorse, nonchè è risultato acquisibile un più definito a quadro di analisi circa i

contenuti di progetto e le potenziali interferenze sull’ambiente.

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197

Tabella 6. Progetti selezionati dal sistema informativo PuntoSLO

Progetto Categoria Categoria SLO Tipologia Regime

Importo

finanziato

Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 29.003,79

Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 18.891,86

Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 8.422,37

Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 10.036,18

Aiuti alle imprese per ammodernamento impianti trasformazione e commercializzazione prodotti del settore zootecnico con priorità per la filiera lattiero-casearia

u-16.4-servizi comuni per le imprese (parchi di attività, vivai di imp... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 239.117,57

Aiuti alle imprese per investimenti nel settore zootecnico con priorità per la filiera lattiero-casearia

u-16.4-servizi comuni per le imprese (parchi di attività, vivai di imp... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 186.495,31

Aiuti per la creazione di PMI da parte di giovani nei nuovi bacini occupazionali

u-16.4-servizi comuni per le imprese (parchi di attività, vivai di imp... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 32.413,30

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198

Progetto Categoria Categoria SLO Tipologia Regime

Importo

finanziato

Attardi Gaetano - Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 8.350,04

Bando 16 - commercio (12) - ID: 69675 - Ampliamento - Esercizi commerciali di vendita al dettaglio classificati media struttura

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 35.922,00

Bando 3 - industria (1998) - ID: 26240 - Ampliamento - PRODUZIONE E TRASMISSIONE DI SPETTACOLI E PROGRAMMI RADIOTELEVISIVI DA PARTE DI

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 64.887,64

Bando 4 - industria (1998) - ID: 18771 - Nuovo impianto - Fabbricazione di emulsioni di bitume, di catrame e di leganti per uso stradale

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 461.650,50

Bando 8 - industria (11) - ID: 33611 - Nuovo impianto - Frantumazione di pietre e minerali vari fuori della cava

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 411.120,34

CONSIEL S.p.A u-16.4-servizi comuni per le imprese (parchi di attività, vivai di imp... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 8.396,96

Grassia Salvatore - Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 6.767,99

Incentivi alle iniziative produttive industriali con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-16.4-servizi comuni per le imprese (parchi di attività, vivai di imp... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 358.715,90

IRIPA Sicilia u-16.4-servizi comuni per le imprese (parchi di attività, vivai di imp... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 13.893,16

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199

Progetto Categoria Categoria SLO Tipologia Regime

Importo

finanziato

Italsecur - Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 30.859,41

La Dolciaria di Venticinque Giuseppa u-31.2-strade

15. Infrastrutture primarie: opere stradali, fognature

Interventi Infrastrutturali Pubblico 209.890,00

La Giusa Finestre - Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 26.226,34

Papa Adele - Aiuti agli investimenti per le imprese artigiane di produzione con priorità alle imprese del settore abbigliamento, gomma e plastica e a quelle che si insedieranno nelle aree produttive inserite nel territorio interessato dal PIT

u-13.03-introduzione di servizi di sostituzione e di assistenza alla g... 07. Servizi-Imprese

Azioni pubbliche Pubblico 17.454,66

LEGENDA

Interventi capaci di comportare fattori d’impatto potenzialmente

significativi sulle componenti ambientali

Interventi non classificabili

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200

Tabella 7. Quadro di analisi relativo ai più significativi interventi programmati

Interventi programmati Soggetto

proponente

Potenziali fattori di

impatto

Habitat/specie di

interesse

potenzialmente

coinvolte

Aspetti che

qualificano le

condizioni di

impatto

NESSUN INTERVENTO

EVIDENZIATO

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201

D.1 Predisposizione di un Piano di Monitoraggio Ambientale

La Direttiva Habitat prevede che il monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e

delle specie di interesse comunitario sia finalizzato alla valutazione degli esiti degli interventi di

tutela e salvaguardia, sia di tipo ordinario che straordinario, promosse dai soggetti istituzionali

competenti nella gestione delle aree Natura 2000.

La progettazione del sistema di monitoraggio, nell’ambito dell’attuazione del Piano di Gestione,

richiede un approccio coerente con le esigenze espresse dall’art.11 della Direttiva, che impone

agli stati membri il monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie della

flora e della fauna di importanza comunitaria, i cui risultati devono essere comunicati

periodicamente alla Commissione Europea con le modalità riportate nell’art. 17 della Direttiva

stessa2. Il monitoraggio viene trattato dall’art. 7 del D.P.R. n. 357 dell’8 settembre 1997 e

s.m.i3, in recepimento dell’art. 11 della Direttiva Habitat, ed impone alle Regioni e alle Provincie

Autonome l’adozione di idonee misure per garantire il monitoraggio dello stato di conservazione

delle specie e degli habitat naturali di interesse comunitario, con particolare attenzione a quelli

prioritari. Da questo quadro emerge come il monitoraggio rappresenta lo strumento

indispensabile per verificare l’attuazione, da parte di ogni stato membro, della Direttiva Habitat

e dell’efficacia delle azioni previste dal Piano di Gestione in termini di stato conservazione degli

habitat e delle specie di interesse comunitario. In una visione più ampia, tali finalità si integrano

anche con le intenzioni espresse dal D.Lgs. 286/99, che prevede le attività di monitoraggio

funzionali alla valutazione dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa e

dell’utilizzo delle risorse economico-finanziarie utili al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal

Piano di Gestione stesso.

Il monitoraggio, nel rispetto del citato art. 11 della Direttiva e degli indirizzi del Ministero

dell’Ambiente, è esteso a tutti gli habitat (elencati nell’Allegato I) e le specie di interesse

comunitario (elencati negli Allegati II, IV e V), senza che sia limitato esclusivamente ai siti della

Rete Natura 2000, ma deve considerare tutte le aree di collegamento ecologico con i SIC e le

ZPS, al fine di conseguire gli obiettivi di conservazione prefissati.

Nella predisposizione e attuazione delle azioni di monitoraggio si deve quindi tenere conto della

eventuale necessità di integrazione con una rete di monitoraggio più ampia, finalizzata a fornire

un quadro completo dello stato di conservazione della Rete Natura 2000 in Sicilia, che potrà

anche essere estesa alla ricognizione, analisi e valutazione delle informazioni sulle specie e sugli

habitat per l’intero territorio regionale.

2 I risultati principali del monitoraggio devono essere riportati da parte degli Stati membri alla Commissione Europea, in accordo con l’Articolo 17 della Direttiva, che prevede ogni sei anni l’elaborazione di un Rapporto Nazionale sullo stato di attuazione della Direttiva stessa.

3 L’articolo è stato modificato con l’Art. 8 commi 1 e 2 del D.P.R. 120/2003 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.” (G.U. n. 124 del 30.5.2003)

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202

D.1.1 Obiettivi e contenuti

L’obiettivo generale del monitoraggio deve essere quello di ricavare le informazioni necessarie

per verificare le modalità di tutela e gestione delle specie e degli ecosistemi, delle misure e

delle azioni di conservazione che sono state messe in atto, per garantire loro uno stato di

conservazione soddisfacente.

La definizione di un piano di monitoraggio rappresenta un aspetto essenziale all’interno della

gestione del sito, in quanto orientato alla strutturazione di un apparato di regole, procedure,

modalità, criteri di valutazione e indicatori di riferimento, in grado di guidare nella verifica

dell’efficacia delle azioni di piano intraprese e di verificare il raggiungimento degli obiettivi

specifici previsti. In questi termini, l’attività di monitoraggio all’interno di un sito Natura 2000

deve essere funzionale all’attivazione ed attuazione di una gestione del Sito secondo un processo

dinamico e continuo, in cui gli esiti del monitoraggio permettono di rigenerare o ri-modulare le

decisioni già assunte in funzione della progressiva consapevolezza/conoscenza raggiunta e delle

mutate esigenze ecologiche dei sistemi ambientali, con il fine di raggiungere uno stato di

conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie, coerentemente con le esigenze ed

aspettative di sviluppo socio-economico delle comunità locali. Quest’ultimo aspetto, inoltre, nel

rispetto della trasversalità che la Commissione Europea attribuisce alla propria politica

ambientale, è coerente con l’esigenza di ottenere i dati utili per indirizzare in maniera

strategica anche le scelte in altri settori produttivi (agricolo, turistico, ecc.) andando a

perseguire in maniera concreta uno sviluppo più sostenibile.

Il monitoraggio può essere definito come "la raccolta sistematica di dati fisici, ambientali, o

economici o una combinazione di questi". Tradizionalmente il monitoraggio è considerato come

una attività da riferirsi a progetti o ipotesi di progetto specifiche. In quasi tutte le situazioni, il

monitoraggio è un modo per rispondere alle esigenze di progetto (definizione delle condizioni

iniziali, definizione delle condizioni al contorno e forzanti, valutazione delle modalità di

realizzazione, verifica a posteriori dell’efficacia di progetto).

Il monitoraggio costituisce quindi uno degli strumenti fondamentali per la gestione della Rete

Natura 2000 e per il perseguimento dei suoi obiettivi.

Obiettivi del monitoraggio, coerentemente con quanto previsto dalla Direttiva Habitat, saranno

quelli funzionali a:

− rilevare le tendenze evolutive degli habitat e delle popolazioni delle specie nel medio-lungo

periodo;

− individuare e prevenire le criticità potenziali e identificare eventuali condizioni impreviste

che potrebbero minare la stabilità o gli equilibri di un determinato Sito;

− contribuire all’acquisizione e all’elaborazione dei dati necessari alla valutazione dello stato

di conservazione degli habitat e delle specie per la Rete Regionale Natura 2000

(coerentemente con l’Art.17 della Direttiva habitat);

− fornire elementi di supporto alla definizione delle strategie di sostenibilità;

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203

− accrescere le conoscenze in campo ecologico, al fine di comprendere lo stato e le tendenze

evolutive su basi scientifiche;

− valutare la performance degli interventi di gestione dei Siti Natura 2000 ed eventualmente

ridefinire/calibrare le azioni, gli atti regolamentari e normativi tenendo conto delle esigenze

di tutela della biodiversità, qualora i risultati ottenuti con l’attuazione delle azioni non siano

soddisfacenti per la conservazione degli habitat e delle specie;

− Verificare il grado di conseguimento degli obiettivi generali e specifici del Piano di Gestione.

D.1.2 Criteri per la pianficazione del monitoraggio

Il coordinamento delle azioni di gestione prevede la necessità di utilizzare metodi orientati alla

verifica e al monitoraggio dei risultati raggiunti dall’attuazione delle azioni stesse, all’eventuale

ri-orientamento degli obiettivi e delle strategie, al fine di migliorare la loro coerenza reciproca e

l’efficacia complessiva dell’attuazione del piano.

Il monitoraggio non può essere eseguito in modo occasionale, ad esempio limitandolo al solo

periodo di esecuzione di specifici interventi, ma deve essere opportunamente pianificato e

coordinato al fine di poter garantire ai tecnici del settore dati certi, acquisiti con continuità, su

cui basare le analisi e le scelte di intervento.

Allo stesso tempo la pianificazione del monitoraggio appare una esigenza indispensabile in

considerazione della complessità e dell’estensione dei processi che si vogliono monitorare la cui

analisi può risultare di difficile realizzazione e antieconomica. Sorge quindi la necessità di

distinguere le azioni di monitoraggio in funzione di opportuni livelli di interesse. La tipologia dei

parametri da rilevare e le relative modalità di acquisizione risultano funzione dei corrispondenti

livelli di interesse. Al fine di garantire la necessaria precisione ed omogeneità delle misure

(indispensabile per effettuare confronti), è necessario definire le modalità di rilievo e di

restituzione dei vari parametri.

Nell’ambito della progettazione del monitoraggio, pertanto, un aspetto chiave della definizione

di una rete di monitoraggio è quella dell’individuazione delle priorità, ovvero della selezione di

cosa monitorare e degli indicatori da monitorare. Coerentemente con le indicazioni della

Commissione Europea e del Ministero dell’Ambiente, la definizione del sistema di monitoraggio è

stata sviluppata con il seguente processo decisionale:

− in primo luogo, sulla base di specifici criteri di priorità, definiti in relazione alle esigenze

ecologiche rilevate, sono state selezionate le specie e gli habitat da monitorare e sono stati

redatti i relativi programmi di monitoraggio;

− successivamente sono stati selezionati gli indicatori maggiormente funzionali al controllo del

perseguimento degli obiettivi e alla verifica delle azioni di gestione intraprese (vedi

paragrafo B.1 e gli indicatori selezionati relativamente alle azioni di gestione).

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204

Il monitoraggio rappresenta, quindi, un aspetto sostanziale del carattere strategico del Piano di

Gestione, trattandosi di una fase pro-attiva dalla quale trarre indicazioni per il progressivo

riallineamento dei contenuti del Piano stesso agli obiettivi generali di conservazione, con

specifiche azioni correttive. In questi termini, il monitoraggio rappresenta una attività più

complessa e articolata rispetto alla raccolta e aggiornamento di informazioni, ma è una attività

di supporto alle decisioni, anche collegata ad analisi valutative.

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205

D.1.3 Azioni di Monitoraggio prioritarie

Nella tabella seguente viene rappresentato un quadro di sintesi delle azioni di monitoraggio che

sono state individuate prioritariamente per il controllo dello stato di conservazione degli habitat

e delle specie di interesse. Per quanto riguarda i protoccoli di attuazione delle azioni e relativi

idicatori si rimanda alle schede delle azioni.

Azioni di monitoraggio e ricerca (MR)

Cod_AZ Azione Priorità Tempistica Costi Stimati (€/anno)

GES_HAB_09 Programmi di monitoraggio e/o ricerca - Studio dinamiche evolutive media 3 anni € 50.000/anno

GES_HAB_20 Studio della popolazione avifaunistica nidificante alta 3 anni € 5.000/anno

GES_HAB_21 Censimento delle popolazioni e dei siti riproduttivi delle specie di Anfibi finalizzato alla stima del loro stato di conservazione con individuazione dei fattori di criticità ed alla valutazione dell'efficacia delle misure di tutela e conservazione degli stessi. alta 5 anni € 3.000/anno

GES_HAB_22 Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli Insetti impollinatori finalizzato alla verifica dell'efficacia delle misure proposte per favorirne l'incremento quali-quantitativo alta 5 anni € 2.500/anno

GES_HAB_25 Monitoraggio dell'avifauna alta 5 anni € 4.000/anno

GES_HAB_26 Monitoraggio delle popolazioni di chirotteri (Studio di base) alta 5 anni € 4.000/anno

GES_HAB_27 Attualizzazione del quadro conoscitivo sull’entomofauna di rilevanza conservazionistica

alta 3 anni

€ 15.000 per lo studio di base € 3.000/anno per i monitoraggi successivi

GES_HAB_28 Realizzazione di monitoraggi annuali della fauna in generale alta 5 anni € 4.000/anno

GES_HAB_29 Monitoraggio delle popolazioni di Lanario (Falco biarmicus) alta 5 anni € 3.000/anno

GES_HAB_42 Stima della dimensione e dell'andamento stagionale della popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus). alta 5 anni € 2.000/anno

Affinché il monitoraggio assolva alle finalità sopra indicate, il set degli indicatori selezionati, con

riferimento al paragrafo B.1 e alle azioni di monitoraggio individuate, sono utili non solo per

descrivere lo stato di conservazione degli habitat e delle specie, ma anche per verificare gli

effetti del Piano e il grado di raggiungimento degli obiettivi che il Piano si è posto. In

particolare, nella scelta degli indicatori, si è tenuto conto delle seguenti caratteristiche:

− Pertinenza: attinenza dell’indicatore alle tematiche proposte negli obiettivi;

− Significatività: capacità dell’indicatore di rappresentare in modo chiaro ed efficace le

problematiche;

− Popolabilità: disponibilità di dati per il calcolo dell’indicatore;

− Aggiornabilità: possibilità di avere nuovi valori della stessa serie storica che permettano

l’aggiornamento dell’indicatore;

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206

− Rapporto costi-efficacia buono: dispendio di risorse non eccessivo per il reperimento dei dati

utili per la definizione dell’indicatore in rapporto all’informazione finale contenuta

nell’indicatore medesimo;

− Massimo livello di dettaglio significativo: possibilità di rappresentare la distribuzione spaziale

dei valori dell’indicatore sul territorio utilizzando informazioni georeferenziate;

− Comunicabilità: immediata comprensibilità da parte di un pubblico di tecnici e di non

tecnici, semplicità di interpretazione e di rappresentazione mediante l’utilizzo di strumenti

quali tabelle, grafici o mappe;

− Sensitività alle azioni di piano: in modo da registrare le variazioni significative delle

componenti ambientali indotte dall’attuazione delle azioni di piano;

− Tempo di risposta sufficientemente breve: in modo da riflettere i cambiamenti generati

dalle azioni di piano; in caso contrario il riorientamento del piano potrebbe essere tardivo e

dare origine a fenomeni di accumulo non trascurabili sul lungo periodo;

− Impronta spaziale: in modo da rappresentare l’andamento nello spazio dei fenomeni cui si

riferisce. Qualora siano disponibili informazioni georeferenziate, per rendere chiaro il

fenomeno si utilizzano delle mappe create con i GIS;

− In coerenza con tali principi, è stato scelto un set di indicatori che fosse monitorabile

all’interno della routine di attuazione del piano.

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207

3. OBIETTIVI

A) Individuazione degli obiettivi gestionali generali ai sensi della Direttiva

92/43/CEE e 79/409/CEE

Gli obiettivi generali del Piano di Gestione sono identificati e definiti al fine di assicurare la

conservazione degli habitat e delle specie faunistiche e botaniche di interesse comunitario,

garantendo, con opportune azioni di gestione, il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri

ecologici che li caratterizzano e che sottendono alla loro conservazione. L’obiettivo essenziale e

prioritario che la Direttiva Habitat pone alla base della necessità di definire apposite Misure di

Conservazione a cui sottoporre ciascun Sito Natura 2000 è quello di garantire il mantenimento in

uno “stato di conservazione soddisfacente” gli habitat e/o le specie di interesse comunitario, in

riferimento alle quali quel dato SIC e/o ZPS è stato individuato. Lo stato di conservazione

soddisfacente (SCS) è considerato tale quando gli habitat e specie, riferite non solo alle aree

Natura 2000, non sono a rischio di estinzione e, anzi, hanno buone prospettive di sviluppo anche

per il futuro;

Lo “stato di conservazione” di un habitat naturale è considerato “soddisfacente” quando:

− l’area di ripartizione naturale (range) e le superfici di copertura dell’habitat stesso sono

stabili o in estensione;

− la struttura e le funzioni specifiche necessarie al mantenimento dell’habitat stesso sono

stabili e possono continuare ad essere stabili in un futuro prevedibile;

− lo stato di conservazione delle specie rappresentative è soddisfacente.

Lo “stato di conservazione” di una specie è considerato “soddisfacente” quando:

− l'andamento delle popolazioni della specie considerata è tale che essa continua e può

continuare ad essere a lungo termine un elemento essenziale per gli habitat naturali cui

appartiene;

− l'area di ripartizione naturale (range)di tale specie non è in declino né rischia di ridursi in un

futuro prevedibile;

− esiste e continuerà probabilmente ad esistere un habitat sufficiente affinché le sue

popolazioni siano stabili o in espansione a lungo termine.

