Alternanza scuola e lavoro
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Alternanza Scuola Lavoro: una opportunità per le PMI
Per poter sostenere i costi e trarre il profitto necessario anche per gli investimenti e lo sviluppo, l’impresa deve cambiare la propria prospettiva passando da una innovazione di tipo chiuso (closed innovation) verso una forma più aperta di innovazione (open innovation).
L'innovazione chiusa offre benefici nel momento in cui il network interno è tanto esteso da possedere tutte le risorse per poter sviluppare con continuità nuovi prodotti o servizi. Quando però questo viene a mancare diventa più vantaggioso per l'azienda mettere in atto un networking che includa agenti esterni come università, scuole, start-up, istituti pubblici e privati, fornitori esterni, distributori, creando un flusso di informazione e scambio più adattabile alla situazione che genera anche un valore aggiunto.
Le Imprese, e in particolar modo le PMI, sempre più ricercano giovani non necessariamente dotati di alta scolarità e talentuosi, ma certamente motivati e fortemente disponibili ai veloci cambiamenti organizzativi e tecnologici.
In media il 90% della conoscenza necessaria per l'operatività del posto di lavoro (e di conseguenza dell'organizzazione) è di tipo tacito: "conoscenza tacita”. E’, pertanto, necessario che i giovani si dotino di metodi e strumenti che permettano loro di trasformare l'informazione in conoscenza e ciò avviene quando le persone: a) comparano e integrano nuova informazione con la conoscenza precedente; b) immaginano le conseguenze di decisioni o atti; c) condividono e confrontano idee con altri.
In questo contesto di necessaria innovazione, bene si inserisce la partecipazione delle PMI ad un progetto di Alternanza Scuola Lavoro. Per imprenditori innovativi, dotati di una sensibilità sociale e visione di sviluppo aziendale a medio termine, l’Alternanza Scuola lavoro costituisce a tutti gli effetti una innovazione “sociale”. Questa rappresenta una discontinuità rispetto alle soluzioni apportate ed offre una risposta creativa a problemi di ordine economico e sociale non soddisfatti né dal mercato né dallo stato.
Tale alternanza dal punto di vista aziendale non va intesa come uno “strumento”
formativo, ma deve configurarsi piuttosto come una “metodologia” formativa,
una vera e propria modalità di apprendere, che non ha carattere occasionale ma, al contrario, viene realizzata in continuità con i programmi didattici. Inoltre, la
metodologia dell’alternanza dovrebbe prevedere il ricorso ad altri strumenti di formazione basati sulla didattica attiva (il cosiddetto “learning by doing”, cioè la
pratica dell “imparare facendo”) per l’acquisizione di competenze strategiche.
Però qui si pone un problema. Devono essere solo e soltanto la Scuola e le
Imprese gli unici stakeholders di iniziative orientate allo sviluppo di competenze
professionali che mirino ad agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e a sviluppare qualità e spirito imprenditoriali?
Possiamo anche accettare che la Scuola, oltre al suo ruolo tradizionale di “fabbrica della conoscenza e della cittadinanza”, assuma l’onere di favorire i contatti tra studenti e mondo del lavoro attraverso un servizio di orientamento e formazione che aiuti gli studenti a scoprire e valorizzare le proprie capacità e competenze professionali.
Le Imprese, però, che al SUD sono spesso di dimensione medio piccole, devono
generare profitto e non hanno, tranne qualche eccezione per Imprese guidate da Imprenditori dotati di “intelligenza sociale”, la possibilità di utilizzare risorse
da dedicare ad attività di tutoraggio formativo. Infatti, nell’ambito del progetto
Alternanza Scuola Lavoro è necessario per le aziende individuare al loro interno un Tutor ovvero un “facilitatore”, capace di illustrare il lavoro, supervisionare le
attività affidate, valutare il livello di competenza raggiunto dagli studenti.
Pertanto, in un quadro di riferimento di Politiche Attive del lavoro articolata lungo
le quattro direttrici (Occupabilità, Adattabilità, Imprenditorialità, Pari Opportunità) indicate prima nell'Agenda di Lisbona e poi nella Strategia Europea
per l'Occupazione (SEO), devono essere necessariamente previste forme di incentivazione o defiscalizzazione per tutte le Imprese che aderiscono a
programmi di Alternanza Scuola Lavoro.
Che vantaggi ha un’impresa a partecipare a progetti di alternanza scuola
lavoro?
L’alternanza scuola-lavoro rappresenta l’espressione più compiuta
dell’integrazione tra istituzioni scolastiche e mondo produttivo, poiché richiede una condivisione totale sia degli obiettivi da raggiungere (le competenze da
sviluppare nei giovani), sia del progetto formativo vero e proprio. In sostanza,
le imprese che partecipano a percorsi di alternanza scuola-lavoro, hanno l’opportunità di:
contribuire ad avvicinare il mondo della scuola alla realtà economico-produttiva, ai fabbisogni di professionalità e competenze espressi dal
mercato del lavoro del territorio; valorizzare la propria capacità formativa, investendo nella qualificazione
dei giovani e stabilendo una vera e propria “alleanza educativa” con la scuola; migliorare le relazioni con il territorio circostante (NETWORK
TERRITORIALE), acquisendo visibilità e ritorno di immagine per l'iniziativa a cui ha collaborato;
accrescere la propria consapevolezza in termini di responsabilità sociale d’impresa (INNOVAZIONE SOCIALE), acquisendo sensibilità
riguardo i principi della responsabilità sociale delle imprese. Agire in modo socialmente responsabile significa, infatti, tener conto delle ricadute del
proprio comportamento nei rapporti con i propri stakeholders (personale,
comunità locale, clienti, istituzioni ecc.) migliorando le relazioni con il territorio circostante.
Inoltre, l’alternanza intende integrare i sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro attraverso una collaborazione produttiva tra i diversi ambiti,
con la finalità di creare un luogo dedicato all’apprendimento in cui gli studenti siano in grado di imparare ad utilizzare concretamente gli strumenti del
“mestiere” in modo responsabile e autonomo. Se per i giovani rappresenta un’opportunità di crescita e di inserimento futuro nel mercato del lavoro, per le
aziende si tratta di investire strategicamente in capitale umano, ma anche di accreditarsi come enti formativi.
E ai giovani cosa si chiede?
Il mercato del lavoro, attualmente molto contratto e in continua evoluzione richiede risorse umane proattive che sappiano accettare le sfide del
cambiamento. Oltre alla conoscenza e/o competenza che, comunque, si può
sempre acquisire e/o completare “on the job”, i giovani devono, essere ambiziosi, essere sempre curiosi ed aver voglia di fare e di mettersi in gioco
I giovani alla ricerca di un impiego o alla loro prima esperienza di lavoro devono necessariamente sviluppare forti capacità di adattamento ai cambiamenti per
poter emergere oltre che sopravvivere in contesti lavorativi in continua evoluzione o a forte vocazione innovativa.
Antonello Giordano Amministratore Unico SIM NT Srl
Donato Bellino ICT Consultant & Project Manager