Alpini sul Gran Paradiso - Associazione Nazionale …...editoriale 3 5 - 2005 Il recente convegno...

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Sped. in a. p. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - filiale di Milano - Anno LXXXIV - N. 5 Maggio 2005 Mensile dell’A.N.A. Alpini e chasseurs in cordata sul Gran Paradiso Alpini e chasseurs in cordata sul Gran Paradiso

Transcript of Alpini sul Gran Paradiso - Associazione Nazionale …...editoriale 3 5 - 2005 Il recente convegno...

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Maggio 2005

Mensile dell’A.N.A.

Alpinie chasseursin cordatasul Gran Paradiso

Alpinie chasseursin cordatasul Gran Paradiso

25 - 2005

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229

DIRETTORE RESPONSABILECesare Di Dato

DIREZIONE E REDAZIONEvia Marsala, 9 - 20121 Milanotel. 02.29013181 - fax 02.29003611

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Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 2 maggio2005Di questo numero sono state tirate 394.236 copie

Editoriale

Lettere al Direttore

CDN

Calendario

Imola: il 9° Convegnodella stampa alpina

Ricordo di Papa

Giovanni Paolo II

Nostri alpini in armi

Conegliano: 4° Libro Verde

della Solidarietà alpina

Il btg. Piemonte,

di Umberto Pelazza

Il tricolore sul Monte Bianco28-29

24-26

22-23

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8-12

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6

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3 Sport: 39° campionato ANA

a Sappada

70° Campionato di sci di

fondo a Capracotta

Zona franca

Cori e fanfare

In biblioteca

Belle famiglie

Alpino chiama Alpino

Incontri

Dalle nostre sezioni

in Italia

Dalle nostre sezioni

all’estero

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maggio 2005

Sommario

IN COPERTINA

Una bella immagine che ci riportaagli Anni Settanta, quando la

Smalp era la Smalp, corredata di reg-gimenti alpini. È un’escursione sulGran Paradiso, compiuta da alpinidella scuola militare e da chasseursfrancesi del comando di Grenoble,con il colonnello Jean David. La fotoci è pervenuta proprio dall’ufficialefrancese, con parole di rimpianto peril nuovo modello di difesa che ha col-pito anche l’esercito francese. Questo per quanto riguarda il comeeravamo. Ci piace pensare, tuttavia,che ci sono i segni premonitori di unritorno – se non così frequente emassiccio – degli alpini in montagna,palestra di vita e di addestramento.Lo confermano tante esercitazioni,non ultima quella compiuta dai paràdel “Monte Cervino” sulle nevi dell’A-damello, della quale – per i tempistretti di chiusura del giornale – scri-veremo nel prossimo numero.

Inviare a L’Alpinouna copia dei giornali di sezione e gruppo

Rinnoviamo l’invito ai presidenti di sezionee ai capi gruppo ad inviare alla redazionede L’Alpino una copia del loro giornale.Servirà non soltanto per la nostra raccoltama anche per avere la possibilità di pubbli-care qualche articolo di particolare inte-resse, meritevole di essere riportato all’at-tenzione di tutti attraverso le pagine delmensile nazionale.Quindi inviate i vostri periodici alpini!

editoriale

35 - 2005

Il recente convegno della stampa alpinae, prima ancora, l’incontro con i giovanihanno fatto comprendere che, a forza di

interrogarci sul futuro ora che la leva nonc’è più, abbiamo tante cose da fare e chenon dobbiamo perder tempo per farle.Non c’è dubbio che tradizioni generazio-nali e storia alpina costituiscono il nostropatrimonio, ma abbiamo tutto un magnifi-co futuro da costruire per il quale contia-mo molto anche sui giovani che di questofuturo diventeranno indiscutibilmente iprotagonisti. Finita – o sospesa – la leva, viene da chie-derci cosa ne sanno i volontari, cosa san-no delle esperienze e della vita degli alpi-ni che li hanno preceduti nelle stesse ca-serme o in quelle - purtroppo- abbandona-te. E, parimenti, dobbiamo noi stessi chie-derci cosa fanno i volontari, da quelli aferma annuale a quelli a lunga ferma. Qua-li sono le loro aspirazioni, le loro aspetta-tive, i loro progetti. Ci sono capitani che appena ieri hannocomandato alpini di leva e ai quali oggi èaffidata una compagnia di professionisticon alle spalle numerose missioni all’este-ro. Fra dieci anni, forse anche meno, i gio-vani ufficiali non sapranno neanchecom’erano i “najoni”: avranno una menta-lità adeguata alla realtà che vivranno: cor-reremo il rischio di non capirci più, di es-sere accolti con cortesia, certo, ma anchecon un tenue sorriso di circostanza. In che modo potranno convivere due cul-ture, due mentalità diverse?

Un suggerimento è venuto dal generaleCarlo Frigo, al convegno della stampa al-pina: “Venite nelle caserme a parlare con inostri volontari, fatevi conoscere, acco-glieteli nei vostri gruppi, nelle vostre se-zioni. Date loro una mano, anche nella vi-ta civile, fate loro capire che ci siete e co-s’è la famiglia alpina”. Facciamoci dunque conoscere di più daigiovani volontari che non provengono daterritori a tradizione alpina ed aiutiamolia crescere anche fra i nostri gruppi e lenostre sezioni.Del resto anche fra i nostri iscritti ci sonotanti giovani, come abbiamo potuto verifi-care all’incontro avvenuto il 20 marzoscorso a Milano: essi hanno ovviamenteun rapporto più diretto con i loro coeta-nei e sono anche disposti ad assumersi re-sponsabilità nell’ambito associativo, undesiderio che incontra la dichiarata di-sponibilità del presidente nazionale e delCDN a considerare spazi e settori a loropiù congeniali nei quali rendersi utili, an-che professionalmente. Questo apporto di vitalità, questa nuovalinfa costituisce una grande ricchezza, co-me lo sono i nostri veci alla cui scuola igiovani sono cresciuti e crescono così be-ne.… E noi ci interrogavamo sul futuro, comese non avessimo invece tanto da fare?Noi parliamo dello zaino alpino come diuna metafora di valori: siamo ancora felicidi portarlo sulla spalle nel nostro cammi-no. **

Lo zainocome metafora. Vera

lettere al direttore

45 - 2005

TESTIMONIANZA

L’ANA e i giovani

Mi riferisco all’incontro con i giovani del 20 marzo a Milano, volutodal presidente Perona. Tutti gli interventi hanno evidenziato l’at-

taccamento e la determinazione a mantenere grande la nostra associa-zione. Dovremo rimboccarci le maniche per inserirci nell’organizzazio-ne, ma con il vostro sostegno potremo imparare tanto per poter af-frontare il cambio generazionale, che deve avvenire gradualmente. Sia-mo noi giovani che abbiamo bisogno di voi, per imparare con calma co-me vivere pienamente l’associazione.

Simeone Nicola - Gallarate (VA)

Ho constatato quasi con commozione l’intensa partecipazione al dibatti-to da parte di voi, giovani alpini, che ci avete fatto capire quanta forzaabbia ancora l’associazione. Lo dimostrano gli interventi, più di cin-quanta: un primato assoluto. Però ora si tratta di passare ai fatti: se vo-gliamo che gli alpini tornino ad affluire ai reggimenti dai tradizionali ba-cini di reclutamento bisogna che voi tutti vi adoperiate per convincere al-meno due vostri conoscenti ad arruolarsi anche solo come VFB 1. Solocosì il futuro sarà veramente sereno.

■ Il banco alimentare

Durante la raccolta per il bancoalimentare mi sono capitati

episodi piacevoli e meno piacevoli.Ma conservo con piacere le orepassate al supermercato e mi han-no appagato il sorriso e la gioia digrandi e piccini nel consegnare ipacchetti. Li sentivo vicini ai mieiideali, a ciò in cui credo e avrei vo-luto nominarli tutti “Alpini ad ho-norem”.

Lettera firmata

Io moltiplicherei per mille e millevolte, tanti quanti sono stati i nostrivolontari, le sensazioni da te prova-te. È una bella manifestazione di so-lidarietà che pubblico a nome di tut-ti gli alpini che si sono dati da farenella colletta, aumentando in modoesponenziale le donazioni; e la diri-genza del Banco non ha mancato dirilevarlo.

■ Ricordi di naia alpina

Ho ammirato la foto di copertinadi gennaio con la 48ª del Tirano

sul Cevedale. Comandante di quel-la compagnia, raggiunsi quellamontagna con i miei alpini nel mar-zo del 1973. Il tempo inclemente ci

costrinse a rendere gli onori ai Ca-duti della montagna in pace e inguerra nel pianoro del rifugio Casa-ti, presente il comandante del 5° al-pini, Antonio Nazzaro. In quel mo-mento vi fu una schiarita e un rag-gio di sole illuminò gli alpini schie-rati sulla neve. Questo mio ricordovada a tutti gli alpini del magnificoTirano.

Gianfranco Fabbri

La tua lettera è il condensato dellanaja alpina; vi è tutto: i soldati chenon cedono neppure al tempo av-verso, il capitano alla loro testa, ilcolonnello in mezzo a loro, la reli-giosità del momento, il ricordo deiCaduti. Sono piccoli episodi comequesto che rendono grandi le Trup-pe alpine. Con buona pace di chi civuole ridurre o cancellare.

■ Il maresciallo nocchieroPerugini

G razie, signor generale di aver-mi scritto. Ho apprezzato i suoi

sentimenti ma i ricordi rinnovano ildolore per la perdita degli alpininelle acque dell’Adriatico. Essi re-steranno Eroi nell’animo nostro enella storia. Noi giurammo di servi-re la Patria e l’abbiamo servita con

grande amore. Mi sento onorato diessere stato da lei unito nel ricordoagli alpini e con questo sentimento,tramite la sua persona, vi abbrac-cio tutti.

Michele Perugini

Pontelandolfo (BN)

Caro maresciallo nocchiero Perugi-ni, le sue parole non si perderannonell’oblio, ma le conserverò con reli-gioso amore. Per i lettori dirò chePerugini combattè sulla nave Sciroc-co nella battaglia della Sirte e, nau-fragato, con un commilitone vagònel Mediterraneo su un piccolo na-tante per quattro giorni venendo mi-racolosamente salvato da un idrovo-lante italiano. Ciò avveniva una set-timana prima dell’affondamento delGalilea.

■ Ricordiamoci anche dei veci

Complimenti ai due alpini chehanno percorso 400 chilometri

per tornare a casa dopo il congedo.Anch’io, dopo due guerre (Franciae Albania), sono tornato a piedi daOra (Bolzano) a Calamandrana(Asti): sicuramente più di 400 chi-lometri, con la paura di essere uc-ciso ad ogni momento. Di questonessuno parla mai, neanche il no-stro giornale così bello e giusto.Una parola, spesa per questi vecchialpini, farebbe felice chi è ancoravivo.

Mario Lovisolo

Calamandrana (AT)

Le traversie dei soldati lasciati soli do-po l’otto settembre ci sono ben note;L’ALPINO non ne trascura certo la me-moria, anche oggi dopo oltre ses-sant’anni. Se leggi bene i nostri artico-li ti accorgerai di quanto voi tutti siatesempre presenti nel nostro cuore. Ab-biamo persino coniato una frase, amio avviso molto significativa: “Voisiete le icone del nostro passato”.

■ Il generale Ottogalli

Dal 25 febbraio 2005 fa parte delnostro gruppo anche il genera-

le Gianfranco Ottogalli, già Capo di

lettere al direttore

55 - 2005

Stato Maggiore dell’Esercito in qua-lità di Amico degli alpini, il qualeesprime grande orgoglio per farparte della nostra Associazione.

Gli alpini del gruppo di Aquileia

“L’Alpino” fa giungere al generaleneo-entrato, la propria soddisfazio-ne: è un altro “Quattro stelle” che siaggiunge ai pari grado già iscrittiche danno lustro all’ANA. Con facilegioco di parole mi sia consentito di-re con simpatia che ora gli alpinivalgono Otto ... Galli!

■ Ultimo al corso?

Sono artigliere alpino: non mi pia-ce che nei reggimenti preposti

all’addestramento dei volontari enelle scuole molti superiori dicanoche chi arriva ultimo al corso an-drà negli alpini, che per me sono imigliori in assoluto. Sembra pro-prio una punizione.

Ducali - Trento

Io spero che il fatto da lei segnalatosia isolato e sia accaduto in un mo-mento di cattiva tenuta dei nervi diqualche ufficiale o sottufficiale. Fareapparire il servizio negli alpini co-me uno spauracchio è semplicemen-te demenziale. Però, devo propriodirlo, io lo vedo anche come un’e-saltazione della serietà dei nostri re-parti, da sempre additati ad esem-pio anche all’estero.

■ Poeta grazie alla naia

Le invio il mio primo libro di poe-sie frutto di anni di meditazio-

ne. Questo mio istinto di osserva-zione si è rivelato durante il mioservizio al battaglione Aosta nel1971. L’incantevole bellezza dellamontagna e la grande umanità deimiei comandanti hanno lasciatouna forte impronta educativa nellamia anima, dandomi modo di sco-prire in me questo talento.

Silvano Notari

Zola Predosa (BO)

Ho letto le sue poesie: belle e ispira-te, sicuramente al di sopra della me-dia. Del resto non lo dico io ma i

■ Le nostre copertine

Le copertine de L’Alpino sonosempre molto significative, ma

quella del mese di novembre 2004esprime fierezza, disciplina, amordi Patria.È stata affissa nella nostra sezionedell’Associazione Combattenti eReduci di Viverone. Complimenti.

Vittorangelo Croce, presidente

Viverone (BI)

Ringrazio a nome della redazione,in tutto quattro persone di buona vo-lontà oltre a chi scrive, cui va il me-rito della “costruzione” della rivista.

TESTIMONIANZA

Il Santo Padre e gli alpini

Ho visitato il portale dell'Associazione Nazionale Alpini (www.ana.it)e ho letto l'articolo circa la scomparsa del Santo Padre Giovanni

Paolo II. Del pari, ho letto il discorso che Sua Santità ha rivolto agli al-pini nel 1979, discorso che effettivamente rispecchia lo spirito della Fe-derazione Internazionale dei Soldati da Montagna (IFMS), che ci haconsentito di acquisire e conoscere amici che condividono con noi ilmedesimo modo di pensare ed una identica sensibilità religiosa, chepiù che mai ci unisce.

Esteban Calzada CharlesPresidente della Asociacion Artilleros

Veteranos de Montana di Lleida (Spagna)

Noi della sede nazionale e de “L’Alpino” non possiamo che concordare,pubblicando – commossi – questo attestato di fede profonda.

suoi qualificati critici. Tutti sannobuttar giù versi, pochi sanno com-porre poesie. Sono lieto che l’ispira-zione le sia venuta al btg. Aosta,quando lei era un mio alpino.

■ Soldato semplice e Medaglia d’Oro

Aseguito di una discussione de-sidero porre una domanda: è

vero che un soldato semplice nonpuò essere decorato di Medagliad’Oro?

Giuseppe Orsello

Le medaglie d’Oro tengono contodella persona, non del grado. Nel no-stro Labaro figurano sei medaglied’Oro concesse a caporal maggiori,sei a caporali e dieci ad alpini, perun totale di ventidue. Chi ha vinto,tra di voi, la scommessa?

consiglio direttivo nazionale

65 - 2005

Consiglio Direttivo Nazionaledel 16 aprile 2005

La riunione si è svolta nella sala consiliare del Co-

mune di Conegliano in occasione della quarta

Giornata della Solidarietà alpina.1. - INTERVENTI DEL PRESIDENTE: marzo. 20, Mila-no: incontro con i giovani al teatro Dal Verme – 21, Ao-sta: firma della convenzione con la Regione per la P.C.– aprile. 3, Genova: 50° del gruppo di Rivarolo – 9/10,Imola: 9° Convegno della Stampa Alpina.2. - ... E DEI VICEPRESIDENTI. Brunello: 3 aprile, Mez-zocorona: commemorazione di Franco Bertagnolli –Sonzogni: 30 marzo, Lecco: visita alla sezione – 2 apri-le, Conegliano: conferenza stampa sulla quarta giornatadella solidarietà – 9/10 aprile, Valle Stura (Cuneo): 28°campionato di sci alpinismo – Nichele: 2 aprile, Asti: riu-nione straordinaria dei presidenti del primo rgpt.3. - LABARO. Il CDN decide la presenza del Labaro sa-bato al Bosco delle Penne Mozze e domenica 17 allachiusura della Giornata della solidarietà alpina. 4. - ADUNATA. Vecchio: il Servizio d’ordine nazionale(SON) che ha accolto 27 nuovi iscritti, alloggerà nellaFiera di Parma - Per i cori di sabato sera, 14 maggio, ladirezione del Teatro Regio concederà un limitato nume-ro di inviti, che saranno distribuiti proporzionalmentefra le sezioni – Il centro storico sarà chiuso alle 12.00 divenerdì 13; la seconda cerchia della città (al limite delletangenziali) alle 24.00 dello stesso giorno - Romagnoli: ilSON eserciti la massima vigilanza ed applichi le misurecontro i trabiccoli. Soravito e Vecchio assicurano chesono state prese contromisure adeguate.

5. - GIOVANI. Perona esprime soddisfazione per i ri-sultati dell’incontro con i giovani alpini del 20 marzo alteatro Dal Verme di Milano.

6. - SEZIONI EUROPEE. Viene approvata dal CDN laproposta della Commissione regolamento sezioni eu-ropee di consentire alle sezioni estere che ne faccianorichiesta di applicare la norma statutaria e regolamen-tare prevista per i gruppi.

7. - DONAZIONI. CDN accetta la donazione di un terre-no a Erbezzo (VR) sul quale è eretto un monumento aiCaduti e agli alpini.

8. - BANCO ALIMENTARE. CDN approva la nostra par-tecipazione anche per novembre 2005.

9. - CORRISPONDENZA. telegramma di cordoglio allaSegreteria del Vaticano per la scomparsa di Papa Gio-vanni Paolo II.

10. - COMMISSIONI. Gentili (Grandi opere): riferiscesulla ricognizione in Mozambico del 3/5 aprile sul pos-sibile recupero di un fabbricato e la costruzione di al-tri due a favore delle suore missionarie del luogo –Martini (Contrin): sarà fatto ricorso contro il pareredella “Commissione comprensoriale per la tutela delpaesaggio” che blocca il progetto di sistemazione delrifugio, ritenendolo edificio storico – Romoli (IFMS): ametà settembre si terrà negli USA il XX congresso; –Sonzogni (Sport): ottime la realizzazione e la parteci-pazione, nonostante le condizioni meteo proibitive, al28° campionato di sci alpinismo in Valle Stura. ●

Ad Alfio Caruso il Premio “Giornalista dell’anno”

Al giornalista e scrittore Alfio Caruso è stato as-segnato il “Premio giornalista dell’anno” dal-l’Associazione Nazionale Alpini.

Il riconoscimento viene conferito al giornalista o al-la testata giornalistica o televisiva che nel corso del-l’anno abbia evidenziato l’operato e i valori degli al-pini. La cerimonia avverrà a Parma sabato 14 maggioalle 18,30 all’Auditorium Paganini, nel corso del salu-to ufficiale del sindaco di Parma agli alpini convenu-

ti per la loro adunata nazionale in programma il 14 e15 maggio. Questa la motivazione del premio: “Giornalista e sto-rico, ha scritto con l’immediatezza del linguaggiodella cronaca ed il rigore dello studioso l’epopea de-gli alpini in Russia e nel ricostituito Esercito italiano,evidenziando nelle sue opere il sacrificio delle PenneNere, il loro valore, la loro umanità e fedeltà alla Pa-tria”. ●

Ufficio stampa a Parma:questi i numeri telefonici nei giorni dell’Adunata

Questi sono i numeri di telefono dell’Ufficio stampa che sarà apertoa Parma, presso l’hotel Maria Luigia, viale Mentana 140 nei giorni

dell’Adunata: 0521-228098 – 228018 • fax 0521-282487

La segreteria del presidente nazionale risponderà al nr. 0521-224409

e il Centro Studi, al nr. 0521-232324.

calendario

75 - 2005

18/19 giugnoCUNEO – Festa sezionale.REGGIO EMILIA - 2ª festa provin-ciale della solidarietà a Baiso.SALÒ – 53° raduno sezionale a Ca-povalle.VARESE – Rassegno dei cori alpinidei congedanti.

19 giugnoLUINO – Festa sezionale a Curiglia.MARCHE – 32° giro da rifugio a ri-fugio e 73° raduno sezionale a For-ca di Presta.MILANO – Raduno sezionale a Pon-te Selva.MODENA – Raduno sezionale a Ser-ramazzoni.MONDOVÌ – Raduno sezionale aPianfei.

