La Mia Storia, I Miei Valori - Libro Autobiografico di Andrea Liburdi

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ANDREA LIBURDI LA MIA STORIA, I MIEI VALORI Il percorso di un ragazzo divenuto uomo: la famiglia, i sacrifici, gli incontri, l’attività politica, l’impegno sul territorio, le promesse mantenute INTRODUZIONE Luca Gramazio Giovanni Quarzo POSTFAZIONE Francesco Accardi prova 1 Liburdi:magazine 20/04/2013 13:07 Pagina 1

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ANDREA LIBURDI

LA MIA STORIA,I MIEI VALORI

Il percorso di un ragazzo divenutouomo: la famiglia, i sacrifici, gli incontri, l’attività politica,

l’impegno sul territorio, le promesse mantenute

INTRODUZIONELuca Gramazio

Giovanni Quarzo

POSTFAZIONE

Francesco Accardi

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LA MIA STORIA, I MIEI VALORISupplemento editoriale al n.49 di RealtàNuova. Reg. Tribunale di Roma n. 94/84 del5 Marzo 1984

CONSULENZA E COORDINAMENTO Pier Paolo MocciREDAZIONEDavide Di RaffaeleFOTOGRAFIEBenedetta Flaccomio

Andrea Liburdi desidera ringraziare LucaGramazio, Giovanni Quarzo, Pier PaoloMocci, Davide Di Raffaele, Francesco Ac-cardi e tutti i ragazzi e le ragazze del CircoloTerritoriale Italia.

Cuore, passione, militanza, coerenza. Ma forse lacosa più importante che mi lega ad Andrea Li-burdi è l’amicizia. Ci conosciamo da così tantotempo che non potrei iniziare senza evocare pro-prio l’amicizia. E se proprio devo fare un elencodi pregi di Andrea, allora dovrei metterci anchela disponibilità, che è un’altra caratteristica, unavirtù che ci accomuna e di cui sono testimonitutti coloro che conoscono la mia e la sua storiapersonale e politica. La disponibilità di cui parlo io è quella di cui par-lano anche coloro che hanno votato Andrea Li-burdi, che lo stimano per quello che è e perquello che fa per la sua comunità (e non solo).Andrea ha capacità e integrità morale di cui deveandare fiero. Dicevo dell’amicizia. Per me signi-fica una telefonata nel momento del bisogno,una telefonata che non pesa di fare. Una telefo-nata che faccio da tanti anni sempre ad Andrea.Ad Andrea mi accomuna l’impegno di essere vi-cino alla gente. Riuscire, malgrado l’attività isti-tuzionale, a ritagliarsi il tempo per la nostracomunità cittadina. Il che vuol dire mettersi inascolto, tendere le orecchie, farsi un’idea speci-fica e dettagliata di quello che le gente ci chiede,interpretare in modo concreto i loro messaggi.Lo abbiamo detto poco fa: è la disponibilità

CUORE, MILITANZA, PASSIONE E AMICIZIAANDREA HA CAPACITA’ E INTEGRITA’ MORALEVOTATELO IL 26 E 27 MAGGIO, NON VI DELUDERA’

di LUCA GRAMAZIO*

*CAPOGRUPPO PDLREGIONE LAZIO

l’unica arma che ci permette di essere credibiliagli occhi degli elettori. Altrimenti si rischia diessere dei rappresentanti scollati dalla realtà cir-costante di cui si ignorano le attese e i bisogni.Fa bene Andrea a puntare sul suo Municipio (ilTerzo, adesso accorpato con il Secondo). I municipi sono gli elementi di democrazia di-retta e dal basso che non si devono assoluta-mente trascurare. Dico di più: almeno a livelloistituzionale, forse essi sono il primo gradino delconfronto fra cittadini e la res-pubblica. Io ne ho esperienza diretta visto che, dal 2001 al2006, sono stato consigliere di opposizione al IXMunicipio. Si tratta di un’esperienza formativasotto ogni punto di vista, che ti fa prendere di-mestichezza con le esigenze del territorio. E an-cora: solo e soltanto il collegamento dei Municipicon Roma Capitale potrà portare al governo ca-pillare dell’area comunale. E il lavoro di Andrea,nei banchi dell’opposizione del Terzo Municipio,è stato davvero encomiabile. Votatelo il 26 e 27Maggio, sarà sempre dalla vostra parte. Ve lo garantisco.

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Mi chiamo Giovanni Quarzo, sono nato il 2 Novem-bre del 1971 a Trastevere, vivo a Piazza Bolognada tanti anni. Sono un avvocato, un marito, unpadre. Sono stato Presidente della CommissioneLavori Pubblici di Roma Capitale e sono qui chie-dendovi di sostenermi alle prossime elezioni co-munali del 26-27 Maggio nelle quali saròcandidato sempre nella lista del PDL. In questi anni ho imparato che i problemi risoltisono sempre meno numerosi di quelli ancora darisolvere, ma purtroppo non esistono bacchette oformule magiche. Esistono solo la passione, il la-voro, la pazienza, la tenacia, la voglia di confron-tarsi ed il dialogo, per raggiungere i risultati. E i nostri risultati sono nero su bianco. Abbiamoscritto su una delibera, la n.61.del 2009, che daquando ci siamo noi in questa città innanzitutto sicompletano le opere di urbanizzazione primaria(strade, fogne, illuminazione e parcheggi), poi si

inizia a costruire. È stato finalmente affermato unprincipio di civiltà che 20 anni di giunte di sinistraavevano negato a questa città, costruendo interiquartieri (dormitorio) privi delle più elementariinfrastrutture (basta pensare a Ponte di Nona,Muratella e Monte Stallonara).Abbiamo sgomberato i campi nomadi Casilino900 ed Eur - Tor de Cenci che erano la vergognad’Europa e altri 1.000 campi nomadi abusivi ri-ducendo del 50% la presenza dei nomadi in que-sta città. Abbiamo creato 4000 nuovi posti per ibambini negli asili nido di Roma.Ci tengo poi a segnalare alcune dei risultati e delleiniziative che ho seguito personalmente.Come Presidente della commissione Lavori Pub-blici ho contribuito in modo decisivo alla revocadella maxi concessione Romeo per la manuten-zione delle strade della grande viabilità. Tale ini-ziativa ha peraltro precorso iniziative giudiziarie,anche penali, nelle quali fondatamente si conte-stava l’utilità del modello Global Service. Ho datol’indirizzo ed accompagnato la realizzazione di20.380 nuovi punti luce a Roma, così contri-buendo all’aumento della sicurezza nei quartieri,oltre che della viabilità. Ho contribuito insiemealla commissione, all’assessorato ed al diparti-mento Lavori Pubblici al programma di interventiche ci hanno premesso di asfaltare oltre 4 milionidi metri quadrati di strade. Perché ammiro An-drea Liburdi? Ci sono tanti motivi. Da lui vorreiimparare la politica territoriale. “Ha un saporeparticolare far votare al Comune un consiglieredel mio quartiere”, risponde Liburdi.

