Alquati Romano, Per Fare Conricerca

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7/16/2019 Alquati Romano, Per Fare Conricerca http://slidepdf.com/reader/full/alquati-romano-per-fare-conricerca 1/64 RoHMlO AWuAll \\ It-R.. - : f A ~ 6 c . o N ~ \ C £ R c A · 1993, prima edizjone. No Copyright. Calusca EdizjorU. Libreria Calusca 3. Via Michele Sanrniche li n.312. 35 1 00 Padova. Radio Balck Out. Via S. Anselmo 13 , tL 0 11-650 3421. 10 1 00 Torino. Prefazione "Fer fare conricerca" e a trascrizione eli alcune lezioni tenu te da Romano Alquati per il seminario "sui comunic at o ri" sv olto si quest'anno alI a Fa colta eli Scienze politiche eli Torino. Se minario a cui hanno partecipato , insi eme agli studenti del corso, anche alcuni giovani eli radio Black Out. N primavera eli quest' anno era uscito , sempre inerente al seminario , un altro breve libro : "SuI comunicare" eelito da II segnalibro . In un prossimo futuro uscira la seconda parte eli "per fare conricerca" . Diciamo subito che si tratta eli due testi non fadli . Chi Ii affronta vi trova pero non delle mere lezione acca demiche , rna Ie tracce per percorsi da compiere , soprattutto in elimensioni colletti ve, tutti altro che semplici , anzi molto pro blematici e totalmente aperti. Percorsi eli elaborazione ed approfonelimento eli un punto eli vista per guardare e stare nella realta sociale , con Ia consape v olezza che questa non e statica, rna si forma e si trasforma all' intemo eli una processualita elinarnica e elialettica destinata a non terminare mai o La realta e i processi sociali quineli sem pre possono essere trasformati , e il mutamento continuo puo essere accele rato e portato alIa rottura dalla concreti zzazi one di un agire consapevole e finalizzato: capace di ribaltarne i fini sistemici attuali. La conricerca e quineli proposta come elaborazione eli pro gettualita , formazione di capacita, radicamento e concreti zza - 1

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RoHMlO AWuAll

\\ It-R.. - : f A ~ 6 c . o N ~ \ C £ R c A ·

1993, prima edizjone.No Copyright.

Calusca EdizjorU.

Libreria Calusca 3.

Via Michele Sanrnicheli n.312.35 100 Padova.

Radio Balck Out.

Via S. Anselmo 13 , tL 011-650 3421.

10 100 Torino.

Prefazione

"Fer fare conricerca" e a trascrizione eli alcune lezioni tenu

te da Romano Alquati per il seminario "sui comunicatori"

svoltosi quest'anno alIa Facolta eli Scienze politiche eli Torino.

Seminario a cui hanno partecipato, insieme agli studenti del

corso, anche alcuni giovani eli radio Black Out.

N primavera eli quest' anno era uscito, sempre inerente al

seminario, un altro breve libro: "SuI comunicare" eelito da II

segnalibro. In un prossimo futuro uscira la seconda parte eli

"per fare conricerca".

Diciamo subito che si tratta eli due testi non fadli .Chi Ii affronta vi trova pero non delle mere lezione acca

demiche, rna Ie tracce per percorsi da compiere, soprattutto inelimensioni collettive, tutti altro che semplici, anzi molto pro

blematici e total mente aperti.

Percorsi eli elaborazione ed approfonelimento eli un punto eli

vista per guardare e stare nella realta sociale, con Ia consape

volezza che questa non e statica, rna si forma e si trasforma

all' intemo eli una processualita elinarnica e elialettica destinata

a non terminare maioLa

realta e i processi sociali quineli sempre possono essere trasformati, e il mutamento continuo puo

essere accelerato e portato alIa rottura dalla concretizzazione

di un agire consapevole e finalizzato: capace di ribaltarne i

fini sistemici attuali.

La conricerca e quineli proposta come elaborazione eli pro

gettualita, formazione di capacita, radicamento e concretizza-

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zion di un agire sociale che parte e si colloca anche nell' am-

bivalenza, rna mira a diventare alternativo.

E' una proposta che naturalmente ha una valenza genera e,

rna che pili nella specifico cerca come interlocutori copartecipi

quei soggetti e quegli ambiti di aggregazione sociale che so no

emersi in questi anni e stanno ripresentandosi come punti di

aggregazione, di espressione di nuovi e diversi bisogni, com-

portamenti e soggettivita.Dunque Ia proposta di sviluppare momenti di conricerca

erivolta a tutti, rna vorrebbe relazionarsi innanzitutto a radio,

riviste, centri sociali, aggregazioni studentesche e giovanili

(scienza della comunicazione) aggregati territoriali e lavora-

tivi possibilmente non solo di Torino, rna anche dell' intera

dimensione nazionale e oltre.

Conricerca come estensione ed approfondimento della cono-

scenza. Conoscenza del contesto in cui si e nseriti , si eparte,

si opera. Conoscenza di se stessi, come soggetti, soggettivita

collettive, come classe. Conoscenza delle dinamiche sociali

che muovono ed esprimono forme di contrapposizioni, con-flitti, lotte, movimenti. Conoscenza dei problemi e delle neces-

sita dei percorsi e dei processi, delle forme aggregative ed or-

ganizzative adeguate allo sviluppo e al potenziamento di que-

sto agire sociale finalizzato ad incrementare il mutamento e i

conflitti. Quindi anche interesse a capite i processi che gene-

rano conoscenza e dunque in primo luogo della conricerca.

Conricerca dunque come consapevolezza e progettualita da

costruire e da verificare, anche e soprattutto individuando e

scegliendo nodi e categorie da privilegiare e da verificare, in

prima istanza: la comunicazione e la formazione.Pensiamo quindi che ambiti come una radio, un centro so-

ciale, un collettivo di studenti si prestino non tanto solo come

luoghi da indagare, comprendere, su cui sperimentare la con-

ricerca, rna soprattutto come laboratori sociali in cui farla. Liinfatti l'esperienza non diventa solo leggibile, rna anche co-

struibile estendibile, in dimensioni collettive massificabili.

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Certo non sono percorsi semplici e privi di difficolta, sono

momenti da sperimentare, da costruire, da sviluppare.D'altra parte questiambi ti sovente non sono ancora compiuti

e formati. In essi la definizione stessa dell' antagonismo epili

agognata che realizzata. Occorre quindi avviare e concretiz-

zare i percorsi e i processi capaci di deterrninarlo I'antagoni-

smo! Cos a ne semplice ne breve da realizzare !

Proprio questa euno dei principali problemi irrisolti : come

costruire degli indrizzi e un agire che producano un saltoqualitativo, creino componamenti , smuovere identita, costrui-

scano percorsi reali.

L' attuazione della conricerca eandare in questa direzione.

La conricerca cosi come ci viene riproposta da Romano equindi prima di tutto un obbiettivo da raggiungere in un per-

corso da consolidare e non ecerto una ricettina precostruita da

applicare.

Pure, non va dimenticato che, una certa esperienza gia esiste

ed econsolidata. II richiamo, solo velato nel testo nelle preci-

sazioni su panzieri e tutt'altro che infondato. PercM proprio

come esperienza di conricerca rimangono ancora oggi insupe-

rate, non gia nella specifico delle analisi, rna nel metoda con-

cretarnente attuato, Ie pagine riedite nel volume "Sulla Fiat".

Forse qualcuno oggi preferisce non ricordarlo, percM ha

fatto ben altre scelte, rna piaccia 0 no, i saggi di Alquati ap-

parsi su Classe operaia so no stati punto di riferimento e hanno

formato pili di una generazione di militanti quando i movi-

menti c'erano negli anni 60 e 70.

Si puo pensare alia radio quindi come momenta privile-

giato, per la collocazione e Ie potenzialita che concretamente

ha; non solo e non tanto come mezzo di cornunicazione, rna

come laboratorio capace di elaborare e di rapportarsi a contesti

irnportanti. Rapporto ed elaborazione iterativa, di scambio di

confronto e di crescita tra ambiti e soggettivita diverse e diffe-

renternente collocate.

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L' emittente e trasversale:- al sistema dei mezzi di comu

nicazione di massa con la specificita della problematica delmodo di comunicazione , da intendersi come processo specifico: processo di produzione di informazione rna, anche dicomportamenti e di conoscenza, con Ie loro relative peculia

rita; - al sistema complessivo, in tutte Ie sue divers ita di arnbiti

e stratificazioni sociali.

Si rapporta e rnisura quindi con il modo di comunicazione e

con i l modo di produzione dominanti, rna al contempo diventare I'arnbito che costruisce 0 sperimenta la generazione di un

modo di comunicazione e un modo di produzione altemativi e

antagonisti.

Andrebbe approfondita per esempio Ia specificita oltre che la

particolare ambivalenza e potenzialiffi dell' infonnazione e

della conoscenza sia come frutto di una costnizione e produ

zione per la mercificazione che verso un'eventuale demercifi

cazione.

La conoscenza pili di qualsiasi altro prodotto si presta a in

durre processi di cooperazione, di socializzazione, di tra

sformazione. La sua caratteristica intrinseca forse pili impor

tante e sicurarnente pili potente sta nel fatto che essa si fonna

gia per essere modificata dal fruitore e per modificare a sua

volta chi ne entra in rapporto. La sua specificita non sta tanto

nella dimensione intangibilita quanto nella potenzialita

trasformativa e trasformante prodotta che la sua fruibilita atti

va. L' Ambivalenza importante sta nel quanto puo muovere e

trasformare. Pili di qualsiasi altro prodotto viene diffusa per

modificare e essere modificata, riappropriata da altri ed uti Iizzata per altro. Racchiude una moltepliciffi d' usi e genera una

molteplicita di cambiamenti come nessun altro prodotto.

La conoscenza ha una potenza trasformativa incommensu

rabilmente pili grande. Mentre in genere una nonnale merce

viene prodotta per un singolo utilizzatore 0 al limite per pochi

utilizzatori, la conoscenza e l' informazione sono apposita-

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mente prodotte tenendo conto che saranno utilizzate senzalimiti di spazio e di tempo da una grande massa di persone.

E' corretto ipotizzare quindi che la conoscenza e oggi una

merce potente equindi qualitativarnente considerata da1 capi

tale e pel processo di produzione capitalistico. A maggior ra

gione andrebbe esplorata la potenzialita, la ricchezza e Ie pos

sibilita qualitativa della conoscenza qualora si riuscisse a libe

rarla della caratteristica di mercicita e a spostarla e inserirla inprocessi altri, tesi a sviluppare percorsi di liberazione e di an

tagonismo.

AHora pensare e concretizzare percorsi eli conricerca vuol

elire proprio attrezzarsi per muoversi su questi terreni. Altret

tanto .varrebbe per Ia comunicazione e la formazione che sono

appunto i processi relativi alIa produzione e all' acquisizione

accrescimento eli questi prodotti: infonnazione e conoscenza

appunto.

Allora conricerca come percorso e metodo per un eliverso econsapevole agire sociale che ci porti continuamente a doversi

confrontare con la realta, ci permetta eli 'costruirci un punto eli

vista della realta considerata, e soprattutto ad essere attivi nel .

trasformare questa realta.

La qualita eli questa elaborazione elipende principalmente

dal rapporto con la situazione sociale, quineli c'e un problema

eli diffusione della presenza, presenza del militante che si ra

dica in un contesto eli attivita sociali, eli conflitti , eli lotte e eli

proposte e ne costruisce relazioni iterative.

La conoscenza acquisita, costruita con la conricerca, ha dei

percorsi eli andata e ritorno, si concretizza in pili arnbiti, co

munica e si socializza tra questi in un processo eli continua

rielaborazione, accrescimento verifica. E' una conoscenza che

fa i passaggi qualitativi proprio sviluppando pili momenti eli

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confronto e che da luogo a sintesi sempre provvisorie e da

superare.

E un processo che non puo che avere una dimensione col

lettiva di esperienza e di attivita politica agita socialmente.

n problema e si di rendersi comprensibili, rna anche di ren

dersi distinguibili. Costruire attenzione rispetto a quello che si

propone, cioe dire altro, proporre ragionamenti, punti di vista,

contenuti che aItri n on danno, percM non hanno interesse afarlo . Si tratta di creare e valorizzare la differenza. La diffe

renza, la diversita se e effettiva crea attenzione, percM diventa

stimolo e punta di riferimento.

Porsi il problema di come si puo favorire la liberazione di un

nuovo modo di pensare, di confrontarsi di viyere, rna soprat

tutto di lottare e di contrapporsi a quanto c'e.

Anche qui ritoma i l problema della soggettivita autonoma

doe come capacita di fare e stare in percorsi non subordinati a

quelli dominanti, non solo nella forma, rna innanzitutto nellasostanza, cioe della effettiva capacita di fare Ie scelte oppor

tune che creino un effettiva diversita: che sia altro aItemativa,

e poi che questa diventi riproponibile e estendibile

massificabile, come aggregazione, contrapposizione forza da

indirizzare contro questo sistema.

Conricerca nella radio quindi come in un ambito ill espe

rienza che crea soggettivita, anche collettiva, non prestabilita

ed etema, che certo muta nel tempo ed e esattamente il risul

tato del suo agire comunicativo.

Sotto un aItro aspetto, proprio percM e un laboratorio aper

to, cio che si crea 0 si concretizza in essa euna raccolta conti-

nua di elaborazioni, cronache, narrazioni, testi, punti ill vista,

giuillzi, problematiche non solo dei redattori, rna possibil

mente sempre di pili delle reaIta sociali.

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In una dimensione di laboratorio comunicativo e formativodiventano imponantissimi gli apporti che possono giungeredaH' estemo, sia come socializzazione di capacita, diesperienze di contributi, sia come costruzione stabile di unarete comunicativa aperta che fa circolare nei due flussi oppostiintemo/estemo, cia che in diversi ambiti viene espresso nella

forma appunto sia della diffusione che del confronto.

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PER .FARE CONRICERCA

1. PREMESSE.

. I n c o ~ ~ c i o con cene premesse pill generali; nelle quali peromfilero gla qualche definizione di una cena importanza(1).

1. 1. Ricerca e Conricerca.

Propongo un metodo e un

"conricerca" e solo alIa fine

quest'ultima.

taglio di ricerca orientato alIa

parlero pill esplicitamente eli

Molto eli quello che si puo dire del ricercare scientifico e

della "scienza. o c i a I e " e "scienza dell'uomo" in generaIe, puo

val ere, tantopm se opportunamente riadattato, per la conri

~ e r c ~ . E ques.ta eun'affennazione pesante e problematica che

ImplIca gf<'SSI ed ardui discorsi che di soli to nessuno fa e sullaquale tornero subito.

Questa p r a t i ~ a n e l rnia concezione e ri-proposta ha soprat

rutt.o . due p a ~ c o l a ? t a due caratteristiche, che voglio subito

antlclpare, eVldenzlare, premettere: innanzitutto richiede la

Al solito qu esto testo e la sbobinatura di lezioni al semm  an o della ."s . ' . '11 " ncerca

Ut o ~ u r u c a n h umaru ? qumdt eancora una volta la trascrizione di un parlato,e al sollto pure ptuttosto unprovvisato.

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)

cooperazione nel ricercare di persone (militanti.. .) in posizioni differenti e dotate di conoscenze, esperienze, competenzee pure di capacita di indagare differenti, qualitativamente, edun poco di differente livello; e poi il fatto che la ricerca stessasi muovc dentro una realta, formata, strutturata, ed ancora ge

rarchica e centrica perche la rete sta nel sistema e non vice

versa, realta in movimento ed in innovazione; e che si pro

pone di influire nella trasformazione di questa dal suo interno,

da una presenza e un Iocalita peculiare a1 suo interno, secondo

certi desideri ed una certa progettualita di liberazione e cosi

sempre costitutiva, di nuovo e di eliverso , di alterita (e per la

resistenza del presente puo essere costretta all'antagonismo) .

E vedremo che questa idea di progettualita puo opporsi -rna

non sempre- sia all'idea di deriva e di mero abbandonarsi

all'evoluzione ed all'alterazione, come d'altronde a quella eli

farsi ponare passivamente da un'innovazione (che per me

nella specificita e sempre capitalistica) concepita in particolare

e correttamente come sistema eli cieli "incrementali" , ossia

aggirando Ia questione eli quel che un tempo si chiamava"salto qualitativo", e tantopill con l'idea a mio parere assai in-

gannevole e pericolosa del "nuovo" come eli qualcosa che sia

prodotto da una qualsiasi combinatoria eli momenti

dell'oelierno esistente; quand'anche in termini eli un potere co

stituente ed una costituzione cosi intesa e cosi disinnescante

non solo l'antagonismo e la ricerca di alterita rna perfino

l'ambivalenza, sulla quale io insisto. E suggerisce anche che la

tendenza vada anticipata per deviarla altrove e non solo per

precorrerla, e che per deviarla bisogna cercare contro-risorse

nell'ambivalenza del presente fincM la tendenza e ancora

apena, ovvero prima che sia conclusa; i l che e utto meno che

farsi portare dall'innovazione. Non e questa neppure la lotta

passiva; tantomeno 1a rivoluzione passiva. Ed a partire dalla

primavera del '93 1a passivita come lotta si ripropone, fra l'al

tro, non poco.. ... alIa Conricerca. La specificita in cui siamo

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p r realizzare desideri ci costringe ad essere contra momenti

di un sistema e di una forma contraddittoria rna strutturata, e

cosi a ricercare Ia Iiberazione da cia che non puo essere accet

ra to, e non deve. E e quindi a negare e rifiutare continua-

mente ..... Ho I'impressione che intorno a me si vada eIabo-

rando adesso un'ideologia "iper-liberale". La rivoIuzione iper.liberaIe?

1.1.1. PRECISAZIONE AMARA.

Attaccando un mite consolidato rna ingiusto sono costretto

(per amore di verita) a far presente che non solo Panzien non

estato l'inventore della Conricerca, rna Ie e stato sempre, deci

sarnente, ostile. Ed e stato anche ostile all'inchiesta operaia,

almeno secondo certi significati di questa dizione. L'idea di

"Conricerca" e nata sociologica- mente negli Usa; ed e stata

tradottain

Italia da Pizzorno, neglianni

'50, rna gia con valenze politiche. Quest'idea e stata raccolta dalle labbra di Piz

zorno e trasformata applicandola nella pratica da Danilo

Montaldi e da me insieme cooperando, e con altri, a Cremona,

fin dal 56-57, e con cene influenze francesi; e dunque anni

prima che io (che poi vi ho fatto la "ricerca operaia" ) cono

scessi Panzieri e venissi a Torino, dove purtroppo ancora

giaccio; e non ne posso pili. Nell'ostilita a quel tempo diffusa

nel mondo socialcomunista italico, alIora piuttosto stalinista,

contro qualunque cosa ritenuta "americana" (anche contro la

stessa sociologia, quindi : contro quest'ultimo ostracismo qui sibatte pure Panzieri; rna cia e utta un'altra faccenda) la Conri

cerca stessa rimase esclusa dalle pratiche del movimento ope

raio "u.:fficiale" Italiano anche quando nella meta degli anni '60

questo comincio ad aprirsi a1Ia sociologia. E' stata quindi que

sta del conricercare una pratica che ha caratterizzato una

fronda tendenzialmente rivoluzionaria ai margini e talora

10

all'interno di quest'ultimo ed in opposizione non sempre pic

cola al medesimo; ed e cresciuta negli anni '70 (direi abbastanza per iniziativa mia, almeno indiretta) raggiungendo an

che una certa visibilita nei momenti pili alti della lotta aperta

di massa e coinvolgendo soprattutto dei militanti. E fu p r ~ t i -cata di solito senza conoscerne il nome e ricevere una codificazione vera e propria, neppure metodologica. Se non in ma

niera assai franunentaria : da parte mia e di pochi altri, soprat:

tutto dopo il '68 e fino ali uItimi anni '70. Di modo Oggl

qualche giovane che ne ha sentito dire qualcosa per VIe strane

viene a stanarmi per saperne qualcosa.

1.1.2. CONRlCERCA E LINGUAGGIO.

Qui fra l'altro si va lentarnente sviluppando ed e s p l o r ~ d oanche un "linguaggio del conricercare", e cosi p ~ e c o n ~ l d e -rando i l "linguaggio della ricerca" scientifica. Ed 1 c o n - n c ~ r -

. canti dovrebbero sforzarsi di uniformare almeno questa lin-guaggio, per comunicare almeno "metodologicamente". Ma

non bastera. Bisognera comunicare anche sul nodo-oggetto

della ricerca, e quindi uniformare un poco il linguaggio :on

cui parlame, ed inoltre illinguaggio ancora d i f f e r e n t ~ che 11 l.a

gente parla. Non confondiarno fra loro questi tre lrnguaggI:

tutti necessari al conricercare ..... .

Ma non sara solo questione di parole, bensi di significati e

di concetti, i quali tutti dovranno . s ~ ~ e t e n d ~ n z i a l ~ e ~ ~ ~ i.n nota e comune interrelazione con del correlau e m p m ~ l . Sla

metoda che nella pratica del conricercare (il quale e anche n-

c o n c e t ~ a l i z z a r e ) , che relativi al node di ricerca camP.o

scelto (in questo caso i l comunicare e soprarr.utto 1 C o m ~ -. canti) . In fonda la rice rca parte da fenomeru e da concettI,

anche nostri , a questi relativi, 0 relati.

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1.1.3. PROCESSUALITA APERTA.

La conricerca pur nella sua progettualita eun processo

ed aperto in (e non solo) e la sua processuali ta aperta ela sua rnodahta fondarnentale. Ed anche nei suoi aspetti di ri

cerca e sviluppo leori co e cornunque sernpre un processo prati

A p ~ r t non solo perche cornunque sempre ipotetico ed

llldefimto, nel suo rnovimemo interminato , verso il futuro ' rna

a n c h ~ perche. flessibile, con rnargini di r m i n a i o n ~ econ np rodursl continuo di alternative e quindi con una varieta

a.tmeno e ~ i a l e t i n t da cui possa sempre riproporsi en c e r ~ a r ~ 1 e nprodursl 11 nuovo, ulteriore (ancIle selezionando

c.ombinaz ioni; anche.. . rna non solo) in un cammino

dl c ~ s ~ sempre necessa riarnente locale, rna di ricerca di

I t e n t ~ globale. II che ci ripropone l'individuazione di localita

strategIche e dei livelli di realta piiI alti, quindi anche oltre

quella un tempo ponevamo come la "generalizzabilita":

P?ne, la "globalizzabilitcl", a partire dalla comprensione

di come e.davvero formato nella sua specificita I'esisteme.

II . e sempre applicato, anche quando insiste

sugh aspettl di lllvenzione ed innovazione teorica, perche si

tratta o m u ~ q u c : sempre di "teoria-applicata"; questa e il

pun to. !"fa SI tratta di un'applicazione innanzitutto (ma non

solo) dl ~ c e n z a scientifica alIa produzione di altra cono

s.cenza sClentifica da applicare, in maniera a suo modo scien

tif'!-ca: ~ c h e scientificita, nella sua ambivalenza, che va as

SaI megho e? approfondita in concreto, da potenza: al

c o n o s ~ e r eed a.

11agIre. II suo oriemamento come qui 10 si pro

P?ne e strateg.lco; anche nel senso forte dei giochi di strate

gla ...... Non SI tratta subito di soluzione di problemi ' rna .art d" , In

p ~ n z a 1 n cerca del meta-problema di un certo modo e

maruera e di rapporto con la reaIta sistemica in movi

memo: C OSI con-apphcazione pure sperimentale di un metodo

atteggIamemo , come gia ho detto e ripetuto aItrove, vol to a

12

rornpere sempre l'equilibrio dell'esistente e aHa sua ulteriore

ua sformazione in altro, rna con un certo ri ferirnento ad un

Conuopercorso e ad una certa vaga contro-progettazione fles

sibile e sempre in movimento. Nomade, rna con una certa

progettualita e qualche grande scopo, e obbiettivo suategico.

l. 1.4. SCOPO lMMEDIATO.

Scopo immediato della conricerca e di acqUlsne nuovaulteriore conoscenza piiI "potente" di quella che gia abbiamo.

PiiI potente nel sensa di piiI estesa, piiI profonda e piiI aggior

nata, oltreche piiI efficace ed efficiente nel conseguimento

degli scopi di trasformazione della realta odiema , secondo la

tendenza di liberazione e realizzazione dei nostri desideri .

Nel conricercare si dovranno fare anche e continuamente

scoperte, tali almeno per noi (dove pero bisogna approfondire

chi sana i noi, i livelli del noi) ; rna non ci si potra limitare a

cio.

Se si tien canto della maniera in cui molti oggi, soprattuttogiovani, si buttano piuttosto su vecchie identita relativamente

forti , e cosi vecchie pratiche e modelli paventando l'incer

tezza, si inferisce che 1a conricerca interessa ben poco. Eppu

re adesso c'e qualcuno gia piiI di ieri che se ne informa . Tut-

tavia fra castoro i piiI non si rendono conto abbastanza che

essa non puo che essere complessa, molto complessa; anche

percM non e solo rivolta a far luce su dei problemi pratici 0

anche teorici locali e frammentari, rna percM, magari a parti

re da questi, e da reinventare (perche si e nostrata errata ed haportato a fallimenti anche gravi e clamorosi) non solo la teo

ria piiI ampia e generale in cui sono inscritti, rna poi anche i

modelli e Ie modal ita organizzative delle pra tiche che da tale

teoria s o n ~ derivate. Ma questo purtroppo non sernbra a ta

luni un motivo per cambiare strada. Prevale i l bisogno di

identificazione e di praticare un'organizzazione autoreferente,

ossia fine a se stessa! E non insistero ancora sulle irnportan-

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tissime dimensioni magico-religiose della partecipazione al

gruppale ed al coUettivo, essa pure a mio parere ambivalente

(l'ambivalenza di cio non e stata capita e, altrove, battero qui

sopra), e sulle sue radici profonde.

1.1.5. ALTRE IMPLICAZIONI.

10 parlo di scientificita nella Conricerca, e di uso della po

tenza della scienza: come di qualsiasi mezzo nella sua uIte

riare e peculiare ambivalenza, in un discorso pill generale di

~ ' i n e s t i n t a utilizzabilita aIternativa dei mezzi pure come ca

pltale-rnezzi, come delle stesse innovazioni s i s t e m i c h e ~ realiz

zate dall' Iperproletariato "per conto del padrone". Usare la

P?tenza di capacita per produrre ricchezza di capacita! Ma qui

blsogna anche andare oitre vedendo la scienza stessa come un

sistema stratificato. E capire l'importanza pratica e la potenza

pure dell' immagine della scienza" (come dice Elkana) e dellaretorica scientifica! Ed irnparare a contro-usarle! Questo e un

grande tema e campo di esperienze non casuali.

~ per questa strada si puo ritornare al tema appena affaccia

tOS1.dell'arnbivalenza del religioso e delliturgico nella parteci

pazlOne, e del magico. Ed in particolare del mito e della mito

l ~ g i a M ~ mi fermo neppure qui . Ma proprio parlandodi sClentificlta dico che trovo sbagliato 1'atteggiamento, in vero

abbastanza post-rnodernista, che circola nei confronti

dell'ideologia. Basta con la favola stupida che sono finite Ie

ideologie e che non ci sono pill Ie ideologie! Non c'e mai stata

un'epoca tanto ideologica come questa! Gia dire che non c'e

l ' i d ~ o l ? g che si e uori dall'ideologia e ideologico! L'ideo-

10gla e II, sernpre Ii , sempre, virulenta, ed opera e come. Ed e

potente. E da potenza a qualcuno. E ce ne sara almeno un mo

tivo;. delle ':ragioni"! C l ~ e senso ha rimuovere l'onnipresenza

deIlldeologla nel co-agIfe-umano odiemo? L'ideologia e un

mezzo, ed un capitale-mezzo a sua volta. ambivalente. E cosiporenzia. La critica delle ideologie si deve praticare, e non la

loro rimozione! Ma comprendendo cos'e oggi l'ideologia nella

sua nuova ambivalenza. E che ci siamo dentro tutti in unamaniera 0 nell'altra. Ed allora ci conviene guardarla in faccia .

Non avere paura di guardarla in faccia. Farci i conti! E' l'unicamaniera di difendersene; di combatterla anche. Non solo pero

srudiare scientificamente l'ideologia e la sua potenza oggi, rna

dieo anche: farlo in un'ipotesi provocatoria di sua ambivalenza, comunque. Ed allora procedere pure nell'ipotesi di lavo

ro di conricerca ulteriore di una qualche utilizzabilitil

dell'ideologia ri-conosciuta? Ma? Diceva Mannheim (sulleorme di Marx) che I'ideologia e una rappresentazione defor

mata della realta perche rivolta alIa conservazione ed alIa

coesione del gruppo, reale od immaginario dico io, di apparte

nenza. E quindi fra 1'altro ha molto a che fare sia con l'identita

che con quell'altra faccenda anche pill importante rna piuttosto

ignorata che e nvece 1'identificazione. Oggi scienza ed ideo

logia: non solo in reciprocita, rna in circolarita, verso livellialti . Conricercare pure sull'ideologia, da dentro e contro .... ,

scientificamente.

Ma verso 1'altro versante la scientific ta della conricerca po

ne 1'altro pill scabroso ed arduo dilemma: quello della utiliz

zabilita della "scienza galileiana" tanto connaturata al capita- .

lismo nel salto qualitativo, nella ricerca e pratica di alterita

globale e dell'uscita dal capitalisrno. Nienterneno. Per me que

sto. e il cuore di una strategia di "dentro e contro", in termini

di anticipazione. .... Che assurna la contraddizione, ed il di-lemma fino in fondo. E di una strategia di "dentro e per",

giaccbe, ripeto ancora, essa si ribalta immediatamente nel

"contro", anche se non 10 si vuole. E dentro siamo cornunque,

arabi e neri cornpresi: non dipende neanche pill da noi, come

singoli. Pongo adesso un problema che certo non risolvo·

anche percbe non e nemrneno questa la sede.

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Premetto che qui, com e gia si eprecisato neUe lezioni "suIcomunicare", eli cui queste sono una sorta eli allegato, muo

viamo solo i primi passi verso un Contropercorso; non l'ab

biamo ancora a sufficienza immaginato e tantomeno gia 10

posseeliamo ! PiiI oltre parlero anche eli conoscenza, in un si

gnificato abbastanza riduttivo. Premetto anche -a mio parere

che qui noi in prima istanza non cerchiamo la conoscenza per

mero amore del conoscere ! E quineli neppure vog1iamo rag

giungere 1a Verita (con 1a maiuscola). Ma vogliamo produrci

una conoscenza anche un poco parziale e ridotta ed un poco

appiattita e modulare, sl, rna che funzioni praticamente per il

raggiungimento eli certi nostri fini , nel movimento "verso" un

Contropercorso: conoscenza relativa e performativo, strlimen

tale, efficacelefficiente. In prima istanza. Poi si vedra.