24/25 giugnoBRESCIA – Campionato nazionaledi tiro a segno a Gardone.

25/26 giugnoPINEROLO - Raduno sezionale aFenestrelle.

26 giugnoSEZIONE DI TRENTO - Pellegri-naggio nazionale al rifugio Con-trin.SEZIONE DI BERGAMO – 28°campionato di corsa in montagnaa staffetta a Mezzoldo.ABRUZZI – Raduno sezionale aLanciano.ASTI – Pellegrinaggio al SantuarioMadonna degli Alpini a Cassinasco.LECCO – Raduno al rifugio Cazzani-ga Merlini.SAVONA – Premio nazionale Alpinodell’anno.VERCELLI – Pellegrinaggio al Mon-te Grappa.CADORE – A Cappella Tamai ceri-monie per l’anniversario dell’ecci-dio di Cima Vallona.

CALENDARIO MANIFESTAZIONI

NUOVI PRESIDENTIVALLECAMONICA: il nuovo pre-sidente è Ferruccio Minelli. Ha so-stituito Giovanni Chini.

IVREA: Luigi Sala ha sostituitoSergio Avignone.

VITTORIO VENETO: Dino Sala-mon è il nuovo presidente sezio-nale. Ha sostituito Donato Car-nielli.

ABRUZZI: Antonio Purificati è ilnuovo presidente sezionale. Hasostituito Ornello Capannolo.

“In punta di Vibram”:alla Fondazione

don Gnocchigià donati 25 mila €

In punta di Vibram, il libroscritto a più mani da un grup-po di allievi AUC

della Scuola militarealpina di Aosta stariscontrando unsuccesso imprevi-sto. Ne abbiamoparlato nel nostronumero del novem-bre scorso e anchene L’Alpino del me-se scorso, per an-nunciare che faràparte di una collana incentratasulla narrativa alpina. La secon-da opera in via di pubblicazionesarà La Cinque, di Filippo Rissot-to; il terzo volume in programmasarà Don Gnocchi, alpino cap-pellano, di Gaetano Agnini.I pro-venti della vendita di In punta diVibram sono destinati alla Fon-dazione don Gnocchi, alla qualesono stati già consegnati 25 milaeuro e prossimamente sarà ver-sata una somma analoga desuntadalla vendita del libro. Sarà pos-sibile trovare il volume anche aParma, alla sede della Fondazio-ne don Gnocchi, in via Largo deiServi oppure ordinandolo all’edi-tore: Edizioni Arterigere-Esse Ze-ta, viale Aguggiari 178- 21100 Va-rese – tel. 0332.239678- € 16,50spese comprese. ●

4/5 giugnoBRESCIA – Raduno sezionale a Ru-diano.CUNEO – Raduno intersezionale delRoero a Montà d’Alba.

5 giugnoBERGAMO – Cronoscalata del Mon-te Resegone a Brumano.CREMONA – Festa sezionale a Ca-stelleone.MILANO – Premiazione 14° concor-so letterario a Lacchiarella.MONZA – Raduno sezionale a Ca-satenovo.VARESE – Campionato sezionale ditiro a segno a Tradate.

11 giugnoCIVIDALE e GORIZIA – Pellegrinag-gio sul Monte Nero e commemora-zione M.O.V.M. Alberto Picco.

11/12 giugnoPORDENONE – 80° di costituzionedella sezione.

12 giugno ASTI - 17ª festa provinciale a Cal-lianetto.CARNICA – Pellegrinaggio alle cap-pelle del Pal Piccolo e Pal Grande.GENOVA – Raduno intersezionale aCapannette di Pej.INTRA – Raduno intersezionale almemoriale della Colletta di Pala.PIACENZA – Raduno sezionale aPontenure.ROMA – Pellegrinaggio al tempiovotivo Madonna della Vittoria sulMonte Terminillo.SALUZZO - Pellegrinaggio al San-tuario di Valmala.VALSUSA – Raduno sezionale aExilles e incontro reduci del 3° reg-gimento alpini e della 40ª btr. a.mon.VARESE - 25ª edizione bancarellafiorita a Vedano Olona.VERONA – Raduno sezionale a SantaLucia Quartiere Indipendente.

Concerto di cori: qualche variante

Comunichiamo alcune varianti alprogramma del concerto dei co-

ri a Parma nei giorni dell’adunata.Venerdi 13 maggio: • il coro "CAI Mariotti" anziché"Valle Belbo" (Asti) (Chiesa S. Se-polcro - via Repubblica 76 - ore 21).Sabato 14 maggio: • il coro "La Campagnola" (Biella)ha disdetto l'impegno (Chiesa S.

Maria del Rosario - via Isola 18 -ore 20.30).• il coro ANA Valnure (Piacenza)anziché "La Contrada" di S. Stefanod'Aveto (GE) (Chiesa di S. Lazzaro -via Emilio Lepido 11 - ore 21).• nuovo: il coro "Ardito Desio" diPalmanova (UD) canta al circoloanziani "Tulipano" - via Bonomi 44- Parma - ore 16.30.

85 - 2005

“Togliamo il punto interrogati-vo dal futuro dell’ANA”: eraquesto il tema del 9° Conve-

gno itinerante della stampa alpina,che si è svolto il 9 e 10 aprile scorsoall’hotel Molino Rosso di Imola, or-ganizzato dalla sezione BologneseRomagnola in collaborazione con illocale gruppo alpini. È stato un con-vegno che ha segnato un record dipresenze: 115 rappresentanti di 59testate sezionali e 8 di gruppo e ol-tre trenta gli interventi.Il tema del convegno intendevaprendere atto della fine della leva e,conseguentemente, delle iniziativeda mettere in pratica per garantire ilfuturo associativo. A convegno con-cluso possiamo dire che il punto in-terrogativo è stato definitivamentetolto, lungo la strada indicata dal no-stro presidente nazionale CorradoPerona: “Ricompattarci, lavorare so-do, perché gli alpini hanno abbinatoai valori la capacità di fare. E i nostrivalori – ha detto Perona – ci dannouna capacità enorme: abbiamo lozaino pieno di capacità…!”. Ed ha indicato una serie di iniziativeche spaziano dalle sezioni del cen-tro-sud ai rapporti alpini in conge-do-alpini in armi, a nuove iniziativenell’ambito dello sport, alla partico-lare attenzione alle sezioni all’este-ro, all’attività di promozione delCentro Studi, alle sinergie fra ilmensile nazionale e le testate disezioni e di gruppo, alla cura delnostro patrimonio di cori e fan-fare, alla comunicazione, inparticolare per quanto ri-guarda la Protezione civile el’ospedale da campo…Serviva dunque un nuovoslancio dopo l’arrabbiatu-

ra della fine della leva. Uno slancioche è cominciato da dove dovevacominciare: dai giovani. Da quei cin-quecento che hanno dato la caricaaccorrendo all’invito del presidentenazionale e che si sono ritrovati il 20marzo scorso a Milano, manifestan-do il loro entusiasmo associativo, ol-tre che il desiderio di pesare di piùall’interno dei gruppi e delle sezioni. Quanti si adoperano a realizzare igiornali associativi hanno colto il si-gnificato di questo rinnovato impe-gno, anche se qualche delegato hapreferito ricalcare vecchi temi. Il no-stro attaccamento alla tradizione al-pina e ai valori che abbiamo eredita-to, l’onore dovutoai nostri Caduti,il rispetto per inostri reduci eper i veci, l’a-more che cilega agli al-pini in armi,l’impegno as-sociativo, il si-

gnificato del cappello alpino sonopunti cardine che costituiscono ilnostro essere alpini e che non sonoin discussione. Sono stati, del resto, il motivo di sot-tofondo degli interventi del conve-gno, che ha lanciato idee nuove sul-l’onda di quel cambiamento nellacontinuità la cui necessità non èsfuggita a nessuno.

* * *

I lavori sono iniziati nel primo po-meriggio, presieduti dal vice presi-dente nazionale vicario Vittorio Bru-nello, in assenza (giustificata) delpresidente del Comitato di direzionede L’Alpino Adriano Rocci. Al tavolodella presidenza c’erano il presiden-te nazionale Corrado Perona, il vicecomandante delle Truppe alpine

generale Carlo Frigo, il direttorede L’Alpino gen. Cesare Di Da-to, il presidente della sezione

Bolognese Romagnola Gian-franco Cenni, che ha portato il sa-

luto degli alpini della sua sezione esi è detto orgoglioso di ospitare

il convegno.

A Imola il 9º Convegnoitinerante della stampaalpina sul tema: ”ANA, quale futuro?”

Quell’interrogativo

Il presidente Corrado Perona durante il suo intervento.Nella foto in alto, il tavolo della presidenza del convegno: da sinistra il direttore de L’Alpino, gen. Cesare Di Dato, il vice presidente vicario e presidente del convegnoVittorio Brunello, il vice comandante delle Truppe alpine gen. Carlo Frigo, il presidentenazionale Perona e il presidente della sezione Bolognese-Romagnola Gianfranco Cenni.

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Onorato di trovarsi fra gli alpini si èdetto l’assessore alla Cultura del Co-mune di Imola Valter Galavotti, cherappresentando il sindaco, all’este-ro nei giorni del convegno, ha avutoparole di grande considerazione, sti-ma e gratitudine per le penne nere inarmi e in congedo, queste ultimesempre pronte e così presenti nelterritorio.In apertura ha portato il saluto deglialpini in armi, in special modo diquelli che sono impegnati nelle mis-sioni all’estero, il vice comandantedelle Truppe alpine, gen. Frigo, ac-colto con un lungo applauso; infine,il gen. Di Dato ha letto un messaggioinviatogli alla vigilia del convegnodal generale Bruno Iob, il quale conl’augurio di buon lavoro ha espressovicinanza e affetto per gli alpini incongedo e fiducia nelle inesauribilirisorse dell’Associazione.Poi sono iniziati gli interventi deicongressisti. Nella cronaca, abbia-mo scelto di trattare gli argomenti(più che dar voci ai singoli oratori)per evitare superflue ripetizioni.

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LO STATUTO – Un richiamo alla di-sciplina associativa è venuto dalconsigliere nazionale Sandro Rossi,membro del Comitato di direzionede L’Alpino, una disciplina “che devecoinvolgere indistintamente gli orga-ni della stampa nazionale, di sezionee di gruppo”. La chiave di volta chesostiene il complesso “sistema alpi-ni”, è rappresentata – ha continuatoRossi – “dall’esistenza dello Statutocon relativo regolamento attuativo,cui è legata una struttura verticisticaelettiva, attenta, funzionante, libera

non c’è più

e vincolata all’unico Credo costituitodagli stessi valori per i quali si sonobattuti i nostri predecessori”. Rossi ha quindi definito “trainante”la funzione del mensile nazionaleL’Alpino, espressione del presidentee del Consiglio direttivo nazionale,del quale mensile deve fare “armo-niosa cassa di risonanza la stampasezionale e di gruppo”. Una discipli-na tanto più necessaria quanto deli-cato è il momento che sta attraver-sando l’Associazione che è, occorrericordarlo, un’Associazione d’Arma.

Da destra: Antonio Raucci (Lo scarpone canavesano), Nino Venditti (Penna Neradelle Grigne), i consiglieri nazionali Cesare Lavizzari e Sandro Rossi e il pastpresidente Nardo Caprioli. Nelle foto in basso, alcuni scorci della sala convegno.

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È questa una prerogativa che dob-biamo difendere anche in quei parti-colari che, poi, particolari non sono,come il testo originale della Preghie-ra dell’Alpino, che dev’essere recita-ta nel testo approvato dal CDN e nonda quello suggerito dall’Ordinariatomilitare. Rossi ha concluso rinno-vando l’invito alla disciplina associa-tiva, particolarmente importante perchi scrive.Sulla “Preghiera dell’Alpino” è inter-venuto anche il past-president Nar-do Caprioli, il quale ha anche smenti-to l’autenticità di un ordine attribui-to al comando sovietico secondo ilquale il Corpo d’Armata alpino sa-rebbe stato l’unico a non aver subitola sconfitta in terra di Russia. “I no-stri Caduti – ha detto Caprioli – nonhanno bisogno che venga ricono-sciuto il loro valore, perché la loronon è stata una sconfitta di valori:sono questi valori che permettonooggi ai nostri giovani di vivere in li-bertà”.Questo della disciplina associativa èstato un tema ripreso da molti, an-che in termini piuttosto duri masempre per ribadire la validità delleregole comprese nello Statuto e nelledecisioni del Consiglio nazionale.Anzi, ci sono stati anche interventidi delegati che hanno chiesto al pre-sidente di intervenire nel caso qual-che direttore di testata, o presiden-te, esuli dalle direttive impartite. Ciònon significa mortificazione delleidee o del dialogo, anzi: idee e sugge-rimenti devono essere riportati sullanostra stampa perché il CDN ne fac-cia argomenti di discussione. Ancorariferendosi a questo tema delle rego-

le, il consigliere nazionale Mauro Ro-magnoli, altro esponente del Comita-to di direzione de L’Alpino, ha richia-mato l’attenzione sulle responsabi-lità dei direttori di testata, che sono,sì, responsabili di quanto vienestampato, ma quanto viene stampa-to dev’essere in sintonia con il presi-dente e il consiglio sezionale. Ancheper Romagnoli la stampa alpina deveriportare fermenti che potranno es-sere di sostegno all’azione del presi-dente nazionale e del CDN.

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ALPINI IN ARMI - “Noi, per quantoriguarda i nostri reparti alpini, abbia-mo da tempo tolto il punto interro-gativo. Stiamo conseguendo ottimirisultati - ha detto il generale Frigo -Ma abbiamo bisogno di voi per inse-rire i nostri ragazzi nella società. Inostri volontari hanno bisogno dipunti di riferimento, per loro stessi eper i loro familiari. Dateci una manoper farli sentire parte del territorio.Voi avete gli strumenti con i vostrigruppi e le vostre sezioni”.La necessità di entrare nelle caser-me, di inserire i volontari in servizio

nella comunità degli alpini in conge-do è stata ribadita da diversi respon-sabili della stampa alpina, oltre chedallo stesso presidente Perona.

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ANNIVERSARI - “Non c’è solo Niko-lajewka”, aveva detto il direttore deL’Alpino in apertura dei lavori. Que-sto perché nella nostra stampa ven-gono trascurati altri fatti, località,episodi. Essendo la storia degli alpi-ni così complessa e densa di avveni-menti che andrebbero ricordati, puòinfatti capitare di focalizzare l’atten-zione solo su alcuni; per questo ilCDN ha deciso di trasformare in ce-lebrazioni a carattere nazionale, a ro-tazione, varie manifestazioni. Sonocelebrazioni il cui significato – è sta-to detto – andrebbe spiegato agli stu-denti e, perché no?, agli stessi volon-tari nelle caserme.

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COMUNICAZIONE E QUALITÀ DEL-LA STAMPA ALPINA – I media nazio-nali non si occupano di noi, è statodetto. Argomento delicato che com-porta anche la capacità di produrre

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notizie e produrle in modo da con-sentire alla stampa nazionale di po-terle pubblicare. “I giornali nazionalici conoscono ancora poco”, ha affer-mato il consigliere nazionale CesareLavizzari, per il quale è necessarioentrare non solo nelle caserme maanche nelle scuole. È stata ricono-sciuta la necessità di evidenziaremaggiormente quanto fa l’associa-zione, con la Protezione civile, conl’ospedale da campo e con le iniziati-ve di maggior respiro che vengonosvolte a livello di sezioni o di rag-gruppamento. Di non trascurabileimportanza è la documentazione fo-tografica, che – se vogliamo metterlaa disposizione delle agenzie e deigiornali – deve avere carattere diprofessionalità, caratterizzata daqualità delle immagini e tempestivitàdi spedizione.Altra necessità: il miglioramento del“prodotto giornale”, sia per quantoriguarda la confezione delle rivisteche la scrittura stessa. Molto utili, inquesto senso, sono stati definiti gliincontri di tecnica giornalistica congruppi di responsabili di giornali,analoghi a quelli organizzati dalla se-zione di Luino e da quella di Treviso.Una proposta… europea è stataavanzata dal delegato della sezioneLussemburgo, gen. Lombardi, il qua-le ha lanciato l’idea di pubblicare“L’Alpino europeo”, versione euro-pea del nostro mensile nazionale. Inquesto modo sarebbe possibile darevoce in un unico giornale a tutte lesezioni europee, visto che alcunehanno difficoltà a produrre il notizia-rio. Perplessità sono state avanzatedal delegato della sezione Svizzera,

ma la proposta non è stata accanto-nata.

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IL PORTALE WWW.ANA.IT – La pre-senza sul web della nostra associa-zione, attraverso il portalewww.ana.it è stata oggetto di un in-tervento del vice presidente nazio-nale Gian Paolo Nichele e MicheleTresoldi che hanno messo in eviden-za il gradimento di un progetto asso-ciativo nato tre anni or sono. Il nu-mero delle pagine visitate in questoperiodo, infatti, è cresciuto costan-temente, con vertiginosi picchi incorrispondenza delle Adunate Na-zionali. La nascita di una “commu-nity alpina”, sempre più numerosa, èun chiaro indicatore della vitalità delnostro portale che, accanto alle suefunzioni istituzionali, diventa, attra-verso i forum di discussione, semprepiù punto di incontro e di dialogo tragli alpini. La crescente attenzione aquesto strumento di informazioneha spinto il portale ad offrire nuoviservizi riservati alle sezioni ed ai vi-sitatori, ultimo in ordine di tempo, ilnuovo modulo dedicato agli appun-tamenti associativi di gruppi e sezio-ni, che verrà attivato durante il pros-simo periodo estivo.

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ASIAGO – A qualcuno non è piaciu-ta la decisione del CDN di svolgerel’adunata nazionale ad Asiago, l’an-no prossimo. Troppe difficoltà logi-stiche, è stato detto. Le critiche sono venute da un dele-gato del Veneto il cui raggruppamen-

to è stato pressoché compatto nelproporre al CDN Asiago, come è sta-to ricordato sia dal presidente Pero-na che, prima di lui, dal presidentedel convegno e vice presidente vica-rio Brunello. Ora che il CDN ha deci-so che sarà Asiago, ed è davvero au-spicabile che questo “ritorno alleorigini” contribuisca a dare una cari-ca che forse non serve, ma che malenon farà di certo.

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GIOVANI – “Mi auguro che al prossi-mo convegno i giovani siano più nu-merosi”, ha detto il delegato di Par-ma. Dopo l’incontro del marzo scor-so a Milano i giovani hanno dimo-strato di essere pronti ad assumersiresponsabilità all’interno dell’Asso-ciazione. Accertato che nell’ambitoassociativo – come è stato rilevatoda alcuni delegati – non c’è alcunconfitto generazionale, i giovanipossono davvero fare molto.Una interessante proposta è venutadal segretario del CDN Silvio Botter,il quale ha suggerito di svolgere unavolta all’anno, a livello di Sezione,una riunione dei responsabili deigiornali di gruppo.

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Al termine delle due mezze giornatedi dibattito, il presidente Perona hatracciato le conclusioni. Prima ditutto ha detto che dei temi discussial convegno egli intende parlare an-che nelle sue visite che ha in pro-gramma nelle regioni del Centro-Sud, dove ci sono ottime sezioni che

Il gen. Frigo durante il suo intervento e, a destra, lo scambio didoni con il presidente della sezione Cenni.