AL LAVORO PER ROMAPIU’ SICUREZZA,MIGLIORE VIVIBILITA’

di GIOVANNI QUARZO*

*PRES. COMMISSIONE LAVORI PUBBLICIROMA CAPITALE

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Non intendo per politica semplicemente l’am-ministrazione della cosa pubblica. La politicacosì intesa, per quanto importante, è solo l’attofinale, il mestiere che ci si ritrova a fare inun’aula di Consiglio o, a più alti livelli, in Par-lamento. Tutto parte in realtà molto prima, dalla base,dalla strada. E lì, in mezzo alla gente, che nascel’impegno di portare avanti una battaglia innome della giustizia sociale. E lì che ti senti in-vestito di una responsabilità enorme, onere eonore al tempo stesso: affrontare e risolverepiccoli e grandi problemi per il bene collettivo,della tua gente, del tuo quartiere. La politica per me è condivisione, rettitudine,aggregazione. Una passione che nasce nellapancia e poi va dritta su, passando inevitabil-mente per il cuore ma stazionando in piantastabile nel cervello. Politica è sentimentoprima e ragione poi. E’ farsi carico di una diffi-coltà di un concittadino, di un padre o di unamadre di famiglia, di un pensionato, di chi viveun disagio. Politica è impegnarsi per dare unaiuto concreto e portare quel problema nellestanze del Palazzo. Perché ogni problema indi-viduale è sempre un problema della colletti-vità. Affrontarne uno, magari risolverlo, perevitarne cento, per impedire che altri casi delgenere succedano. Questo è per me fare poli-

tica, è quello che faccio ogni giorno da diecianni: occuparmi socialmente dell’altro, delprossimo. Con gli strumenti e il buon senso chela Democrazia ci mette a disposizione: leggi,interrogazioni, proposte, iniziative, campagnesolidali e partecipazione. E’ per questi motiviche mi ritrovo nel motto che mi accompagna:“La politica del fare”.

I MIEI VALORI, IL QUARTIERE, LA PIAZZAMi sono sempre chiesto quali fossero i valoriche mi rappresentassero: sia di fronte a mestesso, sia alle iniziative che prendo e alle per-sone con le quali mi rapporto. Il mio avvicina-mento alla politica nasce dall’amore per il mioquartiere.Facciamo un passo indietro. Torniamo alla miaetà di ragazzo, 13-14 anni. Era, quello, il mo-mento delle amicizie, dei rapporti che si co-struiscono e si rinsaldano. Come molti, il miospazio di aggregazione era la piazza: per l’esat-tezza Piazza Bologna, con il suo bar “Meeting”,luogo d’incontro di un quartiere notoriamentedi Destra. La piazza, l’aggregazione, l’amicizia:ecco i tre motivi che mi hanno spinto a interes-sarmi – anni dopo - di politica. Personalmentenon mi interessavano i partiti, piuttosto i mo-

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LA MIA STORIA,I MIEI VALORIIL SENSO DI APPARTENZA AL PAESE IN CUI VIVOI MIEI MENTORI: LA MIA FAMIGLIA E PADRE MARIO IL SOGNO DEL CALCIO, SPEZZATO SUL PIU’ BELLOE POI L’INCONTRO… CON SILVIO BERLUSCONI

di ANDREA LIBURDI

CONSIGLERE MUNICIPALE PDL - POPOLO DELLE LIBERTA’

CANDIDATO AL II E III MUNICIPIO ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 26 E 27 MAGGIO

NEI QUARTIERI NOMENTANO-ITALIA, LANCIANI, SAN LORENZO, PARIOLI, TRIESTE-SALARIO,

AFRICANO, PINCIANO, FLAMINIO, VILLAGGIO OLIMPICO

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vimenti politici. Mi interessava invece agire peril quartiere, per la gente, per chi mi stava ac-canto.

LA MIA FAMIGLIAUna figura alla quale sono molto legato è stato ilmio amatissimo nonno materno, Vincenzo. Era diorigini pugliesi, un falegname fiero dei suoi valoriche coincidevano con una visione di società che,all’epoca, pretendeva il rispetto, l’educazione, l’ac-cettazione delle regole. Non potrò mai dimenti-care certi suoi principi inderogabili: alzarsi datavola solo al termine del pranzo o della cena, ba-ciare il pane divenuto duro prima di buttarlo, lepreghiere e i ringraziamenti a Nostro Signore peril cibo che stavamo mangiando. Già, preghiera eringraziamento: anche solo per un pezzo di pane!Dalla sua unione con Nonna Annina sono venutial mondo 5 figli tra cui una delle due persone piùimportanti della mia vita, mia madre Filomena(Lena). Mia Nonna non l’ho mai conosciuta per-ché morta molto giovane, la mia nonna maternaadottiva e’ stata una gran donna, Rosetta. Lena,una donna speciale, come tutte le Mamme ma conuna forza interiore difficile da trovare. Dall’unionecon mio padre Arnaldo, nel 1975, sono nato io. Almomento della mia nascita Arnaldo aveva 23 annie Lena 21. Purtroppo mio padre, con l’arrivo diuna malattia che costerà la vita a mia madre allagiovane età di 47 anni, non sopportando e nonriuscendo a gestire la situazione decise di andarevia di casa e di chiudere i rapporti con la sua fa-miglia alla fine anni ‘90, per poi costruirsi un'altrafamiglia. Un’altra data indimenticabile, non soloper via del Natale, è il 25 Dicembre del 1988:nasce la seconda persona più importante dellamia vita, mia sorella Giorgia. Purtroppo lei havisto morire la madre a 13 anni e non avendo unpadre presente ha dovuto scegliere me…. La ma-lattia di mia madre (una forma particolarissimadi sclerosi multipla, denominata sindrome di De-vick, forse 2 casi al mondo), ha ovviamente scon-volto la nostra vita: la sua malattia degenerativa,vissuta tra casa e ospedali, l’ha costretta in unletto, attaccata ad una macchina per respirare, percirca due anni prima di essere stata accolta da No-stro Signore. Ho così cresciuto mia sorella facen-dogli da padre, madre e fratello. Forse, proprioper questo, spesso con uno dei tre è costretta a li-tigare, ma giusto il tempo di qualche minuto, per-

ché il nostro rapporto viene sovrastato dal-l’amore. Credo di aver dato a mia sorella unabuona educazione e di averle garantito un buonstile di vita. Oggi lei lavora e pratica, tra i profes-sionisti, il calcio a5 femminile: sempre il calcio trai piedi! Giorgia vive ancora con me in un apparta-mento in affitto in Via Luigi Pulci, la stessa stradadove sono nato.Ciò che il Signore ha riservato per me è, indubbia-mente, un pò amaro, ma negli anni ho trovatotanti motivi per poterlo e doverlo ringraziarlo co-munque. Non ultimo il fatto che, tutto ciò, ha de-terminato in me tutte le caratteristiche positiveche riverso giornalmente nel mio modo di esseree di fare, politica compresa.Se oggi mi adopero per una politica prettamentesociale, per garantire un pasto ai bisognosi e unvestito agli indigenti, se sono sempre presentenella vita e nei problemi del quartiere, se vengoconsiderato un ragazzo onesto e accostato alloslogan “la politica del fare”, certamente gran partedel merito è di mia Madre.

