Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

download Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

of 363

Transcript of Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    1/362

    A L B E R T O G R I L L I

    IL PROBLEMA DELLAVITA CONTEMPLATIVAN EL M O N D O G R E C O - R O M A N O

    F R A T EL L I B O C C A E D I T O R I , M I L A N O R O M A

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    2/362

    Prima edizione: 1953

    Printed in Italy - Stampato in Italia Propriet riservataFRATELLI BOCCA EDITORI

    Milano - Via Vis con t i d i Modrone , 27Rom a - Via Qu in t in o S e l l a , 69

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    3/362

    M atri ma gistro uxori.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    4/362

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    5/362

    La presente ricerca vuole studiare il problema dellavita contemplativa nel mondo culturale greco-romano:perci ne sono rimastisostanzialmente esclusi Platonee Plotino, non perch in essi non compaiano elementicontemplativi che anzi gi altri li hanno studiati ,ma per il carattere metafisico o mistico che questi in loroassumono e ancor pi perch si sonoavutipresenti trai filosofi quelli il cui influsso ha maggiormente agitosul mondo di cultura. Per questo hanno invece specialerilievo Epicuro, Panezio, Seneca; mentre Democrito eAristotele vi sono trattatisolo in quanto fonti cui pitardi si attinto:Mi assai caro esprimere qui quanto devo al miomaestro Luigi Castiglioni, che mi ha confortato a questaricercae mi stato largo di aiuto e diconsiglio:

    Milano, aprile 1952A L B E R T O GRILLI

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    6/362

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    7/362

    S O M M A R I O

    A V V E R T E N Z A . . pag. 7S O M M A R I O 9I N T R O D U Z I O N E 13

    CAPITOLO PRIMO 33L A C O N T E M P L A T I V I T A S S O L U T A D E L L ' E P I C U R E I S M O . L'edonismo epicureo (p. 33) Aponia e atarassia (p. 41) La reoctSela contemplativa di Epicuro e la polemica contro la 7tai8ea tradizionale (p. 43) Glielementi fondamentali del pio? & e

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    8/362

    10 Sommario Seneca: i dialoghi contemplativi nella vita delfilosofo (p. 217); il de brevitate vitae (p . 230); il de tran-quillitate animi (p. 236); il de otio (p . 249) Lasintesi delle Epistole sene cane (p. 261) Conclusione su Seneca (p. 278).

    RIFLESSI DELLA VITA CONTEMPLATIVA NEL MONDO CRISTIANO. Il neoplatonismo (p.283) I Vangeli (p . 288) Gl i Atti degli Apostoli e le Epistole neotes tamenta r ie (p . 292) Fus ion e dell 'idea le cris tia no nelmondo occidentale (p. 299) e nei Padri della Chiesag r e c a del I V sec olo (p. 306) Ritorno all ' idealeeutimistico (p. 323) Con cl us ion e de ll a ricerca(P - 344)-

    In di ce dei nomi e de i passi ci ta ti (p. 349) In di ce deitermini pi significativi (p. 361).

    CAPITOLO QUARTO 283

    INDICI 349

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    9/362

    INTRODUZIONE

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    10/362

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    11/362

    I N T R O D U Z I O N E

    Ad un dato momento della storia della Grecia gi allo scorcio del V e lungo il IV sec. av. Cr. sideve notare come a grado a grado si scuota, si sgretoli,si frantumi tutta una tradizione. Le lotte intestinenon fanno strage solo tra citt e citt, ma entro lemuradi ognuna di esse e nell'ambito delle grandi leghe avverse; il governo dello stato ad Atene si sentesempre meno sicuro, passa in mano ai demagoghi,finisce in quel miserevole esperimento della oclocrazia, che suscita la ribellione dei benpensanti edegli intellettuali naturalmente conservatori; il commercio, divenuto internazionale, crea nuovi contatti enuovi vincoli, che staccano l'uomo dal suo ambientelimitato nella visuale del mondo ellenico; le tradizionipatrie, politiche, religiose cedono e vanno sfumandonel sorger della criticadel pensiero filosofico, e lascianoun vuoto incolmabile nella vita pubblica e privata dell'individuo. Se ben si guarda, chiaro che tutti questifattorinon sono isolati, n agiscono singolarmente, maintreccianoin modo diverso a seconda delle circostanzecontingenti i loroinflussie i loro effetti. Fazioni e lotteinterne, sostituzione delle classi sociali al potere, in-;troduzione di novit dall'esterno stimolano e accentuanol'azione logoratrice delle cause pi immediate sulletradizioni e favoriscono gli screzi interni, lo sfasciarsidei legami famigliari, lo spirito avventuroso e com=.mercial,gi sviluppatissimo nel popolo greco.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    12/362

    1 4 Vita contemplativaL o sprito greco, e in particolare quello ateniese,a v e v a dopo le guerre persiane preso gusto allacultura, quella che i sofisti gli offrivano varia, piccante,mordace a volte, sempre col sorriso un poco scanzonato,se non canzonatorio, del loro relativismo.D a tempo ormai il senso religioso svaniva in quellairriverenza che esce in ironia incredula per divinitincapaci a tutelare la citt e la societ che particolar-:

    mente le aveva venerate, le aveva scelte come benevolepatrocinatrici a difesa dei propri interessi (1). Quandoil mondo ufficiale non ammett eva ancora questa mancanza di religiosit, la crisi morale veniva gi a gallanel l'arte: lo scherno pensato di Euripide, che avanzaarmato di filosofia, di quella pericolosa filosofia sofistica,che nasce e v i v e in Grecia, dall'Asia alla Sici l ia , perchrisponde alla condizione spirituale che si veniva formando. Ma lo stato non poteva ammettere il relati-:vismo assoluto, n le sue comode formule, minatricitemibili della cosa pubblica.Cos si spieganole numeroseaccuse d'empiet durante il V e il IV sec, difesa vanadi uno stato che cercava di salvaguardare il patrimoniopi essenziale: la religione. Quindi logico che a difesadella religione e dell'ortodossia si l e v i proprio la com3media di Aristofane, contro Socrate ed Euripide :Aristofane aristocratico e cos conservatore non potevavedere di buon occhio le innovazioni. Del resto anchela sua ortodossia sar piuttosto da prendere comeforma di tradizionalismo che come reale, convintafede; tanto pi, appunto, che la fede ufficiale, la reli-:gione di stato era un'arma potente, l'unica che avevasempre aiutato gli aristocratici a conservare la passata

    i1) L a specula zione gi con Ana ssa gora a v e v a incomin cia to a scal zare le basi dell a ve cc hi a conc ezion e religiosa. Pr ota gor a a v e v a poi fa tt o un pas so inn anz i dich iar an do di nonpoter affermar nulla intorno agli dei; e di qui de riv an o t u t t ele conseguenze che il pensiero filosofico tra sse ai te mp i dell aguerra del Peloponneso.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    13/362

    Introduzione 1 5superiorit sui T T O X X O L Una figura caratteristicadi questo tempo anche per la sua assidua religiosit Senofonte; ma in questa religiosit, che pure apparecontinuamente nella sua opera e nella sua vita, c'molto un senso di prudente precauzione nei confrontidegl i dei. Non c' in lui senso di profonda pietas, mala sua religiosit risente di quel culto esteriore nellesue forme pi svariate e popolari, che si ritrova intutta la societ del tempo, la quale attendeva scrupolosamente ai misteri eleusini e ascoltava Hermesdire nel Fiuto : La patria l dove si sta bene ,c o l m o di scherno su un dio e sugli uominiA n c h e l'autorit del pi v e c c h i o , che a v e v a da se-:coli retto il mondo patriarcale, famigliare, statale dellaG r e c i a e dell'Attica, scompare. Nel complesso utopistico del tempo immediatamente successivo alla guerrapeloponnesiaca Platone tenta di ricostruire una unicagrande famiglia sui generis nello stato, ma cade inuna forma di comunismo che per noi moderni offrequi il suo lato pi spiacevole:

    Oltre a questi problemi di carattere morale, ad altriancora era legata la caduta dello stato, di cui l'aspettopol i t i co non che una conseguenza. La Grecia allafine del I V sec. si era venuta a trovare di fronte a ungrande c o z z o , che poteva in parte aver paragone conl e guerre persiane: se le stesse citt che avevano vit-:toriosamente respinto Dario e Serse non riescono questav o l t a a respingere Filippo e Alessandro, questo si devecerto in buona parte alle diverse capacit del nemico eal la diversa situazione del regno persiano e di quellomacedone, ma anche non si pu trascurare un insiemedi mutamenti che si sono venuti realizzando in Grecia

    (') Aristoph. Plut. 1151. Vedi Mahaffy, A history of classical Greek Literature 11,2,46 e 55; R. Cohen, Athnes, unedmocratie, p. 162, dice giustamente di questo popolo atenieseche era "pieux aimablement et sans profondeur".

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    14/362

    dopo il 480. L'economia ellenica, che era part icolarmente legata al suolo, sia sotto la forma dell'allevamento nelle regioni settentrionali, come la Tessalia,sia sotto la forma della coltivazione diretta del suoloin tutte quelle zone dove il terreno lo permetteva,nel corso del I V sec. era andata modificandosi. Anchela conservatrice Sparta incominciava a vedere sostituita alla piccola propriet privata una modesta formalatifondistica, per cui la piana laconica veniva a passare gradatamente in possesso di un ridotto numero dipersone; ma nell'Attica pi che in altre regioni eraparticolarmente sentito il problema agricolo, anche peril suolo povero, se pur adatto a produrre frutti d'ognispecie. Comunemente si dice che gli Ateniesi furono unpopolo che volontieri v i v e v a in campagna e ne onoravai l lavoro (1). Ma quando la vita politica prese un talpiede da attrarre come occupazione quotidiana ancheil semplice cittadino, quando le scorrerie spartane resero pericolosa la vita campagnola e fecero rifugiare incitt, volenti o nolenti, molti che abitavano le campagne, quando lo splendore e le comodit della vitacittadina incominciavano a far dimenticare quella campagnola, faticosa e che esigeva sacrifici anche fisici (

    2),rimase attivo come prima il lavoro agricolo? Primadella guerra peloponnesiaca la maggior parte degli A t e niesi abitava in campagna, anzi ai tempi di Clisteneai diecimila abitanti della cit t si opponevano 80.000-90.000 campagnoli dell'Attica (3 ); ma le condizioni

    (*) Cfr. an ch e Bo e c k h , L'economia politica degli Ateniesi, 1, 8;G l o t z , he travati dans la Grece ancienne, Paris, 1920, p.213 e 277;che ci in un certo periodo sia s t a to ve ro, pu dimost rar loanche Isocrate, Areop.52, che dich iara ch e le cas e de gli At en ie sierano s t a t e pi sontuose in campagna che in citt,.(2) V e d i G l o t z , op. cit. p.201-08; Tucidide, 2, 13, 2, e 14,1,c i dice che fu Pericle a far r ient rare dai campi la popolazionerurale all 'iniz io della gue rra del P el oponn es o.(3) Thucyd . 2, 14, 2 xaX7rc5&svai roq noWoi; v roiq ypoT? S ta ix a a ^a i rjvdcoraaii; yiyvs-ro. E Beloch , Griech. Geschichte, I , 209, n.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    15/362

    dell'agricoltura furono peggiorate dal continuo smembramento della propriet per via di eredit, di confische parziali, di vendite, di alienazioni per debiti.Perci male considerevole fu questo sminuzzamento ecc e s s i v o delle propriet fondiarie, che mise in disagiola massa rurale e le fece risentire un imbarazzo notevolenel riuscire a vivere sul proprio lavoro; non meno considerevolequello delle conseguenze provocate dalle guerre continue: ogni invasione questo vale non soloper Atene, ma per tutta la Grecia significava unatotale devastazione della campagna, con la distruzionedi beni immobili, attrezzi, culture, con l'abbatt imentodegli alberi "da frutta, degli u l i v i , delle viti. Ci volevanoanni e capitali per risanare le conseguenze della catastrofe e risarcirne i danni: l'esperienza ci insegna chegli anni delle invasioni e quelli che seguono sono annidi miseria, in cui il risorgere di ogni sana iniziativa lento e faticoso. Poich lo sfrut tamento oppressivo dellostato, che per le gravose imposte dirette del tempodi guerra molto poggiava sulla propriet fondiaria,rendeva pi scarsi i capitali disponibili, il numero deglianni non era ancora trascorso, quando una nuova invasione veniva a riportare il possidente nelle disperatecondizioni di prima.