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Il 9° CISA di Imola si è chiuso positivamente sia peri partecipanti (115), sia per le testate presenti (59sezionali e 8 di gruppo), sia per gli interventi

(31): in tal modo sono stati superati i primati prece-denti. C’è di che esserne soddisfatti.Ma ciò che maggiormente salta all’occhio è il conte-nuto degli interventi: tolti cinque o sei oratori che sisono lasciati prendere la mano dalla foga e hannodisquisito su temi non pertinenti, tutti gli altri hannotrattato l’argomento chiave del convegno, cioè comeagire per rendere sempre migliori le nostre riviste siacome contenuto sia come aspetto. In questo molto hanno giovato gli incontri organiz-zati dal nostro caporedattore Basile lo scorso anno.Inoltre occorre dare atto al Comitato di direzione deL’ALPINO di aver approfondito, nei mesi precedenti,gli argomenti che potevano riscuotere l’interesse deipartecipanti elaborando alla fine un ordine del gior-no che non ha dato adito a dubbi. Né va dimenticato il tema del convegno: “Togliamoil punto interrogativo dal futuro dell’ANA” che, ripe-tendo il motto lanciato dal presidente Perona a Ro-vereto nel giorno del suo insediamento, è stato co-stantemente tenuto presente dagli oratori.Quattro le proposte degne di essere prese in consi-derazione:Bottinelli, presidente di Luino, propone l’italianizza-zione delle parole inglesi nell’informatica per salva-guardare il nostro idioma dall’imbarbarimento. Ciò

non è possibile viste le dimensioni ormai globali delfenomeno, ma la proposta, almeno per le nostre ri-viste, può riversarsi sul linguaggio comune eliminan-do tutte le parole e i modi di dire stranieri (ce ne so-no persino mutuati – male – dal giapponese!) laddo-ve esiste il corrispettivo italiano. De Cesare, capogruppo di Sulmona, è per l’aperturasui giornali alpini di un colloquio con i lettori attra-verso un’apposita rubrica. D’accordo, purchè botta erisposta siano brevi e stringate per riscuotere l’inte-resse del lettore.Botter, consigliere nazionale, vorrebbe che le sezio-ni che dispongono di più testate di gruppo organiz-zassero dei CISA in miniatura per discutere dei pro-blemi al loro livello e per trasferire in esse le espe-rienze tratte dal convegno nazionale. Ottima ideache va coltivata anche per sopperire alle oggettivedifficoltà dei gruppi di intervenire al convegno.Sabatino, sezione Abruzzi, insiste sulla necessità diavviare, sezione per sezione, contatti concreti con igiornali e le TV del luogo per evidenti motivi di visi-bilità. Discorso ormai ciclico che è opportuno ripor-tare sempre alla memoria.

Un buon CISA, dunque; sono ormai lontani i tempidei convegni fissi a Milano, ridotti a una sola, affret-tata giornata, dove il dibattito non usciva dal collo-quio da casa di ringhiera. Un buon CISA, ottima pre-messa al decimo che si terrà a Imperia. ●

DI CESARE DI DATO

Commento ai fatti del CISA

sono già in sintonia con quantoemerso nel dibattito.“Noi diciamo che la Protezione civileè il nostro fiore all’occhiello, ma lo èanche la nostra stampa alpina!”, hacontinuato fra gli applausi. Egli hachiesto di essere sollecitato dallanostra stampa e che farà tesoro diqueste sollecitazioni che porterà inCDN. Ha ribadito la necessità di so-stenere le sezioni all’estero: “Se nonle sosteniamo noi, chi dovrebbe so-stenerle?”, ha detto riscuotendonuovi applausi. Parimenti lo stessosostegno va alle sezioni del Sud, ver-so le quali il presidente ha chiestomaggiore attenzione. Per quanto riguarda gli alpini in armi,piena sintonia con quanto ha detto ilgenerale Frigo sulla necessità di es-sere vicini ai nostri reparti alpini edaiutarli a crescere anche all’internodei nostri gruppi e sezioni. “Hanno

bisogno di tante cose – ha detto Pe-rona – Di metter su famiglia, trovarespazio nella vita civile. Diciamo loro:sono alpino come lo sei tu. Ti vogliodare una mano”. Ed ha lanciato l’ideadi farli iscrivere all’ANA, ma non nel-la sezione della città in cui prestanoservizio, bensì nella rispettive sezio-ni di origine. “Una volta congedati,saranno una ricchezza per le sezionidelle città nella quali torneranno a vi-vere”, ha detto Perona.Per quanto riguarda i giovani iscritti,ha lanciato una proposta in linea conil suo desiderio espresso da questi diessere coinvolti nella vita associati-va: “Perché i raggruppamenti non cimandano qualche giovane in CDN? Eche abbia acquisito una professiona-lità: abbiamo bisogno di ingegneri,avvocati, commercialisti, insommadi tecnici che siano anche utili all’As-sociazione senza che si debba ricor-

rere a forze esterne”.Infine Perona ha parlato dei soci ag-gregati. “Nessuno pensi che io siacontro di loro, anzi nutro per loro ilmassimo rispetto. Io continuerei achiamarli amici degli alpini e non so-ci aggregati – ha detto –. Per ora,avendo tanti altri problemi più ur-genti dei quali discutere e program-mi da avviare, valgono le regole sta-tutarie. Quando sarà il momento cioccuperemo anche degli amici deglialpini, discuteremo, sentiremo tuttie quando saremo pronti stabiliremole regole”. Il presidente ha infine rin-graziato tutti gli intervenuti, in spe-cial modo il generale Frigo, il presi-dente della sezione Cenni e il capo-gruppo di Imola Dante Poli e dandol’appuntamento agli operatori dellastampa alpina per l’anno prossimoha concluso fra gli applausi con un“Viva l’Italia, viva gli alpini!” ●

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Come abbiamo avuto modo diannunciare nei numeri prece-denti, in occasione dell’adunata

nazionale di Parma la Repubblica diSan Marino ha emesso una serie difrancobolli dedicati agli alpini. La se-rie (di quattro francobolli) è statapresentata al Circolo della Stampadi Milano ed è contenuta in un foldercon relativo annullo della Repubbli-ca del Titano. Durante l’Adunata nazionale a Par-ma sarà possibile acquistarlo, neigiorni 13-14 e 15 maggio, presso:• la sede dell’annullo postale, in

piazza della Steccata, gazebo uffi-ciale;

• Centro Studi ANA, presso l’hotelMaria Luigia, in viale Mentana 140;

• in appositi stand situati nel centrodella città di Parma e nella zona dipartenza e scioglimento della sfila-ta;

• nei negozi di filatelia di Parma.Dopo l’Adunata nazionale, potrà es-sere richiesto alla Sede Nazionale(tel. 02.62410201 – fax 02.6555139 –mail: [email protected]) chefornirà le modalità di acquisto. ●

Una serie di francobolli di San Marino sugli Alpini

Si svolgerà domenica 26 giugno il 23° raduno na-zionale al rifugio Contrin in Marmolada.

Ecco il programma di massima:ore 10,45 – alzabandiera e onore ai Caduti con de-posizione di una corona al cippo di Andreoletti;ore 11,00 – Discorso del presidente nazionale Cor-rado Perona;ore 11,15 – Messa officiata da monsignor AugustoCovi, cappellano della sezione ANA di Trento;ore 12,30 – Rancio alpino.

Si accede al rifugio partendo da Alba di Canazei inun’ora e trenta circa.La strada sarà chiusa al traffico veicolare. Potran-no transitare soltanto i mezzi autorizzati dall’orga-nizzazione.Per informazioni: Rifugio Contrin, tel. 0462/601101– 338/1623311 oppure Azienda per il turismo dellaVal di Fassa, Canazei tel. 0462/601113 e Alba di Ca-nazei 0462/601354. ●

Rifugio Contrin: 23º raduno nazionaleDomenica 26 giugno 2005

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La folla che si è presentata ai bat-tenti della Basilica di San Pietroper rendere l’estremo saluto a

Giovanni Paolo II ha indotto molti dinoi alla meditazione. Un avvenimen-to mai prima d’ora registrato nellasua spontaneità e certamente non acomando come sotto le dittature delsecolo scorso. Un abbraccio d’amo-re da parte di rappresentanti di tan-te religioni, di tante Nazioni, di tantefilosofie più o meno in accordo conil Verbo. E non solo anziani ma an-che giovani, tanti giovani, a signifi-care che le teorie profuse da teoricidel materialismo ateo o, peggio, del-l’integralismo religioso, alla finehanno poco successo in chi si affac-cia alla vita, assetato com’è di quel-l’idealismo che è il sale della vitastessa. Viene spontanea la doman-da: cosa ha fatto di diverso questoPapa per guadagnarsi un simile tri-buto di affetto? Chi sa discettare an-che sui motivi più banali si è sbiz-zarrito nelle più strane teorie tiran-do in ballo il suo ascendente perso-nale – anzi “il carisma” se no che di-mostrazione è? – la sua figura affa-scinante quasi fosse stato un attore,la sua innata capacità di comunica-re. Sarà anche vero, ma io penso chetutti noi, cattolici e laici, credenti eatei, cristiani, musulmani ed ebrei –

per citare solo le religioni monotei-ste – abbiamo visto in lui il giusto, ildefensor pacis. È valsa di più la suaparola a favore dei derelitti e controla guerra che i patetici cortei ireniciche lui stesso, in cuor suo, non ap-provava data la loro inutilità. Perchédai tempi di Cristo l’uomo vuole unaparola buona, un gesto amichevole,e Giovanni Paolo II non li ha mai fat-ti mancare a nessuno, nemmeno alsuo attentatore, Alì Agca; ha cioè in-

Quella folla in San PietroDI CESARE DI DATO terpretato alla perfezione la parola

di Gesù in un mondo ben diverso daquello della Palestina di due millen-ni fa: ha modernizzato il Verbo divi-no. Alla gente ciò è piaciuto e lo haripagato con un omaggio oceanicodi milioni di fedeli.Stalin che un giorno chiese: “Maquesto Papa (che allora era Pio XII)quante divisioni ha?” Eccole, le divi-sioni del papa: un paio di milioni difedeli che si riversano in piazza San

Giovanni Paolo II con Franco Bertagnolli.

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Maggio 1979, Roma – 52ª

Adunata nazionale dell’As-

sociazione Nazionale Alpi-

ni. Piazza San Pietro è gremita dialpini convenuti da tutt’Italia perla "Messa al campo" celebrata daPapa Giovanni Paolo II sul sagratodella maestosa Basilica. Sul latodestro dell'altare è schierata lapresidenza dell'ANA con un grup-po di generali alpini. Tra i quali ilsottoscritto. Vicini al termine dellasolenne celebrazione, il segretariodel Papa si rivolge al generaleMarchesi, decano degli ufficiali al-pini, chiedendo un cappello alpinoche il Papa desidera indossare perla benedizione finale. Il generate Marchesi, con un pe-rentorio "dame l'to capel" (mi par-lava sovente in piemontese) affer-ra il cappello che io gli consegnonon senza titubanza e lo passa al-l'alto prelato. Non nascondo la miapreoccupazione. Riuscirò a recu-perare il mio cappello? O dovrò sfi-lare per Roma senza cappello alpi-no, anche perché non è facile ac-quistarne uno la domenica a Ro-ma! Quando il Papa, a conclusione del-la Messa, impartisce la benedizio-ne "urbi et orbi" con il mio cappel-lo alpino in testa, le decine di mi-gliaia di alpini presenti esplodonoin una lunghissima ed entusiasticaacclamazione. È uno spettacolo dlintensa e forte tensione emotiva. Poco dopo Giovanni Paolo II si av-vicina a noi ed i miei timori svani-scono; ha in mano il mio cappello eme lo restituisce con queste paro-le. "Molte grazie! Lei avrà ora uncappello benedetto!", il suo sguar-

do mi colpisce; ha occhi di un az-zurro intenso e sorridenti, con unaluce profonda. Sono emozionatis-simo e non riesco a dire altro che:" Grazie a Lei, Santità”. Al mio rientro a Verona, dopo lanarrazione di questa toccanteesperienza, mia moglie si affrettòa porre il cappello alpino, subitodefinito "cappello del Papa", sullatesta dei tre nipotini a titolo di de-vozione e di benedizione. A distanza di ventisei anni, quel-l'incontro conserva per me il sapo-re di un momento magico impres-so nel mio animo e nei miei ricordiin modo indelebile. Grazie, Giovan-ni Paolo, un piccolo modesto gra-zie ad un grande Papa! Un Papa al-pinista che amava le montagne co-me maestosi altari naturali per av-vicinarsi a Dio. Gli Alpini d'Italiaoggi pregano perchè il Signoredelle cime lo lasci ancora andareper le Sue Montagne, quelle delParadiso.

Giorgio Donati

Il cappello del “Papa alpino”Pietro non con cartoline precettoma armati solo di fede e di speranza,punta avanzata di altri milioni che,in patria, hanno partecipato a que-sto ecumenico atto di devozione.C’erano anche gli alpini: quelli dellaP.C. a dare una mano per contenere,bonariamente, la folla e quelli a tito-lo individuale che in quella folla sierano mescolati. Questo rafforza illegame che c’è sempre stato tra noie Giovanni Paolo II: ricordo fior digenerali accompagnarlo all’Adamel-lo e con loro il presidente della se-zione ANA direttamente interessata;ricordo le sue vacanze in Valle d’Ao-sta, quando l’allora SMALP mettevaa disposizione di Sua Santità i mi-gliori maestri di sci e di roccia e in-duceva un simpatico comandante,toscanaccio d.o.c., a soprassedere,almeno per quella volta, al suo colo-rito linguaggio in vernacolo; ricor-do, infine, per averle vissute, le gior-nate della visita a Como, a fine seco-lo scorso, la prima dopo oltre 700anni. Il concorso degli alpini fu esal-tante tanto da guadagnare alla sezio-ne l’elogio del vescovo, mons. Mag-giolini, per solito molto misurato: laChiesa chiamò, gli alpini risposero amassa e il presidente di allora ebbeil suo bel daffare per convincere i re-spinti a rassegnarsi.Ma non è finita: L’Alpino pubblicauna bella foto del papa, nel pienodelle sue forze, con il cappello alpi-no in testa offertogli dal Presidentenazionale Franco Bertagnolli in oc-casione dell’Adunata di Roma del1979. Devo dire che egli lo indossavabenissimo: con la sua stazza era de-gno delle mostrine da artigliere damontagna. Qualcuno dei nostri stor-se il naso argomentando sulla sacra-lità del cappello: dimostrò di nonaver capito nulla. Offrendo il nostrosimbolo a Sua Santità, fu il cappello,caso unico, ad essere consacratonon viceversa.Cari lettori, si dice che “morto unPapa se ne fa un altro”. Qualcuno hadetto che Papa Wojtyla è stato uni-co: sarà anche vero, ma tutto lasciasin d’ora prevedere che BenedettoXVI seguirà il solco del suo grandepredecessore. Non facciamogli man-care il nostro sostegno. È bello, infin dei conti, essere, nonché soldatid’Italia anche militi di Cristo nel sen-so pieno dell’espressione. ●

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Per i funerali di Papa GiovanniPaolo II sono stati precettatidalla Protezione civile naziona-

le 751 nostri volontari, coordinatidal responsabile del 4° Raggruppa-mento Francesco Beolchini. Hannorealizzato una tendopoli a Tor Verga-ta (700 tende) e a Castel Nuovo diPorto (620 tende), gestito una cuci-na da campo che in tre turni di ser-vizio nell’arco delle 24 ore servivapasti in continuazione e infine sonostati impiegati anche nel serviziopubblico per regolare l’afflusso deipellegrini. Complessivamente, le ore di lavoroconteggiate dalla segreteria nazio-nale sono state 62.300.Sono stati instancabili, hanno lavo-rato ininterrottamente per 12-15ore, spesso senza poter avere ripo-

so o la possibilità di rifocillarsi e tal-volta anche saltando i pasti per l’im-possibilità di essere raggiunti daimezzi di appoggio. “Eppure – si legge nella relazione diBeolchini – hanno accettato tuttocon rassegnazione alpina, hannofornito la loro collaborazione e sonostati additati ad esempio dal perso-nale del Dipartimento, a tutti i vo-lontari delle altre associazioni an-che per come lasciavano i dormitorial termine del riposo.Ancora una volta hanno fatto il lorodovere e si sono fatti onore, come intante altre circostanze. Questa era eccezionale, ma per il Pa-pa che ha voluto mettersi un cappel-lo alpino in testa prima di dare la be-nedizione, gli alpini hanno dimostra-to di avere una marcia in più. ●

I nostri volontari di P.C.per i funerali del Papa

“Santità, possiamo farci una foto?”

17luglio 1984. Il Papa era salito sull’Ada-mello per quella che sarebbe stata unastorica sciata. Prima di partire da Ro-

ma aveva telefonato al suo amico Sandro Pertini,presidente della Repubblica, che era stato benfelice di accompagnarlo. Così, il Papa e il presidente si erano presi, in in-cognito, questa breve quanto eccezionale paren-tesi… sportiva. L’alpino Gabriele Pedretti, nati-vo della val Camonica e trasferitosi con la fami-glia a Carisolo, sul versante trentino, saputo del-la presenza segreta del papa dal trambusto dellevarie scorte che agivano molto meno in incogni-to scorazzando per la vallata, è salito sull’Ada-mello (chi conosce la Montagna bianca sa chenon è impresa da principianti) ed è arrivato al ri-fugio della Lobbia Alta. Era in divisa, il che gli haconsentito di superare i vari controlli e divieti. Al rifugio Wojtyla lo ha accolto con un grandesorriso, poi , alla richiesta di farsi fotografare, loha abbracciato ed ecco la foto storica, da mette-re nell’album di famiglia e mostrare ai futuri ni-poti.Aggiungiamo che la famiglia Carisolo (il padre èun imprenditore) ha fornito il marmo per l’altaredel Papa, alla Lobbia Alta e per la grande crocedi Punta Croce. ●

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Ogni anno il “Cividale” celebra ingennaio la sua festa di Corponell’anniversario dei combatti-

menti di Quota Cividale con un ra-duno a Cividale del Friuli. L’ultimoha superato ogni aspettativa, conpiù di 6000 presenze. Quest’anno ri-corre il decennale dello scioglimen-to e la ricorrenza richiede un appun-tamento straordinario. L’Associazio-ne “Fuarce Cividat”, le sezioni ANAdi Cividale e di Udine ed il Comunedi Chiusaforte hanno organizzato ungrande raduno nei giorni 17/18/19giugno a Chiusaforte, sede del batta-glione dal 1963 alla soppressione.Ecco il programma dei tre giorni: Ve-

nerdì 17 - afflusso, visita caserma,inaugurazione mostra guerra1915/18, concerto serale nell’audito-rium comunale; Sabato 18 - cammi-

nate su alcuni degli itinerari abitualiutilizzati nelle marce di Compagnia(es. Sella Sagata, Patoc, case Rau-nis). Ad una di queste parteciperan-no anche le salmerie, visite alla ca-serma e al forte, in serata concertodi bande nel piazzale della caserma.Domenica 19 - sfilata attraverso levie cittadine per blocchi di compa-gnia con arrivo nel piazzale della ca-serma, messa al campo, rancio. Ampia possibilità di attendamento edi parcheggio di camper e roulotte.Disponibilità di alloggi collettivi.L’amministrazione comunale haconvenzionato gli alberghi della zo-na. Per informazioni e/o prenotazio-ni: 0433.52030 / 348.5140609 (in oreserali).Sito internet:www.battaglionecividale.com ●

Raduno del “Cividale”a Chiusaforte il 17/18/19 giugno

Il giardino della memoriadi Canale d’Agordo

Èun giardino della memoria quel-lo creato da Giovanni Fontanivea Canale d’Agordo (Belluno),

un’opera costruita due anni fa ma lacui idea è maturata molto tempo pri-ma, quando era bambino e vedevasulle scale di casa qualche alpinodel battaglione “Val Cismon”, in par-tenza per la Russia, che cercavaqualcosa da mangiare per aumenta-re il frugale rancio militare. Dopo svariati pellegrinaggi in Rus-sia, sui teatri delle tragedie che vi-dero molti di quegli alpini non torna-

re, Fontanive decise di creare unmonumento-giardino in loro memo-ria. È così che nel centro storico diCanale d’Agordo, su un terreno disua proprietà, con l’aiuto di qualchevolontario, ha eretto un percorso inscala della memoria: del fiume Donda Pavlosk a Serafimovic e del ripie-gamento del Corpo d’Armata alpinoda Nova Kalitva a Nikolajewka, il tut-to completato da targhe e operebronzee alcune delle quali sono sta-te create dall’artista Massimo Fac-chin. ●

Cercasi materiale per mostra

a Carmagnola

“Gli alpini raccontano” è il titolo dellamostra fotografica retrospettiva

che gli alpini di Carmagnola (sezione Tori-no) vorrebbero organizzare, nel prossimoautunno, tra le iniziative per festeggiarel'80° anniversario di fondazione del grup-po. Per il buon successo della mostra foto-grafica le penne nere lanciano un appelloper raccogliere materiale, foto in bianco enero e a colori di qualunque dimensioneche immortalino momenti di festa (balli inmaschera, veglie verdi, pranzi, cene, gite,escursioni, feste ecc.), momenti solenni(partecipazione a raduni, inaugurazionedelle sedi, ecc.) e momenti importanti(missioni umanitarie all'estero, assistenzaalle popolazioni sinistrate come quelle delPolesine, del Belice, di Longarone e delPiemonte in occasione di calamità natura-li, ecc.). Tutto il materiale dovrà essere recapitato,entro e non oltre fine maggio p.v. al se-guente indirizzo: Sede A.N.A. di Carmagno-la, via Quintino Sella 52.Il materiale potrà essere anche recapitatoin sede a mano il mercoledì ed il sabatodalle ore 20,30 alle 22,30; oppure anche aSergio Sandri, piazza Martiri 73 o ad AttilioRossi, tel. 0l1/ 9715656. ●

Quella ventata di futuroai CASTA di San Candido

Ai Campionati sciistici delle Truppe alpine(CaSTA) svolti sulle nevi di Dobbiaco-San

Candido c’era una ventata di… futuro. Eraquesto bel bambino, che promette già bene,in braccio a papà e che è stato presentato aigenerali di Corpo d’Armata Bruno Iob, co-mandante delle Truppe alpine e Armando No-velli, comandante della Scuola di Applicazio-ne dell’Esercito.Poiché non conosciamo il nome del papà delbambino, saremmo felici se ci contattasse inredazione al nr. 02-29013181. ●

Una parte del giardino costruito da Giovanni Fontanive (primo a destra).