Tali contenuti rappresentano necessariamente requisiti a cui occorre attenersi nella

predisposizione degli strumenti di gestione dei SIC e ZPS. Inequivocabile e chiaro in particolare,

risulta l’obiettivo generale posto in capo alla redazione del Piano, ovvero la definizione uno

strumento capace di coniugare un dispositivo conoscitivo ampio e comprensivo delle differenti

prospettive di caratterizzazione del Sito, con particolare riferimento alle valenze naturalistiche

di interesse comunitario, con la definizione di appropriate misure di conservazione e di gestione

necessarie al mantenimento in uno stato di conservazione “soddisfacente” gli habitat e le specie

per cui in Sito è stato istituito.

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208

Il Piano di Gestione si configura come uno strumento operativo per la gestione e la salvaguardia

dei siti di interesse comunitario attraverso la “definizione e l’adozione di misure esplicite

conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali e delle specie di fauna e flora

selvatiche presenti nel Sito, intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino degli equilibri

ecosistemici che li caratterizzano e che sottendono alla loro conservazione”.

La caratterizzazione ambientale e territoriale dei siti e il dispositivo valutativo delle esigenze

ecologiche saranno funzionali alla costruzione dell’impalcato gestionale del Piano, ovvero alla

individuazione degli obiettivi generali e specifici, perseguibili attraverso opportune strategie

gestionali che si concretizzano mediante adeguate azioni/interventi, definibili in funzione delle

modalità di attuazione, della natura e della finalità stessa degli interventi.

Gli obiettivi generali e specifici sono prioritariamente identificati e definiti al fine di assicurare

la conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, garantendo, con

opportune azioni di gestione, il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri ecologici che li

caratterizzano e che sottendono alla loro conservazione.

Tuttavia, ai precedenti requisiti ritenuti essenziali e indispensabili, sono stati implementati

ulteriori obiettivi finalizzati al perseguimento di una maggiore coerenza territoriale, calibrati

sulle specificità dei luoghi e sulla capacità di rigenerazione dei processi ambientali costitutivi

dell’ambito, che permettono di sviluppare un sistema territoriale equilibrato e durevole, in

un’ottica di crescita economica sostenibile.

Infatti, la lettura analitico-interpretativa del territorio, congiuntamente alle aspettative, alle

esigenze e agli orientamenti espressi dai soggetti territoriali interessati, ha permesso di valutare

e quindi di selezionare, ulteriori obiettivi e strategie di azione funzionali al perseguimento di

processi di sviluppo, calibrati sulle esigenze ecologiche del sistema territoriale e sugli elementi

peculiari dei luoghi verso i quali le comunità locali si riconoscono e identificano.

Il perseguimento di tali obiettivi, a breve-medio e a lungo termine, rende necessario, in

particolare, armonizzare le attività umane presenti o previste nei SIC, nelle ZPS e nell’ambito

territoriale, con la conservazione degli habitat e delle specie vegetali ed animali. In questi

termini il Piano di Gestione al fine di garantire la tutela delle biodiversità, prevede il riequilibrio

delle attività umane presenti nei SIC e nelle ZPS e nelle aree contermini, delineando strategie ed

incentivando interventi volti a promuovere attività economiche eco-compatibili, correlate con la

gestione sostenibile dell’ambiente naturale e delle sue risorse, a beneficio delle aspettative e

delle esigenze di sviluppo territoriale.

Il perseguimento di tale scopo richiede quindi una gestione dei SIC e delle ZPS funzionale a

soddisfare le esigenze di tutela e salvaguardia ambientale, ma calibrata, al contempo, sulle

esigenze territoriali e sulle aspettative di sviluppo economico e sociale, attraverso opportune

misure regolamentari, auspicabili orientamenti alla fruizione compatibile e richiamando

specifiche azioni amministrative degli enti preposti, mediante l’attuazione degli interventi di

tutela e salvaguardia.

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209

Nell’ambito della gestione del Sito gli obiettivi generali che concorrono direttamente alla

conservazione degli habitat, delle specie e delle risorse ambientali in genere, possono essere

declinati come segue:

− Obiettivi di gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

− Obiettivi di riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

− Obiettivi di ri-costruzione di nuovi habitat/ambienti

− Obiettivi di mitigazione degli impatti

Gli obiettivi generali fondati sulle specificità locali, sulle aspettative ed esigenze territoriali

dell’area SIC e ZPS, che concorrono ad incentivare lo sviluppo socio-economico, possono essere

declinati come segue:

− Obiettivi di mantenimento e recupero del paesaggio agrario tradizionale e di valorizzazione

delle risorse territoriali

− Obiettivi di fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

Tali specificità locali, aspettative ed esigenze territoriali risultano bene evidenziabili sulla base

delle informazioni emerse dalle verifiche e riscontri effettuati nell’ambito del processo di piano,

nonchè in relazione alle sollecitazioni provenienti dai soggetti interessati alla gestione del sito

evidenziate in occasione degli incontri avuti con i referenti tecnici e politici della

Amministrazione provinciale di Enna, nonchè con altri rappresentanti del territorio intervenuti in

occasione dell’incontro pubblico di presentazione del Piano di Gestione, svoltosi nel Luglio 2008.

In particolare, la vocazione agricola, e più marginalmente zootecnica, di spiccato carattere

estensivo diffusa nell’area, appare attualmente la prospettiva più nettamente, e quasi

univocamente, assunta rispetto anche ai futuri orientamenti programmatici per il sito in

questione. Peraltro la caratterizzazione netta del territorio rispetto a queste tipologie di utilizzo

appare chiara anche alla luce delle descrizioni oggettive dell’uso del suolo proposte all’interno

del precedente paragrafo dedicato del Piano. Si rileva, da parte dei soggetti territoriali, un forte

riconoscimento del ruolo di tali pratiche anche come garanzia di un necessario presidio sul

territorio, il cui mantenimento è visto come auspicabile e non in contrasto, ma anzi funzionale,

alla conservazione dei caratteri ambientali e paesaggistici tipicizzanti il sito. In tale ottica sono

valutate dai soggetti locali in termini di opportunità da perseguire la valorizzazione e

rinnovamento di tali attività, anche attraverso il recupero e la riqualificazione funzionale delle

masserie e fabbricati agricoli, che si prestano ad affiancare, alle funzioni tradizionali quelle di

strutture di accoglienza per futuri visitatori interessati alle specificità del territorio interno

dell’isola. Peraltro alla attività agricola condotta nell’area si riconoscono fondamentali requisiti

di valore anche sotto lo stesso profilo identitario, riconducibili, specie in riferimento all’utilizzo

estensivo monocolturale cerealicolo delle ampie superfici aperte, al ruolo storico assegnato a

queste aree fin dall’epoca classica.

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210

B) Individuazione degli obiettivi di dettaglio in coerenza con le esigenze

ecologiche dei Siti Natura 2000

La gestione dei SIC e delle ZPS richiede la definizione ed il perseguimento degli obiettivi generali

e degli obiettivi specifici, ai fini della tutela e della salvaguardia ecologico-ambientale, come di

seguito identificati e strutturati. Gli obiettivi specifici del piano che concorrono direttamente

alla conservazione degli habitat e delle specie, identificati attraverso un percorso analitico-

interpretativo sintetizzato nella Tabella 1, sono raggruppati nelle diverse categorie generali

come di seguito descritte.

La conservazione delle risorse ambientali richiama obiettivi finalizzati direttamente alla tutela e

salvaguardia degli habitat, delle specie animali e vegetali e degli ambienti faunistici di interesse

che caratterizzano il Sito. In questi termini gli elementi di interesse sono considerati come

risorse ambientali in quanto funzionali e strutturali per l’esistenza e l’evoluzione spontanea del

sistema ecologico-ambientale e territoriale del Sito stesso.

Le seguenti categorie di obiettivi vengono individuate e descritte di seguito seguendo esigenze di

ordine metodologico e di completezza rispetto alle opzioni e modelli di gestione dei siti natura

2000 prefigurate dagli indirizzi e linee guida regionali. Non tutte le categorie è possibile siano

effettivamente rappresentate con la individuazione di specifici obiettivi di dettaglio all’interno

della strategia assunta dall’attuale fase di aggiornamento del Piano di Gestione. Cio’ non esclude

evidentemente che nel processo di futura gestione del Piano, necessario per garantire

l’aggiornamento e la calibrazione dello stesso rispetto alle diffententi e mutevoli possibilità di

evoluzione nel tempo del quadro territoriale e ambientale di riferimento, risulti riscontrabile

progettualmente l’esigenza di individuare nuovi indirizzi strategici riferiti a categorie

attualmente non rappresentate.

B.1 Obiettivi di gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

Tali obiettivi sono finalizzati a conservare l’esistente, attraverso la prevenzione dei processi di

sottrazione della biodiversità e la protezione attiva dei sistemi ecologici e delle componenti

ambientali, soprattutto se si trovano in uno status di alterazione limitato o assente.

All’interno del sito le principali criticità e minacce rilevate rispetto al perseguimento

dell’obiettivo di salvaguardia e gestione degli habitat e delle specie sono risultate gli incendi, il

pascolo indiscriminato e, in misura relativamente più bassa e con caratteristiche più localizzate,

l’attività agricola pervasiva.

Il pericolo di incendi interessa, in termini di effetti, indifferentemente tutto il terriorio. Le

componenti ambientali più sensibili sono rappresentate dagli habitat 1430 e 6220, Incendi

troppo frequenti infatti portano ad un deterioramento degli habitat sia in termini di

semplificazione strutturale delle fitocenosi che di banalizzazione/impoverimento floristico delle

diverse comunità vegetali. In linea di massima, ciò è certamente vero per i principali habitat

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211

rilevati nel SIC, ma è altrettanto vero che l’habitat 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e

piante annue dei Thero-Brachypodietea) è rappresentato principalmente da formazioni

secondarie la cui esistenza (e sviluppo) è strettamente legata ad una certa pressione

determinata dalla presenza dell’uomo e delle sue attività. Una pratica che presenta una criticità

specifica rispetto al manifestarsi di questi effetti negativi è quella della bruciatura delle stoppie

e dei residui della mietitura al termine di quest’ultima; attività peraltro non consentita

nell’ambito delle norme comunitarie sulla Condizionalità. Gli aspetti di maggiore rilevanza sono

rappresentati dal fatto che l’area di diffusione del fuoco assai comunemente si amplia rispetto

alla superficie sottoposta direttamente alle pratiche colturali, interessando in particolare gli

ambiti marginali a quest’ultima spesso caratterizzate dalla presenza di condizioni di

seminaturalità e ospitanti gli habitat in questione. Appare perciò essenziale, da quento punto di

vista individuare soluzioni di contenimento e controllo del fenomeno, sopratutto attraverso

misure regololamentari, attività di sorveglianza e iniziative di sensibilizzazione della

popolazione.

Per quanto attiene il pascolo, mentre appare essenziale il mantenimento nel sito delle forme

tradizionali più estensive della pratica, si segnala la criticità legata a locali condizioni di carico

eccessivo, in relazione alla sensibilità degli ecosistemi sopratutto in riferimento ai residui lembi

di vegetazione seminaturale, spesso assestate, nell’area, presso gli ambiti calanchivi e presso i

locali affioramenti del basamento roccioso carbonatico. Appare essenziale da quento punto di

vista la definizione di misure regolamentari specifiche per le attività di pascolo all’interno del

sito, nonchè l’individuazione di specifici areali, maggiormente rappresentativi da un punto di

vista degli habitat presenti nell’area, da escludere dalle pratiche di pascolamento libero ai fini

della incentivazione dei processi di evoluzione spontanea della vegetazione verso stadi più

maturi e complessi.

Per quanto attiene alla attività agricola, valgono considerazioni assai simili rispetto a quelle

formulate in relazione al pascolo. Anche in questo caso, pur sottolineando all’interno del Piano,

la rilevanza del mantenimento degli usi tradizionali del suolocorrettamente condotti, legati alla

cerealicoltura estensiva, al fine del mantenimento degli equilibri ambientali del territorio

connotati da spiccati caratteri di seminaturalità, la criticità principale è quella riferita

all’esercizio indiscriminato della pratica, che si esprime nella tendenza ad occupare con le

superfici destinate a seminativo anche ambiti non idonei all’esercizio agricolo e maggiormente

sensibili da un punto di vista ambientale. In particolare si riscontra pressochè constantemente

nel territorio la pratica di estendere le superfici di aratura in corrispondenza delle fasce ripariali

e frequentemente degli stessi alvei fluviali, nonchè presso ambiti a pendenza accentuata sovente

corrispondenti a settori interessati da dinamiche attive o quiescenti di instabilità del substrato e

che si manifestano con morfologie e fenomeni calachivi. Tali pratiche appaiono decisamente da

contrastare essendo a tal fine utile, anche in questo caso, individuare appropriate misure

regolamentari e aree espressamente interdette agli unsi agricoli dedicate alla evoluzione

spontanea della copertura vegetale e attivare forme di vigilanza del sito.

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212

Relativamente alle componenti faunistiche ed in particolare del Falco biarmacus, le verifiche

effettuate hanno permesso di evidenziare una significativa criticità sia attuale che potenziale in

riferimento alla frequentazione incontrollata del sito (rif. criticità/minaccia cod.501 - Sentieri,

piste ciclabili). La criticità è riferita alla elevata pressione antropica stagionale che può definire

effetti di disturbo diretto e indiretto sulle attività biologiche degli animali, in particolare in

periodi sensibilii quali la nidificazione. Il piano individua nei confronti di questa criticità

strategie di azione rappresentate da misure regolamentari volte a controllare le pratiche di

fruzione maggiormente impattanti per l’area, quali automobilismo, trial, motociclismo, e

motocross, prevedendo nel contempo l’avvio di un processo progettuale di definizione di

itinerari di fruizione appositamente individuati e strutturati.

Sempre in riferimento al Falco biarmacus si rileva la criticità legata alla presenza di fronti di

cava, valutati sopratutto in quanto possibili siti di nidificazione di tale specie. La gestione di tali

fronti, anche in vista di eventuali futuri interventi di recupero del sito estrattivo, necessita di

cautele da un punto di vista del loro interesse faunistico. In tal senso il Piano individua misure

regolamentari atte a garantire il rispetto di tale esigenza.

Infine come criticità non definite direttamente da interventi o attività dell’uomo, si segnala la

carenza, per il sito in esame, di una adeguata conoscenza specifica relativa sopratutto ad alcune

specie faunistiche ed in particolare del Lanario, della Lepre italica e della avifauna nidificante.

Mirate attività di studio e monitoraggio appaiono essenziali al fine di colmare questa esigenza

conoscitiva.

B.2 Obiettivi di riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

Gli obiettivi sono finalizzati a recuperare lo stato ecologico dei sistemi ambientali interessati da

fenomeni di degrado, che tendenzialmente non si trovano ancora in uno stato di

compromissione, tale per cui sia possibile riequilibrare le condizioni funzionali e strutturali

originarie, sulla base dello sviluppo potenziale degli habitat e delle specie d’interesse che

caratterizzano il Sito.

All’interno del sito le criticità più rilevanti correlate con l’obiettivo di riqualificazione

ambientale dell’area sono da riportare alle cause degli effetti di frammentazione

dell’ecosistema e di banalizzazione/impoverimento dello stesso, prevalentemente costituite dal

pascolo e dalle atività agricole condotte con modalità indiscriminata, come descritto nel

paragrafo precedente. Le strategie individuate ,in funzione del perseguimento dell’obiettivo in

argomento, oltre alle misure previste al fine di contenere direttamente i fattori di impatto

considerati e orientare l’esercizio delle pratiche suddette secondo una prospettiva di coerenza

con i valori ambientali esperessi dal sito (rif. paragragrafo precedente), sono principamlmente

rappresentate da azioni di incentivazione volte a conservare e riqualificare il paesaggio agricolo

tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sistema territoriale e lo sviluppo

della biodiversità

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213

B.3 Obiettivi di riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

Gli obiettivi sono finalizzati a recuperare lo stato ecologico dei sistemi ambientali interessati da

fenomeni di degrado, che tendenzialmente non si trovano ancora in uno stato di

compromissione, tale per cui sia possibile riequilibrare le condizioni funzionali e strutturali

originarie, sulla base dello sviluppo potenziale degli habitat e delle specie d’interesse che

caratterizzano il Sito.

All’interno della presente fase del Piano, in funzione delle esigenze contingenti per il sito in

esame, non sono stati individuati obiettivi direttamente riferibili alla ricostruzione di nuovi

habitat/ambienti.

B.4 Obiettivi di ri-costruzione di nuovi habitat/ambienti

Gli obiettivi sono finalizzati a riqualificare sistemi ambientali che si trovano in una condizione di

alterazione irreversibile ma per i quali sia possibile attivare interventi strutturali di ricostruzione

di nuovi ambienti e di nuovi habitat, coerenti con la tipologia del Sito e funzionali alla

conservazione della biodiversità, degli habitat e delle specie presenti.

All’interno della presente fase del Piano, in funzione delle esigenze contingenti per il sito in

esame, obiettivi di mitigazione degli impatti appaiono perseguti parallelamente alle finalità di

gestione e conservazione delle specicità ambientali del sito già descritte.

Gli obiettivi per la conservazione degli habitat e delle specie per cui il Sito è stato identificato,

sono considerati requisito di minima, sebbene essenziali e ineludibili, riferiti al rispetto degli

obblighi comunitari. Tuttavia, la complessità territoriale, l’articolazione delle esigenze e delle

aspettative delle comunità locali e dei diversi attori territoriali interessati, richiama la necessità

di considerare gli obiettivi di gestione rispetto ad una prospettiva più integrata e allargata le

opportunità di sviluppo sostenibile dell’area.

Gli obiettivi specifici del piano che concorrono allo sviluppo economico sostenibile creando

processi favorevoli alla conservazione degli habitat e delle specie, sono identificati attraverso un

percorso analitico-interpretativo sintetizzato nella Tabella 2, e possono essere raggrauppati nelle

diverse categorie generali come di seguito descritti.

B.5 Obiettivi di mantenimento e recupero del paesaggio agrario tradizionale e di

valorizzazione delle risorse territoriali

Tali obiettivi mirano a far emergere le valenze e le potenzialità inespresse delle risorse

ambientali e territoriali. Tale aspetto è fondato sul riconoscimento di elementi e processi che

individuano sistemi di paesaggio dominanti nei siti. In questi termini, ad esempio, la promozione

del territorio e la riqualificazione del paesaggio agrario e il recupero di risorse territoriali ad esso

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214

connesso, sono obiettivi che permettono di valorizzare i beni territoriali e paesaggistici che

hanno ricadute dirette e indirette sulla conservazione degli habitat e delle specie di interesse

comunitario.

Per quanto attiene al caso specifico del sito in argomento, le esigenze di valorizzazione del

paesaggio e degli usi tradizionali del territorio appiono da ricondurre decisamente alla necessità

di mantenere e rafforzare le dinamiche di equilibrio ecologico tra questi ultimi e il sistema

ambientale che in relazione ad essi ha maturato i propri aspetti caratteristici e di specificità. In

tali termini il perseguimento di tali obiettivi appare parallelo e correlato alle strategie volte a

orientare verso scenari di coerenza rispetto alle esigenze ecologiche del sito le pratiche agricole

e pascolative estensive tradizionali condotte nell’area (rif. paragrafi B.1 e B2). Sempre da questo

punto di vista appare sinergica la strategia legata alla volorizzazione delle attività economiche

compatibili (vedi paragrafo B.4) di incentivazione delle pratiche di agricoltura biologica.