PADRE MARIOErano i primi anni ’80 quando i miei deciserodi farmi frequentare l’oratorio della parroc-chia di Santa Francesca Cabrini. Avevo undicianni e, da lì in avanti, crebbe sempre più inme la convinzione di dover essere utile aglialtri. Era il periodo in cui conobbi PadreMario, giunto a Roma dopo anni spesi in mis-sione, in Brasile. Una persona eccezionale,che sapeva parlare - lo sa fare ancora oggi! -al cuore dei ragazzi. Con lui andare allaMessa e ascoltare l’omelia non era mai unpeso: era davvero un maestro di vita. Riu-sciva a diffondere la parola di Cristo conian-dola sempre al presente e facendoriferimenti reali, nei quali tutti potevano ri-conoscersi. Facendo addirittura paragonicon il calcio, esaltandone i valori di aggrega-zione. Quello era lo sport che amavamo e,con le sue “predighe” finivamo per amarloancora di più. Padre Mario era amico, confi-dente, genitore: anche parroco ma, forseprima, tutto il resto. Con i ragazzini, ci sa-peva fare: una parte fondamentale di me si èformata proprio in parrocchia. Mi piace par-lare di Don Mario, mi piace ricordare che fului a portare a Roma il calcio a 5, fu lui a por-

tare il grande Falcao in parrocchia, lui acreare dal nulla una squadra di calcettoche addirittura disputò la finale di CoppaItalia contro la Lazio. E io non potevo cherestare affascinato da quel modo di fare, daquel modo di aiutare i ragazzi coinvolgen-doli attraverso ciò che più ci piaceva, il pal-lone.

IL CALCIO, METAFORA DELLA VITASenso dell’amicizia, del rispetto delle regole,appartenenza ad un gruppo, sacrificio. E, ov-viamente, soddisfazione per il risultato rag-giunto. Risultato che non vuol dire semprevittoria, ma è appunto il risultato di un impe-gno, di un’azione (di gioco) portata a termine.Ci raccontava come il calcio, come qualsiasialtro sport, sapesse riconoscere sempre l’im-pegno profuso. Impegno e sacrificio paganosempre, è quella la vittoria. Ero adolescentequando capii che il calcio poteva dare moltoanche dal punto di vista umano.

TERZOMUNICIPIO.COMIL PORTALE AL SERVIZIO DEL QUARTIERE

Basta digitare www.terzomunicipio.comper entrare in contatto con Andrea Li-burdi e accorgersi del lavoro svolto fi-n’ora. Attraverso il sito Andrea dialoga,interviene, analizza, propone. Scorrendo con il mouse potrete navi-gare e constatare le azioni mirate e iprovvedimenti proposti (e talvolta boc-ciati) che lo hanno reso molto popolare,anche al di là dei confini del Terzo Mu-nicipio. Ed ecco campagne sociali comel’emergenza abitativa: tramite le strut-ture competenti del Comune di RomaCapitale, seguendo un iter regolamen-tare corretto, Andrea Liburdi è riuscitoa dare un tetto a famiglie sfrattate e consituazioni drammatiche. Senza dimenti-care “Lo Sportello del Cittadino”, dive-nuto un punto di riferimento per icittadini, ideato allo scopo di fornire ri-sposte quanto più immediate ai resi-denti, non ultimi gli anziani. Si tratta diun centro-servizi che assicura consu-lenze di avvocati, commercialisti, psico-logi. Sempre sul sito un link specifico ri-manda alla squadra di calcio, l’ASD Mu-nicipio Roma III che milita nelcampionato di Seconda Categoria, unarealtà bellissima di cui sono fondatore ePresidente e che contempla diverse ca-tegorie d’età, compresi i piccoli pulcini.

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NELLA FOTOANDREA LIBURDI CON PADRE MARIO, PARROCODELLA CHIESA SANTA FRANCESCA CABRINI

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LA BANDIERA, IL TRICOLORE,SENSO DI APPARTENENZAIn molti si sono riscoperti “patriottici” neglianni scorsi, durante le celebrazioni del 150°Anniversario dell’Unità d’Italia. Io il tricolorel’ho invece scoperto da piccolo e da allora nonl’ho più abbandonato: rappresenta l’orgogliodi essere italiano, lo stesso orgoglio che provoquando parlo dei nostri militari impegnati interra straniera per portare la pace e difenderele popolazioni locali. E’ anche per questo mo-tivo che trovo sconvolgente, assurda e indeco-rosa la vicenda dei nostri Marò in India: lagestione diplomatica del caso è stata gestita inmaniera penosa, squalificando e offendendoagli occhi del mondo il nome dell’Italia. Fatti come questi non fanno che alimentare ilmio senso di appartenenza verso la Patria e lasua gente, e indeboliscono purtroppo in me lafiducia nello Stato. Un giudizio maturato neltempo, frutto di quanto accaduto in Italia dagliAnni ’60 in poi: gli attentati alla credibilitàdello Stato, i fenomeni di devianza come mafiae camorra, i patti di non aggressione - o i com-promessi - fra le Istituzioni e le organizzazionicriminali, sono argomenti che lasciano per-plessi. Specialmente se, nella maggior parte deicasi, attendiamo ancora una sentenza, sia essadi condanna o di assoluzione. Non abbiamoprove che le cose siano andate in un modo o inun altro, ma è proprio questo stazionare nellimbo, questa eterna sala d’attesa, che mi portaa pensare, ad avere dei dubbi sulla credibilitàdel nostro Stato nel corso della Storia recentedel nostro Paese.

AZIONI CONCRETE PER I MIEI CONCITTADINI Con un pizzico di disincanto e una spruzzatadi sano realismo, ho capito che aiutare gli altriacquista valore soltanto se si traduce in attoconcreto. E l’atto concreto corrisponde aquello che un amministratore riesce a garan-tire ai propri concittadini, non elettori, al di làdi ogni idea o schieramento. Su questo ho im-pegnato la mia faccia e la mia azione. Esatta-mente a partire dal primo giorno nel quale hoiniziato a bussare porta a porta, casa per casa,

per chiedere il consenso popolare e il voto. C’èperò un’eredità, un passato, che nessuno di noideve disconoscere, e cioè quello che ci haspinti a occuparci della comunità, delle sue esi-genze, dei suoi problemi, di come vive e dicome vorrebbe vivere in tempi non sospetti.Cioè quando la Piazza era un luogo di scontropolitico, rossi e neri, Sinistra e Destra. Di quellapagina, spesso tragica, dobbiamo tenere - oltreal ricordo di chi non c’è più - l’ardore, le moti-vazioni e la spinta ideologica. E buttare viatutto il resto. In cosa credere? Nel cambiare lasocietà, di potercela fare insieme. Di aiutare chiè rimasto un passo indietro, di mettere al cen-tro di tutto la vivibilità, la salute e la sicurezzadel quartiere.

