Alfano, M.E. et al. Conservazione mosaico. Conferenza Palermo. 2008

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    C.R.PR.informa

    rivista semestrale del centro regionale progettazione e restauro

    RegioneSiciliana

    AssessoratoRegionaledeiBeniCulturaliedAmbientaliedellaPub

    blicaIstruzione

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    DOSSIER

    Si svolta a Palermo, dal 20 al 26ottobre, la X Conferenza del Comita-to Internazionale per la Conserva-

    zione dei Mosaici (ICCM), ospitatadalla Societ Siciliana per la StoriaPatria nel prestigioso complesso delconvento di San Domenico. Leventoprogrammato sin dalla precedenteconferenza tenutasi in Tunisia nel2005, nel corso della quale il CRPRvenne designato a organizzare inSicilia il Convegno, stato organiz-zato dall ICCM e dal CRPR; hannosponsorizzato la sua realizzazioneThe Getty Foundation, lUniversityof Cyprus, lICCROM, la Societ

    Siciliana di Storia Patria, il GruppoWrth e lAssessorato Regionale alTurismo, Comunicazioni e Trasporti.La manifestazione ha consentito ainumerosi specialisti del settore diconfrontarsi sul tema La conservazio-ne: uno strumento di conoscenza,individuato dal Comitato Scientificocon lobiettivo di mostrare limpor-tanza che un esame sistematico ed unadescrizione completa delle osserva-zioni fatte nel corso delle operazionidi conservazione assumono nellac-quisizione di dati essenziali alla cono-

    scenza tecnico-materica e storico-archeologica, oltre che alle trasforma-zioni subite nel tempo dal mosaico, aifini della sua conservazione.I lavori, relativi ai tre sotto temi Ilcosto della manutenzione delle pavi-

    mentazioni in situ, I grandi interventi

    di conservazione dei mosaici e dei

    siti, La formazione dei conservatori /

    restauratori di mosaico, sono statiarticolati in nove sessioni tematiche:Mosaic Conservation in Sicily, TheAct of Discovery, Documentation and

    Analysis, Large Scale Projects, Eva-luation, Maintenance and Treatment,

    Shelters, Museum Collections, Educa-

    tion and Training, Cases Studies.

    Il notevole successo riscosso dallamanifestazione, testimonia la grandeattualit dei temi e lesigenza deglistudiosi di confrontarsi sulle proble-matiche della conservazione del patri-monio musivo: 306 partecipanti,intervenuti da 38 nazioni, hannoseguito i lavori, hanno contribuito aldibattito sulle 51 relazioni presentateed apprezzato i 43 contributi esposti

    nella sessione posters; le visite orga-nizzate ai monumenti cittadini ed ai

    la CONFERENZAdi PALERMOa cura di

    M. Elena AlfanoM. Giovanna AgostaM. Lucia Ferruzza

    grammata e la prevenzione messe a

    punto attraverso un costante monito-raggio e con lausilio delle pi moder-ne tecnologie.La Conferenza ha costituito unostraordinario momento di incontro edi dibattito, e la presenza di studiosiprovenienti da paesi quali il Togo,Messico, Serbia, Polonia e Macedo-nia, fino ad ora mai entrati nel vivodel dibattito sulla conservazione deimosaici, ha arricchito il panoramadella conoscenza del patrimonio edelle problematiche relative alla sua

    salvaguardia nelle diverse realt cul-turali e geografiche.Si torner a confrontarsi sulla conser-vazione del patrimonio musivo, testi-monianza di una comune identit cul-turale che non conosce confini geo-grafici, in occasione della XI Confe-renza che si terr nel 2011. Malta,Marocco e Siria hanno avanzato laloro candidatura per ospitare ed orga-nizzare levento: il Direttivo del-lICCM designer la prossima sededove tante tessere di sapere si uniran-

    no per definire, sempre pi, il disegnodella conservazione dei mosaici.

    siti archeologici hanno offerto lop-

    portunit di entrare in contatto con larealt dei mosaici siciliani e con gliinterventi effettuati per la loro salva-guardia.I contributi presentati, le riflessionied il proficuo confronto che ne sonoscaturiti, hanno confermato che laconservazione divenuta, negli anni,lo strumento privilegiato per acquisi-re una conoscenza integrata del beneculturale. Sempre pi, in questottica,il rapporto sinergico tra disciplineumanistiche e scientifiche si rivela-

    to condizione indispensabile pergarantire la corretta definizione delbene e del suo contesto: dallo studiodei caratteri formali e storici e delletecniche realizzative, allanalisi dellepatologie di degrado in rapporto aimateriali e agli interventi effettuatinel tempo, senza tralasciare la que-stione nodale della gestione e fruizio-ne da parte della collettivit.Obiettivi principali della conservazio-ne, al fine di evitare o comunque rin-viare, per quanto possibile, la necessi-t di un intervento restaurativo, azio-

    ne di per s traumatica per il benestesso, sono la manutenzione pro-

    Veduta della domusromanadetta Villa

    con vista aTolemaide (Libia)

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    recupero e conservazione della VillaRomana del Casale di Piazza Armeri-na. Sono stati illustrati fattori e cause

    di degrado individuati dagli studi edalle analisi preliminari condotte sulsito che hanno contribuito alla defini-zione dellintervento di sostituzionedelle attuali coperture mantenendo iprincipi ispiratori della soluzione rea-lizzata da F. Minissi, e l impegnativorecupero dei mosaici e degli intonacidipinti. Particolare accento statoposto sul problema della carenza dimanutenzione che implica, a lungoandare, consistenti lavori di restauro esulla necessit di una prassi manuten-

    tiva programmata al fine di evitare gliinterventi straordinari.Hanno trattato specificatamente deldegrado causato anche da inidoneetecniche adottate in passato e degliinterventi effettuati per il recupero deimosaici della Villa del Casale, le rela-zioni di Mauro Matteini, del CNR econsulente del CRPR e di Lorella Pel-legrino, componente del gruppo diprogettazione e direzione del lavori,che ha accennato a nuovi trattamenticon lutilizzo di alghe ed alla proble-matica dellintegrazione delle lacune.

    Nellillustrazione delle metodologie,basate esclusivamente sulluso dimateriali inorganici, individuate sullabase di numerosi test pilota preventi-vamente eseguiti ed adeguatamentemonitorati, il prof. Matteini ha eviden-ziato la fondamentale importanza dellavoro condotto in equipe, del con-fronto multidisciplinare posto in esse-re per il buon fine del lavoro e dellainderogabile necessit di effettuareuna manutenzione programmata il cuipiano , peraltro, previsto gi nellam-

    bito del progetto.Tra le analisi ed i monitoraggi chehanno contribuito alla conoscenzadelle problematiche della Villa delCasale, sono state fondamentali le rile-vazioni microclimatiche e colorimetri-che effettuate allinterno della Villadal laboratorio di fisica tecnica edambientalistica del CRPR impegnatodal 2004 nel monitoraggio delle super-fici decorate. In particolare, FernandaPrestileo ha relazionato sulle indaginicolorimetriche eseguite, in aree pilota,sulle tessere musive per classificarne

    le alterazioni. Ci ha consentito di ela-borare delle mappe di riferimento,

    IL PATRIMONIO MUSIVOIN SICILIA: NUOVIINTERVENTI E SISTEMIDI COPERTURA

    La prima sessione, Mosaic Conserva-

    tion in Sicily, ha affrontato nello speci-fico il tema della conservazione deimosaici in una serie di siti con diffe-renti caratteristiche e problematiche:dal restauro dei mosaici bizantini dellaCappella Palatina di Palermo, allo stu-dio e recupero del mosaico deconte-stualizzato di Carini, sino ad unaampia disanima sull intervento incorso alla Villa del Casale di PiazzaArmerina e sugli studi propedeutici alprogetto. stato, inoltre, affrontato ilproblema della efficacia delle copertu-

    re a protezione degli apparati musivinei siti archeologici siciliani.La relazione di Lina Bellanca ha pre-sentato il restauro, appena concluso,della copertura e dei mosaici dellaCappella Palatina realizzato dallaSoprintendenza di Palermo, grazie allasponsorizzazione dellimprenditore R.Wurth, e codiretto da G. Meli e G.Dav.Lintervento ha evidenziato limpor-tanza dello studio delle trasformazionisubite dalledificio, dei precedentirestauri e delle cause del degrado del-

    lapparato musivo, derivanti in buonaparte dallinefficienza delle coperture

    e notevolmente aggravate dal sismadel 2002. Sono state illustrate le inda-gini preliminari condotte dal CRPR,lintervento di adeguamento dellecoperture ed il restauro dei mosaici,effettuati con la consulenza dellICR,per un importo totale dei lavori dicirca 2.300.000 euro. Ai partecipantialla Conferenza stata offerta loppor-tunit di ammirare la cappella restau-rata nel corso di una apposita visita.

