Il Mosaico n. 48

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Il Mosaico n. 48 1 Il Mosaico ESTATE 2015 NUMERO 48 TTIP: no grazie! S i chiama Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) ed è un patto economico fra Europa e USA. L’obiettivo dichiarato è favorire lo scambio di merci ed investimenti abbattendo le differenze normative. I rischi per i consumatori sono molto alti perché in Europa vige il principio di precauzione: bisogna dimostrare che un prodotto non è nocivo per la salute prima che sia commercializzato. In America, all’opposto, alimenti e prodotti sono considerati sicuri fino a prova contraria. In base a questo, ad esempio negli USA sono ammessi gli ormoni nella carne e non esiste alcun controllo sulla filiera. Basta che il prodotto finito sia “igienizzato”. Un secondo esempio eclatante delle fortissime differenze è dato dai prodotti cosmetici: in Europa sono vietate 1328 sostanze nocive su creme e shampoo, negli USA solo 11. Oramai è chiaro che, mentre i Governi conoscono e capiscono poco i propri cittadini, le grandi compagnie multinazionali li conoscono molto meglio in quanto “clienti” schedati attraverso i grandiosi archivi accumulati anche dalle semplici tessere-fidelity a punti, le banche di informazioni e le campagne promozionali di tutti i tipi. In virtù di questo le grandi compagnie multinazionali si arrogano oramai un forte “potere legislativo”, sostituendo ai Parlamenti eletti dai cittadini il cartello dei grandi marchi (Nestlè, Coca-Cola, McDonalds, Apple etc.) “eletto” dai consumatori. Questa operazione perversa viene naturalmente fatta passare per la strada migliore per “modernizzare il mondo”, ed una ottima soluzione per ripianare i debiti delle amministrazioni pubbliche. Un esempio di questi giorni si ha all’EXPO. Infatti, mentre il referendum contro la privatizzazione dell’acqua è sostanzialmente ignorato o aggirato, la Nestlè ha ottenuto l’esclusiva della fornitura dell’acqua per i visitatori. “Gli Stati Uniti stanno chiedendo/imponendo all’Europa di firmare un pessimo accordo” ha più volte dichiarato ad esempio Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia 2001. Infatti non vogliono un patto di gestione del commercio, ma di fatto propongono un metodo per assicurarsi che le (loro) imprese multinazionali possano scavalcare le norme ambientali, sanitarie, commerciali che sono di intralcio alla realizzazione delle loro strategie finanziarie. Pertanto è evidente che parlare del TTIP come di un trattato commerciale in chiave economica è una lettura del tutto riduttiva e fuorviante. Si tratta in realtà di una inquietante operazione di attacco e smantellamento di aspetti giuridici e giurisdizionali contro le normative ambientali, igieniche, di sicurezza alimentare e fisica in vigore nei vari stati che lo firmino. Uno dei punti più insidiosi presenti nelle regole del nuovo trattato consiste nella introduzione della clausola chiamata: “Investor to State Dispute Settlement” (ISDS), che consentirebbe alle imprese private (multinazionali) di fare causa agli Stati singoli firmatari davanti ad una corte arbitrale per annullare provvedimenti considerati discriminatori rispetto ad iniziative proposte ed adottate all’interno delle nuove norme introdotte dal trattato. L’ovvio pericolo è che potenti multinazionali dotate di grandi capitali e di eserciti di avvocati e lobbisti possano facilmente vincere le cause e/o intimidire Stati, Regioni, Comuni per fare valere i propri interessi. Il TTIP che riguarda USA-Europa, così come proposto/ imposto ricalca in sostanza il TPP (Trans Pacific Partnership) già avviato fra USA, Giappone ed altri dell’area del Pacifico. Insieme costituiscono di fatto la prima revisione generale delle regole della globalizzazione successiva alla creazione nel 1999 della cosiddetta World Trade Organization (WTO), cui ha aderito nel 2001 anche la Cina neo-capitalista. In questo numero: Riordino istituzionale: impatto delle nuove norme, Simona Lembi a p. 2 Giorgio La Pira: un piccolo grande uomo, Enrico Galavotti a p. 3 FICO: fra sogno e realtà, Giuseppe Liso a p. 4 Riqualificazione e risparmio energetico, Ugo Mazza p. 5 La Consulta dello Sport del Comune di Bologna, Enzo Gandolfi a p. 7 Pace da vicino, Beatrice Draghetti a p. 8 I confini della libertà, Marco Calandrino a p. 9 Prove di comunità in Beverara, Federico Bellotti a p. 10 Migliorare la qualità della vita nel carcere femminile, Mariaraffaella Ferri a p. 11 Gli stati falliti, Pierluigi Giacomoni a p. 13 Pluralismo e informazione, Sergio Caserta a p. 14 I 10 anni della società di lettura, Luisa Marchini a p. 15 [continua in ultima pagina]

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Estate 2015

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  • Il Mosaico n. 48 1

    Il MosaicoESTATE 2015 NUMERO 48

    TTIP: no grazie!

    Si chiama Transatlantic Trade and InvestmentPartnership (TTIP) ed un patto economico fraEuropa e USA. Lobiettivo dichiarato favorire lo

    scambio di merci ed investimenti abbattendo le differenzenormative.

    I rischi per i consumatori sono molto alti perch inEuropa vige il principio di precauzione: bisogna dimostrareche un prodotto non nocivo per la salute prima che siacommercializzato. In America, allopposto, alimenti eprodotti sono considerati sicuri fino a prova contraria.

    In base a questo, ad esempio negli USA sono ammessigli ormoni nella carne e non esiste alcun controllo sullafiliera. Basta che il prodotto finito sia igienizzato. Unsecondo esempio eclatante delle fortissime differenze dato dai prodotti cosmetici: in Europa sono vietate 1328sostanze nocive su creme e shampoo, negli USA solo 11.

    Oramai chiaro che, mentre i Governi conoscono ecapiscono poco i propri cittadini, le grandi compagniemultinazionali li conoscono molto meglio in quantoclienti schedati attraverso i grandiosi archivi accumulatianche dalle semplici tesserefidelity a punti, le banche diinformazioni e le campagne promozionali di tutti i tipi. Invirt di questo le grandi compagnie multinazionali siarrogano oramai un forte potere legislativo, sostituendoai Parlamenti eletti dai cittadini il cartello dei grandi

    marchi (Nestl, CocaCola, McDonalds, Apple etc.)eletto dai consumatori. Questa operazione perversaviene naturalmente fatta passare per la strada miglioreper modernizzare il mondo, ed una ottima soluzione perripianare i debiti delle amministrazioni pubbliche. Unesempio di questi giorni si ha allEXPO. Infatti, mentre ilreferendum contro la privatizzazione dellacqua sostanzialmente ignorato o aggirato, la Nestl ha ottenutolesclusiva della fornitura dellacqua per i visitatori.

    Gli Stati Uniti stanno chiedendo/imponendoallEuropa di firmare un pessimo accordo ha pi voltedichiarato ad esempio Joseph Stiglitz, premio Nobel perleconomia 2001. Infatti non vogliono un patto di gestionedel commercio, ma di fatto propongono un metodo perassicurarsi che le (loro) imprese multinazionali possanoscavalcare le norme ambientali, sanitarie, commercialiche sono di intralcio alla realizzazione delle loro strategiefinanziarie. Pertanto evidente che parlare del TTIP comedi un trattato commerciale in chiave economica unalettura del tutto riduttiva e fuorviante. Si tratta in realt diuna inquietante operazione di attacco e smantellamentodi aspetti giuridici e giurisdizionali contro le normativeambientali, igieniche, di sicurezza alimentare e fisica invigore nei vari stati che lo firmino.

    Uno dei punti pi insidiosi presenti nelle regole delnuovo trattato consiste nella introduzione della clausolachiamata: Investor to State Dispute Settlement (ISDS),che consentirebbe alle imprese private (multinazionali) difare causa agli Stati singoli firmatari davanti ad una cortearbitrale per annullare provvedimenti consideratidiscriminatori rispetto ad iniziative proposte ed adottateallinterno delle nuove norme introdotte dal trattato.Lovvio pericolo che potenti multinazionali dotate digrandi capitali e di eserciti di avvocati e lobbisti possanofacilmente vincere le cause e/o intimidire Stati, Regioni,Comuni per fare valere i propri interessi.

    Il TTIP che riguarda USAEuropa, cos come proposto/imposto ricalca in sostanza il TPP (Trans Pacific Partnership)gi avviato fra USA, Giappone ed altri dellarea delPacifico. Insieme costituiscono di fatto la prima revisionegenerale delle regole della globalizzazione successiva allacreazione nel 1999 della cosiddetta World TradeOrganization (WTO), cui ha aderito nel 2001 anche la Cinaneocapitalista.

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    Riordino istituzionale: impatto delle nuove norme,Simona Lembi a p. 2

    Giorgio La Pira: un piccolo grande uomo,Enrico Galavotti a p. 3

    FICO: fra sogno e realt, Giuseppe Liso a p. 4

    Riqualificazione e risparmio energetico, Ugo Mazza p. 5

    La Consulta dello Sport del Comune di Bologna,Enzo Gandolfi a p. 7

    Pace da vicino, Beatrice Draghetti a p. 8

    I confini della libert, Marco Calandrino a p. 9

    Prove di comunit in Beverara, Federico Bellotti a p. 10

    Migliorare la qualit della vita nel carcere femminile,Mariaraffaella Ferri a p. 11

    Gli stati falliti, Pierluigi Giacomoni a p. 13

    Pluralismo e informazione, Sergio Caserta a p. 14

    I 10 anni della societ di lettura, Luisa Marchini a p. 15[continua in ultima pagina]

  • Il Mosaico n. 482

    Negli ultimi tempi non sono stati rari gli appelli daparte di molti al taglio della politica. Sono statepochissime le voci in dissenso rispetto a questo

    obiettivo e, per molti aspetti, tanti (troppi) esponenti politici, coi propri comportamenti, hanno prestato il fianco adun'onda lunga di tagli e restrizioni di cui, a mio parere,ancora non vediamo tutti gli effetti. Non entrer nel meritodelle tante opinioni di autorevoli (e meno) esponenti dellapolitica nazionale e locale in merito.

    Quello che vorrei fare, ringraziando la rivista Il Mosaicoper lo spazio che mi offre, di fornire alcune cifre ed evidenziare i provvedimenti normativi che molto, negli ultimidecenni, hanno modificato quantit e qualit dei compitidella rappresentanza istituzionale.

    Solo per quanto riguarda la citt di Bologna, adesempio, circa 20 anni fa (e cio prima della riformadell'elezione diretta dei Sindaci, su cui torner pi avanti),il Consiglio comunale era composto da 60 consiglieri, oggisono 36 esistevano 12 quartieri, ognuno dei quali con unConsiglio elettivo, l'anno prossimo molto probabilmente diventeranno 6 esisteva una Provincia con Consiglieri elettinelle circoscrizioni bolognesi, ora la Citt metropolitana un ente di secondo grado, quindi con Consiglieri non elettidirettamente dai cittadini eravamo in presenza di un Senato elettivo, molto probabilmente nei prossimi anni il nuovo Senato sar composto da esponenti delle Regioni e deiComuni, senza che questi siano eletti direttamente daicittadini italiani per svolgere questa funzione aggiuntiva.

    Personalmente sono stata favorevole al lungo processo di riordino istituzionale che ha interessato il nostro Paesein particolare negli ultimi 20 anni. Penso inoltre sia necessario guardare favorevolmente alla semplificazione amministrativa, quando risponde meglio alle esigenze deicittadini.

    Non voglio tuttavia omettere di dire che questo processo ha comportato un taglio del 50% della Rappresentanza che vuol dire anche, per i cittadini, vedersidimezzata la possibilit di rappresentare proprie storie, valori ed interessi nelle assemblee in cui vengono prese ledecisioni che riguardano tutta la comunit.

    In aggiunta a questo, essendo sostanzialmente rimastainvariata la popolazione residente, per gli eletti ha significato fare lo stesso lavoro di prima, pur ricoprendo metdei seggi che il Consiglio aveva solo vent'anni fa.