FLAMINIO, PARIOLI, TRIESTE,SALARIOL’accorpamento tra Terzo e Secondo Municipiorappresenta sicuramente una bella sfida perchi fa politica, un salutare slancio verso RomaNord per una piccola realtà come il Nomen-tano-Italia. Se è vero che il Secondo Municipioè sinonimo di benessere, di grandi circoli spor-tivi, di straordinari polmoni verdi (Villa Ada,Villa Chigi, Villa Balestra, Villa Borghese) e dizone e luoghi architettonicamente di primopiano (Coppedé, il Parco della Musica…), nonva certo trascurata la ricchezza di una “bom-boniera” come la nostra, il Nomentano ap-punto, strettamente a ridosso del Centro,

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SAN LORENZO, UN’ALTRA REALTA’

Bisogna essere onesti con se stessi: avrei vo-luto fare per San Lorenzo molto di più. Nono-stante io sia per San Lorenzo un corpoestraneo (alcuni facinorosi mi hanno mar-chiato “fascista” solo per appartenere ad unpartito di Centro-Destra) l’ho rappresentatacon la stessa dignità e pari diritti del Nomen-tano-Italia in questi anni di Opposizione inConsiglio Municipale. Con grande sincerità am-metto che si tratta di una zona di Roma che nonmi appartiene culturalmente, che rispetto, mache non sento mia. E credo che la maggiorparte degli abitanti del Nomentano guardino aSan Lorenzo come un’altra città, molto più vi-cina per le sue esigenze al Centro Storico, azone come Monti o come il Pigneto. Una re-altà differente da quella di Via di Villa Mas-simo e Via Alessandro Torlonia. Una realtàcon i suoi codici, le sue esigenze, la sua Storia,i suoi personaggi. Magari sbaglio, ma se sentodi non poter essere d’aiuto preferisco ammet-tere i miei limiti e farmi da parte. Piuttosto chedire, promettere, fare demagogia e poi lavar-mene le mani una volta eletto. San Lorenzo èun cane che si morde la coda, una persona(anzi una moltitudine) che chiede aiuto ma chepoi, inconsciamente, non vuole farsi aiutare.L’annoso problema della movida sembra irri-solvibile. Gli schiamazzi notturni sono ormaidiventati episodi di inciviltà quotidiana: ra-gazzi e ragazze ubriache che di notte urinanosulle saracinesche dei negozi, tappeti di botti-glie di birre lasciate in ogni angolo, frequenta-tori della movida che bivaccano controqualsiasi norma del decoro e del vivere civile.San Lorenzo è un “sistema” che ha reso ai vec-chi residenti la vita invivibile, ma i veri sanlo-renzini ormai sono rimasti davvero pochi,hanno affittato le loro case a studenti fuorisede e sono andati a vivere altrove. Dopo annidi studio e osservazione ho dedotto che forse,tutto sommato, a San Lorenzo sta bene così.Che il prezzo della microeconomia notturnache ruota attorno alle diverse attività, lecite eillecite, disturba alcuni, ma fa stare bene moltidi più.

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IL CONSIGLIERE ANDREA LIBURDI DURANTEIL RIFACIMENTO DELLE STRISCE PEDONALIA PIAZZALE DELLE PROVINCIE

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www.terzomunicipio.com 1110 ANDREA LIBURDI - La mia storia, i miei valori

crogiolo di servizi e possibilità, motore pul-sante di tutta la città con le sue varie sedi uni-versitarie legate alla Sapienza, la StazioneTiburtina (la più grande d’Europa), due sta-zioni metro, il Policlinico, Villa Torlonia con ilsuo Liberty preso a modello in tutto il mondo.Insomma, pur essendo (stato) il Municipio piùpiccolo, il Nomentano è quello più transitato e“vissuto” di Roma con oltre 400 mila abitantistimati rispetto ai soli 50 mila effettivamenteresidenti.

SAN LORENZO NEL SECONDO? SCELTA BIZZARRARealtà profondamente diverse, esigenze di-verse, ma stessi amministratori. Per quanto miriguarda credo che si tratta di un’unione un po’forzata e, per certi versi, bizzarra quella traSan Lorenzo e i Parioli. Cosa potranno avere incomune un abitante di Viale Bruno Buozzi conuno di Via dei Sabelli? Provate a farvi una pas-

seggiata un venerdì sera a Piazza Euclide e,poco dopo, a Piazza dell’Immacolata, e poi ri-parliamone. Spesso la distanza politica è ancheuna enorme distanza culturale. Lo ripeto, SanLorenzo sarebbe dovuta confluire con il Cen-tro, con le problematiche della “movida” chesono all’ordine del giorno per il Primo Munici-pio.

I MIEI PARIOLIHo tanti amici e conoscenti da quelle parti. Lamia seconda comitiva è stata a Piazza Istria, al“Giulio” facevo le poste alle ragazze (ce n’eranotalmente tante), al Tartuga i primi cocktail e lepartite a stecca tra Via Topino e Via Nemo-rense non le ricordo più. Mi ha sempre infasti-dito per loro il termine, usato in sensodispregiativo, “pariolino”. In questi anni ho ca-pito che, spesso, il pregiudizio è più il nostro.Girano in Mini Cooper, vestono Alpha e AdidasTobacco, e si fanno chiamare Chicca, Ludo eFlami. Ma sono come noi! Anzi, forse sentonoanche addosso la “colpa” di aver fatto i soldi odi essere nati tra Corso Trieste e Piazza Unghe-ria. Le persone si giudicano (e forse neanchesi dovrebbe farlo) per chi sono, per quello chefanno, a prescindere dalla residenza. E se ag-gregazione deve essere, che aggregazione sia.Sono certo che, insieme, saremo ancora piùforti.

IL “MODELLO PARIOLI”, IL MERCATOCi sono molte cose che guardo con ammira-zione del Secondo Municipio. Una di queste èsicuramente il mercato di Viale Parioli, unesempio da seguire e da replicare sul territoriodel Nomentano, che vanta almeno due mercatilasciati allo sbando: Piazza dei Vespri Sicilianie Via Marliano, con i banchi nascosti sottoPiazza Winckelmann (entrambi in sede impro-pria). L’esempio per tutti deve essere senzadubbio il grande mercato, recintato e dotato diogni servizio, di Viale Parioli, alle spalle dellaMoschea, poco prima del complesso del Parco

della Musica. Cinque grandi chioschi tutti conservizi igienici, rete fognaria, impianto idricoed elettrico a disposizione di circa 20 opera-tori del settore alimentare e ortofrutticolo, piùaltre 10 postazioni libere. Risultato? Un vec-chio mercato, quello di via Locchi, sottratto aldegrado, maggiori servizi per gli operatori ecittadini più garantiti. Non solo, perfino deiparcheggi, circa una ventina. Quando l’attivitàdel mercato, l’area viene ripulita, si chiudono icancelli e appuntamento al mattino seguente.Complimenti.

PRAGMATISMO, QUI E ORANon amo lodarmi, incensarmi, parlare bene dime. E’ un esercizio sterile, poco umile, e anchefastidioso. Voglio solo raccontare a chi non miconosce come sono e quali sono le caratteristi-che caratteriali che mi connotano. Non diròbuono, generoso o altruista. Forse lo saròanche ma non spetta a me dirlo. Voglio solo

LA MIA IDEA PER UN MERCATO A PIAZZA MARRUCCHISul “modello Parioli”, proposi verbalmente inCommissione un mercato coperto e recintatocon parcheggi sotterranei. Era la mia solu-zione per Piazza Marrucchi (Via Lanciani) du-rante i lavori della Metro. Bisognava sceglierecosa mettere al posto del cantiere, sarebbestato un mercato con i servizi del centro com-merciale. Un’idea che non andò in porto,avrebbe risolto un problema.