185 - 2005

Sulla spinta di una conferenza or-ganizzata in gennaio a Milanodal Circolo della stampa sulla

nuova realtà della NATO e sul ruolodelle Forze Armate italiane, il 21marzo ho avuto un colloquio con ilgenerale Mauro Del Vecchio, coman-dante del Corpo d’armata di stanzaa Solbiate Olona (Varese). Un Corpod’Armata speciale che non ha prece-denti nel nostro Esercito. Fruiscedella caserma “Medaglia d’ArgentoUgo Mara”, un sistema di palazzinedi recente costruzione, ben allineatelungo un vialone. All’ingresso sonoaccolto con cortesia da un sergente.Scambio due chiacchiere con lui du-rante le operazioni di controllo: èben orientato sui compiti dellaGrande Unità, anzi è fiero di farneparte: la giornata comincia decisa-mente bene. Mi rileva il maggiore dicavalleria Carlo Salsotto, figlio d’ar-te: il padre fu mio anziano in Acca-demia e l’anziano, lo dico per chinon conosce le tradizioni di Mode-na, rimane per tutta la vita un dio in

terra. Entro nell’area castrense e,dopo un secondo controllo, nella ca-sermetta comando, moderna, quasiasettica. L’ufficio del comandante hadi diverso solo i mobili il cui stile,antico, dà una nota “italiana” alla sa-la. Il comandante, bersagliere d’ori-gine, è persona affabile, aperta aldialogo, pacata. Ha un passato di tutto rispetto che,oltre alla vita di guarnigione in Pa-tria, annovera la partecipazione,quale comandante, alle operazionidi pace in Bosnia, in Macedonia e inKosovo. In chiusura di intervistadirà: “Ho avuto la ventura di operareaccanto a reparti alpini (il 3° e il 14°rgt) e ne ho potuto constatare l’altospirito di dedizione al servizio. Ave-re la Brigata alpina Taurinense nellaprossima missione in Afghanistan èper me motivo di grande soddisfa-zione”. Come è formato il Corpo d’Armatadi Solbiate a conduzione italiana?L’organico permanente prevede uncomando interalleato, una Brigata

DI CESARE DI DATO

trasmissioni che fornisce il suppor-to in caserma ed in operazioni, unreggimento trasmissioni su due bat-taglioni e un reggimento di supportotattico logistico. Quello non presta-bilito, da truppe fornite da altre Na-zioni con i reparti necessari e suffi-cienti a fronteggiare l’esigenza delmomento. Per l’imminente esigenzaAfghanistan il Corpo d’armata avràcome base la Brigata alpina Tauri-nense a Kabul e supporti di altre Na-zioni plasmati sui compiti e sul ter-reno di pertinenza. Inoltre sul postotroverà sei cosiddette “Team di Ri-costruzione Provinciale” (PRT acro-nimo inglese) formate da truppe eda organismi civili, una sorta di TaskForces, di cui una a prevalenza ita-liana a Herat. Questi PRT rimangonoin loco al cambiar dei Corpi d’Arma-ta in avvicendamento e garantisco-no la continuità dell’intenso lavorioa favore della democratizzazionedell’Afghanistan. Quali sono le sue dipendenze dicomando?

In partenza per l’Afghanistan

il Corpo d’Armata di reazione rapida

di stanza a Solbiate Olona

NOSTRI ALPINI IN ARMI

195 - 2005

Sono di duplice natura quando ope-riamo in sede: una a carattere nazio-nale cioè dal Comfoter di Verona eduna dal comando NATO (SHAPE) aBruxelles. In questo caso per la mis-sione in Afghanistan, dal JFC aBRUNSSUM in Olanda.Il Corpo d’armata partirà in agostoper l’Afghanistan. Dovrà sostituirereparti americani?In Afghanistan sono in atto due ope-razioni ben distinte fra loro: la Endu-ring Freedom gestita dalla Coalizio-ne con predominio USA nel Sud-Estdello Stato per fronteggiare l’azionedei terroristi e la ISAF, condotta dal-la NATO quale supporto della pace.Il compito di ISAF è sostenere le au-torità afgane nel processo di demo-cratizzazione della Nazione; esso èaffidato a turno ai sei Corpi d’armatadi reazione rapida dislocati in cin-que nazioni europee. In agosto ci re-cheremo a Kabul e in altre zone perdare il cambio al Corpo a conduzio-ne turca, in attesa, tra nove mesi, diessere rilevati dal Corpo d’armata a

conduzione britannica. È in atto lasettima spedizione ISAF. L’ottavasarà la nostra.Consistenza del personale fornitodal Corpo d’Armata?Oltre al comandante (nella personadel generale Del Vecchio, n.d.r.), cir-ca 180 tra ufficiali e sottufficiali sui600 dell’intero staff del comando e600 elementi di supporto logistico.Inoltre la missione ISAF prevede lapartecipazione di circa 8.000 militaridi 37 Nazioni.Quali saranno le regole di ingag-gio?Seguiranno il dettato del capitolo se-sto della Carta delle Nazioni Uniteche autorizza l’impiego della forzase minacciati. Comunque conseguo-no da accordi preventivi condivisida tutti, afgani in primis. Il consenso

è la base del nostro impiego sul ter-reno; ciò non toglie che si possanoapplicare regole più severe in casodi necessità. Il banco di prova saran-no le prossime elezioni per un Parla-mento democratico afgano. Inoltrela smobilitazione e il disarmo dellemilizie locali in mano a veri e propri“Signori della guerra”.Come avverrà il cambio tra il con-tingente turco e il nostro?Avrà inizio a metà luglio, diretta-mente in teatro, per concludersi il10 agosto. I reparti hanno avuto unamalgama in Italia a partire da gen-naio in modo da parlare tutti la stes-sa lingua, seguire le stesse norme,camminare lungo lo stesso sentiero.Esiste un esercito afghano?Sì, è in via di ricostituzione unita-mente alla polizia: il primo è adde-

Il generale Mauro Del Vecchio,comandante il Corpo d’Armata di reazione rapida della NATO di stanza a Solbiate Olona.

La sede del Comando di reazione rapida NATO a Solbiate Olona (VA).

205 - 2005

strato dagli americani la secondadai giapponesi. È questo un altrocompito dell’ISAF insieme alla lottaalla droga (Gran Bretagna) e all’ade-guamento del sistema giudiziario af-fidato all’Italia, intesa come Stato,non come Esercito.Il C.A. da Lei comandato e i cinquesuoi omologhi schierati dalla GranBretagna alla Germania, dalla Tur-chia alla Spagna, possono conside-rarsi la base del futuro Esercito eu-ropeo?Al momento questi comandi fannoparte della struttura della forza del-la NATO; alcuni di loro hanno unrapporto particolare con l’Alleanza,ad esempio l’Eurocorpo di Strasbur-go ha siglato un accordo tecnico perpoter operare con essa. Egualmenteha fatto il Corpo d’Armata tedesco-olandese di Munster. È possibile tut-tavia che il nostro Comando possaoperare nel contesto di operazioni aguida europea se l’Italia e le altre 10nazioni contributrici (Germania,Grecia, Ungheria, Polonia, Portogal-lo, Spagna, Olanda, Turchia, GranBretagna e Stati Uniti d’America) lorendano disponibile.

Si conclude qui quello che, piuttostoche intervista, preferisco chiamareaperto colloquio tra colleghi appar-tenenti a due epoche totalmente di-verse. Mi congedo dal generale DelVecchio con animo più sereno versoquesto Esercito così diverso daquello nel quale entrai 55 anni fa.Una serenità che mi ha trasmesso ilgenerale con la fiducia che riponenei suoi soldati e soldatesse e nellapropria azione di comando. Lasciola caserma con la consapevolezzache l’Italia, una volta ancora, farà lasua degna figura: dopo il Mozambi-co affidato agli alpini di leva, l’Afgha-nistan affidato agli alpini (ma nonsolo loro) professionisti. Un interes-sante confronto. ●

Le foto si riferiscono all’esercitazione Destined Glory, svolta nel poligono di Capo Teulada nell’ottobre 2004. È stato il test di validazione del comando come componente terrestre della NATO Response Force (NRF), ovvero di una forza NATO capace di spiegarsi in 30 giorni ovunque nel mondo. I primi elementi (Early Entry) hanno la capacità di partire in soli 5 giorni. La componente operativa del Land Component Command è stata rappresentatadal comando della brigata alpina “Taurinense”, che aveva alle dipendenze alcune unità di manovra, tra cui un reggimento alpini.

215 - 2005

Gli studenti della facoltà di agra-ria dell’università di Torino so-no stati impegnati nella base

Tonolini di Passo Tonale in uno sta-ge sulle tecniche di rilevamentodella neve e di previsione meteoro-logica.

In virtù della convenzione stipulatanel 2003 tra gli alpini e l’universitàtorinese, trentaquattro studenti e uninsegnante hanno lavorato con lepenne nere dalla sezione Meteo-mont del Comando Truppe alpine.Le attività che hanno compreso rile-

Meteorologia: universitari al Tonalea scuola dagli alpini

vamenti meteonivologici sul ghiac-ciaio del Presena e lezioni in aulapresso la base Tonolini, sono stateaffidate agli istruttori e ai ricercato-ri del servizio Meteomont, coordina-ti dal direttore tecnico magg. Silva-no Gandino. ●

Sotto incessanti nevicate, le pen-ne nere del contingente militareitaliano in Bosnia, basato sul 7°

reggimento alpini, proseguono nelleloro attività di assistenza umanita-ria. La Cellula “CIMIC” (cooperazio-ne civile-militare ) del contingenteha consegnato in questi giorni seisedie a rotelle all’ospedale civile“Kosevo” di Sarajevo, donate dal-l’Associazione “Sprofondo” di Co-mo, e più di 500 kg di generi alimen-tari, scatoloni di vestiti, scarpe egiocattoli alle suore Ancelle delBambino Gesù, sempre a Sarajevo,questa volta grazie all’AssociazioneNazionale Alpini di Tolmezzo (UD)prodigatasi nella raccolta dei mate-riali. Con il supporto del COI (Co-mando Operativo di Vertice Interfor-ze) e dell’Ambasciata d’Italia in Bo-snia Herzegovina, due ragazzi affettida gravi patologie hanno potuto rag-giungere l’Italia con un volo militare.

Si tratta di D. R., di otto anni, checon il sostegno della Croce Rossa diCapranica (VT) sarà sottoposta adaccertamenti e cure presso l’ospe-dale Umberto 1° di Roma e M. E., di

Sarajevo: attività di assistenza umanitaria

quindici anni, che grazie all’associa-zione “Cap-Onlus” di Torino rice-verà le necessarie cure presso l’o-spedale infantile “Regina Margheri-ta” del capoluogo piemontese. ●

NOSTRI ALPINI IN ARMI

225 - 2005

Sabato 16 aprile è stato presenta-to a Conegliano il “4° Libro Ver-de della Solidarietà alpina”, 220

pagine di tabelle e freddi numeri perraccontare il calore di un milione diore di solidarietà delle sezioni e deigruppi della nostra associazione. Un libro rilevante nella sostanza, co-me sottolinea efficacemente il presi-dente nazionale Corrado Perona nelcorso della presentazione al TeatroAccademia, gremito per l’occasione:“È un libro la cui importanza risiedein quel contenuto di solidarietà cheè catalizzatore di cooperazione e diamicizia”.Sul palco, seduti al tavolo con il pre-sidente nazionale, c’erano il vicepre-sidente Giorgio Sonzogni, presiden-te della commissione del “Libro Ver-de”, il presidente della sezione diConegliano Antonio Daminato e ilprimo cittadino, il sindaco alpinoFloriano Zambon. Sul palco eranoschierati il Labaro e i vessilli dellesezioni di Biella, Cadore, CasaleMonferrato, Milano, Torino, Savona,Valdagno, Valsusa e della sezioneospitante, Conegliano.Nel suo discorso introduttivo Gior-gio Sonzogni ha ricordato breve-

mente la storia del Libro Verde, rea-lizzato dal Centro Studi A.N.A. cheha ordinato i dati in collaborazionecon le sezioni dell’Associazione. Di-versa è la formula proposta que-st’anno per la giornata della solida-rietà, con la soppressione della “par-tita del cuore” – svolta nei tre anniprecedenti e che non aveva saputorichiamare l’atteso pubblico suglispalti – a favore di un’iniziativa dellatradizione più tipicamente alpina: ilconcerto dei cori in congedo dellebrigate. La presentazione si è quindi incen-trata sui numeri della solidarietà.Un milione le ore lavorative a cui sidevono aggiungere i 4 milioni di eu-ro raccolti, numeri di tutto rispettoche, per essere meglio valutati, de-vono essere associati alle varierealtà in cui la solidarietà vienesvolta. Ed é qui che emerge il dato vera-mente confortante di una solidarietàmultidirezionale: dal sostegno alleassociazioni che curano i disabili oospitano orfani a quello per la par-rocchia; dalla raccolta di fondi in ca-so di calamità all’impegno con leamministrazioni comunali nelle più

DI MATTEO MARTIN

svariate attività, dai lavori di manu-tenzione all’aiuto a chi non ha nul-la…e così via. Un dato questo chenon è passato inosservato alle istitu-zioni locali. Floriano Zambon, sindaco di unacittà che oggi vanta ben 300 associa-zioni benefiche nel territorio, ricor-da che anche rispetto ad anni primaquando se ne contavano qualche de-cina già allora gli alpini erano moltoattivi nel settore della solidarietà eche sicuramente quell’impegno equello spirito sono stati contagiosi.Ed è anche questo uno dei motiviper cui l’amministrazione comunalecinque anni fa ha consegnato pro-prio all’A.N.A. il premio “Civilitas”della città di Conegliano.Il presidente sezionale Daminato haparlato della festa per gli 80 anni del-la sezione di Conegliano, che vengo-no celebrati proprio in quest’occa-sione e delle attività in programma,come la costruzione di un museodelle 5 brigate alpine, che vuol esse-re un omaggio e un ricordo dellestoriche brigate tre delle quali, co-me l’Orobica, la Cadore e la Tridenti-na, sono oggi disciolte. Parlando poi dell’abolizione del ser-

Presentato il “Libro verde2004”: un milione le orelavorative e 4 milioni dieuro raccolti dagli alpiniin un anno di solidarietà

La solidarietà alpinaa Conegliano (e oltre)

235 - 2005

vizio di leva nell’ottica della solida-rietà Daminato afferma: “Quando ese gli alpini dovessero non essercipiù, daremo il nostro nome alla sto-ria, perché il volontariato non alpinonon ci appartiene geneticamente”. È questo un tema di non poco conto,che fa sorgere grandi interrogativi:l’abolizione della leva porterà unaflessione anche nelle fila della soli-darietà? Ciò avrà riflessi anche sul-l’impegno sociale e civile? Eh sì, per-ché la solidarietà alpina non si limitasolo ai grandi numeri ma si estendeanche a quelle attività socialmenteutili che nel corso degli anni l’A.N.A.ha saputo coltivare e verso le qualile istituzioni italiane non hannosempre mostrato gratitudine, comeil nucleo di protezione civile che

conta oltre 13.000 volontari e vieneimpiegato sia in Italia che all’estero,come l’ospedale da campo, uniconel suo genere perché interamenteaviotrasportabile e con una struttu-ra flessibile a seconda che il suo im-piego avvenga per calamità naturali,conflitti, emergenze civili.Terminata la presentazione del “Li-bro Verde” l’affetto e la partecipazio-ne per gli alpini sono stati riconfer-mati al concerto serale dei cori deicongedati delle brigate Cadore, Ju-lia, Orobica e Tridentina, in competi-zione canora al Teatro Accademia,davanti a oltre 800 spettatori. Gran-di applausi e grande solidarietà per-ché la somma raccolta a teatro è sta-ta devoluta all’associazione “Lottacontro i tumori Renzo e Pia Fiorot” e

alla “Comunità terapeutica per tos-sicodipendenti” di Conegliano.Splendida e imprevista è stata anchela conclusione del concerto con ilpresidente Perona sul palco con tut-ti i coristi dei congedati delle brigatee il saluto del vescovo, mons. Giu-seppe Zenti, che ha raccolto applau-si esordendo con queste parole:“Una splendida serata, sono dispia-ciuto di non aver fatto il servizio mi-litare”.Domenica gli applausi si sono trasfe-riti nelle strade per i festeggiamentiper l’80° della sezione di Coneglia-no. Alla presenza delle autorità civilie militari e di tanti alpini la manife-stazione si è svolta secondo il tradi-zionale programma con l’alzaban-diera, l’onore ai Caduti, la sfilata perle vie della città e la S. Messa inpiazza officiata da mons. DomenicoPerin, cappellano della sezione diConegliano.La festa domenicale è andata così aterminare, ma continuavano a rie-cheggiare nelle parole e nei pensierila gratitudine per la solidarietà pre-stata da quanti, con costanza e dedi-zione, nei loro paesi, nelle loro città,nelle valli o tra i monti hanno con-corso a creare questo buon risulta-to: grazie a tutti voi. ●

245 - 2005

8settembre 1943. Il governo Ba-doglio annuncia l'avvenuto ar-mistizio con gli angloamericani.

L'esercito tedesco procede all'occu-pazione della penisola e stabilisce lasua linea di condotta: "Il soldato te-desco combatte, l'italiano lavora perlui". Lo stesso giorno, a Bari, undrappello di genieri inizia la demoli-zione delle attrezzature portuali: na-scono tafferugli con gruppi di alpinirientrati dal Montenegro e i lavorisono interrotti, mentre trecento al-

pini del 3° si stanno schierando anord della Fiera Campionaria. Il 15 settembre entrano in città gli in-glesi: sono i nostri nuovi alleati. Inun locale pubblico alcuni di loro sela ridacchiano additandosi queglistrani copricapi piumati alla Sioux esi viene alle mani. L'antifona è rece-pita e durante un'esercitazione afuoco, in cui le penne nere si affian-cano agli elmetti a padella, un com-passato generale britannico, che haassistito a uno scattante carico-sca-

Una guerra alpina lontanodalle Alpi: vita breve e intensa

del btg "Piemonte"

DI UMBERTO PELAZZA

rico dai muli, trasporto a spalla epuntamento di un 75/13 manovratocome un fuscello dai nostri artiglie-ri, stringe calorosamente la mano alcaporal maggiore che gli ha comuni-cato sull'attenti: "Pezzo pronto". Ma i suoi compatrioti stentano ascongelarsi e preferirebbero impie-gare quelli del 3° Alpini come scari-catori di porto. Seguì una sommossae si giunse a imbracciare le armi. Poici ripensarono e già a fine settembreprese vita, con reparti di varia estra-

La Bandiera di guerra delbtg. Piemonte, conservata nel Sacrariodella Testafochi,ad Aosta.

Salmerie del btg. “Piemonte” verso la Val di Canneto.

Si scava la postazione per un pezzo di artiglieria.

La batteria del “Piemonte” prende posizione sul monte Castelnuovo.

La stazione radiotrasmittente sistematasul rovescio di Monte Marrone.