    Il rapporto eletti/elettori

    Nessuno ha nostalgia del tempo passato. Credo tuttavia che questa situazione imponga a tutti di riflettere sulrapporto eletti/elettori, sulla relazione dentro/fuori le istituzioni, sugli strumenti di partecipazione, sulle reali possibilitdi coinvolgimento delle persone, di renderle attive protagoniste della vita istituzionale delle citt, ricordando leparole di Teresa Mattei, madre costituente quando, dibattendo dell'attuale articolo 3 della Costituzione italiana(a lei si debbono le due parole 'di fatto' che trasformano ilprincipio di uguaglianza da formale, a sostanziale) ebbe asostenere che i grandi che hanno pensato ed operato

    per l'avvento nel nostro Paese della Repubblica, ci hannoinsegnato che la pietra angolare della Repubblica, ciche le d vita e significato, la sovranit popolare.

    Giova qui ripercorrere (a grandi linee e di questo miscuso con chi legge) le trasformazioni legislative chehanno interessato, pi di recente, gli enti locali ed in particolare i Consigli comunali.

    La riforma dei primi anni '90, quella per intendercidell'elezione diretta dei Sindaci, aveva teso a rafforzare lafunzione di governo degli enti locali attraverso l'elezionediretta del Sindaco, l'incompatibilit tra la funzione di Assessore (e cio di governo) e Consigliere (e cio di indirizzoe di controllo) nei Comuni di maggiori dimensioni,rafforzando l'autonomia delle assemblee elettive che daquel momento avrebbero eletto un proprio Presidente.

    Non sempre, dall'apertura della stagione di riformadelle autonomie locali fino ai giorni nostri, abbiamo assistito ad interventi amministrativi e normativi organici. Circa lacarte delle autonomie locali, si prevalentemente privilegiato di effettuare singoli interventi legislativi. Inoltre un limite di quella stagione di riforma di avere, sulla carta,ben definito quali funzioni facevano capo all'organismoelettivo , mentre nella pratica non si riscontrato questoprincipio. A mio parere, inoltre, difficilmente l'autonomiadel Consiglio comunale pu essere praticata esclusivamente garantendo che le assemblee elettive possonoeleggere al loro interno Presidenti e Vicepresidenti. Fin aquando funzioni attribuibili ai Consigli comunale non saranno nella piena disponibilit dei Consigli stessi, l'autonomia rimarr un principio formale.

    Gli interventi legislativi

    Giungendo ai pi recenti interventi legislativi, voglio ricordare il Decreto legge n. 174/2012, convertito in legge,che ha, tra l'altro, potenziato il ruolo del Consiglio comunale nell'ambito delle funzioni di controllo interno e le leggiriconducibili al filone "anticorruzione". Queste ultime (leggen. 190/2012 e decreto legislativo n. 33/2013) chiamano gliorgani di vertice degli enti locali ad adottare il PianoTriennale di Prevenzione della Corruzione, con la finalit dipianificazione organizzativa in ordine alle misure percontrastare il verificarsi dei fenomeni corruttivi e il Pianotriennale della trasparenza, per garantire un adeguato livello di trasparenza, legalit e sviluppo della culturadellintegrit. Si tratta di strumenti innovativi, checonsentono ai Comuni di concorrere a pieno titolo adattuare i principi costituzionali di legalit, imparzialit,buon andamento, efficienza ed efficacia. Non dimenticopoi la legge 23 novembre 2012, n. 215, volta a promuovere la parit effettiva di donne e uomini nellaccesso allecariche elettive e ai pubblici uffici delle autonomie territoriali. Voglio citare anche la nuova disciplina contabile degli enti locali, dettata dal decreto legislativo 10 agosto2014, n. 126, nella quale viene ampiamente valorizzata lafunzione di indirizzo, programmazione e rendicontazione,propria dei Consigli, anche in un'ottica di Comuneallargato.

    Profonde riforme sono in corso di definizione, che sollevano discussioni, apprezzamenti, ma anche

    perplessit e, in molti, anche timori. Abbiamo chiesto a Simona Lembi, Presidente del Consiglio

    Comunale di Bologna, di fornirci un quadro sintetico su questi temi, cruciali per i cittadini.

    La Rappresentanza, funzione da valorizzareper la qualit della democrazia

    [continua a pagina 6]

  • Il Mosaico n. 48 3

    Le difficolt dellattuale fase politica rendonosempre pi frequente il ricorso allesperienza e agliinsegnamenti di uomini di stagioni passate. Non si

    tratta naturalmente di nostalgia (o almeno nonprincipalmente di quella), ma dellesigenza di vedere inche modo altri personaggi hanno affrontato fasi anchepi difficili delle nostre. In questo senso, nella vicenda diGiorgio La Pira (19041977) si possono effettivamenterinvenire dimensioni e insegnamenti che non hanno personulla della loro attualit, anzi.

    Va detto anzitutto che La Pira un personaggio che disorientacostantemente colui che loavvicina: apparentemente facile,al punto da sembrare banaleespressivo di un devozionalismocattolico capace di destareimmediata ripulsa in chi distanteda questa sensibilit sempreimpegnato a leggere ogni fattodella cronaca piccola o grandeche aveva vissuto alla luce di undisegno superiore che si andavacompiendo, al punto chesarebbe stato facile vedere in luiuna sorta di nuovo Gioacchino daFiore (mentre altri vi scorgevano piuttosto un novelloSavonarola). Ma La Pira era appunto molto picomplicato delle percezioni che ne avevano i suoisemplificatori.

    A differenza di molti altri soggetti impegnati nella cosapubblica, l'azione di La Pira sempre stata ispirata da undisegno chiaro: mettere al centro di tutto la persona e lasua promozione e ordinare ogni attivit in questadirezione, anche quando questo significava entrare inrotta di collisione sia con il partito in cui svilupp il suoimpegno, la Democrazia cristiana, sia con lautoritecclesiastica, che non manc di prendere le distanze, eduramente, da lui.

    Libert, primato della persona, centralit delle struttureintermedie furono le coordinate entro cui si sviluppcostantemente la sua azione, che tentava appunto diconciliare da un lato la dignit dei singoli con lesigenza diinserirli in una comunit pi grande, animata dallasolidariet, pi che dalla sete di predominio sugli altri.Cos, negli anni in cui il regime fascista stringeva il suoabbraccio mortale con il III Reich e la Chiesa cattolicanon aveva vergogna di stringere le mani con i dittatori oaddirittura di stendere il braccio per ricambiare il saluto,La Pira promosse una rivistina, Principi, in cui ricorrendo aipi antichi autori cristiani denunciava il paganesimo elirrazionalit dei totalitarismi che stavano precipitandolEuropa nella guerra.

    Un manifesto per i poveri

    Dopo la Liberazione fu quindi uno dei ricostruttori delledemocrazia italiana, svolgendo un ruolo di primariaimportanza allinterno dellAssemblea costituente,

    individuando nel riconoscimento del diritto al lavoro ilnodo attorno a cui il nuovo Stato doveva trovare la suaragione di impegno programmatico. Questa fu anche laragione principale nel suo impegno come sottosegretario,tra il 1948 e il 1949, nel ministero del Lavoro guidato daAmintore Fanfani. In due celebri articoli pubblicati suCronache Sociali [accessibili dal nostro sito n.d.r.], larivista della corrente guidata da Giuseppe Dossetti in cuiLa Pira si era riconosciuto, La Pira stese un vero e propriomanifesto per lazione che il governo avrebbe dovuto

    sviluppare in favore della poveragente: non assistenzialismo, mauna politica impegnata per lapiena occupazione, affinch tutti,partecipando al processoproduttivo, si sentissero integratinello Stato.

    Erano idee e progetti che siscontravano frontalmente controinteressi forti, che si eranorapidamente ricostruiti dopo laguerra e che intravedevanolucidamente come le idee di LaPira costituissero un ostacolo percoloro che al centro di tutto nonmettevano la promozione della

    persona, ma quella dei propri profitti. La reazione fudurissima e La Pira fu oggetto di una campagna didiffamazione che prosegu praticamente per tutto il restodella sua vita.

    Sindaco a Firenze

    Il suo impegno si spost quindi sul piano locale e inqualit di sindaco di Firenze cerc di dare attuazioneconcreta a quelle idee che aveva perseguito quando eraimpegnato a livello nazionale. Fu sindaco in anni dipovert diffusa e non esit a ricorrere a norme legislativerisalenti a un secolo prima per requisire gli alloggi sfitti edare un tetto a chi ne era sprovvisto e per evitarelaggravarsi della gi dura crisi occupazionale non esit adrammatizzare a livello nazionale la crisi della SniaViscosao della Pignone per impedire licenziamenti che avrebberoridotto sul lastrico migliaia di famiglie. E fu sempre neglianni del suo impegno a Firenze, gli anni della caldissimaGuerra fredda, che svilupp un intenso impegno per lapromozione della pace, giungendo persino a sviluppareuna proposta di armistizio per il conflitto in Vietnam che, seaccolta, avrebbe potuto risparmiare dieci anni di conflittoe migliaia di morti.

    In questo senso La Pira ha davvero molto da direancora oggi, perch se lazione politica non si dispiegaallinterno di un progetto che persegue anzitutto il benecomune diventa mero cabotaggio, incapace di coglierele reali esigenze della societ e schiacciata da interessiparticolaristici. Primato della persona, piena occupazione,programmazione economica, impegno per la pace:davvero La Pira non mai stato pi attuale!

    Enrico Galavotti

    Piccolo di statura, ma un gigante nella storia degli uomini e delle donne del '900 , Giorgio La Pira con la sua

    testimonianza fatta di vita, idee ed azioni, sempre lungimiranti, spesso non capite e fortemente contrastate, ha

    impresso un segnale indelebile che indica una strada da percorrere, ancora valida e da perseguire oggi.

    Lattualit di La Pira

  • Il Mosaico n. 484

    Il Progetto

    FI.C.O. (Fabbrica Italiana COntadina) un progetto promosso dal CAABdi Bologna, con il supporto dellAmministrazione Comunale bolognese e lapartecipazione di Eataly.

    FI.C.O. si propone di diventare lastruttura di riferimento per la divulgazione e la conoscenza dellagroalimentare italiano attraverso la ricostruzionedella filiera produttiva... (www.eatalyworld.it).

    FI.C.O. avr specifiche aree dedicate alla Coltivazione, Produzione,Vendita dei prodotti e Ristorazione sisvilupper su una superficie complessiva coperta prevista di circa 80.000 mqcomplessivi dei quali 9.300 destinati allavendita di prodotti agroalimentari,10.600 alla Ristorazione, 27.000 al ParcoAgroalimentare e produzione dimostrativa e 2.000 mq al Centro Congressi,ai quali si aggiungono 120.000 mq diarea scoperta.

    La realizzazione del progetto stataaffidata ad un Fondo immobiliare denominato Parchi Agroalimentari Italiani. La dotazione patrimoniale delFondo stata inizialmente fissata incirca 100 milioni di euro: il CAAB conlapporto del complesso immobiliare inun valore di 55 milioni di euro altri 50milioni da raccogliersi presso investitori.Linvestimento nel Fondo poteva/puavvenire attraverso la sottoscrizione percassa di nuove quote o acquistandodal CAAB quote del Fondo. La gestionedel Fondo a carico di una SGR [Societ di gestione e ricambio n.d.r.]mentre la gestione operativa sarcondotta da una Operating Company,detenuta al 100% dal Fondo, la qualeha sottoscritto col Fondo stesso uncontratto di locazione. Eataly partecipa al progetto essendo di fatto (anchese non in modo esclusivo) il gestore delParco in quanto avr la responsabilitdi fornire i servizi di direzione e promozione commerciale, di gestione amministrativa e dellattivit manutentiva.