B.6 Obiettivi di fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione

delle attività economiche sostenibili

Comprendono l’incentivazione dei servizi a supporto della valorizzazione e fruizione eco-

compatibile, permettendo di qualificare il bene ambientale e territoriale anche come risorsa

economica, capace di creare nuove opportunità di reddito. Comprende, inoltre, azioni rivolte

all’infrastrutturazione per la fruizione dei siti orientata all’ambiente, il coivolgimento e la

partecipazione finalizzate a promuovere attività economiche eco-compatibili, anche attraverso

la formazione rivota allo sviluppo di attività locali e iniziative imprenditoriali sostenibili, che

hanno ricadute dirette o indirette sulla conservazione degli habitat e delle specie.

La principale strategia individuata per perseguire gli obiettivi generali in argomento fa

riferimento al favorire la adozione di forme gestione della pratica agricola nell’area

maggiormente qualificate in termini di pregio e valore delle produzioni, opportunità di

integrazione con iniziative di agriturismo ma sopratutto di compatibilità con le esigenze

ambientali del sito. Da questo punto di vista il modello considerato è quello della Agricoltura

biologica. Ulteriori azioni coerenti con questa strategia sono rappresentate dalla previsione da

favorire l’adozione di modelli di sviluppo di turismo sostenibile, di tipo agrituristico nonchè

nella valorizzazione come piste rivolte alla mobilità non motorizzata di tracciati viari esistenti

anche all’esterno del sito, funzionalmente alla opportunità di favorire l’inserimento dell’area

all’interno di circuiti di fruizione turistica orientati in senso ambientale e naturalistico.

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Tabella 1 - Quadro di sintesi degli obiettivi specifici di conservazione degli habitat e delle specie e di sviluppo socio-economico individuati in coerenza con le

esigenze ecologiche dei Siti Natura 2000

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici di conservazione e di sviluppo socio-economico Orizzonte temporale

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

BT

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

BT

1430; 6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Artermisa arborescens ; Falco biarmicus; Merops apiaster; Saxicola torquata; Hystrix cristata; Lepus corsicanus; Chalcides ocellatus; Hierophis viridiflavus; Podarcis sicula; Podarcis wagleriana;

incendi

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

1430; 6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Artermisa arborescens ; Ophrys obaesa; Merops apiaster; Hystrix cristata; Lepus corsicanus;

pascolo

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

BT

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

1430; Artermisa arborescens Attività agricole

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

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Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici di conservazione e di sviluppo socio-economico Orizzonte temporale

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

BT

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Ophrys obaesa; Podarcis wagleriana; Podarcis sicula; Hierophis viridiflavus; Chalcides ocellatus;

Attività agricole

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT Falco biarmicus; sentieri, piste e piste ciclabili

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT Falco biarmicus; Hystrix cristata; piantagione artificiale

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

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217

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici di conservazione e di sviluppo socio-economico Orizzonte temporale

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT Falco biarmicus; Hystrix cristata; Lepus corsicanus;

cave

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Hierophis viridiflavus; Podarcis wagleriana;

pascolo

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT Hystrix cristata; Lepus corsicanus; Chalcides ocellatus; Hierophis viridiflavus; Podarcis wagleriana;

sentieri, piste e piste ciclabili

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

lepre italica Predazione Prevenzione della predazione da randagismo BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT Lepus corsicanus; piantagione artificiale

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

BT Lepus corsicanus; Falco biarmicus; Merops apiaster; Saxicola torquata;

Attività agricole

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

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218

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici di conservazione e di sviluppo socio-economico Orizzonte temporale

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

BT

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

altri divertimenti e attività turistiche non elencate

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

BT

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Indeguata qualità ambientale e paesaggistica complessiva del territorio per una fruizione qualificata dell'area

Recupero e riqualificazione delle aree degradate attraverso la rimozione delle cause di criticità

BT

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

tutti gli habitat e tutte le specie

Insufficiente perseguimento delle opportunità di sviluppo socioeconomico legate alla Rete Natura 2000 Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso

attività ecosostenibili BT

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219

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici di conservazione e di sviluppo socio-economico Orizzonte temporale

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

BT

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

BT

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

BT

Scarsa consapevolezza della popolazione delle opportunità di sviluppo socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

BT

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

BT

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

BT

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

BT

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

BT

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

BT

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

Scarsa consapevolezza della popolazione di valori/esigenze ecologiche

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

BT

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

BT

urbanizzazione discontinua

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

BT

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220

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici di conservazione e di sviluppo socio-economico Orizzonte temporale

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

BT

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

BT

vandalismo

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

BT

Tutti gli habitat, Insetti impollinatori, chirotteri, entomofauna, Lanario, Lepre Italica, popolazione avifaunistica nidificante

Carenza di conoscenza specifica multitemporale relativa alle componenti ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

LT

Tutti gli habitat, Anfibi, Insetti impollinatori, chirotteri, entomofauna, Lanario, Lepre Italica, popolazione avifaunistica nidificante

Carenza di conoscenza specifica di dettaglio relativa alle componenti ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

LT

* BT = Breve Termine; conseguibili entro 5 anni; LT = Lungo termine; conseguibili tra i 5 e 10 anni o oltreBT

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221

C) Individuazione di obiettivi conflittuali

Gli obiettivi specifici devono essere analizzati in relazione al contesto programmatico esistente.

Si tratta, in pratica, di valutare se eventuali interventi di altri piani, programmi o progetti di

privati o di Enti pubblici amministrativamente competenti sulle aree SIC e/o ZPS (Comuni,

Province, Regione ed Enti Gestori di eventuali Aree Protette) sono coerenti con gli obiettivi

specifici del Piano di Gestione e se eventuali interferenze sono qualitativamente positive o

negative. A tal fine sono state esaminate le relazioni di coerenza/incoerenza, in termini di

finalità e contenuti progettuali di massima1, tra interventi previsti da piani, programmi e

progetti con gli obiettivi specifici di gestione, che sottendono direttamente o indirettamente alla

conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario per ciascun Sito Natura 2000.

Per tali analisi si è fatto riferimento ai principali strumenti di pianificazione locale e sovralocale,

con particolare riferimento a obiettivi e indirizzi definiti dagli strumenti urbanistici comunali

(Agira) e al PTP della Provincia Regionale di Enna. Per quanto riguarda il primo lo strumento

urbanistico di riferimento (D.A n.82 del 27.02.82) evidenzia una modalità dell’organizzazione del

territorio nella quale si osserva una sostanziale tendenza verso l’autocontenimento dell’edificato

attorno al nucleo storico, mentre per il resto del territorio comunale si registra una destinazione

d’uso di verde agricolo senza una rappresentazione della presenza dell’area SIC. Allo stato

attuale il nuovo strumento urbanistico è in attesa dell'approvazione da parte della Regione

Siciliana. Il PTP della Provincia Regionale di Enna riconosce l’importanza dell’area SIC e ne

prescrive il recepimento all’interno della pianificazione alla scala locale. Gli indirizzi specifici

del PTP, quali salvaguardare ed incrementare l’efficacia della funzione ecologica, la qualità

percettivo-paesaggistica e il significato storico-culturale, limitare interventi che comportino, in

modo diretto o indiretto, il degrado o la perdita delle valenze ambientali sono coerenti con gli

obiettivi specifici del Piano di Gestione. È da rimarcare che in occasione dell’incontro pubblico

di presentazione del Piano di Gestione non sono emersi specifici elementi di progettualità

inerenti il territorio in questione.

Nel caso specifico non sono stati individuati progetti significativi in grado di generare obiettivi

conflittuali.

Una ulteriore fase di valutazione ha considerato l’eventualità di relazioni conflittuali tra gli

obiettivi stessi individuati dal Piano di Gestione.

Una prima valutazione ha portato a individuare precocemente gli insiemi di obiettivi che, almeno

in termini di potenzialità teorica, presentavano contenuti e sviluppi prevedibili in grado di

definire eventuali condizioni di mutua conflittualità. Tali famiglie di obiettivi specifici appaiono

evidentemente riconducibili, almeno come afferenza generale, al duplice indirizzo

programmatico assunto alla base del Piano stesso, rappresentato, da un lato, dall’obiettivo

generale di tutela e conservazione delle valenze naturalistiche del sito e, dall’altro,

dall’obiettivo generale di sviluppo socio-economico del contesto territoriale di riferimento.

1 In alcuni casi i progetti e i piani sono stati resi disponibili solo in una forma sintetica e/o preliminare.

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222

Come esplicitamente descritto all’interno del Capitolo 3 – Obiettivi – entrambi gli indirizzi

concorrono al perseguimento dell’obiettivo di base di garantire il mantenimento in uno “stato di

conservazione soddisfacente” gli habitat e/o le specie di interesse comunitario, in riferimento

alle quali il sito è stato individuato.

L’analisi incrociata dei rapporti di coerenza/incoerenza tra le due famiglie di obiettivi è

rappresentata nella matrice di seguito riportata. Come è possibile verificare da tale tabella non

sono evidenziabili, nel caso del piano in questione, condizioni di conflitto tra gli obiettivi

specifici individuati.

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223

Tabella 2 – matrice di coerenza tra gli obiettivi specifici del Piano di Gestione

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sistema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso attività ecosostenibili

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

0 0 0 0 0

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

0 C C 0 0

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

0 C C C C

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

0 C C 0 0

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

0 C C 0 0

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

0 C C C 0

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

0 C C C 0

Prevenzione della predazione da randagismo

0 C C 0 C

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224

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sistema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso attività ecosostenibili

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

0 C C C 0

Recupero e riqualificazione delle aree degradate attraverso la rimozione delle cause di criticità

0 C C C 0

C = Coerente - I = Incorente - 0 = Indifferente

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225

D) Individuazione delle priorità di intervento

L’identificazione delle priorità degli obiettivi da perseguire nell’ambito della gestione dei siti è

stata definita sulla base degli elementi emersi dal quadro conoscitivo (habitat e specie

prioritarie, rarità, endemicità, ecc.), sulla base della valutazione delle esigenze ecologiche e del

livello di impatto valutato in relazione alle criticità riconosciute.

I criteri definiti per la classificazione della priorità di attuazione degli interventi di gestione sono

i seguenti:

− Priorità ALTA - obiettivi finalizzati ad eliminare o mitigare fenomeni di impatto alto o medio,

che vanno ad interferire con gli habitat e le specie di interesse prioritario e obiettivi

finalizzati a ridurre gli impatti alti sugli habitat e le specie non prioritarie;

− Priorità MEDIA - obiettivi finalizzati ad eliminare o mitigare fenomeni di basso impatto che

vanno ad interferire con gli habitat e le specie di interesse prioritario e obiettivi finalizzati a

monitorare lo stato di conservazione del Sito;

− Priorità BASSA – obiettivi finalizzati a valorizzare le risorse del Sito e finalizzati a mitigare o

eliminare i fenomeni di impatto medio o basso sugli habitat e le specie di interesse

comunitario.

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226

Tabella 3 – Quadro di sintesi degli obiettivi specifici e relative priorità di intervento per ciascun Sito Natura 2000

Criticità/Minacce Habitat/specie interessata

Valutazione significatività impatto

Obiettivi specifici Priorità di intervento

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

altri divertimenti e attività turistiche non elencate

tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

1430; Artermisa arborescens;

basso

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

bassa

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

Attività agricole

6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Ophrys obaesa; Podarcis wagleriana; Podarcis sicula; Hierophis viridiflavus; Chalcides ocellatus;

medio

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

media

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227

Criticità/Minacce Habitat/specie interessata

Valutazione significatività impatto

Obiettivi specifici Priorità di intervento

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

Lepus corsicanus; Falco biarmicus; Merops apiaster; Saxicola torquata;

alto

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

alta

Carenza di conoscenza specifica di dettaglio relativa alle componenti ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

Tutti gli habitat, Anfibi, Insetti impollinatori, chirotteri, entomofauna, Lanario, Lepre Italica, popolazione avifaunistica nidificante

medio Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

bassa

Carenza di conoscenza specifica multitemporale relativa alle componenti ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

Tutti gli habitat, Insetti impollinatori, chirotteri, entomofauna, Lanario, Lepre Italica, popolazione avifaunistica nidificante

medio Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

media

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228

Criticità/Minacce Habitat/specie interessata

Valutazione significatività impatto

Obiettivi specifici Priorità di intervento

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

cave Falco biarmicus; Hystrix cristata; Lepus corsicanus;

alto

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

incendi 1430; 6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Artermisa arborescens; Lygeum spartum; Falco biarmicus; Merops apiaster; Saxicola torquata; Hystrix cristata; Lepus corsicanus; Chalcides ocellatus; Hierophis viridiflavus; Podarcis sicula; Podarcis wagleriana;

alto

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

Inadeguata qualità ambientale e paesaggistica complessiva del territorio per una fruizione qualificata dell'area

tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Recupero e riqualificazione delle aree degradate attraverso la rimozione delle cause di criticità

bassa

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso attività ecosostenibili

Insufficiente perseguimento delle opportunità di sviluppo socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

bassa

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

pascolo 1430; 6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Artermisa arborescens; Ophrys obaesa; Lygeum spartum; Merops apiaster; Hystrix cristata; Lepus corsicanus;

alto

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

alta

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229

Criticità/Minacce Habitat/specie interessata

Valutazione significatività impatto

Obiettivi specifici Priorità di intervento

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

Hierophis viridiflavus; Podarcis wagleriana;

medio

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

media

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Falco biarmicus; Hystrix cristata;

medio

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

media

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

piantagione artificiale

Lepus corsicanus; alto

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

Predazione lepre italica medio Prevenzione della predazione da randagismo media

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Scarsa consapevolezza della popolazione delle opportunità di sviluppo socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

bassa

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230

Criticità/Minacce Habitat/specie interessata

Valutazione significatività impatto

Obiettivi specifici Priorità di intervento

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Scarsa consapevolezza della popolazione di valori/esigenze ecologiche

tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

media

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

Falco biarmicus; alto

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

sentieri, piste e piste ciclabili

Hystrix cristata; Lepus corsicanus; Chalcides ocellatus; Hierophis viridiflavus; Podarcis wagleriana;

medio

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

media

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

urbanizzazione discontinua tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

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231

Criticità/Minacce Habitat/specie interessata

Valutazione significatività impatto

Obiettivi specifici Priorità di intervento

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

vandalismo tutti gli habitat e tutte le specie

medio

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

alta

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232

4. STRATEGIA GESTIONALE CON INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI PREVISTE

Le strategie promosse nell’ambito del Piano di Gestione risultano strettamente funzionali al

raggiungimento degli obiettivi generali e specifici e comprendono l’insieme delle azioni di

gestione, con il fine ultimo di raggiungere uno “stato di conservazione soddisfacente” dei Siti

Natura 2000.

Le strategie gestionali generali costituiscono una guida per il processo di attuazione del Piano, e

rappresentano il quadro di riferimento per la selezione, l’articolazione, lo sviluppo ed il

coordinamento delle azioni progettuali identificate e definite per il raggiungimento degli

obiettivi specifici, funzionali alla conservazione delle risorse, alla rimozione dei conflitti in atto

o potenziali tra attività umane ed evoluzione spontanea dei sistemi ecologici, nel rispetto delle

specificità locali e delle esigenze territoriali di crescita economica.

I contenuti generali delle strategie gestionali sono riconducibili a sei principali linee di indirizzo:

− sostegno alla gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti, che comprendono

tra l’altro strategie per migliorare la valutazione di incidenza, e strategie per il monitoraggio

dello stato di conservazione delle componenti ambientali;

− sostegno alla riqualificazione e ripristino dell’integrità ecologica dei sistemi ambientali,

fondati anche sull’attenzione delle capacità di rigenerazione e rinnovamento dei sistemi

ambientali;

− sostegno per la ricostruzione di nuovi habitat e ambienti naturali, con attenzione alle

esigenze ecologiche e alle valenze naturalistico-ambientali;

− sostegno alle iniziative per la mitigazione ed eliminazione degli impatti sugli habitat e le

specie;

− sostegno al mantenimento e al recupero del paesaggio agrario tradizionale e valorizzazione

delle risorse esistenti, con particolare riguardo alle specificità delle risorse locali e alle

attività tradizionali;

− sostegno alla fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili, anche attraverso la partecipazione delle comunità locali alle scelte

di gestione.

Sulla base degli obiettivi identificati e dei contenuti delle linee strategiche esplicitate sono

definite le azioni di gestione funzionali al conseguimento della conservazione degli habitat e

delle specie di interesse e della valorizzazione delle risorse. L’approccio strategico è funzionale

alla costruzione della coerenza tra esigenze di tutela ed aspettative di sviluppo, tra esigenze di

conservazione e quelle della fruizione ed utilizzo delle risorse, in un quadro di coerenza

territoriale, organico e sistemico, in cui le diverse azioni concorrono alla conservazione del Sito

e delle sue risorse, contenendo le criticità e valorizzando le potenzialità locali.

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233

A.1 Strategia gestionale con individuazione delle Azioni previste supportate da

valutazione di costi e stima dei tempi necessari per la realizzazione

Il quadro di progetto, costruito sull’impalcato degli obiettivi e delle strategie gestionali generali,

individua e definisce le azioni da attuare, ovvero azioni concrete di tutela per la conservazione,

il ripristino e la valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali.

L’individuazione e la definizione delle azioni richiama la necessità prioritaria di affrontare le

problematiche riscontrate nei sistemi ambientali, fenomeni che hanno talvolta ripercussioni

dirette sulle attività economiche e sulle altre risorse locali presenti nei Siti. In questa direzione

le azioni individuate mirano al raggiungimento degli obiettivi di tutela e salvaguardia

ambientale, degli habitat, delle specie e degli ambienti faunistici, attraverso strategie di

conservazione, prevenzione, mitigazione, ripristino, riqualificazione e sostegno ai servizi ad essi

necessari. Inoltre, tali azioni hanno talvolta benefici diretti anche sugli obiettivi di

valorizzazione delle risorse e delle attività economiche tradizionali presenti.

D’altro canto le potenzialità inespresse del territorio, determinate delle stesse valenze

naturalistico-ambientali non sufficientemente valorizzate, delle risorse storico-culturali e

paesaggistiche del contesto territoriale di riferimento, delle attività produttive tradizionali che

si svolgono nei Siti, indirizzano verso azioni di supporto e di incentivazione al sistema socio-

economico locale e di valorizzazione delle risorse territoriali, al fine di potenziare le attività

economiche eco-compatibili, favorire nuove opportunità di reddito fondate sulle tipicità locali,

favorire il rilancio delle attività tradizionali, che nell’insieme appaiono funzionali al

raggiungimento degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie.

L’individuazione delle azioni, così come la definizione degli obiettivi, discende dalle valutazioni

delle esigenze ecologiche, dalla individuazione dei fattori di pressione, delle criticità in atto

rilevate per gli habitat, gli ambienti faunistici e le specie animali e vegetali (Tabella 5). Le

azioni così definite comprendono interventi concreti per il contenimento dei fattori di pressione

e la mitigazione delle criticità, in atto e potenziali, concorrendo al riequilibrio delle attività

umane che si svolgono internamente o esternamente ai Siti in un’ottica di durabilità delle

risorse.

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234

A.1.1 Norme di salvaguardia specifiche.