AHora la "scienza galileiana", sempre manipolato di qualco

sa che pone come oggetto, anche se si tratta dell'umano idea

lizzando e calcolando, ecc., e stata fino ad oggi; a n c h ~ nella

produzione eli conoscenza sull'agente umana singolare e col

lettivo e della sua combinazione ai mezzi, nella sua peculiarepotenza quella pili adeguata al movimento del trasformare ed

accumulare capitalistico. Ed un Co-mezzo fondamentale e

sempre combinato pure agli altri essa stessa. L'ambivalenza

della sua potenza, della capacita di potenziare la nostra

capacita ed il nostro co-agireltrasformare puo e deve essere

creativamente e eriticamente utilizzata anehe antagonistica

mente e per useirne fuori . Non si puo aneora rinunciare alIa

potenza di questo mezzo ancora privo di alternative solo per

che ha dei eosti. Si tratta di cereare di minimizzare questi eosti

e nel frattempo di spingerl0 oltre lui stesso con un uso aIter

nativo. D'altronde le eontro-risorse sono per noi sempre tutte

da prendersi dentro questa realta, e poi sempre da eurvare e

p i e g ~ e trasformandole nella pratiea e nell'esperienza per del

mOVlmento per altro. Cia ha dei eosti, comporta dei limiti e

dei rischi. Ma non ci sono alternative gia date. Infatti non

16

un altrove in cu i attingere contromezzi inventati e sviluppatitutti da fuori. L'alterita esi una potenzialita che ipotizzo con

tenuta ora pili or menD pure nel Valore-d'uso di questi mezziper definizione II ambivalenti I anche percM prodotti da noi

come "operaio sociale" . .. e talvolta gia l'autonomia e l'anta

gonismo dei soggetti riesce, almena temporaneamente, a svi

lupparla per 10ro stessi. Eppero solo in quanta l'alterita mede

sima e ne1 nostro pensiero e nella nostra immaginazione e

nella nostra soggettivita singolare e collettiva riusciamo a

realizzarla in qualche maniera e misura ideando quei mezzi e

combinandoci con essi e sviluppandoli con l'uso sopratturto

autonomo ed antagonistico di quelli, che di solito nascono con

una notevole potenzialita di a1terita che si realizza nell'utilizzo

alternativo, appunto. Cosi eper la scienza-capitale-mezzo. E'

cosi a maggior ragione nell'agire di liberazione, in cui noi

possiamo liberare e trasformare i mezzi, e 1a scienza-mezzo,

solo liberando e trasformando noi e la nostra soggettivita nel

suo contesto nel movimento sempre anche di lotta. Libera

zione globa1e che richiede innanzitutto di demercificare la Capacita-attiva-umana. AHora l'alterita deve crescere soprattutto

dentro di noi. Ed il salta qualitativo si ripropone innanzitutto

come questione della capaeita del contro-movimento e delle

"forze-antisistema" di avvicinarsi a certe soglie critiche per la

globalita del sistema, puntando ad altro, ed a superarle verso

la massima nostra ricchezza, rna usando il massimo di potenza

possibile. Qui Formazione e comunicazione. .. . Una scienza

altra finora non esiste. Ed anche la fenomenologia husserliana

ha fallito nel fondarla, tanto che oggi viene integrata in un

aggiornamento di questa scienza del capitalismo. E la

"scienza-operaia" di ascendenza marxiana finora si e posta

piuttosto come una meta-scienza dell'utilizzo antagonistico 0

alternativo di questa. Idem per una "scienza della rivolu

zione", la quale pero dovrebbe prendere pili sui serio e svilup

pare aIternativamente certi spunti per una scienza davvero

arricchente la Capac ta-umana, quand' anche merce, rna in-

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tenzionata a demercificarla: far leva su questa contraddizione

sperimentando dall'intemo, sporcandoci anche Ie mani: in

specie nel suo metodo, e riferita alIa politicit't intrinseca .... (2).

Conrro-valorizzare e sviluppare spunti di scienza-altra innan

zitutto come conrro-scienza, rna utilizzare anche quella gali

leiana. A livelli di realta differenti .

E COS! ad esempio: evero che la comunicazione ad un livello

alto coincide con la ricchezza della vita. Ma proprio il fatto

che pongo come ipotesi che oggi la nostra comunicazione e

assai potente, rna molto impoverita rilancia Ia questione del

suo arricchimento uasformando appunto la sopravvivenza in

vita. E cia come un grande scopo "globaie" del contro

movimento, per conseguire il quale questa potenza

dell'odiemo comunicare va usata, -singoiarmente e

collettivamente. Ma aHora va anche meglio capita.

Ma e ora di entrare pili dentro Ie peculiarita del conricer

care.

1. 2. Fecondita della differenza di opinioni.

Quand'e che si fa una ricerca? Si fa forse un'indagine quan

do si e utti d'accordo che una cosa e atta cosi 0 che Ie cause,

come dicono alcuni , oppure Ie variabiIi indipendenti come di

cono degli altri, (0 come dice il Boccaccio: Ie ragioni e Ie ca

gioni dell'avveni re delle cose) sono queUe Ii? Per cui tutti sono

d'accordo? La risposta e chiara: no! No, perche se tutti sono

d'accordo che Ie cause so no queIle I i e Ie cose stanno cosi, e

non se ne vedono altre 0 perlomeno non se ne immaginano

altre, allora non si puo che accettare che -pel momento-Ie cose

2 Su questo nel 77 ho scritto un libretto, oggi introvabile.

18

stiano cosi e Ie ragioni 0 i motivi siano queUi I i; cosi di solito

in tal caso la ricerca non avviene, non se ne sente i l bisogno,

non si fa.

La ricerca si fa , quando non si sa che cosa e quella roba Ii e

quando si hanno differenti e contrastanti ipotesi (e concetti)

suI come e suI perche di queUa roba Ii , rna si pensa di poter

progredire in questa conoscenza. Solo in questo caso si fa la

ricerca. Questo per voi non

efacilissimo da accettare; 10 ab

biamo gia constatato in altre sedi. Cia a mio parere dipende

dalla grande, e forse maggiore, importanza che i giovani ed in

specie quelli che si aggregano in microgruppi e gruppi, danno

aU'identificazione ed all'identita dentro una particolare loro

differenza intemamente conforme. Ancorche spesso illusoria.

E qu'indi ad una sorta di 10ro fTequente orrore per la differenza

che si mostri dentro i 10ro gruppi; e innanzitutto per la pro

pria, Questa (ipotetica) insopportazione da parte dei giovani

odierni di differenze interne a1 gruppo, e pochissima dispo

nibilita alla comunicazione e al confronto orizzontale fra persone differenti , ci interessa. E questa e gia un'ipotesi signifi

cativa sulla situazione del contesto della comunicazione che

dobbiamo conoscere, scientificamente (la quale prevedo aVTa

immediatamente conseguenze negative sulla praticabilita della

nostra conricerchina) : ipotizzo sia gia un dato forte di tale

contesto reale neo-modemo. Ma non 10 vogUo drammatiz

zare.

1. 3. Tre parti fondamentali .

Ad un primo molto sintetico e semplificativo sguardo una

ricerca "scientifica" si presenta suddivisa in tre parti : A) la

formulazione delle ipotesi, B) l'analisi, C) la verifica delle ipo

tesi e l'omo}ogazione dei risultati. Fra poco io scomporro que-

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ste tre parti in sei "momenti", di cui A=l; B= 2,.3, 4, mezzo-. C= l'altro me zzo 5 e 6. Dal momento che in questa sede ci

i ~ t e pili l'avvio della ricerca, il suo inizio come inizio di

una delle inchieste annue particolari, io approfondiro qui so

prattutto la parte A coincidente col momenta 1 0 "primo mo

mento", e solo il momento 2 0 "secondo momento" della se

conda parte B. Premetto pero che il cuore della ricerca, da ap

profondire pili avanti e nel concreto del farIa, dell'esperirla,

saranno i momenti 3 e 4 nella parte B:i l

"cuore" della conricerca.

1. 4. Disegno della conricerchina, 0 suo abbozzo

sempre provvisorio e aperto.

Detto questo, qual'e il disegno, aperto, della' ricerca che

avrei in mente, 0 almeno un abbozzo iniziale aperto e sempre

in fieri che cambi col suo eventuale sviluppo? Dicevo perscherzo che ci si deve impegnare in una conricerchina suI no

do dei "Comunicanti" che duri almeno quindici anni! Si tratta

allora di disegnare una mappa aperta e prowisoria, un model

lino prowisorio del carnmino quindicinale del conricercare su

tale node "baricentrale", che si elabori man mana che si pro

segue in avanti verso il futuro con una successione di "con

indagini". Ed e chiaro che si deve prevedere una successione

di ondate progressive del conricercare stesso e sempre pili in

profondita, qualitativamente. Cominciando a disegnare intantoIe prime due ondate/anno 0 almena la prima; e poi lasciando

sempre pili nel vago e a successive elaborazioni il ridisegno

delle ondate successive per gli anni seguenti. Potremmo infatti

stabilire in partenza un'ondata all'anno. Cominciando con una

o due inchiestine in un'esplorazione preliminare per il '93/94

partendo dall'autunno, assai formative ed autoformative (al

20

conricercare) , appunto ancora rivoHe soprattutto a ricercare

ipotesi pili fondate ed articolate e loro connessioni in ~ Modello(3) meglio fondato e meno generico ed astratto dl quellocontenuto nella mia "Lezione propedeutica" in pili puntate:modello molto sperimentale ed esemplificativo. Vedremo subi

to che dal punto di vista metodologico/tecnico il carnmino li

neare, sequenzializzato, della singola ondatalinchiesta sara

nelle sue linee fondamentali in se sempre pili 0 menD 10 stesso,

e quindi verra ripetuto (con variazioni) negli anni successivi.Comunque: la conricerchina consistera di una sequenza aperta

di inchiestine ed indaginine annuali . ....

Awertenza importantissima: non dobbiamo confondere la

mappa (0 il modeUo) del conricercare di cui qui sto abboz

zand'o il disegno, con la mappa (0 il modello) del campo reale

o del nodone della realta stessa su cui si va facendo la ricerca 0

Ie singole sub-inchieste annue. La mappa dei comunicanti nonequella del nostro conricercare: ci vogliono pero entrambe. E'

bene che fra i due modelli ci sia anche corrispondenza e per

fino corrispondenza analogica, rna sono due momenti logica

mente ed anche praticamente differenti.

1. 5. Ipotesi.

Ho gia parlato prima eli "ipotesi iniziali contrastanti", eli

partire da ipotesi prowisorie da selezionare e sempre meglio

fondare . Questo eproprio il punto da cui una ricerca puo partire. Quando si hanno ipotesi (e concetti) relative a110 stesso

fenomeno in contrasto e quante pili cosi se ne hanno tanto pili

vale la pena di fare ricerca . Soprattutto per eliminare Ie pili

3 Edita in "Sui comunicare", II segnalibro editore, Torino gennaio 1993.

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d boli. Ma io rovescio anche la cosa e dico: quanto pill se ne

hanno tanto pill la ricerca dispone gia in partenza di una po

tenziale ricca prospettiva; e puo essere forse pill interessante,

meno noiosa e pill utile. La differenza di opinioni sulla realtfl

(come queUa fra Ie concettualizzazioni degli uni e degli aItri),

se esplicitata e riconosciuta riflessivamente di soli to giova allaricerca.

Pero noi ancora non siamo arrivati a un censimento a unacernita, a una selezione nel cono 0 piramide di questr diffe

~ o n c e t t i (e Iinguaggi, e significati) e di queste differentilpotesl 0 congetture che spiegherebbero il perche e il come

dell'accadere di queUe cose, delle ipotesi sulle cose che avven

gono nel grande nodo della Comunicazione e del perche acca

dono. .sappiamo neanche Ie cose (I i all'intemo in quel

compiesslsslmo e vastissimo mondo) di cui ci vogliamo dav

vero occupare; perche non abbiamo ancora scelto i nodi della

C O ~ u n i c a z i ? , n e .che pill ci interessano: non sappiamo neppure

se Cl sono gIa dlvergenze su quesro! Ma se anche avessimoi

nodi non abbiamo ancora Ie congetture, Ie ipotesi .

Orbene, Ie "ipotesi" non sono altro che congetture su come

potrebbero essere davvero essere fatte quelle cose oppure suI

perche sono cosi 0 su come potrebbero evolvere. E queste sono

tre dimensioni della ricerca: cioe la dimensione descrittiva suI

:ome e una reaWl; e la dimensione esplicativa suI perche

e fatta COSI; e quell a simulativa che cerca di immaginare come

potrebbe evolvere e poi prova a simulare questo movimentonel futuro. '

Si tratta pera, una volta per tutte, di poter almeno creare Ie

condizioni per arrivare ad un'esplicitazione di concetti a con

~ o n t o . e ad una formulazione comune, collettiva qui, di queste

Ipotesl; potrebbero 0 no essere differenti 0 anche divergere

~ e s r o 51 vede ovviamente quando Ie ipotesi ci sono e non

pnma che ci siano) : come partenza dobbiamo esplicitare que-

22

ste ipotesi che poi io spero di scoprire che sana differenti t ra di

loro ed anche un po ' in contrasto. Pero solo dopo che ci sa

ranno. Allora qui siamo tuttora in una fase ancora precedente.Noi dobbiamo incominciare a fare un lavoro preliminare, nel

corso del quale si creino Ie condizioni perche almena venganofuori Ie ipotesi per una successiva fase di ricerca; quindi noi

dobbiamo da un lato discutere e confromare Ie nostre concet

rualizzazioni cominciando a riconcettualizzare insieme; edall'altro fare prima una specie di "prericerca", 0 "ricerchina

preliminare", sia formativa che sperimentale ed esplorativa,

che pero serva a sua volta a tirare fuori queste ipotesi per una

successiva fase di ricerca, e ad una prima riconcettualizzazio

ne comune; e cosl anche a costruire un certo minima linguag

gio comune, con cui ci si capisca operando e per operare, e

quindi dei significati comuni. Questo si fara probabilmeme nel

corso di quest'anno e magari durera anche ottre. Dipendenl

pero dalla vostra disponibilita ad erogare effettivamente

tempo, capacita ed energia; pure disponibilita di lavoro di indagine, di inchiesta.

10 ho in mente 'una ricerca che sia al contempo descrittiva,

esplicativa ed un poco pure prescrittiva. Pero non distin

guero questo, per 10 menD per un bel po' di tempo. E, sottoli

neo ancora, punto ad inserirlo in una tendenza pure a co

struire, a produrre, una conoscenza (un poco almeno) simula

tiva.

1noltre, benche quanto aIle tecniche, come vedremo subito

[ricordando che ci sono ormai tecniche potenti standardizzatepill 0 menD per ciascun momenta del ricercare, e tecnologie,

nella prospettiva della conricerca non ci sia motivo di esclu

dere inchieste quantitative (ed anche dalla fase pili esplorativa

e preliminare)], penso sia meglio che ci orientiamo ad Ufl

conricercare insieme di tipo piuttosto "qualitativo". n che fra

l'altro, in specie oggi, puo essere anche menD facile a farsi e

puC> richiedere una pili lunga ed impegnativa formazione dei

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ri rcatori e conricercatori. Rieccoci dunque alIa questioned licata rna irnportante della vostra disponibilita, che a me pa

re piuttosto modesta (non c'e un grande interesse), anche adirnparare.

1. 6. Accenni a1 metoda (scientifico).

II metodo emeglio vederlo man mana che la pratica del ri

cercare va avanti e non solo come un pistolotto separato. Evi

tiamo di predicare prima nel vuoto la metodologia, e poi fare

la ricerca, perche avendo gia assimilato poco nessunO poi si

ricorda il come-fare. II metoda deve essere. tutto applicato edallora meglio parlarne applicandolo.

Ma ci sono pili aspetti e dimensioni del metodo stesso.

Giacche la conricerca si basa su una peculiare s ~ i e n t i f i c i t a , ebene accennare innanzitutto al metoda del conoscere scienti

fico, ossia alI'applicazione al conoscere, alla produzione di conoscenza, del "metodo-scientifico". AlI'interno di questa che

ho chiamato scienza galileiana, ne viene fuori un discorso suImetodo non tanto semplice e Iineare.

Applicazione e orse Ia parola che designa l'agire pili im

portante del mondo; eppure il suo significaro eoscuro, lasciato

stranamente nell'ombra da tutti quanti. Tutte Ie risorse e quasi

tutte Ie utilita, ossia quasi tuuo quanto, deve essere applicato.

Anche il metoda deve essere applicato. 10 nelle vecchie di

spense di sociologia (quelle illeggibiIi), nel secondo tomo delrna volume, ho gia dedicato un capitoletto all'appIicazione; ed

eun capitoletto esplorativo, poco chiaro, rna non e utta colpa

mia, perche Ia questione emolto intricara; proprio la questione

dell' applicare: l'applicazione e faccenda complicata, com

plessa, gerarchizzata e spesso difficile . E ripe o, a quel ch'io

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so, fino a qualche anna fa pochissimo uattata. Cosicche hodovuto inventarmi una sua rappresentazione quasi tutta cia

solo e di testa mia ..... Ma certo ora c'e in giro tutta una cono-

scenza tecnologica potente anche su questo. Arriviamo dunque

adesso al metoda scientifico lasciato I i in sospeso ... II metoda

che si dice scientifico nella scienza che io chiamo galileiana.

Questa scienza-galileiana non e solo quella sperimentale sul

modello della fisica, rna equella <che nella sua perforrnativita

rnanipolativa si fonda sulla ricorrenza ed idealizza ecc., ed ha

una sisternaticita di calcolo razionale basato sulla logica se

quenziale, ecc. nella separazione dall'oggetto che si manipola,

ecc.>. E' dunque la scienza tipica della nostra civilta da alme

no quattro secoli. Fino ad oggi il metoda galileiano e stato ab

bastanza la base del produrre scienza, rna oggi comincia ad

essere messo in questione anche dall'interno di questa produ

zione. Ma non sono ancora davvero maturate alternative.

n metodo-scientifico viene molto mitizzato, rna in realta va

ri-definito di volta in volta e c'e una grande liberta di ridefi

nirlo cosi all'interno delle sue regole piuttosto ampie (comepolemicamente ha abbastanza dimostrato un epistemologo

anarcoide, esibizionista e narcisista che si chiama F a y e r a b e n dpera anarcoide solo in apparenza ...). Ma comunque resta il

fatto che Fayerabend dimostra che il cosiddetto metodo-scien

tifico si riduce nella pratica ad alcune regolette molto "banali"

(come pure io ho scritto approfondendo parecchio la questione

da qualche altra parte), cia malgrado, molto spesso disattese

dai cosiddetti scienziati. I quali quando a posteriori spiegano

come hanno tatto a realizzare quella data scopertaIi ,

quasisempre mentono su come ci sono arrivati davvero, tantopiil

che lora stessi spesso non ne sono ben consapevoli (molto

spesso noi non sappiamo come facciamo, come davvero riu

scianlo a fare Ie cose), e non di rado ci so no arr ivati per caso.

Pera alcune regolette ci sono. E -ripeto di nuovo- il metodo-

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cientifico si riduce di solito al rispetto di queste regolette infonda di realismo 0 di buon senso.

E' metoda di un'attivita assai complessa, fatta di molti

aspetti. Esso consiste in cia: <nel "muoverti con attenzione e

curiosita" osservando sistematicamente, otUeni i risultati

"[acendo certe previsioni a partire da una teo ria e aggiungen

dovi uHeriori approssimazioni che contengono ulteriori ipotesi

e congetture riguardo a cia che accade ad un particolare livello

concreto", e in un particolare contesto (tenendo conto dellenuove ipotesi che inserisci "nella cosiddetta derivazione dalle .

premesse. ">. Questo e per Fayerabend l'essenziale. I neoposi

tivisti la pensano diversamente: rna per noi non e granche il

caso di cercare di ritrovarci d'accordo con loro . .. .............. .

Poi c'e la versione hard pill propriamente gaIileiana Ia dove

si allestisce l'esperimento, infinite volte ripetuto dopo, in una

noia mortale; e la versione soft pill propria delle.scienze come

quelle sociali e dell'uomo che marginalizzano l'esperimento, e

osservano con tale sistematicita Ie ricorrenzedal

vivo, sempreidealizzando ed oggettivando, nella manipoIazione dell'og

getto-umano. Oggi Ie due versioni, hard e soft, starmo convergendo.

Ma noi nel conricercare pill che all'esperimento ricorriamo

all'esperienza , che e tutt'altra cosa e spesso in contrasto con

questo. E cosi per la conricerca scientifica questa fonnula

zione di Fayerabend calza abbastanza bene.

Le scoperte scientifiche sono fatte davvero secondo il meto

do scientifico idealizzato dai neopositivisti che i cosiddettiscienziati di quell a scuola dicono sia canonico obbligatorio ed

equello che legittimerebbe (rna legittimerebbe solo pero epill

una questione di legittimazione della scienza che non di po

tenza conoscitiva) la ricerca scientifica effettiva? Pare di no.

Infatti ira l'altro il sociologo della scienza Elkana (che Gu

glietti ritiene sacro e inviolabile), distingue molto opportuna-

26

mente "wl'immagine-della-scienza" in cui opera molto la re

torica-della-scienza ed afferma che la scienza usa molto la re

torica che cioe la scienza raCCOnta molte balle perche per essa

(ovve;o per i cosiddetti scienziati) e molto una que.stione

d'immagine, di a u t o r a p p r e s e n t a z i o n e cioe la scienza S1 deve

vendere e si vende molto bene raccontando molte balle e leg

gende su se stessa: questo concerne l'immagine della scienza.

E questa immagine e distinta dal vero "corpo" della cono

scenza scientifica che includei l

metoda e Ie conoscenze omologate ed e un'altra questione, e un'altra faccenda. 10 ~ t e n g oche questa distinzione sia molto importante anche pOl ~ e l l amia idea di conricerca per cui questo dual1smo

"corpo"l"immagine" poi andra ripreso, insistendo anche sulle

immagini della ricerca scientifica e non solo suI corpo-deUa

scienza, in specie come metodo.

I i metoda pero in questo nostro peculiare caso, e appunto

la sua peculiarita, che si viene sbozzando, tende a proporsl

come il contenuto pill importante, almena inizialmente, della

conricerca. Infatti si trattera di sperimentare e di esploraresoprattutto una conoscenza metodologica in una particolare

maniera "scientifica" . Come ho gia detto introducendo la le

zione propedeutica al seminario, dobbiamo sviluppare soprat

tutto un meta-metodo/atteggiamento.

Ossia il metodo-atteggiamento ill partire dall'ambivalenza

per far crescere la faccia autonoma; far crescere un p ~ t o di

vista teso alla realta ed alIa realizzazione ill una propna pro

gettualita che da un 1ato da per scontata la capacita del capita

lismo (e del capitalista collettivo abbastaIlZa detentore del potere c ~ s t i t u e n t e ...........) proprio nella sua sistemicita nel pill

lungo periodo ill riassorbire la trasgressione e l ' a n t a g o n i s ~ onel suo movimento accumulativo come d'altronde certe i l l-venzioni di alterita, e cosi perC> anche gia trasfonnandosi, inbasso· ma nel breve-medio continua a rompere sempre l'equi

librio' dell'appena costituito 0 ad ampliarne cene contradill-

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zioni, riaprendo continuamente, pemlanentemente, sempre

nuove possibilita e iniziative di autonomizzazione, verso l'al

reri ta pill 0 meno progettata ed in maniera aperta; e meno

chiudibile in basso. E cosi data la gerarchicita del sistema, ca

pace di far salire pill in alto possibile Ie aperture, Ie trasfor

mazioni, Ie lotte. Ripeto sottolineando: processualita aperta del

conricercare dentro e contro Ia processualita limitata, e gover

nata, e l'innovativita limitata e governata, proprie del capitali

smo; che talvolta puo sub-assestarsi in specie localmente an

che su momenti di difesa di taluni aspetti del presente 0 sucerti ritorni .. , rna tende all'oltre ed all'altro secondo desideri e

volonta di liberazione.E soprattutto liberazione della capacita

umana dalla "mercita" e "mercificazione" . Questa e la veracondizione sine qua nonl

Poi abbiamo il metodo dell'arco quindicinale e poi pill sotto

il sub-metodo delle singole con-inchieste. Vedremo qualcosa

di pill abbozzando i momenti della ricerca. Ed aHora atten

zione: non confondiamo l'applicazione del metodo scientifico

in metoda della ricerca a questi livelli, con la questione importantissima -che vedremo poi- del "me todo-organizzativo", e

quindi delI'organizzazione con cui si intende fare il lavoro 0

l'attivita collettiva e cooperante di ricerca (nella conricerca).Questo e decisivo!

Quindi e all' interne dell'applicazione del metodo-scienti

fico (in versione pill 0 meno soft, come e proprio della scienza

sociale) che concretamente ci si trovera a fare i conti con Ie

cosette che ho incorninciato ad accennare questa sera. Non e l

caso di spaventarsi, infatti non sara difficile nell'esperienzacapire (pure dal momento che saro con voi nell'avvio della

ricerchina sperimentale e formativa suddetta, e spero in com

pagnia di qualcun altro che sia gia esperto eli inchieste empiri

che/induttive di scienza sociale. Se ricerca effettiva davven: sifara).

28

1.6.1. DISTINZIONl CANONlCHE.

Allego al primo discorsetto suI metodo (scientifico) alcune

distinzioni canoniche che si possono fare nell'ambito del ricer

care perlappunto scientifico.

1.6 .1.1. Ricerca empirica e no.

Le cose che diro adesso qui di seguito ritengo valgano ap'punto per quella che genericamente ed acriticamente si suole

chiamare "ricerca-empirica", suI campo, ecc. intendendo con

cio la ricerca induttiva che non procede solo con fonti lettera

rie convenzionali . Infatti la nostra conricerca avra peculiar

mente' tali modal ita empiriche e si svolgera dentro e su un

can1po , ecc. Tuttavia non solo cosi, essendo assai riferita pure

alia revisione od anche elaborazione ex-novo di teoria fondata

ed efficace, non poca parte di quel che seguira puo valere an

che per ricerche solo su fonti letterarie. Quindi noi stessi dob-

,biamo includere come momenta imponante e permanente delnostro conricercare anche 10 sviluppo parallelo, pili 0 menD

permanente di tale ricercare non immediatamente empirico:

sempre pero confrontato ed interrelato a quest'ultimo. Oltrech6

quello di studio.

La differenza fra ricerca e studio? Lo studio euna maniera

di apprendere una conoscenza che c'e gia da qualche parte; la

rice rca invece eproduzione di conoscenza nuova, in qualche

maniera. La distinzione talvolta esottile e pili relativa di quel

che possa sembrare. Talvolta ....

1.6.l.2. Ricerca quantitativa ricerca qualitativa.

Un'altra distinzione canonica ricorrente equella fra ricerca

quantitativa e rice rca qualitativa, che si e gia affacciata poco

fa. La ricerca qualitativa equella che non si basa sulla quanti

ficazione e rnisurazione delle variabili, e poi che non intende

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fa re un uso sistematico di dati ed informazioni quantitative.Qu ella quantitativa e il contrario. Sono partito (negando) da

queUa qualitativa perche la nostra conricerca, come ho gia ac

cennato, sara caratterizzata peculiarmente in questa maniera:

sara prec ipuamente qualitativa. Nondimeno precipuamenteapre fin d'ora la porta alIa possibilita che al suo intemo e sub

altemamente, strumentalmente, alcune inchiestine quantita

tive possano anche esservi via via incluse, in ciascuna ondata

annua, a cominciare quindi anche dalla prima, eventualmente(ossia gia per produrre e specificare ipotesi. ... ).

Vorrei solo farvi notare e meditare che oggi, ancora oggi,

fare la ricerca qualitativa e spesso menD facile e richiede un

poco pili di intelligenza, riflessione, qualita di capacita di ri

cerca, e quindi anche di esperienza, critica. Capacita da farsi :

ciascuno la propria; oltreche da farsi trasmettere e dare da aI-

tri. ...... E innanzitutto proprio capacita di ~ s p e r i r e (e non

tanto, 0 non solo, di sperimentare, che eun'altra cosa, ripeto).

1.6.1.3 . Mobilitazione cognitiva.

Oggi siamo in un epoca, che alcuni chiamano con sarcasmo

di mobilitazione cognitiva, in cui tutti noi siamo mobilitati e

pressati ad essere molto produttivi cognitivamente, rimuo

venda tutto iI resto. Ed infatti soprattutto la scienza

dell'uomo oggi e ridotta ad una scienza "cognitiva": contano

secondo Ie preferenze attuali solo certe funzioni del cervello,

certe componenti della mente; il resta del corpo 0 1a corporeita

umana intera contano pochissimo. Quel che non interessa que

sto nuovo cognitivismo interdisciplinare assai (non pili solopsicologico rna anche e sempre di pili sociologico, oltreche

antropologico-culturale, benche piuttosto neo-comportamenti-

5ta, accadernicamente rna anche socialmente, sistemicamente)

conta pochissimo in particolare suI mercato accademico; rnanon solo Ii .

30

AHora, dicevo, si sta sviluppando una sociologia cognitiva eun cognitivismo sociologico molto pili potente di quello psico-10gico perclu: mentre quello psicologico considera solo la

mente isolata quello sociologico studia la cooperazione tra

molte menti! Lo scambio cooperativo: microcooperativo in

nanzitutto; appunto .. . E questa eun altra cosa che interessera

molto la nostra conricerca perche essa e fatta da molte rnenti

(si spera, con eccessivo ottirnismo) ed e una cooperazione di

menti 0 non e. Eppero almena la nostra non solo di menti, rnaanche di corpi tutti interi; sottolineo: tutti interi e non scompo

sti in pezzettini, come e ormai regola generale di sopravvi

venza neo-modema . Mentre, ripeto, i l cognitivismo dal corpo

tira fuori solo la mente e la isola e mette via tutto i l resto. 10

dico invece: una conricerca di soggetti tutti interi non costretti

ad essere solo delle menti, rna capaci di essere 0 tesi ad essere

delle persone intere e dei soggetti interi (il che nel mio lin

guaggio vuol dire qualcosa di molto particolare). Vedremo.

1.6.1.4. Un prima coppia di elementi cognitivi, da discriminare: DatiJinformazioni.

Accenno ora a due coppie concettuali: in una rnetto "dati"

ed "informazioni"; nell'altra "saperi" e "conoscenze". Ripeto

anche qui delle mie ibride definizioni distintive di questi irn

portantissimi concetti, parole, entita. Vediamo adesso la

pnma.

Noi nei dintorni del ricercare sentiamo spesso padare di

produzione del dato, interpretazione del dato, produzione

dell'informazione, interpretazione dell'informazione, ecc. Maquesta per essere compreso implica che si abbia prima

un'idea menD precaria di che cosa e l dato e soprattutto di che

cosa e l'informazione. Tantopili perche noi veniamo da

un'epoca (che sta per finire) di forte mitizzazione e idealizza

zione dell'informatica e del concetto informatica di informa

zione; 1a qua1e adesso si sta trasformando in idealizzazione e

11

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mitizzazione del "cognitivo"; e questa e forse un passo avanti.

L'infonnativo ovvera l'infonnazionale evisto oggi solo come i l

primo stadio del cognitivo.

