Albert Magazineistituto-albert.it/Giornale/13-14/Anno 4 Numero 2.pdf · Il romanzo autobiografico...

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Nuove notizie vi aspettano co- me per esempio l’entrata in scena di AlberTeatrO con il suo nuovo spettacolo, dall’ammiccante titolo “Stai tranquilla che ti amo” e la suc- cessiva partecipazione al con- corso teatrale promosso dal comune di Lanzo in cui speria- mo di vincere. Fin d’ora segna- tevi le date degli spettacolo: sabato 24 maggio al LanzoIncon- tra e venerdì 31 al Teatro Ma- gnetti di Ciriè. Un saluto a tutti gli studenti dell’Albert. La reda- zione: Vittorio Quartetti, Alessi- Gentili lettori dell’Albert Magazine, in questo nuovo nu- mero potrete leggere alcune news relative al nostro Istituto. Cominciamo da un articolo che interesserà tutti voi, a proposito delle nuove macchinette di me- rendine e caffè presenti da gen- naio tra piano e piano. Nell’articolo si evidenziano i pochi risvolti positivi e i molti negativi, a partire dal caro- panino che pesa da inizio anno sui nostri portafogli. Sfogliando questo numero troverete il resoconto dell’ultima assemblea d’Istituto scoprendo quali siano stati i laboratori apprezzati di più e quelli riproponibili nelle prossime riunioni. A seguire un articolo sull’esperienza di alcuni nostri compagni al corso di clown-terapia che si è tenuto a scuola nei sabato di marzo: un modo per donare gioia in tutti gli ospedali e hospice. Non per- detevi inoltre la mostra allestita con la collaborazione di Am- nesty International nell’atrio al piano terra, in merito agli orrori della guerra. Per quanto riguar- da la giornata della Memoria, abbiamo in serbo per voi due articoli da non perdere, tra cui la recensione del libro di Wla- dyslaw Szpilman “Il pianista”. Un pensiero è dedicato a tutte le classi quinte che quest’anno affronteranno la dura sfida dell’Esame di Stato. Se volete partecipare più concretamente all’attività del giornale d’Istituto potete rivolgervi a noi della redazione fermandoci lungo i corridoi negli intervalli oppure ci trovate ogni giovedì dalle 14 alle 15 in aula computer al terzo piano. Non perdetevi il prossi- mo numero che uscirà a maggio. Saluti dalla Redazione NOTIZIE Fare memoria 2 Nuove macchinette 2 Maturi ma non troppo 6 News d’assemblea 5 L'olocausto di Roman Polansky 3 Il dono del clown 4 Insieme contro la guerra 4 Albert Magazine 11 APRILE 2014 ANNO4, NUMERO2

Transcript of Albert Magazineistituto-albert.it/Giornale/13-14/Anno 4 Numero 2.pdf · Il romanzo autobiografico...

  • Nuove notizie vi aspettano co-

    me per esempio l’entrata in

    scena di AlberTeatrO con il suo

    nuovo spettacolo,

    dall’ammiccante titolo “Stai

    tranquilla che ti amo” e la suc-

    cessiva partecipazione al con-

    corso teatrale promosso dal

    comune di Lanzo in cui speria-

    mo di vincere. Fin d’ora segna-

    tevi le date degli spettacolo:

    sabato 24 maggio al LanzoIncon-

    tra e venerdì 31 al Teatro Ma-

    gnetti di Ciriè. Un saluto a tutti

    gli studenti dell’Albert. La reda-

    zione: Vittorio Quartetti, Alessi-

    Gentili lettori dell’Albert

    Magazine, in questo nuovo nu-

    mero potrete leggere alcune

    news relative al nostro Istituto.

    Cominciamo da un articolo che

    interesserà tutti voi, a proposito

    delle nuove macchinette di me-

    rendine e caffè presenti da gen-

    naio tra piano e piano.