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Regolamentazione degli Usi e delle Attività

CODICE AZIONE GES_HAB_64

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE RE

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste nella individuazione di contenuti regolamentari, riguardanti

l'area del SIC, atti a orientare gli usi delle risorse, le attività e i comportamenti

della popolazione secondo criteri e principi di compatibilità e di coerenza con le

esigenze di tutela e conservazione dei valori ambientali di interesse comunitario

e ambientale del Sito. Il regolamento deve attenersi ad una struttura incardinata

sui contenuti che seguono:

- recepimento in tutta l'area del SIC della norma di cui al DECRETO 17 Ottobre

2007 del MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

riguardante “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di

conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di

protezione speciale (ZPS)” (Gazzetta Ufficiale N. 258 del 6 Novembre 2007);

- recepimento in tutta l'area del SIC e nelle aree ad esso funzionalmente

connesse delle norme nazionali e regionali in materia di Valutazione di Incidenza

ambientale ai sensi del D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120.

Inoltre, sull’intera area SIC, si indicano le seguenti disposizioni:

fatti salvi gli obblighi relativi al recepimento delle nomative di cui sopra, le

seguenti azioni sono da permettere:

- effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su strade,

mulattiere e sentieri esistenti nel rispetto delle attuali caratteristiche

planoaltimetriche, tipologiche e formali, previo nulla osta dell'ente gestore;

- effettuare sugli impianti a rete esistenti interventi di manutenzione ordinaria e

straordinaria, previo nulla osta dell'ente gestore, con l'obbligo della rimessa in

pristino dei luoghi, utilizzando a tal fine tecniche di rinaturazione;

- esercitare le attività agricole e zootecniche esistenti (purché condotte a livello

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235

di impresa agricola) ed effettuare mutamenti di colture nell'ambito delle

coltivazioni tradizionali della zona, in considerazione delle esigenze proprie dei

cicli colturali. Eventuali trasformazioni di tipo diverso, che possono modificare il

paesaggio agrario caratteristico della zona e che comportino movimenti di terra,

devono essere sottoposte a preventivo nulla osta dell'ente gestore;

- esercitare le attività di pascolo compatibilmente con gli interventi di gestione

naturalistica; il pascolo è consentito nei limiti necessari ad assicurare il

mantenimento e/o il ripristino della copertura vegetale e la rinnovazione

naturale. L'esercizio del pascolo è sempre soggetto all'acquisizione del nulla osta

dell'ente gestore che fisserà limiti temporali di zona e di carico di capi di

bestiame distinti per specie;

- effettuare interventi sui popolamenti forestali per finalità naturalistiche,

fermo restando il divieto di aprire nuove piste di accesso e di nuovi interventi

preventivi strutturali;

- effettuare interventi di ricostruzione del manto vegetale: gli interventi di

ricostruzione del manto vegetale delle zone nude devono rispondere a criteri

naturalistici, favorendo il mantenimento e la diffusione di formazioni

vegetazionali coerenti con la potenzialità vegetazionale locale, privilegiando

l'affermazione di Habitat di Interesse Comunitario;

- effettuare interventi di rinaturazione e restauro ambientale secondo criteri

naturalistici, previo nulla osta dell'ente gestore;

- praticare l'escursionismo. Le escursioni a piedi sono libere, quelle a cavallo

possono essere effettuate in percorsi definiti e con l'eventuale limitazione della

frequenza, al fine di evitare danneggiamenti all'ambiente e disturbo alla fauna.

E' fatta salva la facoltà dell'ente gestore di fissare limiti e prescrizioni alle

attività di fruizione, fino a precludere totalmente alcune aree alla visita, per

finalità di ricerca scientifica o di conservazione naturalistica;

- recintare proprietà esclusivamente con siepi a verde e/o materiali naturali,

secondo l'uso tradizionale e con l'impiego di specie autoctone privilegiando il

perseguimento di obiettivi di miglioramento della funzionalità connettiva

dell'ecosisitema;

le seguenti azioni sono da vietare:

- qualunque azione di trasformazione edilizia ed infrastrutturale delle aree

interessate dalla presenza di habitat di Interesse Comunitario;

- aprire nuove cave e miniere ed esercitare attività estrattive, nonché asportare

materiale nelle aree di particolare interesse per la fauna, individuate in via

preliminare all’interno del PdG;

- asportare o danneggiare rocce, minerali, fossili e reperti di qualsiasi natura,

anche se si presentano in frammenti sciolti superficiali, salvo per motivi di

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236

ricerca scientifica a favore di soggetti espressamente autorizzati con apposito

disciplinare dell'ente gestore;

- distruggere, danneggiare o asportare vegetali di interesse comunitario, specie

rare ed endemiche, o parti di essi.

- alterare l'equilibrio delle comunità biologiche naturali, con l'introduzione di

specie estranee alla flora ed alla fauna autoctone.

- introdurre e impiegare qualsiasi mezzo di distruzione o di alterazione dei cicli

biogeochimici;

- abbandonare rifiuti al di fuori delle aree appositamente attrezzate;

- praticare il campeggio, il bivacco e la sosta Camper al di fuori delle aree

appositamente attrezzate;

- accendere fuochi all'aperto durante la stagione estiva o in occasione di episodi

di prolungata siccità, fatto salvo quanto necessario per lo svolgimento delle

attività agro-silvo-pastorali, previa comunicazione all'ente gestore;

- esercitare attività sportive che compromettano l'integrità ambientale e la

tranquillità dei luoghi e delle specie protette, quali automobilismo, trial,

motociclismo, motocross salvo autorizzazione dell’Ente gestore;

- apportare qualsiasi forma di disturbo alla fauna selvatica di interesse

comunitario e di rilevanza conservazionistica; molestare o catturare animali

vertebrati o invertebrati; raccogliere, disturbare o distruggere nidi, uova, tane e

giacigli, salvo che per motivi connessi ad attività consentite regolamento del

SIC, previa autorizzazione dell'ente gestore;

- attuare interventi che modifichino il regime, il corso o la composizione delle

acque, fatte salve le esigenze di attività agricole previamente autorizzate

dall'ente gestore, nonché di difesa antincendio. La realizzazione di interventi

finalizzati alla diminuzione delle condirioni di rischio idrogeologico delle aree

dovranno preferenzialmente essere realizzati facendo ricorso a tecniche di

Ingegneria Naturalistica, previo parere dell'Ente Gestore che dovrà

esplicitamente verificarene la coerenza con le esigenze di tutela delle specificità

Natura 2000 del sito.

- in corrispondenza degli alvei dei corsi d'acqua e delle relative fasce ripariali:

a) la attività agricola;

b) l'asportazione o il danneggiamento della vegetazione fluviale e riparia e

qualsiasi azione che contrasti la naturale evoluzione della vegetazione. Eventuali

esigenze di pulitura degli alvei connesse al controllo del rischio idrogeologico

dovranno essere concordati con l'Ente Gestore.

- in corrispondenza delle aree calanchive e delle zone di affioramento roccioso:

a) la attività agricola;

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237

b) l'asportazione o il danneggiamento della vegetazione naturale e qualsiasi

azione che contrasti la naturale evoluzione della vegetazione. Eventuali

interventi di sistemazione idraulico forestale finalizzati al controllo del rischio

idrogeologico dovranno essere concordati con l'Ente Gestore.

- in corrispondenza delle cave dismesse:

a) la distruzione dei siti di nidificazione della avifauna di interesse presso i fronti

rocciosi, anche se in seguito alla realizzazione di interventi di recupero

ambientale delle stesse. Eventuali interventi finalizzati alla messa in sicurezza

dei fronti di scavo dovranno essere concordati con l'Ente gestore.

Altri contenuti:

- In tutto il territorio del SIC può essere svolta attività di ricerca scientifica da

parte di soggetti qualificati autorizzati dall'ente gestore che può concedere solo

a tal fine deroghe ai divieti specifiche, nominative e a termine. I risultati e le

copie degli atti delle ricerche condotte dovranno essere comunicati e consegnati

all'ente gestore e all'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente.

- la gestione dei cantieri presso cave esistenti dovrà prevedere l'adozione di

soluzioni orientate a salvaguardare i siti di nidificazione della avifauna di

interesse conservazionistico eventualmente presente presso i fronti rocciosi.

- E' incentivato il mantenimento di colture tradizionali, l'utilizzo di tecniche

biologiche nonché la conversione in tecniche biologiche delle tecniche agricole e

colturali praticate, ai sensi delle norme e regolamenti comunitari, nazionali e

regionali vigenti.

- E' incentivato lo svolgimento di attività di sensibilizzazione della popolazione e

degli operatori tecnici, professionali e socio-economici sui temi della

salvaguardia ambientale in merito alle specificità e alla tipicità delle risorse

locali.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che

minacciano gli habitat e le specie

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che

agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti

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238

faunistici e delle specie

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI ARTA - Regione Siciliana

RELAZIONI Tutte le azioni

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI FONTI DI

FINANZIAMENTO

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - adozione regolamento

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239

A.1.2 Norme per una migliore definizione della procedura di valutazione di incidenza.

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Indirizzi per la migliore definizione della procedura di Valutazione di Incidenza

CODICE AZIONE GES_HAB_57

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE RE

DESCRIZIONE AZIONE La struttura ed i contenuti del Piano di Gestione (PdG) si configurano come un

quadro di riferimento che si presta ad una reciproca integrazione con i contenuti

delle valutazioni di incidenza previste per piani/progetti ricadenti nelle aree

SIC/ZPS. Tale tipo di integrazione si esplica in due direzioni o livelli: un livello

che si muove dal generale al particolare, ed un livello che, viceversa, si muove

dal particolare al generale: il primo identifica come il PdG rappresenti un

riferimento generale di conoscenze che aiutano nella implementazione di uno

studio di valutazione di incidenza in modo non parziale ma globale; il secondo,

invece, suggerisce una progressiva integrazione e aggiornamento dei contenuti

del PdG che provengano dagli studi di Valutazione di incidenza.

Nello specifico su un livello che si muove dal particolare al generale:

La valutazione di incidenza deve riconoscere e recepire la visione di insieme che

il piano di gestione produce sia come conoscenza sia come effetti regolamentari

sul territorio; a tal fine il documento della valutazione di incidenza deve

produrre una sintesi del PdG a cui i contenuti progettuali dell’opera sottoposta a

valutazione di incidenza si riferiscono. Nello specifico la valutazione di incidenza

su un piano/progetto deve riconoscere le relazioni fondamentali che si

sviluppano fra i sistemi ecologici esistenti sui quali il progetto interviene.

Lo studio della valutazione di incidenza deve contenere a tal fine una

schematica definizione delle dinamiche ecologiche presenti nel contesto

ambientale presente e definire non solo l’habitat che il progetto può

eventualmente “perturbare” ma anche le reti di relazione che si intercettano

attraverso il progetto.

Su un livello che si muove dal generale al particolare:

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240

la Valutazione di Incidenza inoltre deve “riversare” nel PdG, i contenuti della

lettura ed approfondimento di dettaglio, proprio per la sua discesa di scala

territoriale, che permette un’osservazione più ravvicinata dei fenomeni. La

struttura del Piano di Gestione, costruita attraverso le tecnologie GIS, può

essere progressivamente integrata e aggiornata.

Il Piano di Gestione orienta gli Studi per la Valutazione di Incidenza

relativamente ai seguenti contenuti:

come il progetto risponde al sistema delle criticità che il piano evidenzia;

come il progetto risponde alla tutela delle specificità ecologiche presenti nel

sito

come le misure di mitigazione forniscono adeguate soluzioni migliorative circa

l’inserimento del progetto nel contesto ambientale (anche come misure di

compensazione che ad es. incremento la consistenza dimensionale delle superfici

interessate da habitat di interesse comunitario);

come il progetto, anche a seguito della fase di realizzazione delle opere, si

adoperi per la divulgazione dei valori che rappresentano le specificità del

territorio in cui il progetto ricade; lo studio di valutazione di incidenza può

contenere alcune note utili per la diffusione delle conoscenze collettive sul

territorio, che nel caso di opere significative possono essere oggetto di

divulgazione.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che

agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che

minacciano gli habitat e le specie

NORME Direttive comunitarie 79/409/CEE e 92/43/CEE ssmmii e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Riserva Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI ARTA - Regione Siciliana

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241

RELAZIONI Tutte le azioni

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI FONTI DI

FINANZIAMENTO

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di procedure di Valutazione di Incidenza avviate

- numero di procedure di Valutazione di Incidenza con esito positivo

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242

A.1.3 Programma di monitoraggio.

Nella tabella seguente viene rappresentato un quadro di sintesi delle azioni di monitoraggio che

sono state individuate prioritariamente per il controllo dello stato di conservazione degli habitat

e delle specie di interesse. Per quanto riguarda i protoccoli di attuazione delle azioni e relativi

idicatori si rimanda alle schede delle azioni.

Tabella 4 – Azioni di monitoraggio e ricerca

Azioni di monitoraggio e ricerca (MR)

Cod_AZ Azione Priorità Tempistica Costi Stimati (€/anno)

GES_HAB_09 Programmi di monitoraggio e/o ricerca - Studio dinamiche evolutive media 3 anni € 50.000/anno

GES_HAB_20 Studio della popolazione avifaunistica nidificante alta 3 anni € 5.000/anno

GES_HAB_21 Censimento delle popolazioni e dei siti riproduttivi delle specie di Anfibi finalizzato alla stima del loro stato di conservazione con individuazione dei fattori di criticità ed alla valutazione dell'efficacia delle misure di tutela e conservazione degli stessi. alta 5 anni € 3.000/anno

GES_HAB_22 Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli Insetti impollinatori finalizzato alla verifica dell'efficacia delle misure proposte per favorirne l'incremento quali-quantitativo alta 5 anni € 2.500/anno

GES_HAB_25 Monitoraggio dell'avifauna alta 5 anni € 4.000/anno

GES_HAB_26 Monitoraggio delle popolazioni di chirotteri (Studio di base) alta 5 anni € 4.000/anno

GES_HAB_27 Attualizzazione del quadro conoscitivo sull’entomofauna di rilevanza conservazionistica

alta 3 anni

€ 15.000 per lo studio di base € 3.000/anno per i monitoraggi successivi

GES_HAB_28 Realizzazione di monitoraggi annuali della fauna in generale alta 5 anni € 4.000/anno

GES_HAB_29 Monitoraggio delle popolazioni di Lanario (Falco biarmicus) alta 5 anni € 3.000/anno

GES_HAB_42 Stima della dimensione e dell'andamento stagionale della popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus). alta 5 anni € 2.000/anno

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243

Tabella 5 - Quadro di sintesi relativo all’individuazione delle azioni di gestione in relazione gli obiettivi specifici e alle criticità/minacce

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

GES_HAB_18 Prevenzione e controllo degli incendi

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

GES_HAB_18 Prevenzione e controllo degli incendi

1430; 6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Artermisa arborescens; Falco biarmicus; Merops apiaster; Saxicola torquata; Hystrix cristata; Lepus corsicanus; Chalcides ocellatus; Hierophis viridiflavus; Podarcis sicula; Podarcis wagleriana;

incendi

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_13 Regolamentazione delle attività di pascolo

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

1430; 6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Artermisa arborescens; Ophrys obaesa; Merops apiaster; Hystrix cristata; Lepus corsicanus;

pascolo

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

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244

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

RIQ_HAB_02 Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole.

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

1430; Artermisa arborescens; Attività agricole

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

RIQ_HAB_02 Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole.

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

6220; Eryngium bocconei; Matthiola coronopifolia; Lygeum spartum; Ophrys obaesa; Podarcis wagleriana; Podarcis sicula; Hierophis viridiflavus; Chalcides ocellatus;

Attività agricole

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

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245

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Falco biarmicus; sentieri, piste e piste ciclabili

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Falco biarmicus; Hystrix cristata; piantagione artificiale

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

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246

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Falco biarmicus; Hystrix cristata; Lepus corsicanus;

cave

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_13 Regolamentazione delle attività di pascolo

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Hierophis viridiflavus; Podarcis wagleriana; Pascolo

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Hystrix cristata; Lepus corsicanus; Chalcides ocellatus; Hierophis viridiflavus; Podarcis wagleriana;

sentieri, piste e piste ciclabili

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

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247

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

lepre italica Predazione Prevenzione della predazione da randagismo GES_HAB_33 Controllo del randagismo canino e felino in relazione alla tutela di Lepre italica (Lepus corsicanus)

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Lepus corsicanus; piantagione artificiale

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

RIQ_HAB_02 Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole.

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

Lepus corsicanus; Falco biarmicus; Merops apiaster; Saxicola torquata;

Attività agricole

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

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248

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

altri divertimenti e attività turistiche non elencate

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

RIQ_HAB_02 Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole.

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

GES_HAB_19 Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC (vigilanza, tecnici comunali, addetti forestali, etc..) sui requisiti gestionali ed esigenze di tutela delle valenze Natura 2000 del sito

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

Indeguata qualità ambientale e paesaggistica complessiva del territorio per una fruizione qualificata dell'area

Recupero e riqualificazione delle aree degradate attraverso la rimozione delle cause di criticità

RIQ_HAB_08 Bonifiche aree inquinate (rimozione rifiuti solidi, liquidi, ecc.)

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

tutti gli habitat e tutte le specie

Insufficiente perseguimento delle opportunità di sviluppo socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_12 Incentivazione alla apertura di strutture di agriturismo

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249

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

FRU_SIT_11 Sostegno alle attività tipiche locali artigianali e trasferimento di saperi

Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso attività ecosostenibili

FRU_SIT_12 Incentivazione alla apertura di strutture di agriturismo

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche

FRU_SIT_11 Sostegno alle attività tipiche locali artigianali e trasferimento di saperi

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_14 Certificazione Qualita e/o origine prodotti locali

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

Scarsa consapevolezza della popolazione delle opportunità di sviluppo socioeconomico legate alla Rete Natura 2000

Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i caratteri di sensibilità ambientali del sito

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della biodiversità

RIQ_HAB_02 Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole.

Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento delle specificità locali e dei valori naturalistici

GES_HAB_18 Prevenzione e controllo degli incendi

Scarsa consapevolezza della popolazione di valori/esigenze ecologiche

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

GES_HAB_19 Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC (vigilanza, tecnici comunali, addetti forestali, etc..) sui requisiti gestionali ed esigenze di tutela delle valenze Natura 2000 del sito

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250

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

FRU_SIT_06 Programmi didattici. Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce GES_HAB_18 Prevenzione e controllo degli incendi

Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione del Sito Natura 2000

GES_HAB_19 Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC (vigilanza, tecnici comunali, addetti forestali, etc..) sui requisiti gestionali ed esigenze di tutela delle valenze Natura 2000 del sito

Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie

GES_HAB_57 Indirizzi per la migliore definizione della procedura di Valutazione di Incidenza

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_57 Indirizzi per la migliore definizione della procedura di Valutazione di Incidenza

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività

urbanizzazione discontinua

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle criticità e minacce

FRU_SIT_06 Programmi didattici.

vandalismo

Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano gli habitat e le specie

GES_HAB_05 Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

GES_HAB_20 Studio della popolazione avifaunistica nidificante

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251

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

GES_HAB_20 Studio della popolazione avifaunistica nidificante

GES_HAB_22 Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli Insetti impollinatori finalizzato alla verifica dell'efficacia delle misure proposte per favorirne l'incremento quali-quantitativo

GES_HAB_25 Monitoraggio dell'avifauna

GES_HAB_26 Monitoraggio delle popolazioni di chirotteri (pipistrelli)

GES_HAB_27 Attualizzazione del quadro conoscitivo sull’entomofauna di rilevanza conservazionistica

GES_HAB_28 Realizzazione di monitoraggi annuali della fauna in generale

GES_HAB_29 Monitoraggio delle popolazioni di Lanario (Falco biarmicus)

Tutti gli habitat, Insetti impollinatori, chirotteri, entomofauna, Lanario, Lepre Italica, popolazione avifaunistica nidificante

Carenza di conoscenza specifica multitemporale relativa alle componenti ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

GES_HAB_42 Stima della dimensione e dell'andamento stagionale della popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus).