NELLA FOTO IL MERCATO DI VIALE PARIOLI

ANDREA LIBURDI DURANTE UNA MANIFESTAZIONE

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L’INCONTRO CON SILVIO BERLUSCONI

Tornato a casa ripresi in mano i libri. Diploma-tomi in Ragioneria, fino ai 19 anni mi accon-tentai di lavoretti da poco, sufficienti queltanto che mi bastava a darmi una minima au-tonomia economica per mantenermi neglistudi di Giurisprudenza. La mia famiglia, diumili origini, mi aveva insegnato che a contaresulle proprie forze non si sbaglia mai. Eccomiallora a lavorare presso un’azienda di tappetiorientali, prima come magazziniere poi, sca-lando i reparti, arrivando a ricoprire le primeserie responsabilità professionali. Cominciai arisalire l’Italia verso Nord, stavolta non per gio-care a calcio ma per rappresentare la ditta perla quale lavoravo.Non più stadi ma altri ambienti erano diven-tate le mie nuove trasferte, gli uffici direzionalidi Bologna, Firenze, Pordenone, Udine, Torinoe Milano. Già Milano...A Milano la mia azienda aveva sede dalle partidi Via Turati, oggi ben nota per essere il cuoresportivo e sede dell’AC Milan. In quella zona hovisto più di una volta all’opera un certo Berlu-sconi Silvio, imprenditore. All’epoca non era

quello che conosciamo oggi: erano gli alboridella sua discesa in politica, era da tutti consi-derato, specie lì a Milano, un self-made-man,un uomo di successo, uno stakanovista, im-prenditore rivoluzionario e geniale che, con lapubblicità e la tv privata, assurse a mito divarie generazioni (la mia, allora ventenne, inparticolare). Iniziò senza dubbio, in quel pe-riodo, il mio feeling con questo straordinariopersonaggio. Ricordo di averlo incontrato perstrada un paio di volte e poi rivisto abitual-mente a fare colazione in un bar che presi afrequentare anch’io. Era sempre sorridente,educato (lo salutavo e ricambiava, a volte condelle pacche sulla spalla) e incredibilmente ge-neroso: almeno in un paio di circostanze cola-zioni e aperitivi venivano pagati a tutti gliavventori proprio da lui. Un gesto spontaneo,simpatico, altruista, senza nulla a pretendere.Un gesto alla Silvio Berlusconi! Ricordoquando mi disse: “Di dove sei ragazzo?” ed iorisposi di Roma. E lui con la sua inconfondibilechina milanese: “Cosa ti ha portato a lasciare ilsole per la nebbia?”. Quello fu il mio giorno for-tunato: gli raccontai di cosa mi occupavo e lui,in pochi minuti, mi disse di andare a suo nomepresso due o tre professionisti della zona pre-sentando il mio prodotto. Il risultato? Una ven-

sottolineare però un lato del mio carattere, ilpragmatismo. La determinazione che ho mi haspinto a lavorare per gli altri, risolvere i pro-blemi amministrativi della città, in questo casodi un quartiere. Il “non rimandare” ma affron-tare piccoli e grandi problemi mi ha sempre ac-compagnato e, negli anni, è diventata una miavirtù. Quando una persona mi telefona, mi in-contra per strada, mi viene a trovare al CircoloTerritoriale di Via Balzani, cerco di capire diche si tratta e partire subito, nel bene o nelmale: se è un problema che non posso risol-vere (trovare un lavoro, per quanto cerchi diadoperarmi anche in questo settore), lo dicosubito, senza alimentare false speranze. Alcontrario, se è una battaglia che posso affron-tare, anche extra territoriale (al di fuori deiconfini del quartiere) mi attivo subito, cer-cando di dare una risposta certa alla personache ho davanti. Azione, impegno fattivo e con-creto: che fosse far attraversare la strada allesignore anziane, che in strada non ci fosseromalintenzionati, che i tossicodipendenti giras-sero al largo era una forma di servizio allagente che - nelle forme di monitoraggio delquartiere - sentivano vicina al nostro modo diintendere la solidarietà e lo spirito di servizio.

GLI ANNI A FERRARAUn periodo importante delle mia vita è statoquello che ho trascorso a Ferrara, dove venniingaggiato dalla locale società calcistica, la Spal(serie C), che mi propose un contratto con laformazione Primavera. Avevo 16 anni, il sogno del professionismo eradietro l’angolo e quella opportunità era per meun’occasione troppo ghiotta, da non farla sfug-gire. Per un centrocampista come me, abituatoa sacrificarsi dietro le punte e che a Ferrara eraarrivato dopo anni di gavetta spesi sui campidel Lazio, le tre convocazioni in prima squadrapotevano essere l’anticamera del paradiso. Ma ben presto divenne, purtroppo, il corridoioper l’Inferno: un maledetto incidente di gioco,una frattura di menisco e malleolo, con inte-ressamento ai legamenti. Fine di un sogno, fine di una speranza. E la vita vera che reclama i suoi diritti.Ferrara, la fine di un sogno e di una speranza,quella di potermi realizzare nello sport che

amavo.Non fu così. Perché l’incidente capitatomi aFerrara mi riportò alla vita cosiddetta “nor-male”. Normalità, in quel caso, volle dire rifare la va-ligia e ritornare a Roma. Avevo 17 anni. Non fufacile riaprire quella valigia e mettermi sultreno di solo ritorno. Mi aspettava un presente che avevo fino ad al-lora trascurato, lo studio e un futuro che nonriuscivo a immaginare ma che, ogni giorno, di-ventava incredibilmente sempre più vicino etangibile.

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comportamento e la mia professionalitàpiacciono particolarmente che quel lavoromi offre l’opportunità di scalare il campodelle referenze e, ben presto, verrò chiamatodal caposcorta del Presidente che mi pro-porrà di lasciare la Cooperativa e di lavoraredirettamente per Mediaset. E’ il 1997 e laSerie A, in altre forme, è un traguardo rag-giunto.

LA CONSACRAZIONE POLITICAA rendermi tutto più chiaro fu il senso del-l’impegno personale di Berlusconi. Avevopoco più che vent’anni e quell’immagine as-surse per me a modello da seguire come ri-ferimento, rintracciando valori comel'appello all'efficienza, la sfiducia verso lapolitica tradizionale e l’immagine del leadercome uomo deciso e forte, ma al tempostesso generoso e membro di una colletti-vità. Probabilmente non ero così consape-vole ma tutte quelle esperienze stavanocovando e maturando in me, trovando deipunti di contatto che, di lì a breve, avrebberosbocciato in qualcosa. Me ne stavo rendendoconto e cominciavo davvero a credere cheavrei potuto fare tesoro di tutto quello perriversarlo in maniera costruttiva nel mioquartiere, prima come azione meramentesolidale per la mia comunità, poi come veroimpegno sociale e politico in qualità di am-ministratore.

MARIA DE FILIPPIIl mio ultimo incarico da autista prima di“tornare a casa”, fu con una figura nota e ri-levante del mondo dello spettacolo: MariaDe Filippi. Assunsi l’incarico di accompa-gnarla nei sui impegni di lavoro: prenderlaa casa, portarla agli studi televisivi di Cine-città e al Palatino, attendere che terminasseil lavoro e portarla in giro dove richiestomi.Con Maria De Filippi – di cui serbo un ri-cordo meraviglioso come persona di elevataeducazione morale e professionale – ho la-vorato per ben cinque anni: dai miei 24 finoai 28. Inutile dire che si è trattato di un pe-riodo di lavoro molto più che stressante.