    Diversa la problematica trattata daFrancesca Spatafora che ha illustrato ilrecupero, curato dalla Soprintendenzadi Palermo, di un mosaico pavimenta-le attribuito al IV secolo d.C., prove-niente da un grande ambiente absidatorinvenuto a Carini, delineandone latravagliata storia a seguito delladecontestualizzazione avvenuta allafine dell 800 e del lungo periodo diincuria cui fu soggetto prima chelAmministrazione acquisisse il benenel 1999 e ne prevedesse il restauro. I

    lavori, effettuati dal 2004 al 2005,hanno consentito di ricomporre ilgrande mosaico su supporto leggero,previo studio dellallettamento origi-nario, integrandone le lacune e di col-locarlo provvisoriamente nelloratoriodi S. Filippo Neri, a Palermo, in attesadi una opportuna ricontestualizzazionenel territorio di provenienza.Un intervento di particolare rilevanza,per la vastit delle superfici di mosai-co interessate (circa 3500 mq) e lenti-t del finanziamento impegnato dicirca 18.000.000 di euro, stato pre-

    sentato da Guido Meli, coordinatoredel progetto e direttore dei lavori di

    Particolaredi uno dei mosaici

    pavimentaliTolemaide (Libia)

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    registrare le variazioni ed il recuperodelle cromie a seguito delle varie fasidi intervento effettuate con diversimateriali (idrossido bario, carbonatodi ammonio e ossalato di ammonio,etc), e verificarne la validit neltempo, fornendo in tal modo un con-creto contributo alla definizione dellescelte metodologiche.La visione pluridisciplinare dei degra-di e la ricerca delle soluzioni agli stes-si ha comportato ulteriori studi per la

    conoscenza ed analisi di natura chimi-ca, biologica e microbiologica condot-te dai laboratori del CRPR e illustratenella sessione poster.La sessione si conclusa con linter-vento di Roberto Garufi che ha presen-tato la Carta siciliana dei sistemi dicopertura archeologica che contribui-sce ad ottimizzare i costi di gestionedei siti. La sua realizzazione definiscecriteri e strategie per la manutenzionedelle coperture e per conservare e frui-re correttamente i beni archeologici.

    Lo studio ha evidenziato lopportunitdi sostituire gradualmente in Siciliaquelle non pi idonee o dannose conaltre dotate di sistemi fotovoltaici, perridurre i costi energetici e linquina-mento ambientale e per finanziare icosti di gestione dei siti.Agli interventi ha fatto seguito un inte-ressante dibattito, prevalentementerelativo alluso dei materiali specificiutilizzati per i restauri, che ha vistopartecipare attivamente i convegnistial confronto di diverse esperienze e dimetodologie di vecchia o pi nuova

    generazione.

    Al tema The Act of Discovery statadedicata la seconda sessione dellaConferenza.La studiosa francese Evelyne Chan-triaux, che opera nellatelier di restau-ro del Museo Archeologico di SaintRomain en Gal in Provenza, haaffrontato il tema della preparazione e

    composizione dellapparato decorati-vo del tessellato prima della messa inopera, presentando le tracce prepara-torie scoperte nel corso del restaurodei pavimenti musivi di una domusdella seconda met del II secolo d.C.a Besanon. Le incisioni realizzatenella malta del nucleus e i disegni innero, ocra rossa e argilla verde riscon-trati sotto i motivi figurati del tessel-latum, costituiscono una testimonian-za di grande interesse per la cono-scenza della tecnica musiva antica edelle metodologie della posa in opera.

    I dati emersi dallo scavo e dal restau-ro hanno portato a ipotizzare la pre-

    senza di un vero e proprio pictorconil compito di preparare il tracciatocompositivo della figurazione musi-va.Will Wootton del Kings College diLondra ha sottolineato come una cor-retta prassi conservativa implichi laraccolta sistematica della documenta-zione in fase di scavo e linquadramen-to del mosaico nel suo contesto storico.Solo la piena collaborazione dellediverse professionalit pu, infatti,

    garantire lo studio di tutte le problema-tiche connesse alla storia ed alla con-servazione del mosaico, accertandotecnologie e materiali utilizzati per gliapparati decorativi e consentendoanche di ricostruire la vita di un cantie-re antico. Studi effettuati in alcuni sitiin Israele, Inghilterra e Libia hannofornito dati significativi: a Badminton,ad esempio, dallanalisi delle tracce deisottofondi pavimentali, non sempreadeguatamente tenute in conto dairestauratori, sono emerse informazioni

    fondamentali ai fini della conservazio-ne. La lettura di tali segni pu anchechiarire il modo di procedere deimosaicisti nella fase di allettamentodelle tessere, come riscontrato ad Eue-sperides in Libia o a Tell Dora in Israe-le.Anche in Algeria, come illustrato daAcha Malek (ENS CNRS) i mosaicipavimentali di alcune domus scopertedi recente a Lambesi dalla missionefranco-algerina, sono stati sottoposti aun delicato intervento di restauro insitu che, insieme alle indagini preven-

    tive, ha apportato nuove informazionisu questo importante atelier specializ-

    CONSERVARE CONOSCEREL'OPERAZIONE DIRESTAURO UNAPREZIOSA OPPORTUNITPER SCOPRIRE ASPETTIINEDITI ED ESSENZIALI PERLA CONOSCENZA E LACONSERVAZIONE DEL

    MOSAICO

    Tavola delrefettorio del

    Monastero di NeaMoni a Chios dopoil restauro

    Attivit di restaurodi un mosaico in

    ambienteconfinato, Algeria

    Il pannelloGold -Glassdi et bizantina daCesarea Maritima

    (Israele)

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    Nella terza sessione Documentationand Analysis, Denis Weidmann(Dpartement des infrastructures, Lau-sanne) ha illustrato la buona prassi didocumentazione e di gestione posta inessere per i mosaici di Orbe-Boscnazin Svizzera, conservati in situ dal 1841.La documentazione storico archeologi-ca del sito, le analisi sulle condizionidei mosaici e sul contesto, una comple-ta documentazione preliminare, degliinterventi, sino al monitoraggio finaledei lavori effettuati, sono le tappe delprocesso che consente di sistematizza-

    re le conoscenze e verificare le ipotesiprogettuali.In relazione a questi temi, MicheleMacchiarola (CNR-ISTEC, Faenza) haposto lattenzione sulla importanza chela caratterizzazione dei materiali costi-tutivi dei mosaici, unitamente allo stu-dio dei parametri ambientali, riveste perun corretto intervento di conservazione.Sono stati illustrati gli studi archeome-trico-tecnologici, effettuati tra il 2002ed il 2007, su cento campioni relativi adue siti di epoca romana in Italia centra-

    le, Suasa e Torretta Vecchia, interessatida interventi di restauro.Linteresse delle informazioni ottenu-te conferma limportanza dello studiosinergico sviluppato dalle diverse pro-fessionalit ai fini della conoscenzadei beni archeologici e della conserva-zione dei mosaici.Il restauro del Katholikon di HosiosLoukas (Beozia), importante monaste-ro bizantino, dichiarato dallUnescoPatrimonio dellUmanit, stato pre-sentato da Androniki Miltiadou (Hel-lenic Ministry of Culture) con riferi-

    mento alla fastosa decorazione musivadell XI secolo che nel tempo ha subi-

    to gravi deterioramenti e interventiinadeguati con largo uso di cemento erinforzi in acciaio. Nellambito delprogetto di conservazione, promossodal Ministero della cultura greco, sonostate effettuate indagini diagnosticheanche non distruttive al fine di indaga-re i substrata dei mosaici e sviluppareun progetto integrato a larga scala.Limportanza della collaborazionepluridisciplinare stata ribadita nel-lintervento di Vronique Blanc Bijon(Universit de Provence) che ha tratta-to di un emblema, ritrovato in mare al

    largo di Agde in Francia. Lecceziona-lit della scoperta e la peculiarit dellecondizioni di rinvenimento ha deter-minato la costituzione di unequipe dispecialisti e la conseguente realizza-zione di accurate analisi a cura delCentre de recherche et de restaurationdes Muses de France. Lo studio sulreperto, oggetto di una specifica pub-blicazione, ha consentito di identifi-carne la tecnica esecutiva ed i materia-li lapidei utilizzati provenienti dallaTunisia e dallItalia. Il mosaico,

    restaurato avendo cura di salvaguarda-re tutti i dati pervenuti, stato adegua-tamente esposto e valorizzato.Abdelilah Dekayr (UFR Zitoune-Meknes,Marocco) ha trattato lo speci-fico tema della interferenza tra il suoloe pavimenti musivi e dellentit deidegradi in relazione alla differentenatura dei terreni argillosi o calcareiche si riscontrano nel sito di Volubilis.Dallo studio effettuato sulla plasticitdei suoli argillosi e sui meccanismi didissesto che essi determinano, emer-sa lesigenza di porre maggiore atten-

    zione alla natura e stabilit del terrenoprima di ricollocare i mosaici.