I dati, raccogliere, elaborare i dati. Ma cosa sono i dati? I

dati sono spesso ben definiti come delle onne, delle tracce

lasciate dagli eventi in qualche modo accaduti. Non n e c e s s a ~riamente dati scritti, possono essere scritti, visivi, sonori, ecc.,

multimediali . Ed attraverso di questi noi possiamo ricostruire

e comprendere qualcosa di quegli eventi oscuri; noi percheaHora appunto i dati sono piuttosto "passivi", inerti, zitti. Di

cono solo se noi I i facciamo parI are ... . Innanzitutto non evera

che sono necessariameme solo "quantitativi", nient'affatto.

. ,. ' i n f o ~ a i o ~ e i n v e ~ e che cos'e, in vera '? Rispondo cosi:1lnfonnazlOne e una differenza che crea una differenza. Nes

sunG voi si aspettava questa definizione, poco "infonnatica",

t u ~ a v ~ a q u e s ~ ~ e 1a definizione pili pertinente, pili giusta, pilisClentifica, pm ngorasa e anche pili potente. Tutte Ie altre _

facilissime da trovare in gira- sono molto pili stupide e lascia

no perdere molto di quello che e1'informazione. Ma possiamo

collocare Ie altre all'intemo di questa. Fatelol

AHora 1'informazione e una differenza; noi la notiamo 1'os-

serviamo, ne eogliamo il eontenuto perche nella r e a l t ~ ehe

stiamo osservando notiamo ehe e'e una diseontinuita, una dif-

f e r e n z ~ s ~ g n i f i e a t i v a onde si staglia; se non ci fosse Ii un qual

cosa di differente noi non ne avremmo pereezione non ne sa

remmo ·attratti : il suo esseredifferente ei colpisce e ci tra

smette qualeosa ehe e proprio inerente a questo suo differire;

ed essa opera appunto in quanta epure innanzitutto una differenza dentra qualcosa.

Le informazioni pero ereano altre differenze; dove? nel sa

pere e nella conoseenza. L'informazione puo essere eonside

rata eosa ~ o l o per sottolineare ehe essa non eun pracesso,

come mveee e la eomunieazione. Ma pili esattamente l'infor-

32

mazione e un fenomeno relazionale, non e tanto una cosa, rna

e innanzitutto una speciale relazione 0 semmai qualcosa che

esiste in una speciale relazione. L'infonnazione esiste solo nel

momento in cui qualcuno la coglie e dentro questa relazione

con l'interesse di qualcuno; cosi pero e sempre operativa. E

sull'altro versante l'operativita dell'infonnazione sbocca nel

produrre una differenza nella stato di un sap ere ed una cono

scenza (caldi 0 umani-viventi ; oppure freddi 0 dei rnezzi 0

macchiniei) e nella loro fonna integrata, destrutturandola e ristrutturandola: non tanto in rnaniera che diventi maggiore, rna

piuttosto ehe diventi pili potente (ovvera ripeto: pure piu ap

profondita, 0 pili dettagliata, pili aggiomata, ecc., oltreche

maggiore, ovviamente: perche la quantita e soprattutto la qua

lita di informazione selezionata e potenza .... che potenzia i lsapere e la conoscenza, i quali a lora volta potenziano

l'agire/trasformare) . II sapere e di piu la conoscenza, vedremo

subito, sono qualcosa di molto di pili dell'informazione ed a

cui quest'ultima e funzionale. L'informazione allora consente

diversamente e piu direttamente 10 sviluppo di sapere/conoseenza. L'informazione stessa diventa allora questione

cognitiva innanzitutto perche e un momento funzionale del

sapere/conoscere, in quanto e sviluppo di sapere/conoscenza,

rinnovamento e crescita di sapere/conoscenza. Ma allora da un

lato non va confusa con la coppia sapere/conoseenza, rna

dall'altro equalcosa di ancillare rispetto a questa coppia stes

sa, tanto che e la coppia sapere/conoscenza a definire il eo

gnitivo, in cui l'informazione rientra.

Talora peroIe

informazioni (selezionate, per eerta lora qualita) sembrano agire trasformando la realta medesima anehe

direttamente ; essere direttamente operative. Ma evera? 0 eeomunque direttamente operativa ed automatieamente sempre

un sapere/conoseenza (magari di mezzi 0 maeehine?)?

33

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Adesso qui di solito io non distinguero pili i dati dalle informazioni e spesso dicendo informazioni intendero anche i

dati.

1.6.1.5 . Sapere/conoscenza.

Una seconda coppia cognitiva, fino ad un certo punto, per

cM secondo me fuoriesce dai contini del cognitivo in speciepsicologico: sapere/conoscenza.

"Sapere" <e possedere in se stessi concetti e/o rappresentazioni (mobili) interconnesse ed (operazionalizzabili) di co

me sono fatte e funzionano Ie cose e del percM, ecc., e quindi

un sistemaillinformazioniintegratoinunaforma>.Chiamo

invece "conoscenza" <un sapere consapevole> (il che implica

che si sappia cos'e la consapevolezza, che distinguo comunquedalla coscienza).

n sapere pertanto e qui qualcosa di pili elementare della co

noscenza. Entrambi sono sistemi strutturati ed integrati, che

vengono sempre ristrutturati, modificati : ora arricchiti rna oraanche no, da nuove informazioni. Cosi appunto veillamo che il

sapere/conoscenza da un lato abbisogna ill informazioni quali

tativamente selezionate; rna dall'altro Ie informazioni contano

in quanto sboccano nel rinnovare il sapere/conoscenza stesso.

La conoscenza e un sapere consapevoIe, attraverso una certa

riflessione, ecc. La conoscenza-scientifica e queUa prodotta

secondo Ie regolette di metodo-scientifico appena dette; ed epili 0 meno omologata.

Noi qui parleremo soprattutto di conoscenza perche riteniamo che nella conricerca (in specie sui comunicanti . . si ri

chieda non poca consapevolezza di quel che si sa, e di come 10

si sa, e perche e con che conseguenze. E quindi anche una

certa minima meta-conoscenza.

Cosicche Ie informazioni vere (in dimensione cognitiva) ri

strutturano sempre il sapere e la conoscenza, Ii modificano: in

34

genere, ripeto, Ii accrescono e Ii fondano meglio, danno loropili potenza anche rappresentativa (oltrecM descrittiva, esplicativa, previsiva, normativa, simulativa, ecc.). Come i1 sapere,

anche la conoscenza e sempre un sistema di informazioni in

qualche modo strutturate e quindi elaborate che ora vengono

rielaborate di nuovo. Quindi ripe o anticipando, che per via di

questa indispensabile elaborazione destrutturante/ristrutturante

la quale esige intelligenza, la conoscenza rnedesima esce dal

mero campo informatica [caratterizzato -come sapete megliodi me- dal mero trattamento dell'informazione (trattare Ie in-

formazioni, vuol dire fare quelle operazioni che non la tra

sformano nel contenuto: quindi per esempio spostarla, per

esempio trasmetteria, trasmettere l'informazione, trasporla, ar

chiviarla, ecc. : questi sono t r a t t a m e n t i e in essi l'informazione

pero non cambia molto), e quindi non esigente intelligenza.

Questo e i l punto: i l mero trattamento non richiede intelli

genza; e nemmeno vera immaginazione e capac ta sirnbolica e

simbolizzante] . L'elaborazione invece interviene pure sull'in

formazione e la cambia molto di pili, cambiando soprattuttopoi il sistema integrato in cui essa sbocca; infatti -replico an

cora- e sempre orientata a cambiare quel sistema integrato di

informazioni che sono il sapere e la conoscenza. IT sapere ed i l

conoscere come attivita-in-atto, incrementano il nostro prece

dente bagaglio di sapere/conoscenza. Sapere/conoscere in atto

ed invece sapere/conoscenza come suo output: questa eun'ul

teriore distinzione ed assai importante. IT sapere/conoscere

quindi non si accontenta del trattamento rna richiede elabora

zione: per i n c r e m e n t a r e ~ e per questo, ripeto, richiede intelli

genza: l'elaborazione richiede sempre intelligenza. Mentre il

trattamento dell'informazione 'si dice che e stupido. L'elabo

razione enel co-agire il momenta che richiede ,e sviluppa ric

chezza di capacita, qui oltre all'intelligenza convergono anche

inventiva ed immaginazione ecc. ecc. E' il clou della Forma

zione e va riproposta nella Comunicazione. Ed e interesse

strategico nostro prirnario.

35

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1. 7. DISTINZIONE DELLA RICERCA IN

MOMENTI.

Come ho detto dianzi, Ia ricerca in genere si distingue in tre

[0 quattro (0 piiI)] parti, -A, B, C,- ognuna delle quali

pero puo uIteriormente distinguersi in sub-parti 0 momenti: io

qui ne distinguero analiticamente sei. Ed essi sono:

1) I'iniziale formuIazione di pre-ipotesi provvisorie (di contenuto come pure di metodo) fra loro collegate (e piiI 0 meno)

dalI'intemo di una realta in trasformazione/costituzione; 2) la

raccolta e produzione di dati ed informazioni ed il reperimento

anche di certi saperi e conoscenze gia esistenti ed un primo

.. loro trattamento (ed elaborazione); 3) I'interpretazione ed uI

teriore elaborazione dei dati e delle informazioni; 4) Ia struttu

razione di una nuova conoscenza; 5) Ia diffusione come ricon

duzione, reinserimento, della conoscenza in quella realta e

n . ~ I l a c ~ s t i t u z i o n e t r a s f o r m a z i o n e attiva di essa, e quindi in

facclamo anche un certo riscontro 0 verifica; 6) Ia valutaZlOne deIl'esperienza conricercativa fatta e la progettazione

d e I ~ a successiva inchiesta-ondata annua, imparando dagli erron.

Anche cosi formuIati da me, questi sei momenti ideali in se

quenza ideale nella pratica effettiva non solo stanno non di

rado anche in ~ r d i n e diverso da questo appena stabilito, rna

stanno ta.lora ntomano ricorsivamente, come frattali, gIi urn

d e ~ t r o gh ~ l u : secondo differenti livelli di reaIta, di rappresen

tazlOne e dI ncerca. Quest'ultimo eun aspetto assai delicatoda n ~ e r e ~ seguito: dentro 10 sviluppo pratico della r a t ica dl con-mdagme, se ci sara.

Avvertenza: non confondiamo questi sei momenti in cui

idealmente si puo sub-dividere ciascuna con-inchiestalondata

annua dalla sequenza quindicinale delle singole con-ichie-

36

ste/ondate/annue in cui elivieliamo i l quinelicennio eli conri

cerca. Ripeto che questa sub-suddivisione eli ogni singola con

inchiestina-annua in momenti eun poco standard, e sara ripe

tuta can varianti nelle altre. Anche una pre-ricerca e con-in

chiestina come questa con cui inizieremo, una sub-ricerchina

preliminare e ancora finalizzata soltanto ad estrarre Ie ipotesi,

puo distinguersi in questi "miei" sei momenti-standard.

Molte ulteriori questioni su questi sei momenti , soprattutto

nella dimensione formativa ed auto-formativa, esperitiva fral'altro e non a caso, andranno approfondite dentro la pratica,

da me e da altri assistita, se ci sara; e non qui in astratto e nel

vuoto eli esperienza conricercativa; ed allora Ie rinvio a quella.

Mentre molti di voi vorrebbero sapere tutto prima perfino nei

dettagli e sono ansiosi, e vogliono essere garantiti su tutto in

anticipo, ed in astratto, verbosamente. Tanto che non avendo

soddisfazione su questo prevedo che presto spariranno di

tomo. Cosi sono appunto oggi moitissimi giovani: questa egift

un'altra ipotesi interessante di contesto della situazione su cui

conricercare. ,

1.7.1. PRIMO MOMENTO: FORMULAZIONE DI

IPOTESI INIZIALI.

Ho gia detto cosa so no Ie ipotesi e l' importanza di avere

all'inizio una certa quantita di ipotesi in contrasto fra loro per

cM sia il caso di fare Ia rice rca e percM poi si possa farla. Hogia anticipato che la "parte A" ed il "primo-momento" della

ricerca stessa consiste nel produrre (collettivo, in comune,

attraverso un confronto collettivo) un primo insieme tenden-

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zialmente sistemico(4) eli ipotesi provvisorie e possibilmente

problematiche e contrastanti: da integrare poi, rna anche da

selezionare, nel prosieguo della ricerca stessa. Ordunque siincomincia la ricerca proprio di qui. Ed alcuni dei prossimi

punti in cui articolero i l eliscorso eli approfonelimento riguarde

ranno proprio questa momenta di partenza, il quale ancora

non richiede una vera e propria "eliscesa suI campo" (comealcuni elicono).

Miinteressa sottolineare il passaggio da pre-ipotesi ad ipotesi successive, piiI fondate, definite, articolate e numerose, rna

anche ulteriori, successive pure nel tempo, in una processua

lita in-terminara. Ecco, in fondo la conricerca puo pensarsi

come qualcosa di pennanente ed infinito, come il gia mitico

"potere costituente" ... La conricerca parte da certe ipotesi

sulla realta e sulla sua trasfonnazione ed arricchimento, e

sbocca sempre cosi in nuove ipotesi eli ulteriore trasfonnazio

ne, permanente, perenne, in una certa inestinta· progettualitacostitutiva ed inventiva.

Ci sono tecniche e strumenti onnai per tutti i momenti della

ricerca: si vedra se eventualmente c'e gia a nostra portata

qualcosa di utilizzabile anche per questo primo momento.

4 "Sistemico" neI senso che qu este ipotesi siano interdipendenti come parti in

un tullo.

38

1.7.2. ALCUNE FORMULAZIONI SIMONIANE(5), FRALE ALTRE.

Introduco adesso una grande complicazione che si puo an

che ignorare, saltare. E' bene saltare questo paragrafo Ie prime

due volte che si legge (infatti questa macchinetta metodoIogica

e da stueliare ed imparare; non solo da leggere!) e provare a

Ieggerlo solo dalla Iterza volta in poi.Un autore che io da molti anni faccio portare all'esame,

Herbert Simon, in un libro(6) molto facilec7) fonnula pili 0

menu COS! i momenti eli un "processo-decisionale" in ideale

seque.nza: 1. Ricerca, 2. costruzione eli alternative, 3. ~ c e I t adell'alternativa, 4. valutazione ex-post. Orbene, questa e una

5 Questo inserimento qui a questa punto del processo decisionale di Simoncomplica moltissimo Ie cose.

6 Herbert Simon "Informatica, direzione aziendale e organizzazione del

Iavoro.", F. Angeli , Milano, 1988.

7 Talmente facile che molti studenti 10 scelgono per l'esame, pur

considerandolo stupido perche 10 trovano molto facile. Mentre l'autore e almente

bravo che riesce a dire in modo facile cose difficilissime, ed

el nuovo Taylor del

capitalismo contemporaneo, neo-modemo: un premio-Nobel, rna premio-Nobel

dell'economia e lui epsicologo . ... Ed euno degli uomini grazie ai quali esistono i

computer, esiste l'informatica, e forse domani, esistera I'intelligenza artificiale :

uno dei pochi grandi cervelli del capitalismo neo-rnodemo. Herbert Simon ha

idee molto chi are e infatti il capitalismo ha fatto passi da gigante con rnenti cosi al

suo servizio. La dove passi da gigante non Ii ha fatti per niente l'altro soggeno

storico collettivo e forse globale, se ancora esiste. E tanto schizzinoso ....

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distinzione e definizione e concettualizzazione del decidere

(non irnmediatamente del ricercare, quindi; rna essa contiene

un momento che egli chiama -a mio parere inopportunamente

"ricerca" e io ora chiamo "ricerca-decisionale"). E questa ci

interessa qui perche il processo decisionale nella sua proces

sualita puo essere esteso all'agire pili in generale in quanto

esso co-agire sia sempre in fonda in qualche maniera e misura

un processo-decisionale (come osservano i sociologi della

decisione .. ); e quindi poi allora esso sia ulteriorrnente estesoal ricercare ovvero al <processo di ricerca (anche scientifica)

corne particolare co-agire> (e fra l'altro poi anche al risolvere

problemi, che pure e un agire speciale che puo essere ridotto al

cognitivo), oltreche particolare decidere: rna a sua volta l'agire

non (molto) ripetitivo, non (molto) routinqrio, e gia pure deci

dere.

AHora la ricerca vista in analogia col decidere, ricorsiva

mente, corne nei frattali, e intesa al contempo in·due differenti

maniere: qui nella mia e generale accezione essa e l'intero

processo del ricercare, implicante a sua volta anche decisione

e processi decisionali. Nella sequenza simoniana invece la ri

cerca-decisionale e la prima fase, rna in verita una sub-fase, di

un processo decisionale corne sempre e in Simon -impropria

mente pero-.

Cosi se combiniamo Ie due accezioni vedendo 1a ricerca in

genera1e tutta corne un processo decisiona1e, a sua volta pili

sotto sub-divisibile a sua volta in questi quattro sub-processi,

che chiamo fasi-decisionali (e sono parzialmente coincidenti

coi miei sei momenti, corne vedremo subito) 1a prima fase-decisiona1e della ricerca in generale sottostante sara 1a ricerca

per decidere la ricerca.

E se appunto confronto Ie quattro fasi-decisionali simoniane

coi miei sei momenti vedo che iI mio primo momenta

(forrnu1azione di ipotesi) in Simon e solo implicito; i1 mio se-

40

condo momento (raccolta di dati ed inforrnazioni -e cono

scenze-) coincide con la sua prima Fase; il mio terzo, quarto

movimento stanno nella terza e quarta fase-decisionale rna

sono comunque un poco differenti dalla concezione simo

niana; il mio quinto in Simon non c'e; gli ultimi coincidono.

Resterebbe dunque da approfondire questa relativa differenza

fra i miei due momenti centrali (interpretazione/elaborazione e

produzione di nuova conoscenza) con Ie sue due fasi-decisio

nali centrali (costruzione di alternative e sceUa) ..... : provate a

fhrlo voi, intanto.

Mi interessa particolarrnente la forrnulazione simoniana e

la sua terrninologia pure perche, non solo ha dato un forte con

tribuito aHo ~ V ' i l u p p o di tecnologie sia dell'intelligenza che

della ricerca e conoscenza; rna anche perche Ii ricorre parec

chio del suo linguaggio. E Ii dentro anche noi, e da pili punti

di vista e direzioni di attraversamento, oggi dobbiamo passare,

comunque; perche questo snodo interconnette epistemologia e

filosofia della conoscenza e metodologia (scientifica) e tecno-

. logie della conoscenza e dell'intelligenza (e comunicazione,

appunto) .

Le tecnologie della rice rca e della conoscenza e dell'intelli

genza oggi ci interessano particolarmente non solo come un

momento dell'oggetto della conricerca, e dell'agire iperprole

tario; ma perche dovremo noi stessi usarle peculiarrnente, cri

ticamente, nel nostro conricercare, per potenziarlo. E per que

sto e preziosa la competenza di iperpoletari in cio specialisti

(che vannO coinvolti nella conricerca), anche pili di quella di

certi intellettuali 0 intellettualini tradizionali. Ma non e facile,per reciproci pregiudizi, fare cooperare queste differenti figure

fra loro; anche perche c'e bisogno che entrambi si dotino di un

linguaggio comune di collegamento, di reciproca interconnes

sione, di interfaccia, come e un poco quello che sto elaborando

qui io: un interfaccia ..... Simon (ad esempio) ci interessa.

re per gettare un primo nostro piccolo ponte fra certe tradizlO-

41

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nali ed artigianesche riflessioni e metodologie intellettuali eli

conoscenza e ricerca e Ie attuali tecnologie di cio, iperindu

'triali e scientifiche esse pure nel metoda organizzativo e nella

loro razionalita particolare, e cosi ricche eli mezzi e macchi

nari potenti e potenzianti.

Tomando allora a Simon, egli -replico ancora- vede la ri

cerca come prima fase-decisionale eli un processo-decisionale

effettivo e non fasullo ; di un qualsiasi processo-decisionale.

Come d'altra parte per qualsiasi processo eli soluzione eli problemi; giacche esiste anche un parallelismo importante e si

gnificativo pure fra il processo decisionale e il processo me

diante i1 quale noi risolviamo i problemi, ed almeno un certo

nostro agire non (moltissimo) ripetitivo, e pure effettivo ricer-

care: che siano veri problemi percL. ...... Dove il problem-sol-

ving e pero preceduto (ideal mente) dal "problem-setting" e

cosi dalla "strutturazione-del-problema" (e qui fra l'aItro stan

no pure formulazioni eli ipotesi). E cosi nella conricerca non

solo noi dovremo risolvere molti problemi di ricerca e non solo

la ricerca servira aUa soluzione di una grande quantita eli problemi teorici e pratici, via via che essa procedera, rna il fare ri

cerca conricercando si pone gia esso stesso come un complesso

meta-problema. ...... Inoltre la parte del co-agire umano, che

ancora non e standardizzato e proceduralizzato ed e ancora

elaborativo ed intelligente, si pone come soluzione di problemi

e processo eli vera decisione, e cosi noi nella conricerca do

vremo vederlo, a corninciare dal nostro(8).

8 Come ho gia piti volle precisato in vari miei testi, io non "denuncio" e

combarto in se questa proceduralizzazione. lnfatti ritengo che il suo crescere,

come crescita di potenza del co-agire dei singoli e soprartutto collettivo sia

positivo (noi non possiamo perdere tempo ed energia problematizzando tutto, una

certa routine ci vuole! E' positiva. Va benissirno). Io non sono luddista, rna dico

che i mezzi in quanto sono capitale-mezzi sono distorti e vedono limitate Ie loro

42

Nella processualita continua ed apena della conricerca (sia

pel continuo succedersi di inchieste pure in sequenza, sia perla compresenza continua di una gerarchia di sistemi di azioni

problematiche e eli ricercare in esse) ci sara sempre a livellidifferenti una compresenza e parziale sovrapposizione eli fasi

decisionali e momenti di ricerca, 0 almeno i l lora ritornare

cic1ico ad ondate. E bisognera saper analiticamente separare,

discriminare, distinguere e discernere. E classificare. Bene.

potenzialita. 10 voglio che pera la potenza non sia a danno della ricchezza di

capac ta-umana, come avviene ancora oggi. Quindi denuncio e combatto duealtre cose. Primo: una divisione del lavorare e deIl'agire in cui una grandissima

parte dell'iperproletariato novvero dell'umanitil (almeno) fa solo co-artivitil

proceduralizzate. Secondo: la tendenziale proceduralizzazione (anche con modelli

e grazie alia moda) di "tutto quanto" il co-agire umano. 10 "riformisticamente"

sono per 10 spostamento degJi umani ad un cospicuo (ed in specie "nuovo")

coagire, potente rna richiedente capacita ricca ed arricchente la sopravvivenza, e

dunque in quanta problematicol inventivo, elaborativo e quindi pure

intelligente, accanto a quello routinizzato da macchinizzare in un di.fferente

macchinario. E tantopill se in autonomia, rna fmanco i.n termini di sfruttamento,

ossia ancora dentro il capitalismo! Riformisticamente: in un capitalismo diverso

da questo. E perch!! sono convinto che questa ricchezza di capacita umana serva

alia rivoluzione. ossia all'lIscita dal capitalismo stesso, esigente la

demercificazione della capacita-umana medesirna, sia una risorsa ambivalente

indispensabile a cio. Chiaro? II Toyotismo ribalta davvero la direzione della

marcia capitalistica in questo senso? Su cio I'ottica lavorista confonde molto te

cose . ....

43

1.7. "SECONDO MOMENTO" MIO E Dunque: un secondo-momento della ricerca in generale e

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3.

DECISIONALE I" : LA RACCOLTA

INFORMAZIONI., ECC.).

"FASE

(DELLE

Quindi c'e un primo momenta gia visto di formulazionedelle ipotesi della ricerca [nel quale gia un pochino l'informa

zione ed iI dato devono gia essere prodotti raccogliendoli

(paralIelamente alI'impostazione e prima strutturazione del

problema) e cosi un pochino gia elaborando, pensando ... (ed

ad un sub-Iivello cia frattalmente contiene infatti gia sub-sub

decisioni...)]. Ma poi un secondo pili propriamente di raccoIta

~ dati i ~ o r m a z i o n i ed anche di conoscenze gia disponibili ingI ro ; quaSI solo trattando e dunque solo poco elaborando.

n Simon esplicitamente riduce tutta la ricerca-decisionale a

cia, e quindi cosi spesso assai impoverendola, anche se si tratti

di r i ~ e r c a applicata, di inchiesta rnirata alIa s o l u di parti

C?,lan problerni. 10 invece ponendo nella ricerca-in-generale

ClO solo come secondo-momento sposto il cuore della ricercan ~ l l ~ successive seconda e terza fase della sua decisionalita (e

nuel terzo e quarto momento) la dove nella decisionalita si egia o l ~ e ~ u e l l a ricerca-decisionale rnirata e circoscritta e piat

cos I diversamente intesa. Chiaro? E sposto questa cuore del

n c e r c ~ e a p p ~ n t o nei prossirni due momenti centrali (dei sei)

della ncerca-In-generale! E questa non euna differenza da

poco rispetto aIIa prospettiva simoniana, che e differente! In

questo differire vedremo subito che pili che la differenza fra

ricercare teorico 0 invece pratico, oppure puro e fondamentale

o i n : ~ c e a ~ p l i c a t o contano nei differenti livelli gerarchici

moblb del ncercare-in-generale la ripetitivita e Ie scale delle

? p e r a z i e la serialita ed i modeIIi organizzativi (artigiani od

u s t n a l l ) del ricercare medesimo, complesso e gerarchizzato

Internamente, e rispetto alIa complessita e gerarchia dell'oggetto mobile della ricerca!

44

questa fase in cui si debbono raccogliere Ie prime informazionie -aggiungo io- saperifconoscenze "gia disponibili" . Racco

glierle cosa vuol dire? Che si va in un posto dove ci sono la

per terra tutte Ie informazioni e i saperifconoscenze gia pronti

e basta raccoglierli e ponarseli via? Disponibili in questo

senso? Beh questo raccoglierle molte volte vuol dire anche

produrle Ie informazioni (ed anche certi saperifconoscenze gia

disponibili, nel senso che qualcun a11ro gia Ii ha prodotti e

stanno da qualche parte 0 in qualcun altro, dentro qualcunaltro -e per questo si fanno colloqui, interviste, ecc.-, rna co

munque fuori di noi)! 0 almeno artuare alcune parti della lora

produzione! Nel senso che Ie informazioni non sono quasi mai

Ii gia .tutte pronte percM Ie si possa portar via . Ed anche i sa

perifconoscenze non sono Ii gia fatti . Gia ad identi:ficarie ene

cessario qualche trattamento e perfino qualche piccola elabo

razione. E bisogna avere in testa una qualche idea di perti

nenza e criterio selettivo, e quindi un'idea del node problema

tico da chiarire, ecc. Trattamento ed anche elaborazione

quindi; bencM quest'ultima si concentri esplicitamente nel

. successivo momento vero e proprio che chiamo di elaborazio

ne; in vero essi continuano pili attenuati in tutto' il processo

dell'inchiesta. Ma poi bisogna trasporle, tradurle, trasportarle

altrove, per l'analisi sistematica.

Vedremo pili oltre Ie tecniche qualitative e gli strumenti di

raccolta dell'informazione cui faremo ricorso (osservazione

partecipante, diario, memoriali, autobiografie, storie di vita,

interviste in profondita e colloqui 0 conversazioni guidate e

focalizzate, ecc.).

45

1.7.4. TERZO-MOMENTO MIO E FASE-DECISIONALE mo che nel nostro agire ormai non e requente la non-routina

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SIMONIANA 2: INTERPRETAZIONEIELABORAZIONE E

ALTERNATIVE.

Nel processo-decisionale Ie informazioni servo no a creare Ie

alternative di decisione (nella soluzione dei problerni analo-

gan1ente a diran1are l'albero prima, ed a creare al contempo Ie

condizioni per successive potature e movimento esplorativo

lungo i ranti selezionati, per arrivare al goal, ecc.). E questo

suggerisce qualcosa anche al Terzo momento della ricerca-in

generale. Infatti per noi -replico- innanzitutto pure Ie infor

mazioni e i saperi/conoscenze gia disponibili sono serviti gia

prima un poco a creare ipotesi alternative di ricerca ed adesso

a svilupparle ed integrarle, rna soprattutto poi a destrutturare il

"nostro" sapere/conoscenza attuale e/o precedente costruendo

possibilita di reintegrarlo e cosl di mutario in uno nuovo, ul -

teriore. Cosi 10 si accresce, estende, anche creando e svilup

pando alternative (fra cui poi nel momenta successivo si sele

zionera scegliendo la rnigliore). Questo terzo momenta e il

successivo quarto pero sono distinguibili, se edavveroil

caso,solo nell'astrattezza analitica di una meta-considerazione Ii

sopra; nella realta del processo coincidono, sono uno dentro

l'altro. Proviamo comunque a districare un poco approfon

dendo un attimo (ed un poco arbitrariamente) il terzo: l'inter

pretazione/elaborazione.

Ripeto : la creazione simoniana delle alternative ai vari li

velli decisionali (e del ricercare ..) e a seconda fase non solo

di una ricerca in quanta azione implicante decisionalita. Ma

di un qualsiasi processo-decisionale, si, rna effettivo, e quindie in un'azione ed attivita non routinarie, non ripetitive. Ci

vuole del "nuovo", della novita; e qui si vede gia che quella

vera non viene da una mera combinatoria. Pe r decidere dav

vero bisogna scegliere tra delle alternative che in un certo

senso siano problematiche, e siano abbastanza nuove. Senna

c'e gia una pre-scelta scontata ed automatica. Ma noi sappia-

46

rieta. E qualcosa di analogo evero anche per la ricerca-in-ge

nerale. La questione-oggetto di indagine all'inizio deve avere

effettiva novita ed oscurita per noL Vedremo che e un grosso

problema stabilire cos'e davvero il nuovo e come si produce.

Le alternative vanno pero costruite e si costruiscono ricom

binando criticamente e creativamente (cosi immaginando an

che il nuovo) Ie informazioni ecc. , dice Simon (ed egli da ap

punto questo taglio molto informatico, che io non condivido

tanto perche e riduttivo) . Ed io cornincio con l'aggiungere su

bito: pure ricombinando anche saperilconoscenze gia dispo

nibili altrove.. .. Comunque la ricerca e raccolta delle infor

mazioni e saperilconoscenze puo innanzitutto consentire di

creare delle alternative: questo e il suggerimento simoniano

che qui raccolgo. Pero appunto cosa vuol dire aHora in una

rice rca esplorativa? Nella destrutturazione/ristrutturazione di

una conoscenza percM sia pili potente? che equalcosa di pili?

Questo dovremo approfondire!