    A regime stato stimato un flusso divisitatori complessivo di 6 milioni: sonoprevisti ingressi di visitatori non consumatori per circa 2,4 milioni, 400.000 visite didattiche, 1,8 milioni di clienti perlacquisto di prodotti e 1,7 milioni diclienti della ristorazione inoltre sonoprevisti pi di 10.000 partecipanti adeventi e congressi. In totale si prevedeche il 45% dei visitatori effettui acquisti(prodotti food o ristorazione). I ricavi

    complessivi degli operatori di settorecoinvolti in FI.C.O. (ristoratori, venditori,ecc.) dovrebbe raggiungere, superatala fase di startup (2019), i 72 milioni dieuro.

    Dal mondo di Amelieal mondo di Eataly

    Quelli sopra indicati sono le caratteristiche e i numeri che descrivono unavisione/sogno che stata fatta propriada alcuni imprenditori, managerpubblici, istituzioni, mondo della cooperazione bolognese e non semprecondivisa da molti stokholders cittadini. Il sogno, la visione si sta trasformando, comunque, in realt edopo aver superato alcune difficolt logistiche/contrattuali (spostamento degliattuali operatori del CAAB in altra sede) prevista lapertura di Eataly WordBologna (questo sar il nomecommerciale del Parco) nella primavera 2016, stagione ritenuta pi adattaallapertura rispetto al grigio autunnocome precedentemente previsto.

    Le attese, quando si raccontano esoprattutto si cerca di trasformare i sogni in realt, sono molte, cos come altesono le resistenze al cambiamento inparticolare in una citt come Bolognache appare molto spesso pi legata alproprio passato (citt nostalgica) checapace di pensare al suo futuro. Tuttavia alcune domande legittimo porsiper capire meglio anche quali risposteverranno date ed in particolare rispettoa quelle minacce che fin da subitohanno caratterizzato il progetto: ilperdurare della crisi economica con rischio di sovrastima dei ricavi attesil'elevato patrimonio necessarioallavvio di FI.C.O. in un periodo discarsa propensione agli investimenti instart up immobiliari la carenza infrastrutturale cittadina: se non adeguatapotrebbe non consentire i flussi di visitatori previsti i possibili contrasti conoperatori della ristorazione cittadina ocon altri attori economici inconcorrenza con FI.C.O. la dipendenza eccessiva della OperatingCompany da Eataly

    Alcune risposte sono state date esono positive, in particolare quella delladotazione finanziaria, laver puntato suiFondi Istituzionali previdenziali stato sicuramente un successo perch hapermesso di raccogliere pi fondi diquelli inizialmente previsti, consentendoal Caab (e quindi ai soci pubblici) di

    veder ridurre la propria esposizione.Inoltre lesempio di Expo ci incoraggiaa pensare che linnovazione, la proposta audace ma coinvolgente possapremiare, al di l della crisi e dellimmobilismo italico, e consentire aFI.C.O./Eataly World di diventare effettivamente un polo di attrazione permanente.

    Ma altre risposte sono state timidese non assenti. Il tema della mobilit,seppur discusso, non stato ancora risolto e questo ancora pi graveperch non solo pu pregiudicare ilraggiungimento dei risultati attesi maanche minare di fatto la possibilit dicostruire un ponte tra FI.C.O. e la citt,tra FI.C.O. e gli operatori economicicittadini, facendo di Fico di fatto unaisola a se stante slegata dal tessutourbano.

    Sempre in riferimento al rapporto tracitt e FI.C.O., lavventura di Expo dovrebbe essere di esempio, occorre finda subito pensare ad un Fuori FI.C.O.di carattere permanente. Occorre cheFI.C.O. sia un veicolo attraverso il qualepromuovere la citt, perch solo cosFI.C.O. potr avere una lunga storia e lacitt vedere riconosciuto un suo specifico ruolo di citt della cultura, del ciboe della conoscenza (pensare da subitoa politiche di incoming condivise) .

    Concludo sottolineando come ilrapporto tra FI.C.O. ed Eataly un tema cruciale per il successo delliniziativa. La relazione di dipendenza delformat FI.C.O. dal brand Eataly worldutilizzato per promuovere tale format elaver delegato di fatto la gestione delParco ad Eataly, risolve di fattonellimmediato molti problemi soprattutto di marketing, ma se i rapportitra i diversi soggetti coinvolti non sonostati definiti fin dallinizio in termini di gestione prospettica delliniziativa, es altriparchi nel mondo basati sul medesimoformat, si rischia di compromettere lerelazioni nel mediolungo periodo. Inaltre parole, se il successo del formatParchi Agroalimentari Italiani dovesseessere rilevante ed esportabile in altrerealt metropolitane internazionali e se irapporti tra i vari soggetti che neavranno determinato il successo nonsono gi stati definiti, allora potrebberonascere problemi tra il detentore delbrand Eataly world, che anche ilgestore del Parco, e gli attuali investitori

    Giuseppe Liso

    A Bologna spesso i progetti infrastrutturali e di crescita economica, turistica e culturale si sono fermati ai sogni.

    E' quindi naturale che le attese siano molte, cos come i dubbi. Abbiamo chiesto a Giuseppe Liso, esperto

    della situazione di offrirci una sintetica descrizione del progetto FICO e una sua valutazione complessiva.

    FI.C.O.: fiore allocchiello per Bologna?

  • Il Mosaico n. 48 5

    Viviamo nel tempo del mantra della Green Economy, ma non azzardatevi a dire economiaverde perch vedreste i vostri interlocutori saltare

    sulla sedia ed accusarvi di essere degli estremisti che gufano contro il bel Paese, ora inondato di cemento.

    Perch una normale traduzione cambia per lor signori il senso delle parole?

    Penso sia il solito trasformismo delle classi dominanti per cui luso delleparole pu essere il pi varioe illuminato, ma la sostanzava sempre sotto il lorocontrollo.

    Il concetto di limite non mai stato nel loro vocabolario e la crescita illimitata era il futuro per governi, settorieconomici ed economisti di vaglia.

    La matrigna Europa non centra nulla con la crisidelledilizia: tutto merito loro.

    E sconcertante che oggi le Associazioni dei (grandi)costruttori chiedano e ottengano dal Governo norme e finanziamenti per la crescita della vecchia edilizia: unasperanza priva di senso che ricorda il bellissimo film di Troisiin cui affidava il suo futuro al miracolo di spostare un vasocon il semplice pensiero.

    Per i costruttori il miracolo lo hanno ottenuto dalloSbloccaItalia, dalle semplificazioni e dallaccentramento dei poteri sulla tutela ambientale e sulle trivellazionienergetiche per liberare le grandi opere dal controllo sociale e da sistemi partecipati di governo del territorio edellambiente.

    Daltra parte, nel Governo siedono i rappresentatidelle grandi imprese, Confindustria e Coop, mentreambientalisti, esperti energetici indipendenti e rappresentanti dei lavoratori, giovani e anziani, sono collocati trai gufi da allontanare come pericolosi fanatici, cos come stato nel passato che ci ha portato a questa situazione.

    E possiamo anche ritenerci fortunati visto che il MinistroLupi ha dovuto lasciare il Governo e, forse, la sua famigerata nuova legge Urbanistica finir nel cestino.

    La foga del fare anche oggi si trasforma nel continuare con le politiche del passato.

    Milioni di euro spesi per aumentare le emissioni di CO2mentre se fossero usati per ridurre i consumi energeticinelledilizia e nei trasporti su gomma potremmo migliorareil clima creando lavoro reale e risparmiando sulle bollettedelle famiglie e del Paese.

    Edifici nuovi/ricostruiti: solo a consumo "quasi zero"

    Stop al consumo di suolo rigenerazione urbana efficienza energetica degli edifici sono i nuovi concetti chefanno notizia, ma nella realt cambia poco: rischiano di

    fare la stessa fine del concetto economia verde tradotto in green economy.

    Oggi si rottama tutto, anche la Costituzione, ma non sirottama la vecchia edilizia. Questo governo in continuit con i Governi precedenti: continuit cara a lor si

    gnori che costruisconoedifici e vendono energia.

    Nel settore edilizio lEuropa non viene ascoltata,perch? Perch le DirettiveEuropee per la riduzione deiconsumi energetici nonvengono recepite e in modo coerente? La Direttiva31/2010 stata furbescamente recepita dal Governo Letta per non

    incorrere nelle sanzioni UE e continuare a costruire comeprima.

    Anche a Bologna, purtroppo, si sta perdendo unagrande occasione. Il Comune ha giustamente scelto di rigenerare oltre 20 comparti nella citt costruita, ma gli edifici nuovi che verranno costruiti saranno energeticamentevecchi. Inoltre, dal poco che si sa, ad alcuni verranche riconosciuto il bonus volumetrico, un regalo pubblico ai costruttori per edifici energeticamente obsoleti.

    Quegli edifici non saranno a consumo quasi zero come impone per il 2020 lUE con la Direttiva 31/2010: per gliacquirenti sar come comprare unauto fuori produzionema come fosse unauto di ultima generazione, solo per ilprezzo.

    Per dare un segnale forte di cambiamento il Comunedovrebbe riconoscere il bonus edilizio solo ai costruttoriche rispetteranno la Direttiva UE 31/2010, e solo fino alla fine del 2020 visto che poi sar obbligatoria.

    Sicurezza e riqualificazione energeticadegli edifici esistenti

    La grande opera di cui lItalia ha bisogno la rigenerazione urbana, basata sulla riqualificazione degli edificiesistenti.

    In Italia ci sono circa 6 milioni di edifici, da ristrutturare oda abbattere e ricostruire, che potrebbero diventarecantieri, cio lavoro per progettisti, artigiani, imprese etecnici oltre che per lavoratori edili e dei settori collegati.

    Ogni edificio esistente andrebbe valutato nel suocomplesso partendo dallanno di costruzione per definiregli interventi salva vita e di riqualificazione energetica:unico intervento che si ripaga nel tempo e che far risparmiare in futuro.

    E i palazzi pi vecchi, gli edifici colabrodo, sono dellevere e proprie miniere da cui si pu estrarre energia nonconsumata risparmiando ben oltre la met dei costi inbolletta, oggi sostenuti dalle singole famiglie.

    Si parla sempre ed ovunque di quanto siano cruciali i problemi energetici, quelli del lavoro, della sicurezza

    ed efficienza di case, edifici, infrastrutture, di come e quanto siano vogliosi ed attivi i governi nazionali e

    locali per affrontarli etc., poi per, quando si va a guardare in dettaglio quali provvedimenti realmente

    efficaci vengano adottati (cio con leggi, decreti, atti vincolanti), si constata che purtroppo le buone

    intenzioni (ammesso che ci siano) si scontrano con una amara realt.

    Rigenerazione urbana, sicurezza edefficienza energetica degli edifici

    [continua a pagina 6]

  • Il Mosaico n. 486

    Si giunti infine alla legge di riordino istituzionale, legge7 aprile 2014, n. 56, che riordina la disciplina sulle Province,regola listituzione delle Citt metropolitane come nuovienti di governo delle grandi aree urbane, delinea lefunzioni fondamentali degli enti e detta nuove regole perpromuovere fusioni e unioni di Comuni.

    Verso il futuro

    Il quadro normativo tuttora in evoluzione, articolatoverso tre filoni: il percorso di riforma costituzionale, che prevede un nuovo Senato con rappresentanza istituzionale di Regioni edEnti locali e un nuovo riparto di competenze legislative traStato e Regioni il percorso di attuazione della legge Delrio, con l'adozione della legge regionale che assegna le funzioni primaspettanti alle Province e anche nuove funzioni ai vari livelliistituzionali

    il percorso di riforma della Pubblica amministrazione, chespazia della carta digitale, alla semplificazione amministrativa ed organizzativa, sino al riordino delle societpartecipate.

    Ognuna di queste nuove evoluzioni normative ha bisogno che venga valorizzata la funzione della rappresentanza che, a suffragio universale, questionerecentissima.

    Nel 2016 celebreremo il 70 anniversario dalla primavolta in cui donne e uomini si recarono ai seggi. Furonoelezioni amministrative e Bologna fu il primo grande Comune ad andare al voto.