    L a fine della guerra del Peloponneso segna un disastro definitivo nell'economia rurale ateniese: se ne salvano i possidenti che hanno altre attivit nella metropoli e che lasciano uno schiavo a dirigere i lavori ev i v o n o nel centro dei loro affari; ma il piccolo proprietario, coperto di debiti, continua ad alienare lapoca terra che ha, senza per questo riuscire a vivermeglio in citt, dove, dopo la disfatta, le condizionieconomiche non sono pi floride come una volta

    f1) U n a te st im oni an za sulle miser e condiz ioni in cui sit rovava la ci t t ci d a t a da Isocrate, pac. 127-28, dove si la-

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    16/362

    M a un disastro pi grave, che investir anche industriee commerci, sar quello susseguente alla conquista macedone. La miseria che grava tutta la Grecia minacciadi svuotarla di uomini: le conquiste orientali di A l e s sandro accentuano queste tendenze, offrendo nuove colonie, nuove avventure e nuovi eserciti ai giovani sucu i le miserie gravano inesorabili, tanto pi che l'Orientecon gli immensi tesori che Alessandro ave va aperto'all'Occidente accresce il desiderio di benessere. I g i o vani delle isole si arruolano come rematori nelle flotte(e guadagnano bene); quelli del continente si arruolano-come mercenari (1). Ma, d'altro lato, non difficilevedere come questi mercenari significhino anche lascomparsa del senso del dovere c i v i c o nel cittadino.

    Se questa la condizione che, iniziatasi nel 432,ha continuato a peggiorare fino a tutto il I I I sec,quando vediamo in Senofonte, Aristotele e Teofrastole lodi dell'agricoltura, come dobbiamo giudicarle? consuetudine vedervi una conferma di quell'amore degli Ateniesi per l'agricoltura, amore che li avrebbe spinti,se non a lavorar la terra, a onorare questo lavoro.

    M a certo in partediversi erano gl'intendimenti di Senofonte e di Aristotele nel lodare la vita dei campi ( a ) .Senofonte dice che nemmeno le persone pi benestantim e n t a 7 rX?i&o Siaxelu-evov (jnr)8va T & V7 t o X i T & v f j S w s 7 jv ( /7 ]8 pqc#{ji

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    17/362

    possono fare a meno dell'agricoltura, perch l'occuparsidi essa al contempo un diletto, un mezzo per accrescere il patrimonio (otxoo ao-yjCTTE ox ex-xXYjcri^Eiv); e per il fatto che mancano deimezzidiprima necessit, usano del loro tempo per i loro lavori enon stanno a desiderare i benid'altri, perch certo pigradevole lavorare che darsi alla politica e alle altecariche l dove dalle magistrature non c' da averegrandi profitti (2).

    In tutti questi passi l'affermazione pi degna dinota che unpopolodi agricoltori sia il pi giusto(3 );maaltrettanto interessanti possonoessere le espressionifrequenti che sostengono come l'agricoltura sia meritoria in quanto rende robusti corpo e animo, facendoliatti alla guerra.Queste nonsono lodi, sono giustificazioni del lavoro

    ( ' ) Xen. oec. 5, 1-2, 4, 7-8, 1 2 ; 15, 12 .( a VAri s t . polit. 4, i30oa 6; 13180 9.(') Cos a n c h e [Ari s t ] , oec. 1343 a.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    18/362

    di campagna: c' in tutte una nota di rimpianto,forse gi un desiderio, un bisogno della vita semplice,non solitaria, ma lontana dal tumulto demagogico dellacitt; e pi di tutti lo dimostra Senofonte, che dopoaver lodato l'agricoltura come arte, lavoro e vita di popolo libero deve accontentarsi di dare consigli pratici solo per quanto riguarda la coltivazione cui accudiscono schiavi

    Che si tratti di elementi utopistici si ricava dalconfronto tra Senofonte e Aristotele, che giungono aconclusioni opposte: per il primo l'agricoltura produceotxou a u r a t e ; , mentre quest'ultimo trova in essa caratteristico T [iy\ 7toXA7]vocuav ' ^ e i v . Direi quindi cheSenofonte e Aristotele vedessero la vita campagnoladei secoli precedenti come un ideale, avendola travestitadi quelli che erano gli elementi secondo loro necessariper avere una polis e una politeia perfette (2).

    L a decadenza dell'economia rurale tutta a vantaggio del vigoroso sviluppo del commercio: si trattadi un commercio multiforme ed esteso, effettuato tuttoper mare e su navi greche, per lo pi ateniesi o corinzie,l fenomeno generale, ma anche qui acquista una posizione particolare l'Attica. logico che appunto unpaese povero di prodotti naturali in genere, favorito daporti splendidi lungo coste sviluppatissime e ricche didi approdi si sia rivolto al mare per cercare possibilitdi vita migliore attraverso il commercio e l'importazione.

    Per l'Attica si tratta di una vera necessit, perch( J) Il che , se ce ne fosse bis ogn o, ci co nv in ce che , al me noper una tenuta di una certa entit, la mano d'opera libera neic a mp i d o v e v a essere scarsa.(2) P e r mos tra re com e Senof onte sia il pu nt o di pa rt en zadi un a lu ng a tra diz ione retoric a in cui la ca mp ag na i d e a l i z zata ricorder come gli elementi stessi compaiano in un insign e rap pres ent ant e di una corrente cult urale assai lon ta na neltempo e nelle c o n c e z i o n i , L i b a n i o (land, agric. 4, V I I I , 262)inf luenzato anche da Pla t . Theaet. 17 3 ed.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    19/362

    manca il grano necessario alla nutrizione di una popolazione che aumenta sempre pi in citt e diminuisceprogressivamente in campagna. I dati del 329-28 cidicono che, contro 395.000 medimni di frumento prodotti dall'Attica, ne furono importati 1.600.000 dalPonto Eusino e altrettanti da Egitto e Sic i l ia siammetta pure che si trattava di un anno di scarsoraccolto, ma le statistiche moderne, per quanto basatesu dati piuttosto scarsi e saltuari, sono arrivate a c a l colare la produzione annua normale a 500.000/600.000medimni tra orzo e frumento, con quest'ultimo rappresentato in una percentuale del solo 10% ( 2 ): taleproduzione con l'aumento continuo della popolazionebastava appena per soddisfare ai bisogni dei produttori. Condizioni del genere ci spiegano la necessit diuna politica granaria, che si concreta nell'azione diplomatica e militare nei riguardi delle cit t trace e bengiustifica l'impresa di Filippo contro Bisanzio; ma cispiegano anche l 'andamento dei prezzi dei generi diprima necessit, che in lenta, ma continua crescitafin dal V secolo (3 ). Questo complesso di fattori econo-

    (*) CI.A. I I , 834 (Con ti di El eu si) e G l o t z , op. cit. p. 30g.(2) G l o t z , op. cit. p. 308; Guiraud, La proprit foncireen Grce jusqu' la conqute romaine, Pa ris , 1893 , p. 49 1. Siagg iunga che i l fru men to de ll 'A tt ic a non d o v e v a essere dellamiglior resa, se pe r il nu tr im en to di un atl et a occ orr ev a algiorno 1. 1,61 4 di fr um en t o beot ico, ma 1. 2,188 di quel lo at t ic o(Theophr. Hist. pi. 8, 4, 5; Guiraud , op. cit. p. 492).( 3) Il G l o t z , op. cit. p. 285, c a l c o l a che, posto indice 1al p re zz o del fr um en t o int orn o al 590, si pos sa no da re gli in d i c i 1,5 ve rs o il 480 ; 3 nel 40 4; 6 ve rs o il 330. Il pr ezz o di u nme di mn o di fr um en to era al l ' ep oca di Soc rat e di 3 dra cm e,nel 340-30 di 9 dr. (e si t r a t t a di prezzo f a v o r e v o l e , se i dueEraclioti che ne hanno importato 400.000 me dimn i dalla Si c i l i a me rit an o l ' onore di una iscrizione, / . G. ed. min. 408);nel 330-24 il prezzo di 5 dr. ec ce zion al me nt e basso e fru tt odi un a don az ion e di un ta le Cris ipp o, me nt re il pr ez zo delme rc a to in que l pe riod o di sc ars it era di 16 dr. ([D em] . inPhorm. 38-39); nel 329/28 il re nd ic ont o gi ci ta to di El eu sidichiara che il p r e z z o fissato da ll 'a ss em ble a popol are qui ndii l pr ez zo mi ni mo del mer ca to er a di 6 dr. An c h e l 'orz o,altro genere di consumo in A t t i c a , specie tra le ge nt i pov er e,

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    20/362

    mic i non nel suo insieme favorevole ad Atene, anchese la tassa di transito al Pireo doveva rendere bene;questo anche perch il commercio non in mana aicit tadini, ma come del resto l'industria nei tempipi recenti esercitato proficuamente dai me teci^ 1).Ora dal nostro punto di vista, questo commercio,cheapporta benessere e ricchezza a una notevole cerchia dipersone, stimolo alla caccia di guadagni sfrenati, adavventure lontane, a tutto un insieme di vita che siallontana e dimentica i due centri che avevano sinoad allora retto la compagine morale-sociale della Grec i a : l'ara degli dei Tzohiovyoi e il focolare della famiglia.E le condizioni ci appariranno in una luce peggiore,se pensiamo alla massa dei malcontenti che dovevanoturbulentamente agitarsi nella citt.