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dita di diversi milioni di lire dell’epoca, se-guendo i consigli di un uomo che, di fatto,avevo conosciuto da mezz’ora.Un incontro del genere ti cambia la vita, si-curamente ti fa aprire gli occhi. Perché in-contrando una persona del genere pensi aquello che negli States chiamano il SognoAmericano. Ovvero che tutti, pur partendoda zero, possiamo farcela. E quell’uomo, Sil-vio Berlusconi, era quel simbolo lì, il self-made-man. Se hai 20 anni e incontri unuomo del genere devi per forza fare tesorodi quell’esperienza. E così feci. Nel frattempoquell’uomo scendeva in campo con ForzaItalia ed io, nonostante venissi da un’estra-zione di Destra più vicina ad Almirante, co-minciai ad interessarmi e a seguire quel“personaggio” anche sotto le vesti dello sta-tista e uomo politico. Non mi dilungheròoltre, si potrebbero aprire numerosi di-scorsi, e finirei forse per intraprenderestrade tortuose e a fare discorsi politichesie di analisi storiche. Cosa che non mi com-pete e che non rientra nello spirito di questo“libricino”.

MEDIASET E PALAZZO GRAZIOLIIl saliscendi per la Penisola dura tre-quattroanni. Ormai ne ho 25, ho accumulato altreesperienze, decido che sia giusto cambiare.Divento autista, uno di quelli che a Roma gi-rano con auto di lusso e con targhetta NCC(noleggio con conducente). Sul lavoro sonoimpeccabile: puntuale, educato e riservato.In una parola professionale. Che ci fosse unasorta di predestinazione non potrei dirlo,posso invece dire che la mia strada – in talicircostanze - si incrocia di nuovo con quelladell’allora Presidente del Consiglio. Succedeche la Cooperativa, di cui sono socio e cheaveva cominciato a lavorare con ottimi ri-scontri con Mediaset (anchormen, giornali-sti, presentatrici, soubrette), riesce adottenere un lavoro con Palazzo Grazioli.Vengo così assegnato alla persona che cural’immagine e l’abbigliamento dell’allora Pre-mier, alla professionista che ne cura l’espo-sizione alle luci degli studi televisivi. Il mio

LO SPORTELLO DEL CITTADINO“Se determinati uffici non servono il pub-blico per come dovrebbero, non possofarci niente… Anzi, forse posso farci qual-cosa”.Fu così che nacque Lo Sportello del Citta-dino, dapprima nella storica sede di ViaFamiano Nardini e ora confluito nelle atti-vità del Circolo Territoriale Italia in ViaUgo Balzani 51.Dal mese di gennaio 2010 gli abitanti delIII Municipio beneficiano di un aiuto inpiù: lo sportello a servizio del cittadino. Sitratta di un progetto pensato, fortementevoluto ed infine attuato dal consigliere co-munale Andrea Liburdi, che lo ha seguitodirettamente e personalmente, finanzian-dolo con risorse e mezzi propri.“L’obiettivo era offrire agli abitanti delquartiere uno spazio insieme politico e so-ciale, un punto di riferimento cui rivol-gersi sapendo di poter essere assistiti edascoltati - spiega Andrea Liburdi - Lo Spor-tello nasce da un’iniziativa personale, noncorrelata istituzionalmente al III Munici-pio: il senso del progetto è quello di darevoce a chi non ha voce, di contribuire allacostruzione di uno spazio che vada oltre lapropaganda politica, rimanendo sempre ecomunque vicino a chi per primo risentedei vizi e delle virtù della cosa pubblica: icittadini”.Lo Sportello del Cittadino garantisceun’assistenza territoriale puntuale e pre-cisa: aperto dal lunedì al venerdì pomerig-gio nella fascia oraria 15:30 - 19:00, offrediversi servizi nei diversi giorni della set-timana. Il martedì ed il venerdì, eroga l’as-sistenza legale a tutto campo, fornendoconsulenze (su appuntamento); il giovedìè il turno del commercialista, che assistel'utenza per problematiche di carattere fi-scale; il lunedì, invece, è la “giornata delConsigliere”, in cui lo stesso Andrea Li-burdi discute con chiunque lo voglia leproblematiche del quartiere.

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L’agenda di personaggi di tale calibro va benoltre il tragitto casa-lavoro: basti pensare, adesempio, alle frequenti trasferte a Milano pertrovare sua mamma o le vacanze ad Ansedoniainsieme a suo marito Maurizio Costanzo. Unavolta assunto a pieno regime, sono stato vicinoa Maria 365 giorni all’anno, praticamente atempo pieno. Terminato il contratto, decisi di non rinnovarloe per un anno rimasi alla finestra. Ne approfit-tai per guardarmi attorno e guardare il quar-tiere che, intanto, era cambiato. In quegli annila vita era cambiata, l'Italia era cambiata, Romaera cambiata. E di quei ragazzi con cui avevocondiviso le mie ore in piazza e al "Meeting",molti non c’erano più: qualcuno aveva fattoesperienze brutte, altri non vivevano più inzona e si erano trasferiti.

L’ATTIVITA’ POLITICATornai così a vivere a pieno regime nel mioquartiere. Mi accorsi che, a distanza di anni,ancora tante, troppe facce poco raccomanda-bili continuavano ad aggirarsi a Piazza Bolo-

gna. L’incuria e il degrado impedivano chel'ambiente in cui ero nato e cresciuto potessedefinirsi vivibile, sicuro e a misura di famiglia.Fu proprio allora che mi fermai a riflettere, de-ciso di dover fare qualcosa per la mia comu-nità. Cosa posso fare per dare una mano al mioquartiere? E’ possibile aiutare i cittadini chenon sono rappresentati e che non trovanoascolto? Era il 2004 ed inizio a prendere di nuovo, congrande determinazione, confidenza con il ter-ritorio, a parlare con le persone, a frequentarela parrocchia di Padre Mario, a diventare edu-catore (e allenatore) della squadretta di calcio. E succede che gli ambienti romani di Forza Ita-lia arrivano a chiedermi una mia candidaturaalle Municipali. Accetto con grande entusiasmoe, nel 2006, eccomi in corsa per il III Municipio.La soglia per entrarvi è di 200 voti ma sarà unabeffa, perché rimango fuori per lo scarto di unamanciata di preferenze! Per un pugno di votidi scarto rimasi fuori dal Consiglio del III Mu-nicipio. Ci rimasi male, ma fu linfa vitale da rimettere

in moto. Avevo capito che quello era ciò che vo-levo, al di là di tutto. E in tanti mi convinseroche il Nomentano-Italia aveva, da quel mo-mento, un giovane serio e volenteroso su cuicontare, specie per le questioni più spinose edelicate. Ed ecco il 2008, con l’uscita di scena di Veltronie il ritorno alle urne. Quella fu la volta buona:non solo perché partecipai alla campagna elet-torale in modo molto più visibile di prima maperché, alla fine, il risultato fu positivo e midiede modo di triplicare quasi le mie prefe-renze. Stavolta dunque in Consiglio Municipaleci entravo davvero e il mio apporto al Pdl fupremiato dal consenso degli elettori.