Cosi -come abbiamo gia visto- io mangio la foglia e dentrol'aspetto di parallelismo appena accennato dico a mia volta:

gia in partenza la differenza di opinioni utilissima, feconda

nella ricerca, puo essa pure porsi come presenza di alternative:

ci vogliono in partenza pili alternative, molte alternative, al

ternative vere e non posticce: ci vogliono molte ipotesi alter

native fra Ie quali selezionare queUe che sembrano fondata

mente Ie migliori. Ma questa avviene gia per delle informa

zioni alternative, e poi soprattutto per momenti di sape

ri/conoscenze alternativi da inlformare, e poi ulteriormenteper nuovi possibili saperilconoscenze interi e eintegrabili . Ed

allora l'attenzione si sposta suoquesta costIUzione/selezione

idealmente successiva, che richiede una riflessione valutativa

complessa pure di confionto, ecc., e di sistematico e potente

raffronto alla realta e di corrispondenza ad essa (verifica, ap

punto, che pero nel nostro casu non si esaurisce in un solo

47

atto, con procedure piiI 0 meno standardizzate, perche si svi- risorsa, un contro-mezzo. Perche sia nuova la forma della r eal

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luppa nell'effettiva trasformazione appropriata -al nostro pro

getto mobile ed aperto che ha gettato avanti idee 0 immaginidi novitaJalterita COS ! orientando il cammino singo

lare!collettivo- della realta) ed al suo movimento ed alIa pro

spettiva di sua trasformazione che e appunto gran parte del

mio interpretare/elaborare come terzo momento. Ora

(cominciando dalle ipotesi iniziali, rna poi per Ie ipotesi suc

cessive che continuamente si aggiungono e si susseguono e per

Ie nuove alternative che continuamente su producono, e sullequali ci si interroga ri-ipotizzando e sub-ipotizzando, e pure

anche meta-ipotizzando) Ie alternative si incrementano, si ar

ticolano e riarticolano, si aggregano e disaggregano; e gia siselezionano.

Ripeto ancora: conoscenza nuova 0 almena rinnovata: per

che se questa conoscenza c'era od era cosi anche prima

(ammesso che l'indagine non sia stata assolutamente sterile)

non si faceva 1a ricerca; al massimo questa consisteva nell'in

formarsi su dove era depositata questa conoscenza-fredda (0

calda) gia esistente, gia prodotta da qualcun altro 0 magari da

noi stessi in precedenza, si andava a prenderla dove c'era

senza elaborare pili nulla in questa dimensione; ed era solo un

impossessamento dei risultati di una ricerca gia esistenti ap

punto come conoscenza. Oppure come dati od informazioni da

rielaborare. Ed allora comunque ogni nuova elaborazione di

informazioni (anche gia disponibili in archivi vari qui 0 la) e

da considerarsi una nuova "inchiesta". Dunque, e l'elabora

zione che possiamo considerare delimiti un'inchiesta, ne di

stingua una dall'altra; non il mero raccogliere informazioni. E'l'elaborazione il clou della ricerca-in-generale!

Una precisazione: 1a nuova conoscenza e la sua elaborazione

e pili sotto l'elaborazione in essa ci servono a trasformare l'esi

stente, ad abolirlo . .. . ed in rapporto a cia sviluppo di c a p ~ i -ta-umana-ricca. Ma questa nuova conoscenza e una contfo-

48

,I

tal Quest'altra meta-novita equella che si vuole raggiungere, ilmeta-fine! La forn1a nuova perche altra della realta globale .... .

Cosi mentre per la nuova conoscenza posso accettare che si

ricombini e si reintegri qualcosa di esistente, quantunque non

solo diversamente rna tesi al nuovo, per la forma della realm

che con la conoscenza che acquisisco mi propongo di rag

giungere 0 trovare il combinare l'esistente, Ie mere combina

torie di cio che cte gia, raramente sono accettabili. 11 nuovo

che ci interessa non e anto il risultato di combinazioni aleatorie rna si fonda e radica piuttosto nella progettualita aperta e

cosi anche abrogativa (dell'esistente). E' anche per questa che

dico: andiamoci piano con certe maniere di dichiarare morta

per noi ogni dialettica.... Questa questione ardua e decisiva

senza una distinzione di livelli di realta puo anche apparire e

perfino diventare di lana caprina. Ma attentl , C). certi livelli Ie

combinatorie ed i cross-over di per se non ci portano nemme

no in direzione dell'uscita dal capitalismo, non ci liberano da

niente; rna ci farmo girare e turbinare (anche a vuoto) nel la-

o birinto, anche impantanati, con pili 0 meno leggerezza: non ciarricchiscono ne nella capacita ne nella soggettivita. Pur

troppo. Dipende invece da certe peculiarita della nuova

forma ... ..

Interpretare/elaborare appunto Ie possibili parti di nuova

conoscenza, da inserire in una pili ampia conoscenza rinno

vata e potenziata. E questa puo essere non facile e richiedere

capacita ed esperienza, propria oltreche altrui. Dico "puo" per

che anche su e per questo oggi cominciano ad essere disponi

bili delle euristiche standardizzate e banalizzate; e tecnologie,e tecniche iperindustriaIi! Questo e importante. Questo e in-

fatti, 10 ripeto in quest'ottica tecnologica- il cuore della ricer

ca. Cuore che in dimensioni organizzative artigianesche era

ieri difficile; rna oggi e in corso di forte semplificazione invarie parti pure nella ricerca qualitativa, proprio grazie a que-

49

te tecnologie della conoscenza e ricerca. Tecnologie in senso stabilendone di nuove e cosi pure operando logicamente con

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forte e ristretto: delle "logie", ossia delle razionalizzazioni

scientifiche di tecniche ... e della meta-tecnica ... potenti (e

talora perfino utilizzabili in maniera non impoverente? E au

tonoma?) .

Ma a che prezzi, per una conricerca come la nostra? Ci sono

davvero grandi costi di qualita da pagare? Per noi? E quali? e

come ? e perche? E' chiaro che solo 10 sviluppo di una conri

cerca finalizzata come la nostra permetterebbe di dare rispostemigliori di queUe che avrei gia in testa adesso. Tantopiu che

questa nostra conricerca, eventuale, essendo suI comunicare e

sui comunicanti, e gia parecchio conricerca proprio anche su

molte di queste tecnologie e moIti aspetti di queste lecnologie

medesime, e della 10ro applicazione e .degli agenti-umani

"applicanti" ! Dei costi da pagare, e tanti e differenti, ci sono

sempre. II pun o nella meta-valutazione e se rendono piu di

quel che costano per raggiungere certi traguarcli e conseguire

certi scopi. E poi ancora come e perche e con che conseguenze

prevedibili ....

Quindi viene il secondo problema, ed e l problema appunto

dell' "interpretazione/elaborazione" dei dati, delle informa

zioni ed anche di certi saperi/conoscenze prodotti-raccolti;

percM solo cosi Ie informazioni possono trasformarsi in nuova

conoscenza efficace-efficiente.

Cosa significa "interpretare" oggi e a tutti no o grazie all'en

fatizzazione post-modema dell'ermeneutica . .. io direi che <si

tratta dell'individuazione e della proposta del significato (e

magari anche del senso) di qualcosa 0 qualche evento 0 anche

testo, ecc., menD evidente in superficie 0 piu oscuro rna piu

efficace e potente, od il suo accertamento>.

Cos'e invece l"'elaborazione"? <E' una manipolazione ri

chiedente intelligenza ed immaginazione che soprattutto

sciogliendo 0 ignorando cene relazioni e (di piu) vedendone e

50

deduzioni, induzioni ed abduzioni intrecciate e con l'apportodi euristiche ecc. (procedendo anche in analogia col problem

solving) propone nuove parti possibili di sapere e cono

scenza>.

Noi facciamo la ricerca innanzitutto per potenziare i l nostro

conoscere, come contro-mezzo in p r i m i s ~ quindi l'informa

zione non ci basta. Dunque: dobbiamo interpretare ed elabo

rare cio che abbiamo raccolto: per trasformarlo in nostra rin

novata conoscenza . (Anclle nella ricerchina preliminare si do

vd fare un po' questo, anche se si tratterra soltanto di tirare

fuori cosi delle ipotesi per la ricerca uiteriore, 0 solo dei prin-

cipi euristici).

Un interrogativo pertinente e questo: il nuovo

sapere/conoscenza piu potente le rieeo nel senso di arric

chente? si puo parlare di conoseenza-arricchente? Direi di si.)

signifiea che questo, e quindi il prodotto della rieerca, e sem

pre cumulativo? Adesso rni limite a rispondere: ora si ora no;

dipende ... Da cosa? Ma io suggerisco comunque di non porciin dimensioni di (ac)cumulazione! Neppure per cio.

1.7.5. QUARTO-MOMENTO

DECISIONALE-SIMONIANA 3:

MIO E FASE-

OMOLOGAZIONE Dr

NUOVA CONOSCENZA E SCELTA

DELL'ALTERNATIVA MIGLIORE.

Adesso accelero perche ci allontaniamo dai momenti iniziali

e ci addentriamo in questioni che incontreremo sempre piu in

lei nel tempo, in mesi successivi. Bene. Poi viene la fase-deci

sionale 3 della "scelta dell'altemativa" di conoscenza che ci

sembra migliore fra queUe che abbiamo costruito, e che pos

siamo far coincidere con l'omologazione della nuova cono-

51

cenza come "mio" quarto-momento: con la nostra omologa to della diffusione e istribuzione di questa conoscenza:

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zione della conoscenza rinnovata in seguito ad una prima ve

rifica "a tavolino", e di prospezione adesso pili fondata della

trasfonnazione (e deU'intervento di trasfonnazione) della real

ta: ritenuta pili confonne ai nostri progetti mobili, e nostri

desideri di liberazione, da un lato, i quali peri'> a loro volta

dall'altro laio potranno ricevere qualche correzione sottostante

e quindi soprattutto modifica di aspetti del cammino i m m a g inato e progettato per conseguirli. ..... . Infatti poi, dopo, una

volta arrivati in possesso di una nuova conoscenza, questaconoscenza, cosi "scientifica" perche comunque ottenuta

s c i ~ n t i . f i c a m ~ n t e ~ a n c h e se non omologata dall'Accademia .... ,

sara da apphcarsl : ad un nuovo livello ed una nuova onda di

t:asformazi.one "?perativa" della realta. Che offrira, nell'espe

nre, molte lpotesl e conoscenze per l'ulteriore conricercare.

1.7.6. QUlNTOMOMENTO, SOLO "MIO": DIFFUSIONETRASFORMATIVA.

.Pen) poi c'e il quinto momento, che ho appena anticipato.

R i ~ ~ t o : che te ne fai della nuova e pili potente conoscenza che

hm m q.ualche modo saputo elaborare? La applichi nella tra

s f ~ r m a z I O n e . Qui si vede bene, a mio parere, che la distinzione

del ~ o m ~ n t i eanalitica ed astratta, e anche dentro una singola

con-mchiesta! Comunque questa e qui, se si vuole anche il

momento pili propriamente applicativo: la c o n o s c e ~ z a rinno

vata dall'interno della trasformazione della realia adesso si

applica pili propriamente e al di sotto alIa trasformazione stes

sa pili consapevolmente, adesso e conoscenzaitrasformazione

f o n d ~ t a rna anche pili particolare, di queIIa stessa realta adesso

megho conosciuta. E cosi pure si diffonde, viene diffusa an-

che per canaIi proprioE quindi poniamolo pure come mo:Uen-

52

"

culiarnleme all'interno del movimento, pero.

In questa diffusione come applicazione si ha un certo u h ~ -riore e pili deciso riscontro, e quindi si accentua gia una se

conda verifica: "pratica" (e ben pili che empirica): una verifi

ca pratica della validita delle ipotesi e della maIliera in cui

hanno contribuito a produrre la nuova conoscenza dall'interno

della pratica di trasiornlazione della realta progettata. Per ora

non dico altro su questo.

1.7.7. SESTO MOMENTO MIO (E FASE-4

SIMONIANA) : VALUTAZIONE DEI RISULTATI ED

IMPOSTAZIONE DI UNA NUOVA ONDATA.

Come ho gia anticipato, il sesto momenta coincide con la

quarta fase di Simon: la valutazione ex-post dei risultati

,dell'inchiesta, dell'ondata annua trascorsa di coninchiesta.Nella conricerca la valutazione ex-post completa ed appro

fondisce anche Ia verifica. La quale, gia iniziata nei due mo

menti precedenti, avviene a due livelli: allivello sottostante si

constata la verita, Ia corrispondenza al vero della scelta fatta,

si constata che la nuova conoscenza corrisponde alIa realta,

come predica la scienza positivista; rna ad un Iivello pili alto (e

con pili sintesi magari .. ) non ci si Iimita alIa constatazione,

rna si opera attivamente e si produce l'inveramento pratico di

ipotesi che corrispondono ad un progetto che per quanto sia

statu gia revisionato nelle fasi precedenti rirnane comunque il

referente mirato della conoscenza.

Pertanto il sesto momento all'intemo della processualita in-

temunata della conricerca eanche quello in cui il consunti 0

ex-post si ribalta in ex-ante rispetto ad un'altra successiva fu-

tura ondata: in preventivo, in progettazione della nuova onda-

53

ta-annua successiva e prosssima-futura eli conricerca, e da cui

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il progetto generale eli conricerca ripartira nell'anno prossimo.

Dove poi che sia annua, che abbia una perioelicita COS! rigida,

non edetto.... .. : esolo un esempio eli scansione temporale.

In fine, questo momento, insieme al quinto, puo essere

quello in cui per una singola con-inchiesta annua, ad esempio,si stende la relazione finale sui risuItati e magari la si pubbIi

ca, seelimentando nell'ambito della conoscenza pubblica una

qualche rransitoria cristallizzazione, sra ticizzazi onerappresentativa.

1. 8. Di nuovo: metoda.

Ho anticiparo gia qualcosa suI cosiddetto "metodo-scienti

fico" e sulla sua versione soft; noncM qualcosina anche suI

merodo della conricerca e soprattutto delle singole inchieste.

Vediamo ora di ritomare alIa questione gia prima anticipatadel Metodo.

Un punto che potrebbe essere sviluppato pel metoda delle

singole con-inchieste annue e poi pili sotto per certi lora par

ticolari segmenti (come ad esempio il metodo quantitativo co

me inquadramento di certe tecniche quantitative, nel caso che

talvoIta vi si ricorra ..) e quello delle implicazioni metodolo

giche delle modalita eli ricerca: "descrittiva" "esplicativa"

"normativaJprescrittiva", "previsiva" e "simulativa"; nella

sura in cui sono davvera elistinguibili. Tenendo conto chetutte, tramite una lora particolare curvatura, possono essere

usate nella conricerca. Rinvio questo approfondimento. Milimite a riprendere qualcosa sulla rice rca "simulativa", 0 "persimulazione"

54

1.8.1. CONOSCENZA SWULATIVA ED usaSWULATIVO DEL MODELLO.

Non elisponendo di una rappresentazione in base ad un'os

servazione diretta della reaIta, come nel caso del funziona

mento ad esempio di una cosiddetta e metaforica "scatola-nera", sia in termini descrittivi che poi in termini causali, e non

essendo in grade quineli di dire quali relazioni e correlazionifra cosa avvengono Ii dentro e percM cosi (rna anche elispo

nendone rna aHora per un diverso uso di anticipazione delle

trasformazioni possibili) , epossibile simulare ipoteticamente

il funzionamento nascosto nella "scatola nera" di questa realtiJ.

ingegneristicamente. Ovvero si costruisce un modello-simu

lativo, immaginario (almeno in parte) e per definizione ipote

tico, del funzionamento immaginato, e se poi il modello fun

ziona si conclude, sebbene con riserva, che anche nella scato

la nera reale con una certa probabilita -non altissima, rna

nemmeno trascurabile- il funzionamento e come 10 si era im-.maginato e disposto ed attivato nel modello-simulativo. Chia

ro? Questo modello-simulativo tradotto in certi supporti eli-

venta gia immeeliatamente operativo. Questo tipo eli cono

scenza relativa, probabile, e chiamata "conoscenza simuIa

tiva" . Questo modo di conoscenza simulativa e un tipo di co

noscenza che fino a pochi anni fa era poco considerata, rna

oggi diventa quella centrale soprattutto attraverso Ie ricerche

sulla mente umana e sull'intelligenza artificiale, percM non

essendo in grade di avere una conoscenza sufficiente del cer

vello e della mente, ispirandosi anche al funzionamento del

computer -il che spesso e tate ingannevole, la metafora com

putazionale si e ivelata un dannoso pregiudizio-, si sono fatti

modelli-simulativi della "scatola-nera" che sta nella mente

umana. II funzionamento del cervello e della mente umani sia

per 1a lora complessita enorme sia perche edifficile l'osserva

zione diretta e sono molto oscuri e opachi all' osservazione, e

55

stato simulato. E quindi questa eun modo piuttosto performativo di procedere. Ripeto. Se si fa l'ipotesi che disponendo Ie

1.8.1.1. Modelli simulativi.

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cose in un certo modo esse producono certi risultati e poi si

hanno proprio quei risultati Ii , vuol dire che quell'ipotesi sulladisposizione, sulla forma invisibile, in qualche modo non era

del tutto arbitraria; e quindi Ie relazioni che si sono supposte

un qualche tipo di fondatezza ce l'hanno. Anche se questo

fatto che si opera ottenendo certi risultati non consente ancora

di dire con sicurezza come e atto cio che resta nascosto nella

scatola nera, perche non siamo certi cheil

risultato che ne escesia state I i dentro ottenuto proprio ed esattamente cosi, proprio

in quella maniera. Pero comunque il fatto stesso che una cosa

che si e mmaginato potesse dare certi risultati immaginando

un certo modo di funzionare e poi Ii da, pur non dicendoci che

e atta proprio cosi, ecomunque una maniera di fondare una

conoscenza che non si puo stabilire in altre maniere e sulla

quale non c'e altro modo di decideme la verita. Ed e proprio

cosi che si ha talora conoscenza sugli insiemi molio complessi,

rna anche oscuri. E quindi questo atteggiamento cognitivo

funziona non solo a dirci qualcosa sulla mente umana e il cervello (che sono realtfl infinitamente complesse e ancora molto

sconosciute), rna anche sulla societa e su certi momenti della

societa che e complessa altrettanto, e moHe volte e infinita

mente complessa; e tuttora malgrado tutto ed anche a causa

del suo continuo movimento di trasformazione, poco cono

sciuta nei suoi funzionamenti e in particolare in quelli nascosti

e latenti. Che a noi interessano anche pili degli altri. In cio che

ho detto finora e simulativa la conoscenza, non la ricerca 0 il

modello della realta .... E questa ha forti implicazioni di meto

do.

56

Ma aHora questa si puo tantopili fare per una realtfl di cui si

conosce anche la forma e la maniera di funzionare; e questo

diventa gia una maniera di utilizzazione della conoscenza che

interessa anche noi. E allora qui in questo differente caso si fa

un uso simulativo del modello di qualcosa che abbiamo gia

potuto rappresentare mediante l'osservazione diretta, simu

lando il suo movimento possibile, soprattutto nel futuro, 0variando certe circostanze, certe parti, ecc. I I che euna diffe

rente faccenda (anch'essa con significative implicazioni di me

todo) rispetto aHa conoscenza-simulativa. Ossia simulando i1moviIJlento futuro 0 possibile di una realta di cui gia sappi

amo come adesso e 0 fino ad adesso era) fatta, ci proiettiamo

nel futuro a limitarne i suoi possibili; cominciando almeno a

scartare certe impossibilita. E' ben pili che una previsione!

Si muove il modello per vedere come nel movimento pos

sibile si muoverebberoIe

variabili: e cio mostraIe

alternative e. Ie scelte possibili e Ie possibilita relativamente migliori .

1.8.l.2. Virtualita.

VOITei ora solo nominare il fatto rilevantissimo che nella

simulazione si affaccia la grande questione del virtuale. Ed i1virtuale euna macchina non solo potentissima, rna che ci puo

interessare qui pili di quel che inizialmente crediamo.

l.8.2. SIMULAZIONE E RET!.

Chi ci viene sa che nel mio corso insisto molto sui sistemi ,sulla sistemicita ed i livelli di realta e rappresentazione, l'in

terdipendenza soprattutto verticale fra i livelli di realm e allora

di rappresentazione, nonch6 su ambiti orizzontali complessi e

fatti a rete, e la gerarchicita, e la sua articolabilita ed artico-

57

Iazione in reti verticali di reti, ecc. ecc. E suI come, il percM, inoltre perche anche nella mia consapevolezza di lei e rifles

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certe conseguenze e funzioni di tuno cia, ed altro. Bene.

L'idea, giusta, della processualita della conricerca, potrebbe

suggerire l'idea sbagliata della sua immediata od esclusiva tra

du zione in un modello sequenziale lineare. Ma in verita questo

non e affano sempre necessario e talora non e nemmeno op

portuno. Ad esempio anche la conricerca puo avvalersi di una

modellizzazione che rappresenti ed organizzi e simuli un

agire/trasformare "in parallelo", ad esempio combinando piliazioniltrasformazioni sequenziali fra loro paraUele; rna questo

sarebbe ancora un compromesso. Ma potrebbe avvalersi allora

anche di modelli sisternici decisarnente verticalizzati (e speri

men tare gia da ora fin dove spingerli) e sinottici, in cui azioni

differenti ed in arnbiti differenti , rappresentate ad esernpio in

quattro dimensioni , siano interconnesse da snodi ciascuno a

forma steilare, ossia con snodi presentanti pili possibilita di

direzione di lettura ed elaborazione e di interc0nnessione, e

cosi almeno potenzialmente contenenti una pluralita di se

quenze lineari liberamente ricavabili da parte pure del lettore.E pure nella simulazione delle possibilita. E plural ita sempre

cangiante e di sequenze che carnbiano continuamente a secon

da delle scelte del lettore/elaboratore. PercM appunto il lettore

ora cosi diventa un ri-elaboratore del testo, e cosi pure a sua

volta scrive. Si tratta dunque in tal caso di rappresentazioni

ipertestuali. Anche, rna non solo, come metafore .. (fra l'aItro

col virtuale .. ). Ho reso l'idea? Ma ancora una volta non iIlu

diamoci sulle mere combinatorie, sulle combinazioni aleatorie.

10 nelle mie lezioni uso moHe fare figure, rappresentazionivisive in grafici manipolabili, ed in manipolazioni immedia

tamente creative, produttive. E 10 faccio, riesco a farlo abba

stanza agevolmente, proprio pure percM l'impostazione che e

sottesa anche alIa necessaria sequenzialita del mio discorrere e

scrivere, non solo scambia cosi anche immediatamente con Ie

mie visualizzazioni mentali ed i rniei fantasmi interni. Ma

58

sione essa non e lineare rna sinottica e nel senso che tende

all'ipertestuale. Cosi il disegnare, i l rappresentare visivamente,

e l'aspetto fondamentale ed originario dell'elaborazione delle

mie mappe e modelli : poi Ii sequenzializzo nel discorso e nellascrittura. Anche per questo dico che i miei volumi non sono e

non vogliono essere tanto dei "libri", rna rnacchinette, e non

sono solo da leggere. Sono si da imparare, rna sono soprattutto

da operazionalizzare; pure talora pas sando per la loro inte

grale traduzione in ipertesti, ed esplorandovi anche nuovi e

diversi percorsi. Tantopili che sono fatti per blocchi abba

stanza autonorni di testo e quindi riassernblabili differente

mente, con altri fili, spero rossi.. ... ! Dipende dall'irnmagina

zione e dall'irnpegno del lettore. Ma c'e chi gia I'ha fatto. Si

possono anche cosi collettivizzare. E mettere in reti elabora

tive. Potrei gia farlo io col modem e forse presto 10 faro.

II modello descrittivo/causale, ipotetico rna descrittivo e cau

sale, e orse quello per il quale di pili si usano reti e ipertesti

come risorse gia di una conoscenza e gia di una rappresenta.zione sia di una realta che di una conoscenza

"realistaltrasformativa" pili 0 me no immediatamente opera

tiva. In vera analogi a ad esernpio con certi sistemi esperti

della seconda generazione, tali modelli sono costruiti esatta

mente cosi, grazie ad una gerarchia di interconnessioni e di

interfaccia: da aprire. E poi possono essere strumenti di simu

lazione; e via e via. E di pili 10 si puo fare trasformando certi

"supporter" complessi aIle decisioni. Ma la casistica si allar

gherebbe assai se guardassimo al campo militare e bellico, do

ve c'e un software enorme e potente riconvertibile in queste

direzioni.

5

1.8.3 . TECNOLOGIE RECENTI DELLA RICERCA,DELLA CONOSCENZA E DELLA COMUNICAZIONE.

metodologie "scientifiche" in macchinizzazione Ie quali spesso

7/16/2019 Alquati Romano, Per Fare Conricerca

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I sistemi esperti appena nominati, ad esempio, stanno in

un a dimensione di produzione/sviluppo di conoscenza. Infatti

c'e gia tutta una ricchissima tecnologia iperindustriale dell'intelligenza (e di applicazione di intelligenza artificiale, anche

se per ora assai precaria e di basso livello) e della conoscenza.

Ma c'e pure una vera e propria ingegneria del conoscere e pensare e dell'immaginare (e perfino del significare), anche col

lettivi, ossia in rnicro-cooperazioni e cosi in scambi coopera

tivi fra agenti-umani, e combinati ai mezzi. Ed essa e

innanzitutto un'ingegneria di produzione. Tutto cio ed altro si

sta sviluppando sotto il nostro naso . Certo 'il General-intellect

ne e protagonista, come agente collettivo/complessivo pero, e

del padrone. Ma noi come soggetti, ce ne occupiamo, ci stiamo

dentro consapevolmente e riflessivamente, e'sperendo? E

s c i e n r e m e n r e " ? Ed inoltre: con quali principi e metaprin

~ l P l e conoscenze scientifiche e teoriche (e filosofiche . .. sifann.o queste .cose, si inventano e sviluppano queste tecnologie

ed mgegnene? Con quali metateorie e metaconoscenze?

Quindi abbiamo un'ingegneria della conoscenza e della ricerca

(gli ingegneri di ricerca sono una professione nuova che neirecenti anni emolto presenre

gia a Torino e molto diffusa(9) tutta da utilizzare come

Mezzi di conricerca! E da Ii (dallo sviluppo di intelligenza ar

tificiale) si sono sviluppate appunto queste t e ~ n o l o g i e e queste

9 10 personaIrnente 7 od 8 anni fa ho laureato il mio primo dottore in scienze

politiche che pero fa ceva gia l'ingegnere della conoscenza nella produzione

appunto di intelligenza artificiale.

60

so no ormai codificate standardizzate, sono gia dispooibili in

pacchetti, in software (per personal computer e reti a nostraportata) che si puo comprare, che si puo quindi immettere in

tante reti : anche reti di conoscenza anche come tecnologia di

conoscenza. E quindi esiste una tecnologia gia standardizzata

che si puo comprare, avere a casa nostra, utilizzare coi

"personal", e tele-cooperando con altri . E noi possiamo svi

lupparla esperendo e sperimentando (e queste sono due cose

assai differenti fra loro) secondo curvature nostre, almeno entro certi Ijrniti di contro-usabilita. E in tutto questo rientrano

tecniche, tecnologie, conoscenze di comunicazione e teleco

municazione . .. . Che so no oggetto gia scelto della nostra con-

ricerca sui comunicanti ..... .

Orbene, io per noi non sto pensando tanto a certa metodo

logia di ricerca serializzata ed integralmente iperindustriale

come queUa di certe imprese-di-inchiesta. No. Ma ho in testa e

vi propongo piuttosto una tecnologia di ricerca molto pili ar

tigianale ed ibrida, rnista( 10); e quindi poi non standardizzata

un gran che, rna semi-standardizzata; diciamo cosi: mezza ar

tigianale, si, ancora e forse per sempre . . pero comunque pure

gia mezza iper-industriale. Aliora di un certo peculiare arti-

gianato conricercativo: pero difficile, impegnativo, coinvol

gente e richiedente una capacita che dobbiamo formarci! nquale artigianato pero utilizza dei mezzi iperindustriali (come

in fondo per certi altri aspetti sembra proporsi il Toyotismo)!

Chiaro? Si tratta di sperimentare progettando e riprogettando e

10 Devo avvisare che in una recente intervista fattami dal riff-raffmo torinese

numero 3 a pag.33 mi e sfuggito un errore di stampa, l'unico di quel testo, che

pero stravolge e rovescia il significato di un periodo dedicato proprio alia

conricerca. To ho detto "la serializzazione e il modello industriale proprio della

ricerca capitalistica, non della conricerca". Scusate.

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risperimen tando, cosa, come, perch6, con che conseguenze; a1

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solito! E collettivamente! E pure tele-collettivameme . Sia peril metoda di conricerca; sia per I'oggeno e sito privilegiato di

questo magari ve lleitario progeno di conricerca. Sito c.:he per

noi ora per partire dovrebbe essere pure la radio, e la rete di

radio. Mi imeressa 10 scambio fra Ie reti ipertestuali della co

noscenza piu 0 menD computenzzata e Ie reti ipertesruali della

comunicazione nella radio, nella rete ipertesruale in movi

memo e aperta suI fururo della conricerca costitueme.

T ul1avia l'ingegneria e la standardizzazione estata realizza··

ta Iper-industrialmente (fi n oggi) piuttosta razionalizzando

dei procedimenti artigianali. Talora non e nient'altro che la

standardizzazione di certe, piu semplici, reaIta artigianali. 10

intendo muovernu e 10 propongo a voi in una maniera ed una

dimensione senu-artigianale, ripeto, con gia dei momenti iper

industrializzati dentro, ma ancora molto artigianaIe: media

mente senustandardizzata. Dove appunto perC> aI1alogicameme

Ie fornle e Ie structure sono pili 0 menD Ie stesse. La differenza

che dobbiamo avere ben chlara in testa, e che vi ho gia anticipaw, equella tra una metodologia di organizzazione del ricer

care e metodologia della ricerca scientifica. Metodologia-or

ganizzativa (e di progettazione organizzativa), del modo in cui

organizziamo pure il collettivo che (con)ricerca, distinta in

nanzitutto concettualmente e nella nostra consapevolezza dalla

merodologia-del-ricercare-scientifico. E' ovvio che Ie due me

wdologie (e poi tecnologie, e cosi tecniche) sono nella pratica,

nel movimento della pratica "politica" del conricercare e delle

singole con-inchieste annue, intrecciate ed interconnesse

anche talora isomorfe- e con coincidenze; rna so no due cose

comunque distinte. E quindi abbiamo pure alternative di or

ganizzazione del ricercare stesso. E' Ii che si distingue l'arti

gianale daIl'industriale e dall'iperindustriale: nell'organizza

zione e metodo-organizzativo, e non tanto nel metoda dellaricerca scientifica!

62

1.8.4. METOD0 ORGANIZZATIVO DEL

CONRICERCARE E RICERCARE.

Replico ancora: bisogna distinguere il metoda della ricerca

dal me o do di organizzazione dell' attivita di ricerca. Sono due

cose diverse!

Coma molto come e orgaluzzato questo ricercare che puo",ssere singolare in certi segmenti, rna e bene sia collettivo e

quindi comenga cooperazione (e comunicaztone .. . . Organiz

zazione gerarcluca? In che senso? piramidale? con controllo

oltreche con coordinamento? E comando? In che senso? Co

munque: collettivo di neo-militanti e non organizzazione d.i

quadri!