    * * *Numerosi elementi, di cui fondamentali quelli quisommariamente accennati, minano la vita politica dellaGrec ia nel IV secolo.Ve r s o la fine del secolo, la polis perde ogni signific a t o . Eppure Isocrate, quando celebrava nel Panegirico

    pas sa da 3 dr. pe r m ed im n o in fari na al l' et di Soc ra te ( Pl uttranq. an. 469 B) a 4 dr . ( 3 dr . in gr ani) t ra il 400 e il 350(/. G. ed . mi n. 13 58, I.45 e 50), pe r pass are a un a m ed ia di 5dr. in gra ni ( = 7 dr. c irc a in fa rina ) d al 340 ai 320 ci rc a.Per questi dati v. Spaventa-De N o v e l l i s , / prezzi in Greciae a Roma nell'antichit, Pu bb l. Ist. Sta tist . K . Un iv . di Born a,1 9 3 4 , p. 28, 32-33, 49-50 e G l o t z , op. cit. 285-86.(') Pe r comm erc io e in d u st r i , cfr. Beloc h Griech. Ge-chichtc, I, 393-437 e II , 336-6 7, m a saia bene ag giu ng ere per ch , se pu r ve cc hie , non sono an cor a supe rat e le pa gi nedel Bcher, Zur griech. Wirthschaftsgesch. in Festgaben frA. Schaffte, Tb in g en , 19 01 , spe c. p. 203-208, in cui si rid uc el a industria attica a una media di 20-30 op er ai al la fine de ll aguerra del Peloponneso e non rerto ai 120 at tr ibu iti a Li si ae Pole mar co at t rav erso un fraint endim ento del tes to di in Erath.8 e 19 . Cfr. an cor a G l o t z , op. cit., p . 21 3; Guiraud , ha main-d'oeuvre dans Vancienne Grece e Oert el, Zur Fragen der attischen Grossindustrien, in Rh. Mus. 79 (1930 ). 230-252.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    21/362

    l'unione di tutti i Greci sotto l'egemonia del re macedone, non voleva che tutto ci significasse lafine dellavita politica del proprio paese (ne la prova il Pana-ienaico), ma un nuovo fiorire di attivit fuori degliantagonismi campanilistici;neppure perdeva il concettodi polis, perch l'autonomismo era un assioma perchiunque, greco, allora si fosse interessato di politica.Isocrate quindi il fallimento di unateoria;anzi pidei fallimento di una teoria soltanto, perch Filippo eAlessandro costringeranno la Grecia a subire quel panel-lenismo che con altri intenti Isocrate aveva prospettato.In questo panellenismo muore politicamente la Grecia,perdendosi la sua caratteristica essenziale di poleis, incui lo spirito brillava in funzione del municipalismo

    i solo astrattamente poteva uscire ad abbracciare ilmondo, essopure greco, che circondava. La scomparsadella libert politicanelle singole citt fece scomparireil senso immediato di patria e con esso i nobili sentimenti che nella patria-polis avevano trovato la lororagione di essere. La situazione peggior con i successori di Alessandro, la cui politica burocratica e assolutista tendeva a soffocare tutte le libere istituzionisopravvissute, finoa faredellecitt dei puri e semplicicentri amministrativi.Tutti questi fenomeni si sommano: le masse impoverite, i giovani resi amorali daifilosofidi moda, lacittadinanza dissoluta nelle sue ricchezze, la libert ela vita politica spente, l'antica fede senza credenti perch incapace di soddisfare le anime e le coscienze,purcos scosse concorrono a rendere pi spaventosoil crollo; crollo che avviene tra una apparente indifferenza,come volevano lafilosofiadel tempo e il timoredella noia.Esplicitamente possiamo dunque dire che alla finedel secolo IV la polis muore: non ha potuto resisterealle lotte interne e alle pressioni esterne, alla azione

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    22/362

    del commercio internazionale, al crollo di tutte le tradizioni; ormai non risponde pi a una necessit bendefinita e durante il II I secolo, tra le interminabilidiscordie del mondo ellenistico, si cerca di salvare questo concetto, che pare ancor vitale. Ma ormai non esiste pi la polis da quando, logora nelle sue istituzioni,le venuto a mancare lo spirito umano che la facevaatta a vivere.

    * * *C ol crollo della polis contemporaneo e interdipendente lo sfacelo della religione: alla mancanza del controllo sociale risponde la mancanza di controllo dello

    spirito. Il x(j[xou TCOTY

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    23/362

    siste ; i pi saranno perci politicamente e anche socialmente dei naufraghi, privi di una guida e di una metacomune-V i e n e cos alla superficie, da un bisogno violentodi un'umanit in crisi, la tendenza pi o meno spiccatadal I I I secolo in gi alla vita contemplativa in genere,alla vita solitaria in particolare. Non ostante quanto stato affermato e di cui anche noi riconosciamo appieno il valore , e cio che il Greco non conosce vitaal di fuori della societ politica di cui fa parte, ginell 'et precedente si era venuto formando un nascostoideale di vita contemplativa, le cui mosse iniziali hannoben seguito il B o l l , il Jaeger e R. Mondolfo (*): Democrito (2), Anassagora (3), Eraclito (4) furono i primi

    (*) B o l l , Vita contemplativa, in Sitzungb. Heidelberg.Acad. 1920, 8, p. 7- 10 ; Jae ger , Ueber Ursprung und Kreislaufdes philos. Lebensideal, in Sitzungb. der Preuss. Akad. d. Wis-senschaften, 192 8, p. 390-421 (ve dil o t r a d o t t o in app end icea l l ' e d i z . i ta l iana dell'Aristotele a pp . 5 5 9 - 6 1 7 ) ; R. Mondolfo,Origen del ideal filosofico de la vida, in Rev. de Est. clas. (Univ. de C u y o ) , 1 (19 44) , 1-34, che app rof ondi sce le ricer chedel Jaege r e gi un ge a nu ov i e imp ort an ti risu ltat i. V e d i ancheF . Wehr l i , A # e pt,

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    24/362

    a gettar questo germe, che, dopo aver destato curiosit,suscit tanto interesse. Anche i sofisti non mancaronodi trattare temi che potevano invogliare, sotto un a-spetto o sotto un altro pi o meno direttamente, alritiro dalle pratiche o normali attivit della vita: ricorder solo il noto frammento di Antifonte sul matrimonio (1). Gli effetti di questo mondo di pensieroc h e si sovrappone ormai alle particolari condizioni divita di cui abbiamo pi sopra parlato compaiono inEuripide, che riprende come ideale la vita, quale l'av e v a intesa Anassagora: oX(3tov (?\)ozo)c, xarfxov y Tjp wv : ed esce in un'affermazione che ci fa gi sentire come prossimo sia ormai ilmondo ellenistico con le sue nuove concezioni :

    OOTIC, 8 Tcpcrcysi TtoXX u,7) 7ipa? 7rpy(ji.ova (2 ) .

    D e l resto anche Platone, che parte da una concezione del tutto opposta e non smentisce mai la suamissione politica, ci d un quadro del saggio assentedalle cose del mondo ed estraneo ad ogni forma di

    (J) Vors. So B 49 D. Cfr. an ch e le affe rmazi oni di P rot ag ora{ i n P l a t . Prot. 320 sg g. ) pe r .cui l ' a t t i t u d in e alla vita civile non facolt naturale, ma si apprende.(*) E u ri p . fr. 91 0 e 1 93 N . 2 Ques t 'u l t im o f ram men toprov iene dall'Antiope, in cui com pa riv a anc he i l succ essiv ofr. 194, S ' ^ C T U X O ? . . . j7rXet r'&piazoq. U . T J r x t v S u v e u - a T a a l -vtir''y y p ovire vauTiXov cpiXto | T o X u. w v T a X(av O U T E rcpoaT-T7jv x ^ o v i ; (al v. 2 forse ben e ac ce tt ar e la corr ezi one delN a u c k psoT?, m a n e p p u r e essa - e cos si dica dellea l t re - soddisfacente) . Versi dell'Antiope ci ta Ca l l id e nel Gorgia (484 e,485 e-486 c), s fr ut ta nd o le pa rol e di Ze to , v^jp itpaxTtx

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    25/362

    vita civile e ad ogni foima di diritto ed propriolui che per primo pone la domanda T OTTIT aoTooeTet[X>.ecrirat; Che cos' prendersi cura di se stesso ? ( 2 ) .MasoloAntistene aveva riconosciuto per primo chel'emancipazione dell'individuo dai legami della societpu salvare l'uomo dalle rovine tra cui veniva a trovarsi e per primo aveva posto in chiaro quell'antinomia individuo-collettivit, che si risolver pi tardiin.quella individualismo-cosmop>olitismo ( 3 ); ed ancora Antistene il primo che afferma quale vantaggiodella filosofia TSvaat-at auTto fnXetv (4).

    Primo a chiamare, con voce suadente dal tono edal calore platonico, gli uomini verso i nuovi orizzonti Aristotele, nel suo Protrettico,che apre a quella umanit stanca, anela di pace e di riposo, il mondo dellacontemplazione: si devono abbandonare 1' e5 irprTeive l'ideale della vita attiva nell'agor, ci si deve portarein un mondo utopistico, simile alle isole dei Beati (5 ),in cui atto la contemplazione filosofica, l'astrazionepura del pensiero scientifico (6).

    Manon erapossibileche il metodo d'educazione delgiovane Aristotele, con tanto pessimismo specie versoci che di sensibile e pi vicino alle passioni umane si

    (*) Plat. Theaet. 1 7 3 0 - 1 7 6 0 ; Apol. 17a; Fes tug i re , op.cit. p. 235-46, B o l l , op. cit. p. 1 5 ; cfr. an ch e ca p. I, pag. 45e n. 2.( 2) Pl at . / Ale. i 2 7 e ; cfr. gi Symp. 216 a, col con tra st o(zauTo jjiv u.e).w, T 8' ' A & Y J V O U W V 7tp-CTa>, che A l c i b i a d e r iconosce come rimprovero di Socrate .(3) M i sc h , Geschichte d. Autobiographie, 1 9 4 3 3 I, 408-10;K a e r s t , op. cit. I , n o sgg . ; Wen dla nd , Die hellenistisch-rmischeKultur, Tbing en , 19 12 , p . 3 5 - 4 1 , 45-50.(*) D . L . 6,6; cfr. ca p. II I , pa g. 17 7 sg g.(*) Cfr. Ar is t .Protrept. ir. 12 W a l z . ( = C ic .Hort. fr. 50 B. )-(') Cfr. Ja eg er, Aristotele, p. 72 sqq .; Big non e, L'Aristotele perduto e la formazione filosofica d'Epicuro, Firenze ,1 9 3 6 , I , 88 s g g ; Fes tug ire, La rvlation d'Hermes Trnmg.,I l , 1 7 0 - 7 4 .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    26/362

    agita nella vita , non trovasse polemiche e contrasti daparte di chi non era ancor giunto ad ammettere unavita priva dell'c T c p - r - r s i v d'un tempo; Isocrate, ilmaestro delle ultime illusioni politiche, che polemizzacon lui e insegna ancora la peTT) - r r o X i T c x y ] , arte dei beicorpi e delle belle anime: quello stesso Isocrate chenon perdona ad Antistene il suo rientrare in s e lo taccia d'impotente (x). Eppure l'educazione aveva f a l lito il suo scopo e si era dimostrata incapace di assolvere il compito che lo stato prima, l'individuo orarichiedevano da lei. Ma certo che neppure Isocrate,con il suo metodo che in parte ritornava all'antico esi ricongiungeva ad antiche tradizioni finanche formali (2), soddisfa i nuovi Gr ec i , bench a loro non dispiaccia.Si attende una parola nuova. Ormai l'uomo nonsegue pi il vecchio ideale attico; v i v e in un mondonuovo, in una nuova et i cui interessi non sono pilimitati alla polis, ma si son fatti universali. Presto lostesso Aristotele, che ha offerto la filosofa e la suacontemplazione come rifugio ai suoi contemporanei, superato dall'incalzare dei tempi. La vecchia morale si spenta, ne sorta una nuova; se la vecchia era quelladell's TcpaTTsiv, la nuova sar quella dell'e 9)v: mal'sS Cvjv diverr presto YJSSOCK; 9jv. La contemplazioneplatonica, metafsica di Aristotele non pi rispondente alle necessit del tempo.

    (') Isocr. ad Nicocl. 39 009001; v u . t ^ . . . T 0 ? u-rpia [JivTcsp O C U T S V X y o v x a c ; , fjttXetv S xat Tot? 7rpy(jtac7t x a t Tot? v & p a> 7 i o t ? S o v a u- v o u ? . L' al lus ione colt a e ill umina ta bene dalDi immler , Akademika, Gies sen , 1889, p. 64-65.(2) E interes sante le ggere Vad Demonicum, che indic aassai bene qua le posizione gli an tic hi att ribuis ser o ad Is ocra tein questo campo; lo scritto intessuto di massime che risalgon o spesso al buon se nso popola re o al l 'e tic a tra diz ional ee che sono consimili a numerose a l t re di Democrito, per es.,o che trovano riscontro in opere di Isocrate. Quanto poi alconcetto in cui Isocrate teneva le scuole filosofiche, quelledei sofisti e quelle socratiche, si veda T Z . v x t S . 258-6 9: in s ostanza per lui si t r a t t a di yu[xvcrta T T J ? diu%riq,non di filosofia .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    27/362

    L a metafisica platonica non rifiorir pi, ormai, senon con Plotino: ma allora sar cessata la fede in unarealt politica e nella possibilit di una concreta fel icit terrena. Sar una nuova metafisica che si abbeverer alla fonte dell'estasi e dello spasimo mistico; nascer dalla nuova esperienza che le anime avrannotratto da quel mistico oriente, da cui nato anche ilcristianesimo, e pur arricchendosi di nuovi elementi,nello stesso tempo sar cos lontana dallo spirito dell'etclassica come dallo spirito dell'et ellenistica.