255 - 2005

zione, il 1° Raggruppamento Moto-rizzato Italiano, che sarà in linea aMontelungo con gli americani e nel-l'aprile del 1944 si trasformerà nelCorpo Italiano di Liberazione. Con alpini, artiglieri e genieri della"Taurinense", già destinata in Mon-tenegro, e gruppi rientrati fortuno-samente dai Balcani dopo l'armisti-zio, a fine '43 si costituisce nel Salen-to il btg "Taurinense", comandatodal maggiore Alberto Briatore e in-quadrato su tre compagnie e unabatteria da 75/13: armamento in-completo, vestiario ed equipaggia-mento in condizioni precarie, vittoscarso. I primi tre mesi dell'anno fu-rono sufficienti per reagire alla criti-ca situazione creatasi dopo l'armi-stizio e trasformare quegli uominidemotivati in una compagine salda eomogenea, dove il "mugugno" nonmancava, ma la decisione di lottaresi rinforzava giorno dopo giorno. Il 10 febbraio '44 il reparto assume ilnome di btg "Piemonte" e nel mesesuccessivo si trasferisce nel gruppomontagnoso delle Mainarde, tra La-zio, Abruzzi e Molise, a ridosso delleprime linee, col compito di occupa-re e difendere il monte Marrone,1770 metri, magnifico osservatoriosulla valle del Volturno: un massic-cio roccioso con settecento metri dipareti a strapiombo, dalle quali il ne-mico non si attendeva sorprese, ripi-di nevai, tratti ghiacciati, guglie fra-stagliate, accessibile soltanto a trup-pe di collaudata preparazione alpini-stica. Non era presidiato dai tede-schi, ma sorvegliato in continuazio-ne mediante un robusto pattuglia-mento (ma questo lo si apprenderàsoltanto a cose fatte). L'operazione viene studiata e predi-sposta nei minimi particolari, conaccurata ricognizione del terreno esistemazione di corde fisse da partedel plotone esploratori. La lª compa-gnia inizia il movimento all'imbruni-re del 30 marzo, seguita su itinerarilaterali dalla 2ª e dalla 3ª: 400 uominiche muovono nel massimo silenzioe in tre ore occupano le quote previ-ste, subito sistemate a difesa, anchemediante l'ostacolo minato. Un'ope-razione da manuale che coglie disorpresa l'avversario: la prima con-troffensiva, lanciata il 3 aprile, vienerespinta. Per la seconda si attende lanotte di Pasqua, quando forse un

bicchiere in più e il pensiero rivoltoalle famiglie lontane avrebbero al-lentato la sorveglianza. Il bicchiere forse ci fu, per accompa-gnare una cantatina a voce sommes-sa: ma quando si scatena il fuoco dicannoni e mortai, seguito dal crepi-tio delle armi automatiche e dagliscoppi delle bombe a mano, la ri-sposta è immediata. La reazione diconcerto delle tre compagnie e losbarramento dell'artiglieria, schie-rata su monte Castelnuovo (ufficialeosservatore il ventenne sottotenen-te Luigi Poli, oggi generale), ma col“pezzo ardito” in prima linea insie-me agli alpini, secondo la tradizione,ricacciano gli attaccanti. I tedeschi ritentano ancora tre gior-ni dopo, ma inutilmente: i difensorise la ridono ascoltando il loro bol-lettino che cerca di nascondere losmacco: "Le nostre valorose truppe,

dopo aver inferto gravi perdite al ne-mico, sono state costrette da pre-ponderanti forze avversarie a ripie-gare sulle posizioni prestabilite". Monte Marrone contribuì enorme-mente a dare credibilità e fiducia al-la nostra immagine di cobelligerantia fianco dei nemici di ieri. L'ardi-mento e la perizia con cui fu condot-ta l'azione ottennero il rispetto el'ammirazione sia degli inglesi (Ra-dio Londra non fu parca di elogi), siadegli americani, che avevano fornitotute da neve, indumenti di lana, ra-zioni da combattimento, integrateda viveri di conforto italiani comegrappa e spaghetti (commento di ar-tiglieri piemontesi alle prese con loscatolame d'oltre Atlantico: "L'umamai mangià tanta roba parei" – nonabbiamo mai mangiato così tanto).La linea delle Mainarde può così co-stituire base di partenza per la risa-

L’operazione che portò alla conquista di Monte Marrone, in un efficace disegno schemati-co di Luigi Sinigaglia.

Il monumento (eretto dalla Regione Molise) che ricorda la conquista di Monte Marrone etutti i Caduti della guerra di Liberazione. Sui cubi di granito sono incisi i nomi delle regio-ni di provenienza degli alpini del btg. “Piemonte”.

PREFAZIONE

265 - 2005

lita della penisola, muovendo persuccessive occupazioni di posizionidominanti e superando l'accanita re-sistenza degli Alpenjäger bavaresi.L'8 giugno 1944 gli alpini entrano al-l'Aquila, accolti dall'entusiasmo de-gli abitanti. Il 1° luglio si ricostituisce il 3° Alpinicol btg. "Piemonte" e il "Monte Gra-nero”, rientrato dalla Sardegna: for-mato di classi anziane, i suoi uominison subito battezzati da quelli del“Piemonte" i "papalotu", paparini.Dalla Linea Gotica, dopo aver per-corso 500 km sempre combattendo,il Corpo di Liberazione viene riman-dato a sud per riorganizzarsi e rie-quipaggiarsi con materiale alleato. Dato l'addio agli impagabili muli (eci scappa qualche lacrima) e lasciatii 75/13, gli alpini indossano il kaki in-glese, ma non vogliono saperne del-l'elmetto a padella, utile invece co-me catinella.

Si formano 6 Gruppi di Combatti-mento, per sostituire i contingentialleati dirottati per lo sbarco in Fran-cia. Il “Legnano” incorpora il "Pie-monte", l"Aquila" e i bersaglieri del"Goito". Nella valle dell'Idice i piemontesiprendono d'assalto l'ostica e sangui-nosa quota 363, dove si giunge a vio-lenti corpo a corpo, catturano 70prigionieri, spezzano la cerniera didue armate tedesche e aprono la viadella pianura: il 21 aprile '45 entranocon i bersaglieri in una Bologna deli-rante. Cade sul campo il maggioreDe Cobelli, comandante dell"Aqui-la". Poi si dilaga verso Milano, Bre-scia, Bergamo, Pavia e Como. Il 2 maggio l"Aquila" occupa il passodel Tonale e raggiunge Bolzano. Lostesso giorno le cingolette del btg."Piemonte" si arrestano a Torino ap-pena liberata e gli alpini sono accol-ti in piazza Castello dai "Chi siete?",

"Da dove venite?" dei loro compa-trioti stupiti e commossi. Raggiun-gono Aosta e nella caserma Testafo-chi depongono la bandiera, tuttoraconservata nel Sacrario, decorata diMedaglia d'Argento, che li ha accom-pagnati attraverso tutta la penisolasessant'anni fa. Il 31 gennaio 1946 ilreparto si trasformerà nel nuovobtg. "Aosta", del rinato 4° alpini.1972. Adunata Nazionale ANA delcentenario a Milano. Un alpino escedallo sfilamento per abbracciare uncapitano e si rivolge alla folla sor-presa e divertita gridando: "Aveva-mo i pidocchi assieme a Monte Mar-rone". "Sur tenent, ero puntatore alterzo pezzo": parole che, duranteuna recente adunata accompagnanol'abbraccio tra il generale GiorgioDonati e un montanaro brizzolatoche rientrando nello sfilamento nonvuole lasciare dubbi: "A Monte Mar-rone!". ●

A Malles Venosta il 3-4 settembre

1º raduno del battaglione "Tirano"

Gli alpini del battaglione Tiranohanno organizzato il loro primoraduno: si svolgerà a Malles Ve-

nosta (Bolzano) nei giorni 3 e 4 set-tembre prossimo. Il raduno è dedi-cato al capitano Giuseppe Grandi,che fu comandante della 46ª compa-gnia in Russia, decorato con Meda-glia d'Oro al V.M.Il programma di massima é il se-guente:• Sabato 3 settembre, ore 16 depo-sizione di una corona di alloro almonumento ossario di Burgusio -ore 17 concerto della banda di Tira-no a Glorenza – ore 21 concerto del-la Musikkapelle a Malles Venosta (lastessa che sfilò con la sezione Bol-zano all’Adunata di Trieste).• Domenica 4 settembre, ore 9 am-massamento a Malles Venosta – ore10 sfilata per le vie del paese – ore11 Santa Messa nella caserma Sigfri-do Wackernell; ore 12 discorsi – ore12.30 rancio alpino in caserma (zo-

na autosezione) – su prenotazione,max 500 persone. Consigliamo di or-ganizzarsi per gruppi e/o sezioni.Chi arrivasse in ritardo, o preferisseorganizzarsi in ristoranti della zonaè pregato di contattare l'Ufficio delTurismo.Nel pomeriggio, presso l'autoparcoè aperto un bar/posto di ristoro conpiatti freddi e possibilità di degusta-zione di vini tipici dell'Alto Adige, fi-no alle 19. Da venerdì 2 a domenica 4 settem-bre sarà possibile visitare la mostrafotografica Alpini e Kaiserjäger pres-so la Casa della Cultura (Haus derKultur) di Malles Venosta.Ulteriori informazioni in aggiorna-mento continuo sul sito internet delbattaglione: www.iltirano.orgPer informazioni e prenotazioni: Uf-ficio del Turismo:[email protected]@ferienregion-obervinschgau.ittel. 0473/737070 - Fax. 0473/831901●

Malles Venosta.

275 - 2005

“Perché non ci racconti…”,quante volte abbiamo fattoquesta domanda a un reduce,

a un nostro familiare che ha vissuto l’e-sperienza della guerra. Sappiamo chenonostante siano circondati da grandeaffetto, i reduci sono una categoria in viadi estinzione. Un bene, perché significache viviamo in un periodo di pace (il piùlungo della storia); un male perché i re-duci sono la testimonianza vivente degliorrori della guerra. Per questo i loro rac-conti sono il più potente antidoto.Ma quando non ci saranno più? Ecco al-lora la necessità di sedersi accanto a lo-ro, e farli parlare. Ne scaturirà un mosai-co, un caleidoscopio di episodi dai piùatroci ai più allegri: i giorni di prigionia,la vigilia dell’attacco, la perdita dei com-pagni, il mulo che mangia solo dalle ma-ni del suo conducente…: l’epopea deglialpini.Carlo Balestra, già presidente della se-zione di Feltre e vice presidente nazio-nale, ha dunque raccolto queste voci,che sono quelle di quaranta reduci feltri-ni della seconda guerra mondiale, dandoa questa bella raccolta di memorie – ini-zialmente avviata da William Faccini –anche l’ampio respiro dell’analisi dei pe-riodi bellici alle quali si riferiscono: dal-la guerra d’Africa alla lotta partigiana. Lapresentazione è del ministro Carlo Gio-vanardi, del presidente Corrado Peronae del presidente della sezione di FeltreRenzo Centa.“Fratelli nella notte”, la notte della guer-ra in attesa del primo raggio di sole libe-ratore, è qualcosa di diverso e di più del-la passerella di racconti: un pezzo dellanostra storia che ci sentiamo addossoed è passata attraverso la storia di cia-scuno di noi, delle nostre famiglie, delnostro destino. Il lettore viene catturatodall’umanità dei racconti, dalla sempli-cità con cui vengono descritti spezzonidi guerra, dalla tristezza, dal coraggio edall’allegria che emanano le numeroseimmagini cui il bianco e nero dona la pa-tina del fascino di “come eravamo”.Come vorremmo che diventasse un librodi storia e di educazione civica per lescuole! Perché un popolo che non ha

memoria non ha neanche unfuturo.Un’ultima annotazione: Carlodedica questo libro a sua mo-glie Nicole, il cui ricordo è an-cora ben vivo nei tanti chel’hanno conosciuta. È unomaggio anche a tutte le com-pagne degli alpini, così silen-ziose, pazienti, amiche.

(ggb)

Ecco uno dei racconti:

Dieci anni in Africa

La mia avventura d’alpino iniziò nell’a-prile del 1935, quando venni arruolato

nel battaglione Feltre alla caserma AngeloZannettelli. Il fatto decisivo per la mia vitamilitare avvenne in dicembre di quellostesso anno, quando fummo mobilitati perl’Africa Orientale e il 6 gennaio del 1936partimmo per quel continente, imbarcati aNapoli sul piroscafo Conte Grande.Sbarcammo a Massaua e da qui ci invia-rono nella zona di Macallè e poi verso ilPasso Mecan. Di questo periodo ho vivenella memoria le battaglie, particolar-mente sanguinose, combattute nel mar-zo-aprile a Mecan e Mai Ceu e nei pressidel Lago Ascianghi.Conquistata Addis Abeba fummo congeda-ti e qui si poneva il dilemma: tornare a ca-sa o restare in Africa? Del mio paese, Ala-no di Piave, rimanemmo in Abissinia in ot-to; io, in particolare, fino al luglio 1940.Qui ci sorprese la Seconda Guerra Mon-diale: venni richiamato ad Addis-Abebacome combattente, fino al giugno del 1941.Gli inglesi mi catturarono nei dintorni del-la capitale etiopica e mi destinarono alCampo 359 di Burguret, in Kenya. La miaprigionia durò fino all’aprile del 1944. Daquel momento, fino al dicembre del 1946,restai a Nairobi in Kenya, dove operai neicampi di lavoro. Formalmente non eropiù prigioniero, ma di fatto mi obbligava-no a lavorare per Sua Maestà Britannica.Il periodo in Africa terminò nel dicembredel ’46, quando venni imbarcato per l’Ita-lia e, via Napoli, arrivai ad Alano esatta-mente il 31 dicembre di quell’anno. Fu undecennio molto intenso della mia vita:prima combattente, poi civile, poi ancoracombattente, prigioniero, cooperatore; undecennio che segna ancora fortemente imiei ricordi. Mi si chiede di rammentarequalche episodio particolare, ma non èfacile, tanti se ne affollano alla memoria.

Ne racconto uno per tutti, cherisale al giugno 1941.Ero con altri miei compagni suun camion che trasportava mu-nizioni. Un aereo inglesesbucò dal cielo e ci mitragliò, ilmezzo colpito si incendiò. Riu-scimmo con una buona dose difortuna a salvarci.Restammo fermi per qualchegiorno. Decidemmo poi di tor-

nare indietro alla base con un caterpillar;purtroppo ebbi un attacco di malaria e misalì la febbre. Lungo il tragitto ci imbat-temmo nei cadaveri dei soldati italianiche dovevano garantire la nostra difesa:erano stati uccisi dai ribelli locali. Il ca-terpillar sul quale viaggiavamo fu resoinutilizzabile dalla rottura di un cingolo.Fummo costretti a proseguire a piedi; perme e un mio compagno la cosa era im-possibile a causa della debolezza dovutaalla febbre alta e alla stanchezza.Debilitati e sfiduciati riposammo sedutisul cingolo del trattore, quando improvvi-samente si sentì il caratteristico rombodel motore di una Lancia “Ardita”. Avvi-sati dai nostri compagni, un generale conil suo autista erano tornati indietro a cer-carci. Riuscimmo così a superare l’incon-veniente e dopo pochi chilometri trovam-mo un autocarro sul quale tutti volevanosalire: era rimasto l’ultimo mezzo a di-sposizione. Il generale, considerate le no-stre condizioni, chiamò personalmenteun tenente ordinandogli di sistemarci sul-l’automezzo.Arrivato all’ospedale persi conoscenza ela riacquistai qualche giorno dopo. Al miorisveglio udii una voce: “Alora, clase, co-me statu?”. Stupito risposi: “Chi setu?”. Elui: “No te me conoss? Son Forcelini”. Eraun Forcellini da Fener: un pezzo di casamia in Africa!Sì, i miei anni sono molti più di quei die-ci, ma non c’è dubbio, quelli hanno se-gnato profondamente la mia vita.

Alpino Angelo Masocco

(1914-1996 - Alano di Piave)

64ª compagnia - battaglione

Feltre, 7° Reggimento alpini

Divisione alpina Pusteria

(Il libro può essere richiesto alla sezio-

ne ANA di Feltre - via Mezzaterra 11 -

32032 Feltre - fax: 0439.83897 - 18 euro,

più spese di spedizione. Il ricavato sarà

devoluto in beneficenza all’Associazio-

ne Mano Amica, che assiste i malati ter-

minali).

Racconti della memoriaraccolti da Carlo Balestraed editi dalla sezione ANAdi Feltre

Fratelli nella notte, aspettando il nuovo giorno

285 - 2005

Per gli alpinisti italiani con obiet-tivo Monte Bianco che, dopoaver sudato e rabbrividito per

morene, creste e ghiacciai, avverto-no sotto i loro passi l'addolcirsi del-l'ultimo pendio, quale soddisfazionenell'osservare i loro ramponi confic-cati contemporaneamente nella ne-ve di due Stati! Purché, a guastare lafesta, non sopraggiunga qualcunodal versante opposto che, consciodel suo buon diritto e premuroso co-me si conviene a un corretto padro-ne di casa, si dichiari lieto dell'in-contro, ma si affretti a mettere inchiaro che tutta l'area sommitale èparte integrante del territorio fran-cese. I signori non son convinti? Ecco lacartina ed ecco la lunga fila di cro-cette nere dirette alla vetta, le quali,come tante formichine, improvvisa-mente cambiano rotta, descrivendoun ampio semicerchio, quasi a voleraggirare un ostacolo prima di ritor-nare sulla linea di cresta. Sul foglio in possesso dei nostri per-plessi connazionali, le formichine si

arrampicano invece arditamentesulla quota più alta seguendo la viapiù breve, ma un leggero scuotimen-to di testa, accompagnato da un sor-riso indulgente, pone fine alla di-scussione. Solitamente "carta canta", ma inquesto caso i suonatori hanno evi-dentemente seguito due spartiti di-versi per precedenti arrangiamenti.Le prime note dissonanti le avevagià registrate due secoli fa un giova-ne oriundo italiano che giocava perla Francia: ritornato in armi nellaterra dei suoi avi, il ventisettenneNapoleone proprio dal nostro paeseaveva preso a sbocconcellare la tor-ta europea, pappandosi per primauna fetta del regno di Sardegna, l'ol-tramontana Savoia. Così stabilì il Trattato di Parigi del1796, precisando che la linea di fron-tiera doveva passare "sul punto piùalto del Monte Bianco, visto daCourmayeur"; su una mappa annes-sa agli atti il tratteggio, dopo averseguito la linea di cresta, tocca infat-ti i 4.807 metri della vetta. Ma la for-mulazione, apparentemente chiara,reca in sè un suggerimento per futu-re contestazioni, visto che Cour-mayeur ha un suo Monte Bianco"personale", inferiore di 60 metri allavetta; ma la commissione confinariaaveva preso le sue decisioni in altaVal Ferret, dove si aveva la completa

visione della catena, con le puntepiù alte evidentissime.Combinato il guaio, sia pure involon-tario, Napoleone non ci pensa più:ne combinerà tanti altri prima che ilsuo astro tramonti e la "querelleMont Blanc" abbia il tempo storicodi maturare. Quando il re di Sarde-gna ritorna in possesso della Savoia,il contenzioso pare destinato a rima-nere per sempre sepolto sotto la ne-ve. Ma cinquant'anni dopo fa il suo in-gresso sulla scena europea un altroBonaparte, voglioso di rinnovare ifasti del grande zio. In combutta conCavour che, privo di un grande eser-cito, mette in campo le fascinosegrazie della contessa di Castiglione,Napoleone III aiuta i piemontesi acacciare gli austriaci dalla Lombar-dia e intasca il compenso pattuito,Nizza e Savoia, mari e monti. Il niz-zardo Garibaldi fa fuoco e fiamme,ma inutilmente; la contessa di Casti-glione, esaurite le sue funzioni, rien-tra nelle retrovie piemontesi e l'im-peratrice Eugenia va a saltellare digioia sui ghiacciai di Chamonix. Si torna a parlare del Monte Bianco:secondo la Convenzione del 1861, lalinea confinaria "sale sul gruppo delMonte Bianco e ne tocca ‘le point leplus élevé’" e per evitare ambigue in-terpretazioni, il punto più elevato èchiaramente segnato a quota 4.807. La displuviale era talmente ben defi-nita che si ritennero superflui so-pralluoghi e pose di cippi, ancheperchè la zona non rivestiva alcunaimportanza militare (e non l'avrànemmeno nel 1940, durante la guer-ra dei dieci giorni, quando non fusparato neanche un colpo, se noncontro qualche povero camoscio). Èconvenuto, del resto fra tutti gli Sta-ti che, in mancanza di chiari partico-lari topografici in terreno montano,la frontiera segua lo spartiacque. A questo documento non sono maistate apportate modifiche ed ha tut-tora pieno valore politico. Ma la per-malosa cartografia transalpina nonne volle sapere e, già quattro annidopo, in assoluto dispregio a untrattato internazionale, un suo illu-stre esponente, il capitano Mieulet,trasferiva l'area sommitale, decli-

Una controversia mai risolta sin dai tempi di Napoleone

Quale tricolore sul Monte Bianco?