E allora se e metoda di un agire comune, deciso insieme, e

qui in una democrazia relativamente diretta che non' solo non

delega Ie decisioni, rna neppure la responsabilita, come questa

si contempera con il fatto che la conricerca per definizione postula una differenza di competenze e soprattutto una stratifi

cazione di professionalitil? Ad esempio qui, in questa periodo

preliminare di incubazione, ho deciso (provvisorianlente ed

ipoteticamente) molto io per via di certa competenza ed espe

rienza; ma io non sono un "capo", e cosi non si puo conti

nuare. Cio ci pone l'interrelazione fra modello organizzativo

in progettazione e revisione continua della stessa progetta

zione nonche dell'organizzazione, ed invece metodo e modelIo

della nostra conricerca. Ed un metoda che general mente da artigianale tende a diventare (iper)industriale; perlappunto, en

tro certi limiti. E vedremo adesso che nell'organizzazione

conta la serialita, e per la ricerca certe questioni tipiche del

Modo-(iper)industriale, come la serial ita e ripetitivita, val

gono due volte.

La grande ricerca-scientifica, queUa che si fa di solito in zabile anche la ricerca con sub-metodiJparaeligmi-scientifici

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aziende specializzate, non solo e ndustriale; rna si ritiene chesia la cosa piu industriale che ci sia(11): che sia stata indu

strializzata per prima. Ed in particolare e oltre alIa serializza

zione, alIa serialita introdotta dall'industrialismo cIassico che epropria della grande industria delle grandi scale 1a ricerca

n ~ c a industrializzata ha una serialita che e propriaed mtrinseca e che dipende dall'applicazione della statistica

dal fa tto che il cosiddetto "metodo-statistico" richiede un a l t ~nurnero di casi; quindi ha Ia dove e sperimentale e soprattutto

s ~ d o s i sulla ricorrenza idealizzata Ia produzione di quella

che 10 chiarno "scienza-galileiana" ha un 'ulteriore serializzazione, ed ulteriore banalizzazione delle procedure. La ricerca

n ~ c a hard e quanto mai serializzabile. Forse e quella

produzlOne ovvero artefattura che piu chiararnente ha mostra

to cosa significa modo-industriale. Eppure spesso i ricercatori

che -serialmente ed assai routinariamente- la fanno non ne so

no granche consapevoli. E proprio questo consente l'introdu

zione di macchinario di ricerca. Dunque: i1 primo Modo indu

striale (che e empre scientifico ed e cosi sempre anche auto

referente, e autoscientifico) organizza scientificamente proprio

se stesso: la ricerca scientifica e ndustriale e l'industria e or

g.anizzata scientificarnente: c'e cosi circolarita. Questo e un

clfcolo molto importante; ed esso pero riguarda in qualche

modo 1a conricerca se non eproprio solo artigianato puro rna

e "semi-industriale" e se anch'essa cosi tende a industriali;zare

ed a standardizzare qualcosa, delle sue parti; corne ho dettoprima. E quindi interessa in qualche modo noi.

Orbene, rna in una certa misura condividendo 1a condizionedella ricorrenza e a suo modo serializzabi1e ed industrializ-

11 C .on sottmteso I"'iper" .

64

soft; e quindi 10 eanche la ricerca scientifica nell'ambito dellascienza-sociale e scienza-dell'uomo. Quindi anche qui ci ritroviarno con metoeli organizzativi (iper) industriali E ricordoche se e vero che la ripetitivita indotta dalla serialirn rende

l'agire-ricercativo squallido, monotono, stupido e vuoto,dall'altro cio riduce enormemente i livelli di capacirn e dicompetenze richieste rendendo possibile i l ricercare iper-in

dustrializzato anche a persone poco professionalizzate nel ri

cercare scientifico e con poca 0 nulla esperienza di cio!

Q u i n ~ l i avere, corne io propongo, un modelio semi-artigianale

e serni-industriale eli ricercare collettivo implicante compe

tenze di ricerca differenziate non solo qualitativamente, rna

anche quantitativarnente, adesso si capisce cosa vuol dire.

Soprattutto se si considera che noi dovrernrno abolire la di

stinzione sottostante e tipica del capitalismo e della sua indu

stria fra dirigenti ed esecutori, corne fra strateghi e realizzatori

quotidiani! 0 no? Quindi coi modelli bolscevichi, quelli che

imitavano Ie banche, Ie imprese bancarie .....

.. quelli dei"quadri" esecutori e trasmettitori di ordini dall'alto, come la

mettiarno? E con Ie verita-organizzative-nomadi? Bisogna al-

meno distinguere differenti livelIi-di-rea1ta . ... .

Anche il "neo-ricercatore-scalzo" ricorre in qualche modo a

delle procedure gia standardizzate 0 puo presto farlo; e se usa

il computer puo ricorrere a dei pacchetti standardizzati ; per 10

menD a un word-processing di un certo Iivello con modem che

gli consenta gia di lavorare in certe reti.

Riepilogando, aHora distinguiamo il metodo-scientifico dalmetodo-organizzativo; e quello che contenl sara appunto i lragionare sull'organizzazione della ricerca in quanto attivita

efficace ed efficiente; perche nessuno ha tempo da perdere e

perche si vogliono raggiungere degli obbiettivi . Ed assurnere

l'almeno potenziale contraddittorieta per noi fra la pOtenza di

certi modelli di organizzazione della cooperazione che e un

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co-mezzo, ambivalente e trasformabile nell 'uso alternativo, e scarterei a priori che in un a prospettiva di conrice rca anche

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1a liberazione dal capitalismo e Ia realizzazione di alterita a

comi nciare proprio dall'elaborazione collettiva della trasformazione. Questo eun nodo enorme che presto va ripreso. Al

trove. Ma anche su questa meta-problema di strategia politica

bisogna conricercare sperimemando e sporcarsi pure Ie mani!

E poi pill sotta, c'e da fare anche un'altra importante di-

stinzione: ad un Iivello eli realta sottostame, dobbiamo distin

guere il meiodo-organizzativo e l'organizzazione dalle cosiddette "tecniche" della ricerca; Ie quaIi oggi sono orn1ai spesso

tecnoIogie disponibiIi. II metodo-scientifico si puo realizzare

con una plural ta di tecniche 0 anche di tecnologie differenti ,come suo contenuto sottostante.

1.8.5. TECNICA E TECNOLOGIA.

Io ho gia parlato di osservazione, penso che la tecnicaqualitativa e la tecnologia e la tecnica diventa una tecnologia

quando e cientificamente razionalizzata, quando diventa una

"Jogia" di quel fare, di quel sapere-fare.

1.8.6. TECNICHE.

Ho detto e ripetuto che ci sono, ormai, "tecniche

tecnologiche" pill 0 meno disponibili sia per tutti i momenti

deIl'inchiesta che, di piiI, per Ie varie parti in cui questi mo

menti sono scomponibili . Bene. La prima distinzione a questo

riguardo equella che 5i puo fare e che io ho gia fatto quando

dico che a noi non interes5era tanto la ricerca quantitativa rna

piutt05to la ricerca di tipo qualitativo (anche se -ripelO- io non

66

una ricerca suII'uso della radio, proprio percM la conricerca facooperare come dire ricercatori con diversi livelli di professio

nalita nella ricerca, non si possano anche usare sia in sede

preIiminare che pill oltre tecniche quantitative, io non 10 scar

[0 a priori non ne faccio la base del lavoro di conricerca come

pill 0 menu 10 immagino, perC> non 10 escludo neanche). Met

terei l'accento suI qualitativo. Ho gia accennato pill sopra al

lora quali sono Ie tecniehe qualitative pill rieche, pill frequentie anehe pill elementari di cui si dispone nella rice rca e raccolta

dei dati, informazioni, saperi e conoscenze. Ma ci sonG tecni

ehe anehe per gli altri momenti. Qui e bene contattare specia

Iisti, pill 0 meno professionali. E ci sono prontuari, manuali.

10 ho sempre detto Ie tecniche non sono un problema, ehe

sono la cosa meno problematiea di tutte, so no Ia cosa pill SCOIl -

tata di tutte.

QueUo che eonta e appunto ehe nella conricerca ci sia una

fascia (intermedia -rna non in senso piramidale-) di specialisti

relativi in certe tecnologie iperindustriali particolari, di intel

Iigenza, di conoscenza, di ricerca, di organizzazione e di co

municazione; oItrecM di trasformazione I iberativa. Ma rico!do

che nella fase iper-industriale e neo-moderna l'iperproletariato

essendo prevalentemente inteIIettuale, e cosippure i neo-mili

ianti, queste competenze sebbene in qualita e quantiill diffe

rente si ipotizzano possedute, pill 0 me no, da tutti quanti i

comunicanti-umani, gli agenti-umani, e quindi anche i con-ri

cercanti-umani medesirni.

2. APPROFONDIMENTI.

Dopo aver abbozzato una traccia sia dell'intera conric rca

che di ogni singola ondata di con-inehiesta-annua, dobbiamo

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p p ~ o ~ o n c l i r e ~ c u n i ?ei sei momenti stabiliti, ed in particolareI p n ~ quell! da CUI dovremo iniziare; per gli altri, 10 ripeto,

volte non c'e. <La variabile e una qualunque cosa che in qual

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CI sara tempo per approfondirli in seguito.

2. 1. Approfondimenti del pnmo momento:formulazione di ipotesi.

Riprendo adesso il momento iniziale del processo di ricerca

toccando altri aspetti tutti abbastanza importanti. '2.1.1. ESTRARRE LE VARIABILI.

Pili 0 meno in contemporaneita con la formulazione delleip?tesi iniziali della ricerca, e quindi nel primo momento

pnma ancora di incorninciare a raccogliere i dati e Ie i n f o rm a z i o n i ~ e bene corninciare a costruire un primo modeIlo

sommano e provvisorio ed ipotetico del node oggetto di ri

cerea; e poi via via 10 si revisionera c o n t i n u a m e ~ t e ed anche

un poco d e ~ a l i a n d o l o approfondendolo, oltreehe aggiornan

?olo. P r ~ p n ? per sapere su cosa dobbiamo raecogliere dati,I n f O ~ a z l O I l l e conoscenze (e come e perche) enecessario que

sto pnmo modello ipotetieo provvisorio. Eppero per arrivare a

f a r ~ o bisogna prima svoIgere altre operazioni: fra I'altro, se

lezlOnare e cIassificare Ie variabili ehe, interrelazionate 10 de

vO.no costituire. E per selezionare queste variabili bisogna

pnma aneora comporne un primo eleneo provvisorio, estraen

dole da t u t t ~ serie di fonti . Una delle quali (e magari

queIla da CU11Ill.zlare) e la nostra eonoseenza attuale e quindi

Ie nostre a t t u a I ~ ~ a p p r e s e n t a z i o n i (interne e no) delI'argo

mento-oggetto-di-ncerca, appunto. Cosicche dobbiamo risalirefin qui per potere ripartire in avanti.

2.1.1.1. Cos'e una variabiIe?

Ma sappiamo cosa e una variabile? Intuitivamente forse si

rna quando provi ad esporre ti accorgi che un'idea chiara m o I t ~68

che modo sta in una processualita ed e soggetta a trasformazione, nel senso che e suscettibile di assumere pili stati>. Nel

mondo pero (quasi) tutte Ie cose sono soggette a trasformazione visibile anche neU'arco della nostra sopravvivenza; Ie case

esistono nel tempo in una realta temporale dove tutto si tra

sforma. Una variabile allora diventa un po di pili di una cosache soltanto si trasforma, perche nel suo trasformarsi appunto

esuscettibile di assumere -e spesso assume effettivamente- pili

statioMuta passando fra pili stati; in relazione a qualcos'altroche la fa mutare. L'accento e sulla parola "stato" . Ed e qui

questa una questione rutta qualitativa.

La realta e fatta di infiniti aspetti, fattori, componenti, mo

dalitcl ecc., e atta di cose e relazioni e processi suscettibili di

assumere pili statio Ed anche nel node della rice rca ne inter

vengono numerosissirni. Quindi vi abbiamo a che fare con

numerosissime variabili; fra Ie quali fisseremo solo Ie pili im-portanti. E vedremo che esse sono stratificate, sovrordinate,

gerarchizzate, secondo differenti livelli almeno di particolarita, di generalita, e di organizzazione e sisternicita. n primo

problema e ora stabilire dove dobbiamo guardare per indivi

duarle.

2.1.1.2. Estrarre Ie variabili (significative).

Dove si prendono queste variabili? Si prendono innanzitut

to, trarnite la nostra conoscenza, dalle nostre rappresentazioni

interne, mentali, nella nostra memoria. Quindi dall'espe

rienza. E poi da analisi di documenti (e quindi da fonti let

terarie, ecc.), nonche da un prima riflessione in base all'osser

vazione preliminare della stessa realta; pili 0 meno mediante

1a stessa varieta di strumenti e tecniche con cui raccogliamo i

dati, Ie informazioni ecc. Si trat ta quindi di identificare ovvero

estrarre Ie variabili del nodo-oggetto, queUe che compongono

il nodo-oggetto di ricerca, in base a certe idee che gia ne ab-

69

biamo ed approfondendo e migliorando queste idee mediante 2.1.1.4. Variabili eli livello menu astratto di queste gia

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un primo intreccio fra osservazione, rimemorazione e rifles

sione; estrarle da cene fonti .

Quindi quando ad esempio verranno qui i conferenzieri, che

sono fonti della ricerca: dal lora discorso, vedremo subito,

dovremo tutti quanti anche individuare Ie variabili. Se al con

ferenziere voi volete poi fare una domanda perche lui chiari

sca ulteriormente un problema voi comunque dovete aver gia

individuato il problema; e per individuare il problema, infonda dovete individuare la variabiIe co involta in quel pro

blema. Questa operazione di individuazione ed estrazione fatta

ad esempio in questa e in quelI'altra conferenza epoi la stessa

cosa che si fara sempre e quasi dovunque, quasi dappertutto,

ovvero in ogni possibile fonte significativa; estrarre dapper

rutto Ie variabili. .. Perche la ricerca richiede innanzitutto que

sta cosa qui, di saper Ieggere nelle fenomenologie di qual un

que natura e individuare Ii dentro Ie variabili. E 'noi avremo

appunto alcuni mesi di tempo per provare a fare singolarmente

e collettivamente questo interessante ed importante ed indispensabiIe giochino qua. E nel fhrIo capiremo varie altre co

se . .. .

2.1.1.3. Primo elenco delle variabili.

Man mana che ce ne viene in mente 0 ne individuamo

qualcuna, cominciamo a scriverla in un elenco. Estraendo Ie

variabili si arriva ad un primo e provvisorio "elenco delle va

riabili estratte"; ripe o ancora: anche da una rappresentazione

intema, mentaIe

, ecc. e poi da rappresentazioni altrui, ancheoggettivate, e da esperienze proprie ed altrui, e quindi da

un'osservazione sistematica e discretamente consapevole della

realtfl che ci interessa, della sua fom1a e della sua trasforrna

zione, in particolare. ecc.

collegate.

11 professore candidato-conrieereante Alquati ha gia fatto

lui un modeno esplorativo e sperimentale sulla eomunica

zione; cosi moite variabili lui Ie ha gia messe Ii dentro e basta

andarle a vedere. Pero: primo, voi non avete letto i l testo,

benehe vi sia statu distribuito e quasi tutti ve 10 siate po nato a

easa (per collezionare papiri? Infatti non evero ehe in esso si e

alzato troppo i1 tiro della qualita, 0 che e un testo troppo diffieUe . E poi sarebbe da studiare, da analizzare eritieamente e

non solo da leggere .. . Voi nella vostra sopravvivenza non

studiate mai? E se si, eosa studiate? 10 studio . .. ..). In secondo

luogo, quello di Alquati nel papiro "suI eomunicare" pero eun

discorso aneora troppo generale, eun modello troppo generale

e cOSt astratto; noi dovremmo scendere aneora di livello, scen

dere a fenomeni pili concreti -in senso volgare-, in una mag

giore immediatezza e in una localita pili deterrninata: su nodi

pili ristretti e meno astratti. Sta a voi!

Fra 1'altro, ripeto, dobbiamo ancora risolvere il problema

dei famosi nodi di inchiesta del primo anno, i quali ancora

non esistono. E quindi quando Ii avrete stabiliti ne faremo in-

sieme dei modellini. Uno 0 pili, a seconda di quali e quanti

nodi di questa ricerchina-annua faremo partire; credo nel

prossimo autunno. Perche bisognera aITivare a fare dei model-

1ini: ciascuno il suo (e non per microgruppini separati, inco

municanti e contrapposti in cui semmai parla solo il leader) e

subito confrontarli ed unirIi, fonderli mediante un lavoro col

lettivo: modellini di qualcosa di pili irnn1ediato e concreto.Per cui Ie variabili che dovremo tirare fuori non solo non sa

ranno quelle astrattissime del mio Modellone, ma neppur

queUe ancora cosi troppo astratte della mia lezione propedeu

tica sulla comunicazione; la quale epiuttosto esemplificati a

e stabilisce una specie di orizzonte del campo 0 dei campi di

indagine effettiva. Ma questa si vedra aHa lunga come.

2. 1.1.5. Procedura di estrazione. che su dei foglietti e me Ie porto a cas a, dove me Ie e1aboroper la mia ricerca personale, no? Infatti io qui estraggo rego

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La procedura di estrazione delle variabili e sempre la stessa:

bisogna fare 10 sforzo di andare un poco dietro la fenomeno

logia, ovvero entrare dentro e scavare un pochino a fondo,

anche con un minimo di interpretazione. Ci si riempie tanto la

bocca con l'errneneutica, col circolo errneneutico.. ... : ecco

dunque!

Cosa vuol dire fenomeno, fenomenologia? Che cos a sono i

fenomeni ? Possiarno dire che nel linguaggio della scienza sono Ie cose cosi corne ci appaiono, nella loro irnrnediatezza (rna

pure a differenti livelli di realta, e COS! almeno molarrnente).

COS! pure corne inoltre dicono alcuni filosofi, se noi ci affac

ciarno alIa finestra guardiarno ad occhio nudo i l mondo noi

vediarno cio che appare all'occhio irnrnediatarnente; sebbene

non sia mai possibile pili che poco, allora cerchiamo di met

tere tra parentesi la teoria e sforziarnoci di vedere inunediata

mente, eppero nel nodo che ci interessa (il che ci dice che sara

un'immediatezza non solo relativa, rna anche particoIare).

AUora il tirar fuori Ie variabili e il guardare dentro i feno

meni andando un pochino dietro l'apparenza e cercando di

vedere un pochino un po' pili dietro e dentro i loro aspetti si

gnificativi che mutano presentando pili statio E che stanno un

po' nascosti dietro e dentro il fluire delle fenomenologie. Non

c'e proprio bisogno di essere strutturalisti per voler far questo!

io strutturalista non sono mai stato, neanche quando 10 erano

quasi tutti! Si tratta di fare uno sforzo per non perdersi

nell'apparenza, rna per vedere se dietro i fatti, i dati, i compor

tarnenti irnrnediati c'e qualcosa di significativo che deve esserecoIto con un minimo di interpretazione.

Naturalmente per osservare dei flussi della vita, dal vivo dei

comportarnenti (come faccio ad esempio io che quando sono

qui vi guardo e vi vedo, vedo qui Ie variabili che vengono fuori

dai vostri comportamenti : Ie seleziono, Ie scelgo, Ie scrivo an-

72

larrnente Ie variabili di voi, di certi aspetti di voi, ecc. E' solo

una mania? una deforrnazione professionale? Io non credoproprio. E non sono i l solo a farlo, neppure qui; molti di voi 10

fanno gia pili 0 me no consapevoli di farlo in questa 0 comun

que in altre situazioni). Ed individuarvi Ie variabili richiede

esperienza, accumulazione di una certa capacita, ecc. . Ma

chiunque ci puo arrivare. Ripeto, voi stessi 10 fate spesso nella

vostra vita e per vari usi; anche se di soli o non ne siete consapevoli. Sara diverso farlo con consapevolezza, cercando di

migliorare questa pratica.

Estrarre Ie variabili direttarnente dal vissuto e la cosa pili

difficile. Ma, ripeto, farlo non solo dal vissuto, rna anche da

altre rappresentazioni gia fatte in precedenza, interne od

esterne, nostre od altrui; ripeto.

Per esempio leggendo dei testi si puo fare due cose: consi

derarli come dei romanzi e arrivare fino alIa fine per vedere se

si sposano 0 chi e l'assassino; oppure per che altro mai? Ma ad

esempio proprio per estrarre Ie variabili contenute in quell a

discorsivita, in quella narrazione, quindi in quel romanzo

(come d'altronde suggerimenti di ipotesi e collegarnenti fra

ipotesi; e come d'altronde ancora dati, inforrnazioni, cono

scenze; come d'altronde suggerimenti, indizi, stimoli, opinio

ni, giudizi, proposte, ecc., ed afferrnazioni, previsioni, inter

pretazioni ecc.) 0 in queUa canzone, 0 in quel film. Perch6

spesso b forse sempre dentro Ie variabili ci stanno, ci sono: 10

scrittore ce Ie ha messe! Anche se non sapeva che si trattassedi variabili. Questo vale sia per Ia letteratura scientifica, rna

sia anche per la Ietteratura-Ietteraria, in particolare per il ro

manzo. 10 se leggo -ad esempio- un romanzo di Balzac 10

leggo innanzitutto per sapere se si sposano 0 se il protagonista

ce la fa, e chi e 'assassino; questo echiaro. Pero gia facendo

questo e soprattutto se 10 leggo una seconda volta io incornin-

io a tirare fuori Ie variabili; perche Balzac e un formidabil e

quasi-scienziato-sociale. E nO,n solo lui, rnolti ~ a n d i .variabili si estraggono e diventano oggetto eli prima selezione

e riflessione.

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manzieri. Perche il rornanzo e pure la pn rna rnaccluna di no.

cerca "modema" suI sociale; rna non solo suI sociale come

"fondo, rna di piu: perche se voi guardate un po come e l romanzo trovate che sernpre nel rornanzo (non in tutta la lettera

mra, ma nel romanzo) ci so no delle singole persone che si

muo vono interagendo col comesto in una interrelazione eco

Iogica, in uno scarnbio fra la sequenzi alita della sua scrittura e

1a processuali ta piuttosto Iineare del cammino del protagonistanella spazio e nel tempo; e appunto cte spesso un protagonista

che ne incontra degli aItri come singola persona ed interagisce

con loro e sta in gruppi ed e neI suo mo vimento sia storico che

al contempo spaziaIe -fa un viaggio nella spazio e nel tempo,

come gia i cavalieri antichi . .- inserito nel muoversi del conte

sto storico in una societa e chi dispone della psicanaIisi, puo

sempre fare quassu l'orgia e quindi una fome della psicanalisi

esempre stata i l romanzo. Si rappresenta Ii soggettivita che si

muove (forrnandosi) in un contesto. Dostojevskij euna fonte

di Freud e di tutta la psicanaIisi (e infatti scriveva primadell'invenzione della psicanalisi). Pero in Dostojevskij ci sono

Ie variabili.... . da estrarre. E allora estraiamo variabili pure

dalla letteratura, dai libri, dalle letture, dalle riviste e dai gior

nali, rna soprattutto dalla letteratura sociologica. Questi scritti

sana fonti-convenzionali se sono testi sociologici ; e invece

sono fonti non convenzionali se so no romanzi 0 articoli di

giornale, 0 diari e memoriali, ecc .

Individuare ed estrarre Ie variabili da una qualsiasi situazio

ne sia reale che rappresentata in varie maniere (scritte, rna anche eventualmente filmate, sonorizzate, ecc., da varie situa

zioni reali; e poi rappresentate), e l punto di partenza. Tut

tavia questo e anche un processo che continua sempre, col

crescere e il divenire del ricercare medesimo: sempre nuove

74

2.1.1.6. Altro.

Pero la procedura eli individuazione delle variabili per 1'os

servazione dei comportamenti -ad esernpio dei Papua (pure

torinesi....), 0 l'estrazione delle variabili dai pezzi di giornali,

dai romanzi dalle fonti scritte pure registrate 0 da video-cas

sette, da queste fonti qu i, e l'estrazione delle variabili dalla

relazione ad esempio di Marco Revelli, sono esattamente 1astessa cosa: si fa con 10 stesso procedimemo; e solo la fonte

che cambia.

Preodiamo i l caso deU'antropologo che osserva il fluire del1a

vita dei Papua nella sua mitica genuinita; lui da fuori, di cosa

deve essere capace? Rispondo : innanzitutto di individuare in

quella vita ed estrarre, e scriversele su un foglio di carta, Ie

variabili che caratterizzano la situazione dei Papua. Se lui fa

questo ha fatto un bel po quello che deve fare. Se ottenessimo

. che nei cinque anni di frequentazione dell'universita questisignori che pagano Ie tasse per venire qua ad apprendere e

dottorarsi e fanno tutti questi esarni e si imbottiscono la testa

di tanta roba nozionistica che puo essere poi zavorra pura per

tutta la vita, irnparassero almena a identificare ed estrarre Ie

variabili, l'universita sarebbe gia una cosa molto utile. Qui e

implicito un giudizio molto duro. Ma 10 dico perche in quei

cinque anni nenuneno molti di quelli che studiano all'univer

sita hanno appreso questa operazione tanto elementare. Pero

questo non vuol dire che allora euna cosa dranunatica, diffi.-

cilissima, spaventosa. E' invece una cosa che si impara, chepossono imparare anche i bambini dell'asilo. E questa sara una

delle prime cose da fare, da imparare ricercando.

Se io os servo i soliti Papua dall'esterno non posso granche

interagire con loro; se io leggo un giornale per quanto 10 graf-

fi, 10 giri non riesco ad avere un ioterlocuzione interattiva con

75

esso/lui, 10 posso solo leggere rna poi non posso fargli delle

dornande, no? E probabilmente nemmeno ai testi registrati

gare in mari di informazioni non sapendo come selezionarle eche farne): Primo l'elenco delle variabili tirate fuori, la prima

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ulle videocassette; questo voi 10 sapete pill di me. Ma se Ie

metto in un computer attrezzato con certo software qualcosa a1

riguardo cornincia a cambiare. Ma a Marco Revelli presente in

persona posso fare delle domande ed eanehe possibile che lui

mi risponda, e questa e un salto di qualita nel rapporto . ... .

Questa pero non euna differenza dell'atteggiamento e del me

todo di estrazione: io voglio sempre -fra l'altro- daIl'intera

zione coni l

conferenziere, e po i col testimone, con l'esperto,con l'agente ecc. individuare e tirar fuori Ie variabili (e poi

successivamente ed in altri momenti idealmente successivi: Ie

informazioni, Ie conoscenze, e poi ipotesi, euristiche, proce

dimenti, ecc. ecc.: se registro il suo discorso perdo l'interatti

vita, rna in cambio posso usare diversamente 1a registrazione

in momenti successivi .. ... . PercM nel casu ad esempio il lMarco Reve1li non c'e i l problema di sapere chi -e l'assassino,

ossia di fmime sprecandolo solo in una spettacolarita occasio

nale, come purtroppo avviene assai spesso per quasi tutti e da

parte di quasi tutti per chi 'va in giro a fare conferenze e relazioni, come faccio anch'io.

2.1.1.7. Che fare delle variabili estratte?

Queste variabili corrispondenli aIle realta, si estraggono e si

elencano per classificaIe e collegarle fra loro in rappresenta

zioni consapevoli e riflessive, anche causalmente, e cosi co

minciare a mappare e modellizzare il no do , arrivare a formu

lare delle ipotesi ed a coUegarle fTa di loro, in un modello ipo

retico aperto del nodo-oggetto-di-ricerca.

Cosa se ne fa aIlora delle variabili man mana che si indivi

duano e 5i estraggono? Ripeto: bisogna fare tre cose (tutte e

rre incluse nel primo momento. E pill si lavora in questa molto

pill tempo e lavoro si risparmiera dopo; onde questo conviene,

e inoltre non 5i rischiera di e55ere sommersi dai dati ed anne-

76

cosa quindi e elencar1e. Secondo classificarle, facendo uno

schedario razionale. Terzo metterle in relazione tra di 10ro .....fino a costruire un primo modelio sintetico e provvisorio, di

narnico aperto ed ipotetico.

Si fanno quindi tre operazioni molto pratiche. Ed esse fral'altro richiedono molti fogli di carta rna non il quaderno : guai

a chi viene con i l quademo. Ci vogliono adesso, per adesso,

fogli di carta sciolti su cui scriveremo un blocco di testo ciascuno in relativa autonornia e -separatezza dal resto e cosi ri

collegabile a piacere in una altro ordine rimescolando i fogli

come delle carte da gioco in un mazzo; rna ogni volta un pac

chetto': cosi almeno 200 fogli, ed una biro. E cio nella scrittura

su carta. Ma sarebbe meglio poterlo fare in una scrittura elet

tronica e direttamente in vista di operazioni con computer

(tuttavia qui useremo assai la 1avagna, per visuaIizzare, spa

ziaIizzare Ie rappresentazioni, aI di 1a della sequenzialita li-

,neare, verso l'ideografia .. . rna in tanti con la lavagna si lavo

ra bene percM si cancella facilmente e si cambia rapidamente,e si vede da lontano, la vediamo tutti insieme).

Lo strumento fondamentaIe per cui poi si procedera

dall'elenco alIa classificazione, daIla c1assificazione aIle rela

zioni sara la grafica: si disegnera insieme. Ecco che anche noi

torniamo aile immagini, alIa visuaIita, ad una nostra rozza

multimediaIita ed a rappresentazioni che approssimano l'iper

testo.

Unarnico mi

hadetto che io ho fatto una cosa che secondo

lui ebuona: nel primo libro sulla formazione e forse anche in

quello del comunicare Ie variabili della ricerca e del modello

Ie ho scritte tutte con la maiu5cola per cui con il procedimento

computeristico di far cercare Ie parole con la maiuscola lui ha

fatto immediatamente l'elenco delle variabili. Evviva!

77

Cos'e l'ombelico, il centro eli qualsiasi capacita eli estrarre e

selezionare variabili? e poi eli raccogliere informazioni, eli ela

la nominazione (che riduciarno a denominazione) ossia i l darei nomi aIle cose (astratte e concrete, e neo-concrete 0 neo-ma

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borarle pure? e quineli eli osservare e se volete (perche e eli

moda l'ermeneutica) eli interpretare il mondo? Ripeto: la ca

pacita eli vedere dentro il tIuire dei processi storici, della vita

eli tutto cia che tIuisce inuneeliatarnente sebbene in una gerar

chia complessa eli flussi, e quineli la capacita di osservare. Im

parare facendo e osservando. Quineli facendo anche nella ri

cerca formazione.

Mai separare ricerca e formazione! Facendo anche nel ricer

care un'esperienza formativa; oltreche facendolo nell'espe

rienza formativa della vita estema. Cosi si imparera pure un

po' cosa sono queste variabili e soprattutto ad inelividuarle e a

tirarle fuori.