    Nell’articolo si evidenziano i

    pochi risvolti positivi e i molti

    negativi, a partire dal caro-

    panino che pesa da inizio anno

    sui nostri portafogli. Sfogliando

    questo numero troverete il

    resoconto dell’ultima assemblea

    d’Istituto scoprendo quali siano

    stati i laboratori apprezzati di

    più e quelli riproponibili nelle

    prossime riunioni. A seguire un

    articolo sull’esperienza di alcuni

    nostri compagni al corso di

    clown-terapia che si è tenuto a

    scuola nei sabato di marzo: un

    modo per donare gioia in tutti

    gli ospedali e hospice. Non per-

    detevi inoltre la mostra allestita

    con la collaborazione di Am-

    nesty International nell’atrio al

    piano terra, in merito agli orrori

    della guerra. Per quanto riguar-

    da la giornata della Memoria,

    abbiamo in serbo per voi due

    articoli da non perdere, tra cui

    la recensione del libro di Wla-

    dyslaw Szpilman “Il pianista”. Un

    pensiero è dedicato a tutte le

    classi quinte che quest’anno

    affronteranno la dura sfida

    dell’Esame di Stato. Se volete

    partecipare più concretamente

    all’attività del giornale d’Istituto

    potete rivolgervi a noi della

    redazione fermandoci lungo i

    corridoi negli intervalli oppure

    ci trovate ogni giovedì dalle 14

    alle 15 in aula computer al terzo

    piano. Non perdetevi il prossi-

    mo numero che uscirà a maggio.

    Saluti dalla Redazione N O T I Z I E

    Fare

    memoria

    2

    Nuove

    macchinette

    2

    Maturi ma non

    troppo

    6

    News

    d’assemblea

    5

    L'olocausto di

    Roman

    Polansky

    3

    Il dono del

    clown

    4

    Insieme

    contro la

    guerra

    4

    Albert Magazine 1 1 A P R I L E 2 0 1 4 A N N O 4 , N U M E R O 2

  • P A G I N A 2

    Macchinette diaboliche

    Fare memoria Fare Memoria. Numerose le iniziati-

    ve pensate a Lanzo, dal Comune e

    dal nostro istituto, per commemo-

    rare la Shoah. Domenica 26 gen-

    naio una rappresentanza dei dieci

    studenti dell’Albert che partecipe-

    rà al Treno della Memoria ha

    preso parte alla commemorazione

    pubblica presso il monumento ai

    deportati ebrei ad Auschwitz

    all’ingresso del cimitero. Qui, al

    saluto del sindaco Ernestina As-

    salto, sono seguiti gli interventi

    del rabbino Alberto Somekh e del

    vicepresidente della Comunità

    ebraica di Torino David Sorani. A

    concludere, gli ex allievi dell'I.I.S.

    "Federico Albert" che hanno parte-

    cipato al Treno della Memoria.

    Inoltre ha prestato servizio anche la

    Banda Musicale di Lanzo diretta dal

    maestro Giacinto Alasonatti.

    La sera stessa, al salone LanzoIn-

    contra, Stella Bolaffi Benuzzi, ebrea

    sfollata nelle nostre Valli, ha pre-

    sentato alla popolazione il proprio

    libro “La Balma delle streghe.

    L'eredità della mia infanzia tra leggi

    razziali e lotta partigiana”. Alla

    serata sono intervenuti anche Danie-

    le Reano e Marco Morella, compo-

    nenti del Centro di documentazione

    “Nicola Grosa”.

    Il giorno seguente, anche gli allievi

    delle classi terze della Scuola secon-

    daria di I grado dell'Istituto Com-

    prensivo e della Scuola paritaria

    “Federico Albert” hanno incontrato

    la scrittrice Stella Bolaffi Benuzzi al

    Salone del LanzoIncontra. In tarda

    mattinata la Bolaffi Benuzzi ha

    incontrato gli alunni del “Federico

    Albert” nell'aula video “Bertinetti”

    dell’istituto.

    Nei giorni 27 e 28 gennaio è stato

    proiettato il film “Monsieur Bati-

    gnole”, presso la stessa aula video .

    Il 3 febbraio, la Fondazione Via

    Maestra-Teatro della Concordia ha

    rappresentato lo spettacolo “C'è un

    banco vuoto” per gli allievi della

    Scuola secondaria di I grado e delle

    classi quinte dell'Istituto Compren-

    sivo di Lanzo

    .

    Giulia Aires

    Non si tratta di essere minuziosi o

    peggio ancora tirchi, ma realistici!

    Sono pochi gli studenti frequentanti

    l’Albert che lavorano, per cui, se si fa

    un ipotetico calcolo, un ragazzo spen-

    de 6,75 euro alla settimana compran-

    dosi un panino e un caffè al giorno. Ci

    sembra eccessiva come spesa e sicura-

    mente in piccolo influenza il budget

    familiare: vista la crisi economica che

    incombe ormai dal 2008, non tutti

    possono permetterselo.

