Esercito romano

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Michele De Domenico

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Michele De Domenico

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Esercito RomanoLa macchina da combattimento più efficace

dell’antichità

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Schieramento

• Il vecchio schieramento falangitico presentava alcuni punti deboli che con la nuova formazione manipolare i Romani cercarono di migliorare. La falange, infatti, richiedeva una notevole compattezza e terreni assai pianeggianti. Intorno alla metà del IV secolo a.C., quando i Romani si trovarono a dover combattere contro i Sanniti nelle regioni montuose dell'Italia Meridionale, furono costretti ad adottare non solo una nuova struttura (la legione fu divisa in 30 manipoli) e nuove armi (come il pilum e lo scutum ovale), ma anche una nuova tattica, certamente più elastica di quella adottata con la riforma di Servio Tullio.

• La vera novità della formazione manipolare era che, non solo si dava maggior autonomia ai 30 sub-reparti (manipuli), ma che i soldati non erano più inquadrati secondo il loro censo, al contrario in base alla loro età, esperienza e capacità di combattimento. Solo i velites, che erano i cittadini meno abbienti, continuavano a svolgere il ruolo originario di fanteria leggera, davanti ai manipoli, ora formati da hastati-principes-triarii. Lo schieramento base di questo medio periodo repubblicano era il cosiddetto acies triplex, ovvero la disposizione degli uomini su tre linee distinte. La prima linea era composta dagli hastati, la seconda dai principes e la terza dai triarii. La fanteria al centro, era sempre coperta ai fianchi da unità di cavalleria, un'avanguardia di tiratori o schermagliatori che davano inizio alla battaglia scagliando dardi o giavellotti sul nemico per poi ritirarsi al sicuro. La cavalleria si assicurava che i lati rimanessero difesi, e grazie al rapido movimento, tentavano di aggirare il nemico mentre la prima linea romana lo impegnava per colpire alle spalle.

• Gli eserciti, come abbiamo visto sopra, erano schierati in base al loro livello di preparazione (ed in parte al loro censo): davanti a tutti c'erano i velites, armati alla leggera: erano dotati di fionde, giavellotti e piccolo scudo, ed avevano il compito di distrarre e innervosire il nemico con costanti lanci di dardi, coprendo inoltre le manovre della fanteria pesante romana alle loro spalle. Dopo aver compiuto sufficienti azioni di disturbo ed aver dato tempo ai soldati meglio equipaggiati di loro, si ritiravano dal campo di battaglia sfilando alle spalle degli hastati, dei principes e dei triarii, ultimi della formazione, i veri veterani.

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Generale

Supremo

Legato Tribuno

Militare

Ordine Equest

re Centurione Legiona

rio

Gerarchia dell’esercito

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Generale Supremo

Il Generale Supremo (oppure Dux), era l'uomo che rappresentava il senso di patria sul campo: doveva essere inflessibile di fronte al nemico, ma instaurando con i propri uomini un rapporto pater – filius. Egli poteva essere console o imperatore. Aveva una grande esperienza militare data dai innumerevoli incarichi da subordinato, ed era inserito nel cammino del cursus honorum, un percorso segnato da varie cariche della burocrazia romana che conducevano al consolato. Nell'esercito romano era colui che comandava due o più legioni.

Giulio Cesare, uno dei più grandi generali della storia

di Roma…

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In età repubblicana il legatus era il comandante in seconda dopo il console; essi furono posti a comando delle legioni in sostituzione dei consoli con Giulio Cesare. Gli uomini che potevano aspirare alla carica di legato appartenevano alla classe senatoria. Vi erano sostanzialmente tre legati:• Legatus pro praetore che

faceva le veci del console romano e comandava due o più legioni in epoca repubblicana

• Legatus legionis un ex pretore comandante di una legione

• Legatus Augusti pro praetore che era governatore di una provincia romana.

LegatoStatua di un legato

romano

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Tribuno MilitareIl tribunus militum (ovvero tribuno dei soldati, sinonimo di capo della tribus fin dai tempi di Romolo) era un ufficiale dell'esercito romano. La figura del tribunus militum deriva dalla carica di capo delle antiche tribù, durante l’epoca regia. Negli anni 448-368 a.C., quando l'elezione dei plebei al consolato non era ancora ammessa, un collegio di tribuni militari con poteri consolari, in parte patrizi e in parte plebei, fu a capo della repubblica romana.