    In qusto momento avviene il distacco del saggiodalla polis, dell 'etica dalla politica ( l) e nascono dalleesigenze del tempo due nuove correnti di pensiero,l'epicurea e la stoica; loro originalit fu il rivolgersialla natura che pareva nemica all'uomo e cercare soluzioni diverse, ma secondo natura , cio fuori dallaartificiosit della societ politica, invece rivolgendosiall'uomo, alla natura dell'uomo, nel tentativo di renderla consona a se stessa e di darle il suo posto nellanatura universale (2). Ma, anche, secondo natura v u o l dire secondo una realt e l'uomo il cui mondo in dissoluzione cerca qualche cosa di concreto: ecco aparer mio l'elemento originale che radicato nelle nuovefilosofie e le fa trionfare, mentre manca al primo A r i stotele e porta a fallimento la sua metafisica.

    S u questo piano la nuova grande parola che entrambe le filosofie dicono all'uomo, mentre un mondo(') Z e l l e r , Die Philosophie d. Griechen, 18803 , III, 1,

    p . 13 e 1 9 ; B o l l , op. cit., p. 14 .(2) I l Ruyssen, Tradition philosophique, Pa ris, 19 22,p . 7 dice che ce fut l ' origina lit profond e d e l ' pi cu ris me etdu S tocism e d 'a voir acc ep t dans tout e sa s implici t tragiq uec e red out abl e tte- -tt e (con la natu ra), e t d ' av oir ten t detrouver dans la n a tu r e mme l 'quivalent de la ci t vanouieet des raison s de la foi p rim e . Su l sign ifica to di qu es te n u ov efilosofie nella c i v i l t el lenis tica, v. Wendland, op. cit., p . 4 1 - 4 5 ,48, 1 0 1 - 0 7 ; Pohlenz , Die Stoa, Ge sch icht e einer geis tigen B e w e g u n g , Gttingen, 1948, I , 1 6 - 1 9 .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    28/362

    crolla, aTpxeia: ma questa autarchia individualismo e lo dimostra l'immagine del s agg io , libero,che conta solo su se stesso e si separa dalla massaAttraverso l'indipendenza l'individuo pu guardare s fa l darsi le sue basi tradizionali con cuore sereno, sicurodi bastare a se stesso, mirando alla meta pi agognatain tempi cos agitati, cui era certo di giungere, perchdella realt di se stesso non avrebbe mai dubitato.L a meta di questa nime in angustia il riposo del lacontemplazione fuori di ogni turbamento, in un'interiorit del tutto nuova per lo spirito greco (2). Sischiude cos quel (io; ftsipvjTtx;, che tanti animi nobili conquister attraverso i secol i , fino a B o e z i o efino anche a Petrarca ( 3 ) .

    (' ) Cfr. We nd la nd , op. cit., p. 48.( 4) Zeller, op. cit., II I, i , p. 19 : tr a gli ele men ti c om un idi qu e s t a filosofia pos ta ri st ot el ic a c' , in u na pa rol a, di eZ u r c k z i e h u n g des Menschen auf sich selbst , auf eine Beschrnku ng und Isolirung, mit der Ve rlu st des leb end inge n Intere ssenan de n Au ss er we lt .( 3 ) II B o l l , op. cit., p. 15 , ch iud e il su o discorso in au gu ra lec o n le seg uen ti parole, cui sott osc rivo, se pure in te nd o il ( ot e c o p Tr ) T t x < ; in mod o un poco pi ris tre tt o: D u r c h v o l l e t a u send Jahre , von 5. J a h r h u n d e r t v. Chr. bis zu m le tzt en E r ben der antiken Kultur, zu Boethius, dem noch im Kerkerdie Erk en ntn is der Na tu r und des We se ns der Din ge Tr ostspend et und F l ge l lehrt , reisst die Ke t t e der Ve rhe rrl ich ung e n des theoret ische n Le be ns als des einzig wah rha ft be gl k -ke nd en nic ht a b .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    29/362

    P A R T E PRIMA

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    30/362

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    31/362

    I

    C e un punto in cui la necessit spirituale dell'epoca.e le teorie si incontrano; questo avviene in Epicuro,come lo mostra il successo che per molti secoli in Grec i a e in Roma ebbe l'Epicureismo presso tutte le classisociali Ma il quesito che si pone per risolverenella sua sostanza la questione nei riguardi di Epicuro di discernere se la teoria combaci con le necessit spirituali per lievitazione dei suoi probleminell'animo del filosofo o per pura polemica. Nel primocaso il pensatore scorda tutto il pensiero precedente;nel secondo ne viene informato. Per Epicuro siamo unp o ' nell'uno e un po' nell 'altro caso. Se le sue teoriecorrispondono a una meditazione di problemi nata nelsuo spirito dall'osservazione dei mali del mondo reale,come prova tutta la sua vita che osservanza allenorme che eg l i aveva dichiarato essenziali; pure lastessa tarda formazione del suo pensiero (2) non puesimerci dal pensiero che fin dalle origini della suaelaborazione abbiano avuto peso notevole le polemichespesso accanite che ebbe a sostenere durante tut ta lasua vita, da Mitilene in poi. Della sincerit del suo

    ( l) Per la vitalit della scuola si ricordi la testimonianzadi Diogene L a e r z i o , 10,9. Dio ge ne del II I s e c o l o : si aggiungal a tes t imonianza d i La t t anz io, instit. div. 3, 17 , ch e de lI V s e c o l o .(*} Ritorce su Aristotele l 'accusa di ^ t f x a & T ) ; . ev iden te mente perch colpito c o s dagli s tessi platonico-accademici.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    32/362

    entusiasmo, che lo far sentire Maestro di vita ancoraa tante generazioni pi tardi, ci pu testimoniare lasua g i o v i n e z z a fatta dolorosa dalla macilenza dellacarne: di l, da quella prima paziente sofferenza, chenon lo rese scettico, ma gli diede forze mirabili perscrutare dentro se stesso e dentro l'animo umano, allaricerca di una psicologia che fosse aderente all'uomo eal suo mondo senza basarsi su teorismo di etiche metafisiche, di l sgorga la sua concezione tanto umana,tanto diversa dagli altri edonismi. Nel tormento dellasua anima, duramente provata forse dal consumarsidella carne, trov il medicamento che doveva curarel'anima di una intera umanit, angosciata dal crollodel suo mondo. Le polemiche ardite o minuziose, checulminano nell'ardore di tutta VEpistola a Meneceo,non fanno che acuire il suo ingegno, precisare la suaterminologia filosofica, metterlo sempre pi in contattoconi Cirenaici e con iPlatonico-accademici;ma lascianointatto il suo pensiero, che si racchiude, se ben inteso,in due sue massime> Principio e radice di ogni bene il piacere del ventre: le cose sagge e raffinate ad essohanno riferimento e V o c e della carne non averf ame , non aver sete, non aver freddo. Se qualcunoquesto ha e spera di avere, anche con Zeus pu contendere per felicit N vi possibilit di fraintenderle,quando si scorra l'esposizione del suo pensiero, o quandosi pensi alla vita di quest'uomo che v i v e v a d'acqua epolenta e si beava nel suo y.v\izoc, del calmo filosofarecon i discepoli. Il filosofo ellenistico deve ormai accantoal la teoria portare l'esempio della sua vita. Epicuro ha,sovra tutto, compreso questo, che l'uomo v o l e v a accordare le teorie, belle per il campo intellettuale, coni principi da applicare alla vita pratica e cercava nelfilosofo una guida che lo precedesse nei mali passi

    (') Epic. fr. 409 U s . ; 5. 1" . 33.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    33/362

    L'edonismo epicureo 35

    dell'esistenza. Infatti nella dottrina epicurea sonocercate con amore le verit pratiche, accanto a quellespeculative (*). pur vero che anche in Epicuro troviamo che accanto alla sua visione originale, nata dalui attraverso la sua intima meditazione, si sviluppae si interseca una trama di pensieri e di elaborazioni,che si svolgee s'afferma dalla polemica con le correntifilosofichecontemporanee: e questo, nei riguardi delpio?, teoria, non pratica (2). Si fanno cos forti el'unoe l'altro elemento il polemicoe l'originale ,da costituire come due centri, intorno ai quali si svolgono le opere di Epicuro, degli epicurei e di tutti coloro che trattano, in genere con animosit, di questedottrine: il piacere da un lato, l'aponia e la atarassiadall'altro.Distinguendo piacere e aponia-atarassia non voglioporli quasi due centri in certo modo in opposizione,masolofar risaltare come il primo il problema dominante, se vogliamo, dellepolemiche, mentre le secondescaturiscono dal pensiero originale. Perch non c' inEpicuro solo la polemica per la polemica, pura espressione del contrasto di teorie che si differenziano, pole

    mica che nasce e rimane nel campo teorico; vi necessit di risponderealleaccusedegliavversari,violenteoltre modo, che lo colpivano attraverso una campagnaslealeanchenellavita pratica, tanto vero che vediamoil nostrofilosofocostretto a lasciareMitileneper Lam-psaco: Ma la polemica (3), in alcuni lati violentaanche(') Ci ap pa re c hia ro da una parafra si ep icu rea in Se ne ca

    (Epist. 88, 42), r ic av at a proba bil men te dalia Le tt era ai filosofidi Mitilene (cfr. Bignone, L'Aristotele perduto, 1 1 , 65-68),in cui si accusano quei filosofi ch e in gen ere meg lio a pp re ndo no a parlare che a vi ve re , cio div ers am en te d agl i epicure iche sanno la vera dottrina di v i v e r e .( 2) P ra t ic a parola , com e qui intesa, lon ta na d al su os i g n i f i c a t o a t tua le : in tend iamola come inse gnam ent o concre toe immediato del TCpaxxov.( 3 ) Per essa vedi Bignone, op. cit., I l , 4 3 - 2 1 5 .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    34/362

    da parte di Epicuro (1

    ), importa assai pi dei slitiodii di scuola se ne guardiamo gli effetti sulle teorieepicuree come esse sono nella loro tradizione scrittadefinitiva. Nel lungo durare delle dispute (2) c'era lostimolo a continuamente riorganizzare, rivedere il s-stema per mantenerlo sempre omogeneo di fronte allecritiche e alle falsificazioni degli avversari, a farlo anzipi saldo prevenendo le obiezioni, replicando e parandoi colpi, a volte ben dati, degli Accademici e Peripatet ic i .

    S e osserviamo con esame scrupoloso e al di sopra dipregiudizi le dottrine del nostro filosofo come gifecero, per esempio, con diversa penetrazione lo Zeiier,i l Guyau, il Bignone, il Diano , ai nostri occhi, allanostra dinamica sensibilit di moderni nessuna eticaantica pare velata da una tristezza costante pi diquesta in cui si parla tanto di piacere, ma in cui, a benvedere, si fanno chiare distinzioni, nette riserve. Unavolta tolti i passi polemici, ci accorgiamo che il piacereviene ad occupare una posizione non cos essenzialeneil'economia delle opere epicuree. Perch, allora, hafunzione polemica cos netta ? Ne possiamo ricavarealcune considerazioni interessanti.