GES_HAB_09 Programmi di monitoraggio e/o ricerca - Studio dinamiche evolutive

GES_HAB_20 Studio della popolazione avifaunistica nidificante

GES_HAB_21 Censimento delle popolazioni e dei siti riproduttivi delle specie di Anfibi finalizzato alla stima del loro stato di conservazione con individuazione dei fattori di criticità ed alla valutazione dell'efficacia delle misure di tutela e conservazione degli

GES_HAB_22 Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli Insetti impollinatori finalizzato alla verifica dell'efficacia delle misure proposte per favorirne l'incremento quali-quantitativo

GES_HAB_25 Monitoraggio dell'avifauna

GES_HAB_26 Monitoraggio delle popolazioni di chirotteri (pipistrelli)

Tutti gli habitat, Anfibi, Insetti impollinatori, chirotteri, entomofauna, Lanario, Lepre Italica, popolazione avifaunistica nidificante

Carenza di conoscenza specifica di dettaglio relativa alle componenti ambientali e alle relative esigenze ecologiche e gestionali

Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione delle potenzialità di sviluppo

GES_HAB_27 Attualizzazione del quadro conoscitivo sull’entomofauna di rilevanza conservazionistica

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252

Habitat/specie interessati Criticità/Minacce Obiettivi specifici Cod_Azione Nome azione

GES_HAB_28 Realizzazione di monitoraggi annuali della fauna in generale

GES_HAB_29 Monitoraggio delle popolazioni di Lanario (Falco biarmicus)

GES_HAB_42 Stima della dimensione e dell'andamento stagionale della popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus).

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253

Le azioni di gestione identificate e definite sono raggruppate in differenti categorie sulla base

della natura e dell’obiettivo generale che perseguno. Esse, coerentemente con gli obiettivi

generali e le linee strategiche individuate, si articolano in:

− gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

− riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

− ri-costruzione di nuovi habitat/ambienti

− mitigazione degli impatti

− mantenimento e recupero del paesaggio agrario tradizionale e di valorizzazione delle risorse

territoriali

− fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività economiche

sostenibili

Infine, le azioni di gestione sono suddivise in differenti tipologie sulla base delle modalità di

attuazione, della natura e delle finalità stesse delle azioni. Esse si articolano in:

− interventi attivi (IA), generalmente finalizzati a rimuovere/ridurre un fattore di disturbo,

ovvero a “orientare” una dinamica naturale. Tali interventi spesso possono avere carattere

strutturale e la loro realizzazione è maggiormente evidenziabile e processabile. Nella

strategia di gestione individuata per il Sito, gli interventi attivi sono necessari soprattutto

nella fase iniziale di gestione, al fine di ottenere un “recupero” delle dinamiche naturali,

configurandosi in tal senso come interventi una tantum a cui far seguire interventi di

mantenimento o azioni di monitoraggio ma non è da escludersi, soprattutto in ambito

forestale, una periodicità degli stessi in relazione al carattere dinamico degli habitat e dei

fattori di minaccia.

− regolamentazioni (RE) sono quelle azioni di gestione i cui effetti sullo stato favorevole di

conservazione degli habitat e delle specie, sono frutto di scelte programmatiche che

suggeriscano/raccomandino comportamenti da adottare in determinate circostanze e luoghi.

I comportamenti in questione possono essere individuali o della collettività e riferibili a

indirizzi gestionali. Il valore di cogenza viene assunto nel momento in cui l’autorità

competente per la gestione del Sito attribuisce alle raccomandazioni significato di norma o

di regola. Dalle regolamentazioni possono scaturire indicazioni di gestione con carattere di

interventi attivi,programmi di monitoraggio, incentivazioni.

− Incentivazioni (IN) hanno la finalità di sollecitare l’introduzione presso le popolazioni locali

di pratiche, procedure o metodologie gestionali di varia natura (agricole, forestali,

produttive ecc.) che favoriscano il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Gestione.

− programmi di monitoraggio e/o ricerca (MR) hanno la finalità di misurare lo stato di

conservazione di habitat e specie, oltre che di verificare il successo delle azioni proposte dal

Piano di Gestione; tra tali programmi sono stati inseriti anche gli approfondimenti conoscitivi

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254

necessari a definire più precisamente gli indirizzi di gestione e a tarare la strategia

individuata.

− programmi didattici (PD) sono direttamente orientati alla diffusione di conoscenze e modelli

di comportamenti sostenibili che mirano, attraverso il coinvolgimento delle popolazioni

locali, alla tutela dei valori del Sito.

Gli interventi sono quindi distinti in:

− straordinari, ovvero da eseguire una sola volta (azioni di recupero e ripristino);

− ordinari, ovvero da ripetersi periodicamente (periodicità intesa come annuale o stagionale),

− materiali, ovvero consistenti in azioni concrete sul territorio (interventi di ripristino,

realizzazione di opere, ecc.)

− immateriali, ovvero consistenti in azioni immateriali (ad es. campagne di informazione,

accordi, ecc.).

Infine, la programmazione delle attività, oltre che della priorità d’intervento, deve tenere conto

dei tempi di realizzazione, distinta in breve, medio e lungo termine, socondo le seguenti

definizioni:

− a breve termine (BT): tutti gli interventi che potranno essere presumibilmente realizzati

entro 12 mesi;

− a medio termine (MT): tutti gli interventi che potranno essere presumibilmente realizzati

entro 24-36 mesi;

− a lungo termine (LT): tutti gli interventi che richiedono un tempo di attuazione compreso tra

36 e 60 mesi ed oltre.

Le azioni di gestione ai fini del raggiungimento degli obiettivi specifici prefissati sono di seguito

individuati e strutturati in categorie con relativi costi e tempi stimati per la loro realizzazione.

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255

Tabella 6 – Quadri di sintesi delle Azioni di gestione dei Siti Natura 2000 con relativi costi e tempi

presunti di realizzazione

Categoria azione: gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

Codice Azione

Nome azione Tipo Azione

Costi Tempi stimati

GES_HAB_05

Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.). IA

Costo della formazione personale addetto sorveglianza: € 5.000 Costo del personale per l’esercizio: € 8.000/anno continuo

GES_HAB_09 Programmi di monitoraggio e/o ricerca - Studio dinamiche evolutive

MR € 50.000/anno 3 anni

GES_HAB_13 Regolamentazione delle attività di pascolo RE € 10.000 6 mesi

GES_HAB_16 Creazione di micro-aree "santuario"

IN € 20.000 1 anno

GES_HAB_18 Prevenzione e controllo degli incendi

IA € 20.000 6 mesi

GES_HAB_19

Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC (vigilanza, tecnici comunali, addetti forestali, etc..) sui requisiti gestionali ed esigenze di tutela delle valenze Natura 2000 del sito PD € 9.000 5 mesi

GES_HAB_20 Studio della popolazione avifaunistica nidificante MR € 5.000/anno 3 anni

GES_HAB_21 Censimento delle popolazioni e dei siti riproduttivi delle specie di Anfibi finalizzato alla stima del loro stato di conservazione con individuazione dei fattori di criticità ed alla valutazione dell'efficacia delle misure di tutela e conservazione degli stessi.

MR € 3.000/anno 5 anni

GES_HAB_22 Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli Insetti impollinatori finalizzato alla verifica dell'efficacia delle misure proposte per favorirne l'incremento quali-quantitativo MR € 2.500/anno 5 anni

GES_HAB_25 Monitoraggio dell'avifauna

MR € 4.000/anno 5 anni

GES_HAB_26 Monitoraggio delle popolazioni di chirotteri (Studio di base)

MR € 4.000/anno 5 anni

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256

Categoria azione: gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

Codice Azione

Nome azione Tipo Azione

Costi Tempi stimati

GES_HAB_27 Attualizzazione del quadro conoscitivo sull’entomofauna di rilevanza conservazionistica

MR

€ 15.000 per lo studio di base € 3.000/anno per i monitoraggi successivi 3 anni

GES_HAB_28 Realizzazione di monitoraggi annuali della fauna in generale MR € 4.000/anno 5 anni

GES_HAB_29 Monitoraggio delle popolazioni di Lanario (Falco biarmicus)

MR € 3.000/anno 5 anni

GES_HAB_33 Controllo del randagismo canino e felino in relazione alla tutela di Lepre italica (Lepus corsicanus) IA € 2.000/anno 5 anni

GES_HAB_42 Stima della dimensione e dell'andamento stagionale della popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus). MR € 2.000/anno 5 anni

GES_HAB_57 Indirizzi per la migliore definizione della procedura di Valutazione di Incidenza RE

GES_HAB_64 Regolamentazione degli Usi e delle Attività RE

Categoria azione: riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

Codice Azione

Nome azione Tipo Azione

Costi Tempi stimati

RIQ_HAB_02 Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole. IN € 10.000/anno 3 anni

RIQ_HAB_04 Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali. IN € 3.000/anno 5 anni

RIQ_HAB_08 Bonifiche aree inquinate (rimozione rifiuti solidi, liquidi, ecc.) IA € 80.000 3 mesi

Categoria azione: fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività economiche sostenibili

Codice Azione

Nome azione Tipo Azione

Costi Tempi stimati

FRU_SIT_06 Programmi didattici PD € 15.000 6-12 mesi

FRU_SIT_09 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello IN € 10.000/anno 3 anni

FRU_SIT_10 Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni economiche IN € 30.000/anno 3 anni

FRU_SIT_11 Sostegno alle attività tipiche locali artigianali e trasferimento di saperi IN € 25.000 1 anno

FRU_SIT_12 Incentivazione alla apertura di strutture di agriturismo IN € 30.000 1 anno

FRU_SIT_14 Certificazione Qualita e/o origine prodotti locali IN € 60.000 6-12 mesi

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257

A.1.4 Schede delle Azioni di gestione

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Programmi didattici

CODICE AZIONE FRU_SIT_06

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE PD

DESCRIZIONE AZIONE L'azione di diffusione di informazioni rivolta alla popolazione in merito alle

valenze ecologiche Natura 2000 è finalizzata alla predisposizione di azioni di

gestione e conservazione di tali valenze. Particolare attenzione deve essere

rivolta alla rilevanza ecologica e alla corretta gestione degli habitat 1430 e 6220

in un'ottica di sostenibilità ecologica con l'obiettivo di ridurre l’effetto negativo

su tali habitat e le correlate specie d'interesse conservazionistico da parte sia

delle pratiche di fruizione dell'area sia del comparto agricolo e pastorale. Per

quanto riguarda l'ambito agricolo, si prevede la sensibilizzazione verso l'impiego

di tecniche agronomiche meno impattanti in un'ottica di conservazione e

ripristino della fertilità del suolo con conseguente incremento della biodiversità

sul territorio. Specifica attenzione deve essere posta al carico di pascolamento ed

al relativo calpestio, in specie per l'habitat 6220. Si prevedono quindi i seguenti

interventi: predisposizione di una campagna divulgativa in merito alle valenze

ecologiche del sito alle corrette pratiche delle attività di fruizione con specifico

riferimento a quelle turistico-ricreative,con reealizzazione anche di apposita

cartellonistica; la sensibilizzazione verso la adozione di adeguate pratiche

selvicolturali ed agro-pastorali finalizzate alla conservazione o al ripristino della

biodiversità ed in genere di ambiti ad elevato valore ecologico.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

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258

OBIETTIVI GENERALI Fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

OBIETTIVI SPECIFICI Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle

criticità e minacce

Aumento della consapevolezza da parte della popolazione delle opportunità di

sviluppo connesse con la Rete Natura 2000

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Riserva Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Comuni, Azienda Foreste, Associazioni operanti in campo ambientale

RELAZIONI FRU_SIT_09; FRU_SIT_10; FRU_SIT_11; FRU_SIT_12; GES_HAB_05; GES_HAB_09;

GES_HAB_13; GES_HAB_16; GES_HAB_18; GES_HAB_19; RIQ_HAB_08;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 15.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

PO FSE

relativamente

ad azioni di

divulgazione

dirette agli

operatori

economici:

PSR - Asse 1 -

Misura 111 –

Interventi di

formazione

professionale

e azioni di

informazione

- Azione 2

"informazione"

finanziamento

al 100% -

dotazione

misura €

38.923.666,00

PSR Asse 3 -

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

6-12 mesi

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259

Misura 331 -

Formazione e

informazione

-

finanziamento

al 100% -

dotazione

misura €

10.000.000,00

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' media

INDICATORI - indicatori di gradimento del progetto: rilevazioni delle presenze agli

appuntamenti dell'evento, questionario somministrato ai partecipanti

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260

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - Apertura di sportello

CODICE AZIONE FRU_SIT_09

LOCALIZZAZIONE Provincia di Enna

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'apertura di uno sportello si configura come un'azione di incentivazione alla

pratica dell'agricoltura biologica. Tale pratica è prevalentemente finalizzata a

ridurre l’effetto negativo sulla biodiversità da parte del sistema agricolo con

specifico riferimento alla coltivazione di seminativi, colture legnose ed alla

pastorizia. Grazie all’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti a bassissimo impatto

per le coltivazioni arboree e da frutto (come oliveti, vigneti e frutteti in genere)

ed all'avvicendamento colturale, s'intende porre all'agricoltura l'obiettivo di

conservare il più possibile la fertilità del suolo da cui dipende la

rinaturalizzazione e ricolonizzazione territoriale. Lo sportello avrà funzione

informativa ed operativa, garantendo la corretta informazione in merito

all'attivazione di pratiche di agricoltura biologica e fornendo consulenza tecnica

in merito. Tale azione prevede quindi di fornire una struttura di riferimento per

gli agricoltori finalizzata ad incentivare la diffusione delle pratiche biologiche

anche mediante studi di settore in grado di delineare una "filiera del biologico"

tale da risultare sostenibile sotto gli aspetti ambientali ed economici.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

OBIETTIVI SPECIFICI Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i

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261

caratteri di sensibilità ambientali del sito

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di

sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

NORME Reg. CE n. 404/2008 della Commissione, del 06 maggio 2008; Allegato II del

regolamento (CEE) n. 2092/91 GUUE n. L120 del 07.05.08);

D.D.G. 3220 del 28/12/2007 (in recepimento del Regolamento 1783/03/CE e

Allegato IV); PSR Sicilia 2007-2013

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Comuni, Associazioni operanti in campo ambientale

RELAZIONI FRU_SIT_06; FRU_SIT_10; FRU_SIT_11; FRU_SIT_12; FRU_SIT_14;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

10.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Sicilia -

Asse II -

Misura 214

Pagamenti

agro-

ambientali

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 anni

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' bassa

INDICATORI - numero di richieste pervenute

- numero di gironate di apertura al pubblico dello sportello

- avvio di iniziative di agricoltura biologica

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262

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Incentivazione sviluppo di pratiche di Agricoltura Biologica - incentivazioni

economiche

CODICE AZIONE FRU_SIT_10

LOCALIZZAZIONE aree agricole interne al sito

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione prevede l'incentivazione economica per lo sviluppo o il potenziamento di

pratiche di Agricoltura Biologica finalizzate a favorire la gestione, la tutela e la

pubblica fruizione delle valenze Natura 2000. Per quanto attiene il comparto

zootecnico, l'istituzione del premio agro ambientale per la coltivazione delle

foraggere previsto dal Piano di Sviluppo Rurale regionale acquista ulteriore valore

se le foraggere rientrano nella filiera della zootecnia biologica la quale è

finalizzata a minimizzare gli impatti ambientali dovuti per lo più al carico di

pascolo.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

OBIETTIVI SPECIFICI Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i

caratteri di sensibilità ambientali del sito

Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di

sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

NORME Reg. CE n. 404/2008 della Commissione, del 06 maggio 2008; Allegato II del

regolamento (CEE) n. 2092/91 GUUE n. L120 del 07.05.08);

D.D.G. 3220 del 28/12/2007 (in recepimento del Regolamento 1783/03/CE e

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263

Allegato IV)

BENEFICIARI Operatori attivi in campo agricolo

ALTRI SOGGETTI Ente Gestore SIC

RELAZIONI FRU_SIT_06; FRU_SIT_09; FRU_SIT_11; FRU_SIT_12; FRU_SIT_14;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

30.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Sicilia -

Asse II -

Misura 214

Pagamenti

agro-

ambientali -

Misura 216

Investimenti

non

produttivi in

aziende

agricole

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 anni

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' bassa

INDICATORI - numero di richieste di incentivi

- valore degli incentivi

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264

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Sostegno alle attività tipiche locali artigianali e trasferimento di saperi

CODICE AZIONE FRU_SIT_11

LOCALIZZAZIONE comuni interessati dal sito

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione prevede la valorizzazione delle produzioni tipiche locali tramite il

coordinamento di azioni comuni fra gli operatori attivi nell'area come:

l'organizzazione di sagre, la partecipazione ad eventi eno-gastronomici sul

territorio regionale e nazionale, l'inserimento dei produttori come fornitori di

Gruppi di Acquisto Solidale (con l'ulteriore effetto di promozione dell'intera

Isola), la vendita via internet (e-commerce). A tal fine dovranno essere

organizzati incontri preliminari con i soggetti interessati; offerta di servizi di

consulenza specifica agli agricoltori; individuazione di strategie comuni di

promozione e valorizzazione; organizzazione di eventi; creazione di un portale

internet per la promozione e la vendita dei prodotti tipici; individuazione, sul

territorio nazionale, di eventi idonei alla promozione dei prodotti locali (fiere

eno-gastronomiche, dell'artigianato, ...); incontri con rappresentati di GAS

esistenti sul territorio provinciale e regionale.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

OBIETTIVI SPECIFICI Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i

caratteri di sensibilità ambientali del sito

Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso

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265

attività ecosostenibili

NORME Regione Siciliana - D.D.G. 502/2007;

BENEFICIARI Imprese private, Comuni, Associazioni operanti nei settori agricoltura, pesca,

ambiente

ALTRI SOGGETTI Ente Gestore SIC

RELAZIONI FRU_SIT_06; FRU_SIT_09; FRU_SIT_10; FRU_SIT_12; ; FRU_SIT_14;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 25.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

relativamente

a servizi di

consulenza

specifica agli

agricoltori:

PSR Asse 1 -

Misura 114 -

Utilizzo dei

servizi di

consulenza in

agricoltura e

silvicoltura -

finanziamento

al 80% (max

€1.000 per

servizio di

consulenza;

max 3 servizi

per azienda

nel periodo

2007-2013)

relativamente

alle attività di

informazione

e

promozione:

PSR Asse 1 -

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

1 anno

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266

Misura 133 –

Attività di

informazione

e promozione

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' bassa

INDICATORI - indicatori di gradimento del progetto: numero di imprese aderenti al progetto,

incremento del fatturato delle imprese aderenti, numero di assunti dalle

imprese aderenti, numero di accessi al portale internet, numero di transazioni

tramite internet

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267

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE

PIANO

M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Incentivazione alla apertura di strutture di agriturismo

