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Altri Herpes virus HHV-6 Linfociti B e T, megacariociti. Infezione primaria: exanthem subitum (roseola infantum) Latenza nei linfociti T Associato a disordini neurologici (encefaliti, convulsioni) Ruolo nella sclerosi multipla? HHV-7 Linfociti T (CD4). Associato a casi di exanthem subitum (roseola infantum) Ubiquitari (> 90% popolazione). Isolati dalla saliva Gamma-herpesvirus…..

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Altri Herpes virus

HHV-6 Linfociti B e T, megacariociti.

Infezione primaria: exanthem subitum (roseola infantum)Latenza nei linfociti T

Associato a disordini neurologici (encefaliti, convulsioni)Ruolo nella sclerosi multipla?

HHV-7Linfociti T (CD4).

Associato a casi di exanthem subitum (roseola infantum)

Ubiquitari (> 90% popolazione). Isolati dalla saliva

Gamma-herpesvirus…..

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HHV-6

Isolato nel 1986 da PBMC di un paziente immunocompromesso (Salahuddin et al., 1986). Successivamente si è dimostrato che l’infezione è molto comune e virtualmente tutti i bambini sono infettati da questo virus nei primi anni di vita.

Classificazione: β-herpesvirus

VARIANTI: HHV-6A e HHV-6B, differiscono nel tropismo, nella sequenza nucleotidica e nella patogenesi

MORFOLOGIA: tipica degli herpesvirus, genoma dsDNA, capside iscosaedrico ricoperto di tegumento ed envelope lipidico derivato dalle membrane delle cellule infettate modificate per l’inserimento delle glicoproteine virali (virione Ø 160-200 nm).

TROPISMO: non limitato alle sole cellule linfoidi (linfociti B e T), presenta un tropismo ampio per diversi tipi di cellule umane (cellule timiche, gliali megacariociti, fibroblasti), in accordo al fatto che il suo recettore cellulare è il CD46 (Santoro et al., 1999), una glicoproteina di tipo-1 che appartiene ad una famiglia di regolatori dell’attivazione del complemento.

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LATENZA: instaura un’infezione latente in linfociti T e monociti.

EPIDEMIOLOGIA: Virus ubiquitario, presente in tutte le aree del mondo. Sieroprevalenza > 90% negli adulti. L’infezione avviene prevalentemente nei primi mesi di vita: 6-9 mesi (Caserta et al., 2001). La modalità di trasmissione non è completamente chiarita, HHV-6 replica nelle cellule epiteliali ed è presente nella saliva. PATOGENESI: nei bambini l’infezione primaria causa l’exanthem subitum (roseola infantum, sesta malattia) con febbre alta e lo sviluppo di un rash cutaneo dopo la risoluzione della febbre (Yamanishi et al., 1988). HHV-6 è correlato anche a patologie nell’adulto dovute a fenomeni principalmente di riattivazione (sindrome simil-mononucleosica), che possono essere clinicamente significative soprattutto nei pazienti immunocompromessi.

…..è stato suggerito che possa essere associato a patologie autoimmuni come artrite reumatoide, sclerosi multipla…..

DIAGNOSI DI LABORATORIO: ricerca di anticorpi o ricerca del virus mediante PCR nel sangue e nella saliva.

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Altri Herpes virus

HHV-6 Linfociti B e T, megacariociti.

Infezione primaria: exanthem subitum (roseola infantum)Latenza nei linfociti T

Associato a disordini neurologici (encefaliti, convulsioni)Ruolo nella sclerosi multipla?

HHV-7Linfociti T (CD4).

Associato a casi di exanthem subitum (roseola infantum)

Ubiquitari (> 90% popolazione). Isolati dalla saliva

Gamma-herpesvirus

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I gamma-herpesvirus umani

LymphocryptovirusVirus di Epstein Barr (EBV)

RhadinovirusHerpesvirus umano 8 (HHV-8) o

Kaposis’s sarcoma associated herpesvirus (KSHV)

La struttura di questi virus e la modalità di replicazione sono riconducibili a quelle comuni della famiglia.

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Virus di Epstein-Barr (EBV)  (I)

- Scoperto nel 1964 da Epstein e Barr analizzando in microscopia elettronica delle biopsie linfonodali prelevate da adolescenti centroafricani con tumore di Burkitt.

 - E' un virus molto diffuso, oltre il 90% della popolazione adulta è sieropositiva per EBV.

 

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Virus di Epstein-Barr (EBV)  (II)

- EBV è l’agente etiologico della mononucleosi infettiva, una malattia tipica dei giovani adulti. Di solito nell’infanzia è asintomatica.