    zato in rappresentazioni mitologichedai toni intensamente espressivi. Ilrischio di piene legate alla presenza di

    wadi che minacciano la conservazio-ne dei mosaici, ha comportato lo stac-co di alcuni pannelli musivi, prassiormai considerata inidonea e da evita-re se non in presenza di condizioni diemergenza (come sottolineato daAcha Ben Abed nel dibattito), per iquali, tuttavia, si auspica in futuro unadeguato intervento di ricontestualiz-zazione e di valorizzazione.Una particolare tecnica antica direstauro, adottata dalle officine mar-morarie della Roma imperiale specia-

    lizzate nellopus sectile, stata analiz-zata da Riccardo Fusco (Universitdella Tuscia) attraverso la presenta-zione di materiali inediti dai palazziimperiali del Palatino. Si tratta diesempi di giunzioni ad incastro dicrustae marmoree con margini adondulazione corrente atte a formarepannelli e specchiature impiegate indecorazioni fastose ed utilizzate inantico anche per lavori di manuten-zione e restauro.Significativo il cantiere di restauropresentato da Stefania N. Chlouveraki

    (Hellenic Society for Near EasternStudies) relativo alla Basilica diAghias Lot in Giordania, databile alVI secolo d.C., dove sono stati rinve-nuti sei mosaici pavimentali realizzaticon pietre locali, quattro dei qualirestaurati in situ. Nella navata princi-pale, il distacco del mosaico ha porta-to allindividuazione di un secondopavimento musivo; le indagini diagno-stiche e mineralogiche, effettuate sulletessere e sugli strati di allettamentodelle malte, hanno fornito utili infor-

    mazioni circa la composizione e laprovenienza dei materiali utilizzati, imetodi di esecuzione e di messa inopera del sottofondo, il contestoarcheologico e la successione strati-grafica di riferimento.

    CONOSCENZA EDIAGNOSTICAUN BINOMIOIMPRESCINDIBILE PER LACONSERVAZIONE DEIMOSAICI SI FONDA SULLOSTUDIO SINERGICOCONDOTTO DA DIVERSEPROFESSIONALIT E CONL'UTILIZZO DELLE PIMODERNE TECNOLOGIE

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    La sessione Large Scale Projects hapreso in esame alcuni siti che per lapeculiarit e per la complessit delcontesto sono stati interessati da pro-getti di conservazione di particolarerilevanza ed ampiezza.Tra questi, il restauro del mosaicodella Trasfigurazione nellabside del

    Monastero di Santa Caterina in Sinai;Andreina Costanzi Cobau, ChiaraZizola e Roberto Nardi hanno presen-tato il progetto di conservazione, rea-lizzato tra il 2005 ed il 2008 dal Cen-tro di Conservazione Archeologica diRoma, che si distingue per una parti-colare organizzazione del cantiere, latempestiva informazione sui lavori ela notevole disponibilit di tempo e difondi destinata allintervento grazie aduna sponsorizzazione privata.Innovativa stata la scelta di trasferiretutte le informazioni inerenti linter-

    vento di conservazione e le rilevazioniriguardanti laspetto materico e tecni-co del manufatto, su supporto infor-matico; con un sistema flessibile edinterrogabile, la puntuale documenta-zione raccolta sulle superfici musiverisponde al carattere stratigrafico delleinformazioni acquisite durante linter-vento, secondo livelli di conoscenzapianificati per voci: dallo stato di con-servazione, allanalisi storica fino alleoperazioni di restauro. Tra le osserva-zioni rilevate sul processo di messa in

    opera originale, per esempio, linseri-mento di fibre vegetali nella malta diallettamento, risultata di fondamen-tale importanza per la conservazionedel mosaico, avendone garantito lela-sticit pure in presenza di estesi distac-chi e di terremoti. Inoltre dallo studiodi precedenti restauri effettuati nel1847 e nel 1959, maturata la scelta dirimuovere i vecchi interventi, essistessi cause di degrado, quali staffe echiodi metallici, stuccature colorate,verniciature a base di colofonia egomma lacca. Particolarmente signifi-

    cativa questa esperienza che, non-ostante le difficolt ambientali, logisti-

    che e relazionali del sito, stata con-dotta dai i restauratori con la consape-volezza di avere operato come rispet-tosi strumenti di mediazione tra cultu-re diverse, per restituire al mosaico

    non solo il suo aspetto formale maanche loriginaria funzione che quel-la di essere strumento di preghiera.Tra i progetti a grande scala Fani Atha-nassiou (Hellenic Ministry of Culture)ha presentato il restauro dei pavimentidel palazzo dellimperatore Massimia-no a Salonicco in opus segmentatum,tecnica impiegata prevalentementenegli edifici di lusso, fortemente dan-neggiati anche a causa di precedentiinterventi realizzati con malta dicemento. Il restauro ha previsto il dis-tacco, la sostituzione della malta

    cementizia, lintegrazione delle lastredi marmo con gli stessi materiali, las-

    semblaggio e il riposizionamento sunuovi supporti. Durante questa opera-zione, al di sotto dell opus segmenta-tum, lindagine archeologica ha messoin luce un pavimento pi antico e haconsentito di precisare la datazionedelle diverse fasi del complesso. La-nalisi del substrato del pavimento dellasala ottagona e dei materiali impiegatiha portato alla individuazione delletracce di antichi restauri e della com-

    posizione degli strati di allettamento,consentendo di definire la provenienza

    DOSSIER

    I GRANDI PROGETTIINTERVENTICONSERVATIVISIGNIFICATIVI INRELAZIONE AL CONTESTO

    sopra: Pavimento musivo restaurato delsuccorpo della cattedrale di Bari

    a lato: Restauro del pavimento del PavillonTexaco del 1964, New York

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    Nella sessione Evaluation, Maintenan-ce and Treatment stato affrontato ilproblema della valutazione dei costi-benefici della formazione degli opera-tori e del loro aggiornamento, indi-spensabile per porre in essere buonepratiche per la conservazione deimosaici, e per la gestione della manu-

    tenzione ordinaria nei siti archeologici.

    Thomas Roby ed Acha Ben Abed(Getty Conservation Institut, USA eINP Tunisia) hanno prospettato il caso

    della Tunisia dove il cospicuo patrimo-nio musivo, presente in 20 importantiaree archeologiche, fa risaltare linsuf-ficiente rapporto tra i numerosi mosai-ci ed i tecnici manutentori. Negli ultimi8 anni, il Getty Conservation Institut elInstitut National du Patrimoine dellaTunisia hanno cercato di ovviare alproblema finanziando 4 corsi che, conlausilio di 10 docenti, hanno formato39 tecnici, 28 dei quali gi lavoranocon diverse specializzazioni in alcunisiti. Il costo complessivo della forma-

    zione stato di

    535.000 ai qualivanno aggiunti i costi dellamanutenzione, che viene calco-lata con una media di circa 64al mq, costo relativo ad opera-zioni prioritarie, come il conso-lidamento delle tessere e lasemplice pulitura e circa 11/mq annui per la manutenzio-ne ordinaria. Interventi pimirati, come nel sito di Herghla,dove la vicinanza del marerichiede una protezione dallag-gressione salina o la rimozione

    dei ferri sotto i mosaici ad ElJem, hanno comportato costiaggiuntivi.A fronte di una scelta metodolo-gica che, a differenza del passa-to, preferisce conservare imosaici in situ, si ha la chiaraconsapevolezza che solo un fol-low up costante nel tempo puconsentire la salvaguardia deibeni: significativo il caso di unmosaico di Thuburbo Majusche, fotografato negli anni 20 e