ANDREA LIBURDI SEMPRE PRESENTE!Come si sviluppò la mia campagna elettorale?Avevo preso in affitto un locale in Via Pisa, gra-zie al contributo elettorale ed al supporto delmio caro amico di famiglia Mario Cola, coordi-natore PDL del Terzo Municipio, il quale midiede la possibilità di candidarmi (e che an-cora oggi ritengo opportuno ringraziare).Con l’apporto di alcuni ragazzi mi recavo dicasa in casa a bussare e a tentare di dialogare:mi presentavo dichiarando chi fossi e qualiidee mi guidassero. Avevo anche ben chiaroche non potevo assolutamente presentarmidavanti alle persone promettendo questo oquello: cosicché iniziai a coniare quello sloganper il quale sono diventato noto, quell’ormaicelebre “Andrea Liburdi, sempre presente!”che risuona spesso nella mia attività territo-riale a tutela dei cittadini del III Municipio. Unoslogan attuato nella realtà, non solo spot dacampagna elettorale. Essere sempre presentealla richiesta di un mio concittadino è una miaprerogativa, un mio tratto distintivo

AL SERVIZIO DEL CITTADINOIl cittadino va seguito sempre, non solo in oc-casione della campagna elettorale. Bisogno,difficoltà, disagio: momenti che nella vita pos-sono accadere a tutti e che si possono risolverese si ha vicino qualcuno che è disposto ad aiu-

L’IMPEGNO PER L’ABRUZZOIl 6 aprile 2009 nel cuore della notte misvegliai: sentivo ancora tremare i muri e illampadario dondolava come se dovessecadere da un momento all’altro. Fin dalprimo momento era chiaro che c’era ap-pena stato un terremoto. Fu tale la forzache, preoccupato, mi alzai dal letto edandai a controllare che cosa fosse appenasuccesso. Fu così che appresi dal telegior-nale che un terremoto di magnitudo 6,3aveva appena colpito L’Aquila. Già pocheore dopo fu chiaro quanto disastroso fuquesto evento: con un giro di telefonate cimobilitammo subito, organizzando unaraccolta di generi alimentari, coperte emedicinali per andare in soccorso dei ter-remotati. Fu un’esperienza profonda e toc-cante per me, aiutare chi stava passandoil momento più brutto della propria vita.Sono rimasto in contatto con molte dellefamiglie abruzzesi che ho conosciuto e chesento periodicamente: ho potuto guardaree constatare con mano tanti piccoli gestiche valgono molto più delle parole. Desidero ringraziare tutti i ragazzi dellaA.S.D. Municipio Roma III, con me inquell’indimenticabile viaggio in Abruzzo.

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IL CONSIGLIERE ANDREA LIBURDI, INSIEME AI RAGAZZI DEL CIRCOLO TERRITORIALE ITALIA, SPALANO LA NEVE DURANTE LA NEVICATA DEL FEBBRAIO 2012

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STRADE DIVELTE E BUCHEI CASI DI VIA GIORGI E PIAZZA ARMELLINI

È necessario fare il punto sulla si-tuazione di strade e marciapiedinel nostro quartiere. Come certa-mente tutti saprete la riqualifica-zione di via Giorgi e via Boldetti èstata ottenuta dopo anni di batta-glie in aula e non per merito delMunicipio. Anche se solo parzialecome riqualificazione è un risul-tato di cui vado fiero, con cui ho di-mostrato che lavorare sodo ognigiorno paga: spero solo di potercompletare la riqualificazione du-rante la prossima consiliatura.C’è poi la ferita aperta di Piazza Ar-mellini, dimenticata e vittima di in-curia da parte da chi cinque anni faprometteva una riqualificazioneche non è mai arrivata. Ormai è unproblema di sicurezza! Il mio im-pegno è di poter riportare la piazzaad una situazione di decoro chemanca da troppo tempo.Un altro dei problemi più annosidel quartiere è sicuramente quellodei marciapiedi. Viviamo un dop-pio problema: da una parte i mar-ciapiedi in mattonelle di cui silamentano problemi di scivolositàe stabilità, dall’altra i marciapiedid’asfalto in condizioni pietose (viaLuigi Pulci è un esempio in nega-tivo di ciò).

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tarti. E’ questo il motivo per cui ho aperto loSportello al Cittadino (dapprima in Via Nar-dini, oggi in Via Balzani 51), iniziativa di cuisono fiero in quanto è servito (e sta servendo!)ad aiutare tante persone, forse le stesse che visono accanto al caffè o sulla soglia di casa. E delresto, che senso avrebbe la politica dal bassodi se non riuscisse a dare risposte a chi leavanza? Io ho da sempre abbinato il termine“sociale” alla parola politica.

PROMESSE MANTENUTE, “LA POLITICA DEL FARE”Come avrete modo di constatare nelle paginefinali di questo documento, ho mantenuto lepromesse prese con gli elettori e mi sono resodisponibile e reperibile per tutta la durata delmandato (non come chi, inutile fare nomi, siè speso in campagna elettorale e si è poi di-sinteressato di mantenere un filo diretto coni cittadini per i successivi 5 anni). La mia, adetta di molti, è stata la POLITICA DEL FARE.Come avete potuto leggere in questi capitoli,

il mio è stato un percorso politico “naturale”,nato dall’esigenze di impegnarmi per la miacomunità. Ho preferito agli studi di Legge, lalegge della strada. La voce della gente biso-gnosa è sempre stato il mio punto di riferi-mento. E a quella gente devi rispondere con ifatti, non solo con le parole.

STUDENTI E COMMERCIO, PER RIPARTIRECome avete potuto leggere non ho illustrato unprogramma amministrativo. Il mio pro-gramma siete voi, le vostre esigenze. Quelleche venite giustamente a reclamare durante gliincontri, quotidiani, aperti a tutti, in Via UgoBalzani 51 (Piazza Massa Carrara). Problemiindividuali che affrontati e risolti diventanobenefici per la collettività. E’ tutto quello checontinuerò a fare per il bene vostro e quindimio. Perché questo è il mio quartiere, quello in

cui sono nato e cresciuto e dove vivo. E vogliovederlo sempre più bello. Già, come fa ad es-sere più bello se tante saracinesche – semprepiù velocemente – continuano ad abbassarsi?Voglio puntare molto sul commercio, una ric-chezza che non dobbiamo perdere di vista.Aiutare e sgravare fiscalmente (nei modi davedere insieme in un tavolo di confronto) chifa commercio porterebbe dare uno slancio no-tevole a tutto il quartiere. Quartiere che, nondimentichiamo, è popolato per un buon 30%da studenti universitari. Studenti che, a mioavviso, dovranno essere censiti: cittadini spe-ciali a quali garantiremo tutti i servizi (po-tranno rinnovare da noi i loro documentisenza dover tornare in Calabria o in Sicilia),cure sanitarie (medico di base) e agevolazionisugli affitti (regolari). Gli studenti sono unagrande risorsa che altri non hanno, sono gio-vani, sono il futuro, e qui stanno mettendo leloro nuove radici.

RACCOLTA ALIMENTAREÈ da più di un anno che i ragazzi del Cir-colo Territoriale Italia, in collabora-zione con il Centro di Iniziative Socialidel consigliere Liburdi, organizzano laRaccolta Sociale Alimentare. Dall’iniziodi questa attività sociale ad oggi sonostati consegnati oltre 200 scatoloni digeneri alimentari di prima necessità:pasta, passata, olio e scatolame vario.Il numero delle famiglie bisognose cheper disagio vengono aiutate con la Rac-colta Sociale purtroppo aumenta ognimese, così come aumenta però l’impe-gno: da una raccolta al mese si è pas-sato ad averne due, in modo da poteraiutare tutte le persone che si sono ri-volte a noi. Potete trovare i ragazzi delCircolo Territoriale Italia sempre di sa-bato nei supermercati del quartiere.Contribuisci anche tu, un piccolo gestovale molto!