 - La malattia si manifesta con febbre, faringite, ingrossamento dei linfonodi, splenomegalia, alterazioni delle funzioni epatiche.

 - EBV viene trasmesso attraverso le secrezioni faringee, spesso tramite scambio di saliva:

Bacio (adolescenti/adulti)

Contatti all’interno della famiglia o negli asili (spesso attraverso oggetti: posate, piatti, bicchieri, giocattoli, etc.)

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Virus di Epstein-Barr (EBV)  (III)

- La sede del primo impianto sono le cellule epiteliali del faringe, dove si instaura un’infezione produttiva.

- Da qui il virus viene trasmesso ai linfociti B, dove instaura un’infezione non produttiva (latenza).

- Recettore cellulare per l’EBV

CR2, CD21: recettore per il C3d del complemento

corecettore: molecole di classe II HLA

Linfociti B, cell. epitelio oro- e naso-faringe, cellule

dendritiche follicolari, cell. cervice uterina

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Virus di Epstein-Barr (EBV) (IV)

Nell’epitelio oro-faringeo il virus, dopo l’infezione primaria, può dar luogo a

un’infezione litica persistente che può durare alcuni anni.

Il soggetto infetto anche se asintomatico funziona da sorgente di infezione.

Il genoma virale è presente in forma circolare episomiale all’interno del nucleo.

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Comparsa e durata degli anticopri anti-EBV

EBV VCA IgM sono in genere già presenti all'esordio clinico. Declinano con la guarigione, ma in una piccola percentuale dei casi (10%) possono essere rilevabili fino a 4 mesi dalla presentazione della malattia, (eccezionalmente osservati fino ad 1 anno).

EBV VCA IgG possono essere già presenti all’esordio clinico, aumentano fino ad un picco in 3-4a settimana e poi declinano in un periodo di mesi. Possono essere rilevate a basso titolo per tutta la vita.

EBNA IgG compaiono tardivamente in fase di convalescenza 1-2 mesi dopo l'esordio della malattia. Persistono per tutta la vita. La comparsa di anticorpi anti-EBNA in persone precedentemente positive per VCA e negative per EBNA documenta una sieroconversione e quindi infezione recente.

Anticorpi eterofili: anticorpi (IgM) reattivi contro antigeni di specie diversa, in particolare contro antigeni di superficie di emazie di pecora e di cavallo (emoagglutinine) o di bue (emolisine).

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EBV: diagnosi, terapia e profilassi

La diagnosi si basa attualmente:

sulla dimostrazione di anticorpi contro le proteine virali precoci, nucleari o del capside virale (ELISA o immunofluorescenza su linfociti paziente)

ricerca del genoma con PCR (PCR quantitativa)

Non è attualmente disponibile un vaccino efficace

Gli antivirali efficaci contro altri herpesvirus non hanno dimostrato alcuna efficacia nella progressione della malattia

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EBV e tumori

L’EBV è classificato dall’International Agency for Research on Cancer come

agente di tipo 1: agente cancerogeno nell’uomo.

L’infezione da EBV è significativamente associata a:

Linfoma di Burkitt (endemico in Africa)

Malattia linfoproliferativa e linfomi immunoblastici in pazienti

immunocompromessi (trapiantati, AIDS)

Mononucleosi linfoproliferativa fatale associata a immunodeficienza congenita

(XLP)

Carcinoma nasofaringeo

Nei pazienti con AIDS si ritiene associato alla leucoplachia orale

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EBV e tumori

In vitro può infettare ed immortalizzare i linfociti B.La capacità trasformante dell’EBV è tipicamente legata

all’espressione delle proteine di latenza:

6 proteine a localizzazione nucleare EBNA – 1, 2, 3A, 3B, 3C e LP

3 proteine localizzate sulla membrana LMP1, LMP2A, LMP2B

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Latenza di tipo IILatenza di tipo II

Linfoma di HodgkinLinfoma di HodgkinCarcinoma NasofaringeoCarcinoma Nasofaringeo

Latenza di tipo IIILatenza di tipo III

PTLDPTLDLinee cellulari LinfoblastoidiLinee cellulari Linfoblastoidi

EBNA-1EBNA-1

LMP 1LMP 1

LMP 2LMP 2 EBNA 1EBNA 1

LMP 1LMP 1

LMP 2LMP 2

EBNA-1EBNA-1

EBNA-2EBNA-2

EBNA-3AEBNA-3A

EBNA-3BEBNA-3B

EBNA-3CEBNA-3C

LPLP

Latenza di tipo ILatenza di tipo I

linfoma di Burkitt linfoma di Burkitt

EBERsEBERs EBERsEBERs EBERsEBERs

BARF0BARF0BARF0BARF0BARF0BARF0

EBV e tumori

Proteine espresse durante la latenza

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Gli antigeni nucleari (EBNA) e le proteine di membrana (LMP) sono correlate con l’immortalizzazione dei linfociti B