    70 e in condizioni sempre peg-giori, oggi del tutto scompar-so. Tale scelta necessita di risor-se economiche, di un numeromaggiore di tecnici ed unavisione strategica del problemache consideri come, la buonamanutenzione di un sito aumen-ti lattrattiva turistica. In assen-za di queste condizioni, prefe-ribile, cos come emerso daldibattito, reinterrare i mosaicidopo averli messi in sicurezza.Diverse sono le cause della

    mancanza di corrette strategiegestionali dei siti archeologici a

    dei marmi e il modo in cui le lastrevenivano composte e fissate.Nel corso del restauro realizzato negli

    ultimi dieci anni sui mosaici dellaRotonda di Tessalonica, uno dei piimportanti edifici sacri tardoromani, leindagini effettuate hanno messo inluce una serie di indizi significativi,non solo ai fini della individuazionedelle tecniche esecutive, ma anche alladefinizione del clima culturale ed arti-stico in cui si inserisce il monumento.Di particolare interesse, come segnala-to dal relatore Charalambos Bakirtzis(Hellenic Ministry of Culture), la sco-perta di incisioni colorate sulle malte,

    interpretabili come disegni preparato-ri, nonch gli accorgimenti utilizzatidalle maestranze per ovviare ad erroriesecutivi o per mimetizzare le linee digiunzione tra le giornate lavorative.Lanalisi del mosaico ha evidenziatolattenzione prestata al dettato compo-sitivo, lutilizzo sapiente della cromiadelle tessere per accentuare lintensitespressiva dei volti e una stretta rela-zione tra la decorazione degli affreschie i mosaici parietali, prova evidentedella coerenza progettuale dellinsie-me degli apparati decorativi.

    Frank Matero, della PennsylvaniaUniversity, ha presentato un progettoin corso che investe una problematicaoggi di particolare attualit: il restau-ro dellarte contemporanea. Si trattadel grande mosaico pavimentale delNew York State Pavillon, realizzatonel 1964 dallarchitetto Philip John-son in occasione dellEsposizioneMondiale, e raffigurante la piantadella citt di New York.Il mosaico, divent subito uniconadella pop art riuscendo a cogliere, con

    lo spirito ironico e trasgressivo delmovimento, il clima e la cultura com-merciale dellAmerica post-bellica,utilizzando una tecnica antica comelopus signinum, realizzata per conmateriali moderni come cemento,vetro, plastica. Il progetto di restauro,avviato nel 2007, stato preceduto daindagini finalizzate ad accertare lecondizioni di degrado del mosaico,abbandonato allincuria per decenni.Dopo aver effettuato le analisi deimateriali utilizzati sono state speri-mentate tecniche di pulitura e di con-

    solidamento con la sostituzione delsupporto di alcune parti del mosaico.

    LA CONSERVAZIONEIMPLICA LA

    MANUTENZIONEBUONE PRATICHE, COSTI ESTRATEGIE GESTIONALI

    DOSSIER

    Pavimento in tecnica mista, mosaico e opussectile, della basilica bizantina del monasterodi Sagmata a Tebe

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    Particolarmente attuale il dibattitosulle nuove soluzioni utilizzate per lacopertura (shelters) dei mosaici nei sitiarcheologici che, pur finalizzate essen-zialmente alla conservazione dei

    manufatti, pongono problemi di naturaestetica, di efficienza e di impatto visi-vo nel contesto generale.Lindagine condotta dallEnglish Heri-tage Israel Antiquities Authority e dalGetty Conservation Institut su 36coperture a protezione di 105 mosaiciin Israele, presentata da JacquesNeguer (Israel Antiquities Authority),ha evidenziato la diretta incidenza deltipo di coperture sullo stato di conser-vazione dei mosaici e limportanza disviluppare una banca dati internaziona-le finalizzata alla raccolta dei dati

    necessari a orientare le nuove scelteprogettuali in linea con i criteri meto-

    PROTEGGERE PERCONSERVARE

    NUOVI ORIENTAMENTI PERI SISTEMI DI COPERTURADELLE SUPERFICI MUSIVEIN SITU

    DOSSIER

    Cipro, trattate da Niki Savvides (Uni-versity College London) che ha rela-zionato sul caso dei mosaici del IV d.C

    a Paphos, sito inserito nella WorldHeritage List nel 1981. Dopo aver deli-neato la storia delle drastiche tecnichedi restauro sofferte dai mosaiciprima dellarrivo nel 1968 del teampolacco di M. Medic, e le nuove tecni-che di recupero, la studiosa denunciache ancora oggi non vengono effettua-te adeguate documentazioni del mosai-co prima e dopo lintervento. Dal1992, si preferisce conservare in situ,ma nel caso sia necessaria una integra-zione con tessere nuove, le stesse non

    sono riconoscibili. A Cipro forte-mente avvertita lesigenza della forma-zione, non solo dei conservatori maanche dei responsabili della gestionedei siti, tema ripreso nella sezione spe-cifica.Relativamente al costo degli interventisi rileva che un consistente impegno dispesa nella manutenzione dei mosaiciriguarda le operazioni che vanno perio-dicamente ripetute per inibire la cresci-ta di cianobatteri e di patine algali suimosaici. A New Port (UK) su cinquemosaici di una domus romana soggetti

    a forte umidit, con efflorescenze sali-ne e attacchi biologici John Stewart(English Heritage, London) ha testatouninnovativa tecnica a raggi ultravio-letti germicidi a corto raggio (UVGI)che inibisce i microrganismi, senzainterferire direttamente con le superficicome avviene con i tradizionali bioci-di. Sono stati presentati i risultati delleprove effettuate ad alto o basso dosag-gio proporzionato ai tempi di applica-zione; in ogni caso da valutare il col-laterale effetto di risalita dei sali sulla

    superficie musiva, che implica la puli-tura successiva al trattamento.Sul valore estetico-formale dellinte-grazione della lacuna insiste linter-vento di Francesca Casagrande (Uni-versit Alma Mater Studiorum,Bologna) che sottolinea il disturbopercettivo che la lacuna assume nellasua doppia valenza di assenza e pre-senza. Alla luce dei principi fisici dellapercezione ottica dei colori e di ele-menti diversi quali la tipologia delmosaico, le cause del degrado, lentite la distribuzione delle lacune, la stu-

    diosa ha illustrato criticamente alcuniesempi di intervento.

    dologici pi aggiornati di conservazio-ne dei materiali musivi. Le raccoman-dazioni redatte a conclusione del sur-

    vey, inviate e in parte accolte, dalle isti-tuzioni israeliane preposte alla tuteladei mosaici, hanno offerto un supportoscientifico alla individuazione di solu-

    zioni ottimali perquesta problematica.Lintervento dellar-chitetto GionataRizzi sulle coperturerealizzate a Ercolanoe a Piazza Armerinaha offerto, nuovispunti di discussio-

    ne. Nella citt vesu-viana, alcuni aspettipeculiari del sitosono stati tenuti inconsiderazione alfine di definireunappropriata solu-zione al problema.In primis il carattereurbanistico, la vistadallalto dei fabbri-cati e la necessit diutilizzare nuovimateriali coerenti

    con quelli gi pre-senti negli edificistorici. Contestual-mente, allo studio diun progetto a lungotermine, ancora incorso di sperimenta-zione, sono state

    adottate alcune soluzioni a medio ter-mine atte ricoprire ampie parti della-rea archeologica.Il cantiere in corso per il recupero dellavilla romana a Piazza Armerina, di cui

    si trattato specificamente nella sessio-ne Mosaic Conservation in Sicily, haposto nuove e complesse problemati-che relative alla sostituzione dellacopertura realizzata da Minissi neglianni 50 ormai fatiscente, ma conside-rata un punto di riferimento per lecoperture dei siti archeologici. Le scel-te adottate dal gruppo di progettazionedel CRPR, alle quali il relatore ha con-tribuito con la sua consulenza, hannotenuto in considerazione i fattori micro-climatici, la necessit di un pi correttoequilibrio delle volumetrie suggerite

    dalle coperture e le attuali esigenze difruizione del sito e dei mosaici.