Immagine di un tribuno militare

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Ordine EquestreGli equites (dal Latino eques, pl. equites; letteralmente "cavalieri") erano un ordine sociale (e militare) dell'antica Roma basato sul censo. La loro creazione è attribuita a Romolo, il quale fece eleggere dalla curia 300 cavalieri divisi in tre centuriae, una centuria per ognuna delle Gentes originarie, e cioè Ramnes, Tities e Luceres. Le unità che componevano le centurie erano poi minuziosamente divise in modo da rappresentare tutte e tre le Gentes.

Due cavalieri romani

Cosa sono le Gentes?

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CenturioneIl centurione (in latino centurio; in greco εκατοντάρχος, hekatontarchos; che Polibio definisce anche ordinum ductor) era uno dei gradi della catena di comando nell'Esercito romano, a capo di una centuria, paragonabile ai moderni ufficiali di grado intermedio. Ogni centurione comandava l'unità di base della legione, la centuria (gruppo di uomini che andava da 80 a 100 e fino a 160). Le centurie erano associate per tradizione a due a due per formare i manipoli, in ognuno dei quali i due centurioni erano detti prior e posterior.

Centurione da ordini durante una battaglia

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LegionarioIl legionario romano era il fante che faceva parte della legione romana. I Romani dovettero affrontare svariate popolazioni che adottavano metodi di combattimento differenti tra loro; questo influì sia sull'organizzazione e sulla struttura della legione, sia sul tipo di armamento utilizzato. Il legionario è sempre stato fonte di ispirazione e modello dal punto di vista militare per le proprie capacità, la propria esperienza ed efficienza.

Immagine di un legionario

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PretorianoLa lorica musculata, detta anche corazza anatomica, era un tipo di armatura in uso nell'esercito romano e nella legione (soprattutto da parte degli ufficiali in età repubblicana e imperiale) dalle origini di Roma fino alla fine dell'impero. La musculata consisteva in una corazza in cuoio o lega metallica che riproduceva i muscoli del petto e del torace, spesso con l'aggiunta di protezioni alle gambe e agli avambracci, fasce in pelle dette pteruges. Poiché realizzata in pelle non era resistente ai colpi di punta quanto l'hamata o la segmentata, e inefficace nel fermare le frecce ma utile nel conferire una seppur minima protezione al busto. Quelle metalliche invece, erano ovviamente molto più protettive. Queste ultime erano costose e per questo chi le indossava era di solito molto facoltoso in età monarchica e alto-repubblicana o di rango elevato in età imperiale, non a caso un equipaggiamento di quel tipo era riservato agli ufficiali (principales), ai tribuni, ai legati, ai prefetti.

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Elmo pretorianoElmo attico, di derivazione greca; per il suo aspetto maestoso è stato adottato anche da Generali e Imperatori, rappresentando l'elmo romano nella cultura popolare. Realizzato in cuoio sintetico decorato con piumaggio rosso, è utilizzato prevalentemente nelle manifestazioni religiose.

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Armi e Armature

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Il pilum (dal latino, plurale: pila) era un particolare tipo di giavellotto utilizzato dall'esercito romano nei combattimenti a breve distanza. Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due, uno leggero ed un secondo più pesante. Esiste una grande varietà di pila risalenti a varie epoche e ritrovati un po' in tutte le parti dei territori conquistati dai Romani. La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse caratteristiche costruttive, da 150 a 190 centimetri. L'elemento che accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro più o meno lungo che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di raggiungere chi si proteggeva dietro di esso.

GiavellottoImmagine di un pilum romano

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Il gladio era l'arma "d'ordinanza" in dotazione ai legionari dell'esercito romano; si trattava di una piccola spada a doppio taglio con la lama larga e molto appuntita. I Romani usavano il gladio perché era piccolo e poteva essere maneggiato più facilmente nel combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga, che invece richiede maggiore mobilità e spazio. Questa è la caratteristica essenziale di quest’ arma e rispecchia il metodo di combattimento dei Romani in età repubblicana e imperiale. Infatti i Romani erano soliti combattere con gli scudi a contatto, con formazioni molto fitte, basti vedere la testuggine, e colpivano soprattutto di punta perché, come diceva Vegezio, «con la punta si uccide più in fretta».Il gladio era oltretutto una delle armi più usate nei combattimenti-spettacolo organizzati negli anfiteatri. I duellanti presero quindi dalla loro arma più comune il celeberrimo nome di gladiatori.

Gladio(arma)Immagine gladio

Chi erano i Gladiatori ?