CODICE AZIONE FRU_SIT_12

LOCALIZZAZIONE aree agricole interne al sito

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste prevalentemente nella diversificazione delle attività agricole

finalizzata alla sostenibilità economica e ambientale delle medesime. Nello

specifico, questa azione intende contenere e lo sviluppo di strutture ricettive

nell'area non compatibili con gli obiettivi di conservazione degli habitat d'interesse

naturalistico ed in genere delle valenze Natura 2000. Contemporanemante,

facilitando la sostenibilità economica delle attività agricole e pastorali, fa si che gli

operatori agricoli siano maggiormente incentivati all'impiego di sistemi di

coltivazione e/o allevamento compatibili con il mantenimento delle valenze Natura

2000. Inoltre tale azione presenta relazioni con lo sviluppo della pratica

dell'agricoltura biologica in una filiera ampia che comprenda anche attività di tipo

turistico. Attività di questo tipo denominate "agricoltura sociale" , inoltre,

mediante la conoscenza dei processi del lavoro agricolo, l’ambiente, i tempi ed i

ritmi della campagna, appaiono un’occasione facilitante e “terapeutica” per tante

forme di disagio. In tal caso l’attività agricola coniuga la sua specifica funzione

produttiva con lo svolgimento di una

funzione sociale e il mantenimento/riorientamento in senso ambientale di pratiche

coerenti rispetto alle esigenze ecologiche del sito. Dal punto di vista operativo

l’azione prevede investimenti per l'adeguamento, la qualificazione e il

miglioramento delle strutture esistenti finalizzati all’ampliamento dei servizi

offerti in un'ottica di recupero e valorizzazione delle emergenze storico-

architettoniche cosiddette minori (borghi, edifici rurali ed elementi correlati). Tra

gli interventi prevedibili a corredo della realizzazione di strutture agrituristiche si

identificano opere ed attrezzature finalizzate ad ampliare l’offerta dei servizi,

attraverso attività escursionistiche e ricreative utili per la diffusione delle

conoscenze in merito alla salvaguardia della biodiversità e delle valenze Natura

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268

2000 del sito. Non sono previsti interventi trasformativi che comportino

l'occupazione di nuove superfici attualmente non edificate o pavimentate.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

OBIETTIVI SPECIFICI Favorire il mantenimento e rafforzamento delle attività tradizionali in grado di

sostenere la conservazione degli habitat naturali e seminaturali

Offerta di possibilità occupazionali e di reddito alla popolazione locale attraverso

attività ecosostenibili

NORME Legge 96/2006 "Disciplina dell'agriturismo"; LR 25/1994 "Norme sull'agriturismo"; LR

32/2000 art. 87; LR 13/2006 "Riproposizione di norme in materia di turismo"; DA 6

giugno 2002 "Requisiti per la classifica e lo svolgimento dell'attività di turismo

rurale"; Direttiva "Habitat" 92/43/CEE; Direttiva "Uccelli" 79/409/CEE; Regione

Siciliana - D.D.G. 502/2007;

BENEFICIARI Privati cittadini e Associazioni operanti nel settore agricolo

ALTRI SOGGETTI Ente Gestore SIC, Comuni

RELAZIONI FRU_SIT_06; FRU_SIT_09; FRU_SIT_10; FRU_SIT_11; FRU_SIT_14;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 30.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

POR Obiettivo

specifico 3.3 -

Obiettivo operativo

3.3.2: Valorizzare le

iniziative di

diversificazione e

destagionalizzazione

turistica al fine di

sviluppare la

competitività

dell’offerta

regionale nei

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

1 anno

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269

mercati rilevanti;

linea d'intervento

3.3.2.1

PSR Asse 3 - Misura

311 -

Diversificazione

verso attività non

agricole - azione A

"Agriturismo"

finanziamento al

45% - dotazione

misura €

100.509.552,00

PSR Asse 3 - Misura

312 - Sostegno alla

creazione ed allo

sviluppo di micro-

imprese

finanziamento al

75% fino a un max di

€ 200.000-

dotazione misura €

25.055.931,00

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' bassa

INDICATORI - indicatori di gradimento del progetto: numero di imprese aderenti al progetto,

incremento del fatturato delle imprese aderenti, numero di assunti dalle

imprese aderenti, numero di arrivi nelle strutture agrituristiche/di turismo

rurale

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270

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Certificazione Qualita e/o origine prodotti locali

CODICE AZIONE FRU_SIT_14

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste nel potenziamento delle filiere che producono prodotti

tradizionali di qualità, tra cui emergono le produzioni derivanti da agricoltura

biologica. In quest'ottica assume specifica importanza l'informazione nei confronti

di operatori economici e consumatori sui prodotti tutelati da marchi comunitari ai

sensi del Regolamento CE n. 510/2006 (DOP, IGP e STG), ai sensi del Regolamento

CE n. 2092/1991 (agricoltura biologica) e sui vini DOCG, DOC e IGT anche

mediante attività promozionali di seguito elencate:

– diffusione della conoscenza dei prodotti presso i consumatori attraverso i diversi

strumenti di comunicazione quali stampa, mezzi radiotelevisivi e informatici;

– realizzazione e distribuzione dei materiali informativi e relativi ai prodotti

locali;

– attività promozionali a carattere commerciale a favore di operatori economici;

– attività pubblicitarie effettuate presso punti vendita locali;

– organizzazione e realizzazione di eventi promozionali.

- Introduzione di nuovi marchi e certificazione per la valorizzazione delle filiere

dei prodotti locali.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Fruizione dei siti, comunicazione, formazione e valorizzazione delle attività

economiche sostenibili

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271

OBIETTIVI SPECIFICI Promozione di attività economiche compatibili con le specificità locali e con i

caratteri di sensibilità ambientali del sito

NORME Regolamento CEE 2081/92

BENEFICIARI Enti Pubblici (Comune, Provincia, Regione), Associazioni operanti nei settori

agricoltura, pesca, produzione alimentare

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI FRU_SIT_09; FRU_SIT_10; FRU_SIT_11; FRU_SIT_12;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 60.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

POR Asse 5 -

obiettivo

specifico 5.1 -

obiettivo

operativo

5.1.1

Sostenere lo

sviluppo e il

rafforzamento

di distretti

produttivi e

gruppi di

imprese e

realizzare i

servizi comuni

volti a

superare

deficit

conoscitivi e

relazionali

delle imprese

- linea

d'intervento

5.1.1.1 -

5.1.1.4

PSR Asse 1 -

Misura 132 -

Partecipazione

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

6-12 mesi

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

272

degli

agricoltori ai

sistemi di

qualità

alimentare -

contributo

massimo

€3.000 ad

azienda -

dotazione

misura €

16.500.000,00

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' bassa

INDICATORI - indicatori di gradimento del progetto: numero di imprese aderenti al progetto,

incremento vendite/fatturato delle imprese aderenti, numero di assunti dalle

imprese aderenti

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273

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Servizio di sorveglianza (antibracconaggio, ecc.).

CODICE AZIONE GES_HAB_05

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IA

DESCRIZIONE AZIONE Attualmente la sorveglianza è esercitata dalle autorità competenti ai fini del

rispetto delle normative vigenti in campo ambientale ma non è organizzata, né

finalizzata espressamente al perseguimento degli obiettivi di conservazione

specifici del SIC. L’intervento è mirato alla salvaguardia e tutela del patrimonio

ambientale e necessita di una prima fase di formazione e informazione dei

soggetti cui sarà affidata la sorveglianza del sito. Con l’aiuto delle autorità

competenti, coinvolte anche nella formazione del personale addetto, la

sorveglianza del sito deve garantire:

▪ il rispetto delle norme di tutela e della disciplina del regolamento del Piano,

nonché la specifica normativa di settore;

▪ il controllo e la prevenzione di comportamenti che possano minacciare lo stato

ambientale del sito (accensione di fuochi, abbandono di rifiuti, discariche

abusive, prelievi di piante e/o sabbia, bracconaggio, campeggio abusivo, ecc.);

▪ il controllo sulla manutenzione delle infrastrutture funzionali alla fruizione del

sito.

Il servizio sarà espletato da n.1 addetto part-time

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

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274

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Prevenzione e controllo dei processi riferibili a fattori di pressione che minacciano

gli habitat e le specie

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali; PSR Sicilia 2007-2013

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Comuni, Azienda Foreste

RELAZIONI L’intervento è di supporto ed è integrato a tutti gli altri interventi previsti.

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI Costo della

formazione

personale

addetto

sorveglianza:

€ 5.000

Costo del

personale

per

l’esercizio: €

8.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Asse 3

Misura 331

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

continuo

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di sanzioni amministrative;

- numero di segnalazioni di infrazioni alle autorità giudiziarie competenti

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275

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Programmi di monitoraggio e/o ricerca - Studio dinamiche evolutive

CODICE AZIONE GES_HAB_09

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE L’approfondita conoscenza dei dinamismo della vegetazione naturale e

seminaturale è certamente la base fondamentale da cui poter partire per

pianificare azioni specifiche volte al mantenimento e al miglioramento di tutti gli

habitat presenti nel SIC. Da questo punto di vista appare necessario avviare studi

specifici di dettaglio che riguardino tutte le diverse serie di vegetazione

riconoscibili nei vari habitat. A ciò dovrebbe accompagnarsi un’analisi

approfondita sull’autoecologia delle diverse specie guida di ciascuna delle

comunità vegetali individuate. I rilevamenti della vegetazione dovranno seguire il

metodo fitosociologico di BRAUN-BLANQUET (1964 ), modificato da PIGNATTI &

MENGARDA (1962). L’inquadramento gerarchico delle comunità vegetali a livello

di classi, ordini ed alleanze dovrà seguire le più recenti proposte in ambito

internazionale e locale.

HABITAT INTERESSATI 1430 6220

SPECIE INTERESSATE

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME

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276

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI FRU_SIT_06; GES_HAB_16; GES_HAB_20; GES_HAB_21; GES_HAB_22; GES_HAB_25;

GES_HAB_26; GES_HAB_27; GES_HAB_28; GES_HAB_29; GES_HAB_42;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

50.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

POR Asse 3

Linea

d'intervento

3.2.1.2

PSR Asse 2

Misura 214

Life +

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 anni

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' media

INDICATORI - numero di ricerche (progetti) specifici

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277

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Regolamentazione delle attività di pascolo

CODICE AZIONE GES_HAB_13

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE RE

DESCRIZIONE AZIONE L’azione consiste nell’elaborazione di uno studio della capacità di carico

pascolativo all’interno del pSIC, finalizzato alla razionalizzazione delle aree

destinate al pascolamento e ad orientare le attività produttive svolte nell’area

verso requisiti di sostenibilità e integrazione ambientale.

Lo studio richiede la disponibilità di informazioni relative alla vegetazione, ai

suoli, alla topografica del territorio, alla situazione logistica del sito e al

bestiame

Si tratta, in concreto, di effettuare tre tipi di indagini preliminari:

1. Indagine vegetazionale, 2. Indagine geopedologica 3. Indagine agro-zootecnica

La caratterizzazione dei suoli avviene mediante un indice di utilizzazione del

pascolo, che può essere definito teoricamente a partire dal profilo floristico,

dallo stato fisico delle coperture vegetazione e delle matrici pedologiche.

HABITAT INTERESSATI 1430 6220

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie correlate agli habitat

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Mitigazione e controllo dei processi riferibili a criticità in atto e potenziali che

agiscono sul degrado qualitativo e quantitativo degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie

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278

NORME Normativa specifica di settore

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Operatori zootecnici locali

RELAZIONI FRU_SIT_06; GES_HAB_05; GES_HAB_16; GES_HAB_19;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 10.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

POR Asse 3

Linea

d'intervento

3.2.1.2

PSR Asse 2

Misura 214

Life +

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

6 mesi

PERIODICITA' straordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - adozione regolamento

- aumento della rappresentatività degli habitat 3170 3290 6220

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279

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Creazione di micro-aree "santuario"

CODICE AZIONE GES_HAB_16

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione prevede un intervento che favorisca la biodiversità alla scala locale e il

perseguimento di condizioni di buono stato di conservazione e di

rappresentatività degli habitat substeppici. Trattandosi prevalentemente di

fitocenosi secondarie, è auspicabile che vengano mantenuti attivi i processi e gli

usi tradizionali che hanno determinato la presenza di queste formazioni

emicriptofitiche a dominanza di graminacee. Unitamente a ciò sarebbe

auspicabile che, nei siti dove l’habitat 6220* è maggiormente rappresentato, una

porzione significativa del habitat (non meno del 20%) venga localizzata,

circoscritta e protetta nelle sue espressioni più rappresentative e di potenziale

sviluppo all'interno del sito. Ciò al fine di creare le condizioni idonee affinché

l'habitat in questione possa raggiungere un migliore stato di qualità e

conservazione nell'area. Operando in tal modo si creerebbero delle micro-riserve

all’interno del SIC (cosiddette aree santuario) ad elevata naturalità in cui nessun

tipo di attività è possibile differente da quelle capaci di favorire, con le dovute

modalità, la tutela e lo sviluppo di tale habitat. Le finalità dell'intervento sono

duplici: da un lato, si creerebbero le condizioni ideali per avviare ricerche a

carattere scientifico sulle dinamiche evolutive flora-fauna-vegetazione, e

dall’altro lato si determinerebbe un notevole incremento della biodiversità

(animale e vegetale), come pure dell’organizzazione strutturale della

vegetazione. L'intervento prevede praticamente incentivi verso i proprietari

privati per la definizione di tali aree-santuario. Da questo punto di vista

l'opportunità che l'iniziativa non coercitiva possa suscitare una buona risposta da

parte di eventuali proponenti si basa sul fatto che le aree tendenzialente vocate

verso l'affermazione naturale dell'habitat in questione insistono prevalentemente

su spazi e località marginali e non destinate , perchè non idonee, agli usi agricoli

intensivi. La valutazione della adeguatezza delle aree proposte, così come le

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280

prescrizioni d'uso specifiche per gli areali individuati, dovranno essere effettuate

da specialiti botanici e faunisti esperti in tematiche della Rete Natura 2000.

Qualora l'iniziativa volontaristica dovesse risultare inadeguata a raggiungere una

sufficiente superficie di aree a tal fine individuate, potranno essere attivate

altre stategie di intervento finalizzate al perseguimento dell'obiettivo previsto.

HABITAT INTERESSATI 1430 6220

SPECIE INTERESSATE

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

OBIETTIVI SPECIFICI Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di

buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI FRU_SIT_06; GES_HAB_05; GES_HAB_09; GES_HAB_13; RIQ_HAB_02; RIQ_HAB_04;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 20.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Asse 2

Misura

214/2/A

Life +

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

1 anno

PERIODICITA' straordinario - materiale PRIORITA' alta

INDICATORI - superficie delimitata

- superficie totale dell'habitat

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281

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Prevenzione e controllo degli incendi

CODICE AZIONE GES_HAB_18

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IA

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste nell'attuazione di azioni mirate per la prevenzione ed il

controllo degli incendi. Particolare attenzione deve essere rivolta alla corretta

gestione delle aree agricole e pascolative finalizzata alla prevenzione ed al

contenimento degli incendi. Si prevedono quindi i seguenti interventi:

predisposizione di campagna antincendio contenente le indicazioni regolamentari

previste all'interno del SIC el e regole di buona paratica delle attività in ambito

agricolo e pascolativo mediante redazione di materiale divulgativo atto alla

maggior diffusione possibile delle informazioni, rivolta in particolare agli addetti

del comparto agro-pastorale del sito e delle aree contermini; predisposizione di

cartellonistica di sensibilizzazione circa i danni prodotti dai fenomeni di incendio

sulle componenenti ambientali di interesse, le indicazioni regolmentari e di

buona-pratica per la gestione delle attività agro-pastorali; incentivazione di

adeguate pratiche di prevenzione direttamente prosso gli operatori agricoli e

zootecnici.

HABITAT INTERESSATI 1430 6220

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Contenimento degli illeciti e prevenzione delle attività/azioni di danneggiamento

delle specificità locali e dei valori naturalistici

Informazione e sensibilizzazione dei fruitori finalizzata alla prevenzione delle

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282

criticità e minacce

NORME Linee Guida del Piano Forestale Regionale

Norme in materia di prevenzione incendi boschivi

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI FRU_SIT_06; GES_HAB_64; GES_HAB_05; GES_HAB_19; RIQ_HAB_08;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 20.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Sicilia -

Asse II -

Misura 226 –

Ricostituzione

del

potenziale

forestale ed

introduzione

di interventi

preventivi

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

6 mesi

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - superfici percorse dal fuoco

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283

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE

PIANO

M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC (vigilanza, tecnici

comunali, addetti forestali, etc..) sui requisiti gestionali ed esigenze di tutela delle

valenze Natura 2000 del sito

CODICE AZIONE GES_HAB_19

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE PD

DESCRIZIONE AZIONE L’intervento prevede l’organizzazione di corsi di formazione per soggetti che

operano nel territorio allo scopo di garantire a questi ultimi una competenza di

base adeguata relativamente alle specificita poste dalla presenza del sito di

interesse comunitario . Il corso è rivolto a quanti intendono acquisire le conoscenze

necessarie riguardanti le caratteristiche naturali, le esigenze di salvaguardia e

quelle di gestione del sito. Sono previsti approfondimenti anche rispetto alla

interrelazione tra aspetti di valenza naturalistica dell'area e valori culturali e le

tradizioni locali. Le problematiche ambientali saranno affrontate parallelamente

alle esigenze di coerenza con gli aspetti sociali ed economici tipici della comunità

locale.

Sono previste le seguenti azioni:

a) docenze e tutoraggio; b) leasing e/o noleggio di attrezzature e acquisto di

materiale di consumo relativi all’attività; c) produzione di supporti didattici e

informativi; d) affitto o noleggio di aule, strutture tecniche e/o didattiche; e)

rimborso spese per viaggi, soggiorni e stage; f) spese generali, di progettazione e di

coordinamento, pubblicizzazione bandi.

Si prevede il rilascio di un attestato di frequenza. Struttura del corso (20h):

- Introduzione generale ai temi relativi al Progetto Natura 2000: 2 h;

- Introduzione agli aspetti botanici caratteristici del SIC: 4 h;

- Introduzione agli aspetti faunistici caratteristici del SIC: 2 h;

- Uscita su campo: 2 gg. da 5 h;

- Valutazione tramite colloquio o prova scritta: 2 h

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284

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Formazione di personale amministrativo e tecnico dei soggetti coinvolti nella

gestione del sito, sui temi specifici relativi alle specificità ed esigenze di gestione

del Sito Natura 2000

NORME LR 24/1976 "Addestramento professionale dei lavoratori"; Direttive "Habitat"

92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e norme di attuazione

nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI ARFD, Comuni, Organismi di vigilanza, Associazioni operanti in campo ambientale o

agro-forestale, Soggetto gestore invaso

RELAZIONI FRU_SIT_06; GES_HAB_05; GES_HAB_13; GES_HAB_18;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 9.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR - Asse 1 - Misura

111 – Interventi di

formazione

professionale e

azioni di

informazione -

Azione 1

"formazione"

finanziamento al

100% - dotazione

misura €

38.923.666,00

PSR Asse 3 - Misura

331 - Formazione e

informazione -

finanziamento al

100% - dotazione

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 mesi

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285

misura €

10.000.000,00

FSE Asse VII -

obiettivo specifico

P): Rafforzare la

capacità

istituzionale e dei

sistemi

ell’implementazione

delle politiche e dei

programmi

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - indicatori di gradimento del corso: numero di iscritti; numero totale di domande

di iscrizione ricevute; numero di richieste eccedenti i posti disponibili; dati sulla

frequenza; risultati di questionari di gradimento somministrati ai partecipanti

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286

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Studio della popolazione avifaunistica nidificante

CODICE AZIONE GES_HAB_20

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE Le azioni di studio e ricerca sono rivolte all’aggiornamento dei dati relativi alla

presenza di specie

avifaunistiche nidificanti presso il sito, il cui status di conservazione richiede

particolari azioni di tutela anche rispetto alle potenzialità della specie in

relazione alle caratteristiche ambientali del sito

I censimenti, effettuati con controlli periodici (almeno quattro per semestre)

prevedono l'applicazione dei seguenti metodi:

- L'I.P.A. (metodo degli indici puntiformi di abbondanza): metodo

semiquantitativo attraverso il quale si può ottenere sia una lista di specie

nidificanti sia un indice di abbondanza relativa di ciascuna specie ( I.P.A. medio),

sono necessari due rilevamenti per ogni stazione;

- L'E.F.P. (metodo dei censimenti frequenziali progressivi) è un metodo che si

basa come l'I.P.A. su rilevamenti eseguiti da una posizione fissa in cui però si

annota solo la presenza delle specie ed è sufficiente un rilevamento per ogni

stazione. Attraverso l'E.F.P. si può determinare la frequenza e quindi la

distribuzione di una specie in un ambiente.