    Copertura realizzata sul mosaico deiquattro fiumi del Paradiso a Plaoshnik,Ohrid in Macedonia

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    to di parte della domus allinterno di unnuovo museo; tuttavia un sistema dismaltimento delle acque meteoricheinidoneo, ha determinato notevolidanni ai quali necessario porre rime-dio anche con nuovi sistemi di drenag-gio. stata sottolineata la carenza, inBulgaria, sia di specialisti nel restauroche di fondi per gli interventi.Ghias Klesly (Ministre de la Culture,Syrie) ha evidenziato la difficolt nel

    procedere ad adeguate operazioni diconservazione e fruizione del consi-stente patrimonio musivo, prevalente-mente di epoca bizantina, messorecentemente in luce in Siria, dovesino al 2000 si praticato il distaccodei mosaici con trasferimento su sup-porti in cemento.Pur essendo stato avviato un program-ma di formazione, il relatore denunziala mancanza di esperti e di materialiper il restauro e carenze a livello deci-sionale e programmatico. A fronte di

    una scarsa attivit conservativa insitu, si procede con nuovi scavi chehanno determinato la decisione, inalcuni casi di procedere al rinterro delmosaico, come nel sito di Tamanaa.Il programma di conservazione erestauro dei 51 pavimenti musivi diKourion, presentato da EleftheriosCharalambous, (Department of Anti-quities, Cyprus) stato condotto contecniche moderne precedute da anali-si chimiche sulla malta e sulla caratte-rizzazione del materiale lapideo usateper i mosaici; alla luce dei risultati

    sono stati predisposti campioni dimalte per le integrazioni delle lacune

    con materiali compatibili (pozzolana,polvere di ceramica, aggregati diversi,etc. ) che non creino i problemi legatiai precedenti interventi di conserva-zione in cui era stata usata malta dicemento sia nel substrato che neibordi delle lacune. Sono state presen-tate le varie fasi di intervento per ilripristino almeno parziale dello statodi conservazione originario; linter-vento stato documentato ed archi-

    viato su supporto digitalizzato e sarpresto registrato in un database.Anche a Malta, come riportato daRuby Jean Cutajar (Institut of Conser-vation and Management of CulturalHeritage, Malta), stato affrontato ilproblema delle coperture e del deterio-ramento dei mosaici nel contesto deibagni romani del II sec. d.C. a GhajnTuffieha. Uno studio accoglie tutti idati relativi alla storia del sito, inabbandono da 10 anni, agli interventiconservativi (riposizionamento su

    massetti armati, puliture, etc.), alladocumentazione fotografica degliscavi, fino al collasso nel 94 dellecoperture in cemento armato e dellestrutture lignee infestate da insetti. Perpotere approntare strategie per la con-servazione di uno dei pi bei mosaiciromani di Malta, stato condotto unostudio generale sullo stato di conserva-zione dei mosaici riparati da shelters,aperti o chiusi, o lasciati allaperto chehanno evidenziato problemi dovuti nelprimo caso al distacco delle tessere,nel secondo allescursione termica ed

    allumidit, nel terzo alla vegetazioneinfestante ed alla perdita di materiali.

    Nella sessione Museum collections stato approfondito il tema della conser-vazione e valorizzazione dei mosaicinegli ambienti confinati. Allinternodei musei i mosaici sono spesso espo-sti secondo criteri ormai obsoleti epoco rispondenti a un moderno e pidinamico concetto di musealizzazione.L opportunit di un lavoro sinergicotra restauratori, architetti e archeologinellambito dei progetti di riqualifica-

    zione dei sistemi espositivi stata sot-tolineata da Patrick Blanc (Muse delArles et de la Provence antiques) cheha esaminato alcuni recenti interventidi ridefinizione museografica. E stata,inoltre, sottolineata lopportunit diaprire al pubblico il cantiere di restau-ro mostrando il rovescio del museo,valorizzando in tal modo opere spessonon fruibili anche a causa della cronicacarenza di spazi che caratterizza molteistituzioni museali.Esemplificativo il caso dei mosaiciromani della villa dEl Romeral che,

    negli anni 60, sono stati trasportati incentinaia di frammenti nel Museoarcheologico della Catalogna e l sotto-posti a diversi interventi di restauro.Nel 2007 Kusi Colona Preti (ABACConservaci i restauraci) e IsabelMoreno Martinez (Museu dArquelo-gia di Barcellona) hanno avviato unprogetto di conservazione dei mosaicie dello spazio destinato alla loro espo-sizione. Contestualmente, attraverso lostudio della documentazione disponi-bile, stata ricostruita la storia dei

    mosaici dallatto della scoperta ai pirecenti interventi.A Denya, in Bulgaria, stato condottoda Julia Valeva (Institut od Art Stu-dies, Bulgaria) uno studio su unadomus a peristilio del III-IV sec. d.C.,con pavimenti musivi, testimonianzadella diffusione, nellantica Marciano-poli, del repertorio musivo tardo-anti-co: si tratta di noti temi mitologicientro complessi motivi geometrici,pavimenti con ricche cornici, realizzatiin opus vermiculatum, anche con pic-cole tessere per ottenere un effetto pit-

    torico. Per la loro conservazione si eraoptato negli anni 80 per linglobamen-

    MOSAICI NEI MUSEIUNA RISORSA DA GESTIREE VALORIZZARE

    DOSSIER

    Preziosaraffigurazionemusiva, Siria

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    Il tema della formazione assume aspet-ti di criticit soprattutto in quei paesicaratterizzati da una situazione socio-economica precaria per i quali, la con-servazione del proprio patrimonio arti-

    stico pu diventare strumento educati-vo e di promozione sociale e culturale.I rapporti di collaborazione e di coope-razione che si creano, anche grazie aiprogetti internazionali, non possonoche promuovere da parte degli operato-ri locali la crescita del senso di apparte-nenza e di responsabilit verso la pro-pria eredit culturale. Le relazioni suEducation and Training hanno presen-tato diversi casi emblematici. Tra que-sti, lintervento di conservazione deimosaici della sinagoga di Gerico del VIsecolo d.C., dal 2003 oggetto di un pro-

    gramma di restauro finanziato dalgoverno italiano e condotto dal JerichoWorkshop of Mosaic Restoration. Lin-sieme dei mosaici, unico esempio didecorazione figurata presente in un edi-ficio sacro ebraico, presentato daOsama Hamdan (Mosaic Centre Jeri-cho), oggi particolarmente degradatoanche a causa di danni intenzionalieffettuati gi in antico e dal 1921 sog-getto a rischio bellico. I mosaici hannosubito, dopo la scoperta nel 1918,manomissioni e distacchi: alcuni pan-

    nelli figurati o recanti iscrizioni in ara-maico si trovano al Museo di Gerusa-lemme, altri sono stati esportati illegal-mente allestero dalle truppe australia-ne. Considerati i risultati conseguiti, siauspica che il programma possa avereun seguito e prevedere un maggiorecoinvolgimento attivo della comunitlocale.Anche nellEuropa orientale, comeillustrato da Maja Frankovic (NationalMuseum, Belgrado), i corsi organizza-ti dallICCROM hanno offerto a moltigiovani operatori la possibilit di una

    formazione altamente specialistica.Nella regione balcanica, si avviata di

    recente unindagine sistematica sullacondizione dei mosaici pavimentaliantichi, sui progetti di conservazione incorso o gi eseguiti e sulla possibilitdi realizzare programmi avanzati diconservazione e management finaliz-zati alla salvaguardia di questo patri-monio. Le difficolt rilevate investonosoprattutto la carente collaborazionetra i vari istituti o amministrazioni, ladocumentazione spesso incompletache non consente di sistematizzare le

    informazioni e delineare un quadrodefinito dello stato dellarte.Il consorzio della citt di Merida hapromosso, come evidenziato da PasiesOviedo (Museo de Prehistoria, Valen-cia), diverse attivit per la formazionedi professionisti addetti al restauroarcheologico che recentemente hannoavuto come tema centrale il mosaico diet romana prevedendo, oltre alle lezio-ni teoriche anche dei veri e propri sta-ges operativi di formazione.Dalla relazione di Hande Kokten del-

    lUniversit di Ankara emerso che inTurchia la conservazione delmosaico una disciplina giovane, sia per quantoriguarda la formazione sia per quantoattiene lapplicazione delle modernetecnologie. Considerato che in Turchiavi sono 83 siti archeologici con mosai-ci e solo alcuni sono oggetto di scavisistematici con progetti specifici diconservazione, improrogabileampliare le opportunit in questo setto-re anche attraverso un miglioramentodei programmi universitari e dei corsispecialistici, la promozione di corsi di

    formazione breve o a distanza sia inambito teorico e pratico.

