Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

16
18 NOVEMBRE 2010 CN/CONV/0969/2010

description

Supplemento di informazione ambientale

Transcript of Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

Page 1: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

18N° NOVEMBRE 2010

CN/CONV/0969/2010

Page 2: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010
Page 3: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

Regione MarcheImpianti fotovoltaici a terra:la Regione Marche individua le aree non idoneea cura della Regione Marche p. 4

Approvato il Piano regionale perla bonifica delle aree Inquinatea cura della Regione Marche p. 6

Comuni Ricicloni Marche 2010: Appignano1° classificato con il 78,7% di differenziataBen 27 i Comuni che hannosuperato la soglia di legge del 50%a cura della Regione Marche p. 8

La Regione Marche celebral’Anno internazionale della biodiversitàa cura della Regione Marche p. 10

ARPA MarchePolveri sottili: informare, non allarmaredi Roberto Oreficini p. 12

COSMARIL’in house providing dei servizi pubblici: come salvaguardare le esperienze pubbliche delle Marchedi Agnese Mengarelli p. 14

INDICE

Free

Serv

ice sr

l Edi

zion

i - F

alco

nara

M. (

AN) -

Supp

lemen

to n

. 1 a

l n. 1

1 N

ovem

bre 2

010

di R

egio

ni&

Ambi

ente

Page 4: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

44

REGIONE MARCHE

a cura della Regione Marche

L’installazione di impianti fotovoltai-ci a terra è al centro del dibattito in te-ma di rinnovabili e paesaggio. In effet-ti se da una parte occorre rispettare impegni e norma-tive che spingono alla produzione di energia da fonti rin-novabili per ridurre la dipendenza della società dalle fonti fossili, dall’altra ci sono beni e qualità

ambientali che vanno tutelati, come il paesaggio.Un’eccessiva proliferazione di tali dispositivi energetici avrebbe provocato una significativa depauperazione del territorio e, in certi casi, sottratto prezioso suolo agricolo per coltivazioni agroalimentari di qualità.Al fine di governare il fenomeno in atto dell’esponenziale incremento delle domande per l’installazione di tali impianti, la Regione è intervenuta a partire dalla scorsa estate con l’approvazione di provvedimenti ad hoc.Con la modifica alla Legge regionale sulla Valutazione di impatto ambientale (LR n. 12 del 4 agosto 2010 che modifica la LR n. 7 del 14 aprile 2004), è stato abbassato il limite di potenza degli impianti a terra da 1MW a 200kW ai

fini dell’esclusione dalle procedure di VIA. Con lo stesso provvedimento si stabilisce, inoltre, che tale riduzione è valida solo fino al 60° giorno successivo all’approvazione dell’atto con cui la Regione individua le aree non idonee alla installazione di impianti per la produzione di ener-gia elettrica da conversione fotovoltaica (art. 12 del D.Lgs. 387/2003). In ogni caso i procedimenti autorizzativi avviati prima dell’entrata in vigore della legge (27 agosto 2010) si concludono secondo la precedente disciplina in materia di VIA quindi con il limite a 1 MW.La stessa legge regionale prevede l’esenzione per gli impianti totalmente localizzati in aree classificate dagli strumenti urbanistici comunali quali zone produttive “D” con potenza inferiore a 1 MW, nonché per quelli collocati sulle superfici esterne degli edifici o su elementi di arredo urbano.Con DAAL n. 13 del 30 settembre 2010 l’Assemblea legi-slativa regionale ha individuato le aree non idonee alla installazione di impianti fotovoltaici a terra ed ha definito indirizzi generali tecnico-amministrativi per l’installazione. Con lo stesso atto è stato demandato ai Comuni la tra-sposizione cartografica di tali aree entro sessanta giorni dall’approvazione.I principali ambiti territoriali non idonei per il fotovol-taico sono: le aree sottoposte a vincolo del Piano paesistico ambientale regionale; i siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale UNESCO (ambito del centro storico di Urbino); le aree e i beni di significativo rilievo culturale; gli habitat naturali tutelati a diversi livelli (nazionale, regionale, locale) e inseriti nell’Elenco ufficiale delle aree protette (Decreto Mi-nistero Ambiente del 27 aprile 2010) e nell’elenco delle aree

IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA:LA REGIONE MARCHE INDIVIDUA LE AREE NON IDONEE

Sandro Donati, Assessore all’Ambiente, Energia e Fonti rinnovabili

Impianto fotovoltaico a terra - Camerata Picena (AN)

Page 5: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

5

Rete Natura 2000 (SIC e ZPS); le aree agricole interessate da produzioni alimentari di qualità e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale; le aree caratteriz-zate da situazioni di dissesto e/o rischio idrogeologico.Per l’elenco completo dei siti non idonei si rimanda alla Deli-bera scaricabile dal sito www.ambiente.regione.marche.it Per quanto riguarda invece gli indirizzi tecnico-amministra-tivi, si evidenziano quelli relativi agli impatti cumulativi di tali impianti. In particolare sono soggetti alla procedura di screening (procedura di verifica di assoggettabilità a VIA) anche gli impianti al di sotto della soglia di 1MW, qualora siano localizzati a meno di 1.000 metri da un impianto già realizzato o in fase di istruttoria e determinino nei fatti un progetto complessivo che supera il limite di 1MW.“L’intento di tali disposizioni è chiaro, - afferma l’Assessore all’Ambiente, Energia e Fonti rinnovabili Sandro Donati - si intende promuovere una specifica tipologia di impianti foto-voltaici, quella architettonicamente integrata, che esprima al massimo il connubio tra la green economy e il capitale ambientale di un territorio, tra produzione di energia rin-novabile e salvaguardia dell’ambente e del paesaggio.”“I dati sulle istanze di autorizzazione - continua Donati - consentono di prevedere un buono livello di occupazione almeno nel medio termine e, in ogni caso, l’orientamento della Regione verso l’installazione di impianti architettoni-camente integrati non inficia certamente le aspettative in termini di ricadute occupazionali legate allo sviluppo del fotovoltaico.”