2.1.2. NOMINAZIONE E CONCETIUALIZZAZIONE.

Ma adesso per ripartire davvero in avanti torno ancora pili

inelietro. Per potere trovare qualcosa, individuare qualcosa, io

devo gia avere in testa (0 anche all'estemo rna intemalizzabilefacilmente nella mia testa) una certa idea eli rnassima di quel

che cerco. Non devo tanto sapere i nomi delle cose, 0 cornun

que dargliene uno io se non 10 so. Non solo e non tanto questo.

Ma devo avere in testa un qualche minima concetto (anche

inconsapevole, anche silente) eli cia che corrisponde a que!

nome ed a quel che sto cercando e che sto cercando, 0 di cui

sto parlando (nella comunicazione), un'idea di cia. I concetti

fanno anche 10ro parte del linguaggio, almena come partico

Iari significati. Picasso bluffava quando eliceva: "io non cerco,

io troVO!"; in realta aveva idee talora inconsapevoli, rna rnoltochiare su quello che cercava e voleva (l'eidetica ..)!

Abbiarno quindi due particolari operazioni qui, entrambe

inelispensabili, sebbene spesso date per scontate od implicite,

che nella conricerca devono diventare non solo esplicite e con

sapevoli, rna oggetto di particolare riflessione, anche comune:

78

teriali) ; rna prima ancora concettualizzare . Quineli poi cono

scere e stabilire insieme quali concetti corrispondono , 0 fare

rno corrispondere, a quei norni, il che eliventa esplicito neUe

lora definizioni. C'e poi un terzo momento che riguarda piu il

senso che non il significato-"letterale" ed e 1a significazione,

che per ora ometto (benche vari esperti rni abbiano definito un

"significatore . .", come a elire un inventore eli sen so; rna?) .

2.1.2.1. Dizionario.

I norni sono allora segni molto particolari, e rirnandano pure

a dei significati rnolto particolari che so no i 10ro concetti, i

concetti cui corrispondono, cui sono interrelati; concetti che

noi (ciascuno di noi) abbiarno pili 0 meno chiari in testa

(comuni 0 no, convenuti 0 no), rna che nel conricercare ovvero

nell'agire collettivo siamo tenuti ad esplicitare dandone Ie de

finizioni, ovvero elicendo cosa si intende, 0 cosa noi inten

diamo con quel dato nome. Cosi da un lato costruiamo un

linguaggio comune; e dall'altro 10 rea1izziamo apprestando an-che un dizionario cornune. Questo e mportante e va fatto;

perche finora 10 si e fatto poco, non 10 si e fatto coUettivamen

teo Collettivarnente non si e fatto quasi nulla!

10 do sernpre Ie definizioni dei nomi (cornposti, balordi) che

uso talvolta inventandorneli. Cosi malgrado tutto se si studia

un poco il mio linguaggio e in specie il mio elizionario (sparso

nei testi), se 10 si legge con attenzione, non solo grazie a que

ste definizioni si puo capire abbastanza, rna in fonda l'ambi

guita sernantica si riduce non poco; il che per certi aspetti (rnanon per altri) e un vantaggio. Pero in una conricerca 1a que

stione edi fare un linguaggio ed un dizionario cornune; il che

richiede non solo una certa organizzazione, rna un notevo1e

lavoro collettivo e cornune per riuscirci!

79

Coste l'ornbelico, il centro di qualsiasi capacita di estrarre e

selezionare variabili? e poi di raccogliere inforrnazioni, di ela

la nominazione (che riduciarno a denominazione) ossia il dare

i nomi aIle cose (astratte e concrete, e neo-concrete 0 neo-ma

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borarle pure? e quindi di osservare e se volete (perche e di

rnoda l'errneneutica) di interpretare il rnondo? Ripeto: la ca

pacita di vedere dentro il fluire dei processi storici, della vita

di tutto cia che fluisce immediatarnente sebbene in una gerar

chia complessa di flussi , e quindi la capacita di osservare. Im

parare facendo e osservando. Quindi facendo anche nella ri

cerca formazione.

Mai separare ricerca e forrnazione! Facendo anche nel ricer

care un'esperienza formativa; oltreche facendolo nell'espe

rienza forrnativa della vita estema. Cosi si imparera pure un

po' cosa sono queste variabili e soprattutto ad individuarle e a

tirarle fuori .

2.1.2. NOMINAZIONE E CONCETTIJALIZZAZIONE.

Ma adesso per ripartire davvero in avanti torno ancora pili

indietro. Per potere trovare qualcosa, individuare qualcosa, io

devo gia avere in testa (0 anche all'esterno ma internalizzabile

facilmente nella mia testa) una eerta idea di massima di quel

che cerco. Non devo tanto sapere i nomi delle cose, 0 comun

que dargliene uno io se non 10 so. Non solo e non tanio questo.

Ma devo avere in testa un qualche minima concetto (anche

inconsapevole, anche silente) di cia che corrisponde a que!

nome ed a quel che sto cercando e che sto cercando, 0 di cui

sto parlando (nella comunicazione), un'idea di cia. I concetti

fanno anche loro parte del linguaggio, almena come partico

Iari significati. Picasso bluffava quando diceva: "io non cerco,

io trovo!"; in realta aveva idee talora inconsapevoli, rna rnoltochiare su quello che cercava e voleva (l'eidetica . . !

Abbiarno quindi due particolari operazioni qui, entrambe

indispensabili , sebbene spesso date per scontate od implicite,

che nella conricerca devono diventare non solo esplicite e con

sapevoli, rna oggetto di particolare riflessione, anche comune:

78

teriali) ; rna prima ancora concettualizzare. Quindi poi cono

scere e stabilire insieme quali concetti corrispondono, 0 fare

mo corrispondere, a quei nomi, il che diventa esplicito nelle

lora definizioni . C'e poi un terzo momento che riguarda piu i lsenso che non i l significato-"letterale" ed e la significazione,

che per ora ometto (bencM vari esperti mi abbiano definito un

"significatore ..", come a dire un inventore di sen so; rna?) .

2.1.2.1. Dizionario.

I nomi sono allora segni molto particolari, e rimandano pure

a dei significati molto particolari che sono i loro concetti, i

concetti cui corrispondono, cui sono interrelati; concetti che

noi (ciascuno di noi) abbiarno pili 0 menD chiari in testa

(comuni 0 no, convenuti 0 no), rna che nel conricercare ovvero

nell'agire collettivo siamo tenuti ad esplicitare dandone Ie de

finizioni, ovvero dicendo cosa si intende, 0 cosa noi inten

diamo con quel dato nome. Cosi da un lato costruiamo un

linguaggio comune; e dall'altro 10 rea1izziamo apprestando an-ehe un dizionario comune. Questo e importante e va fatto;

perche finora 10 si e fatto poco, non 10 si e atto collettivamen

teoCollettivamente non si e atto quasi nulla!

10 do sempre Ie definizioni dei nomi (composti, balordi) che

uso talvolta inventandomeli. Cosi malgrado tutto se si studia

un poco il mio linguaggio e in specie il mio dizionario (sparso

nei testi), se 10 si legge con attenzione, non solo grazie a que

ste definizioni si puo capire abbastanza, rna in fondo l'ambi

guita semantica si riduce non poco; il che per certi aspetti (rnanon per altri) eun vantaggio. Pero in una conricerca la que

stione edi fare un linguaggio ed un dizionario comune; il che

richiede non solo una certa organizzazione, rna un note ole

lavoro collettivo e comune per riuscirci!

79

Adesso dieo qualeosa di un po ' pili tecnico e mi dispiaee di

essere un po' pili teenieo. Non dovete spaventarvi. Perehe su

questo ei sara abba stanza tempo.

(schede, schedine, sehedette,....), da ordinare e disporre gerarchicamente, separandole per ambiti e livelli. Ed e p o r : a n t ei l fatto che sono schede, ciaseuna relativamente compmta il l se

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2.1.3. DALL'ELENCO ALLO "SCHEDARlO".

Ripartiamo allora dall'aver fatto un eleneo di variabili per

passare dall'eleneo allo sehedario; uno schedario razionale, ho

detto. Vediamo.

Adesso io vorrei dire qualeosa di pili di quanta non dica di

soli o sullo schedario, anche perche qui non ci riferiarno solo

all' artigianato studentesco, rna pure a qualcosa d'altro, pure ad

altri soggetti di ricerca con altre risorse.

Faccio una premessa. Lo schedario "razionale" e qui per me

innanzitutto queUo che ha una struttura sistemica stratificata

e gerarchica (corrispondente nella sua forma a · quella realta

come 10 sara poi la mappa ed il modello) ed e cosi gia un

c1assificatore, e c1assifica Ie variabili nel lora ordine gerar

chico. n che significa che da un lato esso ha gia una corri

spondenza con la realta, che nella sua sistemicita per di pili, eessa stessa pure stratificata e gerarchica e per questo; rna

dall'altro lata vuol dire che essa va corrispondendo man mana

al modello che costruira, ed esso pure in una certa corrispon

denza con la realta medesima in movimento ed aperta, almeno

sul futuro. AUora mi interessa abbastanza incominciare a dire

che la struttura (razionale appunto) della schedario gia co

mincia ad essere una rappresentazione della realta, operabile :

sulla Quale si possono fare delle modifiche di struttura, dicomposizione, e delle integrazioni, elirninazioni, ecc. ecc.

E trattasi innanzitutto di uno schedario cartaceo, in cui la

gerarchicita pua essere ottenuta da una gerarchia di cartelIe,

cartellette e cartelIine, contenenti schede. La base della sche

dario sono delle schede di differente livello gerarchico

80

I.

I,

I

stessa e che non hanno una sequenzialita, rna possono essere

distribuite e ridistribuite in rnaniere via via sempre differentinel mazzo rimescolate in maniere diverse, sempre cambiandoil criterio. PereM cio gia ci aiutera ad andare oltre illibro, 01-

tre la (mera) scrittura, caratterizzata da sequenzialita lineare.

Ed infatti si tratten} di arrivare a schedari-elettronici, nel

computer, nella rete .. : verso ipertesti, fra l'altro. ~ p e t o : i

iumi che scrivo io , a parte l'enorme ridondanza e 11 linguagglO

-appunto!- e la difficolta di lettura (non sono l.ib? ~ leggererna da studiare) io dico che non sono tanto del hbn rna delle

rnacchinette gia un poco differenti percM sono espliciti mon

taggi di schede, rimontabili differenternente, secondo d i f f ~ -renti percorsi, appunto, ecc. Ed io posso gia farlo dentro i l IIUO

computer, in successive revisioni di questi testi, per defini

zione in fieri e quindi sempre provvisori, temporanei.

Si dice, giustamente, che oggi senza saper rappresentare e

senza saper leggere e capire orizzontalmente cornplessita sisterniche e soprattutto verticalmente gerarchie cornplesse per

strati e livelli, non si capisce e non si fa grancM. 10 sono da

un lato esterrefatto e dall'altro demoralizzato e male impres

sionato dal fatto che i rniei lettori di rnolto si accorgono e ma

gari perfino mi parlano, rna ignorano il fatto macroscopico e

centrale che io procedo secondo livelli gerarchici di realta, e

dico che non cte sisternaticita in senso stretto senza la conside

razione dei livelli gerarchici di reaIta e la lora distinzione: nel

sistema capitalistico rna anche nella societain

senso generico!Ma loro no. Fanno corne gli struzzi! Non Ii norninano nean

che. Sono rnasochisti . Peggio per loro!

Orbene, ci sono in giro oggi e ci vengono proposte tutta una

serie di altre rappresentazioni gerarchiche, e di tanti tipi· e an-

81

che rappresentazioni gia operative di tipo diverso. Sono fattecosi Ie reti, gli oreliti delle tessiture. Ma ecosi anche la realta.

Una prima considerazione allora eche questa rappresentazio_

Ie dell'operare scientifico: e ad esempio Foucault( 12) ci mostra

fra l'altro gli enormi problemi che la comprensione del suo si

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ne gerarchica dello schedario e -ad esempio- embrionalmente

rna fondamentaImente pill 0 meno Ia stessa della struttura ge

rarchica eli una banca dati, oppure e a stessa della struttura di

una banca (0 base) eli conoscenza; e quindi ecomunque anche

Ia struttura gerarchica di quaIche cosa che possa essere anche

(e quineli andando al di lit di un artigianato studentesco ed

entrando in un artigianato eli ricerca eli aItro tipo e di elabora

zione artigianale si rna di altro tipo) pure COS! inserito in una

rete, in una rete di reti; e quindi in una rete a sua volta tra

l'altro.con una sua relativamente anaIoga struttura gerarchica:

rete di rappresentazione, comunicazione, corrispondente alIa

forma di una real it, di un nodo della realtit effettiva.

10 adesso non mi addentro in quesro discorso e mi limite

s e m p ~ i c e m e n t e a sottolineare Ia questione della Struttura ge

rarchica, struttura gerarchica della realta. Non so se ne ho gia

p a r I a ~ o nella prima lezione metodologica. Ne ho parlato pa

recc?io cars.o. E coloro di voi che ritengono che in questosemmano 10 fl U muovo ad un livello troppo alto e difficile

dovevano venire al corso: Ii il tagIio epill basso e ci sono o l t r ~70 ore ..... Ma chi Ii ha visti?

2.1.4. CLASSIFICARE LE VARIABILI ESTRATTE.

Per c ~ s t r u i r e q u ~ s t oschedario razionale, che appunto e giit

un c1.assificatore, bIsogna allara c1assificare Ie variabili elenca

teo Ricordo che Ia c1assificazione eun'operazione fondamenta-

82

"

I

11/

gnificato e natura ha comportato, e che alcuni scienziati (ad

esempio botanici del 700, come Bouffon 0 Linneo) hanno in -

fatti "solo" c1assificato Ie piante .. , partendo da certe tassono

mie, che non funzionavano bene. .... Hanno c1assificato un

momento della realta classificandone Ie variabili, trovandosi eli

fronte all'enonne questione della migliore scelta dei criteri di

c1assificazione.

10 qui ora non staro ad approfondire cos'e logicamente un

c1asse, mi limitero ad una definizione: <la c1asse e un insieme

tale che cio che appartiene a tale insieme/classe non puo con

temporaneamente appartenere ad altri>. Chiaro? Noi classifi

chereino con molta flessibilita, sperimentalmente, esplorati

vamente. Ma adesso noi non impressioniamoci di vecchi pro

blemi gia risolti e quindi di questioni gia "banalizzate" e che

per noi allora sono gia "banali" . Dunque, viva la banalita! viva

la banalizzazione! Tanto possiamo e dobbiamo spostarci su

. tanti problemi ancora aperti! Per fortuna c'e ancora molta

oscurita! Ed essa pure si rinnova col tempo. Ma se possiamo

fare questa spostamento. Questo e il punto: possiamo farlo ad

esempio nel nostro lavorare? E agire quotidiano? Ecc. ecc.

Si tratta quindi innanzitutto di cercare, il l vedere queste va

riabili dal punto il l vista il l una loro possibile stratificazione e

gerarchia; e dunque ponendoci la duplice domanda e1emen

tare: <quali il l queste variabili ne contengono altre? quali sono

invece contenute in altre?>. Tenendo conto che la parola

"contenute" corrisponde a stare in un grado 0 livello gerar-

12 In "Le parole e Ie case", BUR, Milano 67.

83

chico inferiore; e invece "contenitrici" equivale a una colloca

zione in un livello 0 strato superiore. l\

2.1.4.1. Classificazione descrittiva e c1assificazione esplic

ativa.

Abbiamo cosi intfavisto qualcosa (che per ora puo bastare)

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Prendendo Ie variabili elencate e cercando di ragionare sui

contenitori e sui contenuti io posso ritrovare tanti livelli di

rappresentazione (e quindi di composizione verticale dello

schedario) quanti me ne risultano dalla situazione dei lora ef

fettivi rapporti verticali: dipende dalle variabili (che ho messo

nell'elenco) , e quindi dalla forma del node osservato e tuttora

in ~ s s e r v a z i o n e da come ci ho riflettuto sopra, ecc.. Sempre

raglOnando su quali contengono quali altre .. Pero ad un certopunto posso semplificare, ridurre, selezionando con sintesi

solo pochi livelli pili significativi . I livelli non sono altro che

classi-verticali, parti-verticali di un sistema; e sono al con

tempo pure sonosisterni di un sistema, e per questo sono sem

pre contenuti in qualcos'altro soprastante.

Poi pero ad esempio mentre 10 sto facenqo su queUe

dell'elenco, possono venirrni in mente tante altre variabili che

non ho ancora elencato; ed io allora osservo subito che sono

contenute 0 sono contenitrici di altre, ecc.; e aHora Ie aggiungo nella c1assificazione. E questo e un altro passo avanti.

Quindi combinando varie strade potrei fare una prima classi

ficazione, provvisoria, ipotetica gia essa stessa, delle variabili.

Una tassonornia, che puo essere rappresentata graficamente

piuttosto bene.

In questa maniera Ie variabili vengono selezionate confron

tate e poi anche scomposte e ricomposte, e cosi distribuite su

diversi livelli e strati di rappresentazione della realta. Perche

P?i i livelli sono anche livelli di scomposizione 0 di composizlOne, sono anche livelli di dettaglio, sono anche livelli di

particolare/generale: sono livelli da tanti punti di vista. Pero

comunque si arriva Ii attraverso la domanda: <contiene 0 econtenuto?>. E con questa restiamo in una dimensione de

scrittiva.

84

sulla c1assificazione delle variabili in modo descrittivo, soltan

to descrittivo: in termini di livelli gerarchici e quindi di unagerarchia in cui rni chiedo solo come e atta la realta, e identi

fico certe "relazioni" significative vertic ali "descrittive" . E sot

tolineo la parola "relazione": qui in senso logico: e un parolaimportantissima. Ed ora dico " r e l a z i o n i - d e s c r i t t i ~ e ' : ossia

nella dimensione di <come

eatto> il nodo oggetto di ncerca.

Qcindi un primo esito della ricerca descrittiva e di porre

ipotesi sulla natura delle r e l a z i o ~ ed interrel,azioni fra .le variabili, e poi di verificarle, verificando COS! momenl1 della

forma, della natura, della qualita del carnbiarnento, del muta

mento, del movimento ovvero della trasformazione del reale.

Queste c1assificazioni possono anche assumere (perche noi

gliela diarno) la modalita di c1assificazioni tipologiche, ossia

di tipologie, in cui si classificano alcuni idealtipi emblematici.

Ma poi potro chiederrni qualcosa di ulteriore ponendorni anche la domanda <perche e fatto cosi?>; ed allora passare ad

una dimensione pili "esplicativa": Ammesso che questa di

stinzione, almeno relativamente, abbia un senso, almeno prati

co' come io ritengo. Ed allora dovro riclassificare Ie variabili

criteri differenti, ossia a seconda -ad esempio- che siano

pili cause, 0 pili effetti... (rna questo che voi capite e tuttavia

un linguaggio inadeguato).

2.1.4.2. Correlazione.

Passiamo ora dalla relazione-descrittiva alia " c o r r e l a z i o n e "alIa colrelazione. Voi sapete cosa sono Ie correlazioni? Non e

facilissimo spiegarlo.

85

Se mi chiedo anche perche avviene quello che avvieneperche quella realta e atta COS!; e dunque voglio orientarmi

una ricerca sulle cosiddette "cause" (e non solo sul come sono

differeme Iivello 0 strato. Per questo mi conviene gerarchizzarle subito, per prima cosa.

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fatte Ie cose), se voglio chiedermi anche per Quale "causa" Ie

c o ~ e s o ~ o fatte cosi: perche?, devo fare du e passi in pill : uno, i1pnmo, e ancora pmttosto descrittivo, e pur essendo in se descrittivo ecomunque un passo verso Ia causalita: e l passo dicercare Ie correlazioni fra Ie variabil i.

?arola "correlazione" e una paroIa chiave della ricercasClentifica. E' una parola che suggerisce intanto l'idea che si

debba cercare una relazione tra Ie variabili. Co-relazione ossia

" r e I ~ z ~ o . n e - i n s i e m e " . Bisogna prima individuare Ie r e l ~ z i o n iP ? S S ~ b l h .fra variabili (relazioni-unidirezionali e invece reIa

zlOru-rec.lproche) e cominciare a riflettere ed interrogarsi sulla

narura di queste relazioni . Nelle quali entrando Ie variabiIi

stesse c ~ m b i ~ o gia un poco, pill 0 meno (come 1; persone che

nelle ~ n t e r r e l a z i o n i e relazioni con persone diverse.

partner d i v ~ r s I .non sono mai proprio Ie stesse). Provare a

m e t t ~ r e Ie n s p e t t i variazioni, ovvero i rispettivi variare, in

l a z l O n e (tendenzlalmente reciproca) tra 10ro. Allora comin

Clare ve?endo dallo schedario quali di esse sono strettarnente e

taIora Vlst?Sameme gia in relazione COIl altre: nel senso che

q u ~ s t e ~ a n o con una certa forza (che posso distinguere) al

vanare di quelle altre. Infatti il nome pili giusto di correlazio

ne dovrebbe e s s e ~ e " ~ o - v a r i a z i o n e " Naturalmeme bisogna

avere una certa attitudine a stabilire e distinguere Ie relazioni.E come vanno Ie cose dentro Ie relazioni.

A questo p . ~ n t o Ie. variabili so no giit gerarchizzate (perche

stanno ora gIa classificate dentro 10 schedario, no?), quindi

s t a ~ dentro una. g e : ~ r c h i a . Tuttavia adesso io prima provo a

relazlOnare Ie vanabIll quasi ignorando Ia gerarchia e daI t I 11 . , un

0 e 0 ~ e r a r c h i z z a t e , e da quest'altro lato Ie metto in rela-

ZlOne tra di .lor? ragionero subito anche suI fatto che si

hanno covanazlOru verticali, diagonali, ossia fra variabili a

86

Suggerisco di cominciare a indicare Ie relazioni con deigrafici. I grafici so no molto utili (rna i grafici non sono igrafi . .. . Possono essere alberi, grafi, diagrammi, ecc. Co

munque noi cominciamo pure con dei semplici grafici. In cui

Ie relazioni unidirezionali so no indicate da frecce: ------->. E

queUe reciproche da una doppia freccia coi versi contrari, in

versi: ------> e <----- (disegnata anche cosi: <----»Riepilogando, aHora ci sono Ie variabili, queUe cose suscet

tibili di assumere pill statioMa adesso prendo queste cose inquanta relazionate con iorza con altre nelloro movimento. Nel

senso .che mentre questa cosa assume pill stati, assume pili

stati al contempo anche un'altra cosa (materiale e no). Questa

varia al variare dell'altra . Messa in relazione una cosa che va

ria cosi, ossia una variabile, con delle altre variabili, si vede 0

si scopre con cene procedure 0 si verifica che queste cose

variabili (molte volte) hanno fra loro una correlazione di una

. cena forza; 0 magari non ce l'hanno. E se ce l'hanno, subito la

si segna nel grafico con una freccia. La freccia puo essere

unidirezionale 0 reciproca a seconda se la relazione va solo

dall'una all'altra, oppure va anche viceversa. E questo modo di

rappresentazione grafica e di una comodita e di una potenza

notevole.

II concetto di correlazione e statistico; rna a noi non

interessa la correlazione nel senso statistico rigoroso, rna ci

interessa solo nei tennini molto generici in quanto covariazio

ne. Notiamo bene il fatto che incontrare due cose che variano

magari analogamente, cioe alIa stessa maniera, e gia una cosa

di discreto interesse per chi analizza certi fenomeni. Pero e di

per se una faccenda soltanto descrittiva : ossia la correlazione

anche forte non ci dice che se una cosa varia quasi alIa stessa

maniera dell' altra io sono autorizzato a concludere che questa

87

e1a causa della variazione dell'altra ; e nemmeno i l vicevers I

Qu esto e ondamentale, e non bisogna scordarlo 0 s o t t o v a l u t a ~ ~10.

di arrivare a questo massimo c'e uno stadio intennedio di relazionalita che eproprio 1a funzione.

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2. 1.4.3. C1assificazione ed indagine esplicativa.

" P e r ~ ~ u e s t o ci. ~ e t t e molto sulla strada del trovare lacausa dl una VaI:8ZIone. Infatti molte volte la causa e ivela

ta da una GOrre1azlOne . Ossia c'e probabilita (rna ness una sicu

~ z z a , n e ~ s u n a garanzia) che se una cosa varia alla stessa ma

mera.?eII~ t r a

0 una e causa della variazione (del passaggiofra pm s.[atl.) deII'altra; 0 , cos a molto pill probabile, c'e una

vanabIle (Pill 0 meno nascosta) che e causa del variare

il l .e due queste, ed allora bisogna individuarla e scoprir1a'e il l soItto alIora non enemmeno tanto diffic 'l E '". I e. comunque~ n m a Sl p o n ~ 1a re1azlOne causale individuata 0 scoperta come

Ipotesl: e pOl si .verifica.... E questa e in SOS[anza la base

della ncerca (sclentifica) esplicativa: scoprire Ie variabili piut

t o s ~ o n a s ~ o s [ e 0 evidenziare quelle palesi che s o ~ o causa del

vanare altre che ci interessano, e cosi sono leve di movi

memo,<Ii

mutamemo,di

cambiamento: di trasformazione.2.1.4.4. Funzione.

U ~ .concetto m a t e m ~ t i c o / s t a t i s t i c o fondamemale (anche int e ~ solamente ~ ~ a h t a t i v i cioe senza misurare nulla senza

q u a n t i f i c ~ e nulla) e II concetto di funzione. Sapete voi cosa euna funzlOne? La funz ' , . . .

. . ' . . lOne e un tIpo dl relazlOne particolar-m e n ~ e Slgnificatlva. Infatti eun relazione pill forte (in un certo

relatI;.o s e ~ s ? ) della c.orre1azione, ed eprima deIl'uguaglianzae d ~ l l l d e n t I t a la relazlOne pill significativa che ci sia E 1

lazlOne che meglio esprime 1a "causalitil" (. t . . a red t ' " II I esa II I senso non.e r r r u m s t l ~ o c ~ ~ e "influenza" su un evento 0 su una va-

nazlOne). IdentIta e a sua volta un tipo di relazione ed e~ ~ s s ~ m a quando due cose sono in relazione tra <Ii lora

m terrrum di .d ti ', . 1 ta , ne1 senso che sono una identica al1'altra

questo e II maSSlmo di relazionalita che ci sia fra loro p ' '. nma

88

Secondo la teoria degli insiemi (che e una teoria matemati

ca fino ad un certo punto molto semplificatrice) <quando ad

un solo elemento di un insieme 0 di una classe, corrispondono

pili elementi, 0 stati di un altra classe, abbiamo una funzio

ne>. La funzione pone Ie due variabili in relazione in termini

di dipendenza, ossia di causalita, Ie distingue secondo la di

pendenza 0 la causalita e ci indica anche la direzione della dipendenzalcausalita . La funzione si scrive matematicamente

y=f(X). Cosi si dice che Y varia "in funzione" dei differenti

stati che puo assumere X, ossia del variare di X. Cosi Ie due

variabili non sono simmetriche: una, la Y, gia un poco la co

nosciaino attraverso la ricerca descrittiva; Ia X invece puo an

che essere un'incognita (e per questa io la chiamo X) ed e pro

prio queUa che cambiando state fa cambiare anche la X (che

senno probabilmente se ne starebbe inerte ed abulica). Ossia il

caso pili comune e queUo in cui noi non sappiamo cosa fa va

riare un'altra cosa; ovvero, diciamo, ignoriamo qual'e la causadella sua variazione. E ci domandiarno allora qual'e la causa

della stato che questa cosa qui assume 0 puo assumere? Una

quindi subisce Ia variazione dell'altra: la Y subisce la varia

zione dalla X. La Y e qui una variabile causalrnente dipen

dente; e la X e la variabile nella relazione fra Ie due causal

mente attiva ed indipendente. 10 ho in genere delle Y di cui

vogIio trovare Ie X: ovvero, ho delle variabili dipendenti (parto

da delle variabili che variando 10 faranno per una qualche ca

gione) di cui voglio trovare Ie cause del loro variare, Ie ca

gioni, ossia Ie X.

.tUlora il punto e quello di classificare queste variabili in

questi termini : "variabili dipendenti" che sono variabili che

ricevono la causalita, la subiscono; e invece "variabili indi

pendenti" 0 "cause" che "influenzano" 0 attivano la causalitil,

l'influenza... E' un passo che si fa molto meglio dopa aver

89

trovato Ie correlazioni. Dopo aver trovato Ie correIazioni ci si

chiede quali sono i rapporti causali e alIora si cerca di distin

guere Ie variabili tra dipendenti ed indipendenti. Le frecce

pure man mana che il riscontro si approfondisce ed aumenta la

sua relativa corrispondenza aI movimemo delia realm in tra

sformazione oggetto di ricerca: modeno processivo, aperto. Un

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adesso sono davvero delle freece che indicano il verso della

causalita : Ie frecce vanno dalle X aile Y. Ovviamente ci puo

essere anche causal ta reciproca. A questa pun o Ia rappresen

tazione innanzitutto ci rappresenta Ie correlazione e poi ci

rappresenta pure i rapporti funzionalifcausali e quindi i rap

porti di dipendenza. E questa rappresemazione qui euna cosa

molto importante e general mente si chiama "modello".

2.1.5. MODELLO.

Ho gia anticipato pili sopra che interconnettendo Ie variabili

secondo Ie loro relazioni ipotetiche pili probabili GOstrWsco un

Modello ipotetico. Ordunque, COS'e un Modello? <II Modello e

una rappresentazione semplificata e sintetica (Pili 0 meno)

della realta che ne mette in evidenza Ie relazioni Iogiche fondamentali> (fra Ie variabiIi, ovviamente). E queste sono ap

punto Ie relazioni-descrittive, Ie correlazioni, Ie funzioni, Ie

uguaglianze, ecc. E fin che mi limite aile prime due avro un

modello descrittivo; se invece vi inscrivo anche Ie funzioni

avro un modello esplicativo/causale. II nostro, come ho gia

detto e ripetuto, vuole andare anche un pochino oltre e fun-

zionare un poco come "modello simulativo", e consentire un

minimo di simulazione dei possibili e prevedibili movimenti

del reale e sue trasformazioni .

Ho detto pili sopra che il nostro modello (0 piuttosto i due

modellini da cui partiremo con il paio di casi della prima con

inchiesta) sara processivo, cosi sara non solo Ia rappresenta

zione dinamica di un processo che si sviluppa nel tempo, rna

esso stesso sara flessibile ed aperto a continue modifiche e

90

modello in fieri . Un modelIo ovviamente selettivo che sele

ziona cio che a priori ed ipoteticamente si ritiene essenziale;

rna anche questo andra poi verificato e corretto. Un modello

per quanto dettagliato non corrispondera mai interamente al

reale: il nostro sara abbastanza astratto e sintetico.

Inoltre sara un modelio di un sistema e quindi strutturato

verticalmente per livelli di rappresentazione ed orizzontaImen

te per ambiti, come ho gia sottolineato.

Ho gia anticipato che non dobbiamo confondere neppure il

modello (piuttosto metodologico) del conricereare e delle sin

gole inchieste-annue in quanta "disegno" della conricerca e

"disegno" delle singole con-inchieste, con la rappresemazione

sostantiva, contenutista, del campo, ossia col modello del

nodone di ricerca.