Quando ancora nessuno c’era salito se lo immaginavano così.

295 - 2005

nante verso l'Italia, in territorio fran-cese. Gli tenne bordone, con un'asserzio-ne per lo meno stravagante, lo scrit-tore di montagna Charles Durierche, nel volume "Le Mont Blanc", so-stenne, naturalmente applauditissi-mo che, "in montagna una sommitàappartiene interamente al paese dacui è più accessibile". Poi aggiunge sottovoce: "È logicoche la linea di frontiera debba segui-re lo spartiacque, ma per il MonteBianco c'è stata un'eccezione, dovu-ta a un'offerta generosa del governoitaliano...".O meglio, al silenzio. In un primotempo infatti il nostro ministero de-gli Esteri non intervenne: si volevaevitare di sollevare un vespaio cheavrebbe incrinato le buone relazionicon i transalpini nel momento in cuistava per iniziare la terza guerrad'indipendenza contro l'Austria. Lascia perplessi invece il silenziodel governo francese che, quasi fos-se una rinuncia alla sua "grandeur",non si preoccupò di richiamare al-

l'ordine gli enti cartografici naziona-li, che da allora non terranno più inalcun conto 1a documentazione uffi-ciale. Il giochetto delle formichine nerecontinua tuttora nell'Europa senzafrontiere: mentre il tratteggio italia-

no segue la linea consacrata dai trat-tati, quello francese passa al largo,come un monello che compie un'in-trusione nell'orto del vicino e si al-lontana con uno sberleffo, dopo es-sersi impadronito di una manciatadi neve e di ghiaccio. (U.P.)

Le crocette che salgono in punta cavalcano la linea naturale dello spartiacque; la traccia rossa indica la variante francese.

Un colpo d’occhio sui monti della Savoia.

L’assegnazione del 70° campiona-to nazionale sci di fondo a Ca-pracotta, ha costituito per il

centro alto molisano, dopo l'organiz-zazione tra gli altri dei campionatiitaliani assoluti del 1997 e della Con-tinental Cup nel 2004, la sua definiti-va affermazione tra le località di si-curo prestigio a livello nazionale perlo sci nordico e premessa per la rea-lizzazione di manifestazioni semprepiù prestigiose.II sito, che si estende a cavallo diuna sella montuosa, è fra i centri abi-tati più alti dell'Appennino, e si èmeritato l'appellativo di Tibet del-l'Appennino per i suoi lunghi invernibianchi, caratterizzati da intenseprecipitazioni nevose, così abbon-danti da raggiungere i tre-quattrometri d'altezza. All'appuntamento

del 13 febbraio 2005, in occasionedei campionati nazionali di fondo,Capracotta si è presentata ancheagli alpini con un innevamento“d’annata”, che ha destato meravi-glia in tutti i partecipanti alla mani-festazione sportiva per l' abbondan-za di precipitazioni in una stagionecosì avara.Il numero dei partecipanti e delle se-zioni presenti è stato superiore adogni più rosea previsione: 280 atletiappartenenti a 25 sezioni, più duesottufficiali alpini in servizio. La ca-lorosa accoglienza da parte degliabitanti di Capracotta e degli alpinimolisani è stata da tutti molto ap-prezzata.Il sabato le manifestazioni si sonosvolte come da programma: nel po-meriggio cori con fanfara alpina at-

traverso le principali vie delpaese imbandierate e la deposi-zione di corone al monumentoai Caduti. Successivamente San-ta Messa officiata dal vescovodella Diocesi di Trivento e dalparroco di Capracotta, sinceriamici degli alpini. Al terminedella Messa, in Chiesa, concertodi musica etnica con zampogna,strumento pastorale tipico delMolise, ed altri strumenti dellatradizione popolare molto ap-prezzati. Al termine distribuzio-ne di "vin brulè ".

Nei locali della palestra comunalecena con prodotti tipici offerta agliospiti e (circa 700 persone) e allieta-ta da cori e canti improvvisati.Domenica 13, con cielo sereno etemperatura rigida, sono iniziate lepartenze degli atleti in un clima fe-stoso alla presenza del presidentenazionale Corrado Perona, del vicepresidente Giorgio Sonzogni, deiconsiglieri nazionali Bruno Serafin eAntonio Cason (che ha partecipatoalle gare), di Mario Benedetti, com-ponente la commissione sportiva edi diversi presidenti di sezione.Al termine delle gare e nel rispettodegli orari programmati hanno avu-to luogo le premiazioni nel piazzaleantistante il Rifugio di Prato Gentilee le piste.La sezione Molise, nella consapevo-lezza di aver fatto tutto il possibileper la migliore riuscita della manife-stazione, ringrazia i partecipanti, ilpresidente nazionale Corrado Pero-na, i consiglieri nazionali, le sezioniintervenute, le autorità, gli enti, leAssociazioni e quanti hanno colla-borato al successo di questo cam-pionato.Lunghissime le classifiche e le pre-miazioni: 36 premi assegnati, com-preso un premio speciale al “giova-ne ottantasettenne” Paolo Ferraridella sezione di Trento. il campionenazionale 2005 è risultato Marco Fio-rentini della sezione di Verona con ilmagnifico tempo di tutto riguardo di34.36.6 (km 15), nella classifica dellesezioni è risultata in testa Bergamoseguita da Vicenza e Trento.

Ecco le classifiche:

1ª categoria: 1° Marco Fiorentini(Verona); 2° Alfio Di Gregorio (Vi-cenza); 3° Luca Bortot (Lecco).2ª categoria: vittoria di Eudio De Col(Belluno); Master A1: Mirko Bertol-do (Vicenza); Master A2: Bianco DeMartin (Cadore); Master A3: DiegoMagnabosco (Asiago); Master A4Battista Rossi (Sondrio); Master B1:Alfredo Pasini (Bergamo); MasterB2: Guido Testini (Vallecamonica);Master B3: Ernesto Gaio (Feltre);Master B4: Valentino Stella (Aosta);Master B5: Gaetano Di Centa (Carni-ca); Militare A1: Salvatore Carrozzi-no; Militare A3: Pasquale Maglione.Classifica per sezioni: 1ª Bergamo;2ª Vicenza e 3ª Trento.

Mario Francesco CaponeEugenio Giuliano

Il veronese Fiorentini su tuttiA Bergamo la classifica per sezioni

SPORT

A Capracotta il 70º Campionato nazionale ANA di sci di fondo, nel cuore dell’Appennino

Il suggestivo terreno di gara.

I primi tre assoluti.

305 - 2005

315 - 2005

SPORT

Il 39° campionato ANA di slalom gi-gante svoltosi sulle nevi di Sappa-da è un'edizione da ricordare. Ca-

pita di rado infatti di assistere aduna cerimonia di apertura così toc-cante e suggestiva sotto una nevica-ta molto più natalizia che primaveri-le. Il momento commovente con lafanfara alpina, le autorità e il pubbli-co davanti al monumento ai Cadutiresterà a lungo nel cuore dei parte-cipanti. Il giorno successivo più di 300 atletisotto un sole splendente, sono scesisu una pista ottimamente preparatache ha consentito al pettorale nr.311 di fare il miglior tempo di cate-goria. È quindi doveroso il plauso al-l'organizzazione del gruppo ANA diSappada e dello Sci Club Sappada,con l'apporto indispensabile degli

alpini della bri-gata Julia guidatidal ten. col Ric-cardo Breusa edei componentidel nucleo sezio-nale di Protezio-ne civile. Nella serata disabato da segna-lare anche il momento culturale conl'applaudita esibizione del coro"Sorgenti del Piave" (che ha ancheaccompagnato la S. Messa) e delgruppo folkloristico degliHolzhockar. Tornando all'aspetto agonistico, il ti-tolo assoluto è sfuggito all'atleta dicasa, il cadorino Mauro Dionori, giàcampione a Pampeago di Trentoqualche anno fa, per mezzo secon-

do. Ha vinto infatti il trentino More-no Rizzi con una gara perfetta. Com-pleta il podio assoluto un altro tren-tino, Marzio Mattioli. Nelle singole categorie i bellunesivincono cinque titoli: Roberto Sior-paes (Cadore) nella Master A2 conun podio tutto cadorino completatoda Adelino Coradazzi e Manfred Fu-chs; Daniele D'Isep (Belluno) nellamaster A4; Fulvio De Bortoli (Feltre)nella Master B1; Sincero Pra Levis(Belluno) nella master B3; Silvio Valt(Belluno) nella Master B4. Nella seniores maschile Tiziano Cec-coni (Carnica), nella Master A1 Ste-fano Mantegazza (Biella); nella Ma-ster A3 Massimo Baio (Lecco), nellaMaster B2 Orlando Zendri (Trento),

Un momento della gara.

Onore ai Caduti durante la cerimonia di apertura: da sinistra il presidente dellasezione Cadore Antonio Cason, il vice presidente nazionale Giorgio Sonzogni e ilcapogruppo ANA di Sappada Giorgio Collovati.

Il trentino Moreno Rizzi domina la gara. Secondo, per un soffio, il cadorino Dionori Nella classifica per Sezioni in testa Trento, seguita da Bergamo e Cadore

Sappada – 39° campionato ANAdi slalom gigante

nella Master B5 Luciano Gasparini(Pordenone). La classifica per sezioni (ne eranopresenti ben 35), ha visto il trionfodi Trento seguita da Bergamo e dallasezione Cadore, ospitante. Durante la affollata cerimonia di pre-miazione al Palazzetto dello Sportgli interventi del capogruppo ANAdi Sappada, Carlo Collovati, del sin-daco Gianluca Piller Roner, del pre-sidente della Comunità Montana Va-lerio Piller, del presidente sezionalee consigliere nazionale Antonio Ca-son, del ten. col. Breusa e, in chiusu-ra, del vicepresidente nazionaleGiorgio Sonzogni responsabile perlo sport ANA che ha avuto parole diincitamento per tutti gli associati.Elemento comune in tutti gli indiriz-zi di saluto, il forte auspicio che ilpresidio rappresentato a Sappadadalla caserma "Fasil" della BrigataJulia possa continuare ad operarecome Centro Addestramento Alpi-no.

Livio Olivotto

Il vicepresidente Sonzogni si complimenta con il 39° campio-ne assoluto di slalom Moreno Rizzi.

325 - 2005

Chi non conosce gli alpini conti-

nua a stupirsi di quello che san-

no fare e come lo fanno. Chi è

Alpino considera ordinaria quoti-

dianità aiutare le persone in diffi-

coltà e quando porta a termine pro-

getti anche importanti, si sorprende

se qualcuno gli chiede perché non

ne parlano televisione o stampa,

abituato com’è al “tasi e tira”.

Anche il nostro Libro Verde della so-

lidarietà, un ponderoso inventario

di quello che le sezioni e i gruppi

fanno nell’arco di un anno, incontra

difficoltà a fornire un’informazione

completa della presenza alpina sul

territorio nazionale e all’estero.

Capita così che iniziative di alto si-

gnificato morale e associativo come

quella portata a termine nel 2004 in

Brasile dalla sezione “Monte Grap-

pa” di Bassano passino in sordina o

diventino ordinario silenzio.

La storia. Nel 2002, su segnalazione

dell’on. Giuseppe Saretta, bassanese

ma buon conoscitore della realtà

brasiliana, il presidente Bortolo Bu-

snardo sente parlare di una scuola

che non c’è. Si tratta di una scuola

“fondamentale”, cioè elementare, in

un’area dimenticata dell’immenso

Brasile, situata poco sotto l’equato-

re, a Campestre di Fortin, sul ver-

sante atlantico del corno carioca, a

poco più di cento chilometri a sud di

Fortaleza, stato del Céarà. L’atten-

zione dell’A.N.A. per l’istruzione dei

bambini e dei giovani registra dei

precedenti significativi: a Rossosch,

in Russia e a Zenica in Bosnia, due

realtà dove la sezione del Grappa ha

già dato testimonianza di generosa

presenza e professionalità.

Convincere il presidente e il consiglio

di sezione che quella scuola “s’ha da

fare” non è un grosso sforzo, tenuto

conto che alcuni imprenditori dell’a-

rea Nordest e soprattutto la famiglia

di Cesare Bonotto, toccata da un lut-

to recente – il figlio Mauro è stato vit-

tima di un incidente in montagna - si

offrono di mettere a disposizione una

somma considerevole per l’ acquisto

di materiali e il reclutamento della

manodopera sul posto.

Nel giro di qualche mese lo studio

Busnardo, in prima fila il figlio ing.

Fabrizio, elabora il progetto e nel

frattempo, senza troppe difficoltà

anche se si tratta di un’avventura, si

trova la squadra disponibile ad av-

viare il cantiere. Il 22 gennaio 2003

parte alla volta dell’ignoto, si direb-

be, il primo turno guidato dal presi-

Una scuola tutta nuovaper i bambini brasiliani

DI VITTORIO BRUNELLO dente di sezione. Dovremmo a que-

sto punto segnalare dei nomi, ma

poiché sono più di una ventina, ci si

limita, per tutti, al capocantiere An-

tonio Costacurta che ha diretto con

energica e competente perizia i lavo-

ri della costruzione, dalle fondamen-

ta alla malta fine, con mezzi e sup-

porti spesso rudimentali.

Con qualche intervallo per prendere

fiato, ma in soli sei mesi di lavoro ef-

fettivo, in quella terra con il sole in

verticale sul mezzodì, l’apparenza

semideserta, le zanzare che se ne in-

fischiano dell’Autan e sembrano

quasi divertirsi alle evoluzioni dei

“fumetti rituali” e i serpentelli chia-

mati “cobra” che creano una stimo-

lante atmosfera esotica, i nostri Al-

pini hanno realizzato una scuola per

duecento e quaranta alunni, bella,

con i muri a faccia vista, funzionale,

capace di animare con il chiasso

gioioso dei bambini una realtà sor-

prendentemente ricca di umanità. I

tempi? Quelli impiegati dalle nostre

autorità pubbliche, forti di attrezza-

ti uffici tecnici, consulenti, esperti,

per un progetto di massima.

Poco prima di natale 2004, con

un’assemblea conviviale a Musso-

lente, ospiti nella sala aziendale del-

la ditta Bifrangi, i capigruppo della

sezione, i lavoratori, le mogli, le au-

torità locali, la famiglia Bonotto, cui

Costruita dagli alpini della sezione di Bassano

Uno scorcio della nuova scuola costrui-ta dagli alpini della sezione di Bassano.

335 - 2005

è stata intitolata la scuola, brindano

in onore degli Alpini. Dopo i ringra-

ziamenti di rito, dichiarazione uffi-

ciale di chiusura dell’ “Operazione

Brasil”. L’Alpino Girolamo Viero scri-

ve in una sua nota: “L’esperienza vis-

suta in Brasile ha lasciato un grande

segno nella mia vita... sono soddi-

sfatto di avere offerto...il mio tempo

libero e il mio lavoro a questo pro-

getto. In cambio ho ricevuto una

grande esperienza di vita portando

a casa la disponibilità, la semplicità

e la gentilezza di un popolo lontano,

povero ma solare”. E non è poco, se

si considera il valore dell’esistenza

come una somma di esperienze in

cui riusciamo, in qualche modo, ad

essere protagonisti. ●

Foto di gruppo, con gli abitanti di Campestre di Fortin.

La prima squadra riceve la visita del sindaco di Arzignano, Signorin.

COME

ERAVAMOArriva da lontano, dagli inizi

del secolo scorso (1906) que-

sta foto ingiallita nella quale

gli alpini cadorini della classe

1885, in posa, danno il senso

dell’equilibrio geometrico, al-

la ricerca della forma perfet-

ta. Il quarto in piedi, da sini-

stra, è Fioretto De Zardo, che

fu il secondo capogruppo de-

gli alpini di Calalzo di Cadore.

zona franca

345 - 2005

■ I manufatti della Grande Guerra

Ho letto su L’Alpino di febbraiodell’intervento della signora Ma-

rina Tofful: una visione pessimisticadella situazione e dello stato in cuiversano i manufatti della GrandeGuerra specie in corrispondenza del-le montagne carnico-friulane.Credo che la Signora Tofful non siaben informata e che non si renda con-to di cosa significhi intervenire sustrutture fatiscenti e realizzate conmateriali di circostanza, con perso-nale volontario spesso privo di capa-cità tecnica (ma, per fortuna, armatodi tanta buona volontà), in un arco ditempo limitato ai mesi estivi se nonai soli fine settimana.Poiché è impensabile intervenire sututto il campo di battaglia, è necessa-rio polarizzare l'attenzione su signifi-cativi obiettivi, in grado di far com-prendere al visitatore le loro caratte-ristiche e quanto sacrificio sia costa-to, anche in vite umane, l'aver opera-to in condizioni non certo ideali.Considerando che esiste anche unanormativa che pone dei limiti drasti-ci, possiamo dire di avere posto lemani in numerosi settori che talvoltacreano dei malcontenti fra i volonta-ri. Più volte, infatti, questi benemeritidel volontariato (alpini e non alpini,donne e ragazzi compresi), sono co-stretti ad interrompere le loro fatichein quanto valutate dagli organi dicontrollo non rispondenti ai sacri ca-noni. E quando si è costretti a modifi-care un intervento che sembrava va-lido, ci si ritrova con l'amaro in boccae l'entusiasmo alquanto ridotto. Proseguendo nella lettura della Si-gnora Tofful, si ha la sensazione chea salvare talune strutture siano statisoltanto gli austriaci sul Pal Piccolo(leggasi colonnello Schaumann, di re-cente scomparso) senza contare chead iniziare i lavori di ricupero di zonesignificative siamo stati noi del 4°Corpo d’Armata Alpino, nel 1973, sul-l’Ortigara, con il colonnello Fossati diOnorcaduti.Solo dopo è arrivato Schaumann, conil quale ho collaborato a più riprese.A loro volta la Tridentina e la Cadoreconcorrevano anche con personaleproprio alla realizzazione dei museiall’aperto di Passo Limo, Monte Pia-na, Lagazuoi, Monte Croce Carnicoecc..

Nel frattempo i carnici non stavanocon le mani in mano: anche loro si so-no dati da fare e con il concorso di nu-merosi alpini in congedo hanno rea-lizzato a Timau il museo storico, ilmonumento alle Portatrici Carniche,il servizio al Tempio Ossario, il riordi-no della viabilità minore per accederealle posizioni del Freikofel e del PalGrande, i lavori per il museo all'aper-to del Freikofel, per il quale la prossi-ma estate è prevista l'inaugurazionedell'impianto di illuminazione e di si-curezza delle gallerie-ricovero allapresenza dell'Arcivescovo di Udine.Quanto sopra esposto per corregge-re le espressioni della signora Tofful,che ritengo non rispondenti allarealtà.

Generale (ris)Adriano Gransinigh - Tolmezzo

■ I giovani e la guerra

Quando noi ragazzi della nuova ge-nerazione vediamo immagini del-

la guerra che ci bombardano quoti-dianamente, o quando ci chiediamoperché questa parola sia ancora cosìpresente nella nostra quotidianità,forse non ci rendiamo conto del suoreale significato. È bastato un giornodi novembre, il 7 per la precisione,perché quelle immagini traspirasseroattraverso foto sbiadite dal tempo enegli occhi lucidi di chi la guerra l’a-veva vissuta, sulla propria pelle. I racconti di quegli anni si sono mate-rializzati davanti a noi attraversostendardi e gonfaloni portati con fie-rezza dai gruppi di Corvaro, Borgoro-se, Torano, nelle parole della “Pre-ghiera dell’Alpino” letta con traspor-to dalla voce tremante di Adelio Ra-nucci, nelle note dell’Inno di Mamelio in quelle tristi e prive di parole delsilenzio.Anche una piccola frazione comequella di Collemaggiore, ha volutorendere omaggio alla memoria deisuoi Caduti in modo solenne, coin-volgendo le varie generazioni dellanostra comunità.Alla celebrazione in chiesa accompa-gnata dalle note del coro Polifonicodi Corvaro è seguita una processioneche ha visto in prima linea il Tricolo-re, una corona dedicata alla memoria

dei Caduti e la presenza dei reducidella nostra comunità.Il culmine della giornata è stato l’arri-vo ai piedi del monumento che è sta-to restaurato grazie al duro lavoro eall’impegno di tutte le persone dellanostra comunità.Sotto una pioggia battente, quasi avoler cancellare dalla memoria queitristi ricordi, noi giovani abbiamo im-parato il senso della parola rispetto:non solo per tutti i nostri nonni e ziiche hanno preso parte ai combatti-menti e ora non ci sono più, ma an-che per tutti coloro che sono tornativivi e che attraverso i loro raccontirappresentano una testimonianzareale che vale più di mille paginescritte. Infine, il rispetto per il monu-mento che d’ora in poi non ci lasceràpiù indifferenti ma che richiamerà lanostra attenzione e il nostro sguardosu quella lista di nomi, che oggi comeieri resta e resterà sempre un segnotangibile della nostra comunità.