    Anche in altrezone delMediterraneo

    i problemirelativi allamanutenzionedel patrimo-nio musivo sip r e s e n t a n oalquanto criti-ci, come rile-vato da Jean-ne Marie Teu-tonico (GettyConservationI n s t i t u t ,

    USA). Svi-luppare unastrategia integrata per la conservazionedegli antichi mosaici in situ lobietti-vo di MOSAIKON, una joint iniziati-ve promossa dal Getty ConservationInsitute, dallICCROM e dallICCNche nella prima fase (2008-2012) sipropone di formare sia site managersresponsabili della gestione dei sitiarcheologici, sia tecnici specializzatinella manutenzione del patrimoniomusivo. In effetti oggi nessun sito puessere definito un modello di gestione

    come ha rilevato nel dibattito Gal deGuichen, presidente onorario ICCM,secondo il quale non sono stati tenutifinora in giusta considerazione, insie-me agli aspetti pi puramente tecnici,quelli legati alla valutazione economi-ca e al dialogo con le autorit politiche,necessari a garantire la fruizione delbene culturale da parte del pubblico.Dal dibattito sono emersi altri aspettidi rilievo come lesiguit di tecnicimanutentori adeguatamente formati,problema che investe principalmente i

    paesi del Mediterraneo e dellEuropaorientale, quali Tunisia, Bulgaria,Siria e Palestina. O. Hamdan ha sotto-lineato limportanza di mettere apunto una costante cura per i mosai-ci, concetto ripreso da M. Macchia-rola che ha sottolineato come lo stu-dio sistematico del mosaico sia unpunto di forza per la sua conservazio-ne. A tal proposito fondamentaledefinire linee guida per gli interventidi restauro, cui fare riferimento pernon procedere in modo empirico edisomogeneo, anche attraverso la

    creazione di banche dati e la divulga-zione degli interventi di restauro.

    DOSSIER

    LE RISORSE UMANE PERLA CONSERVAZIONE DELPATRIMONIO MUSIVO

    FORMAZIONE EDAGGIORNAMENTO DITECNICI SPECIALIZZATI

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    Particolare ed interessante linterventodi Komi Nkgb Tublu, (Direction dela Promotion du Patrimoine Culturel e

    Touristique, Togo) che ha illustrato lapeculiare realt dei mosaici dei siti diDakpodzi e Tchar, inseriti dal 2003nella lista dei beni culturali del Togo,con il conseguente rischio derivantedalla pressione turistica in assenza di

    un adeguato piano di fruizione. La con-servazione dei pavimenti in mosaico dimateriale laterizio, testimonianza diuna antica tecnica locale messa inopera dalle donne e riscoperta dopo ilritrovamento, pone una serie di interro-gativi in merito al loro mantenimentoin situ, che il relatore auspica, sottoli-neando le difficolt e la mancanza dicompetenze in materia in Togo e lascarsa sensibilit delle autorit e dellapopolazione derivanti anche dalle pro-blematiche di natura sociale presentinel paese.

    Il tema della fruizione negata in oltretrenta siti archeologici del Messico stato evidenziato da Lilia RiveroWeber (ENCRYM INAH, Messico),che ha illustrato i problemi indotti neimosaici pavimentali, spesso inglobatiin edifici, dalla natura argillosa delsuolo di Citt del Messico che determi-na notevole presenza d acqua e visto-si cedimenti. La relatrice ha trattato inparticolare il caso dei mosaici rinvenu-ti sotto il sagrato della cattedrale dellacitt, gi musealizzati in situ su sup-

    porto in cemento e poco accessibili,per i quali in corso un progetto dinuova copertura che coinvolge un teamdi specialisti. Julio Valencia Navarro(ICOMOS, Mexico) ha approfondito leproblematiche legate alla coperturarealizzata con lastre in vetro, cheancorch dotata di nuovi accorgimentiper migliorare i fattori microclimatici, causa di degradi ed implica pertantoelevati costi di manutenzione.Lintervento di Antonietta Boninu(Soprintendenza per i BB. Archeologicidi Sassari e Nuoro) ha trattato alcuni

    aspetti della conservazione relativa alcospicuo e poco conosciuto patrimonio

    musivo della Sardegna. Primaria risultata lesigenza di inventariare i benialla luce del dato che il 45% dei mosai-ci registrati nel 1981, oggi risulta dis-perso. Si sta pertanto procedendo, perprovince, ad una ricognizione sistemati-

    ca. Allo stato attuale tutti i mosaici, siaricollocati in situ, che esposti nei museio conservati nei depositi, sono su sup-porto in cemento armato a seguito degliinterventi eseguiti negli anni 60. Tra ivari progetti di recupero in situ avviati,viene illustrato il caso dei mosaici diTurris Libisonis (Porto Torres), per iquali stato programmato un piano diconservazione nellambito della crea-zione di un Parco archeologico.Il mosaico con iscrizione EIRHENEdel peristilio delledificio tardo antico

    di Plovdiv, lantica Philippopolis inBulgaria, si trova oggi in un contestourbano e presenta molteplici problema-tiche di conservazione e valorizzazioneillustrate nella relazione di Elena Kan-tareva Decheva (Academy of FineArts, Plovdiv). Un progetto, che havisto coinvolto un team bulgaro-ameri-cano, ha restituito alla pubblica fruizio-ne il monumento attraverso la realizza-zione di un vero e proprio museoarcheologico in situ.Lintervento di Krzysztof Chmielew-ski, (Academy of Fine Arts, Warsaw)

    dopo una sintesi storica degli scavi inTolemaide negli anni 50 ad opera

    delle missioni anglo-americane, hatrattato dei problemi del complesso deimosaici di Tolemaide in Cirenaica, inparte decontestualizzati ed in parte insitu. Si tratta di una villa romana del II-III sec. d.C. scoperta dal 2002 , posta al

    centro della citt, che presenta numero-si e ricchi pavimenti musivi il cui pro-gramma decorativo strettamente con-nesso con gli intonaci murali. Partico-lare il peristilio mosaicato anche alcentro. I mosaici del secondo pianocrollati in antico a causa di un terremo-to sono stati accuratamente inventaria-ti e recuperati. Il loro studio ha consen-tito di accertare la tecnica esecutiva, lasequenza degli strati preparatorie, gliantichi restauri (angelo che regge uni-scrizione, foto n. 2) Tutti i mosaici

    della villa necessitano di un program-ma di restauro e manutenzione, basatosu analisi e ricerche appropriate e di unpiano di fruizione, in assenza del qualesembra pi opportuno ricoprire congeotessile e sabbia.Lintervento di Konstantinos Raptis(Ministry of Culture, Greece), ha postolattenzione su un elemento general-mente trascurato dagli studiosi: le cor-nici di malta colorata che riquadrano imosaici murali di alcuni tra i monu-menti paleo-cristiani e bizantini piimportanti di Tessalonica, (Acheiro-

    poietos, la Rotonda). Il relatore ne haillustrato la tipologia e le caratteristi-

    DOSSIER

    CASES STUDIESMOSAICI PAVIMENTALIE PARIETALINUOVI ORIZZONTI

    Mosaico

    absidale delMonastero diSanta Caterina.Particolare conMos nelroveto ardente,Sinai

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    che costruttive sottolineandone lim-portanza come parte integrante delladecorazione musiva sia dal punto di

    vista estetico, nellinsieme delle deco-razioni delle superfici architettoniche,sia come fonte di dati archeologicirelativi alla storia dei mosaici e dei loropossibili restauri. Si tratta di una rilet-tura importante suscettibile di inter-pretazioni anche di tipo economico:spesso la cornice di malta estende lasuperficie del mosaico in mancanza ditessere musive.Il lavoro di restauro in situ di oltre 330mq di mosaici del complesso monasti-co bizantino di Torba in Turchia, rea-

    lizzato nel 2006 da unequipe dellUni-versit di Ankara, stato presentato daY. Selcuk Sener (Ankara University);il relatore ha evidenziato le criticit delsito, le accurate analisi propedeuticheeseguite e le diverse le fasi dellinter-vento sino alle tecniche differenziate diintegrazione delle lacune; ha inoltreribadito lesigenza di definire metodo-logie operative condivise a livellointernazionale e di prevedere unade-guata formazione professionale nel-lambito del restauro archeologico.Elyas Saffaran (Universit da Payame

    Noor, Teheran) ha trattato dellimpor-tanza che le recenti scoperte di mosai-ci nel sito archeologico della Cittadelladi Agedehak, in Iran, rivestono per lalettura dello sviluppo della tecnica edella storia del mosaico in relazione aiperiodi storici del paese. Ha quindi evi-denziato la necessit di realizzare unpercorso di conoscenza completo sulsito per la conservazione dei mosaici.I mosaici pavimentali tardoantichidella Chiesa di Cosma e Damiano aGerasa, sui quali ha relazionato Catree-

    na Hamarneh sono oggetto di un pro-gramma di conservazione che consen-tir anche di documentare la storia deiprecedenti interventi di restauro susse-guitisi dal VII al XX secolo: dalle sem-plici integrazioni a tessere irregolari,alluso del sectile con materiale locale,alla ricostruzione di alcune parti finoalle pi recenti integrazioni con maltaincisa. Uno studio particolarmentesignificativo ha sottolineato linciden-za tra il tipo di materiali e la tecnicaadottata negli interventi effettuati e lostato di conservazione dei mosaici.