“Non possiamo inoltre nascondere - conclude Donati - che i grandi impianti assorbono gran parte delle quote di potenza incentivabile. Ciò significa che questo “portafoglio” viene fortemente ridotto dai grandi impianti a scapito dei piccoli e quindi delle famiglie: basti pensare che mediamente un impianto a terra da 1 MW “sottrae” incentivi a 400 famiglie, tenendo conto che un impianto familiare è in media di 2,5 kW, nonché architettonicamente integrato.”

ALCUNI DATI SUL FOTOVOLTAICO NELLE MARCHE

Da una breve analisi delle istanze di autorizzazione unica ai sensi del D.Lgs. 387/2003, si è stimato che già al momento dell’entrata in vigore della L.R. 12/2010, sul territorio regionale erano presenti domande di installazione di impianti fotovoltaici a terra per una potenza installata superiore a 400 MW (in riferimento ai soli impianti di grossa taglia). Tali impianti sono e rimangono soggetti alla previgente normativa VIA con soglia di 1 MW.L’entità di potenza ad oggi in fase di autorizzazione permette di coprire un’importante quota di “burden sharing” (la quota di potenza fotovoltaica installabile spettante a ogni Regione), soprattutto se confrontata con gli obiettivi fi ssati dal DM 06/08/2010 al 2020 per tutto il territorio nazionale: un minimo di 8.000 MW di potenza da installare ed un massimo 3.000 MW di potenza incentivabile. Inoltre dai dati del GSE aggiornati al 31/08/2010 nelle Marche risultano in esercizio impianti fotovoltaici (di qualsiasi tipologia) per circa 84,5 MW di potenza installata, di cui 10 derivano da 4 grandi impianti. In termini di densità di potenza installata sul territorio la Regione Marche con circa 9 kW/kmq, secondi solo alla Puglia che svetta con più di 15 kW/kmq, ma con una ben altra morfologia ed estensione del suo territorio.Per concludere, si evidenzia il risultato pubblicato da ENEL Distribuzione per l’individuazione delle aree critiche rispetto alla disponibilità della capacità di rete. Dalla classifi cazione delle aree territoriali per livelli di criticità risulta che, in una scala in cui, in ordine di criticità crescente, i colori sono bianco, giallo, arancione e rosso, l’intero territorio marchigiano è “colorato” in arancione. Questo signifi ca che gli attuali livelli di saturazione della rete rischiano di ostacolare il rilascio da parte dell’Enel dell’autorizzazione all’allaccio di nuovi impianti fotovoltaici, come è peraltro già stato segnalato da cittadini, imprese e progettisti.(La classifi ca è stata pubblicata il 15/10/2010 per le linee elettriche a media tensione, in attuazione di quanto previsto dalla delibera ARG/elt 125/10 del 04/08/2010 Testo integrato delle connessioni attive - TICA).

Impianto fotovoltaico a terra - Osimo (AN)

Page 6: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

66

a cura della Regione Marche

La Regione Marche ha approvato il “Piano Regionale per la Bonifica delle Aree Inquinate” (Deliberazione Amministrativa del Consiglio regionale n. 11 del 14/09/2007) che, grazie ad un aggiornato censimento dei siti inquinati regionali e all’analisi di rischio relativa applicata ai soli siti contaminati pubblici e/o di interesse pubblico, rappresenta un efficace strumento di programma-zione degli interventi prioritari da attuare e permette altresì di accedere a finanziamenti europei e nazionali.Il Piano Regionale per la Bonifica delle Aree Inquinate (PRB), è uno strumento

di carattere ambientale, il cui obiettivo principale consiste nell’individuare i siti da bonificare per poi procede-re al loro risanamento con i tempi dettati dalla vigente normativa per quelli ad intervento privato e secondo criteri di priorità basati sulla valutazio-ne del rischio per i siti pubblici e/o di interesse pubblico. In altre paro-le, si tratta di un piano che persegue direttamente obiettivi di sostenibilità ambientale legati al disinquinamento delle matrici ambientali (suolo, sot-tosuolo, acque superficiali e di falda) e, di conseguenza, alla riduzione del

rischio di esposizione della popola-zione a situazioni di pericolo legate al degrado ambientale. L’attuazione delle previsioni del PRB dovrebbe, quindi, determinare impatti ambientali positivi significativi sul suolo, acque, popola-zione e salute umana.Il PRB è parte integrante del Piano Regionale di gestione dei rifiuti (ap-provato dal Consiglio regionale con Deliberazione Amministrativa n. 284 del 15/12/1999) ed è costituito in primo luogo dall’elenco dei siti interessati da fenomeni di inquinamento delle matrici ambientali aggiornato alle notifi-che pervenute al 31 dicembre 2006. Per ogni sito sono riportate informazioni relative a: localizzazione, cartografia, tipologia di inquinamento, stato di attuazione delle attività di bonifica a novembre 2009.Considerata la necessità di fornire un quadro aggiornato dello stato ambientale dei siti in questione, il Piano prevede le modalità e i criteri basilari per aggiornare l’Anagrafe dei siti da bonificare in ambito regionale, che viene ag-giornata dall’ARPAM sulla base delle documentazioni pervenute in sede di Conferenza dei Servizi. Un’altra funzione del Piano consiste nell’offrire agli enti locali e alla cittadi-nanza un esaustivo quadro ambientale di ogni sito. Nello specifico il PRB si compone di varie sezioni:1. Inquadramento normativo generale;2. Obiettivi e definizioni;3. Strumenti adottati;4. Censimento dei siti inquinati;5. Valutazione di rischio delle aree

soggette a bonifica;6. Siti di Interesse Nazionale (SIN);7. Possibili interazioni con impianti a

rischio di gravi incidenti, con l’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambien-tale (AERCA) e con i luoghi oggetto di abbandono di rifiuti;

8. Danno ambientale;9. Criteri generali per le attività di bo-

nifica;

APPROVATO IL PIANO REGIONALE PER LA BONIFICA DELLE AREE INQUINATE

Operazione di bonifica

Sito nazionale “Basso bacino del fiume Chienti”