    Vi sono dei professori che, a causa di

    un’esigenza ossessiva compulsiva,

    necessitano di un caffè quasi ogni ora e

    non è giusto neanche per loro, che

    comunque ricevono uno stipendio,

    spendere queste cifre quotidianamente.

    Si è così pensato di attuare un boicot-

    taggio dei prodotti delle macchinette,

    per cui docenti e alunni non dovrebbe-

    ro comprare nulla ai distributori e

    portarsi gli alimenti da casa. L’idea è

    diventata proposta in sede di assemble-

    a dei rappresentanti di istituto. Di

    difficile attuazione quando si trascor-

    rono sei o otto ore a scuola e si è

    digiuni dalla sera prima.

    Ecco allora cosa capita in un intervallo

    qualunque. Che ne dite di andare a

    prendere qualcosa alle macchinette?

    Quanto costa una confezione di cara-

    melle o patatine? Non ho abbastanza

    soldi! Io mi porto le cose da casa!

    Ecco quello che accade in questo

    nuovo anno quando, allo scoccare

    della campanella Ci sono novità per

    quanto riguarda prodotti e marche

    nuove e siamo indotti a provare, ma a

    quale prezzo?

    Ci accorgiamo dopo il nostro acquisto

    che il cibo è scaduto, come i taralli, o

    non è buono come ci aspettavamo,

    eppure quando la fame chiama siamo

    disposti anche a mangiarlo.

    L’aumento dei prezzi ha risvolti nega-

    tivi per le nostre tasche ma, a ben

    guardare, potrebbe anche avere un suo

    lato positivo: alcuni stanno comincian-

    do a portarsi il pasto per la pausa da

    casa.

    C’è chi si prepara il panino, porta della

    frutta o lo yogurt; in questo modo

    sappiamo che cosa stiamo mangiando

    e probabilmente riscopriamo il piacere

    di preparare le cose “da sé”.

    Tra i tanti cambiamenti, c’è la possibi-

    lità di gustarsi un caffè di qualità come

    “Vergnano”, rispetto all’altra marca

    sconosciuta, che eravamo “costretti” a

    prendere per sfamare la nostra sete di

    caffè . Significativo anche l’aumento

    del costo, di dieci centesimi.

    Quale il futuro incerto del nostro

    intervallo?

    Alessia Sette e Vittorio Quartetti

    Quando si frequentava la scuola ele-

    mentare, l’intervallo era un momento

    in cui poter dar sfogo alle più svariate

    attività ludiche, naturalmente rifocil-

    larsi con il sano panino fatto dalla

    mamma e magari condividere la me-

    renda con l’amica del cuore.

    Ora, nella scuola superiore, la situazio-

    ne è un po’ cambiata: una miriade di

    adolescenti affamati lotta per acca-

    parrarsi i panini più buoni e l’ultimo

    che arriva è costretto a comprare

    quello che piace sempre di meno.

    Inoltre, in dieci minuti di intervallo,

    si può notare una coda interminabile

    per recarsi ai servizi igienici, una

    coda che potrebbe far invidia alle

    poste.

    Grazie alle macchinette la nostra

    fame è sempre stata placata da

    patatine e altri cibi non troppo

    salutari fin quando, a gennaio, sono

    cambiati sia i distributori che i

    prezzi degli alimenti.

    Senza dubbio apprezziamo il fatto di

    avere macchinette tecnologiche che

    ci salutano dopo aver inserito le

    monete, ma purtroppo questa loro

    educazione ha compresso un po’ la

    restituzione del resto che fatica

    molte volte a scendere.

    Ed ecco che il famigerato panino è

    passato a costare da ottanta centesi-

    mi a un euro, e il caffè, bevanda

    prediletta e necessaria alla sopravvi-

    venza per alcuni alunni e professori,

    è aumentato da di circa cinque

    centesimi.

