Allegato 2 TESTI DELLE SIMULAZIONI DELLA PRIMA E … · 2014-05-26 · Mio padre aveva sempre in...
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Allegato 2
TESTI DELLE SIMULAZIONI DELLA PRIMA E SECONDA PROVA
D’ESAME E RELATIVE GRIGLIE DI VALUTAZIONE
SIMULAZIONE PRIMO PROVA
ITALIANO
SVOLTA IN DATA 07 APRILE 2014
TIPOLOGIA A – ANALISI DEL TESTO
Primo Levi, dalla Prefazione di La ricerca delle radici. Antologia personale, Torino 1981
“Poiché dispongo di input ibridi, ho accettato volentieri e con curiosità la proposta di
comporre anch’io un’«antologia personale», non nel senso borgesiano di autoantologia, ma in
quello di una raccolta, retrospettiva e in buona fede, che metta in luce le eventuali tracce di
quanto è stato letto su quanto è stato scritto. L’ho accettata come un esperimento incruento,
come ci si sottopone a una batteria di test; perché placet experiri e per vedere l’effetto che fa.
Volentieri, dunque, ma con qualche riserva e con qualche tristezza. La riserva principale
nasce appunto dal mio ibridismo: ho letto parecchio, ma non credo di stare inscritto nelle cose
che ho letto; è probabile che il mio scrivere risenta più dell’aver io condotto per trent’anni un
mestiere tecnico, che non dei libri ingeriti; perciò l’esperimento è un po’ pasticciato, e i suoi
esiti dovranno essere interpretati con precauzione. Comunque, ho letto molto, soprattutto
negli anni di apprendistato, che nel ricordo mi appaiono stranamente lunghi; come se il
tempo, allora, fosse stirato come un elastico, fino a raddoppiarsi, a triplicarsi. Forse lo stesso
avviene agli animali dalla vita breve e dal ricambio rapido, come i passeri e gli scoiattoli, e in
genere a chi riesce, nell’unità di tempo, a fare e percepire più cose dell’uomo maturo medio: il
tempo soggettivo diventa più lungo. Ho letto molto perché appartenevo a una famiglia in cui
leggere era un vizio innocente e tradizionale, un’abitudine gratificante, una ginnastica
mentale, un modo obbligatorio e compulsivo di riempire i vuoti di tempo, e una sorta di fata
morgana nella direzione della sapienza. Mio padre aveva sempre in lettura tre libri
contemporaneamente; leggeva «stando in casa, andando per via, coricandosi e alzandosi» (Deut. 6.7); si faceva cucire dal sarto giacche con tasche larghe e profonde, che potessero
contenere un libro ciascuna. Aveva due fratelli altrettanto avidi di letture indiscriminate; i tre
(un ingegnere, un medico, un agente di borsa) si volevano molto bene, ma si rubavano a
vicenda i libri dalle rispettive librerie in tutte le occasioni possibili. I furti venivano
recriminati pro forma, ma di fatto accettati sportivamente, come se ci fosse una regola non
scritta secondo cui chi desidera veramente un libro è ipso facto degno di portarselo via e di
possederlo. Perciò ho trascorso la giovinezza in un ambiente saturo di carta stampata, ed in
cui i testi scolastici erano in minoranza: ho letto anch’io confusamente, senza metodo,
secondo il costume di casa, e devo averne ricavato una certa (eccessiva) fiducia nella nobiltà e
necessità della carta stampata, e, come sottoprodotto, un certo orecchio e un certo fiuto. Forse,
leggendo, mi sono inconsapevolmente preparato a scrivere, così come il feto di otto mesi sta
nell’acqua ma si prepara a respirare; forse le cose lette riaffiorano qua e là nelle pagine che
poi ho scritto, ma il nocciolo del mio scrivere non è costituito da quanto ho letto. Mi sembra
onesto dirlo chiaramente, in queste «istruzioni per l’uso» della presente antologia”.
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Primo Levi (Torino 1919-87) è l’autore di Se questo è un uomo (1947) e La tregua (1963),
opere legate alla esperienza della deportazione, in quanto ebreo, nel campo di Buna-
Monowitz presso Auschwitz, e del lungo e avventuroso viaggio di rimpatrio. Tornato in Italia,
fu prima chimico di laboratorio e poi direttore di fabbrica. A partire dal 1975, dopo il
pensionamento, si dedicò a tempo pieno all’attività letteraria. Scrisse romanzi, racconti, saggi,
articoli e poesie.