Page 7: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

7

10. Interventi sui siti di interesse pub-blico;

11. Gestione e fasi di bonificazione del territorio;

12. Attuazione del PRB e relativi ag-giornamenti.

Passando ai numeri del PRB, l’Ana-grafe ha contato nelle Marche 422 siti contaminati: 104 nella provincia di Ancona; 63 in quella di Ascoli Pice-no; 210 nella provincia di Macerata, e 45 nella provincia di Pesaro-Urbino. Il 36% dei siti inquinati deriva da attivi-tà industriali, il 28% da punti vendita dei carburanti e il 3% da discariche dismesse. I Siti di Interesse Nazionale presen-ti sul territorio marchigiano sono due: il sito di “Falconara Marittima” e quello del “Basso Bacino del fiume Chienti”. I SIN hanno una gestione separata dagli altri siti contaminati, in quanto le operazioni di bonifica sono coordinate direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territo-rio e del Mare, con il supporto tecnico dell’ISPRA, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’ARPAM.Questi siti hanno inoltre grande rilevanza ambientale sia per le super-fici interessate, sia per le tipologie di contaminazione presenti. Nel SIN di “Falconara Marittima” vi sono 15 casi di siti contaminati; mentre in quello del “Basso Bacino del fiume Chienti” si registrano oltre un centinaio di siti in-teressati da fenomeni di inquinamento. Per quest’ultima area si è stipulato un Accordo di Programma in data 7 apri-le 2009, che prevede un investimento pari a 3,61 milioni di Euro. Per il SIN di “Falconara Marittima” l’Accordo di Programma è stato siglato il 20 luglio 2010 e può beneficiare di un contributo ministeriale di 3,27 milioni di Euro, che deve essere però ancora erogato. Occorre sottolineare che, secondo il principio comunitario per cui “chi inquina paga”, il responsabile dell’in-quinamento è obbligato a intervenire per la bonifica. Nel Piano si distinguono i siti pubblici e/o di interesse pubblico dagli altri di titolarità privata. Tra i primi rientrano anche quelli in cui il soggetto pubblico (es. Comune) si è sostituito al responsabile inadempiente. Per tutti i siti di titolarità o interesse pubblico è stata elaborata l’analisi di rischio rela-tivo, che ha generato una graduatoria di priorità degli interventi di bonifica da effettuare. In questo modo il PRB

ha delineato un efficace programma d’intervento e delle possibili fonti di finanziamento.

Di seguito si riporta il grafico relati-vo ai siti da bonificare suddivisi per provincia.

ACCORDO DI PROGRAMMA PER LA BONIFICADEL SITO NAZIONALE “FALCONARA MARITTIMA”

È stato sottoscritto lo scorso 20 luglio a Roma presso il Ministero dell’Ambiente l’accordo di programma per la bonifi ca del sito di interesse nazionale “Falconara Marittima”. Gli interventi previsti dall’accordo riguardano sia l’area marino-costiera (l’intervento più rilevante con 1.350 ettari da studiare in 12 mesi) che l’area a terra. In particolare gli interventi previsti riguardano: la bonifi ca dell'area del sottopasso di via Monti e Tognetti (ex area Antonelli); la bonifi ca dell'area del campetto sportivo al confi ne con Montemarciano; lo studio e la messa in sicurezza della falda acquifera; lo studio in tutto il territorio comunale dei valori di fondo naturale riferito ai metalli. Hanno sottoscritto l’accordo: Ministero dell’Ambiente, Regione Marche, Provincia di Ancona, Comune di Falconara Marittima e Autorità Portuale di Ancona. L’accordo contiene una vasta e diversifi cata gamma di operazioni affi date, per la parte di analisi e studio, ad ISPRA ed ARPAM, mentre la Regione, cui sono assegnati i fondi, provvederà al monitoraggio e all'aggiudicazione dei lavori. L’impostazione operativa è stata progettata sulla base della positiva esperienza sull’altro sito di interesse nazionale presente nelle Marche: “basso bacino del fi ume Chienti”. Le operazioni previste comporteranno un costo complessivo di 3,27 milioni di Euro e saranno realizzate dopo la redazione del Piano di caratterizzazione (indagini, campionature, analisi) solo nelle aree pubbliche. Nel rispetto del principio “chi inquina paga” l'accordo prevede infatti interventi per le sole parti pubbliche o di interesse pubblico presenti nel sito, mentre le altre operazioni di bonifi ca sono in capo ai responsabili privati.

Siti da bonificare. Anni 2002, 2004 e 2006

Fonte: Regione Marche, Servizio Ambiente e Paesaggio - Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate

Sito nazionale “Falconara Marittima”

Page 8: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

88

a cura della Regione Marche

Si è tenuta il 22 ottobre scorso a Porto Sant’Elpidio l’edizione 2010 dell’an-nuale concorso “Comuni ricicloni Marche” organizzato da Regione Marche, Legambiente e ARPAM per sensibilizzare i Comuni sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Ha conquistato il primo posto il Comune di Appignano (MC) con il 78,7% di RD nel 2009. Eccellenti anche i risultati raggiunti da Montelu-pone (MC) con il 77,7% e da Serra de’ Conti (AN) con il 77%.Sono ottimi i risultati di questa ottava edizione del premio “Comuni Rici-cloni Marche” che ha evidenziato i

soddisfacenti obiettivi raggiunti dalle amministrazioni che hanno deciso di scommettere sul sistema porta a porta. Grazie alla presenza organizzativa dei Consorzi, ottengono ottime percentuali e si confermano i leader nella regione i Comuni delle province di Macerata e Ancona. Con-fermata la presenza della provincia di Fermo, grazie al grande lavoro svol-to dalle amministrazioni comunali di Torre San Patrizio (63% di RD) e di Porto Sant’Elpidio (62,16%) che è stato sempre presente nella classifica, avendo avviato il “porta a porta” per primo nella regione. Fa capolino per il primo anno la provincia di Ascoli Piceno con il Comune di Offida che chiude la classifica dei premiati con il 51,2% di raccolta differenziata. Sono purtroppo ancora assenti dalla classifica i campanili della provincia di Pesaro Urbino.Questi risultati sono la prova che, seguendo gli indirizzi regionali e met-tendo in pratica le buone azioni locali, si può tranquillamente andare oltre gli obiettivi minimi di legge (50% per il 2009). In totale sono ben 27 sono i Comuni che hanno superato la so-glia del 50%, un risultato sorprendente,