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La balista (ant. ballista, dal latino ballista/balista, a sua volta derivato dal greco ballistēs, da ballo "tirare" meglio "lanciare") è una grande macchina d'assedio inventata dai Greci e usata soprattutto dai Romani. Lanciava grandi dardi o pietre sferiche singolarmente o per piccoli gruppi, secondo il tipo di modello. È considerata l'arma più complessa costruita prima della rivoluzione industriale e l'unica arma pre-industriale ad essere stata progettata scientificamente. In generale la balista si costruiva in legno, con qualche parte costruita o almeno rivestita di metallo e venivano utilizzate corde o tendini di animali come tensori. In origine le baliste funzionavano a tensione, in seguito il meccanismo divenne torsionale. La balista fu senza ombra di dubbio l'arma da lancio a lungo raggio più utilizzata e meglio progettata del periodo classico ed alto medievale. Il suo utilizzo è, tuttavia, cessato verso il tardo medioevo a causa degli alti costi per costruirla, arrivando a preferire macchine meno costose. Nel XV secolo, l'arrivo del cannone nello scenario europeo fece sì che la balista e le altre catapulte fossero relegate all'oblio.

BalistaImmagine di una balista

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La parola catapulta è un termine generico per indicare una macchina da assedio che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento, duecento e più libbre, proiettili di metallo o dardi e frecce. L'immagine tipica di catapulta è quella costituita da due montanti verticali, disposta orizzontalmente una matassa attorcigliata, in mezzo alla quale era piazzata l'estremità di un braccio di legno. L'altro capo del braccio era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente. Per far agire la macchina si abbassava il braccio orizzontalmente, piazzando il proiettile nel cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto. Il braccio ritornava con forza e scagliava il proiettile, che continuando il movimento ricevuto dall'impulso, abbandonava il braccio e descriveva una parabola.

Catapulta

Immagine catapulta

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ArmaturaLa tunica

Sulla base delle raffigurazioni scultoree e dei pochi reperti tessili che ci sono pervenuti, si è inclini a ritenere che la tunica dei legionari romani, lunga sopra al ginocchio, fosse in origine di linea molto semplice: tagliata in forma rettangolare, in molti casi, anche se non sempre, del tutto priva di maniche e stretta alla vita con una cintura. Molto si è scritto a proposito dei colori delle tuniche dei soldati romani, senza giungere però a conclusioni certe; sulla base delle poche fonti a disposizione, tuttavia, le tinte più probabili sembrano quelle del tessuto grezzo (quindi bianco sporco o beige) o del rosso ruggine; non possiamo certo escludere, tuttavia, che venissero adoperati anche altri colori, anche diversi tra loro nell’ambito di una singola unità.

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Il “cingulum”, associato alla spada, era un segno distintivo dello “status” di militare in quanto veniva indossato dal soldato anche senza la corazza in quella che oggi chiameremmo “uniforme di servizio”.Fu singolo o doppio fino a quando dovette sostenere anche il gladio, poi solo singolo; era normalmente in cuoio, riccamente impreziosito da borchie metalliche, in bronzo ma anche in argento; le borchie erano sbalzate e smaltate. Nei primi due secoli dell’impero era decorato sul davanti con pendenti, a loro volta impreziositi da borchie metalliche e da pesanti terminali a volte snodati; si ritiene che tali pendenti avessero una minima funzione difensiva della zona inguinale ma che avessero un ruolo più che altro psicologico in quanto tintinnavano a ogni passo del militare (foto a destra "Cingulum decorato - Inghilterra). In talune rappresentazioni scultoree, i soldati romani sembrano indossare, sotto il cinturone, una fascia ventrale di stoffa che, probabilmente, serviva a evitare che il peso del “cingulum” potesse rovinare il tessuto della tunica.

CingulumImmagine di un

cingulum romano

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La calzatura dei legionari romani era la caligula. La parte superiore era tagliata da un pezzo unico di cuoio, cui venivano aggiunte una suola superiore e un sottosuola chiodato; le borchie erano disposte secondo uno schema preciso, che poteva variare ma che era sempre idoneo a garantire il migliore sostegno plantare

CalzatureImmagine caligula

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La lorica segmentata offriva un'ottima protezione contro la maggior parte dei colpi di frecce e spade, soprattutto provenienti dall'alto. Tuttavia la sua struttura fatta di cuoio e cerniere di bronzo e oricalco (orichalcum), una lega simile al moderno ottone, la rendeva più difficile da riparare per il fatto di necessitare di lamine intere di ferro; va tuttavia fatto presente che le armate romane disponevano di fabbri specializzati. Molti ritengono invece che una corazza del genere fosse incompatibile con le esigenze della fanteria pesante a causa del difficile l'utilizzo di queste durante il duro addestramento, le marce estenuanti, pesanti lavori manuali e battaglie campali di durata ultragiornaliera.

CorazzaImmagine lorica

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FINE