    A L B E R T M A G A Z I N E

  • P A G I N A 3 A N N O 4 , N U M E R O 2

    deportazione ma anche loro, inconsape-

    voli del fatto che i treni sono diretti

    verso lo sterminio, si uniscono ai fami-

    liari per rimanere uniti, ma Władysław ,

    prima di salire sul treno, viene tirato

    fuori dalla fila dallo stesso gendarme che

    gli aveva offerto di aruolarsi. Władysław

    ora è solo e riesce a trovare lavoro

    come carpentiere, ma il pericolo di

    essere uccisi è costante. Il povero piani-

    sta si nasconde in un misero alloggio

    e,in assenza di cibo, crea rumore e una

    vicina di casa, tedesca e anti semita, lo

    scopre e Wladyslaw è costretto a scap-

    pare e si ripara in casa di Dorota (una

    violoncellista che aveva conosciuto il

    giorno dello scoppio della guerra) e

    grazie alle conoscenze del marito, riesce

    a trovargli un altro nascondiglio; qui

    troverà conforto in un vecchio piano-

    forte che fingerà di suonare nelle lunghe

    giornate vissute in solitudine mentre

    Andek, un uomo incaricato dal marito di

    Dorota di prendersi cura di lui, in realtà

    userà il suo nome solo per raccogliere

    soldi. Andando avanti con il tempo,

    Władysław rientra in ciò che resta delle

    macerie del ghetto vagando solo, ed

    ormai allo stremo delle forze, alla ricer-

    ca di cibo. Trovato riparo in una soffitta

    in una delle poche case rimaste ancora

    in piedi, scopre un barattolo di cetrioli

    ma, incapace di aprirlo, lo porta nel suo

    nascondiglio e nella notte suona delle

    note al pianoforte. Il giorno dopo, men-

    tre cerca di aprire il barattolo con

    mezzi di fortuna, viene scoperto da

    un ufficiale tedesco che, venuto a

    conoscenza della sua antica profes-

    sione, lo conduce in una stanza dove

    c'è un pianoforte e lo invita a suona-

    re; Władysław lo accontenta ese-

    guendo la Ballata di Chopin. L'ufficia-

    le, rimanendo colpito dalla sua esecu-

    zione, decide di aiutarlo e per i mesi

    successivi lo nutrirà fino a quando i

    tedeschi, sotto la spinta dell'attacco

    russo, non abbandoneranno la città ed

    in quel momento che l'ufficiale si conge-

    da da Władysław chiedendogli il suo

    nome ma senza dirgli il proprio.

    Una mattina Władysław sente

    risuonare le note dell'inno polac-

    co, esce dal nascondiglio e corre

    incontro ai soldati sovietici, ri-

    schiando di essere ucciso in quan-

    to indossa ancora il cappotto la-

    sciatogli dall'ufficiale per ripararsi

    dal freddo, ma riesce a salvarsi

    mentre l'ufficiale viene catturato e

    portato in un campo di prigionia in

    attesa di essere trasferito in Unio-

    ne Sovietica. E' finita la guerra e un

    giorno il fortunato pianista passa

    per caso davanti al ex campo di

    concentramento e rivede il ser-

    gente tedesco che,tempo prima, lo

    aveva salvato, e lui cerca di aiutar-

    lo, ma purtroppo non è a cono-

    scenza del nome del sergente

    tedesco. Tempo dopo Wła-

    dysław , che nel frattempo ha

    ripreso il suo posto alla radio di

    Varsavia, torna con l'amico nel

    luogo indicatogli, ma il campo è

    stato smantellato e non vi è più

    traccia dei prigionieri tedeschi.

    Il pianista è un film del 2002 e ha

    vinto la Palma d'oro al Festival di

    Cannes nel 2002.

    Giulia Aires

    Il romanzo autobiografico di Wladyslaw

    Szpilman (pianista ebreo scampato dai cam-

    pi di concentramento) ha ispirato il famoso

    regista Roman Polanski. Infatti il regista ha

    ricreato la storia del pianista ebreo Wla-

    dyslaw Szpilman durante la seconda guerra

    mondiale.

    Siamo a Varsavia, è il 1º settembre 1939 e

    Władysław Szpilman sta eseguendo il Not-

    turno di Chopin, alla radio presso la quale

    lavora quando sente delle esplosioni, gli

    viene detto di smettere ma lui continua

    fino a quando una granata fa crollare la

    stanza accanto allo studio di registrazione:

    è l'inizio della seconda guerra mondiale, la

    Polonia è invasa e Varsavia verrà occupata

    dopo pochi giorni. Immediatamente dopo

    l'occupazione da parte delle truppe tede-

    sche, vengono emanate una serie di restri-

    zioni alla popolazione, le quali vengono

    rese ancora più pesanti per la numerosa

    comunità ebraica come: la limitazione del

    possesso di denaro, divieto di accesso ai

    locali ed obbligo di indossare un bracciale

    bianco con la stella di David. Władysław ,

    che vive con la numerosa famiglia, viene

    licenziato dalla radio di Varsavia ed è co-

    stretto a vendere il suo pianoforte prima di

    trasferirsi nel ghetto di Varsavia. La famiglia

    Szpilman inizia a vivere una realtà di mise-

    ria, di umiliazioni, di fame e di morte: Wła-

    dysław assiste all'uccisione di un bambino

    che cerca di rientrare nel ghetto attraverso

    una breccia del muro dopo avere rubato

    del cibo, tutti insieme guardano impotenti

    le SS che entrano nel palazzo di fronte al

    loro sterminando una famiglia non prima di

    avere scaraventato dalla finestra un anziano

    sulla sedia a rotelle. Tutti cercano di so-

    pravvivere: Władysław trova lavoro come

    pianista in un locale, Heynryk (il fratello),

    dopo che lui ed il fratello hanno rifiutato

    l'invito ad arruolarsi nella polizia ebraica,

    cerca di vendere gli ultimi beni di cui la

    famiglia dispone mentre gli altri vengono

    assunti in una sartoria ,ma il 15 marzo 1942

    il regime nazista inizia le deportazioni di

    massa verso i campi di sterminio. Tutta la

    famiglia, ad eccezione di Heynryk ed Halina

    (la sorella del pianista),viene portata alla

    L'olocausto di Wladyslaw Szpilman : “Il pianista”

  • P A G I N A 4

    Insieme contro la guerra

    Il dono del clown Ogni giorno ci si trova davanti

    a situazioni spiacevoli, dove

    parenti e amici affrontano

    problemi seri di salute. L'uni-

    ca cosa che è possibile fare è

    cercare di donare con rispetto

    e sensibilità quella gioia e

    allegria che spesso negli ospe-

    dali e negli Hospice mancano.

    È nata così la proposta, da

    parte della Fondazione Faro

    Valli di Lanzo e della UOCP

    di Coordinamento dell'ASL

    TO4, con l'indispensabile

    collaborazione di Stefania Boz-

    zalla Gros, conosciuta come

    Raggio di Sole, di un corso inti-

    tolato “la gioia in ogni cosa, la

    gioia in ogni casa, la gioia in

    ogni cuore.” Un’esperienza rivol-

    ta agli allievi dell’istituto Albert

    di Lanzo, a margine della fase

    sperimentale di “Peer Education”

    ideata durante lo svolgimento

    dello stage di allieve del quarto

    anno del Liceo Scienze Umane

    presso l'Hospice di Lanzo.

    Obiettivo del progetto far risco-

    prire il valore e i benefici dell'at-

    tività ludica, reinventare giorno

    dopo giorno l'approccio e la

    condivisione, facendo leva su

    quei valori - gioia, rispetto, gen-

    tilezza e buon umore - che spes-

    so, a causa della frenesia quoti-

    diana, vengono tralasciati. Attra-

    verso la clown-terapia bambini e

    non riescono a trovare un mo-

    mento di sollievo durante la loro

    permanenza negli ospedali con

    risultati strabilianti: ciascuno ha

    il diritto di vivere serenamente,

    per quanto è possibile, fino all'ul-

    timo respiro. Fra le finalità del

    corso diffondere la cultura delle

    Cure palliative fra i giovani. Con

    benefici per sé e per gli altri.

    Attraverso la cultura del sorriso

    si ricorda la necessità di essere

    felici sempre, anche quando la

    vita non lo permette.

    Alessia Sette

    bano, Guatemala e Sahara

    occidentale. Il tema centrale

    della mostra è la guerra in

    diverse zone del mondo.

    Alcune foto sono molto

    toccanti, come per esempio

    quella del bambino seduto

    su un carro armato che guar-

    da le case distrutte dai bom-

    bardamenti, oppure quella in

    cui tre donne tengono in

    mano un foglio con scritto

    “Gruppo di donne sfollate a

    causa della guerra”.