tenendo presente che sino a pochi anni fa le buone pratiche ambientali erano considerate una marginale testimonian-za del senso civico dei cittadini.“I dati sono estremamente positivi - commenta Sandro Donati, Assessore all’Ambiente della Regione Marche - premianti di una cultura dell’ambiente e della sua salvaguardia, oltre che di un impegno fattivo diventato pratica quotidiana, che da tanti anni fa parte delle politiche di indirizzo e di pro-grammazione della Regione Marche. Una Regione che in tutti i suoi livelli, dal tecnico-amministrativo al politico, basa la sua azione sul coinvolgimen-to interistituzionale, su una visione di matrice europea per la risoluzione della problematica, su un approccio non punitivo bensì premiante/promo-zionale”.Oltre al riconoscimento di merito, i Co-muni vincitori sono stati premiati anche con un contributo economico regionale (200mila Euro in totale) definito anche in base al numero di abitanti.Anche l’edizione 2010 di “Comuni ri-cicloni” conferma il ruolo strategico dei Consorzi obbligatori istituiti dal-la legge. Conferma la sua leadership

COMUNI RICICLONI MARCHE 2010:APPIGNANO 1° CLASSIFICATOCON IL 78,7% DI DIFFERENZIATABen 27 i Comuni che hanno superato la soglia di legge del 50%

Sandro Donati, Assessore all’Ambiente

Page 9: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

9

il COSMARI che è stato insignito del premio speciale “Consorzio Riciclone 2010” per aver raggiunto la maggior percentuale di raccolta differenziata nei primi nove mesi del 2010 con il 60,09% di RD.Sono stati consegnati infine 6 premi speciali agli enti che si sono comunque distinti per il buon lavoro svolto con pro-getti innovativi di gestione dei rifiuti:- premio speciale “Organizzazione e

Gestione RAEE dell’Ambito” al CO-SMARI, per la pianificazione prima in Italia, sulla raccolta RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed elettro-niche) di provenienza domestica;

- premio speciale per l’opera gioco-sa “Il Principe della Differenziata” al Comune di Porto Sant’Elpidio e all’Eco Elpidiense;

- premio speciale per la “Comunicazio-ne partecipata in ottica qualitativa” al CIR33;

- premio speciale per il progetto “Raccolta Oli Vegetali Esausti” alla Provincia di Ancona;

- premio speciale “Piccolo Riciclone Pesarese” al Comune di Montecalvo in Foglia;

- premio speciale per il progetto “Gli inerti nel sacco” al Comune di Foli-gnano.

Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.ambiente.regione.marche.it (sezione “Rifiuti”).

Ecotassa ridotta per i Comuni vir-tuosi: nelle Marche è realtàLa Legge Regionale 15/1997 che disci-plina il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi (ecotassa) prevede una riduzione in funzione della percentuale di RD raggiunta e una addizionale del 20% nel caso di non raggiungimento degli obiettivi minimi.Nella tabella si riporta sia la classifica “Comuni ricicloni 2010” che la riduzio-ne sull’ecotassa regionale della quale beneficiano i Comuni.

Classifica Comuni ricicloni 2010 (RD oltre il 50% nel 2009)

Comune Prov. % RD riduzione ecotassa

Appignano MC 78,70

-70%

Montelupone MC 77,70

Serra de' Conti AN 77,00

Montecosaro MC 75,90

Urbisaglia MC 72,50

Corridonia MC 71,50

Tolentino MC 71,40

Ripe San Ginesio MC 70,40

Potenza Picena MC 70,10

Loro Piceno MC 69,30

San Severino Marche MC 67,00

Civitanova Marche MC 66,30

San Ginesio MC 65,90

Torre San Patrizio FM 63,01

Monsano AN 62,84

Porto Sant'Elpidio FM 62,16

-60%Camerino MC 61,90

Barbara AN 60,24

Recanati MC 59,70

-50%Ostra AN 58,89

Ripe AN 58,86

Senigallia AN 56,64 -40%

Camerano AN 54,64

-30%

Ostra Vetere AN 54,10

Castelleone di Suasa AN 53,98

Monterado AN 52,27

Offi da AP 51,20

Legenda

Provincia di Ancona

Provincia di Ascoli Piceno

Provincia di Fermo

Provincia di Macerata

Provincia di Pesaro e Urbino

Page 10: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

101

a cura della Regione Marche

L’ONU ha voluto ricordare il 2010 come l’Anno internazionale della biodiversità.Ogni anno ormai è dedicato a qualche avvenimento che, girato l’ultimo foglietto del calendario, rischia fortemente di essere dimenticato. Per la biodiversità, però, non può essere così: se le varie con-notazioni che la rappresentano, a livello genetico, di specie o di ecosistema, vengono seriamente compromesse, come di fatto sta avvenendo, così da mettere in pericolo la vita stessa sulla Terra, l’attenzione dell’opinione pubblica non può durare un intervallo di dodici mesi.La biodiversità sta dentro e fuori ad ogni essere vivente, è il mosaico risultante dalla combinazione, spesso inestrica-bile e in parte a tutt’oggi indecifrabile, di ogni tassello che lo costituisce e di ogni ambiente in cui può prosperare, dal singolo filamento di DNA alla estensione incredibilmente vasta della foresta pluviale.Nella grande sinfonia della natura la diversità biologica si compone dell’armonioso ordito relazionale di piante, di bat-teri, di animali, di funghi… addirittura di ciascun organismo, di per sé unico e irripetibile esemplare nella peculiare rap-presentazione dei suoi caratteri ereditari.Ebbene tutto questo sta scomparendo ad una velocità incre-dibilmente alta (100 volte maggiore a quella che si può desumere dai resti fossili) che al momento sembra difficilmente arrestabile, nonostante l’impegno della comunità internazionale.Gli esseri umani, essendo parte integrante di questo comples-so dipendono dai processi naturali della biodiversità e degli ecosistemi, che di fatto erogano un flusso di “servizi” la cui continuità è essenziale per la nostra prosperità economica, per la sicurezza, per la salute e per gli altri aspetti della nostra qualità di vita, in termini di fornitura di beni (cibo, acqua, materie prime, energia…), di supporto al mantenimento dei cicli biogeochimici (idrico, suolo, biomasse...), di regolazio-ne dei fenomeni naturali (clima, malattie, inondazioni..), di valenza culturale, estetica, educativa, spirituale.