Secondo me per potere in qualche modo ope rare, rendereoperativo uno schedario e quindi una banca dati una rete, tutte

queste cose eomplesse e gerarchiche bisogna appunto riuscire

a fare un modello corrispondente 0 realistico, e quindi a tro

yare una corrispondenza reciproca tra Ia rispettiva forma ge

rarchica che e di tutte queste cose appunto "isomorfe" ed epure quella di un modello corrispondente alIa realta che rap

presenta (ed alIa quale diventa molto pili dettagliatamente

isomorfo) .

91

2.2. Approfondimento del secondo momento: la

"raccolta" .. ...

conricerca sara utile, rna ovvio, indispensabile ed opportuno,ricorrere assai a fonti non convenzionali. Per quanto questadistinzione valga davvero . ... .

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Vediamo adesso di approfondire qualcosa del secondo

momento, ossia della raccolta (delle informazioni, ecc.).

2.2.1. LE FONT!.

In relazione stretta con la raccolta di datilinformazioni e di

altri saperi/conoscenze stanno Ie "fonti" della ricerca. Cosa

sono Ie fonti della ricerca? Sono appunto quei differenti e

svariati tipi di luogbi dove noi possiamo andare a raccogliere

questi dati e queste .altre informazioni e altre conoscenze. 0 i

tipi di persone che possono fornircele. Ma sapptamo gia che

informazioni e conoscenze pero nelle loro fonti 0 Ii intomo

non sono tutte esplicite e tantomeno tutte pronte per la nostra

elaborazione (singolare e coUettiva) a tavolino. Di maniera che

da queUe fonti Ie dovremo estrarre con un primo Iavoro, con

un trattamento perlopiu; e trasformazione. Ma non avremo

solo fonti di informazionilconoscenze scritte, ma anche di al

tro tipo, e multimediali. Anche realta effettive pecuIiari in

movimento: come fonti. E pure di idee, di stimoli e di spunti,ecc .

Noi dobbiamo iniziare a raccogliere informazione ponendoci

aUora innanzitut to il problema delle fonti. Dove Ie troviamo?

E' difficile dirlo prima, ci vuole anche una certa esperienza ...

Bisogna cercare subito anche Ie fonti .

Si suole fare questa distinzione: fonti convenzionali, fonti

non convenzionali. 10 ho r impressione che per Ia composizio

ne qualitativa di coloro che partecipano a questo s ~ r n i n a r i o di

92

Una fonte privilegiata di conricerca (come pure di con-in

dagini particolari) ritengo sia comunque l'esperienza nostra ed

altrui : noi siamo tutti "comunicanti-diffusi" e cosi abbiamo,

piu 0 meno, esperienze complesse, stratificate e gerarchizzate

di comunicazione. Ma ancora piu di noi probabilmente ne

hanno sia dei comunicatori- f1 separati" di professione magari in

grandi collettivi di comunicazione, come d'altronde per certiaspetti, certi particolari comunicatori trasgressivi 0 antagonisti

in specie in certi collettivi cooperanti ...... Ecco tre fonti sui

comunicanti, gia Ii per noi.. ....

2.2.1.1. Esperienza.

Quindi eanche per questa necessario fare ricorso a queUa

cosa specialissima e centrale (che e anto problematica per voi)

che e resperienza. Non solo didascalicamente e nemmeno solo

di panenza, di emergenza . .... Ma come "fante in sviluppo, che

si sviluppa con la ricerca stessa.

Adesso non e tanto i1 caso di approfondire i l discorso

sull'esperienza. Come fonte di dati, informazioni e conoscenze

pero il discorso su essa puo esser breve.

Una considerazione al margine: anche se alcuni di voi sba

gliandosi di grosso hanno avuto r impressione che i primi in-contri nella prospettiva di questa ricerca e richiami a momenti

di vostra esperienza 0 di esperienza dei ricercatori siano stat

disastrosi, ma soprattutto disonorevoli quasi, per l'immaginedel gruppo che forse vorrebbe fare la conricerca . .. .. ... io resto

convinto che invece la vostra esperienza -di comunicanti in

specie- (in ragione del suo darsi. .. ci sara utile e sara un'altra

fonte importante.

93

2.2.1.2 . I siti di con-inchiesta in senso lato come fonti .

Un'ul teriore fonte puo essere individuata nei siti di inchie

sta: magari come fonti di fonti ... Soprattutto pei conricercatori

2.2.2. TECNICHE DELLA RACCOLTA DIINFORMAZIONl.

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h ~ o a f a r ~ con.la radio, che so no demro questa radio. E di fontI Vlcenda della radio stessa. In qualchemodo In questa conncerca sui comunicanti la vostra "radio

black-out" dovni entrare. Anche percM nella ricerca della

radio in qualche modo si deve parlare. Ed in moHe maniere

p r o ~ a b i l m e m e . E questo non solo per l'inchiesta e s p l a t i v ~p r e l l I r u ~ a r e s u I ~ a radio. Altrettanto eventualmente per il nuovocorso di Iaurea In comunicazione.

2.2.1.3. Lezioni e conferenze.

. Un'altra fonte ancora sono Ie conferenzedi quei signori che

Cl v ~ n g parI are anche (io spero) della comunicazione in

cern contestI. L'ho appena detto. Non deve trattarsi solo di

o ~ s ~ o 0 meno collettivo (voi siete ben poco collettiviz

zan, ~ ve?ta, e poco propensi a socializzare, poco disponibili

?d a ~ l t u a t i a comunicare orizzontalmente fra voi, frantumati

In r r u c o g r u p ~ i n i abbastanza chiusi, a confromarvi produtti

vamente ..) di spettacoIi. Bisogneni subito estrame anche in

forrnazioni ~ o n o s c e n z e (oltre alle variabiIi, e certe ipotesi,

ecc.) . E S O C l a l l ~ z a r l e cumularle in un confronto coUettivo di

s e ~ e z l O n e .un p.o organizzato. Che finora spontaneamente propno non SI aVVla .... .

Ma useremo anche altre fonti , di aItra natura. Vedremo.

Questi sono gia tre punti disponibili e ormai a tiro concreti

~ o v e raccogliere Ie informazioni. E poi ce ne v o r r ~ o altri11 troveremo, se ci sara davvero disponibilita a conricercare.

94

,-, '

Ci sono ovviamente delle tecniche particolari per ciascun

momento e sub-momento della ricerca. Nel secondo momentoabbiamo a che fare con la raccolta dei dati, informazioni, sa

peri e conoscenze, in questa particolare modal ita (soprattutto)

qualitativa. Adesso dunque diciamo qualcosa su alcune tecni

che di raccolta proprie dell'indagine qualitativa e pili esattamente: osservazione partecipante, diario e memoriale, intervi

sta in profondita e colloquio guidato e focalizzato, autobio

grafie 0 storie di vita

Si trat ta perfino in questi casi, or pili or meno, di tee niche

tecnoIogiche, ossia sviluppate in base a scienza applicata e

razionalita scientifica. Ed allora gia abba stanza, e tantopili in

tendenza, di tecniche iperindustriali di raccolta di informa

zioni; or pili or meno, ripeto: magari talora artigianalita sup

portata da mezzi tecnici potenti, proprio come dicevo prima.2.2.2.1. Osservazione partecipante.

Vediamo per prima l'osservazione-partecipante. Come 10 di

ce gia la parola l'osservazione-partecipante pone due que

stioni: che sia un'osservazione, e poi che sia partecipante. nche richiede che si sappia osservare e poi che si sappia parte

cipare. Oggi queste non sono certo due cose facili.

2.2. 1.La . Osservazione.

Ho gia parlato molto anche prima dell"'osservazione",dell'importanza di sapere osservare per potere estrarre Ie va

riabili. Che si osservi, che si sappia osservare: questo (che e

anche una delle due vie dell'apprendimento) non e poi cosi

facile. Ma noi siamo qui anche per formarci, quindi impare

remo un poco anche ad osservare. L'osservazione partecipante

secondo me euna fonte gia al confine perche estata elaborata

95

da dotti e notevoli scienziati sociali; soprattutto dagli antropologi piu che dai sociologi: malgrado sia in apparenza moltos mpIice: c'e tutta una letteratura su di essa che a1cuni di voiconoscono (perlino) meglio di me .

terrelazione con Ie mie ipotesi di declino d e l l e s p e r i e n z a Q

almeno della poca consapevolezza di fame, di s ~ e r i r e c'ein giro. E 5i vede gia che in fonda 1'0sservazlOne n ~ h i e d

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1 on stara qui ad approfondire i l discorso su cos'el'osservare in genere. Mi bastera dire per ora che significa

gu ardare con molta attenzione, con cura, con una certa sistematicita anche (qui soprattuno questo). 10 penso che l'attuale

precarieta deU'osservare dal vivo dipenda da un'erosione del

guardare nel vivo, il viveme . .. .... . e di discemere qui dentro.Sulle irnrnagini ed in specie su queUe in movimemo "fisico"

invece 1a capacita di guardare e decodificare e cresciuta. Ma

1a realta non si esaurisce nelle sue irnrnagini; tutt'altro. E' eli

moda un superficismo impoverente! Una cos;a e valorizzare

anche la superficie, un'altra e sostiturla al resto appiattendovi

tutto sopra, buttando via il resto: tenere la buccia e buttare via1a mela.

E allora si richiede 1a disponibilita, una certa apertura aglialtri: l'interesse, almeno la curiosita verso gli altri ed anche

l'aItro, euna importante condizione per poter osservare; per

che se non si edisponibili a vedere non si osserva, giacche,

ripeto, osservare il fIuire del viveme edivemato difficile. Inparticolare edifficile per i giovani .

I giovani (forse) non so no pill formati a guardare, soprattuno

a guardare cia che e mmediatamente vivo. I giovani guardano

molto attraverso l'immagine e guardano molto l'immagine,

nell'immagine e su questo hanno una cultura dell'immagine

enorme. Pera la gente viva non e olo la sua irnrnagine, rna eanche quella persona e quel dato insieme di persone, che vive

secondo sue modalita, comportamenti, significati, valori,

scopi, senso, ecc.; probabilmente differenti dai nostri. Se tuno

questo non ci interessa e non ci coinvolge non facciamo la

fa tica di osservare. Specie se ci manca ii tempo. E cia e in in-

96

l7

" ,

I

sempre di essere un pochino partecipante. P e r t a n ~ o , se pensate bene, questo e essere gia dentro il tema dl una n c e r ~sulla comunicazione, perche se c'e questa problema la dif-

ficolta di guardare le cose questo problema ci porta gta dentro

i temi del comunicare.

2.2.1.1.b. Partecipante. .. .

Se in generale l'osservazione richiede sempre un ~ r u m o ~partecipazione quella "partecipante" per antono.masla n chiede parecchia, e sistematica. Non basta stare In una s l ~ azione sito fome e oggeno di i n c h i e s t a ci vuole a n c ~ e i l l-serimemo: pure soggettivo; un minimo di i r n r n e d e ~ l m a z l O ~neUe maniere di vita degli agenti-umani, ora quall comuru

canti che stamlO e sopravvivono Ii imerrelati fra lora e col

lora ~ o m e 5 t o , e dotati e combinati coi mezzi; e ci interessano.

E cia va fano in comemporaneita e compatibilita con un certo

mai estinto distacco: in un dentro e fuori. In cui pera g i o ~ a la

sua parte centrale ruso della memoria, a caIdo. E' un sltuazione un poco schizofrenica, che solo accresce q u e l ~ a , ch :

dovrebbe (rna non e) una normale situazione ~ a p a c ~ t ? ) dlvita. Si richiede capacita, esperienza e pure professlOnalita pa

rticolare, non facilis5ima e rapidissima da apprendere, e sen

sibilita, ecc.

Ci vuole anche disponibilita a partecipare: la mancanza di

questa disponibilita e gia un ostacolo soggettivo, anche se eparadossale, in chi vuoie fare conricerca. Talora la testa vqole

cose che il resto del corpo non \tllole aItrenanto 0 non sa fare.Poi c'e la poca disponibilita degli altri a farsi o s s e r v ~ e ) spesso.

Ad accettare addirittura un rapporto a q u e ~ t o f i ~ e . uncointeressamemo, un coinvolgimemo che msensca m un mter

re1azione pure i lora tini. E questo nella conricerca eperlap

punto basilare.

97

Ostacolo ulteriore alIa partecipazione. 2.2.1.1.c .Tecnica usata dagli antropologi.

L'osservazione-partecipante anche propria pure queUe

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particolare o ~ t a c o ~ o partecipazione sono oggi Iechiusure, Ie b ~ e n z z ~ nei microgruppi (tutti uguali in

f ? ~ d O tutti c o n V I n ~ di .avere una propria enorme diver

~ l t a ) .. E s ~ d d ~ ~ a ldentificazione oppositiva. Differenze~ ~ n ~ c a t J . v e di stIll di vita, del modo di essere di questi aItri,gIa se , ? v e ~ t J . come molto altri perche hanno un anno pili 0 di

~ e ~ o di nOI, o n ~ e Ievano alte barriere, steccati: mancanzadi Interesse a pnon 0 per chi e fuori Q t ' 1

. '. " . . ues 0 e 1 punto: ap:zon. non c e Interesse alI'interesse. Come non di rado _Vlene nel mo d ' '1 ave . n 0 gIovarn e (dove pera ci sono pure interessantin c c ~ e : rotture di questa norma. Preziosa e a vispaCUflOSIta degII anziani) Se ' . d .. . . parazlOlll e opposizioni genera-

zlOnall. Uno ha un anno di ., di r ' .arlan . , " " pm quel I II e questJ. qua non gli

p I 0 gIa I n S l e m ~ perche dicono questo qua e gia tutta

Ull.alt:a

cosa. Sl ~ e m e dire <10 ho diciassette anni lui ne ha 19,

qumdi non abblamo granche da scambiarci> 0 '1mondo gio '1 . vvero, 1

d . . .varn e, soprattutto, e un mondo spavemosamentea z : m ~ l O s a m e n t e , attraverso l'imitazione nell'identifica

ZlOne l i ~ t a t ~ ad a:cune .caratteristiche che agli esterni sem

b r a n ~ a r . ~ l t r a n e ed InCOnslstenti; rna chi vive cia 10 trova natu

rale, ClO che e naturale) frantumato e rinchiuso in comparti

~ e n t I stagni. Ma questo non avviene per caso' c'e una politica

~ e t r o che. e ~ a r ~ che chiude, che bunkerizza 'nelle subculturedi professlOill, di gruppi e microgruppi di eta di .e . . . . ,. ' ,  generazlOne

.VIa, oppure temtonalI (Ildentificaz ione territoriaIe 1 aI'-stica se ., al ' OC 1

. . ' mpre pm . , P?sto di quella di classe) . QueUe territo-nall sono a n ~ o r a pm vIstose oggi (Ia Bosnia vi da un esempio

abbastanza mteressante di chiusure territon'alI' . h'bT . reclproc e

POSSI 1 s s l m ~ a n c ~ e ed embrionaImeme gia presenti n e l l ~n ~ s t r e recent! neo-ldentificazioni territoriali, oppositive) Cia egIa nel node del comunicare..... .. .

e di

persone e attori (spesso malgrado Ie buone intenzioni) piuttosto distruttivi di culture e di capacita umane che sana appunto

gli amropologi. Come si vede in tanti documentari, anche in

moltissimi film, un bel giorno (soprattutto a partire dalla se

conda meta dell'ottocento) essi partivano di casa in viaggi an

che molto ardui e andavano presso una tribli magari di Papua

della Nuova Guinea, stavano la magari 25 anni, imparavano la

lingua, imparavano tutto e partecipavano alia vita di quei vil

laggi; e stando la osservavano sistematicamente, partecipando.

Quindi euna tecnica pili propriamente antropologica.

Ed 'inoltre un risultato, per quanto strurnentale all'indagine,

non era solo che gli antropologi imparavano a vivere, a essere

a sentirsi come dei Papua; rna che a 10ro volta i Papua finivano

con l'essere meno Papua di prima perche diventavano sempre

di pili sirnili all'antropologo. E questa (Pili 0 meno volontario)

e il lato distruttivo: perche l'acquisizione del nuovo (ossia dielementi della nostra cultura borghese) e avvenuta ed avviene

sostituendola a quella aborigena. Per esempio si vede in molti

documentari che quegli indigeni (che ovviamente io chiamo

Papua, rna tanto per dire un nome) quando so no arrivati gli

antropologi erano tutti nudi, dopo quattro anni di presenza

degli antropologi avevano tutti su Ie braghette, e via e via.

Cioe una distruzione come dire della genuinita di questo og

getto di consumo, molto spettacolare, che e la vita dei prirni

tivi; per cui adesso fra l'altro anche chi Ii vuol guardare non se

Ii trova pili belli e genuini come se Ii trovava una volta perche

se Ii trova con Ie braghette, che hanno il tegame fatto indu

strialmente, i piattini di plastica, ecc. ecc.; anche nei punti pill

remoti della Nuova Guinea (che pare siano proprio ai confini

del mondo) .

99

P ro questo schema e poi stato esteso in altre direzioni, non010 e non necessariamente di popoli primitivi. E quindi non

implica l'idea di diverso, di un alterita: vado la dove sono

prirnitivi, dove sono diversi e devo diventare come loro per

prototipo della raccolta dell' informazione che si p o t r ~ b , : > e fareprivilegiato (almeno in partenza) rispetto a qualSIaSl altra

tecnica. In fondo si basa suI tenere un diario, e gia i l tenere un

diario scrivere rnernoriali rientra fra Ie tecniche qualitative

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potere comunicare con loro, carpire Ie informazioni e cono

scenze, ecc., Ie immagini, anche solo verbali.. . Si fa osserva

zione panecipante anche dove la presunzione del primitivo,

del diverso, non c'e tanto; come a Torino, da noi. Per uno che

va a fare l'osservazione partecipante tra noi, non c'e neanche il

bisogno di partire.

Siamo gia qui; per cos a dobbiamo alIora imparare a fare al

tro? Eppure anche qui ci sono i Papua, e gli alieni: una molti

tudine. Magari sono alieni tutti gli altri. E ta10ra noi a noi

stessi. E al10ra bisogna andare Ii dagii altri. E dunque bisogna

imparare i linguaggi, ecc . I Iinguaggi, appunto, per comuni

care e capire la loro comunicazione .. Pero assai come aper

tura, come disponibilita nei confronti dei linguaggi altrui,

degli stili, ecc. . Infatti si pone il problema arduo e complesso

di come nella conricerca conoscere queUo che c'e negli altri,

ed assai di conoscere e comprendere la soggettivita dei comunicanti; rna al contempo anche trasformando e formando, ed

innanzitutto proprio Ia soggettivita, ed in particolare attraverso

la trasformazione del contesto!

2.2.1.1.d . Di nuovo esperienza.

Tuttavia io ho detto e ripeto che l'osservazione partecipante

cosi intesa, incominciando a sgrossarla cosi, puo essere inter

relata assai con l'esperienza. E ripe o che a mio parere ed e

nella mia ipotesi, di conricerca, oggi l'esperire e la capacita di

esperire sono entrarnbi in crisi, in riduzione, ind e c l i n ~ .

Ecco,la conricerca non solo usa, rna prornuove esperienza; e dell'al

tro.

2.2.1 .1.e. Annotare sisternaticamente.

Pill avanti, mana mana che si va avanti, si sara in grado di

capire qualcosa di pill tutti insierne. Ma questa egia per me il

100

che ci possono interessare, in specie se 10 si fa con unasistematicita. Questa diventa il punto pili scabroso : la slste

maticita. Come? Ma, ad esempio col riferimento ad un model-

10, appropriato un poco criticamente.

Se si emilitanti e comunicatori-militanti si e gia l i, antago

nisticamente, e magari in luoghi particolarmente significatividella comunicazione, come appunto spesso gia avviene pei

neo-militanti: aHora si tratta solo di osservare sistematicamen

te annotando I i e discutendo e confrontando con gli altri, si

s t ~ m a t i c a m e n t e ; e da soli e con lora svolgere (tutte) Ie opera

zioni (ed i compiti e Ie funzioni) di cui qui da tempo sto par

lando. Non e nient'altro che uno sviluppo sistematico di queUo

che e l diario, eun diario fatto con una particolare sistemicita,

pero intanto vediamo un a l ~ r a t e c n i ~ a e t e c ~ o l o g i a ~ s ~ o ~ b i l e.di tipo qualitativo equell a mtanto di stare 11 e fare 11 diano. ndiario e uno strurnento importantissimo di conricerca; cosil'osservazione-partecipante diventa una via molto importante.

Come insegna la M.T. Torti, l'osservazione partecipante

(come altre tecniche di raccolta) richiedono di disporre suI po

sto, nel sito, di "mediatori" fra noi e quegli altri. Nel nostro

caso pero mediatori sono di solito dei militanti di quel sito. Ma

in maniera relativa e particolare in quanto essi devono essere

parte costitutiva del "gruppo" articolato che fa c o ~ c e r ~ a e

rientrano nel novero e nella qualita di quelli che 10 chiamo

"ricercatori scalzi" . La conricerca in fondo riguarda precipuarnente i militanti. I quali non sono solo t e s t i ~ o n i p ~ v i ~legiati che inoltre si danno da fare a costrllire a nm canali dl

comunicazione!

101

L'osservazione-partecipante e un osservare; pero osservare

vuol dire saper tirar fuori Ie variabili, saperle classificare, sa

per metterie in relazione correlativa e in relazione causale, 0

Ie ipotesi, 0 Ie informazioni e conoscenze; pero a partire da un

aver gia fatto un certo lavoro singolare e collettivo prima diandare Ii. E se si erano gia fatte in passato esperienze sponta-nee di situazioni di quel genere ecc. tanto meglio: pure adesso

esse arricchiscono questa osservazione partecipante e poi 1a

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osservazione sistematica, di un qualche movimento reale, della

rea1 ta nella Quale realta si e collocati e si sta dentro e si sta Iicollocati sforzandoci magari per un po di starci (0 di mostrare

di starci) aHa stessa stregua fra l'altro -pill 0 meno- di tutti

quegli altri agenti che in quella reaHa stanno agendo. Questo e

il me odo primario, la via regia delliantropologia. Ma tutto

questa con ed in un diario .. ..

2.2.1.1.f Esempio.

Mi viene chiesto di fare un esempio. Questa tensione ad

esempi astratti prima di corninciare praticamente rni sembra

sintomo di una strana ansieta. Quando corninceremo 10 ve

dremo. A me sembra la cosa pill facile e normale del mondo.

Sarebbe stato pill facile esemplificare avendo gia parlato

dell'intervista; quindi leggete il prossimo punto, che eproprio

l'intervista, poi tomate qui. E' agevole intendere che

l'intervista segue uno schema anche se l'ordine non deve essere necessariamente queUo prestabilito e che l'ordine spontaneo

degli argomenti nel parlato, nel colloquio, la successione, che

Ii capita e gia interessante. Che l'intervista deve essere

completa il pill possibile percM c'e una certa quanti til di ar

gomenti, e che semmai ne possiamo aggiungere altri non pre

visti se ci sembrano pertinenti con quell'argomento (quel par

ticolare tipo od aspetto della comunicazione). Ecc. Dunque, c'e

un certo schema, che noi emeglio che non teniamo in mana

su un foglio, rna imparianlo a memoria. Bene. Anche l'osser

vazione partecipante non euna qualsiasi esperienza vissuta: la

si fa per raccogliere informazioni e conoscenze. Quindi si va Iicon una cena mappa iniziale provvisoria e prestabilita in testa,

e con uno schema in testa, 0 perfino scritto sulla carta ed in

tasca 0 in mano. Non si va Ii a mani nude e soprattutto a testa

vuota! E ci si attiene alIo schema. II che vuol dire che si deve

1O?

sua registrazione. Lo schema e tratto da una mappa e suggeri-

sce un ordine: non tanto di osservazione di argomenti, rna al

meno 0 piuttosto di registrazione delle nostre osservazioni, e

considerazioni sull'osservato e sull'osservazione. La Quale osservazionelregistrazione deve essere anche completa. Ed inol-

[Ie estesa con l'inserimento nostro di aspetti e terni ed argo

menti che non avevamo previsto, rna che invece stando Ii"nella situazione" concreta e partecipando dal vivo ci sembra-

no imponanti. E cosi sia l'osservazione che poi la .registra

zione nel diario delle memorie e considerazioni non SI fa a ca

saccio secondo Ie variabili; giacche gli argomenti presta

biliti ~ o n t e n g o n o e si srrutturano su1le maggiori e principali

variabili della mappaimodello e quindi di quel

campo/sito/situazione; e secondo l'ordine, la successione pre

stabilite. E quindi se "nella situazione" abbiamo i n ~ I : r . e "tirat?

fuori" noi di nostra iniziativa delle "nuove" variablli lffipreVlste (che proporremo a1 collettivo di conricerca alIa p r o s s i m ~riunione comune), dovremo anche e studiarci al momenta ~registrarie nel diario, come inserirle n e ~ a ~ e l a ~ v a m e n t ~ rru-

gliore successione (e annotare con quall cnten 10 facclamo,

ecc.). Quando si e nella situazione si possono. prendere anche

appunti, ecc. rna la registrazione vera e p r o ~ n a , 1a.quale deve

essere riportata al collettivo conricercante, e m e g ~ l O farla ( ~poco) successivamente. Si fara qualche prova pnma,

tuazioni fasu1le .. . E questa registrazione e sempre una sIlltesl,

in cui noi interpretiamo e ci assumiamo la responsabilita el'iniziativa di saper cogliere gli aspetti pill significativi .e im

portanti, su queUe variabili e secondo esse, per la conncerca

collettiva e da questo punto di vista; e non da q u e ~ l o delle

manie e dei capricci personali del singolo c o n n c e r c a t ore/osservatore partecipante. Ed e ovvio che non tutto sara

103

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[Otale abbandono: tanto megIio . . Pero sarebbe anche bene chequalcosa di questa esperienza dopo fosse comunque in qualche

acconcia maniera riponata alIa elaborazione del collettivo; e

passasse pure attraverso qualche forma di registrazione. Chia

un bacino-segno e luogo e mezzo di segni, e , u ~ bacino-simulacro? un bacino-simbolo? .. Come e perche e mosso q u e s t ~bacino, per comunicare cosa? e come ?e ?erche e q u a n ~ oecc. E come questo movimento del bacmo mteressa la r a d i ~

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ro? E cosi l'osservatore festaiolo tira fuori Ie variabili

"comunicative" ed in specie sui comunicanti in quella festa

della radio, in cui enua in varie maniere la radio, ecc. Secondo

10 schema e Ia mappa che gia Ie contiene ed in ordine. Arric

chisce quel che sa e si sa nel collettivo. Aggiunge informa

zioni e conoscenze suIle variabili gia mappate e magari ne

uova di nuove. Ecc. Ad un ceno momento gli viene in mente 0

sbircia i1 foglietto che ha in Tasca e mette a fuoco -ad esem

pio- "linguaggio": una grande variabile di questa conricerca

che e problematico osservare direttameme, e di cui si stava

dimenticando. Allora per un poco si concentra nell'osserva

zione di quel che e visibile 0 percepibile del linguaggio. Gia,

nella comunicazione c'e i1 linguaggio, il linguaggio e incluso

nella comunicazione (0 viceversa?). Ma ci sono inolte comuni

cazioni l i in circolazione, in atto: quindi molti linguaggi.

Troppi linguaggi? n punto e che c'e nella schema, nellamappa, sempre troppa roba, e bisogna selezionare nel vivo

della situazione. Allora sono in atto, in movimento Ii intorno,

molti sistemi di segni interconnessi, ed anche qualche sim

bolo .... c'e del senso .. ecc. I segni sono inclusi nellinguaggio

(0 viceversa?). Ad esempio: Marley fa ancora ballare, muove

ancora i corpi. Induce ancora la gente (anche pili 0 meno

inibita) a vivere ed a mostrare il proprio corpo in movimento,

e il movimento del proprio corpo. Perfino, come dice Mas

simo, ad abbandonarsi al proprio narcisismo .. Ed i corpi sono

mossi (Piu 0 meno consapevolmente) in un movimento anchecomunicativo, che ha moHe dimensioni al contempo. Molte.

Ballano muovendo il corpo, in particolare il bacino. II corpo e

una variabile. II corpo-dei-segni ed il corpo-segno una partico

lare modalita di questa variabile, che ha a che fare con la co

municazione.... II bacino euna parte del corpo ed a sua volta

106

Ha a che fare con una radio? Ecc. Si s c a r t ~ r a n n o l ~ , c o s e pm

scontate e risapute e si concenuera l'attenzlOne suo nelmovimento comunicativo del bacino gli appare ~ m s l g ~ c a -tivo ed interessante dal punto di vista della c o ~ c e r c a co-municanti, in un sitolradio...... E quindi ~ a g a n c e r c h e ~ a di ,la-

sciar perdere cene particolarita di un smgolo e commce.ra a

. " . ." corfare attenzione con cio che gli pare magan t l P I C ~ . ' 0 n -rente. Ecco un problema ed una grande c o n t r a d ~ z l O n e d ~ l l ascienza sociale galileiana che si presenta nel movlmento di un

bacino, ossia di un cuIo. Bene. Non basta questo come.

pio? Questo vale piu 0 meno COS1 per mtte Ie altre tecmche di

raccolta.

2.2.2.2. Altre due tecniche qualitative: intervista in pro

fondita e colloquio.

Altre due tecniche qualitative molto ~ i ~ c a t i ; . e son? l ' ~ -tervista soprattutto quell'intervista che SI c h i ~ a 1 mtefVlsta .ill

profondita ed il colloquio guidato. In profondita. non o l 1 ¥ eche si va nel profondo della persona in senso pSlcanalluco( ),

rna semplicemente che si va a fonda parlare con ~ u a l c ~ ?di una situazione, piuttosto sua. E 10 SI fa p.ure f u o c ~infatti si puo chiamare anche, pili 0 meno, "mtefVlsta focaliz-

13 Nel profondo singolare non e proprio detto poi che ci troviamo

. I'ta  ecc ed in termini di monadi individuali. Giil in Freud la sessuahtasessua I , . .

segno edanche metafora di socialitil., di tensione agli altn, dl

stessa come .relazione con gli altri. S i a ~ o animali sociali. Come suggeriva C a l ~ O , n 1

profondo c'e il branco ....., c'e illegame con gli altri: l'opposto del monadico!

107

zata" : ossia fatta per argomenti prestabiliti da noi e per noi cheintervistiamo (senza che necessariamente ne si informato odedotto l'intervistato 0 i l comunicante con cui conversiamo) e

chiari nella testa dell'intervistatore, i l quale lascia fluire fin

cammino (comune? da rendere tale?) di liberazione, rna anchedi antagonismo, data la forma del sistema capitalistico, pili 0

meno accettato. Questo "accettato" mi ricorda la poesia di

Eluard che nel'64 (altri tempi) Tronti aveva pubblicato suI no

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che pUO i l parlare dell'intervistato, purche stia abbastanza su

questi fuochi; e se quello si allontana troppo l'intervistatore

deve riponarcelo senza bloccarlo. ecc. Anche se la successione

non e detto debba essere quella che abbiamo previsto e tanto

menD prestabilito noi; anzi! Si deve guidare la conversazione,

continuamente, rna senza interrompeme il flusso spontaneo, e

anche senza perdere l'ordine spontaneo, almeno in un prima

parte; interferendo il minimo.