    LA SESSIONE POSTERS

    Nellambito della seconda giornata

    della Conferenza stata inaugurata lasessione posters comprendente 45pannelli a firma di studiosi provenien-ti da istituzioni internazionali chehanno presentato importanti progettidi conservazione relativi a mosaici insitu o entro ambienti confinati. Conte-stualmente, stato presentato anche ilvideo di Blanc, Courboules, Martin,Jouquet, Bouquin, Aliaoui, RafaiChronique dune restauration a docu-mentazione del restauro di un mosaicoraffigurante il Giudizio di Paride.

    Per quanto riguarda la Sicilia, ampiospazio stato dedicato alle problema-tiche inerenti il restauro della Villa delCasale a Piazza Armerina con partico-lare riguardo alla storia del monumen-to e della copertura dei ruderi (Alfa-no), nonch ai risultati delle analisieffettuate preventivamente e dopo itrattamenti con biocidi sulle superficimusive interessate da degradi di tipobiologico e microbiologico (Miceli,Not). stata, inoltre, presentata, qualestrumento propedeutico al progetto direstauro, la schedatura completa degli

    ambienti del complesso e dei mosaicicon unattenzione specifica allo statodi conservazione, alle tipologie didegrado (Pellegrino) ed una sintesidello stato davanzamento dei lavoriin corso curati dai tecnici del CRPR(Alfano).Nellambito del progetto della Cartadel Rischio del Patrimonio Culturaledella Regione Siciliana, finalizzataalla conoscenza e alla tutela dei beniattraverso la valutazione dei rischi,due posters del CRPR hanno docu-

    mentato, rispettivamente, un censi-mento in progress dei mosaici pavi-mentali di et antica presenti in Siciliasia in situ che asportati dal contestooriginario (Alfano), e uno studio siste-matico sui sistemi di protezione cheinteressano le superfici musive alla-perto con lindicazione delle lineeguida di un protocollo di manutenzio-ne da applicare sulle strutture di coper-tura (Garufi). Del progetto di restaurodella Cappella Palatina a Palermo,conclusosi nel giugno 2008, sono statipresentati i risultati della campagna di

    rilevamento termografico approntatadal laboratorio di fisica del CRPR

    finalizzata ad individuare le zone didistacco degli intonaci e le eventualipresenze di perni metallici (Bruno).

    Sempre in ambito siciliano, un posterha documentato la scoperta di unavilla rustica in provincia di Enna deco-rata da mosaici, recentemente consoli-dati e sottoposti ad analisi minero-petrografiche (Bonanno), mentre unaricerca pi particolare ha riguardato lostudio e il rilievo delle 466 lesene inmarmo rotato del Duomo di Monrealedelle quali sono state riprodotte levarie soluzioni figurative e le regolegeometriche sottese alla composizione(Oddo).

    Molti contributi hanno focalizzatolattenzione sulle indagini di naturachimico-fisica, alcune particolarmenteinnovative dal punto di vista della tec-nologia applicata (Persia), a confermache, sempre pi nella prassi conserva-tiva, gli approfondimenti scientifici,mirati alla salvaguardia del patrimonioarcheologico e artistico, si integranocon le indagini storico-critiche in unequilibrato rapporto interdisciplinare.In proposito, sono da segnalare ilposter relativo alla bioerosione deimosaici di et romana situati nel Parco

    Sommerso di Baia nei pressi di Napo-li (Ricci), quello inerente la valutazio-ne dellefficacia degli erbicidi controinfestazioni da Briofite, le principali

    DOSSIER

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    cause di deterioramenti delle superficimusive (Bartolini) e i contributi chehanno approfondito il tema dei degra-

    di biologici sui mosaici di Ostia antica(Roccardi), dove le diverse colonizza-zioni biologiche sono state analizzateanche in relazione ai sistemi di prote-zione e alle specifiche condizionimicroclimatiche (Fazio). Di particola-re interesse le nuove tecniche relativeai rilievi grafici e fotografici, prope-deutici alla redazione di un progetto diconservazione (Belhouchet) e le inda-gini relative alla caratterizzazionedelle tessere lapidee e degli strati pre-paratori, anche al fine di definirne le

    specifiche caratteristiche fisiche emeccaniche (Starinieri) o di rintrac-ciarne il possibile luogo di provenien-za. Esemplificativi, in proposito, leindagini condotte sui tessellati di etromana a Lixus in Marocco (Dekayir)o sulle tessere vitree della Basilica diSan Marco a Venezia riprodotte inlaboratorio secondo una metodologiagi in uso in et antica (La Delfa).Particolare attenzione stata prestata,in questi anni ai mosaici bizantini,oggetto di studi specifici relativi allacomposizione e alla tecnica di realiz-

    zazione delle tessere vitree, ai fenome-ni di degrado e alla definizione di ade-guati interventi di conservazione(Loukopoulou) come, ad esempio,

    DOSSIER

    dria di Egitto, sottoposti a sistematiciinterventi di restauro in occasione deirecenti lavori di ristrutturazione del

    museo (Tewfick).I restauri realizzati in antico rappre-sentano, invece, fonti essenziali per laricostruzione delle metodologie e deimateriali utilizzati dalle maestranze,come attestano una serie di mosaicipavimentali a Sparta e a Loukou(Panagiotopolou). Ulteriori e prezioseinformazioni sulla tecnica di esecuzio-ne del mosaico antico sono emerse inoccasione del restauro dei mosaici diuna domus romana a Besanon: letracce preparatorie scoperte al di sotto

    della malta del nucleus e i disegni rea-lizzati sul letto di posa dei mosaici,paragonabili a delle vere e propriesinopie, rappresentano in tal senso unascoperta eccezionale (Chantriaux).Altri posters hanno documentatoimportanti cantieri di restauri tra i qualila Villa di Rabacal in Portogallo (Pes-soa), i mosaici di tre chiese del VIsecolo d.C. a Hippos Sussita in Israele,di cui si sta curando anche il progettodi valorizzazione (Radziejowska,Parandowska), la Villa di Augusto a

    Somma Vesuviana decorata con ricchiapparati musivi, gi in parte restauratiin antico (Angelelli), i mosaici dellaCattedrale di Bari (La Viola), il grandemosaico delle complesso termale diPerge in Turchia (Isikiklaia), i mosaicipavimentali del Battistero nella Basili-ca di Plaoshnik in Macedonia gi sco-perti tra gli anni 60 e 70 (Upevce) edue mosaici pavimentali conservati inFrancia; il primo scoperto a Nimes, dipeculiare interesse per leccezionalestato di conservazione che ha consenti-

    to il rilevamento di tutte le tracce rela-tive allesecuzione; il secondo, situatosotto la Cattedrale di Digne Les Baines(Rogliano, Breil). Infine, particolar-mente attuale la problematica legataalla formazione tecnico-scientifica deirestauratori in quei paesi caratterizzatida situazioni politiche ed economichepi svantaggiate per i quali i corsi pro-mossi da istituzioni e fondazioni stra-niere rappresentano una opportunitpreziosa per garantire la tutela di unpatrimonio straordinario, ma spesso in

    condizioni estremamente a rischio(Racagni, De Cesare).