Marianna De Luca - Roma

■ Grazie a Roma e agli alpini della P.C.

Scrivo ancora sotto l’impressionedelle immagini trasmesse per tele-

visione da Roma. Le cerimonie in oc-casione del funerale del Papa Giovan-ni Paolo II hanno richiamato a Romauomini e donne da ogni parte delmondo e la capitale d’Italia è stata, al-meno per un giorno, il centro delmondo. Per giudizio unanime anchedella stampa tedesca, spesso preve-nuta nei confronti del nostro paese,la città di Roma e le forze dell’ordineitaliane hanno saputo superare unaprova difficile con molta bravura. Ilcontrollo e l’assistenza di una talemassa di pellegrini ha richiesto datutti uno sforzo eccezionale. Tra leforze dell’ordine impiegate a Romaho intravisto spesso molte penne ne-re, che suppongo facessero parte delservizio di Protezione civile.Ritengo sia doveroso far conoscere atutti i soci dell’ANA quanto è statofatto in questa settimana dal serviziodi Protezione civile a Roma, attraver-so l’opera degli alpini.

Franco Matteucci

Wolfsburg (Germania)

355 - 2005

Il coro A.N.A. di Creazzo è sortonel 1984 su iniziativa di alcuni al-pini del locale gruppo della sezio-

ne di Vicenza. Fin dall'origine la dire-zione del coro è stata affidata almaestro Antonio Piazza. Tuttora,giunto al ventesimo anno di attività,il coro è diretto dallo stesso mae-stro. Attualmente, l'organico è dicirca venticinque elementi, alcunidei quali, possono vantarsi del titolodi "padri fondatori". In una prima fase, il repertorio delcoro era costituito principalmenteda canti di guerra e della tradizionealpina, con alcune concessioni alletematiche religiose e popolari. In se-guito ha rivolto il proprio interesseanche a generi musicali inconsuetiper un coro alpino, quali la canzonenapoletana e latino americana, ar-monizzate ed adattate del maestroAntonio Piazza. L'attività del coro è molteplice. È co-stante la presenza nelle case di ripo-so per allietare, specialmente nel pe-riodo natalizio, le giornate degli

ospiti. È forte il legame associativo:infatti, il coro, è spesso presente incerimonie ufficiali e commemorati-ve organizzate dal locale gruppo Al-pini e dalla sezione A.N.A. di Vicen-za. Partecipa, inoltre, a numeroserassegne e concerti in molte regionid'Italia ed in particolare ai concertiorganizzati in occasione delle Adu-nate nazionali. Oltre all'incisione di alcune cassette,per ricordare i primi vent'anni d'atti-

vità verrà prossimamente inciso unCD. Il coro ha pubblicato anche learmonizzazioni e composizioni ori-ginali del maestro Piazza. Molti sonoi riconoscimenti ottenuti a livellomusicale, ma il risultato più belloche il complesso corale ha ottenutoin questi vent'anni, è lo spirito digruppo e di amicizia che lega i cori-sti, i loro familiari ed i numerosi sim-patizzanti.

Gianni Boscardin

Coro ANA di Creazzo

CORI E FANFARE

Il coro “Quelli della montagna” ènato nel 1996 all’interno del grup-po alpini di Tornimparte (L’Aqui-

la). È composto da 30 elementi tra iquali il vecio Pietro Sterpone di 90anni ed è diretto dal maestro MarioSantucci. Il coro, che ha nel suo repertorionon solo canti alpini e di montagnama anche canzoni inedite della tra-dizione regionale italiana e canti sa-cri e liturgici, ha tenuto 20 concertiin Italia, ha partecipato alle Adunatedi Catania e Aosta ed ha inciso unCD. Il coro “Quelli della montagna” in-

Coro di Tornimparte “Quelli della montagna”

Grande appuntamento canoro quest’estate a Va-rese. Sabato 2 e domenica 3 luglio i coristi incongedo delle brigate alpine si esibiranno al

Teatro Città di Varese. Saranno presenti i cori in con-gedo delle brigate “Taurinense”, “Orobica”, “Tridenti-na”, “Cadore” e “Julia” e quasi certamente il costi-tuendo coro della “Scuola Militare Alpina”.

È una manifestazione organizzata dalla sezione di Va-rese in collaborazione con il Comune.L’anno scorso, a Creazzo, è avvenuta la prima esibi-zione dei coristi in congedo. Da allora i cori si sono or-ganizzati e sono pronti per questo appuntamento, chesarà itinerante e avrà cadenza annuale. Appuntamento, dunque, a Varese.

I cori dei congedati: a luglio a Varese il secondo concerto

tende dare una forte testimonianzadella passione alpina e un contribu-to alla crescita della propria comu-

nità e della montagna chiamando aquesto compito anche le nuove ge-nerazioni.

365 - 2005

I libri recensiti in questa rubrica si possono reperirepresso la Libreria Militare (via Morigi 15,

angolo via Vigna, Milano; tel. 02-89010725) punto vendita gestito da due alpini.in biblioteca

NASSIRIYA

L’idea di questo libro,basato sui cinque

viaggi compiuti dall’au-tore in Iraq nel corsode l l ’ u l t imo anno ,nasce il giorno stessod e l l a s t r a g e d iNassiriya (12 novem-bre 2003): un eventotragico, destinato arimanere per semprenel cuore e nellamente di tutti gli italia-ni e definito da molti il“nostro 11 settembre”.Fatta questa premessa,“Nassiriya” è innanzi-tutto il primo librosulla nostra missionein Iraq. Una vicendache ha diviso e checontinua a dividereprofondamente gli animi, ma che fin dagli inizi ci è statamostrata prevalentemente attraverso il filtro opaco e defor-mante della polemica di parte e dello scontro ideologico finea se stessi. Ma “Nassiriya”, come scrive nella sua prefazione ilministro Antonio Martino, “non è solo un diario dal fronte,appassionato e appassionante, popolato di personaggi sor-prendenti e denso di episodi in gran parte sconosciuti al largopubblico”. Fondendo in modo originale lo stile del reportagecon quello tipico del pamphlet, l’autore affronta uno dopo l’al-tro i nodi principali del ruolo dell’Italia nello spaventoso dopo-guerra iracheno. L’effetto finale del libro – che nell’ultima partepropone gli editoriali sull’Iraq scritti dall’autore, giornalistainviato della “Gazzetta di Parma” - è un racconto teso, vibran-te. “Nassiriya” è il libro-manifesto di un’Italia che non intendesottrarsi ai propri doveri di fronte alle tragedie che affliggonol’umanità e che, a maggior ragione, non dimentica i suoi mar-tiri, eroi o meno che fossero. Sicuramente, un libro contro laguerra. Ma scritto e vissuto, dalla prima all’ultima pagina, dallaparte di chi non si vergogna di usare la parola Patria. E di chila guerra non l’ha mai dichiarata, bensì solo subita.

PINO AGNETTI

NASSIRIYA - Pagine 160 - Euro 19,00Boroli Editore – Milano – tel. 02/39030311www.borolieditore.it – [email protected]

LA STORIA DI GIGI, UN ALPINO DEL GARDA”

Il libro “La storia di Gigi, un alpino del Garda”, recensito nel febbraio2002, è giunto alla seconda edizione. Il volume, scritto dall’alpino

Gaetano Agnini, presidente dell’Associazio-ne ONLUS Mine ActionItaly (Azione contro le mine) è offerto in vendita libera per raccoglie-re fondi a favore del progetto “Ospedale dei bambini in Sierra Leone”con la collaborazione della Fondazione Don Gnocchi e il gruppo chi-rurghi volontari dell’Ospedale di Monza.I contributi possono essere versati sul c.c.p. 1377 3460 oppure conbonifico sul c.c. 38900 del Banco di Brescia (ABI 03500 – CAB11200). Indirizzo dell’Associazione: Via Piamarta 9 – 25121 Brescia. tel. 030.2807107 – fax 030.2907700 – [email protected]

IN CERCA DI UNA PATRIA

Nei venti mesi di guerra al nazifascismo, ben 86 mila solda-ti del ricostituito Esercito italiano morirono in battaglia o

nei lager. Eppure nessuno si ricorda di loro, per tanti anni ilmonopolio dei meriti della resistenza fu appannaggio di unasola parte ed ancora oggi si tende a guardare con un certoimbarazzo, se non fastidio, i reduci di quella “sanguinosaresurrezione” della nostra Patria dopo la parentesi della guer-ra. I libri di storia non dicono nulla di questa zona d’ombra cheva dall’8 settembre all’aprile del ’45, né servono le ricorrenzeufficiali a fare luce su questo periodo. Eppure, ci fu oltremezzo milione di militari che preferirono l’incerta deportazio-ne all’adesione alla Repubblica di Salò, altri ancora che, nelMeridione, reduci dal fronte francese, balcanico, russo, conti-nuarono a combattere, a fianco degli alleati, “in cerca d’unaPatria”, in cerca della Patria smarrita. Ciascuno con la propriastoria, con le proprie convinzioni ma tutti con il desiderio diriscatto, partendo dalla battaglia di Montecassino, di MonteMarrone, con il battaglione alpini Piemonte, il battesimo delfuoco, i tanti caduti. Ritroviamo nomi cari alla nostraAssociazione, quelli dei generali Luigi Morena, Giorgio Donati,Luigi Poli, allora tenenti, e poi Enzio Campanella e AlessandroSilvestrini e altri ancora che sono la nostra memoria e il nostroesempio, che risalirono l’Italia dopo averla riconquistata. Poi ilritorno a casa, nel precario equilibrio d’un Paese che stentavaa chiudere i conti con il passato, a rinunciare alle vendette san-guinose. Anche quest’opera di Caruso, come Tutti i vivi all’as-salto, epopea degli alpini in Russia e, prima ancora, Cefalonia,si legge d’un fiato, scritta com’è in un avvincente e chiaro lin-guaggio. Una pagina di storia che non va dimenticata.Ad Alfio Caruso, come riportiamo a pag. 6 di questo numero,è stato assegnato dall’A.N.A. il premio “Giornalista dell’anno”.

ALFIO CARUSO

IN CERCA DI UNA PATRIA8 settembre 1943: i ragazzi della generazione sfortunatatornano in guerra con l’esercito del re per rifare l’ItaliaLonganesi editore - Milano – www.longanesi.itpagg. 292 - Euro16 – In tutte le librerie.

375 - 2005

bellefamiglie

Ecco Giosuè MASCHIETTO, nella fotoscattata in occasione del suo 90° com-pleanno, con i figli Agostino, cl. ’49, del7° Alpini, Renato cl. ’50, btg. Pieve diCadore e con il genero Nilo DELLA LI-BERA cl. ’55, dell’8° Alpini. Sono tuttiiscritti al gruppo “Pietro Maset” della se-zione di Conegliano.

Questa è la famiglia di Andrea GAVOT-TO, cl. 1917, 9ª compagnia, btg. Mon-dovì, 1° regg. alpini. È reduce, mutilatodella seconda guerra mondiale; hacombattuto sul fronte greco-albanese ein Russia. Da sinistra: il genero FiorenzoRAINERI c. ‘41, 8° Alpini; Andrea GA-VOTTA – il figlio Dario cl. ’66, brigata“Taurinense”, btg. Saluzzo 21ª cp.; il ni-pote Andrea UNIA cl. ‘80, brigata “Tau-rinense”, 1° regg. art. da montagna e ilgenero Giuseppe UNIA, cl. ‘55. Sonotutti iscritti alla sezione di Mondovì.

Dal gruppo di Colfosco (sezione di Co-negliano), ecco la famiglia POMPEO. Ilnonno Augusto, cl. 1923, 3° art. divisio-ne “Julia”, presidente onorario dei “Trevi-sani nel mondo”, posa davanti al monu-mento all’emigrante con il figlio Mauri-zio e i nipoti Michele e Roberto, tutti etre della “Julia”.

La famiglia MENEGON, del gruppo diCaerano San Marco (sezione di Treviso)ritratta nel giorno del giuramento di En-rico, del 7° Alpini. Con lui gli zii, i fratel-li Alessio, Davide e Fabrizio, tutti e tredell’8° reggimento alpini.

Una bella famiglia valdostana: la famigliaPESENTI: da sinistra in piedi, i fratelli Ar-turo cl. ‘25, Andrea cl. ‘34, Livio cl. ‘29 eil cugino Flaminio cl. ‘31. Davanti, sem-pre da sinistra: Remo cl. ‘66, figlio di Livioe Massimo cl. ‘68, figlio di Andrea.

Nel giorno del suo giuramento a Vicen-za, Damiano VILLA, V.F.A. cl. ‘82, del 7°regg. alpini, btg. Feltre, con il papà Fran-co cl. ‘43, artigliere alpino iscritto algruppo di Mocogna-Cisore (sezione diDomodossola).

Il capogruppo di Castiglione Intelvi (se-zione di Como) Luciano VANINI, orgo-glioso con il figlio Andrea nel giorno delgiuramento ad Aosta.

Il piccolo Mattia BINI, ci manda in unaletterina la foto del nonno Silvio, ser-gente degli alpini cl. ’39, istruttore alB.A.R. di Bassano del Grappa e del papàFabio, cl. ’66, che era in servizio a Mera-no. La foto è stata scattata in occasionedella festa del gruppo di Casasco Intelvi(sezione di Como).

Ecco i fratelli BELTRAMI del gruppo diFornero (sezione di Cusio-Omegna).Sono, da sinistra, il capogruppo Rolan-do, Piero, Fabrizio e Libero.

Dal gruppo di Santa Lucia (sezione di Ve-rona), la famiglia PIPPA. Sono da sinistraAngelo, il vecio Gino, Natale e Giorgio.

385 - 2005

chi si riconosce?

incontriamoci!

VAL LEOGRA, NEL 1941Grecia, nel 1941, btg. Val Leogra prima della partenza peril Montenegro. Contattare Angelo Pilastro, 0444-970855.

5º CORSO ACS, 7ª BATTERIAScuola SAUSA di Foligno,anni ‘64/65: 5° corso ACS,2° gruppo, 7ª batteria.Contattare Giancarlo Pozzi,al nr. 0341-641544; oppu-re via mail: [email protected]

MONTORIO VERONESE, NEL 1960Montorio Veronese nell’aprile del ’60: cp. Pieve di Cado-re, 1° plotone. Contattare Redento Caisutti, 0432-676163.

BRIGATA CADORE, 68ª CP.Alpini della Cadore, 68ª cp. nel ’62, comandati dal cap.Menotti e ten. Banfi. Contattare Gino Zilio, 0434-651660.

BTG. TRASMISSIONI, ANNI 1985/86Bolzano anni ‘85/86: 4° btg. Trasmissioni Gardena. Contattare Riccardo Vanzini, 339-8222537; e-mail: [email protected]

CP. COMANDO, 7º ALPINI, ANNI 1962/63Compagnia comando a Fel-tre, 7° Alpini, anni ‘62/63.Telefonare a Giovanni Ven-dramini, 011-974244.

10º CORSO ACS AD AOSTA, NEL 1966Aosta nel ’66: 10° corso ACS, 1ª compagnia. Telefonare adAlessandro Appolonia, 0431-65817; oppure a GiuseppeIbertis, 011-3826779.

CAMPO INVERNALE A CIMA SCANAIOL NEL ’65Campo invernale gennaio 1965, a Cima Scanaiol (metri2.457): sono gli alpini della 66ª compagnia del 7° rgt.,plotone armi. Gianluigi Lorenzato (freccia) ricorda i com-militoni Marostegan e De Biasi e gli altri di Bassano, Ma-rostica e dintorni. Al centro l’allora tenente (ora generale)Giannuzzi. Per un incontro contattare Lorenzato, capo-gruppo di Arsiero (Vicenza), al nr. 0445-740639.

395 - 2005

alpino chiamaalpino

LUIGI DALMASSOAntonella Dalmasso cerca notizie dello zio Luigi (indicatodalla freccia nella foto) nato a Chiusa di Pesio (Cuneo) edisperso in Russia. Era nel 1° Alpini, btg. Mondovì, 11ª cp.,posta militare 203. Chi si ricordasse di lui è pregato dicontattare la nipote al nr. 0171-738045.

REPARTO SALMERIE,ANNI 1962/63Caserma San Martino delCarso, reparto salmerie aMerano, anni ’62/63. Te-lefonare ad Anselmo Bo-sio, 011-4527204.

6º ALPINI, 128ª MORTAIMonguelfo 128ª mortai,2°/’67, 6° Alpini: in marciaalle Tre Cime di Lavaredo.Contattare Mario Uber,0461-991741.

CASERMA CHIARLE, ANNI 1953/54Scuola militare alpina, caserma Chiarle di Aosta: 4° corsoallievi ASC, 2° plotone, anni ‘53/54. Contattare Enzo Gal-vani, 0376-818712.

6° DA MONTAGNA, NEL 1954Cambio dell’ufficiale di picchetto alla caserma D’Angelodi Belluno, del 6° artiglieria da montagna, nel ’54. Scrive-re a Duilio Piana, via Arno 17 – 10090 Rivoli (Torino).

BTG. VAL CISMON, 2° 1969/70Albino Chiarini, 2° ‘69/70, btg. Val Cismon a Santo Stefa-no di Cadore, cerca i commilitoni. Telefonargli ai numeri030-902797; cell. 339-6131599.

BAR JULIA, ANNI 1963/64Francesco Rebonato cerca i commilitoni del 32° corsoAUC, BAR Julia, anni ‘63/64. Contattarlo al nr. 045-527738.

GIULIANO PETTINARIMario Tommasi che nel ’65 era alla caserma Battisti di Cu-neo, cp. Bassano, 3° plotone, cerca il comandante dellacompagnia Giuliano Pettinari. Telefonargli al nr. 045-907856: oppure al nr. 349-8109299.

ARTIGLIERI DEL SUSA, 1966Decimo incontro degli artiglieri del gruppo Susa, 1ª e 2ªbatteria, reparto comando, 1/2/3 scaglione ’66 che si ri-troveranno il prossimo 5 giugno a Valdellatorre (Torino).Telefonare a Raimondo Mussino, 011-9680523; oppure aLearco Morsone, 011-9672645.

SERGENTE MAGGIORE SAROLLOAldo Cena e Teresio Durando, classe ’23 cercano il ser-gente maggiore istruttore Sarollo, classe 1917/18 forsedella provincia di Asti. Nel ’43 erano con lui a Pinerolo, 3°Alpini, btg. Susa, 35ª cp. controcarri, divisione Alpi Graie.Chi si ricordasse di lui può contattare Durando, al nr. 011-9988779.

LIVIO VANNUCCISilvana Vannucci cerca notizie del padre Livio nato a Car-doso di Gallicano (Lucca) l’11/11/1917. Era nella 17ªcompagnia, btg. Dronero, divisione Cuneense, dispersoin Russia nella zona di Nikolajewka. Chi fosse in grado difornire informazioni è pregato di contattare la figlia Silva-na, al nr. 0583-86163; oppure al nr. 328-1520737.

ROBERTO PEDERZOLIRenato Caloi vorrebbe incontrarsi con il s.ten. medico Ro-berto Pederzoli che era nel btg. Verona, 6° Alpini, 58ª cp.,la stessa compagnia dello zio, deceduto in combattimen-to a Postojali. Contattare Caloi al nr. 045-501848.

12° CORSO ASC, ANNI 1957/58Gli allievi del 12° corso ASC che erano ad Aosta negli an-ni ‘57/58 si ritroveranno il 12 giugno a Como in occasio-ne dell’85° della sezione. Contattare Bruno Faverio, 031-505425; oppure Mario Caberle, 02-96342065.

405 - 2005

incontri

Si sono ritrovati a Tezze sul Brenta, gli allievi del 16° e 17° corso che negli anni ‘60/61 erano al-la scuola militare alpina di Aosta.

Erano commilitoni al 12° CAR di Montorio Veronese, nel Tira-no. Dopo il giuramento furono trasferiti tutti a Merano, nella52ª squadra del btg. Edolo. Da allora, si ritrovano tutti gli anniin una località diversa. Quest’anno l’appuntamento è fissatoper domenica 5 giugno nella sede del gruppo di Castelletto diBranduzzo.