DISABILI E DISAGI SOCIALI.Il rispetto dei diritti dei diversamente abiliè un dovere nei confronti di chi è stato menofortunato. È per questo motivo che da sem-pre il consigliere Liburdi lavora nel sociale esi è battuto e continua a battersi per la tuteladei diritti dei disabili. L’impegno è concreto:non solo la collaborazione con diverse asso-ciazioni attive nel volontariato per i disabilima anche azioni tangibili sul territorio. Imarciapiedi di molte strade del quartieremancano degli scivoli per disabili o quelliche ci sono non sono a norma: in questi anniil consigliere Liburdi ha portato in consigliopiù di 90 interrogazioni per chiedere chesulle strade che mancano di scivoli questivenissero installati, cosa che è avvenuta aPiazza Massa Carrara. In continuità conquanto già fatto si proseguirà su questo per-corso in modo da rendere il quartiere total-mente fruibile anche a chi è costretto su unasedia a rotelle.

IL GAZEBO ELETTORALE DI ANDREA LIBURDI ALLESTITO A PIAZZA BOLOGNA

NELLA FOTO SOPRA PIAZZA BOLOGNA,SOTTO PIAZZALE DELLE PROVINCIE

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www.terzomunicipio.com 2322 ANDREA LIBURDI - La mia storia, i miei valori

dopo quella manifestazione in Piazza Armellini,Andrea mi contattò per comunicarmi un’altraazione, questa volta a Via Lanciani per bloccarela costruzione dei PUP, il Piano Urbano Parcheggi:parcheggi privati a pagamento a discapito diquelli pubblici su via Lanciani, che sarebbero statiquindi ridotti. Coinvolsi quattro amici e raggiunsiAndrea che, insieme ad altri consiglieri e ad alcunicittadini, aveva bloccato le ruspe, impedendo cosìla costruzione dei parcheggi a pagamento e lasoppressione di quelli pubblici, già pochi rispettoalle esigenze dei cittadini.Nei mesi a seguire fui sempre più attratto da que-sto giovane consigliere Andrea Liburdi: ad avvi-cinarmi era la sua schiettezza: non parlava ilpolitichese e i suoi metodi si dimostravano sem-pre utili al raggiungimento dello scopo che, divolta in volta, si prefiggeva. Conobbi sempre me-glio Andrea e la realtà del gruppo politico capeg-giato da Luca Gramazio, fino al giorno in cuiAndrea mi presentò direttamente Gramazio. Daquel momento in poi cominciò la mia vera avven-tura da militante con questa comunità politica di

cui sono fiero di far parte. In questa comunità hoconosciuto il valore della militanza come manife-stazione tangibile del proprio ideale, del sociale edel territorio come pilastri portanti della vera po-litica. E ho capito quanto siano futili le poltrone:la politica è di tutti e non è indispensabile unruolo istituzionale per poterla fare. Bastano lapassione e gli ideali per mettersi a disposizionedel prossimo in nome di un bene superiore.Oggi ho 26 anni, vivo a Piazza Bologna come fa lamia famiglia da generazioni e sono Presidente delCircolo Territoriale Italia che conta numerosi gio-vani attivi sul mio territorio. Un Circolo che nonè solo un nome ma un luogo dove tanti ragazzipossono fare politica e mettersi al servizio delprossimo. Tutto questo grazie ad Andrea Liburdie alla fiducia che diede prima a me e poi ai tuttigli altri ragazzi. Molti politici da salotto-tv diconoche i giovani sono il futuro, ma soltanto AndreaLiburdi e Luca Gramazio mi hanno dato prova dicrederci veramente, investendo su di noi e non il-ludendoci. Ancora mille grazie Andrea. SEMPRE PRESENTI E SEMPRE CON TE!

I RAGAZZI DEL CIRCOLO TERRITORIALE ITALIAIl Circolo Territoriale Italia è molto più di una se-zione politica, è un luogo di maturazione politica,sociale, intellettuale e civile. Il suo obiettivo pri-mario è formare il giovane per creare un citta-dino migliore, che pensi non solo a se stesso maanche alla comunità in cui vive con altri esseriumani, considerati suoi pari.Il progetto nasce nell'estate del 2011 e vede lasua concretizzazione nell'ottobre dello stessoanno, con l'inaugurazione della sede ufficiale delCircolo in via Ugo Balzani 51. All'inizio contavasoltanto il consigliere Andrea Liburdi, il presi-dente del Circolo Francesco Accardi e altri dueragazzi: col tempo, però, i ragazzi che si avvicina-rono sono divenuti sempre più numerosi, fino adiventare oggi la realtà militante che tutti pos-sono vedere sul nostro territorio. In poco tempoil Circolo Territoriale Italia e i suoi militantihanno saputo farsi conoscere e rispettare per lenumerose azioni svolte sul quartiere, non solo inambito politico ma nel volontariato sociale e ci-vile, che ci ha portato ad encomi e alla consegnadi diversi attestati di merito. Ogni militante portaavanti la sua attività gratuitamente, conscio delfatto che la politica vera è ispirata dalla passionee non dalla ricerca di un profitto. Valore questotrasmesso da Andrea Liburdi, che segue ad ognipasso questi ragazzi, che definisce fieramente lasua vera eredità lasciata alla politica di questoterritorio e, chissà, forse anche a livelli più alti.«Un giorno diventeremo padri e madri di fami-glia: qualcuno di noi abbraccerà una carriera po-litica, altri sceglieranno un’altra strada, c'è chiresterà qui e chi partirà. Nessuno sa cosa ci riser-verà il futuro, ma una cosa è certa: nessuno di noidimenticherà quella piccola sede dove ci riuni-vamo. Una sede dove spero si riuniranno ragazzidelle generazioni seguenti alla nostra, entrandocosì a far parte di una storia iniziata da un gio-vane consigliere municipale che si chiamava An-drea Liburdi e dai suoi ragazzi, un manipolo dipiccoli sognatori in un’Italia che ai sogni nonaveva più il coraggio di credere, ma che da queglistessi sogni nacque!».

Sono nato e cresciuto a Piazza Bologna e conoscoAndrea da molto tempo. Lo conoscevo come pre-sidente dell'Associazione Sportiva DilettantisticaMunicipio Roma III e come un ragazzo impegnatonel sociale sul nostro territorio. Solo col tempoebbi la possibilità di conoscerlo nelle vesti di rap-presentante istituzionale del nostro Municipio. Aquei tempi già militavo nel PDL ma presto capii,vedendo Andrea ad una manifestazione che orga-nizzò nel 2009 per la riqualificazione di Piazza Ar-mellini che, in realtà, la mia non era vera militanzapiuttosto una politica basata più sulle parole chesui fatti. Grazie a lui ho capito che la vera politicanasce da un contatto vero con il territorio e dalcomprendere le realtà di chi lo vive. Di chi, comete, ci è nato e cresciuto. Essere utile per tutta la co-munità affinché ci possa essere un miglioramentocostante, questa è la politica. Qualche settimana

POLITICA E’ MILITANZAANDREA SEMPRE PRESENTEdi FRANCESCO ACCARDI*

*PRESIDENTECIRCOLO TERRITORIALE ITALA

IL 26 E IL 27 MAGGIO VOTERO’ E FARO’ VOTARE

ANDREA LIBURDI AL MUNICIPIO II

GIOVANNI QUARZO AL COMUNE DI ROMA

NELLA FOTO I RAGAZZI DEL CIRCOLO TERRITORIALEITALIA DI VIA UGO BALZANI 51. NELLA PAGINA ACCANTO,ANDREA LIBURDI E FRANCESCO ACCARDI

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