EBNA-1: si lega al DNA virale e consente al genoma EBV di essere mantenuto nella cellula B come DNA episomiale circolare

EBNA-2: incrementa l’espressione delle LMP1 e LMP2, così come di proteine cellulari che contribuiscono alla crescita e trasformazione di cellule B.

EBNA-3C: aumenta espressione CD23

LMP1:si associa con molecole di membrana e induce:• molecole di adesione (vimentina, ICAM 1, LFA 1, and LFA 3) (adesionione omotipica)•Espressione bcl2 •Calcio intracellulare•Markers di attivazione (recettore della transferrina, HLA-II, CD21, CD23, CD39,CD40, CD44)•Altera il pathway di risposta a TGF-beta

LMP2A: attiva il pathway tirosin-chinasico del B-cell receptor desensibilizzando l’ulteriore attivazione dei B

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Lo sviluppo del tumore richiede comunque la presenza di co-fattori

Risposta CTL (EBNA 2, 3A, B, C) controlla l’infezione

Deficit CTL per cause endogene (es. immunodeficenza congenita) per cause esogene (es. malaria, immunodeficienza post-trapianto, AIDS)

Favorisce la proliferazione policlonale dei linfociti B e i successivi eventi genetici (es. traslocazione e attivazione di c-myc)

Co-fattori

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B L.BurkittEBV

• Attivazione policlonale dei linfociti B, proliferazione e immortalizzazione• Blocco della differenziazione a plasmacellula

Linfocita Bquiescente

Deficit CTL

Malaria

Evento genetico

Attivazione policlonale dei linfociti B, soppressione dei linfociti T

Traslocazione cromosomica, attivazione c-myc

Linfociti B attivati e proliferantiCellula tumorale

Linfoma di Burkitt

Patogenesi multifattoriale del linfoma di Burkitt

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traslocazioni8;14 (90%)2;8 (5%)8;22 (5%)

myc

Burkitt’s Lymphoma

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Linfoma di Burkitt

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Persistenza di EBV nei tessuti e nel sangue periferico

Kimura H et al., Rev. Med Virol 2008

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Metodi di valutazione della carica virale di EBV

Kimura H et al., Rev. Med Virol 2008

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Valutazione della carica virale di EBV e PTLD

Kimura H et al., Rev. Med Virol 2008

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Uccisione selettiva delle cellule tumorali EBV+ mediante chemioterapia/RT e ganciclovir

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Herpesvirus umano di tipo 8

E’ il più recente herpesvirus umano scoperto

Identificato nel 1994 con un approccio di biologia molecolare in biopsie di sarcoma di Kaposi

Genoma dsDNA di circa 165 kbp

Classificato tra i Rhadinovirus

Virus di difficile coltivazione

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Diffusione e modalità d’infezione

Diversamente dagli altri herpesvirus HHV-8 è poco diffuso nella popolazione generale.

E’ presente in determinate aree geografiche: Italia, Egitto, Israele, Grecia e regione sub-sahariana.

La trasmissione avviene tramite la via alimentare e sessuale.

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Patologie associate all’infezione con HHV-8

Sarcoma diKaposi

Linfoma adeffusione primaria

ProliferazioneClonale

Malattia Multicentrica di

Castleman

Iperplasiapoliclonale

HHV-8 è classificato dall’International Agency for Research on Cancer come agente di tipo 2a: agente probabilmente cancerogeno nell’uomo.

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HHV-8 DNA in leucociti circolanti

La cellula infettata è positiva in sezioni consecutive, dimostrando la specificità del segnale

sezione I sezione II

Blasig et al., 1997

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HHV-8 è presente nei linfociti B derivati da PEL (BCBL-1)

Riattivazione dell’infezione con TPA

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HHV-8 e PEL

Effusioni maligne delle cavità viscerali

Rappresentano un tipico processo neoplastico, a differenza del KS

Estremamente aggressivi in corso di AIDS

100% infettati latentemente da HHV-8 (molti co-infettati da EBV)