    Questo anniversario comporta una grande responsabilit nel trovare sempre nuove forme di partecipazione deicittadini alla vita politica e istituzionale della nostra citt.

    Simona Lembi

    Condomni: finanziamento e tempodi rientro degli investimenti

    Pochi lo sanno o lo credono ma lefficienza energeticarende. Ogni 100 euro di investimento per edificio e caldaie, 65 li pagher lo Stato, in dieci anni con la detrazionefiscale, mentre finiti i lavori il risparmio sulla bolletta coprirlaltra parte dei costi, e il risparmio ottenuto durer neltempo.

    Ogni edificio andr sottoposto a una Diagnosi Energetica per evidenziare il possibile risparmio energetico conipotesi di possibile risparmio, 30%, 50% o 70%, indicandolinvestimento necessario per raggiungere il relativoobiettivo. LAssemblea Condominiale potr cos sceglierein piena consapevolezza finanziaria e progettuale quellache meglio corrisponde alle loro attese e possibilit.

    Lesperienza dimostra che lAssemblea dovr misurarsicon molti problemi, tra cui quello della sfiducia dei condomini o delle loro diverse potenzialit finanziarie. E moltevolte c la disponibilit dei condomini ma mancano le risorse finanziarie. E qui che si sente la mancanza di unastrategia del Governo.

    In altri Paesi come lInghilterra, ma anche il Comune diBolzano, lo Stato anticipa linvestimento e impone unipoteca sullunit immobiliare che si estinguer appena restituito la parte del finanziamento concordata.

    Potrebbe farlo anche lItalia utilizzando se una partedei milioni di euro per le grandi fosse destinata a unFondo Nazionale pubblicoprivato, anche alimentatocon i finanziamenti dellEuropa alle banche a costo quasizero. Fondo dedicato agli investimenti sugli edifici esistentiper ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 conrisultati molto chiari ed evidenti: lavoro per progettisti, tecnici, artigiani, imprese, e lavoratori benefici diretti per leconomia locale e del lavoro in edilizia drastica riduzione del lavoro nero in edilizia con incassodelle tasse: IVA e IRPEF riduzione della bolletta energetica delle famiglie, moltopi alta della discussa IMU riduzione della bolletta energetica del Paese, regalo aiproduttori di petrolio e di gas ritorno, salvo la detrazione fiscale, dei soldi al Fondo conil risparmio energetico.

    Ma se questo fosse troppo complicato, il GovernoRenzi dovrebbe dare slancio alle ESCo, societ privateche operano sul mercato e hanno il compito di anticiparele risorse per linvestimento ai condomni ed eseguire i lavori alledificio sulla base del progetto approvato dallassemblea condominiale.

    I condomini faranno fronte al prestito ottenuto girandoalla ESCo la detrazione fiscale ottenuta dallo Stato e unaparte consistente del risparmio energetico, ma solo per glianni necessari allammortamento dellinvestimento e degliinteressi concordati.

    Lavoro e risparmio energetico:perch non attivano chi governa?

    Confesso che me ne occupo da tempo ma non homai trovato una persona tra coloro che governano che midia una risposta coerente: tutti o quasi adducono rispostedi maniera attribuendo agli altri, costruttori e condomini inbolletta, le responsabilit.

    Ho scritto che le cose non stanno cos: e ci sono buonepratiche a dimostrarlo. Lincapacit di chi governa aprendere il toro per le corna usando strumenti e norme dicui dispone sconvolgente: non sar facile, per sarebbepossibile.

    Quando mi hanno detto che il Presidente Bonacciniaveva condiviso la nostra proposta di realizzare in regioneoltre 1000 diagnosi energetiche su edifici condominiali conlimpegno di 3 milioni e mezzo nel Bilancio regionale hoavuto un sobbalzo: ho pensato che forse qualcosa potevacambiare.

    Persa per superficialit loccasione di fare delle zoneterremotate la vetrina regionale della nuova edilizia conedifici a consumo quasi zero, esempio di un futuro possibile, ho pensato che questa volta la Regione faceva unsalto in avanti, verso i cittadini per renderli consapevolidellimportanza del risparmio energetico e per il lavoro inedilizia. Illusione: quei soldi hanno preso unaltra strada,forse se ne riparler a luglio.

    La speranza sempre lultima a morire, ma perchperdere sempre le occasioni per un cambio sostanziale rispetto al dominio delle grandi imprese e delle grandi opere e rinunciare alle scelte europee per la nuova edilizia eil rilancio delleconomia locale?

    Ugo Mazza Fondazione ClimAbita

    [segue da pagina 5: Mazza su rigenerazione]

    [segue da pagina 2: Lembi su rappresentanza]

  • Il Mosaico n. 48 7

    La Consulta delle sport, oltre a costituire una palestradi interessanti dibattiti fra tutte le societ sportiveche operano nel volontariato, ha anche prodotto

    iniziative e documenti utili per la gestione dello sport dibase nei prossimi anni.

    Nel mese di marzo c stata lelezione del nuovopresidente che, per statuto, dura in carica due anni. Estato eletto Davide Grilli, un giovane con tanto entusiasmoe passione per lo sport, ma anche con forti ambizionipolitiche che possono anche essere lecite, se letica ed ivalori dello sport non verranno sacrificati a giochi dipotere per salire in alto. Quando pochi anni fa comparso sulla scena dello sport bolognese comecoordinatore dello sport nel quartiere Savena sono statouno dei suoi maggiori sostenitori, per la ventata di energiepositive e nuove che trasmetteva ora alcunicomportamenti hanno raffreddato i miei entusiasmi, maconfido nel tempo, che sempre galantuomo, per ungiudizio definitivo che, nellinteresse della Bolognasportiva, vorrei tornasse completamente positivo.

    Gruppi di lavoro e iniziative

    Voglio qui cogliere l'occasione per ringraziare ilpresidente uscente Renato Rizzoli, per l'impegno, la seriete capacit dimostrata in questi due anni. Un uomo cheha dedicato una vita allo sport in particolare nellambitodel CONI di cui stato un ottimo presidente provincialeper molto tempo. Non essendo legato ad alcuna societsportiva, ha potuto muoversi libero da ogni ipotizzabile"conflitto di interessi", cercando di portare avanti i temiche col suo bagaglio di esperienza riteneva importanti.Fra le prime iniziative ha costituito 4 gruppi di lavoro cheaffrontassero temi importanti per la citt: rivedere le lineeguida per l'impostazione dei futuri bandi per laconcessione in gestione degli impianti sportivi della citt,discutere della situazione impiantistica di Bologna con unocchio alla programmazione futura, affrontare in modopi concreto il rapporto sportscuola ed infine qualipotrebbero essere gli eventi, piccoli e grandi, chepotrebbero rilanciare lo sport di base a Bologna.

    Quattro temi importanti, che si sono poi intrecciati contante altre problematiche che hanno coinvolto laconsulta: dalla legge che prevede l' obbligatoriet deidefribrillatori in tutti i luoghi in cui si fa sport, alle ulteriorinorme relative alla sicurezza come anche agli ulteriorioneri che stanno appesantendo i bilanci delle societsportive.

    Fra le iniziative pi concrete e visibili posso ricordare losportday che ormai da due anni vede il centro diBologna, in una giornata di settembre, animato da unamolteplicit di attivit sportive che coinvolgono centinaiadi ragazzi oltre alla stessa cittadinanza.

    Dei bandi e della macchina comunale

    Da coordinatore del gruppo di lavoro sui "Bandi" hopotuto rendermi conto delle difficolt, non sempre note alcittadino comune, nella gestione politico/amministrativa

    di una citt' all'inizio del ventunesimo secolo.Negli anni 7080 il mondo sportivo, ma credo la cosa

    valesse anche in altri ambiti, aveva rapporti praticamentesolo col mondo politico e ogni decisione presa spesso sibasava su un rapporto di fiducia, quasi sempre benmotivata, che permetteva di far partire e portare atermine iniziative basandosi solo su " una stretta di mano".In quel periodo il ruolo dei dirigenti amministrativi erameno presente, anche perch quasi tutte le responsabilitcadevano sui politici.

    Ma i tempi cambiarono e pian piano le responsabilitpolitiche si separarono da quelle "reali amministrative". Allafine era il Dirigente ad assumersi la responsabilit con lasua firma sulle delibere attuative.

    Questo passaggio ha cambiato molto i rapporti fra la"base" e il "governo della citt" . Mentre il politico facevaprevalentemente riferimento alle esigenze della basecercando di conciliarle con le possibilit economiche econ criteri di equit , il Dirigente fa riferimento soprattuttoalla normativa, a volte pesante, a volte in "contrasto" conpossibili decisioni che il politico e il dirigente sportivoritengono valide.

    Questo aspetto, per me nuovo, mi ha fatto capireperch molte volte, a fronte di suggerimenti, proposte chesembravano ragionevoli ed a cui il politico di turno dava ilconsenso, poi ci si arenava nella fase realizzativa. Quasisempre la causa nasceva dal contrasto con qualchenorma vigente che poteva anche essere corretta in tantialtri ambiti ma non nella situazione coinvolta al momento.

    Tempi lunghi e procedure macchinose

    La seconda questione di cui vorrei parlare legataalla lentezza della macchina comunale. Purtroppo credosia dovuta ad una carenza strutturale dell'impostazioneAmministrativa non dal comportamento di singolepersone. Mi rendo conto che su certi temi occorrecoinvolgere diversi soggetti ed ottenere il parerefavorevole di tutti, e che cos facendo forse si prendonodecisioni pi sagge. Ma anche vero che tempi lunghicoinvolgono sempre costi maggiori sia economici chefunzionali ritardando interventi che aiuterebbero molto icittadini. Quindi deve essere chiaro a tutti che tempilunghi sono SEMPRE un danno, qualunque sia la decisioneda prendere ed occorre quindi fare uno sforzo per ridurli.

    Infine sono contento che, pur con tutti i tagli statali albilancio comunale, il sindaco di Bologna abbiamantenuto l'impegno di investire, oltre ad altre risorse, vedil'acquisto dello Sterlino, un milione ogni anno per la messaa norma o ristrutturazione di impianti sportivi ormai "datati". D'altra parte se vero che un euro investito bello sport nerisparmi tre nella salute, allora si conviene che questoimpegno non esprime altro che la volont di fareprevenzione da parte dell'Amministrazione Comunale.Una volont spesso disattesa a tutti i livelli sotto il ricattodelle urgenze che il governo della nazione o di una cittdeve soddisfare.

    Enzo Gandolfi

    Sono passati due anni da quando stata costituita la Consulta dello Sport del Comune di Bologna. Crediamo sia

    stata una iniziativa positiva dell'Amministrazione e va dato atto all'Assessore Rizzo Nervo di averne colto l'importanza.

    Abbiamo chiesto ad un esperto del settore, in un primo momento poco convinto della scelta, di parlarcene.

    Insieme per lo sport

  • Il Mosaico n. 488

    Gi nel programma elettorale per la presidenzadella Provincia nel 2004 era esplicitato un impegno specifico per la pace, che ha trovato nei due

    mandati amministrativi, fino al 2014, una continuit diespressione e di proposta. Provo volentieri a fare qualcheriflessione su questa esperienza territoriale.

    Le vicende vicine e lontane di conflitto, di non coesione, di respingimenti, di ingiustizia che continuano aconnotare la convivenza delle persone, oltre alle vere eproprie guerre sui campi di battaglia, mi fanno ribadire lafondatezza dellidea originaria che ha sostenuto le politiche di pace, con cui la Provincia ha cercato di servire ilterritorio. La pace una questione di ordinaria amministrazione: ogni provvedimento, decisione, azione da parte deiresponsabili del bene comune, se non ha come obiettivola promozione della dignit di ogni persona e della convivenza nella giustizia, germe di conflittualit, violenza, sopraffazione. Prima ancora, dunque, di iniziative specifiche,occasionali, straordinarie per affermare lesigenza di pace, bisogna fare i conti con la normalit dellazione di governo del territorio, dalla di agricoltura alla t di trasporti,come strumento irrinunciabile di pace vicino.