    Non bisogna dimenticare che Epicuro, poco dopoaver preso a insegnare, si trov di fronte l'opposizionedella scuola accademico-peripatetica in Mitilene, fondata da Aristotele e Teofrasto e assai ben visa ai potentidel tempo, che lo obblig a precipitare la formulazionedella sua dottrina (fino ad allora sviluppatasi nel suopensiero e nella sua personale esperienza senza ostacoli

    (') Cfr. Cronert, Kolotes und Memdemos, L e i p z i g 1906,16-23 e Bignone op. cit.(*) Cr ed o ch e qu el la con Ar is tot el e e gl i ac ca de mi ci , c a u sata dalla defezione di Timocrate, dur i ben a lungo, dal 310/09al 306 e poi d u r a n t e il soggiorno ateniese di Epicuro, se purenon fu pi pericolosa per lui e per i suoi.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    35/362

    esteriori) attraverso una amara attivit polemica. Diqui i tratti fondamentali si irrigidiscono, qua e l affinandosi e specificandosi attraverso le argomentazionie le controargomentazioni, altrove spingendosi a dellecuriose esagerazioni, che fuori dell'esasperazione pol e m ic a non avrebbero senso. Quello di Epicuro era edonismo e il Maestro su questo punto, che egl icalcolavamotore essenziale della sua filosofia, non transigeva;tanto pi ci insistevano gli avversari, che in mala fedelo accomunavano non volendone vedere il carattereaustero, ma basandosi sull'eguaglianza di termini all'edonismo cirenaico.

    N e consegue che anzitutto Epicuro parla spesso diYjSov-) per la necessit di chiarire in che rapporto sitrovi con l'edonismo cirenaico, da cui dissente. Bisognache egli distingua dalla u,ovxpovcx; T ) S O V T ) di Aristippol a ?}8OVYJ xaTacrT7){xaTix^, che ha valori morali e dottrinali ben diversi; bisogna che egli mostri la intimaopposizione tra il suo piacere che v crtdei e quellocirenaico che X e i a X C V T J C T K ; , poich l'uno e l'altroesistono e non solo quello in moto, che anzi lo stabile superiore al secondo, in quanto in esso consistono apo-nia e atarassia. So lo se al Nostro riesce di annullare leobiez ion i rivolte al piacere da Platone (e da quantipolemizzando gli si accodavano), che nel Filebo lo definisce divenire e stato misto di piacere e di dolore, putrionfare e rinfrancare i discepoli e quanti osservanolo svolgersi della disputa. Un gruppo ben serrato diobiez ion i era sostenuto contro i piaceri da Platone edagl i accademici era acuito con un tono che, genericosulle prime, prendeva a mano a mano un deciso indir i z z o antiepicureo ricco di acredine accresciuta dafatti come la defezione di Timocrate (x) e la piega di

    (*) E fors ' anche di An t id or o ? cfr. Croner t , op. cit., pag . 25.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    36/362

    calunnia personale in cui spesso la polemica ricadeva (1).D i fronte al complesso di colpi inferri al valorefilosofico del piacere come bene, Epicuro risponde inparticolare agli accademici, avversari pi temibili perch contemporanei, cercando innanzi tutto di dare allasua YJSOVTJ un nuovo carattere pi stabile e pi elevatoche non avesse quella di Aristippo. Nella terza delieMassime Capitali (2) espressa nella maniera pisintetica la teoria del 6po

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    37/362

    movimento il primo ad essere soddisfatto, ma non fondamentale al raggiungimento del xXo? ed diversodal catastematico: ed Epicuro mistificato da Epit-te to allorch questi gli fa dire che il bene nella carne (1). Pure Epicuro era stato esplicito:principio e radice , non scopo, non meta il piacere del ventre;infatti cos inteso il principio coerente col resto delpensiero: una volta soddisfatti i bisogni necessari edimpellenti della carne corrispondenti a desideri naturali e necessari (2) solo allora dal #pu(3o

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    38/362

    la polemica contro le pertu, vane e stolte se non a v e vano uno scopo pratico, se non servivano cio aH'c59jv che era ^Sco? ^ v , quindi all'aponia e all'atarassia.Questo dice il fr. 116 : Io conforto ai piaceri permanenti e non alle virt vuote e vane e conturbatoci,piene d'aspettativa di frutti; questo dice con tonoduramente polemico il fr. 5 12: Io sputo sul bene esu quelli che lo ammirano con vacuit di mente, qualora esso non procuri nessun piacere : del resto entrambi spiegati dal fr. 70, che pi chiaro non potrebbeessere: Il bene e le virt e le cose del genere sono daapprezzarsi, se procacciano piacere: se non ne proca cc i a n o , son da tralasciare (1). Ed evidente comequesto tono aggressivo sia dovuto agli attacchi cheEpicuro a v e v a subito e cui replica, se si avvicini questaserie di frammenti al passo parallelo dell'Epistola aMeneceo, scritta in tempi in cui l'asprezza era diminuita (2).

    (*) A l l a stessa st reg ua c' da osserv are ch e la frase d ' Ep i curo xav o-TpepXw&YJ B' ercxp?, sl vou O C T V sa(u.ova (D. L .10, 118), raff orzato da Ciceron e con l' es em pio de l sap ien teche nel toro di Falaride dir : quam suave est, quam hoc noncuro* (Tusc. 2, 7, 17) ha un sign ific ato t u t t o speciale. Non bisogna inte nderl a alla lette ra, ma bisogna in tepre ta re che ils a g g i o deve opporre t u t t a la sua fortezza d'animo di fronteai mal i esterni, im pon en do ai fat ti la sua volo nt e la sua de cisione da cu i dip end e la direzi one del nost ro spirito. Qu es tesono, come dice bene il De Ruggiero, Storia della Filosofia,1 1 , 1 32, delle frasi ad eff etto .(*) Ep. Meri., 1 3 1 - 1 3 2 . I l Bignone, op. cit., I, 389 opponeEp. Meri. 13 2 fr. 1 1 6 ed Ep. Meri. 13 2 fr. 5 12 e 70 e di cech e ev ide nt e che Ep ic ur o an ch e qui, nella viv ac it dellaespressione e nella occasionalit della polemica, atteggia varia me nt e il suo pensie ro, non ev it an do cont rad diz ioni forma lie, in qu al ch e misura, pi che formal i. E come in alc uni mom en ti ,per rea zione a que l mist icis mo etic o e a que ll 'in te ll et tu al ism och e pre va le nella scu ola av ve rsa ria , con dot to ad esag erarequell'elemento sensuale e materiale che sta ancora a fondodel suo edonismo, cos nel passo dell'Epistola a Meneceo... per evitare che la sua dot t r ina sottos tia all e obiezionimosse con tr o l' ed onis mo da Aris tot el e e dai suoi discepoli. .. ba da b ene ad afferma re che per lui le vi rt sono "connaturate con la vit a di pia ce re" . Sen za voler giustificare Ep ic ur o

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    39/362

    Apona e atarassia 41S e , come abbiamo visto, nella precisazione del con

    cetto di TJS 'OVT ; ha avuto grande peso la polemica conla scuola avversaria, molto meno discusso stato ilconcetto di aponia-atarassia. Ed evidente il perch:gli accademici erano convinti e a buon diritto che se avessero troncato la ragion d'essere filosoficadell'eguaglianza piacere = bene , cadeva da s iLresto della costruzione epicurea, su di questa base innalzata. Ecco perch aponia e atarassia restano suun piano i cui valori sono costanti e non subisconoscatti bruschi come quelli osservati per il piacere;ecco anche perch pi sopra dicevamo che questa parte pi originale e schiettamente originaria della meditazione di Epicuro. Era infatti questo il

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    40/362

    appunto l'atarassia e l'aponia sono piaceri cataste-matici (1). Quindi il piacere fine ul timo solo se losi intenda come aponia e atarassia: ben distanti daogni concetto grossolano di piacere. Del resto ci in logica perfetta e risulta chiaro se si segua un breveragionamento: il T X O ? non poteva essere alcunch vxivr)CTi, ma qualche cosa che dalla labilit si innalzasse e le fosse superiore come principio stabile divita; tali sono aponia e atarassia, stati quietivi e nondi indifferenza, perch dal godimento del piacere comeil saggio sa coglierlo, non pu nascere uno stato dipassivit, ma di quiete (2). quindi l'aponia-atarassiala parte originale del pensiero epicureo. Poich l'uomonon un essere diverso da tutti gli altri, deve anch'egliobbedire alla legge comune: non pu che vivere secondo natura, purch sappia interpretare questa natura in maniera confacente alla sua anima. E siccomeanche l'anima un f r p o t o - [ A a atomico, anche per leivalgono le leggi di natura e le basi su cui poggia la beatitudine fisica. perci assai logico che per Epicuro,posta in armonia la natura quella del corpo e dell'anima, che tutt 'una la beatitudine sgorghi spontanea. Bisogna che il reciproco ordine armonico deltutto non sia turbato:di questa x o c T o- T a a i ? sono fruttoaponia e atarassia, frutti positivi sul ramo pi altodell'albero negativo del piacere, in contrasto ai motidisordinati del u v o ? e della T o c p a x ^ : l'una nell'anima,l'altro nel corpo; T a p a ^ , u v o ? e x a x v sono un'unicacosa (3). Questa convinzione, che nega la v e x p o u xar -o-Taon? dei cirenaici e sorge a combattere le prece-

    (*) Philod. Rhet. II , 56, col. X L I , 4 Su dh .; Epi c. fr . 2 Us .(2) Fr . 423 Us ., d ov e sono inte ress ant i an ch e le pr im e p aro le : Ci ch e d invin cibil e god im en to un gra n ma le sfugg i t o sul m om e n t o ,( s) Cfr . L u e , Bis accus. 22: S T O A ' K a x v T jys i T V TCVOV;Ei nK. Noci .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    41/362

    denti teorie, porta (di l dal T c p a ^ in cui cercato unaccordo con Platone) alla vera contemplazione in condizioni di sensibilit. Qui torno a dire sta l'ideale di Epicuro e qui sta la sua scoperta, che riduc e v a assai la speculazione; ma dava all 'uomo il cpp-(.0CXOV pi sicuro.

    N oi arriviamo cos alla conseguenza che il sovranopiacere e il bene sovrano sono la mancanza di doloree di turbamento; l'atarassia propria dell'anima:il bene serenit, yaX7)vy].V i e n e qui a proposito eli citare un passo di Seneca,c h e , per quanto riecheggi elementi polemici, mostrachiarissima quale fosse la concezione d'Epicuro:Apud Epicurum duo bona sunt, ex quibus summumillud beatumque componitur, ut corpus sine dolore sit,animus sine perturbatione. Haec bona non crescunt, sipiena sunt. quo enim crescet, quod plenum est? dolorecorpus caret; quid ad hanc accedere indolentiam potest?animus constai sibi et placidus est: quid accedere adhanc iranquillitatem potest? quemadmodum serenitas caelinon recipit maiorem adhuc claritatem in sincerissimumnitorem repurgata, sic hominis corpus animumque cu-rantis et bonum suum ex utroque nectentis perfectus eststatus et summam voti sui invenit, si nec aestus animoest nec dolor corpori, si qua extra blandimenta contin-gunt, non augent summum bonum, sed, ut ita dicam, con-diunt et oblectant. absolutum enim illud humanae na-turae bonum corporis et animi pace contentum est (

    1

    ):(*) Sen. Ep. 66, 45-46; fr. 434 Us. I l materiale genuinamente epicureo: cfr. Pap. Herc. 1056 (Ethica Epicuri, ed. Dia no)fr. 6, col. II; Cic. Tusc. 5, 6, 16 (fr. 425 Us .) . P e r la serenitascaeli, ve di la maris tranquillitas di Cice rone (l ' una ris pe cc hia ilg reco eSta e, l ' al tra y a X r ) V 7 ) ) , per animus placidus, l'animi quie-tus et pacatus status e pe r ex utroque nectentis i l tec nico x a & ' -

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    42/362

    S e n z a citare indirettamente, si pu ricordare anchetutto il paragrafo 128 dell'Epistola a Meneceo, perquanto sia meno comprensivo in vastit rispetto alpasso di Seneca. Nella concezione di Epicuro, dunque,la carne di dove l'uomo parte, come da ci che si faimperioso nel legare l'uomo al mondo circostante. A l l acarne si deve perci cedere ed il nostro filosofo le concede benignamente ci che per natura necessario alv iv e re cede affinch l'animo sia poi libero da ognilegame insuperabile con il corpo.