    All’inizio del percorso foto-

    grafico è presente un discor-

    so della campagna “Non c’è

    pace senza cooperazione”,

    dove si possono leggere

    alcuni dati utili a far capire

    quanto sia drammatica la

    situazione nel mondo dove

    sono attualmente venticin-

    que i conflitti in corso, con

    oltre 45.000 morti e moltis-

    simi feriti. Molte persone,

    vittime innocenti che scap-

    pano dalla propria patria per

    mettersi in salvo, hanno

    perso la casa e alcune anche

    la vita per colpa dell’uomo e

    per colpa della fatalità della

    guerra. La mostra ospitata

    dall’Albert è un invito a tutti

    perché, grazie alle immagini

    e alle parole proposte, sia

    possibile riflettere sulla pace

    e sulla guerra, sulla giustizia

    e sull’ingiustizia, sui diritti e

    sulla violenza. Come scrisse

    il Cardinale Carlo Maria

    Martini: “La giustizia umana

    cammina con la pace […]

    quando una delle due è mi-

    nacciata, vacillano entrambe

    […]. La pace è perduta non

    solo dove c’è conflitto, ma

    lo è già quando c’è sfrutta-

    mento”.

    Giulia Aires

    “La neutralità e

    l’imparzialità non sono la

    stessa cosa. Non si dovrebbe

    confondere chi è colpito

    dalle bombe con chi sgancia

    le bombe, le vittime con i

    carnefici”. A sostenerlo è

    Bernard Koucher e la frase,

    insieme ad altre, ci fa

    l’occhiolino da uno dei pan-

    nelli della piccola mostra

    “Insieme contro la Guerra”

    che rientra nel Progetto Am-

    nesty International cui la

    nostra scuola aderisce da

    anni. Vari pannelli fotografi-

    ci sono esposti da oltre un

    mese nell’atrio della scuola

    e lungo il corridoio che por-

    ta al laboratorio di chimica e

    alla palestra. Le frasi sono

    state tratte da discorsi famo-

    si, ma anche da versi di can-

    zoni. Sono, inoltre, presenti

    molte immagini che raffigu-

    rano paesaggi distrutti dalla

    guerra, volti di persone e

    carri armati con bambini in

    Afghanistan, Palestina, Li-

    A L B E R T M A G A Z I N E

  • News dall’assemblea d’Istituto Laboratori Coordinatori Partecipanti

    linguaggio del corpo esterno 20

    Fumetto Rosso Nicola 6

    Primo soccorso Responsabile della fondazione infermieristica ed un volontario

    25

    Metodi contraccettivi Francesco Brunello 8

    Orientamento università -- 0

    Film 'che cosa manca' -- 17

    Analisi della carne attraverso la percezione sensoriale

    Ugo Massaglia 11

    Il diavolo esiste? Ravalli ed un prete 39

    Karaoke Alessio Quaranta 45

    Improvvisazione musicale Francesco Bertaglio,Mattia chiodi (Tito)

    40

    Simbologia e Razzismo Mirko Salvati 6

    Film 'educazione siberiana' -- 60 (aula lim)

    L'odio -- 25

    Zumba Professionista Fitness Palestra piena

    Dalle inviate speciali all'ultima assemblea di istituto. I laboratori che hanno avuto più successo sono il corso di zumba,

    il "Diavolo esiste", il karaoke, la proiezione di Educazione siberiana e il laboratorio Improvvisazione musicale. Quelli

    con meno adesioni sono stati Orientamento università, Simbologia e razzismo, Fumetto. Vi incitiamo ad aiutarci con le

    prossime assemblee!

    Gremita la palestra per la lezione di zumba che è stata tenuta da una professionista Fitness esterna alla scuola. A seguire

    60 i cinefili che hanno riempito l'aula lim per vedere o rivedere "Educazione siberiana".

    In alcuni corsi il numero delle adesioni è stato limitato dalla scarsa capienza dell'aula.

    Abbiamo anche scoperto che all'interno dell'Istituto ci sono molti alunni amanti della musica che si sono fatti sentire nei

    laboratori di Karaoke e di Improvvisazione Musicale. Molto interessante e anche molto seguito è stato l'incontro con il

    prete nonché demoniologo che ha trattato l'argomento dell'esistenza del diavolo e delle sue varie manifestazioni.

    Egle Cordero, Alice Stabile

    A N N O 4 , N U M E R O 2 P A G I N A 4

  • e si incontrano ragazzi che hanno già affronta-

    to la maturità e che, dandoti una pacca sulla

    spalla, ti dicono che “alla fine è una passeggia-

    ta”: sì, grazie, ci sono già passati, ma sono

    pronta a mostrare loro una foto di come erano

    ridotti qualche anno prima o lo screen della

    loro home di facebook in quel periodo.