    Si ritenuto tuttavia opportuno, come segnale diunattenzione e di un impegno su cui anche raccoglieretante potenzialit del territorio, costituire un luogo chepermettesse alla Provincia di riflettere e di fare propostenella prospettiva della pace, vigilando sullattualitpurtroppo sempre densa di eventi terribili e certamentenon estranei a nessuna persona di buona volont.

    stato cos costituito fin dal 2005 il Tavolo provincialedella pace, che ha raccolto via via decine di realt delterritorio (gruppi e associazioni, Comuni, scuole) che,magari gi molto solide e collaudate, hanno tuttaviaapprezzato lopportunit di essere raccolte insieme e dipoter realizzare insieme anche alcuni tratti di impegno. Illoro stato sempre un apporto collaborativo e virtuoso,condizione per la continuit dellesperienza negli anni.

    Liniziativa trov fin dallinizio una corrispondenza positiva ed efficace anche nella presenza di molti assessoriper lo pi giovani nelle giunte comunali con delega specifica alle politiche di pace: la rete di persone che ne nata stata un avamposto creativo, generoso e costante, da cui penso il territorio abbia ricevuto molte sollecitazioni.

    Non abbiamo mai voluto come Tavolo, anche se inqualche circostanza da qualcuno se ne sentita lesigenza, diventare un soggetto politico, che prendesse viavia posizione su fatti ed emergenze Ho sempre pensatoche fosse gi sufficiente, e qualche volta sprecata,lenergia spesso impegnata nelle nostre assemblee elettive ad elaborare faticosi ordini del giorno, che per poteressere votati ampiamente avevano bisogno di estenuantilimature, con rischi finali di irrilevanza ed inefficacia... Il Tavolo nella sua determinata volont di esserci e di lavoraredoveva poter rimanere un luogo libero ed incoraggiante,senza ricerca di maggioranze o minoranze, perch ciascun aderente potesse esprimere e proporre il suo specifico contributo per una cultura di pace.

    Questo passaggio sulla natura del Tavolo mi permettedi evidenziare tuttavia anche lesperienza e la constatazione della progressiva distanza della politica da un suocoinvolgimento strutturale nelle problematiche e nelleprospettive della pace nel mondo. In fondo, niente di pidi qualche spot periodico e, piuttosto, una progressivainsensibilit e distrazione: sostanziale incapacit di indignarsi e di denunciare, di comprendere le complesse dinamiche sottese agli eventi mondiali, assenza diinvestimenti significativi in termini di educazione, progetti erisorse. Sono impressionanti lafasia e limpreparazionediffuse di fronte ci che avviene nel mondo, le cui ripercussioni peraltro entrano pesantemente anche nelledinamiche della nostra quotidiana convivenza...

    Segnali di pace

    Tornando al Tavolo provinciale della pace, la sua attivit negli anni si caratterizzata particolarmente per liniziativa Segnali di pace e per i seminari annuali. Segnalidi pace stata una rassegna di eventi, che si realizzavaallincirca nello spazio di un mese, tra settembre ed ottobre, raccogliendo decine e decine di proposte di impegno e di sensibilizzazione per la pace costruite da realtdel territorio e proposte a tutti. Davvero un movimentocapillare e diffuso di presenza significativa e non episodica: convegni, seminari, bandighe, progetti locali edinternazionali Fortissima e interessante la presenza deipi giovani: soprattutto attraverso lesperienza dei consiglicomunali dei ragazzi p.e. si assistito ad una progressiva econsapevole crescita della responsabilit verso la casacomune, dando speranza in vista di una cittadinanzasempre pi attiva.

    Ogni anno, allinizio dellanno, si sceglieva al Tavolouna parolachiave (risorse, relazioni, persone) e attornoa questa si costruiva la rassegna di autunno: ci preoccupavamo anche di approfondire culturalmente gli ambiti sucui ci impegnavamo a lavorare. Per questo erano moltoutili i seminari primaverili, 2 o 3 allanno, che spesso si configuravano anche come opportunit eccezionali: le realtpresenti al Tavolo, infatti, grazie a conoscenze specifiche elegate alle loro attivit, erano in grado di ottenere ladisponibilit di ospiti e di relatori di alto profilo, da cuiabbiamo sempre tratto preziose riflessioni e indicazioni.Ovviamente, la non particolare entratura del tema pacenellimmaginario collettivo, spesso e purtroppo rendevaquesti appuntamenti prelibatezze per pochi...

    Nella prospettiva delleducazione alla pace sono statimolto arricchenti e formativi anche alcuni grossi progettipluriennali a dimensione internazionale che hannocoinvolto direttamente studenti delle scuole superiori.Penso in particolare al percorso di scambio di cultura e diesperienza, durato qualche anno, tra istituti superiori di Bologna e scuole mozambicane, con periodi di visite reciproche e impegno da parte degli studenti coinvolti direndere conto della loro esperienza, una volta tornati,allargandola ai compagni rimasti a Bologna. statosempre evidente che 10 giorni trascorsi in Mozambicoavevano la potenzialit di sostituire egregiamente molte

    Al termine del suo doppio mandato 20042014 abbiamo chiesto alla Presidente Draghetti di delineare

    le motivazioni e il cammino del tavolo provinciale per la pace, di cui la nostra Associazione

    ha fatto parte e con cui ha collaborato con le iniziative Stelle di pace sul Mediterraneo (2005)

    e la presentazione dl libro Un abile per la pace (2013)

    Fare la pace, una questionedi ordinaria amministrazione

    [segue nella pagina 9 a fianco]

  • Il Mosaico n. 48 9

    Alcuni tragici eventi dei mesiscorsi hanno riproposto i temidella violenza da un lato e

    della libert d'espressione e del rispetto dall'altro, temi ben separatil'uno dall'altro ma che, inevitabilmente, vengono messi in relazione.

    E allora sgombriamo il campo dagli equivoci: la violenza non ha e nonpu avere alcuna giustificazione,alcuna attenuante. Va condannata ecombattuta senza se e senza ma. Essa contro la dignit umana, la negazione della vita, il tradimento di Dio.

    Chi uccide usando a pretesto lamancanza di rispetto di scrittori oumoristi, vera o presunta che sia, sabene che , appunto, solo un pretesto e mente sapendo di mentire.

    Ma ci non ci esime dal fare un secondo ragionamento sull'essenza stessa della libert nelle sue diverseforme: d'opinione, d'espressione, dicritica, etc. Libert non significa faretutto ci che si vuole, non significa dire o scrivere tutto ci che ci passa perla testa.

    La libert, infatti, deve trovare unlimite nel rispetto dell'altro, rispetto

    verso l'identit altrui, politica, "etnica",religiosa, storica, etc.

    Pu essere difficile capire caso percaso quale deve essere la "linea didemarcazione" fra libert e rispetto,per non possiamo prescindere dalfare questa valutazione. Provo a individuare un criterio: tutte le volte checritichiamo, polemizziamo o facciamosatira su scelte o azioni altrui, ritengoche siamo nell'ambito del dirittod'espressione e di critica laddoveinvece colpiamo l'altro nel suo "essere", nella sua "identit", e lo facciamocon senso di superiorit o condisprezzo e derisione, stiamo sconfinando nel "razzismo", intendendo conci ogni forma di mancanza di rispetto.

    Una cosa accomuna violenza emancanza di rispetto: entrambeportano odio e divisione, entrambenegano la dignit della persona umana e mettono in pericolo la pace e lagiustizia.

    Mi rendo conto di avere, a fatica,provato a dare solo degli spunti di riflessione. Il dibattito aperto e considero gi un risultato positivo che ci si

    interroghi su questi temi.E' e dev'essere una ricerca conti

    nua di un difficile equilibrio. Il paradosso che da un lato viviamo in unmondo globalizzato, nel quale la reteweb rappresenta un'enorme piazzavirtuale, dall'altro esistono realt culturali e storiche profondamente diversefra loro, che rendono complicato ildialogo e la condivisione di valori comuni su cui fondare le societ umane.Ecco quindi che libert e rispetto assumono significati spesso molto diversia seconda delle culture e delle religioni che ispirano le varie comunit.

    Nel mondo occidentale, poi, esisteun dramma culturale: in nome diuna malintesa laicit e in nome di unalibert che rischia di essere anarchia,si ammette tutto e, di fatto, si affermauna cultura che rappresenta il vuoto, ilniente.

    Chiss, forse solo uno sforzo metafisico (che per qualcuno potrebbeapparire un altro paradosso) potrebbe favorire la condivisione di unabase etica su cui fondare una veraconvivenza umana.

    Marco Calandrino

    E sempre complesso trovare linee di demarcazione fra temi e principi etici, sociali, culturali che si possano trovare

    in apparente difficile compatibilit. In realt il problema va affrontato e risolto tramite una continua lucida e

    generosa ricerca di un equilibrio fondato sulla base della maturit e responsabilit di tutti e di ciascuno.

    Libert e rispetto

    lezioni di educazione civica e di colmare gigantesche lacune rispetto alla conoscenza dei problemi del sud delmondo.

    Siamo per arrivati a non poter pi sostenere progettidi questo tipo per linsuperabile mancanza di risorse economiche, che ha travolto gli Enti locali, risorse che sia purein modica quantit sono assolutamente necessarie perattivare simili esperienze.

    Unultima osservazione intendo fare. La cura con cui sidovrebbe cercare di essere dentro alle vicende delmondo, in una scelta di costruzione della pace, darebbel possibilit anche di tenere docchio levolversi delle domande drammatiche, delle esigenze impellenti chevengono dallumanit, vicina e lontana, anche in prospettiva educativa.

    Ricordo per questo molto volentieri lultima e pi recente piega che ha preso limpegno della Provincia perla pace.

    Poco pi di due anni fa, durante un viaggio ad Auschwitz con studenti delle superiori, matur lidea di costruireun progetto che permettesse incontri ed esperienze comuni tra studenti appartenenti alle tre tradizioni monoteiste, ebraismo, cristianesimo, islam. Anche le grandireligioni infatti, e lattualit tragicamente lo dimostra,hanno una parte importante nel mantenimento della pace. Strumentalmente spesso considerate causa diconflitto, esse possono essere invece preziose vie di pace,quando si sperimenta che la fedelt allunico Dioconsente di ritrovarsi tutti pi vicini, fratelli, in pace.

    Abbiamo cos costruito il progetto Gerusalemme, cittdellincontro che ha consentito ad un gruppo di studentidelle tre appartenenze, assieme a due professoresse, alrabbino, ad un prete cattolico, ad un imam di andare peralcuni giorni a Gerusalemme nel febbraio 2014, dopo unpercorso di preparazione sulla figura di Abramo, comunepadre nella fede e continuando poi, tornati a casa, relazioni e contatti.

    Lassociazione Abramo e pace

    Unesperienza straordinariamente efficace, che hasuggerito ai promotori del progetto nellimminenza dellachiusura della Provincia di costituire unassociazioneAbramo e pace, per darne continuit (cosa che staavvenendo, coinvolgendo studenti ed insegnanti).

    I componenti del Tavolo della pace, ovviamente interessati ai cambiamenti istituzionali in atto che riguardavano anche le Province, esplicitarono a suo tempo in undocumento comune la volont e lauspicio della continuazione di un impegno chiaro e trasversale per la pace,sul territorio.

    Ogni stagione indubbiamente deve trovare modalited espressioni adeguate e congrue per essere allaltezzadi attese e di domande: anche se si fosse chiusa lesperienza del Tavolo provinciale della pace, non dovrebbesparire la ricerca e lesperienza di modi per essere tuttiaiutati ad esprimere vigilanza e responsabilit rispetto acome va il mondo, vicino e lontano.

    Beatrice Draghetti

    [segue da pagina 8: Draghetti su pace]

  • Il Mosaico n. 4810

    Globalizzazione: complessit ed incontro.