Sono previste indagini su: Check list dell’ornitofauna; Fenologia riproduttiva;

Dinamica delle popolazioni (variazione nel tempo del numero di individui);

Struttura delle popolazioni (% delle diverse classi di età); Distribuzione delle

popolazioni nel sito.

Il numero delle stazioni deve essere sufficiente a soddisfare la completezza dei

dati in relazione alla diffusione e all'utilizzo degli ambienti. Periodicamente

dovrà essere realizzato l'aggiornamento della check list e della cartografia

tematica circa la distribuzione della fauna nel Sito.

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287

Le attività di studio non dovranno in ogni caso comportare fattori di impatto sulle

specie del sito

Lo sviluppo dell'intervento è previsto in un arco temporale di 5 anni

HABITAT INTERESSATI

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie di avifauna nidificante

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Università

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_25; GES_HAB_28; GES_HAB_29;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

5.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di coppie nidificanti

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

288

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Censimento delle popolazioni e dei siti riproduttivi delle specie di Anfibi

finalizzato alla stima del loro stato di conservazione con individuazione dei

fattori di criticità ed alla valutazione dell'efficacia delle misure di tutela e

conservazione degli stessi.

CODICE AZIONE GES_HAB_21

LOCALIZZAZIONE aste fluviali, canali irrigui e corpi idrici del SIC

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE Censimento delle popolazioni e dei siti riproduttivi delle specie di Anfibi

finalizzato alla stima del loro stato di conservazione con individuazione dei

fattori di criticità ed alla valutazione dell'efficacia delle misure di tutela e

conservazione degli stessi

HABITAT INTERESSATI Habitat acquatici e ripariali

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie di Anfibi e quelle animali e vegetali legate agli ambienti acquatici

e ripariali

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

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289

RELAZIONI GES_HAB_09;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

3.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - variazioni percentuali della densità di popolazione delle specie

- distribuzione delle specie nel SIC

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290

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Monitoraggio qualitativo e quantitativo degli Insetti impollinatori finalizzato alla

verifica dell'efficacia delle misure proposte per favorirne l'incremento quali-

quantitativo

CODICE AZIONE GES_HAB_22

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE Censimento delle specie di Insetti che presiedono alla impollinazione, con

particolare riguardo per gli Imenotteri; monitoraggio dello stato dei popolamenti

attraverso specifici programmi di campionamento quali-quantitativo.

HABITAT INTERESSATI Aree a gariga, macchia e boscaglia; aree agricole; giardini privati

SPECIE INTERESSATE Insetti impollinatori e vegetazione correlata

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI GES_HAB_09; RIQ_HAB_04;

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291

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

2.500/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Asse 2

Misura

216/B

Life +

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di specie censite annualmente

- variazioni percentuali della densità di popolazione di specie-guida

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

292

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Monitoraggio dell'avifauna

CODICE AZIONE GES_HAB_25

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste in interventi di monitoraggio sulla avifauna non nidificante

presente nel sito correlandosi con l'intervento previsto per la avifauna nidificante

Sono in particolare previste indagini relative a: Check list dell’ornitofauna;

Fenologia riproduttiva; Dinamica delle popolazioni (variazione nel tempo del

numero di individui); Struttura delle popolazioni (% delle diverse classi di età);

Distribuzione delle popolazioni nel sito

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat interessati dalla presenza delle specie in oggetto

SPECIE INTERESSATE Specie ornitiche

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

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293

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_20; GES_HAB_26; GES_HAB_28; GES_HAB_29;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

4.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di specie censite annualmente

- variazioni percentuali della densità di popolazione delle specie

- distribuzione delle specie nel sito

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294

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Monitoraggio delle popolazioni di chirotteri (Studio di base)

CODICE AZIONE GES_HAB_26

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste nella realizzazione di uno studio di base sui Chirotteri presenti

nel sito. In relazione ai risultati di quest'ultimo sarà possibile definire le esigenze

di monitoraggio multitemporale di queste specie.

Sono in particolare previste indagini relative a: Check list della chirotterofauna;

Dinamica delle popolazioni (variazione nel tempo del numero di individui);

Distribuzione delle popolazioni nel sito; Individuazione di eventuali siti di

riproduzione

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat interessati dalle specie in oggetto

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie di pipistrelli

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

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295

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_25; GES_HAB_28; GES_HAB_29;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

4.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - variazioni percentuali della densità di popolazione delle specie

- distribuzione delle specie nel sito

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296

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Attualizzazione del quadro conoscitivo sull’entomofauna di rilevanza

conservazionistica

CODICE AZIONE GES_HAB_27

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste in interventi di rilevamento orientati ad approfondire ed

aggiornare le informazioni relative alla entomofauna di interesse

conservazionistico presente nel sito.

In particolare si prevede circa un anno e mezzo di tempo per le raccolte, al fine

di estendere le indagini a tutte le stagioni sovrapponendo, almeno parzialmente,

l’indagine cogliendo il possibile effetto della differente piovosità da un anno

all’altro. Il campionamento prevede l'utilizzo di diverse metodiche (pit-fall traps,

sfalcio, retino per lepidotteri e imenotteri volatori, eventuale malaise trap,

campionamento con lampade e telo attrattivo per i volatori notturni).

Nella fase di elaborazione dei dati si procederà con l'individuazione e descrizione

delle principali emergenze, valutazione dello stato delle comunità ed

individuazione delle specie chiave indicatrici per tipologia di habitat e creazione

di schede di riconoscimento, utili alla facilitazione del monitoraggio successivo.

L'azione prevede infine operazioni successive di monitoraggio con saggi puntuali

nel periodo adeguato per le specie indicatrici.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat del SIC

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie in oggetto

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

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297

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_28;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 15.000

per lo

studio di

base

3.000/anno

per i

monitoraggi

successivi

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di specie

- variazioni percentuali dell'abbondanza riferita alle popolazioni

- distribuzione delle specie nel sito

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298

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Realizzazione di monitoraggi annuali della fauna in generale

CODICE AZIONE GES_HAB_28

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste in interventi di monitoraggio della fauna in generale presente

nel sito.

Sono in particolare previste indagini relative a: Check list; Distribuzione e Indici

di abbondanza delle popolazioni nel sito; Dinamica di popolazione; Correlazione

con eventuali fattori di criticità

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat del SIC

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie in oggetto

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_20; GES_HAB_25; GES_HAB_26; GES_HAB_27;

GES_HAB_29; GES_HAB_42;

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299

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

4.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di specie

- variazioni percentuali dell'abbondanza riferita alle popolazioni

- distribuzione delle specie nel sito

- iInterazioni con i fattori di criticità

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300

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Monitoraggio delle popolazioni di Lanario (Falco biarmicus)

CODICE AZIONE GES_HAB_29

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste in interventi di monitoraggio della presenza del Lanario nel sito.

Sono in particolare previste indagini relative a: Fenologia riproduttiva; Dinamica

delle popolazioni (variazione nel tempo del numero di individui); Struttura delle

popolazioni (% delle diverse classi di età); Distribuzione delle popolazioni nel sito

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat interessati alla specie in oggetto

SPECIE INTERESSATE Falco biarmicus

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_20; GES_HAB_25; GES_HAB_26; GES_HAB_28;

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301

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

3.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero di coppie in riproduzione

- variazioni percentuali della densità di popolazione

- successo riproduttivo

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302

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Controllo del randagismo canino e felino in relazione alla tutela di Lepre italica

(Lepus corsicanus)

CODICE AZIONE GES_HAB_33

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IA

DESCRIZIONE AZIONE Intervento è finalizzato al controllo del randagismo canino e felino in relazione

alla tutela di Lepre italica (Lepus corsicanus), quale specie di interesse

conservazionistico, nel territorio del SIC. Si prevede la cattura degli individui

randagi e il loro trasporto presso struttura autorizzata

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Lepus corsicanus, specie feline e canine

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Prevenzione della predazione da randagismo

NORME Norme contro i maltrattamenti agli animali

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI GES_HAB_05

PIANIFICAZIONE coerente

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303

COSTI €

2.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Asse 2

Misura 227

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - materiale PRIORITA' alta

INDICATORI - numero annuale di esemplari di cani e gatti prelevati

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304

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Stima della dimensione e dell'andamento stagionale della popolazione di Lepre

italica (Lepus corsicanus).

CODICE AZIONE GES_HAB_42

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE MR

DESCRIZIONE AZIONE Intervento finalizzato alla stima della dimensione e dell'andamento stagionale

della popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus), quale specie di interesse

conservazionistico, nel territorio del SIC. Operativamente si prevede la

realizzazione di conteggi notturni su transetti standard effettuati con l'utilizzo

dei fari dell'auto. Si prevede la realizzazione di un conteggio stagionale.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat interessati all'ecologia della specie in oggetto

SPECIE INTERESSATE Lepus corsicanus

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Gestione e salvaguardia degli habitat e delle specie esistenti

OBIETTIVI SPECIFICI Approfondimento conoscitivo sui caratteri ecologici degli habitat, degli ambienti

faunistici e delle specie di interesse comunitario presenti nel sito e valutazione

delle potenzialità di sviluppo

NORME Direttive "Habitat" 92/43/CEE e "Uccelli" 79/409/CEE e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali; norme INFS

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI

RELAZIONI GES_HAB_09; GES_HAB_28;

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

305

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

2.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

Life + TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' ordinario - immateriale PRIORITA' alta

INDICATORI - variazioni percentuale annuale della densità della popolazione della specie

oggetto dell'azione

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306

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Siepi e filari arborei–arbustivi in aree agricole.

CODICE AZIONE RIQ_HAB_02

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione prevede l'incentivazione rivolta ai privati per l’impianto di siepi e filari,

costituite da essenze arbustive autoctone, coerenti con il paesaggio rurale locale.

Queste rivestono una fondamentale importanza come luogo di rifugio e di

nidificazione per diverse specie di uccelli e mammiferi selvatici, che trovano in

questi ambienti un sito particolarmente idoneo alla nidificazione oltre ad un

efficace rifugio dalle insidie dei predatori.

HABITAT INTERESSATI Potenziali habitat arbustivi e agro-forestali

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie faunistiche correlate con gli habitat agro-forestali

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

OBIETTIVI SPECIFICI Conservazione e riqualificazione del paesaggio agricolo tradizionale al fine di

potenziare la funzionalità ecologica del sisitema territoriale e lo sviluppo della

biodiversità

NORME Linee Guida del Piano Forestale Regionale

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Privati proprietari

RELAZIONI GES_HAB_16; RIQ_HAB_04;

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307

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

10.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Asse 2 -

Misura 214 -

sottomisura

214/2 -

azione

214/2B

Preservazione

della

biodiversità -

Agricoltori

Custodi

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 anni

PERIODICITA' straordinario - materiale PRIORITA' media

INDICATORI - metri lineari di siepi, e filari protetti

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

308

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Rinaturazioni in aree intercluse ed in altri spazi residuali.

CODICE AZIONE RIQ_HAB_04

LOCALIZZAZIONE aree marginali del SIC

TIPO AZIONE IN

DESCRIZIONE AZIONE L'azione consiste in incentivi orentati a favorire la rinaturazione della copertura

vegetale in aree intercluse prive di una specifica destinazione d'uso funzionale ed

in altri spazi residuali e tare agricole e insediative. Tale azione è orientata a

favorire l'incremento delle popolazioni di insetti impollinatori. Tali aree, anche di

piccole dimensioni, dovranno essere censite e lasciate al naturale dinamismo

della vegetazione.

HABITAT INTERESSATI Aree a gariga, macchia e boscaglia; aree agricole; giardini privati

SPECIE INTERESSATE Insetti impollinatori e vegetazione delle aree aperte

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

OBIETTIVI SPECIFICI Miglioramento del livello di biodiversità alla scala locale, delle condizioni di

buono stato di conservazione e della rappresentatività degli habitat

Incrememento quali-quantitativo della presenza degli insetti impollinatori

NORME Direttive comunitarie 79/409/CEE e 92/43/CEE ssmmii e relativi recepimenti e

norme di attuazione nazionali e regionali; Linee Guida del Piano Forestale

Regionale

BENEFICIARI Ente Gestore SIC, Comuni ricadenti nel SIC

ALTRI SOGGETTI Privati proprietari

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

309

RELAZIONI GES_HAB_16; GES_HAB_22; RIQ_HAB_02; RIQ_HAB_04; RIQ_HAB_04; RIQ_HAB_08;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI €

3.000/anno

FONTI DI

FINANZIAMENTO

PSR Asse 2 -

Misura 214 -

sottomisura

214/2 -

azione

214/2B

Preservazione

della

biodiversità -

Agricoltori

Custodi

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

5 anni

PERIODICITA' straordinario - materiale PRIORITA' alta

INDICATORI - percentuale annuale di superfici di aree marginali lasciate alla naturale

evoluzione della vegetazione

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

310

CODICE PIANO MTCH

DENOMINAZIONE PIANO M. Chiapparo

CODICE SITI ITA060014

NOME AZIONE Bonifiche aree inquinate (rimozione rifiuti solidi, liquidi, ecc.)

CODICE AZIONE RIQ_HAB_08

LOCALIZZAZIONE intero sito

TIPO AZIONE IA

DESCRIZIONE AZIONE La presenza all’interno del SIC di aree sparse di abbandono di rifiuti rappresenta

un elemento detrattore relativamente ai caratteri di qualità ambientale del

territori in termini paesaggistici, ecologici nonché per quanto attiene alle

opportunità di valorizzazione naturalistico-ambientale dell’area . L'intervento

prevede la rimozione dei materiali secondo due modalità:

- raccolta manuale: relativamente ai materiali sparsi, sopratutto se localizzati

presso aree di maggiore sensibilità ambientale sia floristico/vegetazionale che

faunistico;

- raccolta meccanica: relativamente ai materiali costituenti accumuli e localizzati

in settori accessibili e di minore sensibilità ambientale.

Successivamente alla raccolta si provvederà al trasporto dei rifiuti e il loro

conferimento presso le opportune sedi autorizzate, conformemente alla normativa

in materia.

HABITAT INTERESSATI Tutti gli habitat

SPECIE INTERESSATE Tutte le specie

COMUNI INTERESSATI Agira

OBIETTIVI GENERALI Riqualificazione/ripristino dell’integrità ecologica

OBIETTIVI SPECIFICI Recupero e riqualificazione delle aree degradate attraverso la rimozione delle

cause di criticità

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311

NORME Linee Guida del Piano Forestale Regionale

BENEFICIARI Ente Gestore SIC

ALTRI SOGGETTI Comuni, Privati proprietari

RELAZIONI FRU_SIT_06; GES_HAB_05; GES_HAB_18; RIQ_HAB_04;

PIANIFICAZIONE coerente

COSTI € 80.000 FONTI DI

FINANZIAMENTO

POR Asse 2 -

Obiettivo

Specifico 2.4 -

Obiettivo

operativo 2.4.4 -

Linea d'intervento

2.4.4.1 Azioni per

la realizzazione

delle misure di

prevenzione, di

riparazione, di

messa in

sicurezza

d’emergenza, di

messa in

sicurezza

permanente, di

bonifica, di

ripristino e di

ripristino

ambientale dei

siti inquinati,

comprese le

attività di

indagine

preliminare, di

caratterizzazione,

di analisi del

rischio

TEMPI DI

REALIZZAZIONE

3 mesi

PERIODICITA' straordinario - materiale PRIORITA' media

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312

INDICATORI - quantità di rifiuti raccolti

- tipologia dei rifiuti raccolti

- superficie bonificata

- n di discariche censite

- n di discariche bonificate

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

313

B.1 Piano di Comunicazione: Progettazione delle azioni di comunicazione relative

al Sito oggetto del Piano di gestione

Il piano di comunicazione riveste un ruolo centrale per informare i pubblici/obiettivo sulle

specificità territoriali che hanno portato alla individuazione del SIC e sulle strategie alla base del

Piano di Gestione.

L’obiettivo primario del Piano di Comunicazione è quindi la veicolazione, in primo luogo, alle

comunità locali che vivono a ridosso o dentro i confini del SIC, quindi, ai fruitori dell’area di un

messaggio positivo che renda chiaro e comprensibile l’insieme dei vantaggi derivanti

dall’adozione del PdG.

Pertanto, la costruzione del Piano prende necessariamente le mosse dalle caratteristiche e dalle

peculiarità del sistema locale, allo scopo di elaborare una “vision” condivisa da tutti (soggetti

istituzionali e operatori coinvolti).

Il SIC ITA060014 Monte Chiapparo è un area collinare in cui si alternano coltivazioni di cereali e

le formazioni steppiche che costituiscono la vegetazione spontanea della zona.

Il SIC ricade interamente nel Comune di Agira – Provincia di Enna. Dal punto di vista demografico

il territorio si caratterizza per una bassissima densità abitativa e per un andamento

sostanzialmente stabile della popolazione negli ultimi anni (tra il 2002 ed il 2007 la popolazione

si è mantenuta intorno alle 8.300 unità).

Le statistiche sulla distribuzione per età segnalano una percentuale di giovani (fino a 14 anni)

superiore alla media regionale e nazionale, mentre rientrano nella media il grado di occupazione

della popolazione.

L’attività economica predominante è l’agricoltura, con il 44,9% delle imprese attive nel Comune.

L’area risulta al di fuori dalle grandi direttrici turistiche; si registrano quindi pochi arrivi e

presenze e anche le strutture ricettive sono alquanto limitate.

Il Piano di Comunicazione avrà lo scopo di diffondere i tratti distintivi e l’eccezionalità

dell’appartenere alla rete europea Natura 2000, incardinata sui concetti di tutela e di

valorizzazione in direzione “sostenibile” della biodiversità, in modo da rendere evidenti le

potenzialità insite nell’attuazione del PdG del SIC.

Affinché i fruitori attuali e futuri percepiscano correttamente valori e qualità del PdG, il piano

delle attività e degli strumenti comunicativi dovrà rispondere a obiettivi di promozione e

diffusione di un’idea di sviluppo unica e sistemica che leghi insieme la valorizzazione delle

risorse ambientali, culturali, agricole e territoriali della tradizione.