Preso atto della diffusa insufficiente conoscenza dei concetti legati alla biodiversità sopra richiamati, la Regione Marche si è impegnata ad affrontare alcune tematiche ambientali con l’organizzazione di un ricco programma di eventi per celebrare il 2010 come Anno internazionale della biodiversità, coinvolgendo il Coordinamento delle aree protette marchi-giane: nell’ambito della Rete ecologica regionale, in via di istituzione, i Parchi e le Riserve debbono svolgere un ruolo di primo piano nel perseguire una mission rivolta allo studio e alla comprensione dei fenomeni correlati alla biodiversità e alle strategie da mettere in atto per preservarne l’integrità.È in fase di svolgimento il ciclo di 12 eventi, uno per ogni area protetta, pensato per affrontare il tema sotto vari aspetti caratterizzanti gli ambiti territoriali degli Enti organizzatori di volta in volta coinvolti o questioni di interesse generale. Si parla di specie e di habitat di elevato interesse naturalistico, come la tartaruga marina (Riserva della Sentina), le farfalle (Parco del Conero), i chirotteri (Riserva di Torricchio), gli insetti impollinatori (Riserva Ripa Bianca), i rapaci (Parco Gola della Rossa), le specie floristiche marchigiane (Riserva di Torricchio), gli habitat forestali nelle Marche (Riserva di Monte San Vicino e Monte Canfaito) e di problematiche che interessano le misure per la conservazione della natura afferenti al Piano di sviluppo rurale (Riserva dell’Abbadia di Fiastra).Di seguito si elencano gli altri 4 eventi ancora in programma:

19 novembre 2010“La biodiversità ritrovata: azioni di riqualificazione terri-toriale ed interventi di reintroduzione faunistica” - Parco nazionale Monti Sibillini

26 novembre 2010“La biodiversità e i servizi eco sistemici” - Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga

LA REGIONE MARCHE CELEBRAL’ANNO INTERNAZIONALE DELLA BIODIVERSITÀ

Page 11: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

11

3 dicembre 2010“Gli habitat dei prati-pascoli d'altura” - Parco naturale regionale Sasso Simone e Simoncello

10 dicembre 2010“Le specie aliene nelle Marche” - Riserva naturale statale Gola del Furlo

Tali appuntamenti trattano argomenti di rilevante va-lore scientifico e al contempo rivestono interesse per gli spunti gestionali e applicativi, in grado di offrire ai decisori politici soluzioni da adottare nelle scelte operative per uno sviluppo del territorio tendente al-

la sostenibilità. Per ogni appuntamento è prevista la partecipazione di molti esperti nelle varie discipline e di rappresentanti di associazioni e di organizzazioni coinvolte nella materia.L’idea che l’intero sistema di aree protette partecipi ad un’ini-ziativa avente come comune denominatore la biodiversità offre un valore aggiunto allo sforzo compiuto per mettere al centro dell’interesse pubblico questioni che rivestono attualità ambientale, economica e sociale: anche quando i riflettori accesi per l’esposizione internazionale di tali tematiche saran-no spenti c’è l’auspicio di mantenere un livello di attenzione elevato e di impegno costante nell’attuazione delle politiche per il miglior governo del territorio.

LA RETE REGIONALE PER LA CONSERVAZIONE DELLE TARTARUGHE MARINE

Nel quadro degli avvenimenti, un signifi cato del tutto particolare ha assunto il primo convegno svoltosi a San Benedetto del Tronto, riguardante la “Biodiversità marina: Adriatico un mare di tartarughe”, per aver contribuito alla promozione della Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine, la prima nell’Adriatico. La Regione Marche, nella primavera del 2010, ha infatti promosso un Accordo inerente l’istituzione di tale rete, sottoscritto dai Servizi regionali Ambiente, Agricoltura e Salute, dalle Aree protette costiere (Parco del Monte San Bartolo, Parco del Monte Conero e Riserva della Sentina), dalla Fondazione Cetacea di Riccione, dal Corpo Forestale dello Stato, dalla Direzione Marittima Regionale (Capitanerie di Porto), dall’ARPAM e dal CNR, con l’obiettivo principale di favorire le azioni di salvaguardia di questi rettili antichissimi che rivestono un’importanza fondamentale per l’ecosistema mare.Tale Accordo dà attuazione al protocollo d’intesa stipulato con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per il Piano d’azione nazionale avente lo stesso oggetto.

Liberazione tartaruga Atlante del 21 ottobre 2010 a San Benedetto del TrontoSi tratta di una Caretta caretta (specie protetta) di 60 chili e 20 anni circa (tradotto in età umana, tra i 70 e gli 80), una femmina che ha appena raggiunto la maturità sessuale. Si tratta di un esemplare piuttosto giovane, dato che le tartarughe marine vivono fi no ai 70 anni, ma il suo carapace ha raggiunto già una lunghezza di 70 centimetri, mentre quello di un esemplare adulto varia dagli 80 ai 140 centimetri. È stata pescata nel gennaio 2010 dalla rete a strascico di un peschereccio a largo di Bellaria (RN) e aveva troppa acqua nei polmoni. Così ha trascorso questi mesi all’ospedale delle tartarughe a Riccione presso la Fondazione Cetacea.Sul sito www.ambiente.regione.marche.it (Biodiversità) il link al video della liberazione.