    Il processo di repentina globalizzazione checaratterizza il tempo che viviamo come tutti gli eventiepocali e peculiari di unet storica racchiudecontemporaneamente i tratti dellirreversibilit, dellacomplessit e della pervasione. Lirreversibilit legata alvenir meno in seguito allo sgretolamento causato dalmassiccio uso delle nuove tecnologie e ancor pi dallapressione esercitata dalle sperequazioni fra Nord e Sud delmondo di barriere e confini che la storia e lorografia delpianeta avevano costruito la complessit connaturataallincontro (che spesso, quasi inevitabilmente, diventascontro) fra variegati stili di vita, fraculture lontane e differenti fedi lapervasione evidenzia come questoprocesso planetario nella suaestensione e multiformit arriva acoinvolgere ognuno di noi, le nostrepersonali e collettive relazioni, moltospesso la nostra quotidianit edanche intimit.

    Ci guardiamo bene dallatentazione di affrontare questo temanei tanti aspetti economici, sociali,diplomatici, relazionali, culturali,religiosi e di costume rispetto ai qualidovrebbe essere declinato: moltomodestamente ci limiteremo atratteggiarlo dal particolare punto divista bolognese (per alcuni dati disintesi) e a richiamare alcuneesperienze specifiche fra le tantedegne di significato promosse nelterritorio del quartiere Navile. Le esperienze che in questa"fetta di citt" registriamo sono, fortunatamente, benlontane dal presunto e temuto scontro di civilt chealcuni fatti terroristici drammatici e lo strumentale rullar ditamburi di tanta pubblicistica inducono a far credere e forse a solleticare.

    Presenza degli stranieri a Bologna.

    I flussi dallestero riguardano principalmente persone inet attiva che arrivano nella nostra citt per ragioni dilavoro e che frequentemente decidono di ricostituire nellanostra citt il loro nucleo familiare. Ne consegue che iresidenti stranieri risultino mediamente pi giovani rispettoal complesso della popolazione autoctona, con unetmedia di circa 33 anni rispetto agli oltre 47 anni dellapopolazione bolognese.

    Gli stranieri residenti in citt sono particolarmentenumerosi nelle aree che circondano il centro storico, nellaperiferia nord e lungo le principali direttrici stradali nellaparte orientale ed occidentale della citt. Il rioneBolognina, con 25 stranieri ogni 100 abitanti, risulta di granlunga la zona pi multietnica: qui vivono oltre 8.800cittadini stranieri. A Bologna i bambini e i ragazzi fino a 14anni di nazionalit non italiana rappresentano il 22,8% dei

    residenti in questa fascia det. E evidente che lacomponente migrante in citt divenuta ormai una partestrutturale della nostra compagine demografica. Tra i pigiovani sono numerosi coloro che hanno seguito unpercorso di crescita analogo a quello dei loro coetaneiitaliani, basti pensare che quasi la totalit degli stranieri diet inferiore a 3 anni residente a Bologna dalla nascita(94%) mentre l85% dei bambini stranieri in et prescolare(35 anni) ha vissuto almeno met della vita a Bologna.

    Prove di comunit alla Beverara.

    Entrando nello specifico della zona Lame registriamotante iniziative di sostegno e di incontro promosse fra gli

    altri dalle tre parrocchie delterritorio, dallassociazione FamigliaAperta e dalla chiesa Avventista. Inparticolare i Centri Caritas delleparrocchie di Bertalia e Beveraraassistono circa 150 nuclei famigliari:di questi poco pi di 50 (cheraccolgono poco meno di 200componenti) sono di religioneislamica. Fra questi letniamaggiormente rappresentata quella marocchina. Gli assistiti direligione cristiana (cattolici masoprattutto ortodossi e copti) sono forse inaspettatamente rispetto aquello che mediamente si pensa innumero maggiore e la componenteitaliana da anni regolarmentecrescente. Anche le attivitpomeridiane di doposcuola vedonouna larga partecipazione di ragazzini

    stranieri che, dopo la scuola, frequentanoquotidianamente gli spazi e le strutture delloratorioparrocchiale.

    Ogni anno, grazie al lavoro volontario di alcunesignore, viene organizzata una cena araba con grande ecompiaciuta partecipazione di tanti cittadini. Insomma,siamo agli inizi di un cammino di convivenza e dicollaborazione che sollecita un ripensamento radicale dicerte destinazioni duso degli spazi oratoriani eparrocchiali e le stesse finalit di alcune attivit educative:anche la testimonianza di fede e limpegno pastorale (senon catechistico) dovranno essere ripensati in funzione diun contesto e di presenze che cambiano le prospettiverichiedendo nuove e pi fantasiose attenzioni.

    Lesperienza di Divercity allIstitutoComprensivo 3 - Lame.

    LIstituto scolastico Comprensivo 3 Lame riunisce unascuola materna, due scuole elementari e una scuolamedia. Nel corrente anno scolastico gli alunni frequentantisono stati complessivamente 837 dei quali 267 stranieri,con una incidenza media pari a oltre il 31% sul totale degliiscritti. In particolare nella scuola elementare Bottego la

    Grande storia e piccole storie importanti decisioni dei potenti e faticose vicende di famiglie che emigrano e di

    bambini in cerca di una casa e di una terra accogliente tante storie, tutte uniche e tutte simili e sempre la

    responsabilit di ognuno di farsi sentinella attenta, consapevoli che la storia siamo noi e che il futuro ha sempre

    radici antiche: non possiamo permetterci di non averne cura!

    Fratelli d'Italia

    Come si pu leggere nellannuario

    statistico del Comune di Bologna, sono

    quasi 58.000 i cittadini stranieri residenti a

    Bologna al 31 dicembre 2014. Negli ultimi

    dieci anni gli stranieri residenti sono pi

    che raddoppiati e la loro incidenza, sul

    totale della popolazione, ha raggiunto il

    15%. Notevole la presenza di cittadini

    dell'Europa orientale (circa il 42% del

    totale), del subcontinente indiano e

    dell'estremo oriente. La nazionalit pi

    presente la Romania con 8.575 abitanti,

    al secondo posto gli originari delle

    Filippine (5.311), al terzo quelli del

    Bangladesh (5.289). La Moldova (con

    4.385 persone) in quarta posizione,

    seguita da Marocco (4.085), Ucraina

    (3.563) e Pakistan (3.557).

    [segue a pagina 12]

  • Il Mosaico n. 48 11

    Occorre partire dal titolo per spiegare il ProgettoNon solo mimosa, l'iniziativa collettiva dedicataalle donne detenute presso la Casa

    Circondariale della Dozza, che ha preso avvio nell'ottobrescorso.

    Lidea nasce dalle visite istituzionali che comePresidente della Commissione consiliare delle Elette,insieme alla Presidente del Consiglio e alla Garantecomunale per i diritti delle persone private della libert, findall'inizio del mandato amministrativo abbiamo volutopromuovere in occasione delle celebrazioni per l8 marzo,giornata internazionale della Donna, e del 25 novembre,giornata contro la violenza sulle Donne.

    Inizialmente si trattato di un segno d attenzione anome della citt alle donne che stanno in carcere, ledetenute in primis e a tutte le operatrici che a vario titolovi lavorano ma, dallincontro con le persone e dallascoltodelle loro storie, ben presto si voluto trasformare il gestosimbolico il dono della mimosa in segno concreto, in

    unazione di vicinanza reale e contributo solidale a quelpercorso riabilitativo che ogni persone in trattamentopenale dovrebbe poter fare, in vista del proprioreinserimento sociale.

    Uno degli aspetti che pi colpisce entrando nellasezione femminile del carcere la percezione delladoppia carcerazione e della doppia sofferenza delledonne detenute: alla pena della privazione della libert,come bene primario, si aggiunge per loro quella dellaseparazione lacerante dai figli e dagli affetti familiari perle donne il carcere, nonostante i numerosi tentativi diumanizzazione, e resta unistituzione totale concepitaprincipalmente per uomini (come le caserme), con regole esplicite e implicite rigide e predeterminate, perlopifinalizzate a contenere laggressivit e la violenza internama che poco concedono alla dimensione relazionale edemozionale tipicamente femminili.

    Le donne si sentono rinchiuse non solo nel perimetrofisico, ma anche psicologico e

    Fra le iniziative pedagogiche che riguardano chi sconta una pena nel carcere della Dozza vi presentiamo un

    progetto dedicato alle donne detenute, che patiscono una doppia sofferenza [il documento sul sito]

    Non solo mimosa

    Laboratorio integrato Shiatsu e Yoga

    (percorso integrato di Yoga e Shiatsu:conoscenza e percezione del corpo edelle proprie sensazioni) 5 incontri di2h Ottobre/Novembre 2014 Tecniche di rilassamento guidato esercizidi percezione del respiro Krya: movimenti guidati dal ritmo del respiro Asana: posture statiche Vinyasa: brevi sequenze dinamiche pratiche diconcentrazione e meditazione sequenze di trattamento da svolgersi incoppia per alleviare le tensioni delcorpo e per rilassarsi tecniche di automassaggio esercizi per il trattamento del corpo.

    Laboratorio dalla testa ai piedi

    (Percorso integrato di Shiatsu e podologia: conoscenza e percezione delcorpo e delle proprie sensazioni) 4incontri di 2h Novembre/Dicembre2014 Tecnica di automassaggio (DoIn) Esercizi allungamento Brevi sequenze di trattamento Shiatsu dasvolgere in coppia Trattamento dellatesta Esercizi di ginnastica facciale Massaggio del piede con conoscenzadelle principali aree riflesse. Eserciziper scioglimento del piede Tecnichedi rilassamento: respiro e meditazione.

    MEG (Comunicazione assertiva) 6incontri di 3 h Gennaio/Febbraio2015 Acquisizione di consapevolezzadelle proprie modalit comunicative Apprendimento dei principali concetti

    della comunicazione assertiva Individuazione e risoluzione delle principalidinamiche di conflitto Sviluppo delleproprie modalit relazionali

    Laboratorio Album della vita (Elaborazione del percorso di vita attraversoil linguaggio analogico, artistico e nonverbale) 8 incontri di 2 h Marzo/maggio 2015 Creare uno spazio/percorso in cui i partecipantiprendono possesso della loro storiaUtilizzo del linguaggio analogico perevocare, senza spiegare, suscitandoemozioni e meraviglia.

    Laboratorio Video partecipato (Realizzazione di video documentariocollettivo) Acquisire competenze diutilizzo strumentazioni di videoregistrazione ri elaborazione di un processodi narrazione ed autonarrazione dovefar confluire storie, necessit e riflessioni sul significato del tempo in carcere. In attesa di autorizzazione

    UDI Unione Donne in Italia (Percorsodi sensibilizzazione su violenza di genere) 4 incontri di 2 h Ottobre 2015 Conoscere per riconoscere la violenza di genere Presentazione di testimonianze, passi letterari, fatti dicronaca, attraverso la lettura ad altavoce per consentire la trasmissione e ilriconoscimento di parole, emozioni,stati danimo, azioni e la condivisionedi riflessioni individuali e collettive.

    Documentazione fotografica (Lavorofotografico sulle attivit del progettoNon solo mimosa) In attesa di autorizzazione

    Docufilm In attesa di autorizzazione Raccolta di immagini sulle attivit delprogetto in vista di una mostra fotografica

    UISP Comitato Provinciale di Bologna

    (Pratica motoria e sportiva) 3 incontrisettimanali di Yoga attivit autonoma che partecipa al coordinamento Educazione corporea e motoria Valorizzazione della dimensione ludica Acquisizione di cultura sportiva

    SOS il Telefono Azzurro Onlus

    (Supporto alla genitorialit rivolte allemadri detenute e ai loro bambini) attivit autonoma che partecipa alcoordinamento Progetto nido: promuovere lo sviluppo adeguato delbambino inserito in una situazione didetenzione. Supportare la relazionecon la madre e favorire l'inserimentoin strutture esterne. Progetto ludoteca: supportare l'ingresso e la permanenza all'interno degli istituti delbambino e dell'adolescente che si recano ad incontrare il genitore/parente detenuto attraversol'allestimento di spazi idonei e la presenza del personale volontario specializzato.