    Sottoqueste condizioni la filosofia aperta a tutti.Non ha limiti di et, \ir\xz vso?rie, &vU.SXXTG) cpiXoao-9etv, (jfrjTS ypcov uupxtov xo7Tt.a.Tco

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    43/362

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    44/362

    dell'Accademia ,, (L), era dell'opinione di Platone con .tmuandone lep osizioni e anche la sua utopia uepT-JJV XTj&ei a v (2). Dell'Aristotele scolastico ora poco mpreme, in quanto ha esercitato scarsoinflusso su- tuttoil pensiero del momento di cui discutiamo. Contro lascuola platonica sta Isocrate, perch come abbia mvisto crede ancora nel valore della 7cato*eta del vecchio mondo superato. Unico dato comune tra Platone,Aristotele ed Epicuro proprio questo scetticismo perla 7 c a c S s ( a . Platone (e con lui l'Aristotele platonico)pensa che nel sapere tutto debba essere formato e intuito sotto rapporti geometrici, spinti quasi al misticismo numerico che s'intuisce, ma difficilmente si arrivaad insegnare: onde in etica i concetti di -rcpac;e dijixpov (3). Epicuro vede invece nella rcaiSsta uno diquei vincoli dannosi che costringono l'individuo a vivere nei limitidella polise della societ, cio la costri-cita , an ch e se am ara . L a note vol e as pre zz a della critica d 'essain bocc a a Ca ll id e (485a-e) d ov e v a riprodurre pe r P la to neuna critica diffusa contro di lui (Festugire, op. cit., p. 397);nel Teeteto il mom en to di "c ri si " sup era to, gli stessi el eme ntidel Gorgia di ve nt a no el ogia tiv i e il sa gg io orma i al di sop radel riso della f o l l a . No n pi il filosofo l ' uo mo ca pa c e sol odi 4>t.#uplCeiv, c om e do nn et te a ll a fon ta na , ma con t e mp l a imisteri della n a tu r a (i73 e) , a nz i v a an cor a pi oltre. Aio xoci7reipa-9-ai XP"*) v & v c s xeioe psoyeiv O T I Ta/icTa.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    45/362

    zione a vivere contro natura. La particolare u a i S e i adi Epicuro mira all'atarassia e all'aponia, in cui siesprime un p i o ? ^ e t o p y j r i x c x ; che formazione spirituale dell'individuo per raggiungere il concreto idealedi quel saggio che ' veramente un asceta dell'artedella felicit ' (1). In questo (3io

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    46/362

    attivit di pensatore alla quiete, alla contemplativitadella vita senza ricerche. Tant' vero chePolieno,m atematico e geometra di fama, venne a lui e Epicuroadsentiens totanigeometriam falsam esse crediditErmarc lasci laretorica e Pitoclea ci esortato daEpicuro stesso (2) .I l complesso di attivit che gli epicurei interdicono a chi vog l i a vivere secondo i loro precetti si puraccogl ie re sotto quattro punti, alcuni pi documentati, altri meno:

    a) il non curarsi di fama;b) il (XYJTtoXcTsuecr&oac) Yotium;d) l'eliminazione di societ e di famiglia (3 ) :

    * * *Affe rma Epicuro: T9}?tjrpcc'kziuc; T9JC; k\ v & p w u w v

    Yevo{jt,v7jc; u-^pi T I V ? Suvfasi TS ctepeio'Tix'fl xa s-7rop(a eXixpiveo'TTT) ytverac r\ x TYJ

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    47/362

    Avversione per la fama e per la folla 4 9vita appartata dal v o l g o Ma vediamo dunqueTI o*'aT TOUTO { = T TSXO?), OTI TE j .r jTe 7CXOUTO?auro? S v a x a r . T c a p a a x e t v {JLTQTE S c ; a 7 r oX e iT t ,, x'y j [ xy jTePaaiXeia ( j ^ & ' p p o S i a t T o ? p i o ? x a , T p a u e ^ w v 7roXux-X e t a {i.7jT'9po8iotcov y X s X e y ( j . v < o v v j S o v a l (A iQT ' X X o ,{AYjSv, cptXooocpia Ss Trspwt ofie T ( j t -v/j] , che cos' ili ne, supremo e come neppure la ricchezza pu procurarlo e non lo possono la gloria politica, n una corona regale, n un elegante tenor di vita, n il lussodella tavola, n raffinati godimenti di Afrodite, nnull'altro, ma la sola filosofia procaccia (2) . Comesappiamo proprio l'atarassia, che ha preso corpo esostanza, tanto da potersi definire, colle stesse paroledi Epicuro, come il trovarsi estranei alle ricchezze,alla fama, all'ammirazione della folla e a tutte le;cirrcostanzeesteriori: OXei TTJVTYJ?4>I>X"/)?T a p a x ^ v o u r eTT)V ^ i X o y o v a T t o y s v v a xaP

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    48/362

    Infatti: T x 9 c t X a i o v T T J C ; eu8ot iu .ovia? /) St^ecTt? TJ?7)|XSI? xup to t , il punto essenziale della felicit la nostra disposizione personale intima, di cuisiamo noi padroni , purch ben inteso si resti in noi stessi;ad uscire fuori di noi stessi, della nostra disposizioned'animo, si cade in potere degli altri e non si pu piessere padroni di noi stessi. Ancora Epicuro parla:Dura la milizia e per di pi sotto il comando dialtri; e il darsi alla retorica ricolmo di incertezza edi turbamento, nel tentativo di persuadere , come logico in persona eloquente che s'affanni se possapersuadere o seottenga ci che vuole. Perch dunqueperseguiamo un modo di agire tale da essere nelle manidi altri ? Non solo vivera disposizione degli altri,ma lostesso viveretragli altri pericoloso alla felicitu -x a l Soojj ieveiai; 7Tepyao-[x(,]xtxaxov, TcoXtxeiav v eupoi tre T V cp&vov T V Trpcj xo

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    49/362

    mana .Quantis molestiisvacantqui nihilomnino cumpopu-locontrahunt Sar bene perci che il saggio lascida parte ogni scritto polit ico; e che anzi non vada apartecipare alle feste del popolo (2). Epicuro bendeciso a non ammettere che il saggio v i v a con la folla :egl i vede in questo mostro multiforme, l ' o ^ X o ? , unamassa d'acque in perenne ribollimento, al polo opposto della YaX^vv) da lui perseguita. L'ignoranza chela massa aveva dei problemi che Epicuro calcolavanecessario conoscere per eliminare la paura degli dei,della morte, del male e dell'infelicit nella vita, causava un tumultuoso modo di vivere, per nulla consonoal sobrio e sereno tenor di vita che il saggio cercava;per questo il Maestro raccomanda: Tunc praecipue inte ipse secede,cum essecogeris in turba (3). Non ci poteva essere in comune nulla con la folla volubile, assetata di apparenza e di piaceri immediati, atta all'edonismo sensuale, ma non al godimento superiore di unideale. Epicuro lo sa benissimo: lo ha sperimentato suse stesso nel corso della sua vita , quando ha pagatol'insegnamento della sua dottrina con l'esilio da Miti-lene decretatogli dal ginnasiarca (4). E di questa incompatibilit ammonisce i suoi seguaci con un tonosprezzante che risente certo l'amaritudine di recentipolemiche: OSnorz top;c#7}v roic, no'k'Xolc, pcrxstv' u,v yp xeivoi? ^peo-xev, ox fxafrov* S'fjSeivyw, u,axpv TJV TYJ? xsivoov Sia^csco?, Mai hovoluto piacere alla folla. Quelle cose che piacevano ad essa io non le appresi, quelle che invece sa-

    ( J) Cic. Tusc. 5,36, 105 ; fr . 586 Us.( a ) D. L., 10, 120; fr . 563, 566 Us.( 3 ) Sen., epist., 25 , 6; fr. 209 Us . L a mass ima di de riv azione democ ri te a; per il con ce t t o ve di cap. I I , pag. 15 1 sgg.(4) Cfr. Pap. Herc. 1040, II, col. 3, presso Cr8nert, op.cit. p . 98 e Bignone, op. cit. I I , 1 1 7 - 1 2 3 .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    50/362

    pevo io ,erano benlungi dal loro modo di pensare L'opera del saggio inutile del resto tra la folla irresponsabile, pi che inutile sprecata, tanto opposte sono le basi su cui poggiano le rispettive concezioni. Filodemo, interprete esatto del maestro, comesi richiedeva a un buon epicureo (il che natura lmentenon toglie che eg l i abbia attinto al fondatore dellascuola in modo essenziale attraverso il suo maestropersonale, Zenone di Sidone), completa in manieradavvero perspicua l'affermazione di Epicuro:

    Aiirsp o68'[vTI PXTLOV o"ocp[cx; ][*)Xysiv, ol T r o X X o o*u[vepo]u-04v, oS TOU[T

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    51/362

    Perci appunto, neppure se il saggio ha qualchecosa migliore da dire, la folla sar d'accordo con lui,n di lui si servir. Infatti la parola di un saggio cheabbia la TCOXITIXTJpsTV) si distingue non secondo unprincipio di ada ttamento a ci che conviene allo stato,ma secondo ci che si risolve nella disposizione intima del singolo (1).D a questa constatazione fluiscono tutte le restrizioni che Epicuro pone al saggio: si svolgano puretutte le sue attivit, ma diventa logico che esse sidovranno svolgere evitando la moltitudine che le fraintenderebbe :oS' (TocpouXyo

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    52/362

    gio non deve atteggiarsi da cinico, n mendicare :il divieto di mendicare potrebbe essere tutt'uno conquello di non imitare i cinici; ma forse, per quantor i sveg l ia to da questo ricordo, ha un fondo pi v ivonella dottrina epicurea, mostra c io, fino a quale puntodebba essere a x a p x Y ) ? l'uomo che aspira alla vera fel ic i t (*).Sopra tutto nel saggio che aspira alla felicit su

    prema dell'atarassia non concepibile il desiderio difama. N 8a 7 r o X s m x 7 ] ,n y r c a p rolq TCOXXOI;TIU.7]xa, TtspipXeyt,? (2) possono procurare alcunch di stabile ,chimere labili come esse sono, non nascendo da desideri fisici e necessari, e per di pi non avendo origine chefuori dell'individuo nel profanum vulgus. La salute ela beatitudine dell'uomo sarebbero cos poco in pugnoall'individuo da dipendere completamente dagli altri eTrapa rae, S t o p c To u ? a t T a ? ? No, ancora il Maestrocon il suo tono calmo ci rassicura ricordandoci la suaesperienza personale: multis itaque iam annis Metro-doro suo superstes in quadam epistula, cum amicitiamsuam et Metro dori grata commemoratane cecinisset, hocnovissime adiecit, nihil sibi et Metrodoro inter bonatanta nocuisse quod ipsos illa nobilis Graecia non ignotos solum habuisset, sed paene inauditos (3). Una cosaegli sa (e la dice esplicitamente a Idomeneo, che dellascuola era stato influente protettore a Lampsaco eche con Epicuro aveva mantenuto cari rapporti anchepi tardi, quando quest'ultimo era ad Atene): non vera fama quella che viene dal mondo transeuntedella politica; il favore del potente e quello della folla