Si ritroveranno nei giorni 25 e 26 giugno a Sedico gli allievi dell’84°corso AUC. Per informazioni contattare Bruno Rivetti, al nr. 348-5549422; oppure scrivergli all’indirizzo [email protected]

Si ritroveranno nel mese di luglio a 50 anni dal congedo, gli al-lievi del 5° corso ASC di Aosta. Contattare Eugenio Manzocchi,039-9943324; oppure Luigi Masseretti, 039-499468.

Si sono ritrovati a Bassano del Grappa al raduno del 6° damontagna i commilitoni della 38ª batteria a 40 anni dal con-gedo. Per il prossimo incontro contattare Niccioli, al nr. 335-6084929.

Si sono dati appuntamento a Bassano del Grappa i commili-toni del 1°/’62 che erano a Tolmezzo nella 316ª cp., 11° rgpt.alpini d’arresto. Li vediamo mentre posano per la foto ricordo.

Di nuovo insieme dopo 10 anni, gli alpini del reparto coman-do e supporti tattici della brigata Taurinense. Negli anni ‘95/96erano alla caserma Montegrappa di Torino.

Erano insieme nel 1942. Sisono dati appuntamento aBiella, dopo 60 anni, al radu-no del 5° art. da Montagna.

incontri

415 - 2005

Si sono ritrovati ad Aosta per commemorare il 71° anniversario della Scuola Militare Alpina gli ex allievi in rappresentanza deicorsi che si sono succeduti nei vari anni, ripromettendosi di incontrarsi più numerosi l'anno prossimo, grazie anche alla corteseospitalità offerta dal sindaco di Aosta e dal gen. Oliviero Finocchio comandante dell'attuale Centro Addestramento Alpino.

Sessantadue anni sono pas-sati dall’ultima volta che sierano visti: la cena socialedel gruppo di San Pietro Val-dastico è stata l’occasioneper incontrarsi dopo così tan-to tempo. Sono Vittorio Pie-notto e Battista Zanetello chenel ’43 erano in Montenegro,btg. Vicenza.

Appuntamento domenica 26 giugno a La Thuile dei paracadu-tisti della Taurinense, 2°/’40. Contattare Toffaletti, al nr. 340-5501091.

La 5ª compagnia del 35° corso ACS di Aosta, dopo 32 anni, hanuovamente effettuato l’ascensione al ghiacciaio del Rutor esi prepara per affrontare, nel mese di luglio, quella al ghiac-ciaio del Gran Paradiso, come nel ’72. Chi volesse parteciparea questa impresa può contattare Gianfranco Valdo, al nr.0442-23966; oppure Luigi Bellinzona, 011-9597811. Nelle fo-to sono davanti alla caserma Monte Bianco prima della par-tenza per il Rutor e sul ghiacciaio.

In occasione del cinquante-nario dei trasmettitori alpini,Giovanni Campana e LuigiMilesi si sono trovati dopo50 anni. Nel ’54 erano allacaserma Cesare Battisti diMerano, reparto comandocon il commilitone LuigiGabbiati che oggi vorrebberoriabbracciare. ContattareCampana al nr. 035-732078.

A 10 anni dalla partenza perla naja gli alpini Averono,Garda e Sesiani del 7°/’94della fanfara alpina Taurinen-se, si sono ritrovati con il loromaresciallo Sergio Bonessio.

Gli artiglieri del 1° reggimen-to da montagna all’appunta-mento a Romagnano Sesia, a32 anni dal congedo. Sono:Grimaldi, Pattaroni, Basla eLupano.

Trent’anni dopo a Susa: sonogli artiglieri del 2°/’73. Perinformazioni sul prossimo in-contro contattare Pierluigi Ri-naldo, 328-6839329.

incontri

425 - 2005

Foto di gruppo dei commilitoni del 2° plotone paracadutistidella Julia riuniti a Viterbo a 50 anni dal congedo.

In occasione del 40° anniversario dall’inizio del corso, 70 allie-vi del 36° AUC si sono dati appuntamento alla scuola militarealpina di Aosta.

Gli allievi del 17° corso ASC che nel ’60 erano alla scuola mili-tare alpina di Aosta (nella foto) vorrebbero ritrovarsi con altricommilitoni. Contattare Giovanni Badino, al nr. 011-840133.

Gli ACS del 39° corso della SMALP si sono ritrovati a Bardolino dopo trent’anni.

Radunati a Como gli alpini del capitano Franco Ciarletta chenella primavera del ’64 erano nella cp. alpini paracadutisti.

Si ritroveranno nel mese di giugno gli alpini del 14° Alpini diVenzone, 12ª compagnia fucilieri “La terribile”, 12°/’97. Li ve-diamo nella foto scattata all’ultimo incontro. Per informazioniscrivere all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Trentanove anni fa erano inquadrati nella 41ª batteria delgruppo Agordo, alla caserma Zannettelli di Feltre. Si sono ri-trovati presso il gruppo alpini di Dueville (sez. Vicenza) con il“loro tenente”, ora generale, Franco Chiesa (al centro, in giac-ca chiara) e con il presidente della sezione di Feltre RenzoCenta (in piedi, dietro al gen. Chiesa). L’appuntamento per ilquarantesimo è… in allestimento. Telefonare a Sebastiano DePretto, 0444/591435.

dalle nostre sezioni

435 - 2005

Ottant’anni di solidarietà

La sezione ha festeggiatol’anniversario portando

a Sarajevo aiuti umanitariconsegnati assieme ai no-stri alpini in missione nelcapoluogo bosniacoSono passati ottant'anni daquel 24 novembre, quandoun gruppo di alpini vercel-lesi decisero di costituire lasezione di Vercelli. Piccolasezione, terra di risaie, chestenta ad esser considera-ta zona di reclutamento al-pino, i cui soci sono fieri diportare lo stesso cappellocon la penna che ha porta-to il Beato don SecondoPollo, unico alpino innalza-to fino ad ora alla gloria de-gli altari. Sul vessillo dellasezione sono appuntate seimedaglie d'oro tra le qualiquelle dei fratelli Giuseppeed Eugenio Garrone, di cuila sezione di Vercelli portail nome. L'anniversario dìfondazione è stato ricorda-to con una serie di cerimo-nie che hanno preso il viacon l'alzabandiera in piaz-za Alpini dove, accanto almonumento dedicato aiCaduti, crescono “gli alberidella pace”, piantati in unaaiuola la cui terra provieneda 59 nazioni. Ha preso quindi il via la sfi-lata per le vie cittadine,con una sosta per deporreuna corona d'alloro alla la-pide delle medaglie d'Orodi Vercelli, la città più de-

corata d'Italia. La sfilata siè conclusa davanti alla ca-sa natale dei fratelli Garro-ne dove è stata scopertauna lapide. In serata, al tea-tro Civico, i cori alpini "ValTanaro", "Don Pollo", e lafanfara “Valle Bormida”hanno tenuto un applaudi-tissimo concerto. Il “compleanno” è stato ca-ratterizzato dalla solida-rietà. Cinque mezzi, messia disposizione dalla dittadel capogruppo Beppe Tar-taglino, carichi di 90 quin-tali di beni di prima neces-sità raccolti grazie al lavo-ro degli alpini vercellesi edalla generosità di ditte eprivati, sono partiti per Sa-rajevo, per portare agli al-pini del contingenteEUFOR aiuti da distribuirealla popolazione che versain stato di indigenza. Non è stato un viaggio faci-le: vi sono stati problemialla frontiera croata, masoprattutto bosniaca, doveil convoglio con gli aiutiumanitari è rimasto bloc-cato per 36 ore. Il ritardo ha fatto saltaretutti i programmi, ma l'or-fanotrofio visitato e i rac-conti dei militari italianihanno permesso di avereun quadro chiaro di unarealtà drammatica. Nonostante i disagi – ripa-gati dalla cerimonia dell'al-zabandiera avvenuta pri-

VERCELLI

ma della partenza, che havisto i volontari vercellesischierati con le truppe del-l'EUFOR – in tutti gli alpinivercellesi che hanno parte-cipato alla missione, si èfatta strada la determina-zione di tornare ancora aSarajevo con altri aiuti.

dalle nostre sezioni

445 - 2005

“Treviso orgogliosa del suo nuovo gioiello alpino”La sezione si insedia nella nuova sede: “Un punto di partenza, un faro per la città”

G li 11.300 soci della se-zione ANA di Treviso

hanno lasciato la vecchiasede sezionale in centrocittà e hanno trasferito illoro futuro nella nuova se-de di via San Pelajo, a duepassi dalle mura.Qui, nel 1999, la Provinciaha dato in concessione allasezione un vecchio palaz-zo quasi fatiscente. Nel gi-ro di cinque anni e mezzogli alpini lo hanno trasfor-mato in un gioiello – cometitolano i giornali locali -accogliente e funzionale.Il palazzo copre una super-ficie di 148 metri quadraticon una volumetria di 1473metri cubi disposti su trepiani. Qui troveranno spa-zio la segreteria, la salaconsigliare, l’ufficio di pre-sidenza, l’ufficio di Prote-zione Civile, la redazionedi “Fameja Alpina”, il comi-tato de “Al Portello Sile”,quello sportivo, tutte lecommissioni che di voltain volta presiederanno igrandi eventi e un localesottotetto multiuso di cir-ca 120 metri.I festeggiamenti sono ini-ziati sabato 9 aprile in mat-tinata con l’annullo filateli-co speciale “Al Portello Si-le”, dove si svolgeva l’ap-prezzatissima mostra “Car-toline e cappelli d’alpino”,creata per l’occasione. Inserata, l’attenzione si èspostata su uno dei mo-menti più sentiti da partedegli alpini e non solo: icanti di montagna. Nel tea-tro Sociale della città i coriA.N.A. di Preganziol, delMontello e di Oderzo han-no predisposto l’animo de-gli alpini alla solennità del-

l’avvenimento. Molto ap-plaudito il maestro Smeaz-zetto che con la sua inse-parabile fisarmonica ha ac-compagnato i cori e la pla-tea uniti nell’Inno di Mame-li.Il mattino dopo il corteocomposto dalla fanfara al-pina di Maser e dalla ban-da cittadina di Oderzo han-no dato inizio alla sfilatadal centro città verso lanuova sede. Un lungo ser-pentone composto da qua-si 2.000 alpini e simpatiz-zanti, con 16 vessilli sezio-nali venuti anche dal Pie-monte, Trentino e Veneto:amici che sono rimasti le-gati agli alpini trevigiani daricordi di solidarietà in oc-casioni dell’alluvione diqualche anno fa. Sfilano ol-tre 100 gagliardetti in rap-presentanza di altrettantigruppi (tutti presenti, na-turalmente, i 90 di Trevi-so), il Gonfalone della cittàdi Treviso, labari di asso-ciazioni d’Arma, autoritàcivili e militari e tanti pa-renti e amici degli alpini.Le note del Grappa echeg-giano tra i palazzi creandoarmonie suggestive e ri-chiamando sui poggioligente che saluta ed applau-de, nonostante la giornatapiovosa.Sul piazzale antistante lasede, stipato fino all’inve-rosimile, la cerimonia co-mincia con l’alzabandieramentre passano, a bassaquota, tre motoalianti chelasciano in cielo una sciatricolore. Poi con la S. Messa, cele-brata da mons. PietroEvangelista che nella suaomelia si è rifatto ai valori

TREVISO

degli alpini. All’offertorio,gli scarponi, la piccozza elo zaino alpino offerti aipiedi dell’altare hanno rie-vocato l’amore e la passio-ne di Papa Giovanni PaoloII per la montagna. Il coro ANA “I Gravaioli” diMaserada sul Piave ha ac-compagnato la cerimoniacon delicati canti alpini ereligiosi. Il pro-sindaco diTreviso, l’alpino Giancarlo

Gentilini, dichiara che lanostra sede deve racchiu-dere tutti gli ideali alpinied essere un faro per lacittà.Il presidente della sezioneLuigi Casagrande saluta eringrazia. Dice che la nuo-va sede è un punto di par-tenza. Ricorda poi PapaWojtyla col cappello alpinoin testa, un modo per di-mostrare agli alpini il suo

Il coro “I Gravaioli” di Maserada sul Piave accompagna la S.Messa con i suoi canti; sullo sfondo la sede sta per essereinaugurata.

Il fatidico taglio del nastro: madrina della manifestazione lasignora Manfren, moglie del compianto Bruno, presidenteemerito andato avanti nel 2004.

Una suggestiva immagine della nuova sede di Treviso sullosfondo, con i gagliardetti e la Bandiera innalzati a suggellarel’evento.

dalle nostre sezioni

455 - 2005

Un momento della manifestazione da una finestra della sede:si notano, a sinistra, il monumento ai Caduti e la Bandiera giàissata.

Lo striscione della sezione di Treviso apre il corteo alpino.

affetto e la sua amicizia.L’assessore provinciale al-la P.C. Lorenzon si compli-menta per la celerità dei la-vori e la bellezza delle fini-ture della nuova sede.La signora Armida Man-fren, madrina della cerimo-nia, consegna infine al pre-sidente della sezione ilnuovo vessillo che mons.Evangelista benedice conl’acqua che cade dal cielo,perché si è scordato l’ac-quasantiera. Possiamo al-lora affermare che gli alpi-ni sono tutti benedetti: sta-mani non ha mai smesso dipiovere!Ancora una sosta davantial monolite di roccia delPiave posto all’ingressoquale monumento ai Cadu-ti. Un mazzo di fiori e anco-ra la benedizione di mons.Evangelista che, in questaroccia, rivede l’Ortigara: lacattedrale degli alpini.Finalmente la signora Man-fren può tagliare il nastro evarcare la soglia delle nuo-

va sede, accompagnatadalle autorità e da tutti glialpini ansiosi di visitare lanuova casa. La nuova sedeè costata agli alpini oltre6.000 ore di lavoro, natu-ralmente volontarie.Al termine delle visite, tuttinella mensa predispostanel vicino Istituto scolasti-co per il meritato momen-to conviviale: 500 tra alpinie soci hanno potuto far fe-sta a tavola e con le im-mancabili fisarmoniche ele cante alpine.C’è la sensazione che il fu-turo degli alpini trevigianicominci oggi da qui, daquesta casa, perché saran-no proprio gli alpini, col lo-ro esempio, a proporre a fi-gli ed amici il senso del do-vere e l’amore per la Patriache lo Stato non è più ingrado di trasmetttere at-traverso quel servizio mili-tare obbligatorio che haabolito.

La redazione

di Fameja Alpina

Nuova baita per gli alpini di Casarsa

Dopo cinque anni di durolavoro gli alpini del

gruppo di Casarsa-San Gio-vanni hanno una nuova se-de. La nuova baita è statafesteggiata con una duegiorni particolarmente in-tensa: sabato hanno resoomaggio ai Caduti e in se-rata si sono esibiti i cori“Ardito Desio” di Palmano-va e “Montecavallo” di Por-denone. Domenica, dopol’ammassamento, sfilataper le vie del paese con ilvessillo della sezione e ilpresidente Gasparet, ilGonfalone del comune conil sindaco e una rappresen-tanza di alpini della Julia,centinaia di penne nere, ivessilli e decine di gagliar-detti. Quindi tradizionalemessa nel Duomo di San

Giovanni, accompagnatadalla corale casarsese, al-zabandiera e deposizionedi una corona d’alloro alcippo sulle note della can-zone del Piave e infine ta-glio del nastro da parte delsindaco per l’inaugurazio-ne della sede.Nelle foto: la sfilata, la sede

del gruppo e il taglio del na-

stro.

PORDENONE

465 - 2005

Capitignano: 42 pini in ricordo dei Caduti

I l gruppo di Capitignano(L’Aquila) ha piantato 42

pini nei pressi della chiesettaalpina in ricordo dei Cadutidi tutte le guerre. All’eventohanno partecipato anche ibambini della scuola elemen-

tare locale (nella foto) chesopra ogni pino hanno attac-cato una targa commemora-tiva con i nomi degli alpiniCaduti. Sorgerà un piccolobosco delle “Penne Mozze”,grazie anche ai ragazzi.

ABRUZZI

Pellio Intelvi: nuova sede del gruppo

Èstata inaugurata con unabreve cerimonia la nuo-

va sede del gruppo di PellioIntelvi (Como). Nonostantel’inclemenza del tempo,c’erano tante penne nerecon il vessillo della sezionedi Como, i gagliardetti dinumerosi gruppi della pro-vincia, il gonfalone del Co-

mune, bandiere ed insegnedi associazione d'arma. Ilpresidente sezionale Achil-le Gregori, il capogruppoAgostino Peduzzi, numero-si consiglieri e personalitàcivili e militari, hanno poiassistito all'alzabandiera.Poi la visita ai locali, unbrindisi e tanta allegria.

COMO

Novi Ligure: due piazze intitolate agli alpini

I l gruppo di Novi Ligureha avuto l’onore di vede-

re due piazze della città in-titolate agli alpini. La pri-ma, intitolata “PiazzaGruppo Alpini di Novi” è vi-cina alla sede del gruppo,la seconda, intitolata “Lar-go Penne Mozze”, è davan-

ti al monumento dedicatoagli Alpini novesi Caduti. Èil riconoscimento dell’am-ministrazione comunaleper anni di lavoro volonta-rio delle penne nere localiper dare alla città di Noviun concreto contributo afavore di chi ha bisogno.

ALESSANDRIA

dalle nostre sezioni

Ricordiamo ai nostri lettori che verranno pubblicate sol-tanto foto di incontri che riguardino almeno un numero

di quattro o più alpini. Fanno eccezione gli incontri dei redu-ci e di tutti coloro che non si vedono da oltre cinquant’anni.È l’unico modo di smaltire, almeno per ora, il forte arretra-to. Resta invariato il criterio di pubblicazione delle altrerubriche: “Belle famiglie” e “Alpino chiama alpino”.

SOSPESA LA PUBBLICAZIONE

DI INCONTRI CON MENO DI 4 ALPINI

AVVISO

dalle nostre sezioni all’estero

475 - 2005

NEW YORK

In questa foto di gruppoinviataci dall’alpino Lu-

cio D’Andrea alcuni com-ponenti della sezioneNew York. È stata scatta-

Foto di gruppo, a New York

ta in occasione della tra-dizionale castagnata chesi è tenuta nel “FamejeFurlane Club”, di CollegePoint.

GRAN BRETAGNA

Nel cimitero militare diBrookwood, a sud

ovest di Londra, ha avutoluogo anche quest’announa cerimonia in memo-ria dei nostri Caduti se-guita dalla Messa e la de-posizione delle corone.Era presente una pattu-glia della Julia, che ha re-so gli onori e l’Ambascia-tore d’Italia GiancarloAragona.Gli alpini in armi eranoreduci dalla gara di pat-tuglie militari “CambrianPatrol” che si effettuaogni anno in Galles ed al-la quale ancora una volta

La pattuglia della Julia in Gran Bretagna

si sono fatti onore con-quistando un ambito ar-gento.Oltre ai ragazzi della Ju-lia, guidati anche que-st’anno dal capitano Sca-rano, erano presenti ilconsole generale d’Italiaa Londra David Morantee l’addetto militare co-lonnello Salvatore Farina(b.r.).Nelle foto: le rappresen-tanze italiane con il ves-sillo della sezione GranBretagna e le pattugliedegli alpini della Julia,giunta seconda all’impe-gnativo Cambrian Patrol.

AUSTRALIA

La sezione di Brisbaneha organizzato una ceri-

monia per la commemora-zione dei Caduti, seguitadalla Santa Messa. Nume-rosi i partecipanti, tra cuiil Console italiano a Bri-sbane e i rappresentantidi molte associazioni ita-liane. Il comitato seziona-le – composto dal presi-dente Alfredo Tognini, daidue vice presidenti Adal-berto De Giovanni e Do-

Gli alpini di Brisbane festeggiano il 4 novembre

menico Santarossa, dal te-soriere Giovanni Minutel-lo, dal consigliere Giusep-pe Bruno Prevedello, dal-la segretaria Sestilla Le-nardon e dalla sua assi-stente Emilia Porro – ha la-vorato per organizzare almeglio la manifestazione.Nella foto: un momentodella cerimonia davantial monumento ai Cadutiinteramente costruitodagli alpini di Brisbane.

“Fa che il nostro piede posi sicuro sulle creste vertiginose…”, se potessedirebbe così, con gli alpini, questosplendido esemplare di stambecco,icona di forza e di fierezza.Questa bella foto, che non ha bisogno di alcun altro commento, ce la manda il sottotenente David Cappellari, di Fornidi Sopra (Udine), che ha “avuto l’onore ela fortuna di prestare servizio nella brigataCadore, battaglione Pieve di Cadore”.

Obiettivosulla montagna