Le cellule derivate da PEL esprimono i geni di latenza di HHV-8 e nello

0.1-1% di esse si riattiva l’infezione litica spontaneamente

Le cellule derivate dai PEL, a differenza delle cellule derivate dal KS sono

trasformate e tumorigeniche in topi immunodeficienti

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Interazioni delle proteine di HHV-8 con proteine che controllano il ciclo cellulare

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Interazione di HHV-8 con molecole che regolano le risposte immuni

K3, K5 sequestrano molecole di MHC classe I nel reticolo endoplasmatico

K5 inoltre diminuisce l’espressione delle molecole co-stimolatorie B7.1 e di ICAM-1

Ciò potrebbe contribuire alla ridotta attività CTL

verso cellule latentemente infettate da HHV-8

ed inibire le risposte delle cellule NK

Coscoy et al., PNAS 2000Ishido et al., J. Virol. 2000; Immunity 2000Stevenson et al., PNAS 2000Brander et al., J. Immunol. 2000

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HHV-8 e trasformazione cellulare

Le interazioni delle proteine di HHV-8 con proteine che regolano il ciclo cellulare e i segnali di attivazione

dell’immunità innata, nonché la modulazione dell’espressione di molecole che regolano le risposte immuni, producono come

effetto finale l’attivazione della proliferazione cellulare, l’inibizione dell’apoptosi

e potrebbero contribuire all’ “immune escape” di HHV-8

e potrebbero perciò contribuire ai processi di trasformazione cellulare e di carcinogenesi

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HHV-8 e KS

80-100% lesioni KS (AIDS-KS, CKS, PT-KS, AKS)

40-80% dei PBMC di pazienti con KS

10-30% dei PBMC di individui omosessuali

0-20% dei PBMC di donatori normali con prevalenza diversa in base alle aree geografiche (USA, Nord Europa, paesi bacino mediterraneo, Africa)

Evidenziato in PCR in:

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HHV-8 e KS Presente nella popolazione normale, e in particolare nelle aree ad alta incidenza

di KS (Mediterranean area e Africa), ma anche in regioni a bassa incidenza di KS

Il carico virale è elevato nei pazienti con KS o a rischio per KS ed è associato con attivazione di citochine Th1 e produzione di citochine proinfiammatorie IC)

Nelle lesioni il carico virale di HHV-8 aumenta con la progressione e la presenza di citochine infiammatorie (CI) precede (aumenta il carico virale) il ritrovamento del virus nei tessuti

CI mantengono e aumentano il carico virale nei PBMC inducendo riattivazione virale

Fattore di inizio o di progressione?

L’espressione dei geni di latenza di HHV-8 predomina nelle lesioni KS, e i geni di latenza (v-cyclin, vFLIP, LANA etc.) potrebbero avere un ruolo nella progressione del KS a vero tumore

Reviewed in: Stürzl et al., Adv. Cancer Res., 2001Ensoli et al., Adv. Cancer Res., 2001

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Sarcoma di Kaposi

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Ensoli et al.

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Individui a rischio di KS (HHV-8+, immunodisregolati)

Citochine infiammatorie(Th-1: -IFN, IL-1, TNF)

HHV-8: riattivazione, Aumento virus sangue e tessuti

Induzione dei progenitori delle cellule fusate (HHV-8 infettate)

Adesione delle cellule infettate da HHV-8 ai vasi e passaggio nei

tessuti

Infezione latente di HHV-8 nella cellula KS (v-cyclin, v-FLIP,

Kaposine, LANA)

Attivazione delle cellule endoteliali e formazione

cellula fusata del KS

Produzione di fattori angiogenici (bFGF-VEGF)

Sinergia con la proteina Tat di HIV-1

Progressione KS(tumore)

Inizio KS (lesioni angiogeniche infiammatorie)

Ensoli et al.

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Diagnosi di laboratorio di HHV-8

• Ricerca di anticorpi con metodologie ELISA o immunofluorescenza (LANA, K8.1)

• Ricerca del genoma virale mediante PCR

• Studio dei trascritti per valutare lo stato di replicazione

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Herpes B (herpesvirus cercopitechino 1)

• Virus erpetico della scimmia

• Può essere un patogeno per persone che maneggiano scimmie (trasmissione tramite il morso) o per laboratoristi che utilizzano tessuti o cellule di scimmia

• Nell’uomo la malattia può essere letale (75% casi) o dare gravi danni neurologici (mielite o encefalite) in chi sopravvive

• Evidenza di trasmissione da uomo (infettato da scimmia) ad altro uomo.

• Diagnosi mediante isolamento del virus e test sierologici

• Acyclovir e Ganciclovir raccomandati per terapia (sensibile in vitro)