    (*) Sul valore dell'aTpxeia, cfr. epist. Men. 130.(2) D i o g . Oe n. fr . X X I I I , col. II , 3 W i l l . e 5 . V. 81, ved.sopra n. 3 a pag. 49.(3) Sen. epist. 79, 1 5. Cfr. De mo cr it o, B 1 1 6 D . ( = D . L i9, 36), d ov e il L a e rz io di ce ch e il filosofo f ece ques to per "ilfatto di (YJorcouScrai Y v t 0 ( J ^ ' 7 v o a S^rjq xara9povcv.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    53/362

    sono poco stabili e promettono pi di quanto in realtmantengano. Un'altra gloria, s, pu desiderare ilsagg io e ben pi duratura: Si gloria tangeris, notioremte epistulae meae facient quam omnia ista, quae coliset fropter quae coleris D'essere cio ricordato nelmondo del pensiero o da chi di questo mondo figuras ign i f ica t iva .Se gloria da savio il favor popolare non , se non10 sono neppure e satrapie e onori pubblici, o v v i oche tutto ci non bene, non da perseguirsi comeideale di vita felice. Infatti Epicuro trae le sue conseguenze di qui e scende a un gruppo di affermazionicapitali per l'atteggiamento contemplativo del sapiente.O S pTjTopecTstv xaXco? (2) dovr il saggio, se vuolstaccarsi dal v o l g o ; a che mira questa retorica, unadelle p T o i x s vou (

    3

    ), se non a dare preminenza sulpopo lo , che si lascia abbagliare dalla facile loquela enon sa distinguere tra il falso scintillante di orpellie la nuda verit? Quando si cerchi la serena tranquillit dell'anima e della vita, proprio di coloro chenon vogliono essere py-TopE? o 8 s 7tpocrTTou Sr^xcovo S ' p / o v T ? (4) lo staccarsi dalle forme di attivit che1 1 mettano in evidenza. Con la sua consueta gravitbenevola, Epicuro si pronuncia su questo punto: ToE&-SOUJXOV x a jxaxpiov o xpyju.Ttov 7iX9)9-o

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    54/362

    XX'XuTua xal 7tpaT7)? 7ra&cov x a l S i & E c n ? VU X ^ ? T x a r 9t7iv pi^ouaa,N l'abbondanza diricchezze, n ilmovimento degli affari, n particolari cariche, n potenzaporgono la felicit e la beatitudine, ma la procurano lamancanza di sofferenza e la mitezza di affetti e ladisposizione d'animo che sappia tenersi nei limiti dettatidallanatura (1). E fedelmente Filodemo aggiunge:

    " 0 -&ev 0*7] x a l S i a T T a u & ' o C -7 ] Y 0 U { A f r a TTjV 7ToXetTi-XT)V Suvajxiv oux' a -TOI? Tot? xexTYjfxvoi?o > T Tat? TCXernv aT7)vxa&'aTYjv, XX 7 i o X X -xt? aiTiav xal au(X90p(ov v T j x a T c o v , ^ i XyETat7 t o X X x t , ? aiTiov T OVSv 9op(xa?.

    Donde, dunque, per il fat to che stanno cos lecose, noi neanche utile stimiamo la potenza politicadi per s n per quelli che la conseguono, n per lecitt, ma spesso causa di guai insanabili, in quantospesso si dice causa ci che offre l'occasione (2).Non rimane perci che nl TYJV[Y)]ouxt.wTpa[v x ] a[l]Satu,ovt,oiTpav, &

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    55/362

    p t a [ v ] , WO-T'SVV^? TcoXiTe-aea^a i , Sia TTJV .ayo~k[-a v TT)Vv a T Y J t xa&a-< po ) T p o t ? 7c ir / jSeup i< X C T i v7cpaoSoi OVTS

    fr. 44 p[&>vip[o-]av7re[cpiX]o

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    56/362

    cora della retorica, definita come vana, qualche cosa pi grave al saggio, quell'attivit che al massimogrado perturbatrice e che causa prima del pregioche tra gli uomini insipienti ha preso la retorica: l'attivit politica, il 7uoXi.Tuecr9-ai. Quanto Filodemo siastato esatto interprete dell'iniziatore della scuola civien confermato da una semplice massima di Epicuro:' E X X U T E O V auxo? x T O U rcepl x y x xX ia x a l T C O X I T I -x STja^oTTjptou questo sciogliersi dai vincoli delleproprie at tivit e di quelle politiche fondamentale in

    f e r i s c o x a ^ - a

    (cfr. fr. 99 Us . ed Ep ic . apud D i o g .O e n . f r. L X , 6 W i l l . p er l' us o di xaS-ap?), ch e norm al iz za lal u n g h e z z a della linea. I x a & a p w T e p a 7 t i/ r Y ) 8 e u u . a T a supplitiqu i in F il od emo son o quel li propr i del f i l o s o f o , co me quell idi cui trattava Epicuio nella Tcep T W V eTct,TT)8euu.T

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    57/362

    chi voglia assaporare i frutti della vita serena. ' A X X Ttvec; elalv ol Tauxa (TCoXt.Tia? xal px.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    58/362

    TcoTarcauoXiTeioc? xaS-CoacrivSOCUTO? x al ouaTelXacn.vTcoXixelav S psuYovTS? ? (iX^rjv xal Guyyuaiv TOU[ x a x a p t o u , si son piazzati e raccolti quanto pi lontano dalla vi ta politica, fuggendola come un danno e unconturbamento dell'elemento beato (2). Gli Epicurei,qualora scrivano, scrivono sull 'a tt ivit politica di nondedicarvisi, e sul poter regio di rifuggire dal v iverecoi re (3), T (3ao"iXsuet.v u.apxiav x a l St-itTcoo-ivdcTTOfpaivovTs? (4). Non solo, dunque, il filosofo nonsi dedica al l' at tiv it di governo e ne dissuade chi gli v ic ino ,ma com'logicaconseguenza x a f Y o u & J va[y]?iv &L TV a o c p v eie, 7toXtTi,X75v u.7t:t.plav ouSp y j T o p i x T j v TotauTTjv, per nessun motivo bisogna cheil sagg iospinga alla pratica e alla retorica politiche (5).Onde Seneca poteva dire che l'epicureismo era la fi-osofia, quae civem extra pa.triam posuit (6) e vedremo

    (') PI ut . praec. sanit. 21, 135B.(2) PLut. v. Pyrrhi, 20. Cfr. an ch e Pl ut . contro, Epic. beat.r$, 1100B.( 3 ) Plvt. adv. Col. 1 1 2 7 A .() Plut. ib. 1 1 2 5 0 .() Philoi. Rhet. II, p. 35, col. X X X V I I I , 7-12 Sudh.(6) Sen. epist. 90, 35. Esp lic ite le ac cus e di Pl ut ar co {adv.Col. 1126E) XX T I ? TtovCToepwvIrcXeuersv rrp TYJ? r c a T p i S o ? ,Tcpafeuasv, vrjXtoere, TC OC Y ^ Y P A T R T A I T C OX I T I X Y J 7rpa*;i? u[xtv;Una giustificazione del U.Y) TrroXiTeuso& a i , che per gli avversarisi r isolveva d u n q u e in un u.7)]8v uepiTcoieiv T[YJI TtJaTplStau(x p ( o i foT]fo]uT[r)]ptai [x]e[iu.]voi?. XX [Trat]8l -v a Y [ x r j ] x v Xs&ptcov uTtap-X V T W V 9

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    59/362

    pi oltre con quante altre ragioni (1

    ).Eppure Epicuro non si era posto su questa via tantonet tamente perch trascinato dal suo ideale di YJCTUX^'se Plu tarco ave va a rammaricarsi cos: Epicurocrede che non debbano vivere nella calma (v\ ) In cont rasto con la teoria del u.rj rioXixeea&ai p a r eDiogene di Enoanda (fr. X X I V , col. II, 6-11 Will.): xax 8TrjvoXrjv rceptoxvjv xo[G]$e xoo xau.ouui[a T c j v x c o v ruaxpt? crxiv)Tcaoayrj xal si?x a u . o ? olxo?,che ha un valore cosmopoliticor a f f o r z a t odal contrasto con le linee precedenti (3-6) x a& ' x a x Y j vu v yp 7roxou.7]v xj? yfl? XXcov XXr j rcaxpl? axiv, con la contrapposizione tra la p a t r i a locale e la p a t r i a universale, ilc h e propriamente stoico (cfr. la testimonianza di Zenonein S.V.F., I 262 Arn.) e cinico (esempio di Diogene pressoDion. C h r y s . or. 4 , 1 3 ) . L'Usener aveva gi pensato, al proposito, che il u.7)TcoXixeuea&ou d'Epicuro avesse origine da unp r e c e t t o di questo tipo, per cui all'uomo non avreb be interessato il governo della singola c i t t del singolo st at o ap pu nt op e r c h era cittadino T T J ? )?y y j ? . Se dobbia mo p r e s t a r fedea un pas so di Cicer one (Tusc. 5, 37, 10 8; fr. 587*, p. 334, 21sqq. Us. , direi che il ra gi on am en to v a inve rt it o e che il saggi oepicureo, ap p u n to perch una volta ammesso il u . 7 ) TroXtxeuea^ai s t r e t t a conseguenza dell'ideale epicureo dell'atarassia, ciodel piacere ca ta st emati co , ogni luogo di questo mondo( 58 .00) per lui eguale e indifferente, p o t r f a r sua, come aggiunge Cicerone, la massima di Teucro patria est ubicumque est bene . Dice infatti Cicerone, rig u a r d o all'affermazione che l'esilio non un male, ad omnis casus facillima ratio est eorum qui ad voluptatem ea re-ferunt quae sequuntur in vita, ut, quocumque haec loco suppe-ditetur, ibi beate queant vivere. Se dunque la teoria r i p o r t a t a daDiogene rimane c a r a t t e r i s t i c a dei cinici e degli stoici, al tempoin cui fu incisa l'iscrizione di En oanda et di sincretismot r a le varie c o r r e n t i filosofiche era faci lmente possibilef a r e il passo che separava la posizione stoica da quella epicur e a senza che un di lettante di filosofia, come Diogene era,ne sentisse gran differenza. Comunque n in E p i c u r o , n negliE p i c u r e i ci rimane frammento che accenni cos esplici tamentealla teoria del saggio xofxou T C O X T Y ] ? : ci rimane bens un f r a m ment o di Democrito, della cui autent ici t si inut ilmente dub i t a t o , che dice: vSpl

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    60/362

    e iv) , ma piuttosto debbano seguire la loro naturaidedicandosi all'attivit politica (quegli Y x x X i x x a 7ioXt.Tt.x a che abbiamo visto altrove deprecati) coloroche anelino aonori e a fama, convintoche si vengonoatrovare maggiormente turbati dall'inattivit e danneggia t i , se non possono conseguire ci chebramano.M a egl i asssurdo, se vi esorta non quelli chepossonoassolvere a pubbliche cariche, ma quelli che proprionon possono vivere in quiete (*). Epicuro tenevatroppo a mantenere l'uomo in quella che era la suasfera ambientale, cio la sfera della sua Si&eGic, perrsonale, per costringerlo l dove non sarebbe convenuto; evidentemente il saggio potr occuparsi di politica per nonforzare di troppo quella che una sua naturale tendenza: ci conseguente con quanto lostesso filosofo afferma, checio il piacere come e a x -fteia Totxeico? Sia rift sa fra t au xou nphe, auxv (2 )e che a volte conviene preferire deidolori, ovequestine evitino dimaggiori.Suquesta viafatta di comprensione, Epicuro precisa ancor di pi: x a l [xvapxovv x a i p t o d-zpaneuzw (3 ), e cioquiclaritati ac potentiaestudet, huic praecipitur reges colere;qui molestiam ferrenon potest, huic regiam fugere (4). Appare di qui ch e