    quelli approntati sullo straordinariopannello di Caesarea Maritima inIsraele, realizzato tra il VI e il VII

    secolo d.C. secondo la tecnica del sec-tile con elementi di vetro colorato edorato e interessato gi in antico dadiversi fenomeni di deterioramento(Neguer). In particolare, sulle tesserevitree policrome sono state sperimen-tate analisi chimiche quantitative nondistruttive che consentono estese inda-gini senza prelievo di campioni (Maz-zeo).Tra i pavimenti in opus tessellatumsono stati segnalati quelli in SantAna-stasia a Zadar, purtroppo gravemente

    compromessi dalla costruzione disepolture nel XVIII e XIX secolo(Garcevic).Esempi rilevanti di opus sectile sono ipavimenti della chiesa del Monasterodi Sagmata a Tebe (Doganis) e il pavi-mento della grande sala tricliniaredella villa romana di Faragola in pros-simit di Foggia, realizzato con lastredi marmo policromo di probabile for-mazione geologica locale, ipotesi con-fortata dalla caratterizzazione del lito-tipo (Mariottini). Lo stesso complesso stato oggetto di recenti analisi, rile-

    vamenti termoigrometrici e indaginigeo-radar finalizzati a comprendere lecause del degrado e a definire leopportune strategie conservative insitu (Laurenti). Sempre in relazione alsectile, due posters hanno trattato,rispettivamente, il problema della tec-nica esecutiva dei sectilia parietali, atuttoggi molto discussa, partendo dal-losservazione diretta dei reperti con-servati in situ a Roma (Lugari), e ilrestauro della tavola bizantina cheornava il refettorio del monastero di

    Nea Moni nellisola di Chio, realizza-ta secondo la tecnica del cosiddettopseudo-sectile con marmi policromi(Kavvadia).Alcuni posters hanno affrontato iltema del cosiddetto restauro delrestauro, ovvero della rimozione diinterventi conservativi inadeguatieffettuati sui mosaici nel corso deltempo, spesso causa di progressivideterioramenti come, ad esempio, nelcaso dei mosaici tardo-antichi conser-vati nel Museo Nazionale di Belgrado(Frankovic), del mosaico a ciottoli di

    Sicione (Karabalis), o dei mosaicigreco-romani nel Museo di Alessan-

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    ELEZIONI DEL COMITATO ICCM

    Secondo la prassi consolidata dallICCM, durante i lavori della

    conferenza si sono svolte le votazioni per lelezione del nuovoConsiglio Direttivo dellAssociazione per il quale, sono state

    presentate le candidature di 17 soci.

    Lesito delle preferenze, espresse dai 182 votanti sui 245 soci,

    ha determinato la formazione del nuovo Consiglio, composto da

    C. Bakirtzis (Hellenic Ministry of Culture), A. Ben Abed (Institut

    National du Patrimoine Tunisie), E. Chantriaux (Muse Archo-

    logique, Saint Romain en Gal, France), S. Chlouveraki (Hellenic

    Society for Near Eastern Studies, Athens, Greece), S. Ferdi

    (Algeria), G. Meli (CRPR, Palermo-Italia), D. Michaelides (Univer-

    sity of Cipro, ICCM), R. Nardi (Centro di Conservazione Archeo-

    logica, Roma, Italia), J. Stewart (English Heritage, United King-

    dom), J.M. Teutonico (Getty Conservation Institut, Los Angeles,

    Usa) che affiancheranno il presidente onorario Gal de Guichensino alla prossima Conferenza.

    Sono stati confermati, a pieni voti, nelle cariche di presidente D.

    Michaelides e di vice presidente R. Nardi a conferma del con-

    senso e della stima di cui godono per il notevole e qualificato

    impegno profuso nella loro attivit.

    L' INTERESSE DELLA STAMPA

    La manifestazione ha ottenuto larga

    eco sulla stampa, locale e nazionale.

    I quotid iani siciliani Giornale di Sici-

    lia, La Sicilia, Repubblica-Palermo,

    ma anche Avvenire - hanno scavato

    a fondo nel programma della setti-

    mana e hanno raccolto spunti da svi-

    scerare per articoli a tema: prima fra

    tutte la Villa del Casale di Piazza

    Armerina, di cui stato raccontato il

    restauro attraverso pezzi approfon-

    diti. Le agenzie di stampa Ansa,

    Italpress, Agenzia Italia hanno par-

    lato degli interventi internazionali,

    mentre Ansamed e Adn Kronos

    international hanno lanciato su scala

    mediterranea il restauro del mosaico

    absidale del monastero di Santa

    Caterina del Sinai, e raccontato la

    firma del protocollo dintesa tra la

    Regione Siciliana e il Governatorato

    del Cairo che riguarda la collabora-

    zione del CRPR al progetto di recu-

    pero del centro storico della capitale

    egiziana. In particolare, il Centro col-

    laborer allideazione di un Center of

    Urban Heritage Management of

    Cairoper larchivio delle aree sensi-

    bili e delle architetture; alla progetta-zione e restauro di un edificio storico

    del Cairo e alla formazione di tecnici

    e restauratori. Il protocollo stato fir-

    mato, davanti ai giornalisti e alle tv

    locali, dal presidente della Regione

    Siciliana, Raffaele Lombardo e dal

    Governatore del Cairo, Abd El Azim

    Wazir.

    Interessanti articoli sullintera manife-

    stazione sono stati pubblicati da

    AmericaOggi, Il Giornale dellArte,

    Teknemedia, CultMagazine, Sicilia-

    Tempo, Balarm, da periodici specia-listici (Archeologia Viva, Archeo), da

    molti siti (tra gli altri, Patrimoniosos.it,

    Belice.it, PalermoWeb.it, Archeoga-

    te.it, Archeologia.unifg.it, Piazza-

    grande.it) mentre numerosi servizi

    televisivi sono stati trasmessi da Rai3

    Telegiornale, RaiMed Mediterra-

    neo, Telegiornale di Sicilia, TRM,

    VideoNews, Antenna Sicilia, oltre che

    dal TGWeb, organo ufficiale della

    Regione Siciliana.

    Simonetta Trovato

    Ufficio Stampa CRPR

    Hanno collaborato

    a questo numero:

    DOSSIER

    Maria Giovanna Agosta, Unit di ricercaper i beni archeologici

    Stefania Agnoletti, Opificio delle PietreDure, Firenze

    Maria Elena Alfano, Unit di ricerca per ibeni archeologici

    Francesca Barone, Dipartimento SENFI-MIZO - Facolt di Agraria, Palermo

    Antonio Pensabene Bellavia, Dipartimen-to SENFIMIZO - Facolt di Agraria,Palermo

    Giovanni Bruno, Laboratorio di Fisica edAmbientalistica degli Interni

    Francesco Calabrese, DipartimentoSENFIMIZO - Facolt di Agraria, Palermo

    Gabriella Cannata, Unit di ricerca per ibeni bibliografici ed archivistici

    Antonio Casano, Direttore responsabileCRPR/InForma

    Roberta Civiletto, Laboratorio di Restau-ro manufatti di origine organica

    Caterina Dessy, Laboratorio di Restauromanufatti d i origine organica

    Rita Di Natale, Unit di ricerca per i benibibliografici ed archivistici

    Cosimo Di Stefano, Laboratorio di chimica

    Laura Ercoli, Dipartimento di IngegneriaStrutturale e Geotecnica-Universit diPalermo

    Maria Lucia Ferruzza, Unit di ricerca peri beni archeologici

    Miranda Galletta, Laboratorio di Fisicaed Ambientalistica degli Interni

    Roberto Garufi, Unit di ricerca per i beniarchitettonici ed urbanistici e della Cartadel Rischio

    Maria Luisa German, Dipartimento Pro-getto e Costruzione Edilizia, Facolt diArchitettura, Palermo

    Donatella Gueli, Gestione delle proble-matiche geologiche connesse alla con-servazione del patrimonio monumentalee delle cavit ad uso antropico

    Bartolomeo Megna, Laboratorio di Inge-gneria Chimica per i Beni Culturali,DICPM-Universit di Palermo

    Valeria Michelucci, Laboratorio di Indagi-ni Bioarcheologiche

    Roberto Nardi, Centro di ConservazioneArcheologica, Roma

    Ludovica Nicolai, Opificio delle PietreDure, Firenze

    Rosa Not, Laboratorio di Indagini Biolo-giche

    Donato Perrone, Laboratorio di Fisica edAmbientalistica degli Interni

    Fernanda Prestileo, Laboratorio di Fisicaed Ambientalistica degli Interni

    Giovanni Rizzo, Laboratorio di Ingegne-ria Chimica per i Beni Culturali, DICPM-Universit di Palermo

    Salvatore Savoia, Segretario generaledella Societ Siciliana per la StoriaPatria, Palermo

    Salvatore Siano, Istituto di Fisica Appli-cata Nello Carrara - CNR, Sesto Fio-rentino (Firenze)

    Giuseppa Maria Span, Servizio Restauro

    Francesca Terranova, Laboratorio diIndagini Bioarcheologiche

    Simonetta Trovato, Ufficio Stampa

    CRPRMari Yanagishita, Opificio delle PietreDure, Firenze