Solo in questo modo si ritiene possibile contrastare l’equazione, sempre latente, “area protetta

= vincolo allo sviluppo”. Il messaggio da comunicare è, al contrario, che è possibile un equilibrio

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

314

tra esigenze di tutela e conservazione delle specie e degli habitat di aree ad elevata naturalità

ed esigenze di sviluppo economico e sociale delle comunità locali

Il Piano di Comunicazione ha lo scopo di diffondere i tratti distintivi e l’eccezionalità

dell’appartenere alla Rete europea Natura 2000, incardinata sui concetti di tutela e di

valorizzazione in direzione “sostenibile” delle risorse naturali di un’area, in modo da rendere

evidenti le potenzialità insite nell’attuazione del PdG del SIC.

La comunicazione del PdG in oggetto può trovare un ulteriore elemento di forza dal lavoro svolto

dalla Provincia di Enna.

La Provincia di Enna, vincitrice nel 2006 del premio “Città per il verde”, per la sua posizione al

centro dell’isola e per le caratteristiche di forte ruralità che la contraddistinguono può ben

definirsi il cuore verde della Sicilia. D’altra parte l’azione amministrativa degli ultimi ha

rafforzato quest’immagine con l’adozione del PTP, uno strumento moderno, indirizzato alla

sostenibilità dello sviluppo locale. Parte importante del PTP è anche la Rete Ecologica

Provinciale, che mette in collegamento le riserve e i siti Natura 2000 del territorio, allo scopo di

preservare ed incrementare la biodiversità.

Il Piano di Comunicazione si compone innanzitutto di una fase di analisi allo scopo di:

− definire i punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce (del tipo: “SWOT

Analysis”) del sistema, anche in relazione ad altre realtà siciliane interessate dalla presenza

di SIC – e a quelle della Provincia di Enna in particolare -, in modo da individuare le principali

componenti materiali e immateriali su cui incentrare la comunicazione.

− individuare gli aspetti su cui (anche in futuro) è opportuno investire maggiormente, con lo

scopo di implementare la strategia generale del PdG e quella più specifica di comunicazione

e promozione.

Il secondo passo operativo riguarda la definizione degli obiettivi e la strategia di comunicazione

di medio-lungo periodo che tenga però conto anche degli strumenti tattici di breve termine.

In questa ottica sono in primo luogo individuati gli obiettivi strategici di carattere generale,

nonché una griglia di obiettivi specifici (elencati in tabella) sottesi a tutto il piano.

Agli obiettivi così individuati devono quindi corrispondere azioni e interventi atti a raggiungerli,

ma anche a verificare le procedure e la migliore allocazione delle risorse economiche disponibili

per la loro realizzazione.

Come detto, l’esigenza da cui muove Piano di Comunicazione è quella di pubblicizzare con

chiarezza ed esaustività l’esistenza del SIC e del suo Piano di Gestione.

Prioritariamente il piano di comunicazione ha l’obiettivo di prevenire elementi di ostilità

potenzialmente emergenti verso nuovi vincoli “percepiti”, in virtù di una non corretta

informazione del pubblico-obiettivo.

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

315

Per raggiungere questo scopo riteniamo sia necessario sviluppare e diffondere una immagine che

ne attivi un atteggiamento favorevole.

Le singole azioni di comunicazione andranno realizzate, conformemente a come sono state

progettate, in maniera integrata e sinergica e dovranno servire a fornire alla domanda tutte le

informazioni sugli elementi distintivi del PdG. Queste informazioni, insieme con la promozione

dell’immagine, serviranno a orientare la collettività ad un approccio al territorio rispettoso dei

suoi elementi di naturalità.

In generale, è possibile distinguere tra varie tipologie di comunicazione: a seconda dei differenti

contenuti, dei target di riferimento, degli obiettivi da raggiungere.

Nel piano di comunicazione però ciascuna di queste tipologie non deve procedere in maniera

indipendente, ma seguire una logica integrata per realizzare gli obiettivi generali di:

− Trasmissione di un sistema identificativo forte del territorio. Ne fanno parte anche messaggi

visivi (logo, immagine coordinata, ecc.) che permettano di riconoscere il territorio, di

caratterizzarlo e di farne risaltare le peculiarità. La comunicazione del PdG, può essere

l’occasione per definire una immagine forte del Monte Chiapparo, come luogo della natura e

della ruralità. Come detto – e coerentemente con le strategie di azione del PdG - il piano di

comunicazione che si propone di sviluppare a sostegno del Piano stesso è rivolto

prioritariamente alla comunità locale: la definizione di un’immagine identitaria del territorio

non va qui concepita come un piano di marketing esterno, quanto come un elemento di

riflessione che spinga a riconsiderare la direzione e le ragioni del proprio sviluppo.

− Veicolazione di messaggi che creino un’immagine favorevole e che focalizzino l’attenzione

sul “valore aggiunto” dato dalla presenza del SIC e della strategia sottostante al suo PdG.

− Diffusione di messaggi che comunichino e promuovano le diverse opportunità “sostenibili” di

fruizione e utilizzo del territorio.

Tali obiettivi generali si sostanziano in obiettivi specifici concepiti per coprire tutti i target che

si vogliono raggiungere. Si può distinguere tra:

− Il Comune di Agira, al quale presentare il PdG con pienezza di dettaglio tecnico affinché

venga recepito nei propri strumenti di programmazione;

− La comunità locale: residenti, portatori d’interessi specifici come agricoltori, operatori

turistici, società sportive, mondo dell’associazionismo e del volontariato ambientalista;

− Fasce particolari di pubblico esterno, interessato a tipologie di turismo alternative come

l’ecoturismo o il turismo legato alla mobilità alternativa (bicicletta, trekking, cavallo).

Sono poi possibili ulteriori sotto segmentazioni sviluppando variabili aggiuntive di carattere più

qualitativo (per esempio secondo le motivazioni dell’utilizzo del sistema e delle opportunità

culturali più in generale rispetto alle modalità di esposizione all’informazione ed alla

comunicazione, ecc.).

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

316

Questi ulteriori parametri potranno essere sviluppati attraverso indagini conoscitive “ad hoc”

che andranno effettuate in fase di definizione e quantificazione della domanda.

Dalla definizione degli obiettivi e dall’analisi del pubblico di riferimento è possibile definire

azioni specifiche di comunicazione. Va sottolineato che le singole azioni devono essere inserite

in un contesto unitario che le faccia percepire come parte di una strategia integrata.

Il Piano di comunicazione dovrà rivolgersi al Comune di Agira, con l’obiettivo di spingere

quest’ultimo ad adeguare i propri strumenti di pianificazione territoriale alle esigenze delineate

dal PdG del SIC. La comunicazione dovrà essere veicolata attraverso strumenti specifici volti a

fare la massima chiarezza a livello amministrativo, procedurale e tecnico in modo da agevolare

una partecipazione del Comune agli obiettivi di gestione del SIC.

Sarà utile sottolineare il collegamento del PdG con i principi ispiratori del PTP di Enna, in modo

da rendere chiaro che il PdG si inserisce all’interno di strategia d’insieme ed evitare così che

possa apparire come un sistema di norme astratte ed isolate.

Le azioni di contatto diretto con la popolazione (eventi, seminari, workshop) avranno

un’importanza centrale in quanto costituiranno i momenti in cui sarà possibile dare una risposta

concreta a dubbi e domande. D’altra parte le dimensioni dell’area ed il numero di abitanti che vi

insistono permettono – ed in un certo senso impongono - un approccio “porta a porta” anche

attraverso l’individuazione di opinion leader che portino ad un rapporto schietto e diretto con la

comunità locale.

Una parte importante delle azioni di comunicazione sarà rivolta al mondo dell’agricoltura, per

l’importanza sociale ed economica che riveste nell’area. Gli agricoltori saranno coinvolti

attraverso iniziative e materiale specifici con l’obiettivo di declinare la nozione di sostenibilità

nel loro lavoro. In particolare si parlerà di coltivazioni biologiche, agricoltura integrata,

risparmio delle risorse idriche ed uso sostenibile del suolo. Tali contenuti saranno redatti in

coerenza con le norme di condizionalità dettate dalla Regione Sicilia.

Le azioni dirette agli agricoltori avranno altresì lo scopo di promuovere la diversificazione delle

attività, come lo sviluppo dell’agriturismo e la riscoperta di tecniche e colture tradizionali, in

grado di caratterizzare il territorio.

Parallelamente si dovranno sviluppare azioni di comunicazione più specificatamente rivolte ai

visitatori, con la produzione di materiale informativo che permetta una fruizione più

consapevole del patrimonio naturalistico dell’area.

Tali azioni troveranno un moltiplicatore d’efficacia nella realizzazione di interventi materiali

quali la creazione di sentieri naturalistici e la loro valorizzazione attraverso un’adeguata

cartellonistica ed il supporto di materiali quali carte, guide ed opuscoli.

Risulterà centrale il collegamento con il progetto della Provincia di Enna di realizzazione di un

sistema di greenway sfruttando i tracciati di linee ferroviarie dimesse.

Il progetto prevede l'adeguamento della linea ferroviaria a Greenway per fruizione

escursionistica, tramite il recupero del tracciato e il ripristino di edifici quali fermate, caselli,

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stazioni in disuso per attività connesse (ostelli, punti di ristoro, punti di

manutenzione/noleggio/vendita biciclette, etc.). Si prevede anche la connessione Regalbuto-

Leonforte tramite la realizzazione di un ulteriore tratto di Greenway e la creazione di nodi di

scambio, nell'ottica della messa a sistema di una rete di mobilità non motorizzata nella Regione

Siciliana. Il progetto dovrà prevedere costi di acquisizione del sedime interessato e costi annuali

di gestione in termini di manutenzione ed eventuale locazione del sedime.

Tale realizzazione potrebbe rappresentare un grande momento di sviluppo per la sua valenza

ecologica e turistica insieme.

L’idea progetto della realizzazione di Greenways che si diramino lungo altre zone dell’intera

Regione Sicilia, può costituire una dorsale per il turismo alternativo, una proposta di sicuro

interesse per chi ricerca un’esperienza di viaggio all’insegna della sostenibilità e del contatto

con la natura.

In questo quadro sarà possibile promuovere la zona del Monte Chiapparo come un’area gestita in

maniera sostenibile da visitare nel massimo rispetto della natura, con la propria bicicletta o

magari a cavallo.

La strategia di comunicazione può sostanziarsi in azioni sistemiche che mirino a creare una rete

di servizi a questo tipo di turismo. Facendo leva sul settore tradizionale della zona, l’agricoltura,

è possibile realizzare una rete di agriturismi che facciano da “stazioni di posta” per i turisti che

desiderino fermarsi a riposare o soltanto a conoscere meglio i prodotti del territorio.

La definizione del quadro delle risorse finanziarie disponibili (o attivabili), nonché delle modalità

(condizioni e tempi) richieste per il loro conferimento, costituirà un elemento di rilevanza

centrale per la fattibilità degli interventi progettuali.

A tale scopo, vengono esaminati i diversi strumenti di finanziamento, tali da realizzare una

confluenza di risorse di origine pubblica e dal mercato. Particolare attenzione ai contributi

derivanti dai Fondi Strutturali, segnatamente POR 2007 – 2013 e PSR 2007 – 2013.

DENOMINAZIONE DEL

PIANO

PIANO DI GESTIONE DEL SIC MONTE CHIAPPARO

CODICE SITO ITA060014

PIANO DI COMUNICAZIONE (CONTENUTI MINIMI)

Analisi dello

scenario

Il SIC ricade interamente entro il Comune di Agira in una zona collinare in

cui spicca l’altura del Monte Chiapparo. Si tratta di un’area agricola, dove

la vegetazione arbustiva spontanea si alterna alle coltivazioni cerealicole.

L’assetto economico - sociale mette in evidenza la forte e tradizionale

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vocazione agricola. Dal punto di vista demografico il territorio si

caratterizza per una bassa densità abitativa.

Definizione del

pubblico-obiettivo

(target groups)

� Comune di Agira (armonizzazione dei propri strumenti di pianificazione

con il PdG - disponibilità di sedi per ospitare i ragazzi; rivalutazione del

patrimonio edilizio dell’area; valorizzazione dei fabbricati rurali

tradizionali; promozione di ricettività turistica alternativa);

� Agricoltori locali (promozione dell’agricoltura biologica; incentivazione

alla rivalutazione dei prodotti tipici locali e delle antiche tecniche di

lavorazione; incentivazione alla creazione di agriturismi);

� Comunità dei cittadini (questione della tutela ambientale, prevenzione

e corretta gestione dei rifiuti, consumo responsabile di acqua ed

energia, sensibilizzazione ai temi di conservazione della natura,

promozione della coltivazione biologica, rivalutazione degli aspetti

storico – culturali dell’area);

� Turisti (consumo responsabile, sensibilizzazione ai temi di

conservazione della natura, alla valorizzazione dei beni naturali -

ambientali dell’area, al rispetto della cultura e delle tradizioni locali

nonché all’utilizzo di mezzi di locomozione ecocompatibili);

� Ragazzi (Campi di lavoro per manutenzione sentieristica;

organizzazione di settimane di Educazione Ambientale, escursioni su

tematiche ambientali, forme di intrattenimento finalizzate sia ad

educare che a divertire/Edutainment);

� Associazioni del volontariato ambientalista di Enna /Regione Siciliana;

� Scolaresche locali/Enna /Regione Siciliana principalmente delle scuole

primarie e secondarie di primo grado;

� Operatori turistici (sensibilizzazione al consumo responsabile di risorse;

promozione di attività ecocompatibili/ecosostenibili verso la clientela).

Definizione degli

obiettivi di

comunicazione

� Gestione sostenibile del territorio [target primario: Comune di Agira]

� Consolidamento della cultura ambientale (consumo consapevole,

raccolta differenziata, risparmio energetico, utilizzo di fonti di energia

alternativa…) [target primario : Comunità dei cittadini];

� Diffusione delle conoscenze e delle caratteristiche/naturalità dell’area

del SIC [target primario : Turisti/sportivi] ;

� Valorizzazione della Rete Natura 2000 [target primario : tutti] ;

� Promozione di un tipo di turismo ecosostenibile/ecocompatibile e di

ricettività alternativa [target primario : Strutture ricettive];

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

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� Promozione di attività di studi e ricerche su aspetti peculiari dell’area

(fauna e flora endemica, geologia…) [target primario: Associazioni del

volontariato ambientalista].

Definizione delle

azioni di

comunicazione

Strategia e Mezzi

(media)

Raggiungere i target individuati mediante il ricorso a mezzi di agevole e immediata lettura/messaggi semplici ma diretti/strategia di comunicazione costante, rafforzata nei periodi a maggiore intensità turistica. In via generale:

� Organizzazione di eventi pubblici di presentazione del PdG aperti a tutta la cittadinanza – costi stimati €2.000 (azione puntuale nel periodo di programmazione di riferimento);

� Realizzazione di opuscoli informativi/di sensibilizzazione alle buone pratiche di consumo e comportamentali, da distribuire c/o gli esercizi alberghieri /esercizi commerciali dell’area – costi stimati €5.000 (azione puntuale nel periodo di programmazione di riferimento);

� Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC (vigilanza, tecnici comunali, addetti forestali, etc..) sui requisiti gestionali ed esigenze di tutela delle valenze Natura 2000 del sito [azione finanziabile con l’azione PSR - Asse 1 - Misura 111 – Interventi di formazione professionale e azioni di informazione e PSR Asse 3 - Misura 331 - Formazione e informazione] – costo stimato: €9.000 (azione puntuale, da attuarsi nel primo biennio del periodo di programmazione di riferimento);

� Promozione di percorsi ciclopedonali come la Greenway degli Erei [azione finanziabile con la linea d’intervento POR 3.2.1.1 Azioni rivolte al sostegno di attività di società ed associazioni impegnate nella tutela, valorizzazione e fruizione dell’ambiente e delle risorse naturali, al fine di aumentare la sensibilità sui temi ambientali attraverso la pratica di attività motorie ecocompatibili, compresi interventi di adeguamento ciclabile di sentieri esistenti (con esclusione del sostegno ai costi di gestione e funzionamento) – costi stimati Connessione Leonforte - Regalbuto: 3,2 milioni di Euro (azione puntuale nel periodo di programmazione di riferimento)];

� Realizzazione di postazioni per il birdwatching [azione finanziabile con la linea d’intervento POR 3.2.1.1 Azioni rivolte al sostegno di attività di società ed associazioni impegnate nella tutela, valorizzazione e fruizione dell’ambiente e delle risorse naturali, al fine di aumentare la sensibilità sui temi ambientali attraverso la pratica di attività motorie ecocompatibili, compresi interventi di adeguamento ciclabile di sentieri esistenti (con esclusione del sostegno ai costi di gestione e funzionamento) – costi sitmati €25.000 (azione puntuale nel periodo di programmazione di riferimento)];

� Promozione presso i produttori agricoli di buone pratiche di sostenibilità (agricoltura biologica, tecniche per il risparmio delle risorse e per l’uso del suolo) attraverso momenti di confronto con la collaborazione delle Associazioni di Categoria [azione finanziabile con l’azione PSR 216/A “Investimenti associati a metodi di produzione agricola e di gestione del territorio sostenibili”- costi stimati €5.000 \ anno (azione ricorrente con programmazione annuale)];

� Creazione di una rete degli Agriturismi, dotata di un proprio portale

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Provincia Regionale di Enna Piano di Gestione dell’Ambito Territoriale “Monte Chiapparo”

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web e di servizi comuni di prenotazione e assistenza clienti [azione finanziabile con le misure PSR Misura 311 – Diversificazione verso attività non agricole e - Misura 313 – Incentivazione di attività turistiche – costi stimati €25.000 per il primo anno – €2.000\anno per gli anni successivi al primo];

� Sito web informativo sulle attività ricreative ed educative nel rispetto della natura e della cultura locale [azione finanziabile con la linea d’intervento POR 3.3.1.2 Azioni di comunicazione e di promozione dell’immagine turistica della regione ed interventi a sostegno della commercializzazione di prodotti turistici territoriali (quali borse, fiere, educational tour, materiali divulgativi) – costi stimati €5.000 per il primo anno – €1.000\anno per gli anni successivi al primo].

Budget previsionale € 124.000, comprensivi di:

� Organizzazione di momenti di promozione sul territorio;

� Elaborazione di materiale promozionale (opuscoli, brochures…);

� Elaborazione di schede tecniche ad uso degli enti e istituzioni interessati;

� Organizzazione di momenti di promozione specifici per l’agricoltura, comprensiva della redazione di materiale preparatorio e schedeinformative;

� Creazione sito web.

Tabella 7. Prospetto dei costi delle azioni proposte nel periodo 2009-2015 (periodo di programmazione

economica del POR)*

AZIONE 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Organizzazione di eventi pubblici di presentazione 2.000

Realizzazione di opuscoli informativi/di sensibilizzazione 5.000

Formazione di soggetti operanti professionalmente nel SIC 4.500 4.500

Realizzazione di postazioni per il birdwatching 25.000

Promozione presso i produttori agricoli di buone pratiche di sostenibilità 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000 5.000

Creazione di una rete degli Agriturismi 25.000 2.000 2.000 2.000 2.000 2.000 2.000

Sito web informativo 5.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000

Totale \ anno 71.500 12.500 8.000 8.000 8.000 8.000 8.000

*Sono esclusi i costi di realizzazione delle greenways, in quanto progetto regionale, che

comprende anche altri Comuni e territori