foto di Paolo Agnelli

Page 12: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

121

di Roberto Orefi ciniDirettore Generale ARPAM

ARPA MARCHE

La Regione Marche è impegnata in queste settimane a raggiungere un’intesa con Comuni e Province su un decreto che fissi norme atte ad affrontare il problema dell’inquina-mento atmosferico da polveri sottili. I dati forniti dalle centraline di mo-nitoraggio sparse su tutto il territorio regionale dicono infatti che ci sono aree sulle quali grava un livello di presenza delle PM 10 che va ol-tre il limite di superamenti fissato in 35 giorni/anno del valore limite (50µg/mc) di polveri sottili nell’aria. Bisogna però evitare una lettura “allarmistica” dei dati, magari sug-gerita dai dati di alcune stazioni di “Traffico/Urbano” (come quelli delle centraline poste ad Ancona, al porto e nei punti più critici della città per il traffico veicolare), che non sono cer-to indicativi della condizione dell’aria nella città, ma solo del livello di in-quinamento in quel punto. È utile segnalare che stazioni installate nelle stesse condizioni in altre province, come quella di Civitanova-Cecchetti e di Pesaro-Giolitti sono state a suo tempo rimosse e ricollocate in siti di

“Fondo/Urbano”, cioè di aree delle città fuori dai grandi flussi veicolari e i cui dati sono dunque indicativi delle PM 10 presenti come zoccolo nell’aria, e non invece indicatori dei picchi di traffico. Pur essendo del tutto evidente che i superamenti di Ancona-Bocconi, di Ancona-Porto e di Ancona-Torrette rappresenta-no un campanello d’allarme per la qualità dell’aria nella città (anche altri siti della regione, però, sono abbondantemente al di sopra dei limiti consentiti).

Che cosa sono le polveri sottiliLe PM 10 sono polveri di diame-tro pari o inferiore a 10 µ (micron, millesimo di millimetro), e sono co-stituite da un miscuglio di particelle carboniose, fibre, silice, metalli, par-ticelle liquide le quali a loro volta possono essere costituite da inqui-nanti allo stato liquido o sciolti in acqua. L’origine delle PM10 è molto varia: dal sollevamento della polvere naturale, ai processi di combustione incompleta di derivati del petrolio (sia di origine industriale che dome-stica che da traffico autoveicolare), alla formazione di aerosol di compo-sti salini, ecc. Le sorgenti antropiche principali sono: veicoli diesel; ci-clomotori e motocicli a due tempi; usura dei freni, pneumatici e asfalto; risospensione; emissioni industriali; impianti termici a combustibili liqui-di; combustione legna. Le PM10 sono costituite da una componente prima-ria ed una secondaria. I precursori di PM10 secondario sono: biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca. La tos-sicità è legata soprattutto alla qualità chimica della polvere e in particolare alla capacità di assorbire sulla sua superficie sostanze tossiche, quali metalli pesanti, idrocarburi policicli-ci aromatici, ecc. Questo fenomeno di assorbimento interessa soprat-

tutto il particolato fine e ultrafine con diametro inferiore a, rispetti-vamente 2,5 µ, 1 µ ( PM2,5, PM1).

La rete di monitoraggioLa rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria evidenzia co-me l’inquinamento da polveri sottili, in particolare da PM10, sia presen-te nelle aree più antropizzate, con situazioni che risultano particolar-mente evidenti nei periodi invernali sia a causa delle maggiori emissioni, in quanto alle fonti presenti nell’in-tero anno si aggiungono le emissioni dovute al riscaldamento domestico, sia a causa delle particolari condizio-ni meteorologiche che ostacolano la dispersione degli inquinanti. Come si è detto, alcune stazioni di moni-toraggio poste in aree urbane hanno registrato superamenti del PM10 sia per quanto riguarda il valore limite su 24 ore che per quanto riguarda il valore limite annuale, per la pro-tezione della salute umana. Diversi studi scientifici hanno dimostrato la pericolosità del materiale particolato per la capacità di raggiungere il trat-to tracheo-bronchiale (PM10) o gli alveoli polmonari (PM2,5 e minori) e qui svolgere la loro azione noci-va. Pericolosità legata non solo alla capacità di penetrazione nell’albero respiratorio, ma anche alle sostan-ze che si legano alle polveri quali metalli pesanti, idrocarburi polici-clici aromatici, radicali liberi. Effetti avversi sulla salute possono essere sia di tipo acuto che cronico, deter-minando conseguenze anche letali, come rilevato da studi condotti negli Stati Uniti ed in vari Paesi europei in cui si evidenzia una stretta as-sociazione fra i livelli di inquinanti atmosferici ed il numero giornaliero di morti o ricoveri in ospedale per cause respiratorie e cardiovascolari. Le fonti di generazione del materiale particolato possono essere moltepli-

POLVERI SOTTILI:INFORMARE, NON ALLARMARE

Page 13: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

13

ci, sia naturali che antropiche. Fra queste ultime le più rilevanti sono dovute ai processi di combustione di combustibili fossili, emissioni industriali e dal traffico veicolare. Studi e ricerche effettuate in rela-zione all’inquinamento da polveri sottili confermano come, in parti-colar modo in ambiente urbano, la loro origine sia prevalentemen-te antropica e il traffico stradale rappresenta il principale fattore di pressione sulla qualità dell’aria in queste aree. La provata pericolosi-tà di questi inquinanti per la salute umana comporta la necessità di adot-tare provvedimenti che riducano le emissioni in atmosfera. Va in ogni caso sottolineato che l’aria è la più “globale” delle matrici ambientali, e dunque politiche di mitigazione e adattamento avranno efficacia solo se attuate su base territoriale molto vasta. Per semplificare, nelle Marche si potranno/dovranno attua-re misure le più virtuose, ma se lo stesso non accadrà nella fortemente industrializzata e antropizzata Emilia Romagna, le polveri sottili dalla Val Padana raggiungeranno presto con vento da nord, il più frequente, la nostra regione.

Le buone praticheGli americani le chiamano best practices, buone azioni, da noi si preferisce chiamarle politiche atti-ve, cioè scelte efficaci. Si tratta delle azioni che si possono/si devono intraprendere per contrastare l’in-quinamento atmosferico da polveri, sottili e ultrasottili e da altri tossici per fortuna più rari. Ecco dunque le 16 best practices, le sedici buone azioni per contrastare lo smog. Attenzione però; non se ne può scegliere una o l’altra: bisogna at-tuarle tutte insieme, altrimenti non funzionano.