A proposito di La ricerca delle radici, Italo Calvino così scrisse in un articolo apparso su «la
Repubblica» dell’11 giugno 1981: «L’anno scorso Giulio Bollati ebbe l’idea di chiedere ad
alcuni scrittori italiani di comporre una loro «antologia personale»: nel senso d’una scelta non
dei propri scritti ma delle proprie letture considerate fondamentali, cioè di tracciare attraverso
una successione di pagine d’autori prediletti un paesaggio letterario, culturale e ideale. […]
Tra gli autori che hanno accettato l’invito, l’unico che finora ha tenuto fede all’impegno è
Primo Levi, il cui contributo era atteso come un test cruciale per questo tipo d’impresa, dato
che in lui s’incontrano la formazione scientifica, la sensibilità letteraria sia nel rievocare il
vissuto sia nell’immaginazione, e il forte senso della sostanza morale e civile d’ogni
esperienza».
1. Comprensione del testo
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo.
2. Analisi del testo
2.1 Quali sono per Levi le conseguenze degli «input ibridi» (r. 1) e dell’«ibridismo» (r. 7)?
2.2 Spiega le considerazioni di Levi sul «tempo soggettivo» (r. 13).
2.3 Perché si leggeva molto nella famiglia di Levi? Spiega, in particolare, perché leggere era
«una sorta
di fata morgana nella direzione della sapienza» (r. 17).
2.4 Soffermati su ciò che Levi dichiara di avere ricavato dalle sue letture (rr. 24-29). In
particolare, spiega
l’atteggiamento di Levi nei confronti della «carta stampata» (r. 26).
2.5 Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.
3. Interpretazione complessiva ed approfondimenti
Proponi una tua interpretazione complessiva del brano e approfondiscila con opportuni
collegamenti al libro da cui il brano è tratto o ad altri testi di Primo Levi. In alternativa,
prendendo spunto dal testo proposto, proponi una tua «antologia personale» indicando le
letture fatte che consideri fondamentali per la tua formazione.
TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI
GIORNALE”
CONSEGNE Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di
giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati
forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni
riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
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Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale
sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non
superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
Ambito artistico letterario
Argomento. Sanità e malattia nella letteratura del primo Novecento.
1. La Recherche è la grande opera di un malato. […]. Ma quante opere di scrittori moderni, da
Rousseau a Kafka, non sono opere di malati? In quanti di esse, dai Fratelli Karamazov alla
Coscienza di Zeno, la malattia non prende pianta stabile nella struttura dell’opera e diventa
oggetto di rappresentazione? […].
Anche la memoria, che egli [Proust] gettava come un muro contro l’invasione del nulla, non
era la memoria di un uomo sano, quella memoria volontaria che impegna appena le energie
necessarie a sfogliare un album di riproduzioni. Era la memoria di un malato che, non
ignorando affatto la sua condizione, riceveva in tutte le sue forme, nelle infinite peripezie
sofferte per raggiungere l’essenza delle cose, tale luce da condurlo a una certezza allucinante:
quella di cessare di sentirsi soltanto un essere mortale.
Non è la sua, la memoria imponente, imperterrita, che ricostruisce d’un blocco, come un
grande architetto, tutto un passato. È una memoria vacillante, piena di vuoti, di mancanze, di
aritmie […]. Era la memoria di un io diviso, contraddittorio, di una personalità fatta, come
dicevano allora i maestri della psicologia sperimentale, di tante personalità successive, dove
erano frequenti i lapsus, le crisi di amnesia e di afasia.
G. Macchia, L’allegoria del diluvio, in M. Proust, La strada di Swann, Einaudi, Torino 1978
2. La malattia ti dà la libertà. Essa ti rende… ecco, ora mi sovviene la parola che non ho mai
usata! Ti rende geniale.
T. Mann, La montagna incantata, trad. it. di B. Giachetti Sorteni, Dall’Oglio, Milano 1959.
3. Io sto analizzando la salute [di Augusta], ma non ci riesco perché m’accorgo che,
analizzandola, la converto in malattia. E scrivendone, comincio a dubitare se quella salute non
avesse avuto bisogno di cura o d’istruzione per guarire. […]
La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo
qualche cosa di noi stessi.
I. Svevo, La coscienza di Zeno, Rizzoli, Milano 1994
4. Solo la malattia ci fa notare e capire e ci permette di scomporre i meccanismi che,
altrimenti, non conosceremmo. Un uomo che ogni sera piomba come un masso sul suo letto e
non vive più sino al momento di svegliarsi e d’alzarsi, un uomo siffatto penserà mai di fare, se
non delle grandi scoperte, perlomeno delle piccole osservazioni sul sonno? A malapena sa di
dormire.
M. Proust, Sodoma e Gomorra, in Alla ricerca del tempo perduto, vol. II,
trad. it. di G. Raboni, Mondadori, Milano 1995
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5. Sono essi [i nevrotici] e non altri, che hanno fondato le religioni e composto i capolavori.