    Moduli di attivit del progetto "Non solo mimosa"

    [segue a pagina 12]

  • Il Mosaico n. 4812

    umano e quando sono mortificate nella propria identit,cadono facilmente in stato di depressione, manifestandoregressione, angoscia e chiusura in s.

    Sono circa una sessantina le donne detenute allaDozza: molte sono straniere, dalle diverse provenienze,spesso con scarsa o nessuna conoscenza dellitaliano eprive di riferimenti esterni significativi alcune sono senzafissa dimora o nomadi, altre hanno vissuti ditossicodipendenza se madri, il pensiero pi ricorrente aifigli, piccoli o grandi che siano ciascuna ha la propriastoria e il proprio vissuto ma quasi tutte sono accumunateda percorsi di marginalit e povert di risorse e diopportunit.

    Obiettivo, risultati, futuro

    Il Progetto Non solo mimosa ha inteso agire proprionellarea del benessere femminile, della salute e dellabuona qualit della vita delle donne in carcere. Perquesto sono state coinvolte associazioni, gruppi formali einformali, singole donne, perlopi senza alcuna esperienzadella realt carceraria, che generosamente si sono resedisponibili a realizzare, in forma volontaria e gratuita,attivit e opportunit formative in particolare sui temidella relazione e degli affetti, la cura di s e degli altri, ilbenessere psicofisico, la gestione delle emozioni.

    Lobiettivo, fino a oggi raggiunto, stato quello digarantire una presenza settimanale presso la sezionefemminile, con unofferta articolata e diversificata dipercorsi a cui le donne detenute potessero liberamenteiscriversi in base ai propri interessi e propensioni. Sono statigi realizzati moduli integrati di Yoga e Shiatsu, sullaconoscenza e percezione del corpo e delle proprie

    sensazioni il laboratorio Dalla testa ai piedi, basato sutecniche di rilassamento guidato, di auto massaggio eriflessologia plantare il corso sulla comunicazione assertiva stato promosso dallAssociazione Meg (Medicinaeuropea di genere) che ha lavorato sullacquisizione diconsapevolezza delle proprie modalit di relazione, sullagestione dei conflitti e dei sentimenti. Attualmente incorso il laboratorio Album della vita, condotto dapsicologhe esperte in arte terapia, che sviluppanarrazione biografica attraverso il linguaggio analogico enon verbale. Altri moduli sono in fase di programmazionema la ricerca di nuove collaborazioni e disponibilit sempre aperta e continuativa.

    Lo sviluppo progettuale accompagnato da ungruppo di coordinamento che periodicamente sincontraper condividere successi e problematiche, programmarela sequenza degli interventi, fissare gli obiettivi successivi ecoinvolgere i nuovi volontari.

    Di fondamentale importanza stato il sostegnocostante e attivo della Direttrice della Casa circondarialee del Direttore dellArea educativa che hanno agevolatoe facilitato la complessa gestione delle procedure perlautorizzazione allingresso e il lavoro in struttura deivolontari.

    Molto stato fatto e ancor di pi quello che resta dafare. In particolare si vorrebbe costruire, a un annodallavvio delle attivit, unoccasione pubblica perpresentare alla Citt il progetto e i risultati ottenuti. Se cossar, confidiamo che il Mosaico voglia ancora ospitare,cos come ha gi fatto in questo numero, un articoloinformativo su Non Solo Mimosa.

    Mariaraffaella Ferri

    presenza di alunni di cittadinanza non italiana arrivataquasi a toccare il 38% del totale degli studenti: di questi lastragrande maggioranza nata in Italia o in Italia abita dapi di 6 anni. Al di l di questodato rimane una significativapercentuale (pari a circa il10% dei ragazzini stranieri natinei paesi dorigine) cherichiedono specifiche attivitfinalizzate allapprendimentoe al consolidamento delleconoscenze relative allalingua italiana.

    Da parecchi anni la festadi fine anno diventataDivercity, ovvero la cittdiversa ma anche le diversecitt nella stessa comunecitt. Le famiglie deglistudenti sono invitate acondividere cibi e bevandedei loro paesi dorigine eallarcobaleno dei colori deivisi, dei capelli e degli abititradizionali si unisce la varietdei sapori e la ricchezza degliaromi e dei profumi. Lamultiforme tavolata che viene allestita dunque fatta dicolori, di profumi e di sapori condivisi con orgoglio e chediventano per tutti sorpresa, curiosit e ricchezza.

    Anche nella scuola media Salvo DAcquisto lultimafesta musicale di fine danno risultata un piccolo trionfodi sorprendente variet: sonorit orientali, ritmi africani,

    melodie anglosassoni ecadenze sincopate hannotrovato emozionante sintesinellinno italiano cantato daun grande coro di ragazzi inrappresentanza di tutte leclassi. Occhi a mandorla, visicolor ebano, caschetti biondicantavano allunisono leparole retoriche edemozionanti dellinno diMameli: cantavano diunItalia nuovamente desta,cantavano di un comunedebito verso Roma dasempre culla e sintesi dellericchezze di tanti popoli,cantavano di una nuovafratellanza che le differenzedei tratti e la variet delleprovenienze renderanno piricca per tutti. Emozionatidallascolto abbiamointravisto il futuro!

    Federico Bellotti

    [segue da pagina 10: Bellotti su solidariet]

    [segue da pagina 11: Ferri su progetto non solo mimosa]

  • Il Mosaico n. 48 13

    Che cos' lo Stato? E' un territorio,insegna la dottrina, delimitatoda confini all'interno del quale

    valgono le stesse leggi. Lo Stato gode disovranit propria e gli altri non possonoingerirsi nelle sue questioni interne. LoStato dispone dello strumento dellaforza sia all'interno che nelle relazioniinternazionali: infatti mantiene una polizia ed un esercito e si serve dei servizi segreti per scoprire ed eliminare possibiliminacce alla sua integrit e sicurezza. Sipresenta sulla scena internazionale condei simboli: bandiera, inno e moneta. Sevuole rinunciare a qualche parte dellapropria sovranit, lo fa firmando deitrattati con altri Stati sovrani.

    Tutti gli Stati, riconosciuti dalla comunit internazionale, cio dagli altri Stati,hanno diritto d'esser rappresentati all'Assemblea Generale delle Nazioni Unitecon un proprio seggio.

    Tuttavia, pur essendovi degli Staticon tutti gli attributi precedentementeelencati, la condizione di fragilit delleloro istituzioni tale che si coniatol'espressione di stati falliti per definire lasituazione in cui si trovano. L'espressione spesso usata dagli analisti di geopolitica per descrivere una situazione nellaquale un'amministrazione statuale non in grado d'assicurare alcune condizioniminime di funzionamento regolare.

    Fragile State Index (FSI)

    Dal 2005 il "Fondo per la Pace" (USA)realizza un indice annuale chiamato"Fragile State Index" (gi "Failed StateIndex"), pubblicato dalla rivista ForeignPolicy. L'indice, per, tiene in considerazione solo gli Stati ammessi alle NazioniUnite. Cos, alcune unit statuali, purpresenti sulla scena internazionale, sonoesclusi dalla graduatoria FSI. E' il caso,per esempio, di Taiwan, dell'Autorit Palestinese, di Cipro Nord, del Kosovo, delSahara occidentale e di altri ancora. E'vero che alcuni di essi intrattengono relazioni con altri Stati, ma l'assemblea delPalazzo di Vetro non li ha mai ammessia pieno titolo come suoi membri.

    Criteri per la formazione della gra-

    duatoria degli stati falliti.

    La graduatoria elaborata si basa sulpunteggio totale di dodici indicatoriche saranno illustrati pi oltre.

    Per ogni indicatore il punteggio determinato su una scala da 0 a 10, dove 0 indica una situazione di piena efficienza e 10 un livello di altavulnerabilit. Il punteggio totale lasomma dei 12 indicatori ed riportatosu una scala da 0 a 120.

    I dodici indicatori di "vulnerabilitdello stato" sono quattro sociali, dueeconomici e sei politici. Va precisatoche questi indicatori fotografano una situazione gi in atto, ma non pu esserescluso che lo Stato preso in considerazione possa adottare misure efficaci permigliorare la propria efficienza ed uscireda una condizione d'alta vulnerabilit.

    I Paesi inseriti nella categoria "Alert",sono i pi vulnerabili (da 90 a 120 punti)Quelli inseriti nella categoria "Attention"(da 60 ad 89 punti) si trovano in una posizione di medioalta vulnerabilit quelliinclusi nella categoria "Moderate", da30 a 59 punti) presentano alcune caratteristiche d'accentuata fragilit chepotrebbero condurre ad un progressivofallimento.

    Gli indicatori FSI

    Indicatori sociali:

    1. Pressione demografica: squilibrio trarisorse vitali disponibili (cibo, acqua,terra coltivabile...) e densit di popolazione, tensioni derivanti dai modellid'insediamento (eccessivo inurbamento)2. Movimenti improvvisi di popolazione:sradicamento forzato della popolazionedai suoi luoghi d'abituale residenza pereffetto di conflitti armati, devastazioni,brutalit verso i residenti, pulizie etniche...3. Desiderio di vendetta di un popolo rispetto ad un altro a causa di presuntitorti subti in un qualsiasi momento dellastoria. si pensi a quei conflitti esplosi persanare ferite pi o meno antiche comel'occupazione di territori, vissuta da altricome un sopruso o un danno alla propria memoria storica (v. conflitto SerbiaKosovo).4. Incitamento allesodo umano: la "fuga di cervelli" di professionisti, intellettuali e dissidenti politici e l'emigrazionevolontaria della "classe media".Indicatori economici:

    5. Sviluppo economico squilibrato: sipensi a quelle situazioni in cui un'lite risulta essere molto ricca, mentre unagrande massa di popolazione vive in miseria.6. Rapido grave declino economico: sipensi a Paesi investiti da una violentacrisi economica che genera povert efrustrazione in vaste masse, in un passato recente, relativamente garantite.(v. Grecia).Indicatori politici:

    7. Progressiva delegittimazione dellaamministrazione statuale (V. Haiti dopoil terremoto del 2010).

    8. Progressivo deterioramento dei servizipubblici 9. Diffuse violazioni dei dirittiumani 10. Apparato di sicurezza comeStato nello Stato 11. Continue lottearmate tra diverse fazioni del ceto dominante. (v. Somalia o Yemen)12. Intervento di altri Stati nelle vicendeinterne d'un territorio. (v. Iraq 2003 o Libia 2011).

    Sulla base di questi indicatori, dianno in anno viene redatta una classifica degli Stati falliti: l'ultima statapubblicata nel giugno 2014. Di seguitola lista dei 20 Stati pi fragili:1. Sud Sudan2. Somalia3. Repubblica Centrafricana4. Repubblica Democr.ca del Congo5. Sudan6. Ciad7. Yemen8. Afghanistan9. Haiti10. Pakistan11. Zimbabwe12. Guinea Conakry13. Irak14. Costa d'Avorio15. Siria16. GuineaBissau17. Nigeria18. Kenya19. Etiopia20. Niger

    Come risulta evidente il fenomenodegli Stati falliti si manifesta soprattuttoin Africa ed Asia. Ma ci sono anche inEuropa ed America Latina Paesi a rischio, come i Narcostati in AmericaCentrale e i Paesi di recente democratizzazione nell'Est Europa.

    Inoltre, evidente come il fenomeno sia in relazione con la povert di vaste aree del mondo, spesso interessateda regimi screditati ed autoritari, dilaniati da conflitti insanabili e sanguinosi.Nello Stato fallito qualunque attivit lecita: il traffico di uomini, la schiavit,l'oppressione pi spietata, le infiltrazionidella criminalit organizzata. Ognuno,per le sue caratteristiche, esposto apericoli: se bambino pu diveniresoldato e carnefice, se donna pu esser trasformata in prostituta, se uomopu esser costretto a combattere o atrasportar droga i traffici pi illeciti fioriscono, la corruzione dilaga, anche imovimenti terroristici, che tantoallarmano l'opinione pubblica, fioriscono in questo cuore di tenebra delmondo che continua incessantementead autoalimentarsi.

