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L’ ESERCITO ROMANO L’ ESERCITO ROMANO ERA BEN ORGANIZZATO IN LEGIONI CHE COMPRENDEVANO ALTRE DIVISIONI : - LEGIONE = 6.000 UOMINI -CORTI = 600 UOMINI -MANIPOLO = 200 UOMINI -CENTURIA = 100 UOMINI -DECURIE = 10 UOMINI

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L’ ESERCITO ROMANO

L’ ESERCITO ROMANO ERA BEN ORGANIZZATO IN LEGIONI CHE COMPRENDEVANO ALTRE

DIVISIONI :- LEGIONE = 6.000 UOMINI-CORTI = 600 UOMINI-MANIPOLO = 200 UOMINI-CENTURIA = 100 UOMINI-DECURIE = 10 UOMINI

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L’ ESERCITO ROMANONelL’ antica Roma c’era un esercito molto potente ed era diviso

in legioni che si schieravano in tre file.Nella prima gli astati che erano giovani con aste

in seconda linea c’erano i principi.In terza linea c’erano i triarii

Ai lati i cavalieri. davanti c’erano i veliti che attaccavano per primi con il

giavellotto I romani quando attaccavano formavano la testuggine.

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LE LEGIONI

Le legioni erano divise in manipoli.i manipoli combattevano da soli con grade agilità sfruttando le imperfezioni dell’ esercito nemicoChe a loro volta erano divise in centurie.

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FORMAZIONIL’ESERCITO ROMANO AVEVA DIVERSE FORMAZIONI

DI DIFESA E ATTACO:- FORMAZIONE A CERCHIO - FORMAZIONE A TESTUGGINE- RESPINTA DELLA CAVALLERIA

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DEI SOLDATI ROMANI

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Ilcontrollo del territorio

A Roma non bastavano gli uomini che erano nelL’esercito per mantenere le terre conquistate quindi fece delle leggi che

favorivano le persone che non andavano contro il governo della città dandogli la cittadinanza e con il diritto di voto.

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Nell’ antica Roma avevano concesso ad alcune città di potersi governare da sole con il municipio però dovevano pagare le

tasse e aiuto militare.Poi c’erano le città Federate che erano quelle che avevano

accettato spontaneamente l’alleanza con RomaMa in caso di guerra dovevano fornire uomini.

Dopo c’erano i sudditi che erano privi di qualunque diritto . i romani formarono molte colonie durate l’ invasione.La formazione di una colonia era decisa dal senato .

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Le tecniche di questo periodo erano molto simili a quelle di altri popoli italici, in particolare ai Latini.

Al contrario, si trattava di un combattimento semplice ma violento, non particolarmente ordinato, tra poche centinaia di uomini dei vicini villaggi, che poteva durare anche pochi minuti, difficilmente alcune ore.

Vi era poi la consuetudine di lanciare un potente grido di guerra per intimorire l'avversario, prima dello scontro, come del resto in tutto il mondo antico.

A ciò si aggiunga il fatto che spesso, sempre per scoraggiare il nemico, venivano battute le aste o le spade contro gli scudi generando un grande fragore.

I guerrieri combattevano prevalentemente a piedi con lance, giavellotti, spade (con lame normalmente in bronzo, ed in rari casi in ferro, della lunghezza variabile tra i 33 ed i 56 cm), pugnali (con lame di lunghezza compresa tra i 25 ed i 41 cm) ed asce, mentre solo i più ricchi potevano permettersi un'armatura composta da elmo e corazza, gli altri una piccola protezione rettangolare sul petto, davanti al cuore, delle dimensioni di circa 15 x 22 cm.

Gli scudi avevano dimensioni variabili (comprese tra i 50 ed i 97 cm) e di forma prevalentemente rotonda, atti ad una miglior maneggevolezza

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Il combattimento prevedeva una serie di duelli tra i "campioni" dei rispettivi schieramenti, in genere tra i guerrieri più nobili, dotati di maggior coraggio e abilità.

I patrizi ed i loro clienti più ricchi, combattevano in prima linea, i soli a potersi permettere armature, scudi, spade, elmi di qualità, oltre ad una cavalcatura (da cui smontavano, prima dello scontro).

I più indigenti, non potendo permettersi a protezione del proprio corpo nessuna armatura completa (a volte solo una piastra di cuoio o bronzo, davanti al proprio petto), ma solo scudi in legno, venivano schierati nelle file più arretrate.

I più poveri, dotati di sole armi da lancio, come giavellotti e fionde, o anche rudimentali scuri, erano invece utilizzati all'inizio dello scontro, per provocare e disturbare il nemico schierato con continui e fastidiosi lanci di proiettili da lontano, oppure all'inseguimento del nemico in fuga, dopo uno scontro vittorioso.

La legione si disponeva su tre file, con la cavalleria ai lati. Ogni fila di 1.000 armati era comandata da un tribunus militum, mentre gli squadroni di cavalleria erano alle dipendenze dei tribuni celerum.