1. Riduzione del traffico vei-colare privato a favore di quello pubblico (parcheggi scambiatori, mobilità ciclo-pedonale, razionalizzazione distribuzione merci, car po-oling, car sharing, mobility manager…)

2. Conoscenza dei flussi di traf-fico, del parco veicolare, della mobilità

3. Bollino blu veicoli4. Sostituzione dei veicoli più

vecchi “Euro 0”5. Diffusione veicoli a ridotto

impatto (elettrici, ibridi, gas) ed impianti di rifornimento

6. Diffusione di combustibili a basso tenore di zolfo e ben-zene (Direttiva 2003/17/CE)

7. Disincentivare l’utilizzo dei combustibili liquidi a favore di combustibili ecocompatibili (Direttiva 2003/30/CE)

8. Lotta alle emissioni diffuse (cantieri presenti sulle stra-de, ecc…)

9. Controlli degli impianti in-dustriali e dei sistemi di abbattimento

10. Supporto della meteorologia alle reti di rilevamento della QA

11. Inventario delle emissioni12. Bollino blu impianti termici13. Vietare la combustione incon-

trollata delle biomasse14. Corretta caratterizzazione del

rilevamento15. Informazione continua16. Coinvolgere tutti gli attori

(Regione, ARPAM, Comuni, Province, gestori impianti industriali, Aziende Munici-palizzate, cittadini)

ARPA MarcheVia Caduti del Lavoro, 40 int. 560131 AnconaTel. 071 2132720 - fax 071 2132740arpam.direzionegenerale@ambiente.marche.itwww.arpa.marche.it

Page 14: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

141

di Agnese Mengarelli

COSMARI

“L’in house providing dei servizi pubblici: come salvaguardare le esperienze pubbli-che delle Marche” è questo il titolo del Convegno organizzato da COSMARI, che si è tenuto in occasione di ECOMON-DO 2010, per discutere della gestione “in house” dei servizi pubblici, nell’otti-ca di preservare tutte quelle esperienze che nelle Marche, in questi anni, hanno dimostrato qualità nei servizi a costi di mercato, comunque contenuti, e con una gestione certamente virtuosa.Il Convegno è stato aperto dal Consi-gliere di Amministrazione di COSMARI, Giuseppe Speranzoni, che ha lamenta-to la difficoltà del Consorzio di fare una programmazione adeguata delle proprie attività a causa dell’incertezza normativa, nazionale e regionale. Si tratta di una problematica sentita da tutti i Consorzi che si occupano di smaltimento rifiuti, che impedisce di fatto la stesura di un piano industriale appropriato. “Tentare di far rimanere il servizio, co-me servizio pubblico, dove il Comune, che è socio del Consorzio come deten-tore del servizio, possa avere un ruolo attivo e non una sorta di delega ad altri soggetti, sia nella programmazione, che nella gestione diretta del servizio.” Questo obiettivo, espresso l’Assemblea

dei Soci COSMARI, è quindi, di vitale importanza, purché salvaguardi quel-le esperienze che hanno dato buoni risultati nelle Marche, altrimenti tutto il percorso intrapreso finora rischia di disperdersi in una “privatizzazione sel-vaggia che non avrà molti effetti positivi per la popolazione”.È seguito, quindi, l’intervento dell’Avv. Daniele Spinelli, che ha fatto un quadro della normativa nazionale in materia di in house providing. “La concorrenza è un valore nel mo-mento in cui i suoi benefici effetti, nati da una corretta allocazione delle risor-se, vengono conseguiti - ha sostenuto Spinelli - Se questi risultati non sono conseguiti, quel sistema non è un si-stema concorrenziale.”Nel settore dei rifiuti, il Legislatore, prima del 2008, aveva scelto di im-pedire tout court l’affidamento in house, decretando di fatto l’impossibi-lità dell’autoproduzione. Con l’articolo 23 bis della L. 133/2008, questa possibilità è stata reintrodotta.Con la nuova normativa in materia di rifiuti, che prevede la soppressione degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), e la creazione delle Autorità d’Ambito (ADA), - ha proseguito Spinelli - “anche nella

Provincia di Macerata stanno scadendo alcuni contratti e ci si chiede che cosa fare. Gli affidamenti in house providing legittimi scadranno tutti il 31 Dicembre 2011, con un anno di tempo per mettere in atto le procedure di liquidazione. Mi sembra evidente che questa attività deb-ba proseguire ex lege, per salvaguardare quella gestione unitaria di cui all’art. 200, che è l’obiettivo della legge.”A seguire l’Ing. Piergiorgio Carrescia, Di-rigente PF Ciclo dei rifiuti Regione Marche, ha spiegato che l’ADA da soggetto giuri-dico autonomo ha assunto una posizione giuridica tutta da definire e le cui funzioni devono essere attribuite ad altri soggetti.La bozza che sta preparando la Giunta regionale in materia di rifiuti era già pre-vista dalla Legge Finanziaria del 2007, secondo la quale le Regioni avrebbero dovuto ridefinire gli Ambiti Territoriali Ottimali per razionalizzare i costi.Carrescia ha spiegato che gli ATO sono individuati dalle Regioni con apposita legge ed in essi operano le Autorità d’Ambito, enti con personalità giuri-dica che hanno, non solo il compito di organizzare, affidare e controllare la gestione integrata del servizio, ma anche di svolgere talune funzioni a loro delegate dalla Regione Marche.

L’IN HOUSE PROVIDING DEI SERVIZI PUBBLICI: COME SALVAGUARDARE LE ESPERIENZE PUBBLICHE DELLE MARCHE

Page 15: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

15

IV RAPPORTO COSMARI SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA “PORTA A PORTA”

A margine del Convegno è stato presentato il IV Rapporto sulla raccolta differenziata “Porta a porta” attuato in provincia di Macerata e curato dal Direttore del COSMARI, Giuseppe Giampaoli. La media provinciale della raccolta differenziata, in questi anni è tendenzialmente salita: dal 3% del 1997 al 28,19% del 2007. Nel 2009 si è registrato il punto di inversione tra RSU e RD: da un anno si recupera più di quanto si smaltisce.Ad oggi i Comuni con il “Porta a porta” raggiungono almeno il 60% di raccolta differenziata, con eccellenze che superano l’80%. Nel 2009, i Comuni serviti dalla raccolta “Porta a porta” (circa 170.000 abitanti) hanno raggiunto la media del 67,26% di RD.Per quanto riguarda i costi, secondo i dati del bacino COSMARI del 2009 sono stati pari a 79,17 €/ab. anno. Considerando che nel 2010 i costi saranno ulteriormente ridotti, essi risultano sensibilmente inferiori anche a quelli della migliore realtà nazionale presa in considerazione (Lombardia 75,81 €/ab. Anno).