Mai il mondo saprà quello che deve loro, e soprattutto ciò che essi hanno sofferto per
darglielo. Noi gustiamo le incantevoli musiche, i bei quadri, mille cose raffinate, ma non
sappiamo ciò che esse sono costate a coloro che le inventarono, in insonnie, pianti, risa
spasmodiche, orticarie, asme, epilessie, e in un’angoscia di morire, che è peggio di tutto
quanto.
M. Proust, La parte di Guermantes, in Alla ricerca del tempo perduto, cit.
6. Non riesco mai a capire come a quasi tutti coloro che sanno scrivere sia possibile, nel loro
dolore, oggettivare il dolore, di modo che io, per esempio, nella sventura e forse anche con la
testa che mi brucia, posso sedermi e per iscritto comunicare ad altri che sono infelice. Anzi
posso andare oltre e con diversi svolazzi, secondo il talento che pare non abbia niente a che
vedere con l’infelicità, fantasticarne semplicemente o per antitesi o con diverse orchestre di
associazioni di pensiero. E non è affatto menzogna né assopisce il dolore, ma è
semplicemente la grazia di energie esuberanti nel momento in cui il dolore ha palesemente
consumato tutte le mie forze fino al fondo del mio essere che esso sconvolge. Che specie di
esuberanza sarebbe dunque?
F. Kafka, Diari, in Confessioni e diari, trad. it. di E. Pocar, Mondadori, Milano 1988
7. Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
E. Montale, Non chiederci la parola (Ossi di seppia), in Tutte le poesie, a cura di G. Zampa,
Mondadori, Milano 1984.
Tipologia C. Tema di argomento storico
La storia del 1800 e del 1900 ha visto la coesistenza e il susseguirsi di numerose forme di
governo, con una velocità non confrontabile con quella delle epoche passate. Impero,
monarchia assoluta, monarchia costituzionale/parlamentare, totalitarismo, repubblica…
Ricostruisci un quadro storico generale in cui illustri le principali cause e conseguenze di tali
mutamenti politici, valutandone anche l’incidenza sull’epoca attuale.
Tipologia D. Tema di ordine generale
Nonostante le conquiste e l’accettazione sociale degli omosessuali siano negli anni più recenti
innegabilmente aumentate, le loro rivendicazioni si scontrano ancora con resistenze o con
atteggiamenti anche omofobi, come i fatti di cronaca non di rado testimoniano. Attualmente,
il dibattito verte soprattutto sull’ equiparazione giuridica alle coppie eterosessuali, quindi
anche sul matrimonio gay e sulla possibilità di adozione. Argomenta con chiarezza la tua tesi
supportandola adeguatamente.
Ambito socio-economico
Argomento. La violenza di genere
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Documento 1. Giovanna Carnino (Università degli studi di Torino), Violenza contro le donne e
violenza di genere: ripensamenti di teoria femminista tra sovversione e uguaglianza, in World
Wide Women. Globalizzaione, generi, linguaggi, vol.2, a cura di F. balsamo, Torino, 2011, p.
63s.)
Documento 2. Shakespeare, Otello, atto II, scena V
Una camera nel castello. Desdemona a letto addormentata.Entra Otello con un lume.La
bacia.
O alito balsamico, che quasi induci
la Giustizia a spezzare la sua spada!
Un altro; un altro. Resta così nella morte,
e io ti ucciderò, e ancora ti amerò.
Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio.
Mai dolcezza fu così fatale. Piango,
sì, ma lacrime crudeli; è una pena celestiale,
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colpisce l'oggetto del suo amore. Si ridesta...
[...]
D.Eppure ho paura, perché quando roteate gli occhi a questo modo, siete esiziale. Non so
perché dovrei aver paura, essendo senza colpa, ma ho paura.
O. Pensa ai tuoi peccati.
D. L'amore che ho per voi.
O. E per quello morrai.
D. È una morte innaturale quella data per amore.
Ah, perché vi mordete così il labbro?
Una collera sanguinaria vi scuote tutto; sono neri presagi. Eppure spero, spero che non siano
per me.
Documento 3. Piano programma 2009-2013, Solidea, istituzione di genere femminile e
solidarietà.
La violenza si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari. Le storie che le donne
raccontano ogni giorno nei Centri Antiviolenza hanno in comune una matrice, l’aggressività,
la mancanza di rispetto, la dignità non riconosciuta, la pretesa di una dipendenza assoluta. Il
seme della violenza si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi, nel desiderio di controllo
e di possesso manifestato dal genere maschile. Rinvia a una questione culturale, spesso
sottovalutata. Si laimenta in un clima di rimozione e di tolletanza nei confronti della violenza,
che – tamto più nella fase di forte crisi della coesione sociale in cui viviamo- favorisce i
comportamenti aggressivi contro le donne e contro l’infanzia.