    (*) P l u t . tranq. an. 2, 4 6 5 F ; fr . 55 5 U s .(*) Stob. ed. II , 46, 1 8 ; U s . p ag . 264 adnot.; veramen teil testo continua x w P ^ T T? 7r'

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    61/362

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    62/362

    o",xsicou,a, con una precisione che d rilievo all'importanza della cosa, personalmente Epicuro nei riguardidi uno sconosciuto amico, di cui decantata la vitaintera: un esempio pratico di quella vita che i precettidel Maestro ponevano come la pi alta:...Xioapstv [xo Tcajvxi;Y )crux^^t>v7rpoaipo[i.vo[u x]e xo ouVrc 'p-

    o7cox[ fA]xacrx$v7o?y)xovxa XO xp ta [ lv sjxso-ivo[u]x'l

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    63/362

    i l filosofo vecchio aureo fxvovxp Tat( L ) : massima disapore democriteo cheriassume in s i valori pi sign i f i ca t iv i che l'Epicureismo ebbe riconosciuti dallamigliore cultura antica. Anche nell'insegnamento nonci si doveva rivolgere a molti, m a ritirarsi l'un conl'altro, tra pochissimi, se non addirittura tra du e;haec ego nonmultis, sedUbi: satis enim magnum alteralteri theatrum sumus (2 ) . Questo insegnamento als ingolo erasenz'altro quello p iproficuo perch innamorava ilneofita, glifaceva sentire il fascino dellasolitudine, che si fa ricca di una nuova yv&aic, e non vuota vsxpoo x a T t r r a c n * ; ( 3 ) . Loquor enim de dodohomine et erudito, cui vivere est cogitare, aggiungeranch'io con Cicerone (4). Ci che Epicuro deploravaera lostato dinarcosi in cuicadeva l'umanit quandocredeva diessere in quiete, confondendo la stasi inertee quasi ferina con la serena pace delsaggio chedallasua meditazione traeva il piprofondo godimento del=l'esistenza. I l filosofo siesprime mettendo in luce,a ttraverso il contrasto tra i due frequenti estremi dell'atteggiamento umano, la miseria di questa umanitche non vuol conoscere la aurea mediocritas di un aposizione che ripiega dalle passioni violente e dalleebeti inerzie: T& V TcXeicrrcov TWVv -pv T u,v TJ-oru^^ov vapxcj , T S xtvou^ svo v AUTTSC, Nella ma ggioranza degli uomini, laparte che inquiete s'intorpi-

    (J) Eth. Epic. P a p . Herc . 12 51, c ol . X X I , 9 Schmid:xa[t

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    64/362

    disce ,quella che si muove smania ('); in questo contrasto di morte e di frenesia bisogna cercare una viache porti alla vera libert dello spirito, libert dai soliti mali che gi altrove sono stati denunziati comeperenni insidie all'umanit in travaglio. Philosophiaeservias oportet, ut Ubi contingat vera libertas (2). Laqual filosofia, sinonimo di vita, grida alto il A & sco-a?,monito capitale fra tutti nell'etica epicurea (3 ) .E in particolare ai migliori va questo consiglioa quanti possono comprendere la portata di una vitav 7jcru)* (3a&ta (5), tale da elevare l'uomo alla fel icit pi alta ^7)CTet? c, bzoc, v v&piTZoic , perch un simile consiglio pu essere rivolto soltanto adesseri compiuti che hanno superato i primi ostacoli pimateriali. Questo stato perfetto di vita parifica l'uomoa l la divinit: tra questa massima aspirazione dell'uomoe la beatitudine di cui fruiscono gli dei non c' sostanz ia le differenza. Lo ha compreso Seneca: itaque nondai deus beneficia, sed securus et neglegens nostri, aver-

    (') S. V. i i . Per i rischi a cui si espone chi vapxa, cfr.Democr. Vors. 68 B 290 D . X U T T T J V ScrTcoTov tifoy^c vap x t oT ) ? .(2) Sen epist. 8,7; fr. 199 Us .(3) L a mass ima ri torna, con ben diversa tonalit, in unaccorato distico di Ovidio (Trist. 3, 4, 25) : Crede mihi, benequi latuit, bene vixit, et intra Fortunam debti quisque .manere su amisi not i anche Prop. 3, 9, 2, dove r i torna la massima del pent a m e t r o ovidiano, con il colore epicureo a d a t t o a Mece nat e,cui rivolta l 'elegia: intra fortunam. qui cupis esse tuam) e inun'epist ola di Oraz io {epist. 1, 18 , 102 sq. ; fr. 551 U s. ), do ve con te nu ta una concis issima sintesi del pens iero ep icu reo:Quid pure tranquillet, honos an dulce lucellum, An secretimiiter et fallentis semita vitae. Anc ora Orazio (epist. 1, 17 , 5 sq q. ),rivolgendosi a Sceva, gli consiglia Si te grata quies et primamsomnus in horam Delectat di recarsi a Fe re nt in o; e comm en ta :Nec vixit male qui natus moriensque fefellit.(*) Plut. de occulte viv. 3, 1 1 2 8 E ; fr. 107 Us . xa [JiVjV etysvoic, ypTqaxoXq Xav&veiv xa t Yvos a&ai TcapatvsT v T s q .

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    65/362

    sus a mundo aliud agii aut, quae maxima Epicuro fe-licitas videtur, nihil agit Che cosa si avvicina dipi al saggio epicureo, anch'egli securus et neglegensdegl i altri, aversus a mundo, che v i v e la sua felicitideale fuori da ogni attuosit ? OSv OOTOI; s&u(j.ia

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    66/362

    nei poeti, specie in quelli romani, culminando nellaesaltazione lucreziana: Cum tamen inter se prostrati ingramine molli, propter aquae rivum, sub ramis arborisaltae, non magnis opibus iucunde corpora curant, prae-sertim cum tempestas adridet et anni tempora consper-gunt viridantis floribus herbas (l) ; da cui non riescoa staccare Orazio: seu te in remoto gramine per diesfestos reclinatum bearis interiore nota Falerni (2). Anche Vi rg i l io , che da giovane era stato influenzato dall'ambiente epicureo campano di Sirone, aggiunge qualche tocco . 0 fortunatos nimium, sua si bona norintagricolas... at secura quies et nescia faltere vita... atlatis otta fundis... mollesque sub arbore somni non ab-sunt (3) ; e poco pi oltre, in un passo di mossa nettamente epicurea, loda la vita del campagnolo che nonteme poteri politici, guerre c iv i l i , guerre esterne (4).

    (*) Lucr. 2, 29, sqq.; non si dimentichino, per, l'infinitoe a t t e n t o amore che Lucrezio n u t r e per la n a t u r a e gli squarcipoetici in cui si sofferma a contemplarla. Imitazione di Lucrezio t u t t o un lungo passaggio del Culex (v. 58-75), spe cial men teper i v. 67 sgg., in cui vengono lodati i bona pastoris, rappres e n t a t o pollentem sibi (v. 74) . A lor o v ol t a i v. 79-85 ri pe ton oi v. 3 7-43 di Luc re zio . P e r il poe ta del Culex al past ore dulcisadest requies et pura voluptas Libera, simplicibus exiris \ un idealeb u c o l i c o profondamen te ve na to da l l ' idea le filosofico di Ep icu ro; ma orma i cu lt ura , non pi filosofia. P e r l 'i dea le di unavita campagnola, cfr. anche cap. III, pagg. 180-190.(%) Hor. carni. 2, 3, 6- 7; cfr. carni. 1, 1, 20-21. In O ra zi ouna laudatio vitae rusticae l ' ep odo 2: Beatus Me, qui proculnegotiis Ut prisca gens mortalium Paterna rura bobus exercetsuis; l ' acc en no pi salie nte alla riposa ta vi ta ca mp es tre :libet iacere modo sub antiqua ilice, Modo in tenaci gramine(23-24); ma non ci si deve dimenticare del tono parodico chel e parole ha nn o in bocc a all 'u sur aio: anch e qui pi un te mapoet ico che una riflessione filosofica. Ment re colorita con sentimenti personali e un personale gusto della campagna O r a z i o si definisce tra i ruris amatores t u t t a la tonalitdelle epistole X e X I V del I libro.( 3 ) V e r g . georg. 2, 458-59, 4 6 7 - 7 1 ; notevoli sono na tura lmente le infiltrazioni della tradizione poetica, per cui rimandoanche al cap. Ili , pagg. 180-84.(4) V e r g . georg. 2, 493-99 e an ch e i seg uen ti. 11 DellaV a l l e {Lucrezio e l'epicureismo campano, p. 12 1) ric orda inparticolare questi versi; e fin qui son d'accordo. Ma del restobisogna a n d a r molto cauti.

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    67/362

    Cos si delinea evidente e fuori di ogni dubbio ladottrina del xr^o?, che conduce l'uomo fuori dellav i t a politica e della vita at tiva in cui germinano tuttele miserie, tutte le invidie, le rapatoci, che fanno angustiata questa nostra povera esistenza terrena. L'Epicureo campeggia solitario in un mondo che gli estraneo:si fractus inlabatur orbisimpavidum ferient ruinae (1).

    * * *D a tutto ci non pu derivare, a mio parere, che ilripudio della vita sociale e di quella famigliare ( 2).L'interesse che Epicuro mostra per la xo ivoma degli

    uomini relativamente esiguo, o meglio tutto riv o l t o al suo mondo contemporaneo: probabile chesia giunto al problema della soc i evo lezza naturale omeno tra gli uomini partendo dal problema contingente che gli premeva, cio in qual modo vedere irapporti tra l'uomo e la societ che attualmente locircondava. Perch innegabile che egli cerca per ilsuo saggio una sicurezza sociale ( 3), ma la concepiscesolo come un fatto del momento attuale e non comeun principio valido nell'uomo. Non si deve, sopratutto, confondere l'amorevole attenzione che Epicuro

    (*) . carm. 3, 3, 7-8. I ver si d' Or az io rappresentanola fusione del l' ide ale del sa gg io epi cur eo e di que ll o del sa gg iost oi co : che del res to le due scuole, sulla figura del saggio,ven ivano ormai g r a d a t a m e n t e avvi cina ndosi . Cfr. P asqua l i ,Orazio lirico, Fi ren ze, 1920, p. 682-83.( 2) Il Phi lip pson , Die Rechtphilosophie der Epikureer(in Arch. filr Gesch. der Philos., 23, 1 91 0 , p. 289 sgg.) sos tie nel 'or igine na tura le non della societ, ma del dirit to. P og gi an dosu queste idee G. Garbo, Societ e stato nella concezione d'Epicuro (in Atene e Roma 193 6, p. 243 sg g. ) a m m e t t e che la societu m a n a n a tu r a l e e come tal e amm es sa e ricerc ata da Epi cu ro.(3) F r. 530 Us . 0 1 v[i.oi x * P l v T " v

  • 8/13/2019 Alberto Grilli IIl problema della vita contemplativa nel mondo greco-romano 1953.pdf

    68/362

    r ivo lge all'uomo visto praticamente come individuolimitato nel tempo con un problema del tutto diverso qual' quello dei rapporti generali e teoreticamente visti dell'uomo con l'uomo nell'insieme di unasociet originariaC o m e Epicuro sentisse la questione ci mostra Lat tanzio in un elenco di affermazioni epicuree: DicitEpicurus... nullam essehumanam socielatem, sibi quem-que consulere; neminem esse qui alterum diligat nisisua causa (2). Le tre proposizioni sono in grado ascendente, strettamente legate l'una all 'al tra: l'amicizianasce dall'interesse egoistico (3) e perci l'amiciziaTzpbc, TI non secondo natura pi di quanto non losia qualsiasi altro atto utilitario