    Pier Luigi Giacomoni

    CITTADINI DEL MONDO

    Il cuore di tenebra del mondo: gli stati falliti

  • Il Mosaico n. 4814

    LItalia ha questa prerogativa: l'informazione nellemani di pochi gruppi editoriali con molti conflittid'interesse e la TV pubblica in quelle dei partiti, tra

    poco secondo il disegno di Renzi nelle mani del sologoverno.

    Cos vanno le cose nel nostro spensierato Paese, e delresto l'abbiamo gi vissuta per vent'anni con Berlusconiquella gran cassa, tant' che ci sembrava poca cosa latrincea di RAI 3 che fungeva da canale informativodell'opposizione civile alla videocracy del signore diArcore.

    Poi c' stata la crisi che esplosa nel 2008, ma che neinostri telegiornali ha fatto capolino almeno tre anni dopo,perch fino al 2010 la nave di Silvio andava alla grandeanche se erano gi evidenti tutti gli effetti della crisi. Nel2011 c' stato il botto e non si potuto pi nascondereche eravamo stati commissariati dall'Europa e cheavevamo come suol dirsi le pezze al sedere.

    Dopo Berlusconi per l'informazione se possibile s'ancor pi istituzionalizzata, ovvero la gestione della crisinei tre governi non eletti che si sono succeduti (Monti,Letta ed ora Renzi) stata ed all'insegna del c' solouna ricetta, there is not alternative. Il caro tg3 ha tolto ilbasco rosso e ha infilato la marsina a coda di rondine delciambellano di governo.

    Nell'informazione locale la situazione non certomigliore, c' una sistematica manipolazione di senso: si vadal silenzio assoluto, all'esaltazione di tutto ci che fariferimento ai soggetti al potere.

    Il quadro in Emilia-Romagna...

    In Emilia Romagna esiste un solo partito di governoaccreditato, il PD. Cos assistiamo ad ogni possibilecontorsione dell'informazione per dimostrare che esso destinato a governare in ogni caso e a prescindere(qualcuno ad esempio ha per caso compreso nellepaginate che si leggono ogni giorno, i contenuti politici eprogrammatici che oppongono i detrattori di Merola aisuoi difensori?) Viceversa tutti gli altri soggetti politiciportatori di istanze alternative sono rappresentati comeimprobabili oppositori, incapaci oppure estremisti pocoaffidabili alle cui attivit se va bene, sono concessitrafiletti, a meno che non combinino qualche bischeratacome spaccare una vetrina, litigare al proprio interno,registrare un flop.

    Ci avviene per tutti i possibili argomenti dai temipolitici generali ma soprattutto per le notizie economiche,come per esempio quelle relative a progettiinfrastrutturali, autostrade ecc. in cui l'asservimento totale perch naturalmente gli interessi sono ancora piforti. Non dato di poter avere sugli organi di stampa labench minima seria analisi delle ragioni di chi pensadiversamente, rispetto a People mover, Passante, bretelle,rotonde. Tutto ci che odora d'asfalto cementorappresenta la quintessenza del bene, chi si oppone sonoinconcludenti idealisti con il fiore al naso. Anche sevestono i panni di autorevoli urbanisti e giuristi.

    Se analizziamo la stampa cartacea, su argomenti dicarattere dirimente non viene espressa alcuna veradialettica d'opinioni: c' stato un tremendo calo di votantialle ultime elezioni: il 60% rimasto a casa nella Regionedella partecipazione. Qualcuno ricorda un quotidianoche abbia svolto una seria indagine sulle cause? Perniente. Sul fatto increscioso calato il velo dell'oblio. E'questa l'informazione che fa crescere un'opinionepubblica consapevole?

    ...e nella nostra citt

    Il mercato dei quotidiani a Bologna sostanzialmenteimmobile, diviso tra Il Carlino che perde copie, marimane il giornale tradizionalmente di riferimento delpopolo, La Repubblica l'equivalente della Pravda, ilCorriere di Bologna terzo a distanza, espressione diinteressi imprenditoriali e comunque a sostegno dellostatus quo.

    Fino a qualche anno fa c'era l'Unit, ma defunta edaveva fatto capolino un giornale civico di sinistra ilDomani che non ha avuto buona fortuna. Online sicontendono la leadership la Repubblica ed il Fattoquotidiano, che l'unico di tanto in tanto a darebattaglia.

    Esiste su internet una diffusissima e articolata rete digiornali, riviste, siti e blog, social media che tenta disvolgere una funzione di controinformazione, ma certorivolta ad un segmento ancora limitato di utenti.

    In sostanza ci troviamo di fronte a due grandi problemi:il primo la mancanza di un serio pluralismonell'informazione. Siamo in un paese in cui il pensierocritico osteggiato in ogni sua espressione, e se maivengono esaltati elementi grotteschi dell'esibizionismokitsch ma non il pensiero e la cultura della differenza.

    L'altro grande problema il controllo dell'informazioneed il conflitto d'interessi. La concentrazione editorialedovrebbe essere bandita ed invece corriamo il rischio cheil pi grande editore di televisioni e libri conquisti anche ilprincipale quotidiano, mentre l'altro editore di riferimento,cio il gruppo Espresso Repubblica, fagociti tutta lastampa locale, mentre giornali indipendenti chiudono permancanza di risorse.

    E' un caso che la crisi dei quotidiani ha raggiunto ilcodice rosso? I principali gruppi editoriali italiani (Rcs,Espresso, Mondadori, Monrif, Caltagirone, La Stampa, IlSole 24 Ore) hanno perso tra il 2009 e il 2013 il 27,7% deiricavi. Il calo delle vendite di quotidiani nel periodo statodel 45% (dati Mediobanca).

    Quindi scarso pluralismo dell'informazione sinonimo dipoca trasparenza, difesa di rendite di posizione, conflittid'interesse, scarso dinamismo, scollegamentodall'economia e dalla societ reali, democrazia debole,editoria in crisi. Non venuto il momento di cambiareverso?

    Sergio Caserta

    Secondo il ranking del World Press Freedom Index (index.rsf.org) l'Italia mantiene rispetto alla libert di stampa ed

    alla qualit dell'informazione il suo 73 post, al di sotto di un bel po' di paesi africani ed asiatici. Non c' da andar

    fieri per uno dei membri principali della comunit europea, in cui si oscilla dal primo posto della Finlandia al

    trentottesimo della Francia. Riportiamo per la riflessione di tutti una forte denuncia.

    Informazione: allarme rosso

  • Il Mosaico n. 48 15

    Un gruppo di amici con il vizio della lettura:questo solo eravamo, quando il 4 novembre del2004 abbiamo deciso di dar vita alla nostra

    associazione e di chiamarla La Societ di Lettura. Ledue parole del nome, nei nostri intenti, avrebberocostituito gi in s un programma denso. Societ sarebbestato il comune impegno ad alimentare le molte curiositsuggerite da realt sempre pi complessee societ anche il pubblico che avremmocercato di coinvolgere. Societ significavainoltre la nostra citt e unimmaginecondivisa di comunit, di sentimento evolont di partecipazione. Societ erasoprattutto il sistema dei valori e lamorecomune per la cultura. Quanto allalettura, come principale strumentoavremmo scelto dei libri, senza per questoescluderne ogni altro che si fosse resodisponibile. Non a caso, quando si tratt didarci un logo che ci rappresentasse, traquelli predisposti per noi da Anna Rosati,giovane grafica talentuosa, fummo unanimi nella sceltadella piccola libreria e, in pari modo, allunanimit fuaccolta la proposta di Roberto Grandi daccostarvicomputer e CD, per inglobarvi il concetto di modernit.

    A distanza di un decennio, che bilancio possiamotrarre? Moltissimi gli argomenti affrontati: ci siamooccupati di letteratura antica e moderna, di scienza, distoria, di economia e diritto, di musica, di arti figurative edi cinema, abbiamo trattato argomenti di stringenteattualit e ricordato eventi del passato. Abbiamocuriosato in mondi a noi estranei e nel passato della nostracitt. Molti ospiti illustri ci hanno accompagnato alcuniormai scomparsi, anche se vivi nel nostro rimpianto comeGiuseppe Pontiggia, Margherita Hack, Paolo Sylos Labini,Antonio Gambino, Vincenzo Consolo. Ci siamo persinoinventati un genere nostro, che abbiamo battezzato con ilnome di sceneggiata, insieme ne abbiamo scritto icopioni, coinvolgendo gli amici nella loro lettura, permettere in scena alcuni momenti storici, col solo vincolodella seriet della documentazione. Tra queste letture, mipiace ricordare Il caso Matteotti Il giallo di ElisabettaSirani Malpigli e Sbaraglia: due visioni scientifiche aconfronto La Bologna dei Bentivoglio raccontata daSabadino degli Arienti Il linciaggio di Anteo Zamboni elOratorio per le vittime di Marzabotto.

    Una fruttuosa collaborazione fra amici

    Ciascuno degli eventi che punteggiano il nostrocammino si giovato del sostegno di enti pubblici, comelAssessorato alla Cultura della Provincia, lUniversit,lOsservatorio Astronomico, lAssociazione dei Notai, IlComune di Marzabotto o la Cineteca, nonch dellacollaborazione di altre associazioni con cui di volta in voltaci siamo apparentati. Soprattutto, ha rappresentato pernoi una svolta decisiva la fiducia accordatacidallIstituzione delle Biblioteche del Comune, e in

    particolare dalla Biblioteca Comunale dellArchiginnasio,che da diversi anni ospita la maggior parte delle nostreiniziative e cui va tutta la nostra gratitudine. Sempre ci hainfine accompagnato una libreria, dapprima laindimenticata Libreria Minerva, ed oggi la Ibs e laDehoniana assicurandoci lindispensabile servizio divendita in loco dei libri di volta in volta presentati.

    Scorrendo il diario di svariate decine di eventi, mitornano alla mente tutti i nomi dellepersone che con le loro idee hannocostruito lintero edificio: potrei perfinoraccontarne i momenti, durante una gitain campagna nella casa ospitale di amicio sorseggiando la ormai tradizionalecioccolata calda di Santo Stefano,oppure nel mezzo di una semplicetelefonata. Ma pi dei nomi contano isentimenti e il fatto che ogni evento stato costruito nel segno dellamicizia, chesi approfondiva proprio da questo lavorocompiuto assieme con passione comune

    e comune sentimento dappartenenza alla nostra citt.Col trascorrere del tempo, la nostra attivit ha trovato

    lungo la via la propria individuazione nella lettura di temicon un aggancio forte nellattualit. Il punto di partenzaper la discussione, il pi delle volte, resta un libro, unapubblicazione recente, ma laccento spostatosullargomento. Popolo e Istituzioni, le avanguardie deldopoguerra, lo sviluppo senza progresso nella visonepoetica di Pier Paolo Pasolini, democrazia e diritti, laprogrammazione del territorio, la chiesa degli ultimi dipapa Francesco sono state le proposte della stagioneappena trascorsa, pur senza una pretesa di completezza,ma con una grande attenzione alla qualit ed allapluralit degli interventi. Ogni evento legato almeno aun nome, quello del socio che se n fatto promotore e neha diviso le responsabilit organizzative e la conduzione. Ilprossimo appuntamento, lultimo della stagione, si basersulla storia di una vita, la vita assai ricca di GiancarlaCodrignani,che siamo orgogliosi di annoverare tra lenostre socie fondatrici: unoccasione per parlare di buonascuola, ma anche di rapporti tra i popoli e le nazioni.

    Quando si traccia un bilancio, di fronte alle positivit sipongono le insoddisfazioni, il di pi che non si riuscito afare, i giovani che si sarebbe voluti e non si saputoancora coinvolgere, il vincolo associativo che si vorrebbepi stretto: compiti assegnati alle stagioni future, poich lacifra essenziale del nostro lavoro resta comunque unafruttuosa collaborazione tra gli amici.

    Luisa Marchini

    Alimentare la curiosit, la riflessione profonda, la discussione aperta e costruttiva, accrescere lo spi