Documento 4. da Il Fatto Quotidiano, articolo di redazione, 4 settembre 2013 Femminicidio, Eures e Ansa: “728 casi tra il 2000 e il 2011. Primato al Nord”
E’ il Nord, e in particolare proprio la Lombardia, a detenere il primato dei femminicidi in
Italia. E chi sono le vittime? Soprattutto giovani donne e madri di famiglia tra i 25 e i 54 anni,
nella maggior parte dei casi uccise da un uomo con il quale avevano una relazione
sentimentale.
I dati provengono da uno studio dell’Eures, realizzato in collaborazione con l’Ansa, che ha
analizzato i femminicidi tra il 2000 e il 2011, periodo nel quale si sono verificati 728 casi.
Quanto al 2012, secondo i dati di Telefono rosa in Italia si sono registrati 124 femminicidi.
Nel Nord Italia, dunque, si verifica la metà (49,9%) dei casi, ben più che al Sud (30,7%) e al
Centro (19,4%). La proporzione trova conferma anche in termini di incidenza sulla
popolazione: al Nord 4,4 vittime per milione di donne residenti, contro una media-paese di 4,
che viene confermata al Centro, con appunto 4 vittime per milione di donne, e 3,5 al Sud.
Quanto alla casistica regionale, la Lombardia risulta la prima per numero di femminicidi (il
17,2% del totale), seguita dall’Emilia Romagna (8,8%), dal Piemonte e dal Lazio (entrambe
all’8,4%).
La stragrande maggioranza di queste uccisioni avviene all’interno di una relazione affettiva:
nel
70,8% dei casi il carnefice è il partner, un ex partner o l’amante.
Documento 5. I dati all’agosto 2013 (Antonio Maria Mira, in L’Avvenire, 9 agosto 2013)
Dall’entrata in vigore della legge 38 del 2009 (Decreto sicurezza) che ha introdotto il reato di
stalking, le denunce presentate per atti persecutori sono state 38.142, di queste 27.853 a danno
di donne: ben il 73%... Ma mentre i dati assoluti degli omicidi calano (erano 590 nel 2009,
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528 nel 2012 e 282 nei primi sette mesi di quest’anno), quelli di donne crescono... E così
anche quelli in ambito familiare/affettivo, saliti dai 111 dello scorso anno ai 70 sempre dei
primi sette mesi dell’attuale. Andamento analogo per gli atti persecutori, lo stalking, previsti
dal 2009 dall’articolo 612 bis del Codice penale. Nel primo anno di applicazione le denunce
furono 5.914, via via cresciute negli anni successivi, fino alle 5.005 di quest’anno (sette mesi).
Le vittime femminili erano 3.747 quattro anni fa, sono già 3.751 fino al 31 luglio del 2013: il
77,52% del totale, dato costante in questi cinque anni di applicazione della norma.
Documento 7. Sintesi della conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14
agosto 2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della
violenza di genere (…). Approvato dalla Camera dei deputati il 9 ottobre 2013. (in la
Repubblica, 11 ottobre 2013)
Pene più severe Il decreto prevede l'aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore e/o se la
vittima è in gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal
compagno (anche se non convivente).
Arresto obbligatorio in flagranza È previsto l'arresto obbligatorio in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e
stalking. Ciò significa che le forze dell'ordine saranno obbligate al fermo di colui che viene
sorpreso in un atto di violenza domestica o di stalking.
Allontanamento del coniuge violento da casa Alle forze di polizia viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge (o compagno)
violento se c'è un rischio per l'integrità fisica della donna. Viene così impedito a chi è violento
in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici. I destinatari di questo provvedimento potranno
essere controllati attraverso il braccialetto elettronico.
Querela irrevocabile Una volta sporta querela per violenza e maltrattamenti, quella querela sarà irrevocabile. Si
sottrae dunque la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la
querela.
Corsia giudiziaria preferenziale Con questo decreto, i tribunali potranno adottare delle corsie preferenziali per i processi per
femminicidio e per maltrattamenti.
Patrocinio gratuito Per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato, è ora
previsto il patrocinio legale gratuito.
Vittime informate sull'iter giudiziario La vittima di violenza o maltrattamenti sarà costantemente informata sulla condizione
giudiziaria del colpevole (se si trova in carcere o in libertà, se è stato condannato, ecc...).
«Cerchiamo di correggere un punto di vulnerabilità del sistema normativo», ha spiegato il
ministro dell'Interno. «Spesso la vittima non sapeva che fine aveva fatto il processo a carico
dell'autore delle violenze. Ora la vittima sarà informata, ad esempio, della scarcerazione del
denunciato».
Ambito socio-economico Argomento: Il senso della storia.