    A tanti viene in mente allora la famosa canzo-

    ne di Antonello Venditti “Notte prima degli

    esami”, canzone must per molti maturandi e

    che è passata di generazione in generazione.

    Un suo verso molto amato è “maturità t’avessi

    preso prima..”: ma, diciamocelo, non saremmo

    stati pronti neanche in quel famoso “prima”.

    Esiste poi una sorta di codice creato dagli

    studenti d’ogni tempo, che classifica i modi di

    passare la notte prima degli esami: ci sono

    quelli che stanno già pensando a quale festa

    imbucarsi a giugno perché studiare la notte

    prima è quasi illegale, quelli che hanno già

    combinato una serata tranquilla con gli amici,

    ma senza tornare tardi in modo da avere tempo

    per ripassare. Non mancheranno i ragazzi che

    si presenteranno agli esami, come se fossero

    usciti da un film di Dario Argento: quelli che

    studiano ininterrottamente giorno e notte per

    cercare di ricordarsi tutto, cosa impossibile.

    Infine, ci sono quelli che non sanno come sarà

    la loro notte prima degli esami, ma puntano a

    Sembra ieri il primo giorno di prima superiore

    in questo istituto: ricordo che questo edificio

    appariva immenso, i professori ci sembravano

    così distanti dal nostro modo di essere e si

    aveva quasi la paura di allontanarsi troppo

    dalla propria classe.

    Eppure, siamo arrivati qua: all’ultimo (si

    spera) anno delle superiori.

    Sicuramente ciò che assilla più di qualunque

    cosa ogni studente è la preparazione all’esame

    di maturità: dai primi mesi di scuola si sentiva

    già parlare di tesine, terze prove e area di

    progetto. Tanti fino alle vacanze di Natale

    hanno fatto finta che questo esame non doves-

    sero affrontarlo loro, ma ora i tempi stringono

    e ci tocca scendere nell’arena per combattere

    come veri gladiatori e far vedere chi siamo.

    Quindi, da un mese circa, nelle classi quinte si

    vedono alunni che bloccano i professori,

    quando hanno ancora un piede fuori dall’aula,

    per domandare se il collegamento che hanno

    trovato è consono alla loro materia, inoltre è

    possibile vedere anche studenti che, al solo

    sentir nominare un’ipotetica terza prova,

    impallidiscono, si lasciano prendere da attac-

    chi di ansia, sudano e quasi si strappano i

    capelli.

    Ma la cosa più divertente, si fa per dire, è il

    momento in cui si esce da queste quattro mura

    dare il meglio di sé senza diventare pazzi,

    quelli che se vorranno usciranno o magari

    passeranno la notte sul divano a mangiare

    dolci e gelato per consolarsi.

    Una delle regole fondamentali, però, cari

    ragazzi, è studiare. Ebbene sì, mentre gli altri

    saranno in giro o su qualche spiaggia a crogio-

    larsi al sole, a “noi ci toccherà studiare” e farlo

    seriamente e con diligenza. In fondo ciascuno

    di noi sa quel che vale e in base ai suoi proget-

    ti futuri riterrà opportuno se dare il meglio di

    sé o accontentarsi. Sicuramente non ci si potrà

    ricordare tutto, anche perché capita sempre

    così: l’autore, la poesia, la formula che non

    avete studiato o che non vi ricordate sarà

    quella che vi chiederanno agli esami.

    Dobbiamo darci da fare per essere preparati al

    meglio e sperare che qualche professore non

    infierisca troppo nella nostra situazione: in

    fondo ci è passato prima lui su questa strada.

    Per cui non ci resta che incominciare ad alle-

    narci, per il torneo finale di questa nostra

    grande esperienza. Ad una condizione però,

    senza esagerare, altrimenti più che maturi

    saremo marci.

    Alessia Sette

    IIS F. Albert, via Tesso 7, 10074 Lanzo

    Torinese (TO)

    Posta elettronica: [email protected]

    Maturi ma non troppo

    Siamo su internet !

    http://www.istituto-

    albert.it/areastudenti/il-

    giornale-degli-studenti.html

    P A G I N A 6

    In merito all’artico “Il dono del clown” è

    presente un video inerente

    all’argomento, raggiungibile attraverso

    questo link : http://www.istituto-albert.it/

    video/spot/1092-corso-clown-2014.html

    http://www.istituto-albert.it/video/spot/1092-corso-clown-2014.htmlhttp://www.istituto-albert.it/video/spot/1092-corso-clown-2014.html