Il soggetto gestore, a cui vengono at-tribuite le funzioni delle ADA, deve essere individuato mediante gara e nel rispetto dei principi comunitari; quindi la forma in house providing è prevista e non è minata dalla Legge Regionale. “Esisterà un soggetto - ha sottolineato Carrescia - al quale devono essere af-fidate le funzioni che il Decreto 152 e la Legge Regionale hanno riconosciuto e hanno posto in campo alle Autori-tà d’Ambito; il tutto in un contesto di gestione integrata dei rifiuti. Quindi la disciplina presuppone che vi sia un gestore unico o un unico soggetto che fa la governance nel settore rifiuti.”La questione della dimensione regiona-le dell’Ambito Territoriale va inquadrata in un’ottica di razionalizzazione della spesa, degli impianti e dell’intero siste-ma. La partecipazione dei Comuni è assicurata già dalla L.R. 24/2009.“La bozza che la Regione sta redigendo prevede la creazione di un’Agenzia Regionale Unica, alla quale vengono imputate le funzioni che sono richieste dal D.Lgs. 152/2006 e dalla L.R. 24/2009. Sono previste Conferenze Territoriali di Ambito, composte dai Sindaci dei territori interessati e dalle Province, che avranno potere decisionale. Il Direttore avrà una funzione di coordinamento - ha proseguito Carrescia - Il Piano d’Ambito sarà ovviamente regionale; coincidendo col territorio della regione, ma sarà articolato in Piani stralcio, la cui approvazione è affidata alla Confe-renza Territoriale di competenza.”Sono previste 9 Conferenze Territo-riali (5 per la gestione dei rifiuti e 4 per la gestione delle acque). Gli affi-damenti potranno essere effettuati per singoli territori, ma resta comunque la necessità di coordinamento e raziona-lizzazione.L’affidamento verrà dato in base alla normativa comunitaria e l’effettivo pas-saggio di gestione avverrà solo dopo la nomina del Direttore dell’Agenzia Unica, per cui non ci sarà un periodo di vacatio legis.Protagonisti del Convegno sono stati gli enti territoriali, che, preoccupati dalla riforma della Regione Marche, sentono minacciata la loro autonomia.Renato Vallesi, Assessore alla Tutela Ambientale della Provincia di Fermo, non condivide l’idea dell’Agenzia Unica Regionale e sostiene che molti Comuni del fermano chiedono maggiore sem-plificazione procedurale, costi bassi di gestione e rivendicano un peso mag-

giore nei momenti decisionali.“I territori non vogliono essere espro-priati di opportunità e del meccanismo positivo che è stato attuato, perché le decisioni che vengono prese dall’alto, spesso non conoscono le realtà terri-toriali.”Secondo l’Assessore Vallesi il ruolo della Regione dovrebbe essere quello di snellire la burocrazia e facilitare la realizzazione delle scelte dei Comuni e delle Province.La parola è poi passata a Mario An-drenacci, Sindaco del Comune di Porto Sant’Elpidio e Presidente ANCI Marche, che condivide l’obiettivo della Regione Marche di mettere ordine nella materia rifiuti, ma bisogna porre attenzione al cittadino, come principale protagoni-sta di tutta la filiera dei rifiuti.“Serve una maggiore consapevolezza dei cittadini, per renderli protagonisti di un percorso - ha dichiarato Andrenacci - Noi possiamo mettere in piedi qualsiasi percor-so legislativo, ma se pensiamo di imporre alcune senza una condivisione degli attori che sono i cittadini della Regione Marche, rischiamo di fare delle sovrastrutture che non raggiungono gli obiettivi prefissati”. Ha poi preso la parola Simone Cecchet-tini, Presidente CIR 33, che ha criticato la Regione per essere stata poco trasparente nella redazione della bozza della riforma, ma prende atto dell’apertura al dialogo del Dott. Carrescia.“Io vengo dalla Provincia di Ancona, dove c’è ancora la presenza di due Consorzi,

dobbiamo andare verso una struttura consortile di convenzione con i Comuni, modello COSMARI, che dobbiamo far di-ventare il modello marchigiano”.Secondo Cecchettini, quindi è necessario partire da esperienze virtuose, come quella del COSMARI, per elaborare una riforma regionale sui rifiuti che tenga conto della gestione in house providing. Inoltre, il coordinamento e la regia affi-dati all’Agenzia Regionale Unica sarebbe inutile, in quanto l’Assessorato Regionale all’Ambiente e la sua Struttura dirigenzia-le possiedono già tutte le competenze necessarie per svolgere la funzione di coordinamento ed per capire le proble-matiche che insistono sul territorio.Il convegno è terminato con le con-clusioni del Direttore del COSMARI, Giuseppe Giampaoli, anche moderatore degli interventi dei relatori, che ha ribadito la possibilità di continuare con la gestione in house providing, a patto che l’Ambito non sia regionale ma prettamente locale: “Il rischio è quello di creare una struttura ampia e farraginosa, che avrà un effetto più frenante, che di accelerazione, delle nostre azioni”.Dopo le conclusioni, il Direttore Giam-paoli ha presentato il IV Rapporto sulla raccolta differenziata “Porta a porta” del COSMARI, a cui sono seguite la Premiazione dei Comuni Virtuosi e la consegna all’Ambalt degli utili derivati dalla raccolta diffe-renziata degli oli vegetali a cura della Adriatica Oli e COSMARI.

Consorzio Obbligatorio Smaltimento RifiutiSede legale e operativaLoc. Piane di Chienti - 62029 Tolentino (MC)Tel. 0733 203504 - fax 0733 [email protected] - www.cosmari.sinp.net

Page 16: Ambiente Marche News n. 18 Novembre 2010

ENTE

MAR

CHE

NEW

S