Pero ad un ceno delicato punto la conricerca ci mette su una

strada differente da quella della ricerca sociologica ed antropo

logica, nel senso. assai problematico, gia aecennato prima.

Infatti poi (e poi quando? questo e un altro bel problemino)

magari, anche di proposito, in ondate successive e progressive,

si puo essere sempre menD neutrali sullo sfondo, e diventare

pili dialogici e poi anche pili dialettici, si puo inserire altri

punti vista e proporre altri argomenti ecc. perfino opponendoci

in contrasto all'intervistato trasformato in interlocutore' essere

assai menD seduttivi dei ricercatori professionali; e cambiando

anche la conversazione in un dialogo ed in una discussione, in

un confronto, che puo scaldarsi e diventare anche traumatico . .

In fondo eosi da sernpre operano i militanti . Dipende. Interlo

cutore: io considero interlocutori, cosi, anche i lettori dei miei

scrittiJrnacchinette; rna loro no, purtroppo! C'e un grosso pro

blema di carenza, mancanza di interlocutori, ed adeguati . ... , e

di contro-micro-cooperazioni. Ci vuole aHora non solo capacittl, professionalita , ed esperienza, rna anche una meta-espe

rienza "di un certo tipo"... ; perche a questo punto dobbiamo

metterci a nostra volta in gioco, ed in questione .. con la nostra

soggettivita (sebbene non proprio come si richiede nella seduta

psicanalitica . . . E pure con eerte idee un poco fondate suI

stro giomale..... e diceva a " ... . utto quel che e accettato:

dagli it fuoco deltuo odio!"

E aHora l'intervista in profondit.il e inizialmente simile a

Lilla conversazione che si fa, avendo noi una certa consapevo

lezza e conoscenza, con la persona 0 con pili persone contem

poraneamente: e c'e un conversatore sistematico che sa, 0crede di sapere, dove, almeno immediatamente (anche lonta

namente; rna gli mancano non solo i punti di inizio, di attacco

pili concreti, rna spesso anche i momenti intermedi del cam

mino che ha spesso sommariamente immaginato, per obbiet

tivi in fondo sempre provvisori e aperti) , vuole arrivare e sa

cosa vuole cavare fuori; che e arrivato gia Ii con uno schema

fatto in base al modello. In base al modello aperto ed in fieri;

lui si e fatto insieme agii altri conricercatori uno schema

(relativamente aperto e rivedibile) per cui lui conversa con

della gente, rna sapendo almeno in una certa e buona partecosa vuole cavar fuori da quella conversazione I i e quindi gui

dando. E gli interlocutori sono un poco, ora si ora no, guidati

da lui. Ma in maniera da non esc1udere sorprese ed imprevisti,

anche scioccanti; perche proprio questi imprevisti possono

essere i reperti 0 i prodotti pili fecondi.

La scienza sociale galileiana si muove nella contradditto

rieta tra il suo basarsi sull'astrattezza, l'idealizzazione, la ri

correnza, la manipolazione delle situaziorri ecc. e perfino sulla

tipicita quantunque per ventagli di idealtipi differenti, . e

l'aspetto di singolarita irripetibile che non solo presentano, 10

spero, Ie situaziorri effettive dei soggetti tantopili in quanto

supposti "autonomi", rna Ie persone ed i soggetti che si muo

vono in esse spesso rivendicano e difendono, caparbiamente.

Pertanto solo un meta-scopo effettivamente comune, e seria-

109

rn me, puo portare oltre questa limite intrinseco; se pero anch l'inrerlocurore ne econsapevole, si fa carico a sua volta di

erti problemi della scientificita e della sua potenza, in quanto

servono anche a lui. Ma per questo rnetafine comune! Non per

mandano uno a intervistarti sulla maionese 0 sulle caramelle,

non sol tanto per sapere quali carameUe preferisci, rna ~ e r c Mattraverso Ie domande (e questo 10 dice molto BaudriUard)

l'intervista influenza molto la persona, la quale non aveva mai

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altro! Ad ogni modo, la ricerca scientifica qualitativa pre

gressa sugli urnani offre marchingegni ed atteggiamenti non

solo per aggirare 0 limitare questa contraddittorieta epistemologica, ma per viaggiarci dentro, per starci dentro.

Si possono notare, in specie in una prospettiva di cOnricerca,

analogie fra l'osservazione-panecipante edil

colloquio-guida[0 . E che non si escludono fra loro, rna anzi, si combinanobenissimo, anche se non senza difficoIta particolari.

Da una parte non si deve influenzare, e conviene avere una

relativa neutralita per conoscere il vero, e si devono portare a

casa almeno Ie conoscenze che ci abbisognano e che avevamo

prestabiIito (in comune con gli altri conricercanti) piu altre

che al momento dal vivo troviamo importanti, che scioccano

noi, ci scombussolano, rompono i nostri pregiudizi, stereotipi,

totem e tabu, ecc . .. ... rna dall'altra si deve influenzare . E co-

trasfonnare con-co-trasfonnare. Quindi si richiede esperienza,

sensibilita ed intelligenza nella stare su una specie di filo del

rasoio; 0 anche di oscillare su un giusto mezzo ... facendo Ie

due case opposte insieme: eppero in genere prima l'una e poi

l'altra, oppure altemandole continuamente (il che e gia pili

difficile). Infatti, ripeto perche e mportante: nella conricerca

ci si propane anche di influenzare, rna allora il ricercatore de

ve essere capace di distinguere il momenta in cui lui rileva

una realta dal momento in cui lui stesso cerca di influenzare e

modificare la realta. Amore ed odio stanno insieme rnescolati.rna non sono la stessa cosa! -

Sernpre J'intervista non esolo un modo di conoscere la real

til, rna e anche un modo per trasfonnarIa. Questo 10 hanno

capito anche quelli che fanno Ie ricerche di rnercato che ti

110

pensato quella cosa Ii e l'intervistatore gliela mette nella testa.

Gli viene magari voglia di succhiar caramelle. E l'importanza

di saper cogliere, distinguere queUe cose Ii di cui non gIiene

fregava niente prima, ecc. E in realta io col produrre e rac:

cogliere informazioni da lui gli venda i miei prod?tti. perch.e

da quel momentali

lui ha quelp r o b l e m ~

e. andra cerc.are11

prodotto per risolvere quel problema, e qumdl la stessa ncerca

di mercato talvolta la si fa immediatamente per vendere, e

non per conoscere. Oggi la pubblicita sta dentro un grande

meta-marketing .. , e gia l'esibizione della ricerca pres so certo

o - ~ e d i o promuove.... E questo pero non succede sernpre

solo per Ie ricerche di mercato, rna anche pili 0 menD per la ri

cerca scientifica, in specie per queUa applicata, mirata (si ve

dana Ie distinzioni che fa Almondo sulla rivista "Sisifo"). Ed

e appunto per questa che all'inizio ho rnenzionato Ie distin

zioni di Elkana del corpo conoscitivo della ricerca dalla suaimmagine, parlando anche di retorica della scienza: ossia della

sua capacita non solo di legittimazione, rna di persuasione,

ecc. E, suIle onne di Heisenberg, della prerogativa della ricer

ca di trasformazione inevitabile (or pili or meno) diretta ed

immediata dei fenomeni che si osservano. Questo succede

anche quando il ricercatore non 10 vuole, si crede neutrale,

ecc. Quindi anche la ricerca puo proporsi di essere trasforma

tiva di una realta. Pero bisogna anche che si conosca la realm

che si vuole trasformare: quindi si ha sempre sia un aspetto

conoscitivo che un aspet.to trasformativo. La conricerca opera

consapevolmente proprio su cio ed in cio; non considerandolo

solo un limite, rna pure una risorsa!

II I

2.2.2.3. Altre due tecniche: diari e memoriali, autobiogra:fi 0 storie di vita.

Altre tecniche (0 farse una sola) sono ad esempio -da un la

to - 1a raccolta di diari, memoriali a1trui, 0 addirittura storie di

Ci sono persone che gia hanno i lora memoriali. Basta riuscirea farseli dare 0 copiarli. Oppure aiutare una persona a scrivere

Ie sue memorie. Oppure terza cosa, scrivere insieme a una

persona, costruire insieme a lei l'autobiografia, la storia di vi

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vita, 0 -dalI'altro- produrli insieme ad un testimone privilegia

to, ed in particolare produrre insieme a lui la sua autobiogra

fia, 0 momenti di una storia di vita, 0 comunque ricostruzioni

pure di qualcosa che concerne lui stesso.

L'autobiografia e stata molto usata da Danilo Montaldi (e

da me ed altri) nelle mitiche embrionali conricerche deg1i anni

'50. Nelle prime conricerche sui mi1itanti, sulla militanza. E'

molto interessante, rna anche problematica (soprattutto in un

mondo giovanile, non solo perche i giovani hanno poca storia,

e appunto questo non solo perche sono vissutipoco, rna perche

l'ipotesi e che abbiano esperito poco, ed oggi cio avvenga non

solo per i po chi anni di esistenza. E di pili per l'ipotesi diffusa

che essi hanno poca memoria, e quest'ultima e una faccenda

complessa che bisognerebbe approfondire assai e capire bene

cosa vorrebbe dire, rna inoltre anche essi danno -od hannospes so l'impressione di non rendersi conto dell'esperienza che

tuttavia ancora fanno. Non sappiano percepire il loro stesso

esperire, e tantomeno la formazione che e richiesta ed hanno

per realizzarIo, ecc. Anni fa si diceva anche che i giovani

erano "afasici" ossia poco 0 niente verbalizzatori; rna secondo

me non era vero, bisognava solo capire come e quando parla

vano ... D'altronde la gente non si rende neppure conto di es

sere cosi perche cosi e stata formata! E 10 nega!) questa famo

sa raccolta di autobiografie, e oggi sembra suggestionare pro

prio i giovani: Ie vite degli altri, dei militanti in particolare,

perche Ii interessano? Non euna questione scontata quest'inte

resse, rna un poco paradossale ....

Abbiamo talora storie di vita sia gia esistenti, gia scritte 0

registrate, corredate di documenti di ogni tipo (multimediali).

ta. Questa e un altra tecnica qualitativa, importante soprattutto

1a dove interessa i l confronto storico nel tempo, rilevare Ie dif-

ferenze qualitative nel tempo, tra situazioni in diversi mo

menti del tempo perche c'e una storia, quindi c'e un passato

che si vuo1e magari confrontare ad un presente. E comunque

magari Ia storia di vita permette di cogliere proprio la trasfor

mazione, i l processo di trasformazione in atto nella sua pro

cessua1ita. La Quale e una processualita di una soggettivita, si,

pero inserita in un contesto, e "materiale"; e quindi ci mostra

al contempo la processualita di un soggetto, di un agente e di

una persona, rna anche del contesto pure "materiale" in cui

esso si muoveva e in cui la trasformazione soggettiva e avve

nuta. Bisogna puntare sul1'interrelazione dinarnica, la circola

rita decisiva, fra la persona nella sua processualita, la perso

nalita, ed i l suo contesto che dico anche materiale nella sua

processualita. Mai separare questi due poli. mai appiattirsinell'unilateralita ieri dalla parte delle sole c o n d i z i o ~ materiali

esteme oggi dall'altra, della personalita monadica e chiusa su

se stessa e la sua separatezza e monadicita. La lotta, ad esem

pio, si muove ed opera, trasforma, sempre in questa circolarita

processuale. Qui l'individualismo metodologico esasperato

distorce tutto, sottraendo Ie persone da movimenti ed anche

progettualita collettive che pur ci sono ancora . Ecc. Anche nel

metodo l'individualismo metodologico deve incontrarsi ed in

terrelelazionarsi con collettivismo metodologico, pero en

trambi contestualizzanti, ed in questo senso ecologici ...

Pero attenzione: Ie autobiografie Ie raccogliamo per mette

rle in giro cosi come sono, ed in q u ~ s t o senso "pubblicarIe"

cosi come sono, ossia offrendole eventual mente. all'elabora

zione di un Iettore considerato con molto ottimismo (e cosa

fare per renderlo davvero tale?) conricercatore diffuso, ecc.?Ed aHora perc non Ie diamo in pasto alla mera fruizione lette

raria 0 ricreativa, 0 perfino solo formativa; perche dovremmo

contribuire a far si che anche i l lettore diffuso sia in grado <Ii

pacita differenti, degli specialisti con dei ricercatori ~ c ~ z i econ dei testimoni qualsiasi 0 con degli agenti qualslasl che

siano testimoni cioe espressione di una situazione, cioe pre

senti in una situazione, rna non abbiano mai r i c e ~ c a t ~

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percorre la sua ricerca fino in fondo, attraversando tutti i sei

momenti. Oppure invece Ie consideriamo come una fonte, uno

strumento di una raccolta di informazioni e conoscenze, ecc.,

che noi elaboriamo insieme a queUe provenienti dalle altre, ad

altre, e quindi poi utilizziamo noi per una nostra relazione 0

discorso? In tal caso po i dobbiamo appunto passare anche per

gli altri quattro momenti idealmente successivi della con-in

chiesta. E ci sono compromessi, come i l pubblicarle con un

commento all'inizio 0 dopo, in fondo; oppure allegarle al no

stro discorso, ecc. Dipende.

2.2.2.5. 1Vforale.

Queste sono secondo me Ie tecniche qualitative P ~ l l ricche e

pill interessanti. E ripeto di nuovo che esse non sono in con

traddizione con Ie tecniche quantitative che io non escIudo.

Dico che il centro del metodo eun'utilizzazione peculiare di"tecniche-tecnologiche" qualitative, perche ormai anche queste

tecniche stanno diventando gradual mente tecnologie sistemi

che. E Ie pill potenti ed anche ricche sono secondo me queste;

pur nel loro artigianismo evidente (0 grazie a questo?). Poi

puo darsi che ce ne siano altre.

Ci sono anche altre tecniche pill sofisticate, che abbiamo

gia utilizzato in altre conricerche degli anni '70, e che even

tualmente vedremo in seguito. Mi pare che siano tutte combi

nabili fra loro. E che tutte pill 0 meno implichino l'essere presenti nella realta in movimento e di essere magari gia anche

agenti di quel movimento, anche agenti di quella trasforma

zione. E questa euna delle due caratteristiche della conricerca

che vale la pena di evidenziare. Ripeto sottolineando, la conri

cerca non esolo i l mettere insieme delle persone con delle ca-

..

"scientificamente" su di essa; quindi mettere insieme h v e l l ~diversi di capacita. Non e solo questo, rna e anche i l n e t t e r ~insieme dentro un tipo di ricerca che agisce dentro una realmin movimento, che agisce lei stessa e che conosce anche con

troUando sistematicamente Ie conseguenze della sua trasforrnazione del suo trasformare sistematico, consapevole e con

trollato. E con un progetto ed un atteggiamento "politico":

innanzitutto nel senso che si rifa a una politicita intrinseca

delle situazioni in cui si muove, e poi nel senso della politica,

ossia che Ie riconduce anche nell'ambito politico-istituzionale

e nella lotta che c'e Ii .... .

3. ALTRO.

Per ora mi sono limitato ad approfondire un poco i primi

due rnomenti del processo di ricerca. Gli aItri quattro I i ri

prenderemo quando la ricerca sara giunta nei loro d i p r e s s ~ .Ripeto pero che questi discorsi astratti e ~ ~ a d e ~ f a r ~ c o ~ -cerca "praticamente" ed in comune, e qumdi f u o r ~ dall s p ~ ~ rla sono sol tanto un primo riferimento metodologIco perche II

ve;o approfondimento e dibattito su questo metodo, e conri

cerca della stesso metodo, si fara nella pratica del conricercare

in atto, a partire daIla pratica della prima c o n i n c h i e ~ a - a n nQueste mie indicazioni sono adesso dunque soltanto Ipotesl di

metodo!

Vediamo rapidissimarnente di riprendere qualcosina d ' a I ~ Oche sembra di meritare subito altre due parole, senza un ordine

preciso.

"

3. I . I giovani e Ia conricerca: certe ipotesi.

giovani accettino spesso la proposta del sistema del capitalismo neo-moderno (tanto apprezzata dal neo-ceto-medio) discomporsi in pezzettini, sisteInicamente funzionali, e di ottimizzare per queste loro parti separate illoro stato, perfonnati

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I?oresi: i giovani non sono granche innovativi. Cercano di

so11to ~ ~ p p r o p r i a r ~ i di eredita garantire, in cene prospettivem a g ~ di trasgresslOne e rivolta, spesso solo apparenti. Cos i

fanno In vero spesso anche moIti aItri che (in apparenza almeno) sono trasgressivi e ribelli.

A I ~ a ipotesi, ess i di solito stanno abbastanza su due

e s t r e ~ : 0 II ~ o n f 0 : r r u s m o ( s ~ e s s o travestito) 0 l'impegno vo~ n r ~ o nel rifofmlsmo SPICClOlo, oggi in specie difensivo. E'

~ c I l ~ a c c ~ ~ n o una lunga prospettiva di impegno senza

e V I ? ~ n ~ n s ~ 1 t a ~ ~ e d i a t i pratici . D'altronde quello che perlopm 11 motiva e il bISOgnO di appanenenza, 10 stare nel giro e

nelle relazioni in cui si identificano. Per grande bisogno di ap

partenere .ad un mondo "loro" quindi di essere identici in una

q ~ a l c h e differenza, di essere riconosciuti, ecc. Ed allora vanno

dietro ad altri di loro, dietro ad un leader spessissimo.

~ n : a i p ~ t e ~ i spesso cercano sicurezza in identita forti, e

t r a ? i Z l ~ n ~ I , In fondo. conricerca e problematica. E' pillfacile. nCldare n e l l ~ conncerca vecchi militanti: una parte di

q u e ~ t i q u ~ l l a (a IlllO parere e gusto) migliore, e disposta a

~ ~ n r ~ e nnascere, sempre conricercando. I giovani in genere

I P O t i ~ z a , ~ o n o p o ~ o propensi al ricercare, come singoli,~ d.l fuon del I l l l c r ~ g r u p p o di identificazione e del gruppo~ r i f e n ~ e n t ? ve II trascini. 10, come si sa, ipotizzo che

a disaglO COl problemi aperti e vogliano proprio uscire di.(e d a l l ' ~ g o s ed ~ s i e t a . che cio puo comportare, in spe

In tempI e depnmenti per la cosiddetta "lotta di das-

se ) da q u e s ~ ~ r o b l e m i e dai problemi, cercando certe sicu

rezze anche di n volta. La conricerca allora in vero non sem

bra fatta proprio pei giovani. D'altronde ipotizzo anche che i

Il6

vamente; per fortuna contraddicendosi e riuscendoci taloraassai poco. Questo eun problema. Ci sono ipotesi che si fanno

pensandole come ipotesi nulle, per la lora smentita, 0 desiderandola. .... Pero una metaipotesi rispetto a queste eche adesso

venga alIa ribalta una nuova generazione molto differente

dalla precedente: pure proprio in questi atteggiamenti ipotetici.

Tuttavia alcuni giovani della conricerca se ne interessano,

ad un ceno punto di un loro camrnino. Cercando anche i l dia

logo 'con un diverso da lora, un vecchio, come me.

3.1.1. SOGGETIIVITA.

Ho toccato anche qui la questione di un interesse a cono

scere meglio aspetti e dimensioni soggettive dell'iperproleta

riato, singolari e collettive. Di questa parlo nella proposta di

conricerca pubblicata in "Sul comunicare" . Ed anche in inter

relazione con questo equindi gia nota 0 dovrebbe esserlo che a

me comunque anche in questo nodo interessa poi la questione

della Formazione. Bene. Si trattera di approfondire presto un

poco un'ulteriore curvatura anche del metodo della conricerca

intenzionato a conoscere meglio e provocare e muovere e con

tro-formare anche la soggettivita iperproletaria e dei neo-militanti ed anche collettiva. Pero ho sempre precisato: la sogget

tivita nel suo contesto, e trasformazione della soggettivim assai

anche mediante la trasformazione del suo contesto. E questo

dovrebbe impedirci di cadere in certi soggettivisrni neoroman-

117

ti i ( pili 0 meno spiritualisti), anche nella successiva correzion del metodo.

3. 1.2. PERIODIZZAZIONE.

diretta al riguardo del gruppo aperto dei conricercanti e nelsuo scambio coi militanti deve riguardare innanzitutto la sua

direzione strategica; poi di volta in volta l'esecuzione del piano

di ricerca si affida a momenti organizzati temporanei e ad

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Ho acceIUlato , a proposito delle autobiografie ad esempio, al

fatto che talora nella conricerca conta anche 1a memoria i l,confronto nel tempo con situazioni precedenti pure essendo

interessati noi pill alIa prospettiva del presente/futuro. AlIorapotraIUlo presto porsi prob1emi di periodizzazione, di scan

sioni temporali, nell'arco del processo storico di quel che ci

imeressa; a partire appumo dal preseme/futuro. Ed allora ri

cordo sotto1ineando che la periodizzazione varia a seconda

delle variabili rispetto alle quali si scandisce il processo. D'al

tronde nella mia rnodellizzazione pubblicata io gia propongo

Ie fasi interne alIa civilta ed epoca capitalistiche, e periodi

dentro Ie fasi : ossia propongo un mia periodizzazione.

4. DECISION!

DEMOCRATICHE?COLLETTIVE:

Abbiamo gia incontrato il problema della non facile coesi

stenza di una direzione collettiva e non delegata del cammino

della ricerca, e soprattutto per quel che riguarda Ie ipotesi di

merito, con non solo delle capacita orizzontalmente diversesullo stesso piano; rna all'inizio almeno coesistenti e p u r ~combinate con livelli di capacita professionale, e di capacita

rnirate "quantitativarnente" differenti, riguardo in particolare

alle coninchieste aunue ed a singole indagini che di volta in

volta si decidera di fare. Aggiungo solo che una dernocrazia-

118

hoc, specializzati funzionalmente, e aHora l i la professionalitil

eun vincolo che (almeno all'inizio) , conta funzionalmente, rna

non si deve trasformare in potere di decisione oltre certi limiti.

Ricordo fra l'altro che i1 modello organizzativo sara artigia

nesco rna favorevole all'uso critico di mezzi iperindustriali po

tenti. Cia comportera allora oltre all'inventiva permanente edesperienziale anche momenti di ripetitivita, monotonia e ma

gari noia: costi da pagare per l'uso di tecniche-tecnologiche.

Eppera si trattera sempre di sperimentare un uso critico ed al

ternativo di questi mezzi potenti e potenzianti; il che dovrebbe

richiedere rna anche dare pure ricchezza-di-capacitil e ridurre

e/o circoscrivere la monotonia.

L'esperienza della ricerca politicamente orientata mostra che

il metoda spesso rivela assai la linea, soprattutto la dove essa

.concerne anche la questione dell'organizzazione "politica" . nmodello organizzativo realizza una linea politica implicita. E

questa ha anche per noi un significato non piccolo.

Non si propone la conricerca come un emozionante luogo di

piacere superficiale. Essa euna strada con momenti di fatica e

magari anche di noia per chi ritiene di percorrerla perche

considera invivibile questo mondo e vuole quindi trasformarlo

nella direzione di suoi desideri non soddisfacibili in esso

(questo e l grande punto della motivazione dei conricercanti).

E per questo sara anche disponibile a pagare dei costi. Se sista gia bene nel capitalismo e si gode gia abba stanza di esso

ed in esso lui, la conricerca non interessa.

11

5. CONRICERCA E FORMAZIONE, DINUOVO.

umana: e quest'ultima euna via calda. Invece l'apprendimentoda mezzi, che e 'altra via, euna via fredda; che sviluppa un a

nostra combinazione coi mezzi, e sviluppando!potenziando la

nostra capacita: mezzi quali prontuari e manuali e software

didattico (pure multimediale) sostitutivo od informatizzativo

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n no do suI quale dovremo fare questa conricerca ed impara

re a farIa, in questa collettivo, saranno i comunicanti nel Ioro

contesto. Tuttavia la formazione che io strategicamente mi

sono proposto come mio interesse principale ed ho proposto

come baricentrale, anche qui ci si impone in due sensi: in

primo luogo percM abbiamo un problema di nostra formazione al conricercare ed a fare Ie singole coninchieste; eppoi

nel senso opposto percM privilegiamo comunque una dimen

sione formativa del comunicare e percM quindi fra l'altro po

mamo anche Ia conricerca come esperienza importante anche

per far lUGe suI node formativo .

5. 1. Formazione alIa ricerca .

Formazione al conricercare e ricercare innanzitutto metodo

logica; rna non solo.

5. I. I. VARIE VIE PER APPRENDERE A

CONRICERCARE.

Come si apprende a conricercare? Tre vie per apprendere (0meglio due, la prima delle quali si suddivide ulteriormente in

due sub-vie) : Una prima via fortemente basata sull'esperire

di retto: l'imitazione di altri nella pratica; e seconda, la conver

sazione nella pratica con chi ha pili esperienza, capacita e pro-

fessionalita: sono due sub-vie esperienziali e di interrelazione-

di questi; questa e utta un'altra cosa. Noi ci baseremo ben di

pili sulla prima via; rna in certi casi non rifiuteremo a priori

l'uso di un qualche mezzo freddo di formazione all'inchiesta,

come gia 10 e. n dimensione artigianesca questa mio scritto

metodologico preliminare di sbobinatura di lezioni metodolo

giche oralioEcco un esempio di mezzificazione particolare, in

fatti io considero i mezzi suscettibili di uno sviluppo diverso

da queUo sistemico ("ostile ..) e capitalistico.

5.1. l. 1. Apprendimento caldo.

Due parole sulla strada calda. E' la strada basata sull'inter

relazione e scambio fra conricercanti via via di differente ca

pacita e livello di capacita rispetto a singoli aspetti e parti. Ed

e n generale proponibile come via di arricchimento esperien

ziale della nostra capacita. E coinvolgendo militanti la sua organizzazione e gia discreta parte dell'organizzazione

"political!... Non dieo altro per ora. Fra qualche mese ci

vorra una seconda parte di questa discorso metodologico.

Riprenderemo il dis corso suI metoda del conricercare fra

qualche mese.

Torino, maggio 1993

'

lNDICE.

Prefazione ........ ..... .. .. ........ ..... .... ..... ...... .. .. ... .... ...... ....... . 1

1.7.4. Terzo-momento mio e fase-decisionale

simoniana 2: interpretazione/elaborazione

e alternative .. .... .. ........ ... .... ...... ... ............. ...... ... .. 46

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~ FARE CONRICERCA . ...... .. .... ..... ... ...... ..... ... ..... .. 8

1. Premesse .............................................................. 8

1. 1. Ricerca e Conricerca .. .... ... ....... .. ................. ... .. .... 8

1.2. Conricerca e linguaggio ... .... ....... .... ..... .... ..... ... .. .. 11

1. 1.3. Processualita aperta ........ ............ .. ......... ...... ....... 12

1.1 .4. Scopo immediato ...... ... ... .... .... .. .... .. .. ... ...... .. ....... 13

1. 1.5. Altre implicazioni .. ... .. .... ......... .... .... ..... ............. .. 14

1. 2. Fecondita della differenza eli opinioni ..... ..... ....... 18

1. 3. Tre parti fondamentali .. .... .. .... .. .... .... ... .. ...... . ..... . 19

1. 4. Disegno della cOnricerchina, 0 suo abbozzo

sempre provvisorio e aperto ..... .. ... ... ..... ..... ........... 20

1. 5. Ipotesi ... .. ........ ........ ...... ... ....... ......... ... ... ..... ......... 21

l. 6. Accenni al metodo (scientifico) . .. ... .. ..... ........ .... ... 24

1.6.1. Distinzioni canoniche . .... .. .... ....... .... .. .. .. ... .. ........ 29

1. 7. Distinzione della ricerca in momenti .. .. .. .... ... ...... 36

1.7.1. Primo momento: Formulazione di ipotesi iniziali. 37

1. 7.2. Alcune formulazioni simonianeO, fra Ie aItre ..... 39

1.7.3. "Secondo momento" mio e "fase-decisionale 1":

la raccolta (delle informazioni., ecc.) .. . ..... ..... ..... 44

122

1.7.5. Quarto-momento mio e fase-decisionale

simoniana 3: omologazione di nuova conoscenza

e scelta dell'alternativa migliore ... .... ... .... ... ... .. .... 51

1.7.6. Quinto momento, solo "mio": diffusione

trasformativa ... ....... .... .. ..... .. .. ......... ... ....... ..... ... .. 52

1.7.7. Sesto momenta mio (e Fase-4 simoniana):

valutazione dei risultati ed impostazione di una

nuova ondata . ... ...................... ............ ....... ..... .... 53

l. 8. Di nuovo: metodo .. . ........... ..... .. .. .. .. ....... ..... ..... ... 54

l.8.l. Conoscenza simulativa ed uso simulativo

del modello ....... ..... .. .... ..... ............................. ... .. 55

l.8.2. Simulazione e reti.. .............. ...................... ......... 57

l.8.3. Tecnologie recenti della ricerca, della

conoscenza e della comunicazione .. .. ......... .. ...... 60

1.8.4. Metodo organizzativo del conricercare e

ricercare ... ........... .. .... ........... ............... .............. 63

1.8.5.

Tecnica e tecnologia ............. .................

...... ..

....

661.8.6. Tecniche .. ... .. .... ............. .................. ... .. ........... .. 66

2. Approfondimenti .............................................. 67 _

123

_. 1. Approfondimenti del primo momenta:

formulazione di ipotesi ........ ..... ...... ..................... 68

.1.1. Estrarre Ie variabili .... ............. ..... ...... ........ ......... 68

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2.1.2. Nominazione e concettualizzazione ........... ... .... .. . 78

2.1.3. Dall'elenco alIo "Schedario" .. ............ ..... ....... ...... 80

2.1.4. Classificare Ie variabili estratte ... ....... ........... ...... 82

2. 1.5. Modello .... ............ ..........

.......

..... ...... ... ... .......

..... 902.2. Approfondimento del secondo momento:

Ia "raccolta" . ... ..... ............ ... ...... .. ....... .... ..............92

2.2.1. Le fonti .. ......... .. ............. .. .... .... .. .. ....... ........ ......... 92

2.2.2 . Tecniche della raccolta di informazioni ............. 95

3. Altro ............ ............ ............ ............ .......... ...... 115

3. 1. I giovani e la conricerca: certe ipotesi .. .. ..... ..... .. . 116

3.1.1. Soggettivita .... ... ......... ... ... ... ... .. .. ........ .. ........ ..... .. 117

3.1.2. Periodizzazione .. ...... ..... .. .. ....... ............. .. .... ... ..... 118

4. Decisioni collettive: democra tiche? .................... 118

5. Conricerca e formazione, di nuovo .................... 120

5. 1. Fonnazione alIa ricerca ...... ......... .......... ..... .......... 120

5.1.1. Varie vie per apprendere a conricercare .......... ... 120

124